Sandro Serreri Il Cantico di Papa Francesco2015_06_27).pdf · nedetto XVI, Enciclica che viene...

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GALLURAPeriodico della Diocesi di Tempio-Ampurias fondato nel 1927

& NGLONAN. 6 - Anno XXIII - 27 giugno 2015 - Nuova serie - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Sassari - € 1,00

Sandro Serreri

La Laudato si’, sulla cura della casa co-mune, è la prima Enciclica interamentededicata alla cura del creato secondo la

visione cristiana. Questa Enciclica rappresen-ta una organica e sistematica organizzazionedella sapienza accumulata dal Magistero pon-tificio più recente, sulla base ovviamente del-l’insegnamento biblico ed evangelico e allaluce delle verità della fede cattolica.Non può non essere notato, in particolare,che la Laudato si’ si collega direttamente, inpiù punti, alla Caritas in veritate (2009) di Be-nedetto XVI, Enciclica che viene ripetutamen-te citata. Infatti, era stata questa Enciclica adaffrontare per la prima volta due tematicheche ora Papa Francesco ulteriormente svilup-pa. La prima è quella della tecnica. Lo svilup-po della tecnica ha portato i suoi frutti, maanche ha rivelato la debolezza dello spirito ditecnicità, che ora Papa Francesco chiama il“paradigma tecnocratico”. Si tratta di un mo-dello di possesso e di autoesaltazione indivi-dualistica che dà agli uomini il senso del po-tere senza però quello della responsabilità. Il secondo tema della Caritas in veritate chetransita nella Laudato si’ è quello del rapportocon la natura. Comunemente viene detto ilproblema ambientale o ecologico. La visionedella Laudato si’, però, è più ampia. Non esi-ste un problema solamente ecologico o dellanatura intesa unicamente in senso ambientale.Il problema ecologico è prima di tutto un pro-blema antropologico e un problema teologico,ossia del rapporto della creatura col Creatore.

Papa Francesco dice che la sua prima encicli-ca va ad arricchire l’insegnamento sociale del-la Chiesa. Il motivo non è dato solo dal fattoche oggi la questione ecologico è percepita damolti come un problema sociale emergente.Dipende, soprattutto, dal fatto che la tutela delcreato, nella sua capacità di riconciliare, se be-ne intesa, l’uomo con la natura, compresa lapropria natura, e con il Creatore, può essereuna “chiave” dell’intera questione sociale (co-me lo fu il “lavoro” per Giovanni Paolo II).Dalla natura l’umanità trae le condizioni di vi-ta, se è capace di vederla secondo l’insegna-mento di Dio. Il creato ci parla e la cura peresso dell’uomo secondo il progetto di Dio. Perquesto nella Laudato si’ Papa Francesco parlaanche della famiglia e della vita, del lavoro edell’impresa (cfr. Giovanni Paolo II), dello svi-luppo e della povertà (cfr. Paolo VI).Il Papa non manca di toccare il rapporto tra latutela della vita umana e della famiglia e la cu-ra per il creato. Benedetto XVI aveva appro-fondito questo legame, vale a dire la sua rela-zione con l’ecologia umana”, già ampiamentetrattato da Giovanni Paolo II (l’epressione èsua). Papa Francesco parla di aborto e di dirit-ti dell’embrione umano, contrasta l’idea di unapianificazione familiare, imposta politicamentee sfida il modello neomalthusiano secondo cuila salvezza dell’ecosistema dipenderebbe dallariduzione pianificata delle nascite. Secondopapa Francesco questa è una ideologia che ri-entra del paradigma tecnocratico proprio dellaragione strumentale che la Laudato si’ denun-cia. Papa Francesco fa anche notare la con-

traddizione di tanti movimenti ecologisti chedifendono l’ambiente naturale ma non l’am-biente umano. La natura, se intesa come crea-to, non può essere assunta a pezzi, ma in mo-do integrale. E’ un disegno unico ed unitario.E’ questo il senso dell’espressione “ecologiaintegrale” che il Papa adopera spesso. L’ag-gettivo “integrale” non sta qui a significare ilradicalismo di una ideologia. Il Papa sa beneche anche i movimenti ecologisti sono spessovittime di una ideologia semplificatoria e ri-duttiva. Integralità significa piuttosto: atten-zione a tutte le interconnessioni, orizzontalima soprattutto verticali. E’ molto attento PapaFrancesco a mettere in evidenza le relazioni, icollegamenti vitali, le forme della collabora-zione comunitaria come risposta alla globalitàinterconnessa dei problemi. Farà forse discu-tere l’espressione “conversione ecologica” enon è escluso che questo punto possa venirestrumentalizzato da parte dei movimenti eco-logisti troppo condiscendenti con lo spiritodel mondo. Conversione non è risparmiareacqua o a non sprecare energia, ma conver-sione al Creatore di cui il creato esprime lamagnificenza e la bontà. In questa luce anchei piccoli atti quotidiani di rispetto delle cose,degli animali, dell’ecosistema e dei nostri fra-telli più poveri possono assumere il significa-to di essere segni visibili di una conversionepiù profonda. Molto, molto altro si potrebbe scrivere a com-mento della Laudato si’, ma ora non resta cheleggerla e meditarla. Questo il mio invito e la mia speranza.

Il Cantico di PapaFrancescoPubblicata l’Enciclica Laudato si’

Comunicato della Curia

Il giorno 11 luglio, alle ore 11,00, verràinaugurata e benedetta la cappella delmonastero benedettino maschile “MaterDei” in località Porto Istana. Presiederà ilvescovo mons. Sanguinetti, sarà presenteanche mons. Louis Francisco Ladaria,segretario della Congregazione per ladottrina della fede. La comunità partiràsotto la guida di Padre Massimo MariaTerrazzoni coadiuvato da Don AntonioSoddu della diocesi di Novara.

Resosi vacante l’Ufficio dell’Economoa causa delle dimissioni in ragione

dell’età del Dr. Giovanni Quidacciolu,sentiti a norma del CJC, Can.491,1 ilCollegio dei Consultori e il Consiglio pergli Affari Economici in data 26 maggio2015, il vescovo mons. SebastianoSanguinetti ha nominato “ad tempus” ilRag. Giovanni Carta economo diocesano.La presente nomina ha valore giuridico adecorrere dal 1° giugno 2015.

Nuova Serie

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Questo numero di Gallura & Anglonaè stato consegnato alle Poste, per la

spedizione, il 30 giugno 2015.

GALLURAANGLONA& Anno XXIIIn. 627 giugno2015

enc ic l i ca

Il primo Papa di nome Francesco ha regalatoalla Chiesa e al mondo intero la prima Encicli-ca sull’ambiente, “sulla cura della casa comu-ne”. Con un titolo dichiaratamente francesca-no, visto che il documento prende avvio con lestesse parole con le quali ha inizio il Canticodelle creature del Santo di Assisi, vale a direLaudato si’.

Una scelta coraggiosa, che rilancia l’attualitàdel Poverello, della forma di vita evangelicada lui praticata e di un tentativo riuscito di ri-

formare la Chiesa dall’interno attraverso la sceltaesigente della povertà e dei poveri. E chi oggi piùdella terra è povero e sempre più impoverito? Di fat-to, “fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è lanostra oppressa e devastata terra” (n. 2). Sappiamobene come il nostro pianeta subisca sistematica-mente violenza, e se in proposito papa Francescoevita i toni apocalittici, non risparmia però veritàamare, denunciando come “già superati certi limitimassimi di sfruttamento” (n. 27), anche per il fattoche si manifestano “sintomi di un punto di rottura”(n. 61), il famoso punto di non ritorno per la soste-nibilità della vita umana. Il primo dei sei capitoli deldocumento, Quello che sta accadendo alla nostracasa, è in sostanza una rassegna dei vari aspetti del-la crisi ecologica: inquinamento, rifiuti, riscaldamen-to globale, estinzione delle biodiversità, cambia-menti climatici… Con una peculiarità, che è quelladi mettere in evidenza come “il degrado ambientalee il degrado umano ed etico sono intimamente con-nessi” (n. 48; cf. n. 56), per cui “un vero approccioecologico diventa sempre più un approccio sociale”(n. 49; cf. nn. 93 e 139). In altre parole, interrogarsisulla creazione è sempre anche interrogarsi sul sen-so e sul fine dell’uomo dentro e con essa, sul suoagire responsabile o meno, per cui accanto a un’e-cologia ambientale serve un’ecologia umana. Que-st’ultima, inoltre, solleva i temi globali della fame,della distribuzione universale dei beni, dell’inclusio-ne sociale, sfociando spontaneamente in una ecolo-gia sociale fondata sulla fraternità. Troppo spesso,infatti, il grido dei poveri fa da contrappunto al gri-do della terra, per il fatto che sono loro a pagare il

prezzo più alto della crisi ecologica: “Ai gemiti disorella terra si uniscono i gemiti degli abbandonatidel mondo, con un lamento che reclama da noiun’altra rotta” (n. 56). La tessitura delle tre forme diecologia (ambientale, umana e sociale) fa assumereal documento una dimensione davvero globale. Sitratta della vera novità di questa Enciclica, che nonsi lascia mai catturare da questioni settoriali, ma ri-manda a “uno sguardo diverso, un pensiero, unapolitica, un programma educativo, uno stile di vitae una spiritualità” (n. 111). Hanno i cristiani una pa-rola qualificata da dire sulla crisi ambientale? A que-sto interrogativo il documento risponde positiva-mente, valorizzando il Vangelo della creazione: sitratta del secondo capitolo, che dalla sapienza deiracconti biblici sulla creazione si spinge fino allosguardo ammirato di Gesù sul mondo, sull’uomo,sulle creature (nn. 62-100). Si chiarisce che “dire‘creazione’ è più che dire natura” (n. 76), che lacreazione non va divinizzata (cf. n. 78), che ognicreatura ha una sua propria dignità e che “suolo, ac-qua, montagne, tutto è carezza di Dio” (n. 84). Si ci-ta san Tommaso per sostenere che “la bontà di Dionon può essere rappresentata da una sola creatura”,ma non per questo si manca di evidenziare il postosingolare (non certo dominatore e dispotico, perchéalla “preminenza” si unisce la “responsabilità”, n. 90,cf. n. 220) che spetta all’uomo tra le creature. Senzaquesta consapevolezza si cade in quell’“antropocen-trismo deviato” (n. 118) che è stato la cifra preva-lente di una certa modernità, causa prima e accele-ratore della grave crisi ecologica dei nostri giorni(terzo capitolo: La radice umana della crisi ecologi-ca). Da questo sfondo problematico l’Enciclica risa-le la china indicando vie di approccio al degradoecologico: la prima consiste nell’assunzione delconcetto di ecologia integrale, cioè insieme ambien-tale, economica e sociale (quarto capitolo), presup-ponendo che il modo di porre il problema è essostesso parte della sua soluzione. Di fronte all’ecla-tante impasse del dibattito pubblico sull’ecologia(vertici politici, summit di esperti, conferenze inter-nazionali…), il quinto capitolo (Alcune linee diorientamento e di azione) invoca una “reazione glo-bale più responsabile” (n. 175) che dovrebbe con-

durre a una nuova go-vernance. In che senso?Non solo organismi in-ternazionali più autore-voli, ma una politicanon sottomessa all’eco-nomia, nonché un’eco-nomia svincolata dalparadigma efficientistadella tecnocrazia (cf. n.189). Infine il documen-to punta, nell’ultimo ca-pitolo (Educazione espiritualità ecologica),sulla “conversione eco-logica” (n. 217), chenell’esperienza cristiananon è né opzionale nésecondaria. Questa con-versione sarà profondae duratura nella misurain cui sarà “integrale”,coinvolgente cioè tuttigli ambiti dell’esistenzadei singoli, e “comuni-taria”, vale a dire di in-tere comunità finalizza-te alla stessa causa. In-somma, la vita cristianaautentica, convertita, èil migliore antidoto con-tro la crisi ecologica.

La vera conversione guarisce dal degrado

Nella sua prima intensa gior-nata a Torino Papa France-sco è stato accolto da una

folla di 200.000 persone che hannogremito la piazza Vittorio del capo-luogo piemontese. Il primo attodell’incontro con la famiglia salesia-na è stato la sosta in preghiera da-vanti alle spoglie di san GiovanniBosco, collocate sotto l’altare nellaBasilica di S. Maria Ausiliatrice. Poiil Papa ha consegnato il testo cheaveva preparato e parlando a brac-cio, per circa mezz’ora, della suaesperienza personale con i salesia-ni, si è dichiarato riconoscente perquello che avevano fatto con lui econ la sua famiglia. Oggi ci vuoleuna “educazione a misura della cri-si”, e “il vostro carisma è di un’at-tualità grandissima”, ha detto ai figlie alle figlie di don Bosco: in questaregione d’Italia, a fine Ottocento,c’erano “mangiapreti, anticlericali,demoniaci”, eppure “quanti santisono usciti!”. Quello di oggi “è unmomento di crisi brutta, anti-chie-sa, ma don Bosco non ha avutopaura”. “Oggi tante cose sono mi-gliorate, c’è il computer, ma la si-tuazione della gioventù è più o me-no la stessa”: il 40% dei giovani, dai25 anni in giù, sono senza lavoro. Iragazzi di strada oggi hanno biso-gno di “un’educazione d’emergen-za, in poco tempo, per un mestierepratico”. Il viaggio del Santo Padre,è così iniziato per “venerare la Sin-done e onorare la memoria di donBosco”. Ha avuto occasione anchedi ritrovare le sue radici, e come luistesso si è definito “nipote di que-sta terra”. In Piemonte, i nonni delPapa, Rosa e Giovanni, si sposaro-no nella chiesa di Santa Teresa, mè-ta di una sosta fuori programmadove Papa Francesco ha lasciatouna dedica su una pergamena perfar risaltare il valore dei nonni, delbattesimo, delle famiglie, e pregarein particolare per il prossimo Sino-do. Molti, durante la giornata, i ri-ferimenti ai tratti peculiari dei pie-montesi, “razza libera e testarda”,come i santi sociali: “teste quadre,polso fermo e fegato sano, parlanopoco ma sanno quel che dicono,anche se camminano adagio, van-no lontano”. E’ una poesia del pie-montese Nino Costa. Nonna Rosal’ha insegnata a memoria al piccoloJorge nella versione originale indialetto, e ora il Papa la custodiscenel suo breviario, insieme al testa-mento della nonna. La cantavanocoloro che dal Piemonte emigrava-no nelle Americhe, prima di salpa-re. Durante l’incontro con il mon-do del lavoro il papa ha pronun-ciato in Piazzetta Reale, sulla scortadell’enciclica appena pubblicata,un triplice “no” alla “economia del-lo scarto”, all’idolatria del denaro ealla corruzione e ha ammonito che“non si può solo aspettare la ripre-sa”: ci vuole un “patto sociale e ge-nerazionale” che parta da Torino,prima capitale d’Italia: “Coraggio,

siate artigiani del futuro”. “Fa pian-gere vedere lo spettacolo di questigiorni in cui esseri umani vengonotrattati come merce”. “La pace cheLui ci dona è per tutti: anche pertanti fratelli e sorelle che fuggonoda guerre e persecuzioni in cercadi pace e di libertà”, ha aggiuntonell’omelia della Messa in piazzaVittorio. Il santo Padre ha parlato aigiovani ma ha messo da parte iltesto scritto, dialogando per più diun’ora con loro e ad essi ha rivoltoun accorato appello e rispondendoalle domande di Chiara, Sara e Lui-gi, ha esclamato: “È brutto vedereun giovane fermo, che vive una vi-ta che non si muove. Mi danno tan-ta tristezza i giovani che vanno inpensione a vent’anni: sono invec-chiati presto!”. Quello che non faandare un giovane in pensione è lavoglia di amare, e quando il giova-ne ama, vive, cresce, non va inpensione. Di qui l’attualità, per igiovani, dell’imperativo di Piergior-gio Frassati: “Vivere, non vivacchia-re!”. Ha chiesto anche “di “viverecasti” e di “fare controcorrente”,per contrastare la nostra società fat-ta di “bolle di sapone”. Ha ancherichiamato l’attenzione su uno deimotivi della “sfiducia” dei giovaninella vita. Vedere “dirigenti, im-prenditori, che si dicono cristiani efabbricano armi”, e tornando sulconcetto della “terza guerra mon-diale a pezzi” si è chiesto: “Quan-do dò il voto a un candidato, miposso fidare che non porterà ilPaese alla guerra?”. La “doppia fac-cia”, l’ipocrisia dell’uomo d’oggi, è“moneta corrente”, e citando lagrande tragedia dell’Armenia, latragedia della Shoah, i lager di Sta-lin in Russia, ha stigmatizzato l’at-teggiamento che consiste nel parla-re di pace e fabbricare, vendere ar-mi. Poi è tornato sul tema della cul-tura dello scarto. Dopo due secolidalla fondazione della Piccola Casadella Divina Provvidenza, ad operadi san Giuseppe Benedetto Cotto-lengo il Papa nella chiesa del Cot-tolengo ha detto che non potevavenire a Torino senza fermarsi inquella casa lontano dal clamoredelle telecamere. L’esclusione deipoveri e la difficoltà per gli indi-genti a ricevere l’assistenza e le cu-re necessarie, ha lamentato che èuna situazione purtroppo presenteancora oggi. Tra le vittime dellacultura dello scarto, ha citato inparticolare gli anziani, che «sonoaccolti numerosi in questa casa» ela cui longevità non sempre vienevista come un dono di Dio, ma avolte come un peso difficile da so-stenere, soprattutto quando la salu-te è fortemente compromessa.“Questa mentalità non fa bene allasocietà”. Il Papa ha ricordato anco-ra che si scartano i bambini perchénon si fanno o perché si uccidonoprima di nascere. Ha sollecitato asviluppare degli anticorpi controquesto modo di considerare gli an-

ziani, o le persone con disabilità,quasi fossero vite non più degne diessere vissute. Si scartano gli anzia-ni perché non servono, e si lascia-no morire in una sorta di eutanasianascosta. Francesco ha pranzatocon i giovani detenuti del Carcereminorile “Ferrante-Aporti”, con al-cuni immigrati e senza fissa dimorae con una famiglia Rom. Dopo ildiscorso sul lavoro in PiazzettaReale, il Papa ha raggiunto a piedila cattedrale per la venerazionedella Sindone e si è trattenuto cir-ca un quarto d’ora in preghiera. So-lo il Sacro Telo era illuminato, sul-l’altare disadorno due ceri accesi.Alla fine il Papa a mo’ di congedoha toccato il vetro che protegge laSindone. Una mini udienza genera-le per toccare, con mano, la “Sin-done di carne”. Il Papa aveva inagenda anche la visita alla chiesaValdese, il cui pastore Eugenio Ber-nardini, moderatore della Tavolavaldese ha dichiarato ai giornalisti,subito dopo lo storica visita del Pa-pa: “La sua richiesta di perdono ciha profondamente toccati e l’abbia-mo accolta con gioia”. Naturalmen-te non si può cambiare il passato,ma ci sono parole che a un certopunto bisogna dire e il Papa haavuto il coraggio e la sensibilità perdire la parola giusta. Il Papa, ha

detto il pastore, nei suoi discorsiecumenici “dà un tono, e dare il to-no è molto importante, permette discrivere la musica. Tra i punti diconvergenza tra cattolici e valdesi,Bernardini ha citato “l’impegno so-ciale, sul quale stiamo lavorandoinsieme con la Caritas: sul versantedell’attenzione verso i poveri e del-la lotta all’esclusione c’è una comu-nanza quasi totale”. Da oggi in poi,l’auspicio è “procedere con piùconvinzione”. Il vicedirettore dellaSala stampa della Santa Sede, padreCiro Benedettini ha dichiarato cheil Santo Padre è molto contento esoddisfatto della calorosa acco-glienza ricevuta a Torino andataben oltre le sue aspettative. Infine,un ultimo fuori programma del Pa-pa: poco prima delle 20, è andatoall’ospedale Le Molinette per salu-tare il sostituto della Segreteria diStato, monsignor Angelo Becciu, ri-coverato per un “malore transito-rio” di lieve entità. Mons. Becciu siera sentito male durante la Messadella mattina in piazza Vittorio edera stato portato al Pronto soccorsoin ambulanza. Si è trattato di unavisita privata che è stata tenuta sot-to stretto riserbo. Solo alcuni croni-sti erano venuti a sapere dell’uscitadi Francesco, e così la notizia è rim-balzata sui giornali.

3Anno XXIIIn. 6

27 giugno2015

GALLURAANGLONA&ch iesa

IL PAPA A TORINO Il Papa a Torino

Papa Francesco visita la sindone

Con una lettera inviatadalla Congregazioneper le Cause di Beati-

ficazione e Canonizzazionedei santi, a mons. Sebastia-no Sanguinetti viene dataufficialmente notizia che Pa-dre Salvatore Vico ora è Ser-vo di Dio. E’ stato il vesco-vo stesso a darne notizia in occasione del-la solennità del S. Cuore a Tempio. E’ unagrande gioia non solo per la Congregazio-ne Missionaria delle Figlie di Gesù Croci-fisso, ma per tutta la comunità diocesana.Il P. Salvatore Vico era nato a La Maddale-na nel 1896 ed è morto a Tempio nel

1991. Nella sua esperienza di sacerdote edi missionario è una delle figure più inte-ressanti della Chiesa sarda del ‘900. Ripor-tiamo qui a lato la lettera con la quale laCongregazione delle Cause dei Santi ne dànotizia al vescovo e alla Congregazionemissionaria da lui fondata.

“La presenza della Sede apo-stolica all’Expo attraversoun suo luogo simbolico - e

meglio si direbbe attraverso unsuo messaggio - vuole testimonia-re l’impegno a cooperare e la vo-lontà di contribuire, con idee efatti, agli sforzi volti a garantirel’esistenza umana e a individuarenuove possibilità del sapere edella ricerca. La speranza è chetutto possa favorire una più am-pia coesione sociale nel futurodella famiglia umana”. Così mons.Angelo Becciu, sostituto per gliAffari generali della Segreteria diStato, all’incontro promosso nel-l’ambito del National day dellaSanta Sede all’Expo. “Nell’espres-sione ‘Non di solo pane’ trovanosintesi quelle condizioni che fan-no di ogni essere umano una per-sona che unisce nella propria esi-stenza una dimensione spiritualee materiale”, ha affermato il pre-lato. “Una persona chiamata, co-me ci ricorda Papa Francesco,non solo a ‘coltivare e a custodirela terra, ma a preservare e a darecontinuità all’ordine della creazio-ne nel quale si inserisce il temadella nutrizione”. Becciu ha pro-seguito: “La disponibilità di cibo,il lavoro dei campi, la produzionealimentare, l’uso di tecniche inno-vative come pure la preservazio-ne di conoscenze sedimentate nelcorso della storia, sono aspettinon riservati alle soluzioni tecni-

che o alla competenza politica e al-la valutazione economica, ma ne-cessitano di principi etici e orienta-menti morali su cui fondare sceltee decisioni condivise”. “Se ancoraoggi - ha aggiunto mons. Becciu -oltre due miliardi di persone sof-frono di malnutrizione, e molti diloro anche di fame cronica”, lacausa “va ricercata anzitutto nel-l’assenza di volontà nel condivide-re. Una carenza di cui sonoespressione egoismi, interessi par-ticolari, conflitti, speculazione fi-nanziaria, violazione di diritti fon-damentali, ineguale partecipazio-ne ed esclusione dai processi de-cisionali”. “È necessario, allora, unautentico sussulto delle coscienzeche determini scelte razionali etecniche perché”, come affermatoda Papa Bergoglio, “tutti possanobeneficiare dei frutti della terra”.Becciu ha concluso notando “co-me anche in un contesto qualel’Expo le religioni operino in pri-ma linea, fornendo indicazioni diprincipio e di guida, forse anchedi monito, quando propongonol’immagine del cibo come offerta,che la tradizione cristiana simbo-leggia nel pane e nel vino. Un’of-ferta in grado di costruire una vi-sione armoniosa della comunità edella coesione sociale che si espri-me nel senso della condivisione,dell’accoglienza, del dono reci-proco verso l’altro che è poi ogninostro prossimo”.

Con una cerimonia sempli-ce ed essenziale è stata ri-aperta a Tempio la Casa S.

Cuore con la nuova cappella. Inquella occasione il vescovo San-guinetti ha consacrato l’altare.Per la presenza di tanta gente ilVescovo ha dovuto celebrare al-l’aperto ed è entrato solo per laconsacrazione. A condurre lastruttura, la Madre generale delleFiglie di Gesù Crocifisso, ha chia-mato quattro suore giovani. SuorManuela Vargiu sarà la superiora.Ha studiato a Roma Teologiadogmatica e si occuperà dell’ac-coglienza e della conduzionedella casa. Si sentiva da tempo indiocesi l’esigenza di un luogo dispiritualità e di preghiera, inoltrela casa è in una posizione davve-

ro felice a poche centinaia di me-tri dalle rinomate “Fonti di Rinag-giu”, con forti proprietà terapeu-tiche e diuretiche. La strutturaviene aperta a gruppi o personesingole che desiderano trascorre-re momenti di preghiera e di ri-flessione. E’ dotata di cappella,cucina, camere, refettorio, salaconferenze, un centro davverofunzionale. Le suore hanno giàpreso possesso della casa edhanno ospitato un gruppo di ra-gazzi che per qualche giorno vo-levano trascorrere momenti dipreghiera. La superiora suor Ma-nuela Vargiu, oltre che responsa-bile della casa è anche la re-sponsabile regionale per le voca-zioni con nomina della Confe-renza Episcopale Sarda.

4 Anno XXIIIn. 627 giugno2015

GALLURAANGLONA&

PadreSalvatoreVico ora è Servo di Dio

ch iesa

Mons. becciu a expo 2015:

Contro la fame serve un sussultodelle coscienze

Riaperta a Tempio la Casa S. Cuore

Mons. Becciuin visita

a Expo 2015

Padre Salvatore Vico

5Anno XXIIIn. 6

27 giugno2015

GALLURAANGLONA&car i t as

Il 19 giugno la Caritas Diocesana, a conclusio-ne dell’anno sociale ha fatto la verifica dell’at-tività svolta dai vari settori. L’incontro è inizia-

to con la preghiera dei Vespri, una riflessione diMons. Giovanni Pittorru, vicario diocesano per lacarità e una breve introduzione della direttricediocesana Suor Luigia Leoni FdGC che ha ricor-dato come tutta la programmazione e l’impegnoha avuto come trama e guida la lettera pastoraledel nostro Vescovo. Ha quindi chiesto ai singolisettori un contributo-verifica del lavoro dell’annoche si conclude. Mariolina Muntoni ha presentatola Relazione di Verifica dell’attività svolta dal Cen-tro di Ascolto Diocesano che è impegnato co-stantemente nella autoformazione permanente,nell’ascolto delle persone che si presentano alCDA presentando variegate problematiche. Lepersone vengono accolte e ascoltate e, con loro,nei diversi incontri si cerca di trovare forme di ac-compagnamento e di sostegno facendo rete conle diverse realtà ecclesiali e civili. Il desiderio deimembri è quello di trasformare il CDA in Labo-ratorio Pastorale di animazione alla forma-zione e alla progettualità. L’attività formativadel CDA è stata dedicata anche alla preparazioneper la realizzazione della futura Caritas della cittàdi Tempio. Il CDA ha anche accompagnato ilcammino pastorale di alcune Caritas parrocchialidell’Anglona: Perfugas, Nulvi, Laerru, e alcuni

operatori pastorali di Tisiennari, Erula e Bulzi. IlCDA diocesano è cresciuto negli anni in qualità eimpegno. Maria Pinna Careddu, ha presentatobrevemente l’attività del Centro di Ascolto cittadi-no di Olbia, che ha ripreso a funzionare. Si è sof-fermata soprattutto sul corso formativo per i vo-lontari dei CDA e delle Caritas di Olbia e dei cen-tri viciniori. Un corso molto interessante e fre-quentato assiduamente. Marisa Muzzetto ha pre-sentato la lettura delle schede dei CDA della dio-cesi. Valentina Forroia, responsabile della Caritasdi Golfo Aranci, ha presentato il Progetto Polico-ro per il lavoro giovanile e le interessanti iniziati-ve ad esso collegate e che dovrebbero essere por-tate avanti con la Pastorale Giovanile. Guido Se-lis, tutor per la diocesi per Policoro ha completa-to il discorso ed evidenziato le potenzialità di ini-ziative per il lavoro giovanile. L’ufficio diocesanoper Policoro ha la sede ad Olbia, in via Cagliari,nella casa del Vescovo al piano terra. AlessandraCossu ha presentato l’attività della Fondazioneantiusura SS. Simplicio e Antonio, del microcredi-to, del Prestito della speranza e del prestito di im-presa. Attività che hanno aiutato molte famiglie esingole persone. Le pratiche in questo momentodi crisi sono aumentate in modo esponenziale.Alessandra ha messo anche in risalto il valore pe-dagogico di questi strumenti e il valore aggiuntodella prossimità-presenza della Chiesa alle perso-

ne in difficoltà. Molto importante il microcreditoper le famiglie colpite dall’alluvione. DonatellaCareddu ha fatto una ampia relazione delle emer-genze della diocesi e delle risposte date. Ad Ol-bia si sono incontrate 1400 famiglie e quasi tuttehanno ricevuto anche un aiuto economico. Sonostate ristrutturate 120 case degli alluvionati e aiu-tate numerose persone nella diocesi anche attra-verso progetti di inserimento lavorativo, borse la-voro, etc. La diocesi ha ricevuto dal Tribunale diRoma un immobile in Olbia per gli alluvionati.Sono stati assegnati già 3 appartamenti e 2 lo sa-ranno tra breve. Notevole è stato anche l’aiuto da-to attraverso l’accoglienza nei 4 appartamenti indotazione alla Caritas, nella casa di Luras per lefamiglie dei detenuti e altri interventi. TramiteL’AGEA sono stati forniti viveri alle parrocchie eassociazioni. Mons. Sanguinetti, nostro vescovo ePresidente della Caritas Diocesana ha concluso ilavori con un profondo e articolato discorso sulsignificato della Caritas ed ha esortato a far teso-ro dell’insegnamento del Papa rispondendo ge-nerosamente alle attese dei poveri e visitando leperiferie dei nostri paesi. Un attenzione particola-re va data a chi è costretto a lasciare il propriopaese per motivi religiosi, economici e per sfug-gire alle guerre. Ha esortato tutti a diffondere lacultura dell’accoglienza e a non chiudere il cuoreper paura e/o per egoismo.

Marisa Muzzetto

Fino al 2012 i Centri di Ascolto che prende-vano parte alla rilevazione dei dati attra-verso la compilazione delle apposite sche-

de, erano nove. Nel 2015 sono diventati 12 econsentono di avere un quadro della situazionedella diocesi. Si nota ovunque un aumento de-gli utenti di anno in anno. Attualmente possia-mo dire che il numero degli utenti è aumentatodel 30%. I casi relativi alla alluvione vengonoconsiderati a parte. Sono state raggiunte 1400 fa-miglie! Il centro di coordinamento diocesano,voluto da mons. Sebastiano Sanguinetti il 19 no-vembre 2013 è ancora in funzione. L’inserimen-to dei dati del 2015 è ancora in corso e dai da-ti raccolti emerge innanzitutto che, in controten-denza rispetto ai dati registrati a livello naziona-le, ai Centri di Ascolto delle Caritas della Dioce-si si sono rivolti in maggioranza cittadini italianifatta eccezione per il 2010. Inoltre, per la primavolta, non sono più le donne a presentarsi aiCentri di Ascolto in maniera così preponderanterispetto agli uomini, si è cioè superata la cosid-detta “femminilizzazione della povertà”, ossianon sono più solo le donne a farsi carico delproprio disagio e di quello familiare. Questo èevidentemente dovuto a due fattori principali: lafuoriuscita degli uomini dal mercato del lavoro,e la disgregazione delle famiglie, che vede sem-pre più spesso genitori separati e maschi adulti,in condizioni di fragilità sociale. Le informazio-ni anagrafiche raccolte infatti, evidenziano unamaggiore presenza di persone in condizioni didisagio in piena età lavorativa, e ciò ha un ri-scontro anche nel costante aumento, in questiultimi anni, delle richieste di lavoro pervenute aiCentri di Ascolto. Ci sono poi persone che, puravendo un lavoro, si rivolgono ai Centri diAscolto della Diocesi, poiché la loro occupazio-ne non consente il mantenimento della famiglia.Si tratta dei cosiddetti “working poor”, ossia i la-voratori poveri, a fronte di salari troppo bassi.Ugualmente rilevante e degna di nota è anche la

forte presenza di persone in età pensionabile,che rappresenta una delle fasce più deboli del-la popolazione. Per quanto riguarda lo stato ci-vile, la maggior parte delle persone dichiaranodi essere sposate, segno evidente che il disagioviene percepito soprattutto all’interno del nu-cleo familiare. Si tratta di persone povere che vi-vono in famiglie disagiate. Sono in aumento an-che le persone che risultano non coniugate e lepersone separate, che nel corso degli anni, sistanno affacciando ai Centri di Ascolto in segui-to a separazioni o crisi familiari che si ripercuo-tono non solo sul piano economico ma anchesu quello psicosociale. I problemi familiari, dal2011, seguono un percorso ascendente: sono inaumento quasi costante le variabili che riguar-dano l’allontanamento della famiglia, le separa-zioni, soprattutto le separazioni di fatto, e in ge-nerale le conflittualità interne al nucleo familia-re. Anche le problematiche legate alla gestionedell’abitazione sono collegate al disagio familia-re e ne seguono la crescita. Il livello di istruzio-ne sembra essere un fattore di stabilità nelle ri-levazioni di questo tipo, dove le maggior partedelle persone che si presentano ai Centri diAscolto risultano essere in possesso della licen-za media inferiore, e rappresenta adeguatamen-te la ben nota condizione che vede i disagi eco-nomici strettamente legati a un tasso di bassascolarizzazione, come dire insomma che si di-fende meglio dalla crisi chi è più istruito. Certa-mente la maggioranza delle persone ascoltateha dichiarato di trovarsi in una condizione didisoccupazione, o di avere una occupazioneprecaria, e questo riguarda particolarmente lafascia d’età dei quarantenni, che, trovandosi inuna condizione di forte instabilità sociale, fati-cano a far fronte ai bisogni quotidiani, ad arri-vare cioè alla fine del mese. I bisogni prevalen-ti riguardano soprattutto le problematiche di oc-cupazione/lavoro, mentre l’indicatore di pover-tà economica è rappresentato soprattutto dallepersone prive di reddito, persone gravementeemarginate che si rivolgono con sempre mag-

giore frequenza ai Centri di Ascolto. Sono ulte-riormente aumentate, rispetto agli anni prece-denti, le persone che dichiarano di avere unreddito insufficiente rispetto alle normali esi-genze, così come in aumento sono anche le per-sone che, di fatto, si sono indebitate per unacattiva gestione del reddito, fenomeno questo,collegato anche alla crescita esponenziale dellepersone che sono vittime di qualche tipo di di-pendenza. Infatti un discorso a parte merita ilcosiddetto GAP (gioco d’azzardo patologico),dipendenza che, come tale, sfugge ad un rileva-mento puntuale e sistematico, in quanto difficil-mente chi ne è affetto lo dichiara (molto spessonon essendone neppure pienamente consape-vole), per cui i dati dei Centri di Ascolto, in me-rito possono risultare abbondantemente sottosti-mati. Le richieste più pressanti pervenute aiCentri di Ascolto sono quelle riguardanti i benie i servizi materiali, ma in particolare, le richie-ste dirette di sussidi economici. E’ però altret-tanto importante segnalare che anche gli inter-venti degli stessi sussidi economici, effettuatidalla Caritas, hanno subìto una crescita, conco-mitante alle richieste pervenute agli operatori.Se, da un lato, crescono le persone che dichia-rano di avere un reddito insufficiente a soddi-sfare le normali esigenze, dall’altro, per gli ope-ratori dei Centri di Ascolto aumentano gli ascol-ti con discernimento e progetto, segnale di unamaggiore consapevolezza e incisività da partedegli operatori che nei Centri di ascolto si fan-no sempre più carico di problematiche nuove epiù complesse. Inoltre, è necessario ricordareche ciò che si rileva attraverso l’affluenza neiCentri di Ascolto. è la soglia minima di povertànel territorio (il cosiddetto “effetto iceberg”), lapunta che poggia su un numero molto maggio-re di persone che versano in condizioni di dis-agio sociale ed ha lo scopo di conoscere la si-tuazione esistente per far maturare la consape-volezza che il problema della povertà non deveessere considerato intrinseco alla società e perquesto non superabile.

La Caritas fa il punto sull’anno sociale appena concluso

Caritas, Osservatorio delle povertà e delle risorse

Situazioni di disagio osservate nella nostra diocesi

6 Anno XXIIIn. 627 giugno2015

GALLURAANGLONA& ch iesa

Il Centro di Spiritualità Giovani diCuglieri ospiterà, come già daqualche anno, due appuntamen-

ti riservati ai giovani della Sardegna.La casa in località “Funtana es’Ozzu” si animerà dal 27 al 31luglio con la Lectio divina guidatadal Vescovo Mauro Maria intitolata“Modelli biblici di vita e pienezza”.Nel corso dell’anno della Vita con-sacrata e in prossimità del Sinodoordinario dei Vescovi sulla famiglia,il corso offrirà l’opportunità di con-frontarsi con alcune figure bibliche

alle quali ispirare la maturazione delproprio cammino umano e cristia-no. L’esperienza avrà inizio con ilpranzo del 27 e si concluderà con ilpranzo del 31 luglio. Possono parte-cipare tutti i giovani, dai 19 ai 30anni, disponibili all’ascolto, al silen-zio ed alla preghiera. Il costo totalee omnicomprensivo è di € 80,00 el’iscrizione andrà inoltrata entro il 10luglio. Sempre nella medesima struttura ilVescovo Morfino e i responsabilidella Pastorale Giovanile della

Sardegna, organizzanodal 25 al 29 agosto leIcone bibliche rivolte airesponsabili, operatoridi PG, educatori ed ani-matori di oratorio nelleparrocchie, nelle fami-glie religiose, gruppi,movimenti ed associa-zioni.Le lectio saranno tra-smesse in diretta daRadio Kalaritana e Radio

Planargia. Il corso inizia con il pran-zo del 25 e si conclude con il pran-zo del 29 agosto. La quota prevista è di € 80,00 ed ènecessario iscriversi entro il 5Agosto.Per ottenere tutte le informazioni eper comunicare le proprie iscrizio-ne è possibile contattare i referenti:

p. Giuseppe Pusceddu 338.8119718 pg.pusceddu@gmail.com;

don Giampiero Piras 347.6067431 dgiampieropiras@gmai.com;

don Giulio Madeddu 347.7117397 dongiu@tiscali.it;

don Massimo Cabua 347.0106077 masimocabua@gmail.com.

Online anche il nuovo portale www.csg-cuglieri.org.

Era stata pensata come una giornata difesta dal rettore del Seminario don Pao-lo Pala e dai seminaristi del minore e

non hanno tradito le attese. All’appuntamentosono arrivati tutti: i genitori dei ragazzi, gliamici del seminario, i benefattori, le autorità eil neo eletto sindaco di Tempio Andrea Bian-careddu. La giornata è stata arricchita da duefelici coincidenze: la cresima di un seminari-sta, Christian Floris e il rito di ammissione tra

i candidati al diaconato e al presbiterato diMarco Bilewski. Erano accompagnati dai lorofamiliari e tutti visibilmente emozionati. Lachiesa del seminario era gremita e anche lapartecipazione alla Messa presieduta da mons.Sanguinetti e concelebrata da diversi sacerdo-ti è stata molto intensa. E’ stata sottolineata la

necessità di sostenere le vocazioni e la neces-sità di pregare per il seminario visto che per ilnuovo anno seminaristico 2015- 2016 non so-no previsti nuovi ingressi, anche se alcuni ra-gazzi che nutrono simpatia verso il seminariovengono seguiti nelle loro parrocchie di ap-partenenza.

I l Vescovo Mauro MariaMorfino predicherà gliesercizi spirituali agli adul-

ti della Sardegna. Si terrannodal 1 al 4 luglio nella strutturadel Centro Pastorale diocesa-no “P.G. Frassati” in localitàMontagnese ad Alghero. Leadesioni dovranno essere co-municate contattando la Se-greteria di curia al numero079.975209 (aperta dal lunedìal venerdì – escluso il giovedì– dalle ore 9.30 alle ore 12.30)o inviando un’e-mail a salva-tori@diocesialghero-bosa.it.Tutte le informazioni su mo-dalità di partecipazione, pro-gramma e costi saranno riferi-te dalla medesima Segreteria.

In una lettera inviata ai parroci e alle co-munità dai responsabili diocesanidell’A.C.R. Silvia Pasquesi, Silvia Secchi edall’Assistente diocesano don Romolo Fe-nu, ci informano che mentre si entra nelperiodo estivo, continua il tempo della for-mazione per i ragazzi dell’A.C.R. L’equipe diocesana scrive:

“Carissimi,Il periodo estivo rappresenta tradizionalmen-te il momento in cui L’azione cattolica dei ra-gazzi vive la quarta fase del suo camminoTempo Estate Straordinaria con i campi scuo-la. Per i ragazzi diventa il momento miglioreper porsi accanto ai propri coetanei, impe-gnandosi a tradurre il Vangelo in maniera co-

involgente e contagiosa. Attraverso le espe-rienze di incontro come il campo scuola, i ra-gazzi sperimentano la bellezza di appartene-re alla Chiesa, comunità di persone riunitedall’unica fede in Cristo risorto. In continuitàcon il percorso vissuto durante l’anno, l‘espe-rienza del campo scuola costituisce un ulte-riore significativa occasione di crescita. Insie-me ai ragazzi ripercorreremo la storia di Noè‘dal diluvio all‘arcobaleno’. Il Campo Scuolasi terrà nella località di Moneta presso il co-mune di La Maddalena dal 23 luglio al 27 lu-glio per bambini dai 7 ai 14 anni. Vista la dif-ferenza tra le varie età divideremo i ragazzi ingruppi di lavoro differenziando le elementaridalle medie in modo che le tematiche propo-ste al campo siano affrontate in maniera dif-

ferente in base alle esigenze di due fasced‘età molto diverse.Il costo del campo scuola sarà di € 120,00 pervito e alloggio. Nel prezzo non sono compreseLenzuola o Asciugamani, chiediamo ai ragazzidi portare con se un telo mare, un costume eun paio di scarpe da tennis che ci servirannoper svolgere i giochi di movimento. Inoltre cifarebbe piacere che i ragazzi fossero accompa-gnati da un educatore parrocchiale e che que-sto possa partecipare alle riunioni di prepara-zione al campo scuola insieme all‘equipe dio-cesana dell‘A.C.R.”.

Per maggiori informazioni su orari di arrivo ealtro potete chiamare al 3470894390 (Danielamembro d’equipe).

Esercizi spirituali per gli adulti della Sardegna

Appuntamenti estivi per giovani e operatori pastorali

Concluso l’anno seminaristico

Per l’A.C.R. è tempo di campi estivi

Marco Bilewski Concelebrazione col Vescovo

Giovani a Cuglieri

Già da qualche tempo correva voce che ifrati minori conventuali della Parrocchiadi San Giuseppe di Tempio, avrebbero

lasciato la parrocchia dopo 67 anni. Ora pur-troppo la notizia è certa: padre Paolo Cirina loha annunciato e spiegato durante la Messa chein seguito alla ristrutturazione delle loro «pro-vince», quella sarda è stata assorbita assieme adaltre, le cui province non dispongono di unnumero minimo di 40 religiosi. La provinciasarda disponeva di poco più di 30 religiosi. Iprimi tre frati minori giunsero a Tempio nellontano 5 maggio 1948. Da allora, non solo perla città di Tempio, ma per la Gallura il con-vento di San Giuseppe è stato un punto di ri-ferimento per quanti desideravano accostarsialla confessione o semplicemente chiedevanoascolto. I conventuali si sono resi sempre dis-ponibili anche per la predicazione e le sosti-tuzioni. Ora la soluzione per la diocesi è tuttada inventare. Per il vescovo Sanguinetti è una“patata bollente” in più, perché l’unificazionedelle province francescane richiede ora la dis-ponibilità di altri sacerdoti della diocesi chevadano a ricoprire il ruolo di parroco nellaparrocchia di San Giuseppe. Anche se il tuttonon dovrebbe accadere a brevissima scaden-za, occorre programmare il futuro. Il vescovotra l’altro dovrà anche pensare alle sostituzionidi chi, per raggiunti limiti di età, deve lasciareil ministero, mentre altri sacerdoti stranieri do-vranno necessariamente rientrare nei loro pae-si di origine. Per il vescovo un’estate calda,non solo dal punto di vista atmosferico.

7Anno XXIIIn. 6

27 giugno2015

GALLURAANGLONA&ch iesa d iocesana

ADDIO AI FRATI CONVENTUALI DI TEMPIO

8 Anno XXIIIn. 627 giugno2015

GALLURAANGLONA& 8xmi l l e

1) ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE

A. ESIGENZE DEL CULTO

1. Nuovi complessi parrocchiali 264.118,21 2. Conservazione o restauro edifici di culto gia esistenti o altri beni culturali ecclesiastici 50.000,00 3. Arredi sacri delle nuove parrocchie 0,00 4. Sussidi liturgici 0,00 5. Studio, formazione e rinnovamento delle forme di pieta popolare 0,00 6. Formazione di operatori liturgici 0,00

314.118,21

B. ESERCIZIO CURA DELLE ANIME

1. Attivita pastorali straordinarie ... 0,00 2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 66.000,00 3. Tribunale ecclesiastico diocesano 0,00 4. Mezzi di comunicazione sociale a finalita pastorale 20.000,00 5. Istituto di scienze religiose 0,00 6. Contributo alla facolta teologica 16.500,00 7. Archivi e biblioteche di enti ecclesiastici 0,00 8. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o locali di ministero pastorale 0,00 9. Consultorio familiare diocesano 0,0010. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessita 0,00 11. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei sacerdoti addetti 0,00 12. Clero anziano e malato 0,00 13. Istituti di vita consacrata in straordinaria necessita 0,00 14. Affitto locali Seminario 20.000,00

122.500,00

C. FORMAZIONE DEL CLERO

1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale 90.000,00 2. Rette di seminaristi e sacerdoti studenti a Roma o presso altre facolta ecclesiatiche 15.000,00 3. Borse di studio seminaristi 0,00 4. Formazione permanente del clero 10.000,00 5. Formazione al diaconato permanente 0,00 6. Pastorale vocazionale 0,00

115.000,00

D. SCOPI MISSIONARI

1. Centro missionario diocesano e animazione missionaria 0,002. Volontari Missionari Laici 0,003. Cura pastorale degli immigrati presenti in diocesi 0,004. Sacerdoti Fidei Donum 0,00

0,00

E. CATECHESI ED EDUC. CRISTIANA

1. Oratori e patronati per ragazzi e giovani 0,002. Associazioni ecclesiali (per la formazione dei membri) 4.000,003. Iniziative di cultura religiosa nell`ambito della diocesi 0,00

4.000,00

F. CONTRIBUTO SERVIZIO DIOCESANO

1. Contributo al servizio diocesano per la promozione del sostegno economico della diocesi 1.500,001.500,00

G. ALTRE ASSEGNAZIONI/EROGAZIONI

1. Diaconi al servizio della Diocesi 8.000,008.000,00

a) TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NEL 2014 565.118,21

Diocesi di Tempio-AmpuriasRendiconto relativo alla erogazione delle somme attribuite alla diocesi

dalla Conferenza Episcopale Italiana Ex art.47 della legge 222/1985 per l’anno 2014

Erogazione delle somme derivanti dall’otto per mille dell’irpef per l’esercizio 2014

98xmi l l eAnno XXIII

n. 627 giugno

2015

GALLURAANGLONA&RIEPILOGO

TOTALE DELLE SOMME DA EROGARE PER L`ANNO 2014 565.118,21Riportare la somma di cui al quadro 1, lett. a) del rendiconto delle assegnazioni

A DEDURRE TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NELL`ANNO 2014 (fino al 31/03/2015) 565.118,21Riportare la somma di cui al rigo a) del presente rendiconto

DIFFERENZA 0,00L`importo "differenza" e cosi composto:

- Fondo diocesano di garanzia (fino al 10% del contributo dell''anno 2014) 0,00- Fondo diocesano di garanzia relativo agli anni precedenti 0,00

Totale Fondo diocesano di garanzia 0,00(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2015)

- Somme impegnate per iniziative pluriennali anno in corso 0,00- Somme impegnate per iniziative pluriennali negli esercizi precedenti 0,00

Totale iniziative pluriennali 0,00(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2015)

Altre somme assegnate nell`esercizio 2014 e non erogate al 31/03/2015 0,00(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2015)

INTERESSI NETTI del 30/09/2014;31/12/2014 e 31/03/2015 4.988,74

ASSEGNI EMESSI O BONIFICI EFFETTUATI MA NON ANCORA CONTABILIZZATI NELL`E/C 53.894,72

SALDO CONTO CORRENTE E/O DEPOSITO TITOLI AL 31/03/2015 58.883,46

2 INTERVENTI CARITATIVI

A. DISTRIB. PERSONE BISOGNOSE

1. Da parte della diocesi 218.683,092. Da parte delle parrocchie 50.000,003. Da parte di enti eclesiastici 35.000,004. Da parte del Vescovo 20.000,00

323.683,09

B. OPERE CARITATIVE DIOCESANE

1. In favore di extracomunitari 0,002. In favore di tossicodipendenti 5.000,003. In favore di anziani 0,004. In favore di portatori di handicap 5.000,005. In favore di altri bisognosi 0,006. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 15.000,007. In favore di Seminaristi poveri 30.000,008. Borse Lavoro 25.000,009. In favore di giovani in difficolta 28.000,00

108.000,00

C. OPERE CARITATIVE PARROCCHIALI

1. In favore di extracomunitari 0,002. In favore di tossicodipendenti 0,003. In favore di anziani 0,004. In favore di portatori di handicap 0,005. In favore di altri bisognosi 0,00

0,00

D. OPERE CARITATIVE ALTRI ENTI

1. In favore di extracomunitari 0,002. In favore di tossicodipendenti 0,003. In favore di anziani 0,004. In favore di portatori di handicap 0,005. In favore di altri bisognosi 0,006. Gestione Caritas 20.000,007. Sostegno alunni famiglie bisognose 15.000,00

35.000,00

10 Anno XXIIIn. 627 giugno2015

GALLURAANGLONA&E. ALTREASSEGNAZIONI/EROGAZIONI

1. Studenti poveri Chiese sorelle 6.000,006.000,00

b) TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NEL 2014 472.683,09

RIEPILOGO

TOTALE DELLE SOMME DA EROGARE PER L`ANNO 2014 472.683,09Riportare la somma di cui al quadro 2, lett. a) del rendiconto delle assegnazioni

A DEDURRE TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NELL`ANNO 2014 (fino al 31-03-2015) 472.683,09Riportare la somma di cui al rigo b) del presente rendiconto

DIFFERENZA 0,00L`importo "differenza" e cosi composto:

- Somme impegnate per iniziative pluriennali anno in corso 0,00- Somme impegnate per iniziative pluriennali negli esercizi precedenti 0,00

Totale iniziative pluriennali 0,00(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2015)

Altre somme assegnate nell''esercizio 2014 e non erogate al 31-03-2015 0,00(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2015)

INTERESSI NETTI del 30-09-2014;31-12-2014 e 31-03-2015 7.689,04

ASSEGNI EMESSI O BONIFICI EFFETTUATI MA NON ANCORA CONTABILIZZATI NELL''E/C 88.068,01

SALDO CONTO CORRENTE E/O DEPOSITO TITOLI AL 31-03-2015 95.757,05

Si allegano:

1. relazione esplicativa del rendiconto relativo alle somme erogate;

2. fotocopia delle pagine di tutti gli estratti conto bancari dal 01/04/2014 al 31/03/2015;

3. documentazione dei depositi amministrati o della gestione patrimoniale nel caso in cui le disponibilità siano state temporanea-mente investite.

Si attesta che:

- Il presente ‘Rendiconto’ è stato sottoposto alla verifica del Consiglio Diocesano per gli affari economici nella seduta in data26/05/2015;

- Il ‘Rendiconto’ è pubblicato nel bollettino ufficiale della diocesi n. 6,

in data 26 giugno 2015.

Tempio Pausania, lì 10/06/2015

8xmi l l e

“Voi siete una parte preziosa della Chiesain Italia. Voi offrite un contributo im-portante alle famiglie per la loro mis-

sione educativa verso i fanciulli, i ragazzi e i gio-vani”. Così, in una piazza san Pietro gremita dacirca 100mila scout da tutta Italia, presenti anchegli scout del gruppo “Olbia1”, Papa Francesco siè rivolto ai membri dell’Agesci, l’Associazioneguide e scout cattolici italiani ricevuti in udienza.“I genitori - ha detto il Pontefice - ve li affidanoperché sono convinti della bontà e saggezza delmetodo scout, basato sui grandi valori umani, sulcontatto con la natura, sulla religiosità e la fedein Dio; un metodo che educa alla libertà nella re-sponsabilità. Questa fiducia delle famiglie non vadelusa! E anche quella della Chiesa: vi auguro disentirvi sempre parte della grande Comunità cri-stiana”. Nel suo discorso Francesco ha ricordato“la forte domanda di educazione e di ascolto ri-

volta alle vostre comunità capi, alle parrocchie ealla Chiesa nel suo insieme” contenuta nella“Carta del coraggio” presentata alla ruote nazio-nale di san Rossore, lo scorso agosto, domandache “investe anche l’ambito della spiritualità edella fede, che sono fondamentali per la crescitaequilibrata e completa della persona umana. Nelpanorama delle associazioni scout a livello mon-diale, ha dichiarato il Papa, “l’Agesci è tra quelleche investono di più nel campo della spiritualitàe dell’educazione alla fede”. “Ma c’è ancora tanto da lavorare, perché tutte lecomunità-capi ne comprendano l’importanza ene traggano le conseguenze”. A tale riguardoFrancesco si è congratulato con l’Agesci per i“momenti formativi per i capi sull’accostamentoalla Bibbia, buone iniziative”, che, è stato l’au-spicio del Pontefice, non siano solo “momentisporadici, ma che si inseriscano in un progetto diformazione continua e capillare, che penetri finoin fondo nel tessuto associativo, rendendolo per-meabile al Vangelo e facilitando il cambiamentodi vita. Sono certo che l’Agesci può apportare

nella Chiesa un nuovo fervore evangelizzatoree una nuova capacità di dialogo con la società”.Dal Papa poi un’aggiunta a braccio, un’esorta-zione già lanciata ai giovani di Sarajevo, unasettimana fa e accolta da un applauso dellapiazza: “Mi raccomando, fate ponti in questa so-cietà dove c’è l’abitudine di fare muri. Fate pon-ti, mi raccomando”. Ma questo può avvenire so-lo a una condizione, secondo il Santo Padre:“che i singoli gruppi non perdano il contattocon la parrocchia del luogo, dove hanno la lo-ro sede, ma che in molti casi non frequentano,perché, pur svolgendo là il loro servizio, pro-vengono da altre zone”. “Siete chiamati - haconcluso - a trovare il modo di integrarvi nellapastorale della Chiesa particolare, stabilendorapporti di stima e collaborazione ad ogni livel-lo con i vostri vescovi, con i parroci e gli altrisacerdoti, con gli educatori e i membri delle al-tre associazioni ecclesiali presenti in parrocchiae nello stesso territorio, e non accontentarvi diuna presenza ‘decorativa’ alla domenica o nellegrandi circostanze”.

il Papa all’AgesciAll’udienza presente anche l’Olbia 1

11Anno XXIIIn. 6

27 giugno2015

GALLURAANGLONA&agesc i

“Vogliamo giungere nelle periferie delvivere umano, là dove il messaggiodi Cristo è più atteso e cercato…

Ci permettiamo di sentirci proprio una Chiesain uscita”. Con queste parole Matteo Spanò eMaria Laforgia, presidenti del Comitato nazio-nale Agesci hanno salutato Papa Francesco al-l’inizio dell’udienza a circa 100mila scout arri-vati in piazza san Pietro da ogni regione diItalia. Una marea di camice azzurre dell’Agesci chesin dalle prime ore del mattino hanno gremi-to il sagrato di san Pietro. “Siamo nelle città,nei quartieri dove possiamo essere più utili enei Paesi. Abitiamo le parrocchie e qui proviamo a farela nostra parte come chi abita una casa insie-me ad altri. Ma non vogliamo dimenticare chesenza l’appoggio dei nostri parroci e vescovinon riusciremmo ad essere una presenza cosìviva sul territorio”. “Santo Padre - hanno concluso i due presidenti- la nostra scelta educativa e di evangelizzazio-ne è rivolta fino ai confini del mondo, non soloin senso geografico ma esistenziale. Vogliamo giungere alle periferie del vivere uma-no dove è atteso il messaggio di Cristo”.

I presidenti Agesci: “Vogliamo giungere alle periferie del mondo”

Il gruppo Olbia 1

12 Anno XXIIIn. 627 giugno2015

GALLURAANGLONA&

Marco Annunziata

Per la sua quarta edizione, il premio Giu-seppe Garibaldi istituito con l’obiettivodi riconoscere il merito a persone o isti-

tuzioni che si siano distinti in azioni merite-voli a livello locale, regionale o nazionale afavore della comunità, è stato conferito a DonDomenico Degortes, Don Francesco Cossu eDon Salvatore Matta rispettivamente parrocidi La Maddalena, Arzachena e Palau. Il con-ferimento è avvenuto nel pomeriggio di do-menica 14 giugno presso la splendida sededel teatro Montiggia di Palau che per l’occa-sione è stato gentilmente concesso dall’ammi-nistrazione comunale palaese presente in de-legazione con il Sindaco Francesco Pala cheha fatto impeccabilmente gli onori di casa.

L’uditorio composto da persone accorse datutta la Gallura, è stato particolarmente calo-roso nei confronti di questi tre validissimiparroci ai quali ha tributato numerosi applau-si evidentemente sinceri. Il moderatore del-l’incontro è stato il “gallurese doc” dottor Gia-como Pala, già assegnatario del premio e at-tuale socio onorario del Rotary Club La Mad-dalena Costa Smeralda, che ha tenuto unapregevole relazione molto curata e dettaglia-ta sull’opera svolta dai singoli sacerdoti aiquali è legato da evidente stima e profondoaffetto. Nel tracciare il ritratto di ciascuno si èsoffermato sulle innumerevoli attività a favo-re della comunità, dedicando un passaggiomolto significativo sulla fedeltà di Don Do-menico al suo maestro monsignor SalvatoreCapula del quale è naturale successore sep-

pure diverso nello stile e nel carattere. Il sin-daco di Arzachena Alberto Ragnedda ha sot-tolineato la figura di Don Francesco che oltread essere una guida sicura per i parrocchiani,è anche un attento studioso del territorio edell’antropologia gallurese e lo testimonianogli oltre venti saggi pubblicati su svariati temidi interesse storico e culturale. A rappresen-tare il neo sindaco Luca Montella, bloccato daun problema di salute, il consigliere comuna-le Roberto Ugazzi, che ha ricordato le nume-rose scelte indovinate di Don Domenico sianel campo della formazione che della comu-nicazione, elencando una lunga serie di in-tuizioni come il lancio di Radio Arcipelago,del settimanale Il Vento e il coinvolgimentodei cinquantenni nell’organizzazione dei fe-steggiamenti della Santa patrona. Molto pun-tuale la considerazione di Don Salvatore Mat-ta, che da persona acuta ha rilevato come icriteri di servizio al prossimo che ispirano ilRotary International siano gli stessi che gui-dano la scelta sacerdotale. Erano visibilmenteemozionati i nostri parroci, vuoi per l’età cheavanza vuoi per l’inatteso premio che hannovoluto indirettamente riconoscere alle rispet-tive comunità che vivono di tanti gesti picco-li e grandi che dobbiamo alimentare giornoper giorno con devozione e dedizione. Nellesue precedenti edizioni il prestigioso ricono-scimento è stato assegnato alla Marina Milita-re, al magistrato Giacomo Pala e alla BrigataSassari, pertanto possiamo andare veramentefieri di questi tre uomini di valore e di valo-ri. Grazie Don Domenico, Grazie Don Salva-tore, Grazie Don Francesco !

Antonella Fresi

«Memoria minuitur, nisi exerceas» (Cicerone) – il ricordo si affievolisce, se non lo si coltiva.

Il lavoro di Don Giuseppe Inzaina, curatocon interesse sempre vigile, impegno co-stante e passione spiccata per la ricerca sto-

rica è un «iter» investigativo che nulla lascia diintentato per enucleare una possibile verità, co-involgendo nel contempo, il lettore nelle pie-ghe degli eventi di un epoca lontana i qualiemergono gradualmente dall’oblio del tempo,«πανδαματωρ» per i greci (che tutto doma cioèche tutto cancella) e da una rete di intrighi, al-cuni attribuibili al caso, altri tessuti ad arte perintorbidire le acque. Lascia stupiti la mole dei documenti consultatidei luoghi visitati, dei testimoni interpellati to-gliendo ogni spazio alla fantasia all’invenzione,alla suggestione mitica creata dalla lontananzatemporale del caso.

E’ un’opera di rigorosa fattura dettata dalla mi-gliore forma di «curiositas», con il gusto del di-panare, che mai accusa cadute di tono o mo-menti di stanchezza. C’è in essa l’«ιστοπίη» di greca memoria, cioèl’intento di investigare, di render noto, perchénulla offuschi un passato che fa parte dell’iden-tità cittadina e che merita di essere conosciuto.Ma il proposito dello scrivente è anche quellodi suscitare in altri soprattutto nei giovani, l’a-more per la scoperta per la ricostruzione di ciòche è lontano negli anni, affinché non sia pre-da dell’oscurità dell’ignoranza. Un gigante della ricerca come Sant’Agostino atal proposito, scrive: «Quid fortius desiderat ho-mo quam veritatem?» L’autore dunque, pur sen-za affermarlo troppo apertamente sollecita vo-lonterosi ed emuli a seguire il proprio esempio:ha tracciato con cura una strada e, «uti cursor»consegna il testimone perchè si continui a fre-quentarla, ben consapevole che come sostene-va San Giovanni Paolo II «chi non conosce ilpassato, rischia di non avere un futuro».

Il premio Rotary a Don Domenico, Don Francesco e Don Salvatore

v i t a d iocesana

“ASSASSINIO A DAMASCO”

Un momento della premiazione

Consegna dell’attestato della presidente Sandra Casuli

ai tre sacerdoti

Don Giuseppe Inzaina

13v i t a d iocesanaAnno XXIII

n. 627 giugno

2015

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Il 7 Giugno nella solennità del Corpus Domi-ni, Don Michele Farre si è congedato dallasua comunità di San Pantaleo in Martis. Era

stato nominato parroco il 19 Luglio 2010, ma idolori fisici e l’età non gli consentivano più diviaggiare da Nulvi quotidianamente per svolgerappieno il ministero di parroco. Al suo postoMons. Sanguinetti ha nominato il 10 Giugno2015 amministratore parrocchiale di Martis DonPietro Pruneddu. Don Farre ha lasciato alla so-glia degli ottant’anni. Infatti è nato a Nulvi il 1°Novembre del 1935 e nella sua parrocchia erastato ordinato il 25 agosto 1963. Ha svolto il suoministero in diverse comunità: viceparroco adArzachena e Luras, parroco a Laerru e Sant’An-tonio di Gallura, parroco nella parrocchia di San-ta Teresa di Lu Bagnu e infine a Martis. Ha avu-to la fortuna di assistere ad alcune ordinazionisacerdotali, ma molti lo ricorderanno come gran-

de organizzatore di campi scuola e colonie esti-ve a La Maddalena, Palau, Porto Pollo, Valledo-ria, dove riusciva a convogliare decine di ragaz-zi, di giovani e di intere famiglie. E’ stato tra i pri-mi organizzatori di cineforum a Laerru negli an-ni settanta e di viaggi all’estero con i suoi par-rocchiani. Fu tra i primi parroci negli anni set-tanta a chiedere la collaborazione dei sacerdotistranieri che provenivano dall’Istituto Pio LatinoAmericano a Roma e ospitarli nella sua casa.Un’esperienza che arricchì diverse comunità perla cultura, le tradizioni e la spiritualità che tra-smettevano. Ma sicuramente, gli abitanti di Mar-tis, di Laerru e di Sant’Antonio lo ricorderannoper la sua disponibilità e generosità, per la suatempra decisa, come è nel carattere nulvese, masoprattutto per la sua vita semplice e la capacitàdi entrare in relazione con tutte le categorie. Pertutto questo gli diciamo grazie. Anche se il sa-

cerdote non va mai in pensione, ora Don Mi-chele potrà godere di qualche momento di ripo-so in più e magari assicurare un servizio agli an-ziani nella comunità in cui verrà ospitato.

Sono almeno settant’anni che i golfarancinivenerano San Silverio con la processione,portando per le vie del paese, oggi com-

pletamente cambiato, quella statua che abitual-mente viene custodita nell’antica chiesa di SanGiuseppe. Per onorare il santo, il parroco donAlessandro Cossu ha invitato Don Gianni Siniper la celebrazione e l’omelia. In una suggestivacornice, nella gradinata di fronte alla nuovachiesa di San Giuseppe, è stata celebrata la S.Messa con la partecipazione corale della comu-nità, alla presenza del sindaco Giuseppe Fasoli-no, dei Carabinieri, della Finanza, della Capita-neria di porto, della Polizia locale, della polizia

rurale, la Protezione Civile e l’As-sociazione Marinai d’Italia e di altreassociazioni di volontariato e laPro Loco. Ognuno in modo diver-so, ha contribuito alla riuscita dellafesta, per questo Don Sandrino liha voluti ringraziare tutti pubblica-mente. Dal piazzale della chiesa èpartita la processione fino al portodove è avvenuto l’imbarco su alcu-ne motovedette addobbate a festae di qui la processione a mare nel-lo specchio d’acqua di fronte alpaese, oggi votato al turismo, doveperò la pesca è un settore trainan-te dell’economia locale e certa-mente c’è bisogno della protezionedi un santo come Silverio, eletto

Papa l’8 Giugno del 536 e a motivo della fedesubì le accuse ed il processo, l’esilio e l’assassi-nio a Ponza. Proprio qui dopo una permanenzadi pochi mesi sull’isola Papa Silverio si spense il21 Novembre del 537. A lui vengono attribuititanti miracoli e guarigioni prodigiose, in tutte leepoche, ecco perché non solo i ponzesi ma tut-ti i golfarancini lo venerano come custode e pa-trono, certi della sua protezione anche in mezzoal mare tempestoso della vita. La stessa supplicaa San Silverio lo ricorda come “invitto e gloriosomartire, supremo pastore della chiesa e vicariodi Cristo, noi ti veneriamo quale eroe della chie-sa militante e principe trionfante”.

Per il quartiere di Sa MindaNoa è stata festa grande. Neigiorni 19-20-21 giugno, per il

quarto anno consecutivo, i fedeli ei devoti di sant’ Ignazio da Laconi,nella nuova parrocchia di Olbia, glihanno reso onore con la processio-ne, l’invocazione e la messa solen-ne. I momenti più importanti dellafesta sono stati vissuti venerdì almomento del ritiro delle bandiere edel passaggio festante delle macchi-ne per le vie della parrocchia e poila solenne celebrazione presiedutadal provinciale dei cappuccini P.Giovanni Atzori. La giornata di sa-bato ha visto la messa celebrata daP. Alberto Costa e la processione

con la statua del santo per le viedella città. La domenica, a sorpresa,360 pellegrini sardi provenienti daRoma dove avevano partecipato al-la giornata della famiglia, si sonouniti alla celebrazione. La messadella sera è stata presieduta dal vi-cario generale don Andrea Raffatel-lu. Predicatore d’eccezione padreVincenzo Pisanu, definitore provin-ciale dei cappuccini che ha riper-corso la vita e la santità di Ignazioda Laconi. A seguire un’agape fra-terna offerta dalla comunità e laclassica sagra dell’anguria. I padrisono rimasti moto contenti per lafesta riuscitissima e soprattutto perla bella partecipazione.

Don Michele Farre lascia la parrocchia per limiti di età

Golfo Aranci, i ponzesi celebrano il loro patrono

Celebrata con solennità la festa di S. Ignazio da Laconi

Don Michele Farre

Golfo Aranci, processione per S. Silverio

Statua di S. Silverio

Festa di S.Ignazio, celebrazione conclusiva

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GALLURAANGLONA&

«Mamma, Babbo eccomi qua! Sentite strillare? Questo è il pianto più bello, questo è il pianto di vostro figlio».Credo sia stato un momento bellissimo, anzi credo sia stato uno dei momento più belli che la vita vi ha re-galato, creare una vita. A voi l’avventura, la sfida.Ricordate quel fiocco azzurro sul portone? Tutte quelle persone che venivano a visitarmi, ed io che dormivosempre.Per tre mesi sembravo il figlio perfetto, ma dal quarto mese in poi è stato un incubo, non vi facevo riposareun attimo, tutte quelle notti insonni.Mamma, ricordi la prima volta che pronunciai il tuo nome? Ti emozionasti.Babbo, ricordi i miei primi passi? Imparai a farli nel venirti incontro quando rientravi dal lavoro. Stavo cre-scendo, stavo diventando il vostro ometto.All’età di tre anni mi portaste all’asilo. Ricordate il primo periodo? Quante chiamate arrivano a casa, scap-pavo sempre, volevo venire a casa da voi, ma lo spazzino che ogni mattina puliva il giardino dell’asilo mibeccava sempre. Dopo, con il passare del tempo mi abituai e mi ambientai subito, avevo tanti amichetti concui potevo divertirmi e combinare guai.Sempre in questo periodo si intravidero i primi sintomi di gelosia, tutte le attenzioni erano rivolte verso lanuova arrivata, Martina, la mia sorellina. Fosse stato per me l’avrei fatta scomparire subito, piccoli istintiomicidi. Ma iniziai a capire che crescendo poteva essermi utile nelle mie bravate, la colpa era sempre sua.Tutto amore.Ricordate il primo giorno di scuola? Fotocopia del primo periodo all’asilo, sempre a scappare, le corse pazzeinseguito dai bidelli e dalla maestra Francesca. Con tutto, conclusi l’esame all’età di dieci anni con il mas-simo dei voti, ed altrettanto feci a tredici anni quando presi la borsa di studio dopo l’esame di terza media.Cercavo di rendervi orgogliosi, e voi cercavate di rendermi felice, anche con piccole cose.Ho una passione sfrenata per la musica, suono la batteria, e anche in questo ho sempre cercato di studiareed andare avanti. Il fatto di dover suonare combaciava con le mie prime uscite. La preoccupazione, il timo-re che potesse accadermi qualcosa, ed altre notte insonni. Ma grazie alla vostra educazione, le vostre dritte,mi avete insegnato a ragionare con il mio cervello, così da non seguire i sotterfugi, i pericoli che il mondo dioggi offre.Il periodo liceale, adolescenziale segnò la mia vita con la morte del mio grande amico Domenico.Fu un periodo travagliato, un dolore immenso, ma voi mi aiutaste standomi vicino, dandomi la forza di an-dare avanti, l’avete sempre fatto. Anche dandovi dei dispiaceri, forse il più grande è stato andare male ascuola, farmi bocciare per ben due anni consecutivi, infine ritirandomi.Non stavo concludendo niente, mi sentivo vuoto, ma ascoltando i vostri consigli e quelli di un’altra personaspeciale, ho deciso di riscrivermi a scuola per prendere questo benedetto diploma!Ora all’età di 21 anni, capisco e mi pento di non essermi impegnato prima nel raggiungere questo obbietti-vo, sto cercando di rifarmi per rendervi nuovamente felici, vi meritate solo questo, tanta felicità, perchè cre-do che ogni genitore, meriti un premio giornaliero come ringraziamento per averci messo al mondo e peraverci cresciuto con dedizione e amore. Quando sarò anche io genitore cercherò di prendere spunto da voiper regalare il meglio di me a mio figlio.Vi voglio bene, grazie Mamma e Babbo.

Questo è il tema inviato-ci dalla docente SilviaGalleri col quale lo stu-

dente Giovanni Ambrosino havinto il concorso del Movimen-to per la Vita. Quest’anno il ti-tolo a cui gli studenti degli ul-timi tre anni delle scuole supe-riori si dovevano ispirare era:Essere figli, una sfida, un’av-ventura. Qui all’Ipia di Calan-gianus hanno partecipato circa20 studenti di quarta e quinta,e sei di loro si sono qualificati.Infatti, oltre al vincitore Gio-vanni Ambrosino, della quartaIA (indirizzo chimico) che anovembre volerà a Strasburgoe parteciperà ad un’assembleadi tutti gli studenti presso ilparlamento europeo, si sonoqualificati Sara Loriga e AliceSini (IV IA), Cristofer Corongiu(IV Mat, manutenzione e assi-stenza tecnica, cioè meccanica)e due studenti di quinta: An-drea Decandia (V Mat) e Vero-nica Tiano (V IA). Un risultatodi tutto rispetto, visto che in al-ta Gallura ha vinto solo un’al-tra ragazza, studentessa del li-ceo Dettori, scuola nella qualesi sono qualificati altri 5 stu-denti. Insomma, due vincitoriin alta Gallura, di cui uno è ilnostro Giovanni, e undici intutta la Sardegna. Ecco di se-guito il tema:

f o rmaz ione2

Essere figli, una sfida, un’avventuraConcorso europeo movimento per la vita

Non mancano le difficoltà, ma nel complesso i giornali diocesani con-tinuano a rappresentare “una realtà interessante, intelligente, intri-gante sul territorio” e “presentano situazioni, storie e notizie locali

che quasi mai trovano spazio sulla stampa nazionale”. Le recenti parole delsegretario generale della CEI, Mons. Galantino sono state richiamate saba-to scorso dal presidente nazionale della Federazione dei Settimanali Catto-lici, Francesco Zanotti che ha partecipato ad un affollato incontro con i di-rettori dei giornali delle diocesi della nostra Isola. Nel corso dei lavori, aiquali hanno preso parte anche alcuni responsabili degli uffici diocesani per

le comunicazioni sociali, il presidente della FISC si è soffermato in partico-lare sulle attività portate avanti dalla federazione per garantire e salvaguar-dare il pluralismo dell’informazione. Zanotti ha ricordato come il costanteridimensionamento al sostegno all’editoria, avvenuto negli ultimi anni adopera del Governo nazionale, spesso in maniera retroattiva, stia portandoal collasso numerose testate. Già diverse hanno chiuso i battenti, nel silen-zio e nel disinteresse quasi generalizzato. La situazione in Sardegna non siallontana, purtroppo, da questo scenario. Nonostante sia in vigore una leg-ge regionale sull’editoria che prevede forme di sostegno della stampa pe-riodica regionale e locale attraverso contributi per l’abbattimento dei costidi prestampa e per la riduzione dei costi e per il miglioramento del servi-zio nel settore della distribuzione dei giornali, da anni il bilancio regiona-le non mette un euro per queste finalità. Per questo motivo molti giorna-li diocesani sardi hanno aderito con impegno alla campagna istituzionale#menogiornalimenoliberi a cui è associata una petizione online sostenutada numerose sigle dell’editoria non profit, che vi invitiamo a firmare. An-che in Sardegna c’è il pericolo di una concentrazione dell’informazione,con evidenti vantaggi per i maggiori network. Abbiamo parlato di questotema con il presidente dell’Associazione Stampa Sarda, Celestino Tabasso,che ha partecipato all’incontro con i direttori dei giornali diocesani. Insie-me al rappresentante sindacale dei giornalisti cercheremo di far sentire lanostra voce, anche in merito alla proposta di riforma della legge sull’edi-toria che l’assessore regionale sta disegnando in queste settimane con ilcoinvolgimento dei rappresentanti dell’editoria tradizionale e del mondodell’informazione. Nonostante la sostanziale tenuta degli abbonamenti,con la contrazione dei ricavi pubblicitari e dei sostegni pubblici e privati,è a rischio la stessa libertà di pensiero e il pluralismo informativo. Serveun nuovo senso di responsabilità da parte di tutti per non lasciar morirele voci del territorio. Perdere un patrimonio così prezioso significa impo-verire il tessuto sociale e andare verso un pensiero unico dominante.Siamo certi che nessuno si augura che ciò possa accadere.

Voci protagoniste della nostra Isola

Raimondo Pittorru

Auschwitz si deposita latente nelle visceridell’anima, pronto a ricomparire in tuttala sua stortura se eccitato dalla follia de-

vastatrice umana. Lo si deve, invece, rievocare- parola che richiede un esercizio attento dellamemoria - per onorare le vittime che hanno pa-gato lo scotto di un aberrante piano di stermi-nio di massa. Auschwitz è gemmato, ma non èsbocciato e il vento impetuoso del negazioni-smo, complicato dall’oblio colpevole dei poste-ri, ne sta denudando la spessa corteccia di si-gnificato umano di cui è rivestito. Nel suo ulti-mo libro (Auschwitz e la filosofia. Una questio-ne aperta, Diogene Multimedia, Bologna, pp.172, € 12,00) Giuseppe Pulina si cimenta inun’impresa ardua: dimostrare che il famigeratocampo di sterminio è paradigma del pensierocontemporaneo e, insieme, questione aperta.Come un abile sarto ricompone i frammenti dis-persi nella storia e, con la mano di un chirurgoesperto, argina il sangue che altrimenti si river-serebbe a fiotti nelle crepe della storia. SalvareAuschwitz rappresenta, infatti, il primum mo-vens della stesura del libro. La penna di Pulinadà voce - per menzionare uno dei tanti interes-santi filosofi proposti - a Jankélévitch, spiegan-do come le lande deserte dell’orrore siano im-permeabili all’acqua del perdono, incapace dimondare l’“abominio metafisico”. Come scrissiqualche giorno fa all’autore (nonché mio pro-fessore al liceo) mi sono imbattuto in pagineche evocano ferite strazianti e atmosfere sini-stre; le frasi trasudano di dolore, che si rendepalpabile. Sembra di volgere uno sguardo piùravvicinato alla spirale di male generata dal Ter-

zo Reich perché assumere la prospettiva di chiquel Male l’ha vissuto è psicologicamente de-vastante. Gli occhi incespicano sulle parole:non perché lo stile sia ingessato (è, anzi, raffi-nato e meditato), ma perché sembra impossibi-le credere che l’essere umano si sia reso artefi-ce di un simile misfatto. È rilevante la deplora-zione del negazionismo, macchina ideologicautilizzata dagli “Eichmann di carta” il cui castel-lo teorico può essere smantellato da un bricio-lo di buonsenso e da un pizzico di coscienzastorica. Ad Heidegger viene riservato un para-grafo cospicuo e lì vengono esaminati i suoi“Quaderni Neri”, dove la tesi dello sradicamen-to dell’ebreo ha esposto il filosofo esistenziali-sta ad un fuoco incrociato di critiche. Pulina,tuttavia, avverte che sarebbe scivoloso giunge-re ad affrettate conclusioni senza ancorare la te-si heideggeriana al suo pensiero filosofico e sipone preoccupazioni più profonde affermando“ In che modo, ci chiediamo, il suo silenzio suAuschwitz deve essere inteso come un diniegodell’importanza della memoria?”. Il libro si sno-da attraverso la rassegna sapiente di fior di filo-sofi (Jonas, Derrida, Leibniz, Arendt, Bauman)che hanno dato corpo al dolore lancinante delpopolo ebreo, dolore che ha affondato gli arti-gli nella carne della storia dell’uomo. Verso lafine vengono raccolte alcune posizioni sulla na-tura dell’antisemitismo in una collana di librisuggeriti dall’autore. Non vorrei guastare il pa-lato del lettore, però sono rimasto colpito dauna scena presente nel libro “La notte” (e ri-portata nel nostro libro) che porta la firma diElie Wiesel, rappresentante autorevole dellamoltitudine di persone che, all’indomani diAuschwitz, ha rivalutato il proprio rapporto con

Dio e la fede. In uno stralcio si racconta del-l’impiccagione di un bambino che, a causa delpeso del suo corpo, non viene colto subito dal-la morte ma agonizza sul patibolo: “Dietro dime udii il solito uomo domandare: - Dov’è dun-que Dio? E io sentivo dentro di me una voceche gli rispondeva: - dov’è? Eccolo: è appeso lì,a quella forca...”. Penso che questa tetra narra-zione sia esemplificativa della portata destabi-lizzante di Auschwtiz. Un “angelo dagli occhitristi” - così come viene definito da Wiesel - checolpa aveva per meritare questa morte? E noiche responsabilità abbiamo quando silenziamola memoria? Chi siamo per arrogarci il diritto diviolare la sacralità della vita altrui?

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27 giugno2015

GALLURAANGLONA&cu l tu ra

dalla prefazione di padre Marco Angioni

Il diavolo, probabilmente. Laddove gliavvenimenti sono tragicamente inspie-gabili e tuttavia capaci di frantumare

ogni speranza e certezza, il diavolo con lesue oscure manovre e i suoi occulti «ma-novratori» sembrano poter condizionare glieventi umani deviandoli verso tutto ciò cheè negativo o interpretabile negativamente.Questo dubbio sul diavolo provoca unadomanda: il diavolo «c’è o ci fa»? Tutto l’estremo «negativo» della vita dipen-de da un’eventuale influenza del male equindi da sue eventuali azioni e interazio-ni? E ancora: si è moralmente responsabiliqualora sia il diavolo a indurre al male? Il diavolo esiste realmente o è un tentativodi spiegare mali terribili non altrimentispiegabili?La risposta è semplice: il diavolo c’è, esiste,non è estraneo a tutto il marciume del

mondo e nemmeno esente da responsabili-tà per le colpe dell’uomo e del mondo: laquestione diavolo è la questione male. Quando particolari eventi tremendi, in tuttii sensi, esulano totalmente da una qualchepossibilità di spiegazione e di comprensio-ne, allora dovremmo poter supporre la«presenza» di un essere «pervertito e perver-titore» (Paolo VI) dentro l’esperienza diquesto male che non può essere spiegatocon la sola determinazione e responsabilitàdell’uomo. Quando la malvagità insanguina l’uomo e ilmondo senza scampo, ci accorgiamo che ilmale non si svela mai del tutto, si camuffadietro motivazioni molto plausibili, nonevidenzia le sue reali intenzioni. Il male non dorme mai: tramite i suoi ado-ratori e seguaci insuffla costantemente ilsuo alito di morte nell’umanità, tenta tutti alpotere, alla presunzione di poter essere co-me Dio, e comunque «cercando sempre didivorare qualcuno» (1Pt 5,8).

Nella memoria si cementa il tratto più significativo

della nostra identitàParla di Auschwitz e memoria l’ultimo libro di Giuseppe Pulina

Mi sballo con satanaAnche la musica può avere un lato oscuro

L’ultima fatica di d. Sini Le testimonianze del parroco esorcista

DomenicaDomenica28 Giugno28 Giugno20152015

Giornataper la Caritàdel Papa

Con luiCon luiper gli ultimiper gli ultimi

Foto

Crist

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enzia

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Gesù CristoGesù Cristo«da ricco che era,«da ricco che era,si è fatto poverosi è fatto poveroper voi, perchéper voi, perchédiventaste ricchidiventaste ricchiper mezzoper mezzodella sua povertà».della sua povertà».(2 Cor 8,9)(2 Cor 8,9)

Per rinnovare la speranza e sconfiggere disuguaglianze e povertà, serve la solidarietà di tutti. Aiutiamo il Santo Padre a soccorrerei poveri e i bisognosi in ogni angolo della terra. Vittime della guerra e dei disastri naturali, chiese in difficoltà, popoli dimenticati.

Nella tua chiesa,dai il tuo contributoper un impegno speciale.Ascolta la voce di chi soffre.

In collaborazione con

Obolo di San Pietro

Promossa dalla

Conferenza Episcopale ItalianaFederazioneItalianaSettimanaliCattolici

In collaborazione con il periodico diocesano Gallura e Anglona