Ragione e sentimento. Open Comunicazione per/di un PD condiviso. E’ possibile?

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Spunti e riflessioni per la Summer School dei Futuredem. Portico di Romagna, 28 luglio 2013

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Ragione e sentimento.spunti e riflessioni per la summer schooldei futuredem! luglio 2013

Open Comunicazione per/di un PD condiviso.

E’ possibile?

secondo me sì,proviamo a vedere come

Il buon progettista deve essere prima di tutto un sensore di cambiamenti e, al tempo stesso, un costruttore di quegli stessi cambiamenti. Renzo Piano

‘‘ ‘‘Un buon punto di partenza, vero? ma nel PD funziona così?

Cominciamo subito ad “aprirci,” prendiamo spunto da altre discipline affini.

“Oltre le divisioni c’è l’Italia unita”

“Per giorni migliori rimbocchiamoci le maniche”

“In poche parole, un’altra Italia”

“L’Italia giusta”Umm... mi sa che non ci siamo mica, eh

Ecco gli slogan delle ultime campagne di comunicazione del PD...

“Il PD non sarà mai un partito personale”Pierluigi Bersani

Soprattutto se si predica bene...

giusto!

Ma si razzola male!

ma non vale, solo e sempre il tuo faccione!

Ci si guarda l’ombelico...

ussignur... ma allora ci volete proprio male,ditelo!

e si finisce per essere derisi.

La storiella che l’importante è che si parli di noi, anche se male, non sta in piedi, sia chiaro

Fino a scadere nel grottesco...

sì, il video “Lo smacchiamo, più imbarazzante di cosi, impossibile

Chiara Geloni, anche detta la “Direttora”

Tommaso Giuntella, fondatore e animatoredei “Trecento Spartani”

Lo stato dell’arte della comunicazione del Partito Democratico non è brillante.

L’assenza di senso e di sentimento difficilmente portano consenso.

Quindi non siamo messi molto bene.

e già, lo abbiamo visto alle ultime elezioni.. .

Obiettivo-strategia-tattica

Siamo molto lontani dalla prima e più importante“regola d’oro” di Alastair Campbell (lo spin doctor di Tony Blair):

non sembra molto difficile...

NO!Quindi non c’è nulla da fare? Siamo destinati a perserverare nella diabolica incapacità di comunicare bene?

E certo che no! Ora vediamo cosa e come fare

Cos’è mancato finora alla comunicazione del PD?Son mancati obiettivi chiari

(cosa comunicare) ma, soprattutto, è mancata l’anima.

Dobbiamo rivoluzionare il paradigma. Dobbiamo essere audaci!

giusto.ma come si fa a mettere l’anima?

Dobbiamo “vendere” una prospettiva.Dobbiamo saper dire

cosa vogliamo fare e come.

Che cosa dobbiamo “vendere” ai cittadini-elettori? Qualcosa che non può essere trattato come un “normale prodotto”.

Esatto.non possiamo essere solo chiacchiere e distintivo

Cile, 1988, No, i giorni dell’Arcobaleno

Proviamo a vedere come si fa a trovare sintesi tra Ragione e Sentimento.

Chi di voi era nato nel 1988?io sì, eh

Ecco cosa è successo in Cile nel 1988.

cavoli,Rivoluzionario!

La dittatura del generale Augusto Pinochet che ha soffocato il Cile per quasi vent’anni è sparita sommersa dall’allegria, dalla gioia di vivere e dalla voglia di cambiamento del popolo cileno risvegliato da un messaggio cui nessuno dava credito.

Renè Saavedra è il figlio di un esule cileno. Tornato in patria per fare il pubblicitario viene assunto da uno dei maggiori sostenitori del regime di Pinochet che è il proprietario di un’agenzia pubblicitaria. Il talento del giovane Renè dà subito grandi frutti e diventa un creativo affermato e benestante, almeno per quella che è la realtà cilena di fine anni ottanta.

La concessione da parte del regime di un referendum viene accolta come un’occasione irripetibile da parte dell’opposizione e per realizzare la campagna viene assoldato Renè Saavedra. L’approccio è diverso da quello che vorrebbero i partiti politici. La campagna pubblicitaria non attacca Pinochet, non evoca la paura ed il dolore, ma l’allegria, la gioia, il sorriso. Il logo è un No sormontato da un arcobaleno.

Inizialmente la campagna è snobbata, ma minuto dopo minuto, filmato dopo filmato, balletto dopo balletto fa breccia nel cuore di un paese che non aveva più la speranza. E il NO vince. Mettendo fine a una delle dittature più sanguinarie del secolo scorso.

uno spezzone del film »no I giorni dell’arcobaleno»

Perché la campagna del NO ha funzionato.

Quindi è possibile.E funziona!

• Perché ha utilizzato un linguaggio diverso, facendo buona sintesi tra competenza, impegno e passione

• Perché ha lanciato un messaggio positivo, ha creato una visione di un futuro possibile

• Perché è stato un lavoro collettivo. Hanno collaborato tutte le migliori risorse del Paese

Però era il 1988.ora siamo nel 2013, tutto diverso...

Tutto diverso davvero?

2012, Tel Aviv, Israele.Ronny Edry, graphic designer, realizza questo manifesto, utilizzando una foto che lo ritrae con in braccio sua figlia. Lo slogan è semplice ma molto d’impatto, perché è rivolto al “nemico dei nemici” di Israele, l’Iran.La grafica è pulita e accativante.Ronny posta su facebook il manifesto.Ed ecco quello che succede...

Amo i graphic designer!

ecco ronny edryche ci raccontail suo progetto

Una bella storia. Che mette insieme gli stessi ingredienti della campagna cilena per il NO al referendum.

• Un messaggio positivo e forte, che crea una visione differente su un tema delicato e molto sentito

• Mette insieme competenza professionale, passione e sensibilità civile e politica

• Condivide il progetto nel modo più allargato possibile. Grazie agli strumenti digitali che riescono a superare barriere e frontiere, reali e metaforiche

molto bene.quindi possiamo pensare di farlo anche qui?

Possiamo farlo anche qui. Certo, il PD dovrebbe darci una mano. Ma forse possiamo fare noi il primo passo, perché

Il partito deve essere il cambiamento che vuole portare nel paese.

sembra banale ma al momento siamo assai distanti...

E possiamo cominciare a fare nostro quanto scrive Riccardo Luna

Chi sta in rete, chi ha capito il senso vero della rete, crede profondamente in tre valori: trasparenza, partecipazione, collaborazione.

‘‘ ‘‘che a ben vedere sembra la scoperta dell'acqua calda

Del resto succede già in altre discipline.

Un Design aperto e condivisoJoseph Grima, 34 anni, è il direttore di Domus fino al prossimo settembre.La strategia editoriale dell’editore di Domus è questa: il direttore cambia, comunque, ogni tre anni.Nell’idea che sia proprio questo il segreto del successo della rivista fondata nel 1928 da Gio Ponti, tra le più autorevoli nel campo dell’architettura e del design: il cambiamento.Grima ci parla di un cambiamento profondo del paradigma: il design diventa aperto e condiviso.

wow! Ma allorasi può fare!

ecco joseph grima che ci parla di open design

E quindi, per concludere.

Perché non costruire un progetto di comunicazione per/del PD aperto e condiviso, dove convogliare tutte le energie, le risorse, le idee, la creatività, la passione che già esistono nel partito e dintorni ma sono state fin qui ignorate o mortificate?E proviamo a fare operazione “esemplare” come primo step verso il congresso?

Se non ora quando? (rubo, slogan azzeccattissimo, eh)

ci sto, mi piace!

Ci si vede, alla prossima.Mal che vada su facebook o su twitter, io sono @correntere, ciao!