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    L O N D E P O N C I N S

    I L P R O B L E M A D E G L IE B R E I A L C O N C I L I O

    A A A R G H

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    P R E S E N T A Z I O N E

    Uno dei cambiamenti pi dirompenti introdotti dal Vaticano II nella dottrinacattolica certamente quello relativo allinsegnamento della Chiesa sul popolo ebraico.Fino a quarantanni fa, infatti, tutti i teologi, poggiando saldamente sui Vangeli,sullinsegnamento dei Padri della Chiesa e sul Magistero ecclesiastico di quasi duemilaanni, ritenevano che con la venuta di Ges Cristo e con lavvento della Nuova Alleanzasuggellata con il Suo Sangue, il nuovo Israeledi Dio non fosse pi il popolo dellAntica

    Alleanza, ma tutti gli uomini chiamati a far parte della Chiesa cattolica mediante ilbattesimo. Era inoltre opinione comune che gli ebrei contemporanei del Salvatore equelli vissuti in seguito (nella misura in cui condividevano il crocifiggilo dei loro

    padri) fossero deicidi, ossia che si fossero macchiati del peggiore delitto: luccisionedel Figlio di Dio e il rifiuto della Sua messianicit e divinit. Questo era ci checredevano tutti i cattolici almeno fino al 1965, quando con lapprovazione deldocumento conciliareNostra tatevenne introdotta una nuova dottrinasecondo laquale gli ebrei non erano affatto responsabili della morte di Ges (addossataingiustamente ai romani, semplici esecutori materiali della crocifissione), e che dunquenon dovevano pi essere ritenuti come maledetti da Dio per il loro enorme peccato.Proseguendo su questa linea di pensiero e di azione si and ben oltre proclamandoancora in vigore lAntica Alleanza tra Dio e il suo popolo1, e dunque sostenendo di fattoche Dio non aveva rigettato Israele a causa del suo rifiuto di Cristo e della salvezzaofferta dalla Redenzione da Lui operata sul Calvario 2; che lantisemitismo era un

    sentimento alimentato nella popolazione dallinsegnamento cristiano preconciliare3, eche tale sentimento sarebbe poi sfociato nella feroce persecuzione degli ebrei messa inatto dal nazismo e nellOlocausto, di cui, dunque, la Chiesa sarebbe responsabile. Edecco che i massimi rappresentati della Sposa di Cristo, senza macchia e senza peccato, sisono prostrati e hanno chiesto perdono ai successori di Caifa per il delitto commesso dapopoli cristiani (!?), fomentati nel loro odio verso gli ebrei da una lettura distortadei Vangeli e dalleccessiva foga di alcuni oratori cristiani dei primi secoli. Sta di fattoche questo documento conciliare - leggere per credere - non corredato da alcuna nota,e questo perch questa strampalata tesi imposta ai fedeli di tutto lorbe cattolico poggiasul nulla!Non un solo passo della Sacra Scrittura, non un solo Santo, non un solo Papa- almeno fino al 1962 - ha mai sostenuto una simile teoria. Al contrario, come risulta

    dalla lettura di questo agevole scritto, tutti i Santi, tutti i Padri della Chiesa e tutti i Papihanno ribadito con fermezza la dottrina tradizionale. Ciononostante, tranne qualche

    voce fuori dal coro politicamente scorretta e quindi messa subito a tacere, il popolocristiano, lentamente avvelenato con altre nuove dottrine partorite dal Concilio(ecumenismo, libert religiosa, ecc...), ha accettato passivamente questo diktat e si allineato con le novit. Al di l di ogni calcolo umano, di ogni volont di compromesso edi qualsivoglia disegno di pace terrena, noi crediamo che ogni tradimento della veritevangelica sia un tradimento della fede che abbiamo ricevuto nel battesimo e che

    vogliamo conservare intatta fino alla nostra morte, anche se ci comportasselincomprensione dei nostri fratelli e persino la persecuzione da parte di alcuni di essi,certi come siamo che presto il Signore ristabilir la verit nella sua pienezza.

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    N O S T R A T A T E

    Il 20 novembre 1964, l'assise dei Vescovi, Arcivescovi e Cardinali di tutto il mondo,riuniti in Concilio a Roma (3 Sessione), present uno Schema riguardantel'atteggiamento e la posizione della Chiesa cattolica a riguardo degli ebrei edellebraismo. Dietro un'innocente apparenza di unit ecumenica, di carit cristiana, difiliazione spirituale comune e di riconciliazione delle chiese, questo Schemasottintendeva un fatto di una portata gravissima, poich asseriva implicitamente che da2.000 anni a questa parte la Chiesa si era sbagliata, e che doveva quindi riparare e

    rivedere completamente il suo contegno verso gli ebrei. Questo obiettivo soddisfaceva lapotente propaganda condotta in quegli anni dai portavoce delle grandi organizzazioni

    internazionali ebraiche (B'nai B'rith 1, Congresso Mondiale Ebraico, ecc...), che miravano adottenere una revisione ed una purificazione dell'insegnamento cristiano a riguardo dellebraismo,propaganda che riassumeremo in seguito brevemente. Questo Schema suscit subitoalcune violente reazioni nel mondo musulmano e tra i cattolici di rito orientale.Giovanni XXIII (1881-1963) pens che, essendo quest'argomento di una portatapolitica e dottrinale molto grave, richiedesse una matura riflessione; rifiut quindi diratificarlo e rimand la decisione alla successiva ed ultima Sessione del Concilio, la cui

    riapertura era stata fissata per il 14 settembre 1965 2. Riassumiamo ora brevemente ifatti, poich necessario conoscerli per afferrare il significato reale di questo problema,

    certamente uno dei pi gravi trattati dal Concilio. 99 Padri conciliari votarono no,1.651 s, e 242 votarono s, ma con riserva. Lo Schema, d'altra parte, eraprovvisorio; nella 4 Sessione del 1965 avrebbe avuto luogo lo scrutinio definitivo. Nelcorso delle Congregazioni generali, i Vescovi orientali intervennero per dire che eranocontrari al fatto stesso di una Dichiarazione conciliare riguardante gli ebrei. Ecco unestratto della Dichiarazione Nostra tate inerente questo tema, votata dai Padriconciliari il 20 novembre 1964: Essendo perci tanto grande il patrimonio spiritualecomune a cristiani e ad ebrei, questo sacro Concilio vuole promuovere e raccomandaretra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblicie teologici, e con un fraterno dialogo. E se autorit ebraiche con i propri seguaci sisono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto stato commesso durante la

    sua passione, non pu essere imputato n indistintamente a tutti gli ebrei alloraviventi, n agli ebrei del nostro tempo. E se vero che la Chiesa il nuovo popolo di

    Dio, gli ebrei non devono essere presentati come rigettati da Dio, n come maledetti,quasi che ci scaturisse dalla Sacra Scrittura. Curino pertanto tutti che nella catechesie nella predicazione della parola di Dio non si insegni alcunch che non sia conformealla verit del Vangelo e dello Spirito di Cristo. La Chiesa inoltre, che esecra tutte le

    persecuzioni contro qualsiasi uomo, memore del patrimonio che essa ha in comune congli ebrei, e spinta non da motivi politici, ma da religiosa carit evangelica, deplora gliodi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell'antisemitismo dirette contro gli ebreiin ogni tempo e da chiunque. In realt, il Cristo, come la Chiesa ha sempre sostenuto esostiene, in virt del suo immenso amore, si volontariamente sottomesso alla sua

    passione e morte a causa dei peccati di tutti gli uomini e affinch tutti gli uominiconseguano la salvezza. II dovere della Chiesa, nella sua predicazione, dunque diannunciare la croce di Cristo come segno dell'amore universale di Dio e come fonte di

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    ogni grazia 3. A prima vista, questa mozione sembrerebbe conforme alla dottrinaperenne della Chiesa, la quale, pur cercando di tutelare la comunit cristianaproteggendola dalle influenze ebraiche, ha sempre condannato tutte le persecuzioni.

    Anche uno scrittore ebreo in buona fede come Max I. Dimont, affermava: Se loavessero desiderato, i Papi e i sovrani del Medioevo avrebbero potuto togliere gli ebreidalla circolazione, ma non lo fecero. Quando, per ragioni sociali, economiche e anche

    religiose, la presenza degli ebrei diventava indesiderabile, li cacciavano senzamassacrarli. La Chiesa insegna che ogni essere umano ha un'anima, e che ad un uomonon basta quasi tutta una vita per salvare la propria. Solamente quando la religione

    perse tutta la sua influenza sull'uomo avvenne che un popolo occidentale potfreddamente concepire lo sterminio di milioni di esseri umani con il semplice pretesto

    che per essi non vi era spazio sulla terra 4. In realt, la mozione votata a Roma,dimostr da parte di molti Padri conciliari una profonda misconoscenza dellebraismo.Sembra che essi si siano attenuti solo all'aspetto umanitario del problema, presentatoabilmente dai portavoce dell'ebraismo mondiale e da una stampa completamenteanimata da elementi israeliti.

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    O R I G I N I D E L L ER I F O R M E

    P R O P O S T E A L C O N C I L I O

    Infatti, all'origine delle riforme proposte al Concilio onde modificare la condotta ela dottrina secolari della Chiesa verso lebraismo e verso la Massoneria, vi furono diversepersonalit ed organizzazioni ebraiche: Jules Marx Isaac(1877-1963), Label Katz,Presidente delB'nai B'rith, Nahum Goldmann(1895-1982), del Congresso Mondiale

    Ebraico, ecc... Tra le personalit ebraiche sopracitate, ve n' una che ha svolto uncompito preminente: lo scrittore Jules Isaac, un ebreo d'Aix-En-Provence, ex-ispettoregenerale della Pubblica Istruzione Francese, autore di testi classici e dellHistoire de

    France (Ed. Malet-Isaac), nonch membro del Bnai Brith. Durante il Concilio, doveaveva trovato appoggio tra i Vescovi progressisti, Jules Isaac stato il principale teoricoe promotore della campagna contro l'insegnamento tradizionale della Chiesa in materiadi ebraismo. Vediamo ora la posizione che egli assunse per far prevalere la propria tesi.Dopo la perdita della moglie e della figlia, morte in un campo di concentramentonazista, egli dedic i suoi ultimi vent'anni di vita allo studio critico dei rapporti tral'ebraismo ed il cristianesimo, e consacr a questo studio due libri importanti:Jsus et

    Isral, pubblicato nel 1946 e ristampato nel 1959; Gense de l'antismitisme, pubblicato

    nel 1948 e ristampato nel 1956. Ecco il nocciolo della tesi sostenuta dall'Isaac: bisognafinalmente farla finita con l'antisemitismo, il cui risultato stato il massacro degliisraeliti europei ad Auschwitz e in altri campi di sterminio durante la Seconda Guerramondiale. L'antisemitismo cristiano, a base teologica, l'antisemitismo pi

    temibile5. Infatti, l'atteggiamento dei cristiani verso gli ebrei e verso lebraismo statosempre fondato sul racconto della Passione tale quale stato riportato dai quattroEvangelisti, e sull'insegnamento che ne hanno fatti i Padri della Chiesa: in particolare,San Giovanni Crisostomo, Sant'Ambrogio, Sant'Agostino, San GregorioMagno, Sant'Agobardo, ecc... Jules Isaac ha tentato di demolire questa baseteologica fondamentale, contestando il valore storico dei racconti evangelici escreditando gli argomenti avanzati dai Padri della Chiesa per preservarla dall'influenza

    degli ebrei, accusati di nutrire intenzioni sovversive contro l'ordine cristiano 6. Subitodopo la guerra, egli cominci ad organizzare riunioni nazionali ed internazionali conpersonalit cattoliche filosemite favorevoli alla sua tesi. Nel 1947 7, dopo incontri diquesto genere tra ebrei e cattolici, nei quali figuravano da parte ebraica personaggi comeEdmond Fleg (1874-1963) e Samy Latts, e dalla parte cattolica filosemiti comeHenri Irne Marrou(1904-1977), Padre Jean-Guinol-Marie Danilou(1905-1974); nominato Cardinale nel post-Concilio da Paolo VI nel 1969 (N.d.R.) e PadreVieillard, membro della Segreteria Episcopale. Isaac redasse una relazione, stilata indiciotto punti, sulla Revisione dell'insegnamento cristiano nei confronti di Israele.Nello stesso anno, egli fu invitato alla Conferenza Internazionale di Seelisberg, inSvizzera, alla quale parteciparono settanta persone provenienti da diciannove Paesidiversi, tra cui Padre Callixte Lopinot, Padre Dmann, il Pastore Freudenberged il Gran Rabbino Jacob Kaplan (1895-1994). La Conferenza adott in sessioneplenaria i Dieci punti di Seelisberg, i quali proponevano alle chiese cristiane le

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    necessarie misure da prendere per emendare l'insegnamento religioso nei riguardi degliebrei. In seguito, con il Gran Rabbino di Francia, con gli ebrei Edmond Fleg e LonAlgazi, e con alcuni amici cattolici come Henri Marou, Jacques Madaule, JacquesNantet, oltre ad altri amici protestanti come il professor Lovsky e Jacques Martin,egli fond la prima Amiti Judo-Chrtienne (Amicizia ebraico-cristiana), seguitapresto dalla fondazione di altre Amitisad Aix, a Marsiglia, a Nimes, a Montpellier, a

    Lione, ed infine a Lille, dove egli ottenne la protezione del Cardinale Achille Linart(1884-1973)8. Pi tardi, egli fond anche altre associazioni similari nell'Africa del Nord.Nel 1949, egli entr in relazione con alcuni membri del clero di Roma che fecero inmodo che egli potesse essere ricevuto in udienza privata da Pio XII(1875-1958), pressoil quale peror la causa del giudaismo, chiedendogli espressamente di prendere inesame i Dieci punti di Seelisberg. Nel 1959, Jules Isaac tenne una conferenza allaSorbona sulla necessaria revisione dell'insegnamento cristiano nei confronti degli ebrei,che termin con un appello alla giustizia e all'amore per la verit a Giovanni XXIII. Pocodopo, egli si incontr con molti prelati della Curia romana, ed in particolare con ilCardinal Eugene-Gabriel-Gervais-Laurent Tisserant (1884-1972), con ilCardinale Andr-Damien-Ferdinand Jullien (1882-1965), con il Cardinale

    Alfredo Ottaviani (1890-1979), con il Cardinale Augustin Bea (vedi foto a lato;1881-1968) 9, e il 13 giugno 1960, fu ricevuto da Giovanni XXIII, al quale chiese lacondanna dell'insegnamento del disprezzo e gli consigli la creazione di una sotto-commissione incaricata di studiare tale problema. Pi tardi, Jules Isaac ebbe la gioiadi sapere che le sue proposte erano state prese in considerazione dal Papa e trasmesse

    per lo studio al Cardinale Bea, il quale cre allora, all'interno del Segretariato perl'Unit dei Cristiani, un gruppo di studiosi con l'incarico specifico di esaminare irapporti tra la Chiesa ed Israele. Nel 1964, la questione fu sottoposta al Concilio, persfociare poi finalmente nella votazione del 20 novembre 1964.

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    III

    JULES ISAAC E L'INSEGNAMENTO

    CRISTIANO

    Jules Isaac ha consacrato due libri per criticare ed abbattere i due pilastridell'insegnamento cristiano in tema di ebraismo. Nella prima di queste due opere -

    Jsus et Isral - pubblicata nel 1949 (di 596 pagine), e ristampata nel 1959 10, JulesIsaac critica gli Evangelisti, e specialmente San Giovanni e San Matteo. Lo storico ha ildiritto e il dovere - il dovere assoluto - di considerare i racconti evangelici comet e st i m on i an ze f a z i o se (contro gli ebrei), con questa aggravante circostanza: cheessi sono gli unici testimoni e tutti e quattro vanno nella stessa direzione; noi nonabbiamo n testimonianze ebraiche (di un certo valore), n testimonianze pagane perconfrontarle con le prime e confutarle. Ora, in nessuna altro documento pi evidentee pi accentuato il partito preso dagli Evangelisti; per contro, in nessun altro casol'assenza di documenti non-cristiani pi deplorevole come lo per tutto ci cheriguarda la storia della Passione [...]. Tuttavia, chiaro che tutti e quattro gli

    Evangelisti hanno avuto la stessa preoccupazione, ovvero quella di ridurre al minimole responsabilit romane, al fine di aggravare quelle ebraiche [...]. D'altra parte, il

    partito preso presenta sfumature diverse: Matteo oltrepassa di molto non solo Marcoe Luca, ma forse anche Giovanni. Bisogna stupirsene? I fratelli nemici sono i piaccaniti; ora, Matteo giudeo, fondamentalmente giudeo, il pi giudeo degli

    Evangelisti. Secondo una tradizione che sembra fondata, egli scrisse in Palestina eper i palestinesi, per dimostrare, rifacendosi all'Antico Testamento, che Ges Cristoera veramente il Messia predetto dalla Sacra Scrittura [...]. Ma tutto questo statostoricamente provato? l ec i t o d u b i t a r n e. Non affatto sorprendente constatareche dei tre sinottici, il pi parziale sia Matteo, e che il suo racconto della Passione sia il

    pi t endenz ioso; per il momento, il p i im pa r zi a l e - o il meno imparziale - Luca,il solo Evangelista non ebreo, il solo proveniente dai gentili. L'accusa cristianacontro Israele, l'accusa di deicidio, accusa di crimine - essa stessa criminale - la pigrave, la pi no c i v a , e la pi i n i q u a . Ges Cristo stato condannato al suppliziodella Croce, supplizio romano, da Ponzio Pilato, procuratore romano[...]. Ma i quattro

    Evangelisti, unanimi su questo punto, affermano che Ges Cristo stato consegnatonelle mani dei romani dai giudei; solo sotto l'irresistibile pressione degli ebrei, Pilato,desideroso di presentare Ges innocente, lo condann al supplizio. Dunque, non suiromani, semplici esecutori, ma sugli ebrei incombe la responsabilit del delitto; essa

    pesa su di loro, di un peso soprannaturale che li schiaccia[...].Solo Matteo(Mt 27, 24-25) sa e dice che il procuratore Pilato si lav le mani, secondo il costume ebraico, persgravarsi della responsabilit del sangue innocente costretto a far versare. Solo

    Matteo nota anche che tutto il popolo esclam: Il suo sangue ricada su di noi e suinostri figli. Marco, Luca e Giovanni non sanno niente, e non dicono niente ndell'abluzione delle mani, n della terribile esclamazione. Questo versetto, che ha

    f a t t o t an t o m a l e , e che stato sfruttato a danno del popolo ebraico per tanti secoli eda tanti autori cristiani, si trova solamente nel Vangelo di Matteo, avvicinandosi cosai vangeli apocrifi, e non cor r i s p o n dend o per n u l l a a l l a v er i t st o r i c a 11. In

    breve: dal racconto della Passione rivisto e corretto da Jules Isaac, gli Evangelisti

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    appaiono come menzogneri matricolati, dei quali il pi velenoso senza dubbioMatteo. A lui la palma per aver lanciato con mano sicura il dardo avvelenato che nonsi pu pi estrarre 12. Jules Isaac conclude affermando perentoriamente: Mai ilgenere t endenz ioso di un racconto, mai la preoccupazione a carattere dimostrativoappare con maggior evidenza, un'evidenza che prorompe e culmina in questi versetti(24-25), generando convinzioni in ogni spirito libero. No , P i l a t o n on s i la va to le

    m an i secondo i l c ost um e i s r a el i t a . No, Pilato non ha sfoggiato la sua innocenza.No , l a f o l l a e br a i c a non ha e sc l am a t o i l s u o sangu e r i c a d a su d i n o i e su in o st r i f i g l i [...]. Perch insistere oltre? La ragione chiara. Lo per tutti gli uominidi buona fede. Direi: lo anche davanti a Dio stesso13.

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    IV

    JULES ISAAC E I PADRI DELLA CHIESA

    Nella seconda di queste opere - Gense de l'antismitisme - pubblicato nel 1956,Jules Isaac si sforz di screditare i Padri della Chiesa. Ci impossibile riassumere inpoche parole un volume di 350 pagine. Limitiamoci a citare alcuni passi tra i picaratteristici: verissimo che nel mondo pagano c' stata una forte corrented'antisemitismo, di molto anteriore all'antisemitismo cristiano; altrettanto vero chequesto antisemitismo ha talvolta scatenato sanguinosi conflitti o dei pogrom.

    Siccome c' stato un antisemitismo pagano, la cui sorgente risale al comandamentodivino, in che cosa il cristianesimo troverebbe la sua giustificazione per averloereditato (dopo esserne stato esso stesso per lungo tempo la vittima), e pi ancora,dopo aver spinto fino al parossismo la v i r u l e n z a , la ma l v a g i t , le c a l u n n i e e glio d i m o r t a l i ? Contro il giudaismo e i suoi adepti, nessuna arma si rivelata pitemibile dell'insegnamento del disprezzo inculcato soprattutto dai Padri della Chiesadel IV secolo; e in questo insegnamento nessuna tesi stata pi nociva di quella delpopolo deicida. La mentalit cristiana ne rimasta impregnata fin nelle profonditdel suo subcosciente[...]. Non riconoscerlo e non sottolinearlo, equivale ad ignorare oa camuffare la pi grande sorgente della n t i sem i t i smo cr i st i a n o 14. Essa lagrande sorgente dove i sentimenti cristiani si sono alimentati senza certamente

    originarla. Linsegnamento del disprezzo una c reaz i one t eo l og i ca 15.Ascoltiamo dapprima emergere lungo i secoli, quale sordo rumore, il coro delleaccuse, delle imprecazioni cristiane - lasciatemelo dire -pronunziate da coloro che sidicono cristiani, perch esse mal si accordano con le parole di carit, di misericordia edi amore fraterno, che sono gli insegnamenti fondamentali e la gloria di Ges Cristo.Deicida: tale laccusa lanciata senza riserve e senza distinzione alcuna contro tuttoil popolo ebraico16. La cieca violenza delle masse ignoranti si ricollega intimamentealla fredda scienza dei teologi. Accusa fondamentale alla quale legato il tema delcastigo capitale, della terribile maledizione che grava sulle spalle di Israele, spiegando(e giustificando in anticipo) il suo deplorevole destino, le sue pi crudeli prove, le

    peggiori violenze commesse contro di lui, i torrenti di sangue che scorrono

    continuamente dalle sue piaghe aperte e vive [...]. Di modo che, per un abilemeccanismo alternativo di sentenze dottrinali e di furori popolari, si fa ricadere su Dioci che, visto dalla sfera terrestre, senza dubbio il risultato della cattiveria umana, diquesta perversit, diversamente, ma abilmente sfruttata di secolo in secolo, digenerazione in generazione e che culmin ad Auschwitz, nelle camere a gas e nei fornicrematori della Germania nazista17. Bisogna riconoscerlo con tristezza: quasi tutti i

    Padri della Chiesa hanno partecipato, ognuno con la propria pietra, a queste gesta dil a p i d a zi o n e m o r a l e (non, senza conseguenze materiali): Sant'Ilario di Poitiers (315-

    367) come San Girolamo (347-420), Sant'Efrem (306-373) come San Gregorio di Nissae Sant'Ambrogio come Sant'Epifanio (315-403), giudeo di nascita, e San Cirillo diGerusalemme, e taccio. Ma in questa illustre corte, venerabile sotto altri punti di vista,

    due nomi, tra tutti, hanno diritto ad una menzione speciale: lallegoria scultoreamedievale raffigrande loratore greco San Giovanni Crisostomo (dal greco boccad'oro; N.d.R.) per l'abbondanza e la ferocia delle invettive, e per lo straripamento

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    degli oltraggi; e il gran dottore della latinit, Sant'Agostino, per la sua meravigliosa e(pericolosa) ingegnosit nellelaborazione di una dottrina coerente 18. Dopo questaglobale rassegna dei Padri della Chiesa 19, passiamo ora ai singoli casi, citando alcunipassi dello studio che Jules Isaac ha consacrato ai grandi Dottori: San GiovanniCrisostomo, Sant'Agostino, San Gregorio Magno e Sant'Agobardo.

    S a n G i o v a n n i C r i s o s t o m o

    Nel 386, San Giovanni Crisostomo (345-407) cominci a predicare adAntiochia, dove c'era un'importante comunit ebraica. Egli esord con otto omeliecontro gli ebrei, il cui tono spesso di un'inaudita violenza. Vi si trovano riunititutti i pregiudizi e tutte le ingiurie 20. In lui appare meglio che negli altri, con unaveemenza e, talvolta, con una r ozzezza impareggiabili, questa fusione di elementi

    attinti alla vena antisemita popolare e ai pregiudizi di chiara provenienzateologica, mediante l'utilizzo dei testi biblici, caratteristica quest'ultimadell'antisemitismo cristiano 21. Diciamo subito: qualunque sia stato lo scopo

    perseguito, questa esagerazione nell'oltraggio e nella calunnia r i v o l t a n t e in unoratore sacro. Tali germi di disprezzo e di odio spuntano sempre. Bel lavoro, bellemietiture; al di l dei santi retori del IV secolo, santamente applicati a trascinare iloro nemici nel fango, vedo profilarsi nei secoli futuri l'innumerevole legione diteologi, di predicatori cristiani, di insegnanti e di scrittori, intenti a ricamare suitemi impressionanti del giudeo carnale, del giudeo lubrico, del giudeo cupido, delgiudeo demoniaco, del giudeo maledetto, del giudeo uccisore di profeti, uccisore di

    Cristo, deicida e coscienziosamente applicati essi stessi, in buona fede, a farpenetrare negli spiriti ricettivi queste nozioni pericolose, mortali e false; prontianche - conseguenza logica - ad ammettere, con il Crisostomo, che se il giudeoodioso ha avuto in eredit l'esilio, la disperazione, la schiavit, la miseria e lavergogna, ci giusto (giustizia di Dio); esso stato ripagato delle sue malefatte.Oggi, a distanza di circa milleseicento anni, se volete una coscienza pulita, doveteconvincervi che si tratta di figure retoriche; e sia, ma bisogna capire doveconducono le figure retoriche presentate dalla Bocca d'oro e riprese coralmenteattraverso i secoli da miriadi di discepoli. Le figure retoriche hanno preso unavitale e virulenta consistenza e si sono incrostate in milioni di anime. Chi oserebbecredere che l'anima cristiana ne sia oggi liberata? Chi pu dire se si arriver mai aliberarla? E dopo i predicatori cristiani, vedete venire i vergognosi libellisti, gliStreicher nazisti22.

    S a n t A g o s t i n o

    Jules Isaac scrive che Sant'Agostino (354-430) meno violento dell'oratoregreco. (Questo Padre della Chiesa) non appassionatamente meno ostile algiudaismo e ai giudei; egli non meno preoccupato di lottare contro la loro

    persistente influenza per preservare i fedeli, e premunirli con un complesso divalidi argomenti in vista delle controversie con questi testardi, questi riprovati. IImetodo lo stesso; molto simili sono i punti di vista e l'interpretazione della Sacra

    Scrittura assai prima della venuta del Salvatore. Il giudaismo si progressivamente corrotto, disseccato, avvizzito; passata la rivelazione di Cristo,

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    esso non ha altro ispiratore che Satana. Quelli che un tempo erano stati i figliprivilegiati di Dio, ora sono diventati i figli del demonio 23. I n q ue s t oi n seg na m en t o app a ssi o n a t o c h e ha sf i d a t o i sec ol i e ch e an co r a ogg iosa a l za r e l a v oce, no n c ' p i r i spe t t o s i a p er l a ve r i t b i b l i ca che pe r l ave r i t sto r i ca. Non si teme di farsi un'anima crudelmente acuminata per megliocolpire a morte il vecchio Israele servendosi della deplorevole crocifissione e della

    Diaspora 24. Non ho ancora detto l'essenziale, l'apporto dottrinale proprio diSant'Agostino, caratteristico del suo spirito, ovvero l'elaborazione di una tesiingegnosa, opportuna, e perci destinata ad una pi grande fortuna (teologica): ladottrina del popolo testimone[...]. Se, nonostante tutto, esistono ancora i giudeiche hanno rifiutato di credere in Cristo, perch bisogna che sussistano; perch

    Dio ha voluto cos nella sua Sapienza soprannaturale, per testimoniare, etestimoniare la verit cristiana. Infatti, essi, sia per mezzo dei loro libri sacri, checon la loro dispersione, lo provano.[...]Fin da ora, vediamo la differenza radicaleche distingue il sistema cristiano d'avvilimento dal suo m o der n o i m i t a t or e , i lsi s t em a na zi s t a ; c i ech i e i g n o r a n t i coloro che misconoscono i loro profondi

    legami! Il nazismo stato una tappa, una breve tappa che ha preceduto losterminio di massa; quello, al contrario, implicava la sopravvivenza, ma unasopravvivenza vergognosa nel disprezzo e nella decadenza. Era fatto dunque perdurare, nuocere, e torturare lentamente milioni di vittime innocenti25.

    S a n G r e g o r i o M a g n o eS a n t A g o b a r d o

    Consideriamo ora l'insegnamento della Chiesa nell'alto Medioevo. Non se nepu trovare una cos perfetta espressione se non nel capolavoro di San Gregorio

    Magno (540-604), il quale s'interpone tra Sant'Agostino e Sant'Agobardo, alla finedel IV secolo. Dopo i Padri della Chiesa, nessuna opera ha avuto maggiore eco edaccoglienza, soprattutto nella cristianit e nella cattolicit d'Occidente. Nessunesempio pu essere pi convincente, poich noi sappiamo gi per averlo visto agirecome capo della Chiesa e come capo di Stato che, lungi dall'essere un fanatico,questo grande Papa si immortalato per le qualit insigni: generosit di cuore,elevazione morale, equit e umanit. Ebbri d'orgoglio, i giudei hanno posto tuttala loro energia a chiudere la loro intelligenza alla parola degli inviati di Dio.

    Perdendo l'umilt, essi hanno perduto l'intelligenza della verit. Ecco il tema delpopolo carnale, strettamente collegato con il tema precedente (del giudaismodegenerato alla venuta di Cristo) 26. Imitando il quarto Evangelista, SanGregorio f un continuo abuso del termine ebrei per designare il partito degliavversari di Ges Cristo, e ci significa votare tutto il popolo ebreo al disprezzo eall'odio dei fedeli: I giudei hanno consegnato il Signore e l'hanno accusato. [...]

    Nemmeno i migliori esempi sono stati sufficienti per condurre questa rozza nazionea servire Dio per amore e non per timore[...]. Essa stata fedele solo alla letteradei precetti divini [...], e ha cercato nelle parole divine non un mezzo disantificazione, ma un'occasione di superbia 27. Il tema del popolo carnale infinitamente pericoloso, poich conduce con un crescendo fatale a quello del

    popolo della Bestia, dell'Anticristo e del demonio, animato da un odioperverso, diabolico, contro Dio e i suoi difensori28. Tali sono gli insegnamenti del

    grande Papa, per lui di carattere puramente dottrinale, ed in pratica conciliabilicon i doveri umanitari di carit cristiana e di rispetto alla legalit. Per lui, ma nonnecessariamente per gli altri[...]. Gli spiriti e i cuori mediocri, sempre e dovunque

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    in maggioranza, traevano necessariamente da un tale insegnamento l'orroredell'ignominia scolpita sulla fronte del popolo ebraico: i suoi delitti, la suamaledizione, e la sua perversione satanica. Non occorre altro, in quest'epoca ed inogni epoca, per scatenare la barbarie della Bestia 29. Non tralascer da partemia di dire e di ripetere dove conduca un tale insegnamento lanciato a grandevelocit tra la schiera dei fedeli i g n o r a n t i e cr u d el i ; non si tratta unicamente di

    ingiuste violenze che si condannavano, a fior di labbra, ma delle pi odioseconseguenze di delitti, di omicidio, di genocidi, di massacri in massa, o deimostruosi pogrom 30. troppo semplice credere o lasciar credere che le

    peggiori violenze verbali siano inoffensive, come se esse non rischiassero digenerare le peggiori violenze di fatti. Tra la bocca che oltraggia e il braccio checolpisce, chi il pi colpevole? Lasciamo dunque a Sant'Agobardo, a dispetto degliapologisti, la sua parte e il suo peso di responsabilit 31. E cos, medianteun'infiltrazione metodica, l'uomo cristiano, che non un angelo, si trovairresistibilmente condotto a sognare il castigo, la vendetta e il sangue. Vengal'occasione, sia essa la crociata, la peste, o la carestia, o le collere trattenute,

    accumulate nel fondo dei cuori, rafforzate nella facile credenza popolare in assurdecalunnie ereditate dal paganesimo (l'accusa dell'omicidio rituale); le ire esplodono,e c' sempre qualche miccia per accenderle, e succedono i mille e un pogrom del

    Medioevo che, in seguito, la pia eloquenza e la scienza teologica, saprannoinnalzare al piano di castigo provvidenziale e di vendetta divina 32. Persostenere il contrario, si richiede un inveterato e forsennato partito preso, o lasottomissione cieca ad una tradizione che tuttavia, come si sa, non normativa,che non dovrebbe dunque imporsi come regola di pensiero nemmeno al figlio pidocile della Chiesa. In realt, si tratta di una tradizione vivace, i n f i n i t amen t eno c i v a , di una t r a d i z i o n e del i t t u o sa di cui ho gi parlato, e che conduce - loripeto - ad Auschwitz e ad altri luoghi, dove sei milioni d'israeliti sono stati

    assassinati solo perch giudei! [...] E questo a disonore non solo del popolotedesco, ma dell'intera cristianit. Senza i secoli di catechesi, di predicazione e div i t u p e r i o cristiani, la catechesi, la propaganda e il vituperio hitleriani, sarebberostati impossibili 33. Come dimenticare che la cristianit, soprattutto dall'XIsecolo in poi, ha praticato contro i giudei una politica di avvilimento e di pogromche si protratta, presso alcuni popoli cristiani, fino all'epoca contemporanea, dicui ancora oggi constatiamo la sopravvivenza nella cattolicissima Polonia, e di cuiil sistema hitleriano non altro che una copia atrocemente perfezionata? Fino aquando le Chiese e i popoli cristiani non avranno riconosciuto le loro responsabilitiniziali, e fino a che non avranno il vivo desiderio di ritrattarle, l'antisemitismo

    conserver la sua virulenza. Non molto tempo fa, l'Arcivescovo di York osservavache esiste in Gran Bretagna un antisemitismo latente, che serpeggia ovunque ed ilcontrario sarebbe veramente sorprendente, poich la sorgente permanente diquesto antisemitismo latente costituita dall'insegnamento religioso cristiano intutte le sue forme34.

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    QUELLO CHE JULES ISAACESIGEVA DAL CONCILIO

    Dopo aver letto i libri di Jules Isaac, di Josu Jhouda, di Rabi, di EliaBenamozegh (1822-1900), di Albert Memmi e di altri autori ebreicontemporanei, si comprende benissimo la manovra e il tranello tesi ai PadriConciliari. L aChiesa- scrive Jules Isaac - la sol a co l p evo le; i g i u d ei s onocom p l et am en t e i n n o c en t i , scevri da ogni responsabilit, che ricade quindiunicamente sulla Chiesa, il cui ammaestramento la sorgente inesauribiledell'antisemitismo, quello stesso antisemitismo che ha fermentato lungo i secoli per

    poi sfociare nel luogo maledetto: Auschwitz. Solo la Chiesa, perci, deve compiereun a t t o d i r i p a r a zi o n e em en d a n d o e r et t i f i c a n d o i l su o m i l l en a r i oi n s e g n amen t o . Dopo queste rimostranze, Jules Isaac pass alle realizzazionipratiche. Egli domand, o piuttosto, pretese dal Concilio le seguenti assicurazioni:

    La condanna e la soppressione di ogni discriminazione razziale, religiosa onazionale nei confronti degli ebrei; La modifica o la soppressione delle preghiere liturgiche riguardanti gliebrei, e in particolare quelle del Venerd Santo; L'affermazione che i giudei non sono affatto responsabili dellamorte di Cristo, la cui responsabilit cade sull'intera umanit; La soppressione o l'annullamento di quei passi evangelici che riportano il crucialeepisodio della Passione, e in particolare quello di San Matteo che Jules Isaac trattafreddamente da menzognero e da falsario; Che la Chiesa confessi di addossarsi tutti i torti che da duemila annipersistono in uno stato di guerra latente tra ebrei e cristiani e altri uomini; La promessa che la Chiesa avrebbe assunto in futuro, in modo definitivo,un atteggiamento di umilt, di contrizione, e di perdono verso gli israeliti,o, infine, che essa avrebbe fatto ogni sforzo per riparare il torto causato,

    emendando e rettificando il suo insegnamento tradizionale secondo le suedirettive.

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    L'AMICIZIA EBRAICO-CRISTIANA

    Malgrado l'insolenza del suo ultimatum, e a dispetto della sua virulentarequisitoria contro i Vangeli e contro l'insegnamento dei Padri della Chiesa - il qualetrova il suo fondamento nelle parole stesse di Cristo - Jules Isaac incontr proprio aRoma, presso i Prelati moderni, potenti appoggi, a cominciare dai numerosi adeptidell'Amicizia ebraico-cristiana. Nel numero del 23 gennaio 1965, il settimanaleTerre de Provence, pubblicato ad Aix, pubblic il resoconto di una conferenza tenutada Mons. Robert de Provenchres, Arcivescovo di quella diocesi, all'Amicizia

    ebraico-cristiana in occasione dell'inaugurazione del Viale Jules Isaac, episodioche aveva avuto luogo la mattina stessa. L'articolo in causa esordiva in questitermini: Una densa folla si stipata nell'anfiteatro Ziromski per ascoltare laconferenza che Mons. de Provenchres doveva tenere, nel quadro dell'Amiciziaebraico-cristiana sul seguente tema: Il Decreto conciliare sui rapporti tra icattolici e i non-cattolici. Il Decano Palanque ricord dapprima la commoventecerimonia che aveva avuto luogo in mattinata alla Monte Saint-Eutrope in

    presenza del sindaco, il signor Mouret, del signor Schouraki e del signor ArmandLunel, Presidente degli amici di Jules Isaac. In questa riunione, che verteva sulloSchema conciliare della 3 Sessione del Concilio, venne ancora una volta evocata lafigura di Jules Isaac. Mons. de Provenchres ha presentato una documentazione diprima mano, avendo egli stesso partecipato al Concilio. In seguito, esprimendoglila nostra riconoscenza per il suo gesto, gli si cedette la parola. Mons. de

    Provenchres rivel quanto la sera di quella memorabile giornata di festa egli fossefelice di rendere la sua testimonianza, giacch i lavori conciliari gli avevanoprocurato una grande gioia. Parlando di Jules Isaac, egli disse che fin dal primoincontro, nel 1945, prov un senso di stima profonda verso lui, stima rispettosa cheben presto si color con una sfumatura d'affetto. Lo Schema conciliare sembressere la ratifica solenne di quella che fu la loro conversazione. L'origine di tale

    Schema si doveva ad una richiesta di Jules Isaac al Vaticano, esaminata da pi di2.000 Vescovi. Questa iniziativa fu presa da un laico e da un laico ebreo. Mons. de

    Provenchres osserv allora che spesso i grandi atti storici cominciano da dei fattie vengono consacrati in seguito; cos [...] l'incontro di Jules Isaac con Giovanni

    XXIII fu il segno della nascente amicizia ebraico-cristiana. [...] Mons. deProvenchres fece in seguito una relazione particolareggiata del ruolo svolto daJules Isaac a Roma nella preparazione del Concilio. Poi, il Decano Palanque,ringraziando Mons. de Provenchres, rilev il ruolo che il Vescovo di Aix avevasvolto per il felice cammino di questo Schema 35. E poich in questo capitolotrattiamo dell'Amicizia ebraico-cristiana, molto interessante vedere con qualealtezzosa e sprezzante ironia ne parli Josu Jhouda, uno dei capi spiritualidell'ebraismo contemporaneo 36: L'espressione corrente ebraico-cristiana, cheindica l'origine giudaica del cristianesimo, ha falsato persino il corso della Storiauniversale a causa della confusione che provoca negli spiriti. Abolendo infatti ledistinzioni fondamentali tra il messianismo ebraico e quello cristiano, essacongiunge due nozioni radicalmente contrastanti. Mettendo esclusivamente

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    l'accento su cristiana a discapito di ebraico, essa f scomparire il messianesimomonoteista, dottrina valevole su tutti i piani del pensiero, e lo riduce ad unmessianismo prettamente confessionale, preoccupato come il messianesimocristiano della salvezza individuale dell'anima. L'espressione ebraico-cristiana,qualora designi provenienza comune, senza dubbio l a p i le ta l e n oz i on e. Si

    fonda infatti su una contradictio in adjecto, ed ha inoltre falsato il corso della

    Storia. Essa unifica in una sola espressione, du e no z i o n i i n c on c i l i a b i l i , e vuoledimostrare che non c' differenza tra giorno e notte, tra caldo e freddo, o tra nero ebianco; essa porta dunque una rovinosa confusione sulla quale tuttavia si tenta diedificare una civilt. Il cristianesimo offre al mondo un m essi a n i sm o l i m i t a t o [...]; persino Spinoza, il pensatore pi lontano dal monoteismo storico d'Israele,scrive: A riguardo di quello che certe Chiese affermano circa l'assunzione dellanatura umana da parte di Dio, confesso che il loro sembra un linguaggio a s s u r d ocome di chi affermasse che un cerchio si sia rivestito della natura di un quadrato 37. L'esclusivismo dogmatico che la cristianit professa deve infine cessare[...].

    La t e st a r d a g g i n e c r i s t i a n a pretende di essere la sola erede d'Israele e

    propaga l'antisemitismo. Questo scandalo presto o tardi deve terminare: primafinir e prima scomparir il clima di menzogna nel quale si avvolgel'antisemitismo 38. Questo si chiama parlar chiaro; ma andiamo avanti: I lcr i st i a n esim o si f o n d a s u u n a f ed e sca t u r i t a d a u n m i t o che si riallacciaalla storia ebraica, e non ad una sua precisa tradizione trasmessa dalla Leggescritta e orale, come lo invece per Israele39. La cristianit pretende tuttavia di

    portare nel mondo il vero messianismo che cerca di convertire tutti i pagani,ebrei compresi. Ma finch persiste il messianismo monoteista d'Israele, anche allostato virtuale, il messianismo cristiano si presenta tale qual' in realt, ovvero un'imi tazioneche si dilegua alla luce del messianismo autentico40. Sembra che i cristiani abbiano datoprova di una certa ingenuit precipitandosi con entusiasmo nel tranello

    dell'Amicizia ebraico-cristiana, ma bisogna temere che anche in questo caso,ancora una volta, essi non siano state vittime del tutto innocenti della doppiezzatalmudica. Quando Jules Isaac e gli altri capi dellebraismo vennero a Roma, furonosollecitati di non ricordare questi passi presenti nei loro scritti; parlarono di caritcristiana, di unit ecumenica, di filiazione biblica comune, d'Amicizia ebraico-cristiana, di lotta comune contro il razzismo e di martirio del popolo israelita.Hanno avuto partita vinta, poich i 1.651 Vescovi, Cardinali, Arcivescovi e PadriConciliari hanno approvato la riforma dell'insegnamento cattolico conformandoloalle direttive di Jules Isaac. I capi delle organizzazioni ebraiche non hanno detto alPapa e ai Vescovi: I vostri Evangelisti sono bugiardi patentati. I vostri Padri della

    Chiesa sono falsari ed ingiusti perch hanno sparso nel mondo l'odio contro gliebrei e hanno scatenato la barbarie della Bestia. Essi sono stati i precursori diHitler e di Streicher, e sono quindi i veri responsabili di Auschwitz e dei sei milionidi ebrei vittime del nazismo.Queste accuse si possono leggere chiaramente nei libridi Jules Isaac, libri che sono in vendita in tutte le librerie, ma, come sembra, i Padriconciliari non li hanno mai letti, come non hanno mai letto i libri di Jhouda, diBenamozegh, di Rabi, di Memmi e di tanti altri. No, Isaac e i capi delle grandiorganizzazioni ebraiche non hanno detto con Josu Jhouda, uno dei maestri delpensiero ebraico contemporaneo: Il vostro monoteismo un f a l so m ono t ei smo,un a ba st a r d a e f a l s i f i ca t a im i t a zi o n e del so l o v er o m ono t e i sm o, quelloebraico, e se il cristianesimo non ritorna alle fonti ebraiche, esso condannato

    senza rimedio. Essi non hanno detto con quella gloria del pensiero ebraicocontemporaneo che il rabbino di Livorno Elia Benamozegh: L a r el i g i o n ec r i s t i a n a n on che un a f a l s a r el i g i o n e sed i cen t e d i v i n a. Per lei e per il

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    mondo non c' altra via di salvezza che ritornare ad Israele 41. Essi non hannodetto con Memmi: Per g l i eb r ei , l a vo st r a r el i g i o ne un a best em m ia eu na sovv er si o n e. Per no i , i l vo s t r o D i o i l d i a v o l o , o ssi a i l concen t r a t od el m a l e su l l a t er r a 42. Essi non hanno detto con Rabi: La conversionedell'ebreo al cristianesimo equivale al t r a d i m e n t o e all'i d o l a t r i a perch implicala g r a n d e b est em m i a , ovvero la credenza nella d i v i n i t d i u n u om o 43. Essi

    sono stati molto abili nel non spaventare Roma manifestando con chiarezza il loropensiero, riuscendo cos ad avere dalla loro parte un certo numero di prelati. Tuttoci costituisce una storia piuttosto insolita. Com' possibile che diversi Vescoviprogressisti che, nella loro opposizione al cattolicesimo tradizionale (qualificatocome integrismo), siano arrivati a servirsi di tutte le armi, comprese quelleavvelenate dall'odio ebraico contro i cristiani? Ciononostante, si pu giustamentesupporre che essi costituissero una minoranza. Ma allora, come spiegare il successodegli ebrei in questo frangente? Esso deve la sua fortuna alle due seguenti ragioni:

    La maggioranza dei Padri conciliari ignorava il ruolo svolto dalle organizzazioniebraiche e da Jules Isaac nella preparazione dello Schema; essi, d'altronde, nonavevano mai letto le opere di quest'ultimo;

    Presi nel loro insieme, i Padri conciliari conoscevano male la questione ebraica,e si lasciavano facilmente ingannare dalle disquisizioni giudaiche, molto abilmentepresentate con sottili e temibili argomentazioni del genere di quelle di Jules Isaac.

    Comunque siano andate le cose, la manovra fu condotta con grande abilit, eriusc. La votazione lo conferma: 1.651 Padri ritennero che il racconto della Passione,secondo la versione di Jules Isaac, era da preferirsi a quella di San Giovanni e di SanMatteo. Questi 1.651 Vescovi, Arcivescovi e Cardinali ammisero che l'insegnamentodi San Giovanni Crisostomo, di Sant'Agostino, di San Gregorio Magno, di

    Sant'Ambrogio e di SantAgobardo doveva essere emendato e rettificato secondo leingiunzioni di Jules Isaac, di cui lo scrittore ebraico Rabi, recentemente affermavache il suo libro Jsus et Isral stata l'arma da guerra pi indovinata controquell'insegnamento cristiano particolarmente nocivo 44, ossia l'insegnamentocodificato dai summmenzionati Padri della Chiesa. Modificando la liturgia del

    Venerd Santo e sopprimendo, fra l'altro, la preghiera degli improperi, questi1.651 Vescovi diedero ragione a Jules Isaac che, parlando di questa preghiera, disse:Non facile dire ci che in essa maggiormente colpisca: se la sua bellezza o la suai n i q u i t 45. Apparentemente, i Vescovi hanno creduto che l'iniquit di questapreghiera superasse la sua bellezza46. In poche parole, il voto del 20 novembre 1964,dietro le apparenze della carit cristiana, della riconciliazione delle Chiese e

    dell'unit ecumenica, un'altra tappa nella via del cedimento, dell'abbandonodel cristianesimo tradizionale, e del ritorno allebraismo.

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    VII

    LA LOTTA DELL'EBRAISMO CONTROLA TRADIZIONE CATTOLICA

    In realt, dietro le sembianze della ricerca di un'unit ecumenica, di unariconciliazione tra le religioni e di altri vocaboli altrettanto seducenti, si trattava didemolire il baluardo della Tradizione cattolica, definita da Josu Jhouda comel'antica fortezza dell'oscu r an t i sm o c r i s t i an o. Secondo Jhouda, ci sono statitre tentativi di raddrizzamento del cristianesimo, che miravano ad epurare lacoscienza cristiana dai miasmi dell'odio; tre tentativi di raddrizzamento della

    teologia cristiana divenuta asfissiante e paralizzante; tre brecce aperte nellavecchia fortezza dell'oscurantismo cristiano. In realt, tre tappe importantissimenell'opera di distruzione del cristianesimo tradizionale:

    Il Rinascimento; La Riforma protestante; La Rivoluzione Francese.

    In questi tre grandi movimenti, Jhouda intravede l'opera meravigliosa discristianizzazione alla quale ognuno di essi, sotto diverse forme, ha potentementecontribuito. Egli non ce lo dice cos brutalmente, in quanto molto abile nelmaneggiare gli artifici del linguaggio, ma ci erompe con evidenza dai suoi scritti,come ce lo dimostrano alcune citazioni estratte dalle sue opere: Il Rinascimento, la

    Riforma protestante e la Rivoluzione Francese rappresentano i tre tentativi diraddrizzamento della mentalit cristiana per mettersi al diapason con lo sviluppo

    progressivo della ragione e della scienza, e mentre il cristianesimo dogmaticoandava oscurandosi, gli ebrei si emancipavano gradualmente. Parlando delRinascimento, egli sostiene: Possiamo affermare che se il Rinascimento non fossestato deviato dal suo corso iniziale a svantaggio del mondo greco dualizzato,avremmo avuto senza dubbio un mondo unificato dal pensiero e dalla dottrinacreatrice della Cabala47. Passiamo ora alla Riforma: Con la Riforma, che esplose

    in Germania cinquant'anni dopo la fine del Rinascimento, l'universalit dellaChiesa venne distrutta. Prima di Lutero e Calvino, Giovanni Reuchlin 48, discepolodi Pico della Mirndola, scosse la coscienza cristiana sostenendo fin dal 1494 cheniente era superiore alla sapienza ebraica[...].Con il ritorno alle sorgenti antiche,

    Reuchlin preconizz anche il ritorno alle sorgenti ebraiche. Finalmente, egli ebbe larivincita sul convertito Joan Pfeferkorn, il quale chiedeva a gran voce ladistruzione di tutti i Talmud esistenti in circolazione. Lo spirito nuovo che stava

    per rivoluzionare l'intera Europa [...] si manifest a proposito degli ebrei e delTalmud[...]. Tuttavia, non senza meraviglia, si trovarono tra i protestanti tantiantisemiti quanti tra i cattolici. In breve, conclude Jhouda, la Riforma fu la

    rivolta contro la Chiesa cattolica, che a sua volta gi una rivolta contro lareligione d'Israele49. Parlando poi della Rivoluzione Francese, Jhouda affermava:II terzo tentativo di raddrizzamento della posizione cristiana, si compie dopo il

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    fallimento di unificazione della cristianit per mezzo della Riforma, sotto la spintadella Rivoluzione Francese[...], la quale segn l'inizio dell'ateismo nella storia dei

    popoli cristiani. Questa Rivoluzione, avendo assunto un atteggiamento nettamenteantireligioso, si prolung nel comunismo russo, e contribu potentemente allascristianizzazione dell'Europa 50. E per coronare questo raddrizzamento dellamentalit cristiana, giunsero Karl Marx (1818-1883) e Friedrich Nietzche

    (1844-1900). Nel XIX secolo, vennero effettuati, rispettivamente da Marx e daNietzche, due nuovi tentativi per risanare la mentalit del mondo cristiano 51. Inverit, il senso profondo della Storia identico in tutte le epoche, ed una lottasorda o aperta tra le forze che lavorano per il progresso dell'umanit e le forze chesi aggrappano a valori cristallizzati, ostinandosi a mantenere ci che sussiste adetrimento di ci che deve ancora venire 52. Per i pensatori ebrei, la riformaconciliare doveva costituire una nuova tappa nella via dell'abbandono, delcedimento e della distruzione della Tradizionale cattolica, svuotata a poco apoco della sua sostanza.

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    VIII

    SOLO IL MONOTEISMO D'ISRAELE

    DI ESSENZA DIVINA

    In realt, si trattava di un nuovo episodio e di una nuova battaglia nel quadrodel millenario scontro ebraico-cristiano. Ecco come Jhouda, Rabi, Benamozegh eMemmi ci dipingono questo scontro: Il cristianesimo - ci dice Jhouda - rifiutaostinatamente di considerare Israele come suo padre sul piano spirituale [...];credere che il cristianesimo rappresenti la pienezza del giudaismo, che esso sia ilsuo punto culminante, o che il giudaismo sia stato completato dal cristianesimo,significa viziare in radice il monoteismo universale [...]. giunto il momento in cuisar necessario operare l'indispensabile purificazione della coscienza cristianamediante la dottrina del monoteismo universale ebraico 53. L'antisemitismocristiano, pur dicendosi messianico, pretende di sostituire il messianismo d'Israelecon la fede in un Dio crocifisso che assicurerebbe ad ogni fedele la salvezza

    personale. Abbassando il messianismo ebraico mettendolo al livello del

    paganesimo, il cristianesimo tende a convertire tutti i giudei ad un mess i a n i smor i d o t t o [...]. Ma fino a quando il messianismo monoteista di Israele persister,anche solo in modo virtuale, quello cristiano apparir sempre per quello che :un ' im i t a z i o n e che cr o l l a a l l a l u c e del m essi a n i sm o au t en t i c o [...], el'antisemitismo persister fino a che la cristianit rifiuter di affrontare il suo vero

    problema, che dovuto al t r a d im en t o d ei m essi a n i sm o m on o t ei st a 54. Lat est a r d a gg i n e c r i s t i a n a pretende di essere la sola erede d'Israele e propugnal'antisemitismo. Presto o tardi questo scandalo deve finire; prima finir e primascomparir il clima di menzogna nel quale si avvolge l'antisemitismo 55.

    Ascoltiamo ora Elia Benamozegh, uno dei maestri del pensiero ebraico

    contemporaneo: Se il cristianesimo accetta di rivedere il suo pensierosull'ebraismo, esso sar sempre la vera religione dei gentili 56. La religionedell'avvenire deve poggiare su qualche religione positiva o tradizionale, avvoltadal misterioso prestigio dell'antichit. Ora, tra tutte le religioni antiche, lebraismo la sola che afferma di possedere l'ideale religioso per l'intera umanit, poichl'opera del cristianesimo non che una copia che dev'essere posta davantiall'originale[...]. Siccome la Madre incontrastata, essa la religione pi anticache diventer la pi nuova.[...]di fronte al cristianesimo[...] con l a su a p r et e sao r i g i n e d i v i n a e l a su a i n f a l l i b i l i t[...]. Per sostituire un'autorit che sidichiara infallibile e che nasce soltanto nell'anno uno dell'era cristiana o dell'giramusulmana [...], occorre trovare un'altra infallibilit m o l t o p i ser i a che,

    iniziata con la storia dell'uomo sulla terra, con lui terminer 57. Lariconciliazione sognata tra i primi cristiani, come condizione della Parusa, oavvento finale di Ges Cristo, il ritorno degli ebrei nella Chiesa, senza il quale -

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    tutte le diverse confessioni cristiane sono d'accordo su questo fatto - l'opera dellaRedenzione rimane incompleta, questo ritorno, diciamo, si effettuer, com' statoatteso, ma nell'unico modo serio, logico e duraturo, e soprattutto nell'unico modo

    proficuo per il genere umano. Si a t t u er l ' u n i f i caz i on e de l l ' eb r a i sm o e de l l er el i g i o n i c h e ne sono s ca t u r i t e , e, secondo la parola dell'ultimo dei Profeti,sigillo dei Veggenti - come i dottori chiamano Malachia - si avr il ritorno cordiale

    dei figli al loro Padre58.

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    ISRAELE E LE RIVOLTE DELLO SPIRITO

    L'antagonismo ebraico si manifestato in modo continuo - anche sesotterraneo - nel corso di duemila anni di scontro giudeo-cristiano. L'ebreo- ci diceJames Darmesterer- stato il campione della ragione contro lo spirito mitico;nella notte intellettuale del Medioevo, solo in lui il pensiero ha potuto trovare unasilo. Provocato dalla Chiesa che vuole persuaderlo, dopo aver inutilmente cercatodi convertirlo con la forza, egli mina con l'ironia e con l'avvedutezza delle sue

    controversie, e, come nessun altro, sa trovare i punti vulnerabili della sua dottrina.L'intelligenza dei Libri Sacri, e ancor pi la terribile sagacit di chi oppresso,sono i suoi mezzi per scoprire tali punti. Egli il dottore dell'incredulo; tutte lerivolte dello spirito gli si presentano all'ombra o a cielo scoperto. Egli lavornell'immensa fucina di bestemmie del grande Imperatore Federico e dei Prncipi di

    Svevia o d'Aragona; egli foggi tutto questo micidiale arsenale di ragionamento ed'ironia che offr poi agli scettici del Rinascimento e ai libertini del Seicento. Ed ilsarcasmo di Voltaire non altro che la rumorosa eco d'una parola mormorata seisecoli prima, nell'ombra del ghetto, e, prima ancora, (nei contro-vangeli del I e IIsecolo) all'epoca di Celso e di Origene, e alle origini stesse della religione di Cristo62

    . Dal canto suo,Elie Faure

    (1873-1937), le cui opere sono state recentementeristampate e assai pubblicizzate, parla di questo soggh i gn o sa r c ast i c o(Heine,Offenbach) verso tutto ci che non ebraico [...]. La sua spietata analisi ed il suoirresistibile sarcasmo hanno agito come il vetriolo. Seguendo il corso della nostrastoria, facile seguire la traccia, e bench non sia possibile quantificare ladiffusione del pensiero ebraico, solo dopo il suo passaggio ci possiamo rendereconto della sua potenza demolitrice. Si gm un d Fr eu d , A l b er t E i n s t ei n , M a r c elP r o u s t , Cha r l i e Chap l i n ci aprirono, in tutti i sensi, prodigiose vie cheabbatterono le strettoie dell'edificio classico greco-latino e cattolico in cui da cinqueo sei secoli il dubbio ardente dell'anima ebraica stava aspettando le occasioni perdemolirlo. Poich occorre notare che proprio il suo polo scettico sembra emergere

    per primo dal completo silenzio che avvolge l'azione dello spirito ebraico nelMedioevo, silenzio in mezzo al quale, dal Rinascimento in avanti, proromponoalcune voci, e che oggi annichilito da un grandissimo fracasso. S, si pu forseconsiderare diversamente lebreo che da un demolitore armato dal d u b b i oc o r r o s i v o che fin dai tempi dei greci ha sempre opposto Israele all'idealismosentimentale dell'Europa? [...] La sua missione storica chiaramente definita, e

    forse per sempre. Essa sar il fattore principale di ogni periodo apocalittico, comelo fu alla fine del mondo antico, e come lo sar alla f i n e del m on do cr i st i a n oincui viviamo63.

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    L ' I M P E R I A L I S M O

    E B R A I C O

    I cittadini dell'orgoglioso impero britannico, a quel tempo al culmine della suapotenza, che la mattina del 9 febbraio 1923 lessero i giornali, sicuramente non feceroalcuna attenzione alle poche righe apparse sul settimanale ebraico Jewish World

    (Mondo ebraico), righe temibili perch profetiche per coloro che sepperocoglierne il senso. IlJewish Worlddiceva: La dispersione degli ebrei ne ha fatto unpopolo cosmopolita. Infatti, esso l'unico popolo veramente cosmopolita, e, cometale, esso deve agire - ed in realt agisce - come d i sso l ven t e di ogni distinzione dirazza e di nazionalit. Il grande ideale dellebraismo non consiste nel fatto che ungiorno gli ebrei si riuniranno in qualche angolo della terra per fini separatisti, mache i l m ondo i n t er o s a r im bevu t o de l l 'i n segna m en t o eb r a i c o , e chequindi in una fraternit universale delle nazioni - i n r ea l t , un p i v as toe b r a i smo - tutte e le razze e le religioni separate scompariranno. [...] Essiandranno ben oltre. Con la loro attivit letteraria e scientifica, con la lorosupremazia in tutti i settori dell'attivit pubblica, essi si accingono a fondere

    gradualmente i pensieri e i sistemi non-ebraici, o non rispondenti agli stampiebraici 64. Gi fiammeggia all'orizzonte l'aurora del Nostro Giorno, scrive unloro moderno profeta abbacinato dalla visione del vicino trionfo 65. Il sognomessianico pu prendere le pi svariate forme, ma lo scopo finale resta immutabile:il trionfo dellebraismo, della legge ebraica e del popolo ebraico. Sottol'aspetto universalistico, si tratta, in verit, di un imperialismo ebraico che pretendedi governare e asservire il mondo. Scrive Elie Faure: II popolo ebraico, fin daitempi di Ges Cristo - t u t t o r a n o n a c co l t o d a l su o p o p o l o - si crede il popoloeletto in quanto strumento di una potenza superiore. Rispetto agli altri popoli, essosi crede a tutt'oggi il popolo eletto, perch rappresentante di una forza

    soprannaturale. [...] Per l u i l ' a l d i l n on es i st e. Per quanto se ne sia spessoparlato, Israele non vi ha mai creduto. Il patto d'alleanza non che un contrattobilaterale nettamente preciso e positivo. Se l'ebreo obbedisce, lo fa esclusivamente

    per avere il d om i n i o d el m o n d o .[...] Israele un terribile realista: v u o l e l ar i c omp en sa qua gg i su l l a t er r a per chi f il bene e il castigo per chi vive nelmale [...]. Perfino nei momenti pi oscuri della loro storia - e della Storiauniversale - questi eterni vinti conservano nel cuore fedele la promessa di unaeterna vittoria66.

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    XII

    LA DIVINIT DI GES CRISTO,OSTACOLO PER IL MESSIANISMO

    EBRAICO

    Ma per raggiungere tale scopo, occorre abolire il cristianesimo, cherappresenta un ostacolo insormontabile sul cammino dell'imperialismo ebraico.Fino alla venuta di Ges Cristo, la posizione d'Israele era semplice e chiara: secondo

    i Profeti, per grazia di Jahv, Israele era stato chiamato a reggere il mondo; se ilpopolo dei servi d'Israele si fosse conformato alle esigenze divine, sarebbe venuto iltempo in cui Israele avrebbe regnato su tutta la terra. Ma ecco che all'improvviso inGalilea nacque un Profeta: un Profeta - Uomo e Dio - anch'Egli della stirpe reale diDavide, e quindi figlio dell'Alleanza. Non pensate che io sia venuto ad abolire la

    Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento (Mt5,17). E come prova della Sua missione, compie una serie di prodigi inauditi; le folleaffascinate lo seguono...

    Per - ecco l'enorme gravit della Sua missione - egli interpreta la promessa inun senso completamente nuovo e diverso cos da distruggere l'orgoglioso edificio

    ebraico spiritualizzandolo ed universalizzandolo. La realizzazione delle promesseveniva trasferita dal piano materiale a quello spirituale; oltrepassando il quadronazionale, essa non era pi unicamente indirizzata agli ebrei, fino a quel momento isoli beneficiari, ma veniva estesa al mondo intero... Non si trattava pi dellasupremazia di una razza o di un popolo, n del trionfo di una nazione di privilegiati:il popolo eletto veniva declassato al rango di un popolo qualsiasi in mezzo ad altripopoli.

    L'orgoglio e il nazionalismo religioso degli ebrei non ammisero questolivellamento; esso era contrario alle promesse messianiche, e allontanavairrimediabilmente il momento della sottomissione di tutti regni della terra ad

    Israele. I capi dei sacerdoti e dei farisei non potevano tollerare una simile bestemmiaed un simile attentato ai loro privilegi, e, quindi, per liberarsi di quel pericolosoagitatore, lo consegnarono ai romani e lo fecero condannare a morte. Ma Ges Cristorisuscit e la Sua predicazione si propag nel mondo antico con la rapidit dellafiamma. Gli ebrei denunciarono i Suoi discepoli alle autorit romane quali ribellidell'impero; Roma li perseguit incessantemente, offrendoli in pasto alle belve,

    bruciandoli, scuoiandoli o crocifiggendoli. Ciononostante, l'ondata cristiana progredsenza tregua, conquistando le alte sfere del potere imperiale; poi bruscamente ilmondo oscill e si inclin in favore della Chiesa di Cristo. Il 28 ottobre dell'anno 312,avvenne la battaglia di Ponte Milvio, alle porte di Roma, che vide Costantinocontro Massenzio; il primo fu vincitore, mentre il secondo anneg nelle acque delTevere. Una sola battaglia fu sufficiente per cambiare l'assetto del mondo el'aspetto religioso[...]. La vittoria di Costantino giustamente considerata il puntodi partenza di una nuova era, quella dell'Impero cristiano [...]. A partire da quel

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    momento, per ragioni che non sono ancora state completamente chiarite, ilvincitore - Costantino - leg il proprio destino a quello della Chiesa di Cristo.Grande e sorprendente rivoluzione, deplorata dagli uni ed esaltata dagli altri, essarimane una delle pi importanti della storia umana; il regno di Costantino non che il preludio di un fenomeno che continua e si completa durante quel periodocaotico e straordinario che fu il IV secolo. Ma la fortuna inaudita della Chiesa

    doveva comportare la rovina della Sinagoga. Per questo motivo, il IV secolo fuun'epoca fatate che sfoci in un avvenire di angoscia, di lutto e di catastrofe 67. Gliisraeliti non hanno mai accettato e mai accetteranno questa sconfitta. La rottura futotale e definitiva; lo scontro divenne ormai irriducibile da entrambe le parti. Sel'ebreo ha ragione, la cristianit non che un'illusione. Se invece ha ragione ilcristiano, lebreo , nella migliore delle ipotesi, un anacronismo o tuttalpil'immagine di ci che non ha pi ragione di esistere. Per l'ebreo, il cristianesimorappresenta la rinuncia di un monopolio, e la rinuncia ad una interpretazionenazionalista - per non d i r e r a zzi st a - dell'elezione; esso l'apertura alla

    fratellanza umana, e, nello stesso tempo, un grande amen detto a Dio, e a tutto

    ci che Dio decide: l'accettazione della sofferenza e della morte, la rinunciaall'orgoglioso io[ ...]. Che io sappia, il cristianesimo non ha mai sottoposto ad unaprova cos difficile nessun altro popolo. Perch per nessun altro popolo il passaggioal cristianesimo ha significato, a pi o meno lunga scadenza, la sua scomparsacome tale. Presso nessun altro popolo, le tradizioni che bisognava abbandonare perabbracciare la fede in Cristo, erano cos intimamente legate a tutte lemanifestazioni di appartenenza ad una nazionalit. E qui tocchiamo l'altraragione (o pretesto) che giustifica il no dellebreo a Cristo, il quale noncorrispondeva all'idea che lebreo si era fatto del Messia e della salvezza 68.Pretendendo di essere il vero Israele - Israele secondo lo spirito e non secondo laspregevole carne - la teologia cristiana vuole sostituire definitivamente Israele.

    Peccato per che Israele non sia scomparso e che non voglia scomparire 69. Ilcristianesimo si preoccupa essenzialmente della salvezza individuale di ogni uomo.

    Lebraismo mira invece alla salvezza della casa d'Israele, la sola che pupermettere la salvezza di settanta nazioni dell'universo 70. Israele si presentanella Storia come un popolo particolare perch esso contemporaneamentereligione e nazione, senza nessuna possibilit di separare questi due fattori, cosa

    possibile invece per tutti gli altri popoli. Senza dubbio, Israele proprio una razza,non nel senso biologico, come l'ha preteso il razzismo, ma nel senso etico dellastoria71. Il cammino con cui la fede cristiana ha conquistato la sua indipendenza,doveva rapidamente e fatalmente trascinarla in una guerra aperta contro Israele

    secondo la carne, poich la Chiesa si proclama il solo Israele di Dio e il soloIsraele secondo lo spirito. Ma si coglie bene tutta la gravit di una talerivendicazione? Essa peggiore della diffamazione del popolo ebraico, e significatentare di carpirle perfino la scintilla della vita e il fuoco sacro, e persino la suastessa anima. Di pi: essa significa sottrarre ad Israele il suo posto al sole e il suostatuto privilegiato nell'Impero, perch tali sono gli stretti legami e l'intreccio dellospirituale e del temporale 72. Ritorniamo dunque al medesimo punto: abbatterela religione cristiana, nata dal suo seno, una necessit vitale per Israele, ilquale la considera come il suo pi temibile avversario; Jules Isaac lo ripetecontinuamente nei suoi scritti. ll seguente passo, estratto da una sua operarelativamente recente, mostra con forza lo stato d'animo di gran parte della giovent

    ebraica contemporanea: Viviamo nell'entusiastica attesa di tempi nuovi e inauditi,e crediamo di scorgerne gi i segni precursori: l ' a g on i a deci sam en t e i n i z i a t ade l l e r el i g i on i , del l e f am i g l i e e de l l e na zi on i . Nu t r i am o so l o co l l er a ,

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    d i sp r ezzo e i r o n i a p er i r i t a r d a t a r i d el l a St o r i a c h e si a b b a r b i ca n o aque st i r esi d u i [...]. Ahim! Sia che ci sbagliamo completamente o che siamorientrati dopo, in un periodo di riflusso, o che io sia semplicemente invecchiato, mivedo costretto ad ammettere che questi residui avevano la tenacia della gramignae si ostinavano a restare quali strutture profonde della vita dei popoli e del loroessere collettivo[...]. Apparentemente, eravamo condannati, e, per lungo tempo, ad

    accettare le religioni e le nazioni. Ancora una volta, io non giudico, ma mi limito aconstatare73. Nel suo libroLe malheur d'Isral, lo scrittore ebreoA. Roudinescofornisce una magnifica risposta a tutti questi anatemi pieni di collera: Lasopravvivenza fino a noi giorni di questa piccola comunit, malgrado le

    persecuzioni e le sofferenze inaudite, stata definita il miracolo ebraico. Questasopravvivenza non un miracolo, ma tuttalpi u n a d i sg r az ia. I l v er om i r a co l o eb r a i c o l a conqu i s t a sp i r i t u a l e de l l 'um an i t a t t r a ve r so i lc r i s t i a n e s imo.La m i s si o n e de l pop o l o el et t o te r m i n a t a da m o l t ot em p o . Quelli che, tra gli ebrei, sperano di poter un giorno completare ilcristianesimo con un messianismo rinnovato, ignorano le leggi essenziali

    dell'evoluzione dell'umanit74

    .

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    NOTE

    1/ Che il Nuovo Patto sostituisca lAntico, ormai privo di alcuna efficacia salvifica e reso inutile dalsacrificio di Cristo, i cristiani lo hanno cantato per secoli nel bellissimo inno eucaristico Tantum Ergo, incui appunto si dice che l e f i g u r e del l A n t i c o pa t t o c edano a l l e v er i t de l n uo v o r i t o (Et

    antiquum documentum novo cedat ritui).

    2/ Eppure, a riguardo del rigetto di Israele da parte di Dio, il Vangelo parla un linguaggio che non dspazio ad equivoci: E Ges, emesso un alto grido, spir. Ed e cco i l v e l o de l t em p i o s i s q ua r c i i nd u e d a ci m a a f o n d o (Mt 27-50-51). Il Dio dIsraele ha abbandonato il Tempio di Gerusalemme perabitare in ogni anima in grazia di Dio.

    3/ In realt, lantisemitismo era stato condannato ben prima del Vaticano II. Il 21 marzo 1928, al terminedi una riunione plenaria, i Rev.mi Padri della Suprema Sacra Congregazione del SantUfficioapprontarono un documento che condannava tutti gli odii e le animosit tra i popoli, e massimamentelodio contro il popolo un t emp o el e t t o da Dio, quellodio che oggi volgarmente suole designarsi con ilnome di antisemitismo(cfr.La Civilt Cattolica, 1928, vol. II, pagg. 171-172).

    1/ Associazione fraterna ebraica fondata negli Stati Uniti nel 1843. Nella lingua ebraica B'nai B'rithsignifica i figli dell'alleanza. Lo scopo di questa associazione di mantenere la tradizione e la culturaebraiche e di lottare contro l'antisemitismo[...]. I membri si chiamano Fratelli, ricevono un'iniziazionee si riuniscono in Logge(cfr. D. LIGOU,Dictionnaire Universel de la Maonnerie, Ed. P.U.K, Evry 1987);Si pu supporre che i dodici fondatori del B'nai B'rith fossero gi massoni affiliati alle Loggeamericane, dal momento che essi scelsero un rituale che un misto del Rito di York e del Rito americanodegli Odd Fellows (cfr. Tribune juive, n. 997/1986; cit. in EPIPHANIUS,Massoneria e stte segrete: lafaccia occulta della Storia, Trento s. d., pag. 478).

    2/ Io sono il capo - disse con il suo linguaggio bonario e un po' dissacratore Giovanni XXIII al Prof.Jules Isaac - ma devo consultare anche gli altri, far studiare dagli uffici i problemi sollevati. Qui nonsiamo in una monarchia assoluta (cfr. S. SCHMIDT S.J., Agostino Bea, il Cardinale dell'unit, Ed. CittNuova, 1987, pag. 354). Lo schema venne poi definitivamente votato e ratificato il 28 ottobre 1965nell'ambito della Dichiarazione Nostra tate, sulle relazioni della Chiesa con le religioni non-cristiane(La religione ebraica, 4).

    3/ Cfr.I documenti del Concilio Vaticano II, Ed. Paoline, Roma 1979, pagg. 577-578.

    4/ Cfr. M. I. DIMONT,Les juifs, Dieu et l'Histoire(Gli ebrei, Dio e la Storia), Ed. Robert Laffont, Parigi1964.

    5/ Che ci corrisponda al pensiero di molti ebrei, lo ricaviamo da un aneddoto: nel 1938, l'Austria venivaannessa alla Germania di Hitler. L'ebreo Sigmund Freud (1856-1939), che in quei giorni si trovava aVienna, venne sollecitato da un suo stretto collaboratore a lasciare la citt per non rischiare la cattura daparte dei nazisti. Il padre della psicanalisi rispose con queste parole I nazisti non li temo. I l n em ico l a r el i g i o n e , l a Ch i e sa ca t t o l i c a (cfr. E. INNOCENTI, Critica alla psicoanalisi, Sacra FraternitasAurigarum in Urbe, Roma 1988, pag.115).

    6/ Ad ulteriore conferma, ecco un breve estratto di un articolo apparso nel febbraio del 1936 sulla rivistaCatholic Gazetedi Londra, contenente alcuni brani di conversazioni di ebrei parigini tenute nel corso diriunioni segrete: Abbiamo gi compiuto gran parte del nostro lavoro, per non possiamo dire di averrealizzato lo scopo della nostra opera. Abbiamo ancora un lungo cammino da percorrere p r i m a d ip o t er a b b a t t e r e i l n o st r o p r i n c i p a l e n em i c o : l a Ch i esa c a t t o l i c a . Dobbiamo metterci bene inmente che la Chiesa cattolica l'unica istituzione che si posta e rimarr ad intralciare il nostrocammino per quanto durer la sua esistenza. La Chiesa cattolica, con il suo lavoro metodico e con i suoiinsegnamenti educativi e morali, forma nei propri figli una tale mentalit che li manterr troppo fieri dis stessi per sottomettersi alla nostra dominazione e per inginocchiarsi ai piedi del futuro Re d'Israele .Poco tempo dopo, il settimanale pariginoLe rveil du peupleprecis che si trattava di dichiarazioni fattenel corso di una riunione dell'Ordine massonico B'nai B'rith (cfr. Chiesa viva, n 178, ottobre 1987,pag.16).

    7/ Tutte le notizie che seguono, sono state estratte da dichiarazioni dello stesso Isaac.

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    8/ Secondo alcuni autori, il Cardinale Linart era iscritto alla Massoneria di Rito Luciferino.

    9/ Ma chi era il Cardinale Agostino Bea? Molti l'hanno indicato di origini ebraiche [...]. Gesuitatedesco, gi confessore di Pio Xll e amico di Giovanni XXIII, Bea era professore di Sacra Scrittura erettore dal 1930 al 1940 del Pontificio Istituto Biblico. l suoi stretti legami con l'alta Massoneria ebraicasono noti e documentati: come l'incontro con il presidente del B'nai B'rith Label Katz avvenuto il 16febbraio 1963 a Roma [...]. Ma Bea era in contatto anche col Gran Maestro delle Logge unite diGermania Pinkerneil (cfr. EPIPHANIUS, op. cit., pag.488). Circa le sue origini ebraiche, notiamo chenegli ultimi secoli troviamo in Germania e in Austria diverse personalit che portano il cognomeBeha, equivalente fonetico del cognome sefardita Beja, che i loro antenati sefarditi portavano inSpagna dove vivevano. Ma il Cardinale Bea non era l'unico cripto-ebreo in Vaticano; oltre a lui agironoattivamente in tal senso altri ebrei sedicenti convertiti come i Monsignori John Oesterreicher el'agostiniano Gregory Baum, ai quali si unirono i Vescovi Kempe, ausiliario della diocesi di Linburg(Germania) e Sergio Mendez Arceo, Vescovo di Cuernavaca, nel Messico (Mendez un tipico cognomeispano-ebraico; egli era discendente di sefarditi che tentarono di giudaizzare la popolazione messicanadei Cotija)(cfr. Chiesa viva, n 179, novembre 1987, pagg. 16-17).

    10/ Cfr. J. ISAAC,Jsus et Isral, Nouvelle Edition Paris, Fasquelle 1959.

    11/ Cfr. J. ISAAC,L'einsegnement du mpris(Linsegnamento del disprezzo), pag.141.

    12/ Cfr. J. ISAAC,Jsus et Isral, pag. 483.

    13/ Ibid., pag. 493.

    14/ Cfr. J. ISAAC, Gense de lAntismitisme, Ed. Calmann-Lvy, Parigi 1956, pag. 327.

    15/ Ibid.

    16/ Ecco alcuni estratti di scritti dai Padri della Chiesa a proposito del deicidio e dellodio ebraico versoCristo e i cristiani: San Giustino (100-165) scrive: Voi avete ucciso il Giusto e prima di lui i suoiprofeti, e ora respingete perfidamente coloro che sperano in lui e colui che lha inviato, il Dioonnipotente e autore delluniverso; voi li disonorate per quanto in voi, e nelle vostre sinagoghe elevateimprecazioni contro coloro che credono in Cristo, perch non avete il potere di portare le mani su di noigrazie a coloro che ora ci governano, ma ogni volta che lavete potuto, lavete fatto (cfr. Dial. cumTryphone, 16,4; PG 6, 511); Origene (185-253) pensava che il popolo ebraico in quanto tale avessecommesso il pi grande dei delitti(cfr. Contra Celsum, IV, 32; PG 11,1087), quello di uccidere il Figliodi Dio. SantAmbrogio (339-397) parlava degli ebrei come di un p o p o l o p a r r i ci d a e addossava a tuttiloro la responsabilit della morte di Ges: Egli(Ges) stato ucciso dal popolo degli ebrei tutto intero,ed essi lo perseguitano ancora con il loro odio (cfr. in Psal. 39,14; PL 14, 1062); San CirillodAlessandria(370-444) parla degli ebrei divenuti dominicidi (kyrioktoni), e prima di lui da SanGregorio Nazianzeno(329-390), che accusa gli ebrei di aver ucciso Cristo con mani deicide(chersitas theoktonis) (cfr. PG 37,466). Secondo San Cirillo di Gerusalemme(387), Israele ha crocifissoil Figlio del Padre(celeste) e lha rigettato fuori dalla vigna(cfr.Cath. XI); scriveTeodoreto di Ciro:Fino a oggi, gliebrei continuano ad esecrare il Salvatore(inPsal. 109, 28).

    17/ Cfr. J. ISAAC,Jsus et Isral, pag. 351.

    18/ Cfr. J. ISAAC, Gense de lAntismitisme, pag. 161.

    19/ Cos San Gregorio di Nissa apostrofa gli ebrei: Assassini del Signore, assassini dei profeti, nemicidi Dio, uomini che odiano Dio, avversari della Grazia, avvocati del diavolo, razza di vipere, discendentidei farisei, sinagoga di Satana, peccatori, uomini perversi, lapidatori, nemici di ogni probit (cfr.Oratio in Christi resurrectionem).

    20/ Secondo San Giovanni Crisostomo, gli ebrei, dopo la morte di Ges, si diedero a commettere i pigrandi mali e perci Dio li odia (nel senso che odia il male che commettono). Con lui, Sant'Atanasio(295-373), un altro Padre della Chiesa, afferma che gli ebrei non sono il popolo del Signore, ma i capi diSodoma e Gomorra(cfr.De Incarnatione, 40, 7).

    21/ Cfr. J. ISAAC,Jsus et Isral, pag. 256.

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    22/ Cfr. J. ISAAC, Gense de lAntismitisme, pagg. 162-164, 165-166. L'Isaac si riferisce a JuliusStreicher (1885-1946), un maestro di Norimberga nominato dal Fhrer, nel 1925, Gauleiter dellaFranconia, che condusse per vent'anni una ferocissima campagna antisemita che si concluse con la suaimpiccagione al processo di Norimberga il 16 ottobre 1946.

    23/ Cfr. J. ISAAC, Gense de lAntismitisme, pag.166.

    24/ Ibid., pagg.167.

    25/ Cfr. J. ISAAC, Gense de lAntismitisme, pagg. 168,172, 267, 289.

    26/ Ibid.

    27/ Cfr. J. ISAAC, Gense de lAntismitisme, pag. 289.

    28/ Ibid., pag. 290.

    29/ Ibid.

    30/ Pogrom un termine russo che significa distruzione. Si trattava di sommosse popolari con massacri e saccheggicontro le minoranze ebraiche accusate di usura, frode, omicidi rituali, frequenti soprattutto nell'Europa centrorientalenell'Ottocento e agli inizi del Novecento.

    31/ Cfr. J. ISAAC, Gense de lAntismitisme, pag. 285.

    32/ Cfr. J. ISAAC,Jsus et Isral, pag. 365-508.

    33/ Ibid.

    34/ Ibid., pag. 572.

    35/ Cfr. Terre de Provence, del 23 gennaio 1965.

    36/ Cfr. J. JHOUDA, L'antismitisme, miroir du monde(Lantisemitismo, specchio del mondo), Ed.Synthsis, Ginevra 1958.

    37/ Non un caso che Jhouda citi in suo favore il filosofo ebreo Baruch Spinoza (1632-1677), le cuirelazioni con la Cbala ebraica e il conseguente ritorno continuo della dottrina cabalistica nelle sue tesi,sono note a tutti gli studiosi di questo particolare settore (vedi, ad esempio, J. MEINVIELLE,Influsso dellognosticismo ebraico in ambiente cristiano, Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, Roma 1988, pagg. 184-189.

    38/ Cfr. J. JHOUDA, op. cit., pagg. 135-136.

    39/ Ibid., pag.132.

    40/ Ibid., pag.155.

    41/ Cfr. E. BENAMOZEGH, Isral et l'Humanit, Ed. Albin Michel, Parigi 1961; la prima edizione diquest'opera risale al 1914.

    42/ Cfr. A. MEMMI,Portrait d'un juif (Ritratto di un ebreo), Ed. Gallimard, Parigi 1962.

    43/ Cfr. RABI, Anatomie du judaisme franais (Anatomia dellebraismo francese), Les Editions deMinuit, Parigi 1962.

    44/ Cfr. RABI, op. cit.

    45/ Cfr. J. ISAAC, Gense de l'Antismitisme, pag. 309.

    46/ Ecco il testo della preghiera incriminata del Venerd Santo, eliminata dal Messale Romano daGiovanni XXIII: Preghiamo anche per i perfidi giudei, affinch il Signore Dio nostro tolga il velo dailoro cuori, in modo che essi pure con noi riconoscano Ges Cristo Nostro Signore ; da notare cheetimologicamente il termine perfidi (dal latino prfidis) significa privi di fede, e quindi, lungi

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    dall'essere un vocabolo offensivo, esso risponde benissimo alla dottrina cattolica espressa in questabellissima preghiera. La stessa sorte toccata alla preghiera presente nel Prefazio della Messa della IIIDomenica di Quaresima secondo il rito ambrosiano: Oh, quanto perfida e testarda la malvagia stirpedei giudei, i quali si gloriano della loro carnale discendenza, al tempo stesso che si rifiutano diriconoscere il Padre che sta nei cieli. O gente ingrata, gi molte volte colpita da esemplari castighi, chedisdegna il Padre presente senza saper conservare l'assente. Ben giusto invece che noi a grandi vociesultiamo, per aver ottenuto il posto e il regno dei giudei, in grazia di Cristo, Nostro Signore .

    47/ Cfr. J. JHOUDA, op. cit., pag.168.

    48/ Con Giovanni Reuchlin, l'umanista di Pforzheim (nipote di Melantone, socio di Lutero nellaRiforma Protestante), la lotta per l'ntroduzione della Cbala nella cristianit prende vigore. (Egli) s iserv della sua conoscenza dell'ebraico, come di una chiave che lo aiut a penetrare nel meravigliosomondo della scienza cabalistica. [...] Reuchlin pubblic due opere: De verbo mirifico (La parolamiracolosa) e De arte cabalistica (Sull'arte della Cbala). [...] Giustamente temendo un nuovoprevalere dellebraismo, il domenicano Santiago Hochstratten, professore di teologia e inquisitore diColonia, si assunse il compito di confutare Giovanni Reuchlin nella sua distruzione della Cbala. Inessa, dimostr che la dottrina cabalistica non era affatto a sostegno dei dogmi cristiani, ma anzi linegava, e che i libri di Reuchlin pullulavano di proposizioni erronee (Cfr. J. MEINVIELLE, op. cit.,pagg.164-165).

    49/ Cfr. J. JHOUDA, op. cit., pagg.169-172.

    50/ Ibid., pagg. 170-172.

    51/ Cfr. J. JHOUDA, op. cit., pag.187. II vero nome dell'ebreo Marx era Mordekkai Levi.

    52/ Cfr. J. JHOUDA, op. cit., pag. 186.

    53/ Cfr. J. JHOUDA, op. cit., pagg. 10-11.

    54/ Ibid., pagg. 154-160.

    55/ Ibid., pag. 136.

    56/ Cfr. E. BENAMOZEGH, op. cit., pag. 18.

    57/ Ibid., pagg. 34-35.

    58/ Ibid., pag. 48.

    59/ Cfr. RABI, op. cit., pag. 204.

    60/ Ibid., pag. 188.

    61/ Ecco come San Luca descrive il medesimo episodio: Appena fu giorno, si riun il consiglio deglianziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: Sei

    tu il Cristo, diccelo. Ges rispose: Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mirisponderete. Ma da questo momento star il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio.Allora tutti esclamarono: Tu dunque sei il Figlio di Dio. Ed egli disse loro: Lo dite voi stessi: io losono. Risposero: Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla suabocca(Lc22, 67-71). Il racconto di San Marco molto pi simile a quello di San Matteo.

    62/ Cfr. J. DARMESTERER, cit. in A. SPIRE, Quelques juifs(Alcuni ebrei), Ed. B. Grasset, Parigi 1928.

    63/ Cfr. E. FAURE,Lame juive(Lanima ebraica); cit. inLa question juive vue par vingt-six minentespersonnalits juives (La questione ebraica vista da ventisei eminenti personalit ebraiche), Ed. EIF,Parigi 1934.

    64/ Cfr. Jewish World, del 9 febbraio 1923. Al British Museum, ho potuto verificare personalmente

    l'esattezza di questa citazione (N.d.A.).

    65/ Cfr. A. NOSSIG,Integrales Judentum, Ed. Renaissance-Verlag, Berlino 1922.

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    66/ Cfr. E. FAURE, art. cit.

    67/ Cfr. J. ISAAC, Gense de lAntismitisme, pagg. 155-156.

    68/ Cfr. F. FEJTO,Dieu et son juif(Dio e il suo ebreo), pagg. 34-190-192.

    69/ Cfr. J. JHOUDA, op. cit.

    70/ Ibid.

    71/ Ibid.

    72/ Cfr. J. ISAAC, Gense de lAntismitisme, pag. 150.

    73/ Cfr. A. MEMMI, op. cit., pag. 186.

    74/ Cfr. A. ROUDINESCO,Le malheur d'Isral(La sfortuna di Israele), Ed. de Cluny, Parigi 1956.

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    I N D I C E

    Presentazione

    I. Nostra tate

    II. Origine delle riforme proposte al ConcilioIII. Jules Isaac e linsegnamento cristiano

    IV. Jules Isaac e i Padri della ChiesaV. Quello che Jules Isaac esigeva dal ConcilioVI. LAmicizia ebraico-cristianaVII. La lotta dellebraismo contro la Tradizione cattolica

    VIII. Solo il monoteismo dIsraele di essenza divinaIX. Supposto che Ges Cristo sia storicamente esistitoX. Israele e le rivolte dello spirito

    XI. Limperialismo ebraico

    XII. La divinit di Ges Cristo, ostacolo per il messianismo ebraico

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