· direttore reSponSaBile Laura Salmon (Università di Genova) Segreteria di redazione Maria...

354
BIBLIOTECA DI STUDI SLAVISTICI – 40 –

Transcript of  · direttore reSponSaBile Laura Salmon (Università di Genova) Segreteria di redazione Maria...

BiBlioteca di Studi SlaviStici 40

direttore reSponSaBileLaura Salmon (Universit di Genova)

Segreteria di redazioneMaria Bidovec (Universit di Udine)

redazione Rosanna Benacchio (Universit di Padova)

Maria Cris t ina Bragone (Universit di Pavia)Giuseppe Del l Agata (Universit di Pisa)Claudia Olivier i (Universit di Catania)Francesca Romoli (Universit di Pisa)

Laura Rossi (Universit di Milano)

comitato Scientifico internazionaleMaria Di Salvo (Universit di Milano)

Alexander Etkind (European University Institute)Lazar Fleishman (Stanford University)

Marcel lo Garzani t i (Universit di Firenze)Lucyna Gebert (Universit di Roma La Sapienza)

Harvey Goldblat t (Yale University)Mark Lipovecki j (University of Colorado-Boulder)

Jordan Ljuckanov (Blgarska Akademija na Naukite)Roland Mart i (Universitt des Saarlandes)

Michael Moser (Universitt Wien)Ivo Posp i l (Masarykova univerzita)

Krassimir Stantchev (Universit Roma Tre)

Associazione Italiana degli Slavisti

Contributi italiani al XVI Congresso Internazionale

degli Slavisti(Belgrado, 20-27 agosto 2018)

a cura diMaria Chiara Ferro

Laura SalmonGiorgio Ziffer

Firenze University Press2018

Contributi italiani al XVI Congresso Internazionale degli Slavisti : Belgrado, 20-27 agosto 2018 / a cura di Maria Chiara Ferro, Laura Salmon, Giorgio Ziffer. Firenze : Firenze University Press, 2018.(Biblioteca di Studi slavistici ; 40)

http://digital.casalini.it/9788864537238

ISBN 978-88-6453-723-8 (online)ISBN 978-88-6453-720-7 (print)

La collana Biblioteca di Studi Slavistici, (

Contributi italiani al XVI Congresso Internazionale degli Slavisti. Belgrado, 20-27 agosto 2018, a cura di Maria Chiara Ferro, Laura Salmon, Giorgio Ziffer, ISBN 978-88-6453-723-8 (online), ISBN 978-88-6453-720-7 (print), CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press

indice

G. Ziffer Premessa 9

linguistica

R. Caldarelli Il protoslavo, letnogenesi slava e il contatto linguistico. Problemi e prospettive di ricerca 13

M.C. Ferro Sl.eccl. p. Studi per un lexicon plurilingue dei termini religiosi e filosofico-teologici 23

F. Romoli Sl.eccl. . Studi per un lexicon plurilingue dei termini religiosi e filosofico-teologici 37

. - 51

E. Gherbezza Sugli italianismi di trafila indiretta in russo 67

S. Del Gaudio Between Three Languages, Dialects and Forms of Mixed Speech: Dialect and Language Contacts in Ukrainian-Belarusian Transitional Area 79

V. Benigni Le metafore di intensificazione in russo: la realizzazione linguistica del concetto di COMPLETEZZA 95

P. Cotta Ramusino . Connettivi concessivi o fraseologismi sintattici? 107

Contributi italiani al XVI Congresso Internazionale degli Slavisti6

. 121

P. Lazarevi Di Giacomo I lemmi nel settore dellonomastica nel Glossarium illyricum (GKS 2071 4) di Ch.F. Temler 139

. : 153

filologia

A. Alberti Dal lezionario allaprakos. La versione liturgica dei vangeli greci e la tradizione testuale slava 165

A.M. Bruni The Old Serbian Version of the Antiochene Recension of Samuel-Kings. Some Preliminary Issues in Textual Criticism 203

M. Scarpa La recezione nella Russia del XVI secolo dei testi antilatini di Gregorio Palamas e Nilo Cabasilas 215

B. Lomagistro Approccio scientifico e questioni di metodo nello studio delle scritture cirilliche 225

letterature

G. Baselica LItalia, larte e la poesia nel Fra Beato Andeliko di Nikolaj Gumilv 251

G.E. Imposti Velimir Chlebnikov: dallutopia neoslava a quella eurasiatica 259

. . . 279

Indice 7

I. Marchesini Literary Constellations. The Case of Armenian Authors Writing in Russian Today 289

. 301

G. Siedina Echi dellUmanesimo-Rinascimento nellUcraina della prima modernit. Note a margine 315

Lj. Banjanin Una slavista italiana dimenticata. Umberta Griffini, traduttrice, mediatrice e scrittrice 329

M. Mitrovi Lik jake ene u srpskoj prozi prve polovine XX veka 343

Contributi italiani al XVI Congresso Internazionale degli Slavisti. Belgrado, 20-27 agosto 2018, a cura di Maria Chiara Ferro, Laura Salmon, Giorgio Ziffer, ISBN 978-88-6453-723-8 (online), ISBN 978-88-6453-720-7 (print), CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press

Premessa

Giorgio Ziffer (Universit di Udine)

Gli articoli che sono contenuti in questo volume, e che verranno presen-tati al XVI Congresso internazionale degli Slavisti previsto per lagosto di questanno a Belgrado, rispecchiano anzitutto gli interessi scientifici dei singo-li contributori, ma nel loro insieme riflettono anche alcuni tratti peculiari della slavistica italiana. Il primo dei quali consiste nella radicata tradizione filolo-gica dei nostri studi slavistici, cosicch parso naturale inserire in mezzo alle due pi larghe sezioni dedicate alla linguistica e alle letterature slave anche una sezione consacrata alla filologia. Com ovvio, trattandosi poi di lavori di slaviste e slavisti italiani, o comunque italianizzati, una loro parte incentrata su temi che con il mondo slavo toccano anche lItalia; ma andr subito aggiun-to che anche in altri lavori in cui non vengono sfiorati argomenti italiani pi duna volta si percepisce leco di studi condotti da specialisti italiani di altre discipline. Daltronde, non forse uno dei compiti che spettano alla slavistica coltivata in un paese non slavo come il nostro immettere negli studi slavistici metodi e idee che provengono da altri campi di ricerca, in modo da arricchire le nostre conoscenze del mondo slavo dalla particolare prospettiva italiana?

Se assai larga lampiezza tematica dei contributi, non meno ampio il loro arco cronologico che si estende dallepoca pre- e protostorica fino ai nostri giorni. Iniziando dalla sezione linguistica con la quale si apre il vo-lume, possiamo leggere una riflessione intorno al protoslavo e due analisi a cavallo fra semantica e lessicografia storica di due termini-chiave del lessico dello slavo ecclesiastico orientale quali razum e mudrost, uno schizzo della storia degli italianismi penetrati nel russo per il tramite di altre lingue euro-pee, quindi lesame di una lettera credenziale indirizzata da Pietro il Grande alla Repubblica di Venezia e la disamina di sostantivi e aggettivi etnici in un dizionario illirico del Settecento. Nel settore della linguistica sincronica si parla invece di dialettologia e sociolinguistica nellarea di confine tra Ucraina e Bielorussia, dei modi di esprimere il concetto di completezza in russo, di alcuni costrutti concessivi del russo studiati con i metodi della grammatica costruzionista, di un particolare aspetto dei sistemi verbali russo e bulgaro e, infine, dei diversi suffissi impiegati nella formazione delle coppie aspettuali nel dialetto resiano.

Giorgio Ziffer10

Nella sezione intitolata alla filologia sono a loro volta affrontati temi che possiamo definire classici, in quanto indagati fin dalle prime fasi di svilup-po degli studi slavistici, quali la tradizione slava ecclesiastica dei testi biblici, i Vangeli da un lato, e i libri di Samuele e dei Re dallaltro; vengono poi ri-percorse le vicende di un particolare codice serbo tardotrecentesco contenente testi antilatini di Gregorio Palamas e Nilo Cabasilas migrato nelle terre russe, e quindi posta la questione della corretta metodologia con la quale studiare il cirillico, o meglio linsieme delle scritture cirilliche.

Non meno vario il ventaglio dei temi delibati nella terza sezione dove in ambito russo si parla di Gumilev e di Chlebnikov, di letteratura ed ecologia, e di scrittori armeni che scrivono in russo. Restando in area slava orientale, tro-viamo ancora lo studio della ricezione del poema neolatino Carmen de bisonte nella critica bielorussa novecentesca e quello dei riflessi umanistici e rinasci-mentali nella letteratura ucraina moderna. Chiudono il volume, in omaggio ai padroni di casa del Congresso, due articoli che trattano di una studiosa italiana di letteratura serba della prima met del Novecento e, rispettivamente, dellim-magine della donna forte nella letteratura serba dello stesso periodo.

Questi dunque in estrema sintesi i temi degli articoli scritti in italiano, inglese, russo e serbo che la delegazione italiana presenter al XVI Congres-so internazionale degli Slavisti, e che dnno unidea di alcuni degli attuali filo-ni di ricerca approfonditi dagli slavisti italiani. Chi sia interessato a osservare il quadro intero potr per ricorrere alla Bibliografia della slavistica italiana, la quale non appare pi in concomitanza con la scadenza quinquennale dei congressi internazionali ma, grazie alla dedizione e allimpegno dei loro cura-tori, il dott. Gabriele Mazzitelli e la dott.ssa Viviana Nosilia, ha ormai cadenza annuale (la si pu consultare allindirizzo ). Infine, non sar forse superfluo ricordare che la slavistica italiana si avvia a celebrare i cento anni dalla sua nascita ufficiale, avvenuta con listituzione del primo insegnamento di Filolo-gia slava presso lUniversit di Padova nel 1920. Non questa la sede e non questo il momento di tracciare un bilancio del lungo cammino compiuto, n di formulare un giudizio sullo stato di salute dei nostri studi: altre saranno le occasioni per assolvere tale dovere. Ci sia invece permesso di esprimere la certezza che nel coro della slavistica internazionale a Belgrado saranno ben distinguibili anche le voci degli autori e delle autrici presenti in questo volu-me. Il che, nonostante tutte le difficolt che la slavistica in quanto disciplina dambito umanistico conosce oggi sia nel mondo slavo sia di l dai suoi con-fini, invita a guardare con un cauto ottimismo anche agli sviluppi futuri degli studi slavistici in Italia.

l inguist ica

Contributi italiani al XVI Congresso Internazionale degli Slavisti. Belgrado, 20-27 agosto 2018, a cura di Maria Chiara Ferro, Laura Salmon, Giorgio Ziffer, ISBN 978-88-6453-723-8 (online), ISBN 978-88-6453-720-7 (print), CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press

Il protoslavo, letnogenesi slava e il contatto linguistico. Problemi e prospettive di ricerca

Raffaele Caldarelli (Universit della Tuscia Viterbo)

Negli ultimi decenni si registrato un considerevole incremento delle co-noscenze storiche sullEuropa sud-orientale nellAlto Medioevo. assai meno vero oggi quanto diceva Meillet (1934: 11) sulla mancanza dinformazione storica circa la Slavia. Le conoscenze sulla storia dei popoli dell Europa sud-orientale allincirca tra il 500 e il 700 d.C. appaiono accresciute e consolidate, come pure stata affrontata unarticolata riflessione sulletnogenesi e sui pro-cessi correlati: processi di formazione delle lites, di percezione della propria e altrui identit etnica ecc.

Curta probabilmente ha contribuito pi di tutti alla teoria che vede nellet-nogenesi slava un processo di auto-rappresentazione (e in parte di mitopoiesi sociale) in connessione con la situazione generale del limes danubiano (cfr. Cur-ta 2001). Letnogenesi slava rientrerebbe in una stabilizzazione in cui ebbe un ruolo centrale Bisanzio, interessata a contrastare diversi fattori destabilizzanti1 attivi nellarea. Perch, ci si potrebbe chiedere, proprio agli slavi tocc in questo contesto un ruolo centrale? Non facile dare una risposta; una delle migliori probabilmente quella di Pohl (1991: 45-46): il modello sociale slavo basato sul-la sedentariet e lagricoltura risult competitivo in quanto fu in grado di evitare la crescente disuguaglianza tra una ristretta aristocrazia militare e una massa di contadini impoveriti; ci offr la possibilit di relazionarsi, prima in modo conflittuale ma poi in maniera sempre pi positiva, col potere imperiale (che idealmente, in quanto tale, era necessariamente romano). Dice Pohl (1991: 45):

[] it was exactly the refusal to build up stable concentrations of power [] that, in the long run, secured the success of the Slavs. Avars and Bulgarians [] built up a concentration of military power that was paid [] from Roman tax rev-enues. Therefore they paradoxically depended on the functioning of the Byzantine state. The Slavs managed to keep up their agriculture (and a rather efficient kind of agriculture, by the standards of the time) even in times when they took their part in plundering Roman provinces.

1 Cfr. Curta 2001: 14-15, 120-189; Holzer 2006: 31-32, 47-48. Di appoggio alle-lemento slavo nei Balcani in funzione anti-avara da parte di Eraclio, sia pure nellambito di una politica flessibile con vari mutamenti nel tempo, parla Ostrogorsky (1993: 93-94).

Raffaele Caldarelli14

Di qui le conseguenze storiche che ci appaiono sempre pi chiaramente: a) un interesse di fondo di Bisanzio (almeno potenziale: altre considerazioni potevano metterlo in secondo piano, in vari tempi e in vari luoghi delle aree di confronto) alla ricerca di un modus vivendi con gli slavi; b) la radice agricola, il forte legame con la terra della cultura slava antica, che ne costituisce un elemen-to importante e in parte caratteristico; c) lefficacia e lattrattivit del modello slavo, che permetter a una cultura povera nellaspetto materiale successi futuri mediante lesportabilit dei suoi aspetti linguistici e comportamentali nonch, a pi lungo termine, ideologici.

Si ipotizzato anche un altro fattore che avrebbe incrementato limportan-za dellelemento slavo: la funzione della lingua (uno slavo comune sostanzial-mente indifferenziato intorno al 600 d.C., cfr. Holzer 1995) come lingua franca dellimpero avaro2. Che una forma di slavo potesse assumere questa funzione in una realt politica fondata e gestita da unaristocrazia di espressione linguistica non slava3, perfettamente possibile: si pensi al ruolo dellaramaico, lingua se-mitica, nellimpero achemenide retto da un elemento egemone iranico (Gzella 2015: 157-211). Nel nostro caso la funzione di lingua franca, altamente proba-bile anche se pur sempre ipotetica, in assenza di documenti scritti, pu avere contribuito a rendere popolare e appetibile lappartenenza slava.

Per alcuni lintroduzione di una prospettiva pi dinamica, che veda la pre-senza dellelemento slavo nellEuropa sud-orientale tra 500 e 700 d.C. come frutto di un processo etnogenetico complesso, potrebbe al limite portare la ri-cerca a rimettere in discussione i risultati della comparazione-ricostruzione lin-guistica cos come li ha configurati ad esempio Georg Holzer raccogliendo e consolidando con una metodologia estremamente rigorosa (cfr. Holzer 1996) il frutto di una lunga tradizione di studi. In effetti Curta sembra avere in mente una svolta di questo tipo quando polemizza contro fantomatici slavi preistorici di scarsa consistenza e credibilit4.

Ritengo per che qui occorra distinguere tra piani diversi. Se giustificato diffidare di ipotesi azzardate che, in assenza di documentazione scritta, hanno pi volte associato arbitrariamente la slavicit a culture archeologiche, non lo sarebbe per mettere in dubbio incondizionatamente lesistenza di una slavicit linguistica come punto di riferimento per i processi in discussione. Alle equili-

2 Sullipotesi, formulata da Pritsak e Lunt, cfr. Holzer 2006: 46-47 (per il quale peraltro la funzione di lingua franca non legata esclusivamente al dominio avaro), Boek 2014: 55-57.

3 Quanto alla denominazione di impero avaro, pu essere in qualche modo giu-stificata nel senso che in effetti esisteva unideologia di dominio, potenzialmente univer-sale, in ambito centroasiatico. Non lo certamente in riferimento allidea medievale di impero (inscindibilmente legata allidea romana) diffusa nelle sue due forme in Europa.

4 Cfr. Curta 2015, che, ricco di dottrina e osservazioni acute, certamente merite-rebbe ben pi ampia discussione. Qui mi limito ad unosservazione: anchio penso, con Curta e contro laffermazione di Meillet (1934: 2), che il legame lingua-identit etnica non debba necessariamente sussistere sempre, ma ci non implica che esso non possa esistere nella fattispecie (v. oltre nel testo).

Il protoslavo, letnogenesi slava e il contatto linguistico 15

brate osservazioni di Holzer (2006) aggiungo solo alcune puntualizzazioni. In primo luogo, occorre sempre ricordare sia le possibilit sia i limiti della lingui-stica comparativo-ricostruttiva. Di per s, essa non in grado di dare giudizi propriamente storici. Qui, per, ci sono indizi che depongono per la rilevanza della slavicit linguistica: per unoperazione come quella ipotizzata da Curta gli avveduti apparati amministrativi e diplomatici della superpotenza bizantina non avranno certo puntato su unentit vaga e indeterminata; assai pi verosimile che abbiano cercato di appoggiarsi su unidentit almeno linguisticamente ben definita. Occorre poi ricordare che lidentit slava risulta vincente non solo nellarea balcanica ma anche, in maniera largamente indipendente, nella com-plessa situazione di Kiev dove sono in gioco almeno tre fattori etnici (chazari, variaghi, slavi orientali)5. Che sia pi o meno spontanea, che sia esente o meno dallinflusso di fattori esterni, manovre politico-diplomatiche ecc., unafferma-zione cos ampia dellelemento slavo difficilmente concepibile senza uniden-tit linguistica chiaramente riconoscibile.

Sempre a proposito della necessit di distinguere, va detto che il termine etnogenesi pu essere usato almeno in due maniere diverse. C unetnogenesi recente, della quale si appena detto: essa caratterizzata dallemergere di una marcata autoconsapevolezza, che fondata su unidentit linguistica gi definita e prelude, a parte incerti esperimenti come il tentativo di Samo, a sviluppi politi-ci futuri che matureranno dopo la cristianizzazione. Su questa etnogenesi siamo in possesso di informazioni storiche, certamente non complete ma comunque preziose. Sullo sfondo possiamo collocare uno slavo comune unitario diffuso intorno al 600 d.C. e ricostruibile con buona accuratezza grazie agli strumenti della linguistica storica. Intravediamo per, pur non potendo precisare i detta-gli del quadro, dei processi etnogenetici pi antichi che hanno portato infine alla costituzione di quellelemento etno-linguistico slavo di base sul quale si innesteranno i processi successivi. Di questi processi etnogenetici pi antichi sappiamo ben poco: hanno comunque prodotto quella base linguistica panslava che possiamo ricostruire con buona approssimazione e collocare intorno al 600 d.C. Possiamo provare a spingere il nostro sguardo pi indietro con vari stru-menti, dallindagine multidisciplinare alla ricostruzione interna, ma difficile arrivare a conclusioni sicure. Una discussione su questo punto si tramuterebbe inevitabilmente in un discorso generale sulla problematica del protoslavo che andrebbe molto oltre i limiti del presente lavoro. Qui vorrei solo accennare ad un tipo di ricerca che negli ultimi decenni ha contribuito a mettere in prospettiva nuova alcuni temi della linguistica storica. Mi riferisco allo studio del contatto linguistico, sviluppatosi con nuova energia dopo la pubblicazione di Thomason, Kaufman 1988. Di recente apparso un lavoro di grande solidit e profondit che ha applicato alla slavistica la prospettiva del contatto (Boek 2014)6. Con

5 Cfr. Rossi 2010: 148-151, con uninteressante analisi della situazione plurilin-guistica e plurietnica di Kiev, anche in parallelo con letnogenesi iranica.

6 Tra laltro il volume, oltre a un esame del concetto di protoslavo alla luce di quelli di lingua franca e koin, contiene una dettagliata discussione del modello con-

Raffaele Caldarelli16

i nuovi strumenti metodologici si riprende in fondo una problematica di lunga tradizione: il contrasto tra chi ammette lesistenza di vere lingue miste e quindi di una filiazione multipla a pieno titolo (Pisani 1978: 167-168) e chi sostiene la possibilit di riconoscere sempre una filiazione prioritaria. Questa seconda po-sizione in sostanza quella di Meillet, per il quale, almeno nel caso di lingue a morfologia complessa come ad es. le indoeuropee, le semitiche, le ugro-finniche e le bantu, la parentela linguistica ricostruibile attraverso la comparazione dei sistemi morfologici, meno soggetti al prestito di altri elementi della lingua, pur se non esclusa in assoluto la possibilit di prestiti per nessun sottosistema linguistico (Meillet 1982: 108)7. Se in assoluto la problematica del contatto lin-guistico certamente molto importante, non sembra di poter riscontrare (e tanto meno documentare solidamente) vasti fenomeni di commistione che abbiano contribuito a plasmare lunit linguistica slava e possano dare una sorta di ri-scontro linguistico alle idee su unetnogenesi complessa. Siamo quindi, almeno in prima istanza, pi nellottica di Meillet che non sulle posizioni opposte.

In sintesi: a) di Meillet sembra resistere anche la visione di uno slavo che continua senza sostanziali fratture una base indoeuropea (Meillet 1934: 13); b) le solidariet dello slavo allinterno dellindoeuropeo sembrano andare soprat-tutto verso larea orientale (Porzig 1974: 164-169, 172-174 ; Meillet 1934: 10)8; c) in particolare, a livello delle strutture morfosintattiche che non sembrano sussistere tracce significative di commistione linguistica9.

Vorrei qui soffermarmi brevemente su un caso di possibili contatti predocu-mentari, lunico, come nota Boek (2014: 367), a proposito del quale Thomason e Kaufman discutano direttamente una problematica slava di contatto. Alle re-lazioni tra ugro-finnico (uralico) da una parte e slavo (nonch baltico, dal quale qui si prescinde) dallaltra10, dedicato lintero 9.5, dal titolo Uralic Substra-tum Interference in Slavic and Baltic (Thomason, Kaufman 1988: 238-251). Come possibili mutamenti indotti da influenza ugro-finnica gli autori esamina-no tre mutamenti fonologici e tre morfosintattici (Thomason, Kaufman 1988:

tattologico di van Coetsem che apporta importanti modifiche a quello di Thomason e Kaufman; qui non entro nel merito data anche la limitata ampiezza del presente contri-buto. Cfr. Boek 2014: 49-104, 111-183.

7 Significativo latteggiamento di Meillet (1982: 106) verso i pionieristici studi di Schuchardt su ibridi come lo slavo-italiano e litalo-slavo, per i quali, au cas o ils survivraient, egli ammetteva la difficolt di trovare una filiazione univoca. Alla curio-sa riserva qui menzionata si aggiungeva la sconcertante attribuzione di questi ibridi a populations infrieures (ibidem).

8 Una vastissima bibliografia esiste com noto anche sui rapporti dello slavo con le aree linguistiche dellEuropa occidentale antica. I rapporti evidenziati sono in ogni caso sempre apparsi piuttosto tenui: a puro titolo desempio cfr. Pohl 1977 per il latino.

9 Per la possibilit e la necessit di approfondire tematiche sostratistiche attra-verso lo studio del lessico cfr. invece ad es. Holzer 1989.

10 Come notano gli autori stessi (pp. 239-240), parlare di influenze finniche sul protoslavo tuttaltra cosa rispetto al rilevare sicure interferenze tra finnico e slavo orientale, visibili a vari livelli (cfr. da ultimo Matveev 2015 per la toponimia).

Il protoslavo, letnogenesi slava e il contatto linguistico 17

248-251). Si tratta, rispettivamente, di: palatalizzazione fonemica, evoluzione delle opposizioni vocaliche quantitative in qualitative, sviluppo (aggiungerei: assai limitato, e con caratteristiche specificamente slave) di elementi che sa-rebbero assimilabili allarmonia vocalica; sviluppo dellopposizione categoriale animato-inanimato, nascita dello strumentale predicativo, buona conservazio-ne del ricco sistema indoeuropeo di casi nominali. In realt tutti questi tratti sembrano ammettere altre spiegazioni. Circa la conservazione della comples-sa morfologia nominale, gli stessi autori concordano sulla difficolt di prova-re uninfluenza esterna (nella fattispecie, da parte della ricchissima morfologia nominale ugro-finnica) in senso conservativo e non evolutivo. Quanto agli altri tratti, mi limito qui a considerare lopposizione categoriale animato-inanimato, sulla cui genesi un influsso finnico davvero poco probabile: di molti fenomeni che vi si ricondurrebbero, tra cui quello che forse il pi caratteristico, luso del genitivo-accusativo per loggetto, possiamo infatti seguire laffermazione in epoca storica, nella documentazione in antico slavo ecclesiastico e poi nelle va-rie fasi delle altre lingue slave. Inoltre Mindak (1990) ha chiaramente mostrato che il fenomeno, anche se non si pu escludere linflusso concomitante di fattori diversi, ha come causa principale dinamiche strutturali profondamente radicate nelle esigenze del sistema (perspicuit delle opposizioni di forme, gerarchie se-mantiche e funzionali ecc.), dinamiche che trovano paralleli tipologici in molte lingue del mondo11.

Linteresse dellorientamento di Thomason e Kaufman non va cercato per nella riproposizione di ipotesi sostratistiche che nella fattispecie appaiono in ve-rit deboli. Sta invece nel porre con chiarezza alcune domande sul metodo tra le quali a mio parere la pi importante questa: come si dimostra linterferenza se c stato uno shift che ha portato un gruppo sociale linguisticamente omogeneo ad adottare in toto una lingua diversa? Le tracce di sostrato possono essere insi-gnificanti o nulle. In che direzione occorre cercare, allora? Vorrei qui ricordare Meid 1989: 21-2212:

Fr die indogermanische Kulturwissenschaft sowie fr die Abgrenzung indo-germanischer und nichtindogermanischer Kulturen und die Frage ihrer eventuellen Symbiose sind jedoch weitere Argumente notwendig, die aus anderen berliefe-rungsbereichen kommen mssen: aus dem Bereich von Religion und Mythologie, der Sozialstruktur, des Rechtes, von Sitte und Brauchtum, kurz: aus dem gesamten Bereich der geistigen Kultur, im Sinne einer gegenseitigen Erhellung.

Nel caso dei rapporti slavo-finnici potremmo appunto trovarci di fronte a una situazione di shift per cui popolazioni finniche si sarebbero slavizzate

11 Per un quadro pi ampio di tutta la problematica slavo-uralica cfr. Boek 2014: 357-370.

12 Le sue considerazioni, avanzate in ambito indoeuropeistico nel contesto di una polemica contro alcune tesi di Colin Renfrew, appaiono perfettamente applicabili allambito slavo. Nelle righe che precedono il passo qui riportato, Meid critica luso che Renfrew fa dellevidenza archeologica per trarre conclusioni linguistiche.

Raffaele Caldarelli18

linguisticamente, portando per nella Slavia molti elementi della loro cultura, essenzialmente matriarcale: qui la storia della cultura potrebbe integrare levi-denza linguistica che manca. Questa la visione cui pervenne Gasparini con un lungo percorso scientifico e che espresse nella sua opera maggiore pubblicata nel 1973, pur mantenendo sulla provenienza finnica di quello che defin il ma-triarcato slavo una sorta di riserbo e di riluttanza a precisarne i contorni (cfr. Faccani in Gasparini 2010: XXVII).

In un saggio pubblicato nel 195813, Gasparini offre un brillante saggio di metodo indagando con rigore le concordanze tra usanze matrimoniali di popo-lazioni del gruppo finnico (in particolare estoni) e alcuni riti matrimoniali slavi e dimostrando per questa via la derivazione dei secondi dalle prime. Gieysztor (1982: 250) cita Gasparini anche se lo critica soprattutto per avere, a suo pare-re, decisamente sopravvalutato gli elementi matrilineari nel matrimonio slavo. Ammette per un consistente strato di credenze telluriche alla base di un ciclo annuale di feste legate alle attivit agricole, nonch la sacralit della madre terra umida. Rifiuta invece, contro Gasparini 2010 e Dittrich 1961, lorigine ugro-finnica di questo complesso mitico-religioso, come pure della dea Moko che vi legata14, riconducendola in modo pi generico a una popolazione pa-leoeuropea che coinciderebbe con una prima ondata indoeuropea sul continente, alla quale, secondo unottica che comunque lascia molti problemi aperti, appar-terrebbero anche i celti (Gieysztor 1982: 250-251).

Nella sua sintesi Gieysztor tenta di ricondurre le credenze antico-slave nel quadro del funzionalismo dumziliano, ma ammette che rimangono fuori dal quadro numerosi elementi che restano ad attestare processi complessi, svoltisi lungo le tappe delletnogenesi slava, ancora assai controverse e difficili da pre-cisare nello spazio e nel tempo (Gieysztor 1982: 256).

possibile che qualche risultato attendibile nellinvestigazione di influssi antropologico-culturali possa essere colto nellanalisi di consuetudini sociali o istituzionali precisamente strutturate (come quelle matrimoniali sopra menzio-nate), meglio se implicanti la produzione di un testo orale o scritto15.

13 Si tratta di Finni e Slavi, ristampato in appendice a Gasparini 2010 (v. Biblio-grafia).

14 Certamente non finnico letimo del nome, che invece connesso con moko domovj v obraze eniny e come questo si riconduce alla radice di mkryj (Fasmer, Trubav 1986-1987, II: 640).

15 Impossibile appare invece stabilire quale possa essere stato eventualmente il ruolo delle lingue ugro-finniche nella nota tabuizzazione del nome slavo originario dellorso (Zelenin 1929; Fasmer, Trubav 1986-1987, II: 589): la complessa fenome-nologia, che coinvolge molte lingue dellarea eurasiatica, non consente conclusioni.

Il protoslavo, letnogenesi slava e il contatto linguistico 19

Bibliografia

Boek 2014: V. Boek, Praslovantina a jazykov kontakt, Praha 2014.

Curta 2001: F. Curta, The Making of the Slavs. History and Archae-ology of the Lower Danube Region, c. 500-700, Cam-bridge (UK) 2001.

Curta 2015: F. Curta, Four Questions for Those Who Still Believe in Prehistoric Slavs and other Fairy Tales / etiri pitanja za one koji jo vjeruju u prapovijesne Slavene i ostale bajke, Starohrvatska prosvjeta, III, 2015, 42, pp. 286-303.

Dittrich 1961: Z.R. Dittrich, Zur religisen Ur- und Frhgeschichte der Slaven, Jahrbuch fr Geschichte Osteuropas, IX (n.s.), 1961, pp. 481-510.

Fasmer, Trubav 1986-1987: M. Fasmer, timologieskij slovar russkogo jazyka, trad. russa ampliata di O.N. Trubav, a cura di B.A. Larin, I-IV, Moskva 1986-1987 (ed. or. M. Vasmer, Russisches Etymologisches Wrterbuch, I-III, Heidel-berg 1950-1958).

Gasparini 2010: E. Gasparini, Il matriarcato slavo, Firenze 2010 (rist. di 19731); in appendice rist. di: E. Gasparini, Finni e slavi, Annali dellIstituto Orientale. Sezione Slava, I, 1958, pp. 77-105.

Gieysztor 1982: A. Gieysztor, Mitologia Sowian, Warszawa 1982.

Gzella 2015: H. Gzella, A Cultural History of Aramaic. From the Be-ginnings to the Advent of Islam, Leiden 2015.

Holzer 1989: G. Holzer, Entlehnungen aus einer bisher unbekannten indogermanischen Sprache im Urslavischen und Ur-baltischen, Wien 1989.

Holzer 1995: G. Holzer, Die Einheitlichkeit des Slavischen um 600 n. Chr. und ihr Zerfall, Wiener Slavistisches Jahrbuch, XLI, 1995, pp. 55-89.

Holzer 1996: G. Holzer, Das Erschlieen unbelegter Sprachen. Zu den theoretischen Grundlagen der genetischen Lingu-istik, Frankfurt am Main et al. 1996.

Holzer 2006: G. Holzer, Gli Slavi prima del loro arrivo in Occidente, in: Lo spazio letterario del Medioevo, 3. III, Le cultu-re circostanti. Le culture slave, a cura di M. Capaldo, Roma 2006, pp. 13-49.

Raffaele Caldarelli20

Matveev 2015: A.K. Matveev, Substratnaja toponimija Russkogo Se-vera, IV, Toponimija merjanskogo tipa, Ekaterinburg 2015.

Meid 1989: W. Meid, Archologie und Sprachwissenschaft. Kriti-sches zu neueren Hypothesen der Ausbreitung der In-dogermanen, Innsbruck 1989.

Meillet 1934: A. Meillet, Le slave commun, Paris 19342 (19241).

Meillet 1982: A. Meillet, Les parents de langues, in: Id., Linguis-tique historique et linguistique gnrale, Genve-Paris 1982 (Paris 19211), pp. 102-109 (I ed.: Bulletin de la Socit de linguistique de Paris, XXI, 1918-1919, pp. 9-15).

Mindak 1990: J. Mindak, Jzykowa kategoria ywotnoci w polszczy-nie i sowiaszczynie na tle innych jzykw wiata. Prba ujcia typologicznego, Wrocaw et al. 1990.

Ostrogorsky 1993: G. Ostrogorsky, Storia dellimpero bizantino, Torino 19932 (I ed. it. 1968; ed. or. Geschichte des Byzantini-schen Staates, Mnchen 1963).

Pisani 1978: V. Pisani, Baltico, slavo, iranico, in: Mantissa, Brescia 1978, pp. 167-195 (I ed.: Ricerche slavistiche, XV, 1967, pp. 3-24).

Pohl 1977: H.D. Pohl, Slavisch und Lateinisch, Klagenfurt 1977.

Pohl 1991: W. Pohl, Conceptions of Ethnicity in Early Medieval Studies, Archaeologia Polona, XXIX, 1991, pp. 39-49.

Porzig 1974: W. Porzig, Die Gliederung des indogermanischen Sprachgebiets, Heidelberg 19742 (19531).

Rossi 2010: A.V. Rossi, Problemi di origini, in onore di Boris Andreevi, in: Forma formans. Studi in onore di Boris Uspenskij, a cura di S. Bertolissi, R. Salvatore, II, Na-poli 2010, pp. 147-154.

Thomason, Kaufman1988: S.G. Thomason, T. Kaufman, Language Contact, Cre-olization, and Genetic Linguistics, Berkeley et al. 1988.

Zelenin 1929: D.K. Zelenin, Tabu slov u narodov vostonoj Evropy i severnoj Azii. ast I. Zaprety na ochote i inych pro-myslach, Sbornik Muzeja Antropologii i tnografii, VIII, 1929, pp. 1-151

Il protoslavo, letnogenesi slava e il contatto linguistico 21

Abstracts

Raffaele CaldarelliProto-Slavic, Slavic Ethnogenesis and Linguistic Contact: Problems and Research Perspectives

In the last decades we gained a much deeper knowledge about the historical con-text of Slavic unity. Reconstructed Proto-Slavic represents Slavic linguistic situation about 600 A. D. This form of Slavic language (at this time probably uniform, maybe used as lingua franca in the Avar empire) became one of the pillars of the Slavic ethno-genesis, which was also the result of social and political factors, including Byzantine ini-tiative. Near this ethnogenesis, there were also earlier ethnogenetic processes, about which we know very little and we can rather make hypotheses.

In this article are taken into account some concepts from contact linguistics: large phenomena of linguistic mixture are rather unlikely to have happened, whereas prob-ably there were phenomena of linguistic shift to Slavic, in particular of Finnic peoples, with cultural (not linguistic) substratum traces of their past.

Prasowiaski, sowiaska etnogeneza i kontakt jzykowy: problemy i perspektywy badacze

W cigu ostatnich dziesicioleci, zdobyto wicej wiadomoci o dobie jednoci so-wiaskiej i o jej historycznym kontekcie. Zrekonstruowany jzyk prasowiaski repre-zentuje sytuacj jzykow wspln w przestrzeni sowiaskiej ok. roku 600 n. e.

Taki jzyk sowiaski (w tym czasie prawdopodobnie jednolity, by moe uywany jako lingua franca w cesarstwie awarskim) by jednym z filarw sowiaskiej etnogene-zy, ktra czciowo bya take wynikiem czynnikw spoecznych i politycznych, z dzia-alnoci Bizancjum wcznie.

Obok tej etnogenezy istniay oczywicie jeszcze wczeniejsze procesy etnogene-tyczne, co do ktrych mamy mao pewnoci. Moemy raczej sformuowa hipotezy. W artykule s uwzgldnione niektre pojcia zwizane z badaniami nad kontaktem jzy-kowym. Mao prawdopodobne s tutaj rozlege zjawiska jzykowego mieszania. Bar-dziej prawdopodobna za jest cakowita jzykowa slawizacja niesowiaskich plemion, szczeglnie fiskich, przy zachowaniu wanych ladw pierwotnej kultury w dziedzinie wierze, obyczajw itd.

Keywords

Linguistic Contact; Linguistic Reconstruction; Proto-Slavic; Slavic Ethnogenesis; Slavo-Finnic Relations.

Contributi italiani al XVI Congresso Internazionale degli Slavisti. Belgrado, 20-27 agosto 2018, a cura di Maria Chiara Ferro, Laura Salmon, Giorgio Ziffer, ISBN 978-88-6453-723-8 (online), ISBN 978-88-6453-720-7 (print), CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press

Sl.eccl. p. Studi per un lexicon plurilingue dei termini religiosi e filosofico-teologici

Maria Chiara Ferro (Universit Gabriele dAnnunzio Chieti-Pescara)

1. Introduzione

Nellottica di un avanzamento metodologico del progetto per un lexicon paleoslavo slavo ecclesiastico russo del lessico religioso e filosofico-teolo-gico1, finalizzato in ultima analisi allindividuazione di traducenti italiani ade-guati, questo studio mira alla definizione del significato di sl.eccl. p nelle fonti del medioevo slavo orientale e di epoca pre-petrina (XII-XVIII)2.

Lanalisi delle occorrenze stata condotta sulla selezione di fonti dei corpora Drevnerusskij (NKRJa_DR, fonti del XII-XIII sec.), Starorusskij (NKRJa_SR, fonti del XIV-XVIII sec.) e Cerkovnoslavjanskij (NKRJa_CS, fonti liturgiche) del Nacionalnyj Korpus Russkogo Jazyka3, che raccoglie opere diverse per ge-nere e tipologia: cronache, racconti storici, epistole, agiografie, omelie, raccolte di inni e di libri liturgici, testi di direzione spirituale.

Dei circa mille esempi esaminati4 indicheremo qui soltanto alcuni casi elo-quenti5, nel tentativo di ricostruire i contesti duso del lemma e la ricchezza

1 In proposito si vedano i saggi Ferro 2012, Ferro, Romoli 2013, 2014a-b e 2018, Romoli 2016, che contengono alcuni studi preparatori, e Ferro, Romoli 2014b che presen-ta finalit, metodo e utilit sia scientifica che pratica del progetto. Data la complessit del processo di sviluppo del lessico intellettuale russo, la disamina delle accezioni dei singoli lemmi chiama in causa la considerazione delle peculiarit culturali dei contesti di riferi-mento e i mutamenti semantici da ci determinati. Si comprende allora come opportuna-mente osservato anche dai referee, che ringrazio che un attento studio di termini chiave del medioevo slavo potr apportare informazioni significative non solo in ottica strettamen-te traduttiva, ma anche storico-linguistica (con la riconsiderazione del concetto di antico slavo-ecclesiastico), storico-letteraria (in riferimento alle categorie di medievale e pre-moderno nella civilt letteraria russa), storico-religiosa (per meglio definire ruolo e in-fluenza della produzione liturgica nel contesto socio-culturale della Rus e della Moscovia).

2 Sulla periodizzazione della letteratura russa antica si veda Garzaniti 2012.3 Cfr. (ultimo accesso: 04.05.2018), cui si rimanda per un

elenco completo dei materiali consultati e per il dettaglio delle edizioni di riferimento. 4 Le occorrenze di NKRJa_DR e NKRJa_SR sono state censite interamente per un

totale di 465 esempi, quelle di NKRJa_CS, che oltrepassano le 4000 unit, sono state con-sultate a campione, avendo cura di considerare tutte le tipologie e i generi testuali presenti.

5 Analogamente, lindicazione delle citazioni bibliche (verificate sulla Bibbia di Elisabetta Biblija) e della loro presenza nelle diverse fonti non ha pretese di esaustivit.

Maria Chiara Ferro24

delle oscillazioni semantiche restituita dallinterrogazione delle fonti. I dati ot-tenuti saranno posti a confronto con le voci dei dizionari dello slavo ecclesia-stico (Djaenko, SAR, SCR, Sreznevskij) e del paleoslavo (Cejtlin, Miklosich, Kurz), al fine di evidenziare lutilit della metodologia impiegata. Accostati a quelli dellanaloga indagine di sl.eccl. , qui condotta da F. Romoli, i nostri risultati potranno meglio definire utilizzo, differenze ed eventuali sovrap-posizioni semantiche di due concetti chiave del medioevo slavo-orientale6.

2. Sl.eccl.

La disamina delle occorrenze presenta un lemma altamente polisemico. Come attributo di uomo (2.1), esso pu indicarne la facolt di pensare e co-noscere (2.1.1), la mente (2.1.2), il senno (2.1.3), i sensi e la coscien-za (2.1.4), lanimo (2.1.5). Assumendo il valore di conoscenza (2.2), il termine designa, non senza evidenziarne la dicotomia, ora il sapere profano (cfr. 2.2.1), che luomo acquisisce attraverso lo studio, guadagnando sag-gezza (2.2.1.1) e assennatezza (2.2.1.2), ora la conoscenza di Dio e delle verit rivelate (2.2.2). In contesti differenti, locuzioni analoghe a quelle che veicolano questultimo significato indicano lintelligenza e lintelletto divini (2.3.1); le fonti attestano altres il significato di intelletto e scienza intesi come doni di Dio (2.3.2). Sl.eccl. si riferisce, poi, al prodotto del pen-siero (2.4), individuando un singolo pensiero, ragionamento, o opinione (2.4.1), le intenzioni (2.4.2), il messaggio o il suo contenuto (2.4.3), tal-volta il consiglio (2.4.4). Ancora, il lemma si presta ad indicare il senso e il significato di Scritture, parole e azioni (2.5). Infine, un limitato numero di esempi attesta i valori di regola (2.6.1) e segno (2.6.2).

2.1. Attributo di uomo

2.1.1. facolt di pensare e conoscere. Laddove indica lintelletto e lintelligenza, sl.eccl. risulta un attributo sia maschile, sia talvolta femminile (si attaglia ad Olga in PVL, ad Evfrosinija Danilova in DEV, ad Antonina martire in Prolog, 13 giu.), che le fonti dei secoli XII-XVI riferi-scono sostanzialmente a principi, santi, starcy, vescovi, anziani e, in qualche caso, a sovrani non cristiani ( SkI7). In testi pi tardi il termine designa anche lingegno

6 Le numerose occorrenze concomitanti (i due termini insieme) o combinate (un termine specifica laltro) di sl.eccl. e di sl.eccl. meritano unattenzio-ne e unanalisi particolari, che rimandiamo ad un prossimo lavoro.

7 La grafia delle citazioni rispetta quella delledizione di riferimento.

Sl.eccl. p. Studi per un lexicon plurilingue 25

di gente comune, come scrive P.A. Tolstoj degli italiani (PTE). Tale intelli-genza, connaturata alluomo ( D), pu essere accre-sciuta e sviluppata attraverso lo studio (AIZ), definita in positivo ( NL; Groznyj; - , Kurbskij [b]; FI; - Oktoich) o in negativo ( - MLS; Grek; , PFI; PDT; , PPK, Mineja), per eccesso ( SP; - VM; Kurbskij [a]) o per difetto ( PDT; VM; NL; VM; PKB), attraverso sintagmi e combinazioni lessicali pres-soch stabili in fonti di generi e tipologie diverse.

2.1.2. mente. Con riferimento a Mt 22,378, passo sovente ripreso nei testi liturgici e in particolare nelle preghiere, il termine denota pi propriamente la mente, che il credente distoglie dagli interessi caduchi e indirizza alla cono-scenza e allamore di Dio: , , - (Molitvy). In questo significato, sl.eccl. assume lantropomorfi-smo degli occhi ( AK), che ben si collega alla simbologia della luce di cui al paragrafo 2.3.2.

2.1.3. senno e ragione. Per estensione, il termine indica linsieme delle facolt delluomo ( DIS), il pensiero, il raziocinio, la ragione. In alcuni contesti il lemma si presta a definire let della ragione, della maturit che, nel caso di principi e sovrani li rende in grado di governare ( , , , , OSO); in tal senso va inteso il passo riferito allimperatrice Elena in SK: .

2.1.4. sensi e coscienza. Il lemma identifica altres i sensi e la coscien-za (lessere cosciente) delluomo, che si possono offuscare (Pela), acceca-re (Timofeev), sparire o venire meno (Izb): , , , (Kurbskij [a]). Daltra parte luomo, pur malato, pu essere cosciente ( , , PBV) o ritornare in s ( OPGC).

8 Biblija interpreta qui come .

Maria Chiara Ferro26

2.1.5. animo. In altri contesti il termine denota lanimo umano (Sap 4,11), la cui rettitudine presupposto per la comprensione di Dio (AD), e anche la disposizione dellanimo, il modo di sentire, ad esempio del sovrano nei con-fronti dei sudditi: [] NL.

2.2. Conoscenza e conoscenze

Un secondo ambito semantico coperto da sl.eccl. quello della co-noscenza, nella sua duplice accezione di c. umana e di c. divina: - , D.

2.2.1. conoscenza umana. Indicando il risultato dellapplicazione delle facolt intellettuali delluomo, il termine identifica la conoscenza, la com-prensione e financo la contezza e cognizione. Quella umana pu essere una c. esteriore ( ), cio comprensione del mondo cir-costante, delle cose terrene ( D, la c. dei libri ( PDT), e ancora le scienze umane (PL), il sapere filosofico ( - , Al), che si rag-giungono attraverso lapplicazione allo studio: , AD. Per quanto eccelsa, spiegano i Padri, tale conoscenza della realt sensibile risulta comunque infe-riore alla fede ( : , D) e alla conoscenza della verit (cfr. 2.2.2), ch per conoscere Dio necessario allontanare il sapere terreno e immergersi nella preghiera (D).

2.2.1.1. saggezza. Frutto della conoscenza la saggezza, ausilio nel raggiungimento della verit: , - , - , , , (D). A partire da Sap 4,9 (Biblija reca ) e Gb 12,12 (Bib-lija reca e) i testi sviluppano una serie di rimandi al legame tra saggezza e canizie (esplicitato talvolta nellespressione Prolog, 12 lug.), dal canuto di saggezza anzitempo (SDI, NKL), al giovane che supera i canuti in saggezza (Ch), allanziano che in luogo della saggezza conserva la sola canizie (Timofeev).

2.2.1.2. assennatezza e buon senso. Dalla saggezza scaturiscono assenna-tezza, ragionevolezza e buon senso. Parole e azioni possono essere secondo ragione ( Kurbskij [a] e [c], Azarin, Posokov) o contrarie alla ra-gione, senza ragione, fuori dalla ragione ( Groznyj,

Sl.eccl. p. Studi per un lexicon plurilingue 27

Kurbskij (a), Karpov, TN, Timo-feev). Insieme al significato di buon senso (Sal 111 [110 in Biblija],10), le Scritture restituiscono quello di prudenza (nel senso di lat. prudentia, terzo significato: prudenza, saggezza, avvedutezza, senno, giudizio Olivetti), da intendersi in taluni contesti nel senso di un dono di Dio, alla luce di Sap 8,18, Prv 2,6 e 3,13 e 8,12 (cfr. 2.3.1).

2.2.2. conoscenza cristiana. Il lemma definisce altres la conoscenza cri-stiana ( ), intesa strictu senso come c. delle sacre Scritture ( () S), e dei dogmi dellortodos-sia ( , Kurbskij [a]), nonch come c. e com-prensione della verit ( ), di Dio e delle cose di Dio ( NL, , D), di Cristo e dei suoi patimenti ( D; , AIZ), della salvezza (Lc 1,77, poi in Mineja, 21 ago.), sovente in riferimento al passo neotestamentario 1Tm 2,4. Tale scienza, pi preziosa delloro (Prv 8,10), posseduta dai santi che la offrono ad edificazione dei fedeli (AJu). In tal senso il lemma ricorre in opposizione alla c. delle cose terrene ( D, , , , [] Avvakum) e pu denotare la c. interiore (). Superando la dicotomia che contrappone il sapere cristiano ora alluna o allaltra delle scienze umane, ora alla saggezza profana, alcune fonti indicano una triplice gradazione (tricotomia cfr. pidlk 1985: 75-83), dalla conoscenza perfetta, cio spirituale (propria di santi e asceti Mineja) a quella dellanima, a quella rozza, carnale: -, , , , , - AD. Insondabile, misteriosa per luomo ( AN, AGI, Psaltir), la c. cristiana pu essere acquisita con lesercizio delle virt (NL, AD, Izb, D), la sequela dellinsegnamento dei santi (VM), la richie-sta a Dio (cfr. 2.3.2).

2.3. Prerogativa divina

2.3.1. attributo di dio. Attagliandosi alla sfera spirituale, oltre che intel-lettuale, la locuzione pu indicare, oltre che la conoscenza di Dio da parte delluomo (2.2.2), lintelligenza e lintelletto divini, talvolta la saggezza, la sapienza e financo la prudenza di Dio (2.2.1); ci accade in modo particolare laddove ricorrono citazioni bibliche, quali Sal 147(146 Biblija),5 (VPL), Sap 1,4 ([Biblija reca e] NKL), 1Re 3,28 (Bib), Gb 12,13 (Biblija reca e). In tal senso, il termine pu identifica-re per metonimia Dio stesso e riferirsi a Lui (Sal 139 [138 in Biblija],6), alla SS. Trinit (Trebnik), a Cristo (Mineja, 28 giu.). Essendo Cristo

Maria Chiara Ferro28

(cfr. 3.2.1), il legno della sua croce diventa (Mineja, Oktoich, Psaltir).

Le espressioni e (Mineja, Oktoich), con il lemma al plurale, si riferiscono ai pensieri e per estensione, in alcuni contesti, agli insegnamenti divini.

2.3.2. dono di dio. Sl.eccl. designa altres una dote elargita gratui-tamente da Dio, di preferenza ai piccoli ([] Epi-fanij) e agli umili ( D) impetrata pres-so di Lui ( Domostroj), presso Cristo ( , MT), o la Madre di Dio ( PD). Tale dono fon-damentale per la comprensione dei misteri della fede, oltre che per possedere il discernimento necessario ad indirizzare le proprie azioni ( , , Izm). Alla luce del contesto il lemma pu essere disambiguato ora come in-telletto, ora come scienza.

In relazione alle modalit in cui il dono viene elargito da Dio alluomo, la riflessione spirituale del Cristianesimo, testimoniata principalmente nei testi liturgici e negli insegnamenti dei Padri, sviluppa immagini legate ai simboli della luce e dellacqua: il dono divino rischiara come un sole le facolt uma-ne, gli occhi della mente ( , , D), che riacquistano la vista (D), oppure, trovando in Cristo la propria sorgente (Mineja, 3 ott.), abbevera i fedeli assetati. Di conseguenza, gli oranti chiedono di essere illuminati ( , , ! AD) o dissetati (, , AGI).

2.4. Espressioni del pensiero

Un altro gruppo di significati trasmessi dal lemma legato alla sfera delle-spressione del pensiero, nel triplice senso di articolazione di idee e concetti, de-terminazione di intenzioni e volont, comunicazione di informazioni.

2.4.1. pensiero, ragionamento e opinione. NKRJa_CS testimonia luso del lemma al plurale in riferimento ai singoli pensieri (cfr. 2Cor 10,5) umani. Questi possono essere belli, puri, retti, pii alti(ssimi) (Mineja, 10 nov., 1 gen., 21 ago., 17 e 28 apr.). Nella memoria di Caterina DAlessandria il termine denota i ragionamenti dei retori che la martire scardin (c [] Mineja, 24 nov.). In altri contesti il termine funge da sinonimo di idea, parere o opinione (- , [] MF; ? NL). Nei testi che prevedono la presenza

Sl.eccl. p. Studi per un lexicon plurilingue 29

di un interlocutore diretto, quali sono le epistole, con una certa frequenza si in-contra lespressione () (Groznyj).

2.4.2. intenzioni umane. Sl.eccl. si presta poi a restituire i signifi-cati di intento, intenzione, volont, fino a decisione e risolutezza: , Sorskij (a); , , , PL; - , [] , GV.

2.4.3. messaggio e contenuto. Sl.eccl. pu ancora intendersi come messaggio, notizia, informazione (cfr. Sal 19 [18 Biblija],3), accezione pre-sente in particolare nelle fonti annalistiche (NL, MLS), nonch come contenuto di uno scritto ( , : - [] KB). Nelle opere di A. Kurbskij si registra il significato di concetto, argomentazione: , Kurbskij (d).

2.4.4. consiglio. Rare fonti testimoniano laccezione di consiglio: PSB; - , , (Groznyj).

2.5. Senso, significato e interpretazione

Tutti e tre i corpora visionati attestano limpiego di sl.eccl. col valore di senso, significato delle Scritture (PVL, Sorskij [b]), della Parola (Mineja, 26 apr.) o pi in generale di parole dette o scritte ( - , , Karpov). Inoltre il lemma pu indi-care linterpretazione, la spiegazione del senso (cfr. Dan 5,7), come nelli-struzione per i monaci del metropolita Feolipt: , : , , , , D. Nellintestazione dei salmi 41, 43, 44 (Psaltir) lespressione traduce gr. .

2.6. Varia

Alcune occorrenze restituiscono limpiego del termine in contesti ancora diversi, che ne ampliano i confini semantici.

Maria Chiara Ferro30

2.6.1. regola. Le fonti di NKRJa_SR veicolano laccezione di regola/e grammaticali ( , , Kurbskij [e]) e persino di (fondamenti dell)istruzione: [] Posokov.

2.6.2. segno, segnale. VL testimonia il significato di segno, segnale: .

3. Lapporto dei dizionari

La polisemia di sl.eccl. documentata sin dal substrato paleoslavo del lemma. Lesegesi proposta da Kurz e Cejtlin individua quattro principali nuclei semantici, corrispondenti rispettivamente a gr. , (e anche ), lat. intelligentia, intellectus; gr. , , , , lat. scientia, agnitio, cognitio (Dei), oltre che intellectus, intelligentia, e financo no-titia, sensus, doctrina, experientia, experimentum; gr. , , , nonch , , , lat. sententia, exacta significatio, sensus, intel-lectus, consideratio, cogitatio, nonch opinio e consilium; e gr. , , , lat. sensus, intelligentia, intellectus, contemplandi materia. Kurz ag-giunge il significato di lat. sensus, ru. . Allinterno del primo significato, entrambi i dizionari segnalano la possibilit di impiegare il lemma nel senso di gr. , lat. sapientia, scientia, prudentia, ru. . Assenti indicazioni dirette del valore di dono divino. Miklosich segnala in aggiunta i valori di gr. , lat. suffragium e di lat. consilium. Considerata la molteplicit di accezioni di ciascuno dei traducenti greci e latini (cfr. OlivettiG, Liddell, Oli-vetti), il lemma paleoslavo si presta ad esprimere molti dei significati individuati dallo spoglio delle fonti.

Nel passaggio allo slavo ecclesiastico la semantica del termine si arricchi-sce. Se SAR e SCR registrano soltanto due principali significati (facolt di pen-sare e conoscere e significato, senso di qualcosa), Djaenko aggiunge quel-li di volont e di consiglio. Sreznevskij indica, inoltre, i valori di scopo, intendimento, considerazione, pensiero, corrispondenti gr. () e di segno. Sebbene ampio (ben quattordici diversi significati), il commento di questo dizionario risulta incompleto e talvolta confuso. Singolare lassenza di riferimenti espliciti allaccezione di dono divino (evincibili solo da unattenta lettura di alcuni esempi). Al quarto significato (ru. , ) sorprende la mancanza di cenno alla cognitio Dei, presente nel paleoslavo e che costituisce una porzione importante della semantica del lemma, quale viene restituita dal-le fonti (2.2.2). Analogamente, lutilizzo del termine nel senso di contenuto (ru. ), dato da Sreznevskij come dubbio, invece ben attestato nel nostro corpus (2.4.1). Non convince poi il significato di compassione (ru. c), poich non del tutto pertinente, secondo noi, allesempio riportato

Sl.eccl. p. Studi per un lexicon plurilingue 31

(tratto da Gn 34,3), che sembra attagliarsi meglio al (modo di) sentire reso dal-le fonti (2.1.5), come conferma anche la lezione di Biblija, dove la locuzione , tratta da una versione del XIV secolo (cfr. Sreznevskij), resa con lespressione . I significati di giudizio (ru. ) e consenso (ru. ) non sono confermati dal nostro spoglio, seppur possano essere ricompresi in particolari sfumature di gr. e lat. sententia, attestati tra i significati principali del lemma sin dal paleoslavo. Laccezione di regola/e da noi rinvenuta (2.6.1) non registrata nei dizionari.

4. Conclusioni

La ricognizione condotta permette di individuare cinque principali nuclei semantici e almeno due valori accessori di sl.eccl. . Il lemma definisce anzitutto le facolt intellettuali delluomo in se stesse (2.1), nonch le espres-sioni e i risultati del loro esercizio (2.4). Spesso occorre nel significato di co-noscenza umana (2.2.1) o divina (2.2.2). Risulta altres riferibile a prerogati-ve e doni di Dio (2.3), si attaglia a parole dette o scritte indicandone il senso (2.5), e, infine, in alcuni contesti, vale regola o segno (2.6). Tale polisemia, che raccoglie campi semantici diversi e financo opposti, restituisce unimma-gine alquanto dinamica della forma mentis delluomo slavo nei secoli conside-rati, caratterizzata dalla permeabilit di concetti quali mente e spirito, o, in relazione al testo, sensus literaris e sensus spiritualis, nonch delle categorie di divino e umano, religioso e secolare9.

Come si visto (3) i dizionari del paleoslavo e dello slavo ecclesiastico indicano la quasi totalit dei significati legati alla sfera umana e terrena, ma non commentano adeguatamente luso del lemma in riferimento a Dio o alla cono-scenza di Lui, viziandone e limitandone in modo significativo lesegesi.

Rispetto alla consultazione dei dizionari, linterrogazione delle fonti sem-bra cos permettere una comprensione pi esatta della semantica del termine, dei suoi contesti di utilizzo e dei suoi confini semantici, utile anche per la ricerca di traducenti italiani adeguati, molti dei quali sono qui soltanto indica-ti, e, per ragioni di spazio, potranno essere meglio commentati in altra sede. Nellottica dellelaborazione di un lexicon plurilingue dei termini religiosi e filosofico-teologici, dunque, questo lavoro conferma lutilit dellapproccio metodologico qui seguito nella comprensione dei concetti chiave del medioe-vo slavo-orientale.

9 La molteplicit di equivalenti greci indicati dai dizionari (3) non fa che con-fermare tale dato.

Maria Chiara Ferro32

Abbreviazioni

AB_Kazan: Akafist Bogorodice, pred Kazanskoj ikonoj. AD: Alfavit Duchovnyj. AGI: Akafist Sladajemu Gospodu naemu Iisusu Christu.AIZ: Akafist Ioannu Zlatoustu.Al: Aleksandrija (1400-1500).AN: Akafist svjatitelju Nikolaju.AP: Akafist Pokrovu. Avvakum: Avvakum (protopop), itije protopopa Avvakuma, im

samym napisannoe (1672-1675). Azarin: S. Azarin, itije archimandrita Troice-Sergieva mona-

styrja Dionisija (1648-1654).Bib: Biblija.c. conoscenzaCh: Chronograf 1617 goda (1617). D: Dobrotoljubie. DEV: Duchovnaja Evfrosinj, vdovy D.T. Veljaminova (Zer-

nova) (1563-1564).DIS: Duchovnaja inoka Iony Dmitrieva syna Jarcova (1430-

1460).Domostroj: Domostroj (1500-1560).Epifanij: Epifanij Premudryj, itije Sergija Radoneskogo (1417-

1418).FI: Formuljarnyj izvod poslanija nekoego strannika dja-

kona mitropolitu s prosboj o milostyne (1473).Grek: M. Grek, Poslanie o fortune (1515-1525).Groznyj: I. Groznyj, Pervoe poslanie I. Groznogo Kurbskomu

(1564). Izb: Izbornik 1076.Izm: Izmaragd.Karpov: F. Karpov, Poslanie Maksimu Greku o tretej knige Ezd-

ry (1515-1525).Kurbskij (a): A. Kurbskij, Istorija o velikom knjaze Moskovskom

(1564-1583).Kurbskij (b): A. Kurbskij, Trete poslanie Kurbskogo Ivanu Grozno-

mu (1577-1583)Kurbskij (c): A. Kurbskij, Poslanie Kodianu aplinu (1564-1583).Kurbskij (d): A. Kurbskij, Vtoroe poslanie Kurbskogo Ivanu Grozno-

mu (1564-1570).

Sl.eccl. p. Studi per un lexicon plurilingue 33

Kurbskij (e): A. Kurbskij, Predislovie k Novomu Margaritu (1564-1583).

Mineja: Mineja prazdninaja, Mineja obaja, Mineja [meno-logio].

MLS: Moskovskij Letopisnyj Svod (1560-1570).Molitvy: Molitvy [preghiere].NKL: Novgorodskaja Karamzinskaja letopis (Pervaja vybor-

ka, Vtoraja vyborka) (1400-1450).NL: Nikonovkaja Letopis (8591176 .) (1526-1530).Oktoich: Oktoich [ottoeco].OPGC: O priinach gibeli carstv (1600-1610). OSO: Okonanie spiska Obolenskogo (1562-1612).PBV: Povest o bolezni i smerti Vasilija III (1533-1550).Pela: Pela (XII-XIII sec.).PD: Povest o carice Dinare (1500-1550).PDT: Prita o due i tele.PFI: Povest o itij carja Fedora Ivanovia (1598-1605).PKB: Povest o javlenii i udesach Kazanskoj ikony Bogoro-

dicy (1594).PL: Piskarevskij letopisec (1600-1650).Posokov: I.T. Posokov, Zaveanie oteeskoe k synu svoemu

(1718-1725).Prolog: Prolog [prologo].Psaltir: Sledovannaja Psaltir, Psaltir [salterio].PTE: Puteestvie P.A. Tolstogo po Evrope (1699).PVL: Povest Vremennych Let.S: Skazanie o enorizskom ine. SK: Stepennaja Kniga carskogo rodoslovija (1560-1563).SkI: Skifskaja Istorija (1692). Sorskij (a): N. Sorskij, Poslanie Germanu Podolnomu (1480-

1508).Sorskij (b): N. Sorskij, Poslanie Vassianu Patrikeevu (1480-1508).SP: Inoka Fomy Slovo Pochvalnoe.SDI: Slovo o itij velikogo knjazja Dmitrija Ivanovia (1390-

1450). Timofeev: I. Timofeev, Vremennik (1610-1617).TN: Taktikon Nikona ernogorca (1300-1400). Trebnik: Trebnik.VL: Volynskaja letopis.VM: Velikie Minei eti (1530-1554).

Maria Chiara Ferro34

VPL: Volodsko-Permskaja letopis (8521538 .) (1550-1590).

AJu: itije Andreja Jurodivogo.AK: itije Arsenija Kovevskogo (1500-1600).GV: alovannaja votinnaja gramota c. Vasilija Ivanovia

(1610).KB: itije Martiniana Belozerskogo (1545-1555).MF: itije mitropolita Filippa (1591-1597).MT: itije Michaila Jaroslavia Tverskogo (1319-1320).

Dizionari

Cejtlin: R.M. Cejtlin, R.Veerka, E. Blagova (red.), Staro-slavjanskij slovar (po rukopisjam X-XI vv.), Moskva 19942.

Djaenko: G. Djaenko, Polnyj cerkovno-slavjanskij slovar, Moskva 1993 (19011).

Kurz: J. Kurz, Z. Hauptov (red.), Slovnk jazyka staroslovn-skho. Lexicon linguae palaeoslovenicae, I-IV, Praha 1966-1997 (rist. Sankt-Peterburg. 2006).

Liddell: H.G. Liddell, R. Scott, Greek-English Lexicon, New York 19969.

Miklosich: F. Miklosich, Lexicon Paleoslovenico-Graeco-Latinum emendatum auctum, Wien 1862-1865.

Olivetti: E. Olivetti, Dizionario Latino-Italiano, Italiano-Latino, .

OlivettiG: Olivetti E., Dizionario Greco antico-Italiano, Italiano-Greco antico, .

SAR: Slovar Akademii Rossijskoj, I-VI, Sankt-Peterburg 1789-1794.

SCR: Slovar cerkovno-slavjanskogo i russkogo jazyka, so-stavlennyj vtorym otdeleniem Imperatorskoj Akademiej Nauk, I-IV, Sankt-Peterburg 1847.

Sreznevskij: I.I. Sreznevskij, Materialy dlja slovarja drevnerussko-go jazyka po pismennym pamjatnikam, I-III, Sankt-Pe-terburg 1893-1912 (rist. Moskva 2003).

Sl.eccl. p. Studi per un lexicon plurilingue 35

Bibliografia

Ferro 2012: M.C. Ferro, Tradurre i lemmi russi appartenenti al les-sico agiografico slavo ecclesiastico. Difficolta e propo-ste, Studi Slavistici, IX, 2012, pp. 133-148.

Ferro, Romoli 2013: M.C. Ferro, F. Romoli, Gli attributi di Dio. Per una traduzione slavo ecclesiastico-russo-italiano del lessi-co religioso e teologico-filosofico, Studi Slavistici, X, 2013, pp. 237-248.

Ferro, Romoli 2014a: M.C. Ferro, F. Romoli, Appellativi e attributi della Ma-dre di Dio. Per un lexicon slavo ecclesiastico-russo-ita-liano dei termini religiosi, Studi Slavistici, XI, 2014, pp. 99-122.

Ferro, Romoli 2014b: M.C. Ferro, F. Romoli, Un lexicon slavo ecclesiastico-russo-italiano dei termini religiosi e filosofico-teolo-gici. Presentazione del progetto e primi risultati, con commento degli attributi del diavolo, Stephanos, VII, 2014, 5, pp. 96-120.

Ferro, Romoli 2018: M.C. Ferro, F. Romoli, Cerkovnoslavjansko-russko-ita-ljanskij leksikon religioznych i filosofsko-bogoslovskich slov. Ob imenovanijach i atributach Bogorodicy (II), in: N. Zapolskaja (red.), Rimskie Kirillo-Mefodievskie te-nija. Selecta. Slavjanskoe srednevekove. Bogosluenie. Kninost. Jazyk, Moskva 2018, pp. 137-182.

Garzaniti 2012: M. Garzaniti, Per una riflessione sulla periodizzazione della letteratura russa antica, in: G. Carpi, L. Fleish-man, B. Sulpasso (eds.), Venok. Studia slavica Stefano Garzonio sexagenario oblata. In Honor of Stefano Gar-zonio, Stanford 2012 (= Stanford Slavic Studies, 40), pp. 11-17.

Romoli 2016: F. Romoli, Studi per un lexicon plurilingue dei termini religiosi e filosofico-teologici. Ancora a proposito degli appellativi e attributi della Madre di Dio, Stephanos, XIX, 2016, 5, pp. 26-44.

pidlk 1985: T. pidlk, La spiritualit dellOriente cristiano. Ma-nuale sistematico, Roma 1985.

Maria Chiara Ferro36

Abstracts

Maria Chiara FerroChurch Slavonic . Studies for a Multilingual Lexicon of Religious and Philosophical-Theological Words

The paper aims at defining the meaning of Church Slavonic as it emerges from medieval and pre-modern Eastern Slavic sources dating from the 12th to 18th cen-tury, on the basis of the historical section of Russian National Corpus. Compared with the entries of Old Slavonic and Church Slavonic dictionaries, the query results allow a more exact understanding of the semantics of the word and of its contexts of use, which is useful in the determination of Italian equivalents. So the article confirms the relevance of this methodological approach in understanding the key concepts of East Slavic middle ages and in compiling a multilingual lexicon of religious and philosophi-cal-theological words.

.-. . -

.-. (XII-XVIII .), . , , -. , - - .

Keywords

Church Slavonic ; Lexicon of Religious and Philosophical-Theological Words; Medieval and Pre-modern Eastern Slavic Sources; Russian National Corpus; Lexicography

Contributi italiani al XVI Congresso Internazionale degli Slavisti. Belgrado, 20-27 agosto 2018, a cura di Maria Chiara Ferro, Laura Salmon, Giorgio Ziffer, ISBN 978-88-6453-723-8 (online), ISBN 978-88-6453-720-7 (print), CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press

Sl.eccl. . Studi per un lexicon plurilingue dei termini religiosi e filosofico-teologici*

Francesca Romoli (Universit di Pisa)

1. Premessa

Scopo del presente lavoro definire il significato di sl.eccl. qual esso emerge dalle fonti del medioevo slavo orientale e di epoca pre-petrina (XII-XVIII sec.)1. La ricognizione delle occorrenze stata condotta sulla base del Corpus nazionale della lingua russa (Nacionalnyj korpus russkogo jazy-ka [NKRJa]), nella sezione Istorieskij korpus, attraverso linterrogazione dei sotto-corpora drevnerusskij, starorusskij e cerkovnoslavjanskij, che accolgono rispettivamente fonti del XII-XIII e XIV-XVIII sec., e fonti liturgiche; le cita-zioni bibliche sono state verificate sulla Bibbia di Elisabetta (Biblija)2. La disa-mina minuziosa dei materiali, tesa allindividuazione di contesti di uso stabili, orientata a fissare la gamma delle accezioni del termine; lindicazione della tipologia e cronologia delle fonti a raccogliere dati utili alla valutazione di pos-sibili oscillazioni e variazioni semantiche ( 2). I risultati dellindagine saranno posti a confronto con il significato nei dizionari di sl.eccl. , anche nelle sue ascendenze paleoslave ( 3)3.

Questo studio si inscrive nel progetto di un lexicon paleoslavo-slavo eccle-siastico4-russo-italiano del lessico religioso e filosofico-teologico, come tenta-

* Questo studio complementare alla disamina di sl.ecc. condotta in que-sta stessa sede, con analogo metodo e intenti, da M.C. Ferro (cfr. pp. 23-36, supra).

1 Sulla periodizzazione della letteratura russa antica cfr. Garzaniti 2012.2 Sulla tipologia e le funzioni delle citazioni bibliche nella letteratura della Slavia

orthodoxa e sulla mediazione liturgica delle Scritture si vedano, insieme al classico Pic-chio 1977, Naumow 2004, Garzaniti, Romoli 2013, Garzaniti 2014, Romoli 2009, 2014, 2016a-c, 2017a-b e Romoli in stampa. NKRJa accessibile al link: . Per la resa italiana del termine nelle occorrenze bibliche di volta in volta indicate si fatto riferimento alla versione della Bibbia di Gerusalemme (BG).

3 I dizionari consultati sono indicati dal cognome del (primo) autore o curatore, o, qualora vantino una consolidata tradizione di uso, dalle abbreviazioni dei rispettivi titoli (cfr. Dizionari nella bibliografia finale). La grafia dei termini slavi ecclesiastici normalizzata sulla base di Sreznevskij.

4 Sulla periodizzazione dello slavo ecclesiastico, la sua natura e le sue funzioni restano fondamentali Jagi 1913, Mathiesen 1984, Mare 1991 e Picchio 1991. Sullap-porto dello slavo ecclesiastico alla formazione della lingua letteraria russa si vedano almeno Uspenskij 2002 ivov 2017.

Francesca Romoli38

tivo di avanzamento metodologico e futura ipotesi di lavoro5. Opponendo alla staticit dei significati cristallizzati nei dizionari la vivacit e fluidit restituita dai reali contesti di uso, la consultazione diretta delle fonti sembra infatti poter consentire una pi precisa valutazione e una pi esaustiva descrizione della se-mantica di un termine, nellottica dellindividuazione di traducenti appropriati. Per il sincretismo al suo interno del retaggio paleoslavo e dei germi della suc-cessiva evoluzione, e per la sua estensione, la fase linguistica slava ecclesiastica sembra eleggibile ad ambito di indagine privilegiato, permettendo di snellire lapparato dei commenti ed evitare elementi di ridondanza.

Il numero complessivo delle occorrenze esaminate sfora il migliaio. I casi pi rappresentativi saranno offerti in qualit di esempi. Per forma letteraria, le fonti spaziano dallannalistica e dal racconto storico alla letteratura agiografi-ca, omiletica e di direzione spirituale, allepistolografia e alla trattatistica, fino allinnografia e ai libri liturgici del menologio (Mineja), dellottoeco (Oktoich) e dellirmologio (Irmologij). Lelenco dei materiali consultati, nelle edizioni adot-tate da NKRJa (a cui si rimanda per ulteriori dettagli, anche bibliografici), of-ferto in calce al testo (cfr. Abbreviazioni).

2. Sl.eccl.

Le occorrenze nelle fonti permettono di operare una prima distinzione fra contesti nei quali sl.eccl. riferito a Dio (Padre, Figlio, Spirito), deno-tandone la Sapienza, e contesti in cui richiama una qualit e prerogativa umana (in prevalenza maschile ma talora anche femminile), di regnante, santo, starec o semplicemente di uomo, il pi delle volte ricevuta in dono dallalto. Quando riferito alluomo, il termine indica una condizione di perfezione o dote sia intellettuale, sia spirituale e morale ( 2.1).

Una seconda distinzione investe lambito della conoscenza, realizzando la dicotomia che contrappone il sapere cristiano ora alla filosofia, allarte retorica e allastrologia, ora alla sapienza profana tout court, talvolta connotata come peritu-ra, fallace, contraria a Dio, finanche carnale e diabolica. Il sapere che viene dallal-to si oppone cos alla sapienza terrena, la conoscenza autentica a quella falsa, e, pi in generale, allignoranza ( 2.2). Il termine pu inoltre indicare sia la maestria intesa come capacit e abilit, sia il capolavoro frutto di tale maestria ( 2.3)6.

5 Ci sia concesso rinviare a Ferro, Romoli 2014b, che illustra il progetto, e agli studi preparatori Ferro 2012, Ferro, Romoli 2013, 2014a-b, 2018 e Romoli 2016d.

6 Queste distinzioni emergono dalle trame di un tessuto letterario (e culturale) in cui il sensus litteralis prelude e allude a un sensus spiritualis (cfr. Picchio 1977). Le opposizioni fra dimensione divina e umana, fra sfera sacra e profana, e, pi in generale, fra bene e male, che delimitano lambito semantico di sl.eccl. , trovano la loro giustificazione nellopposizione-cardine fra libert autentica (in Dio) che conduce alla salvezza e libert ingannevole (contro Dio) che porta alla dannazione.

Sl.eccl. . Studi per un lexicon plurilingue 39

2.1. Dio e luomo

2.1.1. attributo di dio. Nelle fonti annalistiche e storico-narrative del XII-XVIII sec. (PVL, s.a. 6463 [955], poi in NL, N5L; Chvorostinin, Remezov), sl.eccl. pu denotare la Sapientia Dei o Sofia (pi propriamente rap-presentata da sl.eccl. ; cfr. Tykevi)7. In NL il termine compare an-che come attributo della Sofia, con il significato di senno, assennatezza, richia-mando luso in Pr 8,14 (BG: buon senso) cos come trasmesso da PVL (s.a. 6545 [1037], poi in NL, SK; non pi in Biblija, dove subentra sl.eccl. ): , , , . . , , . Un uso pressoch ana-logo attestato in Kurbskij (c), dove il termine attributo del divino intelletto.

Numerose sono le occorrenze di sl.eccl. come attributo di Dio (anche nelle persone dello Spirito e di Cristo) nei libri liturgici. Ci limitiamo qui a pochi esempi (nellordine da Irmologij: glas 5, Mineja: 25 dicembre e Irmolo-gij: glas 2 [anche in Mineja: 1 e 6 gennaio]): , ; : : : : ; , .

2.1.2. attributo di uomo. Sl.eccl. pu parimenti denotare la saggezza umana nelle descrizioni di regnanti e santi, religiosi e monaci, uomi-ni e donne. Come attributo di regnante occorre in una variet di fonti del XIV-XVII sec. che rappresentano le forme dellagiografia, del panegirico, della trattatistica, dellannalistica, della narrazione storica, dellepistolografia e della supplica. Gi caratteristica di Salomone (cfr. 1 Re 5,9-10 [BG: saggezza]; Mi-neja: 21 maggio, 15 giugno) e Alessandro Magno (TT), qualit dei gran prin-cipi Aleksandr Nevskij (NL, SK), Dmitrij Donskoj (SDID) e Boris Tverskoj (Foma), degli zar Fedor I (Iov) e Ivan IV (Kurbskij [b]), ma anche di sovrane, come la regina georgiana Dinara (PD). Valga qui un unico esempio (Foma): , , ! Questo attributo, che gi di Dio e per suo tramite di regnanti e santi (si ricordi la funzione di vicarius Christi del sovrano nella tradizione cristiana orientale), in Peresvetov qualifica il sultano Maometto II (1430-1481).

Nelle fonti agiografiche del XIV-XVII sec., sl.eccl. spesso quali-t rivelatrice di santit8. Gi attributo dei santi principi Aleksandr Nevskij e Dmi-trij Donskoj, prerogativa, fra gli altri, dei santi Sergij Radoneskij (SR), Stefan Permskij (VM), Makarij Koljazinskij (VM), Gerasim Boldinskij (GB) e Dio-nisij Radoneskij (Azarin), e delle sante Efrosinija Polockaja (SK) e Fevronija Mu-

7 Sullimmagine della Sofia nella cultura (scrittoria, iconografica, filosofica ed estetica) del medioevo slavo orientale si veda almeno Gromov 2013 (con bibliografia).

8 Sul rapporto fra saggezza e sapienza nella Vita Constantini-Cyrilli si veda Danti 1981.

Francesca Romoli40

romskaja (Erazm). Valga ancora un unico esempio (SR): - , .

Il termine pu inoltre qualificare sacerdoti ( .; Mineja: 28 ottobre) e starec (Turkov), ma resta tuttavia, prima di tutto, una prerogativa umana ( .). In tale uso, che echeggia Pr 21,30 (BG: sapienza) cos come trasmesso da MLS e VPL (non pi in Biblija, dove subentra sl.eccl. ), e Qo 8,1 (BG: sapienza), sl.eccl. ampiamente ricorrente nella letteratura panegiristica (Foma), di direzione spirituale (Feo-dosij), nellepistolografia (Groznyj [a]), nellagiografia (Iov) e nellannalistica (NL, Remezov) del XV-XVIII sec., anche come attributo femminile (NL). Valga di nuovo un unico esempio (Groznyj [a]): .

Nelle fonti agiografiche (GB) e liturgiche (Mineja: 19 ottobre, 18 gennaio, 23 aprile, 2 maggio), sl.eccl. indica inoltre una qualit legata allet adulta o allet pi avanzata della vita delluomo ( ., ., .), quasi condensando il messaggio di Sap 4,9 (BG: sapienza; anche in Letopisec, Mineja: 6 dicembre), che associa per relazione metonimica la saggezza alla canizie e allet senile.

2.1.3. dote (intellettuale, spirituale, morale). Quando riferito alluomo ( 2.1.2), sl.eccl. denota specificamente una condizione di perfezione o dote sia intellettuale, sia spirituale e morale, indicando insieme la saggezza, il discernimento e la prudenza nel giudizio e nellazione. In questo senso de-signa anche la virt (la regina delle virt in Filone di Alessandria [in Reme-zov]: ), echeggiando, fra gli altri, Pr 29,15 e Qo 2,9, 7,11-12.19.23.25, 9,16.18 (BG: sapienza). In Pela (poi in Remezov), la formulazione . ( ) appare affine alla pi diffusa ., che allusiva ai doni dello Spirito ( 2.1.4).

In NL il termine compare in un contesto che ne restituisce il significato di continenza (astinenza): a. In varie fonti del XV-XVII sec., che rappresentano le forme della letteratura di direzione spirituale (PP), dellannalistica (Letopi-sec, NL), della narrazione storica (SK) e dellagiografia (KN, KK), e nei libri liturgici (Mineja: 22 novembre), la formulazione . denota lo stesso significato (serva da esempio NL: ), talvolta esteso alle virt della mitezza, modestia e umilt (si veda ancora NL: , , , [] - , [] - , ). Questo significato pu essere parimenti espresso dalla formulazione . (Mineja: 12 set-tembre), che altrove e pi comunemente allusiva ai doni dello Spirito ( 2.1.4).

Il significato di continenza si oppone per rapporto di inversione allespres-sione di chiara ascendenza biblica / . (cfr. 2Cor 1,12, Gc 3,15; BG: sapienza della carne, sapienza carnale), che in alcune fonti

Sl.eccl. . Studi per un lexicon plurilingue 41

(Letopisec, Mineja: 8 maggio, 7 luglio) designa i desideri della carne. Valga qui un unico esempio (Mineja: 7 luglio): . In Sal 107(106),27 (BG: perizia) cos come trasmesso da MP, MLS, NL e VPL ( , , ), e richiamato in KI, il termine ha infine il si-gnificato di valentia.

2.1.4. dono dello spirito. In molti dei contesti di occorrenza ai quali si fatto riferimento ( 2.1.2, 2.1.3), sl.eccl. designa una qualit ricevuta in dono dallalto, specificamente da Dio (cfr. Qo 2,26) o dallo Spirito, richiamando in tal senso la sapienza come dono dello Spirito (cfr. Is 11). In particolare, il ter-mine indica un attributo umano che insieme un dono divino in una quantit di fonti del XV-XVII sec. che rappresentano le forme dellagiografia (SR, Iov), della letteratura di direzione spirituale (Kuricyn), della trattatistica (TT), delle-pistolografia (Kurbskij [b]), della narrazione storica (SK, Kurbskij [a]) e dellan-nalistica (NL), e nei libri liturgici (Mineja: 3 e 9 ottobre, 12 novembre, 4 e 17 di-cembre, 23 febbraio, 4 aprile). Si offrono qui, a campione, due esempi (nellordine da SK e Kurbskij [a]): , -; , . La natura di dono e lorigine divina del dono sono univocamente richiamate dai sintagmi cristallizzati . (Mineja: 9 ottobre), . (Iov, Mineja: 12 settembre [qui, tuttavia, con il significato di mitezza, modestia, umilt; 2.1.3], 2 otto-bre, 2 e 11 gennaio, 3 e 11 maggio) e . (Mineja: 24 gennaio).

2.1.5. varia. Pela e NL trasmettono lespressione / ., di probabile ascendenza biblica (cfr. Mt 10,169; BG: prudenza), dove sl.eccl. attributo dei serpenti, ma il cui significato non appare univocamente definibile a partire dai contesti di occorrenza noti. Lespressione sembra affine a pl.sl. ., che nella versio slavica delle Homiliae in Evangelia di Grego-rio Magno traduce lat. astutia serpentis (Kurz, s.v. ).

2.2. Sapere e saperi

2.2.1. sapienza cristiana. Nelle fonti del XII-XVII sec. sl.eccl. pu parimenti designare un sapere profondo e il possesso di profonda scienza e dottrina (cfr. Qo 2,12, 8,16), che quanto ad autenticit sono per definizione

9 In Mt 10,16 sl.eccl. traduce gr. , il cui uso e significato sono da porre in relazione non tanto con lastuzia del serpente (gr. , sl.eccl. ) in Gen 3,1, quanto piuttosto con la scaltrezza dellamministratore di-sonesto (gr. o, sl.eccl. o) e dei figli di questo mondo (gr. , sl.eccl. o) in Lc 16,8. Devo questa osservazione ai referee che hanno valutato questo saggio, ai quali esprimo la mia gratitudine.

Francesca Romoli42

cristiani. Cos in PVL (s.a. 6494 [986], poi in VPL) prerogativa di Mos, in Kurbskij (b) sapienza giudaica ( .), in PL sapienza antica (veterotestamentaria, lato sensu biblica; .) e prerogativa di apostoli (anche in Mineja: 13 dicembre) e profeti, nei libri liturgici (Mineja: 28 marzo, 15 maggio) sapienza ortodossa ( .). Il termine pu inoltre significare la conoscenza dei libri sacri e il sapere acquisito attraverso il loro studio ( .; PVL [s.a. 6545, 1037, poi in NL, SK], Pela, NL, VM, Mineja: 28 agosto).

2.2.2. filosofia, retorica, astrologia. A fianco e talora in contrapposizio-ne alla sapienza cristiana nelle sue varie declinazioni ( 2.2.1), a partire dal XV sec. sl.eccl. indica anche la filosofia, cui rimandano in maniera pi o meno esplicita le formulazioni . (KB, VM), - (VM), . / (Peresvetov), . / (Oktoich, glas 1, luned, Mineja: 17 settembre, 2 ottobre, 29 gennaio, 10 marzo, 9 luglio, 25 agosto). Ci limitiamo qui a due esempi (nellordine da VM e Mineja: 29 gennaio): ; , .

In opposizione alla sapienza cristiana, sl.eccl. denota inoltre sia larte retorica, ora assumendone lartificiosit (Azarin: , ), ora connotandola come ingan-nevole e inautentica ( . / - .; Oktoich, glas 2, gioved; 2.2.3), sia lastrologia (. ; TT).

2.2.3. conoscenza e ignoranza. Alla sapienza di Dio e al sapere auten-tico, che da Dio ( 2.1, 2.2.1), si contrappone il sapere di questo secolo (. / . , / .; Akafist, Mineja: 9 ottobre, 14 e 24 novembre, 30 gennaio, 11 maggio; cfr. Gc 3,15 [BG: sa-pienza terrena]).

Sulla falsariga di 1Cor 3,19 (. in Pela, ma in Biblija; BG: sapienza; cfr. anche 1Cor 2,5), questo sapere, che con-trario alla volont di Dio (Groznyj [b]), si connota ora come effimero, fallace ( .; Mineja: 11 e 24 novembre; cfr. Ger 8,9, 49,7 [BG: sapienza]; cfr. anche la resa ossimorica di 1Cor 1,20 in BG: stolta sapienza), ora come carnale, alludendo ai desideri della carne in opposizione alla virt della conti-nenza (cfr. 2Cor 1,12, Gc 3,15; 2.1.3), ora, infine, come diabolico (- .; Posokov; cfr. Gc 3,15 [BG: sapienza diabolica]).

Echeggiando ancora Gc 3,15, dove la sapienza che viene dallalto si op-pone alla sapienza terrena, carnale, diabolica [BG], la conoscenza si oppone allora, tout court, allignoranza ( / ; VM), la conoscenza autentica, retta, a quella effimera, fallace, errata ( . / - ., . / .; Basilio Magno in Pela), la sapienza cri-stiana alla sapienza pagana ( . / .; Oktoich, glas 1, luned, Mineja: 29 gennaio; 2.2.2).

Sl.eccl. . Studi per un lexicon plurilingue 43

2.2.4. varia. Nellambito semantico della conoscenza (scienza) acquisita (e delle abilit che ne derivano), sl.ecc. pu inoltre indicare larte della guerra ( .; Peresvetov), determinate conoscenze (e/o abilit) militari ( .-; Peresvetov), lastuzia bellica concretamente intesa come tipo di fortificazione (KI), una particolare arma (espediente) da assedio ( .; Palicyn) e labilit dello strelizzo (tiratore, fuciliere; .; Germogen).

Nella trattatistica (TT), nellannalistica (P3L, PL), nella letteratura di dire-zione spirituale (Kuricyn) e nellagiografia (Azarin) del XV-XVII sec., sl.ecc. denota anche, in generale, il sapere e la conoscenza (Azarin: , ). In Qo 9,13 designa il fatto (BG) inteso come avvenimento, evento.

In Letopisec una delle quattro virt cardinali ( - : , , , ) e in NL uno dei quattro fiumi del paradiso terrestre ( , : , , , e). La metafora dellacqua nota anche alle fonti liturgiche (Mineja: 4 novembre: ; , ).

2.3. Maestria e capolavoro

Sl.ecc. pu infine indicare sia la maestria intesa come capacit e abilit tecnica (teorica e pratica), connaturata, ricevuta in dono, appresa con lo studio o acquisita con lapplicazione e lesperienza (cfr. Qo 10,10 [BG: sag-gezza]), sia, per relazione metonimica, il capolavoro frutto di tale maestria. Cos, in P1L designa la capacit di comprendere le Scritture ( , ), in KK labilit nel dipingere icone ( [] [] ), in ChFS lopera darte ( : , , - ).

3. Lapporto dei dizionari

Nel confronto con la testimonianza viva e diretta delle fonti, linventario dei significati e delle accezioni di sl.eccl. fissato nei dizionari appare riduttivo quanto ad articolazione e complessit, presentando lacune e incon-gruenze. Si prendono qui in esame, a titolo esemplificativo e come maggiormen-te rappresentativi, i dizionari Miklosich, Sreznevskij, Djaenko, SAR e SCR, cui si aggiungono per il paleoslavo Kurz e Cejtilin.

Francesca Romoli44

In Miklosich il termine equivale a gr. () e lat. prudentia. Dei significati di gr. , le fonti confermano indirettamente solo ingl. pre-sumption, arrogance (Liddell) come opposto di dote ( 2.1.3); la semantica di lat. prudentia cognizione pratica, perizia, scienza, sapere e prudenza, saggez-za, senno, giudizio, avvedutezza (Georges) mostra invece maggiore pertinen-za, richiamando quella di sapere(-i) ( 2.2), maestria ( 2.3) e dote ( 2.1.3).

I significati di gr. , che Sreznevskij indica per sl.eccl. (con gr. ), compongono un quadro sostanzialmente completo, seppure vi-ziato da una certa approssimazione: cos ingl. cleverness or skill in handicraft and art corrisponde al significato di maestria ( 2.3), ingl. skill in matters of common life a quello di dote ( 2.1.3), ingl. learning, wisdom a quello di sapere(-i) ( 2.2; cfr. in SAR la definizione ru. , - ); la nota ingl. among the Jews: (Sal 111[110],10); , recognized first as an attribute of God, was later identi-fied with the Spirit of God ripropone la semantica di attributo di Dio ( 2.1.1) (Liddell); il riscontro positivo anche per lindicazione delloccorrenza del ter-mine nel titolo dei libri biblici di Sap e Sir (sebbene in Biblija subentri sl.eccl. ).

Nessuno dei dati raccolti, invece, reca conferma dei significati di ru. -, (Sreznevksij, SAR e SCR), gr. : ru. e dellespressione ru. : ru. , (Djaenko e SCR).

La semantica di gr. , e costituisce il substrato pa-leoslavo di sl.eccl. . Nel passaggio allo slavo ecclesiastico, il termine si spoglia del significato di gr. , lat. intellectus, trasmesso a sl.eccl. , sviluppando contestualmente i significati di gr. e , ben rappresentati nelle fonti: gr. (ingl. love of knowledge, pursuit there of, speculation, systematic, methodical treatment of a subject, philosophy) richiama infatti il significato di sapere(-i) ( 2.2), gr. (ingl. humility, mean-spiritedness) quello di dote ( 2.1.3) (Kurz, Cejtlin, Liddell).

4. Conclusione

La semantica di sl.ecc. quale essa emersa dalla disamina delle fonti abbraccia dunque tre significati. Il primo di essi si fonda sullopposizione fra Sapienza di Dio e saggezza umana; quando riferito alluomo, il termine designa una condizione di perfezione o dote non solo intellettuale, ma anche spirituale e morale, ovvero la saggezza unita al discernimento e alla pruden-za nel giudicare e nellagire ( 2.1). Il secondo significato poggia sullantitesi che oppone il Sapere (sapienza cristiana) ai saperi particolari (della filoso-fia, della retorica e dellastrologia), non di rado connotati negativamente, e in ultima istanza la conoscenza allignoranza ( 2.2). Il termine designa infine sia la maestria intesa come abilit (capacit), sia il capolavoro ( 2.3).

Sl.eccl. . Studi per un lexicon plurilingue 45

La verifica incrociata nei dizionari ha acclarato il carattere generalizzante, talvolta sommario, lacunoso o incongruente, delle indicazioni che contengono. Nellottica del progetto di un lexicon del lessico religioso e filosofico-teologico, i risultati prodotti da questa indagine convincono allora dei vantaggi, in termini di esattezza e completezza dellinformazione, dellinterrogazione diretta delle fonti, che, sempre auspicabile, sembra addirittura necessaria nel caso di termini ampiamente diffusi e variamente polisemici come sl.eccl. . Per ragioni di spazio si rimanda ad altra sede la discussione sui possibili traducenti del ter-mine, che tuttavia, pur in mancanza di valutazione e approvazione esplicite, si trovano gi indicati nei paragrafi di analisi.

Abbreviazioni

Akafist: Akafist Pokrovu.Azarin: S. Azarin, itie archimandrita Troice-Sergieva mona-

styrja Dionisija (1648-1654).BG: La Bibbia di Gerusalemme, Bologna 1974.Biblija: Biblija, sire knigi Svjaennogo Pisanija Vetchogo i

Novogo zaveta, I-IV, SPb. 1751.ChFS: Chodenie na Florentijskij sobor (1437-1440).Chvorostinin: I.A. Chvorostinin, Slovesa dnej i carej, i svjatitelej mo-

skovskich (1600-1625).Erazm: E. Erazm, Povest o Petre i Fevronij Muromskich (1550-

1570).Feodosij: Feodosij, archiep. Novgorodskij, Poslanie k novopro-

sveennym lopjanam (1542-1551).Foma: Foma, inoka, Slovo pochvalnoe (1450-1455).Germogen: Germogen, patriarch, Povest o javlenii i udesach Ka-

zanskoj ikony Bogorodicy (1594).Groznyj (a): I. Groznyj, Pervoe poslanie Kurbskomu (1564).Groznyj (b): I. Groznyj, Vtoroe poslanie Kurbskomu (1577).Iov: Iov, patriarch, Povest o itii carja Fedora Ivanovia

(1598-1605).Irmologij: Irmologij [irmologio].KI: Kazanskaja istorija (1564-1565).Kurbskij (a): A. Kurbskij, Istorija o velikom knjaze Moskovskom

(1564-1583).Kurbskij (b): A. Kurbskij, Otvet o pravoj vere (1564-1583).Kurbskij (c): A. Kurbskij, Vtoroe poslanie Vassianu Muromcevu

(1564-1583).Kuricyn: F. Kuricyn, Laodikijskoe poslanie (1480-1500).

Francesca Romoli46

Letopisec: Letopisec naala carstva carja i velikogo knjazja Ivana Vasilevia (1553-1555).

Mineja: Mineja prazdninaja, Mineja obaja, Mineja [meno-logio].

MLS: Moskovskij letopisnyj svod (1560-1570).MP: Moskovskaja povest o pochode Ivana III na Novgorod

(1472).NKRJa: Nacionalnyj korpus russkogo jazyka, risorsa on line:

(ultimo accesso: 30.04.2017).NL: Nikonovskaja letopis (1526-1530).N5L: Novgorodskaja pjataja letopis (1550).Oktoich: Oktoich [ottoeco].Palicyn: A. Palicyn, Skazanie ob osade Troice-Sergieva mona-

styrja (1620).Pela: Pela (XII-XIII sec.).PD: Povest o carice Dinare (1500-1550).Peresvetov: I. Peresvetov, Bolaja elobitnaja (1549).PL: Piskarevskij letopisec (1600-1650).Posokov: I.T. Posokov, Zaveanie oteeskoe k synu svoemu

(1718-1725).PP: Fragment soprovoditelnogo poslanija k poueniju, ot-

pravlennomu duchovnym otcom ego duchovnoj doeri, nekoej gosudaryne (1470-1530).

PVL: Povest vremennych let (XII sec.).P1L: Pskovskaja pervaja letopis. Pogodinskij spisok (1464-

1547).P3L: Pskovskaja tretja letopis. Archivskij vtoroj spisok

(1400-1650).Remezov: S.U. Remezov, Remezovskaja letopis po Mirovievu

spisku (1690-1700).SK: Stepennaja Kniga carskogo rodoslovija (1560-1563).SDID: Slovo o itii velikogo knjazja Dmitrija Ivanovia (1390-

1450).TT: Tajnaja Tajnych (1470-1550).Turkov: E. Turkov, Duchovnaja gramota i ispoved (1560-1587).VM: Velikie Minei eti (1530-1554).VPL: Vologo