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Piazza della Libertà, 22 – 64021 Giulianova (TE) Cod. fiscale n. 82003420674 – Telefono 0858003428 – Fax 0858001847

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INDICE

P.O.F. 2015/2016: Una bussola che indica la rotta pag. 4

La Scuola Mite pag. 6

Linee guida del P.O.F. dichiarazione d’intenti pag. 8

Dieci punti di riflessione pag. 9

Le 8 competenze chiave europee pag.11

Analisi dei bisogni pag.12

Il territorio di Giulianova pag.13

Normativa Scolastica pag.15

La Buona Scuola pag.17

R.A.V. Rapporto di autovalutazione pag.20

P.d.M. Piano di Miglioramento pag.23

Legge n. 107 del 13-07-2015 pag.26

Bilancio Sociale pag.28

Calendario Scolastico – Regione Abruzzo 2015/16 pag.29

Calendario attività funzionali all’insegnamento – Scuola dell’Infanzia pag.30

Calendario attività funzionali all’insegnamento – Scuola primaria pag.32

Calendario attività funzionali all’insegnamento – Scuola Sec. 1° grado pag.33

Organigramma pag.35

Docenti di sostegno dei tre ordini di scuola pag.36

Assegnazione docenti scuola dell’infanzia pag.37

Assegnazione docenti scuola primaria “De Amicis” pag.38

Assegnazione docenti scuola primaria di Colleranesco pag.39

Assegnazione docenti scuola secondaria pag.40

Organico Potenziato pag.42

Flessibilità organizzativa: scuola primaria e secondaria pag.44

Organizzazione dei tempi e degli spazi: scuola dell’infanzia pag.45

Servizi Generali ed Amministrativi pag.46

Collaboratori Scolastici pag.47

Servizi aggiuntivi pag.48

Incarichi docenti pag.49

Commissioni pag.50

Funzioni Strumentali pag.51

Dipartimenti del Collegio pag.54

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Rapporti scuola-famiglia pag.55

Patto Educativo di corresponsabilità pag.56

Carta d’identità delle scuole pag.59

Caratteristiche strutturali degli edifici pag.62

La sicurezza a scuola pag.63

Il curricolo pag.64

Offerta formativa pag.66

Arricchimento dell’offerta formativa pag.67

Indirizzo musicale pag.72

Visite guidate e viaggi di istruzione pag.74

Formazione pag.78

Inclusione pag.80

Alunni diversamente abili pag.82

Valutazione degli alunni diversamente abili pag.84

Disturbi specifici dell’apprendimento pag.86

I bisogni educativi speciali pag.88

Valutazione degli alunni D.S.A.-B.E.S. pag.90

Alunni stranieri pag.92

Valutazione alunni stranieri in fase di alfabetizzazione pag.99

Piano annuale di inclusione pag.100

Criteri e modalità di valutazione pag.104

Valutazione interna pag.112

Voto di comportamento pag.114

Valutazione esterna – Invalsi pag.116

Autovalutazione d’istituto pag.119

Certificazione delle competenze pag.121

Documentazione pag.128

Dal POF al PTOF pag.129

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P.O.F

UNA BUSSOLA CHE INDICA LA ROTTA

Il presente POF rappresenta la conclusione di una avventura iniziata con l’avvento del l’autonomia a partire

dall’a.s. 2000-2001. Dal prossimo anno scolastico esso sarà sostituito dal Piano triennale dell’offerta

formativa, detto anche PTOF e che avrà delle caratteristiche molto diverse, tra cui la durata triennale e la

capacità previsionale rispetto alle necessità di organico. Soprattutto, per quest’ultimo aspetto esso sarà

inviato all’USR regionale per il completamento delle operazioni necessarie.

Il POF 2015-16, come già quello dello scorso anno, si pone in linea di continuazione con il lavoro svolto

nell’a.s.2013-2014 e rispetto al quale contiene solo brevi e semplice modifiche relative ad aspetti che,

oggettivamente, ogni anno mutano, come il calendario scolastico, i docenti in organico, le classi, gli

impegni, le attività progettuali. Lo scorso anno sono stati aggiunti dei capitoli, come anche in questo anno

scolastico, per ospitare le novità introdotte dal governo Renzi e dal ministro dell’istruzione, dott.ssa

Giannini. I tre POF ben rappresentano l’identità di una scuola che si avvia ad un nuovo modo di essere della

scuola italiana e costituiscono, seppure non in modo intenzionale, un momento di vero passaggio. Si

ricorda, infatti, che nell’elaborazione del P.O.F. è sempre stato prioritario riflettere sui processi di

trasformazione del nostro tempo e sul rapporto tra questi e il ruolo della Scuola, nella piena convinzione

che essa debba saper trovare risposte adeguate ad una società in crescente e continua trasformazione.

La globalizzazione ha modificato in profondità i tempi e i modi della comunicazione, dilatando certamente

gli orizzonti della conoscenza e la scuola non può non farsene carico.

Emerge con forza il bisogno di decifrare e interpretare i segni della complessità, per progettare percorsi in

cui provare a ricostruire una prospettiva carica di senso, di valori civili di riferimento, come quelli di

democrazia, uguaglianza, giustizia e libertà, sanciti nella nostra Costituzione.

La Scuola, dunque, è sollecitata a ripensare il proprio modello pedagogico ed organizzativo, riscrivendo le

regole del sistema; a superare il primato delle procedure per affermare quello dei risultati; a definire vincoli

espliciti in termini di obiettivi cui responsabilmente attenersi attraverso percorsi autonomi di ricerca e di

realizzazione.

Sono questi i punti forti dell’autonomia scolastica, D.P.R.275/99, entrata a regime il 1° Settembre 2000 che

deve essere vista non come semplice dislocamento dei poteri ma come crescita di responsabilità nella

Scuola, nella comunità, nelle istituzioni.

In questo contesto, il P.O.F. dell’Istituto Comprensivo n.1 di Giulianova definisce e impegna non solo le

azioni della Scuola ma l’intero processo didattico, organizzativo e gestionale necessario per realizzare il

successo formativo di ogni alunno/studente.

Esso, per raggiungere i risultati in maniera consapevole e sistematica, chiama in causa unità di intenti,

interdipendenza, corresponsabilità nei tre ordini di Scuola, che all’uopo, diventano un corpo unico; un

unico cuore pulsante che anela ad una cultura della complessità.

L’attenzione alla cultura della complessità ha tra i suoi obiettivi:

LA CENTRALITÀ DELL’ALUNNO E IL SUO ITINERARIO DI FORMAZIONE PERSONALE E DI APPRENDIMENTO

L'ATTENZIONE ALL’INCLUSIONE

LA FORMAZIONE DEI CITTADINI DI OGGI E DI DOMANI

L’ARMONIZZAZIONE DEL CURRICOLO

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LA VALUTAZIONE DEI RISULTATI, DEL COMPORTAMENTO E DEL PROCESSO FORMATIVO COME STRUMENTI

PEDAGOGICO-DIDATTICI

IL CONSOLIDAMENTO DEI RACCORDI SCUOLA-TERRITORIO, AL FINE DI REALIZZARE UNA INTEGRAZIONE FRA LE

DIVERSE ISTITUZIONI

Dall’art.3 del Regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, D.P.R. 275/99: “Il Piano dell’Offerta Formativa è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia”.

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LA SCUOLA MITE

Si è voluto attivare per l’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova un percorso di continuità ma nuovo rispetto

alle scelte degli anni scorsi. Si intende lavorare tenendo presenti i principi della scuola mite.

Una scuola aperta all’incontro e alla valorizzazione dell’altro.

Una scuola non buonista, ma capace di porsi di fronte all’altro con forza.

L’idea di scuola mite nasce intorno alla prima metà degli anni ’90, periodo nel quale sono state pubblicate

opere come L’elogio della mitezza di Norberto Bobbio, Democrazia mite di Zagrebelsky e altri testi di Laura

Balbo sul tempo della cura. La scuola ha raccolto queste riflessioni sulla mitezza grazie al dirigente tecnico

Raffaele Iosa che, nel libro La scuola mite del 1995, illustra ampiamente qual è il volto di una scuola che,

come lui asserisce, si fa neo-piazza cioè luogo dell’incontro, anche secondo il dettato deweyano.

Una scuola, questa, dove i tempi di ogni bambino non sono un optional ma punti fermi. Ascolto, tolleranza

e spirito critico sono i tratti con cui, efficacemente, Norberto Bobbio ha dipinto l'uomo mite. Il concetto di

mitezza in generale è poi diventato, per la lingua italiana degli anni ‘90, un nuovo must nell’accezione

anglosassone di Friendly.

Il principio-guida di una scuola mite è rappresentato dalla volontà di riuscire a costruire un’istituzione

capace di essere realmente al servizio del cittadino, di accogliere, di ascoltare, di rispondere e di non essere

asservita alle richieste del “cliente”. Tale istituzione dovrà essere attenta alle necessità, ai bisogni, ai

mutamenti socio-culturali e dovrà elaborare una risposta e una proposta educativa adeguate, in grado di

favorire la costruzione dei saperi e la crescita armonica della persona all’interno del gruppo, della comunità

scolastica, della più ampia comunità in cui il bambino/ragazzo vive. Obiettivo di un siffatto percorso è

educare il bambino prima e il ragazzo dopo ad una cittadinanza attiva, affinché possano essere protagonisti

consapevoli delle conseguenze dell’agire individuale e collettivo su se stessi, sulla comunità più vicina, sul

mondo.

R. Iosa, nelle primissime pagine del testo La scuola mite descrive, con parole chiare, la sua concezione di

“mite”:

“Per mite intendo un essere umano, un’organizzazione, una società strutturata

con una relazione verso l’altro centrata sull’ascolto e la reciprocità.

Mite è un punto di vista ad alta valenza politica, culturale e sociale.

Risponde criticamente e oppositivamente al termine superbia,

al paternalismo, all’autoritarismo, al darwinismo

Mite è per sua essenza una parola precaria, che fa del possibile e del probabile –

l’incontro con l’altro e l’individuazione delle strade comuni –

il terreno positivo di un’idea civica e aperta di società. (…)

Nelle istituzioni pubbliche mite è quell’organizzazione

pensata “al servizio della persona”, che agisce per progetti credibili,

che non è fredda, che è amichevole, che crede nell’altro e

lavora in un contesto positivo e creativo.(..)

La parola mite riporta alle parole cittadinanza, diversità, reciprocità, efficacia.”

(da pag.7 del testo)

Questi principi possono ben guidare l’operato di ogni portatore d’interessi nei confronti della scuola,

possono ispirare l’elaborazione del P.O.F.

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L’agire di ognuno non diventa mai isolato ma strettamente collegato alla comunità locale, con una cura

specifica alle esigenze del territorio e la stretta collaborazione con tutte le istituzioni in esso presenti.

La scuola deve diventare per la famiglia un reale punto di riferimento con il quale condividere il progetto di

crescita dei propri figli, lavorando insieme per la promozione della personalità di ogni alunno nessuno

escluso. Il proposito di una scuola mite è quello di formare delle persone il cui agire sia improntato alla

tolleranza e alla solidarietà, sorrette da una crescente autonomia di pensiero.

Le attività e i principi del piano dell’offerta formativa, avendo come filo conduttore la scuola mite,

contribuiranno a scrivere un nuovo capitolo della storia dell’Istituto Comprensivo 1, affinché si possa

continuare a tessere la tela identitaria di comunità educativa attraverso la continua interazione con la

comunità sociale e civile.

Nella continua interrelazione della scuola con il territorio e le sue problematiche, una scuola mite pur non

rinunciando a punire i comportamenti scorretti, si caratterizza come scuola amichevole e dialogante e

come scuola che include.

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LINEE GUIDA DEL P.O.F.

DICHIARAZIONE DI INTENTI

Il nostro P.O.F., improntato ai principi della Scuola Mite, definisce le linee portanti che contraddistinguono

le scelte educative, didattiche, curricolari e finanziarie, socializzate e condivise con massima trasparenza,

alla luce delle nuove Indicazioni Nazionali, D.M.254/12, e della nuova identità della nostra Scuola diventata,

lo scorso anno, un Istituto Comprensivo.

E’ stato pensato non come un documento intoccabile ma come un diario di bordo che registra i tentativi di

una Istituzione Scolastica di leggere ed interpretare i vari segnali e le domande che la società esprime e le

risposte che la Scuola stessa tenta di dare.

Il POF è un documento che esplicita le basi e gli indirizzi progettuali ed organizzativi delle attività dei

docenti e delle classi, definendo le linee guida e le pratiche educative e didattiche condivise.

Esso risponde alle esigenze del territorio in cui sono ubicate le scuole dell’Istituto ed alle aspettative delle

famiglie. Ciò è ancor più possibile in quanto rispettoso e accogliente nei confronti delle tematiche

ambientali, sociali e civili che sono alla base della costruzione della identità culturale e della cittadinanza

attiva.

Il POF valorizza la professionalità docente e la sua elaborazione si fonda sull’autonomia culturale e

professionale degli insegnanti. Essi formulano i vari percorsi formativi adattando le sue linee guida alle

esigenze degli alunni, tenendo conto del contesto di riferimento.

Promuove il successo formativo di tutti gli alunni.

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OTTO PUNTI DI RIFLESSIONE

1. SICUREZZA NELLE SCUOLE

Garantire la sicurezza nelle scuole, mediante: formazione continua del personale formazione continua degli alunni alle procedure di evacuazione e al rispetto

delle regole di prevenzione-infortuni attenzione alle segnalazioni di eventuali situazioni di pericolo verifica periodica del DVR

2.INTEGRAZIONE E DISAGIO

Migliorare l’offerta formativa mediante: interventi per l’integrazione degli alunni diversamente abili interventi per l’integrazione degli alunni stranieri interventi per prevenire il disagio progetti di miglioramento, centrati su: recupero / potenziamento,

accoglienza, continuità tra i vari ordini di scuola, laboratori

3.RICERCA E SPERIMENTAZIONE

Promuovere attività di ricerca e sperimentazione didattica al fine di: individuare percorsi innovativi per la didattica delle discipline utilizzare le ICT nella didattica rendere sempre più vari e stimolanti i progetti di Istituto valorizzare le eccellenze con offerte diversificate

4.SUPPORTO DEGLI ESPERTI

Promuovere e/o potenziare interventi per favorire lo “star bene a scuola” e l’accettazione delle regole per una civile convivenza in ambito scolastico, organizzando: uno sportello psicologico per consulenze riservate ai genitori forme di consulenza ai docenti per la gestione della classe offerta di indicazioni operative per superare i conflitti attività di mediazione didattica nelle classi difficili

5.DIRITTO ALLO STUDIO

Garantire il diritto/dovere all’istruzione: istruzione domiciliare e programmazione individualizzata rapporto con le famiglie coordinamento delle attività educative e didattiche cura della documentazione del percorso educativo

6. SCUOLA E TERRITORIO

Favorire l’arricchimento dell’OFFERTA FORMATIVA attraverso accordi e convenzioni con Enti ed Associazioni, sportive e culturali del territorio.

7.VALORIZZAZIONE DELLE DIVERSE FIGURE PROFESSIONALI

Valorizzare le diverse figure professionali nei vari ordini di Scuola per un curricolo verticale efficace e una progettualità per quanto possibile trasversale

8. PRIVACY

Rispettare il codice della privacy (D.lgs.196/03) in materia di protezione dei dati personali attraverso:

relazione del Documento programmatico della Sicurezza

nomina degli incaricati e del responsabile al trattamento dati.

Accanto a quanto sopra delineato, non saranno dimenticate le competenze chiave che da anni l’Europa ha

indicato come punti di riferimento dell’azione educativo-didattica e non solo.

Nella Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio d’Europa del 18 dicembre 2006 e nelle Indicazioni

Nazionali del 4 settembre 2012, le competenze chiave per l’apprendimento permanente sono definite

come:

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una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto. Le competenze chiave sono

quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva,

l’inclusione sociale e l’occupazione.

La Raccomandazione Europea si inquadra nel processo, iniziato a seguito del Consiglio europeo di Lisbona

del 2000 e conosciuto come Strategia di Lisbona, che aveva come obiettivo finale quello di fare dell’Europa

‘l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo (...)’ , entro il 2010.

Lo sviluppo di competenze chiave, oggetto della Raccomandazione, è uno dei 5 obiettivi che sono stati

individuati per ‘rafforzare l’efficacia e la qualità dei sistemi’.

Anche l’indagine internazionale PISA 2003 aveva messo in evidenza l’importanza dell’acquisizione di

competenze più ampie per la riuscita nell’apprendimento. Oltre alle competenze nella lettura, nella

matematica e nelle scienze, questa indagine ha il pregio di aver valutato anche competenze trasversali

come la motivazione all’apprendimento, i comportamenti e la capacità di ogni studente di individualizzare il

proprio percorso formativo.

Tenendo conto anche di questi sviluppi internazionali, il gruppo di lavoro della commissione europea nel 2006 ha definito otto ambiti di competenze chiave, ben individuati nella Raccomandazione sopra citata:

1. Comunicazione nella madrelingua; 2. Comunicazione nelle lingue straniere; 3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4. Competenza digitale; 5. Imparare ad imparare; 6. Competenze sociali e civiche; 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8. Consapevolezza ed espressione culturale.

Ancora nel documento “Le Conclusioni del Consiglio sulla Creatività e l’Innovazione nel sistema di formazione e

d’istruzione” del 22 maggio 2008, nel punto 3 c’è il riferimento al cosiddetto TRIANGOLO DEI SAPERI, altrimenti

definito come interazione tra ricerca-educazione e innovazione, chiave di apertura per una società realmente basata

sulla conoscenza.

Alla luce di tutte le stimolazioni che provengono da documenti sia nazionali che europei, la scuola ha il dovere di

ripensare le finalità sociali e culturali della scuola per creare il giusto cittadino della società della conoscenza. La Scuola

deve assicurare a tutti il miglior successo possibile tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni e delle sensibilità di

ognuno.

Vanno ripensate le finalità sociali e culturali della Scuola per creare il giusto cittadino nella società della conoscenza, è

necessaria una scuola dell’inclusione sociale che sia capace di promuovere il successo formativo di tutti e di ciascuno,

valorizzando le specificità e le vocazioni di ogni singolo.

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LE OTTO COMPETENZE CHIAVE EUROPEE

1. Comunicazione nella madrelingua

Utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici. Redigere relazioni tecniche e documentare le attività individuali e di gruppo relative a situazioni professionali.

2. Comunicazione nelle lingue straniere

Padroneggiare la lingua inglese e un’altra lingua comunitaria per scopi comunicativi, utilizzando anche i linguaggi settoriali previsti dai percorsi di studio, per interagire in diversi ambiti e contesti di studio e di lavoro, al livello B2 di padronanza del quadro europeo di riferimento per le lingue (QCER).

3. Competenze matematiche Utilizzare il linguaggio e i metodi propri della matematica per organizzare e valutare adeguatamente informazioni qualitative e quantitative. Utilizzare le strategie del pensiero razionale negli aspetti dialettici e algoritmici per affrontare situazioni problematiche, elaborando opportune soluzioni.

4. Competenza digitale Utilizzare e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale, anche con riferimento alle strategie espressive e agli strumenti tecnici della comunicazione in rete. Utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di studio, ricerca e approfondimento disciplinare.

5. Imparare a imparare Partecipare attivamente alle attività portando il proprio contributo personale. Reperire, organizzare, utilizzare informazioni da fonti diverse per assolvere un determinato compito; organizzare il proprio apprendimento; acquisire abilità di studio.

6. Competenze sociali e civiche

Agire in modo autonomo e responsabile, conoscendo e osservando regole e norme, con particolare riferimento alla Costituzione. Collaborare e partecipare comprendendo i diversi punti di vista delle persone.

7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità

Risolvere i problemi che si incontrano nella vita e nel lavoro e proporre soluzioni; valutare rischi e opportunità; scegliere tra opzioni diverse; prendere decisioni; agire con flessibilità; progettare e pianificare; conoscere l’ambiente in cui si opera anche in relazione alle proprie risorse

8. Consapevolezza ed espressione culturale

Riconoscere il valore e le potenzialità dei beni artistici e ambientali, per una loro corretta fruizione e valorizzazione. Stabilire collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali, sia in una prospettiva interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro. Riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni con le strutture demografiche, economiche, sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo. Comprendere gli aspetti comunicativi, culturali e relazionali dell’espressività corporea e l’importanza che riveste la pratica dell’attività motorio-sportiva per il benessere individuale e collettivo.

Adattamento da: “Linea guida per la pratica didattica - Regione Veneto”

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ANALISI DEI BISOGNI

L’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova da diversi anni cerca di individuare le esigenze e le necessità

formative, didattiche e organizzative della popolazione scolastica del territorio di Giulianova capoluogo.

In questo anno scolastico saranno predisposte delle attività riguardanti sia la didattica e sia gli aspetti

generali dell’organizzazione scolastica. Esse saranno vissute nel rispetto

Attività - Analisi e rilevazione dei bisogni dell'utenza e del territorio per la definizione del POF in

prospettiva socioculturale

L'attività tenderà a delineare come sia possibile, attraverso l'uso di alcuni strumenti di indagine

(questionario, focus group, brainstorming, scheda per la raccolta delle aspettative) definire i bisogni

formativi dell'utenza in rapporto al territorio. Si tratta di assegnare al POF una forte valenza orientativa, in

modo da prendere in carico i problemi esistenziali degli alunni nel luogo in cui essi vivono. Ne deriva una

rilevazione dei bisogni socio-culturali da analizzare e trasformare sulla base di considerazioni che derivano

dall'esperienza professionale.

Si decide pertanto di:

rispondere alle esigenze degli alunni con un’attenzione ai diversi aspetti della persona (culturale,

affettivo e sociale), considerando che il pieno sviluppo si realizza anche nel rapporto con gli altri e con

la consapevolezza del proprio ruolo sociale;

promuovere occasioni per valorizzare le risorse del territorio al fine di diffonderne la cultura.

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IL TERRITORIO DI GIULIANOVA

Caratteristiche abitative:

Superficie: 27,4 Kmq

Popolazione: 23.476

Attività produttive:

La pesca, il turismo, il terziario molto produttivo sono cardini dell’economia della città. La presenza di un porto funzionale e di un mercato ittico all’ingrosso, fra i più importanti della costa, garantisce lavoro e reddito a molti operatori nel settore della pesca. Il Lido concentra le maggiori attività, dirette ed indotte, legate al turismo. Sia nelle zone centrali che in quelle adiacenti al Lungomare si estende la rete alberghiera supportata dai campeggi agli estremi nord e sud, dagli stabilimenti balneari, ma anche da numerosi ristoranti ed esercizi commerciali. Nella zona di Colleranesco, lungo la statale 80 per Teramo, e nella zona Nord della statale 16 per Ancona è particolarmente fervida l’attività artigianale. In continua crescita la presenza di banche ed istituti di credito, che danno vigore al movimento finanziario. Le attività commerciali e finanziarie, i servizi e le scuole, i maggiori uffici amministrativi, l’ospedale, la pretura, gli enti socio-assistenziali, distribuiti su tutto il territori o, completano il tessuto socio-economico della città. La città è suddivisa in quattro zone: il Lido, che costituisce la zona balneare e di rilevanza turistica; l’Annunziata, nella zona sud, dove nacque e si sviluppò in origine la colonia romana di Castrum Novum; il Paese, dove si trova il centro storico; Colleranesco che, insieme a Case di Trento, costituisce la diramazione del nucleo urbano verso zone agricole alle spalle della collina.

Attività e presenze culturali:

Biblioteche Biblioteca civica “Vincenzo Bindi” Biblioteca Centro Culturale S. Francesco (nel medesimo complesso si trova la Piccola Opera Charitas) Biblioteca “P. Candido Donatelli”

Pinacoteche Pinacoteca civica “Vincenzo Bindi” Sala Trevisan presso la “Piccola Opera Charitas” Museo d’Arte dello Splendore, (MAS), presso il Santuario della Madonna dello Splendore Museo Archeologico Cinema e Teatri Cinema Multisala Moderno Centri culturali Centro Congressi Kursaal Centro servizi Culturali Regione Abruzzo Centro documentazione musicale “G. Braga” Centro socio-culturale Annunziata

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Centri Sportivi Centro sportivo Impianto di tiro al volo Acquaviva Campo scuola “Massi” Circolo Nautico “Migliori” Palacastrum

Tradizioni e manifestazioni

Nel Centro storico, il 22 aprile, si svolge la festa in onore della Madonna dello Splendore. Altre manifestazioni culturali, religiose e folkloristiche si svolgono nel periodo estivo. Il 24 novembre si celebra la festa di S.Flaviano, patrono di Giulianova . Il 26 dicembre si realizza il Presepe Vivente presso il centro storico con varie scene raffiguranti la vita in Palestina al tempo di Gesù. Durante la Settimana Santa si allestisce la Via Crucis con scene recitate tratte dai testi evangelici. Festival Internazionale delle bande musicali (tarda primavera).

Associazioni culturali

Sul territorio di Giulianova sono attive associazioni culturali,sportive e sociali che curano aspetti storici, artistici, letterari, folkloristici, educativi e sanitari della nostra città offrendo un notevole aiuto alla popolazione arricchendo positivamente e vivacizzando la comunità tutta. Tra le associazioni socio-sanitarie:

A.D.M.O. - A.V.U.L.S.S. – CARITAS - FIDAS-CUORE - Ass.”Giovanna Savini - U.N.I.T.A.L.S.I. - SOCCORSO ABRUZZO - CROCE ROSSA ITALIANA - Piccola Opera Caritas- Protezione Civile

Tra le associazioni socio-educative: AGESCI - Ass. Futuro Semplice - DONO DI MARIA- Centro Maria Teresa Annunziata (ONLUS)

Tra le associazioni Culturali: Ass. “Il nome della Rosa” - Ass. Culturale Braga - Ass. S. Giuseppe Ass. Nazionale Carabinieri - Padre Candido Donatelli - Ass. nazionale Carabinieri volontari - Ass. nazionale Volontari Guardia Penitenziaria

Tra le associazioni sportive: Polisportiva Amicacci - Ecologica G

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NORMATIVA SCOLASTICA In questi ultimi 15 anni la scuola italiana è stata protagonista di un profondo cambiamento che ne ha

rinnovato tutti gli aspetti. L’avventura del cambiamento inizia nel 1997 con la Legge n. 59 detta anche

Legge Bassanini che, all’art. 21, introduce l’Autonomia scolastica da anni desiderata e mai raggiunta. Nel

1999 questa autonomia viene resa operativa grazie al D.P.R. 275, il regolamento dell’Autonomia, che ne

data la nascita al 1° settembre 2000. Sono anni estremamente densi e forse ancora oggi di difficile

comprensione e il cambiamento viene delineato a 360 gradi.

Per grandi linee si può ripercorrere il susseguirsi dei maggiori cambiamenti del panorama della scuola

italiana:

D.Lgs.59/97 “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la

riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa,” Capo IV, Art. 21 dove si

introduce l’autonomia scolastica;

D.Lgs. 59/98 che rinnova l’art.25 del D.Lgs. 29/93. Articolo che parla della figura del nuovo dirigente

scolastico;

D.Lgs. 112/98;

D.Lgs.233/98 che proponeva la riforma degli organi collegiali territoriali;

D.P.R. 233/98 per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche riprendendo l’esperienza della L97/94

che per la prima volta parla di istituti comprensivi;

D.P.R. 275/99 Regolamento dell’Autonomia;

D.Lgs.286/99 che all’art.5 parla di valutazione del personale con incarico dirigenziale;

D.Lgs.300/99 che propone la riforma del M.P.I.;

Lq.30/2000 “ Legge quadro in materia di Riordino dei Cicli dell’Istruzione” firmata da Berlinguer e De

Mauro;

D.I. 44/01 “Regolamento concernente le istruzioni generali sulla gestione amministrativo- contabile delle

istituzioni scolastiche”;

Legge Costituzionale 3 del 18 ottobre 2001 “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione”

(pubblicata sulla GU 59 del 12 marzo 2001 e, dopo il referendum indetto in data 3 agosto 2001, sulla GU

248 del 24 ottobre 2001); L.53/2003 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali

delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale”, firmata dal Ministro Moratti e a cui

fanno seguito diverse altre norme che completano il quadro della riforma della scuola italiana, abbozzato

dalla legge delega;

D.Lgs. 59/2004 recante la “Definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo

dell'istruzione, a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53”;

C.M. 29 del 5 marzo 2004.

Decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59. Indicazioni e istruzioni;

D.Lgs. 76/2005 “Definizione delle norme sul diritto-dovere ll’istruzione e alla formazione, ai sensi

dell’articolo 2, comma 1, lettera c) della legge 28 marzo 2003, n.53”;

D. Lgs. 77/2005 “ Definizione delle norme generali relative all’alternanza scuola-lavoro, ai sensi dell’articolo

4 della legge 28 marzo 2003, n.53”;

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D. Lgs. 226/2005 “Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni relativi al

secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione a norma dell’articolo 2 della legge 28 marzo

2003, n. 53”;

Legge 296 del 27/2006 “ Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello stato (Legge

finanziaria 2007), Articolo 1, comma 622, Nuovo obbligo di istruzione”;

2007 “Indicazioni per il Curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione” a firma del

ministro Fioroni;

L.133/2008 e L.169/2008 “Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la

qualità del sistema universitario e della ricerca” a firma del ministro Gelmini;

D.P.R. 122/2009 “ Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169”; D.P.R. 87/2010 “Regolamento recante norme per il riordino degli istituti professionali, a norma dell'articolo

64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto

2008, n.133” con Allegati;

D.P.R. 88/2010 “Regolamento recante norme per il riordino degli istituti tecnici a norma dell'articolo 64,

comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto

2008, n.133” con Allegati;

D.P.R. 89/2010 “Regolamento recante revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei

licei a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con

modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133” con Allegati.

In seguito sono state pubblicati altri documenti normativi per le scuole secondarie di 2° grado.

D.M. 254/2012 “Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo

d’istruzione”;

D.P.R. 80/2013 “Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione”;

Documento “La Buona Scuola. Facciamo crescere il paese” del 3 settembre 2014;

Direttiva n.11 del 18 settembre 2014 – “Sistema nazionale di valutazione triennio 2014-2017”;

C.M. n.47 del 21 ottobre 2014 – “ Trasmissione della direttiva sul sistema nazionale di valutazione”;

C.M. n.3 del 13 febbraio 2015 – “Adozione sperimentale dei nuovi modelli nazionali di certificazione delle competenze nelle scuole del primo ciclo di istruzione”. Legge n.107 del 13 luglio 2015 – “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il

riordino delle disposizioni legislative vigenti”.

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LA BUONA SCUOLA

Il 3 settembre 2014 è stato pubblicato il documento “La Buona Scuola” fortemente voluto dal Presidente

del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro dell’Istruzione Giannini. Dal 15 settembre al 15 novembre è stata

aperta una consultazione on line che ha permesso a tutti, docenti e non, di pronunciarsi sull’idea di scuola

delineata nel documento.

I docenti dell’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova, il personale ATA e i genitori degli alunni, fin dal 4

settembre, hanno avuto disponibile sul sito della scuola il link per accedere al documento in oggetto. In due

collegi dei docenti si sono illustrati alcuni passaggi della nuova scuola e i docenti si sono riuniti nelle sezioni

dipartimentali per provvedere ad una lettura partecipata del documento stesso. Inoltre hanno preparato

un world cafè preceduto da una prova generale per una discussione aperta anche ad ATA, genitori e forze

sindacali e non del territorio. L’esperienza si è rivelata positiva ed ha permesso una condivisione a tutto

tondo delle impressioni e delle possibili conclusioni.

Il documento, nonostante il linguaggio aperto, agile, accattivante, giovanile e quant’altro si è rivelato

difficoltoso per tutti i rivoli di connessioni che ogni pagina andava a risvegliare, ciò nonostante lo stesso ha

portato una ventata di nuovo spirito di partecipazione.

Alla fine del world cafè, alcuni docenti hanno provveduto a descrivere su fogli di carta pacco le linee

interpretative del proprio tavolo di discussione e da essi sono state fatte alcune conclusioni poi immesse

nel questionario on line. Sono state realizzate anche alcune foto dei cartelloni finali del world cafè, le

conclusioni dei lavori di alcuni gruppi, mentre la brochure è stata consegnata ai genitori degli alunni

treenni e delle classi prime della primaria a partire dal 9 di settembre.

I 12 punti di attenzione del documento “La Buona Scuola” sono stati trascritti sulla brochure per i genitori e

sono di seguito riportati:

1.MAI PIÙ' PRECARI NELLA SCUOLA

Un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le Graduatorie ad

Esaurimento.

2. DAL 2016 SI ENTRA SOLO PER CONCORSO

40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo

per concorso, come previsto dalla Costituzione. Mai più ‘liste d’attesa’ che durano decenni.

3. BASTA SUPPLENZE

Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti,

tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.

4. LA SCUOLA FA CARRIERA: QUALITÀ, VALUTAZIONE E MERITO

Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 prof. su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più grazie ad una

carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola.

Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento.

5. LA SCUOLA SI AGGIORNA: FORMAZIONE E INNOVAZIONE

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Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo

scambio fra pari. Per valorizzare i nuovi Don Milani, Montessori e Malaguzzi.

6. SCUOLA DI VETRO: DATI E PROFILI ONLINE Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei

docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.

7. SBLOCCA SCUOLA

Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche

più gravose per la scuola. Per abolirle tutte.

8. LA SCUOLA DIGITALE

Piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi. Disegnare insieme i

nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi.

9. CULTURA IN CORPORE SANO

Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, per scommettere sui

punti di forza dell’Italia.

10. LE NUOVE ALFABETIZZAZIONI

Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. Competenze digitali: coding

e pensiero computazionale nella primaria e piano “Digital Makers” nella secondaria. Diffusione dello studio

dei principi dell’Economia in tutte le secondarie.

11. FONDATA SUL LAVORO

Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200

ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato

sperimentale.

12. LA SCUOLA PER TUTTI, TUTTI PER LA SCUOLA Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e

legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni,

imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.

Di seguito si riporta la sintesi delle riflessioni che sono state oggetto di attenzione da parte di alcuni docenti

nella compilazione dell’ultima parte del questionario on line.

ULTIMA PARTE DEL QUESTIONARIO ON LINE Cosa ritieni sia particolarmente efficace del Piano "La Buona Scuola"? Tema 1 Nel Piano sono evidenziate tematiche che da anni coinvolgono, a più riprese, il mondo della scuola. Per le suddette tematiche, purtroppo, nessuno è mai riuscito a individuare una o più soluzioni certe anche perché sono prevalsi interessi collegati alle varie maggioranze e agli orientamenti politici via via succedutisi. Nel testo non compaiono segni di future grandi rivoluzioni, bensì un insieme di posizioni da rinnovare che potrebbero sottolineare la fine di una epoca.

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Tema 2 Il linguaggio utilizzato risulta essere particolarmente efficace, moderno, scorrevole e tecnico allo stesso tempo. Esso è estremamente coinvolgente per il lettore, chiunque esso sia: docente, studente, famiglia o altro. Certamente, anche la grafica scelta aiuta molto a modulare il ritmo del testo e a renderlo più appetibile e comunicativo. Tutto ciò risulta essenziale per una scuola che vuole fortemente uscire dalla marginalità in cui si è trovata per anni. Tema 3 E' molto positivo l'aver dato vita ad una consultazione epocale, che ha coinvolto tutta la società civile e la maggior parte delle scuole. Dovunque si sono registrate iniziative interessanti e volte a mettere in luce sia gli aspetti positivi che quelli negativi presenti nel testo. Anche in passato ci sono state delle consultazioni, ma si riferivano a settori specifici della scuola ( Rapporto Zoso 1989, ecc.) e senza l'avallo dei media che, in questa occasione, hanno dato un loro apporto fondamentale. Quali aspetti ritieni debbano essere migliorati o sostanzialmente ridiscussi? Tema 1 Andrebbe ridiscussa tutta la questione relativa al merito. Il merito non può calpestare i diritti conquistati attraverso il lavoro svolto negli anni. Forse potrebbe accompagnare la crescita della propria professionalità, ma sarebbe opportuno che ognuno potesse scegliere i tempi e i modi del proprio percorso personale. Inoltre, al di là delle problematiche legate agli scatti di anzianità, non va dimenticato che l'esperienza negli anni crea i presupposti di una relazione educativa efficace sia con gli alunni che con i colleghi. Va recuperata la saggezza dell'esperienza rispetto ad una formazione fondata sul solo sapere teorico. Va riscoperta l'importanza delle azioni quotidiane, che nel loro succedersi offrono il giusto paradigma per interrogarsi e trasformare il sapere teorico in competenze da condividere con i colleghi. Tema 2 Aver iniziato il Piano con un capitolo comunque tecnico e molto lungo, suddiviso in troppe parti, può aver disorientato quei lettori non propriamente definibili come "addetti ai lavori". Sarebbe stato opportuno iniziare il Piano con una idea chiara di scuola innovativa e "buona". Tema 3 Sarebbe stato opportuno chiarire la questione riguardante i finanziamenti alle scuole, soprattutto il reperimento dei fondi per finanziare progetti, laboratori, attività didattiche di varia natura. E’ forte il rischio di accentuare le disuguaglianze tra ceti sociali. Cosa manca nel rapporto del Piano "La Buona Scuola"? Tema 1 Mancano i dovuti riferimenti all'INFANZIA e alla scuola dell'infanzia, che rischia sempre di essere la "Cenerentola" di turno di ogni movimento innovatore della scuola italiana Va riconosciuta la grande forza che contraddistingue questo segmento della scuola italiana che, dalla sua nascita nel lontano 1968, ha raggiunto grandi traguardi grazie ad una ricerca sperimentale costante e all'ascolto della società in tutti i suoi molteplici aspetti di complessità. Tema 2 Manca la presentazione di una idea di scuola forte e chiara. Conseguentemente non sono individuati gli aspetti educativi e didattici oltreché pedagogici, psicologici, sociologici che contraddistinguono la scuola. Tema 3 Non si accenna al personale ATA, al contratto, al valore del sindacato, alla possibilità di superare l'impianto della L.53 del 2003.

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R.A.V.

RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE

Il 29 aprile 2015 è stata aperta, on line, la piattaforma attraverso la quale le istituzioni scolastiche di tutta la

nazione, hanno potuto compilare il Rapporto di Autovalutazione. La cosiddetta avventura RAV ha preso

avvio, in punta di piedi, con:

la costituzione del Sistema Nazionale di Valutazione, D.L.225/2010 e Legge di conversione

n.10/2010,

il Regolamento sul sistema nazionale di valutazione D.P.R. n.80/2013,

la Direttiva n.11 del 18-09-2014, in cui vengono indicate le priorità strategiche del SNV per il

triennio 2014-2017

la C.M. n.47 del 2014 esplicativa del D.P.R. 80/2013

In particolare, attraverso i due ultimi atti normativi si è sottolineato il completamento del procedimento di

valutazione iniziato con il DPR n.275 del 1999.

Di seguito si riporta il timetable del triennio 2014-2017:

Nel corso dell’anno scolastico 2014-2015 sono intervenute numerose note esplicative dal MIUR attraverso

le quali le istituzioni scolastiche hanno tenuto costantemente sotto controllo i tempi di realizzazione e di

pubblicazione del documento in oggetto.

Il percorso auto valutativo di ogni scuola, che costituisce il RAV, si compone di cinque parti che al loro

interno sono variamente suddivise in numerose sezioni che rendono più chiaro il senso della ricerca e

dell’analisi dei dati in possesso.

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e’ la sezione nella quale viene presentato ed esaminato il territorio nel quale l’istituzione scolastica esplica la sua mission

1.1-Popolazione scolastica

1.1a-Status socio economico e culturale delle

famiglie degli studenti

1.1b- Studenti con famiglie economicamente

svantaggiate

1.2-Territorio e capitale sociale

1.2a-Disoccupazione

1.2b-Immigrazione

1.3-Risorse economiche

e materiali

1.3a-Finanziamenti all’istituzione scolastica

1.3b-Edilizia e rispetto delle norme sulla

sicurezza

1.4-Risorse professionali 1.4a-Caratteristiche degli insegnanti

1.4b-Caratteristiche del Dirigente Scolastico

è la sezione nella quale vengono presentati i risultati e le competenze degli studenti dei vari ordini di scuola

2.1-Risultati scolastici

2.1a-Esiti degli scrutini

2.1b-Trasferimenti ed abbandoni

Valutazione

5

2.2-Risultati nelle prove standardizzate nazionali

2.2a-Risultati degli studenti nelle prove di

italiano e matematica

2.2b-Livelli di apprendimento degli studenti

2.2c-Variabilità dei risultati fra le classi

Valutazione 4

2.3-Competenze chiave

e di cittadinanza

Valutazione

6

2.4-Risultati a distanza Valutazione

6

suddivi

si

in due

macroa

ree

A): pratiche educative e didattiche

è la sezione nella quale si parla di curricolo, progettazione, valutazione, ambiente di apprendimento, inclusione e differenziazione, continuità e orientamento

3A.1-Curricolo, progettazione e valutazione

3.1a-Curricolo

3.1c-Progettazione didattica

3.1d-Presenza di prove strutturate per classi

parallele

Valutazione 6

3A.2-Ambiente di

apprendimento

3.2a-Durata delle lezioni

3.2b-Organizzazione oraria

3.2d-Episodi problematici

Valutazione

5

3A.3-Inclusione e

differenziazione

3.3a-Attività di inclusione

3.3b-Attività di recupero

3.3c-Attività di potenziamento

Valutazione

7

3A.4-Continuità e

orientamento

3.4a-Attività di continuità

3.4b-Attività di orientamento

Valutazione

7

B): pratiche gestionali e organizzative

è la sezione nella quale si parla di orientamento strategico e di organizzazione della scuola, di sviluppo e valorizzazione delle risorse umane, di integrazione con il territorio e di rapporti con le famiglie

3B.5-Orientamento

strategico e

organizzazione della

scuola

3.5a-Gestione delle funzioni strumentali

3.5b-Gestione del Fondo di Istituto

3.5c.Processi decisionali

3.5d-Impatto delle assenze degli insegnanti

sull’organizzazione

3.5e-Progetti realizzati

3.5f-Progetti prioritari

Valutazione 6

3B.6-Sviluppo e

valorizzazione delle

risorse umane

3.6a-Offerta di formazione per gli insegnanti

3.6b-Gruppi di lavoro degli insegnanti

Valutazione 6

3B.7-Integrazione con il

territorio e rapporti con

le famiglie

3.7a-Reti di scuole

3.7b-Accordi formalizzati

3.7c-Raccordo scuola-territorio

3.7e-Partecipazione formale dei genitori

3.7g-Partecipazione finanziaria dei genitori

3.7h-Capacità della scuola di coinvolgere i

genitori

Valutazione 5

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in questa sezione, alla luce di quanto definito nelle sezioni precedenti si valutano le priorità sulle quali appuntare l’attenzione e lavorare. Nello specifico la valutazione dell’intervento da effettuare procede su due piani: -priorità e traguardi in quanto obiettivi per migliorare le performance degli studenti -obiettivi di processo in quanto attività per migliorare.

Come spiegato nel glossario prodotto dall’Invalsi, il RAV nella sua struttura propone una versione

semplificata del modello CIPP (Context – Input – Process – Product) che prevede appunto tre dimensioni:

Esiti, Processi e Contesto

Ogni dimensione, ad eccezione della parte dedicata al Contesto, prevede una rubrica di valutazione con una

scala di punteggi composta da 1- 3- 5-7 (numeri dispari) corredata da una descrizione delle prestazioni.

Ogni scuola ha poi facoltà di aggiungere ulteriori punteggi intermedi (numeri pari) esplicando la

motivazione della scelta.

Nel RAV sono poi confluiti, sotto forma di valori di riferimento esterni o benchmark, inviati da ogni scuola

al MIUR per il tramite di un complesso questionario giunto nelle scuole nel mese di febbraio e compilato da

più soggetti: Dirigente Scolastico, Direttore dei servizi generali e amministrativi, assistenti amministrativi.

In linea generale i dati sono stati riversati sul documento dal MIUR, dall’INVALSI, da altre fonti come il

Ministero dell’Interno, l’Istat….

Il 30 luglio è stata chiusa la compilazione del documento ed è stata riaperta il 1° settembre per un mese

ancora in modo da rivedere quanto compilato. La pubblicazione è stata effettuata entro il 10 di ottobre

2015.

Nella compilazione del RAV sono stati tenuti in debita considerazione molti dei punti sviluppati nel POF

della scuola, che a sua volta rappresenta(va) il documento della identità culturale e progettuale della

stessa.

Dal RAV prende l’avvio, sulla base delle risposte fornite, il piano di miglioramento della scuola che a sua

volta costituisce il secondo step del grande processo di cambiamento in atto.

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PIANO DI MIGLIORAMENTO

A completamento del RAV, la scuola ha sottolineato alcuni aspetti da migliorare nel corso dell’a.s. 2015-

2016. Purtroppo, nell’onda delle novità conseguenti anche alla L.107/2015, si sta assistendo al proliferare di

reti e progetti vari, anche dedicati al miglioramento. Viene meno quell’aspetto di riflessione interna, così

importante ed intenso, venuto fuori dalla compilazione del RAV stesso.

Comunque il RAV del Comprensivo 1 aveva rilevato alcuni aspetti come di seguito illustrato:

PRIORITA’ E TRAGUARDI ESITI DEGLI STUDENTI

PUNT. DESCRIZIONE DELLA PRIORITA'

DESCRIZIONE DEL TRAGUARDO

1) Risultati scolastici

5 Organizzazione di interventi per migliorare i risultati scolastici di alcuni alunni attraverso un recupero del valore dei compiti a casa.

Implementazione dell'uso di metodologie e tecnologie innovative, come la Flipped Classroom, utili a migliorare l'impegno scolastico e casalingo.

2) Risultati nelle prove standardizzate nazionali

4 Organizzazione di interventi, anche teorici, per migliorare l'utilizzazione dei risultati delle prove INVALSI, nella programmazione didattica.

Costituzione di gruppi di lavoro misti (primaria-secondaria), per rendere maggiormente accessibili i dati numerici rilevati dall'INVALSI.

3) Competenze chiave e di cittadinanza

6 Progettazione di un documento di istituto, uguale per i diversi ordini di scuola, che si occupi della valutazione del comportamento degli alunni.

Discussione condivisa e creazione di un documento comune per osservazione e registrazione dei diversi aspetti del comportamento degli alunni.

Attivazione di uno sportello per bullismo, disturbi alimentari, coinvolgimento genitori in attività di scoperta della genitorialità.

Implementazione di attività di osservazione dei comportamenti disfunzionali degli alunni. Riunioni di condivisione con i genitori interessati.

4) Risultati a distanza

6 Organizzazione di interventi per migliorare l'esito scolastico di molti alunni anticipatari

Monitoraggio degli esiti scolastici di alunni anticipatari, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di 1° grado.

Progettazione di un documento di istituto capace di delineare lo sviluppo dei risultati raggiunti dagli alunni nei vari anni di scuola.

Costruzione di una tabella osservativa in grado di seguire e registrare l'evoluzione dell'alunno diacronicamente.

%

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OBIETTIVI DI PROCESSO

AREA DI PROCESSO DESCRIZIONE DELL'OBIETTIVO DI PROCESSO

1) Curricolo, progettazione e Valutazione

6 Creazione di percorsi sulle abilità sociali, atti a guidare gli alunni alla progressiva capacità di scelta, nel rispetto delle proprie attitudini.

Conoscenza, da parte degli alunni e dei genitori,delle problematiche alimentari / comportamentali che interessano l'età adolescenziale.

Riflessioni sui comportamenti legati alla

genitorialità.

Organizzazione di incontri per sviluppo competenze trasversali ed elaborazione di un documento di valutazione del comportamento.

2) Ambiente di apprendimento

5 Favorire l'acquisizione degli apprendimenti attraverso la flipped classroom e la didattica per compiti di realtà.

Sviluppare le competenze complesse attraverso la didattica laboratoriale e la metodologia della ricerca-azione.

3) Inclusione e differenziazione

7

4) Continuità e orientamento 7

5) Orientamento strategico e organizzazione della scuola

6

6) Sviluppo e Valorizzazione delle risorse umane

6

7) Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie

5

La costruzione del piano di miglioramento dell’Istituto, che sarà presentato all’interno del PTOF 2016-2019,

per questo anno scolastico è operazione molto delicata che si compone di tante piccole azioni che poi

sfoceranno nel piano del prossimo triennio. Il Piano del prossimo triennio è redatto anche seguendo il

modello on line dell’Indire. Ad esso è affiancato uno specifico piano di miglioramento collegato allo

sviluppo digitale, in quanto l’istituto fa parte della rete Abruzzo Scuola Digitale e della rete Digit School,

con le dovute connessioni derivanti dalla partecipazione ai progetti PON per la scuola 2014-2020 sia

rispetto alla creazione e all’adeguamento della rete infrastrutturale che nell’istituto è assolutamente

inadeguata, sia alla creazione di ambienti di apprendimento semi adeguati ai nuovi sviluppi della

multimedialità. In futuro si potrà, con riferimento alle scuole polo della regione, avviare un percorso di

sviluppo che possa anche contenere l’idea di classi 3.0 che, attualmente, sono al di fuori della portata

dell’istituto e delle capacità effettive della gran parte dei docenti. Di seguito le linee del PdM 2015-2016.

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PIANO DI MIGLIORAMENTO 2015-2016

Aree di

processo Priorità relativamente a… Macroaree

di progetto

Scuola a.s.2015-2016

Curricolo, progettazione e valutazione

Risultati a distanza

Organizzazione di

interventi per migliorare

l'esito scolastico di molti

alunni anticipatari.

Macroarea pedagogico-didattica

Scuola Infanzia

Progettazione di momenti adeguati di comunicazione tra docenti con particolare riferimento allo stress lavoro correlato. Riflessioni relative al comma 181, lettera e) della L.107/2015, riguardante il percorso zero-sei

Scuola primaria

Adozione sperimentale della metodologia per classi aperte. Approccio al Cooperative learning Formazione docenti all’uso di nuove tecnologie multimediali

Progettazione di un

documento di Istituto

capace di delineare lo

sviluppo dei risultati

raggiunti dagli alunni nei

vari anni di scuola.

Scuola secondaria di 1° grado

Potenziamento di alcune discipline Approccio al Cooperative learning Formazione informatica dei docenti

intero Istituto

Costruzione di un percorso che dovrà portare alla individuazione degli esiti scolastici degli alunni anticipatari

Competenze chiave e di cittadinanza

Progettazione di un

documento

di Istituto, uguale per i

diversi ordini di scuola,

che si occupi della

valutazione del

comportamento degli

alunni.

Macroarea socio-educativa

intero Istituto

Individuazione degli indicatori per l’adozione di una scheda comune relativa al comportamento

Attivazione di uno sportello per bullismo, disturbi alimentari, coinvolgimento genitori in attività di scoperta della genitorialità

Intero Istituto

Ampliamento della fruizione dello sportello ascolto e di quello nutrizione. Attività comuni di prevenzione contro il bullismo. Incontri periodici con i genitori

Macroarea Inclusione

Intero Istituto

Progetto Continuità e Orientamento. Integrazione alunni Diversamente Abili Integrazione alunni non italiani

Ambiente di apprendimento

Risultati scolastici

Organizzazione di interventi per migliorare i risultati scolastici di alcuni alunni attraverso un recupero del valore dei compiti a casa.

Macroarea Reti e Partecipazione ai progetti europei

Intero Istituto

Partecipazione a reti e progetti adeguati alle esigenze dell’Istituto. Formazione digitale degli alunni e dei docenti su nuove metodologie multimediali. Partecipazione a convegni, seminari e corsi di formazione di altri istituti. Adesione a concorsi vari per gli alunni .

Risultati nelle prove standardizzate nazionali

Organizzazione di interventi, anche teorici, per migliorare l'utilizzazione dei risultati delle prove INVALSI, nella programmazione didattica.

Macroarea INVALSI e….

Intero Istituto

Analisi risultati prove INVALSI Riflessioni condivise sui risultati INVALSI Eventuale formazione con esperto esterno.

Valutazione e autovalutazione di Istituto

Lavoro di analisi sulla autovalutazione di istituto

Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie

Macroarea socio-politica

Adesione a progetti provenienti dal territorio. Formazione anti-Bullismo. Condivisione Sportello Counseling e Sportello Nutrizione.

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LEGGE N.107 DEL 13 LUGLIO 2015

Il 13 luglio 2015, dopo diverse traversie e modificazioni, è stata approvata la Legge n.107 con la quale si è

avviato un nuovo corso della scuola italiana. La legge si compone di un solo articolo, a sua volta suddiviso in

220 commi che spaziano su tutti i campi della scuola, come si può individuare nella scheda sottostante.

QUADRO SINOTTICO DEI PRINCIPALI ISTITUTI NORMATIVI (fonte ANDIS) ARGOMENTO COMMI

abrogazioni 199-200

alternanza scuola-lavoro 33-35-36-37 (carta dei diritti)-38-39-40-41 (CCIA)

ambiti territoriali 66-68-69-73-74

assegnazioni dei docenti 18

assunzione docenti: piano straordinario 95-96-97-98-99-100-101-102-103-104-106

assunzioni docenti a regime 109-110-111-113-114-181 b-2

attribuzione incarichi ai docenti 73-79-80-81-82-85

canale permanente di comunicazione con il MIUR 142

comitato per la valutazione del servizio dei docenti 129-130

contenzioso ex concorsi per DS 87-88-89-90-91

crediti acquisiti dallo studente sec. 2° grado 51

curriculum del docente 80-138

curriculum dello studente 28-30-138

dirigente scolastico 18-29-40-78-79-80-81-82-83-84-85-86 (fun)-92-117-127

valutazione DS 93-94

domande di riconoscimento dei servizi 209

erogazioni liberali 145-146-147-148-149-150-151

fondo per il funzionamento 11

formazione 12-124

piano nazionale per la formazione 125

carta elettronica per l’aggiornamento 121-122

FUN 86

giornata nazionale della sicurezza nelle scuole 159

innovazione strutturale, edilizia e sicurezza 153-154-155-156-157-158-159-160-161-162-163-165-166-167-172-177-178-179

INVALSI 144-14 (piani di miglioramento del RAV)

merito dei docenti 126-127-128-130

modifica DI 44/2001 143

organico dell’autonomia 4-5-6-7-14 (il PTOF indica i posti in organico)-63-64-65-74-75

orientamento 28-29-32-33-60

parità scolastica 152

periodo di prova e formazione personale docente 115-116-117-118-119-129/4

piano nazionale per la scuola digitale 56-57-58-59

piano triennale dell’offerta formativa 2-12-13-14-15-16-17-57-124

piano straordinario per la mobilità del personale docente

108 - 73 (ultima parte)

portale unico dei dati della scuola 17-136-137-138-139-140-141

reti di ambito territoriale 70-71-72-74

revisione normativa 180-181-182-183-184

riduzione degli alunni per classe 7/n-84

risorse 11-25-26-39-45-53-54-62-86 (fun)-201-202

registro nazionale alternanza scuola lavoro 41

semplificazione 47

sicurezza 38 (2° grado)

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Senza entrare in un percorso di analisi del testo che, considerando il numero dei commi in cui l’art.1 è stato

suddiviso, richiederebbe molto spazio, si illustrano di seguito alcune iniziative del territorio teramano.

Dette iniziative hanno avuto ed hanno lo scopo di presentare la nuova legge e, dunque, il nuovo volto della

scuola italiana. Il nostro istituto ha ospitato una iniziativa del sindacato ANIEF, che ha gentilmente risposto

all’invito della Dirigente, a differenza di altri enti sindacali che hanno preferito rivolgersi ad un pubblico più

ampio di livello provinciale o regionale.

A Corropoli il dirigente tecnico, dott.ssa Mariella Spinosi, e il dirigente tecnico, dott. Giancarlo Cerini,

hanno provveduto ad una presentazione generale della legge n.107/2015, con una focalizzazione maggiore

nei confronti del comma 129, dedicato al nuovo comitato di valutazione dei docenti e alle sue implicazioni.

Dalle sollecitazioni di quel convegno è nata l’idea di una rete, su base provinciale, alla quale l’istituto ha

aderito, che si dedicherà ad una riflessione più attenta del comma, dando vita ad una sorta di ricerca-

azione capace di fornire al ministero del buon materiale di riflessione. In particolare, l’interesse sarà rivolto

alla individuazione di criteri validi per la valorizzazione del personale docente, in considerazione del fondo

annuo che verrà attribuito ad ogni scuola.

Nell’istituto, gruppi di docenti si dedicano allo studio del comma 129 e dell’intera legge n.107/2015.

Ai due gruppi di studio si sono affiancate le docenti della scuola dell’infanzia, il cui obiettivo riguarda

l’analisi del comma 181, lettera e), della L.107/2015. Le maestre, quindi, stanno dedicando tutta la loro

attenzione al nuovo percorso zero/sei che prevede un avvicinamento tra asilo nido e scuola dell’infanzia.

In generale, la legge n.107/2015 si presenta molto complessa nei suoi numerosi commi che richiamano a

soluzioni o disegni di legge già presentati negli anni. E’ necessaria una lettura attenta che necessita,

comunque, di tempi lunghi per poterne cogliere tutte le potenzialità. Ogni lettura porta alla scoperta di

elementi nuovi e di nuove correlazioni con la normativa del passato.

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BILANCIO SOCIALE

E’ stato prodotto per l’anno scolastico 2013-2014 il primo documento di Bilancio Sociale dell’Istituto

Comprensivo. Si è trattato di un lavoro lungo e a volte difficoltoso per evitare di ricostruire, in esso, una

sorta di secondo POF.

Il Bilancio Sociale è molto semplice e chiude con un capitolo dedicato al miglioramento che tiene conto di

quanto scaturito dal Rapporto di Autovalutazione 2015.

Di seguito si illustrano le parti del documento come individuate a partire dall’a.s.2013-14:

PREMESSA BREVE INTRODUZIONE AL BILANCIO SOCIALE

BREVE STORIA DELL’ISTITUTO

MISSION

PARTE PRIMA: IDENTITA’ DELLA SCUOLA

IL CONTESTO: GIULIANOVA

SISTEMA SCUOLA TERRITORIO

ARRICCHIMENTO OFFERTA FORMATIVA

STRUTTURA ORGANIZZATIVA

PARTE SECONDA: GLI STAKEHOLDER E LE RISORSE

CHI SONO GLI STAKEHOLDER?

MAPPATURA STAKEHOLDER

ORGANIGRAMMA: IL PERSONALE

POPOLAZIONE SCOLASTICA: alunni e docenti

LE RISORSE STRUMENTALI

LE RISORSE FINANZIARIE

PARTE TERZA: APPRENDIMENTI ED ESITI FORMATIVI

SCRUTINIO FINALE : scuola secondaria

RENDIMENTO SCOLASTICO : scuola secondaria

VOCI QUESTIONARIO SCUOLA PRIMARIA

RISULTATI QUESTIONARIO SCUOLA PRIMARIA

PARTE QUARTA: AZIONI DI MIGLIORAMENTO

MIGLIORAMENTO: PRIORITA’ E TRAGUARDI

MIGLIORAMENTO: OBIETTIVI DI PROCESSO

VISION

STRUMENTI PER AVERE LE IDEE CHIARE

Il Bilancio Sociale costituisce un’ appendice del presente P.O.F.

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CALENDARIO REGIONALE

Inizio lezioni

Lunedì 14 Settembre 2015

Termine lezioni

Scuola Primaria: 06 Giugno 2016

Scuola dell’Infanzia: 30 Giugno 2016

Festività Natalizie

Dal 24 Dicembre 2015 al 06 Gennaio 2016

Festività Pasquali

Dal 24 Marzo al 30 Marzo 2016

Altre festività Tutte le domeniche

07 Dicembre 2015 (Sospensione) 08 Dicembre 2015 (Immacolata Concezione)

22 Aprile 2016 (Festa del Patrono) 25 Aprile 2016 (Festa della Liberazione)

2 Giugno 2016 (Festa Nazionale)

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CALENDARIO ATTIVITA’ FUNZIONALI ALL’INSEGNAMENTO

SCUOLA INFANZIA – A.S. 2015-2016

CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera a)

max 30h

Collegio= 10h 07 settembre 2015 h 17.00-18.30

05 ottobre 2015 h 17.00-18.30

27 ottobre 2015 h 17.00-18.00

16 novembre 2015 h17.00-18.00

16 dicembre 2015 h 17.00-18.00

25 gennaio 2016 h 17.00-18.00

08 marzo 2016 h 17.00-18.00

16 maggio 2016 h 17.00-18.00

30 giugno 2016 h 09.00-10.00

Dipartimenti= 8h 03 settembre 2015 Incontro della DS con i soli docenti di sostegno

h 08.30-09.30

03 settembre 2015 Proposte per incarichi

h 09.30-10.30

04 settembre 2015 Programmazione

h 10.30-11.30

26 gennaio 2016 h 17.00-19.00

24 maggio 2016 h 17.00-19.00

24 giugno 2016 Verifica

h 16.00-17.00

Sicurezza= 2h Stress lavoro correlato

16 ottobre 2015 h 16.30-18.30

Assemblee genitori = max 8h

10 settembre 2015 h 17.00-19.00

27 ottobre 2015 Assemblea + Rinnovo OO.CC . L’orario dell’assemblea sarà legato all’orario di chiusura delle attività della singola scuola. La segreteria provvederà all’invio del materiale informativo necessario oltre che ai materiali per il seggio.

h 16.00-16.30/17.00 seggio: 17.00/19.00

01 dicembre 2015 h16.30-19.00

05 aprile 2016 h 16.30-19.00

Riconsegna materiali ai genitori max 2h

24 giugno 2016 h10.00-12.00

CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera b)

max 30 ore

Consiglio di Intersezione = max 15 incontri da due ore circa

Primo e Terzo MARTEDI’ del mese, salvo festività, dalle h 16.45 alle ore 18.45, salvo necessarie variazioni. Non si ritengono necessarie convocazioni per detto organo in seduta tecnica, perché le docenti agiranno in auto convocazione. Si ricorda che, alternativamente, un incontro sarà dedicato all’aggiornamento del percorso educativo-didattico e l’altro alla verifica delle attività svolte e alla comunicazione con i rappresentanti dei genitori. La convocazione sarà effettuate solo per le intersezioni che prevedono la presenza della componente genitori e le docenti saranno invitate ad indicare l’ordine del giorno.

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CALENDARIO: 29 settembre 2015 6 ottobre 20 ottobre 3 novembre 17 novembre con i rappresentanti dei genitori 2 dicembre 16 febbraio 2016 con i rappresentanti dei genitori 1 marzo 12 aprile 26 aprile con i rappresentanti dei genitori 3 maggio 17 maggio con i rappresentanti dei genitori 7 giugno Le docenti sono pregate di compilare il registro dei verbali con regolarità.

N.B. Eventuali variazioni al presente piano, saranno comunicate tempestivamente.

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CALENDARIO ATTIVITA’ FUNZIONALI ALL’INSEGNAMENTO

SCUOLA PRIMARIA – A.S. 2015-2016 CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera a)

Collegio= 10h 07 settembre 2015 h 17.00-18.30

05 ottobre 2015 h 17.00-18.30

27 ottobre 2015 h 17.00-18.00

16 novembre 2015 h17.00-18.00

16 dicembre 2015 h 17.00-18.00

25 gennaio 2016 h 17.00-18.00

08 marzo 2016 h 17.00-18.00

16 maggio 2016 h 17.00-18.00

30 giugno 2016 h 09.00-10.00

Dipartimenti= max 8h

03 settembre 2015 Incontro della DS con i soli docenti di sostegno

h 08.30-09.30

03 settembre 2015 Proposte per incarichi

h 09.30-10.30

04 settembre 2015 Programmazione

h 10.30-11.30

26 gennaio 2016 h 17.00-19.00

24 maggio 2016 h 16.00-19.00

24 giugno 2016 Verifica

h 16.00-17.00

Sicurezza= 2h Stress lavoro correlato

16 ottobre 2015 h 16.30-18.30

Assemblee genitori = max 8h

10 settembre 2015 classi prime h 17.00-18.00

28 settembre 2015 classi prime h15.00-16.00

30 ottobre 2015 Assemblea genitori + Rinnovo OOCC

h 16.00-17.00

01 dicembre 2015 classi 1e-2e-3e h15.00-17.00

15 dicembre 205 classi 4e-5e h15.00-17.00

05 aprile 2016 classi 1e-2e-3e h 15.00-17.00

12 aprile 2016 classi 4e-5e h15.00-17.00

Consegna schede max 3h (non tutti i docenti sono impegnati)

16 febbraio 2016

h 17.00-18.30

22 giugno 2016

h 10.00-11.30

CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera b) max 20 ore

Consiglio di Interclasse max 20.00h

20 ottobre 2015 classi 1e-2e-3e-4e-5e Risultati prove di ingresso

h14.30/18.30

03 novembre 2015 classi 1e-2e-3e-4e-5e h14.30/18.30

19 gennaio 2016 classi 1e-2e-3e-4e-5e h14.30/18.30

15 marzo 2016 classi 1e-2e-3e-4e-5e h14.30 /18.30

10 maggio 2016 classi 1e-2e-3e-4e-5e h14.30/18.30 CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera c) non cumulabili alle lettere a) - b)

Scrutini 1° quadrimestre 5 h

05 febbraio 2016 classi 1e-2e-3e-4e-5e

h14.30/18.30

Scrutini 2° quadrimestre 5 h

07 giugno 2016 classi 1e-2e-3e-4e-5e

h18.30/16.30

COMPLETAMENTO ORARIO DI SERVIZIO

COORDINAMENTO QUINDICINALE

coordinamento quindicinale a partire dal 15/09/2015, nella giornata di martedì

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CALENDARIO ATTIVITA’ FUNZIONALI ALL’INSEGNAMENTO

SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO – A.S. 2015-2016

CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera a)

Collegio= 10h 07 settembre 2015 h 17.00-18.30

05 ottobre 2015 h 17.00-18.30

27 ottobre 2015 h 17.00-18.00

16 novembre 2015 h17.00-18.00

16 dicembre 2015 h 17.00-18.00

25 gennaio 2016 h 17.00-18.00

08 marzo 2016 h 17.00-18.00

16 maggio 2016 h 17.00-18.00

30 giugno 2016 h 09.00-10.00

Dipartimenti= 8h 03 settembre 2015 Incontro della DS con i soli docenti di sostegno

h 08.30-09.30

03 settembre 2015 Proposte per incarichi

h 09.30-10.30

04 settembre 2015 Programmazione

h 10.30-11.30

22 ottobre 2015 Completamento programmazione verticale

h 15.00-17.00

28 gennaio 2016 h 17.00-18.00

26 maggio 2016 h 17.00-18.00

24 giugno 2016 Verifica h 16.00-17.00

Sicurezza= 2h

16 ottobre 2015 Stress lavoro correlato

h 16.30-18.30

Assemblee genitori = max 8h

10 settembre 2015 classi prime h 17.00-18.00

28 ottobre 2015-09-06 Assemblea genitori (patto corresponsabilità….) Rinnovo OOCC (17.00-19.00)

h 16.00-17.00 h17.00-19.00

03 dicembre 2015 classi 3e h15.00-17.00

04 dicembre 2015 classi 2e h15.00-17.00

09 dicembre 2015 classi 1e h15.00-17.00

06 aprile 2016 classi 1e h 15.00-17.00

11 aprile 2016 classi 2e h 15.00-17.00

12 aprile 2016 classi 3e h 15.00-17.00

Consegna schede max 3h

18 febbraio 2016 h 16.00-17.30

21 giugno 2016 h 10.00-11.30

CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera b)

Consiglio di classe (Docenti impegnati in relazione alle proprie classi)

14 ottobre 2015 Consiglio di classe (h3.00)

Risultati prove ingresso

Corsi C/D dalle ore 15.00 alle ore 18.00

15 ottobre 2015 Consiglio di classe (h3.00)

Risultati prove ingresso

Corsi A/B dalle ore 15.00 alle ore 18.00

16 ottobre 2015 Consiglio di classe (h1.00)

Risultati prove ingresso

Corso E dalle ore 15.00 alle ore 16.00

5 novembre 2015 Insediamento componente genitori del

Consiglio di classe (h2,15)

Corso B dalle ore 16.45 alle ore 19.00

9 novembre 2015 Insediamento componente genitori del

Consiglio di classe (h2,15)

Corso A dalle ore 15.00 alle ore 17.15

10 novembre 2015 Insediamento componente genitori del

Consiglio di classe (2,15)

Corso C dalle ore 15.00 alle ore 17.15

11 novembre 2015 Insediamento componente genitori del

Consiglio di classe (h3.45)

Corsi D/E dalle ore 15.00 alle ore 18.45

18 gennaio 2016 Consiglio di classe (h3.00)

Corsi A/B dalle ore 15.00 alle ore 18.00

19 gennaio 2016 Consiglio di classe (h2.30)

Corsi D/E – dalle ore 15.00 alle ore17.30

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20 gennaio 2016 Consiglio di classe (h1.30)

Corso C dalle ore 15.00 alle ore 16.30

14 marzo 2016 Consiglio di classe (h3.00)

Corsi A/B dalle ore 15.00 alle ore 18.00

15 marzo 2016 Consiglio di classe (h2.30)

Corsi D/E – dalle ore 15.00 alle ore17.30

16 marzo 2016 Consiglio di classe (h1.30)

Corso C dalle ore 15.00 alle ore 16.30

2 maggio 2016 Consiglio di classe + genitori (h2.15)

Corso A dalle ore 15.00 alle ore 17.15

3maggio 2016 Consiglio di classe + genitori (h2.15)

Corso B dalle ore 15.00 alle ore 17.15

4 maggio 2016 Consiglio di classe + genitori (h3.45)

Corsi D/E dalle ore 15.00 alle ore 18.45

5 Maggio 2016 Consiglio di classe + genitori (h2.15)

Corso C dalle ore 15.00 alle ore 17.15

CCNL 2006/09 Art.29, comma 3, lettera c) non cumulabili alle lettere a) - b)

Scrutinio finale 1° quadrimestre

1 febbraio 2016 Scrutini 1° quadrimestre + compilazione pagelle

Corso A dalle ore 15.00 alle ore 18.00

2 febbraio 2016 Scrutini 1° quadrimestre + compilazione pagelle

Corso B dalle ore 15.00 alle ore 18.00

3 febbraio 2016 Scrutini 1° quadrimestre + compilazione pagelle

Corso E dalle ore 15.00 alle ore 17.00

8 febbraio 2016 Scrutini 1° quadrimestre + compilazione pagelle

Corso C dalle ore 15.00 alle ore 18.00

9 febbraio 2016 Scrutini 1° quadrimestre + compilazione pagelle

Corso D dalle ore 15.00 alle ore 18.00

Scrutinio finale 2° quadrimestre

8 giugno 2016 SCRUTINIO Classi Terze + compilazione pagelle.

I docenti coordinatori avranno cura di predisporre la documentazione necessaria

3^A - ore 08.30 3^B - ore 09.30 3^C - ore 10.30 3^D - ore 11.30

9 giugno 2016 SCRUTINIO Classi Seconde

+ compilazione pagelle.

2^A - ore 08.30 2^B - ore 09.30 2^C - ore 10.30 2^D - ore 11.30 2^E - ore 12.30

10 giugno 2016 SCRUTINIO Classi Prime + compilazione pagelle.

1^A – ore 08.30 1^B - ore 09.30 1^C - ore 10.30 1^D – ore 11.30 1^E – ore 12.30

ESAMI Sabato 11 giugno 2016 PRELIMINARE h9.00-10.00

Lunedì 13 giugno 2016 INIZIO ESAMI SCRITTI

Giovedì 16 giugno 2016 Fine esami scritti + CORREZIONE PROVE SCRITTE

17 giugno 2016 Venerdì INVALSI + CORREZIONE

20 giugno 2016 Lunedì INIZIO ESAMI ORALI

Martedì 21 giugno 2016 CONSEGNA SCHEDE h10.00-12.00

Mercoledì 29 giugno 2016 RATIFICA

N.B. Eventuali variazioni al presente piano, saranno comunicate tempestivamente.

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ORGANIGRAMMA

Collaboratore Vicario

Collevecchio Antonella (Scuola Secondaria 1° Grado)

Coordinatori di plesso De Amicis Primaria: Di Gennaro Colleranesco Primaria: Mercadante Colleranesco Infanzia: Malatesta Gobelli Infanzia: D’Algenio – Di Stefano Bellocchio Infanzia: Gelsomini

Funzioni Strumentali:

CONTINUITA’ E ORIENTAMENTO:

Spalazzese-Samuele-Rastelli

INCLUSIONE:

Baldassarre

POF/PTOF/VALUTAZIONE:

Minissa-D’Emilio-Tomassini

TECNOLOGIA:

Di Gennaro

Referenti

Referente AUTOVALUTAZIONE

Referente SCUOLA-ADOZIONI

Referente BULLISMO

Referente SPORT-SALUTE

Referente MATEMATICA

Referente DIGIT SCHOOL

ANIMATORE DIGITALE

Coordinatori di

Interclasse n. 5 docenti

Coordinatori di classe

della scuola secondaria di

1° grado n.15 docenti

Coordinatore progetti

infanzia 1 docente

Coordinatori di Plesso N.2

D.S.G.A Di Lorenzo Riccardo

AREA

Amministrativa

Amministrativi

n. 5

Collaboratori

Scolastici

n. 16

Collegio Docenti

Ins. Scuola dell’Infanzia: n.29 Ins. Scuola Primaria: n.41 Ins. Scuola Sec. 1° Grado n.37 Docenti organico di diritto Docenti organico di fatto

n. 116 Docenti organico potenziato

n.6

Giunta esecutiva n.5

componenti

Consiglio di Istituto

n.18 componenti

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36

DOCENTI DI SOSTEGNO

DEI TRE ORDINI DI SCUOLA

Ordine di scuola

Plesso Docente Classi

Infanzia Colleranesco Trignani Barbara B

Bivio Bellocchio Gatti Valeria B

Gobelli Gialluca Patrizia B-D

Primaria Colleranesco Bianchi Manuela 2^U

Mercadante Vito 3^U

Galiè Sonia 4^U

Paolini Giorgia 5^U

De Amicis Astolfi Marcella 3^A

Calvarese Giulia 4^B

Cifeca Tania 2^B

Crocetti Ada 4^A-5^B

Di Giosia Simona 5^B-5^C

Di Natale Giulia 1^B-3^B

Di Sivestre Federica 4^C-5^C

Galiè Sonia 5^C

Gerardini Bruna 5^A-5^C

Mazzocca Giulia 3^B

Paolini Giorgia 3^C

Sistilli /Sperandio 3^C

Sc. Secondaria 1° Grado

Pagliaccetti

Angeloni 3^C

Baldassarre Splendora 1^D

Menzietti 1^C

Pietrofaccia Marina 1^B

Savoye Laura 1^A

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37

ASSEGNAZIONE DOCENTI

SCUOLA dell’INFANZIA A.S.2015/16

BIVIO BELLOCCHIO

SEZ.A SEZ.B SEZ.C Caldarella Valentini

Miroballo (I.R.C.)

Di Sipio Gelsomini

Gatti Valeria (sostegno) Mariani (I.R.C.)

Di Bonaventura D’Angelo

Gatti Valeria (sostegno) Miroballo (I.R.C.)

COLLERANESCO

SEZ.A SEZ.B SEZ.C Grassi

Spalazzese Mariani (I.R.C.)

Guercioni Morelli

Trignani Barbara (sostegno) Mariani (I.R.C.)

Malatesta Polci

Mariani (I.R.C.)

VIA GOBELLI

SEZ.A SEZ.B SEZ.C Piccioni

Luponetti Di Natale (I.R.C.)

Cirilli /Di Feliciantonio Di Pietro

Di Natale (I.R.C.) Gialluca (sostegno)

Pompa Di Stefano

Di Natale (I.R.C.)

SEZ.D SEZ.E SEZ.F Cordone Daniele

Di Natale (I.R.C.) Gialluca (sostegno)

Furii Settepanella

Di Natale (I.R.C.) Di Carlo (sostegno)

D’Algenio D’Annunzio

Di Natale (I.R.C.)

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38

ASSEGNAZIONE DOCENTI SCUOLA PRIMARIA

“DE AMICIS” A.S.2015/16 1^A 1^B 1^C

Franchini Pomponio

Pezzola De Carolis

Franchini Baldasserini

D’Angelo Pagano

De Carolis

D’Angelo Baldasserini

Pezzola Di Stefano

2^A 2^B 2^C

Di Pasquale Ruffini

Di Carlo Di Stefano

Di Pasquale Ruffini Orsini

Di Stefano

D’Ascenzo Di Giulio

De Carolis

3^A 3^B 3^C 3^D

Di Mattia Cianelli

D’Ascenzio Bolchini

De Carolis

Orsini Pomponio De Carolis Bolchini

Minissa Di Giulio Bolchini

Di Stefano

Di Mattia Cianelli Minissa Bolchini

De Carolis

4^A 4^B 4^C Di Carlo Franchi Bolchini

De Carolis

Menei Palandrani

Pagano De Carolis

Palandrani Menei Pagano

De Carolis

5^A 5^B 5^C Pezzola Franchi

Di Stefano

Di Gennaro D’Amario Pezzola

Di Stefano

Di Gennaro D’Amario

Menei Di Stefano

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ASSEGNAZIONE DOCENTI SCUOLA PRIMARIA

COLLERANESCO A.S.2015/16

1^U 2^U Pesce Toma

Samuele Bolchini

Di Stefano

Vagnozzi Toma

Petrongari Di Marco

Di Stefano

3^U 4^U Rapacchiale

Latini Samuele

Di Stefano

Petrongari Rapacchiale

Samuele Di Stefano

5^U 5^Z Pesce Latini

Samuele Bolchini

Di Stefano

Di Marco Vagnozzi Samuele

Di Stefano

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ASSEGNAZIONE DOCENTI SCUOLA SECONDARIA

“R. PAGLIACCETTI” - A.S.2014/15

DISCIPLINE 1^A 2^A 3^A ITALIANO MARINUCCI VOLLERO VOLLERO

STORIA MARINUCCI MARINUCCI MARINUCCI

GEOGRAFIA MARINUCCI MARINUCCI MARINUCCI

INGLESE DE FLAVIS DE FLAVIS DE FLAVIS

2^ LINGUA: Spagnolo VERDECCHIA VERDECCHIA VERDECCHIA

MATEMATICA EMANCIPATO EMANCIPATO EMANCIPATO

SCIENZE EMANCIPATO EMANCIPATO EMANCIPATO

TECNOLOGIA ITALIANI ITALIANI ITALIANI

ARTE MONACO MONACO MONACO

MUSICA COLLEVECCHIO

ED. FISICA ROSA ROSA ROSA

IRC SCAMURRA SCAMURRA SCAMURRA %

DISCIPLINE 1^B 2^B 3^B ITALIANO BARTOLACCI TRIBUIANI BARTOLACCI

STORIA BARTOLACCI BARTOLACCI BARTOLACCI

GEOGRAFIA BARTOLACCI BARTOLACCI BARTOLACCI

INGLESE TOMASSINI TOMASSINI TOMASSINI

2^ LINGUA Spagnolo-Tedesco

VERDECCHIA Spagnolo

VERDECCHIA Spagnolo

VERDECCHIA-TOMASSINI

Spagnolo-Tedesco

MATEMATICA FIORETTI FIORETTI FIORETTI

SCIENZE FIORETTI FIORETTI FIORETTI

TECNOLOGIA RASTELLI RASTELLI RASTELLI

ARTE MONACO MONACO MONACO

MUSICA COLLEVECCHIO

ED. FISICA ROSA ROSA ROSA

IRC SCAMURRA SCAMURRA SCAMURRA %

DISCIPLINE 1^C 2^C 3^C ITALIANO VOLLERO TRIBUIANI TRIBUIANI

STORIA CIPRIETTI D’EMILIO D’EMILIO

GEOGRAFIA TRIBUIANI D’EMILIO D’EMILIO

INGLESE TOMASSINI TOMASSINI TOMASSINI

2^ LINGUA Francese

ROMANI Francese

ROMANI Francese

ROMANI Francese

MATEMATICA D’ANTONIO D’ANTONIO D’ANTONIO

SCIENZE D’ANTONIO D’ANTONIO D’ANTONIO

TECNOLOGIA RASTELLI RASTELLI RASTELLI

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ARTE MONACO MONACO MONACO

MUSICA COLLEVECCHIO BECCACECI

ED. FISICA ROSA ROSA ROSA

IRC SCAMURRA SCAMURRA SCAMURRA

%

DISCIPLINE 1^D 2^D 3^D ITALIANO DI GIACOMO CRISCI CIPRIETTI

STORIA CIPRIETTI D’EMILIO D’EMILIO

GEOGRAFIA CIPRIETTI CIPRIETTI CIPRIETTI

INGLESE DE FLAVIS DE FLAVIS DE FLAVIS

2^ LINGUA Spagnolo-Tedesco

VERDECCHIA Spagnolo

VERDECCHIA Spagnolo

VERDECCHIA-TOMASSINI

Spagnolo-Tedesco

MATEMATICA COLAGRANDE COLAGRANDE COLAGRANDE

SCIENZE COLAGRANDE COLAGRANDE COLAGRANDE

TECNOLOGIA RASTELLI RASTELLI RASTELLI

ARTE SANTA CROCE SANTA CROCE SANTA CROCE

MUSICA COLLEVECCHIO BECCACECI BECCACECI

ED. FISICA BROCCOLINI BROCCOLINI BROCCOLINI

IRC SCAMURRA SCAMURRA SCAMURRA %

DISCIPLINE 1^E 2^E ITALIANO CRISCI CRISCI

STORIA CRISCI SFREDDA

GEOGRAFIA SFREDDA

INGLESE TOMASSINI TOMASSINI

2^ LINGUA - Tedesco TOMASSINI TOMASSINI

MATEMATICA BINDI BINDI

SCIENZE BINDI BINDI

TECNOLOGIA

ARTE SANTA CROCE SANTA CROCE

MUSICA BECCACECI COLLEVECCHIO

ED. FISICA BROCCOLINI BROCCOLINI

IRC SCAMURRA SCAMURRA

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ORGANICO POTENZIATO

Tra le novità della Legge n.107 del 13 luglio 2015, va annoverato l’organico potenziato secondo quanto

indicato ai commi 7 e 95 dell’art.1 della legge indicata. Senza entrare nei meandri della scelta di detto

personale, si può brevemente specificare che esso è costituito dai docenti compresi nella cosiddetta FASE

C, assegnati alle scuole in base alle priorità indicate dalle singole istituzioni ed in base al numero degli

alunni ed altri parametri. Nell’ambito del collegio del 5-10-2015, si è provveduto alla scelta delle priorità in

fatto di organico potenziato in stretta relazione, per quanto possibile, con le scelte educative dell’Istituto.

Le scelte sono state fatte in base alla Nota ministeriale n. 30549 del 21 settembre 2015:

Campi di Potenziamento Obiettivi Formativi comma 7

1 potenziamento umanistico

socio economico e per la

legalità

I) prevenzione e contrasto della dispersione scolastica,di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico; potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore;

2 potenziamento linguistico a) valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia Content Language

Integrated Learning;

4 potenziamento artistico e

musicale

c) potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte, nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, anche mediante il coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali settori;

f) alfabetizzazione all'arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini;

3 potenziamento scientifico b) potenziamento delle capacità matematico - logiche e scientifiche

5 potenziamento motorio g) potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati ad uno stile di vita sano,con particolare riferimento all'alimentazione ,all'educazione fisica e allo sport, e attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica;

6 potenziamento laboratoriale h) sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale,all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione

m) potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio (comma7, lettera i); valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l'interazione con le famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo settore;

I sei docenti dell’organico potenziato assegnati al nostro istituto, hanno assunto servizio nel mese di

dicembre e con date diverse.

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I DOCENTI DELL’ORGANICO POTENZIATO FASE C DEL NOSTRO ISTITUTO

COGNOME NOME CLASSE DI CONCORSO

DI NOMINA

TUTOR ASSEGNATO

ALLEGRA CAROLINA PRIMARIA COMUNE TOMA DANIELA

CATALANO MARIA PRIMARIA COMUNE MENEI GABRIELLA

TRAINA MARIA PRIMARIA COMUNE ORSINI AGATA

BECCACECI DAVIDE A032 COLLEVECCHIO ANTONELLA

GIOVANNETTI FRANCESCA A245 SCUOLA SECONDARIA 2° GRADO

ROMANI

LATTANZI DANILO A030

Il prof Lattanzi sostituisce il

prof. Gentile Stefano

(Org. Pot. c/o I.C. Martinsicuro)

I COMPITI DEI DOCENTI NEO ASSUNTI FASE C SOPRA INDICATI

PROGETTI DI:

Potenziamento

Recupero

Supporto educativo e didattico alle classi

Sviluppo delle attività per piccoli gruppi e a carattere laboratoriale Accompagnamento alunni BES o non ancora

certificati

ORE DA

PRESTARE

SUPPLENZE

BREVI

eventuali

(art.1 , comma

85 L.107/2015)

CORSI DI

RECUPERO E

POTENZIAMENTO

DESTINATARI Alunni della scuola primaria

16 ore

settimanali

6 SI

Alunni della scuola

secondaria

10h

settimanali

8

struttura I progetti saranno strutturato in lezioni antimeridiane in modo da coadiuvare i

docenti interessati che potranno intervenire sugli alunni che necessitano di aiuto.

La restante parte della classe sarà accompagnata dai docenti dell’organico

potenziato su attività già predisposte dai docenti di classe o su percorso stabile di

Cittadinanza e Costituzione.

La docente della classe A245 agirà in compresenza per le attività di

potenziamento.

spazi Aule

tempi

da programmare

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FLESSIBILITA’ ORGANIZZATIVA

Scuola primaria e secondaria

Secondo il D.P.R. 275 /99, nell’esercizio dell’autonomia didattica, le istituzioni scolastiche possono regolare

i tempi dell’insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più semplice

adeguato al tipo di studi e sui ritmi di apprendimento degli alunni.

A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e

tra l’altro:

l’articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina ed attività;

la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l’unità oraria della lezione e

l’utilizzazione, nell’ambito del curricolo obbligatorio di cui all’art. 8, degli spazi orari residui;

l’attivazione di percorsi didattici personalizzati, nel rispetto del principio generale dell’integrazione

degli alunni nel gruppo classe, anche in relazione agli alunni in situazione di handicap secondo

quanto previsto dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104.

Le insegnanti dell’Istituto a tal fine progettano varie tipologie di attività, ad esempio per classi aperte, per

percorsi laboratoriali, permettendo raggruppamenti di alunni per classi parallele e per classi di età diversa.

Con la presenza di docenti dell’organico potenziato, nel rispetto delle scelte di ognuno, si favorisce una

flessibilità aperta, valorizzata settimana per settimana in modo da rispondere nel migliore dei modi, nel

rispetto delle esigenze degli studenti. Sarà possibile, laddove necessario, superare il monte orario

settimanale e recuperare le ore già espletate in altra data.

Dopo mesi di dibattito, attraverso numerose riunioni del Consiglio di Istituto e ancor più numerosi articoli,

molto negativi e dispregiativi sui diversi quotidiani locali, nonché pagine facebook, testate on line oltreché

incontri in comune e presso l’USP di Teramo, è iniziata l’esperienza della settimana corta alla scuola

secondaria di 1° grado e a partire dal mese di febbraio 2016, secondo quadrimestre, inizierà anche per la

scuola primaria.

L’esperienza presso la scuola secondaria è stata dettata soprattutto dalla necessità di individuare una

soluzione a problemi di sicurezza legati al fatto che il trasporto degli alunni ha orari non appropriati rispetto

all’inizio delle lezioni. Moltissimi alunni erano costretti ad aspettare l’inizio delle lezioni per circa un ‘ora,

affidati ad alcuni assistenti non appropriati nel rapporto numerico.

L’esperienza è stata osteggiata in ogni modo da un gruppo di genitori e da alcuni docenti, contribuendo

questi ultimi a rimandare all’esterno un’immagine della scuola molto negativa. Soprattutto, è stata da loro

proposta alla pubblica diffamazione una figura di dirigente scolastica incapace di ascoltare le esigenze di

tutti.

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ORGANIZZAZIONE

DEI TEMPI E DEGLI SPAZI

SCUOLA DELL’INFANZIA

SPAZI

Sezione: con angoli di gioco libero e strutturato; angoli laboratorio; angolo per la conversazione;

Mensa: uno spazio appositamente strutturato per la fruizione del pasto;

Servizi igienici: fruibili autonomamente dal bambino

Atrio: con angoli di gioco per grande movimento

Spazi esterni alla scuola (giardino-cortile): da usufruire per attività di gioco libero e strutturato

Spazi nel territorio: dove poter effettuare uscite didattiche e gite di istruzione. Non tutte le scuole hanno a disposizioni spazi interni e esterni da organizzare secondo la tabella sopra indicata. Gli spazi esistenti quindi non avranno caratteristica definita e stabile per tutto l’anno scolastico, ma saranno spazi semi-strutturati, passibili cioè, di cambiamento sia nell’arco della giornata che nell’arco dell’anno scolastico a seconda delle necessita di apprendimento e di vita scolastica del bambino.

TEMPI

Micro tempi: i momenti che scandiscono la giornata scolastica sono di fatto una successione di micro tempi ordinata ed intenzionale:

o accoglienza (8,30-9,30): l’arrivo a scuola caratterizzato dalle attività in cui il bambino riprende contatto con l’ambiente scolastico;

o attività antimeridiane (9,30-12,00): il momento in cui vengono sviluppati i progetti didattici con attività grafico – pittoriche – plastiche – drammatiche – teatrali – motorie;

o attività di routine (pranzo) (12,00-13,30): momento di alta iterazione sociale con cui il bambino ha gli strumenti per interpretare gli eventi e categorizzare persone e ruoli (C. Pontecorvo);

o attività pomeridiane (13,30-15,30): caratterizzate da un primo momento di transizione in cui i bambini possono accedere agli angoli di gioco o di attività strutturate, un secondo momento in cui si possono essere continuate attività del mattino o intrapresi giochi di movimento o in giardino;

o commiato (15,30-16,30): il momento in cui il gruppo sezione si ricompone prima di lasciarsi, ci si prepara per gli scuolabus o per l’arrivo dei genitori.

Macro tempi: sono i tempi che caratterizzano la progettazione di un intero anno scolastico:

o L’inserimento dei bambini (Progetto Accoglienza, settembre-ottobre circa) periodo dedicato all’inserimento dei bambini con particolare riferimento ai nuovi iscritti;

o Svolgimento dei progetti didattici (novembre-maggio) che possono essere curriculari, trasversali e laboratoriali;

o Progettazione: che si esplica con incontri periodici delle insegnanti durante l’anno scolastico;

o Verifica e valutazione: in cui, oltre l’osservazione dell’efficacia della progettazione effettuata sull’apprendimento dei bambini, vanno pure inseriti i rapporti con le famiglie.

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SERVIZI GENERALI E AMMINISTRATIVI

Nell’Ufficio di Segreteria del Circolo operano n.5 Assistenti Amministrativi coordinati dal Direttore S.G.A. Il

loro orario di servizio è di 36 ore settimanali e si svolge secondo la seguente modalità:

Personale Orario Lavorativo

(tutti i giorni)

Orario ricevimento

Utenza Interna Utenza Esterna

1 D.S.G.A. 8.00/14.00 8.30/13.30 8.30/13.30

1 Assistente Amm.vo 7.30/13.30 8.00/9.00 12/ 13.00

10.30/12.30

4 Assistenti Amm.vi 7.45/13.45 Rientri: Lunedì, Martedì dalle 15.00 alle 18.00

Tale personale garantisce nel suo operare:

Competenza.

Disponibilità.

Celerità delle procedure.

Trasparenza.

Riduzione dei tempi di attesa allo sportello.

Flessibilità degli orari dell’ufficio a contatto con il pubblico.

Privacy.

PREFESTIVI E RECUPERI DEL PERSONALE DI SEGRETERIA

MESE GIORNI

8 giornate di PREFESTIVI DICEMBRE 2015 7 dicembre 2015 24 dicembre 2015 31 dicembre 2015

GENNAIO 2016 2 gennaio 2016 5 gennaio 2016

MARZO 2016 26 marzo 2016

8 giorni di RECUPERI (a seguito dei pomeriggi di apertura della scuola nel corso dell’anno)

LUGLIO 2 – 9 - 16 – 23 - 30 luglio 2016

AGOSTO 6 – 13 - 20 – 27 agosto 2016

Totale di 15 giorni, ovvero 90h Il DSGA assicura la continua apertura della segreteria.

La Dirigenza - Ricevimento

Il DS riceve su appuntamento, nel rispetto delle esigenze di ognuno e nei limiti degli impegni istituzionali.

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COLLABORATORI SCOLASTICI

I COLLABORATORI SCOLASTICI sono assegnati ai plessi secondo la seguente tabella:

La pulizia delle scuole primarie e dell’infanzia viene assicurata da addetti di una ditta esterna alla scuola.

L’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova ha partecipato al programma “Scuole Belle”.

PLESSI COLLABORATORI ex L.S.U

Sc. Primaria “De Amicis” 16 classi su 3 piani

+ uffici segreteria e direzione 4 1

Colleranesco Primaria 6 classi su 1 piano

1 0

Colleranesco Infanzia 3 sezioni 2 0

Via Gobelli Infanzia 6 sezioni 3 2

B. Bellocchio Infanzia 3 sezioni 2 0

Scuola Sec. 1° Grado: 14 classi su 3 piani articolati + palestra esterna alla scuola

+ indirizzo musicale pomeridiano

4 1

16 4

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SERVIZI AGGIUNTIVI

La scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo Grado, in accordo con gli enti

comunali, offrono alla famiglie i seguenti servizi aggiuntivi:

SERVIZIO PRE-SCUOLA: 1 ora prima dell’orario scolastico

SERVIZIO POST-SCUOLA: 1 ora / 30 minuti a partire dalla fine dell’orario scolastico

Il servizio è garantito da operatrici esterne alla scuola ed è a pagamento.

E’ inoltre attivo il SERVIZIO TRASPORTO SCUOLABUS per tutti gli alunni che ne fanno richiesta. Il servizio dipende dall’ufficio preposto del Comune e prevede il pagamento per tutto l’anno scolastico.

I tre plessi di scuola dell’infanzia hanno inoltre orari di apertura e chiusura diversificati, dando la possibilità

alle famiglie di scegliere il plesso in base alle proprie esigenze.

Plesso BIVIO BELLOCCHIO: h8.00-16.00

Plesso COLLERANESCO: h.8.20-16.20

Plesso GOBELLI: h8.30-16.30

Dall’a.s.2014-2015 è attivo un SERVIZIO MENSA, garantito dalla cucina interna della scuola dell’infanzia di Colleranesco, per gli alunni di scuola primaria che hanno bisogno di pranzare a scuola a causa delle esigenze lavorative dei genitori. Il servizio è stato fortemente voluto da un gruppo di mamme lavoratrici della scuola primaria di Colleranesco che, attraverso l’interessamento della dirigente scolastica, hanno potuto intrattenere una giusta relazione con il Comune e con i responsabili della ditta fornitrice dei pasti nelle tre scuole dell’infanzia. Gli alunni che si fermano a pranzo sono aiutati da una assistente appositamente nominata. Ogni giorno devono munirsi di un ticket di €2,50 che, nel corso della mattinata, viene ritirato dal collaboratore scolastico affinché le cuoche della scuola dell’infanzia possano preparare il pranzo che viene servito intorno alle ore 13.00, subito dopo il pranzo dei bambini della scuola dell’infanzia.

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INCARICHI DOCENTI

COORDINATRICI

DEL CONSIGLIO

D’INTERCLASSE

SCUOLA “E. DE AMICIS” Classi 1e: ins. Baldasserini

Classi 2e: ins. Di Pasquale

Classi 3e: ins. Di Mattia

Classi 4e: ins. Pagano

Classi 5e: ins. D’Amario

SCUOLA COLLERANESCO ins. Mercadante

COORDINATRICI DEI PLESSI

DI SCUOLA DELL’INFANZIA

SCUOLA BIVIO BELLOCCHIO ins. Gelsomini

SCUOLA COLLERANESCO ins. Malatesta

SCUOLA VIA GOBELLI ins. D’Algenio – Di Stefano

COORDINATORI CONSIGLIO

DI CLASSE DI SCUOLA

SECONDARIA DI 1° GRADO

CLASSE 1A EMANCIPATO

CLASSE 2A MARINUCCI

CLASSE 3A VOLLERO

CLASSE 1B BARTOLACCI

CLASSE 2B FIORETTI

CLASSE 3B TRIBUIANI

CLASSE 1C D’ANTONIO

CLASSE 2C TOMASSINI

CLASSE 3C ELVIO ROSA

CLASSE 1D CIPRIETTI

CLASSE 2D CRISCI

CLASSE 3D D’EMILIO

CLASSE 1E BINDI

CLASSE 2E COLLEVECCHIO

INDIRIZZO MUSICALE MISTICONI

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COMMISSIONI

Commissione tecnica per apertura preventivi per uscite e viaggi.

Di Odoardo Carmen (DS)

Di Lorenzo Riccardo (DSGA)

Biancone Daniela (Assistente Amministrativo)

Commissioni dei docenti da confermare

INFANZIA PRIMARIA SECONDARIA

INCLUSIONE GIALLUCA

GERARDINI

CONTINUITA’ E ORIENTAMENTO

D’ANNUNZIO D’AMARIO

D’EMILIO

VALUTAZIONE (RAV) POF /PTOF

DI CARLO CIRILLI

MERCADANTE CIPRIETTI

TECNOLOGIA CIRILLI RASTELLI

AGGIORNAMENTO REGOLAMENTI

DI PIETRO

POMPONIO CRISCI

VIAGGI E USCITE + REGOLAMENTO

PICCIONI ORSINI

PROGETTI EUROPEI E RETI DI SCUOLE

GRASSI

DI GIOSIA

TOMASSINI

ORARIO CIANELLI DI MATTIA

N.12 docenti Tutor per i docenti neo immessi in ruolo di cui n.06 docenti in

organico potenziato.

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FUNZIONI STRUMENTALI

Le Funzioni Strumentali al P.O.F., originariamente Funzioni Obiettivo, sono nate con il CCNL

1998/2001, art. 28 e con il CCNI 1998/2001, art.37 (con l’allegato 3) che prevedeva

l’assegnazione ad ogni istituzione scolastica di risorse per non meno di 3 funzioni e non più di 4

secondo tipologie che tenevano conto della tipologia e delle dimensioni di tali istituzioni.

L’art.37 ai commi 1 e 2 indica il contingente. All’inizio i docenti che ricevevano l’incarico

dovevano impegnarsi a seguire una formazione specifica di 20 ore a livello provinciale e 10 a

distanza. Il cambio di denominazione avviene con il CCNL 2002/2005 artt.3 0 e 86 lett.e) e di

seguito con la C.M. 30-10-2003.attualmente sono regolate dal CCNL 2006/2009 art. 33. Le finalità

delle FS sono indicate dal comma 1 dell’art.33 che precisa: “Per la realizzazione delle finalità istituzionali

della scuola in regime di autonomia, la risorsa fondamentale è costituita dal patrimonio professionale dei

docenti, da valorizzare per la realizzazione e la gestione del POF dell’istituto e per la realizzazione di progetti

formativi d’intesa con enti e istituzioni esterni alla scuola.”

Le funzioni sono identificate, all’inizio dell’anno scolastico, con delibera del Collegio dei Docenti

e in coerenza con il Piano dell’Offerta Formativa seppure,a quest’epoca, esso non sia ancora

pronto. E’ il collegio a deciderne le aree di pertinenza il numero, la data di scadenza per la

presentazione delle candidature, i criteri di attribuzione, gli obiettivi di massima da raggiungere,

i destinatari.

Il DS può inviare un formale invito ai docenti a presentare la propria candidatura allegando un

semplice modello di domanda e richiedendo anche delle specifiche competenze sul piano

relazionale, organizzativo. Attualmente rispetto al passato le Funzioni Strumentali sono

svincolate dalle scelte che un tempo erano collegate a precise indicazioni del CCNL. A fine anno i

docenti con incarico di Funzione Strumentale redige una relazione del lavoro svolto.

Per ogni incarico svolto è previsto un compenso accessorio a carico del Fondo di Istituto, definito

in sede di contrattazione integrativa d’istituto.

Funzioni Strumentali

CONTINUITA’ E ORIENTAMENTO

Scuola dell’Infanzia Spalazzese

Scuola Primaria Samuele

Scuola Sec 1° grado Rastelli

INCLUSIONE Scuola Sec. 1° grado Baldassarre

Scuola Primaria //

Scuola dell’infanzia //

VALUTAZIONE E POF-PTOF Scuola dell’Infanzia //

Scuola Primaria Minissa

Scuola Sec 1° grado D’Emilio-Tomassini

TECNOLOGIA Scuola Primaria Di Gennaro

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OBIETTIVI FUNZIONI STRUMENTALI

AREA AZIONI

CONTINUITA’ e ORIENTAMENTO

Predispone il progetto di Orientamento e di Continuità.

Cura i raccordi tra i vari ordini di scuola.

Cura l’organizzazione dei vari open day.

Cura l’aggiornamento delle schede di passaggio da un ordine all’altro di

scuola.

Cura l’organizzazione dei piani d’accoglienza e di inserimento degli alunni .

Coordina il lavoro dei dipartimenti.

Cura l’osservazione del percorso scolastico degli alunni anticipatari dal

primo ingresso nella scuola dell’infanzia all’uscita dal primo ciclo.

INCLUSIONE

INCLUSIONE

Collabora con il DS alla stesura del Piano Annuale di Inclusione (PAI).

Collabora con i docenti interessati alla stesura dei PDP dei vari alunni

Cura le relazioni con le famiglie.

Cura l’aggiornamento della scheda di osservazione/rilevazione dei BES.

Cura le relazioni con l’unità Multidisciplinare e con l’assistente sociale del

Comune ed altri esperti.

Collabora con il docente referente per il bullismo.

Collabora con i docenti che curano gli sportelli ascolto e nutrizione.

Rappresenta il Ds negli incontri di livello regionale e provinciale dedicati alle

tematiche dell’inclusione.

POF-PTOF e VALUTAZIONE

Cura tutto quanto necessario per il processo di autovalutazione / RAV

secondo quanto dettato dalla normativa in collaborazione con il DS e con i

docenti formati nell’a.s.2014-2015

Collabora con il DS alla stesura del Piano di Miglioramento.

Cura l’organizzazione dei materiali necessari all’espletamento delle prove

INVALSI e l’organizzazione della loro correzione

Cura la lettura dei risultati di ritorno delle prove INVALSI 2014-2015.

Collabora con il DS all’aggiornamento del POF.

Collabora con il DS alla stesura del PTOF.

Cura la stesura delle brochure di presentazione del POF e del PTOF per

informare le famiglie.

Cura l’informazione sul contenuto dei vari documenti presso i colleghi.

TECNOLOGIA

Cura l’aggiornamento periodico del sito della scuola.

Cura il proprio aggiornamento prof.le e la conseguente formazione dei

docenti dell’istituto in base alle loro potenzialità.

Rappresenta il DS negli incontri dedicati a livello regionale e provinciale.

Cura la rete robotica in collaborazione con i docenti della scuola

dell’infanzia.

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Tutti i docenti impegnati con le diverse Funzioni Strumentali, saranno coinvolti nei vari processi e

lavoreranno insieme.

Al termine dell’anno scolastico i docenti FS, producono una dettagliata relazione del lavoro svolto

che viene consegnata al dirigente scolastica, almeno una settimana prima del collegio finale.

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DIPARTIMENTI DEL COLLEGIO

Per poter realizzare in modo adeguato la propria offerta formativa, l’Istituto si è dato una forma

organizzativa basata su dipartimenti e gruppi di lavoro, importanti per realizzare appieno un clima di

collaboratività e di crescita. I dipartimenti sono stati costituiti a partire dall’a.s .2013-2014 e, nel corso di

questi ultimi anni, i gruppi di docenti di scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° Grado, lavorando

insieme, hanno:

letto e analizzato

o le Nuove Indicazioni (D.M. n.254 del 16/11/2012),

o la Buona Scuola (pubblicata il 3 settembre 2014),

o la legge n.107 del 13/07/2015,

o altre normative;

stilato un curricolo verticale suddiviso per discipline;

organizzato un world cafè;

realizzato anche momenti di coordinamento con il territorio.

I docenti hanno in programma la revisione del lavoro già iniziato rispetto ad una visione in verticale dello

sviluppo delle diverse discipline, teso al miglioramento del lavoro educativo e didattico di tutti i docenti.

Quest’anno i docenti sono impegnati, suddivisi in gruppi di studio, nell’analisi del testo della L.107/2015 ed

in particolare del comma 129 dedicato al comitato di valutazione e del comma 181, lettera e).

Per quest’ultimo comma è impegnato, in particolare, il dipartimento di scuola dell’infanzia relativo al

percorso zero-sei.

Si ricorda che con l’espressione “dipartimenti disciplinari” si intendono quegli organismi collegiali, formati

dai docenti che appartengono alla stessa disciplina o area disciplinare, preposti per prendere decisioni

comuni su determinati aspetti importanti della didattica. L’istituzione dei dipartimenti è prevista dal D.L.vo

n.297/1994 Testo unico, che all'art. 7 recita: "Il collegio dei docenti si articola in dipartimenti disciplinari e

interdisciplinari e in organi di programmazione didattico-educativa e di valutazione degli alunni". Con il

D.P.R. 275/1999 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi

dell’art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, cominciano a fare capo al Collegio dei docenti dei gruppi di

lavoro o commissioni di studio, cosiddetti dipartimenti disciplinari e interdisciplinari, che hanno la funzione

di formulare delle proposte che poi sono rese definitive in sede di collegio dei docenti costituendo un

indirizzo per tutti i consigli di classe. Alcuni li chiamano “gruppi di lavoro”, “gruppi di studio” o

“commissioni” ed altri ancora “dipartimenti” ma il senso non cambia. Nei Regolamenti attuativi del

15/3/2010, D.P.R. 87-88-89, la riforma Gelmini ha previsto i Dipartimenti disciplinari e interdisciplinari. Il

dipartimento ha portato, molto spesso, alla nascita della figura del coordinatore di dipartimento ricoperta

in generale da docenti esperti in campo didattico e capaci di partecipare all’organizzazione dei lavori di

questa articolazione del collegio. Deve essere un profondo conoscitore della normativa e delle ultime

innovazioni.

.

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RAPPORTI SCUOLA-FAMIGLIA

CONTRATTO FORMATIVO Si è iniziato a parlare di Contratto Formativo con La Carta dei Servizi Scolastici, DPCM del 7-6-1995, in

particolare si riporta il testo parte I- art.7.”Area Didattica” comma 6, lettera B:

Il Contratto formativo è una dichiarazione esplicita di impegno reciproco assunto da scuola, allievo e

famiglia rispetto al progetto educativo

Esso si stabilisce in particolare tra il docente e l’allievo, ma coinvolge l’intero consiglio di classe e interclasse,

gli organi dell’istituto, i genitori, gli enti esterni preposti ed interessati al servizio scolastico. Sulla base del

contratto formativo, elaborato nell’ambito ed in coerenza degli obiettivi formativi definiti ai diversi livelli

istituzionali:

l’allievo deve conoscere:

- gli obiettivi didattici ed educativi del suo curricolo

- il percorso per raggiungerli

- le fasi del suo curricolo

il docente deve:

- esprimere la propria offerta formativa

- motivare il proprio intervento didattico

- esplicitare le strategie, gli strumenti di verifica, i criteri di valutazione

il genitore deve:

- conoscere l’offerta formativa

- esprimere pareri e proposte

- collaborare nelle attività.

Il contratto formativo è un percorso che può durare tutto l’anno scolastico o parti di esso e si condivide

soprattutto nei momenti di incontro scuola-famiglia.

Rispetto al modello sopra delineato che contiene principi generali, esso può essere declinato in modo da

essere personalizzato per ogni alunno o classe a seconda delle problematiche e dell’assunzione di

responsabilità che esso deve promuovere.

Nel passare degli anni si è creata una sorta di confusione con l’espressione “Patto di corresponsabilità”

contenuta primariamente nel D.P.R. n.235 del 21/11/2007 - “Regolamento recante modifiche ed

integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249,concernente lo statuto delle

studentesse e degli studenti della scuola secondaria. Modifiche agli artt. 4-5 e aggiunta dell’art.5bis con il

patto di corresponsabilità e la giornata della scuola”.

Alcune istituzioni scolastiche preferiscono parlare del Contratto Formativo come di un Patto di

Corresponsabilità per cui viene prodotto un solo documento. In altre scuole si producono due diversi

documenti, riservando al Contratto la parte dedicata ai doveri da rispettare.

L’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova, sceglie di portare avanti la linea del Patto Educativo di

Corresponsabilità, producendo un solo documento che, di classe in classe può essere modificato in

relazione ai bisogni reali degli alunni.

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PATTO EDUCATIVO DI

CORRESPONSABILITA’ (art.3 DPR 21 novembre 2007, n. 235)

La normativa che ha portato alla costruzione del Patto di Corresponsabilità è abbastanza articolata:

o DPCM 7-6-1995, Carta dei Servizi Scolastici

o C.M. 362 del 25/08/98 sull’uso dei telefoni cellulari.

o D.M. n. 5843/A3 del 16 ottobre 2006 “Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità”.

o D.P.R. n.249 del 24/6/1998 “Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della

scuola secondaria”.

o D.M. n.16 del 5 febbraio 2007 “Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione

del bullismo”.

o D.M. n.30 del 15 marzo 2007 “Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e

di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di

vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti”.

o D.P.R. n.235 del 21/11/2007 - “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del

Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249,concernente lo statuto delle studentesse e degli

studenti della scuola secondaria”. Modifiche agli artt. 4-5 e aggiunta dell’art.5bis con il patto di

corresponsabilità e la giornata della scuola.

Va ricordato che il Patto di Corresponsabilità Educativa, pur avendo origine dal contratto formativo

espresso nella Carta dei Servizi Scolastici del 1995 e da altre disposizioni, concretamente nasce da una

disposizione ministeriale, il D.P.R. 235 del 21 novembre 2007.

Esso è un insieme di regole e comportamenti che i soggetti protagonisti della comunità scolastica (studenti,

scuola e genitori) si impegnano a rispettare per la miglior riuscita del comune e parallelo progetto

educativo e didattico. Il patto fornisce la possibilità di costruire un rapporto di fiducia e di rispetto reciproci

e permette di innalzare la qualità dell’offerta formativa, di migliorare il processo educativo – didattico, il

processo formativo e l’autonomia personale dell’alunno per l’inserimento graduale nel territorio,

nell’ambiente interno ed esterno alla scuola.

Si tratta di un documento generale valido per tutta la comunità scolastica, ma può avere una sua

controparte nel singolo contratto formativo stipulato tra docenti, famiglia e singolo alunno o classe.

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PATTO DI CORRESPONSABILITA’

– Scuola, Genitori, Alunni –

Visto il D.M. n. 5843/A3 del 16 ottobre 2006 “Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità” Visti i D.P.R. n.249 del 24/6/1998 e D.P.R. n.235 del 21/11/2007 “Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria” Visto il D.M. n.16 del 5 febbraio 2007 “Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione del bullismo” Visto il D.M. n.30 del 15 marzo 2007 “Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti” si stipula con la famiglia dell’alunno il seguente patto educativo di corresponsabilità. OFFERTA FORMATIVA La scuola si impegna a Garantire un piano formativo basato su progetti ed iniziative volte a promuovere il benessere e il successo dello studente, la sua valorizzazione come persona, la sua realizzazione umana e culturale. La famiglia si impegna a Prendere visione del piano formativo, condividerlo, discuterlo con i propri figli, assumendosi la responsabilità di quanto espresso e sottoscritto. Lo studente si impegna a Condividere con gli insegnanti e la famiglia la lettura del piano formativo, discutendo con loro ogni singolo aspetto di responsabilità. RELAZIONALITA’ La scuola si impegna a Creare un clima sereno in cui stimolare il dialogo e la discussione, favorendo la conoscenza ed il rapporto reciproco tra studenti, l’integrazione, l’accoglienza, il rispetto di sé e dell’altro. Promuovere il talento e l’eccellenza, comportamenti ispirati alla partecipazione solidale, alla gratuità, al senso di cittadinanza. La famiglia si impegna a Condividere con gli insegnanti linee educative comuni, consentendo alla scuola di dare continuità alla propria azione educativa. Lo studente si impegna a Mantenere costantemente un comportamento positivo e corretto, rispettando l’ambiente scolastico inteso come insieme di persone, oggetti e situazioni. PARTECIPAZIONE La scuola si impegna a Ascoltare e coinvolgere gli studenti e le famiglie, richiamandoli ad un’assunzione di responsabilità rispetto a quanto espresso nel patto formativo. La famiglia si impegna a Collaborare attivamente per mezzo degli strumenti messi a disposizione dall’istituzione scolastica, informandosi costantemente del percorso didattico - educativo dei propri figli.

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Lo studente si impegna a Frequentare regolarmente i corsi e assolvere assiduamente agli impegni di studio. Favorire in modo positivo lo svolgimento dell’attività didattica e formativa, garantendo costantemente la propria attenzione e partecipazione alla vita della classe. INTERVENTI EDUCATIVI La scuola si impegna a Comunicare costantemente con le famiglie, informandole sull’andamento didattico- disciplinare degli studenti. Fare rispettare le norme di comportamento, i regolamenti ed i divieti, in particolare relativamente all’utilizzo di telefonini e altri dispositivi elettronici. Prendere adeguati provvedimenti disciplinari in caso di infrazioni. La famiglia si impegna a Prendere visione di tutte le comunicazioni provenienti dalla scuola, discutendo con i figli di eventuali decisioni e provvedimenti disciplinari, stimolando una riflessione sugli episodi di conflitto e di criticità. Lo studente si impegna a Riferire in famiglia le comunicazioni provenienti dalla scuola e dagli insegnanti. Favorire il rapporto e il rispetto tra i compagni sviluppando situazioni di integrazione e solidarietà. Le parti firmano impegnandosi a rispettare tutti i punti.

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CARTA D’IDENTITA’ DELLE SCUOLE SCUOLA DELL’INFANZIA

BIVIO BELLOCCHIO

COLLERANESCO VIA GOBELLI

Numero bambini: 75 Numero sezioni a tempo

ridotto: 0 Numero sezioni a tempo

normale: 3 Numero docenti: 6

Numero unità personale ATA: 2

L.S.U: 0

Numero bambini: 67

Numero sezioni a tempo ridotto: 0

Numero sezioni a tempo normale: 3

Numero docenti: 6 Numero unità personale ATA: 2

L.S.U: 0

Numero bambini: 159

Numero sezioni a tempo ridotto: 0

Numero sezioni a tempo normale: 6

Numero docenti: 12 Numero unità personale ATA: 2

L.S.U: 3

Docenti di sostegno n.3 Docenti di religione n.3

ORGANIZZAZIONE ORARIO LEZIONI

La scuola dell’infanzia, dall’inizio degli anni ’90, ha un modello di funzionamento settimanale dal

lunedì al venerdì. Detto modello può essere definito come precursore della cosiddetta “settimana

corta”. L’orario giornaliero è di 8 ore, con un totale di 40 ore settimanali.

Da un plesso all’altro sono state decise delle diversificazioni nell’orario di inizio e di fine giornata

per meglio rispondere alle esigenze delle famiglie.

BIVIO BELLOCCHIO: dalle h8.00 alle h16.00

COLLERANESCO: dalle h8.20 alle h16.20

GOBELLI: dalle h8.30 alle h16.30

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SCUOLA PRIMARIA

DE AMICIS COLLERANESCO Numero alunni: 389 Numero classi: 17

Numero unità personale ATA: 5 Amministrativi + 3 collaboratori scolastici

L.S.U: 1

Numero alunni: 98 Numero classi: 6

Numero unità personale ATA: 1 L.S.U: 0

Numero docenti: 40 con 3 docenti dell’organico potenziato Docenti IRC : 2

Docenti sostegno n.14

ORGANIZZAZIONE ORARIO LEZIONI La scuola primaria, a partire dal secondo quadrimestre, darà inizio all’esperienza della cosiddetta “settimana corta” con un orario diversificato nei due plessi della primaria: COLLERANESCO: dalle 8.00 alle 13.30 dal lunedì al giovedì e il venerdì dalle 8:00 alle 13:00 DE AMICIS: dal lunedì al giovedì , dalle 8.20 alle 13.20, e il venerdì dalle 8:20 alle 15:50. Ogni giorno sono previste due pause. Nel plesso di Colleranesco è attiva una mensa quotidiana per gli alunni i cui genitori hanno orari di lavoro molto particolari. Detti alunni restano a scuola fino alle ore 15:00.

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SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO

SCUOLA MEDIA STATALE “R. PAGLIACCETTI” Numero alunni: 333 Numero classi: 14

Numero docenti: 39 Numero unità personale ATA: 4

L.S.U: 1

ORGANIZZAZIONE ORARIO LEZIONI In data 23 novembre 2015 è iniziata una nuova organizzazione scolastica fondata sulla settimana corta, dal lunedì al venerdì. La giornata scolastica è organizzata dalle ore 8.00 alle ore 14.00 con due intervalli, alle ore 9.55 e alle 11.55. Inoltre, per ogni giornata sono presentate tre discipline con una scansione oraria di due ore . Un solo giorno alla settimana gli alunni sono impegnati con 4 discipline in conseguenza del la 3^ ora di inglese e dell’ora di IRC. I docenti sono invitati a rispettare pedissequamente la normativa relativa ai compiti a casa in modo da non appesantire il pomeriggio e i week end degli alunni.

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CARATTERISTICHE STRUTTURALI

DEGLI EDIFICI Plesso Bivio Bellocchio

Infanzia 3 aule

1 aula multimediale

1 cucina

1 refettorio

1 palestra

Plesso Colleranesco

Infanzia 3 aule

1 aula multimediale

1 cucina

1 refettorio

1 palestra in comune con la primaria

spazio verde

Primaria 6 aule

1 aula multimediale

1 palestra in comune con la sc. Dell’infanzia

spazio verde

Plesso De Amicis

Primaria 16 aule attive

1 aula multimediale

1 aula informatica

1 aula x sportello di counseling

1 biblioteca + postazione PC

1 palestra

2 aule laboratorio

Plesso Via Gobelli Infanzia 7 aule

1 aula multimediale

1 cucina

1 refettorio

spazio verde

Plesso Scuola Sec. 1° Grado

Scuola Media Pagliaccetti” 14 aule

1 aula multimediale

1 aula informatica

1 biblioteca

1 aula professori

1 aula magna per riunioni e altro

3 aule per musica strumentale

1 aula laboratorio di artistica

1 aula lab. di tecnologia

2 aule per interventi individualizzati

1 archivio

3 stanze ex segreteria

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LA SICUREZZA A SCUOLA

L’istituto comprensivo n.1 di Giulianova, per la sua stessa collocazione territoriale, annovera gli edifici

scolastici più antichi dell’intero paese. E’ il caso della scuola primaria “De Amicis”, un edificio al centro

del Belvedere, che risale ai primissimi anni del ‘900; la scuola primaria con annessa scuola dell’Infanzia di

Colleranesco, un edificio anch’esso risalente ai primi anni ’50 o la scuol a di Bivio Bellocchio risalente al

periodo fascista. Sono edifici che attualmente non rispondono più alle caratteristiche e necessità della

nuova scuola. La Scuola Primaria “De Amicis” presenta un annoso problema legato ai piccioni e ai loro

escrementi. Problema che quest’anno ha determinato la chiusura di una delle uscite della scuola stessa

con conseguente disagio per tutti gli alunni. Il problema dei piccioni sembra inoltre di difficile gestione e

soluzione.

Molti sono i punti dolenti variamente segnala ti, ma l’Amministrazione ha tempi piuttosto lenti nel

prendere delle decisioni. Da anni in ottemperanza alla normativa, D.Lgs 81/08 e successive modificazioni,

viene redatto il Documento di valutazione dei rischi (DVR) e suoi aggiornamenti con l’aiuto del

Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP).

Il RSPP dell’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova è l’ing.prof. Marco Di Michele, persona estremamente

scrupolosa e competente, con contratto rinnovato anche per l’anno scolastico 2014/15.

Il Responsabile dei Lavoratori per la sicurezza è l’ins. Daniela Di Gennaro.

Per i nuovi arrivati, docenti ed ATA, ogni anno si organizzano dei corsi di formazione.

Si realizzano almeno due prove di evacuazione per tutti gli alunni ed il personale.

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IL CURRICOLO

Il curricolo organizza e descrive l’intero percorso formativo unitario che uno studente compie, dalla scuola

dell'infanzia alla scuola secondaria. In esso sia i processi cognitivi che quelli relazionali si intrecciano e si

fondono seguendo un processo al tempo stesso unitario, graduale e coerente, continuo e progressivo,

verticale e orizzontale. L’unitarietà del percorso non dimentica le caratteristiche dei diversi momenti

evolutivi del processo di apprendimento di ogni singolo alunno e studente.

“L’offerta formativa dell’Istituto Comprensivo mira “alla promozione del pieno sviluppo della persona,

accompagna gli alunni nell’elaborare il senso della propria esperienza, promuove la pratica consapevole

della cittadinanza attiva e l’acquisizione degli alfabeti della cultura di base”.

(Indicazioni Nazionali per il Curricolo)

Nella C.M.22 del 26 agosto 2013 sulle misure di accompagnamento delle Indicazioni Nazionali 2012 si legge:

“L'emanazione delle Indicazioni implica una coerente rielaborazione del curricolo delle istituzioni scolastiche

che tenga conto del profilo dello studente, dei traguardi di sviluppo delle competenze, resi ora prescrittivi, e

degli obiettivi di apprendimento. L’adozione delle Indicazioni nazionali va considerata come attività

ordinaria. Tuttavia la loro attuazione costituisce una preziosa opportunità per approfondire alcuni nodi

culturali, didattici, organizzativi e professionali di particolare rilievo.”

Secondo Piero Cattaneo “ Il Curricolo d’Istituto è espressione della libertà di insegnamento e dell’autonomia

scolastica e, al tempo stesso, è quella parte del POF che esplicita le scelte didattiche della Comunità

scolastica che qualificano e caratterizzano l’identità dell’istituto. Nella prospettiva degli Istituti comprensivi

prende piede l’idea di curricolo d’istituto verticale inteso non come semplice SOMMATORIA dei tre curricoli

(infanzia, primaria e secondaria di primo grado) ma come “RISULTANTE” delle scelte culturali, pedagogiche,

metodologiche e disciplinari caratterizzanti il percorso formativo di ciascun allievo.”

Ogni scuola predispone il curricolo all’interno del Piano dell’offerta formativa, di cui rappresenta il cuore

didattico, attraverso alcune operazioni fondamentali, dal Profilo dello studente previsto al termine del

primo ciclo di istruzione descrive in forma essenziale le COMPETENZE riferite alle discipline di

insegnamento e al piano esercizio della cittadinanza che un ragazzo deve mostrare di possedere al termine

del primo ciclo di istruzione. Nel capitolo L’ ”organizzazione del curricolo” si legge che:

“Nel rispetto e nella valorizzazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, le Indicazioni costituiscono il

quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole. Sono un TESTO APERTO, che la

comunità professionale è chiamata ad assumere e contestualizzare, elaborando specifiche SCELTE,

RELATIVE A CONTENUTI, METODI, ORGANIZZAZIONE e VALUTAZIONE coerenti con i TRAGUARDI FORMATIVI

previsti dal Documento Nazionale.”

Sulla base delle ”Indicazioni per il Curricolo, per la Scuola dell’Infanzia e il Primo Ciclo di Istruzione”, D.M.

254/2012, i docenti dei tre ordini di scuola del nostro comprensivo, riuniti in appositi dipartimenti /

commissioni didattiche, hanno elaborato il CURRICOLO VERTICALE delle singole discipline, fissando i

traguardi da raggiungere in ogni annualità e definendo gli specifici contenuti. Ricordiamo che la scuola

dell’infanzia si rivolge alle bambine e ai bambini della fascia di età dai 3 ai 5/6 anni e ricordiamo anche

l’esperienza delle sezioni primavera che in questi ultimi anni hanno reso possibile la frequenza dei bambini

che compiono tre anni entro il 30 aprile dell’anno di riferimento. Di riflesso per questi bambini, definiti

come “anticipatari” si determina la possibilità di anticipare anche l’ingresso nella scuola primaria e così via.

Parlando di finalità nel testo delle Indicazioni si legge che:

“La scuola dell’infanzia si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità,

dell’autonomia, della competenza e li avvia alla cittadinanza”.

La scuola del primo ciclo comprende la scuola primaria e la scuola secondaria del 1° ciclo.

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“La finalità del primo ciclo è l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le

competenze culturali di base nella prospettiva del pieno sviluppo della persona. Per realizzare tale finalità la

scuola concorre con altre istituzioni alla rimozione di ogni ostacolo alla frequenza;

cura l’accesso facilitato per gli alunni con disabilità;

previene l’evasione dell’obbligo scolastico e contrasta la dispersione;

valorizza il talento e le inclinazioni di ciascuno;

persegue con ogni mezzo il miglioramento della qualità del sistema di istruzione.”

SCUOLA PRIMARIA Curricolo della scuola primaria all’interno del monte ore annuale previsto del D.L. 59/04, relativo alla quota oraria obbligatoria (27 ore settimanali)

DISCIPLINA Cl. 1^ Cl. 2^ Cl. 3^ Cl. 4^ - Cl. 5^

ITALIANO 7 6 6 6

MATEMATICA 6 6 6 6

SCIENZE 2 2 2 2

STORIA 2 2 2 2

GEOGRAFIA 2 2 2 2

ED. FISICA 2 2 1 1

TECNOLOGIA 1 1 1 1

INGLESE 1 2 3 3

ARTE E IMMAGINE

1 1 1 1

MUSICA 1 1 1 1

RELIG./ATT. ALT. 2 2 2 2

TOTALE 27 27 27 27

Cittadinanza e Costituzione In base al Decreto-legge 1 settembre 2008 n. 137 , convertito nella Legge n. 169 del 30 ottobre 2008, l’insegnamento viene impartito nell’ambito dell’area storico-geografica.

%

SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO Curricolo di base

Disciplina Orario Obbligatorio Studio di uno Strumento Musicale

Italiano 6 studio strumento in orario pomeridiano dal lunedì al

venerdì, dalle 14.00 alle 19.00, escluso il mercoledì e il sabato

Storia/ Geografia 4

Lingua Inglese 3

2^ lingua comunitaria: francese, spagnolo, tedesco

2

Matematica 4

Scienze 2

Tecnologia 2

Arte e Immagine 2

Musica 2

Educazione Fisica 2

Religione Cattolica 1

Approfondimento materie letterarie 1

30 ore settimanali in orario antimeridiano

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OFFERTA FORMATIVA

IN APPENDICE AL POF SONO RACCOLTE LE PROGRAMMAZIONI ANNUALI DI TUTTI I DOCENTI, SUDDIVISE PER ORDINE DI SCUOLA.

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ARRICCHIMENTO OFFERTA FORMATIVA Progetti in orario Curricolare e non, con o senza esperti

L’Istituto Comprensivo 1° di Giulianova anche per questo nuovo anno scolastico è impegnato in diversi

progetti didattici rivolti ad ampliare l’offerta formativa centrata sullo studio disciplinare e sulle attività

educative connesse ai vari campi di esperienza. Forte è l’esigenza di rispondere in modo incisivo ai bisogni

degli alunni e degli studenti che frequentano la scuola.

I progetti curricolari che vedranno impegnate le diverse classi dell’Istituto saranno in gran parte a costo

zero sia perché le risorse a disposizione non sono molto cospicue e sia perché si vuole dare spazio

all’offerta territoriale cercando di creare un continuum, quando possibile, con le scelte educative

presentate in questo documento.

La scuola è parte attiva del territorio che la ospita ed intrattiene con esso un profondo rapporto di

collaborazione ed scambio reciproco. Ciò permette di leggere meglio le esigenze del sociale e al tempo

stesso di esserne parte e dunque anche oggetto di analisi.

Le proposte ricevute, per una eccezionale alchimia di pensiero progettuale, hanno colto le nostre esigenze

di lavorare per la promozione di una maggiore coscienza di legalità, oltre la valorizzazione del rispetto

dell’ambiente altro tema forte del nostro Istituto. Questa convergenza ha permesso ai docenti di arricchire

le loro scelte con percorsi più ampi. Inoltre l’educazione ambientale deve essere considerata come un

percorso di apprendimento continuo al fine di fornire conoscenze, strumenti, capacità, abitudini, abilità e

competenze che pongono l’allievo in condizione di considerarsi parte di un sistema in evoluzione, di

acquisire una nuova sensibilità che lo porti a gestire un corretto rapporto con l’ambiente, pensando ed

agendo in sua difesa e per la sua conservazione. Da anni è in atto sul territorio una campagna di

sensibilizzazione ambientale che offre ai cittadini un’ adeguata informazione per una corretta e

responsabile raccolta differenziata.

Di seguito si presentano i progetti, seminari formativi e reti di interesse:

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PROGETTI COMUNI AI TRE ORDINI Progetto Continuità e Orientamento

Funzione strumentale e commissione

Convegno nazionale : “La storia della matematica in classe: dalle materne alle superiori”- 15-17 ottobre 2015 - Dipartimento di Matematica Università di L’Aquila

3 docenti: Spalazzese-Mercadante- Fioretti

- Pomponio

Convegno “Giornate con la matematica per l’aggiornamento

dei docenti su strategie didattiche per l’insegnamento della

matematica nel 1° ciclo” - Carsoli 14 -11-2015

Erasmus + K2 Progetto comune con Germania-Spagna-Polonia-Slovenia-Finlandia-Italia

Referente Di Giosia

Giornata dei diritti dell’infanzia - Pescara 20 novembre 2015

Lavori presentati per l’iniziativa regionale La Città delle

bambine e dei bambini

DS- Cirilli

MIUR

Laboratori territoriali per l’occupabilità da realizzare

nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale

Capofila Liceo scientifico “M. Curie” di

Giulianova

Miur

Promozione alla cittadinanza digitale - Progetto “Cittadini in

gioco”

Scuola capofila IC 6 Pescara

Ref. Di Gennaro

MIUR – Prefettura di Teramo

Interventi per la prevenzione e la lotta al Bullismo

Ref. Broccolini

Collevecchio

MIUR

Diabete giovanile in ambito scolastico

Ref. Pomponio Laura

MIUR

Progetto “Promozione della cultura musicale nella scuola”

Ref. Misticoni

Autocandidatura per l’individuazione di istituzioni scolastiche

con progetti musicali D.M. n.8/2011

MIUR

Proposta progettuale per l’inclusione degli alunni con

disabilità - Progetto “Scuola diffusa”

Ref. Elvio Rosa

Piano regionale della prevenzione 2015-2016

Programma 2 “A scuola … di salute” azione 4

Ref. Pomponio – Spalazzese

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Progetto “Sana alimentazione per una scuola in salute”.

Piano regionale della prevenzione 2015-2018

Programma 2 “A scuola … di salute” azione 9

Progetto “Sensibilizzare la popolazione, soprattutto i giovani e

i giovanissimi e i professionisti coinvolti, sui rischi legati

all’eccessiva esposizione a radiazioni UV”.

PON “Per la scuola” - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

(FESR) - Avviso pubblico rivolto alle Istituzioni scolastiche

statali per la realizzazione, l’ampliamento o l’adeguamento

delle infrastrutture di rete LAN/WLAN- Asse II Infrastrutture

per l’istruzione

Fondi Strutturali Europei - Programma Operativo Nazionale

"Per la Scuola - competenze e ambienti per l'apprendimento"

2014-2020. Avviso pubblico rivolto alle Istituzioni scolastiche

statali per la realizzazione di ambienti digitali.

Percorso Digit School, Accordo stabilito il 18.9.2012 tra la Regione Abruzzo, il MIUR e l’Ufficio Scolastico Regionale (U.S.R.) - Progetto speciale “Scuola Digitale” P.O. F. S.E. Abruzzo 2007-2013 Asse 4

Ref. Cirilli – Di Gennaro

Rete Regionale “Abruzzo scuola digitale”

Ref. Cirilli-Di Gennaro

Animatore digitale

Di Gennaro

Rete provinciale “Valorizziamoci” per aggiornamento,

formazione e ricerca sul comma 129, art.1, L.107/2015

relativo al nuovo Comitato di Valutazione dei docenti

Capofila IIS “Alessandrini-Marino-Forti”

Teramo

Rete regionale

ROBOCOP JUNIOR ABRUZZO (RC.J.A.)

Capofila IIS “A. VOLTA” Pescara

Ref. Cirilli-Di Gennaro-Pietrofaccia

Scuola e Adozione Ref. Cianelli Tiziana

Sportello Counseling e Mediazione Ref. Maria Ciprietti

Sportello Nutrizione Ref. Adriana Spalazzese

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PROGETTI DEI SINGOLI ORDINI DI SCUOLA

SCUOLA DELL’INFANZIA

SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA SECONDARIA

UNICEF - L’albero dei diritti, scuola amica dei bambini e degli adolescenti Pescara 12 -11-2015

Progetto Lingua tedesca

Incontri di sensibilizzazione alla

lingua tedesca con

“Deutschwagen”

Lezioni di presentazione

Progetto Latino

tutte le classi terze secondaria

Ciprietti – Crisci

Unicef - La Pigotta

Ref. Daniele Laura

ECO.TE.DI

Progetto Educativo “Io

voglio vivere in una città

ecosostenibile” per i

bambini di 4 anni

Ref. Daniele Laura

Progetto Lingua spagnola

Lezioni di presentazione

Progetto Lettura

classi 3A - 3B - 3C - 3D secondaria

D’Emilio – Tribuiani

Progetto provinciale – Il

Calendario della memoria

2016- sostenuto da CGIL-SPI

di Teramo

bambini di 5 anni

Ref. Daniele Laura

Progetto Lingua francese

Lezioni di presentazione

Progetto Comune di Giulianova –

“Giulia.eu”

“Esploriamo l’Europa”

Percorso zero-sei

“Aspettando Milano …

vogliamo metterci le mani …

e non solo!”

Gruppo territoriale nidi

infanzia Regione Abruzzo -

Comune di Pineto 28-11-

2015 - docenti scuola

infanzia - formazione gruppo

di lavoro

Progetto Poesia

classe 3C primaria –

Inss. Minissa-Mazzocca

Prefettura di Teramo Progetto “…il più forte sono io 2015-2016” Ref. Broccolini – Collevecchio

Convegno “Bullismo – Insofferenza alla legalità” 20 novembre 2015 – partecipazione di 2 classi terze Ref . Broccolini

Incontri sul Bullismo con la scuola

primaria

Ref. Broccolini-Collevecchio

Anch’io scienziato

anni 3-4-5

Progetto “Acqua amica 2015-16”

MIUR Esosport

Progetto pilota “I giardini di Betty e la

Pista di Pietro”

Ref. Rosa

Immagini per la terra

anni 5

Progetto “Io suono il flauto”

classi 3A-3D primaria

Inss. Cianelli - Di Mattia – Misticoni

Potenziamento Lingue straniere

con docenti madrelingua

ed eventuale certificazione per le

classi terze della scuola secondaria

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La giornata

dell’alimentazione

anni 3-4-5

Rugby Club Tortoreto

Scuola primaria e secondaria

lezioni gratuite di sensibilizzazione

Performance contro la violenza sulle

donne

25 novembre 2015 – partecipazione

classi terze

Ref. Monaco

Progetto “Mo’ e la favola

dell’olio extravergine

d’oliva”

Bivio Bellocchio -

Colleranesco

Progetto CONI

“Scuola in movimento” classi prime

e seconde

Ref. Pomponio

Comitato regionale Abruzzo

Bocciofila

Progetto per la scuola di bocce

Ref. Broccolini

A scuola di latte – Vincere

un tablet

Progetto CONI

“Sport di classe” - classi terze,

quarte e quinte

Ref. Pomponio

Progetto Memoria “Ricordando la

Shoah”

Concorso FILA

“ La matita delle idee”

Progetto “Filatelia a scuola”

Classe 3C

Ins. Minissa

Progetto Lib(e)ri Shoah –

Gara a squadre – Liceo scientifico “M.

Delfico”

Progetto ”Addobbiamo

l’albero del nostro paese” in

collaborazione con il

Comune

Progetto “Kids Creative Lab”

Ref. Spalazzese

I2° Concorso “Il presepio è

un annuncio” a cura del

Centro di Accoglienza - Il

dono di Maria -

Progetto teatro

classe 3C

Nazioni Unite per la Pace

Settimana mondiale

dell’alimentazione “Una

sana colazione a scuola”

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INDIRIZZO MUSICALE

Da diversi anni nella scuola secondaria “Pagliaccetti”, nelle ore pomeridiane, dal lunedì al venerdì con

esclusione del mercoledì, diversi alunni seguono le lezioni di strumento musicale. Tutto ciò è nato

dall'esigenza di offrire agli alunni la possibilità di accostarsi alla cultura e alla tecnica musicale, non solo dal

punto di vista teorico, ma anche da quello pratico attraverso lo studio triennale di uno strumento musicale.

La modalità di organizzazione scelta è stata quella di rinunciare alla creazione al corso musicale che si

identificasse con un unico corso scolastico, ma di permettere agli alunni di partecipare a prescindere dalla

classe di appartenenza. Questa scelta ha risolto molti problemi come è facile intuire.

I ragazzi che frequentano i corsi di strumento oltre alle materie comuni a tutti gli studenti, tra cui le due ore

di musica in orario antimeridiano, come già detto, nelle ore pomeridiane studiano uno strumento

(pianoforte, violino, flauto traverso, chitarra) e partecipano all’organizzazione di una piccola orchestra che

nel corso dell’anno si esibisce in varie manifestazioni.

Per accedere allo studio dello strumento musicale non è richiesta nessuna competenza musicale pregressa,

la scelta viene formulata all’atto dell’iscrizione alla prima classe e nel mese di maggio i futuri studenti

vengono convocati per sostenere una prova orientativo – attitudinale.

Gli studenti che superano la prova attitudinale sono suddivisi in gruppi per classe di strumento. Sulla base

dell’esito di questa prova viene stilata una graduatoria che si diversifica a seconda dello strumento..

L'impegno settimanale delle sezioni ad indirizzo musicale è complessivamente di tre ore in più rispetto al

monte ore di quelle non specialistiche, comprendendo la materia strumento musicale, per la quale è

previsto a fine triennio, come per le altre discipline, l'esame teorico/pratico nel corso dell’esame di stato

della classe terza. Il tutto costituisce un credito per l'accesso alla Scuola secondaria di 2° grado nel

momento in cui nasceranno i licei a indirizzo musicale.

LE ATTIVITA’

L’orchestra della scuola di anno in anno è impegnata in vari concerti e altre collaborazioni.

Quest’anno sono in programma:

la collaborazione con gli alunni di 5 anni della scuola dell’infanzia per una performance dedicata al

Calendario della Memoria 2016

il concerto di Natale

il concerto per la commemorazione della medaglia d’oro Grue

il concerto di Carnevale

il concerto di fine anno

diversi open day

lezioni presso la scuola primaria per presentare la musica strumentale agli alunni di quinta

un gemellaggio con altra scuola media a indirizzo musicale

il viaggio a Roma per una lezione-concerto .

Anche quest’anno l’indirizzo musicale si arricchisce di un corso di violoncello.

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La NORMATIVA di riferimento è costituita fondamentalmente da:

-Decreto Ministeriale 3 agosto 1979

(Corsi sperimentali ad orientamento musicale)

-Decreto 13 febbraio 1996, Nuova disciplina della sperimentazione musicale, nelle scuole medie statali ad

indirizzo musicale.

-Decreto Ministeriale 6 agosto 1999, n.201-Riconduzione ad ordinamento dei corsi sperimentali ad

indirizzo musicale nella scuola media ai sensi della legge 3 maggio 1999, n. 124, art. 11, c. 9

-C.M. 110 del 29 dicembre 2011, Iscrizioni alle scuole dell'infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per

l’anno scolastico 2012/2013”: “… nelle istituzioni scolastiche ove è presente l’indirizzo musicale, ai fini della

determinazione del numero massimo dei posti disponibili si dovrà tenere conto che il numero delle classi

prime non potrà superare, in ciascun istituto, il numero di quelle funzionanti nel corrente anno scolastico.

Le istituzioni scolastiche organizzeranno la prova orientativo-attitudinale in tempi utili a consentire alle

famiglie, nel caso di mancato superamento della prova medesima, di potersi rivolgere eventualmente ad

altra scuola, entro il termine di scadenza delle iscrizioni e comunque non oltre i dieci giorni dopo tale

scadenza.”

-C.M. N°96 del 17 dicembre 2012, Indicazioni e istruzioni per le iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle

classi delle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2013/2014

Art.1 lett. d) Per l’iscrizione alle prime classi ad indirizzo musicale, i genitori degli alunni o gli esercenti la

potestà genitoriale dovranno barrare l’apposita casella del modello on line. Le istituzioni scolastiche

organizzeranno la prova orientativo - attitudinale in tempi utili a consentire alle famiglie, nel caso di

mancato superamento della prova medesima o di carenza di posti disponibili, di poter presentare una nuova

istanza di iscrizione, eventualmente anche ad altra scuola, entro il termine di scadenza delle iscrizioni e

comunque non oltre dieci giorni dopo tale scadenza.

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VISITE GUIDATE E VIAGGI DI ISTRUZIONE

Per questa parte si riprende il capitolo omonimo del Regolamento dell’Istituto, fatta eccezione per la

numerazione degli articoli che in questo documento viene omessa e sostituita da numerazione progressiva

da 1 a 12.

%

Le uscite didattiche e i viaggi d'istruzione rappresentano un’occasione speciale di integrazione e scambio

culturale e relazionale, uno strumento educativo di cui potranno beneficiare tutti gli alunni della scuola. Tali

attività risponderanno alle molteplici esigenze didattiche e rientreranno pertanto nelle programmazioni

curricolari. Prevedono una precisa e adeguata programmazione predisposta dalla scuola fin dall’inizio

dell’anno scolastico e si configurano come esperienze di apprendimento e di crescita della personalità

rientrando tra le attività integrative della scuola.

Le visite guidate e i viaggi d’istruzione avranno le seguenti finalità:

Sviluppo della socializzazione, integrazione-inserimento di alunni stranieri e/o portatori di

handicap;

Acquisizione e verifica , attraverso il contatto con la realtà concreta - circostante, di abilità e

competenze antropologiche, logico scientifiche e linguistico - educative prefissate nelle

programmazioni annuali;

Promozione di attività esperienziali-culturali a completamento di quelle svolte nello spazio scuola.

Potranno essere organizzate visite guidate straordinarie qualora il territorio offra occasioni eccezionali con

notevole significato pedagogico - didattico. Saranno utilizzati mezzi di trasporto conformi alla normativa

vigente per gli alunni in età scolare.

Saranno altresì possibili soggiorni di uno o più giorni in località che dispongano di apposite strutture. Per

un' efficace modalità organizzativa è stabilito che la partecipazione sia per classe intera e comunque con

un' adesione di almeno 2/3.

Le visite guidate e i viaggi d’istruzione prevedono:

Itinerari ambientali - naturalistici

Itinerari storico-artistici

visite a musei, mostre, fiere del libro, aziende del territorio, organismi istituzionali, ( Comune,

Provincia, Regione ecc …)

Art. 1 Visite guidate e uscite didattiche, viaggi d’istruzione

1. L’attività didattica curricolare contempla e prevede per le scuole dell’infanzi, per la scuola primaria e per

la scuola secondaria di 1° grado, momenti di attività all’esterno dell’ambiente “aula” e dell’ambiente

“scuola” al fine di aiutare gli alunni ad approfondire le conoscenze ambientali, storiche, artistico - culturali

e, contestualmente, per cogliere spunti documentali intorno ai quali progettare percorsi pluridisciplinari di

apprendimento.

2. Le visite guidate-uscite didattiche si svolgono entro il normale orario scolastico giornaliero delle lezioni,

coinvolgono l’intero gruppo classe/sezione e si realizzano nell’ambito del territorio comunale di

appartenenza della scuola.

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3. Per le visite guidate di durata compresa entro il normale orario scolastico giornaliero delle lezioni, si

richiederà ad inizio di anno scolastico l’autorizzazione alla partecipazione da parte dei genitori degli alunni e

tale autorizzazione si riterrà valida per l’intera durata dell’ordine scolastico frequentato.

4. L’organizzazione – previsione - realizzazione delle visite guidate rientra nella libertà didattico -

metodologica di ogni insegnante.

I viaggi d’istruzione rappresentano un momento di arricchimento culturale degli studenti e costituiscono

iniziative didattiche complementari delle attività curricolari. Contribuiscono, inoltre, a migliorare il livello di

socializzazione in una dimensione di vita diversa dalla normale routine scolastica. I viaggi d’istruzione

devono essere coerenti con la programmazione annuale e con lo svolgimento dei programmi, di cui sono

parte integrante.

In riferimento a quanto indicato nel POF, sulla base degli orientamenti programmatici del Collegio dei

docenti e dei Consigli di classe, in merito a quanto discusso in sede di Consiglio di Istituto, i docenti:

Programmano gli itinerari delle visite guidate e dei viaggi di istruzione che intendono effettuare.

Propongono i docenti accompagnatori che devono essere 1 (uno) ogni 15 (quindici) alunni. Per

quanto riguarda i viaggi all’estero o grandi metropoli, si considererà l’opportunità di avere un

maggior numero di docenti accompagnatori.

In presenza di alunni diversamente abili il rapporto alunno- insegnante è di 1/1, 1/2 in caso di

disabilità non grave. In caso di particolare gravità (legge 104), è richiesta la presenza di un

assistente educativo.

L’alunno diversamente abile non deve essere necessariamente affidato al proprio insegnante di

sostegno, ma è fondamentale il rapporto 1/1 con un insegnante curricolare (vedasi C.M. n° 291/92,

C.M. n° 623/96, nota n° 645/2002, DPR n° 275/99, art. 4, comma 2 lett. C).

Ad ogni uscita devono essere indicati anche i docenti sostituti, in caso di grave impedimento del

docente preposto.

Propongono i periodi di attuazione delle visite guidate e dei viaggi di istruzione.

Provvedono a che le visite abbiano un’adeguata preparazione preliminare, un’appropriata

informazione durante l’uscita ed una successiva rielaborazione culturale.

L’organizzazione complessiva di ogni uscita viene affidata al docente proponente.

La C.M.14 Ottobre 1992 n° 291, la C.M. 2 Ottobre 1996 n° 623 e successiva normativa inerente fino alla

Nota n° 2209 dell’11/04/2012 stabiliscono:

La visita guidata, o il viaggio d’istruzione, può essere effettuata con la partecipazione almeno 2/3

della classe. In caso di vacanze studio o viaggi specifici si potranno formare gruppi di alunni

provenienti da classi diverse. In questo secondo caso potranno essere previste destinazioni diverse

nello stesso periodo per le classi.

I giorni a disposizione per visite di istruzione sono 6 complessivi nell’arco dell’anno.

Il tetto massimo di spesa è stato stabilito in sede di Consiglio d’Istituto in €300,00 elevabili fino al

10%.

In caso di alunni con disabilità fisica, le agenzie di viaggio devono garantire itinerari, mezzi di

trasporto e alloggi accessibili a tali alunni.

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Art. 2 Individuazione sedi visite

1. In ambito di programmazione annuale e settimanale, singolarmente o in team, gli insegnanti, una volta

individuati i luoghi per le visite delle scolaresche, definite motivazioni e finalità, provvedono a informare le

famiglie a mezzo avviso scritto sul diario degli alunni. In particolare l’avviso dovrà indicare il giorno, il mese,

gli orari e l’eventuale equipaggiamento richiesto.

2. Le uscite didattiche di norma si effettuano senza la presenza dei genitori; per la scuola dell’Infanzia e su

precisa richiesta degli insegnanti è possibile contemplare la presenza dei genitori per visite a luoghi o

ambienti particolari.

3. Per gli alunni del primo ciclo della scuola primaria si ritiene opportuno raccomandare spostamenti

nell’ambito della provincia, mentre per il secondo ciclo l’ambito può essere esteso all’intera regione.

Non si esclude la possibilità di uno sconfinamento in altra provincia \ regione.

Art. 3 Viaggi di istruzione

La scuola considera viaggi di istruzione:

le visite guidate a musei, a mostre, a manifestazioni culturali di interesse didattico o

professionale, a enti istituzionali o amministrativi

le lezioni in luoghi particolari con esperti e visite a enti istituzionali o amministrativi

la partecipazione ad attività teatrali e sportive

i soggiorni presso laboratori ambientali

la partecipazione a concorsi provinciali, regionali, nazionali, a campionati o gare sportive, a

manifestazioni culturali o didattiche

gli incontri-scambi per gemellaggi con altre scuole ritenuti parte integrante e qualificante

dell'offerta formativa e momento privilegiato di conoscenza, comunicazione e socializzazione

La caratteristica dei viaggi di istruzione è che essi riguardano spostamenti che vanno oltre l’ambito

territoriale dell’ Istituto, possono protrarsi anche oltre la durata di un giorno, devono essere autorizzati di

volta in volta dalle famiglie e deliberati formalmente dal Consiglio di Istituto

Art. 4 Adempimenti previsti per i viaggi di istruzione

1. La proposta per la programmazione dei viaggi di istruzione può essere formulata:

dal singolo docente di classe/sezione

dal team di classe/sezione

dal rappresentante dei genitori in seno al Consiglio di Interclasse/Intersezione

2. La documentazione fondamentale da acquisire agli atti per lo svolgimento dei viaggi di istruzione è la

seguente:

elenco nominativo degli alunni partecipanti e degli accompagnatori distinti per classe

autorizzazione dei genitori

programma analitico del viaggio con riferimenti agli obiettivi didattico - culturali dell'iniziativa

preventivo di spesa e disponibilità finanziaria a copertura della stessa con precisa indicazione delle

quote a carico degli alunni

parere favorevole del Consiglio di Interclasse/Intersezione

preventivi-offerte delle Ditte e/o Agenzie di viaggio

delibera del Consiglio di Istituto.

3. Svolgono il ruolo di “accompagnatori” gli insegnanti della classe/sezione partecipante nel rapporto di n. 1

docente per un gruppo di massimo 15 alunni (14 per la scuola dell’infanzia).

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In presenza di alunni con particolari problemi è necessaria la presenza di un insegnante di sostegno.

Il numero degli accompagnatori si può incrementare con la presenza di collaboratori scolastici ed assistenti

di sostegno incaricati in modo particolare dell’assistenza.

Art. 5 Adempimenti del Consiglio di Istituto

Con esplicita indicazione, il Consiglio di Istituto può autorizzare la partecipazione ai viaggi di istruzione

anche dei genitori attribuendo agli stessi compiti di coadiuzione nella vigilanza degli alunni.

La partecipazione dei genitori degli alunni potrà essere consentita a condizione che non comporti oneri a

carico del bilancio del C.D.

Art. 6 Adempimenti del Dirigente Scolastico

Per ogni viaggio di istruzione il Dirigente Scolastico individua tra i docenti accompagnatori un Coordinatore

che assume il ruolo di capocomitiva con l’incarico di essere il referente con l’autista e con gli addetti dei

luoghi da visitare, dà disposizioni per le soste, i tempi e assume, nell’evenienza, le decisioni del momento.

Al termine del viaggio il docente Coordinatore presenta formale relazione sull’andamento dell’esperienza.

Art. 7 Accompagnatori

Per i viaggi programmati dalle Scuole dell’Infanzia il numero degli accompagnatori, considerata l’età dei

minori, dovrà contemplare, oltre al personale docente e ai collaboratori scolastici, anche una presenza

genitoriale tale da garantire in modo adeguato sia l’assistenza che la vigilanza.

Art. 8 Restituzione quote

In caso di mancata partecipazione dell’alunno al viaggio di istruzione non sarà possibile la restituzione della

quota totale, ma dalla stessa verranno detratte le quote relative al pagamento dei servizi comuni e

comunque impegnati (pullman, guida, ticket…)

Art. 9 Partecipazione esterne

Alle uscite didattiche-visite guidate e viaggi di istruzione, qualora ritenuto necessario, potranno partecipare

esperti esterni.

Art. 10 Attività didattica durante uscite-visite-viaggi

Nei giorni programmati per uscite didattiche-visite guidate e viaggi di istruzione l’attività scolastica relativa

alla classe/sezione interessata all’esperienza si svolge solo negli ambienti scelti come meta delle uscite,

visite e viaggi. Gli alunni non partecipanti si asterranno in quei giorni dalla frequenza scolastica.

Art. 11 Eventuale esclusione dall’iniziativa

In caso di sospensione o altro provvedimento disciplinare si contemplerà anche l’eventualità di non far

partecipare l’alunno/a alla visita o al viaggio per motivi di sicurezza.

Art. 12 Assicurazione contro infortuni

Tutti i partecipanti ai viaggi, visite o gite d’istruzione debbono essere garantiti da polizza assicurativa contro

gli infortuni. Per ogni omissione, si farà riferimento alla vigente normativa in materia.

Le occasioni di uscita previste per questo anno scolastico sono ancora in fase di progettazione da parte dei

docenti delle varie sezioni e classi.

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FORMAZIONE

Il vigente C.C.N.L. all’art. 24 precisa che “ la funzione docente realizza il processo di insegnamento –

apprendimento volto a promuovere lo sviluppo umano e culturale, civile e professionale degli alunni, sulla

base delle finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici, definiti per i vari ordini e gradi di

istruzione dalle Leggi dello Stato e da altri atti normativi”.

“ Il profilo professionale dei docenti è costituito da competenze disciplinari, pedagogiche, metodologico –

didattiche, organizzativo – relazionali e di ricerca, tra di loro correlate ed interagenti, che si sviluppano con

l’esperienza didattica, l’autoaggiornamento, la formazione “.

L’aggiornamento professionale riguarda tutto il personale della scuola, docente ed ATA, è un importante

elemento di qualità del servizio scolastico; esso è finalizzato a fornire ai docenti e agli ATA tutti gli

strumenti necessari per sostenere e per affrontare in modo consapevole le specificità della scuola e i

problemi che eventualmente potrebbero registrarsi.

Le tematiche fondamentali su cui i docenti sono impegnati riguardano in particolare le tecnologie dell’

informazione e della comunicazione, mentre per gli ATA riguardano aspetti amministrativi.

Le iniziative di formazione sono organizzate sia all’interno dell’Istituto, sia dall’Amministrazione centrale e

periferica, sia da enti esterni qualificati e autorizzati.

Principali interventi di formazione Alimentazione Sportello Nutrizione

Incontri con alunni e con le famiglie

Animatore digitale

Formazione dell’animatore a cura di soggetti istituzionali esterni

Ascolto

Sportello Counseling

Incontri con alunni e genitori

Comitato di valutazione Gruppo di lavoro interno e sollecitazioni provenienti dalla rete “Valorizziamoci”

Inclusione Corso di formazione sulle tematiche inerenti l’inclusione tenuto da esperti esterni

Informatica – nuove tecnologie – nuove metodologie multimediali – robotica

Formazione interna per gruppo di docenti già alfabetizzati e con livello medio-alto di competenza.

Corsi di informatica diverso livello interni ed esterni

Piccola sperimentazione di robotica

INVALSI Corso tenuto da esperto esterno

Legge 107/2015

Incontri interni per lettura e analisi del testo

Partecipazione ad incontri seminariali con esperti esterni, realizzati dai sindacati territoriali o altri soggetti istituzionali

Matematica Formazione e autoformazione del gruppo dei docenti di matematica dei tre ordini di scuola attraverso la riflessione sul secondo incontro estivo con il prof. Arrigo e preparazione di un piccolo convegno.

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Partecipazione a convegni e seminari: L’Aquila-Bologna-Carsoli.

Preparazione di un percorso di sperimentazione

Percorso zero/sei Analisi comma 181, lettera e) della L.107/2015

Riflessioni sul futuro assetto

Convegno di Milano, febbraio 2016

Segreteria Digitale Formazione all’uso del software di segreteria digitale

sicurezza Completamento della formazione già iniziata da alcuni anni (16 ottobre 2015)

sicurezza Corso per addetti antincendio

sicurezza Corso di pronto soccorso

sicurezza n.2 Prove di evacuazione per tutti gli alunni

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INCLUSIONE

La European Agency for Development in Special Needs Education nel 2009 ha pubblicato “Principi Guida

per promuovere la qualità nella Scuola Inclusiva – Raccomandazioni Politiche ” dove a pag. 16 sottolinea

che “l’inclusione interessa un raggio sempre più ampio di studenti piuttosto che quei studenti in possesso

della certificazione per l’handicap. Riguarda tutti gli studenti che rischiano di essere esclusi dalle

opportunità scolastiche, a seguito del fallimento del sistema scuola” .

Negli ultimi anni si è realizzato il passaggio dalla scuola dell’integrazione alla scuola dell’inclusione. Un

passaggio che incute molta incertezza e confusione rispetto alla figura del docente di sostegno. Non è certo

questo il luogo per affrontare la questione che si presenta di difficile gestione e comprensione.

Il passaggio di cui si è parlato è divenuto più evidente in occasione sia della Legge 170/10 sui DSA e delle

numerose note ministeriali riguardanti i cosiddetti BES o Bisogni Educativi Speciali.

Il concetto di inclusione presuppone un docente inclusivo che sappia

CREARE un clima inclusivo: accettazione e rispetto delle diversità

ADATTARE stile insegnamento, materiali, tempi, tecnologie

MODIFICARE strategie in itinere

SVILUPPARE didattica metacognitiva

TROVARE punti contatto tra le programmazioni (classe e individualizzata)

SVILUPPARE approccio cooperativo

FAVORIRE la creazioni di reti relazionali (famiglia, territorio, specialisti…)

L’INDIVIDUO Organizza spazi attrezzati per attività specifiche;

Promuove l’ampliamento di una sezione specializzata della biblioteca scolastica

Predispone ed attua piani personalizzati sulla base di profili dinamici funzionali elaborati in

collaborazione con la famiglia e con gli esperti;

Mantiene rapporti fattivi con i centri di riabilitazione;

Favorisce la continuità nel passaggio da un ordine di scuola all’altro;

Attua in caso di necessità, metodi sperimentali concordati con la famiglia e con la collaborazione di

specialisti;

Organizza moduli che contemplino il ricorso alla metodologia delle classi aperte e del lavoro per gruppi.

Attiva uno sportello di consulenza didattica

Struttura le attività in momenti laboratoriali per favorire l’integrazione (musica-teatro-psicomotricità)

Lavora in equipe coordinando gli interventi in un approccio integrato.

LA FAMIGLIA

Informa sulle risorse disponibili sull’organizzazione e sull’attività didattica;

Favorisce il colloquio permanente per l’approfondimento delle problematiche e la definizione delle

strategie e degli obiettivi educativi e didattici;

Promuove incontri collegiali con specialisti ed esperti sulle problematiche emergenti;

Promuove progetti di “Scuola Aperta” in orario extrascolastico, potenziando i momenti di

aggregazione;

Attiva uno sportello di consulenza educativa;

Promuove corsi di formazione sulla funzione genitoriale.

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LA SOCIETA’

Si impegna ad attivare strategie rivolte all’individuazione precoce di alunni in situazione di handicap e /

o difficoltà di apprendimento ricorrendo alla consulenza di specialisti operanti stabilmente nell’Istituto.

Promuove la collaborazione con i pediatri di base, le strutture socio sanitarie del territorio, le

Associazioni interessate, il volontariato, gli Enti locali, per:

o approfondimento di tematiche generali e particolari, o utilizzo di mezzi e strutture adeguate o realizzazione di progetti.

Si rende disponibile per la realizzazione di attività extrascolastiche coincidenti con le finalità della

scuola.

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ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

La scuola è una comunità educante che accoglie tutti gli alunni, a prescindere dalle loro diversità funzionali,

nello sforzo quotidiano di costruire condizioni relazionali e situazioni pedagogiche tali da consentire il

massimo sviluppo di tutti e di ciascuno, anche mediante interventi specifici da attuare. La piena inclusione

degli alunni diversamente abili e dunque il loro diritto allo studio è un obiettivo che la scuola

dell'autonomia ha il compito di perseguire attraverso una progettualità articolata, attraverso la

valorizzazione di tutte le professionalità interne e le risorse presenti nel territorio e attraverso

l’integrazione scolastica, che prevede l’obbligo dello Stato di predisporre adeguate misure di sostegno, alle

quali concorrono a livello territoriale, con proprie competenze, anche gli Enti Locali e il Servizio Sanitario

Nazionale.

La comunità scolastica e i servizi locali hanno pertanto il compito di occuparsi della cura educativa e della

crescita complessiva della persona diversamente abile, fin dai primi anni di vita. Tale impegno collettivo ha

una meta ben precisa: predisporre le condizioni per la piena partecipazione alla vita sociale, eliminando

tutti i possibili ostacoli e le barriere, fisiche e culturali, che possono frapporsi fra la partecipazione sociale e

la vita concreta delle persone con disabilità.

La Legge 104/92 riconosce e tutela la partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità, in

particolare nei luoghi per essa fondamentali come la scuola durante l’infanzia e l’adolescenza (art. 12, 13,

14, 15, 16 e 17).

Il MIUR negli anni ha messo in atto varie misure di accompagnamento per favorire l'integrazione. A livello

nazionale un organo consultivo e propositivo in materia di integrazione scolastica è l’Osservatorio per

l'integrazione delle persone con disabilità. A livello territoriale ci sono altri organismi con il compito di

proporre iniziative per realizzare e migliorare il processo di integrazione:

i GLIP (“Gruppi di Lavoro Interistituzionali Provinciali”, formati da rappresentanti degli Enti Locali, delle

ASL e delle Associazioni dei disabili)

i GLH (“Gruppi di lavoro per l'integrazione degli handicappati”, formati dal dirigente della scuola, dai

docenti interessati, dai genitori e dal personale sanitario). Il compito del GLH è particolarmente

significativo, in quanto ha la finalità di mettere a punto il Piano Educativo Individualizzato, PEI, che

determina il percorso formativo dell’alunno con disabilità e garantisce un intervento adeguato allo

sviluppo delle sue potenzialità.

L'integrazione e la socializzazione vengono garantite nel rispetto delle norme di legge sulla base del Profilo

Dinamico Funzionale (PDF) e dello specifico Progetto Educativo Personalizzato (PEP).

Ogni alunno diversamente abile a livello fisico, psichico o sensoriale iscritto e frequentante viene

accompagnato per tutto il percorso scolastico da utili strumenti operativi individuali.

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Certificazione medico-sanitaria o Diagnosi Clinica

DPR 24-2-1994, art.2

Diagnosi Funzionale definita e redatta dal Collegio Medico - Unità

multidisciplinare ASP ex ASL :Specialista + operatori sociali +

neuropsichiatra infantile

L.104/92 art.12, com.5

DPR 24-2-1994, art.3

Profilo Dinamico Funzionale Gruppo misto GLM ASP + scuola + famiglia

L.104/92 art.12, com.5, 6, 8

D.Lgs.297/94 art.314

DPR 24-2-1994, art.4

Piano Educativo Individualizzato Gruppo misto GLM, ASP + scuola + famiglia

L.104/92 art.12, com.5

art.13, comma 1

DPR 24-2-1994, art.4

Progetto riabilitativo Documentazione aggiuntiva a cura della ASL ex art.26

L.833 / 1978

Progetto di socializzazione Documentazione aggiuntiva a cura della scuola ex DM 141 del

3-6-1999, come mod. dall’art.5, com.2 del DPR 81/09

Scheda di Valutazione personalizzata Compilata dal docente di sostegno

L.148/90 artt.1-3-4-5-6

D.L.vo n. 297, 16 Aprile 1994, art. 318

Legge n.104, art.12, comma 3 e Art. 16, Valutazione del

rendimento e prove d'esame

D.P.R.122/2009, art.9 comma 1

Fascicolo Personale dell’alunno aggiornato e conservato negli Uffici

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VALUTAZIONE

ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

La valutazione degli alunni diversamente abili, nel tempo, ha rappresentato per la scuola uno snodo spesso

difficoltoso, come dimostrano le molte sentenze e le molte norme succedutesi negli anni hanno cercato di

illuminare. Nel sito nel MIUR si può leggere:

“Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche o sensoriali non si procede, di norma, a valutazioni differenziate, mentre, per gli alunni in situazione di handicap psichico, la valutazione, adeguatamente

differenziata, tiene conto degli obiettivi prefissati nel Piano Educativo Individualizzato (PEI). “ Il PEI è lo strumento essenziale per comprendere, introdotto dal comma 5 dell’art.12 della legge quadro

per l’handicap n.104 del 1992. Nel testo del comma viene espressa la necessità che la sua stesura debba

avvenire a seguito di una Diagnosi Funzionale (DF) e di un Profilo Dinamico Funzionale (PDF), che ne sono

parte integrante. Nel DPR 24/2/1994 è chiarito che:

"Il P.E.I. è redatto, ai sensi del comma 5 del predetto art. 12, congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla USL e/o USSL e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola e, ove

presente, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno".

Il PEI è un documento nel quale vengono descritti gli interventi didattico-educativi programmati ai fini della

realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione dell’alunno. In esso sono identificati gli obiettivi di

sviluppo, le risorse umane e materiali di supporto, i tempi e gli strumenti di verifica, le modalità del lavoro.

Si definisce entro ottobre – novembre e si verifica nel corso dell’anno.

Già nelle Indicazioni per il curricolo del 2007, firmate dal ministro Fioroni, si sottolineava che:

“La valutazione precede , accompagna e segue i percorsi curricolari. Assume funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo di miglioramento continuo”.

L’individualizzazione del percorso educativo previsto dal P.E.I. per l’alunno con disabilità può incidere, a

seconda della tipologia di disabilità e della sua gravità, sui metodi di valutazione e sul valore legale del titolo

di studio conseguito, in particolare, al termine del Secondo Ciclo di istruzione.

L’articolo 9 del Regolamento sulla valutazione degli alunni (D.P.R. 122/2009) prevede che, in sede di esame

conclusivo del primo ciclo di istruzione, le prove siano adattate in relazione agli obiettivi del PEI:

Art. 9.

Valutazione degli alunni con disabilità 1. La valutazione degli alunni con disabilità certificata nelle forme e con le modalità previste dalle

disposizioni in vigore è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base del piano educativo individualizzato previsto dall'articolo 314, comma 4, del testo unico di cui al decreto

legislativo n. 297 del 1994, ed e' espressa con voto in decimi secondo le modalità e condizioni indicate nei precedenti articoli.

2. Per l'esame conclusivo del primo ciclo sono predisposte, utilizzando le risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, prove di esame differenziate, comprensive della prova a carattere

nazionale di cui all'articolo 11, comma 4-ter, del decreto legislativo n. 59 del 2004 e successive modificazioni, corrispondenti agli insegnamenti impartiti, idonee a valutare il progresso dell'alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Le prove sono adattate, ove necessario

in relazione al piano educativo individualizzato, a cura dei docenti componenti la commissione. Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell'esame e del

conseguimento del diploma di licenza. 3. Le prove dell'esame conclusivo del primo ciclo sono sostenute anche con l'uso di attrezzature tecniche e

sussidi didattici, nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico loro necessario, previsti dall'articolo 315, comma 1, lettera b), del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994. Sui diplomi di licenza è

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riportato il voto finale in decimi, senza menzione delle modalità di svolgimento e di differenziazione delle prove.

4. Agli alunni con disabilità che non conseguono la licenza è rilasciato un attestato di credito formativo. Tale attestato è titolo per l'iscrizione e per la frequenza delle classi successive, ai soli fini del riconoscimento

di crediti formativi validi anche per l'accesso ai percorsi integrati di istruzione e formazione. 5. Gli alunni con disabilità sostengono le prove dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo

dell'istruzione secondo le modalità previste dall'articolo 318 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994.

6. All'alunno con disabilità che ha svolto un percorso didattico differenziato e non ha conseguito il diploma attestante il superamento dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo, è rilasciato un

attestato recante gli elementi informativi relativi all'indirizzo e alla durata del corso di studi seguito, alle materie di insegnamento comprese nel piano di studi, con l'indicazione della durata oraria complessiva

destinata a ciascuna, alle competenze, conoscenze e capacità anche professionali, acquisite e dei crediti formativi documentati in sede di esame.

Importante nel Pei è anche l’individuazione di obiettivi minimi che conseguentemente veicolano una

valutazione su quegli stessi obiettivi. Gli obiettivi implicano la necessaria sostituzione dei contenuti di

alcune discipline con altri contenuti di uguale valenza formativa per la predisposizione di prove valutative o

prove di esame equipollenti.

Nel caso in cui gli obiettivi previsti dal PEI non siano assolutamente riconducibili ai programmi ministeriali, il

percorso formativo consente l’acquisizione di un attestato di credito formativo valido anche per l’accesso ai

percorsi integrati di istruzione e formazione.

Per gli esami degli alunni diversamente abili (art. 318 del Testo Unico - d.lvo 297/1994) per il 1° ciclo sono

predisposte delle prove apposite, mentre per il 2° ciclo sono predisposte prove equipollenti e tempi più

lunghi per l'effettuazione delle prove scritte. Le prove equipollenti dovranno accertare conoscenze,

competenze, capacità acquisite dall’alunno.

Nel DPR n. 122 22/06/2009 sono presenti riferimenti:

agli insegnanti di sostegno (comma 5 art. 2 e comma 1 art 4.),

agli alunni con disabilità (art. 9),

agli alunni con difficoltà specifica di apprendimento (art. 10)

agli "alunni che frequentano per periodi temporalmente rilevanti corsi di istruzione funzionanti in ospedali

o in luoghi di cura" (art. 11). "Per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente, è richiesta la

frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale personalizzato" con possibilità di deroghe per situazioni

particolari e documentate (comma 7 art.14).

Le principali norme:

LEGGE 104/92 art.16, commi 1-2-3

DPR 24/2/1994

DECRETO LEGISLATIVO n. 297/94 art.318

O.M. 90/2001 art.11 -13 -15

C.M. 14 MARZO 2008 N. 32

REGOLAMENTO VALUTAZIONE (D.P.R.122/2009)

LINEE GUIDA PER INTEGRAZIONE SCOLASTICA 2009

O.M. SUGLI ESAMI DI STATO

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DISTURBI SPECIFICI

DELL’APPRENDIMENTO

DSA - L.170/2010

La legge 170/2010 per la prima volta, dopo tantissimi anni di attesa, focalizza l’attenzione sugli gli alunni

con DSA. Essi sono alunni con competenze intellettive nella norma o anche elevate che, per specifici

problemi, possono incontrare delle rilevanti difficoltà in ambito scolastico, con un alto rischio di

dispersione scolastica o di insuccesso scolastico. Anche se la legge parla solo la dislessia, la disgrafia, la

disortografia e la discalculia, si possono includere nei DSA anche altre problematiche che in genere si

presentano in alunni con competenze intellettive nella norma. Tra queste si possono annoverare:

disturbi specifici del linguaggio;

disturbi specifici nelle aree non verbali (coordinazione motoria, disprassia);

disturbo dello spettro autistico lieve.

Per questi alunni la legge prevede che si programmino le opportune metodologie e strategie di intervento,

proprio per garantire l’inclusività.

I DSA nelle Classificazioni Internazionali ICD-10 - sigla F81, 1992 vengono definiti come “disturbi nei quali le

modalità normali di acquisizione delle capacità in questione sono alterate già nelle prime fasi di sviluppo.

Essi non sono semplicemente una conseguenza di una mancanza di opportunità di apprendere e non sono

dovuti a una malattia cerebrale acquisita […] si ritiene che i disturbi derivino da anomalie nell’elaborazione

cognitiva legate in larga misura a qualche tipo di disfunzione biologica…” E’ noto che circa il 2,5 - 3,5% della

popolazione in età evolutiva e per la lingua italiana, soffre di DSA. La Legge 170/10 e Linee Guida del 2011

danno delle brevi ma esaurienti definizioni di ognuno dei quattro disturbi:

L.170/10 Art.1 – L.G.p.1,1 relativamente alla DISLESSIA “Si intende per dislessia un disturbo specifico che si

manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici,

ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura”.

L.170/10 Art.1 – L.G.p.1,2 relativamente alla DISGRAFIA si parla di “un disturbo specifico di scrittura che si

manifesta in difficoltà nella realizzazione”.

L.170/10 Art.1 – L.G.p.1,2 relativamente alla DISORTOGRAFIA si parla di “un disturbo specifico di scrittura

che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica”.

L.170/10 Art.1 – L.G.p.1,3 relativamente alla DISCALCULIA si parla di “disturbo specifico che si manifesta

con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri”.

Altro concetto importante ben evidenziato dalla normativa è quello della comorbilità dei DSA con altre

patologie. Si chiarisce bene quale sia l’organo competente per la diagnosi:il Servizio Sanitario Nazionale,

Specialisti e Strutture accreditate.

La normativa segnala l’esigenza di un Piano didattico Personalizzato (PDP), nel quale sia descritto:

l'uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico

che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una

metodologia e una strategia educativa adeguate;

l’uso di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie

informatiche, o l’uso di misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei

concetti da apprendere;

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per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di strumenti compensativi che favoriscano la

comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche la

possibilità dell'esonero.

Tali misure devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio per valutarne l'efficacia e il

raggiungimento degli obiettivi. E’ bene ricordare, infatti, che la scuola deve essere sempre in grado di

riconoscere precocemente le difficoltà, al fine di prevenire la comparsa e il consolidamento di strategie o

meccanismi errati e inefficaci, nonché di limitare i danni derivati dalla frustrazione dell’insuccesso, quali il

disadattamento o la perdita di motivazione dell’apprendimento.

A tal proposito, risulterà fondamentale la somministrazione di test di screening sin dai primi anni della Scuola Primaria e, all’occorrenza, attivandosi anche durante l’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia. Lo screening è una procedura che appartiene al campo medico, ma è stato introdotto nel mondo della scuola attraverso progetti, nati con l'obiettivo di identificare precocemente la presenza di alunni della scuola primaria con Disturbo Specifico di Apprendimento (D.S.A).

"Con il termine screening s’intende una metodologia di rilevazione che è in grado di predire un disturbo

sulla base della presenza di un segno critico selezionato in precedenza (test predittivo). Il test predittivo

misura un fattore di rischio per il disturbo ed è basato sull’assunzione che il risultato del test indica una

condizione di rischio che causa una condizione di disturbo. Lo screening non ha le pretese di evidenziare in

modo inequivocabile un disturbo, ma di individuare, con buon livello di attendibilità, i soggetti a rischio di un

determinato disturbo. Non si tratta di effettuare una diagnosi, ma piuttosto di indirizzare ad uno studio

diagnostico una popolazione che presenta alcuni indici caratterizzanti. Per essere efficace un test di

screening deve essere semplice, rapido da somministrare e poco costoso, sia in termini di strumentazione

che di impiego di risorse specialistiche.'" (A.Paoletti, G.Stella, “Indici qualitativi di rischio negli screening sui

disturbi specifici di apprendimento - Dislessia ", vol. 1, Gennaio 2008).

I test di screening sono da considerarsi solo un primo passo verso l'identificazione di eventuali problemi nei

bambini. Infatti, si possono individuare alunni per i quali consigliare un approfondimento, attraverso

procedure diagnostiche specifiche. Questa richiesta può essere fatta esclusivamente dai genitori, che

decidono il percorso da seguire, nel momento in cui ricevono dagli insegnanti l'informazione che il proprio

figlio presenta problemi nell'apprendimento di alcune abilità, legate alla lettura e alla scrittura. I risultati

ottenuti non hanno mai valore di diagnosi, ma solamente di previsione. Il tempestivo riconoscimento di un

disturbo dell’apprendimento permette alla scuola di operare interventi tempestivi, attraverso l’attivazione

di percorsi educativi mirati.

Normativa di riferimento:

Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010

D.M. n.5669 del 12 luglio 2011 “Linee-Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti

con disturbi specifici di apprendimento (Ministero dell’Istruzione)

Protocollo d’intesa Stato-Regioni definizione e certificazione disturbi DSA luglio 2012

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) racchiude in sé una visione olistica della persona

estremamente interessante e fa riferimento al modello di classificazione internazionale di funzionamento,

disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health - ICF) come definito

dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002).

La scuola è spesso chiamata a leggere e rispondere in modo adeguato e articolato ad una pluralità di

studenti che manifestano bisogni educativi speciali con difficoltà di apprendimento, di sviluppo di abilità e

competenze nonché con disturbi del comportamento stabili o transitori. Un approccio integrato, scuola -

famiglia - servizi sanitari, consente di assumere un’ottica più ampia nella lettura dei bisogni nella quale i

fattori ambientali assumono una correlazione con lo stato di salute dell’individuo. La disabilità non riguarda

il singolo che ne è colpito, bensì tutta la comunità e le istituzioni.

Il 27 Dicembre 2012 è stata emanata dal MIUR la direttiva “Strumenti d’intervento per gli alunni con bisogni

educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Le precisazioni contenute nella

direttiva derivano dal fatto che la legge 170/2010, “Nuove norme in materia di disturbi specifici di

apprendimento in ambito scolastico”, riconosce come disturbi specifici di apprendimento (DSA) su cui porre

l’attenzione solamente la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia, mentre il panorama dei

disturbi che possono comportare dei notevoli disagi negli alunni è molto più ampio.

I BES possono presentarsi con continuità, oppure per periodi circoscritti della vita dell’alunno, in quanto le

cause che li generano possono anche avere origine fisica, biologica, fisiologica, psicologica o sociale.

La direttiva sottolinea che è necessario elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e

studenti con BES, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), individuale o

anche riferito a tutti i bambini della classe con BES, ma articolato, capace di essere uno strumento di

lavoro in itinere per gli insegnanti ed avere la funzione di documentare alle famiglie le strategie

programmate per gli interventi.

Con gli ultimi interventi ministeriali, la Nota 1551 di settembre 2013 e la Nota 2563 di novembre 2013 si

sottolinea la necessità per le scuole autonome di pensare secondo i canoni della sperimentalità per l’a.s.

2013/14 rispetto alla realtà BES. Di fatto, come afferma la dott.ssa Anna Bravi, ogni scuola dovrebbe

adottare una sua politica dell’inclusione che sia, rispetto alla’offerta formativa, trasversale e centrale al

tempo stesso. Certamente l’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova sta portando avanti una sua riflessione sui

vari documenti riguardanti i BES affinché i docenti abbiano chiaro che il diritto alla personalizzazione e al

successo formativo di tutti gli alunni, non sono nuove argomentazioni ma trovano la loro radice storica

nella L.517 del 1977. La scuola inclusiva è quella in grado di curvare il modo di insegnare e di valutare in

relazione alle diverse situazioni.

Seguendo il prof. Ianes la scuola, seppur messa di fronte ad eventuali certificazioni di alunni con BES, deve

conservare la sua umiltà di fondo poiché non possono essere fatte diagnosi di BES e dunque sta al consiglio

di classe la possibilità di individuare, sulla base di attente considerazioni didattiche e psicopedagogiche, gli

allievi con BES. Dopo averli individuati può avvalersi di opportuni strumenti compensativi e di misure

dispensative già previste dalla legge 170/2010 per alunni DSA. Si potrà a questo punto decidere di costruire

un piano di intervento consistente in una personalizzazione formalizzata appunto in consiglio e che ha

poco o nulla a che vedere con il PDP previsto dalla L.170/10 che è un atto dovuto. In questo momento

storico caratterizzato anche da una buona dose di confusione, sia da parte delle scuole e sia da parte degli

stessi estensori dei documenti ministeriali, va ricordato che il consiglio di classe è l’unico organo che può

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assumersi la responsabilità di un intervento in cui si gioca quella che è la autonomia pedagogica e didattica

di cui tanto si è parlato dal D.P.R. 275/99 ad oggi.

DOCUMENTO SOGGETTI INTERESSATI

CHI LO REDIGE DATA CONSEGNA

P.A.I.

Piano annuale

Inclusione

Tutti gli alunni con

disabilità e bisogni

educativi speciali

G.L.I. (Gruppo di Lavoro

per l’inclusione,

evoluzione del G.L.H.

d’Istituto)

Termine anno

scolastico

P.D.P.

Piano didattico

personalizzato

Alunni con Disturbi

Specifici

dell’Apprendimento

(con diagnosi da parte

di specialisti) e per

alunni con altri bisogni

educativi speciali

Team docenti o Consiglio

di Classe, in condivisione

con la famiglia ed

eventuali specialisti

Entro due mesi

dall’inizio dell’anno

scolastico

P.E.I.

Piano Educativo

Individualizzato

Alunni con

certificazione, secondo

la L. 104/1992

Team docenti o Consiglio

di Classe, insieme alla

famiglia e agli specialisti

Entro due mesi

dall’inizio dell’anno

scolastico

NORMATIVA di riferimento:

D.M. del 27 dicembre 2012 “ Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e

organizzazione territoriale per l’inclusione”

Nota Miur 65 dell’8 gennaio 2013

C.M. 8 /2013

Nota Miur 1551 del 27 giugno 2013

Nota Miur 2563 del 22 novembre 2013

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VALUTAZIONE ALUNNI D.S.A. E B.E.S

Come affermavano Ianes e Macchia nel 2008 il Bisogno Educativo Speciale indica di qualsiasi difficoltà

evolutiva, in ambito educativo e/o apprenditivo, che consiste in un funzionamento problematico anche per

il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia, e che necessita

di educazione speciale individualizzata. L’analisi del funzionamento può essere basata sulla classificazione

internazionale ICF e ICF-Children and Youth.

Si riporta uno tavola riassuntiva dei passaggi essenziali per la valutazione degli alunni DSA o BES:

DISABILITA’

CERTIFICATA

DSA CERTIFICATO DISTURBO

DIAGNOSTICATO

DIFFICOLTA’

COMPLESSA E

STABILE

DIFFICOLTA’ LIEVE E

TEMPORANEA

SCUOLA LETTURA DELLE SITUAZIONI E DEI BISOGNI IN TERMINI PEDAGOGICI E DIDATTICI

PEI OBBLIGATORIO PDP OBBLIGATORIO LA SCUOLA DECIDE

SE FARE UN PDP

FORMALE O

INFORMALE

LA SCUOLA DECIDE

SE FARE UN PDP

FORMALE O

INFORMALE

LA SCUOLA DECIDE

SE FARE UN PDP

FORMALE O

INFORMALE

Bisogna mettere gli alunni nella condizione di dimostrare ciò che sanno e sanno fare.

E’ importante che il Consiglio di classe, relativamente ai percorsi personalizzati:

concordi, per le attività che lo studente svolge in modo differenziato rispetto alla classe, le modalità

di raccordo con le discipline in termini di contenuti e competenze;

individui modalità di verifica dei risultati raggiunti che prevedano anche prove assimilabili a quelle

del percorso comune;

stabilisca livelli essenziali di competenza che consentano di valutare la contiguità con il percorso

comune e la possibilità del passaggio alla classe successiva.

Per gli alunni con BES non certificati va ricordato che

nella SCUOLA PRIMARIA I docenti possono non ammettere l'alunno alla classe successiva solo in

casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione, con decisione

assunta all'unanimità

nella SCUOLA SEC. I GRADO Per essere ammessi alla classe successiva e all’esame di Stato conclusivo

del primo ciclo è necessario che il consiglio di classe abbia attribuito un

voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina

nel PRIMO CICLO IN GENERALE

Nel caso in cui l'ammissione alla classe successiva sia comunque

deliberata in presenza di carenze relativamente al raggiungimento degli

obiettivi di apprendimento, la scuola provvede ad inserire una specifica

nota al riguardo nel documento individuale di valutazione e a trasmettere

quest'ultimo alla famiglia dell'alunno

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Le norme principali:

L.170/2010 (D.S.A.)

LINEE GUIDA luglio 2011

D.M. 27-12-2014 - Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e

organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.

C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 - Indicazioni operative concernenti la direttiva ministeriale 27

dicembre 2012 recante "Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e

organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica”

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ALUNNI STRANIERI

CRITERI PER L’ INSERIMENTO SCOLASTICO DI ALUNNI STRANIERI

L’ Istituto Comprensivo 1 di Giulianova, in ottemperanza della normativa di riferimento sull’oggetto, ha

deciso di adottare, attraverso la stesura di un protocollo specifico, una modalità pianificata nella

definizione di criteri e indicazioni riguardanti le iscrizioni e gli inserimenti a scuola degli alunni stranieri.

Il Protocollo di Accoglienza è un documento, allegato al POF, che viene approvato dal Collegio docenti e

deliberato dal Consiglio di Istituto affinché siano messe in atto le indicazioni dell’art. 45 del DPR 394 del

1999, che garantisce:

“(…) ai minori stranieri presenti sul territorio nazionale (…) il diritto all’istruzione (…)

nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani”.

Il numero degli alunni stranieri che frequentano l’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova è abbastanza stabile

e nel corso dell’anno scolastico registra flessioni in entrata e in uscita. In particolare la presenza di alunni

cinesi segue linee molto variegate.

La presenza di alunni non italiani può rappresentare un valore aggiunto per la scuola, per i docenti e per

tutti gli alunni italiani. Ognuno ha bisogno di confrontarsi con altre culture per scoprirne tutti i lati positivi e

superare gli stereotipi. Il prof. Ezio Sciarra dell’Università di Chieti, alcuni anni or sono, in una delle sue

numerose conferenze affermava che l’interculturalità è un processo e come tale in continuo movimento.

Essa ha attraversato numerose e fisiologiche stagioni che hanno posto i diversi interlocutori in

atteggiamento di progressiva e reciproca comprensione.

La tabella seguente può aiutare a cogliere i momenti salienti del processo di maturazione:

integrazione per assimilazione il ragionamento di fondo era quello riassumibile

nel motto “Entri come sei, esci come noi”;

integrazione laica in questa seconda fase si riconosce la diversità

dell’altro ma la si vive con distacco ovvero “La tua

identità la curi all’esterno della scuola”;

integrazione privilegiata la scuola inizia a programmare attività aggiuntive per

aiutare l’alunno non italiano, che viene ancora vissuto

come parte debole del sistema. Tali attività in questa

fase sono rivolte anche agli alunni italiani favorendo

un apprendimento reciproco;

integrazione universalistica si riconosce la reciproca diversità e si accetta

l’incontro. Ognuno rinuncia, consapevolmente, ad una

sua specificità esplorando la possibilità di incontrarsi

su un terreno di valori universali;

integrazione universalistica contestuale si mantiene la propria identità in un gioco di

reciprocità grazie a valori condivisi che rappresentano

il denominatore comune.

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Secondo il prof. Sciarra è necessario lavorare a scuola e nella società per conquistare l’integrazione e non

subirla, scoprendo e riscoprendo i valori universali riconoscibili e validi per ognuno.

Parlare di integrazione significa anche riflettere sul suo significato profondo. Il seguente schema si presta ad

una doppia lettura seguendone le frecce. Va precisato che esso è dedicato agli alunni diversamente abili,

ma ciò non toglie a questa specificità di essere portatrice di visioni con orizzonte più ampio..

L’INTEGRAZIONE

L’INTEGRAZIONE non è segregazione non è assimilazione

PER INTEGRARE FATTIVAMENTE con uguaglianza

e non escludere non omologare e non normalizzare

IMPLICA ACCETTAZIONE delle differenze della diversità

E NASCE DAL DIRITTO di essere considerato uguale agli altri di essere diverso insieme agli altri

Rielaborazione dello schema presentato nella tesi di diploma - Sezione scuola primaria - del corso di

Specializzazione di sostegno alle classi in presenza di alunni in situazione di Handicap di L. FELTRIN.

Nell’I.C.1 la presenza di alunni non italiani non rappresenta un’emergenza. Nonostante le

indicazioni della C.M. 110/2007, si è scelto di non avere una commissione apposita per

l’intercultura. Gli alunni non italiani non sono invisibili; il loro inserimento e la loro integrazione

non possono essere compiti “riservati” a pochi docenti.

Tutti i docenti devono e dunque sono compartecipi di ogni sfumatura affinché si possa raggiungere

gli obiettivi che ci si prefissa, ovvero la garanzia di pari opportunità di accesso all’istruzione e al

successo scolastico.

Questo protocollo riassume le azioni che l’istituto mette in campo rispetto all’accoglienza di alunni

non italiani anche per facilitare la condivisione.

Risulta importante anche chiarire l’uso di una certa terminologia:

Minore straniero comunitario = minore proveniente da paesi dell’Unione Europea.

Minore straniero

extracomunitario

= minore proveniente da paesi non facenti parte dell’Unione Europea

.

Minore straniero neo-arrivato = minore proveniente direttamente da un paese straniero.

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Minore straniero non

accompagnato

= minore non avente cittadinanza italiana o di altri Stati dell’Unione

Europea che, non avendo presentato domanda d’asilo, si trova nel

territorio dello Stato privo di assistenza e rappresentanza da parte dei

genitori o di altri adulti legalmente responsabili in base alle leggi

vigenti nell’ordinamento italiano.

Schema tratto e rielaborato dal testo “ Accogliere gli alunni stranieri” dei Centri territoriali per

l’Intercultura della prov. di Brescia

Accanto alla sopra indicata terminologia spesso, negli ultimi tempi si utilizza il neologismo di

minore non italiano. La ricerca terminologica nasconde la difficoltà che ancora è presente, di una

piena accettazione dell’altro per quello che egli è, qualunque egli sia.

Il 19 febbraio 2014, con Nota n.4233, il ministro Carrozza ha emanato le nuove “Linee Guida” per

l'integrazione degli alunni stranieri. Il documento, pubblicato sul sito del MIUR, rinnovando la precedente

stesura risalente al 2006, C. M. n.24 del 2006 a firma del ministro Moratti. Le linee guida offrono una

rassegna completa di indicazioni e di soluzioni didattiche che fanno tesoro delle buone pratiche messe in

atto in questi anni.

Nell’ottobre 2007 è stato approvato Il documento di indirizzo “La via italiana per la scuola interculturale e

l’integrazione degli alunni stranieri” a firma del ministro Fioroni.

Il protocollo prende in carico le fasi essenziali di lavoro o intervento. Tali fasi sono così riassumibili :

fase amministrativa

fase della comunicazione

fase educativo-didattica

fase sociale.

1) FASE AMMINISTRATIVA

Questa fase rappresenta il primo incontro della famiglia dell’alunno con l’istituzione scolastica.

Per facilitare questo primo impatto l’istituto si sta dotando progressivamente della modulistica bilingue

necessaria, da utilizzare al momento dell’iscrizione degli alunni e per le informazioni essenziali da fornire

o da chiedere alle famiglie.

La fase amministrativa è affidata ad un assistente amministrativo dell’ufficio di segreteria che in generale si

occupa delle iscrizioni secondo quanto definito dalla C.M. 2787 del 20 aprile 2011

L’assistente senza creare i presupposti del caso eccezionale:

consegna i moduli di iscrizione;

acquisisce l’opzione di avvalersi o no dell’insegnamento della religione cattolica;

accerta la presenza dei documenti :

ANAGRAFICI = documento d’identità dell’alunno (passaporto, certificato di nascita, atto di

nazionalità, carta nazionale …);

permesso di soggiorno dell’alunno (a partire dal compimento del quattordicesimo anno d’età

oppure permesso di soggiorno di uno dei genitori nel quale l’alunno sia registrato). Se la

richiesta di tale documento è in corso si accetta la ricevuta rilasciata dalla Prefettura

nell’attesa del documento definitivo.

SANITARI= vaccinazioni obbligatorie in base al DPR 26 gennaio 1999, n.355.

Nel caso ne siano sprovvisti, gli alunni vanno iscritti ugualmente. Sarà il Dirigente scolastico a

rivolgersi alla A.S.L. di competenza entro 5 giorni.

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SCOLASTICI = il titolo o certificato di studio originale o dichiarazione/autocertificazione, dal quale

risultino:

l’esito favorevole della classe frequentata (o dell’esame sostenuto) all’estero,

le materie studiate

le valutazioni riportate.

I titoli presentati devono essere accompagnati dalla traduzione in lingua italiana e da certificato di

conformità rilasciato dall’autorità diplomatica o consolare italiana (la firma del capo d’istituto deve essere

legalizzata dall’autorità diplomatica o consolare italiana) e da dichiarazione, rilasciata dall’autorità

diplomatica o consolare italiana circa il fatto che la scuola frequentata (o presso cui sono stati sostenuti gli

esami) è legalmente riconosciuta e circa l’ordinamento degli studi, il numero complessivo delle classi

frequentate o, nel caso di esami, la classe estera cui questi danno accesso;

informa la famiglia sull’organizzazione generale della scuola, consegnando nei limiti del possibile, la

documentazione bilingue . Prossimamente sarà pronta anche la brochure del Piano dell’offerta

formativa almeno in lingua inglese, tedesca, francese, spagnolo e cinese.

informare i genitori che intercorrerà circa una settimana tra l’atto dell’iscrizione e l’effettivo inizio

della frequenza;

fissare il primo incontro con i potenziali insegnanti di classe/Commissione di accoglienza e

comunicarne ai genitori la data;

richiedere il recapito telefonico della famiglia o di una persona che possa fungere

temporaneamente da tramite.

FASE DELLA COMUNICAZIONE

Questa fase, di solito, prevede l’entrata in scena di una Commissione d’accoglienza.

Nel nostro istituto si è preferito costituire una sorta di commissione diffusa, grazie alla quale tutti docenti

hanno il compito della presa in carico dei nuovi alunni non italiani.

La fase si suddivide in due momenti successivi.

In un primo momento il Dirigente Scolastico e l’assistente amministrativa preposta alle iscrizioni,

intrattengono con i richiedenti l’iscrizione un colloquio-intervista di tipo aperto durante il quale si evita di

rivolgere domande che non rispettino la privacy della famiglia, ponendo invece molta attenzione all’aspetto

relazionale.

Da questo primo contatto si delinea il tipo di classe che il nuovo alunno non italiano potrebbe frequentare.

Il colloquio con la famiglia infatti, rappresenta un momento importante ed utile:

-per conoscere la storia personale ma anche scolastica del bambino,

-per avviare un dialogo e un clima di fiducia e di rispetto tra scuola e famiglia.

-per raccogliere informazioni sulla storia scolastica e personale del bambino

-per raccogliere informazioni sul sistema scolastico del Paese di provenienza;

-per facilitare la conoscenza dell’ambiente scolastico, delle sue risorse e dei servizi di cui è possibile

usufruire come la mensa, il trasporto, il pre/post-scuola…;

-per illustrare, se necessario, la normativa vigente nella scuola italiana;

In un momento successivo, per la scuola primaria, si riunisce il consiglio di interclasse e si valutano le

condizioni più favorevoli per l’ingresso nella classe più idonea.

Per la scuola secondaria va tenuto conto anche della scelta, molto vincolante, relativa alla seconda lingua.

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DETERMINAZIONE DELLA CLASSE

Per determinare la classe di iscrizione ci si riferisce al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto

1999 n.394, aggiornato al 2004, in materia di immigrazione, secondo cui i minori vengono iscritti alla classe

corrispondente all’età anagrafica.

Si prende in considerazione l’iscrizione a una classe immediatamente precedente o successiva:

nel caso di un diverso ordinamento degli studi del Paese di appartenenza;

a seguito dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione degli alunni.

Il Collegio Docenti ha il compito di individuare, tra gli alunni che si iscrivono per la prima volta nelle scuole

dell’Istituto:

alunni che si trasferiscono da altre scuole italiane, essi vengono iscritti nella classe di riferimento ;

alunni che si iscrivono senza aver frequentato in precedenza una scuola italiana, essi sono sottoposti a

test di ingresso per verificare l’effettivo possesso delle necessarie competenze linguistiche e non.

Vengono poi seguite le indicazioni del D.P.R. n.394/1999.

Il Collegio dei docenti regolamenta, secondo la normativa vigente, la ripartizione degli alunni non italiani,

evitando la costituzione di classi in cui risulti superiore al 30% la presenza di alunni non italiani.

Il Dirigente e i docenti seguono tali regole.

Determinata la classe il nuovo alunno può iniziare la frequenza.

Il colloquio già iniziato dal dirigente scolastico continua con i docenti della classe scelta.

Per la scuola secondaria la classe viene scelta anche tenendo conto delle esigenze espresse dai genitori,

della seconda lingua comunitaria, della numerosità.

In ogni caso i docenti avranno modo di:

- conoscere il bambino o il ragazzo;

-somministrare un test d’ingresso;

- individuare percorsi di facilitazione, come previsto dall’art. 45, comma 4, del D.P.R. 394/99;

-richiedere, eventualmente, un mediatore culturale nel caso di una lingua come quella cinese..

FASE EDUCATIVO-DIDATTICA

Questa fase è immediatamente successiva all’assegnazione dell’alunno non italiano alla classe e in essa ci si

occupa di:

Individuare opportuni percorsi facilitati di inserimento;

individuare percorsi a livello didattico che prevedano: uso di materiali multimediali per contestualizzare

la lezione, uso di testi semplificati per l’italiano ;

suggerirà percorsi di facilitazione relazionale (uso di materiali nelle diverse lingue…).

PERCORSI DIDATTICI INDIVIDUALIZZATI per alunni stranieri non alfabetizzati in italiano L2

Il legislatore ha stabilito che le scuole devono mettere in atto tutti gli interventi per favorire la piena

integrazione degli alunni e il Consiglio di classe o di interclasse definisce, in relazione al livello di

competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento; allo

scopo possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni per facilitare

l'apprendimento della lingua italiana, utilizzando, ove possibile, le risorse professionali della scuola. Il

consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere realizzata altresì mediante

l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti, anche nell'ambito delle attività

aggiuntive di insegnamento per l'arricchimento dell'offerta formativa”

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In adempimento a quanto sopra indicato, i singoli insegnanti valutano caso per caso, nell’ambito della

propria disciplina, le effettive competenze e necessità degli alunni, individuando i percorsi disciplinari

individualizzati e gli obiettivi minimi da raggiungere.

Le prove di verifica e la successiva valutazione delle competenze dovranno essere calibrate in riferimento a

tali obiettivi, non al livello medio della classe.

Nella valutazione è possibile prendere come riferimento il quadro comune europeo per le lingue” che

considera i seguenti indicatori: ascolto, lettura, interazione orale, produzione orale e produzione scritta (V.

allegato).

I contenuti e gli stili della comunicazione:

- fare riferimenti a oggetti e immagini, usare l’animazione e il linguaggio non verbale per facilitare le

spiegazioni;

- segnalare in maniera chiara e costante le attività, in modo da far identificare chiaramente la routine;

- accettare errori e tentativi, eventualmente riformulando ed espandendo le frasi dell’alunno;

- i temi e gli argomenti della comunicazione devono riguardare il contesto o le situazioni che abbiano

riferimento al concreto.

Infine l’insegnante costruisce o rafforza un clima relazionale accogliente e positivo, favorendo

l’accettazione reciproca e il sentirsi parte di un gruppo aperto a nuove esperienze.

Sul piano degli apprendimenti curricolari, il docente, come previsto dall’art. 45, comma 4, del D.P.R.

394/99, rilevati i bisogni specifici di apprendimento, anche sulla base delle prove effettuate al momento

dell’inserimento, individua, in collaborazione con la Commissione, modalità di semplificazione (obiettivi

uguali, ma semplificati, con ritmi individualizzati) e di facilitazione linguistica, adattando ad essi la verifica e

la valutazione.

Anche i contenuti delle discipline curriculari, se necessario, dovranno essere opportunamente selezionati.

Come organizzare la comunicazione:

- le nuove informazioni devono essere indotte;

- utilizzare le parole del vocabolario di base e di alta frequenza (ogni plesso ne ha uno);

- ridurre l’uso di sinonimi e pronomi;

- semplificare la sintassi usando frasi brevi, con poche coordinate e subordinate, e la struttura SVO

(Soggetto, Predicato, Complemento Oggetto), per quanto possibile.

MATERIALE DIDATTICO

La Scuola Primaria di Fornovo dispone di uno “scaffale interculturale”, a disposizione di tutti i plessi, fornito

di numerosi testi riguardanti la metodologia didattica in senso interculturale e di CD interattivi per

l’arricchimento lessicale e la riflessione linguistica.

Inoltre è stata allestita una seppur minima cineteca interculturale con videocassette, in lingua italiana o con

sottotitoli in italiano, girate in diversi Paesi extracomunitari, che trattano temi legati alla quotidianità: la

scuola, la famiglia, il lavoro…. Ogni plesso di scuola primaria e dell’infanzia è stato inoltre dotato, per le

emergenze, di un dizionario illustrato e di un vocabolario di base e di alta frequenza.

FASE SOCIALE

Per promuovere la piena integrazione dei bambini nel nuovo contesto sociale e per realizzare un progetto

educativo che coniughi pari opportunità e rispetto

delle differenze, la scuola ha bisogno delle risorse che il territorio mette a disposizione e della

collaborazione con i servizi, le associazioni, i luoghi d'aggregazione e, in primo luogo, con le Amministrazioni

locali.

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Si tratta di costruire una rete d'intervento che rimuova eventuali ostacoli e

favorisca una cultura dell'accoglienza e dello scambio culturale, in un'azione strettamente sinergica.

Da parte sua, la Commissione:

contatta le associazioni di volontariato che operano nel territorio;

stabilisce contatti per favorire lo scambio di conoscenze e per affrontare tematiche concrete;

attiva la collaborazione con le Amministrazioni locali per costruire in sinergia percorsi di formazione e

per proporre servizi ed esperienze comuni.

RISORSE A DISPOSIZIONE

Per facilitare l´inserimento degli alunni stranieri e l´apprendimento della lingua italiana, la scuola può

contare su alcune risorse già esistenti che devono essere attivate in maniera flessibile e produttiva, e su

altre risorse che è possibile ottenere a livello provinciale, regionale e nazionale:

1. attività aggiuntive a carico dell´istituzione;

2. attività realizzate in accordo con associazioni ed enti locali;

3. associazioni culturali;

4. Reti di scuole.

Si propone infatti di:

-definire pratiche condivise all’interno della scuola;

-facilitare l’inserimento a scuola degli alunni stranieri;

-sostenerli nella fase d’adattamento;

-entrare in relazione con la famiglia immigrata;

-favorire un clima d’accoglienza e di attenzione alle relazioni che prevenga e rimuova eventuali ostacoli alla

piena integrazione;

-promuovere la collaborazione tra le scuole e tra scuola e territorio sui temi dell’accoglienza e

dell’educazione interculturale.

Non è prevista una specifica Commissione Accoglienza per alunni non italiani, tutta la situazione è gestita,

unitamente al dirigente scolastico e ad una assistente amministrativa preposta alle iscrizioni, da alcuni

docenti coordinatori di plesso..

L’Istituto si è dotato di un protocollo di accoglienza per la stesura del quale sono state prese in

considerazione le best practices di altri istituti comprensivi regionali e non.

I principali riferimenti normativi per l’inserimento di alunni stranieri sono:

il D.P.R. n° 394 del 31/08/1999;

la Circolare ministeriale n301 del 08/091989;

la Circolare ministeriale n° 24 del 1 Marzo 2006, relativa a ”LINEE GUIDA PER L’’ACCOGLIENZA E

L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI”.

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VALUTAZIONE ALUNNI STRANIERI

IN FASE DI ALFABETIZZAZIONE

La valutazione è collegata al percorso di apprendimento proposto agli alunni, a seconda della data di

arrivo, delle informazioni raccolte durante la prima accoglienza.

La C.M. 24/2006 recita:“… In questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella

“certificativa” si prendono in considerazione il percorso dell’alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la

motivazione e l’impegno e,soprattutto, le potenzialità di apprendimento dimostrate. In particolare, nel

momento in cui si decide il passaggio o meno da una classe all’altra o da un grado scolastico al

successivo,occorre far riferimento a una pluralità di elementi fra cui non può mancare una previsione di

sviluppo dell’alunno. Emerge chiaramente come nell’attuale contesto normativo vengono rafforzati il ruolo

e la responsabilità delle istituzioni scolastiche autonome e dei docenti nella valutazione degli alunni.”

Nel primo quadrimestre la valutazione, in particolare per gli alunni di recente immigrazione o neo-arrivati,

potrà:

non essere espressa (fase della prima alfabetizzazione);

essere espressa in base al personale percorso di apprendimento;

essere espressa solo in alcune discipline.

Sul documento di valutazione verrà pertanto utilizzata, se necessario, la seguente dicitura: “La valutazione

espressa si riferisce al percorso personale di apprendimento in quanto l’alunno si trova nella fase di

alfabetizzazione in lingua italiana” oppure “ la valutazione non viene espressa in quanto l’alunno si trova

nella prima fase di alfabetizzazione della lingua”.

Nel caso in cui l'alunno abbia una buona conoscenza di una lingua straniera, essa potrà essere utilizzata,

temporaneamente, come lingua veicolare per l'acquisizione dei contenuti e l'esposizione degli stessi.

Nel II quadrimestre la valutazione è comunque formulata perché costituisce la base per il passaggio o meno

alla classe successiva. La valutazione finale non potrà essere semplice media delle misurazioni rilevate, ma

dovrà tenere in considerazione in modo particolare il percorso dell'alunno, la progressione

nell'apprendimento, gli obiettivi possibili, nonché la motivazione, la partecipazione, l'impegno.

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P.A.I. – PIANO ANNUALE DI INCLUSIONE

In questo anno scolastico entro il 15 del mese di novembre è stato richiesto di inviare il PAI di istituto

all’ufficio preposto presso il MIUR Abruzzo. Il modello è stato fornito dallo stesso ministero.

Il Piano è stato approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data 29-09-2014 ed è stato Deliberato

dal Collegio dei Docenti in data 30-09-2014 e 10-11-2014 .

Del PAI sono qui riportati alcuni stralci:

%

“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra

che prova la stessa sinfonia. E se hanno ereditato soltanto il piccolo triangolo che fa tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il

meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma

conoscerà la stessa musica”. (Pennac, Diario di scuola) La scuola dell’Educazione Inclusiva

“Una scuola che ‘include’ è una scuola che ‘pensa’ e che ‘progetta’ tenendo a mente proprio tutti. Una scuola che non si deve muovere sempre nella condizione di emergenza, in risposta cioè al bisogno di un alunno con delle specificità che si differenziano da quelle della maggioranza degli alunni ‘normali’ della scuola. Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo perché nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto.” P. Sandri, Scuola di qualità e inclusione

L’Istituto Comprensivo Statale 1 di Giulianova prende atto dei bisogni manifestati direttamente e indirettamente da tutti alunni iscritti e in particolare di

quelli che presentano bisogni educativi speciali, per rispondere nel modo più aperto possibile al loro diritto

allo studio e ad una esistenza ricca di stimoli capaci di sviluppare le loro abilità e le loro conoscenze, in vista

del raggiungimento di competenze adeguate al loro bisogno e alle loro capacità.

Il PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITÀ, introdotto dalla Direttiva del MIUR del 27 dicembre 2012 e dalla

C.M. n.8 del 6 marzo 2013, rappresenta una sorta di chiave di accesso per consentire alla scuola la

progettazione della propria offerta formativa secondo una ottica propriamente inclusiva. Essenzialmente il

PAI dovrebbe essere percepito come un elemento di riflessione nel momento in cui si redige il Piano

dell’Offerta Formativa.

Con questo nuovo strumento, che ben si affianca al P.D.P. o Piano Didattico Personalizzato, si attua il

passaggio dalla cosiddetta INTEGRAZIONE dell’alunno diversamente abile, sottolineata dalla L.517 del 1977

e dalla Lq. 104 del 1992 e successive modificazioni, ad una vera INCLUSIONE.

E’ importante anche cogliere la distanza tra ciò che il concetto di integrazione racchiudeva e ciò che quello

di inclusione offre.

Come asserisce R. Focchiatti (ricercatrice ANSAS- Veneto), si passa:

• da una staticità ad un processo;

• da un approccio compensatorio alla considerazione della globalità delle sfere educativa-sociale e

politica;

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• dal prendersi cura del singolo alunno alla visione di tutti gli alunni nella considerazione delle loro

potenzialità;

• dall’intervento sul soggetto prima e sul contesto dopo all’esatto contrario; dall’incrementare la risposta

specialistica alla trasformazione della stessa in ordinaria.

Chiaramente una didattica inclusiva presuppone un docente inclusivo con un cassetta degli attrezzi molto

ricca, comprensiva delle conoscenze adeguate per poter utilizzare con competenza metodologie come

quella dell’apprendimento cooperativo e del tutoring; capace di adattare gli obiettivi e i materiali, capace di

utilizzare strategie meta cognitive e sottolineare gli aspetti emotivo-motivazionali di ogni situazione e

contesto.

Non ci nascondiamo le evidenti difficoltà di questo cammino.

Come afferma Patrizia Sandri (Scienze dell’Educazione –Università di Bologna) in uno dei suoi lavori:

“Il riconoscersi nella scelta di lavorare per una scuola inclusiva comporta necessariamente un’assunzione di

responsabilità e una intenzionalità pedagogica che si dovrebbero rilevare nella prassi didattica quotidiana.

Non sempre tuttavia a questa affermazione di principio corrispondono comportamenti professionali

coerenti e ancora oggi alcuni docenti possono ritenere che sia troppo impegnativo, se non impossibile,

lavorare per l’integrazione / inclusione degli allievi con difficoltà, garantendo contemporaneamente

un’elevata qualità della scuola.”

Il Piano ragiona in termini di individuazione dei punti di forza e di debolezza delle attività inclusive messe in

atto dalla scuola, in parole povere si attualizza al suo interno un piano di miglioramento secondo i canoni

dettati dalla teoria del PDCA o Ruota di Deming o coinvolgendo sia le forze interne alla scuola che quelle

presenti sul territorio realizzando le giuste sinergie.

L’inclusività riguarda tutti gli alunni in situazione di Bisogni Educativi Speciali (BES):

- alunni con disabilità certificata in base alla Legge 104/1992

- alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento segnalati in base alla Legge 170/2010

- alunni in situazione di svantaggio socio/economico, linguistico, affettivo relazionale / comportamentale e

culturale anche temporaneo, come definiti nella Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 e nella Circolare

Ministeriale n.8 del 06/03/2013.

L’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova, per gli aspetti più specificatamente didattici, propone il ricorso a:

1) individualizzazione (percorsi differenziati per obiettivi comuni);

2) personalizzazione (percorsi e obiettivi differenziati) L.53/2003;

3) strumenti compensativi, L.170/2010 e Linee Guida luglio 2011;

4) misure dispensative, L.170/2010 e Linee Guida luglio 2011;

utilizzati secondo una programmazione personalizzata con riferimento alla normativa nazionale.

Il P.A.I. viene predisposto dal G.L.I., Gruppo di Lavoro per l’Inclusione che opera a livello di Istituzione

Scolastica e comprende al suo interno il vecchio G.L.H.I.; esso viene approvato dal Collegio dei Docenti per

diventare poi parte integrante del P.O.F. Il Piano annuale per l’Inclusività va a costituire uno specifico

capitolo del P.O.F. nel quale vengono individuati a livello quantitativo gli alunni destinatari degli interventi e

in cui si esplicita in modo capillare come la scuola si impegna nell’ottica della personalizzazione

dell’apprendimento e della creazione di una comunità inclusiva.

Il presente Piano costituisce un concreto impegno programmatico per l’inclusione ed uno strumento di

lavoro, pertanto sarà soggetto a modifiche ed integrazione.

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La normativa di riferimento, secondo una linea diacronica, è rappresentata da:

Legge n. 517 del 4 agosto 1977 - “Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di

riparazione nonché altre norme di modifica dell'ordinamento scolastico”.

Legge n. 104 del 5 febbraio 1992 - “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle

persone handicappate” e successive modificazioni. In essa si presentano diversi documenti molto

importanti nella gestione dell’ alunno diversamente abile quali :

La diagnosi Funzionale (DF);

il Profilo Dinamico Funzionale (PDF);

il Piano Educativo Individualizzato (PEI) che può essere semplificato (che condurrà al rilascio della

qualifica e del diploma) o differenziato (che conduce ad un attestato di credito formativo);

la Relazione Finale.

Il DPR del 24 febbraio 1994, precisa che i documenti sopracitati, redatti in collaborazione con il SSN, e con i

familiari degli alunni, hanno lo scopo di individuare le potenzialità funzionali dell’alunno con disabilità e

sulla base di queste costruire adeguati percorsi di autonomia, di socializzazione e di apprendimento.

Il DPR 275 dell’8 marzo 1999 stabilisce che “nell’esercizio dell’autonomia didattica le istituzioni scolastiche

(...) possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l’altro: l’attivazione di

percorsi didattici individualizzati.”

Legge n. 53 del 28 marzo 2003 - “Definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle

prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale”, parla esplicitamente di personalizzazione

dei piani educativi.

Accordo Stato – Regioni del 2008 all’art.2 descrive finalità e modalità di effettuazione della diagnosi

funzionale, introducendo un’altra novità, l’abolizione del profilo dinamico funzionale ed il suo assorbimento

nella diagnosi funzionale, in quanto la DF viene redatta, per l’individuazione delle professionalità e le

risorse necessarie, anche con la presenza di un esperto in didattica speciale, nominato dall’Ufficio scolastico

provinciale (probabilmente insegnante specializzato) e la famiglia, sulla base dei criteri bio-psico-dinamici di

I.C.F. dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Linee guida per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità del 4 agosto 2009.

Linee guida per l’integrazione degli alunni stranieri, con la C.M. n.4233 del 19 febbraio 2014.

Legge n. 170 del 8 ottobre 2010 - “ Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito

scolastico”. Si introducono i concetti di strumenti compensativi e dispensativi e l’obbligo di redigere il Piano

Didattico Personalizzato (P.D.P.) per gli alunni con diagnosi clinica di disturbo specifico dell’apprendimento

(D.S.A.).

DM. 12 luglio 2011 - “Linee guida sui disturbi specifici di apprendimento (DSA)”.

La Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 - “Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi

speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” (emanata alle scuole con prot. MIUR

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AOODRLO R.U. 721 del 28 gennaio 2013). Con questo documento viene formulata l’espressione di Bisogni

Educativi Speciali e l’acronimo B.E.S. e si precisa che

“L’area dello svantaggio scolastico

è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe

ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di

ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi

evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua

italiana perché appartenenti a culture diverse”.

Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) si fonda su una visione globale della persona che fa

riferimento al modello della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute

(International Classification of Functioning, disability and health - ICF) come definito dall’Organizzazione

Mondiale della Sanità (OMS, 2002).

La Direttiva precisa che:

“ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per

motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici,sociali, rispetto ai quali è necessario che le

scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”.

La C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 - “Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni

con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative”.

Sia la Direttiva del 12-12-2012 che la cm N.8, stabiliscono che il diritto ad un Piano Didattico Personalizzato

vada esteso a tutti gli alunni con particolari bisogni tali da incidere sul loro rendimento scolastico.

Nota MIUR prot. n. 0001551 del 27 giugno 2013. In essa si chiarisce che

“scopo del Piano annuale per l’Inclusività (P.A.I.) è fornire un elemento di riflessione nella predisposizione

del POF, di cui il P.A.I. è parte integrante. Il P.A.I., infatti, non va inteso come un ulteriore adempimento

burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera

comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei

“risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e

per ciascuno”. Esso è prima di tutto un atto interno della scuola autonoma, finalizzato all’auto-conoscenza e

alla pianificazione, da sviluppare in un processo responsabile e attivo di crescita e partecipazione.”

Allegato alla C.M. 8/2013 CM n. 8 prot. 561 del 6.3.2013 del MIUR: “Indicazioni operative sulla Direttiva

Ministeriale 27 dicembre 2012 – Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e

organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”.

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CRITERI E MODALITA’ DI VALUTAZIONE

CRITERI DI AMMISSIONE/NON AMMISSIONE ALLA CLASSE SUCCESSIVA

Il Collegio dei docenti definisce modalità e criteri per assicurare omogeneità, equità e trasparenza della

valutazione nel rispetto del principio della libertà d’insegnamento. I seguenti criteri e modalità fanno parte

integrante del Piano dell’Offerta Formativa.

1) Caratteristiche

La valutazione, periodica e finale, degli apprendimenti è effettuata dal Consiglio di Classe

presieduto dal DS o da suo delegato

I docenti di sostegno partecipano alla valutazione di tutti gli alunni

Per la valutazione della religione cattolica resta la valutazione attraverso un giudizio sintetico

formulato dal docente e continuerà ad essere espressa senza attribuzione di voto numerico

La valutazione periodica e annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle

competenze da essi acquisite, nonché la valutazione dell’esame finale del ciclo, sono effettuate

mediante l’attribuzione di voti numerici espressi in decimi

La votazione sul comportamento determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al

successivo anno di corso o all’esame conclusivo del ciclo

Ai fini della validità dell’anno scolastico l’alunno deve aver frequentato le lezioni e le attività

didattiche per almeno i 3/4 dell’orario annuale personalizzato (non deve aver superato i 51 giorni di

assenza)

Ferma restando la frequenza richiesta ai fini della validità dell’anno scolastico e per la valutazione

degli alunni, le motivate deroghe in casi eccezionali sono decise dai consigli di classe, all’unanimità,

a condizione che le assenze complessive non pregiudichino la possibilità di procedere alla

valutazione stessa

Sono ammessi alla classe successiva gli studenti che hanno ottenuto, con decisione assunta a

maggioranza dal consiglio di classe, un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o

gruppo di discipline

Nel caso in cui l’ammissione alla classe successiva sia comunque deliberata in presenza di carenze

relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento, la scuola provvede ad inserire

una specifica nota, al riguardo, nel documento individuale di valutazione e a trasmettere

quest’ultima alla famiglia dell’alunno

Per l’ammissione all’esame conclusivo del I ciclo gli alunni dovranno conseguire la sufficienza in

tutte le materie, compreso il voto nel comportamento. Il CdCl formula un giudizio di idoneità,

espresso in decimi, considerando il percorso scolastico compiuto dall’alunno

L’esito dell’esame conclusivo è espresso con valutazione complessiva in decimi (media dei voti in

decimi ottenuti nel voto di ammissione, nelle prove scritte e nel colloquio orale) e illustrato con una

certificazione dei traguardi di competenza.

Conseguono il diploma gli alunni che ottengono una valutazione non inferiore a sei decimi. In sede

d’esame finale, agli alunni particolarmente meritevoli, che conseguiranno il punteggio di 10 decimi,

potrà essere assegnata la lode, all’unanimità

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2) Criteri generali

Premesso che si concepisce la non ammissione:

come costruzione delle condizioni per attivare/riattivare un processo positivo, con tempi più lunghi e

più adeguati ai ritmi individuali

come evento condiviso dalle famiglie e accuratamente preparato per l’alunno, anche in riferimento alla

classe di futura accoglienza

quando siano stati adottati, comunque, documentati interventi di recupero e/o sostegno che non si

siano rivelati produttivi

come evento da considerare soprattutto quando il passaggio da segmenti formativi ad altri richieda un

salto cognitivo particolarmente faticoso per la quasi totale mancanza di prerequisiti fondamentali

e premesso che:

la norma sancisce l’ammissione alla classe successiva degli alunni che abbiano conseguito 6

(sei/decimi) in ciascuna disciplina e nel comportamento

le situazioni didatticamente gravi, con conseguente rischio di non ammissione saranno via via segnalate

alle famiglie, su specifica convocazione da parte del Consiglio di Classe e/o nei colloqui con i genitori, e

trascritti su foglio specificamente predisposto

il Collegio dei Docenti ritiene di dover definire condivisi criteri con cui il Consiglio di Classe in presenza di

carenze relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento delibera l’ammissione/non

ammissione degli alunni alla classe successiva

In seguito a ciò:

ciascun docente, per ciascuna disciplina, presenterà l’allievo al Consiglio di Classe con il voto in

decimi derivante dalla verifica oggettiva degli esiti d’apprendimento (4-5-6-7-8-9-10/10)

nel caso in cui abbia rilevato una carenza nella sua disciplina, il docente distinguerà da “carenza

lieve” (voto 5)

“carenza rilevante” (voto 4)

“carenza gravissima”, determinata, sostanzialmente, da mancanza di impegno (voto 3)

3) Modalità particolari di compilazione del documento di valutazione

La compilazione del documento di valutazione è a cura di tutti i docenti del Consiglio di Classe. Il

coordinatore organizza il lavoro, predispone le griglie di valutazione, raccogliendo i voti che i docenti

avranno cura di apporre, per tempo, sulla medesima. Inoltre, firma la scheda di valutazione a nome del

Consiglio di Classe

La “valutazione del comportamento” degli alunni è espressa collegialmente, attraverso voto numerico in decimi, come già descritto dettagliatamente nella tabella posta alla fine del capitolo precedente “Valutazione interna”.

Ciò premesso, nella valutazione, oltre ai criteri sopra espressi, si prendono in considerazione altri aspetti, alla luce dell’intero anno scolastico:

Rispetto delle norme interne come il Patto di corresponsabilità, il Regolamento d'Istituto, delle persone e delle strutture

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Capacità di autocontrollo sia nella sede scolastica che al di fuori di essa nel caso di attività e interventi educativi quali i viaggi d'istruzione, le visite guidate, la partecipazione ad eventi culturali e sportivi…..

La valutazione delle “conoscenze, abilità, competenze” degli alunni sono espresse da ogni singolo docente

attraverso voto numerico in decimi in riferimento alla tabella “criteri di valutazione degli apprendimenti

disciplinari degli alunni in ambito scolastico”

Per la “nota che accompagna l’ammissione con carenze alla classe successiva,” si allegherà,

all’interno del documento di valutazione, un prestampato opportunamente predisposto, compilato

e sottoscritto dal Consiglio di Classe (come da allegato alla fine del paragrafo) e controfirmato dal

genitore dell’alunno

Parte integrante della valutazione è la “griglia di valutazione quadrimestrale” formata dalla

valutazione in decimi delle discipline e dal giudizio in merito al comportamento

Fac-simile di certificato inerente ammissione con carenze alla classe successiva:

Giulianova ___ / ____ / _____

All’attenzione dei genitori dell’alunno _______________________________ classe _______

Oggetto: Carenze rilevate in ambito didattico-educativo

In seguito a valutazione quadrimestrale, i docenti del Consiglio di Classe della _______ hanno rilevato

carenze lievi/gravi nelle seguenti discipline:

___________________

___________________

___________________

___________________

___________________

Nonostante le carenze rilevate, i docenti considerano positivi l’impegno, la partecipazione e l’attenzione

dimostrati dall’alunno nell’ultimo bimestre e il continuo tentativo di recuperare nelle diverse discipline.

Invitano, però, i genitori a intervenire, sollecitando nel/l proprio/a figlio/a un impegno extrascolastico che

colmi le lacune registrate nel corso dell’anno scolastico.

Per il Consiglio di Classe ___________________________________________

Il genitore ______________________________________________________

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4) Strumenti e modalità di valutazione

Variano da insegnante a insegnante, anche in funzione del suo stile didattico, delle caratteristiche della

disciplina, della classe, dell’alunno, e di tutte le variabili fatte via via registrare. Si sente, infatti, l’esigenza di

utilizzare strumenti di “misurazione” comuni e condivisi, per dare alla valutazione un carattere il più

oggettivo e scientifico possibili.

Si verificano e si valutano: le conoscenze e le abilità (valutazione degli apprendimenti)

gli obiettivi formativi relativi alle competenze (certificazione delle competenze)

partecipazione e impegno, socialità e collaborazione, applicazione, progresso rispetto alla

situazione di partenza, nell’ambito educativo e didattico (valutazione del comportamento)

Tempi di verifica e valutazione Le prove di verifica sono programmate in itinere, di norma al termine di ciascuna unità di lavoro, in stretta

connessione col percorso svolto. Prevedono una graduazione delle difficoltà proposte, coerenti con gli

obiettivi perseguiti, commisurata ai livelli di difficoltà affrontati.

La valutazione iniziale ha funzione diagnostica e prognostica (i test d’ingresso sono destinati alla verifica e

al possesso dei requisiti, all’inizio dell’attività didattica).

La valutazione in itinere ha funzione regolativa e formativa (le prove formative per unità di

apprendimento, o gruppi di unità di apprendimento, sono prove in cui la funzione di “feedback” prevale su

quella valutativa, pur non escludendola).

La valutazione finale (I e II quadrimestre), ha funzione sommativa (le prove sommative sono articolate in

base ad una ripartizione bimestrale e in funzione dello svolgimento progressivo del curricolo).

Strumenti di verifica e valutazione Le prove di verifica sono impostate in relazione ai prerequisiti richiesti, a ciascun obiettivo di

apprendimento e al relativo percorso della classe. Le principali tipologie dei quesiti sono:

quesiti a risposta chiusa: vero/falso, risposta multipla, a completamento (prove oggettive)

quesiti a risposta aperta: esercizi, questionari, rappresentazioni grafiche (prove soggettive);

temi e problemi (prove soggettive)

prove pratiche (prove soggettive)

Oltre agli strumenti di verifica tradizionali, vengono utilizzate altre forme di valutazione:

osservazioni sistematiche (relative all’individuazione dei bisogni formativi degli alunni)

osservazioni occasionali (riferite a situazioni rilevanti)

raccolte di documenti (fascicolo dell’alunno)

produzione di elaborati (disegni, ricerche, cartelloni, realizzazioni multimediali)

Alle prove di verifica oggettiva (strutturata) verrà attribuito un punteggio che consentirà di distribuire i

risultati secondo una scala di valutazione:

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Fascia

bassa

Fascia

medio bassa

Fascia

media

Fascia

medio alta

Fascia

alta

Fascia

altissima

4 5 6 7 8 9 10

0% - 39% 40% – 49% 50% – 69% 70% - 79% 80% – 89% 90%

94%

95%

100%

Mancato

raggiungimento

degli obiettivi

Raggiungimento

parziale

degli obiettivi

Raggiungimento

minimo degli

obiettivi

Complessivo

raggiungimento

degli obiettivi

Pieno

raggiungimento

degli obiettivi

Pieno e completo

raggiungimento

degli obiettivi

Comunicazione dei risultati agli alunni Ogni prova viene corretta e riconsegnata agli alunni prima della somministrazione della prova successiva.

Ciascun alunno è informato sul livello raggiunto, i progressi ottenuti o le difficoltà ancora manifestate. È

importante fornire indicazioni su come procedere nel lavoro successivo.

Nella valutazione dei risultati si tiene conto del valore formativo della prova e della necessità di considerare

prioritarie la valorizzazione della persona e l’acquisizione della consapevolezza in merito ai risultati

conseguiti o meno. Va riportato il punteggio percentuale complessivo e, qualora il docente lo ritenga

necessario, la corrispondenza di questo col voto numerico espresso in decimi.

Le prove vengono opportunamente conservate. I risultati delle prove d’ingresso hanno lo scopo di

programmare l’attività didattica e non sono forme di valutazione.

Comunicazione alle famiglie L’Istituzione scolastica garantisce l’informazione alle famiglie, sul processo di apprendimento degli alunni e

sui diversi risultati ottenuti, attraverso tutte le forme possibili:

comunicazioni sul diario;

lettera o convocazione dei genitori per questioni rilevanti inerenti il comportamento, persistenti

carenze nell’impegno, difficoltà specifiche o cali nel rendimento

colloqui periodici e ricevimenti settimanali dei docenti

specifica nota informativa predisposta dall’Istituzione scolastica in caso di assenza dei genitori ai

colloqui periodici ove si ravvisi la necessità di far pervenire, comunque, una comunicazione alla

famiglia

5) Valutazione dell'ambito metacognitivo Per quello che riguarda l’ambito metacognitivo, le osservazioni sistematiche faranno riferimento ai seguenti

indicatori:

partecipazione e impegno (livello di attenzione, grado di pertinenza degli interventi, disponibilità

ad apprendere, grado di concentrazione, grado di coinvolgimento nell’azione formativa, riflessione

personale, capacità di approfondimento e riorganizzazione)

socialità e collaborazione (interazione cognitiva, capacità di socializzare i saperi, livello di

interazione e collaborazione, integrazione delle conoscenze proprie con quelle espresse dai

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compagni, accoglienza del punto di vista altrui nella realizzazione di compiti comuni, condivisione

degli interessi)

metodo (attenzione alle istruzioni di lavoro e alle dimostrazioni dell’insegnante, capacità di

elaborare le informazioni offerte, organizzazione autonoma del lavoro, capacità di prendere

decisioni, capacità di riconoscere modelli, di richiamare conoscenze e competenze organizzate e

applicarle, capacità di mettere in rilievo somiglianze e differenze tra situazioni note e non note,

consapevolezza riflessiva, rielaborazione, interpretazione e valutazione…)

progresso rispetto alla situazione di partenza nella sfera degli apprendimenti

I giudizi riguardanti ogni singolo indicatore concorreranno, insieme alla condotta dell’alunno,

all’attribuzione del voto di comportamento.

6) Valutazione del comportamento La valutazione del comportamento è espressa in decimi. Una valutazione inferiore al sei determina la non

ammissione alla classe successiva. Gli indicatori per il comportamento sono stati desunti dalle indicazioni

legislative presenti nel DPR n. 249/98, così come modificato con DPR n. 235/2007 e nel D.lgs 59/2004.

Attraverso osservazioni sistematiche periodiche, il Consiglio di Classe decide, collegialmente, il voto di

comportamento come sopra specificato.

7) Percorsi educativi personalizzati Una trattazione a parte merita la valutazione degli alunni in situazione di handicap, dal momento che in

questo caso il Consiglio di classe in sede di scrutinio e in sede di esame è chiamato ad esprimere la propria

valutazione per gli alunni che hanno avuto la necessità di seguire programmazioni ridotte o semplificate

(obiettivi minimi) o differenziate.

La valutazione degli alunni con disabilità riconosciuta viene operata, da parte dei docenti della classe, sulla

base del profilo dinamico funzionale e del Piano educativo individualizzato, al fine di valutarne il processo

formativo in rapporto alle potenzialità e ai livelli di apprendimento e di autonomia iniziali. Essa è riferita alle

discipline e alle attività svolte sulla base di tali documenti.

I docenti nominati per attività di sostegno a favore di alunni diversamente abili fanno parte del Consiglio di

Classe e partecipano a pieno titolo alle operazioni di valutazione e, dunque, a tutte le operazioni connesse

alla predisposizione delle prove, alla loro correzione e alla formulazione del giudizio finale. Dove siano

previste delle forme di programmazione differenziata, per la promozione degli apprendimenti degli allievi

con bisogni educativi speciali sono previste prove differenziate. Possono essere utilizzate le stesse prove

della classe con l’indicazione degli items o delle parti da svolgere. Le prove, comunque, sono strutturate

secondo una gradazione delle difficoltà e dei livelli di competenza. Per gli alunni DSA sono adottati gli

strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. Per gli alunni per i quali è

stato elaborato il PEI, la valutazione è coerente con gli obiettivi in esso indicati.

8) Giudizio finale di licenza di scuola secondaria di primo grado Anche per la valutazione finale d’esame, ogni Consiglio di Classe si atterrà ai medesimi parametri di

valutazione finale. Si ritiene opportuno dare dei riferimenti ben precisi ai diversi Consigli di Casse, per

evitare difformità di giudizio e cercare di rendere il più oggettivo possibile il criterio di valutazione, secondo

la seguente tabella:

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Parametri dell'esame

Indicatori per la correzione della prova scritta

ITALIANO

- Pertinenza del contenuto

- Correttezza ed organicità

- Chiarezza e proprietà di linguaggio

- Rielaborazione personale

- Originalità di sviluppo

LINGUA STRANIERA

Lettera

- Correttezza formale

- Attinenza alla traccia proposta

- Conoscenza del lessico

- Uso delle strutture

Dialogo

- Comprensione della traccia (individuazione di luogo, argomento,

scopo, relazione tra i parlanti)

- Scelta delle funzioni linguistiche

- Conoscenza del lessico

- Uso delle strutture

Questionario

- Comprensione del testo

- Pertinenza delle risposte

- Apporto personale

- Conoscenza del lessico

- Uso delle strutture

Riassunto

- Comprensione del testo

- Individuazione dei fatti principali

- Capacità di sintesi

- Conoscenza del lessico

- Uso delle strutture

SCIENZE MATEMATICHE

- Padronanza delle tecniche di calcolo

- Conoscenza e applicazione delle formule

- Uso di procedure matematiche corrette

- Capacità di costruzione di grafici

- Presentazione formale dell’elaborato

La prova Invalsi (Italiano e Matematica), come nei precedenti aa.ss., è uniforme per tutte le Scuole Secondarie di primo grado e è somministrata, nello stesso giorno, su tutto il territorio nazionale.

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Modalità del colloquio Il colloquio d’esame sarà avviato su un’area culturale individuata dagli alunni come la più rispondente a

sollecitare le proprie capacità espositive ed espressive in base ad un reiterato interesse e ad una peculiare

disposizione manifestata nel corso del triennio.

L’alunno articolerà un percorso pluridisciplinare che consenta di attraversare le varie aree culturali, in

modo da evitare che l’esame si risolva in un repertorio di domande e risposte senza il necessario

collegamento, in una sorta di giustapposizione di colloqui distinti. Sarà proprio il modo e la misura in cui gli

alunni sapranno esporre e collegare, a determinare il giudizio sul colloquio stesso. Riguardo agli alunni

appartenenti alla terza fascia, il colloquio inizierà con un tema o argomento proposto dal candidato, per

proseguire su un campo d’indagine espressivo-conoscitivo più aderente alle possibilità cognitive e culturali

dei ragazzi.

Criteri di valutazione per il colloquio:

conoscenza del proprio vissuto

conoscenze, competenze e abilità in rapporto al PEI

conoscenza dei contenuti curricolari

capacità di collegamento dei temi trattati

capacità di rielaborazione e valutazione personale

proprietà e varietà lessicale

utilizzazione di linguaggi specifici

capacità di avvalersi di strumenti interpretativi(cartine, grafici

capacità di intuizione, osservazione, riflessione, analisi e sintesi.

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VALUTAZIONE INTERNA

NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI (D.M. n.254/2012)

“La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola

quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione

formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo.”

Nel testo delle Indicazioni si afferma anche che nella scuola del primo ciclo i traguardi costituiscono

CRITERI per la VALUTAZIONE delle COMPETENZE ATTESE e della loro scansione temporale. I traguardi sono

PRESCRITTIVI. Spetta alle singole scuole autonome, la libertà e la responsabilità di organizzarsi e di

scegliere l’itinerario più opportuno per consentire agli studenti il migliore conseguimento dei risultati.

Valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli alunni

La valutazione degli studenti è disciplinata dal D.P.R. del 22 giugno 2009, n.122 “Regolamento recante

coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in

materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1° settembre 2008, n.137, convertito, con

modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n.169”.

Secondo il Regolamento tre sono le aree oggetto della valutazione:

il processo di apprendimento

il comportamento

il rendimento scolastico complessivo degli alunni.

La valutazione concorre al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo dell’alunno, tutto

ciò in coerenza con l’obiettivo dell’apprendimento permanente espresso nella Strategia di Lisbona adottata

dal Consiglio Europeo con raccomandazione del marzo 2000.

E’ noto che la valutazione comprende diversi passaggi che possono essere riassunti in tre fasi:

Diagnostica: (iniziale) accertamento prerequisiti

Formativa:prove oggettive (in itinere)

Sommativa: nella scheda valutazione (quadrimestrale, annuale).

La valutazione diagnostica aiuta i docenti a comprendere, attraverso i risultati delle cosiddette prove di

ingresso, il livello di partenza degli alunni; ad accertare il possesso da parte degli alunni dei necessari

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prerequisiti per la progettazione dell’attività didattica e per individuare delle strategie specifiche di

intervento.

La valutazione formativa è finalizzata a cogliere informazioni e indicazioni sul processo di apprendimento,

collegando i risultati, misurati nelle prove e nelle verifiche, alle condizioni di partenza, di impegno e di

possibilità dell’alunno rispetto a contenuti e abilità proposte in un determinato momento della

progettazione disciplinare.

La valutazione sommativa da un lato misura, rispetto ad una determinata unità di apprendimento o

argomento, le conoscenze e le competenze acquisite dall’alunno, attraverso strumenti strutturati di prova;

dall’altro rappresenta la condizione di partenza misurata, nelle valutazioni periodiche e finali agli scrutini,

sulla quale i docenti della classe esprimono la valutazione formativa che è presente nella pagella, mediante

l’attribuzione di voti espressi in cifra nella scala decimale.

Nelle N.I. 2012 è abbastanza evidente l’importanza riservata alla valutazione formativa che deve

promuovere anche una doverosa auto-interrogazione da parte dei docenti. Essi di fronte alla verifica del

mancato successo degli allievi dovrebbero, prima di procedere ad una valutazione sommativa, avviare

l’autovalutazione del proprio repertorio di strategie d’insegnamento e della propria competenza

professionale a leggere il processo di apprendimento dei soggetti in difficoltà.

Contemporaneamente dovrebbero essere in grado di offrire una possibilità immediata di aiuto che

favorisca il superamento in itinere delle difficoltà, modificando o riformulando gli stimoli didattici,

diversificandoli e intervenendo pure nel contesto.

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VOTO DI COMPORTAMENTO

In questo ultimo documento POF, si vuole dare rilievo alla valutazione del voto di comportamento, nei

confronti del quale l’Istituto, negli ultimi due anni, ha portato avanti una seria riflessione soprattutto a

livello di scuola secondaria di 1° grado. Lavoro non ancora terminato.

Con la L.169/08 di conversione del D.L. 137/08 è stato aggiunto il voto di condotta. Esso “concorre alla

valutazione complessiva dello studente” e “determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al

successivo anno di corso e all’esame conclusivo del ciclo”.

La C.M. 100 del 2008 ha dato alcune delucidazioni su quanto derivato dalla L.169/08, confermando la

bocciatura con il voto 5 e la partecipazione del voto di condotta alla valutazione complessiva aggiungendo

che “la valutazione del comportamento concorre, … alla complessiva valutazione dello studente..”

Il D.M. 5/2009 precisa le finalità del voto di condotta che deve “ accertare i livelli di apprendimento e di

consapevolezza raggiunti, con specifico riferimento alla cultura e ai valori della cittadinanza e della

convivenza civile”. Inoltre si fissa il 6 come livello di sufficienza.

All’art.4 si può leggere: “La valutazione insufficiente del comportamento, soprattutto in sede di scrutinio

finale, deve scaturire da un attento e meditato giudizio del Consiglio di classe, esclusivamente in presenza di

comportamenti di particolare gravità riconducibili alle fattispecie per le quali lo Statuto delle studentesse e

degli studenti – D.P.R. 249/1998, come modificato dal D.P.R. 235/2007 e chiarito dalla nota prot. 3602/PO

del 31 luglio 2008 – nonché i regolamenti d’istituto prevedano l’irrogazione di sanzioni disciplinari che

comportino l’allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica per periodi superiori a

quindici giorni (art. 4, commi 9, 9 bis e 9 ter dello Statuto)...”.

La C.M. 10/2009 porta con sé delle novità perché il voto di condotta ”determina, autonomamente, la non

ammissione … nel caso sia inferiore a sei decimi, indipendentemente dalla votazione conseguita nelle

singole discipline di studio”.

La valutazione del comportamento degli alunni è espressa, collegialmente, dai docenti contitolari della

classe, nel seguente modo:

la scuola primaria adotta un giudizio espresso con le espressioni Non Sufficiente-Sufficiente-Buono-

Distinto-Ottimo

la Scuola Secondaria coglie i vari aspetti del comportamento e sottolinea che esso non va identificato

con la sola condotta.

Nel caso della scuola primaria la valutazione del voto di comportamento è resa più semplice dalla presenza,

nello spazio riservato presente in pagella, di una serie di indicatori estremamente capillari, chiari capaci di

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permettere l’osservazione di tutte le sfumature del modo di essere e di stare a scuola dell’alunno e della

sua relazione con la realtà scolastica.

Nel caso della Scuola secondaria, tutti i docenti sono concordi nel considerare il voto di comportamento

come la risultante di vari fattori che si possono così riassumere:

PARTECIPAZIONE

Intesa come:

Frequenza

Ritardi e anticipi

giornalieri

IMPEGNO

Inteso come:

Esecuzione

compiti a casa

Regolarità della

presenza alle

verifiche orali e

scritte

SOCIALIZZAZIONE

Intesa come :

Rispetto verso i

compagni e gli

adulti della scuola

Cooperazione

Aiuto ai compagni

più bisognosi

AUTONOMIA

Intesa come:

Metodo di

studio

Gestione dei

propri bisogni

CONDOTTA

Intesa come:

Rispetto delle strutture

scolastiche

Note e ammonizioni

varie

Sospensioni ricevute

Uso improprio del

cellulare

Rispetto delle regole di

convivenza civile

A tal riguardo, nella prospettiva del Piano di Miglioramento, ad iniziare dall’anno scolastico 2015-

2016, i docenti sono impegnati alla costruzione di una prima griglia valutativa.

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VALUTAZIONE ESTERNA

INVALSI

Con la parola INVALSI si indica l’Istituto nazionale per la valutazione e del sistema educativo di istruzione e

formazione. Tale istituto effettua prove su scala nazionale per verificare le conoscenze e le abilità degli

studenti e ricavarne informazioni sulla qualità del nostro sistema scolastico, che poi mette a disposizione

del pubblico e delle singole scuole allo scopo di favorire un lavoro mirato di miglioramento dell’offerta

formativa.

L’INVALSI è un Ente di Ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico che ha raccolto, in un lungo

e costante processo di trasformazione, l’eredità del Centro Europeo dell’Educazione (CEDE) istituito con

l’arrivo dei Decreti Delegati della Scuola il 31 maggio 1974 ed in particolare il DD n.419 trasformato in

INVaLSI con il D.Lgs.258 del 1999 a norma dell’art.11 della L.59/99.

Nel 2000 con D.P.R. n.313 è stato emanato il Regolamento per l’organizzazione dell’INVALSI.

La sua struttura viene modificata con il D.Lgs. 286/2004 “Istituzione del Servizio nazionale di valutazione del

sistema educativo di istruzione e di formazione, nonché riordino dell'omonimo istituto, a norma degli

articoli 1 e 3 della legge 28 marzo 2003, n. 53”.

La legge n.276 del 2007 introduce le prove Invalsi con la prova di Italiano e di Matematica.

Nel 2009 con D.Lgs.213 si procede con il riordino degli enti di ricerca e con D.P.R. 80/2013 viene emanato il

Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione.

Nel 2011 è stato emanato lo Statuto INVALSI con Decreto n.11, mentre con la direttiva n.88 del 2011

vengono indicati gli Obiettivi delle rilevazioni nazionali.

L’INVALSI, come si può leggere nel sito istituzionale:

“effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità

complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione

professionale, anche nel contesto dell'apprendimento permanente; in particolare gestisce il Sistema

Nazionale di Valutazione (SNV);

studia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale ed alle

tipologie dell'offerta formativa;

effettua le rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole;

predispone annualmente i testi della nuova prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare i livelli

generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti nell’esame di Stato al terzo anno della

scuola secondaria di primo grado;

predispone modelli da mettere a disposizione delle autonomie scolastiche ai fini dell'elaborazione della

terza prova a conclusione dei percorsi dell'istruzione secondaria superiore;

provvede alla valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti a conclusione dei percorsi

dell'istruzione secondaria superiore, utilizzando le prove scritte degli esami di Stato secondo criteri e

modalità coerenti con quelli applicati a livello internazionale per garantirne la comparabilità;

fornisce supporto e assistenza tecnica all'amministrazione scolastica, alle regioni, agli enti territoriali, e

alle singole istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome iniziative di

monitoraggio, valutazione e autovalutazione;

svolge attività di formazione del personale docente e dirigente della scuola, connessa ai processi di

valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche;

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svolge attività di ricerca, sia su propria iniziativa che su mandato di enti pubblici e privati;

assicura la partecipazione italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in campo valutativo,

rappresentando il Paese negli organismi competenti;

formula proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, definisce le

procedure da seguire per la loro valutazione, formula proposte per la formazione dei componenti del

team di valutazione e realizza il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema di valutazione.

L’INVALSI è soggetto alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione che individua le priorità

strategiche delle quali l'Istituto tiene conto per programmare la propria attività. La valutazione delle priorità

tecnico-scientifiche è riservata all'Istituto.”

La prova INVALSI è una prova standardizzata somministrata agli studenti dei diversi ordini e gradi di scuola.

Gli obiettivi sono relativi alla valutazione degli apprendimenti su scala nazionale in Italiano e Matematica

della prima e quinta classe di scuola primaria; prima e terza di scuola secondaria di 1° grado (4^ prova) e

seconda classe di scuola sec. di 2° grado; per l’ultimo anno di questa scuola bisognerà aspettare il 2015.

Per la classe 3^ della secondaria di primo grado il test corrisponde alla Prova Nazionale nell’ambito

dell’Esame di Stato conclusivo del primo ciclo. Prova obbligatoria che si articola in due prove scritte, una di

matematica e una di italiano, della durata di 75 minuti ciascuna, e di un questionario studente,

somministrati nella stessa mattinata. La sezione di italiano prevede:

-comprensione della lettura (un testo narrativo seguito da 15 quesiti)

-riflessione sulla lingua (10 quesiti su conoscenze grammaticali).

La sezione di matematica prevede:

- 21 tra quesiti a scelta multipla e a risposta aperta (su numeri, geometria, relazioni e funzioni, misure, dati

e previsioni).

Le Direttive ministeriali hanno indirizzato l’azione valutativa

- per rilevare il valore aggiunto prodotto da ogni singola scuola in termini di accrescimento dei livelli di

apprendimento degli alunni,

- con l’intento che i risultati della somministrazione delle prove siano messi a disposizione oltre che

dell’Amministrazione centrale e periferica del Ministero, delle relative istituzioni scolastiche in modo che

queste possano rapportarsi con le altre scuole del territorio,

- per assicurare la partecipazione italiana ai progetti di ricerca internazionali (in particolare, ai

programmi/progetti OCSE-PISA, IEA-TIMSS e IEA-PIRLS) favorendo l’analisi da parte delle stesse scuole sui

punti di forza e di debolezza degli studenti evidenziati dalle suddette indagini,

- per fornire alle istituzioni scolastiche prove di valutazione degli apprendimenti relative a nuove aree

disciplinari con priorità alla lingua inglese e alle scienze, finalizzate a consentire alle scuole di progettare

specifici percorsi di autovalutazione e di miglioramento della didattica e della qualità dell’apprendimento

prove devono accertare il livello degli apprendimenti degli studenti nelle fasce d’età e negli ambiti

disciplinari definiti annualmente.

Oggetto della valutazione di italiano è la competenza di lettura nelle tre dimensioni (pragmatico -testuale,

grammaticale e lessicale); particolare attenzione ai processi quali l’individuazione di informazioni date

esplicitamente nel testo, la comprensione globale di un testo, la formulazione di semplici inferenze,

l’interpretazione integrando informazioni ricavate da vari parti del testo, la valutazione del contenuto

testuale…..

Il tipo di testo previsto per la scuola primaria è:

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- per la classe seconda, letterario/narrativo (anche con immagini)

- per la classe quinta, letterario/narrativo, non letterario/ espositivo, narrativo, conativo.

Le prove di matematica testano sia il dominio dei contenuti (Numeri, Spazio e Figure, Misure, Dati e

Previsioni) sia quello cognitivo (esecuzione di algoritmi di routine o non, uso di linguaggi specifici, sensibilità

numerica e geometrica). I quesiti sono prefigurati con una formulazione che impieghi molteplici registri:

testi, figure, immagini, tabelle, grafici, contestualizzati, soprattutto per la seconda classe della scuola

primaria, in situazioni concrete, evitando l’uso di espressioni inutilmente complicate (ad esempio l'uso della

doppia negazione), utilizzando, poi, simboli sempre standard….

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AUTOVALUTAZIONE DI ISTITUTO

In questo capitolo del POF 2015-2016 si vuole riassumere, in un certo senso, il percorso svolto negli anni,

dalla scuola italiana verso la comprensione dell’importanza e necessità dell’autovalutazione di istituto.

Nel corso dello scorso anno scolastico 2014-2015 la scuola italiana è stata chiamata a raggiungere,

all’interno di un cammino comune, l’obiettivo dell’autovalutazione superando, per l’appunto, tutte le

sperimentazioni e tentativi autogestiti negli anni da molte scuole con spirito semi-pioneristico.

Tra gli strumenti normativi che hanno portato al RAV, C.M n.11/2014 e Direttiva N.47/2015, si possono

ricordare:

DPR 297/ 1994, art. 603 - Parametri di valutazione della produttività del sistema scolastico.

In esso si esprime solo una semplice intenzionalità rispetto alla valutazione, ma è molto lontana l’idea di un

Sistema Nazionale di Valutazione. Nell’articolo si fa riferimento al CEDE (da cui si svilupperà l’INVALSI) e

alla BDP ( che diventerà prima ANSAS e poi INDIRE). L’INDIRE e l’INVALSI costituiscono sono gli unici due

elementi che si ritrovano nel Sistema Nazionale di Valutazione delineato nel DPR 80/2013.

C.M. n.403/1997, Servizio Nazionale per la qualità dell'istruzione”.

La circolare trasmette la Direttiva n. 307 del 21 maggio 1997. In questo documento è molto interessante

l’allegato intitolato Documento per l'avvio del servizio nazionale per la qualità dell'educazione. In esso, a

distanza di tre anni dal precedente documento, si comincia a delineare l’idea di un sistema di valutazione.

Il cambiamento di prospettiva va letto all’interno di una cornice che l’anno 1997 costruisce attraverso

l’emanazione della L.59 o Legge Bassanini, che all’art. 21 determina l’autonomia scolastica, annunciando di

fatto anche l’importanza della differenziazione dell’offerta formativa.

Nel 1998 vengono emanate 5 raccomandazioni da parte del Ministero, attraverso il lavoro di un gruppo di

esperti internazionali.

Con il D.Lgs 258/1999 il CEDE viene trasformato in INVALSI, ovvero Istituto nazionale per la valutazione del

sistema dell'istruzione.

Il DPR 275/1999, soprattutto all’art.10, comma 1, conserva tra i suoi articoli tracce delle 5 raccomandazioni

del 1998.

Il Concorsone del 2000 del ministro Berlinguer ha rappresentato un tentativo non riuscito di accertamento

della preparazione didattico-pedagogica dei docenti in servizio da almeno 10 anni, attraverso la soluzione di

quiz.

Il D.Lgs 165/2001 all’art. 25, comma 1, riconosce la dirigenza scolastica per i capi di istituto e parla anche di

valutazione della dirigenza scolastica e ne delinea alcune modalità.

Nella prima decade del nuovo secolo si registrano vari progetti sperimentali dettati dal Ministero

dell’Istruzione. Tra essi:

-nel 2001 è la volta del Progetto Pilota. Il ministro Moratti incarica un gruppo di lavoro di predisporre gli

indirizzi per la valutazione del servizio scolastico. Il gruppo produce il Progetto Pilota che ha avuto 3

edizioni, ma ha coinvolto solo un piccolo campione di scuole per cui i risultati non hanno valore assoluto ma

puramente indicativo.

-nel 2003 è la volta del Progetto SIVADIS riservato alla valutazione dei dirigenti scolastici. Il progetto nasce

in applicazione dell’art. 25, comma1 del D.Lgs 165/2001 e sulla base delle indicazioni contrattuali relative

all’art.20 del CCNL 2002-2005 del personale dell’area V.

La legge 53/2003 o Riforma Moratti, all’art.3 parla di Valutazione degli apprendimenti e della qualità del

sistema educativo di istruzione e di formazione.

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Il D.Lgs. 286/2004 mette a punto il Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e

di formazione detto in breve INVALSI. Il SNV del 2013 in molte parti richiama il D.Lgs 286/2004.

Nel 2007 legge finanziaria n.296/2006, art.1, comma 613, considerati i punti critici del SIVADIS, affida

all’INVALSI il compito di formulare delle proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione.

Nel 2007 viene pubblicato il Quaderno Bianco sulla Scuola in cui si possono leggere delle proposte per un

sistema nazionale e una cultura della valutazione che spingono verso il SNV.

La legge n.176/2007 "… recante disposizioni urgenti per assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico

2007-2008 …” spinge ad entrare nel merito di una azione organica della valutazione in specie il comma 4,

ter che parla dell’esame di stato e il comma 5 che introduce alla necessità di porre degli obiettivi di

valutazione esterna da parte del Ministero.

Nel 2008 l’INVALSI presenta un nuovo sistema di valutazione dei Dirigenti Scolastici.

Con la direttiva triennale n.74 del 2008 il Miur chiede all’INVALSI di sviluppare le sue attività attraverso

alcune aree di intervento dedicate alla valutazione di sistema, delle scuole, degli apprendimenti, del

personale della scuola.

Il D.Lgs. 150/2009 indica i punti di riferimento generale per la valutazione della dirigenza.

L’art. 9 del DPR 122/2009 “Regolamento sulla valutazione”

La legge 10, del 26 febbraio 2011, traccia le linee per il futuro regolamento sul sistema nazionale di

valutazione. In effetti il Sistema Nazionale nasce e si definisce in relazione alla legge 10/2011 che ne

individua la struttura organizzativa. Il regolamento sul SNV dovrà fare riferimento a tre istituti (Indire,

Invalsi, corpo ispettivo) che si coordinano e si dividono le competenze.

Nel 2011 è la volta della sperimentazione Valorizza, finalizzata a “individuare e premiare in ogn.i scuola gli insegnanti meritevoli di generale e comprovato apprezzamento professionale” (il cosiddetto “metodo reputazionale”). La sperimentazione è stata realizzata in 33 istituti scolastici di Campania, Lombardia e Piemonte, ma non ha avuto seguito. Nel 2011 è la volta della sperimentazione VSQ , Valutazione per lo Sviluppo della Qualità nelle scuole.

Nel 2012 è la volta della sperimentazione VALES, Valutazione e sviluppo della scuola. La sperimentazione dura tre anni e si svolge attraverso 4 fasi: autovalutazione - valutazione esterna - piano di miglioramento - rendicontazione sociale In sostanza la stessa procedura prevista dall’art. 6 del Regolamento sul SNV e dal nuovo corso.

Il 2 settembre 2011 il Decreto Dirigenziale n.11 emana lo statuto dell’INVALSI.

La legge n. 35 del 4 aprile 2012, individua l’Invalsi come punto di riferimento per il coordinamento

funzionale del sistema.

Nel 2012 la Direttiva triennale n. 85 in cui si definiscono le priorità strategiche per l’INVALSI, in particolare

in merito a “autovalutazione e valutazione delle scuole”

Nel 2013 il DPR n.80, Regolamento che istituisce il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) delle scuole

pubbliche. Con questo regolamento l’Italia si è allineata agli altri paesi europei. Esso rappresenta un punto

di arrivo nel panorama scolastico italiano relativo alla necessità di un sistema di valutazione e di

autovalutazione. Da esso hanno preso avvio le misure che caratterizzeranno il prossimo triennio.

Nel 2014 la C.M. n.47 trasmette la Direttiva n.11 del 18 settembre, prevista dall’art.2 del DPR n.80/2013,

nella quale viene presentato il Sistema Nazionale di Valutazione per il triennio 2014-2017. Nella direttiva

vengono definite le priorità della valutazione.

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CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE

La regione Abruzzo in questi anni ha ben usufruito del contributo del dott. Carlo Petracca per tutto quello

che, negli ultimi 10 anni, ha scritto e fatto nel condurre i docenti a chiarire il concetto di competenza e a

lavorare su di esse e con esse. Lo studioso ha più volte illustrato il cammino che ha condotto

all’elaborazione del documento di certificazione delle competenze, diversificato per quanto attiene il primo

ed il secondo ciclo.

Da un punto di vista diacronico, è utile seguire il dettato normativo, come di seguito illustrato:

Legge n.53 del 28 marzo 2003. All’art.3 si può leggere che:

“La valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli studenti del sistema

educativo di istruzione e formazione, e la certificazione delle competenze da essi acquisite sono affidate ai

docenti …” . Con la sottolineatura sulle competenze, poi ripresa nel D. Lgs. n. 59 del 19.02.2004 e nel D.

Lgs. n. 226 del 17.10. 2005, l’oggetto della valutazione si compone di 3 aspetti relativi :

-agli apprendimenti

-alle competenze

-al comportamento.

In questo modo si è determinato il passaggio da una indeterminata e soggettiva valutazione dell’alunno,

alla valutazione più oggettiva delle prestazioni dell’alunno.

Legge N. 169 del 30 ottobre 2008. All’art.3, c. 1 si afferma che:

“Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli

apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite sono effettuati mediante

l'attribuzione di voti espressi in decimi e illustrate con giudizio analitico sul livello globale di maturazione

raggiunto dall'alunno”.

Mentre al comma 2 del medesimo articolo si legge:

“Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola secondaria di primo grado la valutazione periodica ed annuale

degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite nonché la valutazione

dell'esame finale del ciclo sono effettuate mediante l'attribuzione di voti numerici espressi in decimi.”

DPR 22 giugno 2009 n. 122, all’art. 8, rispetto alla Certificazione delle competenze, si afferma che:

“Nel primo ciclo di istruzione, le competenze acquisite dagli alunni sono descritte e certificate al termine

della scuola primaria e, relativamente al termine della scuola secondaria di primo grado, accompagnate

anche da valutazioni in decimi”.

D.M. n. 9, del 27 gennaio 2010. Si adotta un modello di certificazione e si richiede la certificazione delle

competenze al termine dello scrutinio finale per gli studenti che hanno assolto l’obbligo di istruzione. Il

modello deve essere compilato per tutti gli studenti e rilasciato a richiesta degli interessati. La certificazione

è obbligatoria dall’anno scolastico 2010/11.

D.M. 139 del 27 agosto 2007. Per sviluppare le competenze è necessario sapere quali esse siano ed è

necessario sapere come fare. Si può pervenire alla valutazione delle competenze attraverso:

A. COMPITI DI REALTA’;

B. OSSERVAZIONI SISTEMATICHE;

C. AUTOBIOGRAFIE;

Il D.M.139/07 è accompagnato da alcuni allegati tra cui quello relativo a 4 assi culturali:

-asse dei linguaggi;

-asse matematico;

-asse scientifico-tecnologico;

-asse storico-sociale.

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122

Per ogni asse vengono indicate le competenze e la loro relativa declinazione. Inoltre, come si dichiara nel

documento tecnico, “Essi costituiscono <il tessuto> per la costruzione di percorsi di apprendimento

orientati all’acquisizione delle competenze chiave che preparino i giovani alla vita adulta e che costituiscano

la base per consolidare e accrescere saperi e competenze in un processo di apprendimento permanente,

anche ai fini della futura vita lavorativa.”

Altro allegato è quello relativo alle: Competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine

dell’istruzione obbligatoria che sono

• Imparare ad imparare;

• Progettare;

• Comunicare o comprendere messaggi o rappresentare ….;

• Collaborare e partecipare;

• Agire in modo autonomo e responsabile;

• Risolvere problemi;

• Individuare collegamenti e relazioni;

• Acquisire ed interpretare l’informazione.

Il modello di certificazione delle competenze è stato presentato come allegato della C.M. del 13 febbraio

2015, intitolato “Adozione sperimentale dei nuovi modelli nazionali delle certificazioni delle

competenze”.

Dalla lettura della circolare si evincono alcuni punti estremamente caratterizzanti della sperimentazione.

Essi sono:

la stretta correlazione dei due modelli di certificazione al profilo delle competenze, come definito nelle Indicazioni Nazionali vigenti (DM n. 254/2012); riferimento esplicito alle competenze chiave individuate dall'Unione Europea nel 2007; presentazione di indicatori di competenza in ottica trasversale e con due livelli di sviluppo (classe quinta

primaria, classe terza secondaria I grado); connessione anche trasversale con tutte le discipline, evidenziando positivamente l'apporto di più

discipline alla costruzione di ogni competenza; definizione di 4 livelli di competenza. Tra essi il livello definito come INIZIALE, è importante per la

valorizzazione di ogni allievo, anche nei suoi progressi iniziali, secondo il principio di individualizzazione; mancanza di un livello negativo che attesta la funzione pro-attiva della certificazione da un ordine

all’altro del primo ciclo; presenza di un 13° spazio per la descrizione di una competenza strettamente personale dell’alunno; sottoscrizione e validazione del documento da parte dei docenti e del dirigente scolastico con

procedimento separato rispetto alla conclusione dell'esame di Stato presenza di un consiglio orientativo con la presenza dei genitori. Nel modello di certificazione creato per la sperimentazione a partire dall’a.s. 2014-2015, sono richiamate

anche le competenze chiave indicate dalla Raccomandazione Europea del 2007. Esse sono:

comunicazione nella madre lingua;

comunicazione nelle lingue straniere;

competenza matematica,

competenze di base in scienza e tecnologia;

competenza digitale;

imparare ad imparare;

competenze sociali e civiche;

spirito di iniziativa e imprenditorialità;

consapevolezza ed espressione culturale.

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Per l’a.s. 2014-2015 è stata prevista una adozione sperimentale.

Per l’a.s. 2015-2016 è prevista una adozione generalizzata.

Per l’a.s. 2016-2017 è prevista una adozione obbligatoria.

Gli strumenti proposti sono due: uno per la classe quinta della scuola primaria ed uno per la classe terza della scuola secondaria di 1° grado.

Come si può osservare nelle schede di seguito riportate, nella pagina dedicata alla registrazione dei dati, sono presenti 12 indicatori, di cui l’ultimo è stato lasciato vuoto per dare spazio alle caratteristiche più spiccate dell’alunno. Ogni indicatore si compone di 5 parti che sono: la progressione numerica. Il profilo delle competenze. Le competenze chiave europee. Le discipline coinvolte (da riempire). Il livello (scelto tra A-B-C-D).

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Istituzione scolastica

……………………………………………..……………………………….

SCHEDA DI CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE

AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA

Il Dirigente Scolastico

Visti gli atti d’ufficio relativi alle valutazioni espresse dagli insegnanti di classe al termine della quinta classe

della scuola primaria;

tenuto conto del percorso scolastico quinquennale;

CERTIFICA

che l’alunn … ………………………………………………...………………………………….......,

nat … a ………………………………………………….…………….… il………………..………,

ha frequentato nell’anno scolastico ..…. / …. la classe .… sez. …, con orario settimanale di ….. ore;

ha raggiunto i livelli di competenza di seguito illustrati.

Livello

Indicatori esplicativi

A – Avanzato

L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e

delle abilità;propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli.

B – Intermedio L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di

saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite.

C – Base

D – Iniziale

L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità

fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese.

L’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note.

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Profilo delle competenze Competenze chiave Discipline coinvolte Livello

1 Ha una padronanza della lingua italiana tale da

consentirgli di comprendere enunciati, di raccontare

le proprie esperienze e di adottare un registro

linguistico appropriato alle diverse situazioni.

Comunicazione nella

madrelingua o lingua di

istruzione.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………..

2 È in grado di esprimersi a livello elementare in lingua

inglese e di affrontare una comunicazione essenziale

in semplici situazioni di vita quotidiana.

Comunicazione nelle

lingue straniere.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………..

3 Utilizza le sue conoscenze matematiche e scientifico-

tecnologiche per trovare e giustificare soluzioni a

problemi reali.

Competenza

matematica e

competenze di base in

scienza e tecnologia.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………..

4 Usa le tecnologie in contesti comunicativi concreti

per ricercare dati e informazioni e per interagire con

soggetti diversi.

Competenze digitali. Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………..

5 Si orienta nello spazio e nel tempo; osserva, descrive

e attribuisce significato ad ambienti, fatti, fenomeni e

produzioni artistiche.

Imparare ad imparare.

Consapevolezza ed

espressione culturale.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………...

6 Possiede un patrimonio di conoscenze e nozioni di

base ed è in grado di ricercare ed organizzare nuove

informazioni.

Imparare ad imparare. Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………...

7 Utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere

se stesso e gli altri, per riconoscere le diverse identità,

le tradizioni culturali e religiose, in un’ottica di

dialogo e di rispetto reciproco.

Consapevolezza ed

espressione culturale.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………...

8 In relazione alle proprie potenzialità e al proprio

talento si esprime negli ambiti motori, artistici e

musicali che gli sono congeniali.

Consapevolezza ed

espressione culturale.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………...

9 Dimostra originalità e spirito di iniziativa. È in grado

di realizzare semplici progetti.

Spirito di iniziativa e

imprenditorialità.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………...

10

Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei

propri limiti.

Si impegna per portare a compimento il lavoro

iniziato da solo o insieme ad altri.

Imparare ad imparare.

Competenze sociali e

civiche.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………...

11

Rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per

la costruzione del bene comune.

Si assume le proprie responsabilità, chiede aiuto

quando si trova in difficoltà e sa fornire aiuto a chi lo

chiede.

Competenze sociali e

civiche.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………...

12 Ha cura e rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente

come presupposto di un sano e corretto stile di vita.

Competenze sociali e

civiche.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

…………………………...

13

L’alunno/a ha inoltre mostrato significative competenze nello svolgimento di attività scolastiche e/o extrascolastiche,

relativamente a:

………………………………………………………………………………………………………………………...

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

Data …………………….. Il Dirigente Scolastico

……………………………………………

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Istituzione scolastica

_____________________________________________

SCHEDA PER LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE

AL TERMINE DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE

Il Dirigente Scolastico

Visti gli atti d’ufficio relativi alle valutazioni espresse dagli insegnanti e ai giudizi definiti dal

Consiglio di classe in sede di scrutinio finale;

tenuto conto del percorso scolastico ed in riferimento al Profilo dello studente;

CERTIFICA

che l’alunn … ………………………………………………………………………………………...,

nat … a……….…………………………………………………... il ………………………………..,

ha frequentato nell’anno scolastico ..…. / ….. la classe .… sez. …, con orario settimanale di …. ore;

ha raggiunto i livelli di competenza di seguito illustrati.

Livello Indicatori esplicativi

A – Avanzato L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e

delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli.

B – Intermedio L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di saper

utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite.

C – Base L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità

fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese.

D– Iniziale L’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note.

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Profilo delle competenze Competenze chiave Discipline coinvolte Livello

1

Ha una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di

comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere

le proprie idee, di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni.

Comunicazione nella

madrelingua o lingua

di istruzione.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

2

Nell’incontro con persone di diverse nazionalità è in grado di

esprimersi a livello elementare in lingua inglese e di affrontare una

comunicazione essenziale, in semplici situazioni di vita quotidiana,

in una seconda lingua europea. Utilizza la lingua inglese nell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Comunicazione nelle

lingue straniere.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

3

Le sue conoscenze matematiche e scientifico-tecnologiche gli

consentono di analizzare dati e fatti della realtà e di verificare

l’attendibilità delle analisi quantitative e statistiche proposte da altri.

Il possesso di un pensiero logico-scientifico gli consente di affrontare

problemi e situazioni sulla base di elementi certi e di avere

consapevolezza dei limiti delle affermazioni che riguardano questioni complesse che non si prestano a spiegazioni univoche.

Competenza

matematica e

competenze di base in

scienza e tecnologia.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

4

Usa con consapevolezza le tecnologie della comunicazione per

ricercare e analizzare dati ed informazioni, per distinguere

informazioni attendibili da quelle che necessitano di

approfondimento, di controllo e di verifica e per interagire con soggetti diversi nel mondo.

Competenze digitali. Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

5

Si orienta nello spazio e nel tempo dando espressione a curiosità e

ricerca di senso; osserva ed interpreta ambienti, fatti, fenomeni e produzioni artistiche.

Imparare ad imparare.

Consapevolezza ed

espressione culturale.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

6

Possiede un patrimonio organico di conoscenze e nozioni di base ed

è allo stesso tempo capace di ricercare e di procurarsi velocemente

nuove informazioni ed impegnarsi in nuovi apprendimenti anche in modo autonomo.

Imparare ad imparare. Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

7

Utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere se stesso e gli

altri, per riconoscere ed apprezzare le diverse identità, le tradizioni

culturali e religiose, in un’ottica di dialogo e di rispetto reciproco. Interpreta i sistemi simbolici e culturali della società.

Consapevolezza ed

espressione culturale.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

8 In relazione alle proprie potenzialità e al proprio talento si esprime in

ambiti motori, artistici e musicali che gli sono congeniali.

Consapevolezza ed

espressione culturale.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

9

Dimostra originalità e spirito di iniziativa. Si assume le proprie

responsabilità, chiede aiuto quando si trova in difficoltà e sa fornire

aiuto a chi lo chiede. È disposto ad analizzare se stesso e a misurarsi

con le novità e gli imprevisti.

Spirito di iniziativa e

imprenditorialità.

Competenze sociali e

civiche.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

10

Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti.

Orienta le proprie scelte in modo consapevole. Si impegna per portare a compimento il lavoro iniziato da solo o insieme ad altri.

Imparare ad imparare.

Competenze sociali e

civiche.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

11

Rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione

del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni e sensibilità.

Competenze sociali e

civiche.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

12

Ha cura e rispetto di sé, come presupposto di un sano e corretto stile

di vita. Assimila il senso e la necessità del rispetto della convivenza

civile. Ha attenzione per le funzioni pubbliche alle quali partecipa

nelle diverse forme in cui questo può avvenire: momenti educativi

informali e non formali, esposizione pubblica del proprio lavoro,

occasioni rituali nelle comunità che frequenta, azioni di solidarietà,

manifestazioni sportive non agonistiche, volontariato, ecc.

Competenze sociali e

civiche.

Tutte le discipline, con

particolare riferimento a:

………………………...

13 L’alunno/a ha inoltre mostrato significative competenze nello svolgimento di attività scolastiche e/o extrascolastiche, relativamente a:

……………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Sulla base dei livelli raggiunti dall’alunno/a nelle competenze considerate, il Consiglio di Classe propone la prosecuzione degli studi nel/i

seguente/i percorso/i: …………………………………………………………………

Data. ………………. Il Dirigente Scolastico

…………………………………..

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LA DOCUMENTAZIONE

La documentazione è un po’ la Cenerentola della scuola italiana. Per quanto negli ultimi anni, specie

all’indomani della scoperta contrattuale delle funzioni obiettivo, art. 28 CCNL 1998-2001 e art. 37

Contratto Collettivo Nazionale Integrativo, in area 2: Sostegno al lavoro dei docenti. Profilo dell'area. La

scuola dell'autonomia ... Funzione e): Cura della documentazione educativa e poi nel D.P.R. 275/99, art.6,

comma 1, lettera e) “la documentazione educativa e la sua diffusione all'interno della scuola”; comma 3 ”…

le istituzioni scolastiche sviluppano e potenziano lo scambio di documentazione e di informazioni attivando

collegamenti reciproci..” se ne è sottolineata l’importanza sia educativa che storico-sociale.

Non a caso, nel tempo, è nato anche il percorso Gold.

L’archiviazione della programmazione didattica viene affidata al Centro di Documentazione presso la sede

dell’Istituto, Scuola Primaria “De Amicis”, mentre i materiali prodotti dai bambini, frutto del percorso

formativo, vengono archiviati in raccoglitori individuali e riconsegnanti ai genitori.

La vecchia pagina web (www.primogiulianova.it) della scuola veniva aggiornata sistematicamente e

presentava la documentazione essenziale dell’istituto. Questa pagina è oggi sostituita da una nuova

versione con estensione “.org” che, entrerà a regime nel mese di gennaio 2016.

La documentazione a scuola è molto importante perché essa coniuga in se stessa diversi aspetti o momenti:

il momento della memoria che consente alla scuola di mostrare e lasciare tracce del proprio

patrimonio culturale;

il momento della condivisione che consente di condividere con altri l’esperienza didattica mettendo

in circuito le proprie riflessioni;

iI momento della riflessione permette poi di avere consapevolezza del progetto educativo, di

assumere un atteggiamento di osservazione, di riflettere sul lavoro raccolto.

Documentare a scuola significa costruire le informazioni che permetteranno ad altri di prendere spunti per

nuovi lavori, di ampliare i nostri, di proseguirli, di farli vivere e crescere.

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DAL P.O.F. AL P.T.O.F.

Il POF di questo anno scolastico segna la fine di un percorso iniziato con l’art.3 del DPR 275 del 1999,

lasciando il posto alla progettazione di un piano triennale dell’offerta formativa.

Infatti, con la legge n.107, del 13 luglio 2015, è in atto la trasformazione della scuola italiana. Si tratta di un

cambiamento epocale e profondo, del quale gli operatori della scuola, presumibilmente, ancora non

posseggono la giusta chiave di lettura.

Ogni elemento, a ben pensarci, potrebbe essere individuato come la nuova bussola del sistema scolastico

italiano.

Uno dei cambiamenti riguarda la compilazione del Piano dell’Offerta Formativa, comunemente detto POF.

L’art.3 del DPR 275 /1999 lo definiva come una sorta di carta di identità della scuola, ma non si soffermava

molto sui suoi contenuti. Negli anni sono state trovate varie soluzioni strategiche e il POF è diventato una

sorta di enciclopedia scolastica. La sua durata era, per lo più, annuale.

Con il comma 14 dell’art.1 della L.107/2015, il POF lascia spazio al Piano Triennale dell’Offerta Formativa,

già ribattezzato PTOF. La nota ministeriale n. 2905, dell’11 dicembre 2015, indica nove ambiti essenziali di

approfondimento senza, peraltro, limitare l’autonomia delle scuole.

1. identità delle Istituzioni Scolastiche autonome

2. coerenza con l’autovalutazione (priorità, traguardi, obiettivi di processo)

3. riferimenti a pareri e proposte degli stakeholders

4. flessibilità didattica e organizzativa

5. centralità dello studente e il curricolo di scuola

6. organico dell’autonomia (posti comuni, sostegno, potenziamento)

7. attrezzature e infrastrutture materiali

8. reti di scuole e collaborazioni esterne

9. piano di formazione del personale

La nota indica anche la possibilità per le scuole di produrre delle scelte diversificate di offerta formativa,

anche tali da superare il curricolo obbligatorio, di prevedere degli insegnamenti o delle aree di carattere

opzionale, di utilizzare forme di flessibilità oraria e di organizzare l’apertura pomeridiana degli edifici.

Tutto questo impiegando le risorse dell’organico dell’autonomia e senza una rigida separazione tra posti

comuni e posti di potenziamento.

Nel complesso, il nuovo documento dovrà possedere il pregio della sinteticità, considerando che esso deve

necessariamente accompagnarsi al Piano di Miglioramento, redatto sulla base dei risultati del Rapporto di

Autovalutazione (RAV per la realizzazione di un progetto di istituto che sia capace di valorizzare il

cosiddetto patrimonio identitario della scuola.

La stesura del nuovo documento è preceduta dalla compilazione, a cura del dirigente scolastico del

cosiddetto Atto di Indirizzo. Nel caso dell’Istituto Comprensivo 1 di Giulianova, detto atto è stato compilato

ai sensi dell’art.3, comma 4, del DPR 275/99, come modificato dall’art. 1, comma 14, della Legge 107/2015.

Il documento, prot. n.5718/G1 del 3 ottobre 2015,, è stato interamente letto e deliberato nel corso del

Collegio dei Docenti del 5 ottobre 2015. L’atto di indirizzo indica i punti essenziali sui quali poggiare

l’attenzione nella stesura del Piano Triennale dell’Offerta Formativa.