SILLON · Nata in una famiglia molto cristiana, ... “Sono molto triste di non poter più vedere...

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SILLON Periodico trimestrale della Famiglia Laicale Carmelitana “DONUM DEI” N. 349 aprile-giugno 2016 “Se tu conoscessi il Dono di Dio” (Gv 4,10) Periodico Trimestrale . POSTE ITALIANE S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB ROMA - Taxe perçue - Tassa riscossa Les TM de LImmaculée dans les cinq continents

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SILLONPeriodico trimestrale della Famiglia Laicale Carmelitana “DONUM DEI” N. 349 aprile-giugno 2016

“Se tuconoscessi ilDono di Dio”(Gv 4,10)

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Les TM deL’Immaculée dans les cinq

continents

Chiara (Futuna)e Auda (Filipinas)

Famiglia Laicale Carmelitana“DONUM DEI”Viale Monte Oppio, 2800184 Roma (Italia)ccp 62116009Tel. 06 4825447

Direttore responsabile:Giovanni GROSSO

Redazione:Agnès BRETHOMÉMarie Michèle MANUKULAAlbertine OUEDRAOGORenée PRIEURMarie-Josèphe PERRIOT-COMITE

Direzione e Amministrazione:Via dell’Esquilino, 3800185 Roma (Italia)E-mail: [email protected]

Impaginazione e stampa:Tipografia Cardoni s.a.s.Via degli Scipioni, 35/B00192 Roma (Italia)E-mail: [email protected]

La rivista è edita initaliano, francese, inglese, spagnolo

Abbonamenti:Vedere pag. 26

Autorizzazione Tribunale di Roma N. 70 del 28 aprile 2015Spedizione in Abbonamento Postale

CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA

Per ogni riproduzione di articoli si prega di chie-dere l’autorizzazione alla Redazione italiana.

Photos: Archivio della FMDD

Periodico trimestrale della Famiglia Laicale Carmelitana

“DONUM DEI”N. 349 aprile-giugno 2016

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SILLONEditorialeServa del Signore 3Agnès Brethomé

Festa dell’Annunciazione 5P. Sébastien Girard

Chiara, unita all’Amore 7Mgr. Alejandro W.Bunge

Reazioni alla Domus Paul VI 9

Ultima Settimana Santa a Grace-Dieu 12Nadia Molvidoh

Lettera di Chiara (estratto) 16

“A me, ha donato la sua infinita misericordia.…” 18Marie-Louise Paré

Vai, figlia di Dio, vai! 21Père Marcel Roussel

Spigolando nel libro d’oro dell’Eau Vive di Roma 23

“Dio ha tanto amato il mondo” 24Pape François

Luci nel solco

San Giovanni“Noi, noi crediamo all’Amore…”

Teresa di Gesù Bambino“Offrirsi da vittima all’Amore… per lasciar passare l’Amore…”

Padre Godin + 1944Fondatore della Missione di Parigi e Autore di:

“Francia, paese di missione”“La mia grazia è di scavare nel solco in linea retta…

altri vedranno e proseguiranno l’opera…”

Padre Marcel Roussel-Galle + 22 febbraio 1984Fondatore della Famiglia Missionaria Donum Dei

e della rivista: Dans le Sillon Missionnaire“Il nostro mezzo d’azione: Far conoscere ed amare Maria! Donare le anime a Maria” Donare il mondo a Maria!”

Serva del Signore

Circa quattro mesi e mezzo fa, ci siamo riuniti in questa chiesa per i funerali diMagali, oggi siamo di nuovo qui per Chiara, nostra sorella LM dell’Immacolata.Come Magali. Chiara ha lottato per due anni contro la terribile malattia che,

alla fine, ha vinto, nonostante tutte le cure. Chiara era nata il 10 ottobre 1973 aFutuna, piccola isola della Polinesia francese, evangelizzata da S. Pietro Chanel,martire che Chiara amava moltissimo.

Nata in una famiglia molto cristiana, venne battezzata pochi giorni dopo la sua nascitae sarà incoraggiata dai suoi genitori a rispondere alla chiamata del Signore, quando ma-nifestò loro il suo desiderio di essere Lavoratrice Missionaria dell’Immacolata.

Ha fatto il suo aspirantato all’Eau Vive di Nouméa (Nuova Caledonia) nel 1991, nel1994 viene inviata in Francia per continuare la sua formazione.

Dopo il suo sposalizio a Nouméa nel 2004, viene nominata all’Eau Vive di Roma, ma dopoqualche mese si sposterà alla Casa del Clero: Domus Internationalis Paolo VI, casa che accogliespecialmente sacerdoti e vescovi. Per più di 10 anni, assicurerà insieme ad altre due LM unapresenza che segnerà tutti quelli che sono stati in questa casa per un soggiorno romano piùo meno lungo. Chiara è stata particolarmente vicina ai sacerdoti malati ed anziani.

Chiara nella sua isola di Futuna

Sono numerose le testimonianza che attestano la sua dedizione e la sua attenzioneverso tutti. Ne citiamo alcune:

- Un anziano Vescovo francese, dopo aver appreso la notizia della morte di Chiara, ciscrive: “Sono stato accolto parecchie volte alla Casa del Clero da Chiara… Mi hareso dei grandi servizi durante la mia permanenza a Roma e non posso dimenticarela sua accoglienza e il suo modo di servire come Cristo… Mi unisco al vostro Al-leluia e alla vostra azione di grazie per Chiara…” .

- Da un amico di Grace-Dieu (Francia): “Sono molto triste di non poter più vedereil bel e dolce sorriso di Chiara che mi dava coraggio e speranza. Ma sono felice disaperla accanto a Nostro Signore.”

- Papa Francesco quando era Arcivescovo di Buenos Aires, alloggiava alla Casa delClero Domus Internationalis Paolo VI, e lui sempre così attento ai piccoli e agli umiliha avuto molte volte l’occasione di interessarsi a Chiara e alle altre due sorelle LM.Quando il Direttore l’ha informato della partenza di Chiara per continuare le suecure in Francia, ha voluto riceverla personalmente, raccomandandole di essere co-raggiosa, di pregare e di offrire le sue sofferenze per la Chiesa.

Chiara, nonostante le sofferenze di questi ultimi mesi, ha conservato il suo sorriso ela sua serenità. Le giovani sorelle LM che stanno studiando a Grace-Dieu sono rimastecolpite dal suo dinamismo, dalla sua fede contagiosa, anche nei momenti più difficili.Chiara non voleva che si rattristassero quando andavano a trovarla. “Chiara ci rac-contava delle barzellette per farci ridere”, ha detto una di loro.

La vigilia della sua morte, dopo aver ricevuto nuovamente i sacramenti, ha detto a Re-gina, Responsabile di Grace-Dieu, di chiedere perdono a nome suo a tutte le sorelle LM.

“Sono la serva del Signore”, leggiamo nel Vangelo del giorno. Maria che ha avuto ungrande spazio nella vita di Chiara l’ha aiutata ad essere una vera serva del Signoregiorno dopo giorno.

Chiara, tu lasci adesso il tuo abito da lavoro per indossare il tuo abito bianco di sposadi Cristo, abito che tu hai voluto vedere appeso davanti ai tuoi occhi alcuni giorniprima del tuo ritorno alla casa del Padre dopo averlo fatto preparare meticolosamente.Oggi è Gesù, il tuo Padrone e Sposo che ti accoglie per servirti nella sua casa.

Noi preghiamo per te ma anche tu intercedi per noi presso la nostra Mamma celeste,affinché a nostra volta possiamo tuffarci nell’Oceano dell’Amore Misericordioso chebrucia e consuma tutte le nostre debolezze e i nostri peccati.

Agnès Brethomé, LM dell’Immacolata

Festa dell’AnnunciazioneOmelia per i funerali di Chiara

“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.Questa è la risposta di Maria. Questa è stata la testimonianza che Chiara mi hadato per tutto il tempo della sua degenza in ospedale, tappa vissuta con umiltà,

con un abbandono fiducioso in Dio fino all’ultima ora del suo decesso. Ciò che l’adultoautonomo e responsabile può non lasciar trapelare per la forza dell’età, ma che si rivelain un determinato momento della vita, quando la malattia ci fa perdere molto spessoil controllo della nostra vita. Chiara, era sempre sorridente, sia nei momenti di tregua,sia in quelli di collera provocata dagli attacchi dolorosi che la sfinivano, ci mostravaciò che era nascosto nel più profondo del suo cuore, la sua cieca fiducia nel Signoreche non ci abbandona mai.

“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Venerdì mattina, poco prima che Rachele, una delle sorelle LM, arrivasse al suo ca-pezzale, ho chiesto a Chiara se aveva paura,mi ha risposto: “no”, un no chiaro, ben arti-colato, che non aveva bisogno di nessuna in-terpretazione. Era il suo modo di dire sì alSignore, di dirmi che aveva piena fiducia. Sela nostra sorella Chiara ha potuto terminarela sua vita terrena in questo clima di abban-dono, è perché era entrata da molto temponell’esperienza dell’infanzia spirituale. La La-voratrice Missionaria energica e determinatache abbiamo conosciuto nella Casa Paolo VIaveva imparato il vero senso dell’infanzia spi-rituale alla scuola di Teresa del BambinoGesù. L’infanzia spirituale è la verità stessadella vita cristiana, intesa come vita filiale.

“Eccomi, sono la serva del Signore, av-venga di me quello che hai detto”. Come Maria, essere in questa attitudine diabbandono nell’oscurità della fede, è esserecome un bambino, è vivere di gratitudine

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Una delicata attenzione alle persone fragile

Chiara, unita all’AmoreTestimonianza

Ho conosciuto, per la prima volta, Chiara Lié alla Domus Paolo VI a Roma, casadel clero dove riservavo sempre una camera quando dovevo restare per qualchegiorno nella Città Eterna. Ma è stato nel 2013 che ho cominciato a conoscere

meglio Chiara, cioè da quando la Domus Paolo VI, è diventata la mia residenzapermanente.

Le Lavoratrici Missionarie dell’Immacolata impegnate nella Domus Paolo VI sono cer-tamente il “cuore” di questa casa. Ne sono veramente convinto. Chi se non le Lavo-ratrici Missionarie potrebbero essere il centro di una casa dove risiedono circa 60sacerdoti, tutti impegnati a servire Gesù e la Chiesa nei vari dicasteri della SantaSede? Le LM dell’Immacolata, per mezzo dell’Atto di Offerta all’Amore Misericor-dioso di Dio, dedicano tutta la loro vita a Cristo. Santa Teresa del Bambino Gesù è illoro modello. E a dire la verità, noi sacerdoti che la maggior parte del tempo eserci-

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come il bambino che è cosciente di beneficiare di un amore folle che giustifica tutto.E’ avere il senso acuto dell’assoluto gratuito dell’amore divino verso le sue creatureche siamo noi. L’umiltà dell’infanzia spirituale si irradia attraverso la certezza chetutto è dono di Dio e che la nostra risposta non è altro che l’offerta gratuita di noi aCristo. Questo è il senso dell’Eucaristia, il mistero per eccellenza di cui Chiara si ènutrita l’ultima volta la vigilia del suo ritorno alla casa del Padre.

“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Questa risposta di Maria è il segreto di ogni vocazione, di ogni missione nella Chiesa,di ogni servizio evangelico. Nella vita di Maria, questa risposta risuonava nel suocuore nonostante le difficili prove che l’attendevano:

- Prova di una madre che cerca il figlio perso e che, appena ritrovato si sente dire:“non sapete che mi devo occupare delle cose del Padre mio”. Difficile esprimerein simili momenti la stessa promessa così fondamentale: “Che avvenga di mequello che hai detto”.

- Prova di una madre, felice di presentare suo figlio, ed ha in risposta la profeziadel vecchio Simeone: “una spada trapasserà il tuo cuore”. E, il cuore di Maria sichiude per sussurrare: “Che avvenga di me quello che hai detto”.

- Prova suprema per una madre di perdere il frutto del suo seno. Come ha potutoesprimere, ai piedi della croce, questa frase che annunciava l’aurora della salvezza:“Che avvenga di me quello che hai detto”.

Promessa paradossale, di uno spogliamento totale. L’amore porta Maria a seguire Cristofino alla fine, fino al momento cruciale in cui non c’è più nessun controllo sugli eventi.

Questa disponibilità all’offerta fiduciosa della sua vita, Chiara vi si preparava con unadisponibilità interiore fedelmente vissuta. Fedeltà vissuta assumendo fino alla fine lasua vita di consacrata, la nostra sorella ha potuto abbandonarsi e lasciare trasparirequel bambino di Dio che doveva diventare pienamente nell’attesa dell’Ora di Dio.Era questo che mormorava nei suoi momenti dolorosi: “bisogna aspettare.”

Sapendo, che era giunta l’ora di passare da questo mondo per andare dal Padre, Chiarasi abbandona completamente. E’ stata per lei l’ultima Eucaristia che non sarà più of-ferta col pane e il vino, ma in questo ultimo soffio di vita che rimette la nostra carnetra le mani del Padre.

“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.

P. Sébastien Girard,Cappellano del CHU di Besancon

Visita del Papa Francesco, nella Domus Paolo VI

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tiamo un lavoro di “papacrazia”, anche se è un servizio ai nostri fratelli e sorelle, unservizio alla Chiesa universale, abbiamo bisogno di una testimonianza gioiosa, del-l’Amore Misericordioso di Gesù, Buon Pastore.

Vorrei condividere con voi il ricordo di un fatto molto semplice ma, anche molto si-gnificativo, una testimonianza dello spirito missionario di Chiara che resterà sempreimpresso nella mia memoria unito ad uno slancio di gratitudine al Signore.

Era l’8 dicembre 2014. Da alcuni giorni alloggiavano alla Domus Paolo VI, un gior-nalista argentino, molto conosciuto, che si trovava a Roma con la moglie per celebrareil suo sessantottesimo compleanno. Il giorno dopo, i due sarebbero dovuti ritornarein Argentina. L’8 dicembre, la coppia era stata ad un ricevimento all’Ambasciata diSpagna presso la Santa Sede, durante il ricevimento la moglie del giornalista si sentìmale. Fu immediatamente trasportata al Policlinico Gemelli, i medici del ProntoSoccorso diagnosticarono un problema al cuore e decisero di tenerla in osservazione.La signora rimase in ospedale parecchi giorni.

Mi ricordo che Chiara era particolarmente premurosa verso i sacerdoti ammalati, cheabitavano nella Domus Paolo VI. Chiara, ogni giorno, durante il ricovero in ospedaledi questa signora, andava a trovarla, portandole non solo gli effetti personali di cuiaveva bisogno, ma soprattutto per esserle vicino, Una presenza amichevole, missio-naria. Quando, alla fine, la signora ha lasciato l’ospedale, è ritornata per qualchegiorno alla Domus Paolo VI, prima di partire per l’Argentina. Per questa coppia indifficoltà, Chiara è stata non solo l’autista, ma anche la “dama di compagnia”, standolevicino fino a tardi la sera, anche se si doveva alzare presto la mattina per essere pre-sente e disponibile nel caso in cui qualcuno avesse avuto bisogno di lei.

Clara resta per me un esempio di carità, di amore premuroso, di aiuto costante comeil buon samaritano; portava sempre con lei il dono di Dio, la grazia della presenza diGesù, il suo Maestro- Chiara non era un bicchiere d’acqua, ma era tutta l’Eau Vivericevuta dal Signore!

Che il Signore, sorgente dell’Acqua Viva che non si asciuga mai, ricompensi Chiara.Che ci dia la forza di seguire sempre il suo esempio di carità silenziosa. Che ci donila forza e la serenità con cui Chiara ha vissuto la sua malattia, che ci conceda a tuttinoi residenti nella Domus Paolo VI impegnati nel servire la Santa Sede di poter con-tare sempre sulle Lavoratrici Missionarie dell’Immacolata “cuore” di questa Casa delClero.

Mons. Alejandro W. Bunge

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Chiara aveva una forte personalità che riuscivaad addolcire tanto da rendere piacevole ogni in-contro. La sua dedizione verso i sacerdoti eracertamente un mezzo che le permetteva di“santificarsi” durante tutti gli anni che è statanella Domus Paolo VI, un servizio che svolgevasempre sorridente e con discrezione. Le saròsempre riconoscente.

Prof. M. Hausmann

Un giorno – forse nel 2014 o nel 2015 – Chiaraed io abbiamo scambiato qualche parola ri-guardo alla malattia che l’aveva colpita. Miaveva confidato di essere stanca di tutti queitrattamenti che doveva sopportare, ma anchedella sua speranza di guarire. Non mi ricordopiù se lei aveva proposto o io di pregare insiemeper lei e ci siamo accordati perché le impartissila benedizione degli infermi (non il sacra-mento). Fu nella Cappella San Pietro dellaDomus che ci siamo ritrovati e ho recitato lepreghiere previste dal Rituale delle benedi-zioni. Chiara era profondamente assorta nellapreghiera e mi ringraziò con tutta semplicitàper la benedizione. Questa preghiera non le haridato la salute, ma l’ha certamente aiutata avivere meglio la sua prova. Dio sa bene che nonè stata vana, anche se nella sua Sapienza, nonsegue i nostri ragionamenti umani o nostri de-sideri “All’uomo appartengono i progetti dellamente, ma dal Signore viene la risposta.”

Mons. Christophe J. Kruijen

REAZIONIALLA DOMUSPAOLO VI

Nessuno muore fino aquando continua a vivere nelcuore di chi resta. Chiara stanel mio cuore, con il suo sor-riso, la sua generosità, la suagioia, che non potrò mai di-menticare.

Federico

Alla Domus Paolo VI,Chiara era un raggio di sole,regalava il suo sorriso a tuttiquelli che incontrava. Averlaconosciuta in un momentoimportante della mia vita èstata una grazia.

Liliana

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Ho lavorato con Chiara per molti anni. Me la ricordo come una persona forte e decisa,molto legata alla sua famiglia biologica, alla sua famiglia religiosa e anche alla DomusPaolo VI. Quando si è dichiarata la sua malattia, ho capito che la sua forza interioreera il frutto di una fede incrollabile in Gesù Cristo e nella Chiesa. Una vera missio-naria!

Massimo B.

Ogni mattina, Chiara ed io ci incontravamo alla Messa delle 8 nella Chiesa di San-t’Agostino. Si sedeva qualche banco dietro di me, sempre assorta. Io ero abituata aduscire di corsa, una volta terminata la Messa, e quando passavo vicino al suo banco,Chiara alzava la testa e mi salutava. Ricordo il suo suo sguardo franco e il suo sorriso.La mia giornata di lavoro iniziava sempre con questi momenti di tenerezza. Non ciconoscevamo, ma le nostre anime erano in comunione, formavano una comunità, unafamiglia così reale e grande come il mondo, poiché al centro abitava Gesù, l’Amoreinfinito.

Ci siamo parlate solo una volta: ero ritornata alla Chiesa di Sant’Agostino dopo alcunimesi di assenza. Mentre salivo le scale con l’aiuto delle stampelle, Chiara mi è corsaincontro e mi ha detto. “Che cosa ti è successo? Ci siamo preoccupate…” erano anche pre-senti le sue sorelle LM. “Ci sei mancata!”

Questo incontro con Chiara che, quando sorrideva si illuminava tutta, era il sorrisodell’Amore, prova che il sogno di Gesù è una realtà.

Maria Francesca

Chiara ed io abbiamo lavorato insieme ed abbiamo alle volte avuto delle discussioni.Insieme, abbiamo superato difficoltà e assolto compiti gravosi e delicati. Quantidubbi e consigli, ma anche quante risate! Chiara alle volte s’intestardiva su qualcosa,ma aveva il gran pregio di saper riconoscere i suoi errori, e se ciò non succedeva, ionon mi facevo certamente pregare per farglielo notare. Poi, come un fulmine a ciel se-reno, si è ammalata. Ha avuto momenti di sconforto, quante lacrime ha versato, ma allafine ha accettato la sua malattia con una serenità esemplare. Chiara, adesso che sei nellavera vita, non mi dimenticare.

Ivana

Chiara è arrivata alla Domus Paolo VI in un momento particolare a causa di vari cam-biamenti. La situazione era per tutti difficile, ma insieme, abbiamo sempre cercatocome avere delle relazioni sane e sincere.

Io ho soprattutto apprezzato il suo forte temperamento che, se pur in certe situazionile è venuto a mancare, in altre le è servito come leva per salire verso le più alte vette.Il Signore ha purificato la sua anima di sposa facendole vivere in prima persona si-tuazioni difficili prima con gli altri, che ha sempre accettato con dolcezza e sponta-neità, poi facendo vivere nella sua propria carne quelle stesse sofferenze accettate conun abbandono totale. Chiara, mi faceva pensare in tutto quello che faceva a Santa Te-resa d’Avila, forte e appassionata anche nelle sue relazioni con il Signore. Un giorno,mi ha confidato che prima di scoprire la sua malattia, aveva sentito un’altra chiamata:essere testimone dell’Amore misericordioso di Dio con gli infermi.

Il contatto quotidiano con i sofferenti, l’ha naturalmente trasformata facendo emer-gere in lei tanta accettazione e forza d’animo. Come uno scultore sa trarre da una pie-tra grezza un capolavoro, così lo Spirito Santo, ha fatto risplendere nel suo carattereil meglio di se stessa per poter così riflettere la luce di Dio.

Ritengo giusto parlare anche del suo legame con Papa Francesco, che la conoscevabene, io personalmente ho sempre pensato che il dono totale della sua vita al suoSposo Gesù durante la sua folgorante malattia, Chiara l’ha offerto per il ministerodel Santo Padre.

Mi auguro che Chiara abbia offerto le sue sofferenze anche per ognuno di noi allaDomus Paolo VI, perdonandoci per tutte le volte in cui non siamo stati in grado diamarla gratuitamente.

Santa Teresa del Bambino Gesù diceva che solo in cielo scopriremo tutti coloro checi hanno aiutato a camminare verso Dio, grazie alle loro preziose e silenziose pre-ghiere. Io sono sicura che Chiara è una di loro.

Sabrina

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Ultima Settimana Santa a Grace-Dieu

Ènella mia preghiera di ringraziamento che vorrei rivivere e farvi rivivere alcunidei momenti che ho vissuto vicino alla nostra sorella Chiara a Grace-Dieu,prima della sua partenza verso l’amatissimo Sposo. Il nostro stage, in quanto

studentessa, cadeva durante il mese di marzo, io avevo scelto di accompagnare i malatidell’ospedale di Besançon. Il primo marzo, giorno della nostra partenza per lo stage,ci siamo recate al capezzale di Chiara per salutarla e chiederle di aiutarci con la suapreghiera e l’offerta delle sue sofferenze. “Andate e siate coraggiose davanti ai malati– ci ha detto. Non abbiate paura, voi saprete come avvicinarli. Approfittate di questaopportunità che la Famiglia vi offre. Siate responsabili nella vostra vita missionariacome vi ha insegnato la Famiglia. Coraggio, mie care sorelle, io pregherò per voi”.Le abbiamo dato un bacio sulla fronte prima di andare via e siamo partite animateanche dai suoi consigli.

All’ospedale, con il permesso del cappellano, abbiamo avuto l’occasione di farlevisita quando veniva all’ospedale per la sessione di chemio. Chiara era contentadi vederci ed anche noi. Chiedeva notizie del nostro stage. La domenica dellePalme siamo ritornate a Grace-Dieu. La nostra prima visita è stata per Chiara.Notiamo che è molto cambiata e che si è molto indebolita. Ciò che avevamo im-parato durante il nostro stage ci ritorna in mente: è il momento di metterlo inpratica con la nostra sorella per starle più vicino Malgrado i preparativi dellefeste pasquali, volevo riflettere e chiedere perdono per le mie negligenze del pas-sato. Questa Settimana Santa sarà per G. e me l’occasione di essere molto attentenei nostri gesti, nelle nostre parole e nell’ascoltare. D’ora in poi non la vedremopiù come era prima. Ora dobbiamo guardarla con un altro sguardo. Non è sol-tanto la nostra sorella, ma è anche una malata che ha bisogno di maggiori atten-zioni e di amore.

Durante il nostro stage abbiamo imparato che non bisogna mai sedersi sul letto diun malato, segno della sua inferiorità, né restare in piedi, segno di superiorità,né rispondere alle loro domande con delle frasi fatte, segno di una maggiore co-noscenza. Per stare vicino a un malato bisogna mettersi al suo livello. Avvicinareal suo letto, senza far rumore, una sedia, prendergli una mano e restare in silen-zio. La soluzione migliore è dire semplicemente senza dire niente, segno di ac-compagnamento nel cammino con il malato. Essere presente dargli il propriotempo.

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Mercoledì Santo nel pomeriggio, decido di andare a visitare Chiara. Dormiva. Quandosi è svegliata, ero là. Mi dice: “Ho fame, ma non ho voglia di inghiottire niente, pren-derei forse un biscotto con un succo di arancia”. Poi mi chiede di passarle il suo te-lefonino? Segna i numeri dei suoi genitori, dei suoi due fratelli, di sua sorella e deicugini, e aggiunge di non dimenticare di darlo a Regina. “Se muoio, voi saprete chidovete avvertire”. Incarico di cui mi sono occupata volentieri.

Giovedì mattina ci ritroviamo G. ed io nella stanza di Chiara. G. mi sussurra primadi andarsene: “Non ha mangiato niente, questa mattina per colazione ha mangiatomezzo biscotto, E’ preoccupante. Mio papà era così, quando il cancro l’ha colpito allagola, non poteva inghiottire niente”. Io resto sola con Chiara, è un momento comegli altri. Chiara mi chiede:

- “Tu eri presente quando è morta Augustine?”- “Si, rispondo. - “Hai pianto?- “Si, molto. Augustine è stata per me un esempio, mi ha sempre incoraggiato,

sostenuto e consigliato.

Dopo un momento di silenzio. Chiara riprende a parlare: “Presto raggiungerò Au-gustine in cielo. Lavoreremo tutte e due come l’abbiamo sempre fatto: pregheremo

In gita con le consorelle Lavoratrici Missionarie dell’Immacolata

Chiara, Dio ci ha concesso la grazia di stare vicino a te per un po’ di tempo.

Vorrei ringraziarti per tutto ciò che abbiamo ricevuto da te.

Tu sei stata per ognuna di noi un esempio di coraggio nei momenti in cui la malattiaha preso il sopravvento. Hai lottato fino alla fine.

Grazie per il tuo sorriso, era il tuo modo per significare la tua gioia di vederci.

Grazie per il tuo spirito generoso che hai mostrato sempre nella nostra Famiglia. Letue sorelle in formazione conserveranno un buon ricordo di te.

Grazie soprattutto per la tua fedeltà all’Amore di Cristo. Ci hai dato il coraggio diavanzare sempre, malgrado le circostanze della vita.

Vicino al tuo amatissimo Sposo prega per la nostra perseveranza come ci hai promesso.

Nadia, LM dell’Immacolata

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molto per voi e particolarmente per le vocazioni del Pacifico”. E continua: “Eri pre-sente al mio sposalizio? Certamente le rispondo” Chiara mi sorride con dolcezza edice: “Voglio che voi siate tutte allegre e sorridenti, e soprattutto non dovete piangere.Il giorno del mio sposalizio, è stato tanto bello. Desidero sia uguale per voi. Ti ricordiil canto d’ingresso? – Si me lo ricordo molto bene” . Io mi metto a cantare: “Signoretu mi hai sedotto e io mi sono lasciata sedurre, tu mi hai amato, Dio mio tu sei statoil più forte”. Chiara intona il primo versetto: “Se il Signore non costruisce la casa,invano vi faticano i costruttori… Se la città non è custodita dal Signore la città, invanoveglia il custode”. Mentre recita i versetti il suo respiro si era fatto più affannoso emi dice: “Questo canto è magnifico ma le giovani non lo conoscono e io non vogliodare loro altro lavoro”.

Voleva che quel canto venisse ricantato per lei? Non lo so. Le ricordo il suo mottoper lo sposalizio: “Con il P. Marcel e per mezzo di Maria amare Gesù e farlo amare”,e dietro una frase di Santa Teresa del Bambino Gesù: “Ai tuoi occhi il tempo non èniente, un solo giorno è come mille anni, tu puoi dunque in un momento prepararmiper comparire davanti a te…”

Arriva il momento dei consigli: “Vivete la vostra vita di LM come si deve. Siate co-raggiose, non arrendetevi davanti agli ostacoli. Nei momenti più oscuri Gesù non ciabbandona mai, perché Lui è Fedele. Sapete bene ciò che la Famiglia fa per voi, glistudi, gli stage; approfittatene per ridarlo alle vostre sorelle più giovani. Io mi sonosempre preoccupata degli altri e non mi sono resa conto della minaccia della malattiache incombeva su di me. Ma non rimpiango niente, ho dato sempre tutta me stessain tutte le responsabilità che mi sono state affidate. Non fate calcoli, siate generose,il Signore vi renderà il centuplo. Io ho sempre amato la mia Famiglia Missionaria evoglio amarla fino alla fine. Ho sempre amato Gesù e voglio amarlo fino alla fine.

Giovedì Santo la giornata passa come le altre. La mattina del Venerdì Santo, incontroRegina nel corridoio e mi dice: “Devo uscire ritornerò nel pomeriggio. State conChiara, non lasciatela mai sola”. La mattina Maria ed Anna sono state con lei fino amezzogiorno. Il pomeriggio G. ed io diamo loro il cambio.

Vedendola molto debole e affaticata, decidiamo di non partecipare alla celebrazione,ma di vegliare la nostra sorella. Nel sentire la campana, Chiara ci ricorda che è il mo-mento della Via Crucis. Con lei cominciamo la nostra Via Crucis. Ha difficoltà a con-centrarsi. Ogni tanto apre gli occhi e guarda il crocefisso appeso al muro e si sforzadi parlare, Soffre molto. La sua sofferenza traspare dal suo viso. A un certo momentoci chiede: “Perché, oggi, devo soffrire così tanto?” Le rispondiamo che il suo Sposovuole che si unisca a Lui nella sua Via Crucis. Chiara ci dice: “Quando mi alzo il miosguardo è sempre rivolto verso la croce, ed aggiunge: Dio concede la sua grazia pertutto a tutti. Si, Dio dà la grazia a tutti!”

Durante le Giornate Internazionali Donum Dei, in Italia, nel 2014

Lettera di ChiaraIl giorno della festa di San Pietro Chanel, 2004

Per mezzo di queste parole del P. Roussel, rispondo semplicemente “SI”, comeMaria che ha saputo dire SI al momento del saluto dell’Angelo e il suo SI èstato totale, dall’annunciazione fino ai piedi della Croce.

Sono cosciente che essere sposa non è una tappa facile da raggiungere, essere sposa èrispondere a Lui con un SI in ogni momento. Dieci anni fa, dicevo ad una delle miesorelle: “Non aspetterò il giorno del mio sposalizio per vivere da sposa; cercherò finda adesso di vivere come una sposa”. Solo Lui è fedele e la mia preghiera di ognigiorno è di essergli sempre fedele.

Il 22 giugno 1997, giorno del mio fidanzamento con Cristo mi domandavo che cosaposso offrire a Gesù? Ho capito che non avevo niente, solo la mia piccolezza. Durantei miei anni di formazione, Gesù mi ha fatto capire che il mezzo migliore per starglivicino a Lui era riconoscere e offrirgli tutti i miei limiti, le mie miserie. Il Vangelodel giorno parlava della tempesta sedata. Contrariamente agli apostoli che erano ter-rorizzati e temevano che la barca si rovesciasse, io mi dicevo che non bisognava sve-

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gliare Gesù dal suo sonno e mi domandavo se sarei stata capace di lasciarlo dormiretranquillo anche nei momenti difficili” .

Non mancano certo le occasioni che ci manda per mettere alla prova il desiderio dirassomigliarli ed è spesso difficile dimostrargli il mio amore nello stesso momentodegli avvenimenti.

Lavoratrice Missionaria dell’Immacolata, vergine laica, carmelitana nel mondo. Que-sta testimonianza di verginità nel mondo non mi appartiene perché solo l’Amoredella mia esistenza può darmi, gratuitamente, questo dono. Questo dono non è soloper me, non devo soffocarlo nel mio egoismo, ma viverlo servendo gli altri. I corsidel Padre R. sulla verginità mi hanno molto aiutato: “Ciò che vivete adesso su questaterra, diceva, è un anticipo di ciò che vivrete faccia a faccia con Gesù.” No, io nondevo perdere tempo, soprattutto, nel nostro secolo pieno di superficialità e di lassismo.Gesù, incessantemente non cessa di chiedermi di dargli prova del mio Amore.

Se dovesse accadermi di non vivere fedelmente il carisma della nostra Famiglia Mis-sionaria, vi chiedo di farmelo notare perché sono consapevole che per arrivare a ciòche Gesù mi riserva, non posso farlo senza l’aiuto delle mie sorelle. Riprendere qual-cuno è volere sempre il suo bene.

Come piccola sposa di Gesù, cercherò di perdermi in Lui e di pregare come pregavaP. Roussel: “Fa, oh Signore, che io sia la più piccola, l’ultima, perché nel Corpo mistico biso-gnerà essere piccola e ultima… perché non io?”

Claire Lié, LM dell’Immacolata

“Fa o Signore che io sia il più piccolo, l’ultimo.Poiché è necessario essere piccolo e ultimo nelCorpo mistico.

Perché non io?

Sarò poi in buona compagnia.

A Natale, Gesù era il più piccolo e sulla Crocel’ultimo.”

P. Roussel lettera del 9 giugno 1982

Chiara circondata da due amiche religiose mariste a Noumea

“A me, ha donato la sua infinitamisericordia. Per mezzo suo con-templo e adoro le altre divineperfezioni!” (LT 247)

Fu durante la Messa della festa della Santis-sima Trinità, il 9 giugno 1895, che Teresaebbe l’ispirazione di offrirsi all’Amore Mi-

sericordioso, così ignorato, “sconosciuto e rifiu-tato” (Ms A, fol 84, 1°, in OC).

Il motivo che spinge Teresa è una grazia rice-vuta, che le fa comprendere come Gesù desi-deri essere amato. Ora non lo è, il suo Amorenon riesce a diffondersi. Ecco perché Teresadirà: “bisogna avere pietà del buon Dio!”. Te-resa fa quest’atto di offerta durante la Messa,

le vieneconcesso dicapire il desiderio di Gesù. Sa che tutta la forzadel cuore non è sufficiente per amare Gesùcome Lui vuole essere amato. Decide di offrirsitotalmente, ma non alla Giustizia di Dio, per-ché Dio è prima di tutto Amore e Amore Mi-sericordioso. Offrendosi come vittima a Dio,lei vuole offrirsi a Dio “Amore Misericordioso.L’Amore chiama Amore. Dio ci ama con tene-rezza e misericordia, ci ama malgrado le nostremiserie e i nostri difetti. Teresa vede che Dionella sua relazione con noi, è sempre miseri-cordioso.

La Redenzione è l’Amore gratuito che viene asalvare tutti i peccatori. “… Ma Dio dimo-strerà il suo amore verso di noi perché, mentreeravamo ancora peccatori, Cristo è morto per

1918

noi”. (Rom 5,8). Donarsi totalmente all’amore esige una disposizione costantedel cuore davanti alla pienezza di questo “oceano di tenerezza infinita”.

Certamente, pensando a questo atto, Teresa è ben consapevole della sua indegnità.Tuttavia, come un bambino, non ha paura di fare delle pazzie, spera che il Signorerealizzerà in lei ciò di cui non è capace: amare Gesù infinitamente e farlo amare!Teresa si offre come vittima di olocausto all’Amore Misericordioso di Dio, il 9giugno 1895, affinché Colui che tutto può realizzi il suo desiderio! Questo desi-derio, Teresa l’ha espresso nel suo atto di offerta in diverse maniere:

“Dio mio! Santissima Trinità, desidero amarti e farti amare, lavorare alla glorifi-cazione della Santa Chiesa salvare le anime che sono su questa terra e liberarequelle che sono nel purgatorio (…) in una parola, desidero essere Santa, ma co-nosco bene la mia impotenza e ti chiedo, oh mio Dio, che sii tu la mia santità…”

Il grande desiderio di Teresa quando entrò nel Carmelo era di amare infinitamenteGesù e di farlo amare. Ora, dopo qualche anno di vita religiosa, il divario tra larealtà vissuta e il suo desiderio di amare non è ancora colmato. Al contrario, piùama, più desidera amare. Quindi le resta da fare solo una cosa, vista la sua impo-tenza: supplicare Gesù di rimetterle la sua santità, darle così la gioia, l’immensagioia di amare fino a morire d’amore.

L’Atto di offerta, che Teresa chiama anche: “la mia offerta”, ha una dimensioneessenzialmente gioiosa, positiva e dinamica: Teresa si offre come vittima per vi-vere un atto di perfetto amore! Questa è dun-que la finalità della sua Offerta: vivere in unatto di Amore perfetto. Santa Teresa ha cer-cato di vivere, non con molti atti di amore, madi vivere in un atto di amore perfetto. Non de-siderava vivere vari atti di amore nella pre-ghiera, nella vita comunitaria, nel refettorio,nel lavoro, ma ha voluto donarsi totalmente aGesù, ma che doveva prendere lui stesso la re-sponsabilità del suo amore. Teresa ci ricordache cos’è ll perfetto Amore: non vuole comu-nicarcelo come una luce, vuole aiutarci a viverein un atto di perfetto amore. L’Offerta al-l’Amore Misericordioso è un atto di perfettoAmore.

Donandosi all’Amore, Teresa ha pienamente fi-ducia… vuole amare Dio con il Cuore stesso diGesù. Questo Amore che è nel cuore di Gesù,In preghiera davanti al reliquiario

di Santa Teresa di Lisieux

Davanti alla statua della Madonna del Sorriso, Teresa e Celina pronunciano

l’Atto di Offerta l’11 giugno 1895

2120

è l’amore che unisce le tre persone della Trinità. Teresa desidera vIvere nel cuoredella Trinità. E’ consapevole della sua povertà, e sa che Dio ama la miseria e siavvicina verso i più deboli. E’ l’Amore Misericordioso. E’ un incontro amorosotra l’Amore infinito e l’estrema povertà di Teresa. Questo Amore Misericordiosoporta Teresa ad accettare la sofferenza con gioia, e le dà la forza necessaria persopportarla.

Teresa, offrendosi a questo Amore, vuole lavorare per Gesù con l’unico scopo dicompiacerlo, di consolare il suo Sacro Cuore e di salvare le anime che l’amerannoper sempre. La preoccupazione del cuore di Teresa è di rivolgersi verso gli altri,a quelli a cui nessuno pensa, per i quali nessuno prega. Ha capito che il suo Sposola invita a compiacerlo, a ricondurre le anime al suo Cuore fremente di amore.

“Al termine di questa vita, dice, comparirò davanti a Te con le mani vuote, e non tichiederò, Signore, di contare le mie opere”.

Marie-Louise P. LM dell’Immacolata

Vai, figlia di Dio, vai!

Quando si arriva a Parigi passando per l Porta e Rue de la Chapelle, con unacerta emozione si scorge, all’improvviso, sulla sinistra, la chiesa Saint-Denis,sulla cui facciata sta scritto:

In questo angolo di Parigi, su queste pietre, è passata Giovanna d’Arco. In questachiesa ha pregato ed ha versato il suo sangue. Quanti ricordi!

˜ • ˜Lavoratrici Missionarie… se un giorno vi dovesse sembrare duro l’ideale d’incarna-zione spinto fino al dono totale, pensate a Santa Giovanna d’Arco….Nel settembre 1429

Saint-Denys la Chapelle, Parigi

In questa chiesa, una volta fuori le mura, Santa Giovanna d’Arco

prima di arrivare a Parigi, fece il 7 settembre 1429,

una veglia d’armi.

Il giorno dopo ha ascoltato la messa e ha ricevuto la Santa Comunione.

Ferita sotto le mura,fu portata nella

Chapelle Saint-Denis.

2322

La vostra testimonianza è edificante. Ci si sente piccoli e umili davanti al vostro im-pegno, Che Dio vi aiuti a continuare su questo cam-mino di verità.

Grazie per questo porto di pace. E’ la prova vivente che ciò può esistere. La calorosa accoglienza ci ha molto toccato. Molte grazie per questi momenti d’intensaumanità e gentilezza.

�L’Acqua Viva, si gusta anche nel vostro sorriso e nella vostra accoglienza. Grazie per la vostra gentilezza.

Questo pranzo all’Eau Vive resterà uno dei mi-gliori ricordi del nostro breve soggiorno aRoma. Con tutti i nostri ringraziamenti e il no-stro augurio affinché la magnifica opera del-l’Eau Vive continui.

�Un indirizzo molto buono, troppo discreto, inrapporto alla qualità e alla gentilezza dell’acco-glienza ricevuta. Da rifare senza esitare. Che Dio vi benedica.

Dopo 44 anni, ritrovo l’Eau Vive:la stessa pura gioia, gli stessi sorrisi,la stessa pace oltre al canto dell’Ave Maria.Grazie e che il Signore vi conservi sempre così.

Giovanna d’Arco era giovane come voi: aveva 17 anni quando dopo aver fatto consa-crare a Reims Carlo VII tenta di conquistare Parigi.E’ come voi, una semplice ragazza della Francia: vissuta nella Lorena in una famigliadi umili origini, non conosce niente della grande città.Come voi, entra in un ambiente che non conosce e che potrebbe spaventarla: il mondodei militari e dei cortigiani.Non è forse prima di voi e come voi missionaria nel pieno fulgore della vita? Vi indicherà il cammino.

˜ • ˜Il cammino del moderno apostolato, cioè:L’esempio di una totale incarnazione:Per Giovanna d’Arco, è da pazzi lasciare la propria famiglia, la campagna, il gregge…Ma la Francia è in guerra, la salverà solo combattendo.E’ l’armata che deve trasformare, animare, Giovanna d’Arco vi si getta a capo-fitto. Dentro: in mezzo ai soldati! E in mezzo a loro cercherà forse un modo per distinguersi,per proteggersi, per coprire con un velo il suo giovane volto di donna? No. Ma standoin mezzo ai soldati, come loro porta l’armatura, come loro monta a cavallo, come loroporta la spada e lo stendardo. Condivide pienamente la vita militare.

L’esempio di una vita interiore che risplende:Giovanna d’Arco è influenzata dall’ambiente: ma sarà lei che avrà la meglio: nellasua armata, non si sentono più bestemmie, al contrario si prega; senza ulteriori indugi,all’egoismo e alla timidezza, subentrano: la carità e il coraggio.Da dove Giovanna d’Arco dispiega questa potenza che s’irradia da tutta la sua persona?In un testa a testa con il suo Signore. La storia non lo nasconde: “Prima di marciare versoParigi dopo una veglia d’armi, ascolta la messa e riceve la santa Comunione”.

L’esempio di una perfetta obbedienza ai desideri divini“Le mie voci mi chiamano”.Non si tratta di partire per un capriccio, per un’attrazione umana, ma per un movi-mento divino che può essere percepito solo dall’anima. Non sarebbe forse il caso dichi vorrebbe fare a meno della grazia oppure anticiparla? Bisogna seguirla con pa-zienza! Le querce delle nostre foreste crescono lentamente; ed è altrettanto per la cre-scita divina di un’anima…Non bisogna precedere la grazia, ma arrivare fino a dove ci condurrà: la ferita se-greta… forse il martirio!

˜ • ˜Porta il suo Dio e farà la sua volontà in mezzo ai soldati, Giovanna d’Arco è stata unapioniera, la prima “femminista”. Possa non solo in Francia, ma in tutto il mondo, su-scitare delle missionarie moderne! Va figlia di Dio, va!

P.M. Roussel, DLSM Agosto/settembre 1948

Spigolando nel libro

d’oro dell’Eau Vive

di Roma

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“Dio ha tanto amato il mondo”

Si tratta davvero di un amore tanto concreto, così concreto che ha preso su di séla nostra morte. Per salvarci, ci ha raggiunti là dove noi eravamo andati a finire,allontanandoci da Dio datore di vita: nella morte, in un sepolcro senza uscita.

Questo è l’abbassamento che il Figlio di Dio ha compiuto, chinandosi come un servoverso di noi per assumere tutto quanto è nostro, fino a spalancarci le porte della vita.

… Questo stile di Dio, che ci salva servendoci e annientandosi, ha molto da inse-gnarci. Noi ci aspetteremmo una vittoria divina trionfante; Gesù invece ci mostrauna vittoria umilissima. Innalzato sulla croce, lascia che il male e la morte si accani-scano contro di Lui mentre continua ad amare. Per noi è difficile accettare questa re-altà. È un mistero, ma il segreto di questo mistero, di questa straordinaria umiltà statutto nella forza dell’amore.

Nella Pasqua di Gesù vediamo insieme la morte e il rimedio alla morte, e questo èpossibile per il grande amore con cui Dio ci ha amati, per l’amore umile che si ab-bassa, per il servizio che sa assumere la condizione del servo. Così Gesù non solo hatolto il male, ma l’ha trasformato in bene. Non ha cambiato le cose a parole, ma coni fatti; non in apparenza, ma nella sostanza; non in superficie, ma alla radice. Ha fatto

della croce un ponte verso la vita. Anche noi possiamo vincere con Lui, se scegliamol’amore servizievole e umile, che rimane vittorioso per l’eternità. È un amore che nongrida e non si impone, ma sa attendere con fiducia e pazienza, perché – come ci haricordato il Libro delle Lamentazioni – è bene «aspettare in silenzio la salvezza delSignore» (3,26).

«Dio ha tanto amato il mondo». Noi siamo portati ad amare ciò di cui sentiamo ilbisogno e che desideriamo. Dio, invece, ama fino alla fine il mondo, cioè noi, cosìcome siamo.

Domandiamo per noi quello a cui ci esorta l’apostolo Paolo: di «rivolgere il pensieroalle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3,2); all’amore di Dio e del prossimo,più che ai nostri bisogni. Che non abbiamo a inquietarci per quello che ci mancaquaggiù, ma per il tesoro di lassù; non per quello che ci serve, ma per ciò che veramenteserve. Che sia sufficiente alla nostra vita la Pasqua del Signore, per essere liberi dagliaffanni delle cose effimere, che passano e svaniscono nel nulla. Che ci basti Lui, incui ci sono vita, salvezza, risurrezione e gioia. Allora saremo servi secondo il suo cuore:non funzionari che prestano servizio, ma figli amati che donano la vita per il mondo.”

© Copyright – L.Ed. VaticanaPapa Francesco, 3 novembre 2015

AbbonamentiGli abbonamenti decorrono dal 1° gennaio e si possono effettuare presso ogni “Eau-Vive”

oppure rivolgendosi a qualsiasi Lavoratrice Missionaria.

CCP PARIS 16853 59 T CCP 3992200 «Dans le Sillon Missionnaire» Agnès Brethomé 9, Avenue des Généraux Marchand Via dell’Esquilino, 38 52170 Bayard sur Marne - France 00185 Roma - Italia

FranciaOrdinario 15 € Sostenitore 25 € Benefattore 50 €

Italia e altre nazioni nella zona EuroOrdinario 15 € Sostenitore 25 € Benefattore 50 €

Burkina Faso e altre nazioni nella zona CFAOrdinario 5000 CFA Sostenitore 7000 CFA Benefattore 10.000 CFA

Nuova Caledonia e Polinesia FranceseOrdinario 1500 CFP Sostenitore 3000 CFP Benefattore 6000 CFP

America e altre nazioni (+ 6 US.$ supplemento via aerea)Ordinario 20 US.$ Sostenitore 30 US.$ Benefattore 60 US.$

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Invitiamo a rinnovare il Vostro abbonamento per l’anno 2016. Fotocopiate il presente modulo per comunicarci eventuali variazioni e inesattezze nel Vostro indirizzo. Tante grazie.

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LE LAVORATRICI MISSIONARIE DELL’IMMACOLATA (L.M.)DELLA FAMIGLIA MISSIONARIA DONUM DEI

“Ristabilire e continuare il dialogo, tra Dio e l’umanità, ecco l’apostolato missionario”

Padre Marcel Roussel

Nel 1947, Padre Roussel scriveva: “Le masse pagane mi attirano. Vorrei evangelizzarle per mezzo di giovani che si donano com-pletamente a Dio…”

L’11 febbraio 1950, dà a quelle prime giovani il nome di Lavoratrici Missionarie del-l’Immacolata. È l’inizio della Famiglia Missionaria Donum Dei.

Le Lavoratrici Missionarie sono: • delle vergini laiche, carmelitane nel mondo• vivono insieme come sorelle a prescindere dalla razza• partono, in obbedienza e povertà, verso qualsiasi paese là dove sono inviate• radicano la loro vita di amore per Cristo nel e per mezzo del lavoro quotidiano• portano nel mondo evangelizzato o non evangelizzato la luce di Cristo.

Secondo lo spirito di Santa Teresa del Bambino Gesù, del Carmelo e di S. Francescodi Sales, sull’esempio di Santa Giovanna d’Arco e delle prime vergini cristiane, le La-voratrici Missionarie si impegnano temporaneamente poi definitivamente a seguireCristo nel giorno del loro Sposalizio. Si offrono all’Amore Misericordioso del BuonDio, e fanno la loro professione di Terziaria Secolare Carmelitana.

Le Lavoratrici Missionarie, per santificare il mondo del lavoro e quello delle famiglie,si impegnano in diverse professioni: nei ristoranti chiamati “L’Eau Vive”, nei centridi accoglienza, negli asili-nido, nei foyer per studenti, nell’insegnamento religioso,nell’animazione spirituale dei Santuari diocesani, nelle professioni liberali, ecc…

Prestano un’attenzione particolare ai quartieri più poveri e più abbandonati spiri-tualmente. Con tutte le persone che incontrano, vogliono: • testimoniare Gesù, insegnare la sua Parola, preparare ai sacramenti• affermare il primato di Dio davanti al materialismo imperante• irradiare l’amore universale di Cristo che unisce in una sola famiglia uomini e

donne di ogni razza e di tutti i livelli sociali.

Attualmente, la Famiglia Missionaria Donum Dei è divisa in 30 gruppi locali e sonopresenti nei cinque continenti.

EUROPE

ITALIEConsiglio Direttivo Internazionale Famiglia MissionariaDonum Dei38 Via dell’Esquilino - 00185 Roma RMTel: 0039 06.4825447 - Fax: 0039 06.485513

Eau Vive85 Via Monterone - 00186 Roma RMTel: 0039 06.68801095 - Fax: 0039 06.68802571

FRANCETravailleuses Missionnaires de l’Immaculée 33 Boulevard de Magenta - 75010 Paris Tel: 00331.42066498 - Fax: 0033 1.42060688

L’Eau Vive de Toulon 131 Av. de la République - 83000 Toulon Tel: 00334.94928071 - Fax: 0033 4.94899073

Travailleuses Missionnaires de l’Immaculée9 Avenue des Généraux Pierre et Jean Marchand52170 Bayard sur MarneTel: 0033 3-25555381

L’Eau Vive de Notre-Dame de la CardeRue Fort du Sanctuaire - 13006 MarseilleTel: 0033 4.91378662 - Fax: 0033 4.91372897

Travailleuses Missionnaires de l’Immaculée Foyer François Xavier 12 Rue du Lycée - 25000 Besançon Tel: 0033.3.81811011 - Fax: 0033.3.81814590

Travailleuses Missionnaires de l’Immaculée Carmel du Bois Chenu - 88630 Domrémy-la-Pucelle Tel: 0033.3.29069356 - Fax: 0033.3.29068449

Travailleuses Missionnaires de l’Immaculée Accueil du Pèlerin - 88630 Domrémy-la-Pucelle Tel: 0033.3.29941438 - Fax: 0033.3.29940251

Travailleuses Missionnaires de l’Immaculée Ermitage Ste Thérèse 23 Rue du Carmel - 14100 Lisieux Tel: 0033.2.31485510 - Fax: 0033.2.31485527

Travailleuses Missionnaires de l’Immaculée“Les Suchaux”12 Rue des Fontaines - 25500 Les FinsTél-Fax: 0033.3.81670178

Travailleuses Missionnaires de l’Immaculée Maison d’accueil «Le Home» 6, Rue du Louvre - 06500 Menton Tel: 0033.4.93357551 - Fax: 0033.4.92103834

Travailleuses Missionnaires de l’ImmaculéeCentre Spirituel «La Providence»321 Rue des Ecoles - 01480 Ars sur FormansTel: 0033.4.74007165 - Fax: 0033.4.74081079

Travailleuses Missionnaires de l’ImmaculéeMaison saint Pierre et saint Paul5 route de la Forêt - 65100 LourdesTel: 0033.5.62428158

Travailleuses Missionnaires de l’Immaculée Studium «La Grâce-Dieu» - 25530 Chaux-les-Passavant Tel: 0033.3.81604445

RÉPUBLIQUE TCHÈQUEL’Eau Vive de BrnoPetrov 2 - 60200 BrnoTel - Fax: 00420543235164

PORTUGALTrabalhadoras MissionariasMosteiro deTibães4700-565 Mire de Tibães - BragaTel: 351 253 282 420 - Fax: 351 253 282 422

AMERIQUE

ARGENTINEL’Eau Vive de Argentina Constitución 2112 - 6700 Luján Bs As Tel: 0054 (2323) 4421774 - Fax: 0054 (2323) 432010

PÉROUL’Eau Vive del Perù 370 Jirón Ucayali - Apartado 3188 - Lima Tel: 0051 14275612 - Fax: 0051 14271669

BRÉSILT.M. Caixa Postai 50001 Posto 6 - 22072-970 Rio de Janeiro Tel - fax: 0055.21.226.70.148

MEXIQUETrabajadoras Misioneras Guadalupe - Victoria n. 451-A - 47600 Tepatitlan - Jalisco Tel - fax: 0052.378 782 3971

ASIE

PHILIPPINESEau Vive in Asia 1499 Paz Mendoza Guazon Avenue - Otis Paco 1007 Manila Tel - fax: 00632.563 85 59

Missionary Workers of Immaculate P.O. Box. N. 146ORMOC CITY 6541PHILIPPINES

INDETravailleuses Missionnaires de l’Immaculée Om Shanti Malta 20 Lazar Koil Street Dubrayapet - 605001 Pondicherry Tel: 00914.13 222 4532

AFRIQUE

BURKINA FASOL’Eau Vive Burkinabe01 B.P. 117 - Place du MarcheOuagadougou 01Tel: 00226.253 063 03 - Fax: 00226.253 150 23

L’Eau Vive de Bobo 01 B.P. 650 - Bobo Dioulasso 01Tel: 00226.209 720 86 - Fax: 00226.209 719 68

KENYATravailleuses Missionnaires de l’Immaculée Maison Roussel P.O. Box 24215 Karen - 00502 Nairobi Tel: 00254.020-883867

OCEANIE

NOUVELLE CALÉDONIEL’Eau Vive du Pacifique112 Route du Port Despointes - 98800 NouméaTel: 00687.28 61 23 - Fax: 00687.283920

WALLISTravailleuses Missionnaires de l’ImmaculéeBP 88 Hahake - Finetomai - 98600 Iles WallisTel - fax: 00681.722 754