Psicologia dell’educazione Obiettivi del corso: Conoscenza delle principali problematiche della...

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Psicologia dell’educazione 

 Obiettivi del corso:Conoscenza delle principali problematiche della psicologia dell’educazione,

Conoscenza di metodi diagnostici e tecniche di ricerca e d’intervento educativo,

Acquisizione di competenze relative all’analisi sperimentale del comportamento e alle sue applicazioni in ambito educativo, con particolare riferimento all’interazione insegnamento-apprendimento e alla programmazione di interventi educativi in ambito scolastico.

 

Il termine educazioneeducazione definisce:Dizionario di Psicologia (1990)

A)A) - il campo di ricerca relativo alle 3 fasi del processo educativo:

(a) formulazione degli obiettivi, o filosofia della scienza dell’educazione,

(b) individuazione delle possibilità di apprendimento.

(c) la valutazione, il controllo e l’interpretazione dei risultati.

B)B) - la metodologia di ricerca per elaborare migliori teorie, e metodi più rigorosi per la ricerca in campo pedagogico.

Formulazione degli obiettivi

Le diverse società mettono in grado i loro membri di

condurre una vita produttiva e felice, educandoeducando i giovani.

In genere questo compito viene svolto dalla scuola (e dalla

famiglia) che è incaricata non solo di insegnare specifiche

abilità che preparino i giovani ad agire consapevolmente,

anche in situazioni che potranno verificarsi molto tempo

dopo la conclusione dell’educazione formale, ma anche

impartire valori etici e culturali che producano benefìci a

lungo termine per l’individuo e per l’intera società.

La psicologia mette a disposizione dell’educazione:

Un’insieme di concetti e principi relativi allo sviluppo e ai processi di

apprendimento, derivati esclusivamente dalla ricerca sperimentale

Una metodologia per applicare questi concetti e questi principi direttamente

alle pratiche educative

Piani di ricerca e disegni sperimentali che analizzano i cambiamenti

individuali, piuttosto che inferirli dalle medie di un gruppo

Una filosofia della scienza che insiste sugli aspetti osservabili delle interazioni

fra il comportamento individuale e le condizioni che lo determinano

(Bijou, 1970)

Motivi conduttori nell’evoluzione della psicologia dell’educazione:

• definizione del campo

•Identificazione dell’oggetto di studio

Alcuni psicologi selezionano come campo di lavoro la scuolala scuola e come oggetto di studio problemi pratici legati al rapporto insegnamento-rapporto insegnamento-apprendimentoapprendimento

Principali temi affrontati:

• Sviluppo e differenze individuali• Analisi del comportamento• Istruzione• Cognizione• Metacognizione• Test e misurazioni

Che si possono riassumere nelle seguenti categorie di problemi

1.1. ValutazioneValutazione

2.2. Comprensione e modificazione del comportamentoComprensione e modificazione del comportamento

Psicologia dell’educazionePsicologia dell’educazionedefinizioni

A)A) Area di servizioArea di servizio per l’applicazione e la verifica dei principi individuati in vari settori connessi: sviluppo, psicometria, apprendimento, motivazione, ecc.

B)B) Disciplina autonoma Disciplina autonoma con sufficienti dati e teorie per definire il ruolo dell’educatore e fornire indicazioni su quali contenuti proporre e come, in modo da rendere più rapido ed efficace l’apprendimento in relazione alle differenze individuali e ai diversi contesti.

“educazioneeducazione è qualsiasi interazione capace di

trasmettere il sapere come fare le cose di cui la

comunità ha bisogno insieme all’energia ed alla

volontà per realizzarle”

(Benjamin, 1934)

“fornire conoscenze sulla natura dell’uomo e sulle leggi di modificabilità o apprendimento, a proposito di intelletto, carattere, abilità…La parola educazioneeducazione si riferisce in particolare a quegli elementi della scienza o dell’arte che hanno a che fare con i cambiamenti dell’uomo. La possibilità di migliorare le aspirazioni dell’uomo e di renderlo più abile nel soddisfarli dipende prima di tutto dalla conoscenza di quella che è la sua naturaconoscenza di quella che è la sua natura a prescindere dall’educazione, ed in secondo luogo dalle leggi che ne leggi che ne governano i cambiamentigovernano i cambiamenti”

(Thorndike, 1913)

“L’ educazioneeducazione riguarda i cambiamenti degli esseri umani: un

cambiamentocambiamento è una differenza fra due condizioni; ognuna di

queste condizioni ci è nota solo attraverso ciò che produce –

cose fatte, parole dette, azioni compiute e così via -. MisurareMisurare

ciascuno di questi prodotti significa definire la loro quantità,

cosicchè persone competenti possano sapere quanto grande sia,

meglio di quanto farebbero senza misurarli… in genere la

natura delle misurazioni in educazione è la stessa che in tutte

le altre misurazioni”

(Thorndike, 1918)

Sul cosacosa e sul comecome il dibattito è ancora aperto

Le ipotesi sono differenti in relazione al tipo di approccio

I principali approcciI principali approcci sono:

quello cognitivo e quello comportamentale

Punti di contatto e divergenze dei due approcciPunti di contatto e divergenze dei due approcci:

• Attenzione al metodo (osservazioni sistematiche, sperimentazioni e verifiche)

•Aspetti strutturali e aspetti funzionali sono correlati, ma mentre per i cognitivistiper i cognitivisti costituiscono cause dell’apprendimento, per i comportamentistiper i comportamentisti entrambi sono effetto e non causa di apprendimento. Hanno un diverso livello di accessibilità all’osservazione diretta: gli aspetti strutturali possono solo essere inferiti

Psicologia dell’Educazione: Conoscenza/apprendimento

L’istruzione è una comunicazione a due vie in cui lo studente ha un ruolo attivo e importante (elaboratore consapevole delle informazioni)

La didattica meta-cognitiva: l’insegnante organizza il contesto, suggerisce strategie, guida lo studente nel processo di auto-regolazione dell’apprendimento.

Il ruolo dell’insegnanteIl ruolo dell’insegnante non è quello di controllare e prevedere le condizioni che favoriscono l’apprendimento, ovvero la modificazione del comportamento, come invece prevede l’approccio comportamentale

La meta-cognizioneLa meta-cognizione: Il modello di Borkowski

Modello funzionale e applicativo di Bijou e Bear (1978)

integra l’analisi del comportamento skinneriana con elementi

dell’intercomportamentismo kantoriano (Anchisi et al. 1996).

Il modello è:

(a) Funzionale, poichè il comportamento è studiato in funzione di una

serie di variabili indipendenti e del contesto in cui esse agiscono.

Analizzare un comportamento significa perciò identificare le

relazioni che intercorrono tra questo e le classi di stimoli che lo

precedono e lo seguono all’interno di un setting.

(b) Interazionale, in quanto tiene esplicitamente conto della relazione

esistente tra soggetto e ambiente, come del carattere reciproco e

bidirezionale di questa relazione.

MacrosistemaGovernoGoverno

Leggi, riforme, normative

EsosistemaCondizioni di lavoro,

scelte sociali, ecc.

MesosistemaRelazione tra microsistemi

Microsistema

famiglia parrocchia

palestra

scuola

Modello di Bronfrenbrenner

Piaget e il concetto di schemaPiaget e il concetto di schema

ApprendimentoApprendimento = adattamento (assimilazione dei

contenuti delle esperienze e accomodamento degli

schemi mentali che progressivamente si sviluppano

seguendo un percorso stadiale)

L’insegnamento insegnamento consiste nell’accertamento dello

stadio evolutivo raggiunto e nella predisposizione

di esperienze che rendano possibile il passaggio allo

stadio successivo

Anni ’60-’70Anni ’60-’70

Lo studio si focalizzò sulla ricerca delle strategiestrategie più efficaci per ottimizzare l’apprendimento in relazione alle differenze individuali e a specifici contesti.

L’interazione tra la specificità di compiti e contesti e le caratteristiche e motivazioni di chi apprende definiscono la specificità dell’evento insegnamento-apprendimento e la relativa rappresentazione mentale dell’informazione

Mente=sistema che costruisce e manipola simboli

La ricerca verte sull’analisi (inferita) delle strutture di elaborazione (es working memory) e del loro funzionamento in situazioni specifiche e in soggetti di età e condizioni diverse.

Il modello delle reti semantichemodello delle reti semantiche

Il ConnessionismoConnessionismo

Modello H.I.P. Modello H.I.P.

ComportamentismoComportamentismoPrecursori

Stanley HullStanley HullStudi sistematici (normativi) sullo sviluppo, in diversi contesti: famiglia, gruppo sociale, scuola, per rispondere ad esigenze pratiche (bambini scarsamente motivati e con difficoltà) – Ricerche longitudinali (200 bambini x 20 anni)

““I contenuti della mente dei bambini” I contenuti della mente dei bambini” (1883)

Conciliazione tra le teorie pedagogiche astratteteorie pedagogiche astratte di Rousseau, Pestalozzi, Froebel (bambino predisposto all’apprendimento; ruolo dell’insegnante: guida; processo educativo autogenerato) e la teoria evoluzionistica di Darwinteoria evoluzionistica di Darwin

L’insegnante deve adeguarsi allo stadio di sviluppo dell’allievo e basarsi sulle sue esperienze precedenti e sui suoi interessi

ThorndikeThorndike

Importanza delle conseguenze del comportamento, dei suoi

effetti sull’ambiente

Educational Psychology Educational Psychology (1903) importanza della misurazione

nell’educazione; statistica applicata alla ricerca educativa;

Prima definizione di Psicologia dell’educazione

EducazioneEducazione = scienza e arte finalizzate alla conoscenza

dell’uomo, delle differenze individuali e delle leggi naturali

che producono e regolano il cambiamento = apprendimentoapprendimento

I suoi studi sul transfer di apprendimento demoliscono la

teoria delle facoltà mentali

Comportamentismo metodologicoComportamentismo metodologico

Esordisce nel 1913 con Watson

Fondamentalmente basato sulla contingenza a 2 termini (S-R)

L’apprendimento si basa su una reattività passiva

Si può considerare una versione preliminare della psicologia naturalistica (Kantor)

Comportamentismo radicale: SkinnerSkinner

Filosofia della scienza: Filosofia della scienza: compito della psicologia è prevedere e controllare il comportamento

Mentre Watson si limita al comportamento osservabile descritto in termini fisiologici, anche i processi mentali (comp. covert) possono essere studiati con il metodo e la logica delle scienze naturali

Dalla contingenza a 2 termini (S-R) si passa alla contingenza a 3 termini (Sd – R – Sc)

Stimoli e risposte possono avere diverse funzioni

Oggetto di studio non sono l’ambiente (S) e il comportamento (R), come eventi separati, ma la loro reciproca interazione.

Manipolando o controllando specifiche variabili ambientali (analisi sperimentale del comportamento) si studia la possibilità di generalizzare gli effetti funzionali delle interazioni a soggetti e contesti con caratteristiche simili.

Predilezione della ricerca di tipo idiografico

L’intercomportamentismo: KantorKantor

Prelude la teoria dei sistemi dinamici

ComportamentoComportamento = sequenza di interazioni tra l’unità bio-psicologica dell’organismo e l’ambiente funzionale (campocampo multifattorialemultifattoriale)

Alla contingenza a 3 termini si aggiunge il 4° termine “fattori del setting” o “eventi situazionali” che rappresenta: il contesto, la storia delle interazioni e il significato a queste attribuito)

Nessun elemento ha un ruolo prioritario: è l’interazione interazione di tutti questi fattori che spiega il comportamento.

Fattori biologici e storici sono ugualmente coinvolti

(c) Gerarchico-accumulativo, poiché lo sviluppo e l’apprendimento di ciascuno vengono studiati dal semplice al complesso: abilità e conoscenze si sviluppano gradualmente e il soggetto fa uso del patrimonio esperienziale accumulato in precedenza.

(d) Ecologico-contestuale, poiche studia i comportamenti individuali collocandoli spazio-temporalmente.

(e) Pedagogico e operativo, perché fonda qualsiasi analisi e intervento sul coinvolgimento dell’ambiente e del contesto: l’assessment privilegia un punto di vista idiografico e individuale, rispetto a quello nomotetico e globale.

L’analisi del comportamento come L’analisi del comportamento come sistemasistema

L’analisi del comportamento è la teoria generale che risolve problemi nella ricerca di base come nella ricerca applicata, trovando rispondenza tanto nelle speculazioni filosofiche e storiche quanto nelle applicazioni educative e/o terapeutiche (Perini, 1997).

La filosofia della scienza della psicologia del comportamento, ponendo come oggetto di studio le interazioni reciproche fra comportamento individuale e circostanze ambientali, consente un’analisi sperimentale e un’elaborazione teorica governate dagli stessi principi, quale che sia il contesto - sperimentale e/o applicativo - in cui si verificano.

Modello di Horowtz

Oggetto di studioOggetto di studio

Le interazioni tra i comportamenti dell’individuo e gli eventi dell’ambiente

Tali interazioni si manifestano in termini osservabili, misurabili e riproducibili

Possono quindi essere oggetto di indagini scientifiche

individuoindividuo

Entità biologica e culturale unica

Assetto biologicoAssetto biologico= corredo genetico (genotipo) + caratteristiche biologiche (fenotipo – risultato delle interazioni tra genotipo e ambiente biologico e fisico)

Assetto culturaleAssetto culturale= storia delle interazioni in un’ottica sistemica

Differenti tipi di interazioni danno Differenti tipi di interazioni danno origine a diversi tipi di comportamenti:origine a diversi tipi di comportamenti:

BiologiciBiologici: legati alle caratteristiche della struttura anatomica e del funzionamento fisiologico

PsicologiciPsicologici: percezioni, emozioni, cognizioni, ecc.

Strettamente interconnessi Strettamente interconnessi (sistemi dinamici)

Struttura e funzionamento biologico non sono causa dei comportamenti psicologici: le interazioni comportamento/ambiente producono cambiamenti anche a livello strutturale e fisiologico

ambienteambiente

Ambiente interno: Ambiente interno: stimoli interni (sensazioni fisiche, stimoli

biologici o di natura cognitiva) appena vengono percepiti

acquisiscono proprietà funzionali (agiscono sul

comportamento in relazione alle contingenze)

Ambiente fisico-socio-culturaleAmbiente fisico-socio-culturale: elementi circostanti l’indi-

viduo, che possono acquisire proprietà funzionali per il

singolo e la comunità (sistemi dinamici)

Ambiente funzionaleAmbiente funzionale: oggetti o eventi che riescono a

modificare il comportamento

Condizioni che definiscono l’ambiente funzionaleCondizioni che definiscono l’ambiente funzionale:

Funzioni dello stimolo: Funzioni dello stimolo: sono definibili in relazione a ciò che il soggetto fa in sua presenza

• elicitante

• rinforzante

• discriminativa

Fattori del settingFattori del setting: caratteristiche dell’ambiente bio-fisiologico interno e dell’ambiente fisico e socio-culturale esterno che, pur non partecipando direttamente all’interazione sono in grado di influenzarla (contestocontesto fisico e psicologico)

L’interazione individuo-ambienteL’interazione individuo-ambiente

Per l’analista del comportamento l’oggetto di studio non è l’individuo, né l’ambiente, ma il modo in cui le variabili che li caratterizzano inter-agiscono e si modificano reciprocamente.

L’unità di studio dell’analisi funzionale è la contingenzacontingenza (probabilità che un evento sia influenzato e/o influenzi altri eventi) a 3 termini:

1. Funzione dello stimolo antecedente

2. Risposta

3. Funzione dello stimolo che segue la risposta

La descrizione dei modi che regolano la reciprocità delle interazioni permette di:

Verificare cosa cambia nel comportamento in funzione dei cambiamenti nelle situazioni ambientali e viceversaIndividuare i criteri per cui classificare come apprendimento alcuni di questi cambiamentiDescrivere la loro progressione nel corso dello sviluppo individualeIntervenire per promuovere, attraverso una gestione corretta dell’apprendimento, i repertori di competenze e abilità di ciascun individuoValutare in modo rigoroso i risultati dell’intervento