Psicologia Sociale e della Comunicazione - coris.uniroma1.it - Gestalt.pdf · Psicologia Sociale e...

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Psicologia Sociale e della Comunicazione

La Gestalt

dallaPercezione del mondo

aiConflitti intergruppi

mauro.sarrica@uniroma1.it

Percezione visiva

Percezione vs. Stimolazione sensoriale

Significato

Bottom-up vs. Top-down

Inferenze inconsceVsGradienti complessi

Esperienza+Capacità innate(Visual cliff)

Configurazioni instabili

Configurazioni instabili

Costanza Percettiva

Costanza Percettiva

Indici di profondità monoculari

Indici di profondità monoculari

La prospettiva Ecologica

Approccio data-driven

Gradiente tissurale, Precipizio visivo

Perceiving is For Doing

Affordances

- i sistemi sensoriali sono in grado di cogliere proprietàinvarianti di ordine superiore e possibilitàcomportamentali

- con l’apprendimento impariamo a riconoscere e adiscriminare tra le informazioni presenti nell’ambiente

Una prospettiva diversa: la Gestalt

Una prospettiva diversa: la Gestalt

Una prospettiva diversa: la Gestalt

Estensione dallo studio dei processi percettivi a quelli sociali.

No all’elementismo: il totale è più della somma delle parti

Interpretazione attiva in funzione del contesto: fornisce lachiave per interpretare la figura

Principi di raggruppamento

Vicinanza

Principi di raggruppamento

Similarità

Principi di raggruppamento

Chiusura

Principi di raggruppamento

Continuità

Principi di raggruppamento

Simmetria

L’organizzazione della percezione

Gestalt:

1) Principi di raggruppamento: tendenza umana aorganizzare in gruppi insiemi di stimoli isolati

2) Il tutto è diverso della somma delle parti

3) L’interpretazione è attiva, in funzione del contesto

Figura Sfondo

Triangolo di Kanizsa

L’interpretazione è funzione del contesto

Configurazioni instabili

Il ragionamento

Insight

Sei una scimmia,

chiusa in una gabbia in cui hai un copertone per farel’altalena, un paio di banane, un sacco di iuta con cui giocare,ovviamente un albero su cui arrampicarti, una ciotola per ilmangiare e l’acqua da bere.

Una nocciolina è caduta in un piccolo tubo di plastica…come la recuperi?

Kohler e Sultano

Il sé, l’altro, il gruppocome gestalt

Il sé

Gestalt

Approcci classici al conflitto- Lewin

Analizzare la struttura dei campi di forza:

- conflitto di doppio avvicinamento (+) S (+)

- conflitto di doppio evitamento (-) S (-)

- conflitto di avvicinamento / evitamento (+ -) S

Lewin

Lo sviluppo del Sé cenni da Lewin

Che succede nel corso dello sviluppo?

● Ipotesi sulle differenze tra bambini ebrei e tedeschi

● Tendenza al conformismo e Tendenze autopunitive

Il sé, l’altro, il gruppocome gestalt

L’altro

Impressioni di persone

Intelligente

Abile

Laborioso

Freddo

Determinato

Pratico

Prudente

Impressioni di persone

Intelligente

Abile

Laborioso

Caldo

Determinato

Pratico

Prudente

Impressioni di persone

Intelligente

Abile

Laborioso

Caldo

Determinato

Pratico

Prudente

Intelligente

Abile

Laborioso

Freddo

Determinato

Pratico

Prudente

Impressioni di persone

Intelligente

Abile

Laborioso

Educato

Determinato

Pratico

Prudente

Intelligente

Abile

Laborioso

Brusco

Determinato

Pratico

Prudente

Impressioni di persone

● Asch (1946) modello configurazionale

i primi tratti sono rilevanti perché creano il contesto: stessi tratti,valutazione differente

alcuni tratti hanno più peso di altri (caldo/freddo)

Intelligente

Abile

Laborioso

Caldo

Determinato

Pratico

Prudente

Intelligente

Abile

Laborioso

Freddo

Determinato

Pratico

Prudente

Intelligente

Abile

Laborioso

Educato

Determinato

Pratico

Prudente

Intelligente

Abile

Laborioso

Brusco

Determinato

Pratico

Prudente

Il sé, l’altro, il gruppocome gestalt

Il gruppo

Lewin: le basi della prospettiva psicosociale

Lewin: i l g r u p p o è u n a totalità dinamica basatasull’interdipendenza tra le parti.

a) diverso dalla somma delle parti

b) interdipendenza percepita,

• Interdipendenza del compito (interazione diretta)

• Interdipendenza del destino (interazione percepita)

Non ci sono limiti alla dimensione del gruppo, la struttura delcampo psicologico è l’elemento centrale di interesse (tradizionedel piccolo gruppo).

Cos’è un gruppo?

Si distingue classicamente tra

- Gruppo sociale: individui che interagiscono con regolarità,sviluppando aspettative reciproche e identità condivisa

- Aggregato: individui che si trovano nello stesso luogo allo stessomomento senza condividere legami

- Categoria sociale: classificazione effettuata “dall’esterno”, ad es.un raggruppamento statistico.

- Gruppi primari: legati da vincoli emotivi (es. famiglia, amici)

- ” secondari: legati da scopi pratici (es. equipe di lavoro)

In psicologia sociale si sottolinea sempre di più il ruolo dellapercezione dell’appartenenza a un gruppo…

Le condizioni minime per parlare di gruppo

Sherif: “il gruppo è una unità sociale che consiste di un insieme diindividui i quali, in un dato momento, si trovano in relazione di reciproca interdipendenza di status e ruolo, e che,implicitamente o esplicitamente, possiedono un insiemedefinito di norme e valori in grado di regolare ilcomportamento dei singoli membri.” (Sherif et al., 1961/1988, p. 10)

Tajfel: “entità […] che riveste significato per l’individuo” (p. 383 ed. it.)

comprende “una componente cognitiva: conoscere diappartenere a un gruppo; una valutativa, […] può avere unaconnotazione di valore positivo o negativo; e unacomponente emozionale: emozioni dirette verso il propriogruppo e verso coloro che intrattengono con esso dellerelazioni” (Tajfel, 1981, p. 347 ed. it.)

L’evoluzione del gruppo

Per Levine e Moreland (1994) L’evoluzione del gruppo può esserericondotta a 3 elementi chiave: valutazione, impegno,transizione di ruolo che riguardano sia il gruppo nel suo insiemeche ogni singolo membro.

Valutazione: sforzo di individuare e aumentare la convenienzareciproca, sviluppo di aspettative reciproche, monitoraggio egestione delle discrepanze tra comportamento atteso e osservato.

Impegno: stima della convenienza in rapporto a esperienze passate,presente e aspettative future in rapporto a possibili alternative.

Transizione di ruolo: riformulazione dei rapporti individuo-gruppo.

L’evoluzione del gruppoIm

peg

no

Tempo

L’evoluzione del gruppo (Levine e Moreland, 1994, p.310)

accettazione

divergenze

ingresso

uscita

EsameAccurato

Socializzazione Mantenimento Risocializzazione

Ricordo

ReclutamentoVs.

Esplorazione

AdattamentoVs.

Assimilazione

Negoziazione delruolo

AdattamentoVs.

Assimilazione

TradizioneVs.

Ricordo

Status e Ruolo

● Status: valutazione della posizione occupata nel gruppo lungo una scala diprestigio. Pattern generale di influenza sociale tra membri.

Due indicatori:

capacità di proporre iniziative

valutazione consensuale del prestigio connesso

● Ruolo: aspettative condivise circa comportamenti attesi da chi occupa unaparticolare posizione nel gruppo. Ad es. Il leader, l’ultimo arrivato

Funzioni:

prevedibilità e ordine

conseguimento degli obiettivi

Potere

Potere: influenza potenziale di A su B

French e Raven distinguono tra potere

di Ricompensa: positivo o coercitivo,

Legittimo: basato su norme e valori interiorizzati,

di Esempio: basato sull’identificazione di B con A,

di Competenza: B riconosce che A ha delle conoscenze superiori ecrede che le stia impiegando

Potere economico, motivazioni di B, …?

Leadership

Leader: persona in grado esercitare influenza sugli altri membri del gruppo.Più alto in status. Posizione centrale nella rete di comunicazioni.

4 approcci principali:

-Personalità: caratteristiche del “grande uomo”

-Stili di leadership: caratteristiche comportamentali del leader

-Modello della contingenza: interazione tra caratteristiche situazionali e stiledi leadership

-Modelli transazionali: rapporto bi-direzionale tra membri e leader.

Stile di Leadership

Lewin, Lippitt e White: qual è lo stile migliore nei gruppi di lavoro?

Leadership autoritaria: il leader decide cosa e chi lo deve fare, loda ocritica i membri individualmente e non partecipa al gruppo se non perdimostrare “come si fa”, rendimento quantitativo, ma dipendenza e irritabilità.

Leadership democratica: le cose da fare, gli obiettivi, la procedura sonodiscusse insieme. Il leader partecipa al gruppo, rendimento qualitativo, scarsa dipendenza e più soddisfazione.

Leadership lassez faire: il leader si astiene dal guidare il gruppo, forniscepochi commenti e indicazioni, interviene solo su richiesta, rendimento moderato, scarsa dipendenza, ma elevato scontento.

Stile di Leadership

Bales: due stili fondamentali. Spesso sono due leader presenti nelgruppo che assolvono a funzioni diverse.

Leader centrato sulle relazioni: si preoccupa dell’armonia e dellerelazioni interne al gruppo. Da amicizia e calore, aiuti e incoraggiamenti,mostra tolleranza e comprensione e equità.

Leader centrato sul compito: si preoccupa del raggiungimento degliobiettivi del gruppo. Ha conoscenze specifiche, è creativo e realistico, èconvincente nel cercare consensi, è abile nel pianificare e coordinare illavoro.

Influenza della Maggioranza

Sherif – Effetto autocinetico

Sherif (1935)

La formazione di norme in situazioni di incertezza

Paradigma sperimentale: effetto autocinetico

Situazione individuale Formazione di norme soggettive

Situazione individuale Formazione di norme soggettive ma + di gruppo leggera tendenza alla convergenza

Situazione di gruppo Formazione di una norma di gruppo+ individuale preservata anche a livello individuale

Sherif – Effetto autocinetico

Sherif – Effetto autocinetico

“In mancanza di situazioni percettive oggettive […] fattori interni come atteggiamenti,norme soggettive e valori giocano un ruolo determinante. […] L’effetto autocineticoriproduce questa situazione di incertezza e instabilità soggettiva” (Sherif, 1935, p. 52)

Interpretazione: per risolvere le situazioni di incertezza èrazionale cercare di sviluppare norme condivise

Il gruppo fornisce una cornice di riferimento (frame of reference)

La norma elaborata dal gruppo non è riconducibile alla mediadelle norme individuali ma è frutto dell’interazione

4 min

Le decisioni del gruppo

I gruppi decidono meglio?

2 processi concorrenti fondamentali

Normalizzazione: in situazioni di gruppo si elaborano delle norme basatesul confronto sociale (Festinger).

es. Sherif, movimento autocinetico: situazione incerta, il gruppo tende aconvergere verso una norma condivisa

Polarizzazione: le decisioni sono più rischiose di quelle elaborateindividualmente(Stoner), le opinioni tendono ad essere più estreme seelaborate in gruppo (Moscovici e Zavalloni).

- dipende dall’orientamento iniziale dominante tra i membri;

- e dalla dinamica, i gruppi più conflittuali tendono a divenire piùpolarizzati, quelli meno tendono a posizioni meno estreme.

Il sé, l’altro, il gruppocome gestalt

Le relazioni tra i gruppi

Teoria del Conflitto Realistico

Sherif: il conflitto tra i gruppi nasce dalla competizione per le risorse.

Interdipendenza negativa

“quando i gruppi competevano per degli obiettivi … atti ostili e soprannomi poco gradevoli si sviluppavano in relazione all’outgroup” (Sherif et al., 1988, p.210).

Esperimento dei campi estivi1) Attività comuni2) Divisione in due gruppi3) Attività competitive Conflitto realistico atti ostili, alta coesione

intragruppo e pessime relazioni intergruppi 4) Attività cooperative Scopo sovraordinato Riduzione C.

Ridurre stereotipi e conflitti favorendo l’interdipendenza positiva

Destino comune

Rabbie e Horwitz: sviluppano l’idea lewiniana di interdipendenza

2 gruppi distinti casualmente

● Variabile manipolata: percezione di destino comune – ricevere una radio

(per caso, su scelta dello sperimentatore, su scelta degli altri)

● Variabile dipendente: prima impressione degli altri e dei gruppi

In condizione di destino comune emerge una discriminazione valutativa afavore del proprio gruppo

bias di favoritismo per l’ingroup

la percezione di destino comune è elemento sufficiente per mettere inatto comportamenti discriminatori

In sintesi

Percezione degli oggetti – principi fondamentali

Qualità del tutto e qualità delle parti

Contesto

Ristrutturazione

Il Sé come campo – forze e rapporto con l’ambiente

Il gruppo come totalità dinamica

L’interdipendenza del destino e del compito come chiave nelledinamiche intra e intergruppi