Post on 16-Feb-2019
Rapporto scuola-famiglia:costruire una comunicazione
e una collaborazioneper un progetto educativo condiviso
a scuola e a casa
Dott.ssa Simona CaraccioloPsicologa Psicoterapeuta
Vice Presidente A.I.D.A.I. Toscanacaracciolosimona@tiscali.it
Istituto Comprensivo Statale di Poppi, 26 Marzo 2013
Oggi parleremo di:
Famiglia: aspetti culturali, dinamiche familiari
Contratto educativo scuola-famiglia
Colloquio genitori-insegnanti
La comunicazione
Scheda di comunicazione scuola-famiglia
La relazione a volte non funziona......
Modalità comunicative disfunzionali
Tra le parti si instaura un circolo vizioso
Attenzione sui problemi e non sui possibili percorsi da
intraprendere
Condividere modalità educative (omogeneità tra casa e
scuola)
Contratto educativo
Compiti a casa come terreno su cui collaborare
Condivisione di modalità educative
Omogeneità e differenze tra contesto scolastico e
contesto familiare
Costruzione di un'alleanza
Patti comportamentali
Famiglie con coppie
omosessuali
Famiglie monogenitoriali
Famiglie di altre culture
Famiglie affidatarie
Famiglie in fase di separazione
Famiglie ricostituiteFamiglie con
genitori conviventi nella stessa casa
Famiglie multiculturali
Famiglie adottive
Ecc.
Famiglie monogenitoriali
Famiglie monogenitoriali
Famiglie monogenitoriali
Alcune occasioni per costruire una
collaborazione con la famiglia:
• Il contratto educativo
• I compiti per casa
• Il colloquio con i genitori
• La scheda di comunicazione scuola-famiglia
Contratto educativo scuola-famiglia
Obiettivo: costruire modalità educative condivise,
omogenee, coerenti
Può essere proposta o chiesta collaborazione e alleanza
• Regole: poche, chiare, semplici
• Commenti positivi, ricompense
• Immediatezza di commenti e ricompense
• Istruzioni semplici, chiare e brevi
comunicare i comportamenti desiderati in modo positivo
• Ordine del materiale
Definizione chiara di compiti e tempi
durante le attività faticose fare brevi ma frequenti intervalli e pause;
definire con chiarezza i tempi necessari per svolgere le attività giornaliere
ACCORDI DI IMPEGNO DA RISPETTARE PER
MARCO E I GENITORI
Mi impegno a:
GENITORI MARCO
Portare Marco ogni giorno a scuola anche quando non ne ha voglia
andare ogni giorno a scuola
Aiutare Marco a fare i compiti il sabato. Uscire insieme la domenica
fare tutti i compiti il sabato
Fare delle pause durante i compiti Rimettermi a fare i compiti dopo le pause
FIRME:Mamma …...............................Papà …....................................Marco........................................Nonna …...................................Maestra …...................................Maestra …...................................
I genitori devono essere facilitati a capire la differenza
fra il contesto familiare e quello scolastico.
Si devono invitare a:
- tenere nella giusta considerazione gli apprendimenti
e il comportamento del bambino a scuola;
- costituirsi alleati degli insegnanti, dimostrando loro
fiducia;
- partecipare a patti comportamentali fra insegnante e
bambino e sostenere la loro attuazione;
- comprendere che le regole in classe sono necessarie.
Condividere le modalità educative
Compiti a casa
Definire con chiarezza insieme ai genitori:
Il significato e la funzione che i compiti hanno per
l'insegnante
Quanto tempo e in quali giorni giorni ci si aspetta
che i bambini studino a casa
Quanto e quale aiuto ci si aspetta che i genitori
forniscano
Come genitori e insegnanti comunicheranno in
merito ai compiti a casa
Utilizzare i compiti a casa come
terreno su cui lavorare insieme
Gli Insegnanti I Genitori
Verificano che il b/o abbiascritto correttamente sul diarioquali sono i compiti e perquando, che sappia a cosa siriferiscono ed abbia già avutomodo di farne di simili.
Stabiliscono in casaconsuetudini giornaliere: comeriporre i libri e materialescolastico, a che ora iniziare lostudio, in quale stanza, perquanto tempo, come il genitorepuò intervenire in aiuto e percontrollare il lavoro svolto.
Propongono a scuola compiti ditipo uguale a quelli per casaoppure fanno cominciare ascuola quelli per casa.
Premiano la scrittura correttaper i compiti sul diario,insegnano al b/o a telefonare aun compagno nel caso didimenticanza del diario a scuola.
Insegnanti Genitori
Se il bambino ha difficoltàoggettive personali e ambientali,assegnano meno compiti oindicano chiaramente al bambinoquale parte dovrà fare o qualepotrà scegliere di fare.
Sollecitano nel bambinol’abitudine di chiederechiarimenti all’insegnante o alcompagno.
Suddividono i compiti in parti didivers importanza indicandoquelle da fare e quelle chepossono essere scelteAiutano il bambinonell’organizzazione del materiale,mediante semplici elenchi dacontrollare, vignette, pro-memoria.
Propongono al b/o piccole sfidecon se stesso, per es. la “garadell’orologio”: vediamo se faiquesti compiti entro 10 minuti.Può essere utilizzato il timer dacucina che suoni dopo 10 minuti(o dopo 8 per dar modo diaffrettare la conclusione erientrare nel termine previsto).
Utilizzare i compiti a casa come terreno su cui lavorare insieme
COLLOQUIO GENITORI-INSEGNANTI
Con alcune famiglie il colloquio è un
momento di estrema tensione, un incontro
infruttuoso
Spesso la comunicazione è bloccata e
entrambe le parti sono sulla difensiva
Necessità di definizione di obiettivi comuni
per orientare il percorso educativo degli
studenti
Genitori:
• Posizione di difesa e minimizzazione
• Percezione di inadeguatezza
• Percezione di essere attaccati
• Constatazione che la crescita non ha risolto il
problema
• Atteggiamento aggressivo (gli insegnanti sono
inadeguati
• Sensazione di impotenza e di difficoltà: pochi
strumenti per gestire una situazione difficile
• La situazione scolastica è punitiva anche per loro: gran
parte della comunicazione è sui problemi
Insegnanti:
• Confronto quotidiano con problemi di rendimento e di
comportamento
• Osservatorio sulla normalità
• a volte l’incontro è con genitori che non fanno la loro
parte
• Scarso riconoscimento della professione
• Quali aspettative?
Problematica culturale:
• Centralità dell’infanzia
• Enfasi sul figlio:
• Il figlio è scelto
• il figlio è lo strumento della riuscita della famiglia
• Il figlio è il banco di prova delle capacità personali e
genitoriali;
• È un aspetto fondamentale della realizzazione personale
• Aspettativa sul figlio: felicità
Obiettivo: trasformare il colloquio da interazione inefficace
in cui vengono fatti molti sforzi senza risultati a
opportunità
Spesso quello che manca non è l’interesse degli adulti ma un
metodo formalizzato e strutturato per collaborare
ADHD: disturbo pervasivo
Fronte compatto degli adulti: maggiore continuità, meno
manipolazione e più rispetto delle regole da parte dei
bambini
COLLOQUIO CON I GENITORI
• Dire sul figlio: comunicare osservazioni, no
interpretazioni o opinioni
• Dire sul genitore: “attaccare il comportamento,
sostenere la persona”
• Conoscere e utilizzare le proprie risorse
personali e capacità comunicative (competenze
sul disturbo, capacità di ascolto, empatia, ecc.)
• Utilizzare un metodo strutturato
La comunicazione:
La comunicazione è lo strumento principale
di relazione che l'essere umano ha per
costruire e mantenere l'interazione con i
suoi simili
Aspetti della comunicazione su
cui l'insegnante può lavorare:
Comunicazione verbale
Comunicazione non verbale
Ascolto
Feedback
Assertività
comunicazione verbale
Tutti abbiamo appreso a comunicare prima ancora di
parlare
Eloquio efficace
Argomenti di interesse/rendere interessanti alcuni argomenti
Organizzazione dei contenuti
Concetti chiave
Chiarezza espositiva
Vocabolario adeguato
La comunicazione strategica
Il cambiamento è sempre possibile
Lo strumento per il cambiamento è la
COMUNICAZIONE
TECNICA DEL “COME SE”
Provocare esperienze percettive che facciano provare al
bambino sensazioni diverse nei confronti della realtà da
cambiare
Possibilità di reazioni differenti, emotive e comportamentali
Si insinua negli altri (genitori, operatori, ecc.) l'idea che il
bambino stia cambiando alcuni comportamenti
Si portano gli altri a concentrare la loro attenzione su questi
atteggiamenti adeguati
(vd.: profezia che si autoavvera)
(spesso, di fronte a una etichetta, sovrastimiamo i
comportamenti caratteristici di quella classificazione e
sottostimiamo gli altri)
La comunicazione presenta:
un aspetto verbale
COSA
un aspetto non verbaleCOME
contenuto, testo, ciò
che viene detto o
ascoltato
in maniera
consapevole
modo in cui le cose vengono dette, la
relazione tra gli interlocutori che comunicano,
il sottoteso,
inconsapevole
La comunicazione non verbale
nei gesti, nelle espressioni del viso, nello sguardo, negli atteggiamenti;
nell’uso della voce (timbro, tono, volume, ritmo e velocità);
nella posizione assunta nello spazio comunicativo: quale distanza separa emittente e ricevente (prossemica);
nell’abbigliamento, trucco, ornamenti.
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ascolto efficace
L'ascoltatore è attivamente coinvolto nella
conversazione ma il suo ruolo richiede
maggiore sforzo e concentrazione
È attento a: messaggio verbale e postura,
gestualità, espressione facciale, tono della
voce, ecc.
“ … La natura, si dice, ha datoa ciascuno di noi due orecchie,ma una sola lingua, perchésiamo tenuti ad ascoltare piùche a parlare”
[Plutarco]
Ascolto attivo
L’ascolto attivo
è un’abilità comunicativa
che si basa
sull’empatia e sull’accettazione.
Permette la creazione
di un rapporto positivo
e di un clima non giudicante
feedback
Ogni comunicazione stimola una reazione interna
(emozioni, pensiero, ecc.) ed esterna (comportamento)
Valutare gli stili di risposta propri e degli alunni: apertura,
accoglienza, ritiro, giudizio, rifiuto, resistenza, difesa
Il cercare di ottenere feedback riguardo ai propri
comportamenti è pure una parte vitale della crescita e
dello sviluppo dell’insegnante
Nozione di assertività:
“che asserisce”, “che afferma,
affermare, affermazione di sé.
L’assertività è quell’attitudine che permette, partendo
dall’analisi della situazione in cui ci si trova, di
definire la propria posizione, di parlarne con
chiarezza a terzi, di motivarla e difenderla senza
aggressività considerando le posizioni degli altri.
FORTE GENTILE
CAPACITA’ DI TENERE IN
CONSIDERAZIONE:
ASPETTATIVE, OBIETTIVI, E
BISOGNI PROPRI
CAPACITA’ DI TENERE IN
CONSIDERAZIONE:
ASPETTATIVE, OBIETTIVI E
BISOGNI DELL’ALTRO
È uno stile autorevole ma non autoritario
Chiaro ed esplicito ma non offensivo
La forza viene utilizzata per affermare i propri diritti ma non per prevaricare
…né istrice né zerbino
“Non sono d’accordo con ciò che voi dite, ma mi batterò fino all’ultimo perché……..
lo possiate dire”
(Voltaire)
SCHEDA DI COMUNICAZIONE
SCUOLA-FAMIGLIA
1. Organizzare un incontro genitori e insegnanti
• Formazione del gruppo di lavoro
• Presentazione del progetto di lavoro
• Presentazione delle schede di comunicazione scuola-famiglia
• Discussione su motivazioni, aspettative, dubbi, ecc.
2. Definire i comportamenti oggetto di comunicazione
• Problematiche scolastiche• Problematiche comportamentali• Oggettivi e osservabili• Definiti in termini specifici• Si presentano durante la giornata scolastica• Facilmente rilevabili dall’insegnante• Formulati in chiave positiva• Ritenuti importanti da tutti i membri del gruppo
3. Scegliere comportamenti suddivisibili in obiettivi con aumenti graduali di difficoltà
• Obiettivi iniziali accessibili e facili da realizzare• Graduale aumento della difficoltà
4. Progettare la scheda di comunicazione scuola-famiglia
• Nome• Data• Comportamento• Scala di verifica• Spazio per i compiti per casa• Spazio per i commenti
Nome ……………… Data ………
Ha scritto i compiti sul diario 1 2 3
Rispetta il turno per parlare 1 2 3
(nel momento della discussione)
Firma dell’insegnante …………………………
Firma del genitore ……………………………..
Nome…………… Data…………..
Mangia seduto al tavolo …SI……NO
Ascolta in silenzio la storia … SI……NO
Rispetta il turno di gioco …….SI……NO
Firma dell’insegnante ………………………………..
Firma del genitore …………………………………….
5. Definire ruoli e responsabilità• Per la compilazione• Per il ritiro e la consegna• Per lodi e rimproveri• Per gratificazioni e ricompense
6. Decidere le gratificazioni• Ricompense giornaliere• Ricompense settimanali• Decisione comune tra genitore e figlio• Chiarezza sui criteri per ricevere le ricompense• Decidere eventuali punizioni• Utilizzare esclusivamente ricompense e
punizioni concordate
7. Spiegare al bambino il progetto di lavoro• Scopi• Metodi• Motivare il bambino a partecipare
8. Osservazione preliminare• 1-2 settimane di osservazione prima di iniziare il
lavoro
9. Fornire feedback• fornire frequenti feedback verbali• informare e lodare il bambino
10. Fornire le conseguenze stabilite
• ogni obiettivo raggiunto deve essere ricompensato
• fornire ai genitori opportunità di lodare e ricompensare il figlio
11. Eliminare gradualmente il sistema di comunicazioni scuola-famiglia
• diminuire inizialmente la quantità di feedback piuttosto che la frequenza
• diminuire il numero di osservazioni giornaliere
• diminuire il numero dei comportamenti presi in considerazione
Questa è la storia di 4 persone,
chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno.
C'era un lavoro importante da fare
e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto.
Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno lo fece,
Qualcuno si arrabbiò perché era il lavoro di Ognuno.
Ognuno pensò che Ciascuno potesse farlo,
ma Nessuno capì che Ognuno non l'avrebbe fatto.
Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare.
(G. Rodari)