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MANAGEMENT DELL’INNOVAZIONE SOCIALE

Prof. Mario Mazzoleni 17 Maggio 2017 Ravenna

Qualche aforisma

• Dimmi e dimenticherò insegnami e forse ricorderò coinvolgimi ed imparerò! B Franklin

• Forse i gatti sono qui per insegnarci questo: a vivere

l’attimo in modo così completo, con un totale coinvolgimento, che lo faccia durare in eterno. Jeffrey Moussaieff Masson, La vita emotiva dei gatti

• La libertà non è star sopra un albero, / non è neanche il

volo di un moscone, / la libertà non è uno spazio libero ,/ libertà è partecipazione. Giorgio Gaber, La libertà, 1972

• Quando piove divido il mio ombrello, se non ho l’ombrello

divido la pioggia. Ernesto Febbraro

• “

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NUOVE SFIDE PER IL NON FOR PROFIT

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Indice

• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive la cooperazione come

emblema del raccordo economico sociale • La sfida dell’innovazione sociale per il

sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema

cooperativo

17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia

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Dal 2008 parliamo di CRISI

Una crisi diversa dalle crisi cicliche

o

una crisi ciclica aggiornata ai giorni nostri?

5 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia

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I cicli sono dovuti a:

DOMANDA DOMANDA

OFFERTA OFFERTA

Variazione D Variazione O 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia

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Fattori diversi

Guerre

Carestie

Errori

Politiche economiche e

sociali

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Altre pulizie necessarie: esempi

Il mercato del lavoro e le rigidità Art. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

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Altre pulizie necessarie: esempi

Il mercato del lavoro e le rigidità

Art. 35. La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.

Art. 41. L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica

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The Economy is to serve the people and not the people to serve the Economy

Manfred Max Neef15 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia

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• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive la cooperazione come

emblema del raccordo economico sociale • La sfida dell’innovazione sociale per il

sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema

cooperativo

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Le genesi della crisi ha radici culturali; ha messo in discussione valori e modelli storicamente considerati come pilastri sui quali appoggiare il modello economico- sociale dei paesi trainanti.

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1. Profitto da strumento a obiettivo

2. La «mano invisibile» come motore assoluto dello

sviluppo

3. Da società sostenute da logiche solidali/sociali a

società regolate dalla ricerca di equilibri tra

interessi individuali

ossia

Da interessi mediati attraverso regole, costumi, culture

a interessi mediati attraverso contrapposizione e

forze 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia

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Genesi letta attraverso l’analisi dei limiti dimenticati

Legge fondamentale dell’economia rapporto tra

Bisogni Risorse

Scarse

Finiti? Infiniti? Evoluzione?

14 17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia

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La scarsità come parametro utilizzato per valorizzare

ma anche

la scarsità come condizione naturale

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• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive La cooperazione come

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sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema

cooperativo

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Le basi strategiche della cooperazione: I PRINCIPI

PRINCIPI

GESTIONE

GOVERNANCE GESTIONE

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Brescia

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Richiamo di natura

ideologica e valoriale.

elemento distintivo se

Approccio al

mercato.

Approccio strategico/ gestionale.

I PRINCIPI

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Mazzoleni Università di

Brescia

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Circolo virtuoso dell’azienda partecipativa-etica

Efficienza economica

Qualità offerta

Efficienza sociale

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Le regole di funzionamento cooperativo

DURABILITA’

PRINCIPI COOPERATIVI

ECONOMICITA’

AUTONOMIA

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I principi dell’ACI (Alleanza Cooperativa Internazionale)

05/04/2011

principio della porta aperta

1 testa, 1 voto

interesse limitato sul capitale

distribuzione dei residui

educazione cooperativa

collaborazione tra cooperative

interesse verso la comunità

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I principi come opportunità quindi

la parola chiave è: coerenza

Esigenze delle imprese Riduzione dei costi

(risorse umane)

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Nuova visione dell’economia competitiva

(dall’economia del consumo a quella valore al quella

della gerarchia bisogno a quella del benessere

Dall’adattamento agli effetti dell’innovazione

Alla nuova idea di innovazione

17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia

Cosa si fa per essere

coerenti?

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Come lo si fa?

RIPENSARE E INTERVENIRE

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Esigenze delle imprese cooperative

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Modernizzazione del modello cooperativo

Investimento nei cooperatori (risorse

umane)

Lotta contro l’esclusione sociale

Investimento nell’istruzione e formazione per la conduzione di una politica attiva per

un’economia etica

L’operare in un’ottica di CSR in modo da rendere lo sviluppo sostenibile

17 maggio 2017 Prof. Mario Mazzoleni Università di Brescia

• In generale il sistema cooperativo si è “adattato” all’evoluzione del contesto economico in cui opera (concetti di universalità/adattabilità)

26

Il contesto di riferimento per le imprese del terzo settore oggi

12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

mario.mazzoleni@unibs.it

• In particolare in Italia il sistema del non for profit si è sviluppato sostituendosi-affiancandosi alle famiglie, alle imprese e allo stato divenendo un attore rilevante non solo del WELFARE

27 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

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• Progressivo ridimensionamento e ridefinizione del ruolo del pubblico e ripensamento del modello di welfare (ripensamento in parte strategico – ossia deliberato –) in parte emerso per cause “esogene” alla volontà della politica

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Le spinte all’intervento del non for profit nel sistema di Welfare italiano

12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

mario.mazzoleni@unibs.it

• La cooperazione “entra” in tutti i settori della vita economica e sociale del paese al fine di soddisfare i bisogni non adeguatamente affrontati da pubblico-imprese-famiglie

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Progressiva crescita e consolidamento del non for profit nel contesto italiano

12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

mario.mazzoleni@unibs.it

• La cooperazione si “adatta” alle caratteristiche dei mercati in cui opera

• La cooperazione si consolida nei mercati/aree di bisogno in cui opera

• Sviluppo del non for profit nel privato e nel pubblico sociale con affermazione di un ruolo preminente nel welfare realizzato;

30 12 Giugno 2015

Prof. Mario Mazzoleni

mario.mazzoleni@unibs.it

Situazione consolidatasi con la “grande crisi” economica e sociale e con la chiara impossibilità del pubblico di operare direttamente come attore protagonista nel sociale;

Si ampliano gli spazi di “bisogni” non soddisfatti anche sul fronte dei processi produttivi

31 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

mario.mazzoleni@unibs.it

Ad esempio 1 questo porta ad un grande cambiamento nelle politiche sul fronte sociale: sviluppo del non for profit con prima fase di “sostegno” diretto, seconda fase di “sostegno indiretto” attraverso convenzioni e con parallela modificazione delle logiche di indirizzo e di controllo sull’operato;

Es 2: Crisi finanziaria delle strutture pubbliche nazionali e dilemma tra l’abbandono del presidio del Welfare e tentativo di razionalizzarne gli effetti economici (dai piani di indirizzo alle gare al massimo ribasso);

32 12 Giugno 2015

Prof. Mario Mazzoleni

mario.mazzoleni@unibs.it

•Ridefinizione del modello di indirizzo strategico e gestionale con particolare riferimento alla ricerca di equilibrio tra le istanze solidaristico/sociali/mutualistiche e quelle di natura economica; •Rilancio delle prospettive legate al territorio di riferimento;

33 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

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• Visione strategica del rapporto tra pari (imprese non for profit operanti sul territorio) con l’avvio di collaborazioni e progetti comuni con altre realtà del non for profit disposte a condividere iniziative di sviluppo comune;

34 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

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• Forte investimento sulle relazioni territoriali e rilancio immagine del non for profit come soggetto attivo e fondamentale sul fronte economico e sociale di territorio;

• Apertura di nuove iniziative di carattere “imprenditoriale” in grado di rafforzare sia la propria presenza sul territorio, sia la capacità di agire da attore protagonista di fronte all’emergere di nuovi bisogni/opportunità, sia di rafforzare le proprie strutture economiche e patrimoniali, sia, infine di aprire relazioni forti con realtà associative e imprenditoriali dell’area geografica di riferimento.

35 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

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– Acquisizione o consolidamento delle competenze gestionali necessarie per sostenere l’impatto delle nuove sfide;

– Programmi di formazione mirati alla diffusione di competenze “manageriali” e alla conduzione equilibrata del rapporto tra istanze sociali ed economiche;

36

Investimenti necessari per avviare la nuova prospettiva

12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

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• Programmi di rafforzamento patrimoniale e finanziario (sia attraverso lancio di campagne di fund raising sia tramite l’avvio di progetti tesi a coinvolgere in attività sul campo istituzioni in grado di supportare lo sviluppo – ad esempio istituzioni bancarie vocazionalmente orientate al presidio del territorio -);

37 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

mario.mazzoleni@unibs.it

• Rafforzamento degli interventi in comunicazione orientandoli ad affermare la propensione all’azione diretta e attiva sul territorio, ma anche a presentare in modo chiaro le capacità e le modalità di intervento;

38 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

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• Mappatura del territorio al fine di individuare soggetti imprenditoriali e istituzionali in grado di rappresentare partner adeguati e coerenti per l’avvio di progetti comuni (ad esempio imprese e associazioni che caratterizzano il proprio operare attraverso richiami alle politiche di CSR e alla volontà di rafforzamento dei legami di territorio, o realtà che possano avere “intuito” il bisogno di operare “insieme”).

39 12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

mario.mazzoleni@unibs.it

• Si tratta di una sfida assoluta e vitale sia per il futuro delle imprese non for profit sia per la tenuta del sistema sociale ed economico del nostro Paese.

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Conclusioni

12 Giugno 2015 Prof. Mario Mazzoleni

mario.mazzoleni@unibs.it

41

Cosa fare? a)Comprendere gli effetti dei limiti travalicati b)Recuperare valori fondanti per ritornare a darsi un passo coerente con le condizioni naturali in cui operiamo/viviamo c)Cercare nuovi paradigmi: -per sostenere il cambiamento -per avviare l’innovazione

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La “risposta” partecipativa

Condizione per l’efficacia e la qualità di un’organizzazione;

Rivalutazione dell’importanza delle HR: da costo a risorsa;

Ampliamento modello classico dei fattori della produzione: cultura, informazione, creatività, spirito di iniziativa, capacità di rapporti interpersonali;

Si accorcia la distanza tra management e dipendenti;

Esaltazione della possibilità di essere protagonista insieme agli altri, un tutt’uno in cui ognuno è qualcuno.

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• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive la cooperazione come

emblema del raccordo economico sociale • La sfida dell’innovazione sociale per il

sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema

cooperativo

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Il modello partecipativo

Offre l’opportunità di superare i limiti del modello gerarchico, passando da un approccio di tipo amministrativo (burocratico) a un approccio

manageriale (teleocratico)

Il management svolge un ruolo fondamentale nel cambiamento e

nell’adozione di un modello partecipativo.

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Oggi “partecipare” assume un significato più ampio, non ridotto alla partecipazione economica/burocratica. E’ possibile rileggere la partecipazione nell’ottica di “cittadinanza”, di “diritto di voice”, di diritto di “informazione”

Il principio della partecipazione

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Ma che cosa è la

partecipazione?

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La partecipazione…perché?

La partecipazione è

diretta conseguenza

del carattere

democratico della

cooperativa.

Il modello di governance adottato influenza la

partecipazione dei soci al governo delle cooperativa.

Coinvolgere i soci nella vita

della cooperativa è dunque

fondamentale per gestire

democraticamente una

cooperativa

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Soci che non sanno di poter

partecipare

Nelle cooperazione di consumo esiste una criticità legata alle dimensione che fa sì che il socio “consapevole” sia solo un sottoinsieme dei consumatori.

La domanda corretta quindi è:

CHI SA DI POTER PARTECIPARE?

Chi partecipa? Il tema della

consapevolezza

Soci che non partecipano

Soci attivi

Diversa lettura della base sociale

Soci “consapevoli”

Soci attivi

Soci fruitori

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Partecipazione e

consapevolezza

Socio consapevole Socio attivo

Fruitore Consumatore

ALTO

ALTO

BASSO

BASSO

GR

AD

O D

I C

ON

SAP

EVO

LEZZ

A

GRADO DI PARTECIPAZIONE

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• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive la cooperazione come

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sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema

cooperativo

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Il manager partecipativo

• Il management svolge un ruolo fondamentale nel cambiamento e nell’adozione di un modello partecipativo.

• Fondamentale risulta la capacità del manager di:

- DEFINIRE GLI OBIETTIVI da raggiungere; - DELEGARE.

015/02/2011 prof.Mario Mazzoleni mmazzoleni@tin.it www.akademeia.it

Il manager 52

Partecipativo

Negoziatore

Innovatore moderatore

Maieuta

Imprenditore

Coach

Supervisore

Leader

Divulgatore

Selezionatore portavoce

Verificatore

Responsabile relazioni

esterne

Smussatore

Coordinatore

Risolutore

Riferimento

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Caratteristiche e pilastri del

ruolo

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ma cosa significa?

ALTA PROFESSIONALITA’

Competenze

Tecniche Abilità

Cognitive

Competenze

Relazionali Fattori

determinanti:

Coaching e Maiuetica

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Gestisce la “tensione” tra spinte valoriali e esigenze

gestionali

Motore dell’innovazi

one

Guida delle risorse umane

Integratore tra spinte diverse

Supporto al processo

partecipativo

Dirigente del

movimento

cooperativo Attore del

processo partecipativ

o

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Il manager cooperativo

Coach

Maieuta

A.R.C.O. 55

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“Vecchio” manager cooperativo “Nuovo” manager cooperativo

Identificazione con i valori espressi dai principi cooperativi

Identificazione nei valori legati all’affermazione delle istanze aziendali cooperative

Carriera tutta interna alla struttura aziendale o al movimento cooperativo

Carriera interna o esterna alla struttura aziendale o al movimento

Dirigenza come “premio fedeltà” Dirigenza come riconoscimento della professionalità

Dirigente “primo tra pari” Dirigente come leader riconosciuto

Alta anzianità Anzianità in linea con quella di dirigenti di imprese private

Modello gestionale “conservativo” Modello gestionale flessibile e legato a spinte di “mercato”

Stile di direzione paternalistico Stile di direzione partecipativo/efficientista

Competenze generali Competenze “specialistiche/gestionali” 56 www.mmsolutions.eu

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Fattori determinanti: coaching e

maieutica 57

Le abilità del manager devono essere di tipo tecnico e comportamentale, ma esistono altri elementi (FONDAMENTALI E DISCUSSI):

Il manager partecipativo agisce

come un coach per i propri

collaboratori:

• analizza e conosce le sue risorse;

• mette l’uomo giusto al posto

giusto;

• dà obiettivi, indirizzi e strumenti;

• accompagna, affianca, motiva e

sostiene;

• crea il gruppo;

• mette in atto azioni di problem

solving all’interno del gruppo.

COACHING

Il termine maieutica viene

dal greco maieutiké

(sottinteso: téchne).

Letteralmente, sta per

"l'arte dell’ostetricia"), ma

l'espressione designa il

metodo socratico.

Focus:

Dialogo e partecipazione

per far emergere il

meglio.

MAIEUTICA

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Essere coach

•Analizza e conosce le sue risorse;

•Mette l’uomo giusto al posto giusto;

•Dà obiettivi, indirizzi e strumenti;

•Accompagna, affianca, motiva e sostiene;

•Crea il gruppo;

•Mette in atto azioni di problem solving all’interno

del gruppo.

Il manager partecipativo agisce come

un coach per i propri collaboratori

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Colmare il gap

59

GAP GAP

Somma di tutte le

competenze di

un gruppo Risultati raggiunti

Il coaching permette di colmare il gap

esistente tra livello delle competenze a

disposizione e risultati che si vogliono

raggiungere.

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Il circolo virtuoso del

coaching

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Massimizzazione delle

performance del gruppo

Il coach conosce le

sue risorse,

le stimola e

accompagna, le

indirizza Si crea

l’approccio al

lavoro di

gruppo

Il collaboratore coinvolto e

stimolato dà il massimo

Si crea una relazione

empatica

con ogni

collaboratore

1

5

4

3

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Il manager maieuta

La domanda che usava fare Socrate, ti

estì, “che cos’è”, può migliorare molto

la qualità della comunicazione,

dell’apprendimento e della

partecipazione…

… ma può anche indurre alla

somministrazione della cicuta, perché

la chiarezza e la trasparenza non

sono sempre gradite!!

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Il manager maieuta

In uno schema logico di tipo

maieutico il manager raccoglie

i valori forti, li consolida, li

indirizza verso obiettivi

aziendali coerenti con gli

stessi e contemporaneamente

garantisce all’azienda la

sopravvivenza nel tempo.

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Il manager maieuta

La peculiarità “maieutica” del manager partecipativo si esplicita

nella definizione di modalità di indirizzo della gestione che devono

essere coerenti con le culture aziendali attraverso la

manifestazione di capacità di leadership che dovrà esprimersi

tenendo conto della forte tensione verso la diretta partecipazione dei

membri del soggetto economico alla definizione degli indirizzi aziendali.

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Il manager maieuta

In uno schema logico di tipo maieutico il manager raccoglie i

valori forti, li consolida, li indirizza verso obiettivi aziendali

coerenti con gli stessi e

contemporaneamente

garantisce all’azienda la sopravvivenza nel tempo.

La peculiarità “maieutica” del manager partecipativo

si esplicita nella definizione di modalità di indirizzo

della gestione che devono essere coerenti con le culture aziendali attraverso la manifestazione di

capacità di leadership che dovrà esprimersi tenendo

conto della forte tensione verso la diretta

partecipazione dei membri del soggetto economico

alla definizione degli indirizzi aziendali.

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Il modello A.R.C.O.

Attenzione

Responsabilità

Coinvolgimento

Orientamento

Apprendimento

Abilità

Ascolto

Atteggiamento

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Il manager

partecipativo Gestisce la “tensione” tra spinte

valoriali e esigenze gestionali

Motore

dell’innovaz

ione

Guida delle

risorse umane

Integratore tra

spinte diverse

Supporto al

processo

partecipativo

Attore del

processo

partecipativo

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Cultura gestionale flessibile

COINVOLGIMENTO DI TUTTI

IN TUTTO

IMPIEGARE TEAM

AUTOGESTITI

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Adottare i 5 supporti

1. Ascoltare/celebrare/assegnare riconoscimenti

2. Dedicare tutto il tempo necessario alla selezione

3. Addestrare e riaddestrare

4. Fornire incentivi economici a tutti

5. Garantire il posto di lavoro

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Eliminare i 3 inibitori

1. Semplificare/ridurre struttura

2. Ridefinire il ruolo dei quadri intermedi

3. Eliminare le norme burocratiche e le condizioni umilianti

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Riassumendo

Le abilità del manager devono essere di tipo tecnico e comportamentale, ma esistono altri elementi (fondamentali e molto discussi):

LA MAIEUTICA E IL COACHING

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Indice

• La crisi attuale • Genesi e limiti della crisi • Nuove prospettive la cooperazione come

emblema del raccordo economico sociale • La sfida dell’innovazione sociale per il

sistema cooperativo • Il manager cooperativo • Le linee di sviluppo del sistema

cooperativo

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• sviluppo del network interno;

• affiliazione;

• rafforzamento del sistema “finanziario cooperativo”;

• know-how: formazione e condivisione, data base e piattaforma informatica condivisi;

• servizi.

72

Linee di sviluppo per il sistema cooperativo :

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Ovvero l’insieme delle organizzazioni e delle relazioni che le legano tra loro.

73

1. Network

La cooperazione presenta peculiarità tipiche di una rete da un punto di vista:

socio-politico,

valoriale,

per l’assetto istituzionale

per le strategie di sviluppo ed integrazione adottate

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2. Network

Apertura esterna Radicamento locale

(embeddedness)

Vantaggi concreti in termini

di riduzioni di costi e

aumento di margini.

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Gli effetti delle logiche mutualistiche, solidaristiche e democratiche favoriscono la creazione di reti che aumentano l’efficienza del sistema

nel suo complesso con ricadute positive sugli stakeholder.

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3. Networking come vantaggio competitivo

NETWORKING ALLARGATO

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L’affiliazione è un processo che unisce due imprese, nell’obiettivo di giungere

ad uno sviluppo, in prima istanza, dell’identità più debole.

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Affiliazione

La pratica dell’affiliazione applicata al sistema cooperativo creerebbe un valore aggiunto sostanziale soprattutto per il trasferimento di know-how ed esperienze tra le organizzazioni coinvolte.

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Potrebbe avvenire attraverso:

• la creazione di un network finanziario mondiale che riunisca le diverse banche cooperative;

• la costituzione di fondi di sviluppo cooperativo;

• l’evoluzione del concetto e dell’utilizzo del ristorno.

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Il rafforzamento del sistema “finanziario cooperativo”

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Poiché manca la capacità di condividere, a livello globale, la conoscenza e il know-how. Sono necessari una serie di interventi per sviluppare tale capacità, ad esempio:

• progetti formativi transnazionali;

• accordi con le business school;

• ecc.

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1. Know-how: condivisione e formazione data base e piattaforma informatica

condivisi

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Necessaria la costituzione di una

banca dati mondiale per ottimizzare le

sinergie tra le cooperative.

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2. Know-how: condivisione e formazione, data base e piattaforma informatica condivisi

La formazione è sempre stata una delle priorità del sistema cooperativo.

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Necessario identificare un gruppo di facilitatori in grado di identificare

soluzioni economicamente sostenibili, senza

cadere nella trappola di “risposte

standardizzate”.

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Servizi

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