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1960 - 1997 La gente si aiutava a vicenda... Bologna aprile 1960, alla presenza di numerose Autorità battezzata la Mercurio 1965 Mercurio Modenese è una realtà 1962 Terra dei Fiori Dicembre 1972 in Cossato, in un locale al piano secondo del Palazzo Comunale 1994 –1997 La nascita di Nordiconad Albero Genealogico di Nordiconad 1960 – 1997

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1960 - 1997• La gente si aiutava a vicenda...

• Bologna aprile 1960, alla presenza di numerose Autorità

battezzata la Mercurio

• 1965 Mercurio Modenese è una realtà

• 1962 Terra dei Fiori

• Dicembre 1972 in Cossato,

in un locale al piano secondo del Palazzo Comunale

• 1994 –1997 La nascita di Nordiconad

• Albero Genealogico di Nordiconad 1960 – 1997

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Nascita del Mercurio Modenese

1960

1965

1962

1972

i pionieri

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1971

1972

1966Inaugurazione del primo Superconad ligure

Renato Zangheri inaugura il magazzino di Bologna

Luciano e Anselmo Chiesa

Il Superconad Moré a Modena

Inaugurazione Mercurio Modenese

Inaugurazione magazzino Modena

Modena: la grande alluvione

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1977

Tina Anselmi inaugura il magazzino di Bologna

Il market Sanca a Cossato (Biella)

Inaugurazione magazzino di Cossato

“Il Fossolo” a Bologna

Il “Villaggio” di Imperia

Ventennale DA.CO.VA.

1981

1992

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La gente si aiutava a vicenda...“…Abitavamo in queste case “cooperative”, il Comune di Bologna ci lasciava in uso

gratuito il terreno, e alla sera, finito il lavoro, la gente si aiutava a vicenda a costruire

la propria casa e quella dei vicini, tutti insieme: i miei genitori facevano parte di questo

gruppo di persone, che in un certo senso erano già una forma di

associazionismo spontaneo…erano piccole abitazioni tutte

uguali con la sala al piano terra e le camere a quello superio-

re. In questa casetta i miei genitori avevano fatto il negozio.”

Il racconto diL u c i a n oChiesa, miticafigura dell’associazio-nismo tra dettaglian-ti, primo presidenteCONAD, personache incarna consemplicità e gran-dezza i valori e lospirito della coo-perazione, e rap-presenta tutti iprotagonist idella storia di

Nordiconad, daquelli che avremo modo di citare, a tutti

gli altri comunque mai dimenticati, comincia ricordandoquanto la passione per il “mettersi insieme” e l’ideale di unareciproca solidarietà, facessero parte, per così dire, del patrimoniogenetico di tutti coloro che hanno portato la cooperazione tra dettagliantiad essere un soggetto forte e attivo nel mercato della distribuzione italiana.

Fare il dettagliante era per Luciano Chiesa uno stile di vita: con lamoglie, immancabile compagna di cammino, il fratello, la sorella, einizialmente con i genitori - la mamma era la titolare - il fondatore

di Conad gestiva un negozio importante per allora: alimentari, droghe-ria, salumeria e vini. Era ubicato, fin dal 1923, in Via Sante Vincenzinel popolarissimo quartiere S.Vitale di Bologna, nello stesso edificio del-l’abitazione, dove ancora oggi Chiesa vive con la sua famiglia.

Palazzo Albergati 11 Giugno 2000: l’omaggio di Nordiconad a Luciano Chiesa.

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Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, Chiesa, sol-lecitato anche da alcuni amici con i quali condivide l’adesione aConfesercenti, riflette sull’avanzare di nuove forme distributive, sull’affermar-si di quei supermercati - dove la spesa diventa divertente, dove si trova ditutto in un clima di abbondanza, dove il consumatore gratifica la sua vogliadi possedere dopo le miserie della guerra - e si rende conto del rischio che cor-rono i piccoli dettaglianti lasciati soli e con scarso potere contrattuale.Matura così la scelta di aggregarsi in un gruppo di acquisto, ma le condizio-ni sono avverse. “Non avevamo forze – racconta Chiesa – e l’avvocatoLorenzini, assessore al bilancio del Comune di Bologna, ci dette ciò chea noi mancava: la credibilità. Nessuno infatti era disposto a farci credito e luisi fece garante per noi in Banca. Quando fummo in grado di procedere cidisse "andate avanti con le vostre gambe, ma io vi seguirò sempre”. Così conun prestito di L. 5 milioni l’attività ha inizio e nell’aprile del 1960 a PalazzoRe Enzo, nel cuore di Bologna, nasce il Consorzio Mercurio Bologna presie-duto da Luciano Chiesa.Nel discorso inaugurale pronunciato davanti ad una platea formata, tra glialtri, da importanti autorità, il presidente sottolinea lo scopo che si prefig-gono gli associati: “La Società Cooperativa ora costituita si propone di unirei dettaglianti per l’acquisto delle merci e dei prodotti in modo collettivo, alfine di poter ottenere il prezzo più basso possibile”. Parole che più o meno siritroveranno in tutti gli Statuti che saranno redatti successivamente, quan-do la cooperazione tra dettaglianti vedrà la sua affermazione.

Come poi accadrà in tanti altri casi l’attività prende il via con acquisti col-lettivi fatti come si può e con il problema del magazzino: “prendemmo unaselleria dismessa - racconta Chiesa - e lì facemmo il nostro magazzino, inVia Urbana. Dovevamo fare una fattura per ogni articolo perché allora gliacquisti centralizzati non erano permessi. Facevo il turno alla domenica ealla sera, nei momenti di chiusura del negozio, per il ritiro della merce e ilpagamento da parte degli altri soci: ma non tutti venivano...”, raccontaChiesa alludendo anche a qualche tiro mancino dei soci che non semprerispettavano gli impegni.Le difficoltà sono molte, la legislazione come si è visto è inadeguata, manca-no le risorse e il credito bancario, soprattutto sono meglio organizzati coloro

che hanno tutto l’interesse a far sì che i dettaglianti non si uniscano e, all’o-struzionismo di questi, si unisce l’opposizione alle idee politiche e agli idea-li degli associati, la cui spinta e il cui ruolo sono evidenti agli oppositori.“Un giorno – prosegue Chiesa - arrivò la Finanza perchè i grossiti fecerola soffiata, e ci fu fatto un verbale per 6 milioni di Lire che allora era unagran cifra. Quella stessa settimana c’era l’inaugurazione del MercatoOrtofrutticolo e venne un Ministro. Avevamo già un dipendente di primopelo: questo ragazzo ci disse “andiamo all’inaugurazione e parliamo con

battezzata “la Mercurio”

Bologna aprile 1960. Alla presenza di numerose Autorità

La storica insegna “CONAD” sotto i portici di via d’Azeglio a Bologna

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il Ministro”. Era Luciano Sita che, entrato nella cooperazione tradettaglianti nel 1961 ne sarebbe uscito nel 1991 per altri incarichi sem-pre nel movimento cooperativo, dopo essere stato direttore di MercurioBologna e aver giocato un ruolo importante nell’Associazione NazionaleDettaglianti e nel Consorzio Nazionale, cui inizialmente Chiesa l’avrebbeprestato per tre giorni alla settimana (accadrà nel 1967). Il consiglio delgiovane ragioniere dalle maniche nere – come Sita veniva chiamato daMario Gombi, uno dei padri fondatori diCONAD - si rivela vincente, e il Ministro dichiara lasua disponibilità a risolvere il problema, convinto chelo sviluppo dell’associazionismo tra dettaglianti possasolo render bene al Paese.Passato questo grande pericolo, che avrebbe potutochiudere al suo nascere l’esperienza di MercurioBologna, la cooperativa catalizza sempre maggioreattenzione da parte di altri dettaglianti. Dopo l’aiutoiniziale della Confesercenti, sono gli incontri presso ilmercato ortofrutticolo a creare le occasioni per ilreclutamento: “ …la nostra – dice Chiesa - è stata unastoria di crescita: crescevano i soci, crescevano gliacquisti fino a quando il magazzino scoppiava ed era-vamo costretti a cercare posti più grandi”. E così nelperiodo che separa il 1960 dal 1990, anno della fusio-ne con Modena, Mercurio Bologna trasferisce la pro-pria attività e i propri magazzini cinque volte.Poco dopo l’avvio dell’esperienza bolognese maturanole condizioni per la nascita dell’altro grande affluen-te emiliano di Nordiconad: il Consorzio Mercurio Modenese.

Maggio 1962

I primi anni Sessanta sono davve-ro molto fecondi per l’associazioni-smo tra dettaglianti, i gruppi diacquisto crescono e il 13 maggio del1962 prende il via l’esperienza delConsorzio Nazionale Dettaglianti– Conad. La prima sede è posta inMilano (trasferita poi a Bolognanel 1974). Con il Consorzio ha ini-zio una storia parallela e intreccia-ta a quella di Nordiconad, i cuirami, tutti, aderiranno alConsorzio Nazionale, seguendonenel tempo le politiche di sviluppo,di prodotto, di insegna e di marca,condividendone spesso l’apportoqualificato delle stesse persone, apartire proprio da Luciano Chiesache, nel 1965 ne assume la presiden-za, carica che reggerà fino alla ces-sazione dell’atti-

vità nel 1984, quando gli subentreràEnrico Gualandi, in quel momen-to presidente di MercurioBologna.Nel 1964 nasce il primo marchioConad monocromatico azzurroche raffigura il Mercurio (ilmitico messaggero divino alato,simbolo del commercio) con lascritta Conad, e compaiono iprimi prodotti a marchio connomi di fantasia comeDorita, Sabrina, Union dicui si riempiono i punti ven-dita delle cooperative cheaderiscono a Conad.

nasce Conad

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Apparentemente la nascita della cooperativa i cui uffici oggi ospitano lasede di Nordiconad a Modena, si deve ad un caso fortuito: “Sono diventatocommerciante – racconta infatti Renato Morè, tra i fondatori dellaMercurio Modenese - a causa di forza maggiore perché, piuttosto giovane,fui operato di ulcera e dovetti smettere l’attività di muratore: era il giugnodel 1959 e fu così che entrai nel commercio alimentare.“In realtà Morè, come già Chiesa, era cresciuto in un clima fortemente ispira-to a ideali democratici e di solidarietà che comunque lo avrebbero portato nelmondo della cooperazione, e che sia stata proprio quella tra dettaglianti, que-sta sì, è stata una fortuna: “credevo nella solidarietà, nella collaborazione,nella co-partecipazione, ero convinto che insieme ad altri, con l’associazioni-smo, avrei potuto ottenere più di quanto non avrei ottenuto da solo: il mioscopo era quello di costruire una grande famiglia.”

merammo un po’ di roba e così iniziammo l’attività. Andammo allaConfesercenti di Modena per avere informazioni e loro ci mandarono a Milano,dove incontrammo Mario Gombi e Favio Fornasari.” Gombiè responsabile acquisti dell’Alleanza Italiana Cooperative di Consumo e si staoccupando di avviare l’azione commerciale del CONAD su indicazione dellaLega delle Cooperative, che ha incaricato la Cooperazione di Consumo di svol-gere un ruolo di consulenza per i dettaglianti.Siamo negli anni tra il 1962 e il 1965, il gruppo d’acquisto modenese vive unafase pionieristica tra grandi difficoltà: “Nei primi tempi la società era in formacollettiva, ma non tutto era regolare e soprattutto non erano chiare le rego-le tra di noi” problemi che con la nascita della cooperativa saranno superati.L’attività inizia, racconta Morè “comprando una volta uno, una volta l’al-tro, stoccando una volta a casa mia e una volta a casa di un altro.Facevamo davvero tutto: gli acquisti, lo stoccaggio delle merci, le fattu-re di vendita e siccome nei primi tempi non avevamo un ufficio, andava-mo in una saletta di un bar e lì facevamo l’amministrazione della società.”Anche Morè, come gli altri pionieri di Nordiconad, deve subire in primapersona gli sforzi maggiori, soprattutto economici perché, per poter svi-

Così inizia l’avventura modenese di Nordiconad, con una caratteristicaparticolare: Morè infatti partecipa ad un Consorzio che era stato creato dallaCooperazione di Consumo, e che poteva essere utilizzato per dare vita ad unConsorzio di commercianti. I dettaglianti sono preoccupati per l’avanzare dei“supermercati” e delle catene private e, sempre al fine di rispettare la propriamissione, che è quella di difendere i consumatori, la cooperazione di consu-mo auspica l’affermarsi di ogni iniziativa di collaborazione pratica, specie infase di acquisto collettivo, di alleanza rivendicativa, di lotta politica comu-ne. “Allora – dichiara Morè - la cooperazione di consumo aveva bisogno diquella dei dettaglianti, avevamo nel cuore l’idea di essere insieme e lorocapivano che a Modena si poteva stare uniti e ciò era un bene prezioso: nellaLega delle Cooperative (allora denominata Federcoop, ndr) c’erano anchegrandi amici, persone come Ivano Barberini e IlarioGuazzaloca, Adriano Leonardi e più tardi PieroPastorelli che ci aiutarono veramente tantissimo.”.

Dalla chiusura del Consorzio di consumo, prima citato, nasce l’opportunità effet-tiva di dare inizio all’attività: “ …io ed altri tre commercianti – racconta - inca-

Mercurio Modenese è una realtà1965

Palazzo Albergati 11 Giugno 2000: Aldo Piano porge a Renato Morè il ringraziamento di NordiconadInsieme alla Cooperazione di Consumo

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Nel mezzo di questi problemi, e dell’avvio dell’attività, si abbatte suMercurio Modenese una vera disgrazia: nel novembre del 1966 il nuovomagazzino viene completamente devastato dall’alluvione che colpisce granparte della città, la stessa che trova spazio nei manuali di storia d’Italiasotto il nome di “alluvione di Firenze”, città dove la violenza dell’acquadevasta gran parte del patrimonio artistico e architettonico. Il momento èdavvero difficile, la cooperativa è impegnata finanziariamente nell’acquistodello stabile e la merce è completamente perduta. Accorre in aiuto lo spirito di attaccamento dei soci che salva la situazio-ne, non solo per l’impegno concreto nello sgombero delle macerie e nelriavvio sollecito delle attività, ma anche per l’adesione alla richiesta diaumento del capitale sociale per dare respiro finanziario alla cooperativa.“L’alluvione del 1966 fu un disastro tremendo: i soci reagirono con gran-de compostezza e coraggio, e fu Ivano Barberini a consigliarcied aiutarci. Portammo la quota sociale a 100.000 lire, e facemmo un con-cordato con i fornitori per pagare meno. Anche le Istituzioni locali non cilasciarono soli: il Comune e la Provincia di Modena ci concessero un con-tributo a fondo perduto di lire 5.000”.

luppare la cooperativa – attività che svolge volontariamente e senzaretribuzione – deve sostenere dei costi che altri non hanno, dovendopagare un dipendente che gestisce il negozio.Così, dopo qualche anno di apprendistato, nel giugno del 1965 nasce laMercurio Modenese: “…eravamo circa in settanta nella provincia diModena, avevamo anche qualcuno della zona di Reggio Emilia e diMantova”. Nel 1966 ha inizio l’attività nel primo magazzino. A differen-za di quanto sta avvenendo in Liguria, dove Benedetti e gli altri soci diC.I.D.A. si affannano alla ricerca del consenso degli Enti Locali per risol-vere il problema del magazzino, a Modena è proprio il Sindaco dellacittà, l’indimenticato Rubes Triva, ad aprire la strada alla coope-rativa “Offrendoci un magazzino di 150 mq- racconta Morè - che costa-va solo L. 1.000 l’anno di affitto. L’Amministrazione Comunale capival’importanza e il valore sociale dell’associazionismo. Il magazzino erapoco più di un garage che il Comune usava per fare la disinfestazionedelle reti e dei materassi: fu Triva in persona a darci le chiavi”. Ma benpresto, nel settembre dello stesso anno, la cooperativa si sposta nelprimo magazzino di proprietà, una struttura di 650 mq.Con l’apertura del primo deposito inizia anche l’evoluzione organizzativa esubito Mercurio Modenese comincia ad assumere dei dipendenti. Resta peròil problema, come già a Bologna, del credito finanzario: se la cooperativagode della fiducia dei soci e degli Enti Locali, così non è per gli IstitutiBancari e soprattutto per i fornitori. Nessuno infatti è disposto a fare del cre-dito, al punto che “se ad esempio arrivava un camion con un carico di zuc-chero che avevamo ordinato, prima dovevamo raccogliere i soldi tra i sociper pagare il carico, e solo dopo avevamo il permesso di scaricare il camion”.

Anni Settanta, magazzino Mercurio Modenese

1966: gli effetti devastanti della grande alluvione

La grande alluvione

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Anche quella della Mercurio Modenese è la storia di una crescita rapida cer-tamente aiutata da un contesto civile, e condizioni politico amministrative,favorevoli e capaci di intravedere il ruolo sociale e di sviluppo che la coopera-zione tra dettaglianti potrà presto assumere. Crescono le attività, i magazzini,i soci: nei primi tempi della vita della cooperativa l’arruolamento avviene permezzo della credibilità della persona di Silvano Moscatti, il primopresidente della Mercurio Modenese, (Renato Morè assumerà la carica qualcheanno più tardi, fino al 1987 quando cesserà l’attività di dettagliante). Il mer-cato ortofrutticolo è il luogo privilegiato per fare soci: “ I commercianti civedevano all’opera, vedevano che eravamo molto seri e rispettavamo le Leggi.Quando capivamo che alcuni erano interessati li chiamavamo alle nostre riu-nioni, ma uno alla volta, per poterci dedicare meglio all’opera di convinzione: éstato come costruire una grande rete tessendo le maglie una ad una.”Anticipando i tempi, verso la fine degli anni Sessanta Mercurio Modenese dà ini-zio a processi di fusione cui seguiranno vere e proprie stagioni di unificazioni.“Sempre nella logica dell’associazionismo – dichiara Morè - non ci siamo limita-ti ad aggregare dei singoli, ma anche persone che avevano dato vita ad altresocietà, aprendo già dagli anni Sessanta e Settanta la strada delle unificazioni.Abbiamo unificato una piccola cooperativa che aveva stabilito la sede nel nostroprimo magazzino: la GAM (Gruppo Alimentaristi Modenesi) il cui presidenteGiuliano Barozzi non era della nostra fede politica, ma non per que-sto aveva meno fiducia nei vantaggi nel valore dell’associazionismo, e portò inMercurio Modenese gli oltre sessanta soci della sua cooperativa.Successivamente ci siamo uniti con la cooperativa ortofrutticola di Carpi, conMirandola, poi con Verona.”Sottolinea Aureliano Luppi, direttore di Mercurio Modenese dal1967 al 1988, che “l’unificazione con Carpi comportò per la cooperativa lascelta di garantire ai soci il servizio di acquisto e consegna di beni freschi edeperibili come l’ortofrutta e le carni, completando così la consegna di tuttele gamme merceologiche. In questo modo – prosegue Luppi – realizzammo giàda allora le condizioni per lo sviluppo delle vendite attraverso una concreta ecompleta applicazione del piano marketing, dando vita alla prima esperienzain Italia di servizi integrati per i soci, dal magazzino allo sviluppo delle vendi-te”. Un modo di condurre la cooperativa guardando avanti tipica dei soci diMercurio Modenese e del suo direttore: proveniente da un’esperienza nellaFedercoop di Modena, Aureliano Luppi, una vita dedicata alla cooperazione,porterà Mercurio Modenese a diventare, nell’arco dei suoi vent’anni di dire-zione, la prima cooperativa tra dettaglianti in Italia.Lascerà Modena per assumere, nel 1988, la direzione del CONAD Nazionale.

“Il motore dell’unificazione con Carpi e del rinnovo della rete distributi-va in quel territorio – sottolinea ancora Luppi – fu Valter Bigi,allora presidente della cooperativa ortofrutticola di Carpi”.Tutto ciò crea le condizioni per uno sviluppo rapido che salta tappe forzateche altri dovranno fare e, nel 1972, viene costruito il magazzino di Via Svezia(già di 4.200 mq poi ampliato), che già porta l’insegna di “Centro di distribu-zione”. La struttura viene inaugurata in occasione della celebrazione delDecennale del Conad, a riprova di quanto Mercurio Modenese stia assumen-do un ruolo primario nello sviluppo dell’associazionismo tra dettaglianti.Passano cinque anni e nel 1977 prende il via la costruzione dell’attualesede di Via Europa: “dove c’è la sede di Nordiconad qui a Modena – rac-conta Morè - siamo andati a rogito mille volte, perchè c’erano diverseproprietà e noi continuavamo a crescere.”Le campagne soci funzionano al punto che ad ogni assemblea,anno dopo anno, Mercurio Modenese è costretta a sistemare lo Statutoper poter crescere sempre di più. Nell’arco di 10 anni i soci diventanooltre mille: negozianti, ma anche baristi e ristoratori.

Costruire una grande rete tessendole maglie una ad una

1972: il magazzino di Mercurio Modenese

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cominciammo a lavorare nei deperibili e nell’ortofrutta. Ma lo spazio nonera sufficiente perché la cooperativa cresceva”.Mercurio Bologna decide allora di prendere in affitto il magazzino dismes-so dalle Farmacie Comunali a Piazza dell’Unità, ma la struttura regge lo svi-luppo soltanto per un anno e mezzo, dopo il quale ci si sposta prima in Viadella Cooperazione, poi in Via Maserati, per approdare finalmente in Via delCommercio Associato dove il Comune di Bologna concede un terreno aMercurio e viene costruito un magazzino con i fiocchi, dotato di macchina-ri adeguati, celle frigorifere e adibito a cash: è Renato Zangheri,Sindaco di Bologna, ad inaugurarlo il 28 marzo del 1971.Parallelamente Luciano Chiesa si preoccupa di dare un’organizzazionegestionale e manageriale alla cooperativa e con il passaggio definitivo diLuciano Sita al Conad Nazionale entra in Mercurio MarcoMinella che assume il ruolo di direttore: “Abbiamo avuto la fortuna –dice Chiesa – di poter contare su figure di direttori di grandi qualità con Sitae Minella prima e Francesco Camangi poi”.

Siamo ormai negli anni Settanta e per la cooperazio-ne tra dettaglianti si profila la prima grande svolta.

Parallelamente a Bologna Luciano Chiesa spinge lo sviluppo dell’atti-vità di Mercurio.“Commerciavamo sempre più in merci deperibili – racconta – e quandoverso la fine degli anni Sessanta cominciammo a vendere grandi quan-tità di prodotti come il prosciutto cotto o i formaggi, il problema dellaconservazione divenne enorme: in Via Beverara dove avevamo spostatoil deposito lasciando la “selleria”, non avevamo un numero sufficiente difrigoriferi e allora con la mia Bianchina - e a sue spese (ndr) - andavo acomprare la merce fino ad oltre Modena, due volte la settimana per evi-tare di fare magazzino. Poi i colleghi fruttivendoli presero contatto conuna persona del Sud Italia – la sottolineatura non è irrilevante (ndr) – cheaveva costruito un magazzino, aveva fiducia in noi e ce lo diede, così

Crescono a Bologna i magazzini

Il magazzino a cash di Mercurio Modenese

1971: Renato Zangheri e Luciano Sita (a destra) all’inaugurazione del magazzino di Bologna

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E’ Enrico Gualandi, tra i protagonisti negli anni Settanta diquella scelta, a compiere questa sottolineatura. Una vita, la sua, vissuta nelcommercio a partire dalla fine degli anni Cinquanta quando, a 17 anni,matura l’apprendistato come commesso di salumeria, per poi entrarenell’Ente Comunale di Consumo di Bologna dove ha “la fortuna di conosce-re Mario Gombi” che gli sarà maestro come Chiesa, Morè e altri. Praticandol’attività di rappresentante, per il commercio all’ingrosso dell’Ente, prendevita in lui la fede nell’associazionismo. Nel 1961 acquista un punto venditatradizionale, diventa socio di Mercurio Bologna dove a partire dal 1967, ini-zia il percorso come dirigente del mondo CONAD, entrando nel Consigliodella cooperativa. Nel 1978, a seguito di un naturale cambio generazionaledei dirigenti, eredita la presidenza di Luciano Chiesa, carica che manterràfino alla fusione con Modena. Nel 1981 è presidente di CONAD Nazionalefino al 1994 quando assume la presidenza dell’ANCD (AssociazioneNazionale Commercio al Dettaglio). Lascia definitivamente gli incarichi diri-genziali nel mondo CONAD nel 1996 quando vende l’attività del miticoFossolo. Per quel suo atteggiamento di chi fa e risolve tutto, Enrico Gualandi è notocon il soprannome di Ghe pensi mi!, per quanto di milanese non abbia pro-prio nulla, con quello spirito tutto bolognese, a partire dall’incontenibile iro-nia, di prendere le cose e gestire i propri sogni con la vocazione emiliana direalizzarli: “ (…) a Bologna, insieme ad altri sei commercianti, abbiamo datovita al primo supermercato del mondo CONAD, un punto vendita modernotra i primi in assoluto in Italia.” E’ il 1971 e Gualandi, che fino a quel

momento ha gestito un negozio tradizionale di 60 mq, si trova a dirige-re, senza esempi alle spalle, un supermercato specializzato di 400 mq., ilFossolo I: un’azienda modello nell’ambito bolognese.Il Fossolo 1 è anche la conseguenza di quanto sta accadendo nella coo-perazione tra dettaglianti dove, sulla spinta dell’approvazione dellaL.426 sul commercio, che ha creato l’opportunità per gli operatori com-merciali di entrare nell’ammodernamento della rete distributiva nazio-nale, nel passaggio tra gli anni Sessanta e Settanta, CONAD segna unasvolta importante, che sarà sancita qualche anno dopo, con l’Assembleanazionale del 1975, tenutasi a Bologna. Concepito inizialmente comegruppo di acquisto con lo scopo di mettere insieme i dettaglianti per faremassa critica, il Consorzio, e con esso le cooperative associate, modificainfatti la propria missione passando dall’era dell’associazionismoall’acquisto, a quella dell’ associazionismo alle vendite.“In quel periodo – racconta Gualandi - al tempo che si dedicava all’attivitàin proprio, era necessario aggiungere sempre di più quello per lo sviluppodell’organizzazione tra dettaglianti: è il momento che segna la scelta defi-nitiva di CONAD e delle cooperative ad esso associate, di passare da cen-trale di acquisto a sistema di imprese orientato alla vendita.” Si pongono iprimi passi della futura missione di Nordiconad, quando al centro di ogniazione non saranno più le vendite, o il “mercato”, ma il consumatore. Non è un passaggio da poco, perché alla necessità di assimilare il cam-biamento della missione che capovolge l’orientamento del sistema, sipone quella di vivere una seconda fase dell’aggregazione, quella che

Gli anni Settanta:da gruppo di acquistoa gruppo alle vendite

“Il Conad fece in quegli anni una scelta

davvero lungimirante, creando le condizio-

ni per diventare, nel tempo, l’organizzazio-

ne numero uno tra dettaglianti in Italia.”

Palazzo Albergati 11 Giugno 2000: Maurizio Sanca porge l’omaggio diNordiconad a Enrico Gualandi.

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li soffocassimo”. Nelle interminabili discussioni che preludevano le scelte, Chiesasi trovava spesso nella necessità di ricordare agli associati che “…se non faccia-mo così restiamo rovinati dalla concorrenza. E’ stata una battaglia dura – ricor-da – perché anche se lo stesso Comune di Bologna era disposto ad aiutarci, isoci inizialmente non avevano fiducia nella possibilità di sbocchi positivi.”. A Modena Renato Morè è alle prese con problemi simili “I grossisti ci face-vano la guerra su tutti i fronti, e i soci a volte si comportavano con indivi-dualismo: ho aiutato Aureliano Luppi, il nostro direttore, che di fronte aquesti atteggiamenti voleva andarsene”.Invece le difficoltà sono superate tanto che nella monografia pubblicata inoccasione dell’inaugurazione del nuovo centro distributivo di Via Europa nel1982, Renato Morè può definire Mercurio Modenese così: “La nostra è la testimonianza di un’esperienza associativa che in quindici annidi attività è riuscita a realizzare un’azienda all’avanguardia nel settore distri-butivo. Un’azienda che, ispirandosi agli ideali del movimento cooperativo, hasempre cercato di coniugare le necessità aziendali e le esigenze dei propriassociati con i problemi più complessivi della società civile ed in particolaredei consumatori. (…) Il contributo dato dagli associati di Mercurio Modeneseha permesso alla nostra provincia, per mezzo di un fattivo rapporto con l’Entepubblico e le Organizzazioni di categoria, di dotarsi di una rete distributivaparagonabile a quelle della più avanzata distribuzione europea….Tutto ciò haportato Mercurio ad essere da semplice commissionaria agli acquisti, unastruttura di supporto e servizio alla gestione dei punti vendita associati, e aconcentrarsi sui problemi legati all’evoluzione dei consumi. Negli anni a veni-re, Mercurio seguirà sempre più le politiche commerciali orientate alle vendi-te e si accentuerà l’attività di rinnovo e di ristrutturazione della rete distribu-tiva mediante la realizzazione di nuovi e più importanti punti vendita”.

vede i dettaglianti associarsi per gestire un negozio di grandi dimensio-ni, cioè non più per acquistare ma per vendere, assumendosi spesso, ilrischio di chiudere un’attività di successo per aprirne un’altra nuova epiù complessa, insieme ad altri soci. “Non era facile – dice Gualandi – chiudevi il negozio, portavi le licenzein Comune e andavi verso l’ignoto.” Ed è un cambiamento che porta anche ad una modifica della base socia-le delle cooperative, con un sempre maggior numero di soci giuridici –cioè di imprese di soci – accanto ai soci singoli tradizionali.Sta di fatto che in Emilia e Romagna iniziative come quelle del Fossolo si molti-plicano e Mercurio Bologna e Mercurio Modenese diventano vere e proprie pro-tagoniste del rinnovamento della rete distributiva regionale, sempre accompa-gnate dal ruolo importante di Confesercenti e dalla lungimiranza degli Enti Locali. A Bologna nel 1971 nasce anche il supermercato Centro Primavera, nel1972 a Vignola (MO) il 4B dei fratelli Benedetti, il primo supermercatorealizzato dal neonato “ufficio arredamento e ambientazione “di CONAD;a Carpi (MO) nel 1976, il CONAD Pile di Irvano Zanzanelli,sempre negli anni Settanta lo stesso SuperCONAD Morè a Modena, unodei primissimi, mentre a Imola la cooperativa Santerno, che negli anniOttanta si unirà a Mercurio Bologna, già nel 1974 apre un supermercato. Per dare il senso della portata di questo processo si pensi a quanto fattodall’ufficio Sviluppo Rete di Mercurio Modenese in otto anni di attivitàdal momento della sua nascita nel 1974 (i dati risalgono al 1982): cen-tinaia di ristrutturazioni di negozi tradizionali e specializzati, 27 supe-rettes e supermercati gestiti da dettaglianti in forme singole o associa-te (250 dettaglianti che hanno chiuso 100 negozi tradizionali).Le ristrutturazioni degli anni Settanta non furono comunque una cavalcatasenza ostacoli. “Piano, piano – ricorda Chiesa – abbiamo costruito una cate-na di supermercati cominciando da quello di Gualandi. I soci pensavano che

Il taglio del nastro all’inaugurazione del “Fossolo 1”

Il supermercato CONAD 4B di Vignola, il primo realizzato dall’ufficio “arreda-mento e ambientazione” di CONAD.

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“L’orientamento alle vendite era una scelta accompagnata dalla crea-zione di una serie di servizi di supporto che la cooperativa attivava perchi intraprendeva la strada dell’ammodernamento” ricorda Gualandi.La cooperativa infatti scende in campo a fianco del dettagliante facen-dolo crescere sotto il profilo imprenditoriale e creando le condizioni per-ché la sua impresa possa avere successo ed essere gestita correttamen-te. Non sono più i tempi in cui il negozio si “…gestiva a vista: quandoaprivi il cassetto e, se ti rimanevano i soldi dopo aver pagato le spese,era andata bene. Adesso c’erano i dipendenti, e i servizi da gestire per iconsumatori che cominciavano ad avere un ruolo più attivo.”Così gli anni Settanta sono anche quelli che vedono Mercurio Bologna eMercurio Modenese alle prese con lo sviluppo dei servizi per i soci, a lorovolta aiutate in questo dal ruolo del Consorzio Nazionale: vengono effet-tuate consulenze e servizi amministrativo/gestionali, studiati i layout deipunti vendita, supportate le politiche commerciali, mentre si comincia aparlare di informatica e logistica (il primo servizio di assistenza è del1974), e prendono il via i primi corsi di formazione.Lo sviluppo dei servizi ai soci spinge anche l’evoluzione tecnico manageria-le delle cooperative che si evolve sotto la direzione degli organi sociali, mas-sima espressione della partecipazione dei soci. Alla fine degli anni SettantaMercurio Modenese è organizzata in quattro settori/servizi: il ServizioSviluppo Rete, il Servizio Commerciale, che si occupa di marketing, acquistie promozione con tre settori separati e coordinati; il Servizio Amministrativo(con le prime forme di controllo di gestione), la Gestione magazzini (15.625mq) organizzata in cinque depositi specializzati – ortofrutta, deperibili,bevande e generi vari con consegna a domicilio e un cash per il ritiro dellamerce da parte dei soci. “Gli ordini delle consegne a domicilio – ricorda Morè- venivano già evasi in 24 ore utilizzando al massimo le possibilità espressein quel momento dall’informatica e dall’automazione”.

A livello nazionale, con il radicamento e la diffusionedei punti vendita, si affinano gli strumenti di rappresen-tanza del sistema nel suo complesso e, nel 1973, nascel’Ancd con lo scopo di rappresentare l’associazionismo tradettaglianti a livello istituzionale in tutta Italia.Allo stesso tempo il Consorzio Nazionale, sulla spintadell’orientamento alle vendite, si preoccupa degli aspettipromozionali e comincia ad impegnare risorse per consenti-re ai soci di vendere meglio e di più, di catalizzare l’atten-zione dei consumatori, dotando le cooperative di strumentipromozionali: nel 1971 cambia il marchio, semplificandoloe rendendolo più visibile con l’abbandono del Mercurio ela sostituzione dell’azzurro con il rosso. La Margherita,oggi universalmente conosciuta, entra nella storia diConad: con essa si vuole rappresentare l’associazionismocooperativo (i petali sono i soci, il cuore le cooperative).L’aspetto definitivo del marchio come oggi lo conosciamo,data dal 1974: con esso ha inizio la caratterizzazione siste-matica e capillare di tutti i punti vendita.Nel 1973 viene prodotto il primo spot, termine “straniero” chenel tempo ha sostituito quello più familiare per una certa gene-razione di “Carosello”: è un salto enorme di visibilità per ilsistema, uno strumento concreto per i soci delle cooperative perspingere le vendite, perché il consumatore riconosce nelle inse-gne dei negozi ciò che ha visto in televisione, e ne è attirato.Nel 1978 il Consorzio Nazionale elabora per i propri asso-ciati una politica di marketing per i prodotti a marchio:anch’essi devono contribuire a rafforzare i valori del mar-chio Conad, e i nomi di fantasia vengono abbandonati,mentre la gamma merceologica si allarga sempre più.

Lo sviluppo dei servizi ai soci

Rappresentanzae promozione:

Anni Settanta

nasce l’ANCD e CONAD dà visibilità al sistema

Gli uffici di Mercurio Modenese agli inizi degli anni Ottanta.

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Intanto, mentre a Modena si dà il via alla costruzione del magazzino divia Europa, a Bologna Luciano Chiesa pone la prima pietra del nuovomagazzino di Mercurio (1976): un gesto immortalato in una fotografia sim-bolica per Nordiconad accompagnata dal commento di Chiesa stesso. “Sonoorgoglioso di Nordiconad oggi perché ho messo la prima pietra del magaz-zino e sotto ho messo una moneta d’oro. Dissi al muratore: dammi delcemento a presa rapida!”. L’anno successivo, nel 1977, l’allora Ministro TinaAnselmi inaugura la nuova struttura.Alla fine degli anni Settanta la fase del pionierismo si è definitivamenteconclusa e ha dato buoni frutti, lo sviluppo passa nelle mani della genera-zione che è cresciuta alla scuola dei pionieri: “La mia generazione – diceGualandi- è quella che ha visto lo sviluppo della rete distributiva partendodal lavoro dei padri pionieri fino a creare le basi dell’associazionismo delfuturo, quello che ha dato vita a Nordiconad. Sono cresciuto insieme ai fon-datori della Mercurio, che mi sono stati maestri, soprattutto Luciano Chiesache è stato l’esempio di come deve essere veramente un cooperatore.Questo va detto e non bisogna mai dimenticarlo: persone come Luciano Chiesae Renato Morè hanno rinunciato al proprio interesse per la cooperazione, hannofatto sacrifici personali, anche a scapito della propria attività. Chi ha ereditato,con Nordiconad, questo immenso patrimonio deve averlo sempre presente.”.

Ma ci sono anche fatti concreti che rendono evidenti i valoridell’Associazionismo tra dettaglianti e il ruolo sociale che sempre piùassumerà nel tempo: siamo negli anni dell’Austerity, del carovita, dellacarenza di prodotti in particolare dello zucchero, i muri delle città siriempiono di manifesti a firma CONAD il cui slogan “Il consumatore nonè un pollo” mostra con evidenza da che parte stanno i dettaglianti.Mercurio Bologna, Mercurio Modenese, ma come vedremo anche C.I.D.Ae DA.CO.VA che nel frattempo è nata in Piemonte, aderiscono alla bat-taglia contro il caroprezzi, l’inflazione, le speculazioni e accorrono inaiuto dei consumatori bloccando i prezzi nei propri negozi e cercando,con la forza raggiunta per mezzo dell’unione, di risolvere i problemi diapprovvigionamento dei prodotti.

Cresce sempre di più la credibilità sociale del sistema, ma l’inflazione e lacrisi economica, unita alla volontà di privilegiare nelle politiche associa-tive gli aspetti qualitativi a quelli quantitativi, provocano una selezionenaturale e alcuni piccoli negozi, ma anche i gruppi più deboli incapaci diadeguarsi, non sopravvivono. Ha inizio una nuova fase di aggregazionequesta volta tra cooperative: andiamo verso l’era dellefusioni, di scelte a volte dolorose e del primo cam-bio generazionale della dirigenza.

Il valore sociale dell’Associazionismo tradettaglianti: al fianco dei consumatorinell’era dell’Austerity

Crescono i magazzini a Modena e Bologna

Il mondo Conad manifesta contro il “caroprezzi”.

1976: Luciano Chiesa posa la prima pietra del nuovo magazzinodi Via del Commercio Associato a Bologna

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Negli anni Ottanta Mercurio Modenese continua la sua crescita a ritmosostenuto: nel 1982 viene inaugurato il nuovo Centro di Distribuzione di ViaEuropa (21.000 mq), il più grande e il più moderno del mondo CONAD, chetiene proprio in questa occasione l’Assemblea del Ventennale. Nello stesso anno la cooperativa si rende protagonista di uno dei tanti gestidi solidarietà nella storia della cooperazione tra dettaglianti e accorre inaiuto dei soci della Mercurio di Reggio Emilia, che hanno perso il magazzinoa causa di un incendio. Ricorda Aureliano Luppi che “…dal giorno successivoall’incendio Mercurio Modenese garantì a tutti i punti di vendita di MercurioReggio Emilia, il servizio di rifornimento merci, e ciò proseguì fino a quandola cooperativa reggiana non fu in grado di servire nuovamente i propri soci”.A livello nazionale il sistema si evolve e CONAD introduce la politica di cana-le, che sarà meglio definita e vedrà la sua piena realizzazione negli anniNovanta, dopo l’approvazione definitiva del 1989 quando, coerentemente alcarattere polisettoriale dell’organizzazione, si opererà una diversificazionedella rete basata su tre canali: Margherita per i tradizionali, CONAD per isupermercati, Pianeta per gli ipermercati, perché “CONAD – si legge nei docu-menti ufficiali - è un sistema integrato di imprese orientate al mercato.”Si procede con l’informatizzazione globale delle aziende e vengono intro-dotte nuove tecnologie, il personal computer, il codice a barre, si va verso lamoneta elettronica che avrà uno sviluppo importantissimo, con la creazio-ne di Carta Insieme, proprio in Nordiconad.

Ma la grande evoluzione degli anni Ottanta mette l’associazionismotra dettaglianti di fronte a nuove difficili battaglie: il gioco si fa sem-pre più grande e impegnativo. Dopo il periodo delle ristrutturazioni dei punti vendita MercurioBologna e Mercurio Modenese cominciano ad affrontare il tema dello“sviluppo” e si pongono l’obiettivo di far parte del processo di raziona-lizzazione del sistema CONAD, necessario per reggere la competizione alivello nazionale. “Scoprimmo una cosa fondamentale sulla quale bisognava porre rimediovelocemente – racconta Gualandi - la proliferazione delle cooperativelocali moltiplicava i costi, rendendoli ripetitivi, e faceva sì che la nostracatena non avesse sufficiente capacità competitiva in un mondo distri-butivo che si stava evolvendo velocemente. Allora ebbi la fortuna diavere un direttore molto lungimirante, disponibile ad affrontare questoproblema: Francesco Camangi, promotore convinto dell’inte-grazione, che iniziò un processo di fusioni con le aree più congeniali epiù vicine, dove c’erano cooperative sensibili a questa strategia perchémeno strutturate e quindi in maggiore difficoltà a reggere l’evoluzionedi mercato. Va detto che Camangi rappresenta una condizione senza laquale oggi Nordiconad probabilmente non esisterebbe: oltre ad avermiconsentito di ragionare a 360° ed essere stato anch’egli un esempio -prosegue Gualandi - va dato atto a Francesco Camangi di aver esercita-to una leadership vera, ma in modo semplice, con attenzione alle perso-ne, senza aver mai fatto pesare niente, coerente con lo stile e le neces-sità della cooperativa”.Con l’impegno di Camangi in Mercurio Bologna, e sulla spinta di quan-to sta accadendo più in generale, inizia il “processo di fusioni” che diven-ta attivo in tutta l’Emilia Romagna, “con l’obiettivo – racconta Gualandi- di creare maggiore massa critica da un lato, ma anche razionalizzazio-ne dei costi e quindi maggiore competitività dall’altro.” Mercurio Bologna si fonde con Mercurio Ferrara, presieduta in quelmomento da Giuliano Guzzinati e diretta da Giuliano Gallini, e con laSanterno di Imola, presieduta da Adolfo Manara assumendo così l’aspet-to che avrà all’atto della fusione con Modena, con la nascita di CONADNordest (1990).Vale la pena di riportare qui il racconto dei protagonisti della fusione trala Santerno e Mercurio Bologna. Siamo a metà degli anni Ottanta (lafusione effettiva è del 1986) la cooperativa di Imola è diretta da oltresedici anni da Arnaldo Sella che definisce Camangi “il maniaco dellefusioni”, colui che “come finiva una fusione, cominciava a costruirne

Gli anni Ottanta:mettersi insieme perreggere la competizione

Una nuova sfida da affrontare

1982: la devastazione dell’incendio nel magazzino di Reggio Emilia.

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Dopo la metà degli anni Ottanta, la distribuzione italiana fa passi dagigante, si profila la diffusione degli ipermercati, la competitività cresce edopo la fusione con Imola e Ferrara occorre fare un ulteriore salto di qua-lità, “… perché la somma di queste fusioni - racconta Gualandi - non davacomunque la dimensione che occorreva per affrontare il piano di investi-menti sempre più oneroso, finalizzato sia alla crescita della cooperativa (peresempio dei magazzini), che al sostenimento di coloro che intraprendevanola via della ristrutturazione. Era necessario avere le dimensioni giuste per gliobiettivi che ci eravamo posti e quindi bisognava dare nuovo impulso alprocesso di concentrazione. Era abbastanza implicito che la cooperativa piùvicina e più simile a noi, anche come modo di pensare e di agire, fosseMercurio Modenese: da qui è iniziato il percorso che ha portato alla nasci-ta di CONAD Nordest.”Mercurio Modenese è presieduta in quel momento da SergioPellacani, che ha ereditato la carica di Renato Morè: il passaggioavviene nel 1987, qualche mese prima Morè ha venduto l’attività, anch’eglivittima dell’ondata competitiva che ha investito il mercato: “Quando sonorimasto a casa – racconta – la cooperativa aveva 1.170 soci. Per qualchetempo sono stato presidente onorario e consigliere, occupandomi soprat-tutto del rapporto con i soci, però poi, avendo dismesso l’attività, non mi èsembrato più logico e sono uscito”.Come Mercurio Bologna, la cooperativa di Modena è impegnata in un pianodi investimenti davvero ambizioso tant’è che, per aiutare i soci nello svilup-po, Aureliano Luppi promuove la costituzione di un’importante società dileasing che sarà chiusa un paio d’anni più tardi quando, sull’esempio mode-nese che ancora una volta fa da apripista, identica iniziativa verrà istituitaa livello nazionale. In un documento del 1988 si legge che Mercurio Modenese prevede “per iprossimi anni di aprire nuovi e moderni punti vendita, per una superficie di10.000 mq, e di investire 48 miliardi di lire, di cui 37 per l’innovazione e losviluppo”. Nello stesso documento si legge anche che “Mercurio Modeneseè impegnata, prima cooperativa CONAD, nella realizzazione di un grandecentro commerciale integrato a Modena in Via Morane”. Si tratta de LaRotonda, al cui interno sorgerà il primo Pianeta (inaugurato nel 1990), unpunto vendita di grandi dimensioni che porta la nuova insegna creata daCONAD per gli Ipermercati, con i quali l’associazionismo tra dettagliantientra nella Grande Distribuzione. Sottolinea Aureliano Luppi, grande artefi-

un’altra”. Quando Camangi dà inizio all’opera di convinzione, Sella per unpo’ di tempo tenta di resistere ai suoi assalti, fino a quando è costrettoa cedere: “Mi disse di sì – racconta Camangi - un giorno al ristorantecinese: gli feci mangiare una zuppa agropiccante e gli dissi “allora, lafusione la facciamo?” e lui non potè più a dire di no perché rimase conil palato bloccato” . Infatti “Era un po’ che ci provava! - racconta Sella - ma la mia resisten-za aveva una ragione, perché quando Camangi prese in mano laMercurio Bologna questa non aveva le performance economiche dellaSanterno la quale, pur soffrendo per le piccole dimensioni, produceva unutile discreto, aveva una buona rete di vendita con cinque supermerca-ti, il primo aperto nel lontano 1974. Poi, sotto la guida di Francesco,Mercurio Bologna fece passi da gigante e non potei più resistere alla sua“insistenza”, non essendoci alcun modo di negare l’evidenza del vantag-gio di mettersi insieme. Oggi sono ben contento della mia resa”.

Verso la nascita diConad Nordest

I festeggiamenti per il ventennale del Mercurio Modenese: Favio Fornasari,Renato Moré e Aureliano Luppi

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ce della fusione che dà vita a Conad Nordest, direttore di MercurioModenese nel momento in cui la cooperativa prende la decisione di investi-re nella Grande Distribuzione - che “nell’operazione Pianeta i soci dimo-strarono grande maturità: il loro consenso infatti non derivava solo dallacondivisione della necessità strategica di realizzare il Centro Commercialeper incrementare la quota di mercato di Mercurio Modenese, ma anche dalfatto che l’Ipermercato non era visto come un concorrente bensì, al contra-rio, come un’opportunità di rafforzare, e meglio presidiare, la rete distribu-tiva dei soci Conad nel modenese.” Nel 1988, Camangi lascia Bologna per trasferirsi a Modena dovediventa direttore della Mercurio in vista della nascita di CONADNordest. Arnaldo Sella assume la direzione di Bologna.Sotto la spinta del mercato e della necessità di compiere one-rosi investimenti , al la luce di un comune modo dipensare, dalla fusione tra MercurioBologna e Mercurio Modenese, nasce nel1990 Conad Nordest.“Dietro alle motivazioni imprenditoriali – afferma Gualandi - c’èstata una grande parte di orgoglio e di senso di appartenenza cheancora una volta ci ha fatto sentire “unici”: nel nostro movimentoc’è sempre stato lo spirito giusto per affrontare i problemi e lenuove sfide, come quelle della crescita e delle fusioni. Unificaredue cooperative forti, come Mercurio Bologna e MercurioModenese, non era facile, ma l’obiettivo chiaro di dare maggiore

forza ai soci è stato più forte, è stata una spinta che ci ha fattotrovare la strada per arrivare.Ho vissuto il momento- dice Gualandi - in cui sono state messe leradici che hanno consentito poi, di creare Nordiconad: il merito diquesto risultato va a tutte le persone che erano presenti nel perio-do in cui abbiamo realizzato questo sogno, e a tutti i soci che hannofatto parte della nostra storia. Le scelte che abbiamo fatto a livellonazionale e locale, e la realizzazione delle fusioni, hanno creatoanche dei momenti tristi, impopolari, perché le decisioni che vannoin direzione di una crescita coerente con i dettami del mercato pre-suppongono a volte la necessità di lasciare o di chiudere delle atti-vità. Ma i risultati ci hanno dato ragione e tutte le volte che questoè accaduto abbiamo cercato di dare ai soci delle alternative, e oggiCONAD ha un ruolo di rilievo in ambito nazionale. (…) Oggi, nelDuemila, dobbiamo riscoprire la personalizza-zione, la qualità, la centralità della persona, eil rapporto con il consumatore, perché una delle carat-teristiche del nostro modo di essere e di vendere è sempre stataquella del dialogo con le persone. Molti punti di vendita sono stati

Il centro commerciale “La Rotonda” di Modena con l’ipermecato Pianeta

Arnaldo Sella, XXVIa Assemblea di Bilancio di Mercurio Bologna

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e in senso imprenditoriale la nostra professione.” E se si vuole avere lo spi-rito giusto aggiungiamo, sempre di Gualandi, questa convinzione: “Conoscopersone orientate a realizzare cose che hanno fatto molti più soldi di me,ma io ho avuto più soddisfazioni perché ho realizzato i miei sogni, e hopotuto ottenere risultati di importante valore sociale…come sempre in nome del bene comune”.

realizzati, negli anni Settanta e Ottanta, nei quartieri che nasceva-no a seguito dello sviluppo urbano, sulla spinta dello sviluppo eco-nomico e sociale, sono cresciuti insieme ai bambini di quel quartie-re: sono nati i negozi e sono nati i bambini. Il “tu” era di rigore, erail segno dell’atmosfera nella quale si svolgeva e si svolge tuttora lavendita. Conoscevi i problemi e le gioie dei consumatori e doveviavere sempre la parola giusta per ciascuno di loro”.

Con la nascita di CONAD Nordest si pongono le basi per creare unnuovo salto di qualità: mentre, nei primi anni Novanta, la cooperativa,presieduta da Irvano Zanzanelli, realizza gli investimenti, cresce la retedistributiva, vengono realizzati, dopo quello di Modena i Pianeta diBologna e Ferrara, si pongono le basi per la nascita di Nordiconad. Comevedremo il progetto riceverà una forte spinta proprio dalla necessità diaffrontare problemi importanti che si trasformeranno in una grandeopportunità: siamo nel 1994 e ci piace chiudere questa parte della sto-ria con le parole di Enrico Gualandi che in gran parte ce l’ha raccontatae che possono essere lette dai soci di Nordiconad oggi, come un impe-gno spirituale da tenere presente: “ Bisogna considerare la cooperativacome una struttura necessaria al nostro punto vendita, e il nostro puntovendita come parte integrante della cooperativa. Volere e sviluppare lacooperativa è come lavorare per noi stessi, è esercitare con convinzione

Palazzo Albergati 11 giugno 2000: il saluto di Nordiconad a Sergio PellacaniConferenza stampa di presentazione di Conad Nordest. Da sinistra EnricoGualandi, Francesco Camangi e Aureliano Luppi