Post on 15-Feb-2019
Epidemiologia e prevenzione delle malattie cerebro- vascolari
Prof. Silvano Monarca
Università degli Studi di Perugia FACOLTÀ DI FARMACIA
- CORSO DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA-
ICTUS
In Italia l’ictus è la terza
causa di morte dopo le
malattie cardiovascolari e
le neoplasie, causando il
10-12% di tutti i decessi
per anno, e rappresenta la
principale causa
d’invalidità (Spread 2003)
Ictus
.
Improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit
focale e/o globale (coma) delle funzioni cerebrali di durata
superiore a 24 ore o ad esito infausto, non attribuibile ad
altra causa apparente se non a vasculopatia cerebrale
Ictus ischemico lacunare
Ictus emorragico: sede tipica
Mortalità per ictus
Epidemiologia dell’Ictus (Italia)
Terza causa di morte dopo malattie cardiovascolari e neoplasie: 10-12%
194.000 nuovi casi di ictus: 80 % nuovi episodi e 20 % recidive
Incidenza aumenta con l’età: > 65 anni 6.5 %
75 % ictus oltre 75 anni
Mortalità in fase acuta 30%
Invalidità grave residua 40% sopravvissuti: principale causa di invalidità
Aumento dei casi di ictus: nel 2008 circa 207.000
Soggetti che hanno avuto un ictus e ne sono sopravvissuti: 907.000
La mortalità in Italia nell’anno 1998 Rapporti ISTISAN 02/31 2002
Italia RR=1
La mortalità in Italia nell’anno 1998 Rapporti ISTISAN 02/31 2002
Italia RR=1
Sottotipi clinici di ICTUS
attacco ischemico transitorio (TIA: transient ischemic
attack), con sintomatologia di durata inferiore alle 24
h e senza esiti
ictus minore (minor stroke), con sintomatologia di
durata superiore alle 24 h ed esiti neurologici di
scarso o nessun significato funzionale
ictus maggiore (major stroke), con sintomatologia di
durata superiore alle 24 h ed esito permanente o
anche letale
L’ictus in età giovanile • Ictus giovanile = in soggetti di <45-50 anni. (può colpire i giovani e i bambini) • Incidenza: 10 su 100.000 abitanti • Proporzione : circa il 5,5% di tutti gli ictus nei paesi occidentali, mentre nei paesi in via
di sviluppo raggiunge il 19%. • In Italia si verificano ogni anno 196.000 nuovi ictus; di questi circa 4.200 colpiscono
soggetti con età inferiore a 45 anni e 6.200 soggetti di età compresa fra 45 e 55 anni. I fattori di rischio e le cause dell’ictus nel bambino e del giovane sono in parte differenti rispetto alle altre epoche della vita.Tra le principali cause di ictus giovanile vi è la dissecazione delle arterie carotide e vertebrale che portano il sangue al cervello, causata da traumi o microtraumi ripetuti al collo comportanti movimenti energici o ripetuti di rotazione e flesso-estensione del capo (inclusi gli incidenti stradali, i traumi in ambito sportivo e le manovre chiropratiche). Tra le cause rare tipiche dell’età giovanile ci sono l’abuso di droghe e di alcol.
• Occorre però ricordare che i tipici fattori che predispongono all’ictus e alle altre malattie vascolari, quali il fumo di sigaretta, l’obesità, la sedentarietà, l’errata alimentazione, l’ipertensione arteriosa, le alterazioni dei grassi nel sangue e il diabete possono manifestarsi e danneggiare le arterie fin dall’età giovanile.
L’ictus nella donna
• E’ noto come le donne abbiano,fino alla menopausa, un rischio di ictus minore rispetto all’uomo a causa dell’effetto protettivo degli ormoni sessuali femminili. Negli ultimi anni vi è stata molta discussione sul ruolo della assunzione di estrogeni sotto forma di contraccettivi orali e di terapia ormonale sostitutiva dopo la menopausa. Al riguardo si può affermare sinteticamente che:
• 1) il rischio di ictus nella donna in età riproduttiva che assume contraccettivi orali è molto basso ma che tale rischio aumenta nelle donne con età maggiore di 35 anni, fumatrici e con ipertensione arteriosa e se vengono utilizzati contraccettivi orali a maggior contenuto di estrogeni,
• 2) la terapia ormonale sostitutiva post menopausale, contrariamente a quanto si pensava alcuni anni fa, non ha un effetto protettivo sul rischio di ictus e di altre malattie vascolari ma può addirittura avere un effetto peggiorativo. E’ importante pertanto che tali terapie vengano personalizzate valutando il profilo complessivo di rischio della donna che li deve assumere.
L’ictus, un nemico al femminile
• 28 ottobre 2014 Il venti per cento della popolazione femminile è destinato ad essere colpito da un ictus. Mentre domani si celebra in tutto il mondo il World Stroke Day, il problema cerebrale assume le caratteristiche di una patologia di genere per la sua capacità di ingenerare danni maggiori nelle donne: la lesione tende ad essere gravata da una maggior gravità, una più elevata mortalità ed anche un maggior peso degli esiti. Secondo Roberto Sterzi, neurologo milanese, "la donna è più vulnerabile all'ictus per il suo particolare sistema di coagulazione che abbassa il rischio di emorragie ma aumenta quello dei coaguli, specie in certi periodi della vita come gravidanza, parto, puerperio e menopausa. Ovviamente ci sono fattori di rischio che accrescono ulteriormente i pericoli: ad esempio il diabete moltiplica il rischio da 3 a 5 volte nella donna, mentre ipertensione e fibrillazione atriale lo quintuplicano. L'importante, visto che il tempo è cervello, è sempre arrivare il prima possibile con la diagnosi per poter mettere in atto le contromisure più efficaci di fronte all'attacco acuto. Nei casi di attacco legato a ischemia, riconoscere i primi sintomi è fondamentale per attivare la trombolisi, ovvero il trattamento che consente di sciogliere il coagulo che blocca a circolazione e ridare sangue ai neuroni.
Ictus, non più solo patologia della terza età
• 200.000 casi ogni anno in Italia. L'ictus cerebrale rimane una minaccia che deve essere combattuta con le armi della prevenzione e soprattutto della diagnosi precoce, per limitare i danni di una lesione che può risultare mortale o lasciare esiti altamente invalidanti. Sono ancora molto limitate le strutture specificamente dedicate alla cura immediata della patologia. Le Stroke Units, infatti, sarebbero in tutta Italia solo 160 e sono concentrate soprattutto nel settentrione del Paese e in alcune zone il 118 non riesce a rispondere immediatamente. In caso di ictus ischemico, infatti entro 4-5 ore dall'inizio dei sintomi si ottengono i maggiori successi con il trattamento trombolitico effettuato in una Stroke Unit. Tra i fattori che più allarmano, infine, c'è l'abbassamento dell'età di comparsa della lesione: nell'arco di vent'anni è aumentata dal 13 al 19 per cento la popolazione colpita dalla lesione di età compresa tra i 20 e i 54 anni. 23 aprile 2013
Rischi/benefici della terapia ormonale sostitutiva
Oral Contraceptives
Risk Factors
Recommendation – Oral Contraceptives (OCs)
Class/Level
of Evidence
OCs may be harmful in women with additional risk factors (eg, cigarette
smoking, prior thromboembolic events)
Class III; Level
of Evidence C
For those who choose to use OCs despite the increased risk associated
with their use, aggressive therapy for stroke risk factors may be
reasonable.
Class IIb; Level
of Evidence C
©2010 American Heart Association, Inc. All rights reserved.
Goldstein et al. Published online in Stroke Dec. 2, 2010
Il ricovero immediato nelle stroke unit riduce la mortalità e la invalidità
Terapia trombolitica per l’Ictus: raccomandato uso tPA 3-4,5 ore dopo
• E' stato indicato l'uso del tPA (Tissue Plasminogen activator, Alteplase) per il trattamento dell'ictus ischemico fra le tre e le 4,5 ore dopo la comparsa dei sintomi. Va comunque rammentato che la tempistica è essenziale nel trattamento dell'ictus: benché sia stata formalmente testata una finestra terapeutica più ampia, va comunque evitato qualsiasi ritardo nella valutazione del paziente e nell'inizio della terapia. A questo proposito, in Europa sono state emesse linee guida più permissive che negli USA, ma non deve essere persa di vista la necessità di un trattamento tempestivo. In ogni caso, il medico più somministrare tPA anche se il paziente giunge all'osservazione al di là delle tre ore precedentemente raccomandate per il trattamento. (Stroke online 2009, pubblicato il 28/5)
Luci e ombre nelle Stroke Units italiane
• Negli Usa sei ospedali su dieci non
potrebbero somministrare la trombolisi in
caso di ictus e solo il 4 per cento dei pazienti
potenzialmente trattabili con questa terapia
viene effettivamente trattato. In Italia
dovrebbe essere disponibile un'unità ogni
200.000 persone (circa 300 in totale) in realtà
sono circa 160. Il risultato è che la mortalità
per ictus ha ormai superato quella legata
all'infarto anche nel Nord dove pure le Stroke
Units sono maggiormente presenti.
FATTORI DI RISCHIO
Fattori di rischio non modificabili dell’ictus
• Età
• Sesso (più frequente nell’uomo, ma le donne muoiono di più)
• Familiarità
• Ictus o infarti precedenti
Fattori di rischio modificabili dell’ictus
• Pressione alta (>=140/90 mm Hg) è il fattore più importante
• Fumo di sigaretta, uno dei principali fattori
• Diabete
• Stenosi dell’arteria carotidea
• Fibrillazione atriale
• Malattia coronarica o scompenso cardiaco
• Transient ischemic attacks (TIA, o attacco ischemico transitorio), segnali di allarme per l’ictus
• Iperomocisteinemia
AMERICAN HEART ASSOCIATION Definition of Classes and Levels of Evidence Used in AHA
Recommendations
Class I Conditions for which there is evidence for and/or general agreement that the procedure or treatment is useful and effective.
Class II Conditions for which there is conflicting evidence and/or a divergence of opinion about the usefulness/efficacy of a procedure or treatment.
Class IIa The weight of evidence or opinion is in favor of the procedure or treatment.
Class Iib Usefulness/efficacy is less well established by evidence or opinion.
Class III Conditions for which there is evidence and/or general agreement that the procedure or treatment is not useful/effective and in some cases may be harmful.
Therapeutic Recommendations
Level of Evidence A Data derived from multiple randomized clinical trials or meta-analyses
Level of Evidence B Data derived from a single randomized trial or nonrandomized studies
Level of Evidence C Consensus opinion of experts, case studies, or standard of care
Diagnostic Recommendations
Level of Evidence A Data derived from multiple prospective cohort studies using a reference standard applied by a masked evaluator
Level of Evidence B Data derived from a single grade A study, or one or more case-control studies, or studies using a reference standard applied by an unmasked evaluator
Level of Evidence C Consensus opinion of experts
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Well-documented Risk Factors
• Hypertension • Exposure to cigarette smoke • Diabetes • Atrial fibrillation and certain
other cardiac conditions • Dyslipidemia • Asymptomatic Carotid artery
stenosis • Sickle cell disease • Postmenopausal hormone
therapy • Poor diet • Physical inactivity • Obesity and body fat distribution
Less well-documented or potentially modifiable Risk Factors
• Metabolic syndrome • Excessive alcohol consumption • Drug abuse • Use of oral contraceptives • Sleep-disordered breathing • Migraine • Hyperhomocysteinemia • Elevated lipoprotein(a) • Hypercoagulability • Inflammation • Infection
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Hypertension
Risk Factors
Recommendation - Hypertension
Class/Level of
Evidence
Use of existing guidelines for glycemic control and BP
targets in patients with diabetes is recommended for
patients who have had a stroke or TIA In agreement with the
JNC 7 report, regular BP screening and appropriate
treatment, including both lifestyle modification and
pharmacological therapy, are recommended.
Class I; Level of
Evidence A
Systolic BP should be treated to a goal of <140 mm Hg
and diastolic BP to <90 mm Hg because these levels are
associated with a lower risk of stroke and cardiovascular
Events.
Class I; Level of
Evidence A
In patients with hypertension with diabetes or renal disease,
the BP goal is <130/80 mm Hg.
Class I; Level of
Evidence A
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Pressione sanguigna e ictus
Recentemente è stato osservato in una metanalisi che il rischio di ictus
aumenta anche in presenza di un piccolo incremento dei valori di
pressione sanguigna: i dati di 12 studi precedenti dimostrano che
situazioni di pre-ipertensione (massima 120-139 o minima 80-89
mmHg) aumentano del 55% la probabilità di incorrere in un ictus. I dati
di 7 studi distinguevano la pre-ipertesione in bassa e alta e si osservava
che solo nella pre-ipertensione alta (massima 130-139 e minima 85-89
mmHg) si osservava un incremento significativo del 79% del rischio di
ictus.
Il legame è indipendente da altri noti fattori di rischio – come età, sesso,
diabete, obesità, colesterolo e fumo – ed è presente anche al di sotto dei
65 anni. Lee M, Saver JL, Chang B, Chang KH, Hao Q, Ovbiagele B.
Presence of baseline prehypertension and risk of incident stroke: A meta-analysis. Neurology. 2011 Oct 4;77(14):1330-7.
La fibrillazione atriale è un’aritmia cardiaca caratterizzata da una completa
irregolarità dell’attivazione elettrica degli atri, due delle quattro camere
cardiache. In presenza di tale anomalia, le normali contrazioni atriali vengono
sostituite da movimenti caotici, completamente inefficaci ai fini della propulsione
del sangue. Inoltre il battito cardiaco diviene completamente irregolare.
Se si scopre di avere questa malattia occorre rivolgersi ad un cardiologo che
potrà prescrivere un antiaggregante per ridurre drasticamente il rischio di ictus.
Fibrillazione atriale
Atrial Fibrillation
Risk Factors
Recommendation – Atrial Fibrillation
Class/Level
of Evidence
Active screening for atrial fibrillation in patients "65 years of age in
primary care settings using pulse taking followed by an ECG as
indicated can be useful.
Class IIa; Level
of Evidence B
Adjusted-dose warfarin (target INR, 2.0 to 3.0) is recommended for all
patients with nonvalvular atrial fibrillation deemed to be at high risk and
many deemed to be at moderate risk for stroke who can receive it safely.
Class I; Level
of Evidence A
Antiplatelet therapy with aspirin is recommended for low-risk and some
moderate-risk patients with atrial fibrillation, based on patient
preference, estimated bleeding risk if anticoagulated, and access to
highquality anticoagulation monitoring.
Class I; Level
of Evidence A
For high-risk patients with atrial fibrillation deemed unsuitable for
anticoagulation, dual antiplatelet therapy with clopidogrel and aspirin
offers more protection against stroke than aspirin alone but with
increased risk of major bleeding and might be reasonable.
Class IIb; Level
of Evidence B
Aggressive management of BP coupled with antithrombotic prophylaxis
in elderly patients with atrial fibrillation can be useful.
Class IIa; Level
of Evidence B
©2010 American Heart Association, Inc. All rights reserved.
Goldstein et al. Published online in Stroke Dec. 2, 2010
Fibrillazione atriale: il nemico silente
• E’ una patologia pericolosa, sempre più diffusa e spesso sottovalutata
sia da chi ne soffre, sia – troppo spesso – dalla stessa classe medica. La fibrillazione atriale è una delle più comuni aritmie cardiache, tanto che il 50% delle aritmie nell’anziano sono legate proprio ad essa. E’ associata al rischio di fenomeni embolici come l’ictus cerebrale, eppure l’88% degli italiani non la ritiene – erroneamente – una patologia importante. Spesso si tende a considerare i sintomi della fibrillazione atriale come un “naturale” fenomeno legato all’avanzamento dell’età. Niente di più sbagliato. Se presa in tempo, infatti, la fibrillazione atriale può essere curata con successo, specialmente grazie alle nuove frontiere della chirurgia che offrono soluzioni definitive come l’ablazione transcatetere. La fibrillazione atriale ha una prevalenza dello 0.5% nella popolazione adulta e il rischio di esserne affetti cresce in misura direttamente proporzionale all’eta’: la percentuale dei pazienti affetti sale, infatti, al 5% oltre i 65 anni.
Cigarette Smoking
Risk Factors
Recommendation – Cigarette Smoking
Class/Level of
Evidence
Abstention from cigarette smoking by nonsmokers and smoking
cessation by current smokers are recommended based on
epidemiological studies showing a consistent and overwhelming
relationship between smoking and both ischemic stroke and SAH.
Class I; Level of
Evidence B
Although data are lacking that avoidance of environmental tobacco
smoke reduces incident stroke, on the basis of epidemiological data
showing increased stroke risk and the effects of avoidance on risk of
other cardiovascular events, avoidance of exposure to environmental
tobacco smoke is reasonable.
Class IIa; Level
of Evidence C
Status of tobacco use should be discussed at every patient encounter.
The use of multimodal techniques, including counseling, nicotine
replacement, and oral smoking-cessation medications, can be useful as
part of an overall smoking-cessation strategy. Status of tobacco
use should be addressed at every patient encounter.
Class I; Level of
Evidence B
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Goldstein et al. Published online in Stroke Dec. 2, 2010
Diabetes Mellitus
Risk Factors
Recommendation – Diabetes Mellitus
Class/Level
of Evidence
Control of BP in patients with either type 1 or type 2 diabetes as part of a
comprehensive cardiovascular risk-reduction program as reflected in the
JNC 7 guidelines is recommended.
Class I; Level of
Evidence A
Treatment of hypertension in adults with diabetes with an ACEI or an ARB is
useful.
Class I; Level of
Evidence A
Treatment of adults with diabetes with a statin, especially those with
additional risk factors, is recommended to lower risk of a first stroke.
Class I; Level of
Evidence A
The use of monotherapy with a fibrate to lower stroke risk might be
considered for patients with diabetes.
Class IIb; Level
of Evidence B
The addition of a fibrate to a statin in persons with diabetes is not useful for
decreasing stroke risk.
Class III; Level of
Evidence B
The benefit of aspirin for reduction of stroke risk has not been satisfactorily
demonstrated for patients with diabetes; however, administration of aspirin
may be reasonable.
Class IIb; Level
of Evidence B
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Dyslipidemia
Risk Factors
Recommendation – Lipids
Class/Level
of Evidence
Treatment with an HMG-CoA reductase inhibitor (statin) medication in
addition to therapeutic lifestyle changes with LDL-cholesterol goals as
reflected in the NCEP guidelines is recommended for primary prevention
of ischemic stroke in patients with coronary heart disease or certain
high-risk conditions such as diabetes.
Class I; Level
of Evidence A
Fibric acid derivatives may be considered for patients with
hypertriglyceridemia, but their efficacy in the prevention of ischemic
stroke is not established.
Class IIb; Level
of Evidence C
Niacin may be considered for patients with low HDL cholesterol or
elevated lipoprotein(a), but its efficacy in prevention of ischemic stroke
in patients with these conditions is not established.
Class IIb; Level
of Evidence C
Treatment with other lipid-lowering therapies, such as fibric acid
derivatives, bile acid sequestrants, niacin, and ezetimibe, may be
considered in patients who do not achieve target LDL cholesterol with
statins or cannot tolerate statins, but the effectiveness of these
therapies in decreasing risk of stroke is not established.
Class IIb; Level
of Evidence C
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Goldstein et al. Published online in Stroke Dec. 2, 2010
TIA (Attacchi Ischemici Transitori) e attacchi cardiaci
Il rischio di avere un ictus per chi ha avuto un episodio precedente è molto
maggiore rispetto a chi non ne ha mai avuto uno. Gli attacchi ischemici
transitori (TIA) sono dei “campanelli d’allarme” che producono sintomi simili
all’ictus ma non lasciano danni. I TIA sono fortemente predittori di ictus.
Una persona che ha avuto un TIA o piu eventi ha 10 volte in più la possibilità
di avere un ictus rispetto a un’altra persona della stessa età e sesso che non
lo ha avuto.
Riconoscere e trattare un TIA riduce il rischio di avere un ictus. Per questo il
TIA deve essere considerato un’emergenza medica e deve essere
immediatamente valutato da una figura medica professionale.
Avere avuto un Infarto cardiaco predispone ad un alto rischio di avere anche
un ictus.
Sia gli Infarti cardiaci che l’Ictus dividono molti fattori di rischio cosi come
l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il diabete, il fumo, l’inattivita’ fisica e
l’obesità.
– dislipidemia;
– alcune cardiopatie (forame ovale pervio, aneurisma
settale);
– placche dell’arco aortico;
– uso di contraccettivi orali;
– eccessivo consumo di alcool;
– ridotta attività fisica;
– emicrania;
– anticorpi antifosfolipidi;
– fattori dell’emostasi;
– infezioni;
– uso di droghe.
Altri fattori ancora incerti
I livelli plasmatici di omocisteina, che deriva dall’AA essenziale metionina,
sono influenzati da fattori genetici che regolano la sintesi di enzimi coinvolti nel
suo metabolismo e dall’apporto dietetico di vitamina B6, B12 e acido folico.
CAUSE ACQUISITE DI IPEROMOCISTEINEMIA:
Nutrizionali (carenza di folati e vitamine B12 e B6)
Farmaci (isoniazide, carmbamazepina…)
Endocrine (ipotiroidismo)
Altre patologie ( insufficienza renale, psoriasi)
L’iperomocisteinemia è frequente nei soggetti anziani, spesso sottoposti a
terapie che interferiscono col metabolismo degli AA solforati o affetti da
condizioni patologiche o in situazioni socio-ambientali responsabili di una
cattiva alimentazione( deficit vitaminici). Alti livelli di omocisteina sono sia
aterogeni che protrombotici, quindi la relazione con l’ictus è più che
plausibile.
Ictus connesso a stress ma non a
depressione
• E' stata dimostrata la presenza di una correlazione fra stress psicologico ed aumento del rischio di ictus, ma non è stata osservata alcuna correlazione del genere fra ictus e disordine depressivo maggiore episodico. E' possibile che lo stress psicologico, all'interno di un più ampio spettro di variazioni nella salute mentale, sia parte di un prodromo prolungato dell'ictus, o che l'associazione sia dovuta ad interferenze residuali. Sono necessari ulteriori studi per replicare questi risultati, e considerare le associazioni alla salute emotiva in base ai sottotipi di ictus. E' opportuno inoltre valutare i potenziali meccanismi alla base del fenomeno, come ad esempio la dibattuta associazione fra concentrazione di omocisteina, depressione ed ictus. (Neurology. 2008; 70: 788-94)
Diet and Nutrition
Risk Factors
Recommendation – Diet and Nutrition
Class/Level
of Evidence
Reduced intake of sodium and increased intake of potassium as
indicated in the report Dietary Guidelines for Americans are
recommended to lower BP.
Class I; Level
of Evidence A
A DASH-style diet which emphasizes consumption of fruits, vegetables,
and low-fat dairy products and is reduced in saturated fat, also lowers
BP and is recommended .
Class I; Level
of Evidence A
A diet that is rich in fruits and vegetables and thereby high in potassium
is beneficial and may lower risk of stroke.
Class I; Level
of Evidence B
©2010 American Heart Association, Inc. All rights reserved.
Goldstein et al. Published online in Stroke Dec. 2, 2010
Si può prevenire l'ictus?
• prevenzione primaria: nella fase asintomatica,
cioè prima che si manifesti la malattia
• prevenzione secondaria: quando ci sono stati i
primi campanelli di allarme, cioè dopo il primo TIA
• prevenzione terziaria: nella prevenzione delle
recidive quando si sia verificato il primo ictus.
In tutte e tre le situazioni, le tappe fondamentali
sono: controllo dei fattori di rischio,
cambiamento delle abitudini alimentari e dello
stile di vita e cure mediche quando non siano
sufficienti gli interventi comportamentali.
Stroke recurrence
• The risk of recurrent stroke is greatest early after the first stroke; about 2–3% of survivors of a first stroke have another stroke within the first 30 days, about 9% in the first 6 months and 10–16% within a year.
• This is about 15 times greater than the risk in the general population of the same age and sex.
• After the first year, the average annual risk of recurrent stroke for the next 4 years falls to about 5%.
Burden of Stroke
• After 1yr 30% will be dead & 40% will be dependant on others
• approximately:
• 80% of people are at home12% live in a residential or nursing home& 66% regain the ability to walk 45–60% are independent5–9% are totally dependent.
• 250,000 people live with stroke disability in the UK
• It is the third leading cause of death and the single largest cause of adult physical disability in the world (Bath and Lees, 2000).
Riabilitazione
Physical therapy (PT)
– Walking, range of movement
Occupational therapy (OT)
– Taking care of one’s self
Speech language therapy
– Communication skills, swallowing, cognition
Recreational therapy
– Cooking, gardening
© 2011 National Stroke Association
La dieta preventiva
Mangiare almeno 400-500 g di frutta e verdura al giorno
perché ,grazie al loro contenuto di anti-radicali liberi,
proteggono i vasi e i tessuti del cuore e del cervello.
Diminuire l’uso di sale da cucina: l’OMS ha stimato che
riducendo la quantità di sale giornaliera di 3 g farebbe
scendere del 22% la mortalità da infarto e del 16% quella per
malattie coronariche.
Consumare più fibre.
Limitare l’uso dei cibi grassi e fritti: i grassi saturi e
quelli idrogenati sono più pericolosi perché aumentano il
colesterolo LDL.
Consumare pesce almeno 2 volte alla settimana perché
contiene i grassi omega 3 protettori delle arterie,
eventualmente si possono assumere integratori alimentari.
Limitare il consumo di alcol, bere cioè non più di 2
bicchieri al giorno.
Azione protettiva di alcuni alimenti • Per alcuni nutrienti è stata messa in luce un’azione protettiva:
– grassi insaturi: l’effetto protettivo è documentato in relazione al consumo sia di monoinsaturi (acido oleico), sia di poliinsaturi (acido linoleico e omega-3), e potenziato se la dieta è povera in grassi saturi;
– fibra alimentare: il ruolo positivo è documentato negli uomini, in particolare in soggetti ipertesi, e richiede ulteriori chiarimenti;
– potassio, magnesio e calcio: esiste una correlazione inversa tra il rischio di ictus e il consumo di questi minerali, attraverso un’azione per lo più mediata dalla pressione arteriosa;
– antiossidanti: un equilibrato apporto di antiossidanti media un effetto protettivo in particolar modo associato al consumo di vitamina C, di b-carotene e di vitamina E; eventuali supplementazioni non sembrano invece migliorare il quadro del rischio;
– folati, vitamina B6 e vitamina B12: adeguati apporti tramite la dieta esercitano un positivo effetto protettivo, mediato dalla riduzione dei livelli di omocisteina. Sono consigliate supplementazioni nei casi di iperomocisteinemia.
Ictus e colesterolo
– Il colesterolo è stato tradizionalmente considerato uno scarso predittore del rischio di ictus
– Elevati livelli di colesterolo sono stati associati a un aumentato rischio di ictus ischemico
– Alcuni trattamenti ipolipemizzanti (es. fibrati) hanno fallito nel ridurre l’ictus
– Le Statine hanno dimostrato una riduzione del rischio di ictus ischemico
– L’utilizzo di statine non sembra essere correlato a un aumento del rischio di ictus emorragico
Bots ML et al. J Epidemiol Community Health. 2002; 56(suppl 1):i19-i24; Tirschwell DL et al. Neurology. 2004; 63:1868-1875; Rubins HB et al. N Engl J Med. 1999; 341:410-418; Sever PS et al. Lancet. 2003; 361:1149-1158; LaRosa JC et al. N Engl J Med. 2005; 352: 1425-1435.
HDL-C e rischio di ictus
Stroke reduction results from large secondary prevention studies and meta-analyses of statins 4S, CARE, LIPID
Clin Med Card –FI adapted from Cucchiara et al, Stroke 2001
-35%
Relative
Risk R
educ
tion
-20%
-25%
-15%
-10%
-5%
0%
-30%
Secondary Prevention Studies Meta-Analyses
4S CARE LIPID Blauw et al Crouse III et al
-30% -32%
-19%
-31%
-27%
Physical Inactivity
Risk Factors
Recommendation – Physical Inactivity
Class/Level
of Evidence
Increased physical activity is recommended because it is associated
with a reduction in risk of stroke.
Class I; Level
of Evidence B
The 2008 Physical Activity Guidelines for Americans, are endorsed and
recommend that adults should engage in at least 150 minutes (2 hours
and 30 minutes) per week of moderate intensity or 75 minutes (1 hour
and 15 minutes ) per week of vigorous intensity aerobic physical activity.
Class I; Level
of Evidence B
©2010 American Heart Association, Inc. All rights reserved.
Goldstein et al. Published online in Stroke Dec. 2, 2010
Obesity and Body Fat Distribution
Risk Factors
Recommendation – Obesity and Body Fat Distribution
Class/Level
of Evidence
Among overweight and obese persons, weight reduction is
recommended as a means to lower BP
Class I; Level
of Evidence A
Among overweight and obese persons, weight reduction is reasonable
as a means of reducing risk of stroke.
Class Iia; Level
of Evidence B
©2010 American Heart Association, Inc. All rights reserved.
Goldstein et al. Published online in Stroke Dec. 2, 2010
Be Stroke Smart
Recognize—Stroke symptoms
Reduce—Stroke risk
Respond—At the first sign of stroke,
CALL 911 IMMEDIATELY
© 2011 National Stroke Association
1. Deficit di forza o sensibilità localizzato a uno o più arti, specie se dello stesso lato
2. Difficoltà a mantenere la stazione eretta, disturbo della marcia e/o dell’equilibrio, vertigini improvvise
3. Deficit di uno o più nervi cranici (asimmetria facciale omo o controlaterale al deficit motorio e/o sensitivo, disfagia e/o disfonia, strabismo, diplopia o deficit della motilità oculare)
4. Difficoltà nell’espressione verbale, nella comprensione, nell’articolazione della parola
5. Deficit del campo visivo o improvvisa cecità
L’ICTUS È UN’EMERGENZA MEDICA!!!! OGNI MINUTO CONTA!!!!
CHIAMARE SUBITO IL 118!!!
Se i pazienti colpiti da ictus
giungono in ospedale entro 2-3
ore dalla comparsa dei sintomi ci
sono le migliori probabilità che
possano tornare a casa senza
danni permanenti o
menomazioni.
Sospetto di ictus
FALSI MITI SULL’ICTUS
Myth – Stroke:
Is not preventable
Cannot be treated
Only strikes the elderly
Happens in the heart
Recovery ends after 6
months
Reality :
Up to 80 percent of strokes are preventable
Stroke requires emergency treatment
Anyone can have a stroke
Stroke is a “Brain Attack”
Stroke recovery can last a lifetime
© 2011 National Stroke Association
Maggio il mese della prevenzione dell’ictus
Stroke Prevention Guidelines
1. Know your blood pressure. Have it checked
at least annually. If it is elevated, work with
your healthcare professional to control it.
2. Find out if you have atrial fibrillation (Afib) –
a type of irregular heartbeat. If you have it,
work with your healthcare professional to
manage it.
3. If you smoke, stop.
© 2011 National Stroke Association
Stroke Prevention Guidelines
4. If you drink alcohol, do so in moderation.
5. Know your cholesterol number. If it is high, work with your doctor to control it.
6. If you are diabetic, follow your doctor’s recommendations carefully to control your diabetes.
© 2011 National Stroke Association
Stroke Prevention Guidelines
7. Include exercise in your daily routine
8. Enjoy a lower sodium (salt) and lower fat diet
9. If you have circulation problems, work with your healthcare professional to improve your circulation.
10. If you experience any stroke symptoms, call 9-1-1 immediately. Every minute matters!
© 2011 National Stroke Association
Lo stile di vita sano secondo i Life’s simple 7 si associa anche a una
riduzione del rischio di ictus:
• Del 48% per chi aderisce in pieno
• Del 27% per un’adesione media
Progetto Life’s Simple Seven.
66
Our Mission: Building healthier lives free of cardiovascular disease & stroke.
Life’s Simple 7TM
Stroke , June 6, 2013
Una app per la valutazione del
rischio
Riconoscere - Reagire - Ridurre
(www.ictus 3r.it)
Il Farmacista e le MCV
Il farmacista ha un ruolo chiave nel settore della salute; come
operatore sanitario ha il compito di:
•educare la popolazione alla promozione della salute
•prevenire le malattie cardiovascolari tramite il rapporto
farmacista-paziente, attraverso:
•Disassuefazione dal tabagismo
•Utilizzo del software Cuore.exe per la valutazione del
rischio.
•Incontri informativi sulle MCV.
•Opuscoli e volantini informativi.
•Promozione delle giornate mondiali (17 maggio: ipertensione;
27 settembre: giornata per il cuore; 29 ottobre: ictus).
•Comunicazione bidirezionale che permetta al paziente di
assumere responsabilità verso la propria salute
(EMPOWERMENT). 69
RUOLO DEL FARMACISTA
70
Grazie ai mezzi di cui dispone può compiere analisi di
prima istanza per valutare lo stato di rischio come:
•Misurare la pressione arteriosa
gratuitamente.
•Compiere analisi preliminari del sangue
gratuite come: il controllo della glicemia e
del colesterolo.
•Controllare il peso e quindi l’indice di
massa corporea
•Vendere pedometri
•Misurare il girovita con un metro da sarta
•Calcolare i rischi cardiovascolari.
FAQ
• Quali sono le principali malattie cardiovascolari? • Che cos’è l’arteriosclerosi? • Come è l’epidemiologia delle principali malattie cardiovascolari in Italia? • Quali sono i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari? • Quali sono i fattori di rischio modificabili e non modificabili delle malattie
cardiovascolari? • Quali effetti ha il fumo attivo e passivo sul sistema cardiocircolatorio? • Quale influenza ha la colesterolemia alta sulle malattie cardiovascolari? • Come si può ridurre la colesterolemia? • Quali effetti positivi ha l’attività fisica sulla salute? • Quale influenza ha l’ipertensione sulle malattie cardiovascolari? • Come si può ridurre la pressione alta? • Che correlazione esiste tra obesità e malattie cardiovascolari? • Come si possono prevenire le malattie cardiovascolari?