Post on 17-Feb-2019
REALIZZATO DA
Prof. Mario Fioravanti
Ordinario e Direttore della Scuola di Specializzazione in
Psicologia Clinica Università “La Sapienza” Roma
Prof. Francesco Tomei
Ordinario e Direttore della Scuola di Specializzazione in
Medicina del Lavoro Università “La Sapienza” Roma
Dott. Roberto Giubilati
Cattedra Medicina del Lavoro Università “La Sapienza” Roma
Dott.ssa Olimpia Carlone
Medico Chirurgo specialista in Psicologia Clinica
Dott. Gianfranco Tomei
Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina Psicologica
Università “La Sapienza” Roma
In collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e
finanziato dalla CVD (Commissione Nazionale di Vigilanza e Controllo sul Doping) Ministero della Salute
1
DOPING UN PROBLEMA SOCIALE DA NON
SOTTOVALUTARE
L’uomo ha sempre cercato di aumentare le proprie forze in modo
artificiale. Già nell’antichità, sia tra i greci che tra i romani, il ricorso
all’uso di sostanze stimolanti, piante e funghi allucinogeni era
largamente diffuso.
L’ORIGINE DEL TERMINE DOPING È INCERTA.
Alcuni Autori ritengono che derivi dal:
� fiammingo “doop” che significa miscela, poltiglia;
� inglese “dope” sostanza densa, liquida;
� sudafricano “dope” bevanda alcolica stimolante usata nelle
danze tribali;
� slang americano “dope” acquista significato di sostanza
stupefacente.
2
Oggigiorno si sente molto parlare di doping (tv, quotidiani, altri organi
d’informazione) relativamente agli atleti professionisti che risultano
positivi a controlli antidoping. In realtà una precisa valutazione del
fenomeno doping non è possibile farla, in quanto non è possibile stimare
la larga diffusione che è presente negli ambienti amatoriali (palestre,
piscine, centri sportivi dilettantistici, ecc.).
Attualmente i numerosi progressi della moderna medicina, della
farmacologia e dell’ingegneria genetica hanno messo a disposizione
dell’uomo sostanze utili per curare gravi malattie, ma allo stesso tempo
pericolosissime se somministrate a chi non ne ha bisogno come gli
sportivi.
3
COSA SI INTENDE PER DOPING
Secondo la legge 14 dicembre 2000, n. 376
“Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o
di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o
la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni
patologiche ed idonee a modificare le condizioni psicofisiche o
biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche
degli atleti”.
Con l’attuale normativa vengono introdotte disposizioni a carattere
penale che precedentemente non erano presenti. Infatti, l’art 9 comma 1
recita testualmente “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è
punito con la reclusione da tre mesi a tre anni e con la multa da lire 5
milioni a lire 100 milioni chiunque procura ad altri, somministra,
assume o favorisce comunque l'utilizzo di farmaci o di sostanze
biologicamente o farmacologicamente attive, ricompresi nelle classi
previste all'articolo 2, comma 1, che non siano giustificati da condizioni
4
patologiche e siano idonei a modificare le condizioni psicofisiche o
biologiche dell'organismo, al fine di alterare le prestazioni agonistiche
degli atleti, ovvero siano diretti a modificare i risultati dei controlli
sull'uso di tali farmaci o sostanze”.
5
LISTA DELLE SOSTANZE
SOSTANZE E METODI PROIBITI IN GARA E FUORI GARA
Agenti anabolizzanti Ormoni e sostanze correlate Sostanze proibite Beta-2-agonisti Agenti con attività anti-estrogenica Diuretici e altri agenti mascheranti
Aumento del trasporto di ossigeno Metodi proibiti Manipolazione chimica e fisica Doping genetico
SOSTANZE PROIBITE IN GARA
Stimolanti Narcotici
Cannabinoidi Glucorticosteroidei
SOSTANZE PROIBITE IN PARTICOLARI SPORT
Alcool Beta-bloccanti
6
COMPORTAMENTI A RISCHIO
Il rischio di poter risultare positivi ai test antidoping è stato
documentato in soggetti che non avevano assunto sostanze dopanti.
Questo è il doping non intenzionale, conseguenza dell’esposizione
accidentale ed inconsapevole alle sostanze interdette attraverso
ingestione di cibi e integratori alimentari contaminati.
Oggigiorno è diffusa la convinzione che l’utilizzo degli integratori
alimentari non sia dannosa. Sono considerati un mezzo rapido per
aumentare l’energia durante lo sforzo fisico, prevenire le malattie e
migliorare il recupero fisico dopo l’esercizio.
Diversi studi scientifici hanno documentato la presenza di sostanze
illecite (stimolanti, steroidi anabolizzanti) in molti integratori
alimentari.
7
MOTIVAZIONI CHE SPINGONO AL DOPING
Accrescere e migliorare la prestazione sportiva.
Aumentare l’energia per affrontare il duro lavoro e le competizioni.
Migliorare la fase di recupero dopo l’esercizio.
Migliorare il proprio aspetto fisico con la perdita di peso e l’aumento della massa muscolare.
Influenza di allenatori, familiari, amici, fisioterapisti, medici e compagni di allenamento.
Convinzione che anche i compagni di squadra e/o avversari usino doping.
Acquisire sicurezza nei propri mezzi.
8
Superare ansia e stress.
Ricerca della perfezione.
Avere successo grazie all’aspetto fisico.
Desiderio di primeggiare.
E’ divertente provare.
Per diventare più coraggiosi.
Perché gli amici fanno così.
9
RISCHI PER LA SALUTE
Il ricorso all’uso di sostanze dopanti può rappresentare numerosi rischi
che spesso vengono sottovalutati o meglio non considerati possibili da
chi ne fa uso.
Gli atleti che ricorrono al doping possono presentare:
� Patologie cardiovascolari: ipertrofia cardiaca, cardiomiopatie,
infarto del miocardio, aterosclerosi, trombosi, ipertensione,
aritmie.
� Disturbi del sistema nervoso centrale: depressione, ansia,
psicosi, delirio, irrequietezza, aggressività ecc.
� Patologie tumorali.
10
� Rischio di contrarre: infezioni batteriche,epatite B, C, HIV.
� Epatotossicità. � Altre complicazioni: irsutismo (comparsa di pelosità nelle zone
normalmente prive nella donna) e amenorrea (assenza del flusso
mestruale) nelle donne, ginecomastia (eccessivo sviluppo del seno
maschile), acne, rabdomiolisi (morte delle cellule muscolari),
alterazioni ormonali, cambiamenti della libido, insufficienza
renale.
In alcuni casi il rischio per la salute è coinciso con la morte. Il primo
caso accertato di morte correlato al doping risale al 1886 in cui il
ciclista Arthur Linton morì durante la gara Parigi-Bordeaux.
11
COSA È IMPORTANTE FARE PER ARGINARE IL
FENOMENO
Aumentare la consapevolezza tra gli atleti che è sbagliato far ricorso al
doping.
Aumentare la percezione di essere capaci a rifiutare il doping.
Far comprendere che far uso di doping può avere gravi effetti sulla
salute fino alla morte.
Insegnare agli atleti specifiche abilità di resistenza
(es. attraverso un gioco simulante l’incitamento al doping per analizzare
gli argomenti presentati e proporre dei contro-argomenti).
La tecnica dello spavento per dissuadere dall’uso di sostanze può avere
effetto contrario, può portare ad
un aumento dell’uso.
Gli allenatori, i preparatori atletici, gli istruttori, i proprietari di palestre,
i medici, ecc. hanno il dovere di aumentare le proprie conoscenze sul
doping.
12
E’ importante non fidarsi di chi propone sostanze illecite e prodotti
miracolosi. Bisogna avere il coraggio
di denunciarlo.
E’ necessario far capire che con l’allenamento, la fatica e
la perseveranza si diventa veri atleti e non con l’uso di sostanze illecite
che possono danneggiare la salute.
Promuovere la cultura dell’essere anziché dell’avere.
Far comprendere agli atleti che l’uso “autodidatta” degli integratori
alimentari può essere pericoloso.
Consultare un medico.
13
DOVE INFORMARSI
Portale del Consiglio d’Europa www.coe.it
CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano)
www.coni.it
Eurispes (Istituto di studi politici, economici e sociali) www.eurispes.it
ISS (Istituto Superiore di Sanità)
www.iss.it
Ministero della Salute www.ministerodellasalute.it
UISP (Unione Italiana Sport per Tutti)
www.uisp.it
Sito della Cattedra e Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro Università “La Sapienza” Roma
w3.uniroma1.it/medicinadellavoro/
WADA (Word Anti-Doping Agency) www.wada-ama.org
WHO (World Health Organization)
www.who.int
14
PER SAPERNE DI PIÙ CONSULTARE IL CD-ROM