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INDICE
P.O.F. 2015/2016: Una bussola che indica la rotta pag. 4
La Scuola Mite pag. 6
Linee guida del P.O.F. dichiarazione d’intenti pag. 8
Dieci punti di riflessione pag. 9
Le 8 competenze chiave europee pag.11
Analisi dei bisogni pag.12
Il territorio di Giulianova pag.13
Normativa Scolastica pag.15
La Buona Scuola pag.17
R.A.V. Rapporto di autovalutazione pag.20
P.d.M. Piano di Miglioramento pag.23
Legge n. 107 del 13-07-2015 pag.26
Bilancio Sociale pag.28
Calendario Scolastico – Regione Abruzzo 2015/16 pag.29
Calendario attività funzionali all’insegnamento – Scuola dell’Infanzia pag.30
Calendario attività funzionali all’insegnamento – Scuola primaria pag.32
Calendario attività funzionali all’insegnamento – Scuola Sec. 1° grado pag.33
Organigramma pag.35
Docenti di sostegno dei tre ordini di scuola pag.36
Assegnazione docenti scuola dell’infanzia pag.37
Assegnazione docenti scuola primaria “De Amicis” pag.38
Assegnazione docenti scuola primaria di Colleranesco pag.39
Assegnazione docenti scuola secondaria pag.40
Organico Potenziato pag.42
Flessibilità organizzativa: scuola primaria e secondaria pag.44
Organizzazione dei tempi e degli spazi: scuola dell’infanzia pag.45
Servizi Generali ed Amministrativi pag.46
Collaboratori Scolastici pag.47
Servizi aggiuntivi pag.48
Incarichi docenti pag.49
Commissioni pag.50
Funzioni Strumentali pag.51
Dipartimenti del Collegio pag.54
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Rapporti scuola-famiglia pag.55
Patto Educativo di corresponsabilità pag.56
Carta d’identità delle scuole pag.59
Caratteristiche strutturali degli edifici pag.62
La sicurezza a scuola pag.63
Il curricolo pag.64
Offerta formativa pag.66
Arricchimento dell’offerta formativa pag.67
Indirizzo musicale pag.72
Visite guidate e viaggi di istruzione pag.74
Formazione pag.78
Inclusione pag.80
Alunni diversamente abili pag.82
Valutazione degli alunni diversamente abili pag.84
Disturbi specifici dell’apprendimento pag.86
I bisogni educativi speciali pag.88
Valutazione degli alunni D.S.A.-B.E.S. pag.90
Alunni stranieri pag.92
Valutazione alunni stranieri in fase di alfabetizzazione pag.99
Piano annuale di inclusione pag.100
Criteri e modalità di valutazione pag.104
Valutazione interna pag.112
Voto di comportamento pag.114
Valutazione esterna – Invalsi pag.116
Autovalutazione d’istituto pag.119
Certificazione delle competenze pag.121
Documentazione pag.128
Dal POF al PTOF pag.129
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P.O.F
UNA BUSSOLA CHE INDICA LA ROTTA
Il presente POF rappresenta la conclusione di una avventura iniziata con l’avvento del l’autonomia a partire
dall’a.s. 2000-2001. Dal prossimo anno scolastico esso sarà sostituito dal Piano triennale dell’offerta
formativa, detto anche PTOF e che avrà delle caratteristiche molto diverse, tra cui la durata triennale e la
capacità previsionale rispetto alle necessità di organico. Soprattutto, per quest’ultimo aspetto esso sarà
inviato all’USR regionale per il completamento delle operazioni necessarie.
Il POF 2015-16, come già quello dello scorso anno, si pone in linea di continuazione con il lavoro svolto
nell’a.s.2013-2014 e rispetto al quale contiene solo brevi e semplice modifiche relative ad aspetti che,
oggettivamente, ogni anno mutano, come il calendario scolastico, i docenti in organico, le classi, gli
impegni, le attività progettuali. Lo scorso anno sono stati aggiunti dei capitoli, come anche in questo anno
scolastico, per ospitare le novità introdotte dal governo Renzi e dal ministro dell’istruzione, dott.ssa
Giannini. I tre POF ben rappresentano l’identità di una scuola che si avvia ad un nuovo modo di essere della
scuola italiana e costituiscono, seppure non in modo intenzionale, un momento di vero passaggio. Si
ricorda, infatti, che nell’elaborazione del P.O.F. è sempre stato prioritario riflettere sui processi di
trasformazione del nostro tempo e sul rapporto tra questi e il ruolo della Scuola, nella piena convinzione
che essa debba saper trovare risposte adeguate ad una società in crescente e continua trasformazione.
La globalizzazione ha modificato in profondità i tempi e i modi della comunicazione, dilatando certamente
gli orizzonti della conoscenza e la scuola non può non farsene carico.
Emerge con forza il bisogno di decifrare e interpretare i segni della complessità, per progettare percorsi in
cui provare a ricostruire una prospettiva carica di senso, di valori civili di riferimento, come quelli di
democrazia, uguaglianza, giustizia e libertà, sanciti nella nostra Costituzione.
La Scuola, dunque, è sollecitata a ripensare il proprio modello pedagogico ed organizzativo, riscrivendo le
regole del sistema; a superare il primato delle procedure per affermare quello dei risultati; a definire vincoli
espliciti in termini di obiettivi cui responsabilmente attenersi attraverso percorsi autonomi di ricerca e di
realizzazione.
Sono questi i punti forti dell’autonomia scolastica, D.P.R.275/99, entrata a regime il 1° Settembre 2000 che
deve essere vista non come semplice dislocamento dei poteri ma come crescita di responsabilità nella
Scuola, nella comunità, nelle istituzioni.
In questo contesto, il P.O.F. dell’Istituto Comprensivo n.1 di Giulianova definisce e impegna non solo le
azioni della Scuola ma l’intero processo didattico, organizzativo e gestionale necessario per realizzare il
successo formativo di ogni alunno/studente.
Esso, per raggiungere i risultati in maniera consapevole e sistematica, chiama in causa unità di intenti,
interdipendenza, corresponsabilità nei tre ordini di Scuola, che all’uopo, diventano un corpo unico; un
unico cuore pulsante che anela ad una cultura della complessità.
L’attenzione alla cultura della complessità ha tra i suoi obiettivi:
LA CENTRALITÀ DELL’ALUNNO E IL SUO ITINERARIO DI FORMAZIONE PERSONALE E DI APPRENDIMENTO
L'ATTENZIONE ALL’INCLUSIONE
LA FORMAZIONE DEI CITTADINI DI OGGI E DI DOMANI
L’ARMONIZZAZIONE DEL CURRICOLO
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LA VALUTAZIONE DEI RISULTATI, DEL COMPORTAMENTO E DEL PROCESSO FORMATIVO COME STRUMENTI
PEDAGOGICO-DIDATTICI
IL CONSOLIDAMENTO DEI RACCORDI SCUOLA-TERRITORIO, AL FINE DI REALIZZARE UNA INTEGRAZIONE FRA LE
DIVERSE ISTITUZIONI
Dall’art.3 del Regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, D.P.R. 275/99: “Il Piano dell’Offerta Formativa è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia”.
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LA SCUOLA MITE
Si è voluto attivare per l’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova un percorso di continuità ma nuovo rispetto
alle scelte degli anni scorsi. Si intende lavorare tenendo presenti i principi della scuola mite.
Una scuola aperta all’incontro e alla valorizzazione dell’altro.
Una scuola non buonista, ma capace di porsi di fronte all’altro con forza.
L’idea di scuola mite nasce intorno alla prima metà degli anni ’90, periodo nel quale sono state pubblicate
opere come L’elogio della mitezza di Norberto Bobbio, Democrazia mite di Zagrebelsky e altri testi di Laura
Balbo sul tempo della cura. La scuola ha raccolto queste riflessioni sulla mitezza grazie al dirigente tecnico
Raffaele Iosa che, nel libro La scuola mite del 1995, illustra ampiamente qual è il volto di una scuola che,
come lui asserisce, si fa neo-piazza cioè luogo dell’incontro, anche secondo il dettato deweyano.
Una scuola, questa, dove i tempi di ogni bambino non sono un optional ma punti fermi. Ascolto, tolleranza
e spirito critico sono i tratti con cui, efficacemente, Norberto Bobbio ha dipinto l'uomo mite. Il concetto di
mitezza in generale è poi diventato, per la lingua italiana degli anni ‘90, un nuovo must nell’accezione
anglosassone di Friendly.
Il principio-guida di una scuola mite è rappresentato dalla volontà di riuscire a costruire un’istituzione
capace di essere realmente al servizio del cittadino, di accogliere, di ascoltare, di rispondere e di non essere
asservita alle richieste del “cliente”. Tale istituzione dovrà essere attenta alle necessità, ai bisogni, ai
mutamenti socio-culturali e dovrà elaborare una risposta e una proposta educativa adeguate, in grado di
favorire la costruzione dei saperi e la crescita armonica della persona all’interno del gruppo, della comunità
scolastica, della più ampia comunità in cui il bambino/ragazzo vive. Obiettivo di un siffatto percorso è
educare il bambino prima e il ragazzo dopo ad una cittadinanza attiva, affinché possano essere protagonisti
consapevoli delle conseguenze dell’agire individuale e collettivo su se stessi, sulla comunità più vicina, sul
mondo.
R. Iosa, nelle primissime pagine del testo La scuola mite descrive, con parole chiare, la sua concezione di
“mite”:
“Per mite intendo un essere umano, un’organizzazione, una società strutturata
con una relazione verso l’altro centrata sull’ascolto e la reciprocità.
Mite è un punto di vista ad alta valenza politica, culturale e sociale.
Risponde criticamente e oppositivamente al termine superbia,
al paternalismo, all’autoritarismo, al darwinismo
Mite è per sua essenza una parola precaria, che fa del possibile e del probabile –
l’incontro con l’altro e l’individuazione delle strade comuni –
il terreno positivo di un’idea civica e aperta di società. (…)
Nelle istituzioni pubbliche mite è quell’organizzazione
pensata “al servizio della persona”, che agisce per progetti credibili,
che non è fredda, che è amichevole, che crede nell’altro e
lavora in un contesto positivo e creativo.(..)
La parola mite riporta alle parole cittadinanza, diversità, reciprocità, efficacia.”
(da pag.7 del testo)
Questi principi possono ben guidare l’operato di ogni portatore d’interessi nei confronti della scuola,
possono ispirare l’elaborazione del P.O.F.
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L’agire di ognuno non diventa mai isolato ma strettamente collegato alla comunità locale, con una cura
specifica alle esigenze del territorio e la stretta collaborazione con tutte le istituzioni in esso presenti.
La scuola deve diventare per la famiglia un reale punto di riferimento con il quale condividere il progetto di
crescita dei propri figli, lavorando insieme per la promozione della personalità di ogni alunno nessuno
escluso. Il proposito di una scuola mite è quello di formare delle persone il cui agire sia improntato alla
tolleranza e alla solidarietà, sorrette da una crescente autonomia di pensiero.
Le attività e i principi del piano dell’offerta formativa, avendo come filo conduttore la scuola mite,
contribuiranno a scrivere un nuovo capitolo della storia dell’Istituto Comprensivo 1, affinché si possa
continuare a tessere la tela identitaria di comunità educativa attraverso la continua interazione con la
comunità sociale e civile.
Nella continua interrelazione della scuola con il territorio e le sue problematiche, una scuola mite pur non
rinunciando a punire i comportamenti scorretti, si caratterizza come scuola amichevole e dialogante e
come scuola che include.
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LINEE GUIDA DEL P.O.F.
DICHIARAZIONE DI INTENTI
Il nostro P.O.F., improntato ai principi della Scuola Mite, definisce le linee portanti che contraddistinguono
le scelte educative, didattiche, curricolari e finanziarie, socializzate e condivise con massima trasparenza,
alla luce delle nuove Indicazioni Nazionali, D.M.254/12, e della nuova identità della nostra Scuola diventata,
lo scorso anno, un Istituto Comprensivo.
E’ stato pensato non come un documento intoccabile ma come un diario di bordo che registra i tentativi di
una Istituzione Scolastica di leggere ed interpretare i vari segnali e le domande che la società esprime e le
risposte che la Scuola stessa tenta di dare.
Il POF è un documento che esplicita le basi e gli indirizzi progettuali ed organizzativi delle attività dei
docenti e delle classi, definendo le linee guida e le pratiche educative e didattiche condivise.
Esso risponde alle esigenze del territorio in cui sono ubicate le scuole dell’Istituto ed alle aspettative delle
famiglie. Ciò è ancor più possibile in quanto rispettoso e accogliente nei confronti delle tematiche
ambientali, sociali e civili che sono alla base della costruzione della identità culturale e della cittadinanza
attiva.
Il POF valorizza la professionalità docente e la sua elaborazione si fonda sull’autonomia culturale e
professionale degli insegnanti. Essi formulano i vari percorsi formativi adattando le sue linee guida alle
esigenze degli alunni, tenendo conto del contesto di riferimento.
Promuove il successo formativo di tutti gli alunni.
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OTTO PUNTI DI RIFLESSIONE
1. SICUREZZA NELLE SCUOLE
Garantire la sicurezza nelle scuole, mediante: formazione continua del personale formazione continua degli alunni alle procedure di evacuazione e al rispetto
delle regole di prevenzione-infortuni attenzione alle segnalazioni di eventuali situazioni di pericolo verifica periodica del DVR
2.INTEGRAZIONE E DISAGIO
Migliorare l’offerta formativa mediante: interventi per l’integrazione degli alunni diversamente abili interventi per l’integrazione degli alunni stranieri interventi per prevenire il disagio progetti di miglioramento, centrati su: recupero / potenziamento,
accoglienza, continuità tra i vari ordini di scuola, laboratori
3.RICERCA E SPERIMENTAZIONE
Promuovere attività di ricerca e sperimentazione didattica al fine di: individuare percorsi innovativi per la didattica delle discipline utilizzare le ICT nella didattica rendere sempre più vari e stimolanti i progetti di Istituto valorizzare le eccellenze con offerte diversificate
4.SUPPORTO DEGLI ESPERTI
Promuovere e/o potenziare interventi per favorire lo “star bene a scuola” e l’accettazione delle regole per una civile convivenza in ambito scolastico, organizzando: uno sportello psicologico per consulenze riservate ai genitori forme di consulenza ai docenti per la gestione della classe offerta di indicazioni operative per superare i conflitti attività di mediazione didattica nelle classi difficili
5.DIRITTO ALLO STUDIO
Garantire il diritto/dovere all’istruzione: istruzione domiciliare e programmazione individualizzata rapporto con le famiglie coordinamento delle attività educative e didattiche cura della documentazione del percorso educativo
6. SCUOLA E TERRITORIO
Favorire l’arricchimento dell’OFFERTA FORMATIVA attraverso accordi e convenzioni con Enti ed Associazioni, sportive e culturali del territorio.
7.VALORIZZAZIONE DELLE DIVERSE FIGURE PROFESSIONALI
Valorizzare le diverse figure professionali nei vari ordini di Scuola per un curricolo verticale efficace e una progettualità per quanto possibile trasversale
8. PRIVACY
Rispettare il codice della privacy (D.lgs.196/03) in materia di protezione dei dati personali attraverso:
relazione del Documento programmatico della Sicurezza
nomina degli incaricati e del responsabile al trattamento dati.
Accanto a quanto sopra delineato, non saranno dimenticate le competenze chiave che da anni l’Europa ha
indicato come punti di riferimento dell’azione educativo-didattica e non solo.
Nella Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio d’Europa del 18 dicembre 2006 e nelle Indicazioni
Nazionali del 4 settembre 2012, le competenze chiave per l’apprendimento permanente sono definite
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una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto. Le competenze chiave sono
quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva,
l’inclusione sociale e l’occupazione.
La Raccomandazione Europea si inquadra nel processo, iniziato a seguito del Consiglio europeo di Lisbona
del 2000 e conosciuto come Strategia di Lisbona, che aveva come obiettivo finale quello di fare dell’Europa
‘l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo (...)’ , entro il 2010.
Lo sviluppo di competenze chiave, oggetto della Raccomandazione, è uno dei 5 obiettivi che sono stati
individuati per ‘rafforzare l’efficacia e la qualità dei sistemi’.
Anche l’indagine internazionale PISA 2003 aveva messo in evidenza l’importanza dell’acquisizione di
competenze più ampie per la riuscita nell’apprendimento. Oltre alle competenze nella lettura, nella
matematica e nelle scienze, questa indagine ha il pregio di aver valutato anche competenze trasversali
come la motivazione all’apprendimento, i comportamenti e la capacità di ogni studente di individualizzare il
proprio percorso formativo.
Tenendo conto anche di questi sviluppi internazionali, il gruppo di lavoro della commissione europea nel 2006 ha definito otto ambiti di competenze chiave, ben individuati nella Raccomandazione sopra citata:
1. Comunicazione nella madrelingua; 2. Comunicazione nelle lingue straniere; 3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4. Competenza digitale; 5. Imparare ad imparare; 6. Competenze sociali e civiche; 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8. Consapevolezza ed espressione culturale.
Ancora nel documento “Le Conclusioni del Consiglio sulla Creatività e l’Innovazione nel sistema di formazione e
d’istruzione” del 22 maggio 2008, nel punto 3 c’è il riferimento al cosiddetto TRIANGOLO DEI SAPERI, altrimenti
definito come interazione tra ricerca-educazione e innovazione, chiave di apertura per una società realmente basata
sulla conoscenza.
Alla luce di tutte le stimolazioni che provengono da documenti sia nazionali che europei, la scuola ha il dovere di
ripensare le finalità sociali e culturali della scuola per creare il giusto cittadino della società della conoscenza. La Scuola
deve assicurare a tutti il miglior successo possibile tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni e delle sensibilità di
ognuno.
Vanno ripensate le finalità sociali e culturali della Scuola per creare il giusto cittadino nella società della conoscenza, è
necessaria una scuola dell’inclusione sociale che sia capace di promuovere il successo formativo di tutti e di ciascuno,
valorizzando le specificità e le vocazioni di ogni singolo.
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LE OTTO COMPETENZE CHIAVE EUROPEE
1. Comunicazione nella madrelingua
Utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici. Redigere relazioni tecniche e documentare le attività individuali e di gruppo relative a situazioni professionali.
2. Comunicazione nelle lingue straniere
Padroneggiare la lingua inglese e un’altra lingua comunitaria per scopi comunicativi, utilizzando anche i linguaggi settoriali previsti dai percorsi di studio, per interagire in diversi ambiti e contesti di studio e di lavoro, al livello B2 di padronanza del quadro europeo di riferimento per le lingue (QCER).
3. Competenze matematiche Utilizzare il linguaggio e i metodi propri della matematica per organizzare e valutare adeguatamente informazioni qualitative e quantitative. Utilizzare le strategie del pensiero razionale negli aspetti dialettici e algoritmici per affrontare situazioni problematiche, elaborando opportune soluzioni.
4. Competenza digitale Utilizzare e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale, anche con riferimento alle strategie espressive e agli strumenti tecnici della comunicazione in rete. Utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di studio, ricerca e approfondimento disciplinare.
5. Imparare a imparare Partecipare attivamente alle attività portando il proprio contributo personale. Reperire, organizzare, utilizzare informazioni da fonti diverse per assolvere un determinato compito; organizzare il proprio apprendimento; acquisire abilità di studio.
6. Competenze sociali e civiche
Agire in modo autonomo e responsabile, conoscendo e osservando regole e norme, con particolare riferimento alla Costituzione. Collaborare e partecipare comprendendo i diversi punti di vista delle persone.
7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità
Risolvere i problemi che si incontrano nella vita e nel lavoro e proporre soluzioni; valutare rischi e opportunità; scegliere tra opzioni diverse; prendere decisioni; agire con flessibilità; progettare e pianificare; conoscere l’ambiente in cui si opera anche in relazione alle proprie risorse
8. Consapevolezza ed espressione culturale
Riconoscere il valore e le potenzialità dei beni artistici e ambientali, per una loro corretta fruizione e valorizzazione. Stabilire collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali, sia in una prospettiva interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro. Riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni con le strutture demografiche, economiche, sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo. Comprendere gli aspetti comunicativi, culturali e relazionali dell’espressività corporea e l’importanza che riveste la pratica dell’attività motorio-sportiva per il benessere individuale e collettivo.
Adattamento da: “Linea guida per la pratica didattica - Regione Veneto”
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ANALISI DEI BISOGNI
L’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova da diversi anni cerca di individuare le esigenze e le necessità
formative, didattiche e organizzative della popolazione scolastica del territorio di Giulianova capoluogo.
In questo anno scolastico saranno predisposte delle attività riguardanti sia la didattica e sia gli aspetti
generali dell’organizzazione scolastica. Esse saranno vissute nel rispetto
Attività - Analisi e rilevazione dei bisogni dell'utenza e del territorio per la definizione del POF in
prospettiva socioculturale
L'attività tenderà a delineare come sia possibile, attraverso l'uso di alcuni strumenti di indagine
(questionario, focus group, brainstorming, scheda per la raccolta delle aspettative) definire i bisogni
formativi dell'utenza in rapporto al territorio. Si tratta di assegnare al POF una forte valenza orientativa, in
modo da prendere in carico i problemi esistenziali degli alunni nel luogo in cui essi vivono. Ne deriva una
rilevazione dei bisogni socio-culturali da analizzare e trasformare sulla base di considerazioni che derivano
dall'esperienza professionale.
Si decide pertanto di:
rispondere alle esigenze degli alunni con un’attenzione ai diversi aspetti della persona (culturale,
affettivo e sociale), considerando che il pieno sviluppo si realizza anche nel rapporto con gli altri e con
la consapevolezza del proprio ruolo sociale;
promuovere occasioni per valorizzare le risorse del territorio al fine di diffonderne la cultura.
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IL TERRITORIO DI GIULIANOVA
Caratteristiche abitative:
Superficie: 27,4 Kmq
Popolazione: 23.476
Attività produttive:
La pesca, il turismo, il terziario molto produttivo sono cardini dell’economia della città. La presenza di un porto funzionale e di un mercato ittico all’ingrosso, fra i più importanti della costa, garantisce lavoro e reddito a molti operatori nel settore della pesca. Il Lido concentra le maggiori attività, dirette ed indotte, legate al turismo. Sia nelle zone centrali che in quelle adiacenti al Lungomare si estende la rete alberghiera supportata dai campeggi agli estremi nord e sud, dagli stabilimenti balneari, ma anche da numerosi ristoranti ed esercizi commerciali. Nella zona di Colleranesco, lungo la statale 80 per Teramo, e nella zona Nord della statale 16 per Ancona è particolarmente fervida l’attività artigianale. In continua crescita la presenza di banche ed istituti di credito, che danno vigore al movimento finanziario. Le attività commerciali e finanziarie, i servizi e le scuole, i maggiori uffici amministrativi, l’ospedale, la pretura, gli enti socio-assistenziali, distribuiti su tutto il territori o, completano il tessuto socio-economico della città. La città è suddivisa in quattro zone: il Lido, che costituisce la zona balneare e di rilevanza turistica; l’Annunziata, nella zona sud, dove nacque e si sviluppò in origine la colonia romana di Castrum Novum; il Paese, dove si trova il centro storico; Colleranesco che, insieme a Case di Trento, costituisce la diramazione del nucleo urbano verso zone agricole alle spalle della collina.
Attività e presenze culturali:
Biblioteche Biblioteca civica “Vincenzo Bindi” Biblioteca Centro Culturale S. Francesco (nel medesimo complesso si trova la Piccola Opera Charitas) Biblioteca “P. Candido Donatelli”
Pinacoteche Pinacoteca civica “Vincenzo Bindi” Sala Trevisan presso la “Piccola Opera Charitas” Museo d’Arte dello Splendore, (MAS), presso il Santuario della Madonna dello Splendore Museo Archeologico Cinema e Teatri Cinema Multisala Moderno Centri culturali Centro Congressi Kursaal Centro servizi Culturali Regione Abruzzo Centro documentazione musicale “G. Braga” Centro socio-culturale Annunziata
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Centri Sportivi Centro sportivo Impianto di tiro al volo Acquaviva Campo scuola “Massi” Circolo Nautico “Migliori” Palacastrum
Tradizioni e manifestazioni
Nel Centro storico, il 22 aprile, si svolge la festa in onore della Madonna dello Splendore. Altre manifestazioni culturali, religiose e folkloristiche si svolgono nel periodo estivo. Il 24 novembre si celebra la festa di S.Flaviano, patrono di Giulianova . Il 26 dicembre si realizza il Presepe Vivente presso il centro storico con varie scene raffiguranti la vita in Palestina al tempo di Gesù. Durante la Settimana Santa si allestisce la Via Crucis con scene recitate tratte dai testi evangelici. Festival Internazionale delle bande musicali (tarda primavera).
Associazioni culturali
Sul territorio di Giulianova sono attive associazioni culturali,sportive e sociali che curano aspetti storici, artistici, letterari, folkloristici, educativi e sanitari della nostra città offrendo un notevole aiuto alla popolazione arricchendo positivamente e vivacizzando la comunità tutta. Tra le associazioni socio-sanitarie:
A.D.M.O. - A.V.U.L.S.S. – CARITAS - FIDAS-CUORE - Ass.”Giovanna Savini - U.N.I.T.A.L.S.I. - SOCCORSO ABRUZZO - CROCE ROSSA ITALIANA - Piccola Opera Caritas- Protezione Civile
Tra le associazioni socio-educative: AGESCI - Ass. Futuro Semplice - DONO DI MARIA- Centro Maria Teresa Annunziata (ONLUS)
Tra le associazioni Culturali: Ass. “Il nome della Rosa” - Ass. Culturale Braga - Ass. S. Giuseppe Ass. Nazionale Carabinieri - Padre Candido Donatelli - Ass. nazionale Carabinieri volontari - Ass. nazionale Volontari Guardia Penitenziaria
Tra le associazioni sportive: Polisportiva Amicacci - Ecologica G
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NORMATIVA SCOLASTICA In questi ultimi 15 anni la scuola italiana è stata protagonista di un profondo cambiamento che ne ha
rinnovato tutti gli aspetti. L’avventura del cambiamento inizia nel 1997 con la Legge n. 59 detta anche
Legge Bassanini che, all’art. 21, introduce l’Autonomia scolastica da anni desiderata e mai raggiunta. Nel
1999 questa autonomia viene resa operativa grazie al D.P.R. 275, il regolamento dell’Autonomia, che ne
data la nascita al 1° settembre 2000. Sono anni estremamente densi e forse ancora oggi di difficile
comprensione e il cambiamento viene delineato a 360 gradi.
Per grandi linee si può ripercorrere il susseguirsi dei maggiori cambiamenti del panorama della scuola
italiana:
D.Lgs.59/97 “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la
riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa,” Capo IV, Art. 21 dove si
introduce l’autonomia scolastica;
D.Lgs. 59/98 che rinnova l’art.25 del D.Lgs. 29/93. Articolo che parla della figura del nuovo dirigente
scolastico;
D.Lgs. 112/98;
D.Lgs.233/98 che proponeva la riforma degli organi collegiali territoriali;
D.P.R. 233/98 per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche riprendendo l’esperienza della L97/94
che per la prima volta parla di istituti comprensivi;
D.P.R. 275/99 Regolamento dell’Autonomia;
D.Lgs.286/99 che all’art.5 parla di valutazione del personale con incarico dirigenziale;
D.Lgs.300/99 che propone la riforma del M.P.I.;
Lq.30/2000 “ Legge quadro in materia di Riordino dei Cicli dell’Istruzione” firmata da Berlinguer e De
Mauro;
D.I. 44/01 “Regolamento concernente le istruzioni generali sulla gestione amministrativo- contabile delle
istituzioni scolastiche”;
Legge Costituzionale 3 del 18 ottobre 2001 “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione”
(pubblicata sulla GU 59 del 12 marzo 2001 e, dopo il referendum indetto in data 3 agosto 2001, sulla GU
248 del 24 ottobre 2001); L.53/2003 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali
delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale”, firmata dal Ministro Moratti e a cui
fanno seguito diverse altre norme che completano il quadro della riforma della scuola italiana, abbozzato
dalla legge delega;
D.Lgs. 59/2004 recante la “Definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo
dell'istruzione, a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53”;
C.M. 29 del 5 marzo 2004.
Decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59. Indicazioni e istruzioni;
D.Lgs. 76/2005 “Definizione delle norme sul diritto-dovere ll’istruzione e alla formazione, ai sensi
dell’articolo 2, comma 1, lettera c) della legge 28 marzo 2003, n.53”;
D. Lgs. 77/2005 “ Definizione delle norme generali relative all’alternanza scuola-lavoro, ai sensi dell’articolo
4 della legge 28 marzo 2003, n.53”;
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D. Lgs. 226/2005 “Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni relativi al
secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione a norma dell’articolo 2 della legge 28 marzo
2003, n. 53”;
Legge 296 del 27/2006 “ Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello stato (Legge
finanziaria 2007), Articolo 1, comma 622, Nuovo obbligo di istruzione”;
2007 “Indicazioni per il Curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione” a firma del
ministro Fioroni;
L.133/2008 e L.169/2008 “Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la
qualità del sistema universitario e della ricerca” a firma del ministro Gelmini;
D.P.R. 122/2009 “ Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169”; D.P.R. 87/2010 “Regolamento recante norme per il riordino degli istituti professionali, a norma dell'articolo
64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto
2008, n.133” con Allegati;
D.P.R. 88/2010 “Regolamento recante norme per il riordino degli istituti tecnici a norma dell'articolo 64,
comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto
2008, n.133” con Allegati;
D.P.R. 89/2010 “Regolamento recante revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei
licei a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con
modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133” con Allegati.
In seguito sono state pubblicati altri documenti normativi per le scuole secondarie di 2° grado.
D.M. 254/2012 “Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo
d’istruzione”;
D.P.R. 80/2013 “Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione”;
Documento “La Buona Scuola. Facciamo crescere il paese” del 3 settembre 2014;
Direttiva n.11 del 18 settembre 2014 – “Sistema nazionale di valutazione triennio 2014-2017”;
C.M. n.47 del 21 ottobre 2014 – “ Trasmissione della direttiva sul sistema nazionale di valutazione”;
C.M. n.3 del 13 febbraio 2015 – “Adozione sperimentale dei nuovi modelli nazionali di certificazione delle competenze nelle scuole del primo ciclo di istruzione”. Legge n.107 del 13 luglio 2015 – “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il
riordino delle disposizioni legislative vigenti”.
17
LA BUONA SCUOLA
Il 3 settembre 2014 è stato pubblicato il documento “La Buona Scuola” fortemente voluto dal Presidente
del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro dell’Istruzione Giannini. Dal 15 settembre al 15 novembre è stata
aperta una consultazione on line che ha permesso a tutti, docenti e non, di pronunciarsi sull’idea di scuola
delineata nel documento.
I docenti dell’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova, il personale ATA e i genitori degli alunni, fin dal 4
settembre, hanno avuto disponibile sul sito della scuola il link per accedere al documento in oggetto. In due
collegi dei docenti si sono illustrati alcuni passaggi della nuova scuola e i docenti si sono riuniti nelle sezioni
dipartimentali per provvedere ad una lettura partecipata del documento stesso. Inoltre hanno preparato
un world cafè preceduto da una prova generale per una discussione aperta anche ad ATA, genitori e forze
sindacali e non del territorio. L’esperienza si è rivelata positiva ed ha permesso una condivisione a tutto
tondo delle impressioni e delle possibili conclusioni.
Il documento, nonostante il linguaggio aperto, agile, accattivante, giovanile e quant’altro si è rivelato
difficoltoso per tutti i rivoli di connessioni che ogni pagina andava a risvegliare, ciò nonostante lo stesso ha
portato una ventata di nuovo spirito di partecipazione.
Alla fine del world cafè, alcuni docenti hanno provveduto a descrivere su fogli di carta pacco le linee
interpretative del proprio tavolo di discussione e da essi sono state fatte alcune conclusioni poi immesse
nel questionario on line. Sono state realizzate anche alcune foto dei cartelloni finali del world cafè, le
conclusioni dei lavori di alcuni gruppi, mentre la brochure è stata consegnata ai genitori degli alunni
treenni e delle classi prime della primaria a partire dal 9 di settembre.
I 12 punti di attenzione del documento “La Buona Scuola” sono stati trascritti sulla brochure per i genitori e
sono di seguito riportati:
1.MAI PIÙ' PRECARI NELLA SCUOLA
Un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le Graduatorie ad
Esaurimento.
2. DAL 2016 SI ENTRA SOLO PER CONCORSO
40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo
per concorso, come previsto dalla Costituzione. Mai più ‘liste d’attesa’ che durano decenni.
3. BASTA SUPPLENZE
Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti,
tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.
4. LA SCUOLA FA CARRIERA: QUALITÀ, VALUTAZIONE E MERITO
Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 prof. su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più grazie ad una
carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola.
Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento.
5. LA SCUOLA SI AGGIORNA: FORMAZIONE E INNOVAZIONE
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Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo
scambio fra pari. Per valorizzare i nuovi Don Milani, Montessori e Malaguzzi.
6. SCUOLA DI VETRO: DATI E PROFILI ONLINE Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei
docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.
7. SBLOCCA SCUOLA
Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche
più gravose per la scuola. Per abolirle tutte.
8. LA SCUOLA DIGITALE
Piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi. Disegnare insieme i
nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi.
9. CULTURA IN CORPORE SANO
Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, per scommettere sui
punti di forza dell’Italia.
10. LE NUOVE ALFABETIZZAZIONI
Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. Competenze digitali: coding
e pensiero computazionale nella primaria e piano “Digital Makers” nella secondaria. Diffusione dello studio
dei principi dell’Economia in tutte le secondarie.
11. FONDATA SUL LAVORO
Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200
ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato
sperimentale.
12. LA SCUOLA PER TUTTI, TUTTI PER LA SCUOLA Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e
legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni,
imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.
Di seguito si riporta la sintesi delle riflessioni che sono state oggetto di attenzione da parte di alcuni docenti
nella compilazione dell’ultima parte del questionario on line.
ULTIMA PARTE DEL QUESTIONARIO ON LINE Cosa ritieni sia particolarmente efficace del Piano "La Buona Scuola"? Tema 1 Nel Piano sono evidenziate tematiche che da anni coinvolgono, a più riprese, il mondo della scuola. Per le suddette tematiche, purtroppo, nessuno è mai riuscito a individuare una o più soluzioni certe anche perché sono prevalsi interessi collegati alle varie maggioranze e agli orientamenti politici via via succedutisi. Nel testo non compaiono segni di future grandi rivoluzioni, bensì un insieme di posizioni da rinnovare che potrebbero sottolineare la fine di una epoca.
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Tema 2 Il linguaggio utilizzato risulta essere particolarmente efficace, moderno, scorrevole e tecnico allo stesso tempo. Esso è estremamente coinvolgente per il lettore, chiunque esso sia: docente, studente, famiglia o altro. Certamente, anche la grafica scelta aiuta molto a modulare il ritmo del testo e a renderlo più appetibile e comunicativo. Tutto ciò risulta essenziale per una scuola che vuole fortemente uscire dalla marginalità in cui si è trovata per anni. Tema 3 E' molto positivo l'aver dato vita ad una consultazione epocale, che ha coinvolto tutta la società civile e la maggior parte delle scuole. Dovunque si sono registrate iniziative interessanti e volte a mettere in luce sia gli aspetti positivi che quelli negativi presenti nel testo. Anche in passato ci sono state delle consultazioni, ma si riferivano a settori specifici della scuola ( Rapporto Zoso 1989, ecc.) e senza l'avallo dei media che, in questa occasione, hanno dato un loro apporto fondamentale. Quali aspetti ritieni debbano essere migliorati o sostanzialmente ridiscussi? Tema 1 Andrebbe ridiscussa tutta la questione relativa al merito. Il merito non può calpestare i diritti conquistati attraverso il lavoro svolto negli anni. Forse potrebbe accompagnare la crescita della propria professionalità, ma sarebbe opportuno che ognuno potesse scegliere i tempi e i modi del proprio percorso personale. Inoltre, al di là delle problematiche legate agli scatti di anzianità, non va dimenticato che l'esperienza negli anni crea i presupposti di una relazione educativa efficace sia con gli alunni che con i colleghi. Va recuperata la saggezza dell'esperienza rispetto ad una formazione fondata sul solo sapere teorico. Va riscoperta l'importanza delle azioni quotidiane, che nel loro succedersi offrono il giusto paradigma per interrogarsi e trasformare il sapere teorico in competenze da condividere con i colleghi. Tema 2 Aver iniziato il Piano con un capitolo comunque tecnico e molto lungo, suddiviso in troppe parti, può aver disorientato quei lettori non propriamente definibili come "addetti ai lavori". Sarebbe stato opportuno iniziare il Piano con una idea chiara di scuola innovativa e "buona". Tema 3 Sarebbe stato opportuno chiarire la questione riguardante i finanziamenti alle scuole, soprattutto il reperimento dei fondi per finanziare progetti, laboratori, attività didattiche di varia natura. E’ forte il rischio di accentuare le disuguaglianze tra ceti sociali. Cosa manca nel rapporto del Piano "La Buona Scuola"? Tema 1 Mancano i dovuti riferimenti all'INFANZIA e alla scuola dell'infanzia, che rischia sempre di essere la "Cenerentola" di turno di ogni movimento innovatore della scuola italiana Va riconosciuta la grande forza che contraddistingue questo segmento della scuola italiana che, dalla sua nascita nel lontano 1968, ha raggiunto grandi traguardi grazie ad una ricerca sperimentale costante e all'ascolto della società in tutti i suoi molteplici aspetti di complessità. Tema 2 Manca la presentazione di una idea di scuola forte e chiara. Conseguentemente non sono individuati gli aspetti educativi e didattici oltreché pedagogici, psicologici, sociologici che contraddistinguono la scuola. Tema 3 Non si accenna al personale ATA, al contratto, al valore del sindacato, alla possibilità di superare l'impianto della L.53 del 2003.
20
R.A.V.
RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE
Il 29 aprile 2015 è stata aperta, on line, la piattaforma attraverso la quale le istituzioni scolastiche di tutta la
nazione, hanno potuto compilare il Rapporto di Autovalutazione. La cosiddetta avventura RAV ha preso
avvio, in punta di piedi, con:
la costituzione del Sistema Nazionale di Valutazione, D.L.225/2010 e Legge di conversione
n.10/2010,
il Regolamento sul sistema nazionale di valutazione D.P.R. n.80/2013,
la Direttiva n.11 del 18-09-2014, in cui vengono indicate le priorità strategiche del SNV per il
triennio 2014-2017
la C.M. n.47 del 2014 esplicativa del D.P.R. 80/2013
In particolare, attraverso i due ultimi atti normativi si è sottolineato il completamento del procedimento di
valutazione iniziato con il DPR n.275 del 1999.
Di seguito si riporta il timetable del triennio 2014-2017:
Nel corso dell’anno scolastico 2014-2015 sono intervenute numerose note esplicative dal MIUR attraverso
le quali le istituzioni scolastiche hanno tenuto costantemente sotto controllo i tempi di realizzazione e di
pubblicazione del documento in oggetto.
Il percorso auto valutativo di ogni scuola, che costituisce il RAV, si compone di cinque parti che al loro
interno sono variamente suddivise in numerose sezioni che rendono più chiaro il senso della ricerca e
dell’analisi dei dati in possesso.
21
e’ la sezione nella quale viene presentato ed esaminato il territorio nel quale l’istituzione scolastica esplica la sua mission
1.1-Popolazione scolastica
1.1a-Status socio economico e culturale delle
famiglie degli studenti
1.1b- Studenti con famiglie economicamente
svantaggiate
1.2-Territorio e capitale sociale
1.2a-Disoccupazione
1.2b-Immigrazione
1.3-Risorse economiche
e materiali
1.3a-Finanziamenti all’istituzione scolastica
1.3b-Edilizia e rispetto delle norme sulla
sicurezza
1.4-Risorse professionali 1.4a-Caratteristiche degli insegnanti
1.4b-Caratteristiche del Dirigente Scolastico
è la sezione nella quale vengono presentati i risultati e le competenze degli studenti dei vari ordini di scuola
2.1-Risultati scolastici
2.1a-Esiti degli scrutini
2.1b-Trasferimenti ed abbandoni
Valutazione
5
2.2-Risultati nelle prove standardizzate nazionali
2.2a-Risultati degli studenti nelle prove di
italiano e matematica
2.2b-Livelli di apprendimento degli studenti
2.2c-Variabilità dei risultati fra le classi
Valutazione 4
2.3-Competenze chiave
e di cittadinanza
Valutazione
6
2.4-Risultati a distanza Valutazione
6
suddivi
si
in due
macroa
ree
A): pratiche educative e didattiche
è la sezione nella quale si parla di curricolo, progettazione, valutazione, ambiente di apprendimento, inclusione e differenziazione, continuità e orientamento
3A.1-Curricolo, progettazione e valutazione
3.1a-Curricolo
3.1c-Progettazione didattica
3.1d-Presenza di prove strutturate per classi
parallele
Valutazione 6
3A.2-Ambiente di
apprendimento
3.2a-Durata delle lezioni
3.2b-Organizzazione oraria
3.2d-Episodi problematici
Valutazione
5
3A.3-Inclusione e
differenziazione
3.3a-Attività di inclusione
3.3b-Attività di recupero
3.3c-Attività di potenziamento
Valutazione
7
3A.4-Continuità e
orientamento
3.4a-Attività di continuità
3.4b-Attività di orientamento
Valutazione
7
B): pratiche gestionali e organizzative
è la sezione nella quale si parla di orientamento strategico e di organizzazione della scuola, di sviluppo e valorizzazione delle risorse umane, di integrazione con il territorio e di rapporti con le famiglie
3B.5-Orientamento
strategico e
organizzazione della
scuola
3.5a-Gestione delle funzioni strumentali
3.5b-Gestione del Fondo di Istituto
3.5c.Processi decisionali
3.5d-Impatto delle assenze degli insegnanti
sull’organizzazione
3.5e-Progetti realizzati
3.5f-Progetti prioritari
Valutazione 6
3B.6-Sviluppo e
valorizzazione delle
risorse umane
3.6a-Offerta di formazione per gli insegnanti
3.6b-Gruppi di lavoro degli insegnanti
Valutazione 6
3B.7-Integrazione con il
territorio e rapporti con
le famiglie
3.7a-Reti di scuole
3.7b-Accordi formalizzati
3.7c-Raccordo scuola-territorio
3.7e-Partecipazione formale dei genitori
3.7g-Partecipazione finanziaria dei genitori
3.7h-Capacità della scuola di coinvolgere i
genitori
Valutazione 5
22
in questa sezione, alla luce di quanto definito nelle sezioni precedenti si valutano le priorità sulle quali appuntare l’attenzione e lavorare. Nello specifico la valutazione dell’intervento da effettuare procede su due piani: -priorità e traguardi in quanto obiettivi per migliorare le performance degli studenti -obiettivi di processo in quanto attività per migliorare.
Come spiegato nel glossario prodotto dall’Invalsi, il RAV nella sua struttura propone una versione
semplificata del modello CIPP (Context – Input – Process – Product) che prevede appunto tre dimensioni:
Esiti, Processi e Contesto
Ogni dimensione, ad eccezione della parte dedicata al Contesto, prevede una rubrica di valutazione con una
scala di punteggi composta da 1- 3- 5-7 (numeri dispari) corredata da una descrizione delle prestazioni.
Ogni scuola ha poi facoltà di aggiungere ulteriori punteggi intermedi (numeri pari) esplicando la
motivazione della scelta.
Nel RAV sono poi confluiti, sotto forma di valori di riferimento esterni o benchmark, inviati da ogni scuola
al MIUR per il tramite di un complesso questionario giunto nelle scuole nel mese di febbraio e compilato da
più soggetti: Dirigente Scolastico, Direttore dei servizi generali e amministrativi, assistenti amministrativi.
In linea generale i dati sono stati riversati sul documento dal MIUR, dall’INVALSI, da altre fonti come il
Ministero dell’Interno, l’Istat….
Il 30 luglio è stata chiusa la compilazione del documento ed è stata riaperta il 1° settembre per un mese
ancora in modo da rivedere quanto compilato. La pubblicazione è stata effettuata entro il 10 di ottobre
2015.
Nella compilazione del RAV sono stati tenuti in debita considerazione molti dei punti sviluppati nel POF
della scuola, che a sua volta rappresenta(va) il documento della identità culturale e progettuale della
stessa.
Dal RAV prende l’avvio, sulla base delle risposte fornite, il piano di miglioramento della scuola che a sua
volta costituisce il secondo step del grande processo di cambiamento in atto.
23
PIANO DI MIGLIORAMENTO
A completamento del RAV, la scuola ha sottolineato alcuni aspetti da migliorare nel corso dell’a.s. 2015-
2016. Purtroppo, nell’onda delle novità conseguenti anche alla L.107/2015, si sta assistendo al proliferare di
reti e progetti vari, anche dedicati al miglioramento. Viene meno quell’aspetto di riflessione interna, così
importante ed intenso, venuto fuori dalla compilazione del RAV stesso.
Comunque il RAV del Comprensivo 1 aveva rilevato alcuni aspetti come di seguito illustrato:
PRIORITA’ E TRAGUARDI ESITI DEGLI STUDENTI
PUNT. DESCRIZIONE DELLA PRIORITA'
DESCRIZIONE DEL TRAGUARDO
1) Risultati scolastici
5 Organizzazione di interventi per migliorare i risultati scolastici di alcuni alunni attraverso un recupero del valore dei compiti a casa.
Implementazione dell'uso di metodologie e tecnologie innovative, come la Flipped Classroom, utili a migliorare l'impegno scolastico e casalingo.
2) Risultati nelle prove standardizzate nazionali
4 Organizzazione di interventi, anche teorici, per migliorare l'utilizzazione dei risultati delle prove INVALSI, nella programmazione didattica.
Costituzione di gruppi di lavoro misti (primaria-secondaria), per rendere maggiormente accessibili i dati numerici rilevati dall'INVALSI.
3) Competenze chiave e di cittadinanza
6 Progettazione di un documento di istituto, uguale per i diversi ordini di scuola, che si occupi della valutazione del comportamento degli alunni.
Discussione condivisa e creazione di un documento comune per osservazione e registrazione dei diversi aspetti del comportamento degli alunni.
Attivazione di uno sportello per bullismo, disturbi alimentari, coinvolgimento genitori in attività di scoperta della genitorialità.
Implementazione di attività di osservazione dei comportamenti disfunzionali degli alunni. Riunioni di condivisione con i genitori interessati.
4) Risultati a distanza
6 Organizzazione di interventi per migliorare l'esito scolastico di molti alunni anticipatari
Monitoraggio degli esiti scolastici di alunni anticipatari, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di 1° grado.
Progettazione di un documento di istituto capace di delineare lo sviluppo dei risultati raggiunti dagli alunni nei vari anni di scuola.
Costruzione di una tabella osservativa in grado di seguire e registrare l'evoluzione dell'alunno diacronicamente.
%
24
OBIETTIVI DI PROCESSO
AREA DI PROCESSO DESCRIZIONE DELL'OBIETTIVO DI PROCESSO
1) Curricolo, progettazione e Valutazione
6 Creazione di percorsi sulle abilità sociali, atti a guidare gli alunni alla progressiva capacità di scelta, nel rispetto delle proprie attitudini.
Conoscenza, da parte degli alunni e dei genitori,delle problematiche alimentari / comportamentali che interessano l'età adolescenziale.
Riflessioni sui comportamenti legati alla
genitorialità.
Organizzazione di incontri per sviluppo competenze trasversali ed elaborazione di un documento di valutazione del comportamento.
2) Ambiente di apprendimento
5 Favorire l'acquisizione degli apprendimenti attraverso la flipped classroom e la didattica per compiti di realtà.
Sviluppare le competenze complesse attraverso la didattica laboratoriale e la metodologia della ricerca-azione.
3) Inclusione e differenziazione
7
4) Continuità e orientamento 7
5) Orientamento strategico e organizzazione della scuola
6
6) Sviluppo e Valorizzazione delle risorse umane
6
7) Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie
5
La costruzione del piano di miglioramento dell’Istituto, che sarà presentato all’interno del PTOF 2016-2019,
per questo anno scolastico è operazione molto delicata che si compone di tante piccole azioni che poi
sfoceranno nel piano del prossimo triennio. Il Piano del prossimo triennio è redatto anche seguendo il
modello on line dell’Indire. Ad esso è affiancato uno specifico piano di miglioramento collegato allo
sviluppo digitale, in quanto l’istituto fa parte della rete Abruzzo Scuola Digitale e della rete Digit School,
con le dovute connessioni derivanti dalla partecipazione ai progetti PON per la scuola 2014-2020 sia
rispetto alla creazione e all’adeguamento della rete infrastrutturale che nell’istituto è assolutamente
inadeguata, sia alla creazione di ambienti di apprendimento semi adeguati ai nuovi sviluppi della
multimedialità. In futuro si potrà, con riferimento alle scuole polo della regione, avviare un percorso di
sviluppo che possa anche contenere l’idea di classi 3.0 che, attualmente, sono al di fuori della portata
dell’istituto e delle capacità effettive della gran parte dei docenti. Di seguito le linee del PdM 2015-2016.
25
PIANO DI MIGLIORAMENTO 2015-2016
Aree di
processo Priorità relativamente a… Macroaree
di progetto
Scuola a.s.2015-2016
Curricolo, progettazione e valutazione
Risultati a distanza
Organizzazione di
interventi per migliorare
l'esito scolastico di molti
alunni anticipatari.
Macroarea pedagogico-didattica
Scuola Infanzia
Progettazione di momenti adeguati di comunicazione tra docenti con particolare riferimento allo stress lavoro correlato. Riflessioni relative al comma 181, lettera e) della L.107/2015, riguardante il percorso zero-sei
Scuola primaria
Adozione sperimentale della metodologia per classi aperte. Approccio al Cooperative learning Formazione docenti all’uso di nuove tecnologie multimediali
Progettazione di un
documento di Istituto
capace di delineare lo
sviluppo dei risultati
raggiunti dagli alunni nei
vari anni di scuola.
Scuola secondaria di 1° grado
Potenziamento di alcune discipline Approccio al Cooperative learning Formazione informatica dei docenti
intero Istituto
Costruzione di un percorso che dovrà portare alla individuazione degli esiti scolastici degli alunni anticipatari
Competenze chiave e di cittadinanza
Progettazione di un
documento
di Istituto, uguale per i
diversi ordini di scuola,
che si occupi della
valutazione del
comportamento degli
alunni.
Macroarea socio-educativa
intero Istituto
Individuazione degli indicatori per l’adozione di una scheda comune relativa al comportamento
Attivazione di uno sportello per bullismo, disturbi alimentari, coinvolgimento genitori in attività di scoperta della genitorialità
Intero Istituto
Ampliamento della fruizione dello sportello ascolto e di quello nutrizione. Attività comuni di prevenzione contro il bullismo. Incontri periodici con i genitori
Macroarea Inclusione
Intero Istituto
Progetto Continuità e Orientamento. Integrazione alunni Diversamente Abili Integrazione alunni non italiani
Ambiente di apprendimento
Risultati scolastici
Organizzazione di interventi per migliorare i risultati scolastici di alcuni alunni attraverso un recupero del valore dei compiti a casa.
Macroarea Reti e Partecipazione ai progetti europei
Intero Istituto
Partecipazione a reti e progetti adeguati alle esigenze dell’Istituto. Formazione digitale degli alunni e dei docenti su nuove metodologie multimediali. Partecipazione a convegni, seminari e corsi di formazione di altri istituti. Adesione a concorsi vari per gli alunni .
Risultati nelle prove standardizzate nazionali
Organizzazione di interventi, anche teorici, per migliorare l'utilizzazione dei risultati delle prove INVALSI, nella programmazione didattica.
Macroarea INVALSI e….
Intero Istituto
Analisi risultati prove INVALSI Riflessioni condivise sui risultati INVALSI Eventuale formazione con esperto esterno.
Valutazione e autovalutazione di Istituto
Lavoro di analisi sulla autovalutazione di istituto
Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie
Macroarea socio-politica
Adesione a progetti provenienti dal territorio. Formazione anti-Bullismo. Condivisione Sportello Counseling e Sportello Nutrizione.
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LEGGE N.107 DEL 13 LUGLIO 2015
Il 13 luglio 2015, dopo diverse traversie e modificazioni, è stata approvata la Legge n.107 con la quale si è
avviato un nuovo corso della scuola italiana. La legge si compone di un solo articolo, a sua volta suddiviso in
220 commi che spaziano su tutti i campi della scuola, come si può individuare nella scheda sottostante.
QUADRO SINOTTICO DEI PRINCIPALI ISTITUTI NORMATIVI (fonte ANDIS) ARGOMENTO COMMI
abrogazioni 199-200
alternanza scuola-lavoro 33-35-36-37 (carta dei diritti)-38-39-40-41 (CCIA)
ambiti territoriali 66-68-69-73-74
assegnazioni dei docenti 18
assunzione docenti: piano straordinario 95-96-97-98-99-100-101-102-103-104-106
assunzioni docenti a regime 109-110-111-113-114-181 b-2
attribuzione incarichi ai docenti 73-79-80-81-82-85
canale permanente di comunicazione con il MIUR 142
comitato per la valutazione del servizio dei docenti 129-130
contenzioso ex concorsi per DS 87-88-89-90-91
crediti acquisiti dallo studente sec. 2° grado 51
curriculum del docente 80-138
curriculum dello studente 28-30-138
dirigente scolastico 18-29-40-78-79-80-81-82-83-84-85-86 (fun)-92-117-127
valutazione DS 93-94
domande di riconoscimento dei servizi 209
erogazioni liberali 145-146-147-148-149-150-151
fondo per il funzionamento 11
formazione 12-124
piano nazionale per la formazione 125
carta elettronica per l’aggiornamento 121-122
FUN 86
giornata nazionale della sicurezza nelle scuole 159
innovazione strutturale, edilizia e sicurezza 153-154-155-156-157-158-159-160-161-162-163-165-166-167-172-177-178-179
INVALSI 144-14 (piani di miglioramento del RAV)
merito dei docenti 126-127-128-130
modifica DI 44/2001 143
organico dell’autonomia 4-5-6-7-14 (il PTOF indica i posti in organico)-63-64-65-74-75
orientamento 28-29-32-33-60
parità scolastica 152
periodo di prova e formazione personale docente 115-116-117-118-119-129/4
piano nazionale per la scuola digitale 56-57-58-59
piano triennale dell’offerta formativa 2-12-13-14-15-16-17-57-124
piano straordinario per la mobilità del personale docente
108 - 73 (ultima parte)
portale unico dei dati della scuola 17-136-137-138-139-140-141
reti di ambito territoriale 70-71-72-74
revisione normativa 180-181-182-183-184
riduzione degli alunni per classe 7/n-84
risorse 11-25-26-39-45-53-54-62-86 (fun)-201-202
registro nazionale alternanza scuola lavoro 41
semplificazione 47
sicurezza 38 (2° grado)
27
Senza entrare in un percorso di analisi del testo che, considerando il numero dei commi in cui l’art.1 è stato
suddiviso, richiederebbe molto spazio, si illustrano di seguito alcune iniziative del territorio teramano.
Dette iniziative hanno avuto ed hanno lo scopo di presentare la nuova legge e, dunque, il nuovo volto della
scuola italiana. Il nostro istituto ha ospitato una iniziativa del sindacato ANIEF, che ha gentilmente risposto
all’invito della Dirigente, a differenza di altri enti sindacali che hanno preferito rivolgersi ad un pubblico più
ampio di livello provinciale o regionale.
A Corropoli il dirigente tecnico, dott.ssa Mariella Spinosi, e il dirigente tecnico, dott. Giancarlo Cerini,
hanno provveduto ad una presentazione generale della legge n.107/2015, con una focalizzazione maggiore
nei confronti del comma 129, dedicato al nuovo comitato di valutazione dei docenti e alle sue implicazioni.
Dalle sollecitazioni di quel convegno è nata l’idea di una rete, su base provinciale, alla quale l’istituto ha
aderito, che si dedicherà ad una riflessione più attenta del comma, dando vita ad una sorta di ricerca-
azione capace di fornire al ministero del buon materiale di riflessione. In particolare, l’interesse sarà rivolto
alla individuazione di criteri validi per la valorizzazione del personale docente, in considerazione del fondo
annuo che verrà attribuito ad ogni scuola.
Nell’istituto, gruppi di docenti si dedicano allo studio del comma 129 e dell’intera legge n.107/2015.
Ai due gruppi di studio si sono affiancate le docenti della scuola dell’infanzia, il cui obiettivo riguarda
l’analisi del comma 181, lettera e), della L.107/2015. Le maestre, quindi, stanno dedicando tutta la loro
attenzione al nuovo percorso zero/sei che prevede un avvicinamento tra asilo nido e scuola dell’infanzia.
In generale, la legge n.107/2015 si presenta molto complessa nei suoi numerosi commi che richiamano a
soluzioni o disegni di legge già presentati negli anni. E’ necessaria una lettura attenta che necessita,
comunque, di tempi lunghi per poterne cogliere tutte le potenzialità. Ogni lettura porta alla scoperta di
elementi nuovi e di nuove correlazioni con la normativa del passato.
28
BILANCIO SOCIALE
E’ stato prodotto per l’anno scolastico 2013-2014 il primo documento di Bilancio Sociale dell’Istituto
Comprensivo. Si è trattato di un lavoro lungo e a volte difficoltoso per evitare di ricostruire, in esso, una
sorta di secondo POF.
Il Bilancio Sociale è molto semplice e chiude con un capitolo dedicato al miglioramento che tiene conto di
quanto scaturito dal Rapporto di Autovalutazione 2015.
Di seguito si illustrano le parti del documento come individuate a partire dall’a.s.2013-14:
PREMESSA BREVE INTRODUZIONE AL BILANCIO SOCIALE
BREVE STORIA DELL’ISTITUTO
MISSION
PARTE PRIMA: IDENTITA’ DELLA SCUOLA
IL CONTESTO: GIULIANOVA
SISTEMA SCUOLA TERRITORIO
ARRICCHIMENTO OFFERTA FORMATIVA
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
PARTE SECONDA: GLI STAKEHOLDER E LE RISORSE
CHI SONO GLI STAKEHOLDER?
MAPPATURA STAKEHOLDER
ORGANIGRAMMA: IL PERSONALE
POPOLAZIONE SCOLASTICA: alunni e docenti
LE RISORSE STRUMENTALI
LE RISORSE FINANZIARIE
PARTE TERZA: APPRENDIMENTI ED ESITI FORMATIVI
SCRUTINIO FINALE : scuola secondaria
RENDIMENTO SCOLASTICO : scuola secondaria
VOCI QUESTIONARIO SCUOLA PRIMARIA
RISULTATI QUESTIONARIO SCUOLA PRIMARIA
PARTE QUARTA: AZIONI DI MIGLIORAMENTO
MIGLIORAMENTO: PRIORITA’ E TRAGUARDI
MIGLIORAMENTO: OBIETTIVI DI PROCESSO
VISION
STRUMENTI PER AVERE LE IDEE CHIARE
Il Bilancio Sociale costituisce un’ appendice del presente P.O.F.
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CALENDARIO REGIONALE
Inizio lezioni
Lunedì 14 Settembre 2015
Termine lezioni
Scuola Primaria: 06 Giugno 2016
Scuola dell’Infanzia: 30 Giugno 2016
Festività Natalizie
Dal 24 Dicembre 2015 al 06 Gennaio 2016
Festività Pasquali
Dal 24 Marzo al 30 Marzo 2016
Altre festività Tutte le domeniche
07 Dicembre 2015 (Sospensione) 08 Dicembre 2015 (Immacolata Concezione)
22 Aprile 2016 (Festa del Patrono) 25 Aprile 2016 (Festa della Liberazione)
2 Giugno 2016 (Festa Nazionale)
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CALENDARIO ATTIVITA’ FUNZIONALI ALL’INSEGNAMENTO
SCUOLA INFANZIA – A.S. 2015-2016
CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera a)
max 30h
Collegio= 10h 07 settembre 2015 h 17.00-18.30
05 ottobre 2015 h 17.00-18.30
27 ottobre 2015 h 17.00-18.00
16 novembre 2015 h17.00-18.00
16 dicembre 2015 h 17.00-18.00
25 gennaio 2016 h 17.00-18.00
08 marzo 2016 h 17.00-18.00
16 maggio 2016 h 17.00-18.00
30 giugno 2016 h 09.00-10.00
Dipartimenti= 8h 03 settembre 2015 Incontro della DS con i soli docenti di sostegno
h 08.30-09.30
03 settembre 2015 Proposte per incarichi
h 09.30-10.30
04 settembre 2015 Programmazione
h 10.30-11.30
26 gennaio 2016 h 17.00-19.00
24 maggio 2016 h 17.00-19.00
24 giugno 2016 Verifica
h 16.00-17.00
Sicurezza= 2h Stress lavoro correlato
16 ottobre 2015 h 16.30-18.30
Assemblee genitori = max 8h
10 settembre 2015 h 17.00-19.00
27 ottobre 2015 Assemblea + Rinnovo OO.CC . L’orario dell’assemblea sarà legato all’orario di chiusura delle attività della singola scuola. La segreteria provvederà all’invio del materiale informativo necessario oltre che ai materiali per il seggio.
h 16.00-16.30/17.00 seggio: 17.00/19.00
01 dicembre 2015 h16.30-19.00
05 aprile 2016 h 16.30-19.00
Riconsegna materiali ai genitori max 2h
24 giugno 2016 h10.00-12.00
CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera b)
max 30 ore
Consiglio di Intersezione = max 15 incontri da due ore circa
Primo e Terzo MARTEDI’ del mese, salvo festività, dalle h 16.45 alle ore 18.45, salvo necessarie variazioni. Non si ritengono necessarie convocazioni per detto organo in seduta tecnica, perché le docenti agiranno in auto convocazione. Si ricorda che, alternativamente, un incontro sarà dedicato all’aggiornamento del percorso educativo-didattico e l’altro alla verifica delle attività svolte e alla comunicazione con i rappresentanti dei genitori. La convocazione sarà effettuate solo per le intersezioni che prevedono la presenza della componente genitori e le docenti saranno invitate ad indicare l’ordine del giorno.
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CALENDARIO: 29 settembre 2015 6 ottobre 20 ottobre 3 novembre 17 novembre con i rappresentanti dei genitori 2 dicembre 16 febbraio 2016 con i rappresentanti dei genitori 1 marzo 12 aprile 26 aprile con i rappresentanti dei genitori 3 maggio 17 maggio con i rappresentanti dei genitori 7 giugno Le docenti sono pregate di compilare il registro dei verbali con regolarità.
N.B. Eventuali variazioni al presente piano, saranno comunicate tempestivamente.
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CALENDARIO ATTIVITA’ FUNZIONALI ALL’INSEGNAMENTO
SCUOLA PRIMARIA – A.S. 2015-2016 CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera a)
Collegio= 10h 07 settembre 2015 h 17.00-18.30
05 ottobre 2015 h 17.00-18.30
27 ottobre 2015 h 17.00-18.00
16 novembre 2015 h17.00-18.00
16 dicembre 2015 h 17.00-18.00
25 gennaio 2016 h 17.00-18.00
08 marzo 2016 h 17.00-18.00
16 maggio 2016 h 17.00-18.00
30 giugno 2016 h 09.00-10.00
Dipartimenti= max 8h
03 settembre 2015 Incontro della DS con i soli docenti di sostegno
h 08.30-09.30
03 settembre 2015 Proposte per incarichi
h 09.30-10.30
04 settembre 2015 Programmazione
h 10.30-11.30
26 gennaio 2016 h 17.00-19.00
24 maggio 2016 h 16.00-19.00
24 giugno 2016 Verifica
h 16.00-17.00
Sicurezza= 2h Stress lavoro correlato
16 ottobre 2015 h 16.30-18.30
Assemblee genitori = max 8h
10 settembre 2015 classi prime h 17.00-18.00
28 settembre 2015 classi prime h15.00-16.00
30 ottobre 2015 Assemblea genitori + Rinnovo OOCC
h 16.00-17.00
01 dicembre 2015 classi 1e-2e-3e h15.00-17.00
15 dicembre 205 classi 4e-5e h15.00-17.00
05 aprile 2016 classi 1e-2e-3e h 15.00-17.00
12 aprile 2016 classi 4e-5e h15.00-17.00
Consegna schede max 3h (non tutti i docenti sono impegnati)
16 febbraio 2016
h 17.00-18.30
22 giugno 2016
h 10.00-11.30
CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera b) max 20 ore
Consiglio di Interclasse max 20.00h
20 ottobre 2015 classi 1e-2e-3e-4e-5e Risultati prove di ingresso
h14.30/18.30
03 novembre 2015 classi 1e-2e-3e-4e-5e h14.30/18.30
19 gennaio 2016 classi 1e-2e-3e-4e-5e h14.30/18.30
15 marzo 2016 classi 1e-2e-3e-4e-5e h14.30 /18.30
10 maggio 2016 classi 1e-2e-3e-4e-5e h14.30/18.30 CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera c) non cumulabili alle lettere a) - b)
Scrutini 1° quadrimestre 5 h
05 febbraio 2016 classi 1e-2e-3e-4e-5e
h14.30/18.30
Scrutini 2° quadrimestre 5 h
07 giugno 2016 classi 1e-2e-3e-4e-5e
h18.30/16.30
COMPLETAMENTO ORARIO DI SERVIZIO
COORDINAMENTO QUINDICINALE
coordinamento quindicinale a partire dal 15/09/2015, nella giornata di martedì
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CALENDARIO ATTIVITA’ FUNZIONALI ALL’INSEGNAMENTO
SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO – A.S. 2015-2016
CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera a)
Collegio= 10h 07 settembre 2015 h 17.00-18.30
05 ottobre 2015 h 17.00-18.30
27 ottobre 2015 h 17.00-18.00
16 novembre 2015 h17.00-18.00
16 dicembre 2015 h 17.00-18.00
25 gennaio 2016 h 17.00-18.00
08 marzo 2016 h 17.00-18.00
16 maggio 2016 h 17.00-18.00
30 giugno 2016 h 09.00-10.00
Dipartimenti= 8h 03 settembre 2015 Incontro della DS con i soli docenti di sostegno
h 08.30-09.30
03 settembre 2015 Proposte per incarichi
h 09.30-10.30
04 settembre 2015 Programmazione
h 10.30-11.30
22 ottobre 2015 Completamento programmazione verticale
h 15.00-17.00
28 gennaio 2016 h 17.00-18.00
26 maggio 2016 h 17.00-18.00
24 giugno 2016 Verifica h 16.00-17.00
Sicurezza= 2h
16 ottobre 2015 Stress lavoro correlato
h 16.30-18.30
Assemblee genitori = max 8h
10 settembre 2015 classi prime h 17.00-18.00
28 ottobre 2015-09-06 Assemblea genitori (patto corresponsabilità….) Rinnovo OOCC (17.00-19.00)
h 16.00-17.00 h17.00-19.00
03 dicembre 2015 classi 3e h15.00-17.00
04 dicembre 2015 classi 2e h15.00-17.00
09 dicembre 2015 classi 1e h15.00-17.00
06 aprile 2016 classi 1e h 15.00-17.00
11 aprile 2016 classi 2e h 15.00-17.00
12 aprile 2016 classi 3e h 15.00-17.00
Consegna schede max 3h
18 febbraio 2016 h 16.00-17.30
21 giugno 2016 h 10.00-11.30
CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera b)
Consiglio di classe (Docenti impegnati in relazione alle proprie classi)
14 ottobre 2015 Consiglio di classe (h3.00)
Risultati prove ingresso
Corsi C/D dalle ore 15.00 alle ore 18.00
15 ottobre 2015 Consiglio di classe (h3.00)
Risultati prove ingresso
Corsi A/B dalle ore 15.00 alle ore 18.00
16 ottobre 2015 Consiglio di classe (h1.00)
Risultati prove ingresso
Corso E dalle ore 15.00 alle ore 16.00
5 novembre 2015 Insediamento componente genitori del
Consiglio di classe (h2,15)
Corso B dalle ore 16.45 alle ore 19.00
9 novembre 2015 Insediamento componente genitori del
Consiglio di classe (h2,15)
Corso A dalle ore 15.00 alle ore 17.15
10 novembre 2015 Insediamento componente genitori del
Consiglio di classe (2,15)
Corso C dalle ore 15.00 alle ore 17.15
11 novembre 2015 Insediamento componente genitori del
Consiglio di classe (h3.45)
Corsi D/E dalle ore 15.00 alle ore 18.45
18 gennaio 2016 Consiglio di classe (h3.00)
Corsi A/B dalle ore 15.00 alle ore 18.00
19 gennaio 2016 Consiglio di classe (h2.30)
Corsi D/E – dalle ore 15.00 alle ore17.30
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20 gennaio 2016 Consiglio di classe (h1.30)
Corso C dalle ore 15.00 alle ore 16.30
14 marzo 2016 Consiglio di classe (h3.00)
Corsi A/B dalle ore 15.00 alle ore 18.00
15 marzo 2016 Consiglio di classe (h2.30)
Corsi D/E – dalle ore 15.00 alle ore17.30
16 marzo 2016 Consiglio di classe (h1.30)
Corso C dalle ore 15.00 alle ore 16.30
2 maggio 2016 Consiglio di classe + genitori (h2.15)
Corso A dalle ore 15.00 alle ore 17.15
3maggio 2016 Consiglio di classe + genitori (h2.15)
Corso B dalle ore 15.00 alle ore 17.15
4 maggio 2016 Consiglio di classe + genitori (h3.45)
Corsi D/E dalle ore 15.00 alle ore 18.45
5 Maggio 2016 Consiglio di classe + genitori (h2.15)
Corso C dalle ore 15.00 alle ore 17.15
CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera c) non cumulabili alle lettere a) - b)
Scrutinio finale 1° quadrimestre
1 febbraio 2016 Scrutini 1° quadrimestre + compilazione pagelle
Corso A dalle ore 15.00 alle ore 18.00
2 febbraio 2016 Scrutini 1° quadrimestre + compilazione pagelle
Corso B dalle ore 15.00 alle ore 18.00
3 febbraio 2016 Scrutini 1° quadrimestre + compilazione pagelle
Corso E dalle ore 15.00 alle ore 17.00
8 febbraio 2016 Scrutini 1° quadrimestre + compilazione pagelle
Corso C dalle ore 15.00 alle ore 18.00
9 febbraio 2016 Scrutini 1° quadrimestre + compilazione pagelle
Corso D dalle ore 15.00 alle ore 18.00
Scrutinio finale 2° quadrimestre
8 giugno 2016 SCRUTINIO Classi Terze + compilazione pagelle.
I docenti coordinatori avranno cura di predisporre la documentazione necessaria
3^A - ore 08.30 3^B - ore 09.30 3^C - ore 10.30 3^D - ore 11.30
9 giugno 2016 SCRUTINIO Classi Seconde
+ compilazione pagelle.
2^A - ore 08.30 2^B - ore 09.30 2^C - ore 10.30 2^D - ore 11.30 2^E - ore 12.30
10 giugno 2016 SCRUTINIO Classi Prime + compilazione pagelle.
1^A – ore 08.30 1^B - ore 09.30 1^C - ore 10.30 1^D – ore 11.30 1^E – ore 12.30
ESAMI Sabato 11 giugno 2016 PRELIMINARE h9.00-10.00
Lunedì 13 giugno 2016 INIZIO ESAMI SCRITTI
Giovedì 16 giugno 2016 Fine esami scritti + CORREZIONE PROVE SCRITTE
17 giugno 2016 Venerdì INVALSI + CORREZIONE
20 giugno 2016 Lunedì INIZIO ESAMI ORALI
Martedì 21 giugno 2016 CONSEGNA SCHEDE h10.00-12.00
Mercoledì 29 giugno 2016 RATIFICA
N.B. Eventuali variazioni al presente piano, saranno comunicate tempestivamente.
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ORGANIGRAMMA
Collaboratore Vicario
Collevecchio Antonella (Scuola Secondaria 1° Grado)
Coordinatori di plesso De Amicis Primaria: Di Gennaro Colleranesco Primaria: Mercadante Colleranesco Infanzia: Malatesta Gobelli Infanzia: D’Algenio – Di Stefano Bellocchio Infanzia: Gelsomini
Funzioni Strumentali:
CONTINUITA’ E ORIENTAMENTO:
Spalazzese-Samuele-Rastelli
INCLUSIONE:
Baldassarre
POF/PTOF/VALUTAZIONE:
Minissa-D’Emilio-Tomassini
TECNOLOGIA:
Di Gennaro
Referenti
Referente AUTOVALUTAZIONE
Referente SCUOLA-ADOZIONI
Referente BULLISMO
Referente SPORT-SALUTE
Referente MATEMATICA
Referente DIGIT SCHOOL
ANIMATORE DIGITALE
Coordinatori di
Interclasse n. 5 docenti
Coordinatori di classe
della scuola secondaria di
1° grado n.15 docenti
Coordinatore progetti
infanzia 1 docente
Coordinatori di Plesso N.2
D.S.G.A Di Lorenzo Riccardo
AREA
Amministrativa
Amministrativi
n. 5
Collaboratori
Scolastici
n. 16
Collegio Docenti
Ins. Scuola dell’Infanzia: n.29 Ins. Scuola Primaria: n.41 Ins. Scuola Sec. 1° Grado n.37 Docenti organico di diritto Docenti organico di fatto
n. 116 Docenti organico potenziato
n.6
Giunta esecutiva n.5
componenti
Consiglio di Istituto
n.18 componenti
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DOCENTI DI SOSTEGNO
DEI TRE ORDINI DI SCUOLA
Ordine di scuola
Plesso Docente Classi
Infanzia Colleranesco Trignani Barbara B
Bivio Bellocchio Gatti Valeria B
Gobelli Gialluca Patrizia B-D
Primaria Colleranesco Bianchi Manuela 2^U
Mercadante Vito 3^U
Galiè Sonia 4^U
Paolini Giorgia 5^U
De Amicis Astolfi Marcella 3^A
Calvarese Giulia 4^B
Cifeca Tania 2^B
Crocetti Ada 4^A-5^B
Di Giosia Simona 5^B-5^C
Di Natale Giulia 1^B-3^B
Di Sivestre Federica 4^C-5^C
Galiè Sonia 5^C
Gerardini Bruna 5^A-5^C
Mazzocca Giulia 3^B
Paolini Giorgia 3^C
Sistilli /Sperandio 3^C
Sc. Secondaria 1° Grado
Pagliaccetti
Angeloni 3^C
Baldassarre Splendora 1^D
Menzietti 1^C
Pietrofaccia Marina 1^B
Savoye Laura 1^A
37
ASSEGNAZIONE DOCENTI
SCUOLA dell’INFANZIA A.S.2015/16
BIVIO BELLOCCHIO
SEZ.A SEZ.B SEZ.C Caldarella Valentini
Miroballo (I.R.C.)
Di Sipio Gelsomini
Gatti Valeria (sostegno) Mariani (I.R.C.)
Di Bonaventura D’Angelo
Gatti Valeria (sostegno) Miroballo (I.R.C.)
COLLERANESCO
SEZ.A SEZ.B SEZ.C Grassi
Spalazzese Mariani (I.R.C.)
Guercioni Morelli
Trignani Barbara (sostegno) Mariani (I.R.C.)
Malatesta Polci
Mariani (I.R.C.)
VIA GOBELLI
SEZ.A SEZ.B SEZ.C Piccioni
Luponetti Di Natale (I.R.C.)
Cirilli /Di Feliciantonio Di Pietro
Di Natale (I.R.C.) Gialluca (sostegno)
Pompa Di Stefano
Di Natale (I.R.C.)
SEZ.D SEZ.E SEZ.F Cordone Daniele
Di Natale (I.R.C.) Gialluca (sostegno)
Furii Settepanella
Di Natale (I.R.C.) Di Carlo (sostegno)
D’Algenio D’Annunzio
Di Natale (I.R.C.)
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ASSEGNAZIONE DOCENTI SCUOLA PRIMARIA
“DE AMICIS” A.S.2015/16 1^A 1^B 1^C
Franchini Pomponio
Pezzola De Carolis
Franchini Baldasserini
D’Angelo Pagano
De Carolis
D’Angelo Baldasserini
Pezzola Di Stefano
2^A 2^B 2^C
Di Pasquale Ruffini
Di Carlo Di Stefano
Di Pasquale Ruffini Orsini
Di Stefano
D’Ascenzo Di Giulio
De Carolis
3^A 3^B 3^C 3^D
Di Mattia Cianelli
D’Ascenzio Bolchini
De Carolis
Orsini Pomponio De Carolis Bolchini
Minissa Di Giulio Bolchini
Di Stefano
Di Mattia Cianelli Minissa Bolchini
De Carolis
4^A 4^B 4^C Di Carlo Franchi Bolchini
De Carolis
Menei Palandrani
Pagano De Carolis
Palandrani Menei Pagano
De Carolis
5^A 5^B 5^C Pezzola Franchi
Di Stefano
Di Gennaro D’Amario Pezzola
Di Stefano
Di Gennaro D’Amario
Menei Di Stefano
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ASSEGNAZIONE DOCENTI SCUOLA PRIMARIA
COLLERANESCO A.S.2015/16
1^U 2^U Pesce Toma
Samuele Bolchini
Di Stefano
Vagnozzi Toma
Petrongari Di Marco
Di Stefano
3^U 4^U Rapacchiale
Latini Samuele
Di Stefano
Petrongari Rapacchiale
Samuele Di Stefano
5^U 5^Z Pesce Latini
Samuele Bolchini
Di Stefano
Di Marco Vagnozzi Samuele
Di Stefano
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ASSEGNAZIONE DOCENTI SCUOLA SECONDARIA
“R. PAGLIACCETTI” - A.S.2014/15
DISCIPLINE 1^A 2^A 3^A ITALIANO MARINUCCI VOLLERO VOLLERO
STORIA MARINUCCI MARINUCCI MARINUCCI
GEOGRAFIA MARINUCCI MARINUCCI MARINUCCI
INGLESE DE FLAVIS DE FLAVIS DE FLAVIS
2^ LINGUA: Spagnolo VERDECCHIA VERDECCHIA VERDECCHIA
MATEMATICA EMANCIPATO EMANCIPATO EMANCIPATO
SCIENZE EMANCIPATO EMANCIPATO EMANCIPATO
TECNOLOGIA ITALIANI ITALIANI ITALIANI
ARTE MONACO MONACO MONACO
MUSICA COLLEVECCHIO
ED. FISICA ROSA ROSA ROSA
IRC SCAMURRA SCAMURRA SCAMURRA %
DISCIPLINE 1^B 2^B 3^B ITALIANO BARTOLACCI TRIBUIANI BARTOLACCI
STORIA BARTOLACCI BARTOLACCI BARTOLACCI
GEOGRAFIA BARTOLACCI BARTOLACCI BARTOLACCI
INGLESE TOMASSINI TOMASSINI TOMASSINI
2^ LINGUA Spagnolo-Tedesco
VERDECCHIA Spagnolo
VERDECCHIA Spagnolo
VERDECCHIA-TOMASSINI
Spagnolo-Tedesco
MATEMATICA FIORETTI FIORETTI FIORETTI
SCIENZE FIORETTI FIORETTI FIORETTI
TECNOLOGIA RASTELLI RASTELLI RASTELLI
ARTE MONACO MONACO MONACO
MUSICA COLLEVECCHIO
ED. FISICA ROSA ROSA ROSA
IRC SCAMURRA SCAMURRA SCAMURRA %
DISCIPLINE 1^C 2^C 3^C ITALIANO VOLLERO TRIBUIANI TRIBUIANI
STORIA CIPRIETTI D’EMILIO D’EMILIO
GEOGRAFIA TRIBUIANI D’EMILIO D’EMILIO
INGLESE TOMASSINI TOMASSINI TOMASSINI
2^ LINGUA Francese
ROMANI Francese
ROMANI Francese
ROMANI Francese
MATEMATICA D’ANTONIO D’ANTONIO D’ANTONIO
SCIENZE D’ANTONIO D’ANTONIO D’ANTONIO
TECNOLOGIA RASTELLI RASTELLI RASTELLI
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ARTE MONACO MONACO MONACO
MUSICA COLLEVECCHIO BECCACECI
ED. FISICA ROSA ROSA ROSA
IRC SCAMURRA SCAMURRA SCAMURRA
%
DISCIPLINE 1^D 2^D 3^D ITALIANO DI GIACOMO CRISCI CIPRIETTI
STORIA CIPRIETTI D’EMILIO D’EMILIO
GEOGRAFIA CIPRIETTI CIPRIETTI CIPRIETTI
INGLESE DE FLAVIS DE FLAVIS DE FLAVIS
2^ LINGUA Spagnolo-Tedesco
VERDECCHIA Spagnolo
VERDECCHIA Spagnolo
VERDECCHIA-TOMASSINI
Spagnolo-Tedesco
MATEMATICA COLAGRANDE COLAGRANDE COLAGRANDE
SCIENZE COLAGRANDE COLAGRANDE COLAGRANDE
TECNOLOGIA RASTELLI RASTELLI RASTELLI
ARTE SANTA CROCE SANTA CROCE SANTA CROCE
MUSICA COLLEVECCHIO BECCACECI BECCACECI
ED. FISICA BROCCOLINI BROCCOLINI BROCCOLINI
IRC SCAMURRA SCAMURRA SCAMURRA %
DISCIPLINE 1^E 2^E ITALIANO CRISCI CRISCI
STORIA CRISCI SFREDDA
GEOGRAFIA SFREDDA
INGLESE TOMASSINI TOMASSINI
2^ LINGUA - Tedesco TOMASSINI TOMASSINI
MATEMATICA BINDI BINDI
SCIENZE BINDI BINDI
TECNOLOGIA
ARTE SANTA CROCE SANTA CROCE
MUSICA BECCACECI COLLEVECCHIO
ED. FISICA BROCCOLINI BROCCOLINI
IRC SCAMURRA SCAMURRA
42
ORGANICO POTENZIATO
Tra le novità della Legge n.107 del 13 luglio 2015, va annoverato l’organico potenziato secondo quanto
indicato ai commi 7 e 95 dell’art.1 della legge indicata. Senza entrare nei meandri della scelta di detto
personale, si può brevemente specificare che esso è costituito dai docenti compresi nella cosiddetta FASE
C, assegnati alle scuole in base alle priorità indicate dalle singole istituzioni ed in base al numero degli
alunni ed altri parametri. Nell’ambito del collegio del 5-10-2015, si è provveduto alla scelta delle priorità in
fatto di organico potenziato in stretta relazione, per quanto possibile, con le scelte educative dell’Istituto.
Le scelte sono state fatte in base alla Nota ministeriale n. 30549 del 21 settembre 2015:
Campi di Potenziamento Obiettivi Formativi comma 7
1 potenziamento umanistico
socio economico e per la
legalità
I) prevenzione e contrasto della dispersione scolastica,di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico; potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore;
2 potenziamento linguistico a) valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia Content Language
Integrated Learning;
4 potenziamento artistico e
musicale
c) potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte, nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, anche mediante il coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali settori;
f) alfabetizzazione all'arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini;
3 potenziamento scientifico b) potenziamento delle capacità matematico - logiche e scientifiche
5 potenziamento motorio g) potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati ad uno stile di vita sano,con particolare riferimento all'alimentazione ,all'educazione fisica e allo sport, e attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica;
6 potenziamento laboratoriale h) sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale,all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione
m) potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio (comma7, lettera i); valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l'interazione con le famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo settore;
I sei docenti dell’organico potenziato assegnati al nostro istituto, hanno assunto servizio nel mese di
dicembre e con date diverse.
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I DOCENTI DELL’ORGANICO POTENZIATO FASE C DEL NOSTRO ISTITUTO
COGNOME NOME CLASSE DI CONCORSO
DI NOMINA
TUTOR ASSEGNATO
ALLEGRA CAROLINA PRIMARIA COMUNE TOMA DANIELA
CATALANO MARIA PRIMARIA COMUNE MENEI GABRIELLA
TRAINA MARIA PRIMARIA COMUNE ORSINI AGATA
BECCACECI DAVIDE A032 COLLEVECCHIO ANTONELLA
GIOVANNETTI FRANCESCA A245 SCUOLA SECONDARIA 2° GRADO
ROMANI
LATTANZI DANILO A030
Il prof Lattanzi sostituisce il
prof. Gentile Stefano
(Org. Pot. c/o I.C. Martinsicuro)
I COMPITI DEI DOCENTI NEO ASSUNTI FASE C SOPRA INDICATI
PROGETTI DI:
Potenziamento
Recupero
Supporto educativo e didattico alle classi
Sviluppo delle attività per piccoli gruppi e a carattere laboratoriale Accompagnamento alunni BES o non ancora
certificati
ORE DA
PRESTARE
SUPPLENZE
BREVI
eventuali
(art.1 , comma
85 L.107/2015)
CORSI DI
RECUPERO E
POTENZIAMENTO
DESTINATARI Alunni della scuola primaria
16 ore
settimanali
6 SI
Alunni della scuola
secondaria
10h
settimanali
8
struttura I progetti saranno strutturato in lezioni antimeridiane in modo da coadiuvare i
docenti interessati che potranno intervenire sugli alunni che necessitano di aiuto.
La restante parte della classe sarà accompagnata dai docenti dell’organico
potenziato su attività già predisposte dai docenti di classe o su percorso stabile di
Cittadinanza e Costituzione.
La docente della classe A245 agirà in compresenza per le attività di
potenziamento.
spazi Aule
tempi
da programmare
44
FLESSIBILITA’ ORGANIZZATIVA
Scuola primaria e secondaria
Secondo il D.P.R. 275 /99, nell’esercizio dell’autonomia didattica, le istituzioni scolastiche possono regolare
i tempi dell’insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più semplice
adeguato al tipo di studi e sui ritmi di apprendimento degli alunni.
A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e
tra l’altro:
l’articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina ed attività;
la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l’unità oraria della lezione e
l’utilizzazione, nell’ambito del curricolo obbligatorio di cui all’art. 8, degli spazi orari residui;
l’attivazione di percorsi didattici personalizzati, nel rispetto del principio generale dell’integrazione
degli alunni nel gruppo classe, anche in relazione agli alunni in situazione di handicap secondo
quanto previsto dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104.
Le insegnanti dell’Istituto a tal fine progettano varie tipologie di attività, ad esempio per classi aperte, per
percorsi laboratoriali, permettendo raggruppamenti di alunni per classi parallele e per classi di età diversa.
Con la presenza di docenti dell’organico potenziato, nel rispetto delle scelte di ognuno, si favorisce una
flessibilità aperta, valorizzata settimana per settimana in modo da rispondere nel migliore dei modi, nel
rispetto delle esigenze degli studenti. Sarà possibile, laddove necessario, superare il monte orario
settimanale e recuperare le ore già espletate in altra data.
Dopo mesi di dibattito, attraverso numerose riunioni del Consiglio di Istituto e ancor più numerosi articoli,
molto negativi e dispregiativi sui diversi quotidiani locali, nonché pagine facebook, testate on line oltreché
incontri in comune e presso l’USP di Teramo, è iniziata l’esperienza della settimana corta alla scuola
secondaria di 1° grado e a partire dal mese di febbraio 2016, secondo quadrimestre, inizierà anche per la
scuola primaria.
L’esperienza presso la scuola secondaria è stata dettata soprattutto dalla necessità di individuare una
soluzione a problemi di sicurezza legati al fatto che il trasporto degli alunni ha orari non appropriati rispetto
all’inizio delle lezioni. Moltissimi alunni erano costretti ad aspettare l’inizio delle lezioni per circa un ‘ora,
affidati ad alcuni assistenti non appropriati nel rapporto numerico.
L’esperienza è stata osteggiata in ogni modo da un gruppo di genitori e da alcuni docenti, contribuendo
questi ultimi a rimandare all’esterno un’immagine della scuola molto negativa. Soprattutto, è stata da loro
proposta alla pubblica diffamazione una figura di dirigente scolastica incapace di ascoltare le esigenze di
tutti.
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ORGANIZZAZIONE
DEI TEMPI E DEGLI SPAZI
SCUOLA DELL’INFANZIA
SPAZI
Sezione: con angoli di gioco libero e strutturato; angoli laboratorio; angolo per la conversazione;
Mensa: uno spazio appositamente strutturato per la fruizione del pasto;
Servizi igienici: fruibili autonomamente dal bambino
Atrio: con angoli di gioco per grande movimento
Spazi esterni alla scuola (giardino-cortile): da usufruire per attività di gioco libero e strutturato
Spazi nel territorio: dove poter effettuare uscite didattiche e gite di istruzione. Non tutte le scuole hanno a disposizioni spazi interni e esterni da organizzare secondo la tabella sopra indicata. Gli spazi esistenti quindi non avranno caratteristica definita e stabile per tutto l’anno scolastico, ma saranno spazi semi-strutturati, passibili cioè, di cambiamento sia nell’arco della giornata che nell’arco dell’anno scolastico a seconda delle necessita di apprendimento e di vita scolastica del bambino.
TEMPI
Micro tempi: i momenti che scandiscono la giornata scolastica sono di fatto una successione di micro tempi ordinata ed intenzionale:
o accoglienza (8,30-9,30): l’arrivo a scuola caratterizzato dalle attività in cui il bambino riprende contatto con l’ambiente scolastico;
o attività antimeridiane (9,30-12,00): il momento in cui vengono sviluppati i progetti didattici con attività grafico – pittoriche – plastiche – drammatiche – teatrali – motorie;
o attività di routine (pranzo) (12,00-13,30): momento di alta iterazione sociale con cui il bambino ha gli strumenti per interpretare gli eventi e categorizzare persone e ruoli (C. Pontecorvo);
o attività pomeridiane (13,30-15,30): caratterizzate da un primo momento di transizione in cui i bambini possono accedere agli angoli di gioco o di attività strutturate, un secondo momento in cui si possono essere continuate attività del mattino o intrapresi giochi di movimento o in giardino;
o commiato (15,30-16,30): il momento in cui il gruppo sezione si ricompone prima di lasciarsi, ci si prepara per gli scuolabus o per l’arrivo dei genitori.
Macro tempi: sono i tempi che caratterizzano la progettazione di un intero anno scolastico:
o L’inserimento dei bambini (Progetto Accoglienza, settembre-ottobre circa) periodo dedicato all’inserimento dei bambini con particolare riferimento ai nuovi iscritti;
o Svolgimento dei progetti didattici (novembre-maggio) che possono essere curriculari, trasversali e laboratoriali;
o Progettazione: che si esplica con incontri periodici delle insegnanti durante l’anno scolastico;
o Verifica e valutazione: in cui, oltre l’osservazione dell’efficacia della progettazione effettuata sull’apprendimento dei bambini, vanno pure inseriti i rapporti con le famiglie.
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SERVIZI GENERALI E AMMINISTRATIVI
Nell’Ufficio di Segreteria del Circolo operano n.5 Assistenti Amministrativi coordinati dal Direttore S.G.A. Il
loro orario di servizio è di 36 ore settimanali e si svolge secondo la seguente modalità:
Personale Orario Lavorativo
(tutti i giorni)
Orario ricevimento
Utenza Interna Utenza Esterna
1 D.S.G.A. 8.00/14.00 8.30/13.30 8.30/13.30
1 Assistente Amm.vo 7.30/13.30 8.00/9.00 12/ 13.00
10.30/12.30
4 Assistenti Amm.vi 7.45/13.45 Rientri: Lunedì, Martedì dalle 15.00 alle 18.00
Tale personale garantisce nel suo operare:
Competenza.
Disponibilità.
Celerità delle procedure.
Trasparenza.
Riduzione dei tempi di attesa allo sportello.
Flessibilità degli orari dell’ufficio a contatto con il pubblico.
Privacy.
PREFESTIVI E RECUPERI DEL PERSONALE DI SEGRETERIA
MESE GIORNI
8 giornate di PREFESTIVI DICEMBRE 2015 7 dicembre 2015 24 dicembre 2015 31 dicembre 2015
GENNAIO 2016 2 gennaio 2016 5 gennaio 2016
MARZO 2016 26 marzo 2016
8 giorni di RECUPERI (a seguito dei pomeriggi di apertura della scuola nel corso dell’anno)
LUGLIO 2 – 9 - 16 – 23 - 30 luglio 2016
AGOSTO 6 – 13 - 20 – 27 agosto 2016
Totale di 15 giorni, ovvero 90h Il DSGA assicura la continua apertura della segreteria.
La Dirigenza - Ricevimento
Il DS riceve su appuntamento, nel rispetto delle esigenze di ognuno e nei limiti degli impegni istituzionali.
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COLLABORATORI SCOLASTICI
I COLLABORATORI SCOLASTICI sono assegnati ai plessi secondo la seguente tabella:
La pulizia delle scuole primarie e dell’infanzia viene assicurata da addetti di una ditta esterna alla scuola.
L’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova ha partecipato al programma “Scuole Belle”.
PLESSI COLLABORATORI ex L.S.U
Sc. Primaria “De Amicis” 16 classi su 3 piani
+ uffici segreteria e direzione 4 1
Colleranesco Primaria 6 classi su 1 piano
1 0
Colleranesco Infanzia 3 sezioni 2 0
Via Gobelli Infanzia 6 sezioni 3 2
B. Bellocchio Infanzia 3 sezioni 2 0
Scuola Sec. 1° Grado: 14 classi su 3 piani articolati + palestra esterna alla scuola
+ indirizzo musicale pomeridiano
4 1
16 4
48
SERVIZI AGGIUNTIVI
La scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo Grado, in accordo con gli enti
comunali, offrono alla famiglie i seguenti servizi aggiuntivi:
SERVIZIO PRE-SCUOLA: 1 ora prima dell’orario scolastico
SERVIZIO POST-SCUOLA: 1 ora / 30 minuti a partire dalla fine dell’orario scolastico
Il servizio è garantito da operatrici esterne alla scuola ed è a pagamento.
E’ inoltre attivo il SERVIZIO TRASPORTO SCUOLABUS per tutti gli alunni che ne fanno richiesta. Il servizio dipende dall’ufficio preposto del Comune e prevede il pagamento per tutto l’anno scolastico.
I tre plessi di scuola dell’infanzia hanno inoltre orari di apertura e chiusura diversificati, dando la possibilità
alle famiglie di scegliere il plesso in base alle proprie esigenze.
Plesso BIVIO BELLOCCHIO: h8.00-16.00
Plesso COLLERANESCO: h.8.20-16.20
Plesso GOBELLI: h8.30-16.30
Dall’a.s.2014-2015 è attivo un SERVIZIO MENSA, garantito dalla cucina interna della scuola dell’infanzia di Colleranesco, per gli alunni di scuola primaria che hanno bisogno di pranzare a scuola a causa delle esigenze lavorative dei genitori. Il servizio è stato fortemente voluto da un gruppo di mamme lavoratrici della scuola primaria di Colleranesco che, attraverso l’interessamento della dirigente scolastica, hanno potuto intrattenere una giusta relazione con il Comune e con i responsabili della ditta fornitrice dei pasti nelle tre scuole dell’infanzia. Gli alunni che si fermano a pranzo sono aiutati da una assistente appositamente nominata. Ogni giorno devono munirsi di un ticket di €2,50 che, nel corso della mattinata, viene ritirato dal collaboratore scolastico affinché le cuoche della scuola dell’infanzia possano preparare il pranzo che viene servito intorno alle ore 13.00, subito dopo il pranzo dei bambini della scuola dell’infanzia.
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INCARICHI DOCENTI
COORDINATRICI
DEL CONSIGLIO
D’INTERCLASSE
SCUOLA “E. DE AMICIS” Classi 1e: ins. Baldasserini
Classi 2e: ins. Di Pasquale
Classi 3e: ins. Di Mattia
Classi 4e: ins. Pagano
Classi 5e: ins. D’Amario
SCUOLA COLLERANESCO ins. Mercadante
COORDINATRICI DEI PLESSI
DI SCUOLA DELL’INFANZIA
SCUOLA BIVIO BELLOCCHIO ins. Gelsomini
SCUOLA COLLERANESCO ins. Malatesta
SCUOLA VIA GOBELLI ins. D’Algenio – Di Stefano
COORDINATORI CONSIGLIO
DI CLASSE DI SCUOLA
SECONDARIA DI 1° GRADO
CLASSE 1A EMANCIPATO
CLASSE 2A MARINUCCI
CLASSE 3A VOLLERO
CLASSE 1B BARTOLACCI
CLASSE 2B FIORETTI
CLASSE 3B TRIBUIANI
CLASSE 1C D’ANTONIO
CLASSE 2C TOMASSINI
CLASSE 3C ELVIO ROSA
CLASSE 1D CIPRIETTI
CLASSE 2D CRISCI
CLASSE 3D D’EMILIO
CLASSE 1E BINDI
CLASSE 2E COLLEVECCHIO
INDIRIZZO MUSICALE MISTICONI
50
COMMISSIONI
Commissione tecnica per apertura preventivi per uscite e viaggi.
Di Odoardo Carmen (DS)
Di Lorenzo Riccardo (DSGA)
Biancone Daniela (Assistente Amministrativo)
Commissioni dei docenti da confermare
INFANZIA PRIMARIA SECONDARIA
INCLUSIONE GIALLUCA
GERARDINI
CONTINUITA’ E ORIENTAMENTO
D’ANNUNZIO D’AMARIO
D’EMILIO
VALUTAZIONE (RAV) POF /PTOF
DI CARLO CIRILLI
MERCADANTE CIPRIETTI
TECNOLOGIA CIRILLI RASTELLI
AGGIORNAMENTO REGOLAMENTI
DI PIETRO
POMPONIO CRISCI
VIAGGI E USCITE + REGOLAMENTO
PICCIONI ORSINI
PROGETTI EUROPEI E RETI DI SCUOLE
GRASSI
DI GIOSIA
TOMASSINI
ORARIO CIANELLI DI MATTIA
N.12 docenti Tutor per i docenti neo immessi in ruolo di cui n.06 docenti in
organico potenziato.
51
FUNZIONI STRUMENTALI
Le Funzioni Strumentali al P.O.F., originariamente Funzioni Obiettivo, sono nate con il CCNL
1998/2001, art. 28 e con il CCNI 1998/2001, art.37 (con l’allegato 3) che prevedeva
l’assegnazione ad ogni istituzione scolastica di risorse per non meno di 3 funzioni e non più di 4
secondo tipologie che tenevano conto della tipologia e delle dimensioni di tali istituzioni.
L’art.37 ai commi 1 e 2 indica il contingente. All’inizio i docenti che ricevevano l’incarico
dovevano impegnarsi a seguire una formazione specifica di 20 ore a livello provinciale e 10 a
distanza. Il cambio di denominazione avviene con il CCNL 2002/2005 artt.3 0 e 86 lett.e) e di
seguito con la C.M. 30-10-2003.attualmente sono regolate dal CCNL 2006/2009 art. 33. Le finalità
delle FS sono indicate dal comma 1 dell’art.33 che precisa: “Per la realizzazione delle finalità istituzionali
della scuola in regime di autonomia, la risorsa fondamentale è costituita dal patrimonio professionale dei
docenti, da valorizzare per la realizzazione e la gestione del POF dell’istituto e per la realizzazione di progetti
formativi d’intesa con enti e istituzioni esterni alla scuola.”
Le funzioni sono identificate, all’inizio dell’anno scolastico, con delibera del Collegio dei Docenti
e in coerenza con il Piano dell’Offerta Formativa seppure,a quest’epoca, esso non sia ancora
pronto. E’ il collegio a deciderne le aree di pertinenza il numero, la data di scadenza per la
presentazione delle candidature, i criteri di attribuzione, gli obiettivi di massima da raggiungere,
i destinatari.
Il DS può inviare un formale invito ai docenti a presentare la propria candidatura allegando un
semplice modello di domanda e richiedendo anche delle specifiche competenze sul piano
relazionale, organizzativo. Attualmente rispetto al passato le Funzioni Strumentali sono
svincolate dalle scelte che un tempo erano collegate a precise indicazioni del CCNL. A fine anno i
docenti con incarico di Funzione Strumentale redige una relazione del lavoro svolto.
Per ogni incarico svolto è previsto un compenso accessorio a carico del Fondo di Istituto, definito
in sede di contrattazione integrativa d’istituto.
Funzioni Strumentali
CONTINUITA’ E ORIENTAMENTO
Scuola dell’Infanzia Spalazzese
Scuola Primaria Samuele
Scuola Sec 1° grado Rastelli
INCLUSIONE Scuola Sec. 1° grado Baldassarre
Scuola Primaria //
Scuola dell’infanzia //
VALUTAZIONE E POF-PTOF Scuola dell’Infanzia //
Scuola Primaria Minissa
Scuola Sec 1° grado D’Emilio-Tomassini
TECNOLOGIA Scuola Primaria Di Gennaro
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OBIETTIVI FUNZIONI STRUMENTALI
AREA AZIONI
CONTINUITA’ e ORIENTAMENTO
Predispone il progetto di Orientamento e di Continuità.
Cura i raccordi tra i vari ordini di scuola.
Cura l’organizzazione dei vari open day.
Cura l’aggiornamento delle schede di passaggio da un ordine all’altro di
scuola.
Cura l’organizzazione dei piani d’accoglienza e di inserimento degli alunni .
Coordina il lavoro dei dipartimenti.
Cura l’osservazione del percorso scolastico degli alunni anticipatari dal
primo ingresso nella scuola dell’infanzia all’uscita dal primo ciclo.
INCLUSIONE
INCLUSIONE
Collabora con il DS alla stesura del Piano Annuale di Inclusione (PAI).
Collabora con i docenti interessati alla stesura dei PDP dei vari alunni
Cura le relazioni con le famiglie.
Cura l’aggiornamento della scheda di osservazione/rilevazione dei BES.
Cura le relazioni con l’unità Multidisciplinare e con l’assistente sociale del
Comune ed altri esperti.
Collabora con il docente referente per il bullismo.
Collabora con i docenti che curano gli sportelli ascolto e nutrizione.
Rappresenta il Ds negli incontri di livello regionale e provinciale dedicati alle
tematiche dell’inclusione.
POF-PTOF e VALUTAZIONE
Cura tutto quanto necessario per il processo di autovalutazione / RAV
secondo quanto dettato dalla normativa in collaborazione con il DS e con i
docenti formati nell’a.s.2014-2015
Collabora con il DS alla stesura del Piano di Miglioramento.
Cura l’organizzazione dei materiali necessari all’espletamento delle prove
INVALSI e l’organizzazione della loro correzione
Cura la lettura dei risultati di ritorno delle prove INVALSI 2014-2015.
Collabora con il DS all’aggiornamento del POF.
Collabora con il DS alla stesura del PTOF.
Cura la stesura delle brochure di presentazione del POF e del PTOF per
informare le famiglie.
Cura l’informazione sul contenuto dei vari documenti presso i colleghi.
TECNOLOGIA
Cura l’aggiornamento periodico del sito della scuola.
Cura il proprio aggiornamento prof.le e la conseguente formazione dei
docenti dell’istituto in base alle loro potenzialità.
Rappresenta il DS negli incontri dedicati a livello regionale e provinciale.
Cura la rete robotica in collaborazione con i docenti della scuola
dell’infanzia.
53
Tutti i docenti impegnati con le diverse Funzioni Strumentali, saranno coinvolti nei vari processi e
lavoreranno insieme.
Al termine dell’anno scolastico i docenti FS, producono una dettagliata relazione del lavoro svolto
che viene consegnata al dirigente scolastica, almeno una settimana prima del collegio finale.
54
DIPARTIMENTI DEL COLLEGIO
Per poter realizzare in modo adeguato la propria offerta formativa, l’Istituto si è dato una forma
organizzativa basata su dipartimenti e gruppi di lavoro, importanti per realizzare appieno un clima di
collaboratività e di crescita. I dipartimenti sono stati costituiti a partire dall’a.s .2013-2014 e, nel corso di
questi ultimi anni, i gruppi di docenti di scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° Grado, lavorando
insieme, hanno:
letto e analizzato
o le Nuove Indicazioni (D.M. n.254 del 16/11/2012),
o la Buona Scuola (pubblicata il 3 settembre 2014),
o la legge n.107 del 13/07/2015,
o altre normative;
stilato un curricolo verticale suddiviso per discipline;
organizzato un world cafè;
realizzato anche momenti di coordinamento con il territorio.
I docenti hanno in programma la revisione del lavoro già iniziato rispetto ad una visione in verticale dello
sviluppo delle diverse discipline, teso al miglioramento del lavoro educativo e didattico di tutti i docenti.
Quest’anno i docenti sono impegnati, suddivisi in gruppi di studio, nell’analisi del testo della L.107/2015 ed
in particolare del comma 129 dedicato al comitato di valutazione e del comma 181, lettera e).
Per quest’ultimo comma è impegnato, in particolare, il dipartimento di scuola dell’infanzia relativo al
percorso zero-sei.
Si ricorda che con l’espressione “dipartimenti disciplinari” si intendono quegli organismi collegiali, formati
dai docenti che appartengono alla stessa disciplina o area disciplinare, preposti per prendere decisioni
comuni su determinati aspetti importanti della didattica. L’istituzione dei dipartimenti è prevista dal D.L.vo
n.297/1994 Testo unico, che all'art. 7 recita: "Il collegio dei docenti si articola in dipartimenti disciplinari e
interdisciplinari e in organi di programmazione didattico-educativa e di valutazione degli alunni". Con il
D.P.R. 275/1999 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi
dell’art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, cominciano a fare capo al Collegio dei docenti dei gruppi di
lavoro o commissioni di studio, cosiddetti dipartimenti disciplinari e interdisciplinari, che hanno la funzione
di formulare delle proposte che poi sono rese definitive in sede di collegio dei docenti costituendo un
indirizzo per tutti i consigli di classe. Alcuni li chiamano “gruppi di lavoro”, “gruppi di studio” o
“commissioni” ed altri ancora “dipartimenti” ma il senso non cambia. Nei Regolamenti attuativi del
15/3/2010, D.P.R. 87-88-89, la riforma Gelmini ha previsto i Dipartimenti disciplinari e interdisciplinari. Il
dipartimento ha portato, molto spesso, alla nascita della figura del coordinatore di dipartimento ricoperta
in generale da docenti esperti in campo didattico e capaci di partecipare all’organizzazione dei lavori di
questa articolazione del collegio. Deve essere un profondo conoscitore della normativa e delle ultime
innovazioni.
.
55
RAPPORTI SCUOLA-FAMIGLIA
CONTRATTO FORMATIVO Si è iniziato a parlare di Contratto Formativo con La Carta dei Servizi Scolastici, DPCM del 7-6-1995, in
particolare si riporta il testo parte I- art.7.”Area Didattica” comma 6, lettera B:
Il Contratto formativo è una dichiarazione esplicita di impegno reciproco assunto da scuola, allievo e
famiglia rispetto al progetto educativo
Esso si stabilisce in particolare tra il docente e l’allievo, ma coinvolge l’intero consiglio di classe e interclasse,
gli organi dell’istituto, i genitori, gli enti esterni preposti ed interessati al servizio scolastico. Sulla base del
contratto formativo, elaborato nell’ambito ed in coerenza degli obiettivi formativi definiti ai diversi livelli
istituzionali:
l’allievo deve conoscere:
- gli obiettivi didattici ed educativi del suo curricolo
- il percorso per raggiungerli
- le fasi del suo curricolo
il docente deve:
- esprimere la propria offerta formativa
- motivare il proprio intervento didattico
- esplicitare le strategie, gli strumenti di verifica, i criteri di valutazione
il genitore deve:
- conoscere l’offerta formativa
- esprimere pareri e proposte
- collaborare nelle attività.
Il contratto formativo è un percorso che può durare tutto l’anno scolastico o parti di esso e si condivide
soprattutto nei momenti di incontro scuola-famiglia.
Rispetto al modello sopra delineato che contiene principi generali, esso può essere declinato in modo da
essere personalizzato per ogni alunno o classe a seconda delle problematiche e dell’assunzione di
responsabilità che esso deve promuovere.
Nel passare degli anni si è creata una sorta di confusione con l’espressione “Patto di corresponsabilità”
contenuta primariamente nel D.P.R. n.235 del 21/11/2007 - “Regolamento recante modifiche ed
integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249,concernente lo statuto delle
studentesse e degli studenti della scuola secondaria. Modifiche agli artt. 4-5 e aggiunta dell’art.5bis con il
patto di corresponsabilità e la giornata della scuola”.
Alcune istituzioni scolastiche preferiscono parlare del Contratto Formativo come di un Patto di
Corresponsabilità per cui viene prodotto un solo documento. In altre scuole si producono due diversi
documenti, riservando al Contratto la parte dedicata ai doveri da rispettare.
L’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova, sceglie di portare avanti la linea del Patto Educativo di
Corresponsabilità, producendo un solo documento che, di classe in classe può essere modificato in
relazione ai bisogni reali degli alunni.
56
PATTO EDUCATIVO DI
CORRESPONSABILITA’ (art.3 DPR 21 novembre 2007, n. 235)
La normativa che ha portato alla costruzione del Patto di Corresponsabilità è abbastanza articolata:
o DPCM 7-6-1995, Carta dei Servizi Scolastici
o C.M. 362 del 25/08/98 sull’uso dei telefoni cellulari.
o D.M. n. 5843/A3 del 16 ottobre 2006 “Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità”.
o D.P.R. n.249 del 24/6/1998 “Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della
scuola secondaria”.
o D.M. n.16 del 5 febbraio 2007 “Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione
del bullismo”.
o D.M. n.30 del 15 marzo 2007 “Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e
di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di
vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti”.
o D.P.R. n.235 del 21/11/2007 - “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del
Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249,concernente lo statuto delle studentesse e degli
studenti della scuola secondaria”. Modifiche agli artt. 4-5 e aggiunta dell’art.5bis con il patto di
corresponsabilità e la giornata della scuola.
Va ricordato che il Patto di Corresponsabilità Educativa, pur avendo origine dal contratto formativo
espresso nella Carta dei Servizi Scolastici del 1995 e da altre disposizioni, concretamente nasce da una
disposizione ministeriale, il D.P.R. 235 del 21 novembre 2007.
Esso è un insieme di regole e comportamenti che i soggetti protagonisti della comunità scolastica (studenti,
scuola e genitori) si impegnano a rispettare per la miglior riuscita del comune e parallelo progetto
educativo e didattico. Il patto fornisce la possibilità di costruire un rapporto di fiducia e di rispetto reciproci
e permette di innalzare la qualità dell’offerta formativa, di migliorare il processo educativo – didattico, il
processo formativo e l’autonomia personale dell’alunno per l’inserimento graduale nel territorio,
nell’ambiente interno ed esterno alla scuola.
Si tratta di un documento generale valido per tutta la comunità scolastica, ma può avere una sua
controparte nel singolo contratto formativo stipulato tra docenti, famiglia e singolo alunno o classe.
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PATTO DI CORRESPONSABILITA’
– Scuola, Genitori, Alunni –
Visto il D.M. n. 5843/A3 del 16 ottobre 2006 “Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità” Visti i D.P.R. n.249 del 24/6/1998 e D.P.R. n.235 del 21/11/2007 “Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria” Visto il D.M. n.16 del 5 febbraio 2007 “Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione del bullismo” Visto il D.M. n.30 del 15 marzo 2007 “Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti” si stipula con la famiglia dell’alunno il seguente patto educativo di corresponsabilità. OFFERTA FORMATIVA La scuola si impegna a Garantire un piano formativo basato su progetti ed iniziative volte a promuovere il benessere e il successo dello studente, la sua valorizzazione come persona, la sua realizzazione umana e culturale. La famiglia si impegna a Prendere visione del piano formativo, condividerlo, discuterlo con i propri figli, assumendosi la responsabilità di quanto espresso e sottoscritto. Lo studente si impegna a Condividere con gli insegnanti e la famiglia la lettura del piano formativo, discutendo con loro ogni singolo aspetto di responsabilità. RELAZIONALITA’ La scuola si impegna a Creare un clima sereno in cui stimolare il dialogo e la discussione, favorendo la conoscenza ed il rapporto reciproco tra studenti, l’integrazione, l’accoglienza, il rispetto di sé e dell’altro. Promuovere il talento e l’eccellenza, comportamenti ispirati alla partecipazione solidale, alla gratuità, al senso di cittadinanza. La famiglia si impegna a Condividere con gli insegnanti linee educative comuni, consentendo alla scuola di dare continuità alla propria azione educativa. Lo studente si impegna a Mantenere costantemente un comportamento positivo e corretto, rispettando l’ambiente scolastico inteso come insieme di persone, oggetti e situazioni. PARTECIPAZIONE La scuola si impegna a Ascoltare e coinvolgere gli studenti e le famiglie, richiamandoli ad un’assunzione di responsabilità rispetto a quanto espresso nel patto formativo. La famiglia si impegna a Collaborare attivamente per mezzo degli strumenti messi a disposizione dall’istituzione scolastica, informandosi costantemente del percorso didattico - educativo dei propri figli.
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Lo studente si impegna a Frequentare regolarmente i corsi e assolvere assiduamente agli impegni di studio. Favorire in modo positivo lo svolgimento dell’attività didattica e formativa, garantendo costantemente la propria attenzione e partecipazione alla vita della classe. INTERVENTI EDUCATIVI La scuola si impegna a Comunicare costantemente con le famiglie, informandole sull’andamento didattico- disciplinare degli studenti. Fare rispettare le norme di comportamento, i regolamenti ed i divieti, in particolare relativamente all’utilizzo di telefonini e altri dispositivi elettronici. Prendere adeguati provvedimenti disciplinari in caso di infrazioni. La famiglia si impegna a Prendere visione di tutte le comunicazioni provenienti dalla scuola, discutendo con i figli di eventuali decisioni e provvedimenti disciplinari, stimolando una riflessione sugli episodi di conflitto e di criticità. Lo studente si impegna a Riferire in famiglia le comunicazioni provenienti dalla scuola e dagli insegnanti. Favorire il rapporto e il rispetto tra i compagni sviluppando situazioni di integrazione e solidarietà. Le parti firmano impegnandosi a rispettare tutti i punti.
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CARTA D’IDENTITA’ DELLE SCUOLE SCUOLA DELL’INFANZIA
BIVIO BELLOCCHIO
COLLERANESCO VIA GOBELLI
Numero bambini: 75 Numero sezioni a tempo
ridotto: 0 Numero sezioni a tempo
normale: 3 Numero docenti: 6
Numero unità personale ATA: 2
L.S.U: 0
Numero bambini: 67
Numero sezioni a tempo ridotto: 0
Numero sezioni a tempo normale: 3
Numero docenti: 6 Numero unità personale ATA: 2
L.S.U: 0
Numero bambini: 159
Numero sezioni a tempo ridotto: 0
Numero sezioni a tempo normale: 6
Numero docenti: 12 Numero unità personale ATA: 2
L.S.U: 3
Docenti di sostegno n.3 Docenti di religione n.3
ORGANIZZAZIONE ORARIO LEZIONI
La scuola dell’infanzia, dall’inizio degli anni ’90, ha un modello di funzionamento settimanale dal
lunedì al venerdì. Detto modello può essere definito come precursore della cosiddetta “settimana
corta”. L’orario giornaliero è di 8 ore, con un totale di 40 ore settimanali.
Da un plesso all’altro sono state decise delle diversificazioni nell’orario di inizio e di fine giornata
per meglio rispondere alle esigenze delle famiglie.
BIVIO BELLOCCHIO: dalle h8.00 alle h16.00
COLLERANESCO: dalle h8.20 alle h16.20
GOBELLI: dalle h8.30 alle h16.30
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SCUOLA PRIMARIA
DE AMICIS COLLERANESCO Numero alunni: 389 Numero classi: 17
Numero unità personale ATA: 5 Amministrativi + 3 collaboratori scolastici
L.S.U: 1
Numero alunni: 98 Numero classi: 6
Numero unità personale ATA: 1 L.S.U: 0
Numero docenti: 40 con 3 docenti dell’organico potenziato Docenti IRC : 2
Docenti sostegno n.14
ORGANIZZAZIONE ORARIO LEZIONI La scuola primaria, a partire dal secondo quadrimestre, darà inizio all’esperienza della cosiddetta “settimana corta” con un orario diversificato nei due plessi della primaria: COLLERANESCO: dalle 8.00 alle 13.30 dal lunedì al giovedì e il venerdì dalle 8:00 alle 13:00 DE AMICIS: dal lunedì al giovedì , dalle 8.20 alle 13.20, e il venerdì dalle 8:20 alle 15:50. Ogni giorno sono previste due pause. Nel plesso di Colleranesco è attiva una mensa quotidiana per gli alunni i cui genitori hanno orari di lavoro molto particolari. Detti alunni restano a scuola fino alle ore 15:00.
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SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO
SCUOLA MEDIA STATALE “R. PAGLIACCETTI” Numero alunni: 333 Numero classi: 14
Numero docenti: 39 Numero unità personale ATA: 4
L.S.U: 1
ORGANIZZAZIONE ORARIO LEZIONI In data 23 novembre 2015 è iniziata una nuova organizzazione scolastica fondata sulla settimana corta, dal lunedì al venerdì. La giornata scolastica è organizzata dalle ore 8.00 alle ore 14.00 con due intervalli, alle ore 9.55 e alle 11.55. Inoltre, per ogni giornata sono presentate tre discipline con una scansione oraria di due ore . Un solo giorno alla settimana gli alunni sono impegnati con 4 discipline in conseguenza del la 3^ ora di inglese e dell’ora di IRC. I docenti sono invitati a rispettare pedissequamente la normativa relativa ai compiti a casa in modo da non appesantire il pomeriggio e i week end degli alunni.
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CARATTERISTICHE STRUTTURALI
DEGLI EDIFICI Plesso Bivio Bellocchio
Infanzia 3 aule
1 aula multimediale
1 cucina
1 refettorio
1 palestra
Plesso Colleranesco
Infanzia 3 aule
1 aula multimediale
1 cucina
1 refettorio
1 palestra in comune con la primaria
spazio verde
Primaria 6 aule
1 aula multimediale
1 palestra in comune con la sc. Dell’infanzia
spazio verde
Plesso De Amicis
Primaria 16 aule attive
1 aula multimediale
1 aula informatica
1 aula x sportello di counseling
1 biblioteca + postazione PC
1 palestra
2 aule laboratorio
Plesso Via Gobelli Infanzia 7 aule
1 aula multimediale
1 cucina
1 refettorio
spazio verde
Plesso Scuola Sec. 1° Grado
Scuola Media Pagliaccetti” 14 aule
1 aula multimediale
1 aula informatica
1 biblioteca
1 aula professori
1 aula magna per riunioni e altro
3 aule per musica strumentale
1 aula laboratorio di artistica
1 aula lab. di tecnologia
2 aule per interventi individualizzati
1 archivio
3 stanze ex segreteria
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LA SICUREZZA A SCUOLA
L’istituto comprensivo n.1 di Giulianova, per la sua stessa collocazione territoriale, annovera gli edifici
scolastici più antichi dell’intero paese. E’ il caso della scuola primaria “De Amicis”, un edificio al centro
del Belvedere, che risale ai primissimi anni del ‘900; la scuola primaria con annessa scuola dell’Infanzia di
Colleranesco, un edificio anch’esso risalente ai primi anni ’50 o la scuol a di Bivio Bellocchio risalente al
periodo fascista. Sono edifici che attualmente non rispondono più alle caratteristiche e necessità della
nuova scuola. La Scuola Primaria “De Amicis” presenta un annoso problema legato ai piccioni e ai loro
escrementi. Problema che quest’anno ha determinato la chiusura di una delle uscite della scuola stessa
con conseguente disagio per tutti gli alunni. Il problema dei piccioni sembra inoltre di difficile gestione e
soluzione.
Molti sono i punti dolenti variamente segnala ti, ma l’Amministrazione ha tempi piuttosto lenti nel
prendere delle decisioni. Da anni in ottemperanza alla normativa, D.Lgs 81/08 e successive modificazioni,
viene redatto il Documento di valutazione dei rischi (DVR) e suoi aggiornamenti con l’aiuto del
Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP).
Il RSPP dell’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova è l’ing.prof. Marco Di Michele, persona estremamente
scrupolosa e competente, con contratto rinnovato anche per l’anno scolastico 2014/15.
Il Responsabile dei Lavoratori per la sicurezza è l’ins. Daniela Di Gennaro.
Per i nuovi arrivati, docenti ed ATA, ogni anno si organizzano dei corsi di formazione.
Si realizzano almeno due prove di evacuazione per tutti gli alunni ed il personale.
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IL CURRICOLO
Il curricolo organizza e descrive l’intero percorso formativo unitario che uno studente compie, dalla scuola
dell'infanzia alla scuola secondaria. In esso sia i processi cognitivi che quelli relazionali si intrecciano e si
fondono seguendo un processo al tempo stesso unitario, graduale e coerente, continuo e progressivo,
verticale e orizzontale. L’unitarietà del percorso non dimentica le caratteristiche dei diversi momenti
evolutivi del processo di apprendimento di ogni singolo alunno e studente.
“L’offerta formativa dell’Istituto Comprensivo mira “alla promozione del pieno sviluppo della persona,
accompagna gli alunni nell’elaborare il senso della propria esperienza, promuove la pratica consapevole
della cittadinanza attiva e l’acquisizione degli alfabeti della cultura di base”.
(Indicazioni Nazionali per il Curricolo)
Nella C.M.22 del 26 agosto 2013 sulle misure di accompagnamento delle Indicazioni Nazionali 2012 si legge:
“L'emanazione delle Indicazioni implica una coerente rielaborazione del curricolo delle istituzioni scolastiche
che tenga conto del profilo dello studente, dei traguardi di sviluppo delle competenze, resi ora prescrittivi, e
degli obiettivi di apprendimento. L’adozione delle Indicazioni nazionali va considerata come attività
ordinaria. Tuttavia la loro attuazione costituisce una preziosa opportunità per approfondire alcuni nodi
culturali, didattici, organizzativi e professionali di particolare rilievo.”
Secondo Piero Cattaneo “ Il Curricolo d’Istituto è espressione della libertà di insegnamento e dell’autonomia
scolastica e, al tempo stesso, è quella parte del POF che esplicita le scelte didattiche della Comunità
scolastica che qualificano e caratterizzano l’identità dell’istituto. Nella prospettiva degli Istituti comprensivi
prende piede l’idea di curricolo d’istituto verticale inteso non come semplice SOMMATORIA dei tre curricoli
(infanzia, primaria e secondaria di primo grado) ma come “RISULTANTE” delle scelte culturali, pedagogiche,
metodologiche e disciplinari caratterizzanti il percorso formativo di ciascun allievo.”
Ogni scuola predispone il curricolo all’interno del Piano dell’offerta formativa, di cui rappresenta il cuore
didattico, attraverso alcune operazioni fondamentali, dal Profilo dello studente previsto al termine del
primo ciclo di istruzione descrive in forma essenziale le COMPETENZE riferite alle discipline di
insegnamento e al piano esercizio della cittadinanza che un ragazzo deve mostrare di possedere al termine
del primo ciclo di istruzione. Nel capitolo L’ ”organizzazione del curricolo” si legge che:
“Nel rispetto e nella valorizzazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, le Indicazioni costituiscono il
quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole. Sono un TESTO APERTO, che la
comunità professionale è chiamata ad assumere e contestualizzare, elaborando specifiche SCELTE,
RELATIVE A CONTENUTI, METODI, ORGANIZZAZIONE e VALUTAZIONE coerenti con i TRAGUARDI FORMATIVI
previsti dal Documento Nazionale.”
Sulla base delle ”Indicazioni per il Curricolo, per la Scuola dell’Infanzia e il Primo Ciclo di Istruzione”, D.M.
254/2012, i docenti dei tre ordini di scuola del nostro comprensivo, riuniti in appositi dipartimenti /
commissioni didattiche, hanno elaborato il CURRICOLO VERTICALE delle singole discipline, fissando i
traguardi da raggiungere in ogni annualità e definendo gli specifici contenuti. Ricordiamo che la scuola
dell’infanzia si rivolge alle bambine e ai bambini della fascia di età dai 3 ai 5/6 anni e ricordiamo anche
l’esperienza delle sezioni primavera che in questi ultimi anni hanno reso possibile la frequenza dei bambini
che compiono tre anni entro il 30 aprile dell’anno di riferimento. Di riflesso per questi bambini, definiti
come “anticipatari” si determina la possibilità di anticipare anche l’ingresso nella scuola primaria e così via.
Parlando di finalità nel testo delle Indicazioni si legge che:
“La scuola dell’infanzia si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità,
dell’autonomia, della competenza e li avvia alla cittadinanza”.
La scuola del primo ciclo comprende la scuola primaria e la scuola secondaria del 1° ciclo.
65
“La finalità del primo ciclo è l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le
competenze culturali di base nella prospettiva del pieno sviluppo della persona. Per realizzare tale finalità la
scuola concorre con altre istituzioni alla rimozione di ogni ostacolo alla frequenza;
cura l’accesso facilitato per gli alunni con disabilità;
previene l’evasione dell’obbligo scolastico e contrasta la dispersione;
valorizza il talento e le inclinazioni di ciascuno;
persegue con ogni mezzo il miglioramento della qualità del sistema di istruzione.”
SCUOLA PRIMARIA Curricolo della scuola primaria all’interno del monte ore annuale previsto del D.L. 59/04, relativo alla quota oraria obbligatoria (27 ore settimanali)
DISCIPLINA Cl. 1^ Cl. 2^ Cl. 3^ Cl. 4^ - Cl. 5^
ITALIANO 7 6 6 6
MATEMATICA 6 6 6 6
SCIENZE 2 2 2 2
STORIA 2 2 2 2
GEOGRAFIA 2 2 2 2
ED. FISICA 2 2 1 1
TECNOLOGIA 1 1 1 1
INGLESE 1 2 3 3
ARTE E IMMAGINE
1 1 1 1
MUSICA 1 1 1 1
RELIG./ATT. ALT. 2 2 2 2
TOTALE 27 27 27 27
Cittadinanza e Costituzione In base al Decreto-legge 1 settembre 2008 n. 137 , convertito nella Legge n. 169 del 30 ottobre 2008, l’insegnamento viene impartito nell’ambito dell’area storico-geografica.
%
SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO Curricolo di base
Disciplina Orario Obbligatorio Studio di uno Strumento Musicale
Italiano 6 studio strumento in orario pomeridiano dal lunedì al
venerdì, dalle 14.00 alle 19.00, escluso il mercoledì e il sabato
Storia/ Geografia 4
Lingua Inglese 3
2^ lingua comunitaria: francese, spagnolo, tedesco
2
Matematica 4
Scienze 2
Tecnologia 2
Arte e Immagine 2
Musica 2
Educazione Fisica 2
Religione Cattolica 1
Approfondimento materie letterarie 1
30 ore settimanali in orario antimeridiano
66
OFFERTA FORMATIVA
IN APPENDICE AL POF SONO RACCOLTE LE PROGRAMMAZIONI ANNUALI DI TUTTI I DOCENTI, SUDDIVISE PER ORDINE DI SCUOLA.
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ARRICCHIMENTO OFFERTA FORMATIVA Progetti in orario Curricolare e non, con o senza esperti
L’Istituto Comprensivo 1° di Giulianova anche per questo nuovo anno scolastico è impegnato in diversi
progetti didattici rivolti ad ampliare l’offerta formativa centrata sullo studio disciplinare e sulle attività
educative connesse ai vari campi di esperienza. Forte è l’esigenza di rispondere in modo incisivo ai bisogni
degli alunni e degli studenti che frequentano la scuola.
I progetti curricolari che vedranno impegnate le diverse classi dell’Istituto saranno in gran parte a costo
zero sia perché le risorse a disposizione non sono molto cospicue e sia perché si vuole dare spazio
all’offerta territoriale cercando di creare un continuum, quando possibile, con le scelte educative
presentate in questo documento.
La scuola è parte attiva del territorio che la ospita ed intrattiene con esso un profondo rapporto di
collaborazione ed scambio reciproco. Ciò permette di leggere meglio le esigenze del sociale e al tempo
stesso di esserne parte e dunque anche oggetto di analisi.
Le proposte ricevute, per una eccezionale alchimia di pensiero progettuale, hanno colto le nostre esigenze
di lavorare per la promozione di una maggiore coscienza di legalità, oltre la valorizzazione del rispetto
dell’ambiente altro tema forte del nostro Istituto. Questa convergenza ha permesso ai docenti di arricchire
le loro scelte con percorsi più ampi. Inoltre l’educazione ambientale deve essere considerata come un
percorso di apprendimento continuo al fine di fornire conoscenze, strumenti, capacità, abitudini, abilità e
competenze che pongono l’allievo in condizione di considerarsi parte di un sistema in evoluzione, di
acquisire una nuova sensibilità che lo porti a gestire un corretto rapporto con l’ambiente, pensando ed
agendo in sua difesa e per la sua conservazione. Da anni è in atto sul territorio una campagna di
sensibilizzazione ambientale che offre ai cittadini un’ adeguata informazione per una corretta e
responsabile raccolta differenziata.
Di seguito si presentano i progetti, seminari formativi e reti di interesse:
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PROGETTI COMUNI AI TRE ORDINI Progetto Continuità e Orientamento
Funzione strumentale e commissione
Convegno nazionale : “La storia della matematica in classe: dalle materne alle superiori”- 15-17 ottobre 2015 - Dipartimento di Matematica Università di L’Aquila
3 docenti: Spalazzese-Mercadante- Fioretti
- Pomponio
Convegno “Giornate con la matematica per l’aggiornamento
dei docenti su strategie didattiche per l’insegnamento della
matematica nel 1° ciclo” - Carsoli 14 -11-2015
Erasmus + K2 Progetto comune con Germania-Spagna-Polonia-Slovenia-Finlandia-Italia
Referente Di Giosia
Giornata dei diritti dell’infanzia - Pescara 20 novembre 2015
Lavori presentati per l’iniziativa regionale La Città delle
bambine e dei bambini
DS- Cirilli
MIUR
Laboratori territoriali per l’occupabilità da realizzare
nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale
Capofila Liceo scientifico “M. Curie” di
Giulianova
Miur
Promozione alla cittadinanza digitale - Progetto “Cittadini in
gioco”
Scuola capofila IC 6 Pescara
Ref. Di Gennaro
MIUR – Prefettura di Teramo
Interventi per la prevenzione e la lotta al Bullismo
Ref. Broccolini
Collevecchio
MIUR
Diabete giovanile in ambito scolastico
Ref. Pomponio Laura
MIUR
Progetto “Promozione della cultura musicale nella scuola”
Ref. Misticoni
Autocandidatura per l’individuazione di istituzioni scolastiche
con progetti musicali D.M. n.8/2011
MIUR
Proposta progettuale per l’inclusione degli alunni con
disabilità - Progetto “Scuola diffusa”
Ref. Elvio Rosa
Piano regionale della prevenzione 2015-2016
Programma 2 “A scuola … di salute” azione 4
Ref. Pomponio – Spalazzese
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Progetto “Sana alimentazione per una scuola in salute”.
Piano regionale della prevenzione 2015-2018
Programma 2 “A scuola … di salute” azione 9
Progetto “Sensibilizzare la popolazione, soprattutto i giovani e
i giovanissimi e i professionisti coinvolti, sui rischi legati
all’eccessiva esposizione a radiazioni UV”.
PON “Per la scuola” - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
(FESR) - Avviso pubblico rivolto alle Istituzioni scolastiche
statali per la realizzazione, l’ampliamento o l’adeguamento
delle infrastrutture di rete LAN/WLAN- Asse II Infrastrutture
per l’istruzione
Fondi Strutturali Europei - Programma Operativo Nazionale
"Per la Scuola - competenze e ambienti per l'apprendimento"
2014-2020. Avviso pubblico rivolto alle Istituzioni scolastiche
statali per la realizzazione di ambienti digitali.
Percorso Digit School, Accordo stabilito il 18.9.2012 tra la Regione Abruzzo, il MIUR e l’Ufficio Scolastico Regionale (U.S.R.) - Progetto speciale “Scuola Digitale” P.O. F. S.E. Abruzzo 2007-2013 Asse 4
Ref. Cirilli – Di Gennaro
Rete Regionale “Abruzzo scuola digitale”
Ref. Cirilli-Di Gennaro
Animatore digitale
Di Gennaro
Rete provinciale “Valorizziamoci” per aggiornamento,
formazione e ricerca sul comma 129, art.1, L.107/2015
relativo al nuovo Comitato di Valutazione dei docenti
Capofila IIS “Alessandrini-Marino-Forti”
Teramo
Rete regionale
ROBOCOP JUNIOR ABRUZZO (RC.J.A.)
Capofila IIS “A. VOLTA” Pescara
Ref. Cirilli-Di Gennaro-Pietrofaccia
Scuola e Adozione Ref. Cianelli Tiziana
Sportello Counseling e Mediazione Ref. Maria Ciprietti
Sportello Nutrizione Ref. Adriana Spalazzese
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PROGETTI DEI SINGOLI ORDINI DI SCUOLA
SCUOLA DELL’INFANZIA
SCUOLA PRIMARIA
SCUOLA SECONDARIA
UNICEF - L’albero dei diritti, scuola amica dei bambini e degli adolescenti Pescara 12 -11-2015
Progetto Lingua tedesca
Incontri di sensibilizzazione alla
lingua tedesca con
“Deutschwagen”
Lezioni di presentazione
Progetto Latino
tutte le classi terze secondaria
Ciprietti – Crisci
Unicef - La Pigotta
Ref. Daniele Laura
ECO.TE.DI
Progetto Educativo “Io
voglio vivere in una città
ecosostenibile” per i
bambini di 4 anni
Ref. Daniele Laura
Progetto Lingua spagnola
Lezioni di presentazione
Progetto Lettura
classi 3A - 3B - 3C - 3D secondaria
D’Emilio – Tribuiani
Progetto provinciale – Il
Calendario della memoria
2016- sostenuto da CGIL-SPI
di Teramo
bambini di 5 anni
Ref. Daniele Laura
Progetto Lingua francese
Lezioni di presentazione
Progetto Comune di Giulianova –
“Giulia.eu”
“Esploriamo l’Europa”
Percorso zero-sei
“Aspettando Milano …
vogliamo metterci le mani …
e non solo!”
Gruppo territoriale nidi
infanzia Regione Abruzzo -
Comune di Pineto 28-11-
2015 - docenti scuola
infanzia - formazione gruppo
di lavoro
Progetto Poesia
classe 3C primaria –
Inss. Minissa-Mazzocca
Prefettura di Teramo Progetto “…il più forte sono io 2015-2016” Ref. Broccolini – Collevecchio
Convegno “Bullismo – Insofferenza alla legalità” 20 novembre 2015 – partecipazione di 2 classi terze Ref . Broccolini
Incontri sul Bullismo con la scuola
primaria
Ref. Broccolini-Collevecchio
Anch’io scienziato
anni 3-4-5
Progetto “Acqua amica 2015-16”
MIUR Esosport
Progetto pilota “I giardini di Betty e la
Pista di Pietro”
Ref. Rosa
Immagini per la terra
anni 5
Progetto “Io suono il flauto”
classi 3A-3D primaria
Inss. Cianelli - Di Mattia – Misticoni
Potenziamento Lingue straniere
con docenti madrelingua
ed eventuale certificazione per le
classi terze della scuola secondaria
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La giornata
dell’alimentazione
anni 3-4-5
Rugby Club Tortoreto
Scuola primaria e secondaria
lezioni gratuite di sensibilizzazione
Performance contro la violenza sulle
donne
25 novembre 2015 – partecipazione
classi terze
Ref. Monaco
Progetto “Mo’ e la favola
dell’olio extravergine
d’oliva”
Bivio Bellocchio -
Colleranesco
Progetto CONI
“Scuola in movimento” classi prime
e seconde
Ref. Pomponio
Comitato regionale Abruzzo
Bocciofila
Progetto per la scuola di bocce
Ref. Broccolini
A scuola di latte – Vincere
un tablet
Progetto CONI
“Sport di classe” - classi terze,
quarte e quinte
Ref. Pomponio
Progetto Memoria “Ricordando la
Shoah”
Concorso FILA
“ La matita delle idee”
Progetto “Filatelia a scuola”
Classe 3C
Ins. Minissa
Progetto Lib(e)ri Shoah –
Gara a squadre – Liceo scientifico “M.
Delfico”
Progetto ”Addobbiamo
l’albero del nostro paese” in
collaborazione con il
Comune
Progetto “Kids Creative Lab”
Ref. Spalazzese
I2° Concorso “Il presepio è
un annuncio” a cura del
Centro di Accoglienza - Il
dono di Maria -
Progetto teatro
classe 3C
Nazioni Unite per la Pace
Settimana mondiale
dell’alimentazione “Una
sana colazione a scuola”
72
INDIRIZZO MUSICALE
Da diversi anni nella scuola secondaria “Pagliaccetti”, nelle ore pomeridiane, dal lunedì al venerdì con
esclusione del mercoledì, diversi alunni seguono le lezioni di strumento musicale. Tutto ciò è nato
dall'esigenza di offrire agli alunni la possibilità di accostarsi alla cultura e alla tecnica musicale, non solo dal
punto di vista teorico, ma anche da quello pratico attraverso lo studio triennale di uno strumento musicale.
La modalità di organizzazione scelta è stata quella di rinunciare alla creazione al corso musicale che si
identificasse con un unico corso scolastico, ma di permettere agli alunni di partecipare a prescindere dalla
classe di appartenenza. Questa scelta ha risolto molti problemi come è facile intuire.
I ragazzi che frequentano i corsi di strumento oltre alle materie comuni a tutti gli studenti, tra cui le due ore
di musica in orario antimeridiano, come già detto, nelle ore pomeridiane studiano uno strumento
(pianoforte, violino, flauto traverso, chitarra) e partecipano all’organizzazione di una piccola orchestra che
nel corso dell’anno si esibisce in varie manifestazioni.
Per accedere allo studio dello strumento musicale non è richiesta nessuna competenza musicale pregressa,
la scelta viene formulata all’atto dell’iscrizione alla prima classe e nel mese di maggio i futuri studenti
vengono convocati per sostenere una prova orientativo – attitudinale.
Gli studenti che superano la prova attitudinale sono suddivisi in gruppi per classe di strumento. Sulla base
dell’esito di questa prova viene stilata una graduatoria che si diversifica a seconda dello strumento..
L'impegno settimanale delle sezioni ad indirizzo musicale è complessivamente di tre ore in più rispetto al
monte ore di quelle non specialistiche, comprendendo la materia strumento musicale, per la quale è
previsto a fine triennio, come per le altre discipline, l'esame teorico/pratico nel corso dell’esame di stato
della classe terza. Il tutto costituisce un credito per l'accesso alla Scuola secondaria di 2° grado nel
momento in cui nasceranno i licei a indirizzo musicale.
LE ATTIVITA’
L’orchestra della scuola di anno in anno è impegnata in vari concerti e altre collaborazioni.
Quest’anno sono in programma:
la collaborazione con gli alunni di 5 anni della scuola dell’infanzia per una performance dedicata al
Calendario della Memoria 2016
il concerto di Natale
il concerto per la commemorazione della medaglia d’oro Grue
il concerto di Carnevale
il concerto di fine anno
diversi open day
lezioni presso la scuola primaria per presentare la musica strumentale agli alunni di quinta
un gemellaggio con altra scuola media a indirizzo musicale
il viaggio a Roma per una lezione-concerto .
Anche quest’anno l’indirizzo musicale si arricchisce di un corso di violoncello.
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La NORMATIVA di riferimento è costituita fondamentalmente da:
-Decreto Ministeriale 3 agosto 1979
(Corsi sperimentali ad orientamento musicale)
-Decreto 13 febbraio 1996, Nuova disciplina della sperimentazione musicale, nelle scuole medie statali ad
indirizzo musicale.
-Decreto Ministeriale 6 agosto 1999, n.201-Riconduzione ad ordinamento dei corsi sperimentali ad
indirizzo musicale nella scuola media ai sensi della legge 3 maggio 1999, n. 124, art. 11, c. 9
-C.M. 110 del 29 dicembre 2011, Iscrizioni alle scuole dell'infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per
l’anno scolastico 2012/2013”: “… nelle istituzioni scolastiche ove è presente l’indirizzo musicale, ai fini della
determinazione del numero massimo dei posti disponibili si dovrà tenere conto che il numero delle classi
prime non potrà superare, in ciascun istituto, il numero di quelle funzionanti nel corrente anno scolastico.
Le istituzioni scolastiche organizzeranno la prova orientativo-attitudinale in tempi utili a consentire alle
famiglie, nel caso di mancato superamento della prova medesima, di potersi rivolgere eventualmente ad
altra scuola, entro il termine di scadenza delle iscrizioni e comunque non oltre i dieci giorni dopo tale
scadenza.”
-C.M. N°96 del 17 dicembre 2012, Indicazioni e istruzioni per le iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle
classi delle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2013/2014
Art.1 lett. d) Per l’iscrizione alle prime classi ad indirizzo musicale, i genitori degli alunni o gli esercenti la
potestà genitoriale dovranno barrare l’apposita casella del modello on line. Le istituzioni scolastiche
organizzeranno la prova orientativo - attitudinale in tempi utili a consentire alle famiglie, nel caso di
mancato superamento della prova medesima o di carenza di posti disponibili, di poter presentare una nuova
istanza di iscrizione, eventualmente anche ad altra scuola, entro il termine di scadenza delle iscrizioni e
comunque non oltre dieci giorni dopo tale scadenza.
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VISITE GUIDATE E VIAGGI DI ISTRUZIONE
Per questa parte si riprende il capitolo omonimo del Regolamento dell’Istituto, fatta eccezione per la
numerazione degli articoli che in questo documento viene omessa e sostituita da numerazione progressiva
da 1 a 12.
%
Le uscite didattiche e i viaggi d'istruzione rappresentano un’occasione speciale di integrazione e scambio
culturale e relazionale, uno strumento educativo di cui potranno beneficiare tutti gli alunni della scuola. Tali
attività risponderanno alle molteplici esigenze didattiche e rientreranno pertanto nelle programmazioni
curricolari. Prevedono una precisa e adeguata programmazione predisposta dalla scuola fin dall’inizio
dell’anno scolastico e si configurano come esperienze di apprendimento e di crescita della personalità
rientrando tra le attività integrative della scuola.
Le visite guidate e i viaggi d’istruzione avranno le seguenti finalità:
Sviluppo della socializzazione, integrazione-inserimento di alunni stranieri e/o portatori di
handicap;
Acquisizione e verifica , attraverso il contatto con la realtà concreta - circostante, di abilità e
competenze antropologiche, logico scientifiche e linguistico - educative prefissate nelle
programmazioni annuali;
Promozione di attività esperienziali-culturali a completamento di quelle svolte nello spazio scuola.
Potranno essere organizzate visite guidate straordinarie qualora il territorio offra occasioni eccezionali con
notevole significato pedagogico - didattico. Saranno utilizzati mezzi di trasporto conformi alla normativa
vigente per gli alunni in età scolare.
Saranno altresì possibili soggiorni di uno o più giorni in località che dispongano di apposite strutture. Per
un' efficace modalità organizzativa è stabilito che la partecipazione sia per classe intera e comunque con
un' adesione di almeno 2/3.
Le visite guidate e i viaggi d’istruzione prevedono:
Itinerari ambientali - naturalistici
Itinerari storico-artistici
visite a musei, mostre, fiere del libro, aziende del territorio, organismi istituzionali, ( Comune,
Provincia, Regione ecc …)
Art. 1 Visite guidate e uscite didattiche, viaggi d’istruzione
1. L’attività didattica curricolare contempla e prevede per le scuole dell’infanzi, per la scuola primaria e per
la scuola secondaria di 1° grado, momenti di attività all’esterno dell’ambiente “aula” e dell’ambiente
“scuola” al fine di aiutare gli alunni ad approfondire le conoscenze ambientali, storiche, artistico - culturali
e, contestualmente, per cogliere spunti documentali intorno ai quali progettare percorsi pluridisciplinari di
apprendimento.
2. Le visite guidate-uscite didattiche si svolgono entro il normale orario scolastico giornaliero delle lezioni,
coinvolgono l’intero gruppo classe/sezione e si realizzano nell’ambito del territorio comunale di
appartenenza della scuola.
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3. Per le visite guidate di durata compresa entro il normale orario scolastico giornaliero delle lezioni, si
richiederà ad inizio di anno scolastico l’autorizzazione alla partecipazione da parte dei genitori degli alunni e
tale autorizzazione si riterrà valida per l’intera durata dell’ordine scolastico frequentato.
4. L’organizzazione – previsione - realizzazione delle visite guidate rientra nella libertà didattico -
metodologica di ogni insegnante.
I viaggi d’istruzione rappresentano un momento di arricchimento culturale degli studenti e costituiscono
iniziative didattiche complementari delle attività curricolari. Contribuiscono, inoltre, a migliorare il livello di
socializzazione in una dimensione di vita diversa dalla normale routine scolastica. I viaggi d’istruzione
devono essere coerenti con la programmazione annuale e con lo svolgimento dei programmi, di cui sono
parte integrante.
In riferimento a quanto indicato nel POF, sulla base degli orientamenti programmatici del Collegio dei
docenti e dei Consigli di classe, in merito a quanto discusso in sede di Consiglio di Istituto, i docenti:
Programmano gli itinerari delle visite guidate e dei viaggi di istruzione che intendono effettuare.
Propongono i docenti accompagnatori che devono essere 1 (uno) ogni 15 (quindici) alunni. Per
quanto riguarda i viaggi all’estero o grandi metropoli, si considererà l’opportunità di avere un
maggior numero di docenti accompagnatori.
In presenza di alunni diversamente abili il rapporto alunno- insegnante è di 1/1, 1/2 in caso di
disabilità non grave. In caso di particolare gravità (legge 104), è richiesta la presenza di un
assistente educativo.
L’alunno diversamente abile non deve essere necessariamente affidato al proprio insegnante di
sostegno, ma è fondamentale il rapporto 1/1 con un insegnante curricolare (vedasi C.M. n° 291/92,
C.M. n° 623/96, nota n° 645/2002, DPR n° 275/99, art. 4, comma 2 lett. C).
Ad ogni uscita devono essere indicati anche i docenti sostituti, in caso di grave impedimento del
docente preposto.
Propongono i periodi di attuazione delle visite guidate e dei viaggi di istruzione.
Provvedono a che le visite abbiano un’adeguata preparazione preliminare, un’appropriata
informazione durante l’uscita ed una successiva rielaborazione culturale.
L’organizzazione complessiva di ogni uscita viene affidata al docente proponente.
La C.M.14 Ottobre 1992 n° 291, la C.M. 2 Ottobre 1996 n° 623 e successiva normativa inerente fino alla
Nota n° 2209 dell’11/04/2012 stabiliscono:
La visita guidata, o il viaggio d’istruzione, può essere effettuata con la partecipazione almeno 2/3
della classe. In caso di vacanze studio o viaggi specifici si potranno formare gruppi di alunni
provenienti da classi diverse. In questo secondo caso potranno essere previste destinazioni diverse
nello stesso periodo per le classi.
I giorni a disposizione per visite di istruzione sono 6 complessivi nell’arco dell’anno.
Il tetto massimo di spesa è stato stabilito in sede di Consiglio d’Istituto in €300,00 elevabili fino al
10%.
In caso di alunni con disabilità fisica, le agenzie di viaggio devono garantire itinerari, mezzi di
trasporto e alloggi accessibili a tali alunni.
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Art. 2 Individuazione sedi visite
1. In ambito di programmazione annuale e settimanale, singolarmente o in team, gli insegnanti, una volta
individuati i luoghi per le visite delle scolaresche, definite motivazioni e finalità, provvedono a informare le
famiglie a mezzo avviso scritto sul diario degli alunni. In particolare l’avviso dovrà indicare il giorno, il mese,
gli orari e l’eventuale equipaggiamento richiesto.
2. Le uscite didattiche di norma si effettuano senza la presenza dei genitori; per la scuola dell’Infanzia e su
precisa richiesta degli insegnanti è possibile contemplare la presenza dei genitori per visite a luoghi o
ambienti particolari.
3. Per gli alunni del primo ciclo della scuola primaria si ritiene opportuno raccomandare spostamenti
nell’ambito della provincia, mentre per il secondo ciclo l’ambito può essere esteso all’intera regione.
Non si esclude la possibilità di uno sconfinamento in altra provincia \ regione.
Art. 3 Viaggi di istruzione
La scuola considera viaggi di istruzione:
le visite guidate a musei, a mostre, a manifestazioni culturali di interesse didattico o
professionale, a enti istituzionali o amministrativi
le lezioni in luoghi particolari con esperti e visite a enti istituzionali o amministrativi
la partecipazione ad attività teatrali e sportive
i soggiorni presso laboratori ambientali
la partecipazione a concorsi provinciali, regionali, nazionali, a campionati o gare sportive, a
manifestazioni culturali o didattiche
gli incontri-scambi per gemellaggi con altre scuole ritenuti parte integrante e qualificante
dell'offerta formativa e momento privilegiato di conoscenza, comunicazione e socializzazione
La caratteristica dei viaggi di istruzione è che essi riguardano spostamenti che vanno oltre l’ambito
territoriale dell’ Istituto, possono protrarsi anche oltre la durata di un giorno, devono essere autorizzati di
volta in volta dalle famiglie e deliberati formalmente dal Consiglio di Istituto
Art. 4 Adempimenti previsti per i viaggi di istruzione
1. La proposta per la programmazione dei viaggi di istruzione può essere formulata:
dal singolo docente di classe/sezione
dal team di classe/sezione
dal rappresentante dei genitori in seno al Consiglio di Interclasse/Intersezione
2. La documentazione fondamentale da acquisire agli atti per lo svolgimento dei viaggi di istruzione è la
seguente:
elenco nominativo degli alunni partecipanti e degli accompagnatori distinti per classe
autorizzazione dei genitori
programma analitico del viaggio con riferimenti agli obiettivi didattico - culturali dell'iniziativa
preventivo di spesa e disponibilità finanziaria a copertura della stessa con precisa indicazione delle
quote a carico degli alunni
parere favorevole del Consiglio di Interclasse/Intersezione
preventivi-offerte delle Ditte e/o Agenzie di viaggio
delibera del Consiglio di Istituto.
3. Svolgono il ruolo di “accompagnatori” gli insegnanti della classe/sezione partecipante nel rapporto di n. 1
docente per un gruppo di massimo 15 alunni (14 per la scuola dell’infanzia).
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In presenza di alunni con particolari problemi è necessaria la presenza di un insegnante di sostegno.
Il numero degli accompagnatori si può incrementare con la presenza di collaboratori scolastici ed assistenti
di sostegno incaricati in modo particolare dell’assistenza.
Art. 5 Adempimenti del Consiglio di Istituto
Con esplicita indicazione, il Consiglio di Istituto può autorizzare la partecipazione ai viaggi di istruzione
anche dei genitori attribuendo agli stessi compiti di coadiuzione nella vigilanza degli alunni.
La partecipazione dei genitori degli alunni potrà essere consentita a condizione che non comporti oneri a
carico del bilancio del C.D.
Art. 6 Adempimenti del Dirigente Scolastico
Per ogni viaggio di istruzione il Dirigente Scolastico individua tra i docenti accompagnatori un Coordinatore
che assume il ruolo di capocomitiva con l’incarico di essere il referente con l’autista e con gli addetti dei
luoghi da visitare, dà disposizioni per le soste, i tempi e assume, nell’evenienza, le decisioni del momento.
Al termine del viaggio il docente Coordinatore presenta formale relazione sull’andamento dell’esperienza.
Art. 7 Accompagnatori
Per i viaggi programmati dalle Scuole dell’Infanzia il numero degli accompagnatori, considerata l’età dei
minori, dovrà contemplare, oltre al personale docente e ai collaboratori scolastici, anche una presenza
genitoriale tale da garantire in modo adeguato sia l’assistenza che la vigilanza.
Art. 8 Restituzione quote
In caso di mancata partecipazione dell’alunno al viaggio di istruzione non sarà possibile la restituzione della
quota totale, ma dalla stessa verranno detratte le quote relative al pagamento dei servizi comuni e
comunque impegnati (pullman, guida, ticket…)
Art. 9 Partecipazione esterne
Alle uscite didattiche-visite guidate e viaggi di istruzione, qualora ritenuto necessario, potranno partecipare
esperti esterni.
Art. 10 Attività didattica durante uscite-visite-viaggi
Nei giorni programmati per uscite didattiche-visite guidate e viaggi di istruzione l’attività scolastica relativa
alla classe/sezione interessata all’esperienza si svolge solo negli ambienti scelti come meta delle uscite,
visite e viaggi. Gli alunni non partecipanti si asterranno in quei giorni dalla frequenza scolastica.
Art. 11 Eventuale esclusione dall’iniziativa
In caso di sospensione o altro provvedimento disciplinare si contemplerà anche l’eventualità di non far
partecipare l’alunno/a alla visita o al viaggio per motivi di sicurezza.
Art. 12 Assicurazione contro infortuni
Tutti i partecipanti ai viaggi, visite o gite d’istruzione debbono essere garantiti da polizza assicurativa contro
gli infortuni. Per ogni omissione, si farà riferimento alla vigente normativa in materia.
Le occasioni di uscita previste per questo anno scolastico sono ancora in fase di progettazione da parte dei
docenti delle varie sezioni e classi.
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FORMAZIONE
Il vigente C.C.N.L. all’art. 24 precisa che “ la funzione docente realizza il processo di insegnamento –
apprendimento volto a promuovere lo sviluppo umano e culturale, civile e professionale degli alunni, sulla
base delle finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici, definiti per i vari ordini e gradi di
istruzione dalle Leggi dello Stato e da altri atti normativi”.
“ Il profilo professionale dei docenti è costituito da competenze disciplinari, pedagogiche, metodologico –
didattiche, organizzativo – relazionali e di ricerca, tra di loro correlate ed interagenti, che si sviluppano con
l’esperienza didattica, l’autoaggiornamento, la formazione “.
L’aggiornamento professionale riguarda tutto il personale della scuola, docente ed ATA, è un importante
elemento di qualità del servizio scolastico; esso è finalizzato a fornire ai docenti e agli ATA tutti gli
strumenti necessari per sostenere e per affrontare in modo consapevole le specificità della scuola e i
problemi che eventualmente potrebbero registrarsi.
Le tematiche fondamentali su cui i docenti sono impegnati riguardano in particolare le tecnologie dell’
informazione e della comunicazione, mentre per gli ATA riguardano aspetti amministrativi.
Le iniziative di formazione sono organizzate sia all’interno dell’Istituto, sia dall’Amministrazione centrale e
periferica, sia da enti esterni qualificati e autorizzati.
Principali interventi di formazione Alimentazione Sportello Nutrizione
Incontri con alunni e con le famiglie
Animatore digitale
Formazione dell’animatore a cura di soggetti istituzionali esterni
Ascolto
Sportello Counseling
Incontri con alunni e genitori
Comitato di valutazione Gruppo di lavoro interno e sollecitazioni provenienti dalla rete “Valorizziamoci”
Inclusione Corso di formazione sulle tematiche inerenti l’inclusione tenuto da esperti esterni
Informatica – nuove tecnologie – nuove metodologie multimediali – robotica
Formazione interna per gruppo di docenti già alfabetizzati e con livello medio-alto di competenza.
Corsi di informatica diverso livello interni ed esterni
Piccola sperimentazione di robotica
INVALSI Corso tenuto da esperto esterno
Legge 107/2015
Incontri interni per lettura e analisi del testo
Partecipazione ad incontri seminariali con esperti esterni, realizzati dai sindacati territoriali o altri soggetti istituzionali
Matematica Formazione e autoformazione del gruppo dei docenti di matematica dei tre ordini di scuola attraverso la riflessione sul secondo incontro estivo con il prof. Arrigo e preparazione di un piccolo convegno.
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Partecipazione a convegni e seminari: L’Aquila-Bologna-Carsoli.
Preparazione di un percorso di sperimentazione
Percorso zero/sei Analisi comma 181, lettera e) della L.107/2015
Riflessioni sul futuro assetto
Convegno di Milano, febbraio 2016
Segreteria Digitale Formazione all’uso del software di segreteria digitale
sicurezza Completamento della formazione già iniziata da alcuni anni (16 ottobre 2015)
sicurezza Corso per addetti antincendio
sicurezza Corso di pronto soccorso
sicurezza n.2 Prove di evacuazione per tutti gli alunni
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INCLUSIONE
La European Agency for Development in Special Needs Education nel 2009 ha pubblicato “Principi Guida
per promuovere la qualità nella Scuola Inclusiva – Raccomandazioni Politiche ” dove a pag. 16 sottolinea
che “l’inclusione interessa un raggio sempre più ampio di studenti piuttosto che quei studenti in possesso
della certificazione per l’handicap. Riguarda tutti gli studenti che rischiano di essere esclusi dalle
opportunità scolastiche, a seguito del fallimento del sistema scuola” .
Negli ultimi anni si è realizzato il passaggio dalla scuola dell’integrazione alla scuola dell’inclusione. Un
passaggio che incute molta incertezza e confusione rispetto alla figura del docente di sostegno. Non è certo
questo il luogo per affrontare la questione che si presenta di difficile gestione e comprensione.
Il passaggio di cui si è parlato è divenuto più evidente in occasione sia della Legge 170/10 sui DSA e delle
numerose note ministeriali riguardanti i cosiddetti BES o Bisogni Educativi Speciali.
Il concetto di inclusione presuppone un docente inclusivo che sappia
CREARE un clima inclusivo: accettazione e rispetto delle diversità
ADATTARE stile insegnamento, materiali, tempi, tecnologie
MODIFICARE strategie in itinere
SVILUPPARE didattica metacognitiva
TROVARE punti contatto tra le programmazioni (classe e individualizzata)
SVILUPPARE approccio cooperativo
FAVORIRE la creazioni di reti relazionali (famiglia, territorio, specialisti…)
L’INDIVIDUO Organizza spazi attrezzati per attività specifiche;
Promuove l’ampliamento di una sezione specializzata della biblioteca scolastica
Predispone ed attua piani personalizzati sulla base di profili dinamici funzionali elaborati in
collaborazione con la famiglia e con gli esperti;
Mantiene rapporti fattivi con i centri di riabilitazione;
Favorisce la continuità nel passaggio da un ordine di scuola all’altro;
Attua in caso di necessità, metodi sperimentali concordati con la famiglia e con la collaborazione di
specialisti;
Organizza moduli che contemplino il ricorso alla metodologia delle classi aperte e del lavoro per gruppi.
Attiva uno sportello di consulenza didattica
Struttura le attività in momenti laboratoriali per favorire l’integrazione (musica-teatro-psicomotricità)
Lavora in equipe coordinando gli interventi in un approccio integrato.
LA FAMIGLIA
Informa sulle risorse disponibili sull’organizzazione e sull’attività didattica;
Favorisce il colloquio permanente per l’approfondimento delle problematiche e la definizione delle
strategie e degli obiettivi educativi e didattici;
Promuove incontri collegiali con specialisti ed esperti sulle problematiche emergenti;
Promuove progetti di “Scuola Aperta” in orario extrascolastico, potenziando i momenti di
aggregazione;
Attiva uno sportello di consulenza educativa;
Promuove corsi di formazione sulla funzione genitoriale.
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LA SOCIETA’
Si impegna ad attivare strategie rivolte all’individuazione precoce di alunni in situazione di handicap e /
o difficoltà di apprendimento ricorrendo alla consulenza di specialisti operanti stabilmente nell’Istituto.
Promuove la collaborazione con i pediatri di base, le strutture socio sanitarie del territorio, le
Associazioni interessate, il volontariato, gli Enti locali, per:
o approfondimento di tematiche generali e particolari, o utilizzo di mezzi e strutture adeguate o realizzazione di progetti.
Si rende disponibile per la realizzazione di attività extrascolastiche coincidenti con le finalità della
scuola.
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ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
La scuola è una comunità educante che accoglie tutti gli alunni, a prescindere dalle loro diversità funzionali,
nello sforzo quotidiano di costruire condizioni relazionali e situazioni pedagogiche tali da consentire il
massimo sviluppo di tutti e di ciascuno, anche mediante interventi specifici da attuare. La piena inclusione
degli alunni diversamente abili e dunque il loro diritto allo studio è un obiettivo che la scuola
dell'autonomia ha il compito di perseguire attraverso una progettualità articolata, attraverso la
valorizzazione di tutte le professionalità interne e le risorse presenti nel territorio e attraverso
l’integrazione scolastica, che prevede l’obbligo dello Stato di predisporre adeguate misure di sostegno, alle
quali concorrono a livello territoriale, con proprie competenze, anche gli Enti Locali e il Servizio Sanitario
Nazionale.
La comunità scolastica e i servizi locali hanno pertanto il compito di occuparsi della cura educativa e della
crescita complessiva della persona diversamente abile, fin dai primi anni di vita. Tale impegno collettivo ha
una meta ben precisa: predisporre le condizioni per la piena partecipazione alla vita sociale, eliminando
tutti i possibili ostacoli e le barriere, fisiche e culturali, che possono frapporsi fra la partecipazione sociale e
la vita concreta delle persone con disabilità.
La Legge 104/92 riconosce e tutela la partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità, in
particolare nei luoghi per essa fondamentali come la scuola durante l’infanzia e l’adolescenza (art. 12, 13,
14, 15, 16 e 17).
Il MIUR negli anni ha messo in atto varie misure di accompagnamento per favorire l'integrazione. A livello
nazionale un organo consultivo e propositivo in materia di integrazione scolastica è l’Osservatorio per
l'integrazione delle persone con disabilità. A livello territoriale ci sono altri organismi con il compito di
proporre iniziative per realizzare e migliorare il processo di integrazione:
i GLIP (“Gruppi di Lavoro Interistituzionali Provinciali”, formati da rappresentanti degli Enti Locali, delle
ASL e delle Associazioni dei disabili)
i GLH (“Gruppi di lavoro per l'integrazione degli handicappati”, formati dal dirigente della scuola, dai
docenti interessati, dai genitori e dal personale sanitario). Il compito del GLH è particolarmente
significativo, in quanto ha la finalità di mettere a punto il Piano Educativo Individualizzato, PEI, che
determina il percorso formativo dell’alunno con disabilità e garantisce un intervento adeguato allo
sviluppo delle sue potenzialità.
L'integrazione e la socializzazione vengono garantite nel rispetto delle norme di legge sulla base del Profilo
Dinamico Funzionale (PDF) e dello specifico Progetto Educativo Personalizzato (PEP).
Ogni alunno diversamente abile a livello fisico, psichico o sensoriale iscritto e frequentante viene
accompagnato per tutto il percorso scolastico da utili strumenti operativi individuali.
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Certificazione medico-sanitaria o Diagnosi Clinica
DPR 24-2-1994, art.2
Diagnosi Funzionale definita e redatta dal Collegio Medico - Unità
multidisciplinare ASP ex ASL :Specialista + operatori sociali +
neuropsichiatra infantile
L.104/92 art.12, com.5
DPR 24-2-1994, art.3
Profilo Dinamico Funzionale Gruppo misto GLM ASP + scuola + famiglia
L.104/92 art.12, com.5, 6, 8
D.Lgs.297/94 art.314
DPR 24-2-1994, art.4
Piano Educativo Individualizzato Gruppo misto GLM, ASP + scuola + famiglia
L.104/92 art.12, com.5
art.13, comma 1
DPR 24-2-1994, art.4
Progetto riabilitativo Documentazione aggiuntiva a cura della ASL ex art.26
L.833 / 1978
Progetto di socializzazione Documentazione aggiuntiva a cura della scuola ex DM 141 del
3-6-1999, come mod. dall’art.5, com.2 del DPR 81/09
Scheda di Valutazione personalizzata Compilata dal docente di sostegno
L.148/90 artt.1-3-4-5-6
D.L.vo n. 297, 16 Aprile 1994, art. 318
Legge n.104, art.12, comma 3 e Art. 16, Valutazione del
rendimento e prove d'esame
D.P.R.122/2009, art.9 comma 1
Fascicolo Personale dell’alunno aggiornato e conservato negli Uffici
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VALUTAZIONE
ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
La valutazione degli alunni diversamente abili, nel tempo, ha rappresentato per la scuola uno snodo spesso
difficoltoso, come dimostrano le molte sentenze e le molte norme succedutesi negli anni hanno cercato di
illuminare. Nel sito nel MIUR si può leggere:
“Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche o sensoriali non si procede, di norma, a valutazioni differenziate, mentre, per gli alunni in situazione di handicap psichico, la valutazione, adeguatamente
differenziata, tiene conto degli obiettivi prefissati nel Piano Educativo Individualizzato (PEI). “ Il PEI è lo strumento essenziale per comprendere, introdotto dal comma 5 dell’art.12 della legge quadro
per l’handicap n.104 del 1992. Nel testo del comma viene espressa la necessità che la sua stesura debba
avvenire a seguito di una Diagnosi Funzionale (DF) e di un Profilo Dinamico Funzionale (PDF), che ne sono
parte integrante. Nel DPR 24/2/1994 è chiarito che:
"Il P.E.I. è redatto, ai sensi del comma 5 del predetto art. 12, congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla USL e/o USSL e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola e, ove
presente, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno".
Il PEI è un documento nel quale vengono descritti gli interventi didattico-educativi programmati ai fini della
realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione dell’alunno. In esso sono identificati gli obiettivi di
sviluppo, le risorse umane e materiali di supporto, i tempi e gli strumenti di verifica, le modalità del lavoro.
Si definisce entro ottobre – novembre e si verifica nel corso dell’anno.
Già nelle Indicazioni per il curricolo del 2007, firmate dal ministro Fioroni, si sottolineava che:
“La valutazione precede , accompagna e segue i percorsi curricolari. Assume funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo di miglioramento continuo”.
L’individualizzazione del percorso educativo previsto dal P.E.I. per l’alunno con disabilità può incidere, a
seconda della tipologia di disabilità e della sua gravità, sui metodi di valutazione e sul valore legale del titolo
di studio conseguito, in particolare, al termine del Secondo Ciclo di istruzione.
L’articolo 9 del Regolamento sulla valutazione degli alunni (D.P.R. 122/2009) prevede che, in sede di esame
conclusivo del primo ciclo di istruzione, le prove siano adattate in relazione agli obiettivi del PEI:
Art. 9.
Valutazione degli alunni con disabilità 1. La valutazione degli alunni con disabilità certificata nelle forme e con le modalità previste dalle
disposizioni in vigore è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base del piano educativo individualizzato previsto dall'articolo 314, comma 4, del testo unico di cui al decreto
legislativo n. 297 del 1994, ed e' espressa con voto in decimi secondo le modalità e condizioni indicate nei precedenti articoli.
2. Per l'esame conclusivo del primo ciclo sono predisposte, utilizzando le risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, prove di esame differenziate, comprensive della prova a carattere
nazionale di cui all'articolo 11, comma 4-ter, del decreto legislativo n. 59 del 2004 e successive modificazioni, corrispondenti agli insegnamenti impartiti, idonee a valutare il progresso dell'alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Le prove sono adattate, ove necessario
in relazione al piano educativo individualizzato, a cura dei docenti componenti la commissione. Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell'esame e del
conseguimento del diploma di licenza. 3. Le prove dell'esame conclusivo del primo ciclo sono sostenute anche con l'uso di attrezzature tecniche e
sussidi didattici, nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico loro necessario, previsti dall'articolo 315, comma 1, lettera b), del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994. Sui diplomi di licenza è
85
riportato il voto finale in decimi, senza menzione delle modalità di svolgimento e di differenziazione delle prove.
4. Agli alunni con disabilità che non conseguono la licenza è rilasciato un attestato di credito formativo. Tale attestato è titolo per l'iscrizione e per la frequenza delle classi successive, ai soli fini del riconoscimento
di crediti formativi validi anche per l'accesso ai percorsi integrati di istruzione e formazione. 5. Gli alunni con disabilità sostengono le prove dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo
dell'istruzione secondo le modalità previste dall'articolo 318 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994.
6. All'alunno con disabilità che ha svolto un percorso didattico differenziato e non ha conseguito il diploma attestante il superamento dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo, è rilasciato un
attestato recante gli elementi informativi relativi all'indirizzo e alla durata del corso di studi seguito, alle materie di insegnamento comprese nel piano di studi, con l'indicazione della durata oraria complessiva
destinata a ciascuna, alle competenze, conoscenze e capacità anche professionali, acquisite e dei crediti formativi documentati in sede di esame.
Importante nel Pei è anche l’individuazione di obiettivi minimi che conseguentemente veicolano una
valutazione su quegli stessi obiettivi. Gli obiettivi implicano la necessaria sostituzione dei contenuti di
alcune discipline con altri contenuti di uguale valenza formativa per la predisposizione di prove valutative o
prove di esame equipollenti.
Nel caso in cui gli obiettivi previsti dal PEI non siano assolutamente riconducibili ai programmi ministeriali, il
percorso formativo consente l’acquisizione di un attestato di credito formativo valido anche per l’accesso ai
percorsi integrati di istruzione e formazione.
Per gli esami degli alunni diversamente abili (art. 318 del Testo Unico - d.lvo 297/1994) per il 1° ciclo sono
predisposte delle prove apposite, mentre per il 2° ciclo sono predisposte prove equipollenti e tempi più
lunghi per l'effettuazione delle prove scritte. Le prove equipollenti dovranno accertare conoscenze,
competenze, capacità acquisite dall’alunno.
Nel DPR n. 122 22/06/2009 sono presenti riferimenti:
agli insegnanti di sostegno (comma 5 art. 2 e comma 1 art 4.),
agli alunni con disabilità (art. 9),
agli alunni con difficoltà specifica di apprendimento (art. 10)
agli "alunni che frequentano per periodi temporalmente rilevanti corsi di istruzione funzionanti in ospedali
o in luoghi di cura" (art. 11). "Per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente, è richiesta la
frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale personalizzato" con possibilità di deroghe per situazioni
particolari e documentate (comma 7 art.14).
Le principali norme:
LEGGE 104/92 art.16, commi 1-2-3
DPR 24/2/1994
DECRETO LEGISLATIVO n. 297/94 art.318
O.M. 90/2001 art.11 -13 -15
C.M. 14 MARZO 2008 N. 32
REGOLAMENTO VALUTAZIONE (D.P.R.122/2009)
LINEE GUIDA PER INTEGRAZIONE SCOLASTICA 2009
O.M. SUGLI ESAMI DI STATO
86
DISTURBI SPECIFICI
DELL’APPRENDIMENTO
DSA - L.170/2010
La legge 170/2010 per la prima volta, dopo tantissimi anni di attesa, focalizza l’attenzione sugli gli alunni
con DSA. Essi sono alunni con competenze intellettive nella norma o anche elevate che, per specifici
problemi, possono incontrare delle rilevanti difficoltà in ambito scolastico, con un alto rischio di
dispersione scolastica o di insuccesso scolastico. Anche se la legge parla solo la dislessia, la disgrafia, la
disortografia e la discalculia, si possono includere nei DSA anche altre problematiche che in genere si
presentano in alunni con competenze intellettive nella norma. Tra queste si possono annoverare:
disturbi specifici del linguaggio;
disturbi specifici nelle aree non verbali (coordinazione motoria, disprassia);
disturbo dello spettro autistico lieve.
Per questi alunni la legge prevede che si programmino le opportune metodologie e strategie di intervento,
proprio per garantire l’inclusività.
I DSA nelle Classificazioni Internazionali ICD-10 - sigla F81, 1992 vengono definiti come “disturbi nei quali le
modalità normali di acquisizione delle capacità in questione sono alterate già nelle prime fasi di sviluppo.
Essi non sono semplicemente una conseguenza di una mancanza di opportunità di apprendere e non sono
dovuti a una malattia cerebrale acquisita […] si ritiene che i disturbi derivino da anomalie nell’elaborazione
cognitiva legate in larga misura a qualche tipo di disfunzione biologica…” E’ noto che circa il 2,5 - 3,5% della
popolazione in età evolutiva e per la lingua italiana, soffre di DSA. La Legge 170/10 e Linee Guida del 2011
danno delle brevi ma esaurienti definizioni di ognuno dei quattro disturbi:
L.170/10 Art.1 – L.G.p.1,1 relativamente alla DISLESSIA “Si intende per dislessia un disturbo specifico che si
manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici,
ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura”.
L.170/10 Art.1 – L.G.p.1,2 relativamente alla DISGRAFIA si parla di “un disturbo specifico di scrittura che si
manifesta in difficoltà nella realizzazione”.
L.170/10 Art.1 – L.G.p.1,2 relativamente alla DISORTOGRAFIA si parla di “un disturbo specifico di scrittura
che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica”.
L.170/10 Art.1 – L.G.p.1,3 relativamente alla DISCALCULIA si parla di “disturbo specifico che si manifesta
con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri”.
Altro concetto importante ben evidenziato dalla normativa è quello della comorbilità dei DSA con altre
patologie. Si chiarisce bene quale sia l’organo competente per la diagnosi:il Servizio Sanitario Nazionale,
Specialisti e Strutture accreditate.
La normativa segnala l’esigenza di un Piano didattico Personalizzato (PDP), nel quale sia descritto:
l'uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico
che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una
metodologia e una strategia educativa adeguate;
l’uso di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie
informatiche, o l’uso di misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei
concetti da apprendere;
87
per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di strumenti compensativi che favoriscano la
comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche la
possibilità dell'esonero.
Tali misure devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio per valutarne l'efficacia e il
raggiungimento degli obiettivi. E’ bene ricordare, infatti, che la scuola deve essere sempre in grado di
riconoscere precocemente le difficoltà, al fine di prevenire la comparsa e il consolidamento di strategie o
meccanismi errati e inefficaci, nonché di limitare i danni derivati dalla frustrazione dell’insuccesso, quali il
disadattamento o la perdita di motivazione dell’apprendimento.
A tal proposito, risulterà fondamentale la somministrazione di test di screening sin dai primi anni della Scuola Primaria e, all’occorrenza, attivandosi anche durante l’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia. Lo screening è una procedura che appartiene al campo medico, ma è stato introdotto nel mondo della scuola attraverso progetti, nati con l'obiettivo di identificare precocemente la presenza di alunni della scuola primaria con Disturbo Specifico di Apprendimento (D.S.A).
"Con il termine screening s’intende una metodologia di rilevazione che è in grado di predire un disturbo
sulla base della presenza di un segno critico selezionato in precedenza (test predittivo). Il test predittivo
misura un fattore di rischio per il disturbo ed è basato sull’assunzione che il risultato del test indica una
condizione di rischio che causa una condizione di disturbo. Lo screening non ha le pretese di evidenziare in
modo inequivocabile un disturbo, ma di individuare, con buon livello di attendibilità, i soggetti a rischio di un
determinato disturbo. Non si tratta di effettuare una diagnosi, ma piuttosto di indirizzare ad uno studio
diagnostico una popolazione che presenta alcuni indici caratterizzanti. Per essere efficace un test di
screening deve essere semplice, rapido da somministrare e poco costoso, sia in termini di strumentazione
che di impiego di risorse specialistiche.'" (A.Paoletti, G.Stella, “Indici qualitativi di rischio negli screening sui
disturbi specifici di apprendimento - Dislessia ", vol. 1, Gennaio 2008).
I test di screening sono da considerarsi solo un primo passo verso l'identificazione di eventuali problemi nei
bambini. Infatti, si possono individuare alunni per i quali consigliare un approfondimento, attraverso
procedure diagnostiche specifiche. Questa richiesta può essere fatta esclusivamente dai genitori, che
decidono il percorso da seguire, nel momento in cui ricevono dagli insegnanti l'informazione che il proprio
figlio presenta problemi nell'apprendimento di alcune abilità, legate alla lettura e alla scrittura. I risultati
ottenuti non hanno mai valore di diagnosi, ma solamente di previsione. Il tempestivo riconoscimento di un
disturbo dell’apprendimento permette alla scuola di operare interventi tempestivi, attraverso l’attivazione
di percorsi educativi mirati.
Normativa di riferimento:
Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010
D.M. n.5669 del 12 luglio 2011 “Linee-Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti
con disturbi specifici di apprendimento (Ministero dell’Istruzione)
Protocollo d’intesa Stato-Regioni definizione e certificazione disturbi DSA luglio 2012
88
I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) racchiude in sé una visione olistica della persona
estremamente interessante e fa riferimento al modello di classificazione internazionale di funzionamento,
disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health - ICF) come definito
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002).
La scuola è spesso chiamata a leggere e rispondere in modo adeguato e articolato ad una pluralità di
studenti che manifestano bisogni educativi speciali con difficoltà di apprendimento, di sviluppo di abilità e
competenze nonché con disturbi del comportamento stabili o transitori. Un approccio integrato, scuola -
famiglia - servizi sanitari, consente di assumere un’ottica più ampia nella lettura dei bisogni nella quale i
fattori ambientali assumono una correlazione con lo stato di salute dell’individuo. La disabilità non riguarda
il singolo che ne è colpito, bensì tutta la comunità e le istituzioni.
Il 27 Dicembre 2012 è stata emanata dal MIUR la direttiva “Strumenti d’intervento per gli alunni con bisogni
educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Le precisazioni contenute nella
direttiva derivano dal fatto che la legge 170/2010, “Nuove norme in materia di disturbi specifici di
apprendimento in ambito scolastico”, riconosce come disturbi specifici di apprendimento (DSA) su cui porre
l’attenzione solamente la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia, mentre il panorama dei
disturbi che possono comportare dei notevoli disagi negli alunni è molto più ampio.
I BES possono presentarsi con continuità, oppure per periodi circoscritti della vita dell’alunno, in quanto le
cause che li generano possono anche avere origine fisica, biologica, fisiologica, psicologica o sociale.
La direttiva sottolinea che è necessario elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e
studenti con BES, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), individuale o
anche riferito a tutti i bambini della classe con BES, ma articolato, capace di essere uno strumento di
lavoro in itinere per gli insegnanti ed avere la funzione di documentare alle famiglie le strategie
programmate per gli interventi.
Con gli ultimi interventi ministeriali, la Nota 1551 di settembre 2013 e la Nota 2563 di novembre 2013 si
sottolinea la necessità per le scuole autonome di pensare secondo i canoni della sperimentalità per l’a.s.
2013/14 rispetto alla realtà BES. Di fatto, come afferma la dott.ssa Anna Bravi, ogni scuola dovrebbe
adottare una sua politica dell’inclusione che sia, rispetto alla’offerta formativa, trasversale e centrale al
tempo stesso. Certamente l’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova sta portando avanti una sua riflessione sui
vari documenti riguardanti i BES affinché i docenti abbiano chiaro che il diritto alla personalizzazione e al
successo formativo di tutti gli alunni, non sono nuove argomentazioni ma trovano la loro radice storica
nella L.517 del 1977. La scuola inclusiva è quella in grado di curvare il modo di insegnare e di valutare in
relazione alle diverse situazioni.
Seguendo il prof. Ianes la scuola, seppur messa di fronte ad eventuali certificazioni di alunni con BES, deve
conservare la sua umiltà di fondo poiché non possono essere fatte diagnosi di BES e dunque sta al consiglio
di classe la possibilità di individuare, sulla base di attente considerazioni didattiche e psicopedagogiche, gli
allievi con BES. Dopo averli individuati può avvalersi di opportuni strumenti compensativi e di misure
dispensative già previste dalla legge 170/2010 per alunni DSA. Si potrà a questo punto decidere di costruire
un piano di intervento consistente in una personalizzazione formalizzata appunto in consiglio e che ha
poco o nulla a che vedere con il PDP previsto dalla L.170/10 che è un atto dovuto. In questo momento
storico caratterizzato anche da una buona dose di confusione, sia da parte delle scuole e sia da parte degli
stessi estensori dei documenti ministeriali, va ricordato che il consiglio di classe è l’unico organo che può
89
assumersi la responsabilità di un intervento in cui si gioca quella che è la autonomia pedagogica e didattica
di cui tanto si è parlato dal D.P.R. 275/99 ad oggi.
DOCUMENTO SOGGETTI INTERESSATI
CHI LO REDIGE DATA CONSEGNA
P.A.I.
Piano annuale
Inclusione
Tutti gli alunni con
disabilità e bisogni
educativi speciali
G.L.I. (Gruppo di Lavoro
per l’inclusione,
evoluzione del G.L.H.
d’Istituto)
Termine anno
scolastico
P.D.P.
Piano didattico
personalizzato
Alunni con Disturbi
Specifici
dell’Apprendimento
(con diagnosi da parte
di specialisti) e per
alunni con altri bisogni
educativi speciali
Team docenti o Consiglio
di Classe, in condivisione
con la famiglia ed
eventuali specialisti
Entro due mesi
dall’inizio dell’anno
scolastico
P.E.I.
Piano Educativo
Individualizzato
Alunni con
certificazione, secondo
la L. 104/1992
Team docenti o Consiglio
di Classe, insieme alla
famiglia e agli specialisti
Entro due mesi
dall’inizio dell’anno
scolastico
NORMATIVA di riferimento:
D.M. del 27 dicembre 2012 “ Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e
organizzazione territoriale per l’inclusione”
Nota Miur 65 dell’8 gennaio 2013
C.M. 8 /2013
Nota Miur 1551 del 27 giugno 2013
Nota Miur 2563 del 22 novembre 2013
90
VALUTAZIONE ALUNNI D.S.A. E B.E.S
Come affermavano Ianes e Macchia nel 2008 il Bisogno Educativo Speciale indica di qualsiasi difficoltà
evolutiva, in ambito educativo e/o apprenditivo, che consiste in un funzionamento problematico anche per
il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia, e che necessita
di educazione speciale individualizzata. L’analisi del funzionamento può essere basata sulla classificazione
internazionale ICF e ICF-Children and Youth.
Si riporta uno tavola riassuntiva dei passaggi essenziali per la valutazione degli alunni DSA o BES:
DISABILITA’
CERTIFICATA
DSA CERTIFICATO DISTURBO
DIAGNOSTICATO
DIFFICOLTA’
COMPLESSA E
STABILE
DIFFICOLTA’ LIEVE E
TEMPORANEA
SCUOLA LETTURA DELLE SITUAZIONI E DEI BISOGNI IN TERMINI PEDAGOGICI E DIDATTICI
PEI OBBLIGATORIO PDP OBBLIGATORIO LA SCUOLA DECIDE
SE FARE UN PDP
FORMALE O
INFORMALE
LA SCUOLA DECIDE
SE FARE UN PDP
FORMALE O
INFORMALE
LA SCUOLA DECIDE
SE FARE UN PDP
FORMALE O
INFORMALE
Bisogna mettere gli alunni nella condizione di dimostrare ciò che sanno e sanno fare.
E’ importante che il Consiglio di classe, relativamente ai percorsi personalizzati:
concordi, per le attività che lo studente svolge in modo differenziato rispetto alla classe, le modalità
di raccordo con le discipline in termini di contenuti e competenze;
individui modalità di verifica dei risultati raggiunti che prevedano anche prove assimilabili a quelle
del percorso comune;
stabilisca livelli essenziali di competenza che consentano di valutare la contiguità con il percorso
comune e la possibilità del passaggio alla classe successiva.
Per gli alunni con BES non certificati va ricordato che
nella SCUOLA PRIMARIA I docenti possono non ammettere l'alunno alla classe successiva solo in
casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione, con decisione
assunta all'unanimità
nella SCUOLA SEC. I GRADO Per essere ammessi alla classe successiva e all’esame di Stato conclusivo
del primo ciclo è necessario che il consiglio di classe abbia attribuito un
voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina
nel PRIMO CICLO IN GENERALE
Nel caso in cui l'ammissione alla classe successiva sia comunque
deliberata in presenza di carenze relativamente al raggiungimento degli
obiettivi di apprendimento, la scuola provvede ad inserire una specifica
nota al riguardo nel documento individuale di valutazione e a trasmettere
quest'ultimo alla famiglia dell'alunno
91
Le norme principali:
L.170/2010 (D.S.A.)
LINEE GUIDA luglio 2011
D.M. 27-12-2014 - Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e
organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.
C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 - Indicazioni operative concernenti la direttiva ministeriale 27
dicembre 2012 recante "Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e
organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica”
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ALUNNI STRANIERI
CRITERI PER L’ INSERIMENTO SCOLASTICO DI ALUNNI STRANIERI
L’ Istituto Comprensivo 1 di Giulianova, in ottemperanza della normativa di riferimento sull’oggetto, ha
deciso di adottare, attraverso la stesura di un protocollo specifico, una modalità pianificata nella
definizione di criteri e indicazioni riguardanti le iscrizioni e gli inserimenti a scuola degli alunni stranieri.
Il Protocollo di Accoglienza è un documento, allegato al POF, che viene approvato dal Collegio docenti e
deliberato dal Consiglio di Istituto affinché siano messe in atto le indicazioni dell’art. 45 del DPR 394 del
1999, che garantisce:
“(…) ai minori stranieri presenti sul territorio nazionale (…) il diritto all’istruzione (…)
nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani”.
Il numero degli alunni stranieri che frequentano l’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova è abbastanza stabile
e nel corso dell’anno scolastico registra flessioni in entrata e in uscita. In particolare la presenza di alunni
cinesi segue linee molto variegate.
La presenza di alunni non italiani può rappresentare un valore aggiunto per la scuola, per i docenti e per
tutti gli alunni italiani. Ognuno ha bisogno di confrontarsi con altre culture per scoprirne tutti i lati positivi e
superare gli stereotipi. Il prof. Ezio Sciarra dell’Università di Chieti, alcuni anni or sono, in una delle sue
numerose conferenze affermava che l’interculturalità è un processo e come tale in continuo movimento.
Essa ha attraversato numerose e fisiologiche stagioni che hanno posto i diversi interlocutori in
atteggiamento di progressiva e reciproca comprensione.
La tabella seguente può aiutare a cogliere i momenti salienti del processo di maturazione:
integrazione per assimilazione il ragionamento di fondo era quello riassumibile
nel motto “Entri come sei, esci come noi”;
integrazione laica in questa seconda fase si riconosce la diversità
dell’altro ma la si vive con distacco ovvero “La tua
identità la curi all’esterno della scuola”;
integrazione privilegiata la scuola inizia a programmare attività aggiuntive per
aiutare l’alunno non italiano, che viene ancora vissuto
come parte debole del sistema. Tali attività in questa
fase sono rivolte anche agli alunni italiani favorendo
un apprendimento reciproco;
integrazione universalistica si riconosce la reciproca diversità e si accetta
l’incontro. Ognuno rinuncia, consapevolmente, ad una
sua specificità esplorando la possibilità di incontrarsi
su un terreno di valori universali;
integrazione universalistica contestuale si mantiene la propria identità in un gioco di
reciprocità grazie a valori condivisi che rappresentano
il denominatore comune.
93
Secondo il prof. Sciarra è necessario lavorare a scuola e nella società per conquistare l’integrazione e non
subirla, scoprendo e riscoprendo i valori universali riconoscibili e validi per ognuno.
Parlare di integrazione significa anche riflettere sul suo significato profondo. Il seguente schema si presta ad
una doppia lettura seguendone le frecce. Va precisato che esso è dedicato agli alunni diversamente abili,
ma ciò non toglie a questa specificità di essere portatrice di visioni con orizzonte più ampio..
L’INTEGRAZIONE
L’INTEGRAZIONE non è segregazione non è assimilazione
PER INTEGRARE FATTIVAMENTE con uguaglianza
e non escludere non omologare e non normalizzare
IMPLICA ACCETTAZIONE delle differenze della diversità
E NASCE DAL DIRITTO di essere considerato uguale agli altri di essere diverso insieme agli altri
Rielaborazione dello schema presentato nella tesi di diploma - Sezione scuola primaria - del corso di
Specializzazione di sostegno alle classi in presenza di alunni in situazione di Handicap di L. FELTRIN.
Nell’I.C.1 la presenza di alunni non italiani non rappresenta un’emergenza. Nonostante le
indicazioni della C.M. 110/2007, si è scelto di non avere una commissione apposita per
l’intercultura. Gli alunni non italiani non sono invisibili; il loro inserimento e la loro integrazione
non possono essere compiti “riservati” a pochi docenti.
Tutti i docenti devono e dunque sono compartecipi di ogni sfumatura affinché si possa raggiungere
gli obiettivi che ci si prefissa, ovvero la garanzia di pari opportunità di accesso all’istruzione e al
successo scolastico.
Questo protocollo riassume le azioni che l’istituto mette in campo rispetto all’accoglienza di alunni
non italiani anche per facilitare la condivisione.
Risulta importante anche chiarire l’uso di una certa terminologia:
Minore straniero comunitario = minore proveniente da paesi dell’Unione Europea.
Minore straniero
extracomunitario
= minore proveniente da paesi non facenti parte dell’Unione Europea
.
Minore straniero neo-arrivato = minore proveniente direttamente da un paese straniero.
94
Minore straniero non
accompagnato
= minore non avente cittadinanza italiana o di altri Stati dell’Unione
Europea che, non avendo presentato domanda d’asilo, si trova nel
territorio dello Stato privo di assistenza e rappresentanza da parte dei
genitori o di altri adulti legalmente responsabili in base alle leggi
vigenti nell’ordinamento italiano.
Schema tratto e rielaborato dal testo “ Accogliere gli alunni stranieri” dei Centri territoriali per
l’Intercultura della prov. di Brescia
Accanto alla sopra indicata terminologia spesso, negli ultimi tempi si utilizza il neologismo di
minore non italiano. La ricerca terminologica nasconde la difficoltà che ancora è presente, di una
piena accettazione dell’altro per quello che egli è, qualunque egli sia.
Il 19 febbraio 2014, con Nota n.4233, il ministro Carrozza ha emanato le nuove “Linee Guida” per
l'integrazione degli alunni stranieri. Il documento, pubblicato sul sito del MIUR, rinnovando la precedente
stesura risalente al 2006, C. M. n.24 del 2006 a firma del ministro Moratti. Le linee guida offrono una
rassegna completa di indicazioni e di soluzioni didattiche che fanno tesoro delle buone pratiche messe in
atto in questi anni.
Nell’ottobre 2007 è stato approvato Il documento di indirizzo “La via italiana per la scuola interculturale e
l’integrazione degli alunni stranieri” a firma del ministro Fioroni.
Il protocollo prende in carico le fasi essenziali di lavoro o intervento. Tali fasi sono così riassumibili :
fase amministrativa
fase della comunicazione
fase educativo-didattica
fase sociale.
1) FASE AMMINISTRATIVA
Questa fase rappresenta il primo incontro della famiglia dell’alunno con l’istituzione scolastica.
Per facilitare questo primo impatto l’istituto si sta dotando progressivamente della modulistica bilingue
necessaria, da utilizzare al momento dell’iscrizione degli alunni e per le informazioni essenziali da fornire
o da chiedere alle famiglie.
La fase amministrativa è affidata ad un assistente amministrativo dell’ufficio di segreteria che in generale si
occupa delle iscrizioni secondo quanto definito dalla C.M. 2787 del 20 aprile 2011
L’assistente senza creare i presupposti del caso eccezionale:
consegna i moduli di iscrizione;
acquisisce l’opzione di avvalersi o no dell’insegnamento della religione cattolica;
accerta la presenza dei documenti :
ANAGRAFICI = documento d’identità dell’alunno (passaporto, certificato di nascita, atto di
nazionalità, carta nazionale …);
permesso di soggiorno dell’alunno (a partire dal compimento del quattordicesimo anno d’età
oppure permesso di soggiorno di uno dei genitori nel quale l’alunno sia registrato). Se la
richiesta di tale documento è in corso si accetta la ricevuta rilasciata dalla Prefettura
nell’attesa del documento definitivo.
SANITARI= vaccinazioni obbligatorie in base al DPR 26 gennaio 1999, n.355.
Nel caso ne siano sprovvisti, gli alunni vanno iscritti ugualmente. Sarà il Dirigente scolastico a
rivolgersi alla A.S.L. di competenza entro 5 giorni.
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SCOLASTICI = il titolo o certificato di studio originale o dichiarazione/autocertificazione, dal quale
risultino:
l’esito favorevole della classe frequentata (o dell’esame sostenuto) all’estero,
le materie studiate
le valutazioni riportate.
I titoli presentati devono essere accompagnati dalla traduzione in lingua italiana e da certificato di
conformità rilasciato dall’autorità diplomatica o consolare italiana (la firma del capo d’istituto deve essere
legalizzata dall’autorità diplomatica o consolare italiana) e da dichiarazione, rilasciata dall’autorità
diplomatica o consolare italiana circa il fatto che la scuola frequentata (o presso cui sono stati sostenuti gli
esami) è legalmente riconosciuta e circa l’ordinamento degli studi, il numero complessivo delle classi
frequentate o, nel caso di esami, la classe estera cui questi danno accesso;
informa la famiglia sull’organizzazione generale della scuola, consegnando nei limiti del possibile, la
documentazione bilingue . Prossimamente sarà pronta anche la brochure del Piano dell’offerta
formativa almeno in lingua inglese, tedesca, francese, spagnolo e cinese.
informare i genitori che intercorrerà circa una settimana tra l’atto dell’iscrizione e l’effettivo inizio
della frequenza;
fissare il primo incontro con i potenziali insegnanti di classe/Commissione di accoglienza e
comunicarne ai genitori la data;
richiedere il recapito telefonico della famiglia o di una persona che possa fungere
temporaneamente da tramite.
FASE DELLA COMUNICAZIONE
Questa fase, di solito, prevede l’entrata in scena di una Commissione d’accoglienza.
Nel nostro istituto si è preferito costituire una sorta di commissione diffusa, grazie alla quale tutti docenti
hanno il compito della presa in carico dei nuovi alunni non italiani.
La fase si suddivide in due momenti successivi.
In un primo momento il Dirigente Scolastico e l’assistente amministrativa preposta alle iscrizioni,
intrattengono con i richiedenti l’iscrizione un colloquio-intervista di tipo aperto durante il quale si evita di
rivolgere domande che non rispettino la privacy della famiglia, ponendo invece molta attenzione all’aspetto
relazionale.
Da questo primo contatto si delinea il tipo di classe che il nuovo alunno non italiano potrebbe frequentare.
Il colloquio con la famiglia infatti, rappresenta un momento importante ed utile:
-per conoscere la storia personale ma anche scolastica del bambino,
-per avviare un dialogo e un clima di fiducia e di rispetto tra scuola e famiglia.
-per raccogliere informazioni sulla storia scolastica e personale del bambino
-per raccogliere informazioni sul sistema scolastico del Paese di provenienza;
-per facilitare la conoscenza dell’ambiente scolastico, delle sue risorse e dei servizi di cui è possibile
usufruire come la mensa, il trasporto, il pre/post-scuola…;
-per illustrare, se necessario, la normativa vigente nella scuola italiana;
In un momento successivo, per la scuola primaria, si riunisce il consiglio di interclasse e si valutano le
condizioni più favorevoli per l’ingresso nella classe più idonea.
Per la scuola secondaria va tenuto conto anche della scelta, molto vincolante, relativa alla seconda lingua.
96
DETERMINAZIONE DELLA CLASSE
Per determinare la classe di iscrizione ci si riferisce al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto
1999 n.394, aggiornato al 2004, in materia di immigrazione, secondo cui i minori vengono iscritti alla classe
corrispondente all’età anagrafica.
Si prende in considerazione l’iscrizione a una classe immediatamente precedente o successiva:
nel caso di un diverso ordinamento degli studi del Paese di appartenenza;
a seguito dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione degli alunni.
Il Collegio Docenti ha il compito di individuare, tra gli alunni che si iscrivono per la prima volta nelle scuole
dell’Istituto:
alunni che si trasferiscono da altre scuole italiane, essi vengono iscritti nella classe di riferimento ;
alunni che si iscrivono senza aver frequentato in precedenza una scuola italiana, essi sono sottoposti a
test di ingresso per verificare l’effettivo possesso delle necessarie competenze linguistiche e non.
Vengono poi seguite le indicazioni del D.P.R. n.394/1999.
Il Collegio dei docenti regolamenta, secondo la normativa vigente, la ripartizione degli alunni non italiani,
evitando la costituzione di classi in cui risulti superiore al 30% la presenza di alunni non italiani.
Il Dirigente e i docenti seguono tali regole.
Determinata la classe il nuovo alunno può iniziare la frequenza.
Il colloquio già iniziato dal dirigente scolastico continua con i docenti della classe scelta.
Per la scuola secondaria la classe viene scelta anche tenendo conto delle esigenze espresse dai genitori,
della seconda lingua comunitaria, della numerosità.
In ogni caso i docenti avranno modo di:
- conoscere il bambino o il ragazzo;
-somministrare un test d’ingresso;
- individuare percorsi di facilitazione, come previsto dall’art. 45, comma 4, del D.P.R. 394/99;
-richiedere, eventualmente, un mediatore culturale nel caso di una lingua come quella cinese..
FASE EDUCATIVO-DIDATTICA
Questa fase è immediatamente successiva all’assegnazione dell’alunno non italiano alla classe e in essa ci si
occupa di:
Individuare opportuni percorsi facilitati di inserimento;
individuare percorsi a livello didattico che prevedano: uso di materiali multimediali per contestualizzare
la lezione, uso di testi semplificati per l’italiano ;
suggerirà percorsi di facilitazione relazionale (uso di materiali nelle diverse lingue…).
PERCORSI DIDATTICI INDIVIDUALIZZATI per alunni stranieri non alfabetizzati in italiano L2
Il legislatore ha stabilito che le scuole devono mettere in atto tutti gli interventi per favorire la piena
integrazione degli alunni e il Consiglio di classe o di interclasse definisce, in relazione al livello di
competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento; allo
scopo possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni per facilitare
l'apprendimento della lingua italiana, utilizzando, ove possibile, le risorse professionali della scuola. Il
consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere realizzata altresì mediante
l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti, anche nell'ambito delle attività
aggiuntive di insegnamento per l'arricchimento dell'offerta formativa”
97
In adempimento a quanto sopra indicato, i singoli insegnanti valutano caso per caso, nell’ambito della
propria disciplina, le effettive competenze e necessità degli alunni, individuando i percorsi disciplinari
individualizzati e gli obiettivi minimi da raggiungere.
Le prove di verifica e la successiva valutazione delle competenze dovranno essere calibrate in riferimento a
tali obiettivi, non al livello medio della classe.
Nella valutazione è possibile prendere come riferimento il quadro comune europeo per le lingue” che
considera i seguenti indicatori: ascolto, lettura, interazione orale, produzione orale e produzione scritta (V.
allegato).
I contenuti e gli stili della comunicazione:
- fare riferimenti a oggetti e immagini, usare l’animazione e il linguaggio non verbale per facilitare le
spiegazioni;
- segnalare in maniera chiara e costante le attività, in modo da far identificare chiaramente la routine;
- accettare errori e tentativi, eventualmente riformulando ed espandendo le frasi dell’alunno;
- i temi e gli argomenti della comunicazione devono riguardare il contesto o le situazioni che abbiano
riferimento al concreto.
Infine l’insegnante costruisce o rafforza un clima relazionale accogliente e positivo, favorendo
l’accettazione reciproca e il sentirsi parte di un gruppo aperto a nuove esperienze.
Sul piano degli apprendimenti curricolari, il docente, come previsto dall’art. 45, comma 4, del D.P.R.
394/99, rilevati i bisogni specifici di apprendimento, anche sulla base delle prove effettuate al momento
dell’inserimento, individua, in collaborazione con la Commissione, modalità di semplificazione (obiettivi
uguali, ma semplificati, con ritmi individualizzati) e di facilitazione linguistica, adattando ad essi la verifica e
la valutazione.
Anche i contenuti delle discipline curriculari, se necessario, dovranno essere opportunamente selezionati.
Come organizzare la comunicazione:
- le nuove informazioni devono essere indotte;
- utilizzare le parole del vocabolario di base e di alta frequenza (ogni plesso ne ha uno);
- ridurre l’uso di sinonimi e pronomi;
- semplificare la sintassi usando frasi brevi, con poche coordinate e subordinate, e la struttura SVO
(Soggetto, Predicato, Complemento Oggetto), per quanto possibile.
MATERIALE DIDATTICO
La Scuola Primaria di Fornovo dispone di uno “scaffale interculturale”, a disposizione di tutti i plessi, fornito
di numerosi testi riguardanti la metodologia didattica in senso interculturale e di CD interattivi per
l’arricchimento lessicale e la riflessione linguistica.
Inoltre è stata allestita una seppur minima cineteca interculturale con videocassette, in lingua italiana o con
sottotitoli in italiano, girate in diversi Paesi extracomunitari, che trattano temi legati alla quotidianità: la
scuola, la famiglia, il lavoro…. Ogni plesso di scuola primaria e dell’infanzia è stato inoltre dotato, per le
emergenze, di un dizionario illustrato e di un vocabolario di base e di alta frequenza.
FASE SOCIALE
Per promuovere la piena integrazione dei bambini nel nuovo contesto sociale e per realizzare un progetto
educativo che coniughi pari opportunità e rispetto
delle differenze, la scuola ha bisogno delle risorse che il territorio mette a disposizione e della
collaborazione con i servizi, le associazioni, i luoghi d'aggregazione e, in primo luogo, con le Amministrazioni
locali.
98
Si tratta di costruire una rete d'intervento che rimuova eventuali ostacoli e
favorisca una cultura dell'accoglienza e dello scambio culturale, in un'azione strettamente sinergica.
Da parte sua, la Commissione:
contatta le associazioni di volontariato che operano nel territorio;
stabilisce contatti per favorire lo scambio di conoscenze e per affrontare tematiche concrete;
attiva la collaborazione con le Amministrazioni locali per costruire in sinergia percorsi di formazione e
per proporre servizi ed esperienze comuni.
RISORSE A DISPOSIZIONE
Per facilitare l´inserimento degli alunni stranieri e l´apprendimento della lingua italiana, la scuola può
contare su alcune risorse già esistenti che devono essere attivate in maniera flessibile e produttiva, e su
altre risorse che è possibile ottenere a livello provinciale, regionale e nazionale:
1. attività aggiuntive a carico dell´istituzione;
2. attività realizzate in accordo con associazioni ed enti locali;
3. associazioni culturali;
4. Reti di scuole.
Si propone infatti di:
-definire pratiche condivise all’interno della scuola;
-facilitare l’inserimento a scuola degli alunni stranieri;
-sostenerli nella fase d’adattamento;
-entrare in relazione con la famiglia immigrata;
-favorire un clima d’accoglienza e di attenzione alle relazioni che prevenga e rimuova eventuali ostacoli alla
piena integrazione;
-promuovere la collaborazione tra le scuole e tra scuola e territorio sui temi dell’accoglienza e
dell’educazione interculturale.
Non è prevista una specifica Commissione Accoglienza per alunni non italiani, tutta la situazione è gestita,
unitamente al dirigente scolastico e ad una assistente amministrativa preposta alle iscrizioni, da alcuni
docenti coordinatori di plesso..
L’Istituto si è dotato di un protocollo di accoglienza per la stesura del quale sono state prese in
considerazione le best practices di altri istituti comprensivi regionali e non.
I principali riferimenti normativi per l’inserimento di alunni stranieri sono:
il D.P.R. n° 394 del 31/08/1999;
la Circolare ministeriale n301 del 08/091989;
la Circolare ministeriale n° 24 del 1 Marzo 2006, relativa a ”LINEE GUIDA PER L’’ACCOGLIENZA E
L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI”.
99
VALUTAZIONE ALUNNI STRANIERI
IN FASE DI ALFABETIZZAZIONE
La valutazione è collegata al percorso di apprendimento proposto agli alunni, a seconda della data di
arrivo, delle informazioni raccolte durante la prima accoglienza.
La C.M. 24/2006 recita:“… In questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella
“certificativa” si prendono in considerazione il percorso dell’alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la
motivazione e l’impegno e,soprattutto, le potenzialità di apprendimento dimostrate. In particolare, nel
momento in cui si decide il passaggio o meno da una classe all’altra o da un grado scolastico al
successivo,occorre far riferimento a una pluralità di elementi fra cui non può mancare una previsione di
sviluppo dell’alunno. Emerge chiaramente come nell’attuale contesto normativo vengono rafforzati il ruolo
e la responsabilità delle istituzioni scolastiche autonome e dei docenti nella valutazione degli alunni.”
Nel primo quadrimestre la valutazione, in particolare per gli alunni di recente immigrazione o neo-arrivati,
potrà:
non essere espressa (fase della prima alfabetizzazione);
essere espressa in base al personale percorso di apprendimento;
essere espressa solo in alcune discipline.
Sul documento di valutazione verrà pertanto utilizzata, se necessario, la seguente dicitura: “La valutazione
espressa si riferisce al percorso personale di apprendimento in quanto l’alunno si trova nella fase di
alfabetizzazione in lingua italiana” oppure “ la valutazione non viene espressa in quanto l’alunno si trova
nella prima fase di alfabetizzazione della lingua”.
Nel caso in cui l'alunno abbia una buona conoscenza di una lingua straniera, essa potrà essere utilizzata,
temporaneamente, come lingua veicolare per l'acquisizione dei contenuti e l'esposizione degli stessi.
Nel II quadrimestre la valutazione è comunque formulata perché costituisce la base per il passaggio o meno
alla classe successiva. La valutazione finale non potrà essere semplice media delle misurazioni rilevate, ma
dovrà tenere in considerazione in modo particolare il percorso dell'alunno, la progressione
nell'apprendimento, gli obiettivi possibili, nonché la motivazione, la partecipazione, l'impegno.
100
P.A.I. – PIANO ANNUALE DI INCLUSIONE
In questo anno scolastico entro il 15 del mese di novembre è stato richiesto di inviare il PAI di istituto
all’ufficio preposto presso il MIUR Abruzzo. Il modello è stato fornito dallo stesso ministero.
Il Piano è stato approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data 29-09-2014 ed è stato Deliberato
dal Collegio dei Docenti in data 30-09-2014 e 10-11-2014 .
Del PAI sono qui riportati alcuni stralci:
%
“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra
che prova la stessa sinfonia. E se hanno ereditato soltanto il piccolo triangolo che fa tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il
meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma
conoscerà la stessa musica”. (Pennac, Diario di scuola) La scuola dell’Educazione Inclusiva
“Una scuola che ‘include’ è una scuola che ‘pensa’ e che ‘progetta’ tenendo a mente proprio tutti. Una scuola che non si deve muovere sempre nella condizione di emergenza, in risposta cioè al bisogno di un alunno con delle specificità che si differenziano da quelle della maggioranza degli alunni ‘normali’ della scuola. Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo perché nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto.” P. Sandri, Scuola di qualità e inclusione
L’Istituto Comprensivo Statale 1 di Giulianova prende atto dei bisogni manifestati direttamente e indirettamente da tutti alunni iscritti e in particolare di
quelli che presentano bisogni educativi speciali, per rispondere nel modo più aperto possibile al loro diritto
allo studio e ad una esistenza ricca di stimoli capaci di sviluppare le loro abilità e le loro conoscenze, in vista
del raggiungimento di competenze adeguate al loro bisogno e alle loro capacità.
Il PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITÀ, introdotto dalla Direttiva del MIUR del 27 dicembre 2012 e dalla
C.M. n.8 del 6 marzo 2013, rappresenta una sorta di chiave di accesso per consentire alla scuola la
progettazione della propria offerta formativa secondo una ottica propriamente inclusiva. Essenzialmente il
PAI dovrebbe essere percepito come un elemento di riflessione nel momento in cui si redige il Piano
dell’Offerta Formativa.
Con questo nuovo strumento, che ben si affianca al P.D.P. o Piano Didattico Personalizzato, si attua il
passaggio dalla cosiddetta INTEGRAZIONE dell’alunno diversamente abile, sottolineata dalla L.517 del 1977
e dalla Lq. 104 del 1992 e successive modificazioni, ad una vera INCLUSIONE.
E’ importante anche cogliere la distanza tra ciò che il concetto di integrazione racchiudeva e ciò che quello
di inclusione offre.
Come asserisce R. Focchiatti (ricercatrice ANSAS- Veneto), si passa:
• da una staticità ad un processo;
• da un approccio compensatorio alla considerazione della globalità delle sfere educativa-sociale e
politica;
101
• dal prendersi cura del singolo alunno alla visione di tutti gli alunni nella considerazione delle loro
potenzialità;
• dall’intervento sul soggetto prima e sul contesto dopo all’esatto contrario; dall’incrementare la risposta
specialistica alla trasformazione della stessa in ordinaria.
Chiaramente una didattica inclusiva presuppone un docente inclusivo con un cassetta degli attrezzi molto
ricca, comprensiva delle conoscenze adeguate per poter utilizzare con competenza metodologie come
quella dell’apprendimento cooperativo e del tutoring; capace di adattare gli obiettivi e i materiali, capace di
utilizzare strategie meta cognitive e sottolineare gli aspetti emotivo-motivazionali di ogni situazione e
contesto.
Non ci nascondiamo le evidenti difficoltà di questo cammino.
Come afferma Patrizia Sandri (Scienze dell’Educazione –Università di Bologna) in uno dei suoi lavori:
“Il riconoscersi nella scelta di lavorare per una scuola inclusiva comporta necessariamente un’assunzione di
responsabilità e una intenzionalità pedagogica che si dovrebbero rilevare nella prassi didattica quotidiana.
Non sempre tuttavia a questa affermazione di principio corrispondono comportamenti professionali
coerenti e ancora oggi alcuni docenti possono ritenere che sia troppo impegnativo, se non impossibile,
lavorare per l’integrazione / inclusione degli allievi con difficoltà, garantendo contemporaneamente
un’elevata qualità della scuola.”
Il Piano ragiona in termini di individuazione dei punti di forza e di debolezza delle attività inclusive messe in
atto dalla scuola, in parole povere si attualizza al suo interno un piano di miglioramento secondo i canoni
dettati dalla teoria del PDCA o Ruota di Deming o coinvolgendo sia le forze interne alla scuola che quelle
presenti sul territorio realizzando le giuste sinergie.
L’inclusività riguarda tutti gli alunni in situazione di Bisogni Educativi Speciali (BES):
- alunni con disabilità certificata in base alla Legge 104/1992
- alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento segnalati in base alla Legge 170/2010
- alunni in situazione di svantaggio socio/economico, linguistico, affettivo relazionale / comportamentale e
culturale anche temporaneo, come definiti nella Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 e nella Circolare
Ministeriale n.8 del 06/03/2013.
L’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova, per gli aspetti più specificatamente didattici, propone il ricorso a:
1) individualizzazione (percorsi differenziati per obiettivi comuni);
2) personalizzazione (percorsi e obiettivi differenziati) L.53/2003;
3) strumenti compensativi, L.170/2010 e Linee Guida luglio 2011;
4) misure dispensative, L.170/2010 e Linee Guida luglio 2011;
utilizzati secondo una programmazione personalizzata con riferimento alla normativa nazionale.
Il P.A.I. viene predisposto dal G.L.I., Gruppo di Lavoro per l’Inclusione che opera a livello di Istituzione
Scolastica e comprende al suo interno il vecchio G.L.H.I.; esso viene approvato dal Collegio dei Docenti per
diventare poi parte integrante del P.O.F. Il Piano annuale per l’Inclusività va a costituire uno specifico
capitolo del P.O.F. nel quale vengono individuati a livello quantitativo gli alunni destinatari degli interventi e
in cui si esplicita in modo capillare come la scuola si impegna nell’ottica della personalizzazione
dell’apprendimento e della creazione di una comunità inclusiva.
Il presente Piano costituisce un concreto impegno programmatico per l’inclusione ed uno strumento di
lavoro, pertanto sarà soggetto a modifiche ed integrazione.
102
La normativa di riferimento, secondo una linea diacronica, è rappresentata da:
Legge n. 517 del 4 agosto 1977 - “Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di
riparazione nonché altre norme di modifica dell'ordinamento scolastico”.
Legge n. 104 del 5 febbraio 1992 - “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle
persone handicappate” e successive modificazioni. In essa si presentano diversi documenti molto
importanti nella gestione dell’ alunno diversamente abile quali :
La diagnosi Funzionale (DF);
il Profilo Dinamico Funzionale (PDF);
il Piano Educativo Individualizzato (PEI) che può essere semplificato (che condurrà al rilascio della
qualifica e del diploma) o differenziato (che conduce ad un attestato di credito formativo);
la Relazione Finale.
Il DPR del 24 febbraio 1994, precisa che i documenti sopracitati, redatti in collaborazione con il SSN, e con i
familiari degli alunni, hanno lo scopo di individuare le potenzialità funzionali dell’alunno con disabilità e
sulla base di queste costruire adeguati percorsi di autonomia, di socializzazione e di apprendimento.
Il DPR 275 dell’8 marzo 1999 stabilisce che “nell’esercizio dell’autonomia didattica le istituzioni scolastiche
(...) possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l’altro: l’attivazione di
percorsi didattici individualizzati.”
Legge n. 53 del 28 marzo 2003 - “Definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle
prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale”, parla esplicitamente di personalizzazione
dei piani educativi.
Accordo Stato – Regioni del 2008 all’art.2 descrive finalità e modalità di effettuazione della diagnosi
funzionale, introducendo un’altra novità, l’abolizione del profilo dinamico funzionale ed il suo assorbimento
nella diagnosi funzionale, in quanto la DF viene redatta, per l’individuazione delle professionalità e le
risorse necessarie, anche con la presenza di un esperto in didattica speciale, nominato dall’Ufficio scolastico
provinciale (probabilmente insegnante specializzato) e la famiglia, sulla base dei criteri bio-psico-dinamici di
I.C.F. dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Linee guida per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità del 4 agosto 2009.
Linee guida per l’integrazione degli alunni stranieri, con la C.M. n.4233 del 19 febbraio 2014.
Legge n. 170 del 8 ottobre 2010 - “ Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito
scolastico”. Si introducono i concetti di strumenti compensativi e dispensativi e l’obbligo di redigere il Piano
Didattico Personalizzato (P.D.P.) per gli alunni con diagnosi clinica di disturbo specifico dell’apprendimento
(D.S.A.).
DM. 12 luglio 2011 - “Linee guida sui disturbi specifici di apprendimento (DSA)”.
La Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 - “Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi
speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” (emanata alle scuole con prot. MIUR
103
AOODRLO R.U. 721 del 28 gennaio 2013). Con questo documento viene formulata l’espressione di Bisogni
Educativi Speciali e l’acronimo B.E.S. e si precisa che
“L’area dello svantaggio scolastico
è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe
ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di
ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi
evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua
italiana perché appartenenti a culture diverse”.
Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) si fonda su una visione globale della persona che fa
riferimento al modello della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute
(International Classification of Functioning, disability and health - ICF) come definito dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS, 2002).
La Direttiva precisa che:
“ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per
motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici,sociali, rispetto ai quali è necessario che le
scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”.
La C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 - “Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni
con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative”.
Sia la Direttiva del 12-12-2012 che la cm N.8, stabiliscono che il diritto ad un Piano Didattico Personalizzato
vada esteso a tutti gli alunni con particolari bisogni tali da incidere sul loro rendimento scolastico.
Nota MIUR prot. n. 0001551 del 27 giugno 2013. In essa si chiarisce che
“scopo del Piano annuale per l’Inclusività (P.A.I.) è fornire un elemento di riflessione nella predisposizione
del POF, di cui il P.A.I. è parte integrante. Il P.A.I., infatti, non va inteso come un ulteriore adempimento
burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera
comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei
“risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e
per ciascuno”. Esso è prima di tutto un atto interno della scuola autonoma, finalizzato all’auto-conoscenza e
alla pianificazione, da sviluppare in un processo responsabile e attivo di crescita e partecipazione.”
Allegato alla C.M. 8/2013 CM n. 8 prot. 561 del 6.3.2013 del MIUR: “Indicazioni operative sulla Direttiva
Ministeriale 27 dicembre 2012 – Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e
organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”.
104
CRITERI E MODALITA’ DI VALUTAZIONE
CRITERI DI AMMISSIONE/NON AMMISSIONE ALLA CLASSE SUCCESSIVA
Il Collegio dei docenti definisce modalità e criteri per assicurare omogeneità, equità e trasparenza della
valutazione nel rispetto del principio della libertà d’insegnamento. I seguenti criteri e modalità fanno parte
integrante del Piano dell’Offerta Formativa.
1) Caratteristiche
La valutazione, periodica e finale, degli apprendimenti è effettuata dal Consiglio di Classe
presieduto dal DS o da suo delegato
I docenti di sostegno partecipano alla valutazione di tutti gli alunni
Per la valutazione della religione cattolica resta la valutazione attraverso un giudizio sintetico
formulato dal docente e continuerà ad essere espressa senza attribuzione di voto numerico
La valutazione periodica e annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle
competenze da essi acquisite, nonché la valutazione dell’esame finale del ciclo, sono effettuate
mediante l’attribuzione di voti numerici espressi in decimi
La votazione sul comportamento determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al
successivo anno di corso o all’esame conclusivo del ciclo
Ai fini della validità dell’anno scolastico l’alunno deve aver frequentato le lezioni e le attività
didattiche per almeno i 3/4 dell’orario annuale personalizzato (non deve aver superato i 51 giorni di
assenza)
Ferma restando la frequenza richiesta ai fini della validità dell’anno scolastico e per la valutazione
degli alunni, le motivate deroghe in casi eccezionali sono decise dai consigli di classe, all’unanimità,
a condizione che le assenze complessive non pregiudichino la possibilità di procedere alla
valutazione stessa
Sono ammessi alla classe successiva gli studenti che hanno ottenuto, con decisione assunta a
maggioranza dal consiglio di classe, un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o
gruppo di discipline
Nel caso in cui l’ammissione alla classe successiva sia comunque deliberata in presenza di carenze
relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento, la scuola provvede ad inserire
una specifica nota, al riguardo, nel documento individuale di valutazione e a trasmettere
quest’ultima alla famiglia dell’alunno
Per l’ammissione all’esame conclusivo del I ciclo gli alunni dovranno conseguire la sufficienza in
tutte le materie, compreso il voto nel comportamento. Il CdCl formula un giudizio di idoneità,
espresso in decimi, considerando il percorso scolastico compiuto dall’alunno
L’esito dell’esame conclusivo è espresso con valutazione complessiva in decimi (media dei voti in
decimi ottenuti nel voto di ammissione, nelle prove scritte e nel colloquio orale) e illustrato con una
certificazione dei traguardi di competenza.
Conseguono il diploma gli alunni che ottengono una valutazione non inferiore a sei decimi. In sede
d’esame finale, agli alunni particolarmente meritevoli, che conseguiranno il punteggio di 10 decimi,
potrà essere assegnata la lode, all’unanimità
105
2) Criteri generali
Premesso che si concepisce la non ammissione:
come costruzione delle condizioni per attivare/riattivare un processo positivo, con tempi più lunghi e
più adeguati ai ritmi individuali
come evento condiviso dalle famiglie e accuratamente preparato per l’alunno, anche in riferimento alla
classe di futura accoglienza
quando siano stati adottati, comunque, documentati interventi di recupero e/o sostegno che non si
siano rivelati produttivi
come evento da considerare soprattutto quando il passaggio da segmenti formativi ad altri richieda un
salto cognitivo particolarmente faticoso per la quasi totale mancanza di prerequisiti fondamentali
e premesso che:
la norma sancisce l’ammissione alla classe successiva degli alunni che abbiano conseguito 6
(sei/decimi) in ciascuna disciplina e nel comportamento
le situazioni didatticamente gravi, con conseguente rischio di non ammissione saranno via via segnalate
alle famiglie, su specifica convocazione da parte del Consiglio di Classe e/o nei colloqui con i genitori, e
trascritti su foglio specificamente predisposto
il Collegio dei Docenti ritiene di dover definire condivisi criteri con cui il Consiglio di Classe in presenza di
carenze relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento delibera l’ammissione/non
ammissione degli alunni alla classe successiva
In seguito a ciò:
ciascun docente, per ciascuna disciplina, presenterà l’allievo al Consiglio di Classe con il voto in
decimi derivante dalla verifica oggettiva degli esiti d’apprendimento (4-5-6-7-8-9-10/10)
nel caso in cui abbia rilevato una carenza nella sua disciplina, il docente distinguerà da “carenza
lieve” (voto 5)
“carenza rilevante” (voto 4)
“carenza gravissima”, determinata, sostanzialmente, da mancanza di impegno (voto 3)
3) Modalità particolari di compilazione del documento di valutazione
La compilazione del documento di valutazione è a cura di tutti i docenti del Consiglio di Classe. Il
coordinatore organizza il lavoro, predispone le griglie di valutazione, raccogliendo i voti che i docenti
avranno cura di apporre, per tempo, sulla medesima. Inoltre, firma la scheda di valutazione a nome del
Consiglio di Classe
La “valutazione del comportamento” degli alunni è espressa collegialmente, attraverso voto numerico in decimi, come già descritto dettagliatamente nella tabella posta alla fine del capitolo precedente “Valutazione interna”.
Ciò premesso, nella valutazione, oltre ai criteri sopra espressi, si prendono in considerazione altri aspetti, alla luce dell’intero anno scolastico:
Rispetto delle norme interne come il Patto di corresponsabilità, il Regolamento d'Istituto, delle persone e delle strutture
106
Capacità di autocontrollo sia nella sede scolastica che al di fuori di essa nel caso di attività e interventi educativi quali i viaggi d'istruzione, le visite guidate, la partecipazione ad eventi culturali e sportivi…..
La valutazione delle “conoscenze, abilità, competenze” degli alunni sono espresse da ogni singolo docente
attraverso voto numerico in decimi in riferimento alla tabella “criteri di valutazione degli apprendimenti
disciplinari degli alunni in ambito scolastico”
Per la “nota che accompagna l’ammissione con carenze alla classe successiva,” si allegherà,
all’interno del documento di valutazione, un prestampato opportunamente predisposto, compilato
e sottoscritto dal Consiglio di Classe (come da allegato alla fine del paragrafo) e controfirmato dal
genitore dell’alunno
Parte integrante della valutazione è la “griglia di valutazione quadrimestrale” formata dalla
valutazione in decimi delle discipline e dal giudizio in merito al comportamento
Fac-simile di certificato inerente ammissione con carenze alla classe successiva:
Giulianova ___ / ____ / _____
All’attenzione dei genitori dell’alunno _______________________________ classe _______
Oggetto: Carenze rilevate in ambito didattico-educativo
In seguito a valutazione quadrimestrale, i docenti del Consiglio di Classe della _______ hanno rilevato
carenze lievi/gravi nelle seguenti discipline:
___________________
___________________
___________________
___________________
___________________
Nonostante le carenze rilevate, i docenti considerano positivi l’impegno, la partecipazione e l’attenzione
dimostrati dall’alunno nell’ultimo bimestre e il continuo tentativo di recuperare nelle diverse discipline.
Invitano, però, i genitori a intervenire, sollecitando nel/l proprio/a figlio/a un impegno extrascolastico che
colmi le lacune registrate nel corso dell’anno scolastico.
Per il Consiglio di Classe ___________________________________________
Il genitore ______________________________________________________
107
4) Strumenti e modalità di valutazione
Variano da insegnante a insegnante, anche in funzione del suo stile didattico, delle caratteristiche della
disciplina, della classe, dell’alunno, e di tutte le variabili fatte via via registrare. Si sente, infatti, l’esigenza di
utilizzare strumenti di “misurazione” comuni e condivisi, per dare alla valutazione un carattere il più
oggettivo e scientifico possibili.
Si verificano e si valutano: le conoscenze e le abilità (valutazione degli apprendimenti)
gli obiettivi formativi relativi alle competenze (certificazione delle competenze)
partecipazione e impegno, socialità e collaborazione, applicazione, progresso rispetto alla
situazione di partenza, nell’ambito educativo e didattico (valutazione del comportamento)
Tempi di verifica e valutazione Le prove di verifica sono programmate in itinere, di norma al termine di ciascuna unità di lavoro, in stretta
connessione col percorso svolto. Prevedono una graduazione delle difficoltà proposte, coerenti con gli
obiettivi perseguiti, commisurata ai livelli di difficoltà affrontati.
La valutazione iniziale ha funzione diagnostica e prognostica (i test d’ingresso sono destinati alla verifica e
al possesso dei requisiti, all’inizio dell’attività didattica).
La valutazione in itinere ha funzione regolativa e formativa (le prove formative per unità di
apprendimento, o gruppi di unità di apprendimento, sono prove in cui la funzione di “feedback” prevale su
quella valutativa, pur non escludendola).
La valutazione finale (I e II quadrimestre), ha funzione sommativa (le prove sommative sono articolate in
base ad una ripartizione bimestrale e in funzione dello svolgimento progressivo del curricolo).
Strumenti di verifica e valutazione Le prove di verifica sono impostate in relazione ai prerequisiti richiesti, a ciascun obiettivo di
apprendimento e al relativo percorso della classe. Le principali tipologie dei quesiti sono:
quesiti a risposta chiusa: vero/falso, risposta multipla, a completamento (prove oggettive)
quesiti a risposta aperta: esercizi, questionari, rappresentazioni grafiche (prove soggettive);
temi e problemi (prove soggettive)
prove pratiche (prove soggettive)
Oltre agli strumenti di verifica tradizionali, vengono utilizzate altre forme di valutazione:
osservazioni sistematiche (relative all’individuazione dei bisogni formativi degli alunni)
osservazioni occasionali (riferite a situazioni rilevanti)
raccolte di documenti (fascicolo dell’alunno)
produzione di elaborati (disegni, ricerche, cartelloni, realizzazioni multimediali)
Alle prove di verifica oggettiva (strutturata) verrà attribuito un punteggio che consentirà di distribuire i
risultati secondo una scala di valutazione:
108
Fascia
bassa
Fascia
medio bassa
Fascia
media
Fascia
medio alta
Fascia
alta
Fascia
altissima
4 5 6 7 8 9 10
0% - 39% 40% – 49% 50% – 69% 70% - 79% 80% – 89% 90%
94%
95%
100%
Mancato
raggiungimento
degli obiettivi
Raggiungimento
parziale
degli obiettivi
Raggiungimento
minimo degli
obiettivi
Complessivo
raggiungimento
degli obiettivi
Pieno
raggiungimento
degli obiettivi
Pieno e completo
raggiungimento
degli obiettivi
Comunicazione dei risultati agli alunni Ogni prova viene corretta e riconsegnata agli alunni prima della somministrazione della prova successiva.
Ciascun alunno è informato sul livello raggiunto, i progressi ottenuti o le difficoltà ancora manifestate. È
importante fornire indicazioni su come procedere nel lavoro successivo.
Nella valutazione dei risultati si tiene conto del valore formativo della prova e della necessità di considerare
prioritarie la valorizzazione della persona e l’acquisizione della consapevolezza in merito ai risultati
conseguiti o meno. Va riportato il punteggio percentuale complessivo e, qualora il docente lo ritenga
necessario, la corrispondenza di questo col voto numerico espresso in decimi.
Le prove vengono opportunamente conservate. I risultati delle prove d’ingresso hanno lo scopo di
programmare l’attività didattica e non sono forme di valutazione.
Comunicazione alle famiglie L’Istituzione scolastica garantisce l’informazione alle famiglie, sul processo di apprendimento degli alunni e
sui diversi risultati ottenuti, attraverso tutte le forme possibili:
comunicazioni sul diario;
lettera o convocazione dei genitori per questioni rilevanti inerenti il comportamento, persistenti
carenze nell’impegno, difficoltà specifiche o cali nel rendimento
colloqui periodici e ricevimenti settimanali dei docenti
specifica nota informativa predisposta dall’Istituzione scolastica in caso di assenza dei genitori ai
colloqui periodici ove si ravvisi la necessità di far pervenire, comunque, una comunicazione alla
famiglia
5) Valutazione dell'ambito metacognitivo Per quello che riguarda l’ambito metacognitivo, le osservazioni sistematiche faranno riferimento ai seguenti
indicatori:
partecipazione e impegno (livello di attenzione, grado di pertinenza degli interventi, disponibilità
ad apprendere, grado di concentrazione, grado di coinvolgimento nell’azione formativa, riflessione
personale, capacità di approfondimento e riorganizzazione)
socialità e collaborazione (interazione cognitiva, capacità di socializzare i saperi, livello di
interazione e collaborazione, integrazione delle conoscenze proprie con quelle espresse dai
109
compagni, accoglienza del punto di vista altrui nella realizzazione di compiti comuni, condivisione
degli interessi)
metodo (attenzione alle istruzioni di lavoro e alle dimostrazioni dell’insegnante, capacità di
elaborare le informazioni offerte, organizzazione autonoma del lavoro, capacità di prendere
decisioni, capacità di riconoscere modelli, di richiamare conoscenze e competenze organizzate e
applicarle, capacità di mettere in rilievo somiglianze e differenze tra situazioni note e non note,
consapevolezza riflessiva, rielaborazione, interpretazione e valutazione…)
progresso rispetto alla situazione di partenza nella sfera degli apprendimenti
I giudizi riguardanti ogni singolo indicatore concorreranno, insieme alla condotta dell’alunno,
all’attribuzione del voto di comportamento.
6) Valutazione del comportamento La valutazione del comportamento è espressa in decimi. Una valutazione inferiore al sei determina la non
ammissione alla classe successiva. Gli indicatori per il comportamento sono stati desunti dalle indicazioni
legislative presenti nel DPR n. 249/98, così come modificato con DPR n. 235/2007 e nel D.lgs 59/2004.
Attraverso osservazioni sistematiche periodiche, il Consiglio di Classe decide, collegialmente, il voto di
comportamento come sopra specificato.
7) Percorsi educativi personalizzati Una trattazione a parte merita la valutazione degli alunni in situazione di handicap, dal momento che in
questo caso il Consiglio di classe in sede di scrutinio e in sede di esame è chiamato ad esprimere la propria
valutazione per gli alunni che hanno avuto la necessità di seguire programmazioni ridotte o semplificate
(obiettivi minimi) o differenziate.
La valutazione degli alunni con disabilità riconosciuta viene operata, da parte dei docenti della classe, sulla
base del profilo dinamico funzionale e del Piano educativo individualizzato, al fine di valutarne il processo
formativo in rapporto alle potenzialità e ai livelli di apprendimento e di autonomia iniziali. Essa è riferita alle
discipline e alle attività svolte sulla base di tali documenti.
I docenti nominati per attività di sostegno a favore di alunni diversamente abili fanno parte del Consiglio di
Classe e partecipano a pieno titolo alle operazioni di valutazione e, dunque, a tutte le operazioni connesse
alla predisposizione delle prove, alla loro correzione e alla formulazione del giudizio finale. Dove siano
previste delle forme di programmazione differenziata, per la promozione degli apprendimenti degli allievi
con bisogni educativi speciali sono previste prove differenziate. Possono essere utilizzate le stesse prove
della classe con l’indicazione degli items o delle parti da svolgere. Le prove, comunque, sono strutturate
secondo una gradazione delle difficoltà e dei livelli di competenza. Per gli alunni DSA sono adottati gli
strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. Per gli alunni per i quali è
stato elaborato il PEI, la valutazione è coerente con gli obiettivi in esso indicati.
8) Giudizio finale di licenza di scuola secondaria di primo grado Anche per la valutazione finale d’esame, ogni Consiglio di Classe si atterrà ai medesimi parametri di
valutazione finale. Si ritiene opportuno dare dei riferimenti ben precisi ai diversi Consigli di Casse, per
evitare difformità di giudizio e cercare di rendere il più oggettivo possibile il criterio di valutazione, secondo
la seguente tabella:
110
Parametri dell'esame
Indicatori per la correzione della prova scritta
ITALIANO
- Pertinenza del contenuto
- Correttezza ed organicità
- Chiarezza e proprietà di linguaggio
- Rielaborazione personale
- Originalità di sviluppo
LINGUA STRANIERA
Lettera
- Correttezza formale
- Attinenza alla traccia proposta
- Conoscenza del lessico
- Uso delle strutture
Dialogo
- Comprensione della traccia (individuazione di luogo, argomento,
scopo, relazione tra i parlanti)
- Scelta delle funzioni linguistiche
- Conoscenza del lessico
- Uso delle strutture
Questionario
- Comprensione del testo
- Pertinenza delle risposte
- Apporto personale
- Conoscenza del lessico
- Uso delle strutture
Riassunto
- Comprensione del testo
- Individuazione dei fatti principali
- Capacità di sintesi
- Conoscenza del lessico
- Uso delle strutture
SCIENZE MATEMATICHE
- Padronanza delle tecniche di calcolo
- Conoscenza e applicazione delle formule
- Uso di procedure matematiche corrette
- Capacità di costruzione di grafici
- Presentazione formale dell’elaborato
La prova Invalsi (Italiano e Matematica), come nei precedenti aa.ss., è uniforme per tutte le Scuole Secondarie di primo grado e è somministrata, nello stesso giorno, su tutto il territorio nazionale.
111
Modalità del colloquio Il colloquio d’esame sarà avviato su un’area culturale individuata dagli alunni come la più rispondente a
sollecitare le proprie capacità espositive ed espressive in base ad un reiterato interesse e ad una peculiare
disposizione manifestata nel corso del triennio.
L’alunno articolerà un percorso pluridisciplinare che consenta di attraversare le varie aree culturali, in
modo da evitare che l’esame si risolva in un repertorio di domande e risposte senza il necessario
collegamento, in una sorta di giustapposizione di colloqui distinti. Sarà proprio il modo e la misura in cui gli
alunni sapranno esporre e collegare, a determinare il giudizio sul colloquio stesso. Riguardo agli alunni
appartenenti alla terza fascia, il colloquio inizierà con un tema o argomento proposto dal candidato, per
proseguire su un campo d’indagine espressivo-conoscitivo più aderente alle possibilità cognitive e culturali
dei ragazzi.
Criteri di valutazione per il colloquio:
conoscenza del proprio vissuto
conoscenze, competenze e abilità in rapporto al PEI
conoscenza dei contenuti curricolari
capacità di collegamento dei temi trattati
capacità di rielaborazione e valutazione personale
proprietà e varietà lessicale
utilizzazione di linguaggi specifici
capacità di avvalersi di strumenti interpretativi(cartine, grafici
capacità di intuizione, osservazione, riflessione, analisi e sintesi.
112
VALUTAZIONE INTERNA
NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI (D.M. n.254/2012)
“La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola
quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione
formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo.”
Nel testo delle Indicazioni si afferma anche che nella scuola del primo ciclo i traguardi costituiscono
CRITERI per la VALUTAZIONE delle COMPETENZE ATTESE e della loro scansione temporale. I traguardi sono
PRESCRITTIVI. Spetta alle singole scuole autonome, la libertà e la responsabilità di organizzarsi e di
scegliere l’itinerario più opportuno per consentire agli studenti il migliore conseguimento dei risultati.
Valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli alunni
La valutazione degli studenti è disciplinata dal D.P.R. del 22 giugno 2009, n.122 “Regolamento recante
coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in
materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1° settembre 2008, n.137, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n.169”.
Secondo il Regolamento tre sono le aree oggetto della valutazione:
il processo di apprendimento
il comportamento
il rendimento scolastico complessivo degli alunni.
La valutazione concorre al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo dell’alunno, tutto
ciò in coerenza con l’obiettivo dell’apprendimento permanente espresso nella Strategia di Lisbona adottata
dal Consiglio Europeo con raccomandazione del marzo 2000.
E’ noto che la valutazione comprende diversi passaggi che possono essere riassunti in tre fasi:
Diagnostica: (iniziale) accertamento prerequisiti
Formativa:prove oggettive (in itinere)
Sommativa: nella scheda valutazione (quadrimestrale, annuale).
La valutazione diagnostica aiuta i docenti a comprendere, attraverso i risultati delle cosiddette prove di
ingresso, il livello di partenza degli alunni; ad accertare il possesso da parte degli alunni dei necessari
113
prerequisiti per la progettazione dell’attività didattica e per individuare delle strategie specifiche di
intervento.
La valutazione formativa è finalizzata a cogliere informazioni e indicazioni sul processo di apprendimento,
collegando i risultati, misurati nelle prove e nelle verifiche, alle condizioni di partenza, di impegno e di
possibilità dell’alunno rispetto a contenuti e abilità proposte in un determinato momento della
progettazione disciplinare.
La valutazione sommativa da un lato misura, rispetto ad una determinata unità di apprendimento o
argomento, le conoscenze e le competenze acquisite dall’alunno, attraverso strumenti strutturati di prova;
dall’altro rappresenta la condizione di partenza misurata, nelle valutazioni periodiche e finali agli scrutini,
sulla quale i docenti della classe esprimono la valutazione formativa che è presente nella pagella, mediante
l’attribuzione di voti espressi in cifra nella scala decimale.
Nelle N.I. 2012 è abbastanza evidente l’importanza riservata alla valutazione formativa che deve
promuovere anche una doverosa auto-interrogazione da parte dei docenti. Essi di fronte alla verifica del
mancato successo degli allievi dovrebbero, prima di procedere ad una valutazione sommativa, avviare
l’autovalutazione del proprio repertorio di strategie d’insegnamento e della propria competenza
professionale a leggere il processo di apprendimento dei soggetti in difficoltà.
Contemporaneamente dovrebbero essere in grado di offrire una possibilità immediata di aiuto che
favorisca il superamento in itinere delle difficoltà, modificando o riformulando gli stimoli didattici,
diversificandoli e intervenendo pure nel contesto.
114
VOTO DI COMPORTAMENTO
In questo ultimo documento POF, si vuole dare rilievo alla valutazione del voto di comportamento, nei
confronti del quale l’Istituto, negli ultimi due anni, ha portato avanti una seria riflessione soprattutto a
livello di scuola secondaria di 1° grado. Lavoro non ancora terminato.
Con la L.169/08 di conversione del D.L. 137/08 è stato aggiunto il voto di condotta. Esso “concorre alla
valutazione complessiva dello studente” e “determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al
successivo anno di corso e all’esame conclusivo del ciclo”.
La C.M. 100 del 2008 ha dato alcune delucidazioni su quanto derivato dalla L.169/08, confermando la
bocciatura con il voto 5 e la partecipazione del voto di condotta alla valutazione complessiva aggiungendo
che “la valutazione del comportamento concorre, … alla complessiva valutazione dello studente..”
Il D.M. 5/2009 precisa le finalità del voto di condotta che deve “ accertare i livelli di apprendimento e di
consapevolezza raggiunti, con specifico riferimento alla cultura e ai valori della cittadinanza e della
convivenza civile”. Inoltre si fissa il 6 come livello di sufficienza.
All’art.4 si può leggere: “La valutazione insufficiente del comportamento, soprattutto in sede di scrutinio
finale, deve scaturire da un attento e meditato giudizio del Consiglio di classe, esclusivamente in presenza di
comportamenti di particolare gravità riconducibili alle fattispecie per le quali lo Statuto delle studentesse e
degli studenti – D.P.R. 249/1998, come modificato dal D.P.R. 235/2007 e chiarito dalla nota prot. 3602/PO
del 31 luglio 2008 – nonché i regolamenti d’istituto prevedano l’irrogazione di sanzioni disciplinari che
comportino l’allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica per periodi superiori a
quindici giorni (art. 4, commi 9, 9 bis e 9 ter dello Statuto)...”.
La C.M. 10/2009 porta con sé delle novità perché il voto di condotta ”determina, autonomamente, la non
ammissione … nel caso sia inferiore a sei decimi, indipendentemente dalla votazione conseguita nelle
singole discipline di studio”.
La valutazione del comportamento degli alunni è espressa, collegialmente, dai docenti contitolari della
classe, nel seguente modo:
la scuola primaria adotta un giudizio espresso con le espressioni Non Sufficiente-Sufficiente-Buono-
Distinto-Ottimo
la Scuola Secondaria coglie i vari aspetti del comportamento e sottolinea che esso non va identificato
con la sola condotta.
Nel caso della scuola primaria la valutazione del voto di comportamento è resa più semplice dalla presenza,
nello spazio riservato presente in pagella, di una serie di indicatori estremamente capillari, chiari capaci di
115
permettere l’osservazione di tutte le sfumature del modo di essere e di stare a scuola dell’alunno e della
sua relazione con la realtà scolastica.
Nel caso della Scuola secondaria, tutti i docenti sono concordi nel considerare il voto di comportamento
come la risultante di vari fattori che si possono così riassumere:
PARTECIPAZIONE
Intesa come:
Frequenza
Ritardi e anticipi
giornalieri
IMPEGNO
Inteso come:
Esecuzione
compiti a casa
Regolarità della
presenza alle
verifiche orali e
scritte
SOCIALIZZAZIONE
Intesa come :
Rispetto verso i
compagni e gli
adulti della scuola
Cooperazione
Aiuto ai compagni
più bisognosi
AUTONOMIA
Intesa come:
Metodo di
studio
Gestione dei
propri bisogni
CONDOTTA
Intesa come:
Rispetto delle strutture
scolastiche
Note e ammonizioni
varie
Sospensioni ricevute
Uso improprio del
cellulare
Rispetto delle regole di
convivenza civile
A tal riguardo, nella prospettiva del Piano di Miglioramento, ad iniziare dall’anno scolastico 2015-
2016, i docenti sono impegnati alla costruzione di una prima griglia valutativa.
116
VALUTAZIONE ESTERNA
INVALSI
Con la parola INVALSI si indica l’Istituto nazionale per la valutazione e del sistema educativo di istruzione e
formazione. Tale istituto effettua prove su scala nazionale per verificare le conoscenze e le abilità degli
studenti e ricavarne informazioni sulla qualità del nostro sistema scolastico, che poi mette a disposizione
del pubblico e delle singole scuole allo scopo di favorire un lavoro mirato di miglioramento dell’offerta
formativa.
L’INVALSI è un Ente di Ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico che ha raccolto, in un lungo
e costante processo di trasformazione, l’eredità del Centro Europeo dell’Educazione (CEDE) istituito con
l’arrivo dei Decreti Delegati della Scuola il 31 maggio 1974 ed in particolare il DD n.419 trasformato in
INVaLSI con il D.Lgs.258 del 1999 a norma dell’art.11 della L.59/99.
Nel 2000 con D.P.R. n.313 è stato emanato il Regolamento per l’organizzazione dell’INVALSI.
La sua struttura viene modificata con il D.Lgs. 286/2004 “Istituzione del Servizio nazionale di valutazione del
sistema educativo di istruzione e di formazione, nonché riordino dell'omonimo istituto, a norma degli
articoli 1 e 3 della legge 28 marzo 2003, n. 53”.
La legge n.276 del 2007 introduce le prove Invalsi con la prova di Italiano e di Matematica.
Nel 2009 con D.Lgs.213 si procede con il riordino degli enti di ricerca e con D.P.R. 80/2013 viene emanato il
Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione.
Nel 2011 è stato emanato lo Statuto INVALSI con Decreto n.11, mentre con la direttiva n.88 del 2011
vengono indicati gli Obiettivi delle rilevazioni nazionali.
L’INVALSI, come si può leggere nel sito istituzionale:
“effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità
complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione
professionale, anche nel contesto dell'apprendimento permanente; in particolare gestisce il Sistema
Nazionale di Valutazione (SNV);
studia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale ed alle
tipologie dell'offerta formativa;
effettua le rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole;
predispone annualmente i testi della nuova prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare i livelli
generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti nell’esame di Stato al terzo anno della
scuola secondaria di primo grado;
predispone modelli da mettere a disposizione delle autonomie scolastiche ai fini dell'elaborazione della
terza prova a conclusione dei percorsi dell'istruzione secondaria superiore;
provvede alla valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti a conclusione dei percorsi
dell'istruzione secondaria superiore, utilizzando le prove scritte degli esami di Stato secondo criteri e
modalità coerenti con quelli applicati a livello internazionale per garantirne la comparabilità;
fornisce supporto e assistenza tecnica all'amministrazione scolastica, alle regioni, agli enti territoriali, e
alle singole istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome iniziative di
monitoraggio, valutazione e autovalutazione;
svolge attività di formazione del personale docente e dirigente della scuola, connessa ai processi di
valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche;
117
svolge attività di ricerca, sia su propria iniziativa che su mandato di enti pubblici e privati;
assicura la partecipazione italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in campo valutativo,
rappresentando il Paese negli organismi competenti;
formula proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, definisce le
procedure da seguire per la loro valutazione, formula proposte per la formazione dei componenti del
team di valutazione e realizza il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema di valutazione.
L’INVALSI è soggetto alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione che individua le priorità
strategiche delle quali l'Istituto tiene conto per programmare la propria attività. La valutazione delle priorità
tecnico-scientifiche è riservata all'Istituto.”
La prova INVALSI è una prova standardizzata somministrata agli studenti dei diversi ordini e gradi di scuola.
Gli obiettivi sono relativi alla valutazione degli apprendimenti su scala nazionale in Italiano e Matematica
della prima e quinta classe di scuola primaria; prima e terza di scuola secondaria di 1° grado (4^ prova) e
seconda classe di scuola sec. di 2° grado; per l’ultimo anno di questa scuola bisognerà aspettare il 2015.
Per la classe 3^ della secondaria di primo grado il test corrisponde alla Prova Nazionale nell’ambito
dell’Esame di Stato conclusivo del primo ciclo. Prova obbligatoria che si articola in due prove scritte, una di
matematica e una di italiano, della durata di 75 minuti ciascuna, e di un questionario studente,
somministrati nella stessa mattinata. La sezione di italiano prevede:
-comprensione della lettura (un testo narrativo seguito da 15 quesiti)
-riflessione sulla lingua (10 quesiti su conoscenze grammaticali).
La sezione di matematica prevede:
- 21 tra quesiti a scelta multipla e a risposta aperta (su numeri, geometria, relazioni e funzioni, misure, dati
e previsioni).
Le Direttive ministeriali hanno indirizzato l’azione valutativa
- per rilevare il valore aggiunto prodotto da ogni singola scuola in termini di accrescimento dei livelli di
apprendimento degli alunni,
- con l’intento che i risultati della somministrazione delle prove siano messi a disposizione oltre che
dell’Amministrazione centrale e periferica del Ministero, delle relative istituzioni scolastiche in modo che
queste possano rapportarsi con le altre scuole del territorio,
- per assicurare la partecipazione italiana ai progetti di ricerca internazionali (in particolare, ai
programmi/progetti OCSE-PISA, IEA-TIMSS e IEA-PIRLS) favorendo l’analisi da parte delle stesse scuole sui
punti di forza e di debolezza degli studenti evidenziati dalle suddette indagini,
- per fornire alle istituzioni scolastiche prove di valutazione degli apprendimenti relative a nuove aree
disciplinari con priorità alla lingua inglese e alle scienze, finalizzate a consentire alle scuole di progettare
specifici percorsi di autovalutazione e di miglioramento della didattica e della qualità dell’apprendimento
prove devono accertare il livello degli apprendimenti degli studenti nelle fasce d’età e negli ambiti
disciplinari definiti annualmente.
Oggetto della valutazione di italiano è la competenza di lettura nelle tre dimensioni (pragmatico -testuale,
grammaticale e lessicale); particolare attenzione ai processi quali l’individuazione di informazioni date
esplicitamente nel testo, la comprensione globale di un testo, la formulazione di semplici inferenze,
l’interpretazione integrando informazioni ricavate da vari parti del testo, la valutazione del contenuto
testuale…..
Il tipo di testo previsto per la scuola primaria è:
118
- per la classe seconda, letterario/narrativo (anche con immagini)
- per la classe quinta, letterario/narrativo, non letterario/ espositivo, narrativo, conativo.
Le prove di matematica testano sia il dominio dei contenuti (Numeri, Spazio e Figure, Misure, Dati e
Previsioni) sia quello cognitivo (esecuzione di algoritmi di routine o non, uso di linguaggi specifici, sensibilità
numerica e geometrica). I quesiti sono prefigurati con una formulazione che impieghi molteplici registri:
testi, figure, immagini, tabelle, grafici, contestualizzati, soprattutto per la seconda classe della scuola
primaria, in situazioni concrete, evitando l’uso di espressioni inutilmente complicate (ad esempio l'uso della
doppia negazione), utilizzando, poi, simboli sempre standard….
119
AUTOVALUTAZIONE DI ISTITUTO
In questo capitolo del POF 2015-2016 si vuole riassumere, in un certo senso, il percorso svolto negli anni,
dalla scuola italiana verso la comprensione dell’importanza e necessità dell’autovalutazione di istituto.
Nel corso dello scorso anno scolastico 2014-2015 la scuola italiana è stata chiamata a raggiungere,
all’interno di un cammino comune, l’obiettivo dell’autovalutazione superando, per l’appunto, tutte le
sperimentazioni e tentativi autogestiti negli anni da molte scuole con spirito semi-pioneristico.
Tra gli strumenti normativi che hanno portato al RAV, C.M n.11/2014 e Direttiva N.47/2015, si possono
ricordare:
DPR 297/ 1994, art. 603 - Parametri di valutazione della produttività del sistema scolastico.
In esso si esprime solo una semplice intenzionalità rispetto alla valutazione, ma è molto lontana l’idea di un
Sistema Nazionale di Valutazione. Nell’articolo si fa riferimento al CEDE (da cui si svilupperà l’INVALSI) e
alla BDP ( che diventerà prima ANSAS e poi INDIRE). L’INDIRE e l’INVALSI costituiscono sono gli unici due
elementi che si ritrovano nel Sistema Nazionale di Valutazione delineato nel DPR 80/2013.
C.M. n.403/1997, Servizio Nazionale per la qualità dell'istruzione”.
La circolare trasmette la Direttiva n. 307 del 21 maggio 1997. In questo documento è molto interessante
l’allegato intitolato Documento per l'avvio del servizio nazionale per la qualità dell'educazione. In esso, a
distanza di tre anni dal precedente documento, si comincia a delineare l’idea di un sistema di valutazione.
Il cambiamento di prospettiva va letto all’interno di una cornice che l’anno 1997 costruisce attraverso
l’emanazione della L.59 o Legge Bassanini, che all’art. 21 determina l’autonomia scolastica, annunciando di
fatto anche l’importanza della differenziazione dell’offerta formativa.
Nel 1998 vengono emanate 5 raccomandazioni da parte del Ministero, attraverso il lavoro di un gruppo di
esperti internazionali.
Con il D.Lgs 258/1999 il CEDE viene trasformato in INVALSI, ovvero Istituto nazionale per la valutazione del
sistema dell'istruzione.
Il DPR 275/1999, soprattutto all’art.10, comma 1, conserva tra i suoi articoli tracce delle 5 raccomandazioni
del 1998.
Il Concorsone del 2000 del ministro Berlinguer ha rappresentato un tentativo non riuscito di accertamento
della preparazione didattico-pedagogica dei docenti in servizio da almeno 10 anni, attraverso la soluzione di
quiz.
Il D.Lgs 165/2001 all’art. 25, comma 1, riconosce la dirigenza scolastica per i capi di istituto e parla anche di
valutazione della dirigenza scolastica e ne delinea alcune modalità.
Nella prima decade del nuovo secolo si registrano vari progetti sperimentali dettati dal Ministero
dell’Istruzione. Tra essi:
-nel 2001 è la volta del Progetto Pilota. Il ministro Moratti incarica un gruppo di lavoro di predisporre gli
indirizzi per la valutazione del servizio scolastico. Il gruppo produce il Progetto Pilota che ha avuto 3
edizioni, ma ha coinvolto solo un piccolo campione di scuole per cui i risultati non hanno valore assoluto ma
puramente indicativo.
-nel 2003 è la volta del Progetto SIVADIS riservato alla valutazione dei dirigenti scolastici. Il progetto nasce
in applicazione dell’art. 25, comma1 del D.Lgs 165/2001 e sulla base delle indicazioni contrattuali relative
all’art.20 del CCNL 2002-2005 del personale dell’area V.
La legge 53/2003 o Riforma Moratti, all’art.3 parla di Valutazione degli apprendimenti e della qualità del
sistema educativo di istruzione e di formazione.
120
Il D.Lgs. 286/2004 mette a punto il Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e
di formazione detto in breve INVALSI. Il SNV del 2013 in molte parti richiama il D.Lgs 286/2004.
Nel 2007 legge finanziaria n.296/2006, art.1, comma 613, considerati i punti critici del SIVADIS, affida
all’INVALSI il compito di formulare delle proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione.
Nel 2007 viene pubblicato il Quaderno Bianco sulla Scuola in cui si possono leggere delle proposte per un
sistema nazionale e una cultura della valutazione che spingono verso il SNV.
La legge n.176/2007 "… recante disposizioni urgenti per assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico
2007-2008 …” spinge ad entrare nel merito di una azione organica della valutazione in specie il comma 4,
ter che parla dell’esame di stato e il comma 5 che introduce alla necessità di porre degli obiettivi di
valutazione esterna da parte del Ministero.
Nel 2008 l’INVALSI presenta un nuovo sistema di valutazione dei Dirigenti Scolastici.
Con la direttiva triennale n.74 del 2008 il Miur chiede all’INVALSI di sviluppare le sue attività attraverso
alcune aree di intervento dedicate alla valutazione di sistema, delle scuole, degli apprendimenti, del
personale della scuola.
Il D.Lgs. 150/2009 indica i punti di riferimento generale per la valutazione della dirigenza.
L’art. 9 del DPR 122/2009 “Regolamento sulla valutazione”
La legge 10, del 26 febbraio 2011, traccia le linee per il futuro regolamento sul sistema nazionale di
valutazione. In effetti il Sistema Nazionale nasce e si definisce in relazione alla legge 10/2011 che ne
individua la struttura organizzativa. Il regolamento sul SNV dovrà fare riferimento a tre istituti (Indire,
Invalsi, corpo ispettivo) che si coordinano e si dividono le competenze.
Nel 2011 è la volta della sperimentazione Valorizza, finalizzata a “individuare e premiare in ogn.i scuola gli insegnanti meritevoli di generale e comprovato apprezzamento professionale” (il cosiddetto “metodo reputazionale”). La sperimentazione è stata realizzata in 33 istituti scolastici di Campania, Lombardia e Piemonte, ma non ha avuto seguito. Nel 2011 è la volta della sperimentazione VSQ , Valutazione per lo Sviluppo della Qualità nelle scuole.
Nel 2012 è la volta della sperimentazione VALES, Valutazione e sviluppo della scuola. La sperimentazione dura tre anni e si svolge attraverso 4 fasi: autovalutazione - valutazione esterna - piano di miglioramento - rendicontazione sociale In sostanza la stessa procedura prevista dall’art. 6 del Regolamento sul SNV e dal nuovo corso.
Il 2 settembre 2011 il Decreto Dirigenziale n.11 emana lo statuto dell’INVALSI.
La legge n. 35 del 4 aprile 2012, individua l’Invalsi come punto di riferimento per il coordinamento
funzionale del sistema.
Nel 2012 la Direttiva triennale n. 85 in cui si definiscono le priorità strategiche per l’INVALSI, in particolare
in merito a “autovalutazione e valutazione delle scuole”
Nel 2013 il DPR n.80, Regolamento che istituisce il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) delle scuole
pubbliche. Con questo regolamento l’Italia si è allineata agli altri paesi europei. Esso rappresenta un punto
di arrivo nel panorama scolastico italiano relativo alla necessità di un sistema di valutazione e di
autovalutazione. Da esso hanno preso avvio le misure che caratterizzeranno il prossimo triennio.
Nel 2014 la C.M. n.47 trasmette la Direttiva n.11 del 18 settembre, prevista dall’art.2 del DPR n.80/2013,
nella quale viene presentato il Sistema Nazionale di Valutazione per il triennio 2014-2017. Nella direttiva
vengono definite le priorità della valutazione.
121
CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
La regione Abruzzo in questi anni ha ben usufruito del contributo del dott. Carlo Petracca per tutto quello
che, negli ultimi 10 anni, ha scritto e fatto nel condurre i docenti a chiarire il concetto di competenza e a
lavorare su di esse e con esse. Lo studioso ha più volte illustrato il cammino che ha condotto
all’elaborazione del documento di certificazione delle competenze, diversificato per quanto attiene il primo
ed il secondo ciclo.
Da un punto di vista diacronico, è utile seguire il dettato normativo, come di seguito illustrato:
Legge n.53 del 28 marzo 2003. All’art.3 si può leggere che:
“La valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli studenti del sistema
educativo di istruzione e formazione, e la certificazione delle competenze da essi acquisite sono affidate ai
docenti …” . Con la sottolineatura sulle competenze, poi ripresa nel D. Lgs. n. 59 del 19.02.2004 e nel D.
Lgs. n. 226 del 17.10. 2005, l’oggetto della valutazione si compone di 3 aspetti relativi :
-agli apprendimenti
-alle competenze
-al comportamento.
In questo modo si è determinato il passaggio da una indeterminata e soggettiva valutazione dell’alunno,
alla valutazione più oggettiva delle prestazioni dell’alunno.
Legge N. 169 del 30 ottobre 2008. All’art.3, c. 1 si afferma che:
“Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli
apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite sono effettuati mediante
l'attribuzione di voti espressi in decimi e illustrate con giudizio analitico sul livello globale di maturazione
raggiunto dall'alunno”.
Mentre al comma 2 del medesimo articolo si legge:
“Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola secondaria di primo grado la valutazione periodica ed annuale
degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite nonché la valutazione
dell'esame finale del ciclo sono effettuate mediante l'attribuzione di voti numerici espressi in decimi.”
DPR 22 giugno 2009 n. 122, all’art. 8, rispetto alla Certificazione delle competenze, si afferma che:
“Nel primo ciclo di istruzione, le competenze acquisite dagli alunni sono descritte e certificate al termine
della scuola primaria e, relativamente al termine della scuola secondaria di primo grado, accompagnate
anche da valutazioni in decimi”.
D.M. n. 9, del 27 gennaio 2010. Si adotta un modello di certificazione e si richiede la certificazione delle
competenze al termine dello scrutinio finale per gli studenti che hanno assolto l’obbligo di istruzione. Il
modello deve essere compilato per tutti gli studenti e rilasciato a richiesta degli interessati. La certificazione
è obbligatoria dall’anno scolastico 2010/11.
D.M. 139 del 27 agosto 2007. Per sviluppare le competenze è necessario sapere quali esse siano ed è
necessario sapere come fare. Si può pervenire alla valutazione delle competenze attraverso:
A. COMPITI DI REALTA’;
B. OSSERVAZIONI SISTEMATICHE;
C. AUTOBIOGRAFIE;
Il D.M.139/07 è accompagnato da alcuni allegati tra cui quello relativo a 4 assi culturali:
-asse dei linguaggi;
-asse matematico;
-asse scientifico-tecnologico;
-asse storico-sociale.
122
Per ogni asse vengono indicate le competenze e la loro relativa declinazione. Inoltre, come si dichiara nel
documento tecnico, “Essi costituiscono <il tessuto> per la costruzione di percorsi di apprendimento
orientati all’acquisizione delle competenze chiave che preparino i giovani alla vita adulta e che costituiscano
la base per consolidare e accrescere saperi e competenze in un processo di apprendimento permanente,
anche ai fini della futura vita lavorativa.”
Altro allegato è quello relativo alle: Competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine
dell’istruzione obbligatoria che sono
• Imparare ad imparare;
• Progettare;
• Comunicare o comprendere messaggi o rappresentare ….;
• Collaborare e partecipare;
• Agire in modo autonomo e responsabile;
• Risolvere problemi;
• Individuare collegamenti e relazioni;
• Acquisire ed interpretare l’informazione.
Il modello di certificazione delle competenze è stato presentato come allegato della C.M. del 13 febbraio
2015, intitolato “Adozione sperimentale dei nuovi modelli nazionali delle certificazioni delle
competenze”.
Dalla lettura della circolare si evincono alcuni punti estremamente caratterizzanti della sperimentazione.
Essi sono:
la stretta correlazione dei due modelli di certificazione al profilo delle competenze, come definito nelle Indicazioni Nazionali vigenti (DM n. 254/2012); riferimento esplicito alle competenze chiave individuate dall'Unione Europea nel 2007; presentazione di indicatori di competenza in ottica trasversale e con due livelli di sviluppo (classe quinta
primaria, classe terza secondaria I grado); connessione anche trasversale con tutte le discipline, evidenziando positivamente l'apporto di più
discipline alla costruzione di ogni competenza; definizione di 4 livelli di competenza. Tra essi il livello definito come INIZIALE, è importante per la
valorizzazione di ogni allievo, anche nei suoi progressi iniziali, secondo il principio di individualizzazione; mancanza di un livello negativo che attesta la funzione pro-attiva della certificazione da un ordine
all’altro del primo ciclo; presenza di un 13° spazio per la descrizione di una competenza strettamente personale dell’alunno; sottoscrizione e validazione del documento da parte dei docenti e del dirigente scolastico con
procedimento separato rispetto alla conclusione dell'esame di Stato presenza di un consiglio orientativo con la presenza dei genitori. Nel modello di certificazione creato per la sperimentazione a partire dall’a.s. 2014-2015, sono richiamate
anche le competenze chiave indicate dalla Raccomandazione Europea del 2007. Esse sono:
comunicazione nella madre lingua;
comunicazione nelle lingue straniere;
competenza matematica,
competenze di base in scienza e tecnologia;
competenza digitale;
imparare ad imparare;
competenze sociali e civiche;
spirito di iniziativa e imprenditorialità;
consapevolezza ed espressione culturale.
123
Per l’a.s. 2014-2015 è stata prevista una adozione sperimentale.
Per l’a.s. 2015-2016 è prevista una adozione generalizzata.
Per l’a.s. 2016-2017 è prevista una adozione obbligatoria.
Gli strumenti proposti sono due: uno per la classe quinta della scuola primaria ed uno per la classe terza della scuola secondaria di 1° grado.
Come si può osservare nelle schede di seguito riportate, nella pagina dedicata alla registrazione dei dati, sono presenti 12 indicatori, di cui l’ultimo è stato lasciato vuoto per dare spazio alle caratteristiche più spiccate dell’alunno. Ogni indicatore si compone di 5 parti che sono: la progressione numerica. Il profilo delle competenze. Le competenze chiave europee. Le discipline coinvolte (da riempire). Il livello (scelto tra A-B-C-D).
124
Istituzione scolastica
……………………………………………..……………………………….
SCHEDA DI CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA
Il Dirigente Scolastico
Visti gli atti d’ufficio relativi alle valutazioni espresse dagli insegnanti di classe al termine della quinta classe
della scuola primaria;
tenuto conto del percorso scolastico quinquennale;
CERTIFICA
che l’alunn … ………………………………………………...………………………………….......,
nat … a ………………………………………………….…………….… il………………..………,
ha frequentato nell’anno scolastico ..…. / …. la classe .… sez. …, con orario settimanale di ….. ore;
ha raggiunto i livelli di competenza di seguito illustrati.
Livello
Indicatori esplicativi
A – Avanzato
L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e
delle abilità;propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli.
B – Intermedio L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di
saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite.
C – Base
D – Iniziale
L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità
fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese.
L’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note.
125
Profilo delle competenze Competenze chiave Discipline coinvolte Livello
1 Ha una padronanza della lingua italiana tale da
consentirgli di comprendere enunciati, di raccontare
le proprie esperienze e di adottare un registro
linguistico appropriato alle diverse situazioni.
Comunicazione nella
madrelingua o lingua di
istruzione.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………..
2 È in grado di esprimersi a livello elementare in lingua
inglese e di affrontare una comunicazione essenziale
in semplici situazioni di vita quotidiana.
Comunicazione nelle
lingue straniere.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………..
3 Utilizza le sue conoscenze matematiche e scientifico-
tecnologiche per trovare e giustificare soluzioni a
problemi reali.
Competenza
matematica e
competenze di base in
scienza e tecnologia.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………..
4 Usa le tecnologie in contesti comunicativi concreti
per ricercare dati e informazioni e per interagire con
soggetti diversi.
Competenze digitali. Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………..
5 Si orienta nello spazio e nel tempo; osserva, descrive
e attribuisce significato ad ambienti, fatti, fenomeni e
produzioni artistiche.
Imparare ad imparare.
Consapevolezza ed
espressione culturale.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………...
6 Possiede un patrimonio di conoscenze e nozioni di
base ed è in grado di ricercare ed organizzare nuove
informazioni.
Imparare ad imparare. Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………...
7 Utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere
se stesso e gli altri, per riconoscere le diverse identità,
le tradizioni culturali e religiose, in un’ottica di
dialogo e di rispetto reciproco.
Consapevolezza ed
espressione culturale.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………...
8 In relazione alle proprie potenzialità e al proprio
talento si esprime negli ambiti motori, artistici e
musicali che gli sono congeniali.
Consapevolezza ed
espressione culturale.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………...
9 Dimostra originalità e spirito di iniziativa. È in grado
di realizzare semplici progetti.
Spirito di iniziativa e
imprenditorialità.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………...
10
Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei
propri limiti.
Si impegna per portare a compimento il lavoro
iniziato da solo o insieme ad altri.
Imparare ad imparare.
Competenze sociali e
civiche.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………...
11
Rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per
la costruzione del bene comune.
Si assume le proprie responsabilità, chiede aiuto
quando si trova in difficoltà e sa fornire aiuto a chi lo
chiede.
Competenze sociali e
civiche.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………...
12 Ha cura e rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente
come presupposto di un sano e corretto stile di vita.
Competenze sociali e
civiche.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
…………………………...
13
L’alunno/a ha inoltre mostrato significative competenze nello svolgimento di attività scolastiche e/o extrascolastiche,
relativamente a:
………………………………………………………………………………………………………………………...
……………………………………………………………………………………………………………………………………..
Data …………………….. Il Dirigente Scolastico
……………………………………………
126
Istituzione scolastica
_____________________________________________
SCHEDA PER LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
AL TERMINE DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE
Il Dirigente Scolastico
Visti gli atti d’ufficio relativi alle valutazioni espresse dagli insegnanti e ai giudizi definiti dal
Consiglio di classe in sede di scrutinio finale;
tenuto conto del percorso scolastico ed in riferimento al Profilo dello studente;
CERTIFICA
che l’alunn … ………………………………………………………………………………………...,
nat … a……….…………………………………………………... il ………………………………..,
ha frequentato nell’anno scolastico ..…. / ….. la classe .… sez. …, con orario settimanale di …. ore;
ha raggiunto i livelli di competenza di seguito illustrati.
Livello Indicatori esplicativi
A – Avanzato L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e
delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli.
B – Intermedio L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di saper
utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite.
C – Base L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità
fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese.
D– Iniziale L’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note.
127
Profilo delle competenze Competenze chiave Discipline coinvolte Livello
1
Ha una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di
comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere
le proprie idee, di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni.
Comunicazione nella
madrelingua o lingua
di istruzione.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
2
Nell’incontro con persone di diverse nazionalità è in grado di
esprimersi a livello elementare in lingua inglese e di affrontare una
comunicazione essenziale, in semplici situazioni di vita quotidiana,
in una seconda lingua europea. Utilizza la lingua inglese nell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Comunicazione nelle
lingue straniere.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
3
Le sue conoscenze matematiche e scientifico-tecnologiche gli
consentono di analizzare dati e fatti della realtà e di verificare
l’attendibilità delle analisi quantitative e statistiche proposte da altri.
Il possesso di un pensiero logico-scientifico gli consente di affrontare
problemi e situazioni sulla base di elementi certi e di avere
consapevolezza dei limiti delle affermazioni che riguardano questioni complesse che non si prestano a spiegazioni univoche.
Competenza
matematica e
competenze di base in
scienza e tecnologia.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
4
Usa con consapevolezza le tecnologie della comunicazione per
ricercare e analizzare dati ed informazioni, per distinguere
informazioni attendibili da quelle che necessitano di
approfondimento, di controllo e di verifica e per interagire con soggetti diversi nel mondo.
Competenze digitali. Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
5
Si orienta nello spazio e nel tempo dando espressione a curiosità e
ricerca di senso; osserva ed interpreta ambienti, fatti, fenomeni e produzioni artistiche.
Imparare ad imparare.
Consapevolezza ed
espressione culturale.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
6
Possiede un patrimonio organico di conoscenze e nozioni di base ed
è allo stesso tempo capace di ricercare e di procurarsi velocemente
nuove informazioni ed impegnarsi in nuovi apprendimenti anche in modo autonomo.
Imparare ad imparare. Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
7
Utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere se stesso e gli
altri, per riconoscere ed apprezzare le diverse identità, le tradizioni
culturali e religiose, in un’ottica di dialogo e di rispetto reciproco. Interpreta i sistemi simbolici e culturali della società.
Consapevolezza ed
espressione culturale.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
8 In relazione alle proprie potenzialità e al proprio talento si esprime in
ambiti motori, artistici e musicali che gli sono congeniali.
Consapevolezza ed
espressione culturale.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
9
Dimostra originalità e spirito di iniziativa. Si assume le proprie
responsabilità, chiede aiuto quando si trova in difficoltà e sa fornire
aiuto a chi lo chiede. È disposto ad analizzare se stesso e a misurarsi
con le novità e gli imprevisti.
Spirito di iniziativa e
imprenditorialità.
Competenze sociali e
civiche.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
10
Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti.
Orienta le proprie scelte in modo consapevole. Si impegna per portare a compimento il lavoro iniziato da solo o insieme ad altri.
Imparare ad imparare.
Competenze sociali e
civiche.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
11
Rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione
del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni e sensibilità.
Competenze sociali e
civiche.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
12
Ha cura e rispetto di sé, come presupposto di un sano e corretto stile
di vita. Assimila il senso e la necessità del rispetto della convivenza
civile. Ha attenzione per le funzioni pubbliche alle quali partecipa
nelle diverse forme in cui questo può avvenire: momenti educativi
informali e non formali, esposizione pubblica del proprio lavoro,
occasioni rituali nelle comunità che frequenta, azioni di solidarietà,
manifestazioni sportive non agonistiche, volontariato, ecc.
Competenze sociali e
civiche.
Tutte le discipline, con
particolare riferimento a:
………………………...
13 L’alunno/a ha inoltre mostrato significative competenze nello svolgimento di attività scolastiche e/o extrascolastiche, relativamente a:
……………………………………………………………………………………………………………………………………………….
Sulla base dei livelli raggiunti dall’alunno/a nelle competenze considerate, il Consiglio di Classe propone la prosecuzione degli studi nel/i
seguente/i percorso/i: …………………………………………………………………
Data. ………………. Il Dirigente Scolastico
…………………………………..
128
LA DOCUMENTAZIONE
La documentazione è un po’ la Cenerentola della scuola italiana. Per quanto negli ultimi anni, specie
all’indomani della scoperta contrattuale delle funzioni obiettivo, art. 28 CCNL 1998-2001 e art. 37
Contratto Collettivo Nazionale Integrativo, in area 2: Sostegno al lavoro dei docenti. Profilo dell'area. La
scuola dell'autonomia ... Funzione e): Cura della documentazione educativa e poi nel D.P.R. 275/99, art.6,
comma 1, lettera e) “la documentazione educativa e la sua diffusione all'interno della scuola”; comma 3 ”…
le istituzioni scolastiche sviluppano e potenziano lo scambio di documentazione e di informazioni attivando
collegamenti reciproci..” se ne è sottolineata l’importanza sia educativa che storico-sociale.
Non a caso, nel tempo, è nato anche il percorso Gold.
L’archiviazione della programmazione didattica viene affidata al Centro di Documentazione presso la sede
dell’Istituto, Scuola Primaria “De Amicis”, mentre i materiali prodotti dai bambini, frutto del percorso
formativo, vengono archiviati in raccoglitori individuali e riconsegnanti ai genitori.
La vecchia pagina web (www.primogiulianova.it) della scuola veniva aggiornata sistematicamente e
presentava la documentazione essenziale dell’istituto. Questa pagina è oggi sostituita da una nuova
versione con estensione “.org” che, entrerà a regime nel mese di gennaio 2016.
La documentazione a scuola è molto importante perché essa coniuga in se stessa diversi aspetti o momenti:
il momento della memoria che consente alla scuola di mostrare e lasciare tracce del proprio
patrimonio culturale;
il momento della condivisione che consente di condividere con altri l’esperienza didattica mettendo
in circuito le proprie riflessioni;
iI momento della riflessione permette poi di avere consapevolezza del progetto educativo, di
assumere un atteggiamento di osservazione, di riflettere sul lavoro raccolto.
Documentare a scuola significa costruire le informazioni che permetteranno ad altri di prendere spunti per
nuovi lavori, di ampliare i nostri, di proseguirli, di farli vivere e crescere.
129
DAL P.O.F. AL P.T.O.F.
Il POF di questo anno scolastico segna la fine di un percorso iniziato con l’art.3 del DPR 275 del 1999,
lasciando il posto alla progettazione di un piano triennale dell’offerta formativa.
Infatti, con la legge n.107, del 13 luglio 2015, è in atto la trasformazione della scuola italiana. Si tratta di un
cambiamento epocale e profondo, del quale gli operatori della scuola, presumibilmente, ancora non
posseggono la giusta chiave di lettura.
Ogni elemento, a ben pensarci, potrebbe essere individuato come la nuova bussola del sistema scolastico
italiano.
Uno dei cambiamenti riguarda la compilazione del Piano dell’Offerta Formativa, comunemente detto POF.
L’art.3 del DPR 275 /1999 lo definiva come una sorta di carta di identità della scuola, ma non si soffermava
molto sui suoi contenuti. Negli anni sono state trovate varie soluzioni strategiche e il POF è diventato una
sorta di enciclopedia scolastica. La sua durata era, per lo più, annuale.
Con il comma 14 dell’art.1 della L.107/2015, il POF lascia spazio al Piano Triennale dell’Offerta Formativa,
già ribattezzato PTOF. La nota ministeriale n. 2905, dell’11 dicembre 2015, indica nove ambiti essenziali di
approfondimento senza, peraltro, limitare l’autonomia delle scuole.
1. identità delle Istituzioni Scolastiche autonome
2. coerenza con l’autovalutazione (priorità, traguardi, obiettivi di processo)
3. riferimenti a pareri e proposte degli stakeholders
4. flessibilità didattica e organizzativa
5. centralità dello studente e il curricolo di scuola
6. organico dell’autonomia (posti comuni, sostegno, potenziamento)
7. attrezzature e infrastrutture materiali
8. reti di scuole e collaborazioni esterne
9. piano di formazione del personale
La nota indica anche la possibilità per le scuole di produrre delle scelte diversificate di offerta formativa,
anche tali da superare il curricolo obbligatorio, di prevedere degli insegnamenti o delle aree di carattere
opzionale, di utilizzare forme di flessibilità oraria e di organizzare l’apertura pomeridiana degli edifici.
Tutto questo impiegando le risorse dell’organico dell’autonomia e senza una rigida separazione tra posti
comuni e posti di potenziamento.
Nel complesso, il nuovo documento dovrà possedere il pregio della sinteticità, considerando che esso deve
necessariamente accompagnarsi al Piano di Miglioramento, redatto sulla base dei risultati del Rapporto di
Autovalutazione (RAV per la realizzazione di un progetto di istituto che sia capace di valorizzare il
cosiddetto patrimonio identitario della scuola.
La stesura del nuovo documento è preceduta dalla compilazione, a cura del dirigente scolastico del
cosiddetto Atto di Indirizzo. Nel caso dell’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova, detto atto è stato compilato
ai sensi dell’art.3, comma 4, del DPR 275/99, come modificato dall’art. 1, comma 14, della Legge 107/2015.
Il documento, prot. n.5718/G1 del 3 ottobre 2015,, è stato interamente letto e deliberato nel corso del
Collegio dei Docenti del 5 ottobre 2015. L’atto di indirizzo indica i punti essenziali sui quali poggiare
l’attenzione nella stesura del Piano Triennale dell’Offerta Formativa.