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RELAZIONE PAESAGGISTICA
Oggetto : Realizzazione di cantina interrata, nuov o edificio “annesso” e recupero
di edificio rurale per attività vitivinicola post a nel comune di Carmignano loc.
Verghereto.
Proprietà : Soc. Agricola Ceri S.r.l. a Socio Unico, via Giocondo Papi, 25/27/29 - Prato.
Il sottoscritto Arch. Enrico Fiesoli con studio in Firenze in via Tosca Fiesoli, 29 ,
iscritto all’Ordine degli Architetti con n. 6791 in qualità di tecnico progettista la
realizzazione di una cantina interrata, un nuovo edificio annesso e la ricostruzione di
una casa colonica per lo sviluppo della attività vitivinicola della Società Agricola posta
nel comune di Carmignano, loc. Verghereto, con la presente relazione descrive
sinteticamente lo stato dei luoghi con un inquadramento storico ambientale, l’intorno e
le opere previste nell’intervento.
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Fig.1 – Foto aerea località Verghereto
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PREMESSA
L’istanza in oggetto riguarda un’opera di insediamento agricolo a carattere
aziendale e residenziale nel territorio di Carmignano.
L’operazione nasce dalla necessità di completare la produzione vinicola
dell’azienda agricola con una struttura che sia in grado di accentuarne la qualità e la
valorizzazione del territorio e nel contempo si vuole recuperare un rudere che si trova
all’interno della proprietà.
I terreni si estendono su di una superficie di quasi 8 ettari; sono facilmente raggiungibili
percorrendo la strada comunale che dalla Serra di Carmignano porta in direzione di
Artimino. Giunti in prossimità del ponte di Campisalti si imbocca a destra la strada
comunale Vergheretana per le Ginestre, strada in terra battuta che costeggia il rio di
Rigoccioli, che in epoca medievale metteva in comunicazione il territorio di Vinci con
quello di Comeana. Percorso 600 m circa in questa direzione si giunge frontalmente
all’entrata della azienda.
La principale attività aziendale è attualmente rivolta alla coltivazione della vite.
Il rudere dà indicazioni, nonostante il suo stato di completo disfacimento, sia
della natura storica della sua architettura che del carattere del luogo.
Il tracciato, visibile sul piano di campagna, delle pareti portanti del rudere sono
state riprese nella progetto di ristrutturazione così come le altezze e la tipologia delle
coperture.
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Fig. 2 – Immobile oggetto di intervento
Fig. 3 – Foto Aerea dell’area interessata
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Fig. 4 – Via Comunale Vergheretana per le Ginestre
INQUADRAMENTO STORICO-AMBIENTALE
Il territorio carmignanese fu intensamente interessato in antichità dalla presenza
etrusca. I ritrovamenti fatti in varie campagne di scavi nella frazione di Comeana, sul
crinale del Montalbano e soprattutto in località Artimino, indicano l'area come molto
importante nell'espansione etrusca a nord dell'Arno, in relazione probabilmente a
percorsi collinari passanti per il Montalbano destinati al collegamento tra la Toscana a
sud dell'Arno e i passi appenninici.
Circa l'epoca romana, a parte il permanere dell'insediamento urbano di Artimino
documentato fino all'epoca ellenistica e romana), fanno testimonianza i toponimi di
origine prediale presenti sul territorio (come lo stesso "Carmignano").
La prima fonte che ci fornisce notizie sull’organizzazione territoriale dell’alto
medioevo è il diploma di Ottone III del 998 che individua Artimino e Seano come pievi
della Diocesi di Pistoia. Nel XI secolo troviamo documentati invece i castelli di Artimino
e Carmignano.
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Fig. 5 – Veduta delle colline di Carmignano
Fino al XIII secolo è probabile che non esistesse un particolare ruolo dominante
di Carmignano che doveva dividere con Artimino, Bacchereto e Tizzana il ruolo di
fortificazione posta lungo una precisa linea difensiva del Montalbano, avamposto di
Pistoia verso l'Arno. Comunque nel XIII e XIV secolo l'attuale territorio di Carmignano
era diviso tra due autonomi comuni rurali con propri statuti e propri confini, Artimino e
Carmignano, inizialmente appartenenti al contado pistoiese di cui costituivano due
capisaldi del sistema difensivo. Il territorio carmignanese fu oggetto, di un'aspra
conteso tra Pistoia e Firenze, che sul volgere del XIV secolo ebbe definitivamente il
sopravvento dopo aver rischiato di soccombere sotto i colpi di Castruccio Castracani
che guerreggiò a lungo nell'area per contendere a Firenze un territorio così importante
per il controllo di una vasta area.
Nel XIV secolo, l'area carmignanese, ormai assoggettata a Firenze, entrerà
nell'orbita economica pratese . Tra il XV e XVI secolo la famiglia Medici con Cosimo il
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Vecchio e Lorenzo il Magnifico acquisterà vaste aree in soprattutto nella zona di Poggio
a Caiano, dove verrà edificata la sontuosa dimora ora conosciuta come Villa Medicea, e
poi a partire da Cosimo I, l'interesse dei Granduchi, sempre di casa Medici, fino alla
costruzione dell'altra Villa di Artimino ed alla costituzione della bandita del Barco Reale
su gran parte del territorio carmignanese.
Fig. 6 – Veduta dell’edificio in oggetto e campagna circostante
Nel 1716 il granduca Cosimo III stabilì una serie di norme molto restrittive per la
produzione dei vini all'interno della bandita. Fu il primo esempio di Denominazione di
Origine Controllata che la storia ricordi, anticipando addirittura di un secolo la
“Appellation d'origine contrôlée” francese. Al giorno questo vino esiste ancora (fa parte
della famiglia dei Carmignano ed è appunto denominato Barco Reale).
Con il passare del tempo e la fine della dinastia Medici il commercio del legname
e le battute di caccia subirono un forte declino. Per il barco cominciò un periodo di
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decadenza culminato nel 1772, quando il granduca Pietro Leopoldo di Lorena decise la
sbandita, la destituzione della riserva e la destinazione dell'area a nuovi utilizzi.
Il castello di Carmignano, stretto sull'altura dell'attuale Rocca, con il passare del
tempo di spopolò ed il borgo si espanse sul pendio sud dando il via al futuro sviluppo
urbanistico della città attuale.
Il territorio di Carmignano conta circa 39.43 km quadrati di area collinare
fortemente caratterizzata e storicizzata sia da tradizioni culturali, che da insediamenti
architettonici che ne arricchiscono il colpo d’occhio.
Ville storiche, pievi e nuclei fortificati, insieme ad una ricca e pregiatissima produzione
di olii e vini fanno delle colline carmignanesi un territorio dai forti connotati storico-
ambientali-produttivi.
Il territorio è organizzato in un insieme armonioso di campi coltivati, case
coloniche e piccoli nuclei abitativi, dove ogni elemento come, muri a secco, fossi, vie
poderali, fonti, fanno parte di un unico equilibrio. Questo paesaggio è caratterizzato
dalla coltura della vite e dell’olivo che qua e là lasciano il posto a piccoli boschi di pini,
quercioli e lecci, cui si associano, con filari di cipressi che segnano i crinali e i confini di
proprietà, a formare il paesaggio.
I pregi paesaggistici dell’area collinare costituisce ancora oggi una notevole
attrattiva: si tratta di un paesaggio in parte plasmato dall’uomo, ma che lascia ancora
intravedere le sue origini “selvagge”.
In particolare quello che oggi è il frutto di un processo iniziato nel rinascimento,
quando il paesaggio agrario venne completamente modificato in base
all’organizzazione mezzadrile delle unità poderali, che soppiantò ed eliminò quasi del
tutto l’organizzazione feudale, facendo sparire o ristrutturare gli antichi castelli.
Si tratta di un paesaggio in cui i segni del lavoro umano sono intanto riconoscibili
nel variare delle culture: il manto boschivo che anticamente rivestiva le colline è stato in
parte sostituito da culture pregiate come l’ulivo e la vite; mentre alcune coloniche e
case, ancora come un tempo isolate o raccolte in piccoli agglomerati, hanno ormai
perduto la loro funzione agricola la maggior parte sono invece rimaste “ancorate” alla
loro antica funzione.
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ANALISI CATASTALE
All’Agenzia del Territorio di Prato – Catasto Terreni e Fabbricati del Comune di
Carmignano l’immobile in oggetto risulta individuato sul foglio di mappa 33 dalle
particelle :
- 28 (Fabb. Rurale) di proprietà della Società Agricola Ceri S.r.l. a Socio unico
- 26, 170, 171, 172, 173, 174, 175, 176 al Catasto Terreni (stessa proprietà)
Fig. 7 – Estratto Catastale – Comune di Carmignano, Foglio : 33
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ANALISI URBANISTICA E TIPOLOGIA D’INTERVENTO
Nel Regolamento Urbanistico approvato con delibera di Consiglio n.47 del
02/09/2013 la proprietà è individuata nella UTOE 5 “Carmignano – S. Cristina – La
Serra”.
L’area in oggetto è classificata come “zona E – agricola” censita nella Tavola
“Usi e modalità di intervento – Territorio aperto” in zona AA1.a.
Nella Variante di adeguamento alla L.R. 1/2005 del Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale 2008 approvata con delibera del consiglio Provinciale n. 7
del 04 Febbraio 2009, l’area in oggetto è soggetta a vincolo paesaggistico sui fiumi e
vincolo idrogeologico.
La recente Legge Regionale 65/2014 all’art. 74 lettera c, impone di “verificare la
compatibilità paesaggistica degli interventi edilizi in esso contenuti con il PIT”.
Nel piano di indirizzo territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico
(adottato il 2 luglio 2014 con Delibera del Consiglio Regionale n. 58) l’area di progetto
si trova in “ambito 6”.
Viene confermato e perimetrato il vincolo paesaggistico su fiumi all'Elaborato 8B,
allegato A: cartografia ricognitiva su CTR in scala 1:10.000 delle aree tutelate per legge
ex art. 142 del Codice.
Fig. 8 – Estratti Tavole S.I.T. del PTC 2008
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Fig. 8a - Estratto del PIT: Elaborato 8B, allegato A: cartografia ricognitiva su CTR in scala 1:10.000 delle aree tutelate per legge ex art. 142 del Codice
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DESCRIZIONE STATO ATTUALE
Attualmente la zona di via Vergheretana per le Ginestre è costituita in larga parte
da terreni ad uso agricolo con prevalente coltura a vite e ulivo.
Altra caratteristica dell’area in esame è la presenza costruzioni e di piccoli
agglomerati di edifici rurali e abitativi comuni a tutto il territorio collinare.
Fig. 9 – Veduta del rudere
L’immobile in esame è allo stato di rudere, ma si riscontrano le tipiche
caratteristiche costruttive degli edifici rurali presenti sul territorio; la copertura è in gran
parte crollata e le uniche parti ancora in piedi sono la struttura portante in muratura,
alcuni solai; questi sono realizzati in travi e travicelli in legno con pianelle in cotto.
Gli aggetti delle gronde sono realizzati con pianelle in cotto.
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Fig. 10 – Veduta della tenuta con vigneto
L’edificio è costruito su una porzione di terreno in piano, mentre l’intorno si
sviluppa sul pendio collinare con esposizione sud-ovest
A monte e a valle si sviluppa sul pendio il vigneto al quale si accede dal breve
tratto di strada campestre che da via Vergheretana per le Ginestre, tramite un cancello
carrabile, utilizzato per l’accesso dei mezzi agricoli, conduce al rudere e al podere.
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DESCRIZIONE STATO DI PROGETTO
L’intervento, per il quale si richiede l’Autorizzazione paesaggistica, come
accennato in premessa, fa parte di un opera di insediamento agricolo a carattere
aziendale per il quale viene presentato il Piano di miglioramento Agricolo ed
ambientale.
Le opere previste da realizzarsi in aree soggette a Vincolo Paesaggistico
saranno:
• ricostruzione dell’edificio rurale;
• costruzione di un breve tratto di muratura di contenimento che è parte
dell’intervento a monte del vicolo paesaggistico.
• realizzazione di modesti e puntuali movimenti terra di livellamento;
• ripristino dei muri di contenimento in pietra e viabilità esistente;
• rifacimento del cancello di ingresso carrabile alla tenuta.
Ricostruzione dell’edificio rurale.
Il principale intervento proposto prevede il recupero del rudere posto all’interno
della proprietà eseguendo una fedele ricostruzione dell’edificio colonico.
L’edificio si trova a monte del Rio Rigoccioli ad una distanza di circa 100m da
quest’ultimo.
La volumetria della costruzione è stata determinata grazie agli elementi ancora
presenti in loco.
Le murature esistenti e le tracce del vecchio edificio hanno permesso di
determinare con certezza le sue dimensioni in pianta.
In maniera analoga, i resti degli alzati delle murature con le tracce dei
preesistenti solai di copertura hanno permesso di determinare le altezze e quindi la
volumetria dell’edificio.
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Inoltre, grazie ad una analisi delle immagini fotografiche storiche ed alla
ricostruzione tridimensione è stato possibile verificare quanto rilevato sul posto. (vedi
tav. 2 e tav. 8b)
L’edificio su due piani e due livelli, verrà ricostruito in muratura portante
mantenendo posizione, forma e dimensioni delle aperture ancora presenti.
I solai di interpiano e quelli di copertura avranno struttura portante in travetti di
legno e pianelle in cotto.
Il manto di copertura sarà realizzato in coppi ed embrici.
Gli infissi esterni riprenderanno, per tipologia e materiale, i serramenti ancora
presenti o quelli tipici degli edifici rurali della zona.
L’immobile sarà suddiviso in camere con servizi da destinare ai lavoratori
stagionali necessari nei periodi di maggior attività tra i quali la vendemmia ed al
conduttore dell’Azienda agricola.
Raccolta e depurazione delle acque:
Il progetto prevede due impianti di depurazione.
Il primo riceverà i reflui domestici provenienti dai w.c. e dai pozzetti degrassatori
della tinaia, della cantina e dell’annesso che saranno convogliati in una fossa biologica
monoblocco di trattamento posta in posizione interrata a valle di quest’ultimo.
Il secondo riceverà i reflui domestici provenienti dai w.c. e dai pozzetti
degrassatori della casa colonica; la fossa biologica sarà collocata interrata sul lato est
di quest’ultima.
Gli impianti sono composti da un vano di trattamento primario, un secondo vano
per l'ossidazione in cui è inserita una sezione di affinamento dotata di pompa di rilancio.
Tali impianti sono dimensionati per un numero di 43 a.e. (abitanti equivalenti) per cui
hanno un volume di 15000 litri.
In una cisterna interrata, oltra alle acque reflue depurate, verranno convogliate le
acque piovane intercettate dalla tettoia e dal sistema esistente di drenaggio della vigna.
(Tav. 12)
Le acque depurate saranno riutilizzate per l’irrigazione mentre quelle in eccesso
verranno recapitate nel torrente Rigoccioli mediante tubazione interrata.
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Costruzione di un breve tratto di muratura di conte nimento
La nuova costruzione da realizzarsi a monte del vincolo paesaggistico, comprende due
annessi agricoli: il primo interrato destinato a cantina, il secondo destinato a deposito,
esposizione ed uffici.
Quest’ultimo risulta essere in parte seminterrato; la soluzione progettuale consente di
creare uno spazio raccolto, dentro il versate collinare, che racchiude tutte le funzioni
necessarie alla produzione del vino sino ad arrivare all’esposizione e vendita del
prodotto.
Il muro di sostegno che racchiude tutte le funzioni dell’attività agricola, vuole riprendere
in chiave moderna i materiali tipici delle opere di contenimento tradizionale: sarà
realizzato in calcestruzzo a vista colorato con ossidi di ferro in tinta pietra “alberese”.
Un piccolo tratto, di quest’opera di contenimento ricade in zona a vincolo Paesaggistico
su fiumi.
Ripristino dei muri di contenimento in pietra, inte rventi sulla viabilità esistente e
rifacimento del cancello di ingresso carrabile alla tenuta.
L’accesso alla tenuta avverrà nella stessa posizione dell’attuale e sarà ampliato
sino a 5,00 ml per permettere l’accesso dei mezzi necessari all’attività agricola e per il
trasporto del prodotto finito.
Ai lati dell’ingresso carrabile saranno realizzati due breve tratti di muratura in
pietra con una altezza massima di 1,80m in modo da marcare l’ingresso alla tenuta
agricola.
La sistemazione ed il riadeguamento dell’accesso alla strada interpoderale si
integrerà con gli esistenti muri a secco che fiancheggiano la strada comunale
Vergheretana per le Ginestre.
Si propone, inoltre il ripristino della storica strada vicinale dei Colli come “viabilità
di fruizione”.
La strada bianca, che corre a monte della proprietà, verrà sistemata utilizzando
materiali e modalità costruttive tipiche della zona prevedendo inoltre, ai lati, la
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piantumazione di alberi come il cipresso ed arbusti come la ginestra, ottemperando a
quanto previsto all’art. 29.1.4 comma 2 del Regolamento edilizio.
Nella cartografia seguente viene individuata con il colore viola.
Sarà inoltre prevista una nuova viabilità poderale; la strada di accesso alla tenuta
seguirà, per il tratto iniziale, l’attuale viabilità sterrata che porta alla casa colonica, per
poi proseguire, con pendenza costante, verso il nuovo edificio annesso e la cantina
interrata sino a collegarsi quindi, a monte, alla strada vicinale dei Colli. (viabilità
individuata in cartografia con il colore giallo)
Il manto della nuova strada sarà in misto terra e ghiaia con un opportuno strato
drenante e fossetti laterali per la canalizzazione delle acque meteoriche.
A completamento delle opere, è previsto il ripristino dei muri di contenimento in
pietra nel rispetto dei materiali e modalità costruttive esistenti.
Legenda: Viabilità di fruizione da tavola “Usi e modalità di intervento – Territorio aperto”
Viabilità di fruizione proposta (tracciato strada vicinale dei Colli)
Viabilità di progetto poderale
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Verifica del rispetto delle prescrizioni previste n el “PIT con valenza di Piano
Paesaggistico (adottato il 2 luglio 2014 con Delibera del Consig lio Regionale n. 58)
L’intervento proposto, nel suo complesso, risulta essere in linea con gli obbiettivi
esposti nella disciplina degli ambiti del paesaggio (ambito 6): “tutelare e valorizzare
l’identità agropaesaggistica della fascia collinare che circonda la Piana e il significativo
patrimonio insediativo, connotato da nuclei storici, ville-fattoria ed edilizia colonica
sparsa, storicamente legato all’intenso utilizzo agricolo del territorio”.
Questo prevede inoltre “sul versante orientale del Montalbano (tra Quarrata e
Carmignano), a est di Montelupo Fiorentino e sulle colline a sud di Firenze (Lastra a
Signa, Impruneta), regolare i processi di intensificazione delle attività agricole
garantendo la prevenzione dei rischi erosivi, favorendo il mantenimento di una maglia
agraria media o medio-ampia, compatibile con la meccanizzazione e il miglioramento
dell’infrastrutturazione paesaggistica ed ecologica.”
La ricostruzione dell’edificio rurale, intervento principale per cui si chiede
l’Autorizzazione Paesaggistica, rispetta le prescrizioni previste nel PIT, in particolare
quanto indicato nell’Elaborato B dello stesso (Disciplina dei beni paesaggistici) all’art.
8.3 - Prescrizioni.
La ristrutturazione e fedele ricostruzione della porzione diruta dell’edificio
colonico non altera i rapporti tra il corpo idrico ed il territorio di appartenenza mantiene i
caratteri ed i valori paesaggistici senza variare gli esistenti varchi e visuali panoramiche
da e verso il corso d’acqua.
Inoltre l’intervento non modifica e preserva per le future generazioni “i caratteri
tipologici e architettonici del patrimonio insediativo di valore storico ed Identitario” come
indicato nel precedentemente citato art. 8.3 alla lettera c.
Allo stesso modo i restanti interventi, di minore rilevanza, non alterano la
riconoscibilità dei caratteri, dei valori paesaggistici e storico – identitari dei luoghi.
Il ripristino della strada vicinale dei Colli che corre a nord della proprietà come
“viabilità di fruizione”, persegue gli obbiettivi del PIT volti a “…favorire la creazione di
punti di sosta, itinerari, percorsi di mobilità dolce… al fine di valorizzare e ricostituire le
relazioni tra comunità e fiume”.
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La viabilità poderale di progetto, da realizzare in misto terra e ghiaia, non altera
la permeabilità del terreno mantenendo inoltre la tipologia del tratto esistente che
conduce al rudere.
I ripristini dei muri di contenimento in pietra a secco, consentono di conservare il
bene paesaggistico nel rispetto delle modalità costruttive tradizionali, preservando il
territorio dal rischio di dissesti quali erosioni superficiali del terreno e frane.
I due brevi tratti di muratura in pietra a lato dell’accesso carrabile alla proprietà si
integrano con i tratti lungo la strada comunale Vergheretana per le Ginestre.
Il TECNICO
Arch. Enrico Fiesoli
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FOTOMONTAGGI E VISTE
RENDER
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