Surfcasting - Un Terminale Al Mese_ Pater Noster Di Matteo Rocco

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SURFCASTING Un terminale al mese a cura di Rocco Matteo ggetto di molto interesse, il terminale costituisce uno degli argomenti più discussi del pescatore moderno. Questo elemento assai importante, deve affrontare varie situazioni di mare e adattarsi alla variazione di pesca, quindi specifico per ogni tipo di preda da insidiare. Essendo la parte finale della lenza, esso deve ospitare due componenti indispensabili per essere tale: piombo e braccioli. Inoltre, deve essere in grado di sopportare lo strappo inferto dalla canna durante il lancio e gli strattoni del pesce allamato. In definitiva gli accorgimenti si ottengono con un buon filo, moschettoni e girelle ma soprattutto si dovrà realizzare a mestiere il terminale più adatto in quel momento di pesca. Per fare questo, cercheremo di illustrarvi al meglio e in varie puntate, una serie di terminali da competizione, la tecnica e i vari accorgimenti che si dovranno adottare in alcuni momenti; sempre sperando di farvi cosa utile per una buona pescata. Analisi del terminale Si tratta di un terminale che si adatta alla turbolenza sostenuta. Si usa principalmente per insidiare i saraghi con mare mosso. Ottimo per il lancio con piombo a terra, si può dire che è il più antico in assoluto. Rivisto e corretto, ha subito nel tempo un miglioramento sostanziale, rimanendo in ogni modo, il numero uno nella turbolenza. Il trave preso in esame dovrà essere lungo circa un metro e ospiterà da due a tre braccioli, da venti a trenta centimetri di lunghezza. Il piombo sarà assicurato ad un moschettone e potrà essere, sia da media, sia a forte tenuta. Secondo il "range" della canna, prepareremo il trave tenendo conto del peso da lanciare e dalla forza inferta. Un trave eseguito con un ottimo 0,50, potrà tenere oltre i 12 chilogrammi e sarà sufficiente per lanciare un piombo da 150 grammi anche a notevole distanza. Bisogna considerare che il filo più è grosso maggiore è l'attrito che offre alle correnti laterali. Costruzione: Si taglia un metro di filo dello 0,50 per poi inserire su una delle estremità uno "stopper" in gomma, seguito da: una perlina di vetro, una girella, ancora una perlina e altro "stopper". Così avremmo formato un "joint". All'estremità va legata una girella del numero 6/8. Nella parte opposta si ripete l'operazione, con la variante di legare all'estremità una girella munita di moschettone che servirà per attaccare il piombo. La distanza tra i due joint dovrà essere di circ 60/70 centimetri. Ai due joint vanno attaccati i due braccioli lunghi circa 30 centimetri. Ora, visto che questo terminale servirà per pescare dentro la turbolenza e la nostra ricerca sarà indirizzata ai saraghi, utilizzeremo degli ami forti e penetranti come il modello "Beack" TECNICHE DI PESCA Pesca da terra Pesca dalla barca Traina Big game Subacquea Pesca a mosca Aziende informano ISCRIVITI Surfcasting - Un terminale al mese: Pater Noster di Matteo Rocco http://www.pescaenautica.it/testi/articolipesca/pater10_02/pater.shtml 1 of 2 27.6.2011 7:19

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SURFCASTING

Un terminale al mese

a cura di Rocco Matteo

ggetto di molto

interesse, il

terminale

costituisce uno degli

argomenti più discussi

del pescatore

moderno. Questo

elemento assai

importante, deve

affrontare varie

situazioni di mare e

adattarsi alla

variazione di pesca,

quindi specifico per

ogni tipo di preda da

insidiare. Essendo la parte finale della lenza, esso deve ospitare due componenti

indispensabili per essere tale: piombo e braccioli. Inoltre, deve essere in grado di

sopportare lo strappo inferto dalla canna durante il lancio e gli strattoni del pesce

allamato. In definitiva gli accorgimenti si ottengono con un buon filo, moschettoni

e girelle ma soprattutto si dovrà realizzare a mestiere il terminale più adatto in

quel momento di pesca. Per fare questo, cercheremo di illustrarvi al meglio e in

varie puntate, una serie di terminali da competizione, la tecnica e i vari

accorgimenti che si dovranno adottare in alcuni momenti; sempre sperando di

farvi cosa utile per una buona pescata.

Analisi del terminale

Si tratta di un terminale che si adatta alla turbolenza

sostenuta. Si usa principalmente per insidiare i saraghi

con mare mosso. Ottimo per il lancio con piombo a terra,

si può dire che è il più antico in assoluto. Rivisto e

corretto, ha subito nel tempo un miglioramento

sostanziale, rimanendo in ogni modo, il numero uno nella

turbolenza. Il trave preso in esame dovrà essere lungo

circa un metro e ospiterà da due a tre braccioli, da venti

a trenta centimetri di lunghezza. Il piombo sarà assicurato

ad un moschettone e potrà essere, sia da media, sia a

forte tenuta. Secondo il "range" della canna,

prepareremo il trave tenendo conto del peso da lanciare

e dalla forza inferta. Un trave eseguito con un ottimo 0,50,

potrà tenere oltre i 12 chilogrammi e sarà sufficiente per

lanciare un piombo da 150 grammi anche a notevole

distanza. Bisogna considerare che il filo più è grosso

maggiore è l'attrito che offre alle correnti laterali.

Costruzione: Si taglia un metro di filo dello 0,50 per poi

inserire su una delle estremità uno "stopper" in gomma,

seguito da: una perlina di vetro, una girella, ancora una

perlina e altro "stopper". Così avremmo formato un

"joint". All'estremità va legata una girella del numero 6/8.

Nella parte opposta si ripete l'operazione, con la variante

di legare all'estremità una girella munita di moschettone

che servirà per attaccare il piombo. La distanza tra i due

joint dovrà essere di circ 60/70 centimetri. Ai due joint

vanno attaccati i due braccioli lunghi circa 30 centimetri.

Ora, visto che questo terminale servirà per pescare dentro la turbolenza e la nostra ricerca

sarà indirizzata ai saraghi, utilizzeremo degli ami forti e penetranti come il modello "Beack"

TECNICHE DI

PESCA

Pesca da terra Pesca dalla barca Traina Big game Subacquea Pesca a mosca Aziende informano

ISCRIVITI

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1 of 2 27.6.2011 7:19

(a becco d'acquila). Mi raccomando! Coprite gli ami con esche sostanziose: cannolicchiio,

americano, cozza, calamaro, fasolara e bibi.

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