Post on 05-Aug-2015
SURFCASTING
Un terminale al mese
a cura di Rocco Matteo
ggetto di molto
interesse, il
terminale
costituisce uno degli
argomenti più discussi
del pescatore
moderno. Questo
elemento assai
importante, deve
affrontare varie
situazioni di mare e
adattarsi alla
variazione di pesca,
quindi specifico per
ogni tipo di preda da
insidiare. Essendo la parte finale della lenza, esso deve ospitare due componenti
indispensabili per essere tale: piombo e braccioli. Inoltre, deve essere in grado di
sopportare lo strappo inferto dalla canna durante il lancio e gli strattoni del pesce
allamato. In definitiva gli accorgimenti si ottengono con un buon filo, moschettoni
e girelle ma soprattutto si dovrà realizzare a mestiere il terminale più adatto in
quel momento di pesca. Per fare questo, cercheremo di illustrarvi al meglio e in
varie puntate, una serie di terminali da competizione, la tecnica e i vari
accorgimenti che si dovranno adottare in alcuni momenti; sempre sperando di
farvi cosa utile per una buona pescata.
Analisi del terminale
Si tratta di un terminale che si adatta alla turbolenza
sostenuta. Si usa principalmente per insidiare i saraghi
con mare mosso. Ottimo per il lancio con piombo a terra,
si può dire che è il più antico in assoluto. Rivisto e
corretto, ha subito nel tempo un miglioramento
sostanziale, rimanendo in ogni modo, il numero uno nella
turbolenza. Il trave preso in esame dovrà essere lungo
circa un metro e ospiterà da due a tre braccioli, da venti
a trenta centimetri di lunghezza. Il piombo sarà assicurato
ad un moschettone e potrà essere, sia da media, sia a
forte tenuta. Secondo il "range" della canna,
prepareremo il trave tenendo conto del peso da lanciare
e dalla forza inferta. Un trave eseguito con un ottimo 0,50,
potrà tenere oltre i 12 chilogrammi e sarà sufficiente per
lanciare un piombo da 150 grammi anche a notevole
distanza. Bisogna considerare che il filo più è grosso
maggiore è l'attrito che offre alle correnti laterali.
Costruzione: Si taglia un metro di filo dello 0,50 per poi
inserire su una delle estremità uno "stopper" in gomma,
seguito da: una perlina di vetro, una girella, ancora una
perlina e altro "stopper". Così avremmo formato un
"joint". All'estremità va legata una girella del numero 6/8.
Nella parte opposta si ripete l'operazione, con la variante
di legare all'estremità una girella munita di moschettone
che servirà per attaccare il piombo. La distanza tra i due
joint dovrà essere di circ 60/70 centimetri. Ai due joint
vanno attaccati i due braccioli lunghi circa 30 centimetri.
Ora, visto che questo terminale servirà per pescare dentro la turbolenza e la nostra ricerca
sarà indirizzata ai saraghi, utilizzeremo degli ami forti e penetranti come il modello "Beack"
TECNICHE DI
PESCA
Pesca da terra Pesca dalla barca Traina Big game Subacquea Pesca a mosca Aziende informano
ISCRIVITI
Surfcasting - Un terminale al mese: Pater Noster di Matteo Rocco http://www.pescaenautica.it/testi/articolipesca/pater10_02/pater.shtml
1 of 2 27.6.2011 7:19