Puzzle febbraio-marzo 2016

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ANN

O IV

-N.2

-FEB

BRAI

O/M

ARZO

201

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- La Pesaro abbandonata - Collaborare è un successo - Perchè associarsi?- Da EXPO con amore - In Myanmar gli studenti finiscono in carcere- Dizionario bsarès / 2 - Guerra alla guerra - Periferie- La nostra notte

Copertina realizzata da Guido Brualdi

PUZZLE

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L’edizione cartacea la tro-vi all’InformaGiovani del Comune di Pesaro e alla Biblioteca San Giovanni in via Passari 102

Ci trovi anche on-line su h t t p : / / m a g a z i n e p u z z l e . b l o g s p o t . i t E su facebookPuzzle Magazine

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È ufficialmente partita, il 23 feb-braio, l’attività di collaborative mapping dei luoghi e degli spazi della nostra città che attualmente versano in condizioni di decaden-za e abbandono. Ogni cittadino, in particolare i giovani, sono chiama-ti a compilare una semplice sche-da disponibile on-line attraverso la quale segnalare l’ubicazione del luogo, il suo stato attuale, e un’idea per riqualificarlo; dal risistemarlo per dargli un uso specifico al rea-lizzarci una particolare iniziativa.L’insieme delle segnalazioni ver-ranno raccolte in un mappa vir-tuale che sarà consultabile sul sito del Comune di Pesaro, attraverso la quale ogni cittadino, impresa, ente o associazione potrà vedere quali spazi pubblici mette a dispo-sizione la nostra città per essere rivalorizzati e magari pensare di realizzare proprio l’attività sug-gerita dai cittadini segnalatori. L’iniziativa rientra nel progetto SPINGI PESARO che, come ri-

cordato dall’Assessore Delle Noci oltre la mappatura ha già per-messo di offrire un’opportunità lavorativa a diversi giovani della città e finanziato diversi inter-venti in luoghi della città (il più vicino a noi studenti sono i nuovi murales dietro l’istituto Benelli realizzati dall’associazione Re Ur). L’opportunità è grande soprattut-to per noi giovani, infatti quello che si richiede è di segnalare in particolare attività e progetti che riguardino in primis i giovani. L’impegno di noi studenti nel segnalare luoghi e proporre idee potrebbe dunque risultare signi-ficativo e potrebbe valere la pena impegnarsi nel compilare e dif-fondere la scheda. Nei prossimi giorni e settimane i Rappresen-tanti d’Istituto, in diversi modi, presenteranno l’iniziativa e condi-videranno la scheda di mappatu-ra, veramente semplice e veloce. Siete tutti invitati ad aderire e se-gnalare il vostro luogo e la vostra idee, consapevoli del fatto che tut-to ciò che verrà raccolto con que-sto progetto non andrà sprecato e forse già in breve tempo qualche idea potrà essere realizzata.

LA PESAROABBANDONATA

Ass. Collettivo Spazio Bianco

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COLLABORARE È UN SUCCESSO

Cari studenti,ormai qualche mese fa sono stata eletta rappresentante del-la consulta per un liceo pesa-rese. Questa carica prevede la possibilità di prendere parte ad un progetto dell’ ambito territoriale: il tavolo studenti. Ho preso tristemente atto che tra le due realtà esiste un at-trito alquanto limitante e che sfocia talvolta in una competi-tività delle più sterili. Non mi soffermerò sui motivi di que-sta situazione per due sempli-ci ragioni: in primo luogo non le ho vissute personalmente, parlerei dunque secondo rac-conti e poi perché sono fer-mamente convinta che sia controproducente rivangare un cattivo passato se si ha la prospettiva di un buon inizio. Le Consulte Provinciali degli Studenti sono l’organismo isti-

tuzionale di rappresentanza studentesca su base provincia-le, sono diffuse in tutto il ter-ritorio nazionale e dispongono di fondi propri. Il tavolo è una realtà volta alla programma-zione e progettazione di eventi e servizi rivolti aigli studenti degli Istituti Superiori di II grado di Pesaro. Il tavolo, a tito-larità dell’Ambito Territoriale Sociale n° 1 e organizzato dal Centro di Ascolto Passaparola e fa parte del Tavolo Giovani, un tavolo di incontro e pro-gettazione che vede coinvolti anche gli insegnanti referenti di educazione alla salute degli Istituti Superiori, i referenti degli enti locali, i professionisti dell’Asur e del terzo settore. Il Tavolo Studenti non gode di finanziamenti specifici, bensì si autofinanzia attraverso di-verse modalità. Le differenze? In primo luogo il raggio d’azio-ne; la Consulta agisce su tutti i comuni di Pesaro Urbino, il Tavolo, invece, sul solo co-

Giorgia Waitz

mune pesarese. Altra grande differenza consiste nell’area te-matica degli interessi. La Con-sulta ha l’obbiettivo primario di creare eventi e progetti a sostegno di una rinnovata par-tecipazione studentesca nella vita della classe e delle singole istituzioni scolastiche. Creare, dunque, una scuola più attiva e a portata di studente come cittadino consapevole. Per il tavolo invece lo studente, oltre ad essere tale, è soprattutto un giovane che uscito dalle aule di scuola diventa cittadino con il pieno diritto di vivere attiva-mente la sua città e partecipa-re alla creazione di ciò che la città offre ai giovani, pertanto si sviluppano progetti, questa volta, a sostegno di un inseri-mento dello studente nella sua dimensione di cittadino della città e del mondo. Possono sembrare obbiettivi distanti, ma condividono un principio comune, quello di interessarsi ai giovani cercando di miglio-

rare l’ambiente in cui vivono.Bello vero?! Mi hanno chiesto di riflettere, infine, su quale potesse essere la formula della collaborazione, beh, io non la so, ma forse Henry Ford può darci un valido suggerimento: “Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un pro-gresso, lavorare insieme un successo.”

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Creare un’associazione è pos-sibile quando ci sono interessi o passioni che si vogliono con-dividere con altre persone che hanno voglia di “scommettere” e di darsi da fare per obiettivi comuni.Associarsi vuol dire soprattut-to stare insieme, socializzare e condividere un progetto, creare qualcosa di concreto e duratu-ro insieme ad altre persone, per gestire un interesse condiviso.Se ad esempio si ha una passio-

PERCHÈ ASSOCIARSI?

InformaGiovani Pesaro

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ne per la musica, il cinema o se si vogliono proporre attività a tutela dell’ambiente o degli ani-mali, se si hanno interessi per l’arte o se si vuole far qualco-sa per aiutare gli altri, è bene sapere che tutto ciò può assu-mere una forma più ufficiale e strutturata: l’Associazione. Questa forma può aiutare ad organizzare al meglio le attività, ad entrare in contatto con tanti altri giovani o altre associazio-ni giovanili per condividere le stesse passioni.Importante sottolineare che l’Associazione è anche uno strumento per potersi relazio-nare con la Pubblica Ammi-nistrazione (ad esempio pre-sentando un progetto al tuo Comune)Se vuoi informazioni per poter costituire un’Associazione op-pure collaborare come volon-tario, passa all’InformaGiovani del Comune di Pesaro oppure visita il nostro sito: www.informagiovani.comune.pesaro.pu.it

DA EXPO CON

AMORE

Laura Filippini

L’expo di Milano è stata forse uno degli eventi più criticati e sfruttati del 2015 ma, dopo sei mesi di code assurde, oc-casioni, scandali e spettacoli, si è conclusa. Ognuno dei suoi 145 padiglioni, più i clu-ster e le strutture di servizio, stanno ora subendo il pro-cesso dello smantellamento. Addio immenso specchio della Russia, addio ombrel-li di vetro del Qatar, addio acquario del Kazakistan e addio orti verticali di Israele.

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Tutto fagocitato e demolito. Tutto, comprese le piante. Quasi tutti i padiglioni erano abbelliti da terrazze, giardini, orti e serre, che hanno fatto di Expo la dimora di milioni di piante di tutto il mondo. Purtroppo il futuro di questo tesoro verde non era stato ben pianificato e, dato che il suo recupero era più costoso delle piante stesse, si è optato per la distruzione indiscriminata. Ma non disperate, non tut-to è andato perduto, cir-ca 5472 piante sono state salvate grazie al lavoro e

all’impegno di volontari, in maggioranza ex lavoratori di Expo, che si sono adope-rati per estrarre, catalogare e ripiantare tutto il salvabile. Il progetto di recupero è par-tito dall’architetto Olga Mosk-vina e, dalle graminacee ai platani, dai ribes alle viti, ha ga-rantito a tutti una nuova casa. Le piante sono state sistemate in luoghi pubblici distribuiti in 15 comuni, tra cui Pesaro. La nostra città ha ereditato il verde dei padiglioni di Olan-da, Francia ed Oman: quattro platani e dieci rose sono stati

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sistemati accanto al piazza-le Matteotti, cinque peschi e una decina di ribes sono stati accolti dall’Istituto Agrario e svariati peri, mirti e viti si tro-vano al Parco Miralfiore. Nel caso di Pesaro le operazio-ni di trasporto e sistemazione sono state possibili grazie alla collaborazione del Comune,-dell’azienda Montagna costru-zioni, dell’Aspes, del Parco Mi-ralfiore e dell’Istituto Agrario.Ora spetta ai singoli cittadini il compito di preservare que-sto regalo verde e soprattutto di apprezzarne il significato: ricordare che tutto è possibi-le e che se vediamo accadere qualcosa di sbagliato, come la distruzione di piante sane, non dobbiamo limitarci a borbottare e pontificare sull’i-nefficienza delle istituzioni ma dobbiamo arrotolarci le maniche e darci da fare per cambiare le cose in meglio.

IN MYANMAR GLI STUDENTI FINISCONO IN

CARCERE

Amnesty Pesaro

Nel marzo 2015, in Myanmar, la leader studentesca Phyoe Phyoe Aung ha collaborato a organizzare una marcia contro una nuova legge, che secon-do quanto denunciato dagli studenti limita la libertà di insegnamento. Quando sono arrivati vicino a Yangon, la più grande città di Myanmar, i ma-nifestanti sono stati bloccati dalla polizia e picchiati con i manganelli.Phyoe Phyoe Aung e più di al-tri 100 studenti– molti dei quali feriti – sono stati arrestati e ac-cusati di una serie di presunti reati penali. Molti di loro sono ancora in prigione, alcuni in isolamento e con accesso limi-tato ai loro avvocati. Alcuni, e tra questi Phyoe Phyoe Aung,

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rischiano più di nove anni di carcere.In tutto il paese i giovani e i le-ader studenteschi continuano a subire maltrattamenti e inti-midazioni da parte della polizia e di altre autorità in quello che appare un sistematico tentati-vo di repressione nei confronti del movimento degli studenti.

Tuttavia Amnesty Interna-tional ritiene che sia possibile esercitare pressioni sulle auto-rità affinché rilascino Phyoe Phyoe Aung e gli altri.

Il governo del Myanmar ha bisogno del riconoscimento e degli investimenti internazio-nali. Il presidente Thein Sein è

desideroso di dimostrare che non ha abbandonato il cammi-no verso le riforme politiche e il rispetto dei diritti umani.Unisciti all’appello alle autori-tà del Myanmar per il rilascio immediato e incondizionato di Phyoe Phyoe Aung, di tutti gli studenti e dei loro sostenitori, detenuti soltanto per avere pro-testato pacificamente.

Se questa e altre campagne per i diritti umani ti interessano e vorresti saperne di più, o impe-gnarti in prima persona, contat-ta il gruppo Amnesty più vici-no a te. Cerca Amesty Pesaro su facebook.

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DIZIONARIO BSARÈS / 2

Matteo Renzi

CCasèn (el) = casino, bordello, confusione, chiasso; pl. i casèn. T’à da gì a cargè l’aqua tel casen. E cò l’è tutt ste casen machè!Giughè pur, basta ch’an fè ca-sen.

Cretinèda (la) = stupidag-gine, cosa da nulla; pl. le cre-tinèd. A ‘n saveva cò fèt: è na cretineda, giòst par mantena la tradizion.

Caschèda (la) = caduta; pl. le caschèd. L’à fatt na cascheda da oli sant: el s’è scuc’led tutt.

DDafè (el) = daffare; pl. i dafè. Sa tutte el dafè ch’c’è, a pudrem pensè ma stle sciaped ?

Disegnè (vb.) = disegnare. Verbo regolare della 1a: mè a di-sègn, tè t’disegnèv, lò disegnarà, disegnànd, disegnèd.

Dòp (prep. e avv.) = dopo. (prep). A te l’fagh savè dòp pranz. (avv) A c’vedem dòp.

GUERRA ALLA

GUERRA

Alvise Tassell

Chi di voi ha una passione per la storia saprà a grandi linee gli eventi principali della seconda parte del ‘900: dal termine della seconda guerra mondiale, alla divisione del mondo in due grandi aree di influenza –Sta-ti Uniti e Unione Sovietica- in competizione in quella che verrà definita “guerra fredda”. Molti di voi sapranno anche come questa sfida sia finita, os-sia con il crollo e la scomparsa dell’Unione Sovietica nel 1991.

Da qui parte il nostro artico-lo perché, se con la dipartita dell’URSS si è entrati in un epoca di pace, a ben vedere si nota che da quel 1991, con il primo bombardamento su Ba-ghdad da parte di Bush, ad oggi si sono susseguiti un elenco di continui interventi militari che hanno modificato intere regioni del globo e disfatto in-teri Stati.

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anche nel cuore dell’Unione Europea.

In tempo di crisi la guerra cor-risponde ad un normale sfogo di capitale in eccesso, ma quel-la di oggi non è solo una crisi economica, è anche una crisi egemonica.

Si parte dal già citato interven-to in Iraq, alla scomposizione della Jugoslavia, alla Somalia e alle numerose guerre in Afri-ca per il controllo delle materie prime da parte delle multina-zionali, che hanno saputo na-scondere ed insabbiare tutto questo. Ci sono poi l’intervento in Afghanistan nel 2001, l’occu-pazione militare dell’Iraq nel 2003, le cosiddette “primavere arabe” e gli interventi diretti e indiretti che dal 2010 hanno distrutto ieri la Libia, oggi la Siria e lo Yemen, fino a triba-lizzare quei popoli e riportarli al Medioevo. Questi conflitti sono determi-nati dagli interessi degli stessi soggetti che li hanno promos-si- USA e Unione Europea. Ogni intervento viene giusti-ficato dalla lotta contro dit-tatori e antidemocratici, per ogni conflitto si confeziona un “nemico ideologico”. In questo contesto vanno collocati gli atti terroristici di Parigi, ed è da qui che bisogna partire per capire che quello che sta accadendo è un processo carsico che sta cominciando a manifestarsi

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Se dopo il crollo dell’Unione Sovietica si pensava di essere giunti ad un mondo unipola-re (USA), si è invece arrivati l’inizio di una competizione multipolare tra nuovi e na-scenti imperialismi - Unione Europea, Petromonarchie - in “gioco” per imporsi.

Per fermare questa folle corsa è necessario chiedere da subi-to la fine di ogni intervento militare, perché non possono esistere “guerre di pace”.

Oggi la costruzione di consen-so intorno alla guerra è molto forte ma un tempo, dopo i ter-ribili fatti di Parigi, si sarebbe risposto con le bandiere della pace, mentre oggi esponiamo bandiere francesi, la contrad-dizione è palese. La Francia è presente con il proprio esercito in 19 paesi, il sesto esercito più potente del mondo, con spese militari di oltre 67 miliardi di dollari e terza potenza nucle-are mondiale porta avanti po-litiche di guerra ricordatevelo quando vi affrettate a mettere bandiere sulle vostre foto pro-filo.

PERIFERIE

Matteo Rombolini

Se nei decenni e ne i secoli passati il cuore pulsante della civiltà, la mente dell’umanità e la culla dei movimenti cultu-rali erano gli imponenti palazzi signorili dei centri storici, non vi è dubbio che il centro della vita moderna siano le perife-rie delle nostre città. A partire dalla seconda rivoluzione indu-striale, ma in particolar modo dopo la fase delle guerre del ‘900, c’è stato un trasferimento di masse dalle zone rurali, alle città. Questo movimento, nella seconda metà del secolo scorso, è stato alimentato da un boom economico che ha spinto i cit-tadini ad inseguire il miraggio del benessere e quindi a “mi-grare” verso le nascenti perife-rie. Infatti i governanti dei vari paesi stavano iniziando a capire come trarre profitto da questo fenomeno ed iniziarono a lot-tizzare le terre circostanti le

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ti. Questo ha comportato che questi “parcheggi per persone” divenissero delle vere e proprie città-dormitorio, dove cioè si cena e si dorme e soprattutto si invecchia, ma non si cresce.Così i figli dei lavoratori che durante il giorno si spostano verso il centro città lasciano i loro bambini nella noia e nel grigiume dei loro colossali con-dominii , isolati dalla cultura, dagli stimoli del mondo e dalla curiosità. E si sa che le menti, quando non vengono riempite dal sapere, possono essere facil-mente riempite da finti oratori che fanno di questi posti il loro terreno di caccia. È cosi che i ragazzi e le ragazze

loro città, non capendo che quei luoghi sarebbero diventati il fu-turo nucleo della vita cittadina. Senza alcuna lungimiranza essi incoraggiarono il proliferare di imprese costruttrici (o distrut-trici, dipende dai punti di vista) che in pochi decenni hanno selvaggiamente popolato le no-stre periferie con il solo scopo della speculazione, senza preoc-cuparsi di tutto l’indotto di ser-vizi che serve ad una comunità che vi risiede. Basta fare un giro per le periferie d’Europa e nella maggior parte dei casi vediamo come le scuole, le biblioteche, i supermercati, i commissariati, gli uffici, dove presenti, sono stati inseriti dopo rispetto agli infiniti blocchi di appartamen-

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delle periferie, come prevedeva Pier Paolo Pasolini con i suoi “Ragazzi di vita”, crescono in un ambiente sterile e con il passa-re degli anni hanno sviluppato un sentimento di odio nei con-fronti della civiltà che li circon-da, nei confronti di coloro che hanno chiuso le orecchie quan-do si diceva che le periferie do-vevano essere considerate parti fondamentali delle città.Non è un caso se oggi ci trovia-mo in una situazione di totale degrado sociale. Le periferie desolate di oggi sono il frut-to di una politica speculativa, corrotta e che ha agito con gli occhi offuscati dal miraggio del benessere, della civiltà, della crescita economica.In conclusione, appare chiaro che, prima di bombardare le nazioni “nemiche” , prima di stringere alleanze pre-guerra e prima di criticare i credo e i pensieri altrui, come si è veri-ficato invece a seguito dei fatti accaduti pochi mesi or sono, va fatta un’analisi approfondita su

quali sono le motivazioni che spingono questi uomini a rivol-tarsi, perché nella maggior par-te dei casi essi stanno sfogando il loro odio nei confronti di chi li ha oppressi, isolati, discrimi-nati. È arrivato il momento allora di svegliarsi, di capire quali sono le priorità nella vita al giorno d’oggi e di fare quindi investi-menti duraturi e lungimiranti, così da poter lasciare ai nostri figli, per una volta, un’eredità di cui essere fieri.

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LA NOSTRA

NOTTEIl Mamiani resta sveglio per la notte dei licei

Giorgia Waitz

Nella giornata di venerdì 15 gen-naio 2016 la maggior parte dei licei classici italiani sono rimasti svegli per dar vita alla “notte dei licei”. Quest’iniziativa consiste nell’organizzazione e realizzazio-ne di eventi di impronta artistica plasmati su temi che apparten-gono alla tradizione classica. L’i-niziativa nasce nel 2014 presso il liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale in Sicilia, ad oggi scuola capofila. L’idea è stata proposta da Rocco Schembra, professore di greco e latino, materie di indi-rizzo da sempre vittime di forti critiche. Infatti, la notte dei licei nasce con l’intento di promuo-vere e difendere, visti i tempi, la cultura classica. Distogliere, inol-tre, dal pregiudizio che le nuove tecnologie hanno contribuito a formare attorno a questo indi-

rizzo di studi. L’evento è stato accolto di buon grado e vissuto con grande entusiasmo dagli alunni e dai docenti del liceo classico statale Mamiani di Pe-saro il quale, è rimasto aperto ai classicisti, alle famiglie, ad amici e ad eventuali curiosi dalle 18.00 alle 24.00. Gli alunni non si sono tirati indietro nella realizzazione di progetti volti alla attualiz-zazione dei classici: da letture teatrali di Plauto e Terenzio al Simposio Platoniano in versione 2.0. Non è sfuggito loro, infatti, il fine ultimo dell’evento: ricorda-re che i classici non rappresen-tano un qualcosa da noi avulso, ma le nostre radici più profonde, vitali e poetiche. Altri studenti si sono impegnati in esibizioni canore e in rappresentazioni teatrali in lingua inglese, al fine di smontare i pregiudizi che ci credono impegnati solo nella parte più sterile dello studio, e di dimostrarci dei veri e propri cittadini del mondo. Abbiamo dimostrato che il liceo Mamiani e tutti i licei classici italiani sono ancora svegli!