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8/14/2019 Roberto Balzani - La Costituzione al tempo di Mazzini Un dibattito del 1849
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La Costi tuzione al tempo di M azzini .
Un di batti to del 1849
di Roberto Balzani(Universit di Bologna)
GiuseppeMazzini ruled in thet imebetween March and July 1849. He led theRoman Republic, an ephemeral democratic experiment, during thegreat Euro -pean revolutionary period of 1848-49.Theaim of theDemocratswasnot toestab -lish a local alternativepower different from that imposed by theChurch: they weredrawing theprofileof thefutureItalian Republicand their work wastheconcrete
proof of thevitality of democratic ideals. This is thereason why thedeputees, evenafter the fall of theRoman Republic, spended all their energy for writing a Con -stitution Act. But, how to compile a Constitution? Where to find an inspiration,in theancient Roman tradition or in themorerecent European experiences?Therewere many whirling discussion about these matters and they probably stand asone of the hightest moment in the Italian political life.
Per dirigere la guerra cos Giuseppe
Mazzini allassemblea romana, i l 18 mar-zo 1849, in un famoso discorso av et e
necessit di un potere; dun potere che,
quantopi i capi sono straordinari quan -to pi lurgenza grave, sia rivestito di
poteri straordinari , abbia in sun concen -
tramento di facolt straordinarie. [ ...]
Abbiate dunque un potereuno, un potere
capacedi tutta lenergia richiesta dallecir -
c ost an z e [...]. Voi avete dichiarato che
fareste una Costituzione. Ed io vi dico cheuna Costituzionenon pu farsi oggi. Vi
sonoduespeci di Costi tuzioni, Costi tuzio -
ne italiana e Costi tuzione romana. Una
Costituzione romana, secondo me, non
devefarsi, una Costituzione italiana nonpu farsi[...]. Parmi cheRomadovrebbe
averedallaCommissionecheincaricastediredigere la Costituzione, una dichiarazio -
ne di principi, unespressione di fede[ . . . ] .
Una dichiarazionedi principi; unaseriedi
guarentigie, per la libert individuale, di
coscienza, di associazione, di stampa, per
tutte le libert che costituiscono il vostro
dir itto pi sacro; e unorganizzazionedel
potere: quando avrete queste tre cose,avrete per me tutto quello che in questo
momento, pendendo la guerra [...] v oi
potete, e dovete avere1.
1 LeAssembleedel Risorgimento. Roma, II I, Roma, TipografiadellaCameradei Deputati, 1911,pp.786-787. Cfr., sul 150della Repubblica Romana, i l recente fascicolo speciale della Rassegna storica delR i sor g i m en t o, 1999. Fra i contributi pi recenti sul testo costituzionale del 1849, cfr. Bassani, 2001: 305-340; Manzi 2003.
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Il consiglio di Mazzini caddenel vuoto.Ed egli accett, quindi, senza grande entu-
siasmo, l idea di
una discussionesulla Costituzio-
ne. Le sue letteredi quelle settima-ne non recano
tracce significati-ve dei lavori: tut-
to ruotava, perlui, intorno alla
questione mil i-tare , ai rapportiinternazionali e alle concrete possibil it diresistenza. Anchelerelazioni epistolari con
gli amici inglesi e francesi, che rappresen-tavano per Mazzini uno dei canali privi le-giati per europeizzare il moto italiano,
glissano sulla Costituzione. L h r o sm e,scriveva, per esempio, a George Sand, il 28
giugno, sera dvelopp dans un peuple aucontact dune grande ide et de quelque
hommedefoi2. Il puntodi vistaistituzionalelo interessava poco: a contare era la testi-monianza di una fede.
La Costituzione della Repubblica nonfu, perci, il frutto di un impegno diretto diMazzini. Gli uomini che pi ne discussero,
fraaprileegiugno 1849, furono altri: Quiri-
co Filopanti, Carlo Luciano Bonaparte,Aurelio Saliceti, Cesare Agostini, Enrico
Cernuschi, Livio Mariani, Giovanni Gril-lenzoni, RodolfoAudinot, GiuseppeGabus-
si, Giuseppe Galletti , e poi Ballanti e Liza-b e- R u ffoni. Siamodi fronteauncampione,
stato scritto, di ten -
denze e provenienzediverse: democratici
influenzati dal sociali -
smo, democratici lega -
ti alla tradizione gia -
cobina, democratici
mazziniani, liberali
moderati che avevano
aderito alla Repubbli -
ca perch avevanovisto in essa lunica
soluzione possibile in quel momento dei
gravi problemi cheagitavano lo Statoroma -
n o. Possiamo affermare, di conseguenza,che la Costituzione fu il prodotto di unincontro riuscito (dopo molti scontri) fra lediverse anime della democraziae del libe-
ralismo democratico italiano; e ci, credo,
ne aumenta notevolmente l importanza.Ma quale idea di Costituzione avevanoin mente i rappresentanti del popolo roma-no? Esistono due progetti di carta fonda-
mentale. Il primo, di cui fu relatore all as-semblea CesareAgostini, risale ai primi diapri le del 1849, e tende come vedremo
a praticare una via italiana alla democra-zia politica, sulla scorta del modello repub-
blicano classico3
. Agostini fu l estensoremateriale di un testo che, tuttavia, fu il frut-
to di una commissione costituita ad hoc, il13 febbraio 1849. In realt, poichmolti dei
2 Mazzini, 1950: 175.3 Battagl ini , 1991: 435-460.
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membri designati erano ministri o si trova-vano comunque coinvolti in attivit gover-
native, i lavori procedettero arilento evide-
ro l impegno costantesolo di alcuni deputati,
fracui Bonaparte, Sturbi-netti, Galletti eA g o st i n i .Questultimo, in assem-
blea, si assunse la pater-nit del testo nelle sue
linee fondamentali . Glistretti rapporti fra Mazzi-
ni eAgostini, che fu suosegretario, lasciano sup-porre che l intervento deltriumviro, almeno nelle
settimane fra marzo e aprile, non fu trascu-rabile. Il 17 aprileAgostini comunicallas-semblea lesito del suo lavoro, la cui di-
scussione fu poi rimandata. Perch? Proba-bilmenteper lo stesso impiantodellaCosti-
tuzione, chesi allontanavavistosamentedaipi celebrati modell i europei. Sta di fattoche la Costituente vot una nuova commis-sione, sui cui lavori nulla sappiamo, che
produsse un nuovo progetto. Fu reso notonei primi giorni di giugno ed accompagna-to dalla relazionedi Aurelio Saliceti, un giu-
ristaabruzzese di solida formazione demo-c r at i c a4. Rispetto al primoche, comevedre-mo, prevedeva una sorta di triplo potere
consacrato dal popolo (quello legislativo,quello esecutivo e quello tribunizio), ilsecondo si quali fi cava, invece forse per
esplicita reazione al modello francese ,
forse in polemica col preponderante potereesecutivo incarnato dai triumviri per una
fortesterzata in senso assemblearedel futu-
ro assetto isti tuzionale dellaRepubblica.
Roma antica5 e la Fran-cia contemporanea rappre-sentarono, quindi, i due
modell i presenti nei lavoridella Costituente. A g o st i n i ,
senzadubbio, avevaguarda-to alla prima per il suo pro-
getto. Esso prevedeva unu-nica assemblea; un consola-to, formato da due persone
e, soprattutto un tribunato di
dodici membri, tutti eletti a suffragio uni-versale. Il tribunato aveva il compito dicontenere il potere esecutivo ed esercita-
re un controllo di legittimit costituzionalesulle leggi. Rispetto a Rousseau, che nel
Contrat socialaveva previsto un tribunatoconservateur des lois et du pouvoir lgisla -
t i f, lambienterepubblicanoromanodel 49eraandato oltre. I tribuni dovevano veglia-re a garanzia delle leggi fondamentali , vero, ma potevano rinviare all assemblea
per due volte le leggi che non ritenevanocostituzionalmentefondate; giudicare i con-soli alla finedel loro mandato ed eventual-
mente porli in istato daccusa; convocare icomizi straordinari; giudicare loperato deldittatore figura anchessa trattadalla tra-
dizioneclassicaeconcepita comeun poterestraordinario a tempo. Non solo. Qualora i
4 Morelli, 1990: 291-296; Nocilla, 1989: 231-244.5 Cfr., a questo proposito, Treves 1962; Skinner 1998. E, nello specifico, Meloni, 1993: 187-210.
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consoli fossero stati posti in istato daccusa,tre tribuni si sarebbero ad essi sostituiti nel
disbrigo dellamministrazionefinoal termi-
ne del giudizio6
.Il principio su cui fondava
il progetto repubblicano era laderivazione di ogni poteredirettamente dal popolo. Non
era neppure presa in conside-razione l idea di un consolato
responsabilenei confronti del-lassemblea, edunquedaessa
in qualche modo controllabi-le. Ladivisionedellefunzioni,garantita dai tribuni gli uni-ci a poter interpretare ruoli
diversi, in caso di necessit era ritenuta argine suff i c i en t eal dispotismo o allaformazio-
ne di oligarchie. I deputatiduravano in carica tre anni; i tribuni cinque
anni, ed erano rieleggibili; i consoli scade-vano ad anni alterni, e non erano immedia-tamente rieleggibil i. Non v dubbio che,graziead uno straordinario poteredinterdi-
zione e di controllo, i tribuni dovesseroesercitare un potere davvero decisivo nellaRepubblica. Agostini, professore di storia,
non si poneva il problema di un eventualeconflitto dinteressi e non prevedeva la for-mazione di partiti: da mazziniano, egli rite-
neva che il popolo, nella sua globalit, sisarebbespontaneamente indirizzato verso lasceltadegli individui pi adatti. Non acaso,
quando nel testo si parlavadi responsabili-t , non si trattava mai di responsabili t
poli tica: la responsabilit in questione era,
piuttosto, quella morale,connessa alle inevitabil i
cadute morali dei magi-strati nell esercizio delleloro funzioni . E, per la
verit, questa impostazio-ne risultava prevalente
anche presso buona partedellassemblea7.
Lenfasi postasul tribu-nato dipendeva dal valoreeducativo attribuito alla
Costituzione. Una Costi -
tuzione repubblicana aveva sentenziato A g o st i-
ni, presentando il suo pro-
getto uti li zzando eperfe -
zionandoquanto vhadi buononellavita di
un dato popolo, e ravviando e dirigendoquanto vha dimperfetto e di male, deve
educare il popolo al miglioramento delle
proprie condizioni morali , intellettuali e
politicheaffinchpossaprogredirenellasua
vita e giungere un giorno ad incarnare nel
fattoquellideadi perfettademocrazia, che
vera fratellanza, con la semplicit dellele -
mento patriarcale e la robustezza dell ele -
mento romano8
. I tribuni, in quest interpre-tazioneformativaeformatricedellaRepub-blica, acquisivano perci il ruolo di censori,di maestri, di vigili , si potrebbe dire, del
6 Battagl ini , 1991: 440-441.
7 Ibidem, p. 450 ss.8 LeAssembleedel Risorgimento. Roma, IV, Roma, TipografiadellaCameradei Deputati, 1911, pp.190-191.
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traffico delle emozioni e dei sentimenti cheattraversavano lo spazio del potere.
La chiave etica decisiva per compren-
dere il debito culturale che ilnuovo repubblicanesimo
avevacontratto con lantico.Lettori di Machiavel li , icostituenti del 49 avevano
in menteun mondo fattonontanto di pesanti interessi
o rganizzati, quanto di perso-nalit avide e malvagie. Il
t op os retorico e letterariodellItaliacorrottadallegoi-smo individuale e dalla bra-ma di ricchezza e di potere
prevaleva sullanalisi di unarealt non ancora evidentemain formazione, nella qua-
lelopinionepubblicaandavaprendendo corpo, dividendosi non solo sul-
la base delle idee, ma anche di robusti inte-ressi collettivi.Agostini aveva ben presente, ovviamen-
te, laCostituzionefrancesedel 48. Maessa
osservava non lusingava gi troppo la
nostra attenzione, perch una Costituzione
di nuova Repubblica, la quale lascia aperta
al Potere esecutivo la via di abbandonare la
causa dei popoli generosi che si sollevano
per la libert, non certo una Costituzioneper noi, per noi cheonoriamoogni dir it to di
nazionalit, e vogliamo proclamato il prin -
cipiodellafratellanzadei popoli9. Mail casoromano non era paragonabile con quello
transalpino ancheper unaltra, fondamenta-
le ragione: N oi da intendersi come n oi
r om an inon abbiamo storia. Unaff e r m a-
zione paradossale, soprattut-to se fatta nella citt capita-le di un antico e grandeimpero. Agostini spiegava:
il governo clericale avevacompresso il popolo, loaveva costretto ad un ruolo
subalterno, ma lo avevalasciato per secoli in una
condizione, per cos dire,d infanzia poli tica. Nienteclassi sociali , nessuna ari-
stocraziadi sangue; unari-stocrazia delle ricchezze
nonorganizzata. Il commer -
cio e l industria ha formato
proseguiva poche grandi
fortune. Daltronde lecondizioni economi -
che dello Stato sono eminentemente agrico -le; soppressi i vincoli dei passaggi alle pro -
prietfondiarie, usatogiustamenteed equa -
mente il cospicuo patrimonio nazionale e
mobil izzando eziandio le propriet con del -
le provvide istituzioni, pu asseverarsi che
lavera aristocrazia delle ricchezze fra noi
impossibile, impossibilequindi lorganizza -
zionedi unaclassechedemoralizzaerovina
i popoli concentrando in poche mani i benimateriali della vita, e condannando le mas -
seafremere, apiangere, aodiarelumanit.
No, questo snaturamento non pel nostro
popolo!10
9 Ibidem, p. 194.10 Ibidem, p. 193.
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La proverbiale arretratezza italianadiventavaagli occhi di Agostini unarisorsa.
Niente sviluppo, quindi nien-
te lottadi classe, nientebor-ghesia rapace, niente partiti
sociali . Il popolo ingenuodelleorigini, delletmedie-vale, sopravviveva cristal-
lizzato dall ignoranzaepre-servato nella sua integrit
dal dominio clericale. Rottol incantesimo dei preti, ecco
la Repubblica, come il prin-cipedellefavole, risvegliarelaprincipessaaddormentata.Qui l astrattezza ideologica
si sposa con un poderosomito culturale: quello dei secoli doro , della mitica
et incorrotta e felice nella quale sarebberovissuti, un tempo, gli uomini. Agostini era
un isolato? Come vedremo, no. La matriceculturaleeletterariadel Risorgimento indu-ceva a questo tipo di valutazioni, che spes-so convivevano con analisi assai accurate e
credibil i di quanto accadeva fuori d Italia.La Francia, dunque, aveva anzitutto unastoria con la quale fare i conti; la storia del
popolo italiano, invece, incominciava inquel momento.
Lutopia del popolo puro, del popolo
buono avrebbe comunque prevalso, insenoallaCostituente. Diverso il destinodel-l impostazione neo-romana e morali stica
del progetto Agostini, che invece sarebbestata drasticamente ridimensionata dalla
commissioneSaliceti, nella quale avrebbeprevalso un disegno marcatamente assem-
bleare. Secondo il nuovo pro -
g et t o riassumeva Salicetiallassemblea, il 10 giugno :
Ne Comizi i l suffragio
pubblico; Non vhaTribuna -
to; I Consoli son tre; LAs -
semblea li nomina; Hanno
un Ministero responsabile;
Non si riconosce dittatura.Leliminazione del tribunato
e la prevalenza della Came-ra, moderata solo dalla dop-pia lettura richiesta per l ap-provazionedelleleggi, erano
gli assi portanti del nuovomodello. Checoserastato il
tribunato classico? si chie-
deva Saliceti. Una conquista della plebe
sullatiranniapatrizia . Ebbene, selad i st i n -
zionefra plebei epatri zi[] [aveva fatto]del Tribunato una necessit sillogizzava
il relatore essendo a noi ignota quella
distinzione, ed essendonoi tutti eguali, non
dovevamoaccettarelideadun Tribunato11.Come si pu osservare, la posizione di par-tenza era analoga a quella di Agostini: l i-
nesistenza, cio, di un popolo frammentatoin classi. Posto che Roma godeva di questa
insperata e favorevole condizione, sarebbestato inutile inserire nell ordinamento unelemento di frazionamento e di complica-zioneistituzionale, giustif icabilesolo all in-
terno di una societ organizzata sulla basedi classi contrapposte, equindi bisognosadi
11 Le Assemblee del Risorgimento. Roma, IV, cit., pp. 749-750.
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un assetto misto , di unamediazionefra lediverse forze in campo.
Quanto alla funzione di
garanzia attribuita daAgostini al tribunato,
Saliceti la considerava
illusoria. La sola possibile
garanzia contro gli abusi
d el l A ssem b l ea diceva
stanellordinegiudiziario
[...]; e nella natura stessa
dellAssemblea, la quale
essendo nominata consuffragio diretto ed uni -
versaledevepresumersi la
parte pi sana del paese.Il caso francesedimostra-va, del resto, che non era-
no possibili altri correttivi formali:
Oveun paeseabbiala sventuradi esse -
re tradito dalla sua Assemblea, ditepureche la corruzione presso quel popolo
giuntaas alto grado da rendere impossi -
bileunabuonaelezione; ed allora,malgra -
do tutti gl i Statut i del mondo, tutte le
maggiori previsioni, e tutte le pi sotti li
guarentigie, la libert sar ancor dessa
impossibile, e la Repubblica una menzo -
gna. Allora quel governo, se costituziona -
le, andr a distruggere le Costituzioni, se
repubblicano andr a strozzar le Repub -bliche; e nell assassinio poli ti co, balzato
dal primo posto, andr carnefice in secon -
do a tenere legata la vittima che altri deve
sgozzare12.
Evidentela correzionedi rottadopo l in-tervento francese: dannosa lelezione diret-
tadellesecutivo; temi-
bileladittatura(V i o -lare la Costi tuzione
per salvarla come
uccidere per campar
la vita 1 3); inuti le i lcontrollo di legitti-
mit. Meglio punta-re tutto sulla mora-lizzazione dell as-
semblea, eletta perdi pi e questa eraun ingenuit neo-
romana che benmetteva a nudo l in-
sussistenza di unariflessione matura sul problemadella rap-presentanza a suffragio palese. D altron-
de, il suffragio palese era un riflesso del
moralismo populistico che gi abbiamomesso in evidenza: il popolo bambino
uno, e va educato alla Repubblica. Farlovotare pubblicamente un modo per inse-gnargli i rudimenti della democrazia.
Il 16 giugno 1849 cominci l esame delnuovo testo in aula. E subito, attraverso leparole di un deputato, Livio Mariani, ricom-
parve l incubo del modello francese .
Mariani si schierava risolutamente dallaparte del tribunato. La Costituzione france-
se del 48 era imperfetta proprio perch,
a suo giudizio, q u an d o [era] unito Presi -
dente, Assemblea e Ministerio, si[ p o t ev a]
12 Ibidem, p. 751.13 Cos ancora Sal iceti : ibidem, p. 752. Sul bonapartismo, Cassina 2001.
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calpestareimpunementelaCostituzione. Diqui lopportunit di un potere conservato-re e di uno spirito di moderazione che
Mariani avrebbe vistoallopera anche nellariduzionedei consolida tre a due, in
omaggio a un princi-pio di col legial itche la storia dram-
maticadei triumvira-ti romani avevainve-
ceampiamentescon-fessato. Ma era veropure il contrario: equalcuno non tard a
r i c o r d a rgli che i l numero di due era[ . . . ]
unevocazione classica, una reminescenza
dellapatriastorianon pi proponibilenellam o d er n i t 1 4. Per Carlo Luciano Bonaparte,invece, i l tribunato doveva essere dostaco-
lo all onnipotenza parlamentaria , facile atrasformarsi in tirannia. Il tribunato nonpass. La tendenza ad accentuare la centra-
lit simbolica dellassemblea, enfatizzatadallassedio franceseaRoma, fin per trion-faresu altreconsiderazioni di funzionalite
di garanzia costi tuzionale.Ma soprattutto su un elemento, legato
direttamenteal confronto con larealtdOl-
tralpe, che mi preme in questa sede soff er-
marmi: la questione della repubblica . Iltesto redatto dalla commissione Saliceti
parlava chiaro: La Sovranit per dirit to
eterno nel popolo. Il popolo del lo Stato
romano costi tuito in
Repubblica democrati -
ca pura1 5. Esso riassu-meva, per cos dire, i
commi I eII del p r am -
b u l e (La France sest
consitue en Rpubli -
q u e[...]; LaRpubliquefranaiseest dmocrati -
que, une et indivisible)e lart. 1 del testo costi-
tuzionale del 4 novembre 1848: La souve -
rainetrsidedans luniversalit des cito -
yens franais1 6. Bonaparte, in un emenda-
mento, proponeva semplicemente: L a
Sovranitrisiedeunicamentenel popolo17. E
altri Ballanti e Grillenzoni invece: L asovranit per dir itto eterno nel popolo. Il
popolo dello Stato romano costi tuito in
Repubblica; e ancora: La Repubblica ha per
principi la libert, l uguaglianza, la fratel -
lanza, haper baselagiustizia eper iscopoil
miglioramento progressivo morale e mate -
riale di tutto il popolo1 8. Che era, parzial-mente modif icato, il calco del IV punto del
p r am b u l e, da cui si discostava per una
14 Cos Ballanti, i l 17 giugno, in Le Assemblee del Risorgimento. Roma, IV, cit., p. 853.
15 Ibidem, p. 754.16 Per lecitazioni relativealla Costituzionefrancesedel 4 novembre1848, cfr.Godechot, 1970: 263ss. Cfr., inoltre, Craveri 1985.
17 Le Assemblee del Risorgimento. Roma, IV, cit., p. 842.18 Ibidem, p. 891.
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maggiore astrattezza. Nel modello, infatti,
si legge: [La Rpublique] a pour base la
Famille, le Travail, la Proprit, lOrdre
p u b l i c. Pi espliciti gliemendamenti di QuiricoFilopanti, il pi sociali-sta dei deputati romani:
La Repubblica colle leggi,
colle istituzioni, coll edu -
cazione cura il migliora -
mento delle condizioni
morali e materiali di tutt i
i cit tadini; La Repubblicadee, secondo i limiti de
suoi mezzi, assicurarelasussistenzadei cit -
tadini necessitosi, procurando il lavoro a
quelli che non hannoaltro modo di procac -
ciarsene, efornendosussidi acolorochenon
nepossono avere dalla loro famiglia, eche
sono impotenti al lavoro1 9. Anche in questocaso, era trasparente il ri ferimento ai punti
VII e VIII del prambule.Battagliasui princpi, dunque. E non si
tratt di unabattagliapuramenteaccademi-
ca. Bonapartenonvolevadefinire laRepub-blica; non voleva evocare entit metagiuri-
diche. Non volevarifondareil pattosociale,comepuresarebbepiaciuto aqualchecosti-tuente. La Costituzione doveva essere lafotografia nitida di una realt giuridica. La
sovranit risiedeva unicamentenel popolo.Questo era un fatto. Si voleva aggiungere
imprescrittibile e inalienabile (comenell art. 1 della Costituzione francese del 48)? Bene. Ma non si dicesse eterno: di
eterno non cera nulla. E quella, quindi,
non era una v er i t . Obiettava Saliceti: l e -
t er n i t era una menzogna, se riferita alla
legge. Ma cera undiritto pi alto, natu-
rale, sinonimo della
ragione considerata
comeregolatricedelle
azioni umane, cheera eterna perchvenivadaDio.A q u e-
sta base occorreva
agganciare la sovra-nit popolare per ren-
derla legittima. QuantoallaRepubblicademocraticapura, gi aff e r-mata nel decreto fondamentale del 9 feb-
braio 1849, essa era una necessaria specifi-cazione. Di repubblichepotevanoessercenetante, enonnecessariamentedemocratiche.
Nel lessico giuridico-politico era ancora in
voga, fino agli inizi del secolo, la propen-sione ad usare il vocabolo repubblica
semplicemente per governo regolato.Nessuna superf luit, dunque, nella specifi-cazionedemocratica , esoprattutto nelle-
piteto p u r a, che designavaunaR ep u b b l i c a
dove non[era] frammisto alcun elemento
aristocratico, alcun elemento monarchico.Pura, cio, e non mista, in base ad una
definizione funzionale-sociale dalla radice,ancora una volta, classica (Ogni scienza ha
le sue distinzioni, e l ha ancora la politica.
Essa vi distingue il Governo in monarchia,
democrazia, aristocrazia. Nulladi menofat -
19 Ibidem, p. 844.
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te queste tre divisioni vi possono essere dei
Governi intermedi, i quali mentre appar -
tengono ad una for -
ma, partecipanoanco -ra de caratter i di
unaltra, ecc.)2 0. Chesi trattasse, per, diuna declinazionetec-
nico-giuridica un po
r t r oenon cos diff u-sa, lo testimoni,
sempre il 24 giugno,
l intervento del Bal-lanti, cui l aggettivo
suonava pericoloso: Di pi questa parola
p u r a, abbenchil sensocheci si vuoleattac -
care sia giusto, sia retto (ed io non mi
oppongo) purein boccadi taluni cheprofes -
sano teorie comunistiche o le multi formi
specie di socialismo parola usata come
segnodi uguaglianzadi beni, di uguaglian -
za di salari, di comunione di vita. Una vol -ta adunque che questa parola stata usata
in questo senso, e che noi vogliamo che
abbiain sensotuttodiverso, ionon sovede -
re la ragione per cui si debba mettere la
parolapura come epiteto alla Repubblica.Saliceti obiett che la tutela delle persone edellepropriet, solennementeprevistadalla
Costituzione, allontanava qualsiasi equivo-
co di comunismo21
. AncheAgostini era del-la stessa opinione (e infatti la democrazia
romanarest pura fino al 1luglio, quan-do, nel testo definiti vamente promulgato,
scomparve misteriosa-
mente). Mi fermo qui.Concludendo: checosa
fu la Costituzione dellaRepubblica romana? Ave-va senza dubbio ragione
Nino Cortese quandoponeva in risalto la deri-
vazione dialettica dallacarta francese del 482 2:
molte norme erano statevotate per impedire il rin -
novarsi a Roma di quegli svi luppi che ave -
vanoavuto ostavanoper averein Francia le
situazioni interne. Di qui, ad esempio, lascelta assembleare. Gioc molto, senza
dubbio, anche lesperienza del triumvirato,un governo forte, soprattutto quando a diri-gerlo era stato un uomo come Mazzini. Ma
del modello classico originario non soprav-vissegranch: ledenominazioni dellemagi-strature, non la sostanza. Dunque, nessuna
specificavia italiana al costituzionalismodemocratico. Piuttosto, un ibrido fruttodel-le tensioni e delle crisi del momento: un
ibrido che trovava la sua parte migliore,come del resto aveva immaginato Mazzini,
nei princpi fondamentali . Che erano poi
quell i, in sostanza, ispirati alla luminosaesperienza della Francia repubblicana.
2 0 I b i d em, pp. 907-908. Sulla teoria del governo misto e sulla suaricezionein etumanistica, cfr.Sasso 1987.
21 Le Assemblee del Risorgimento. Roma, IV, cit., pp. 909-910.22 Cfr., a questo proposito, Rusconi, 1850: 121-146, che alla Costituzione romana, e al suo model-lo francese, dedica unacuta analisi. Cfr., inoltre, Cortese 1951.
8/14/2019 Roberto Balzani - La Costituzione al tempo di Mazzini Un dibattito del 1849
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89 La Costituzione al tempo di M azzini . Un dibattito del 1849, R. Balzani
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