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PAGINA 1 di 332 COMUNE DI ROMA CONCORSO PUBBLICO DI N. 150 POSTI FIGURA PROFESSIONALE EDUCATORE ASILO NIDO CAT. C – POS. ECON. C1 LA RISPOSTA ESATTA E’ SEMPRE QUELLA INDICATA CON LA LETTERA “A)” 0001. Nel suo pensiero educativo quale dimensione privilegia Maria Montessori? A) La dimensione cognitiva/affettiva. B) La dimensione cognitiva/corporea. C) La dimensione etico/sociale. D) La dimensione spirituale/creativa. 0002. Bruner rispetto al Dewey: A) Rivendica l'importanza NON meno rilevante degli aspetti oggettivi e intrinseci delle discipline d'insegnamento. B) Rivendica l'importanza degli interessi individuali ed in particolare di quelli legati all'interazione con l'adulto. C) Fonda tutto l'insegnamento sulle leggi dell'apprendimento e principalmente sul condizionamento operante attraverso il rinforzo. D) Propone una pedagogia basata sull'adeguamento dell'insegnamento alla natura del bambino. 0003. Secondo John Dewey l'educazione è: A) Processo di formazione degli atteggiamenti fondamentali verso la natura e gli uomini. B) Esperienza razionalizzata di vita. C) Ricostruzione e riorganizzazione dell'esperienza. D) Esperienza puramente individuale e priva di carattere sociale. 0004. Quali temi fa emergere Popper, asserendo che abbiamo sempre una conoscenza innata da cui partire? A) Cultura ambientale, interazione fra apprendimento e stimolazioni culturali, ruolo attivo del soggetto bambino, carattere ipotetico della conoscenza. B) Limite dell'intervento educativo, ruolo secondario della scuola, importanza del ruolo delle famiglie, carattere oggettivo della conoscenza. C) Natura spirituale dell'essere umano, necessità di lasciare spazio all'apprendimento spontaneo, ruolo attivo delle risorse territoriali. D) Cultura ambientale, ruolo passivo del soggetto bambino, ruolo secondario della scuola, interazioni tra ambiente e contesti sociali. 0005. Il pensiero di Maria Montessori, che si basa sulla constatazione che spesso gli adulti tendono a reprimere la personalità del bambino, parte dallo studio su: A) Bambini con problemi psichici. B) Bambini con un livello di sviluppo adeguato all'età. C) Bambini con genitori alcolisti o con tare genetiche. D) Bambini con particolare predisposizione all'arte e alla musica. 0006. Quale tra le seguenti affermazioni è riconducibile al principio dell'educazione funzionale di Claparede? A) Il fondamento dell'educazione deve essere NON il timore del castigo né il desiderio di una ricompensa, ma l'interesse. B) La pedagogia deve avere un fondamento filosofico che tenga conto dell'evoluzione della storia del pensiero. C) É possibile avvicinarsi all'idea di una "scuola su misura" senza una radicale trasformazione della funzione del maestro. D) La scuola "nuova" deve essere una scuola che fornisce prevalentemente nozioni e NON che fornisca essenzialmente abilità. 0007. Cosa "raccomanda" la Agazzi all'educatrice nei primi giorni di inserimento in un ambiente educativo di un bambino? A) Un clima permissivo, sereno, fortemente puerocentrico, con un sobrio uso dei divieti e dell'intervento dell'adulto. B) Un clima sereno e fortemente puerocentrico ma già impregnato delle regole cui dovranno sottostare i bambini. C) Un clima tranquillo, nel quale l'intervento dell'educatrice deve essere sempre puntuale e attento a NON far sorgere nel bambino il dubbio che esso NON sia considerato. D) Un clima disciplinato e improntato dall'inizio ad un rispetto delle regole e ad un uso corretto degli spazi. 0008. Secondo il pensiero di Maria Montessori, da 0 a 3 anni il bambino ha: A) Una mente assorbente, in cui l'intelligenza opera inconsciamente. B) Una mente cosciente, con cui il bambino organizza logicamente i contenuti mentali assorbiti. C) Una mente osservatrice, che seleziona coscientemente i contenuti per essa più interessanti. D) Una mente intuitiva, che organizza gli stimoli sensoriali ricevuti. 0009. Nell'ambito della pedagogia idealistica quale pedagogista italiano ha contribuito all'aggiornamento della nostra scuola elementare anche con la elaborazione dei programmi per la stessa scuola nel 1923, nel quadro della riforma Gentile? A) Giuseppe Lombardo Radice. B) Rosa Agazzi. C) Bruno Ciari. D) Giovanni Gentile. 0010. Secondo John Dewey, la realtà NON ha struttura e fini rigidamente fidati e immutabili, ma è interazione tra uomo e natura. Lo strumento di tale interazione è: A) L'esperienza, in cui la dimensione logica si fonde con quella pratica. B) La creatività, grazie alla quale il vissuto si eleva a principio. C) La prassi, attraverso cui la morale e la teoria divengono reali. D) La mimesi, per cui la realtà riproduce i principi teorici.

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COMUNE DI ROMA CONCORSO PUBBLICO DI N. 150 POSTI

FIGURA PROFESSIONALE EDUCATORE ASILO NIDO CAT. C – POS. ECON. C1

LA RISPOSTA ESATTA E’ SEMPRE QUELLA INDICATA CON LA LETTERA “A)”

0001. Nel suo pensiero educativo quale dimensione privilegia Maria Montessori? A) La dimensione cognitiva/affettiva. B) La dimensione cognitiva/corporea. C) La dimensione etico/sociale. D) La dimensione spirituale/creativa.

0002. Bruner rispetto al Dewey: A) Rivendica l'importanza NON meno rilevante degli aspetti oggettivi e intrinseci delle discipline d'insegnamento. B) Rivendica l'importanza degli interessi individuali ed in particolare di quelli legati all'interazione con l'adulto. C) Fonda tutto l'insegnamento sulle leggi dell'apprendimento e principalmente sul condizionamento operante attraverso il rinforzo. D) Propone una pedagogia basata sull'adeguamento dell'insegnamento alla natura del bambino.

0003. Secondo John Dewey l'educazione è: A) Processo di formazione degli atteggiamenti fondamentali verso la natura e gli uomini. B) Esperienza razionalizzata di vita. C) Ricostruzione e riorganizzazione dell'esperienza. D) Esperienza puramente individuale e priva di carattere sociale.

0004. Quali temi fa emergere Popper, asserendo che abbiamo sempre una conoscenza innata da cui partire? A) Cultura ambientale, interazione fra apprendimento e stimolazioni culturali, ruolo attivo del soggetto bambino, carattere ipotetico

della conoscenza. B) Limite dell'intervento educativo, ruolo secondario della scuola, importanza del ruolo delle famiglie, carattere oggettivo della

conoscenza. C) Natura spirituale dell'essere umano, necessità di lasciare spazio all'apprendimento spontaneo, ruolo attivo delle risorse

territoriali. D) Cultura ambientale, ruolo passivo del soggetto bambino, ruolo secondario della scuola, interazioni tra ambiente e contesti

sociali. 0005. Il pensiero di Maria Montessori, che si basa sulla constatazione che spesso gli adulti tendono a reprimere la personalità

del bambino, parte dallo studio su: A) Bambini con problemi psichici. B) Bambini con un livello di sviluppo adeguato all'età. C) Bambini con genitori alcolisti o con tare genetiche. D) Bambini con particolare predisposizione all'arte e alla musica.

0006. Quale tra le seguenti affermazioni è riconducibile al principio dell'educazione funzionale di Claparede? A) Il fondamento dell'educazione deve essere NON il timore del castigo né il desiderio di una ricompensa, ma l'interesse. B) La pedagogia deve avere un fondamento filosofico che tenga conto dell'evoluzione della storia del pensiero. C) É possibile avvicinarsi all'idea di una "scuola su misura" senza una radicale trasformazione della funzione del maestro. D) La scuola "nuova" deve essere una scuola che fornisce prevalentemente nozioni e NON che fornisca essenzialmente abilità.

0007. Cosa "raccomanda" la Agazzi all'educatrice nei primi giorni di inserimento in un ambiente educativo di un bambino? A) Un clima permissivo, sereno, fortemente puerocentrico, con un sobrio uso dei divieti e dell'intervento dell'adulto. B) Un clima sereno e fortemente puerocentrico ma già impregnato delle regole cui dovranno sottostare i bambini. C) Un clima tranquillo, nel quale l'intervento dell'educatrice deve essere sempre puntuale e attento a NON far sorgere nel bambino

il dubbio che esso NON sia considerato. D) Un clima disciplinato e improntato dall'inizio ad un rispetto delle regole e ad un uso corretto degli spazi.

0008. Secondo il pensiero di Maria Montessori, da 0 a 3 anni il bambino ha: A) Una mente assorbente, in cui l'intelligenza opera inconsciamente. B) Una mente cosciente, con cui il bambino organizza logicamente i contenuti mentali assorbiti. C) Una mente osservatrice, che seleziona coscientemente i contenuti per essa più interessanti. D) Una mente intuitiva, che organizza gli stimoli sensoriali ricevuti.

0009. Nell'ambito della pedagogia idealistica quale pedagogista italiano ha contribuito all'aggiornamento della nostra scuola elementare anche con la elaborazione dei programmi per la stessa scuola nel 1923, nel quadro della riforma Gentile?

A) Giuseppe Lombardo Radice. B) Rosa Agazzi. C) Bruno Ciari. D) Giovanni Gentile.

0010. Secondo John Dewey, la realtà NON ha struttura e fini rigidamente fidati e immutabili, ma è interazione tra uomo e natura. Lo strumento di tale interazione è:

A) L'esperienza, in cui la dimensione logica si fonde con quella pratica. B) La creatività, grazie alla quale il vissuto si eleva a principio. C) La prassi, attraverso cui la morale e la teoria divengono reali. D) La mimesi, per cui la realtà riproduce i principi teorici.

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0011. Su cosa si fonda la corrente pedagogica definita "attivismo italiano"? A) Sull'idea che al centro dell'apprendimento ci sia l'esperienza e che il bambino sia attore del processo formativo. B) Sul principio che l'educatore intervenga attivamente in tutte le dimensioni di vita del bambino. C) Sull'idea che al centro dell'apprendimento ci sia l'esperienza ma che il bambino sia soggetto passivo del processo formativo. D) Sul principio che l'educatore sia spettatore passivo del processo formativo del bambino, sanzionandone solo le inclinazioni

antisociali. 0012. Secondo Skinner il comportamento direttamente osservabile dall'esterno è:

A) L'unico criterio oggettivo dell'indagine psicologica. B) Un possibile criterio oggettivo dell'indagine psicologica. C) Un possibile criterio soggettivo del singolo ricercatore. D) Un criterio soggettivo condiviso dall'équipe di ricerca.

0013. Nel suo pensiero educativo quale dimensione privilegia Rosa Agazzi? A) La dimensione affettivo/creativa. B) La dimensione affettivo/corporea. C) La dimensione affettivo/etico-sociale. D) La dimensione corporea/cognitiva.

0014. Secondo Maria Montessori, all'educatrice: A) Spetta il compito di organizzare l'ambiente e di mostrare l'uso corretto del materiale, quindi deve attendere i tempi dei bambini

per poi dedicare ogni cura alla osservazione dei comportamenti individuali. B) Spetta il compito di organizzare l'ambiente ma NON di mostrare l'uso del materiale che deve essere appreso dal bambino

singolarmente. C) Spetta il compito di mostrare l'uso corretto del materiale ma NON di organizzare l'ambiente. Tale organizzazione deve essere

effettuata da tutti i bambini che costituiscono il "gruppo". D) Spetta soltanto il compito di osservare e correggere i comportamenti individuali.

0015. Emile Durkheim (1911), affermando che tutte le pratiche educative hanno lo scopo di adattare le giovani generazioni all'ambiente, auspica una collaborazione:

A) Tra la pedagogia e la sociologia. B) Tra la pedagogia e l'antropologia. C) Tra la pedagogia e la filosofia. D) Tra la pedagogia e l'ecologia.

0016. Quale tra le seguenti affermazioni è riconducibile al principio dell'educazione funzionale di Claparede? A) É necessaria una profonda trasformazione della figura e delle funzioni del maestro. B) La scuola tradizionale tiene sufficientemente conto delle attitudini individuali del bambino. C) La scuola NON può trarre alcun vantaggio pedagogico dal gioco. D) L'insegnamento NON deve uniformarsi alle condizioni dell'apprendimento.

0017. Quale tra le seguenti opere è stata scritta da Jean Piaget? A) Lo sviluppo mentale del bambino. B) La scuola su misura. C) Il mio credo pedagogico. D) Gli Orientamenti della scuola materna.

0018. La pedagogia sperimentale prevede: A) L'applicazione della ricerca scientifica e sperimentale nel campo dei fenomeni educativi. B) L'utilizzo di tecnologie video-sonore come stimoli educativi. C) Il ricorso a tecniche di gioco per ovviare a deficit nell'apprendimento. D) La comparazione tra modelli educativi classici e quelli che si avvalgono delle tecnologie.

0019. Il metodo dei centri di interesse di Decroly sostiene: A) La conoscenza da parte del bambino della sua personalità e la conoscenza delle condizioni dell'ambiente. B) La conoscenza da parte del bambino del suo "Io", dei suoi bisogni e dell'ambiente. C) La conoscenza da parte del bambino della sua personalità e della sua famiglia. D) La conoscenza che il bambino ha del suo "Io" attraverso il confronto con i pari.

0020. Per Steiner la pedagogia è un'arte cui dedicarsi: A) Per una sorta di "vocazione". B) Per motivazioni legate alla responsabilità sociale. C) Per mettere allo stesso livello figli di intellettuali e figli di contadini e operai. D) Per veicolare e diffondere la cultura dell'infanzia.

0021. L'idea di fondo di Johann Heinrich Pestalozzi era che: A) L'uomo fosse buono e che l'educatore avesse solo il compito di assisterlo. B) L'uomo NON fosse buono e che l'educatore avesse il compito di correggerlo. C) L'uomo NON fosse buono e che l'educatore avesse il compito di redimerlo. D) L'uomo fosse buono e in grado di educarsi senza guide esterne.

0022. Come è il bambino di Maria Montessori? A) Esploratore, spettatore e protagonista insieme. B) Ludico e molto interessato ai suoi gioco. C) Domestico, intento alle cose di uso quotidiano. D) Sociale e rivolto al mondo dell'adulto.

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0023. Tra i promotori dell'emancipazione dell'infanzia vi è Maria Montessori che ha proposto: A) La casa dei bambini. B) I centri di interesse. C) La scuola dell'infanzia. D) Il metodo di lavoro libero per gruppi.

0024. Secondo la teoria montessoriana perché il bambino è felice? A) Perché è messo nelle condizioni di convertire le proprie energie "vitali" in laboriosità, in attività di esplorazione e costruzione

personale dei propri confini di esperienza. B) Perché la "casa dei bambini" è angolo del gioco e divertimento come un luna-park ludico dove si consumano e appagano le

motivazioni represse o negate nell'ambito famigliare. C) Perché al nido è libero di fare ciò che NON gli è permesso di fare a casa e perché in esso vive la logica biologistica e

permissivistica del "culto del bisogno". D) Perché ritrova nell'ambiente del nido le pareti domestiche e vede l'educatrice come madre ponendola in relazione alle attività di

cura ricevute a casa. 0025. Nell'indagine pedagogica di Celestin Freinet, quale dei "quattro mondi" di esperienza dell'infanzia è privilegiato?

A) La comunicazione. B) La logica. C) L'ambiente. D) La corporeità.

0026. Ferrière fu convinto assertore: A) Della legge biogenetica: c'è corrispondenza tra lo sviluppo della specie e quello dell'individuo. B) Della legge eugenetica: c'è corrispondenza tra caratteri genetici e apprendimento. C) Della legge biogenetica: NON c'è corrispondenza tra lo sviluppo della specie e quello dell'individuo. D) Della legge eugenetica: NON c'è corrispondenza tra caratteri genetici e apprendimento.

0027. Secondo la teoria froebeliana nel pensiero espressivo che porta alla "creatività" del bambino: A) Viene teorizzato il principio metodologico dell'arte come "polivalenza" dei codici comunicativi. B) Viene privilegiata la matematica come struttura logica elementare del pensiero. C) E' teorizzato il principio metodologico basato sull'uso del materiale geometrico/meccanico. D) Sono messi in posizione decisamente marginale il canto, il disegno e la pittura.

0028. Chi fu il promotore del metodo denominato "lavoro libero per gruppi"? A) Roger Cousinet. B) Lucien Laberthonnière. C) Maria Boschetti Alberti. D) Maria Montessori.

0029. A partire dagli anni '70 i contributi della psicologia tendono a tracciare l'immagine di un bambino: A) Autonomo, capace di fare; un bambino capace di cultura e di costruirsi una propria visione del mondo. B) Condizionato dalle immagini, dalla televisione e dalla pubblicità. C) Insicuro, perciò bisognoso di attenzione e cura costanti da parte della famiglia. D) Completamente dipendente dalla famiglia e dalle altre agenzie educative.

0030. Come viene definita dal Dewey la situazione problematica dubbia costituita da una perturbazione del rapporto fra uomo ed ambiente, che mette in moto il pensiero umano?

A) Pre-riflessiva. B) Post-riflessiva. C) Riflessione. D) Post-ragionamento.

0031. Quale tra i seguenti pedagogisti è riconducibile alla "pedagogia della contestazione"? A) Don Lorenzo Milani. B) Antonio Gramsci. C) William Kilpatrick. D) Maria Montessori.

0032. In che cosa consiste il codice ristretto, secondo Bernstein? A) In brevi frasi concrete. B) In un linguaggio che il bambino usa in un cerchio ristretto di persone. C) In un codice formato da pochi simboli. D) In espressioni ricorrenti che NON comunicano stati emotivi.

0033. Nel suo pensiero educativo quali dimensioni privilegia Friedrich Froebel? A) Le dimensioni creativa/corporea. B) Le dimensioni etico/sociale. C) Le dimensioni cognitiva/affettiva. D) Le dimensioni affettiva/relazionale.

0034. La nozione di "Pedagogia nera", introdotta dalla psicoanalista austriaca Miller, si riferisce: A) Al fatto che ci sono genitori che usano metodi di correzione violenti. B) Al fatto che i genitori dei ceti sociali svantaggiati usano mezzi di correzione violenti. C) Ad alcuni metodi educativi severi che NON hanno però conseguenze sulla personalità di chi li subisce. D) A metodi correttivi tali da generare sempre, nei soggetti che li subiscono, disturbi nel comportamento.

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0035. Secondo Bruner l'insegnamento deve mirare a fornire: A) Le idee organizzatrici e strutturali delle varie discipline. B) Un approfondimento degli interessi spontanei degli alunni. C) Il maggior numero possibile di contenuti di varie discipline. D) I contenuti nozionistici principali delle varie discipline.

0036. Come si può definire la teoria psicologica dell'apprendimento cui fa riferimento Bruner? A) Strutturalistica. B) Comportamentistica. C) Funzionalistica. D) Psicologia formale.

0037. Come è il bambino di Friedrich Froebel? A) Ludico. B) Esploratore. C) Domestico. D) Insicuro.

0038. Di quale modello di educazione era sostenitore John Dewey? A) Educazione alla democrazia. B) Educazione alla religione. C) Educazione al lavoro. D) Educazione al cambiamento.

0039. Froebel, sul piano metodologico, indica: A) Nel "gioco" la sfera per eccellenza dell'esperienza infantile. B) Nel "canto" la sfera per eccellenza dell'esperienza infantile. C) Nel "disegno e nella logica" le sfere per eccellenza dell'esperienza infantile. D) Nel "linguaggio" la sfera per eccellenza dell'esperienza infantile.

0040. Quali sono i codici "espressivi" a cui dà rilievo la didattica agazziana? A) Sono quelli abitualmente praticati in famiglia. B) Sono quelli che richiedono strumenti specialistici. C) Sono quelli scarsamente presenti nella vita domestica di un bambino. D) Sono esclusivamente il disegno e il canto.

0041. Una struttura secondo Bruner è: A) Un insieme di proposizioni connesse tra di loro mediante determinate regole. B) Un insieme di regole collegate da proposizioni sintatticamente evolute. C) Un insieme di proposizioni riguardanti uno stesso oggetto. D) L'insieme delle nozioni che costituiscono una disciplina.

0042. Che cosa sostiene Gardner nel suo libro "Formae mentis"? A) Che ogni individuo è dotato di più intelligenze. B) Che l'intelligenza ha una forma unitaria in tutti gli individui. C) Che l'intelligenza NON può essere misurata. D) Che gli individui condividono architetture cognitive generali.

0043. Il fine dell'educazione per la Montessori è: A) La difesa della dignità e della libertà dell'infanzia. B) La socializzazione nel processo educativo. C) Favorire le capacità creative. D) Promuovere nei bambini la cooperazione e il lavoro collettivo.

0044. Quale scuola teorizzò Ovide Decroly? A) La scuola dei "centri di interesse". B) La scuola "su misura". C) La scuola del "lavoro". D) La scuola del "massimo possibile delle conoscenze".

0045. Tra quelle indicate segnalare l'opera che appartiene a Jean Piaget. A) Introduzione all'epistemologia genetica. B) La relazione educativa. C) Fondamenti della conoscenza. D) La scuola su misura.

0046. Quale delle seguenti "equazioni" è presente nella teoria agazziana? A) Educazione uguale democrazia. B) Educazione uguale selezione socioculturale. C) Educazione uguale gabbie di indottrinamento. D) Educazione uguale ordine morale.

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0047. Chi fu a coniare il motto "I care", letteralmente "Io mi prendo cura", che riassumeva le finalità educative orientate alla presa di coscienza civile e sociale?

A) Don Milani, in dichiarata contrapposizione al "Me ne frego" fascista. B) Maria Montessori, contro l'autoritarismo del sistema educativo vigente all'epoca. C) Rosa Agazzi, in polemica con il nozionismo e per incoraggiare le attività individuali dei bambini. D) Giovanni Gentile, che identificava lo Stato come guida educativa.

0048. Il bambino di Bruno Ciari: A) É il bambino della ragione. B) É il bambino ludico. C) É il bambino esploratore. D) É il bambino domestico.

0049. Il metodo fondamentale di insegnamento di Sutherland Neill prevede: A) Una pedagogia NON direttiva, cioè un'educazione che accetta il bambino per quel che è. B) Una pedagogia parzialmente direttiva, cioè un'educazione che lascia il bambino abbastanza libero. C) Una pedagogia guidata, che aiuta il bambino a migliorarsi. D) Una pedagogia direttiva, che esclude però metodi punitivi.

0050. Sutherland Neill fonda la sua concezione educativa: A) Sulla fede nella bontà originaria della natura umana. B) Sulle capacità intellettive innate in ogni bambino. C) Sulla capacità del bambino di sopportare le frustrazioni. D) Sulla fiducia nell'ingenuità della mente infantile.

0051. Quale pedagogista introdusse il concetto di "educazione del cuore", intesa come educazione all'affettività e del sentimento?

A) Johann Heinrich Pestalozzi. B) Maria Montessori. C) Rosa Agazzi. D) Lorenzo Milani.

0052. Per quale tipo di società appare funzionale la pedagogia di Bruner? A) Per una società tecnologicamente avanzata. B) Per una società di tipo agricolo. C) Per una società di tipo industriale. D) Per una società basata sugli scambi commerciali.

0053. Quale tra le seguenti affermazioni è correttamente riferibile alla pedagogia frobeliana? A) Il bambino deve essere libero di crescere, secondo un modello di spontaneità. B) Il bambino deve essere libero di esprimersi, specie con il canto, in quanto generatore di educazione spirituale. C) Il bambino può creare un "museo dei poveri", formato di piccole cose d'uso quotidiano da lui raccolte. D) Il bambino NON dovrebbe essere punito in alcun modo, né con ammonimenti né con castighi.

0054. Quali sono gli itinerari didattici che portano alla "creatività" infantile secondo Froebel? A) Il sentiero percettivo e quello espressivo. B) Il sentiero percettivo e quello sociale. C) Il sentiero espressivo e quello emotivo. D) Il sentiero sociale e quello emotivo.

0055. Decroly fa parte di diritto "dell'album di famiglia" della scuola materna europea. Suo merito è quello di avere scolpito una particolare identità del bambino:

A) Identità storica. B) Identità sociale. C) Identità comunicativa. D) Identità ludica.

0056. Decroly nella sua indagine pedagogica quale dei "quattro mondi" di esperienza dell'infanzia (comunicazione, ambiente, logica e corporeità) ha privilegiato?

A) L'ambiente. B) La logica. C) La comunicazione. D) La corporeità.

0057. La pedagogia freinetiana venne detta anche: A) Pedagogia popolare. B) Pedagogia marxista. C) Pedagogia collettiva. D) Pedagogia comunista.

0058. Il contributo più originale di E. Claparède nell'ambito della pratica pedagogica è riconducibile al progetto di una: A) "Scuola su misura". B) "Scuola degli interessi". C) "Scuola dei valori". D) "Scuola progressista".

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0059. La legge del bisogno o principio funzionale, secondo la quale qualsiasi attività è sempre suscitata da interesse conseguente a un bisogno, è una teoria di:

A) Claparède. B) Decroly. C) Steiner. D) Stanley.

0060. Secondo Howard Gardner la relazione tra le caratteristiche intellettive di un bambino e il suo comportamento è da ricercare:

A) Nella combinazione delle diverse intelligenze. B) Nel corredo genetico individuale. C) Nel rapporto tra intelligenza e ambiente. D) Nel contesto sociale di provenienza.

0061. Dopo la seconda guerra mondiale, una nuova sensibilità per i diritti del bambino fu all'origine dell'educazione "permissiva" legata al nome:

A) Del pediatra americano Spock. B) Dello psicoanalista francese Spitz. C) Dello psichiatra inglese Bowlby. D) Dello psicologo americano Skinner.

0062. La dimensione affettiva di Rosa Agazzi è guidata anche da un fervido sentimento religioso. Come è inteso tale sentimento?

A) Come orizzonte di fratellanza, di rispetto e di amore verso l'altro. B) Come acquisizione precoce di immagini e figure della Sacra Scrittura. C) Come orizzonte di amore che NON può prescindere da una formazione catechistica. D) Come un sentimento che si traduce in formalizzazioni religiose.

0063. L'idea delle intelligenze multiple di Howard Gardner si fonda su processi intellettivi, individuati e caratterizzati in ogni bambino da:

A) Una traiettoria evolutiva. B) Progressi e regressioni. C) Schemi mentali predeterminati. D) Un numero variabile di tipi di intelligenza.

0064. Secondo il pedagogista Ferrante Aporti, l'asilo serviva fondamentalmente a: A) Aiutare le famiglie preservando i figli dai pericoli, fornendo loro la refezione, educandoli ad una coscienza nazionale. B) Aiutare i bambini, togliendoli dalla strada e fornendo loro un pasto caldo e un'educazione rudimentale. C) Migliorare la società, evitando il degradante spettacolo di bambini abbandonati, affamati e ignoranti. D) Creare una cultura nazionale dell'infanzia che tenesse nel giusto conto i bisogni e i diritti dei bambini.

0065. Per "Piramide di Maslow" s'intende una scala per misurare i bisogni degli individui di qualsiasi età; tali bisogni sono suddivisi:

A) Tra più elementari e più complessi. B) Tra meno urgenti e più urgenti. C) Tra più visibili e meno visibili. D) Tra meno importanti e più importanti.

0066. Il "problem finding" è: A) La capacità di scoprire un problema. B) La capacità di analizzare un problema. C) La capacità di condividere un problema. D) La capacità di risolvere un problema.

0067. Un bambino di 2 anni impara ad applicare la struttura grammaticale del linguaggio che abitualmente ascolta". Chi dei seguenti studiosi sostiene questo?

A) Slobin. B) Chomsky. C) Piaget. D) Bruner.

0068. Per Maria Montessori, il bambino: A) É possessore di principi morali innati. B) Apprende principi morali insegnati con amore. C) É creatore di principi morali per sé e per gli adulti. D) Apprende i principi morali insegnati con l'esempio.

0069. Maria Montessori realizza del materiale didattico specifico per l'educazione sensoriale e motoria del bambino e lo suddivide in:

A) Analitico, autocorrettivo, attraente. B) Induttivo, riflessivo, sintetico. C) Attentivo, percettivo, mnemonico. D) Deduttivo,sincretico, introspettivo.

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0070. La psicologia cognitiva è una branca della psicologia che studia: A) Il funzionamento della mente e i processi con cui le informazioni sono acquisite, elaborate e memorizzate. B) Il modello di apprendimento proposto dal comportamentismo, basato sulla ripetizione delle esperienze. C) Le capacità intuitive del bambino dalla nascita fino ai tre anni, a partire dal suo corredo genetico. D) L'apprendimento umano confrontandolo con quello delle specie animali più evolute.

0071. Si parla di "pedagogia", come uno specifico campo del sapere, a partire da: A) Herbart, il quale la connette all'etica e alla psicologia. B) Pestalozzi, che usa per primo tale termine. C) Dewey, che ne teorizza principi e fini. D) Durkheim, che la pone come presupposto della nascita di un gruppo sociale.

0072. "La rappresentazione del mondo nel fanciullo" (1926) è un'opera di: A) Piaget. B) Bruner. C) Freire. D) Steiner.

0073. La Montessori ribadisce in più di un'occasione che il materiale di sviluppo (incastri solidi e blocchi; materiale dei colori; incastri piani e forme geometriche; materiale dei suoni; ecc.)...

A) É il risultato delle scelte operate dai bambini. B) É il prodotto del suo metodo educativo. C) É la fusione fra il suo metodo e le scelte dei bambini. D) NON deve essere strutturato, né programmato dall'adulto.

0074. Nell'opera più conosciuta di Froebel, "Educazione dell'uomo" (1826), compito dell'educazione è: A) Assecondare la spontanea attività umana NON proponendo modelli esterni da imitare. B) Guidare la spontanea attività umana limitando i modelli esterni da imitare. C) Contenere la spontanea attività umana, inibendo l'influsso di modelli esterni. D) Assecondare la spontanea attività umana proponendo modelli esterni da imitare.

0075. Per "problem talking" s'intende: A) La capacità di descrivere, spiegare e comunicare un problema. B) La capacità di individuare un problema. C) La capacità di rimuovere inconsciamente un problema. D) La capacità di risolvere un problema.

0076. L'obiettivo fondamentale della concezione pedagogica di Anton Semionovic Makarenko (1888-1939) fu quello di creare un cittadino:

A) In grado di difendere gli interessi della collettività. B) In grado di difendere i suoi interessi personali. C) In grado di tenere in conto interessi collettivi e individuali. D) In grado di convivere pacificamente in qualsiasi contesto sociale.

0077. Rosa e Carolina Agazzi, a Mompiano, hanno diretto un'istituzione chiamata: A) Nuovo Asilo. B) Giardino dell'infanzia. C) Asilo d'infanzia. D) Casa dei bambini.

0078. Percezione, apprendimento, problem solving, memoria sono alcuni dei processi studiati: A) Dalla psicologia cognitiva. B) Dalla pedagogia speciale. C) Dal behaviorismo. D) Dalla psicologia della forma.

0079. All'interno della piramide di Maslow quali bisogni NON sono rappresentati? A) I bisogni di assertività. B) I bisogni di realizzazione di sé. C) I bisogni di sicurezza e protezione. D) I bisogni di appartenenza.

0080. Secondo Franco Frabboni "il nuovo guardaroba dell'insegnante" deve prevedere: A) Un nuovo abito istituzionale e un nuovo abito culturale. B) Un nuovo abito pedagogico e un nuovo abito relazionale. C) Un nuovo abito sociale e un nuovo abito multiculturale. D) Un nuovo abito multiculturale e un nuovo abito istituzionale.

0081. Di quale corrente pedagogica furono esponenti le sorelle Agazzi? A) Dell'attivismo italiano. B) Del cognitivismo. C) Del behaviorismo. D) Del comportamentismo.

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0082. Nei confronti dei bambini diversamente abili, Andrea Canevaro sostiene che: A) Sono singolarmente originali e nello stesso tempo hanno tratti comuni a tutti. B) Sono assolutamente differenti dagli altri, ma ugualmente integrabili. C) NON ci sono coincidenze fra insegnamento-apprendimento-integrazione. D) Il tema della disabilità si può ricondurre alle differenze individuali.

0083. La differenza fondamentale tra le teorie pedagogiche dell'Ottocento e quelle del Novecento è che: A) Le prime si basano sul concetto di individuo, le seconde sul processo d'interazione tra individuo e società. B) Le prime si basano sui contenuti teorici, le seconde sui contenuti empirici e sulle prassi attuate dagli individui. C) Le prime si basano sull'apprendimento di nozioni, le seconde sull'adeguamento del proprio comportamento a quello altrui. D) Le prime NON valorizzano le qualità innate dell'individuo, le seconde le ritengono fondamentali per rapportarsi con la società.

0084. Rispetto alle teorie del pedagogista Paulo Freire, che sottolinea la funzione emancipatrice della scienza, della cultura, dell'educazione e della comunicazione, si parla di:

A) "Pedagogia degli oppressi". B) "Pedagogia della libertà". C) "Pedagogia della forza interiore". D) "Pedagogia dell'espressione sociale".

0085. La pedagogia freinetiana ha tra i suoi obiettivi l'attuazione di metodi educativi rispettosi dei ritmi di sviluppo di ogni bambino attraverso:

A) L'individualizzazione e il lavoro per piccoli gruppi. B) L'incoraggiamento all'affermazione personale. C) L'incoraggiamento alla competitività. D) L'esercizio delle attitudini artistiche personali.

0086. Quale tra le seguenti opere è stata scritta dalla Montessori? A) La mente del bambino (1952). B) La funzione di globalizzazione e l'insegnamento (1929). C) Una scuola per la vita attraverso la vita (raccolta di saggi degli anni 1908-1927). D) Verso la scuola rinnovata (1921).

0087. Nel metodo montessoriano, il bambino, nella scelta del materiale didattico: A) É libero: tutto deve scaturire dal suo interesse spontaneo. B) É limitato: il suo interesse spontaneo deve conciliarsi con le regole. C) É guidato: sono gli educatori a doverlo valutare. D) É condizionato: il gruppo influisce sul singolo.

0088. Per "problem solving" s'intende: A) Il processo per analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche. B) La capacità di risolvere rapidamente problemi matematici. C) La capacità di superare i conflitti con i pari instaurando relazioni durature nel tempo. D) Il processo d'individuazione di situazioni problematiche.

0089. Nel 1951 Gianni Milano e Celestin Freinet, furono tra i fondatori, a Torino di: A) MCE, Movimento di Cooperazione Educativa. B) MEI, Movimento Educativo Italiano. C) MEP, Movimento Educativo Popolare. D) MCP, Movimento Cooperativo Pedagogico.

0090. Sutherland Neill sostiene che: A) NON esistono bambini difficili, ma solo cattivi genitori e cattivi maestri. B) Alcuni bambini sono difficili, ma vengono peggiorati da cattivi genitori e cattivi maestri. C) I bambini difficili possono essere migliorati da buoni genitori e buoni maestri. D) Sono bambini difficili solo quelli che vivono in ambienti socio culturali svantaggiati.

0091. Franco Frabboni definisce il Curricolo come: A) Motore della continuità educativa. B) Punto di partenza dell'azione educativa. C) Strumento di confronto fra tecniche educative. D) Ponte di continuità educativa.

0092. La teoria dell'apprendimento sociale riguarda: A) La capacità di adeguare i comportamenti alle circostanze. B) L'insieme delle nozioni acquisite tramite l'imitazione. C) L'insieme delle regole e delle norme sociali. D) La capacità di porre le informazioni in sequenza causale.

0093. Il "caso del piccolo Albert" venne studiato da Watson come esempio di: A) Condizionamento. B) Aggressività verso i pari. C) Afasia conseguente ad un forte spavento. D) Fobia innata.

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0094. Scrive Dewey: "In ogni unità di pensiero ci sono due estremi: una situazione perturbata all'inizio e una chiarificata alla fine ". Tra questi estremi si articolano cinque fasi del pensiero. La quarta, il ragionamento....

A) É quella che consiste nello sviluppare e rendere esplicite tutte le implicazioni possibili di una congettura o ipotesi. B) Corrisponde a quella in cui si elabora la difficoltà avvertita inizialmente in un problema da risolvere. C) É l'azione di convalida diretta dell'ipotesi elaborata nella fase precedente. D) Sorge quando l'azione diretta è inibita da un ostacolo ed il pensiero è costretto a ripiegare su se stesso.

0095. Quale tra i seguenti NON è un esponente del comportamentismo? A) Jean Lave. B) Burrhus Frederic Skinner. C) Max Meyer. D) John Watson.

0096. Giuseppina Pizzigoni fondò, nel 1911, una Scuola in un sobborgo industriale di Milano, in cui attuò un metodo sperimentale di apprendimento:

A) Fondato sull'osservazione dal vero, rivolto al mondo della natura e degli uomini. B) Fondato su valutazioni sociologiche sull'ambiente. C) Fondato sull'assenza di pregiudizi sociali. D) Fondato sull'osservazione partecipante nel gruppo sociale.

0097. Secondo Ovide Decroly, l'insegnamento è composto da tre elementi principali: A) Osservazione, associazione, espressione. B) Trasmissione, relazione, competenza. C) Assimilazione, attenzione, conflitto. D) Autonomia, autostima, confronto.

0098. Pestalozzi sosteneva che l'uomo attraversasse tre stadi evolutivi: A) Naturale, sociale e morale. B) Istintuale, razionale e spirituale. C) Animale, sociale e razionale. D) Primario, secondario e finale.

0099. La scuola storico-culturale ha tra i suoi esponenti: A) Vygotskij. B) Freud. C) Piaget. D) Decroly.

0100. Tra le teorie sull'educazione Kant ritiene che per un buon progetto educativo: A) Ci debba essere connessione tra momento "istitutivo" ed "educativo". B) NON ci debba essere connessione tra momento "istitutivo" ed "educativo". C) L'educazione debba essere considerata solo nella prospettiva dell'educatore. D) L'educazione debba essere considerata solo nella prospettiva dell'educando.

0101. Nell'ambito dell'esperienza pedagogica la capacità dell'educatore di prestare attenzione ai "segni" e alle narrazioni dell'alunno è definita:

A) Empatia. B) Reciprocità. C) Tolleranza. D) Riformulazione.

0102. Nell'apprendimento, la discriminazione è: A) Una risposta alle differenze, mediante la progressiva esclusione delle generalizzazioni. B) Una risposta alle differenze, mediante la progressiva esclusione delle stesse. C) Una negazione delle differenze, escluse grazie al processo di generalizzazione. D) Una comparazione selettiva tra analogie e differenze.

0103. Eduard Spranger (1951) ripone lo scopo dell'educazione: A) Nel ridestare o dischiudere la coscienza. B) Nel controllare l'eccessivo spontaneismo. C) Nell'evitare la precocità di apprendimento. D) Nel liberare gli istinti repressi.

0104. Secondo Max Stirner ciò che farà la differenza tra "uomini liberi" ed "uomini educati" è che: A) L'individuo faccia dipendere la conoscenza e le credenze dai suoi bisogni e desideri. B) L'individuo faccia dipendere la conoscenza e le credenze dalle norme e dalle esigenze sociali. C) L'individuo adegui i suoi bisogni, desideri, credenze e conoscenze a quelli degli altri. D) L'individuo faccia dipendere i suoi bisogni e desideri dalle sue conoscenze e credenze.

0105. Nell'ambito delle teorie sull'apprendimento, se si riesce a controllare il comportamento attraverso il rinforzo, si parla di: A) Modellamento. B) Determinismo reciproco. C) Pensiero divergente. D) Teatralismo.

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0106. Secondo Martin Buber, noi ci rapportiamo al mondo: A) Secondo una relazione io-tu. B) Secondo una relazione io-società. C) Secondo una relazione io-diverso da me. D) Secondo una relazione noi-voi.

0107. La libertà di apprendimento è un principio pedagogico di: A) Helen Parkhurst. B) Roberto Ardigò. C) Emile Durkheim. D) Ferrante Aporti.

0108. Nell'apprendimento, l'estinzione consiste: A) Nell'eliminazione graduale delle risposte condizionate. B) Nell'eliminazione graduale delle risposte spontanee. C) Nell'eliminazione graduale delle risposte differite. D) Nell'eliminazione graduale delle risposte complesse.

0109. Il fenomeno chiamato da Edouard Claparède "sincretismo" è anche detto: A) Globalismo, per cui la realtà esterna viene percepita nel suo insieme e NON nei particolari. B) Olismo, per cui la realtà esterna viene percepita in tutti i suoi particolari. C) Unicismo, per cui la realtà esterna viene percepita nei suoi singoli particolari. D) Unitarismo, per cui la realtà esterna viene percepita in base all'omogeneità dei particolari.

0110. Secondo Martin Buber, l'uomo si può porre nei confronti del mondo con due atteggiamenti base: A) Una relazione io-tu, mondo vero e proprio della relazione, o una relazione io-esso, mondo dell'esperienza. B) Una relazione io-tu, mondo della relazione personale, o una relazione noi-voi, mondo delle relazioni sociali. C) Una relazione noi-voi, mondo delle relazioni sociali, o una relazione io-esso, mondo dell'esperienza. D) Una relazione conflittuale noi-voi, mondo vero e proprio della relazione, o una relazione positiva io-esso, mondo neutro

dell'esperienza. 0111. Per Ferdinand Ebner il fine dell'educazione:

A) Deve essere un aiuto alla crescita globale dell'individuo. B) Deve essere un aiuto alla crescita dell'intera società. C) Consiste nello sviluppo delle capacità mnemoniche. D) Consiste nella formazione permanente.

0112. La didattica secondo la prospettiva marxiana può essere definita: A) Didattica collettivistica. B) Didattica scientista. C) Didattica tecnicistica. D) Didattica individualistica.

0113. La pedagogia definisce "vizi" i comportamenti messi in atto nei confronti del bambino: A) Senza che egli li richieda. B) In risposta a richieste NON abituali. C) In risposta a un pianto eccessivo. D) Senza una sua evidente difficoltà.

0114. Nell'ambito delle teorie educative quella che si basa sull'instaurazione di una buona relazione interpersonale e promuove il rispetto, l'accettazione e l'empatia, è stata proposta da:

A) Rogers. B) Skinner. C) Lewin. D) Gardner.

0115. Ivan Illich, criticando la società a lui contemporanea, sosteneva che la finalità dell'educazione: A) É quella di perpetuare la società esistente. B) É quella di modificare la società esistente. C) É quella di falsificare la società esistente. D) É quella di giustificare la società esistente.

0116. Max Stirner, nell'opera "Il falso principio della nostra educazione", aderisce: A) All'egoismo psicologico e all'egoismo etico. B) All'egocentrismo psicologico e all'altruismo etico. C) All'egotismo psicologico e all'edonismo etico. D) All'egoismo psicologico e all'egocentrismo etico.

0117. La teoria di Sternberg sull'intelligenza è definita: A) Triarchica. B) Binaria. C) Contestuale. D) Esperenziale.

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0118. Marcello Bernardi - pediatra e pedagogista - sosteneva che, poichè l'educazione è un rapporto: A) L'educatore è anche educando. B) L'educando si autoeduca. C) L'educatore è eteroeducando. D) L'educando deve collaborare con l'educatore.

0119. Ivan Illich (1971), presupponendo che l'educazione fosse il rituale d'iniziazione fondamentale della civiltà mondiale, sosteneva:

A) Che la descolarizzazione fosse la premessa di qualsiasi movimento per la liberazione dell'uomo. B) Che la scolarizzazione fosse la premessa di qualsiasi movimento per la liberazione dell'uomo. C) Che la descolarizzazione fosse la premessa di qualsiasi movimento per la sottomissione dell'uomo. D) Che la scolarizzazione fosse la premessa di qualsiasi movimento per la presa di coscienza dell'uomo.

0120. Per coeducazione s'intende: A) L'educazione comune dei due sessi (scuole miste). B) L'educazione in contemporanea di bambini di diverse età. C) L'educazione in compresenza di più insegnanti. D) L'educazione in contemporanea di bambini di lingue diverse (scuole a lingue miste).

0121. Il puerocentrismo è una teoria pedagogica: A) Che pone il bambino al centro dell'azione educativa. B) Che considera il bambino l'oggetto principale di studio. C) Secondo la quale il bambino tende ad accentrare l'attenzione degli adulti di riferimento. D) Secondo la quale i bambini, in gruppo, riescono ad accentrare su di sè l'attenzione dell'educatore.

0122. Marcello Bernardi, nel suo saggio "I tre nemici", enunciava che gli educatori di asilo nido e della scuola dell'infanzia seguono teorie:

A) Che portano ad una tirannia intransigente e incrollabile. B) Che mediano fra educazione familiare e sociale. C) Che rendono il bambino ostile verso la famiglia. D) Che rendono il bambino refrattario alle norme sociali.

0123. Fra i maggiori sostenitori del puerocentrismo vi furono: A) John Dewey, Edouard Claparède, Adolphe Ferrière. B) Sigmund Freud e Carl Gustav Jung. C) Eduard Spranger, Martin Buber, Helen Parkhurst. D) Giuseppina Pizzigoni e Roberto Ardigò.

0124. Negli anni '50 e '60 nelle "free schools" ed in particolare nelll'esperienza di Summerhill: A) Si è cercato di costruire un ambiente adatto all'autosviluppo dell'individuo. B) Si è cercato di costruire un ambiente che NON contrastasse l'autosviluppo dell'individuo. C) Si è cercato di costruire un ambiente adatto a guidare senza forzature gli individui. D) Si è cercato di costruire un ambiente in cui l'individuo NON avesse regole rigide.

0125. All'interno della realtà didattico-educativa, la teoria della progettualità tecnologica di Nicholls si basa su un modello: A) Circolare. B) Stadiale. C) In parallelo. D) Statico.

0126. Secondo Eduard Spranger (1951), dall'educazione alla libertà individuale deve nascere: A) Il sentimento etico del dovere. B) Il principio del piacere. C) Il principio della socializzazione. D) Lo stimolo all'autoeducazione.

0127. Il fenomeno chiamato da Edouard Claparède "sincretismo", per cui la realtà esterna viene percepita nel suo insieme e NON nei particolari, è definito da Ovide Decroly:

A) Funzione di globalizzazione. B) Pedagogia della totalità. C) Funzione di unificazione. D) Pedagogia dell'unicità.

0128. Max Stirner è sostenitore della teoria secondo cui: A) Il bambino è per natura egoista. B) Il bambino NON è per natura egoista. C) Il bambino è per natura socievole. D) Il bambino NON è per natura socievole.

0129. Secondo Stern l'ansia materna nei confronti dei propri bambini: A) É essenziale per assicurare la sopravvivenza della specie. B) Deve essere disincentivata e prevenuta. C) Dipende dal temperamento della figura di attaccamento e NON può essere gestita. D) É una reazione disadattiva della madre nei confronti del proprio bambino.

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0130. La teoria per cui si può imparare qualsiasi comportamento se viene scomposto ed adeguatamente rinforzato attraverso feedback, è stata proposta da:

A) Skinner. B) Bowlby. C) Bruner. D) Piaget.

0131. La scuola di Barbiana, in cui il metodo educativo è condiviso dagli educandi, fu fondata da: A) Don Lorenzo Milani, negli anni Cinquanta. B) Maria Montessori, negli anni Trenta. C) Le sorelle Rosa e Carolina Agazzi, negli anni Venti. D) Roberto Ardigò, negli anni Quaranta.

0132. Secondo Martin Buber, nella realtà gli uomini si relazionano attraverso: A) Il dialogo, come manifestazione naturale di altruismo. B) Lo scambio, sulla base del reciproco interesse. C) Il confronto, per la difesa della propria cultura. D) Il compromesso, per una pacifica convivenza.

0133. Andrea Angiulli e Aristide Gabelli sono tra gli esponenti: A) Della pedagogia positivista italiana, che sostiene l'evoluzione e il costante progresso del bambino. B) Della pedagogia attualistica italiana che sostiene la necessità del costante aggiornamento degli educatori. C) Della pedagogia neoidealista italiana, che privilegia la teoria rispetto all'esperienza. D) Della pedagogia storicistica italiana, che studia la storia dei metodi educativi.

0134. Jean Itard ed Eduard Seguin hanno dato inizio: A) Alla pedagogia sperimentale, per recuperare bambini anormali. B) Alla pedagogia evoluzionista, per potenziare bambini normali. C) Alla pedagogia intuitiva, per valorizzare l'istinto infantile. D) Alla pedagogia comportamentista, per guidare i comportamenti di gruppo.

0135. Jacques Maritain ritiene che la finalità dell'educazione sia la realizzazione: A) Di un "umanesimo integrale", che valorizzi tutte le facoltà del bambino. B) Di un "nuovo umanesimo", che rinnovi i metodi educativi. C) Di un "umanesimo moderno", che aggiorni gli educatori. D) Di un "umanesimo totale", che punti all'educazione di tutti.

0136. In tema di attivismo, il pedagogista Roger Cousinet ha proposto un'organizzazione educativa basata: A) Sul bisogno dei bambini di giocare insieme. B) Sul bisogno dei bambini di realizzare esperienze di gioco personalizzate. C) Sul bisogno dei bambini di imitare modelli di comportamento. D) Sul bisogno dei bambini di emulazione e competizione.

0137. Attivismo è il termine impiegato in pedagogia per indicare quell'insieme di dottrine che propugnano: A) La partecipazione dei bambini al processo di apprendimento. B) L'educazione umanistica sperimentale. C) L'insieme delle tecniche di osservazione attiva dei bambini. D) L'interesse per l'azione, senza individuazione di obiettivi o strategie.

0138. John Dewey ha avviato una metodologia educativa basata: A) Sull'esperienza attiva del bambino. B) Sul riconoscimento del bambino quale recettore di informazioni. C) Sulla subordinazione della pedagogia alla filosofia. D) Sul riconoscimento della scuola come istituzione fondamentale per lo sviluppo della società.

0139. Il pedagogista belga Ovide Decroly è il creatore: A) Del metodo globale, che risponde alle esigenze vitali del bambino. B) Del metodo culturale, che pone il bambino come soggetto centrale del processo educativo. C) Del metodo sperimentale, che sviluppa il concetto di educazione come socializzazione. D) Del metodo pratico, così definito proprio perché è specifico della prassi educativa.

0140. Maria Boschetti Alberti elaborò un metodo educativo basato: A) Sulla libera iniziativa dei bambini. B) Sulla libera iniziativa degli educatori. C) Sull'assoluta libertà dei bambini. D) Sull'assoluta autonomia degli educatori.

0141. Il pedagogista statunitense William Heard Kilpatrick ha propugnato un processo formativo basato: A) Sulla validità delle motivazioni soggettive del bambino. B) Sull'incentivazione dei bambini con lodi e premi. C) Sulla competenza esclusiva dell'educatore. D) Su un ideale democratico di rapporto tra educazione e società.

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0142. Friedrich Wilhelm August Frobel ha chiamato le insegnanti delle sue scuole: A) Maestre giardiniere, in quanto "coltivavano" l'educazione infantile. B) Maestre d'asilo, poiché così venne definito per la prima volta il "ricovero" per i bambini sotto i 3 anni. C) Maestre di gioco, poiché riteneva il gioco una componente importante dell'educazione. D) Maestre dei fanciulli, perché essi erano considerati centrali nel processo educativo.

0143. Raffaello Lambruschini parlava di educazione indiretta, negativa e positiva, col fine di rimuovere gli ostacoli e favorire: A) La crescita morale. B) La crescita intellettuale. C) La crescita spirituale. D) La crescita psicofisica.

0144. Raffaello Lambruschini, parlando di educazione diretta, prevedeva l'esercizio dell'autorità da parte dell'educatore, che deve:

A) Promuovere la libertà dell'educando. B) Limitare la libertà dell'educando. C) Permettere la libertà dell'educando. D) Mantenere la libertà dell'educando.

0145. Celestin Frenet è il pedagogista che ha rinnovato la pratica educativa a vantaggio: A) Dei bambini delle classi sociali più povere. B) Dei bambini cosiddetti caratteriali. C) Dei bambini che crescono in condizioni di isolamento. D) Dei bambini educati secondo precisi modelli religiosi.

0146. Il progetto di un'educazione "su misura" consiste nell'adeguamento dell'educazione: A) Al naturale processo di sviluppo del singolo bambino. B) Al livello globale di competenze di una classe di bambini. C) Al processo di socializzazione di ogni singolo bambino. D) Al livello medio di conoscenze di una classe di bambini.

0147. Indicare in quale delle seguenti affermazioni si può riconoscere il pensiero del pedagogista italiano Aristide Gabelli. A) L'educazione deve abituare il bambino all'autocontrollo. B) Alla natura del bambino deve essere assicurata una libertà radicale. C) Il progresso della scienza è negativo per il miglioramento della moralità. D) L'educazione deve realizzarsi NON con le parole ma con l'azione.

0148. Secondo Emile Durkheim, la pedagogia: A) Ha il compito di riflettere sui fatti educativi. B) Ha il compito di affrontare le tematiche dell'educazione su base scientifica. C) Ha il compito di riflettere sulla storia dell'educazione. D) Ha il compito di pianificare l'educazione e di teorizzare specifici modelli.

0149. Robert Merton sostiene che la socializzazione primaria del bambino: A) Avviene all'interno della famiglia, senza intenzionalità educativa. B) Si attua per imitazione del comportamento dell'educatore esterno alla famiglia. C) Si concretizza nelle situazioni di confronto con il gruppo dei pari. D) É frutto di una disposizione innata e spontanea e NON ha bisogno di alcun metodo educativo.

0150. Il "modellamento" è: A) L'azione educativa per cui il bambino è progressivamente condotto a un'autoregolazione del comportamento. B) Il condizionamento educativo di un bambino realizzato dall'educatore. C) L'azione di guida direttiva svolta dall'educatore per incidere sul carattere del bambino. D) L'apprendimento per scoperta autonoma del bambino senza l'intervento dell'educatore.

0151. Pierre Bovet formulò una delle principali teorie del Funzionalismo, secondo la quale è condizione indispensabile, per il miglioramento dell'educazione, lo studio:

A) Dello sviluppo mentale del bambino. B) Dello sviluppo psicofisico del bambino. C) Delle tecniche educative. D) Delle esperienze pedagogiche.

0152. Secondo Jerome Bruner, attraverso il metodo della narrazione il bambino diviene in grado: A) Di prefigurare eventi futuri. B) Di correggere gli errori passati. C) Di condividere le sue azioni col gruppo dei pari. D) Di accettare le critiche degli educatori.

0153. Edouard Claparède basa la sua pedagogia su due principi che motivano le azioni del bambino, ossia: A) Il bisogno e l'interesse. B) Il vantaggio e lo svantaggio. C) Il bisogno e l'appagamento. D) Il desiderio e il bisogno.

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0154. Max Weber esponente della Pedagogia irrazionalistica, esaltava: A) L'intuizione del bambino. B) L'immaginazione del bambino. C) L'imprevedibilità del bambino. D) L'istinto del bambino.

0155. Maria Montessori, durante i suoi studi sui bambini subnormali, accertò che l'apprendimento è favorito: A) Da materiali tali da stimolare l'azione. B) Dall'applicazione dei ritrovati della scienza all'educazione. C) Da ambienti selettivi e differenziali. D) Dalla ripetizione mnemonica delle regole.

0156. Maria Montessori, ricollegandosi agli studi del fisiologo Jean Itard: A) Sollecitò l'importanza dei sensi e della partecipazione attiva del bambino nell'educazione. B) Parlò di bambino "accelerato", cioè incoraggiato a crescere più in fretta. C) Propugnò un'educazione del bambino insieme fisica e culturale, per raggiungere un soddisfacente livello di armonia individuale. D) Affermò la necessità di interventi educativi differenziati per i bambini delle classi sociali colte e per quelli nati in famiglie

operaie. 0157. Maria Montessori ha elaborato un metodo educativo fondato sulla libera espressione della personalità del bambino:

A) Nell'ambiente appositamente creato per lui. B) Nell'ambiente familiare naturale. C) Nell'ambiente costruito specificamente da lui stesso. D) Nell'ambiente sociale di provenienza.

0158. Nel metodo montessoriano, la prima funzione dell'educatore è quella: A) Di presentare l'oggetto al bambino e di indicarne l'uso possibile. B) Di lasciare il bambino assolutamente libero di scegliere l'oggetto più interessante. C) Di far esercitare il bambino nell'uso di un oggetto, finché NON è psicologicamente sazio. D) Di organizzare, intorno a un'attività, un gruppo di bambini, per evitare le sperimentazioni individuali.

0159. Rosa e Carolina Agazzi, nel "Nuovo Asilo" di Monpiano, hanno incoraggiato le attività spontanee dei bambini, stimolate da materiale didattico:

A) Talvolta raccolto o fabbricato dagli stessi bambini. B) Precostituito, simile ai "doni" frobeliani. C) Fornito dall'educatore, ma a loro misura, simile a quello montessoriano. D) Derivato da ricerche antropologiche e sociologiche.

0160. Le sorelle Agazzi, negli asili nei quali hanno operato, hanno utilizzato come metodi: A) Gli esercizi di vita pratica. B) Gli esercizi di tipo frobeliano. C) Gli esercizi di tipo imitativo. D) Gli esercizi di tipo domestico.

0161. Nell'opera "Consigli alle mamme", Carolina Agazzi: A) Ha impostato la riflessione sulla collaborazione tra scuola e famiglia. B) Ha presentato il sistema pedagogico dei "giardini d'infanzia". C) Ha fornito un contributo alla professionalizzazione delle "maestre giardiniere". D) Ha dato il suo apporto per la diffusione degli asili-nido.

0162. Friedrich Fröbel in "L'educazione dell'uomo" sostiene che per il bambino il gioco costituisce: A) Un vero e proprio lavoro. B) Un'espressione dei suoi istinti. C) Un'esteriorizzazione dei suoi desideri. D) Un'imitazione degli adulti.

0163. Johan Paul Richter ritiene che il gioco per il bambino sia: A) L'attività che permette di sviluppare tutte le sue facoltà. B) L'attività di socializzazione per eccellenza. C) L'attività di imitazione che permette il suo ingresso nel mondo degli adulti. D) L'attività che permette di esprimere la sua creatività.

0164. Contrariamente a Jean Jacques Rousseau, Enrico Pestalozzi sostiene che: A) NON si può educare un bambino allontanandolo dalla società. B) NON si può educare un bambino allontanandolo dalla famiglia. C) Si può educare un bambino allontanandolo dalla società, ma NON dalla famiglia. D) Si può educare un bambino anche se lo si allontana dalla società e dalla famiglia.

0165. Saverio Fausto De Dominicis è stato il pedagogista italiano assertore: A) Di una rigorosa laicizzazione del sistema educativo. B) Di un metodo globale di intervento educativo. C) Di una pedagogia differenziale per bambini con ritardo mentale. D) Di una pedagogia correttiva delle carenze educative della famiglia-tipo.

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0166. Jean Baptiste Girard sostenne che, per l'insegnamento della lingua materna: A) Gli educatori dovessero seguire il metodo spontaneo delle madri. B) Si dovesse adottare un metodo scientificamente corretto. C) Il bambino NON dovesse essere corretto negli errori. D) Fosse necessario favorire i bambini nella competizione e nel senso di agonismo.

0167. La teoria dell'istruzione di Bruner consiste: A) Nell'applicazione della psicologia cognitiva all'insegnamento. B) Nello sviluppo del positivismo pedagogico. C) Nell'educazione basata sulla socializzazione del lavoro produttivo. D) Nel costruire un sistema educativo fondato sulla libera attività dei bambini.

0168. La tassonomia è la classificazione: A) Dei fattori e dei comportamenti che intervengono nei processi di apprendimento. B) Dei bambini in base al loro quoziente intellettivo e al livello di socializzazione. C) Del rendimento dei bambini nei processi di apprendimento e dello sviluppo psico-motorio. D) Degli atteggiamenti e dei comportamenti degli educatori nei confronti dei bambini.

0169. La pedagogia di Anton Semenovic Makarenko si fonda: A) Sul rifiuto di qualsiasi soluzione educativa individualistica. B) Sulla convinzione che tutte le facoltà umane siano presenti potenzialmente fin dalla nascita. C) Sull'intuizione, attraverso la quale il bambino coglie le caratteristiche degli oggetti. D) Su precisi rituali disciplinari e su forme ripetitive di apprendimento.

0170. David Jonassen, pedadogista costruttivista, ritiene che la conoscenza: A) Sia facilitata dalla collaborazione tra educatore ed educando. B) Sia indipendente dal contesto relazionale. C) Sia facilitata dalla competizione tra i bambini. D) Sia indipendente dal metodo educativo.

0171. Secondo Adolphe Ferrière, fino ai 3 anni prevalgono nel bambino: A) Interessi sensoriali. B) Interessi vari. C) Interessi immediati. D) Interessi concreti.

0172. Tra i Gestaltisti ha particolare rilevanza la pedagogia di Max Wertheimer, che concepisce l'apprendimento come capacità:

A) Di risolvere problemi. B) Di affrontare i problemi. C) Di porsi problemi. D) Di descrivere i problemi.

0173. Per Paulo Freire l'educazione deve essere fondata sul dialogo, secondo il modello socratico; quindi educatore ed educato:

A) Sono co-autori e soggetti dello stesso processo in cui crescono e si formano insieme. B) Collaborano allo stesso processo in cui l'educato cresce e l'educatore si forma. C) Sono coinvolti in uno stesso processo in cui crescono e si formano insieme. D) Sono rispettivamente soggetto e oggetto consapevoli del processo educativo.

0174. Per Paulo Freire l'educazione deve essere fondata sul dialogo, in cui l'autorità dell'educatore ha valore: A) Solo se si pone al servizio della libertà dell'educando. B) Solo se tiene conto della libertà dell'educando. C) Tanto quanto la libertà dell'educando. D) Solo se controlla la libertà dell'educando.

0175. Per Jerome Bruner la narrazione, poiché innesca processi di elaborazione, comprensione, rievocazione di esperienze, ha una funzione:

A) Epistemica, cioè dà significato a ciò che l'individuo percepisce. B) Gnoseologica, cioè permette all'individuo di conoscere. C) Informativa, cioè permette all'individuo di accumulare dati. D) Comunicativa, cioè mette in relazione il narratore e l'ascoltatore.

0176. Per "pluriclasse", un metodo introdotto nel secolo scorso per fronteggiare l'alto tasso di analfabetismo, s'intendeva il raggruppamento, sotto la guida di uno stesso insegnante, di bambini:

A) Che avevano età differenti. B) Che avevano competenze differenti. C) Che avevano personalità differenti. D) Che avevano temperamenti differenti.

0177. Le esperienze pedagogiche di Danilo Dolci si muovono sulle orme della scuola di Barbiana, con il fine di: A) Recuperare attraverso l'educazione l'umanità integrale della persona. B) Recuperare attraverso l'educazione l'eguaglianza sociale degli individui. C) Riscattare l'educazione come valore sociale per l'intera comunità. D) Recuperare attraverso l'educazione i valori del cattolicesimo.

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0178. Per modello mentale in pedagogia s'intende uno strumento che il pensiero umano costruisce: A) Per guidare il proprio ragionamento e comportamento. B) Per ottimizzare la memorizzazione delle esperienze. C) Per controllare sentimenti ed emozioni. D) Per acquisire il maggior numero possibile di esperienze.

0179. Quale dei seguenti concetti NON ha diretta relazione con le teorie dell'educazione? A) Istruzione, poiché riguarda l'aspetto quantitativo delle nozioni apprese. B) Comunicazione, poiché riguarda solo la sfera relazionale. C) Apprendimento, poiché NON riguarda le regole di comportamento. D) Stimolo mentale, poiché riguarda solo l'aspetto dei metodi d'insegnamento.

0180. Giuseppe Lombardo Radice sostiene che, attraverso il dialogo tra educatore ed educando, l'educazione si mostra come: A) Necessità di diffondere sé in altri. B) Desiderio di diffondere sé in altri. C) Possibilità di diffondere sé in altri. D) Volontà di diffondere sé in altri.

0181. Giuseppe Lombardo Radice, distinguendo tra educazione e auto-educazione, definisce quest'ultima come la necessità: A) Di assumere in sé la coscienza di altri. B) Di filtrare in sé la coscienza di altri. C) Di subire la coscienza di altri. D) Di respingere da sé la coscienza di altri.

0182. Giuseppe Lombardo Radice sostiene che l'educazione è sempre auto-educazione, in quanto: A) É fusione delle personalità dell'educatore e dell'educando nello sforzo di protendersi verso il meglio. B) É annullamento della personalità dell'educando o dell'educatore nel tentativo di ottenere il meglio. C) É scontro tra la personalità dell'educatore e dell'educando nel tentativo di prevalere. D) É compromesso tra la personalità dell'educatore e dell'educando nello sforzo di protendersi verso il meglio.

0183. L'opera di John Dewey sta alla base della critica: A) Dell'educazione umanistica tradizionale. B) Dell'educazione tecnologica. C) Della pedagogia scientifica. D) Della pedagogia sperimentale.

0184. Sulla base degli studi semiotici di Roman Jacobson, la funzione espressiva può essere tradotta, in termini pedagogici, come la capacità di un individuo di manifestare se stesso:

A) Comunicando la sua affettività e i propri stati d'animo. B) Esprimendo la sua creatività e le sue capacità artistiche. C) Utilizzando correttamente il linguaggio comune. D) Dando sfogo ai contenuti inconsci e repressi.

0185. Il modello strutturalista di Bruner rientra nelle: A) Strategie processuali per la progettazione. B) Tecniche curricolari lineari. C) Pratiche di progettazione informale. D) Tecniche curricolari basate sul modello degli obiettivi comportamentali.

0186. Gli strumenti didattici che si basano sulle teorie della Gestalt sono caratterizzati da: A) Intuizione ed invenzione. B) Acquisizione di sequenze. C) Assimilazione ed accomodamento. D) Sperimentazione e verifica.

0187. Quale approccio considera il rapporto educatore/famiglia come interrelato e vicendevolmente in scambio? A) Sistemico. B) Interrelazionale. C) Dualistico. D) Multiplo.

0188. David Jonassen, pedadogista costruttivista, ritiene che la collaborazione tra educatore e bambino faciliti: A) L'acquisizione di conoscenze da parte dei bambini. B) Il raggiungimento dell'armonia nel gruppo dei pari. C) L'empatia fra educatore ed educandi. D) La socializzazione fra pari.

0189. Per Lev Vygotskij ogni funzione nello sviluppo culturale del bambino compare due volte: A) Prima a livello sociale (relazioni interpersonali) e poi a livello individuale (intrapsicologico). B) Prima a livello individuale (intrapsicologico) e poi a livello sociale (relazioni interpersonali). C) Prima a livello individuale (interno) e poi a livello culturale (esterno). D) Prima a livello sociale (relazioni interpersonali) e poi a livello culturale (metarelazioni).

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0190. Friedrich Froebel ritiene fondamentale la disciplina al fine di educare il fanciullo: A) Ad essere un adulto perfettamente integrato. B) A risolvere pacificamente i conflitti con i pari. C) A rispettare le istituzioni educative e scolastiche. D) Ad essere un adulto capace di riconoscere le ingiustizie sociali.

0191. Secondo il metodo montessoriano, la capacità d'interessarsi a un'attività, esplorandone tutti gli aspetti, identifica: A) La concentrazione del bambino. B) La ripetizione dell'esercizio da parte del bambino. C) L'autoeducazione del bambino. D) La creatività del bambino.

0192. Peter Ludwig Berger e Thomas Luckmann individuano due tipi di socializzazione (primaria e secondaria), ovvero: A) Il bambino nasce con una predisposizione alla socialità ma è l'adulto che definisce per lui il mondo. B) L'adulto spiega il mondo al bambino grazie alla predisposizione di quest'ultimo alla socialità. C) Il bambino NON nasce con una predisposizione alla socialità ma l'adulto definisce per lui il mondo. D) L'adulto educatore è l'unico strumento tramite il quale il bambino riesce a socializzare.

0193. Per le sorelle Rosa e Carolina Agazzi, l'educazione al canto, oltre a offrire ai bambini la possibilità di soddisfare il loro naturale bisogno di esprimersi:

A) Amplia le conoscenze quando esso ha un contenuto folcloristico e popolare. B) Contribuisce a mantenere la disciplina e a limitare gli eccessi d'esuberanza. C) Ha il potere di calmare i bambini troppo attivi e di armonizzare il gruppo. D) Può accrescere la spiritualità quando esso ha contenuto religioso.

0194. Gordon Willard Allport distinse i tratti personali in tre tipologie differenti; i tratti cardinali, nel bambino: A) Hanno la massima influenza sulla personalità e sul comportamento. B) Determinano il ruolo dell'individuo nel gruppo. C) Determinano la socializzazione dell'individuo nel gruppo. D) Hanno un'influenza marginale sulla personalità e sul comportamento.

0195. Sulla base degli studi semiotici di Roman Jacobson, le sue definizioni di "mittente" e "destinatario" possono essere tradotte, in termini pedagogici, come:

A) L'educatore e il bambino. B) Il materiale didattico e i bambini che lo usano. C) I contenuti e i soggetti dell'apprendimento. D) Il contesto scolastico e i bambini o ragazzi.

0196. Secondo la pedagogia di Sergei Hessen, il fine dell'educazione è il passaggio: A) Dall'anomia all'eteronomia e all'autonomia. B) Dall'uniformità alla differenziazione e all'autoregolazione. C) Dallo spontaneismo alle regole e all'autoregolazione. D) Dall'imitazione all'emulazione e all'interiorizzazione.

0197. Kurt Lewin, aderendo alla teoria gestaltica del comportamento, considera l'individuo immerso in uno spazio vitale nel quale operano diverse forze, ovvero:

A) Gli oggetti con cui viene a contatto, le persone che incontra, i suoi pensieri. B) I suoi processi mentali su oggetti, persone, eventi. C) Le valutazioni altrui sui suoi pensieri, desideri, azioni. D) Le aspettattive della sua famiglia e della società sui suoi pensieri e azioni.

0198. Il progetto pedagogico che adegua l'educazione al naturale processo di sviluppo del singolo bambino può essere definito: A) Educazione su misura. B) Educazione naturale. C) Educazione progressiva. D) Educazione evolutiva.

0199. Il metodo educativo globale può ritenersi anticipato dal principio della metodica di Antonio Rosmini che consiste: A) Nel procedere dalla percezione sincretica all'analisi e quindi alla sintesi. B) Nel riferirsi alle funzioni elementari, in cui si esprime la personalità del bambino. C) Nel seguire la natura del bambino nel suo sviluppo. D) Nell'educare tre aspetti originali del bambino: forza del cuore, dell'intelletto, dell'arte.

0200. Quando un bambino viene studiato nei suoi aspetti peculiari e nel modo con cui si manifesta il suo sviluppo, si parla di: A) Ricerca idiografica. B) Ricerca nomotetica. C) Ricerca sistematica. D) Ricerca selettiva.

0201. Tra gli iniziatori del movimento positivista in Italia troviamo anche Pietro Siciliani, convinto che l'educazione: A) Sia il mezzo decisivo per il progresso dell'umanità, che richiede l'intervento della famiglia e della società. B) Sia il mezzo decisivo per il progresso dell'umanità, a patto che NON sia inficiata dall'intervento della famiglia. C) Sia un mezzo utile per il progresso dell'umanità, possibilmente con l'intervento della famiglia e della società. D) Sia un mezzo utile per il progresso dell'umanità, che NON richiede l'intervento della famiglia.

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0202. Il pedagogista Edmond Demolins fondò nel 1899 una comunità educativa di tipo collegiale: A) Centrata sull'esperienza diretta della natura. B) Finalizzata all'orientamento scolastico. C) Per bambini che presentavano particolari doti di creatività. D) Per bambini con disturbi affettivi legati a un problema di sviluppo.

0203. In pedagogia, tutto ciò che proviene dalla relazione del bambino con lo spazio e il tempo e con tutto ciò che è percepibile dalla vista, dall'udito, dal tatto è chiamato:

A) "Mondo esterno" del bambino. B) "Mondo esteriorizzato" del bambino. C) "Mondo interno" del bambino. D) "Mondo percettivo" del bambino.

0204. La capacità di adeguare i comportamenti alle circostanze è un principio di teoria pedagogica relativo: A) All'apprendimento sociale. B) Al comportamento per induzione. C) All'apprendimento per imitazione. D) Al comportamento per deduzione.

0205. In senso etimologico la parola pedagogia è la disciplina che si interessa dei problemi teorici e metodologici relativi all'educazione. Si riferisce alle parole che in greco antico hanno il significato di:

A) "fanciullo" e "guidare". B) "partenza" e "guidare a partire da basi elementari". C) "fanciullo" e "stimolare". D) "partenza" e "fare un cammino lento".

0206. Robert J. Havighurst considerava la vita dell'individuo costituita da una successione di compiti. Per esempio nell'infanzia esistono compiti, quali imparare a camminare e a parlare, che richiedono tempi:

A) Biologicamente determinati. B) Culturalmente determinati. C) Antropologicamente determinati. D) Evolutivamente determinati.

0207. Comenio (Jan Amos Komenskj), considerato il fondatore della moderna pedagogia, sostenne l'ideale della "pansofia", ovvero:

A) Si deve dare a tutti un insegnamento il più completo possibile. B) Tutti gli individui devono poter accedere a qualsiasi branca della conoscenza. C) La conoscenza deve coordinare tutte le altre competenze dell'individuo. D) Lo Stato deve impartire un'educazione obbligatoria e collettiva.

0208. Per Talcott Parsons, nel momento in cui la famiglia NON è più sufficiente ad assolvere ai compiti della socializzazione di un bambino:

A) Intervengono i contesti educativi e il gruppo dei pari. B) Interviene il contesto parentale allargato. C) Interviene lo Stato tramite istituzioni assistenziali. D) Interviene lo Stato tramite i servizi sociali.

0209. In pedagogia, l'abrezione in un bambino corrisponde al rivivere un'esperienza: A) In modo tale che le reazioni emotive relative ad essa si manifestino di nuovo. B) In modo tale da reprimere le reazioni emotive relative ad essa. C) Cercando di rimuoverne gli aspetti dolorosi. D) Cercando di aumentarne gli aspetti gratificanti.

0210. Il test inventato da Jacob Levi Moreno per misurare i fattori di attrazione e di rifiuto tra individui, applicato oggi anche ai bambini, si chiama:

A) Test sociometrico, da cui elaborò il sociogramma. B) Test di affinità, da cui trasse il Quoziente di Affinità. C) Test del conflitto, da cui elaborò il sociodramma. D) Test della ragnatela, da cui elaborò la matrice sociale.

0211. Le Free School degli Stati Uniti: A) Costituiscono un'alternativa all'educazione statale. B) Accolgono bambini di colore. C) Sono state istituite solo per i bambini dei quartieri popolari. D) Sono un esempio di descolarizzazione.

0212. Talcott Parsons definisce il bambino: A) Come soggetto che partecipa attivamente al proprio processo di socializzazione. B) Come individuo che accetta le regole necessarie al processo di socializzazione. C) Come oggetto del processo di socializzazione attuato dalle agenzie educative. D) Come individuo per cui viene predisposta l'adesione al processo di socializzazione.

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0213. Quando Raffaello Lambruschini parla di educazione indiretta negativa, intende: A) La rimozione degli ostacoli che impediscono la crescita morale dei bambini. B) I cattivi esempi forniti involontariamente dagli educatori ai bambini. C) L'adozione di punizioni rivolte a tutto il gruppo dei bambini. D) La stigmatizzazione di comportamenti sbagliati dei bambini mediante esempi indiretti.

0214. Secondo Viktor Lowenfeld, il bambino piccolo opera una vera e propria riproduzione del movimento: A) Disegnando scarabocchi. B) Ripetendo i gesti degli adulti. C) Battendo le mani ritmicamente. D) Imitando qualcosa che si muove.

0215. Il metodo educativo di Paulo Freire è conosciuto come: A) Pedagogia degli oppressi, per il recupero democratico delle masse analfabete del Sud America. B) Pedagogia della favela, per il recupero democratico delle masse povere del Sud America. C) Pedagogia del popolo, contro la discriminazione di bambini di classi sociali meno abbienti. D) Pedagogia dei peones, per l'integrazione dei bambini delle varie etnie del Sud America.

0216. Per la pedagogia costruttivista il bambino inventa le idee piuttosto che scoprirle, dal momento che: A) Le idee NON sono preesistenti all'ambiente. B) Le idee sono preesistenti all'ambiente. C) Le idee si verificano con l'esperienza. D) Le idee si scoprono con l'esperienza.

0217. Tra le proposte di Kenneth Lovell per una socializzazione ottimale del bambino, troviamo: A) Il permettere di fare esperienze frustranti per l'integrazione della personalità. B) Il limitare le relazioni sociali per evitare un disorientamento valoriale. C) L'esaltare il valore individuale all'interno della comunità. D) L'offrire opportunità di sviluppo proporzionali al grado di socievolezza individuale.

0218. Secondo la teoria che prevede l'esistenza di più tipi di intelligenza, esistono tre diversi modelli di educazione. L'educazione espressiva è adatta:

A) A comprendere un'intelligenza intuitiva. B) A esaltare un'intelligenza intuitiva. C) A controllare un'intelligenza intuitiva. D) A regolamentare un'intelligenza intuitiva.

0219. Secondo Ovide Decroly, nell'insegnamento, l'osservazione consiste in un'attività basata su: A) Lezioni interne ed esterne alla scuola, in cui i bambini apprendono i concetti scientifici tramite i sensi e l'osservazione diretta. B) Lezioni interne alla scuola, in cui i bambini apprendono i concetti scientifici tramite la comparazione tra specie animali. C) Lezioni esterne alla scuola, in cui i bambini apprendono le regole proprie della socializzazione e del gruppo. D) Lezioni interne ed esterne alla scuola, in cui i bambini osservano il comportamento del gruppo dei pari.

0220. In pedagogia è definito un "reattivo": A) Qualsiasi strumento che fornisce uno stimolo atto ad ottenere una risposta attesa. B) Qualsiasi stimolo che provoca una reazione intensa e continuativa. C) Qualsiasi atto che avvenga in risposta a uno stimolo adeguato. D) Qualsiasi strumento in grado di limitare e controllare una reazione inadeguata.

0221. Si considera "educazione funzionale": A) Quella relativa ai bisogni collettivi e individuali di un preciso gruppo sociale. B) La corrente di ispirazione cristiana che riconosce la centralità del valore della persona. C) Quella basata su un insieme di valori sui quali si costruisce il progresso. D) La strategia didattica ideata per l'insegnamento ai bambini portatori di handicap.

0222. Quando, nel rapporto pedagogico, predomina la figura dell'educatore, si parla: A) Di eteroeducazione: il bambino NON vi partecipa. B) Di educazione puerocentrica: il bambino ne è destinatario. C) Di cratoeducazione: il bambino la subisce. D) Di educazione carismatica: il bambino è suggestionato.

0223. In termini pedagogici, le attitudini dei bambini corrispondono: A) All'insieme delle potenzialità che possono evolvere in competenze. B) Alle conseguenze manifeste, positive o negative, di una capacità. C) Al rapporto tra singole personalità e ambienti di riferimento. D) Al compromesso fra capacità e competenze acquisite attraverso le attività.

0224. La pedagogia scientifica di Maria Montessori considera l'ambiente naturale come quello privilegiato: A) Per l'osservazione dei bambini. B) Per la socializzazione dei bambini. C) Per lo sviluppo motorio dei bambini. D) Per l'equilibrio emotivo dei bambini.

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0225. Una modalità stereotipata di scambi, azioni e relazioni tra bambini può essere definita: A) Gioco relazionale. B) Gioco di ruolo. C) Attività espressiva. D) Attività creativa.

0226. Nelle scuole montessoriane l'autocorrezione dell'errore dei bambini avviene grazie: A) Ai materiali educativi preordinati. B) Alla tolleranza degli educatori. C) All'assenza di punizioni. D) Al mutuo aiuto fra pari.

0227. Per Giovanni Calò, il progresso è originato: A) Dall'insieme di valori morali costruiti tramite l'educazione. B) Dalla somma delle nozioni acquisite mediante l'istruzione. C) Dall'armonia sociale realizzata dall'educazione. D) Dalla sperimentazione di nuove tecniche educative.

0228. Il pedagogista Gordon Willard Allport distinse i tratti personali in tre tipologie differenti; i cosiddetti tratti centrali di un bambino:

A) Colgono l'essenza di un individuo ed influenzano buona parte del suo comportamento. B) Colgono i meccanismi fondamentali della socializzazione nel gruppo. C) Colgono le particolarità dipendenti dal corredo genetico familiare. D) Colgono i tratti caratteriali individuali dipendenti dal modello educativo.

0229. Tra i tipi di illusione che Karl Jasper distingue nel bambino, vi è quella da disattenzione che si verifica quando stimoli sensoriali esterni:

A) Vengono arbitrariamente completati a causa di un'attenzione di breve durata. B) Vengono erroneamente completati a causa di un'emozione di breve durata. C) Vengono parzialmente completati a causa di una scarsa capacità percettiva. D) Vengono casualmente completati a causa di disturbi del comportamento.

0230. Secondo Giuseppina Pizzigoni, NON si può concepire per un bambino uno sviluppo psichico normale: A) Prescindendo da un sano sviluppo fisico. B) Prescindendo dall'osservazione della natura. C) Prescindendo dal rispetto per l'ambiente. D) Prescindendo dal rispetto della disciplina.

0231. Il metodo ideato da Carleton Wolsey Washburne era incentrato: A) Sull'educazione progressiva, basata sulle effettive capacità degli allievi, nel tentativo di svilupparne le potenzialità. B) Sull'educazione evolutiva, basata sulle potenziali capacità degli allievi, nel tentativo di renderle manifeste. C) Sull'educazione rinforzata, basata sulle effettive capacità degli allievi, nel tentativo di consolidarle. D) Sull'educazione flessibile, basata sulle effettive capacità degli allievi, nel tentativo di rispettarne l'individualità.

0232. Il metodo educativo basato sul far riferimento all'oggetto o alla sua rappresentazione è chiamato da Ferrante Aporti: A) Metodo dimostrativo. B) Metodo riflessivo. C) Metodo astratto. D) Metodo attivo.

0233. Rochel Gelman dimostra che un bambino può orientare la sua attenzione verso "la quantità di una certa cosa", grazie a: A) Strutture specializzate del suo sistema cognitivo, presenti fin dalle primissime fasi dello sviluppo. B) Educatori che gli facciano ripetere frequentemente associazioni fra cose e numeri. C) Materiali educativi appositamente strutturati per la memorizzazione dei numeri. D) Tecniche educative che gli facciano acquisire per gradi il concetto di quantità, numero, serie, ecc.

0234. Jean Jacques Rousseau, nella sua opera 'Emile", fu il primo a sostenere che: A) Si può educare un bambino allontanandolo dalla famiglia e dalla società. B) NON si può educare un bambino allontanandolo dalla famiglia. C) Si può educare un bambino allontanandolo dalla società, ma NON dalla famiglia. D) NON si può educare un bambino allontanandolo dalla società.

0235. Per Alfred Schutz il mondo sociale e culturale è già preesistente e il bambino si trova inserito in un mondo intersoggettivo:

A) Già organizzato, che delinea l'ambito dei comportamenti possibili. B) Totalmente libero, che lascia aperto l'ambito dei comportamenti possibili. C) Semi-organizzato, che limita l'ambito dei comportamenti consentiti. D) Totalmente chiuso, che stabilisce l'ambito dei comportamenti consentiti.

0236. Le esperienze di Danilo Dolci a Partinico, Trappeto e Mirto si muovono sulle orme della scuola di Barbiana, con il proposito di occuparsi, in particolare:

A) Dei bambini emarginati e più poveri. B) Dei bambini con deficit intellettivi. C) Dei bambini con disabilità fisiche. D) Dei bambini particolarmente dotati.

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0237. Con l'espressione "effetto Pigmalione", in pedagogia ci si riferisce: A) Al rapporto fra aspettative degli insegnanti e abilità dei bambini. B) Al rapporto fra rendimento degli insegnanti e competenze dei bambini. C) Al rapporto fra aspettative degli insegnanti e comportamento dei bambini. D) Al rapporto fra comportamento degli insegnanti e rendimento dei bambini.

0238. In pedagogia per educazione s'intende l'insieme delle iniziative individuali e collettive che tendono sistematicamente verso obiettivi definiti, attraverso:

A) Metodi storicamente determinati. B) Metodi scientificamente verificati. C) Metodi empiricamente determinati. D) Metodi culturalmente accettati.

0239. Permettere al bambino di fare esperienze frustranti per l'integrazione della propria personalità è una delle proposte di Kenneth Lovell finalizzata:

A) A una socializzazione ottimale. B) A una fortificazione morale. C) A una rapida acquisizione delle nozioni di base. D) A un'accelerazione del distacco dalla famiglia.

0240. In "Lettera a una professoressa", Don Lorenzo Milani: A) Esprime un'aspra denuncia della discriminazione educativa a danno delle classi sociali svantaggiate. B) Fornisce una serie di suggerimenti educativi relativi a bambini delle classi sociali svantaggiate. C) Descrive metodi per recuperare le carenze educative dei bambini di classi sociali svantaggiate. D) Verifica la carenza di strutture adeguate all'educazione dei bambini di classi sociali svantaggiate.

0241. Nel trattato "Emilio o dell'educazione", Jean Jacques Rousseau sosteneva che l'educazione si deve svolgere: A) In ambiente neutro, preferibilmente in campagna. B) In ambiente neutro, indifferentemente in campagna o in città. C) In ambiente stimolante, preferibilmente in città. D) In ambiente stimolante, indifferentemente in campagna o in città.

0242. Per il cognitivismo l'apprendimento dipende da condizioni ambientali e: A) Da attività mentali del soggetto. B) Da attitudini etiche del soggetto. C) Dal corredo genetico del soggetto. D) Dalla personalità del soggetto.

0243. Secondo Robert Biehler, la lateralizzazione è innata nella maggioranza dei bambini, poichè: A) Il 90% è destrorso. B) L'80% è destrorso. C) Il 35% è ambidestro. D) Il 25% è mancino.

0244. Per le sorelle Rosa e Carolina Agazzi, l'educazione al canto, oltre a esercitare gli organi vocali, dell'udito, della respirazione, il senso del ritmo, offre ai bambini la possibilità:

A) Di soddisfare il naturale bisogno di esprimersi. B) Di sfogare le loro tensioni quotidiane. C) Di accelerare l'apprendimento del linguaggio. D) Di armonizzare il corpo e lo spirito.

0245. Per il costruttivista Edgar Morin, NON si può avere conoscenza: A) Senza affettività. B) Senza ragionamento. C) Senza doti innate. D) Senza esperienza.

0246. Per Robert Owen l'educazione è il mezzo che permette all'infanzia: A) Di raggiungere lo stato di pienezza esistenziale. B) Di avere il pieno status della cittadinanza. C) Di essere tutelata da trascuratezze e inadempienze. D) Di avere la garanzia di una formazione continuativa.

0247. Per Rochel Gelman i bambini di due anni e mezzo sanno discriminare disegni: A) Con due o tre oggetti. B) Con due o tre colori. C) Con alternanza di contorni e superfici piene. D) Con alternanza di pieni e vuoti.

0248. La teoria che Edward Tolman denominò "comportamentismo intenzionale" fu altrimenti definita: A) Apprendimento per segnali. B) Apprendimento per ripetizione. C) Apprendimento per rinforzo. D) Apprendimento per selezione.

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0249. Il costruttivista Rand J. Spiro, in tema di apprendimento da parte dei bambini, ha elaborato: A) La Teoria della Flessibilità cognitiva (capacità di dare risposte differenti a varie situazioni problematiche). B) La Teoria del Problem solving (capacità di risolvere situazioni problematiche). C) La Teoria della risposta differenziata (capacità di differenziare i problemi cui dare risposta). D) La Teoria della risposta graduata (capacità di graduare le risposte in base all'intensità dei problemi).

0250. Gli esercizi pedagogici di osservazione proposti da Ovide Decroly hanno per oggetto gli eventi: A) Poichè il bambino ne fa un'esperienza immediata. B) Anche se il bambino ne fa un'esperienza indiretta. C) Poiché il bambino può utilizzarli per interpretare eventi passati. D) Quando insegnano al bambino ad evitare situazioni di pericolo.

0251. Quando Giuseppina Pizzigoni parla di "mondo del bambino", si riferisce: A) A ciò che egli può conoscere con il corpo e con la mente. B) Al suo ambiente familiare e scolastico. C) All'insieme dei suoi affetti e delle persone a lui care. D) Al gruppo dei pari con cui è riuscito a socializzare.

0252. Il materialismo pedagogico consiste nel richiamo: A) All'educazione graduata secondo i ritmi naturali dell'apprendimento. B) Al metodo per cui i giudizi vengono pronunciati a prescindere dall'esperienza. C) Al rigore logico e al controllo di sé per l'educazione del carattere. D) Agli atteggiamenti prelogici e fantastici della prima infanzia.

0253. Nell'ambito di studio dei test di intelligenza, Louis Leon Thurstone sostiene che, fin dalla prima infanzia, gli individui presentino:

A) Una famiglia di abilità mentali primarie. B) Una condivisione di abilità mentali. C) Abilità mentali che si manifestano una per volta. D) Un corredo genetico intellettivo comune.

0254. La pedagogia costruttivista NON concepisce le idee come preesistenti all'ambiente, nel senso che il bambino: A) Inventa le idee, più che scoprirle. B) Scopre le idee, più che impararle. C) Verifica le idee con l'esperienza. D) Subordina le idee alle esperienze.

0255. Lev Vygotsky definisce la differenza tra ciò che il bambino è in grado di fare da solo e ciò che è in grado di fare con l'aiuto di un soggetto più competente:

A) Zona di sviluppo prossimale. B) Percorso di esempi graduati. C) Sistema di aiuto prossimale. D) Zona di mutua empatia.

0256. In sede psicologica e pedagogica, la parola "potenzialità" si riferisce: A) All'insieme delle risorse del bambino che l'educazione può portare a maturazione. B) All'insieme delle risorse che il contesto educativo mette a disposizione del bambino. C) Alla fusione delle risorse del bambino, dell'educatore e del contesto educativo. D) Allo sviluppo proporzionale delle risorse del bambino in base agli stimoli educativi.

0257. Secondo Howard Gardner la differenza tra le caratteristiche intellettive e le prestazioni di un soggetto: A) Deve ricercarsi nelle combinazioni tra diversi tipi di intelligenze. B) Dipende dal corredo genetico di ogni bambino. C) Dipende dal rapporto tra intelligenza e ambiente. D) NON influisce sul fattore unitario dell'intelligenza.

0258. Secondo Raffaello Lambruschini, il NON fornire al bambino cattivi esempi fa parte: A) Dell'educazione indiretta negativa. B) Dell'educazione indiretta positiva. C) Dell'educazione autoritaria. D) Dell'educazione con premi e castighi.

0259. Secondo la teoria comportamentista, nel condizionamento operante il rinforzo dell'azione di un bambino può essere: A) Positivo o negativo. B) Educativo o diseducativo. C) Gratificante o punitivo. D) Gratificante o frustrante.

0260. Secondo la teoria che prevede l'esistenza di più tipi di intelligenza, esistono tre diversi modelli di educazione. L'educazione persuasiva è adatta:

A) Alla comprensione di un'intelligenza schematica. B) Alla regolamentazione di un'intelligenza schematica. C) Alla sottomissione di un'intelligenza schematica. D) Alla deregolamentazione di un'intelligenza schematica.

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0261. La pedagogia di Jerome Seymour Bruner nasce: A) Con il superamento dell'attivismo. B) Per riaffermare l'importanza dell'esperienza. C) Con il rifiuto dell'astrazione. D) Come critica alla competitività esasperata.

0262. La teoria che Edward Tolman descrive come "apprendimento per segnali" è altrimenti definita: A) Comportamentismo intenzionale. B) Comportamentismo semantico. C) Comportamentismo attentivo. D) Comportamentismo adattivo.

0263. Maria Montessori realizza del materiale didattico specifico per l'educazione sensoriale e motoria del bambino, che deve essere, tra l'altro:

A) Autocorrettivo: il bambino deve imparare a correggersi da solo. B) Eterocorrettivo: il bambino deve essere guidato dagli adulti nel correggersi. C) Eterocorrettivo: il bambino deve essere corretto dagli adulti. D) Autocorrettivo: i bambini devono correggersi reciprocamente.

0264. Carleton Wolsey Washburne definiva "educazione progressiva" quella basata: A) Sulle effettive capacità dei bambini, nel tentativo di svilupparne le potenzialità. B) Sulle capacità degli educatori di sviluppare le potenzialità dei bambini. C) Sull'efficacia dei metodi educativi di sviluppare le potenzialità dei bambini. D) Sulla gradualità delle acquisizioni intellettive dei bambini.

0265. Alfred Binet concepì l'educazione come un' "ortopedia mentale", in grado di: A) Attivare tutte le risorse mentali del bambino. B) Rieducare tutte le facoltà intellettive del bambino. C) Riattivare tutte le facoltà psichiche del bambino. D) Attivare tutte le risorse emotive del bambino.

0266. L'Interazionalismo è una teoria psico-pedagogica che pone in rilievo lo stretto e indissolubile legame tra: A) Soggetto e oggetto. B) Interiorità ed esteriorità. C) Socialità e modelli culturali. D) Privato e pubblico.

0267. Per la pedagogia gestaltica di Max Wertheimer, l'apprendimento equivale: A) Alla capacità del bambino di risolvere i problemi. B) Al progressivo controllo del bambino sul proprio livello di concentrazione. C) Allo sviluppo nel bambino di tecniche mnemoniche per acquisire nozioni. D) All'assimilazione e comprensione degli stimoli ambientali da parte del bambino.

0268. Rosa Agazzi sottolineava l'importanza che la scuola: A) Fosse la continuazione della casa materna. B) Abituasse il bambino ad affrontare le difficoltà. C) Costituisse la prima esperienza di distacco dai genitori. D) Fornisse un ambiente diverso da quello familiare.

0269. Per il cognitivismo la memoria: A) Gioca un ruolo rilevante nel processo di apprendimento. B) Gioca un ruolo secondario nel processo di apprendimento. C) Gioca un ruolo marginale nel processo di apprendimento. D) Gioca un ruolo cooperativo nel processo di apprendimento.

0270. Jurgen Habermas ritiene che l'obiettivo del processo di socializzazione del bambino sia la formazione dell'identità, per cui:

A) Fin da neonato, il bambino viene plasmato dalle strutture sociali. B) Fin da neonato, il bambino interiorizza le strutture sociali. C) Progressivamente, il bambino interagisce con le strutture sociali. D) Progressivamente, il bambino prende coscienza delle strutture sociali.

0271. Si parla di ricerca idiografica quando un bambino viene studiato: A) Nei suoi aspetti peculiari e rispetto al suo personale sviluppo. B) Riguardo agli aspetti relazionali e comportamentali con i pari. C) Per i suoi caratteri ereditari familiari. D) Per le caratteristiche somatiche comuni alla sua razza.

0272. Lev Vygotskij definisce "zona di sviluppo prossimale" la distanza: A) Tra il livello di sviluppo effettivo e il livello di sviluppo potenziale. B) Tra il carattere dei bambini e determinate tecniche pedagogiche adottate dagli educatori. C) Tra l'effettiva età mentale dei bambini e il loro livello di sviluppo psicomotorio. D) Tra il temperamento dei bambini da 0 a 3 anni e quelli da 3 e 6 anni.

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0273. Giuseppe Lombardo Radice definisce la necessità nei bambini di assumere in sè la coscienza di altri come: A) Autoeducazione. B) Eteroeducazione. C) Educazione cosciente. D) Educazione volontaria.

0274. Per il costruttivismo l'apprendimento è: A) Una modifica del significato dei concetti costruiti con l'esperienza. B) Un'evoluzione del comportamento in base alle esperienze. C) Una revisione dei metodi educativi teorici in base all'esperienza. D) Un aggiornamento costante del bagaglio mnemonico.

0275. Nel suo pensiero educativo quale dimensione privilegia Maria Montessori? A) La dimensione dell'apprendimento e del sentimento. B) La dimensione dell'apprendimento e dell'esercizio fisico. C) La dimensione relativa alla morale e alla socializzazione. D) La dimensione relativa alla spiritualità e alla creatività.

0276. L'educazione deve comprendere, dall'inizio, tutti gli aspetti dello sviluppo infantile. Tale principio della pedagogia di Albertine Necker De Sassure è indicato dall'espressione:

A) "Educazione progressiva". B) "Educazione ugualitaria". C) "Educazione alla responsabilità". D) "Educazione olistica".

0277. Il costruttivista Rand J. Spiro ha elaborato la teoria della flessibilità cognitiva, incentrata sulla capacità del bambino di: A) Costruire di volta in volta la risposta a situazioni problematiche differenti. B) Porre domande differenziate a seconda del problema da risolvere. C) Cercare strumenti sempre più elaborati per la risoluzione dei problemi. D) Avere atteggiamenti emotivi controllati di fronte a problemi difficili.

0278. Giuseppina Pizzigoni è stata una grande precorritrice della relazione esistente nel bambino tra: A) Sviluppo corporeo e maturazione delle strutture logico-cognitive. B) Socializzazione e maturazione delle strutture logico-cognitive. C) Sviluppo emotivo e maturazione dei meccanismi affettivi. D) Sviluppo corporeo e maturazione dei meccanismi di socializzazione.

0279. Misurando il grado d'intersoggettività di un bambino, si può comprendere: A) Il suo livello di empatia. B) Il suo livello di tolleranza. C) Il suo livello di affettività. D) Il suo livello di equilibrio emotivo.

0280. Secondo Vygotskij, se esiste un'interazione positiva tra il bambino e l'educatore, si può dire che si è formata tra loro: A) Una "zona di sviluppo prossimale". B) Una "zona di empatia". C) Una "relazione di vicinanza affettiva". D) Una "relazione di affinità elettiva".

0281. Jacob Levi Moreno elaborò un importante sistema di osservazione dei meccanismi d'interazione tra individui, applicato oggi anche ai bambini. Si tratta:

A) Della sociometria. B) Della psicometria. C) Dell'antropometria. D) Dell'agorametria.

0282. I "doni" di Fredrich Froebel: A) Sono oggetti appositamente studiati come strumenti educativi. B) Sono oggetti destinati a un uso naturale e spontaneo. C) Sono uno strumento educativo per lo sviluppo dell'altruismo e della generosità. D) Sono oggetti propedeutici all'insegnamento della lingua madre.

0283. Tra i principi del metodo di Johann Heinrich Pestalozzi troviamo quello di "vicinanza e lontananza" che suggerisce, nell'educazione:

A) Di partire da ciò che è più vicino all'esperienza del bambino. B) Di seguire lo sviluppo del bambino, in maniera graduale e continua. C) Di conformarsi alla natura del bambino per produrre determinati modi di sentire, pensare, operare. D) Di anticipare le tappe dello sviluppo infantile con stimolazioni intellettuali adeguate.

0284. Robert Rosenthal e Leonore Jacobson definirono un particolare rapporto educativo con l'espressione: A) "effetto Pigmalione", poiché le aspettative degli insegnanti influiscono sulle abilità dei bambini. B) "effetto Narciso", poiché le aspettative degli insegnanti stimolano la vanità dei bambini. C) "effetto Socrate", poiché il metodo degli insegnanti deve far scaturire le conoscenze dai bambini. D) "effetto Icaro", poiché le eccessive gratificazioni date dagli insegnanti possono spegnere le motivazioni dei bambini.

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0285. La legge dell'effetto di Edward Thorndike prevede che le risposte del bambino a determinate situazioni diverranno l'abituale comportamento di risposta a quelle situazioni:

A) Se sono seguite da ricompense. B) Se accettate dal gruppo dei pari. C) Se corrispondono alle aspettative degli educatori. D) Se NON vengono valutate negativamente.

0286. Secondo la pedagogia costruttivista, l'apprendimento è interattivo e avviene attraverso: A) Il dialogo tra bambini ed educatori. B) L'empatia tra bambini ed educatori. C) Il rispetto delle regole da parte dei bambini. D) L'imposizione dell'autorità da parte degli educatori.

0287. Nella seconda metà dell'Ottocento vengono aperti a Venezia, degli asili-modello: uno, a Cannaregio: A) Voluto da Elena Raffalovich Comparetti per i bambini poveri della città. B) Voluto da Friederich Frobel per i bambini orfani della città. C) Preso a modello per i moderni asili-nido di Reggio Emilia. D) Preso a modello per i moderni asili-nido statunitensi.

0288. Il Movimento di Cooperazione Educativa (M.C.E.) sostenne che l'educazione deve tendere alla formazione della coscienza, intesa tra l'altro come:

A) Esigenza di libertà. B) Esigenza di una guida. C) Esigenza di comprensione. D) Esigenza di coinvolgimento.

0289. Gli studi di Kurt Lewin sulle modalità di ricerca ed osservazione individuale e di piccoli gruppi, indicano con il termine "ricerca-azione":

A) Un passaggio reciproco e costante tra analisi ed azione. B) Un'indagine riflessiva che NON si pone problemi ma cerca di risolverli. C) Una ricerca dove i soggetti attivi NON sono coinvolti nella situazione stessa. D) Una tipologia di ricerca sperimentale che prevede di coinvolgere i soggetti interessati.

0290. Maria Montessori e le sorelle Rosa e Carolina Agazzi ebbero in comune: A) La fiducia nelle possibilità autoeducative dei bambini. B) L'interesse per il giardinaggio per il suo valore morale e igienico. C) La fiducia nelle possibilità eteroeducative dei bambini. D) L'interesse per il giardinaggio per il suo valore cognitivo.

0291. Robert Rosenthal e Leonore Jacobson sottoposero a verifica sperimentale l'ipotesi secondo cui: A) Le aspettative degli educatori incidono sulle prestazioni dei bambini. B) Gli atteggiamenti degli educatori incidono sui comportamenti dei bambini. C) La formazione teorica degli educatori incide sul carattere dei bambini. D) Gli stati emotivi degli educatori incidono su quelli dei bambini.

0292. Secondo Edward Thorndike il legame o connessione S-R (Stimolo-Risposta) equivale, nei bambini: A) Ad una risposta, operata nella certezza di ricevere una ricompensa, a un determinato stimolo. B) Ad una risposta volontaria e gratuita a un determinato stimolo. C) Ad una risposta, operata nella speranza di ottenere una ricompensa, a un determinato stimolo. D) Ad una risposta incontrollata e irrazionale a un determinato stimolo.

0293. Uno degli studi più famosi di Albert Bandura sostiene che i bambini apprendono comportamenti aggressivi: A) Per imitazione. B) Per difesa. C) Come un aspetto della socializzazione. D) Come conseguenza di una costrizione.

0294. Nell'osservazione del comportamento infantile si può notare "l'abituazione", ovvero: A) Il processo per cui il bambino reagisce agli stimoli nuovi solo per un periodo limitato. B) Il processo per cui il bambino aumenta gradatamente l'attenzione e la risposta allo stimolo. C) Una forma elementare di condizionamento legata agli stimoli connessi alla memoria a breve termine. D) La capacità di selezionare gli stimoli e di attivare meccanismi di memoria a lungo termine.

0295. Il lavoro di Danilo Dolci mira alla capacitazione degli allievi attraverso una modalità d'interazione tra educatore e bambino:

A) Analoga alla maieutica socratica. B) Analoga alla ermeneutica aristotelica. C) Basata sul modello docente attivo-bambino passivo. D) Basata sul modello docente passivo-bambino attivo.

0296. Enrico Pestalozzi, con l'esperimento di Neuhof, ha provato a sperimentare praticamente: A) Il sistema di gestione dell'infanzia tracciato da Jean Jacques Rousseau. B) La teoria dell'infanzia ipotizzata da Rudolf Steiner. C) Le tecniche educative teorizzate da Maria Montessori. D) Il sistema formativo globale ideato da Giovanni Gentile.

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0297. Il Bureau International des Ecoles Nouvelles (B.I.E.N.) di Ginevra, fondato da Adolphe Ferrière, aveva lo scopo: A) Di raccogliere documentazione sulle nuove esperienze pedagogiche. B) Di realizzare il mutuo insegnamento nelle scuole dell'infanzia. C) Di collaborare con l'attività caritativa delle società San Vincenzo. D) Di incrementare, nell'educazione, le attività di carattere sociale.

0298. Al bambino domestico di Rosa Agazzi si contrappone, nella teoria di Maria Montessori: A) Il bambino laborioso. B) Il bambino obbediente. C) Il bambino fantasioso. D) Il bambino sociale.

0299. Giuseppina Pizzigoni richiama il valore educativo del metodo galileiano, affermando: A) Che il bambino NON può fare "scienza" senza l'esperimento e la verifica delle ipotesi. B) Che gli educatori devono permettere che i bambini facciano da soli le loro scoperte. C) Che l'educatore è punto di riferimento per il bambino come il Sole per la Terra. D) Che il bambino va guidato ad orientarsi correttamente nello spazio circostante.

0300. Maria Montessori quando parla di "mente assorbente" si riferisce alla capacità del bambino di assimilare: A) Gli stimoli ambientali in maniera creativa. B) Gli stimoli ambientali in maniera automatica. C) Gli stimoli educativi in maniera mnemonica. D) Gli stimoli educativi in maniera scientifica.

0301. Robert Merton sostiene che all'interno della famiglia avviene: A) La socializzazione primaria del bambino, senza intenzionalità educativa. B) La socializzazione primaria del bambino, per intenzionalità educativa. C) L'autoeducazione del bambino, senza intenzionalità educativa. D) L'autoeducazione del bambino, per intenzionalità educativa.

0302. La Pedagogia considera come "mondo esterno" del bambino la relazione: A) Con lo spazio e il tempo e con tutto ciò che è percepibile dalla vista, dall'udito, dal tatto. B) Tra se stesso e gli altri, percepiti attraverso la vista, l'udito, il tatto. C) Con ciò che percepisce internamente in relazione a ciò che sperimenta con i sensi. D) Tra ciò che è vero e ciò che è falso mediante la verifica data dai sensi.

0303. Gordon Willard Allport riteneva che ogni individuo fosse una combinazione unica di tratti, per questo era impossibile: A) Individuare due personalità identiche. B) Predisporre un piano educativo unico. C) Basare l'educazione su comuni tratti genetici. D) Individuare più tipologie o combinazioni di tratti comuni.

0304. Jacob Levi Moreno elaborò nel 1921 un'importante tecnica per migliorare la spontaneità e la socializzazione, da lui applicato prima ai bambini e poi agli adulti. Si tratta:

A) Dello psicodramma. B) Dell'associazione di idee. C) Della psicocinesi. D) Dell'ergoterapia.

0305. Ovide Decroly fonda nel 1907 la Scuola dell'Ermitage, in cui conduce un esperimento pedagogico all'insegna del motto: A) "per la vita attraverso la vita". B) "per la vita attraverso l'educazione". C) "per la vita attraverso la cultura". D) "per la vita attraverso la società".

0306. Il lavoro di Danilo Dolci mira al potenziamento delle capacità degli allievi, ovvero: A) Alla capacitazione delle persone generalmente escluse dal potere e dalle decisioni. B) Alla considerazione delle persone generalmente emarginate. C) Al coinvolgimento delle persone timide e introverse. D) Al rinforzo psicologico delle persone con disturbi intellettivi.

0307. Nicola Fornelli sostenne un modello educativo: A) Schiettamente laico, imperniato sul valore formativo del metodo scientifico. B) Fondato su valori spirituali e religiosi, insegnati nelle scuole cattoliche. C) Etnocentrico cioè relativo ai valori della propria cultura di appartenenza. D) Di compromesso tra la morale laica e quella religiosa.

0308. Giuseppina Pizzigoni anticipò il pensiero di William Heard Kilpatrik, sostenendo che l'esperienza personale del fanciullo:

A) É possibile se è guidata dall'educatore. B) NON deve essere guidata dall'educatore. C) É possibile solo se NON è guidata dall'educatore. D) Deve essere solo osservata dall'educatore.

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0309. In base agli studi di Asha Phillips, il bambino da 0 a 5 anni NON dice bugie, in quanto: A) Manca in lui una chiara distinzione fra fantasia e realtà. B) É già presente in lui la distinzione tra il vero e il falso. C) É già forte in lui il valore morale della sincerità. D) Ha timore di essere punito per la menzogna.

0310. Per Ernesto Codignola, il valore che l'educatore dà alla vita in generale è proporzionale: A) All'efficacia dell'educazione sui bambini. B) Alla diminuzione dei comportamenti antisociali dei bambini. C) Al livello di socializzazione dei bambini. D) Al tipo dei rapporti con le famiglie dei bambini.

0311. Nella scuola agazziana l'educazione morale si aggancia, dando rilievo ai valori dell'onestà, dell'operosità, del rispetto del prossimo:

A) All'educazione religiosa. B) All'educazione socialista. C) All'educazione rousseauiana. D) All'educazione eteronoma.

0312. Rosa Agazzi considera come un pericolo incombente sull'infanzia e sulla scuola della sua epoca: A) La tendenza della società a sottrarre la prassi educativa alla famiglia. B) La tendenza della famiglia a delegare alla scuola la prassi educativa. C) La tendenza della famiglia a richiedere alla scuola un nozionismo prescolastico. D) La tendenza delle teorie educative a porsi contro il nozionismo prescolastico.

0313. Lo studioso Philippe Ariès afferma che, nella seconda metà del Novecento, l'interesse per l'età evolutiva ha comportato: A) La nascita di istituzioni deputate alla tutela e all'educazione dei bambini. B) Lo sviluppo degli studi sulla prima infanzia e sul passaggio alla seconda infanzia. C) L'evoluzione delle forme istituzionali di assistenza alla prima infanzia. D) L'incremento delle associazioni di volontariato dedicate ai bambini abbandonati.

0314. Studi recenti (Rochel Gelman e altri) hanno dimostrato l'emergere nei bambini, già all'età di 3 anni, della capacità di modificare il proprio linguaggio per parlare con una persona più piccola o più grande, manifestando così:

A) La consapevolezza della diversità di bisogni dell'altro. B) La curiosità verso la diversità dell'altro. C) La comprensione dei desideri dell'altro. D) La capacità di resistenza nei confronti dell'altro.

0315. Nella "scuola serena" di Maria Boschetti Alberti, "l'accademia" riguardava: A) Lo sviluppo del sentimento estetico e morale. B) Lo sviluppo delle competenze nelle singole discipline. C) Lo sviluppo dell'autodisciplina. D) Lo sviluppo dell'autoeducazione.

0316. Per Robert Gagné l'apprendimento dell'individuo: A) Procede per fasi gerarchiche. B) Procede per accumulazione di nozioni. C) Procede per sintesi di informazioni. D) Procede in relazione all'analisi delle informazioni.

0317. Dan Slobin usa la metafora della "sala d'aspetto" per indicare il periodo di tempo che intercorre, in un bambino: A) Fra l'acquisizione di un concetto e la sua capacità di esprimerlo verbalmente. B) Fra la visione di un'immagine e la sua capacità di esprimerla graficamente. C) Fra la richiesta dell'educatore e la sua risposta, espressa verbalmente o in altro modo. D) Fra la percezione di uno stimolo ambientale e la sua reazione ad esso.

0318. La "legge dell'esercizio" del pedagogista Edward Thorndike afferma che la correlazione stimolo - risposta, nei bambini: A) Viene rafforzata dall'esercizio e si indebolisce quando l'attività è discontinua. B) Viene rafforzata dall'esercizio anche se l'attività è discontinua. C) É indipendente dall'esercizio e/o dall'attività. D) É direttamente proporzionale alla frequenza e alla costanza dell'attività.

0319. Per Emile Durkheim la socializzazione coincide con l'educazione e gli obiettivi del processo educativo sono: A) La creazione e il mantenimento dell'ordine sociale. B) Il miglioramento e l'evoluzione dell'ordine sociale. C) Il capovolgimento e lo stravolgimento dell'ordine sociale. D) Il graduale progresso dell'ordine sociale.

0320. Karen Fuson ipotizza che il bambino inizi fin da piccolo a formare la propria conoscenza numerica: A) Attraverso l'interazione con l'ambiente. B) Utilizzando serie di oggetti uguali ma diversamente colorati. C) Con giochi in cui i gruppi sono diversamente numerosi. D) Attraverso la ripetizione mnemonica dei numeri.

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0321. Il 1905 è l'anno in cui viene aperto a Mantova: A) Un “istituto pro lattanti”, per opera di Ernesto Soncini. B) Una “casa dell'infanzia”, per opera di Giuseppina Pizzigoni. C) Un “giardino dell'infanzia”, per opera di Friederich Frobel. D) Un “istituto per divezzi”, per opera di Rosa Agazzi.

0322. Il pedagista Gordon Willard Allport divise le caratteristiche identificative di un gruppo e di un individuo in: A) Tratti comuni e tratti personali. B) Appartenenza nazionale e caratteristiche etniche. C) Tratti ereditari e caratteristiche genetiche. D) Caratteristiche culturali e tratti educativi.

0323. La pedagogia che si svolge attraverso attività di osservazione, di associazione e di espressione è detta: A) Pedagogia per "centri di interesse" (Ovide Decroly). B) Pedagogia per "insiemi di abilità" (Rudolf Steiner). C) Pedagogia per "nuclei di socialità" (Maria Montessori). D) Pedagogia per "relazioni tra sistemi" (Urie Bronfenbrenner).

0324. Wilhelm Max Wundt intende, per temperamento: A) La risposta psichica naturale al corredo organico ereditario. B) La risposta psichica indotta al corredo organico ereditario. C) La risposta valoriale al corredo organico ereditario. D) La risposta della personalità al corredo organico ereditario.

0325. Michael Alexander Kirkwood Halliday ha introdotto il concetto di comunicazione strumentale, che serve a indurre il bambino:

A) A motivare l'altro ad una azione utile per sé. B) A far sentire l'altro oggetto di attenzione. C) A giustificare le proprie azioni di fronte ai pari. D) A scambiare informazioni con i pari.

0326. Abraham Maslow ha proposto una teoria della motivazione umana, a partire dai bambini, che distingue bisogni legati a mancanze e bisogni legati alla crescita. Egli li definisce, rispettivamente:

A) Bisogni di base e metabisogni. B) Bisogni e iperbisogni. C) Istinto e cultura. D) Sopravvivenza fisica e evoluzione sociale.

0327. Il "museo didattico" delle sorelle Rosa e Carolina Agazzi è: A) Una raccolta di piccoli oggetti di uso quotidiano, costruito con la collaborazione del bambino. B) Una classificazione di materiali proposti dall'educatore al bambino. C) Un insieme di prove per l'osservazione delle abilità del bambino. D) Il complesso dei materiali necessari per il giardinaggio inteso come possibile attività all'aperto.

0328. Secondo Elliot Turiel già a 3 anni i bambini sembrano sapere che le convenzioni sono relative mentre le norme morali sono assolute. Di conseguenza:

A) L'obbedienza è causata dalla paura della punizione, la moralità da convinzioni autonome. B) L'obbedienza è determinata da comportamenti imitativi, la moralità da scelte autonome. C) L'obbedienza a volte è ottemperata, la moralità è sempre perseguita. D) L'obbedienza è determinata dalla paura della punizione, la moralità dal desiderio di compiacere gli altri.

0329. Nel suo pensiero educativo, Friedrich Froebel privilegia la dimensione corporea del bambino, perché: A) L'esercizio fisico favorisce il gioco che è l'attività infantile per eccellenza. B) Il corpo è la prima parte di sé di cui il bambino diviene cosciente. C) La percezione della realtà è innanzi tutto fisica e legata ai sensi. D) L'esercizio fisico è una modalità per limitare la sua esuberanza.

0330. Con l'esperimento di Neuhof, Enrico Pestalozzi, a differenza di Rousseau, sosteneva che il bambino dovesse: A) Crescere nella società e per la società. B) Essere educato al rispetto delle regole della comunità. C) Imparare a trarre dalla società tutti i possibili vantaggi. D) Mantenere sempre la propria individualità.

0331. Per Emile Durkheim la socializzazione coincide con l'educazione, ma l'attenzione è posta: A) Sul momento integrativo e NON sul soggetto da educare. B) Sul bambino e NON sull'aspetto della socializzazione. C) Sulla dinamica dell'integrazione del gruppo e NON sul singolo. D) Sull'influsso di ognuno nella socializzazione del gruppo.

0332. Nell'ambito della pedagogia romantica Joan Paul Richter occupa un posto importante per le sue osservazioni sul gioco. Secondo questo autore infatti l'attività ludica permette al bambino:

A) Di sviluppare tutte le proprie facoltà. B) Di accrescere il grado di socializzazione. C) Di favorire il superamento di eventuali inibizioni. D) Di sviluppare rapidamente il proprio linguaggio.

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0333. Howard Gardner, definendo l'intelligenza come "la capacità di risolvere problemi", identifica diverse intelligenze umane, che definisce:

A) Multiple, tra loro relativamente indipendenti. B) Plurime, tra loro assolutamente indipendenti. C) Correlate, una dipendente dall'altra. D) Scalari, gerarchicamente dipendenti.

0334. Presentare l'oggetto al bambino e indicarne l'uso possibile è la prima funzione dell'educatore: A) Nel metodo montessoriano. B) Nel metodo steineriano. C) Nel metodo piagetiano. D) Nel metodo agazziano.

0335. Per il costruttivista Edgar Morin l'affettività dei bambini influisce sulla capacità: A) Di conoscenza. B) Di socializzazione. C) Di rispettare le regole. D) Di giocare.

0336. Delle tre leggi pedagogiche di Edward Thorndike, quella della prontezza prevede che le risposte di un bambino a una situazione possano essere:

A) Connesse l'una all'altra per raggiungere un prefissato obiettivo. B) Selezionate accuratamente per raggiungere un prefissato obiettivo. C) Elaborate rapidamente in una situazione ritenuta di pericolo. D) Inventate rapidamente in previsione di un premio o di una gratificazione.

0337. Viktor Lowenfeld dedica un'attenzione particolare agli stadi dei disegni dei bambini. Nello stadio degli scarabocchi, il bambino:

A) Opera una vera e propria riproduzione del movimento. B) Cerca la modalità per rappresentare la forma. C) NON fa riferimento a esperienze visive, ma a schemi mentali. D) Sta cercando di creare schemi mentali corrispondenti alle forme reali.

0338. La teoria del "mastery learning" di Benjamin Samuel Bloom sostiene che quasi tutti gli individui possono apprendere in egual misura se:

A) Dispongono di condizioni di apprendimento adeguate. B) Sono in possesso di caratteristiche intellettive adeguate. C) Mostrano qualità innate adeguate. D) Dispongono di adeguate motivazioni all'apprendimento.

0339. Il metodo educativo finalizzato all'acquisizione da parte del bambino di competenze differenziate: A) É stato elaborato da Matthew Lipman e definito Metodo della P4C. B) É stato elaborato da Karen Machover e definito Test del disegno della figura umana. C) É stato elaborato da Karl Koch e definito Test dell'albero. D) É stato elaborato da Hermann Rorschach e definito Test delle macchie di Rorschach.

0340. Michael Alexander Kirkwood Halliday ha introdotto il concetto di comunicazione regolativa, che serve a indurre il bambino:

A) A fare o a NON fare. B) A motivare le sue azioni. C) A coinvolgere i pari nell'azione. D) A dare attenzione ai pari.

0341. Accanto alle occupazioni che implicano movimento, le sorelle Rosa e Carolina Agazzi ricorrevano anche alle cosiddette "occupazioni tranquille", utilizzate in qualità di:

A) Alternativa alle attività movimentate. B) Metodo di osservazione della natura. C) Modalità per affinare la concentrazione. D) Esercizio delle abilità manuali.

0342. Edward Tolman, a proposito di apprendimento, definisce il procedimento seguito da ciascun bambino per raggiungere un obiettivo come un aspetto del:

A) Comportamentismo intenzionale. B) Comportamentismo opportunista. C) Comportamentismo individuale. D) Comportamentismo adattivo.

0343. Per Roberto Ardigò, attività, esercizio, abitudine sono gli elementi caratterizzanti il processo educativo, poichè: A) L'educazione NON è un fatto naturale. B) L'educazione è un processo impositivo. C) L'educazione richiede umiltà e costanza. D) L'educazione richiede capacità mnemoniche.

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0344. Le sorelle Rosa e Carolina Agazzi ritengono che la principale dote dell'educatore sia: A) L'umiltà, che rende degno il suo esempio. B) La gentilezza, che addolcisce i rimproveri. C) La fermezza, che rende autorevole la sua figura. D) L'allegria, che coinvolge i bambini.

0345. In Italia il primo giardino d'infanzia fu aperto: A) A Venezia nel 1869 da Adolfo Pick. B) A Reggio Emilia nel 1950 da Loris Malaguzzi. C) A Verona nel 1850 da Elena Raffalovich Comparetti. D) A Roma, nel 1926 da Maria Montessori.

0346. Per il costruttivismo i bambini creano la loro peculiare conoscenza attraverso: A) L'apprendimento interattivo dialogico con gli educatori. B) L'apprendimento attivo personale. C) Lo scambio interattivo riflessivo tra pari. D) Il personale accumulo di esperienze significative.

0347. I "contrassegni" usati nel metodo delle sorelle Rosa e Carolina Agazzi: A) Servono per distinguere e tenere a posto gli oggetti di ogni bambino. B) Sono l'equivalente dei "doni" froebeliani. C) Vengono ispirati dal materiale didattico montessoriano. D) Costituiscono un supporto per l'educazione sensoriale.

0348. Gordon Willard Allport è convinto che, in termini di prevenzione di comportamenti antisociali, l'educazione sia fondamentale:

A) Per combattere il pregiudizio. B) Per livellare le differenze sociali. C) Per innalzare il livello culturale delle fasce più deboli. D) Per mantenere distanti i soggetti di diversa estrazione sociale.

0349. La teoria gestaltica sostiene che la vita psichica umana sia costituita da strutture (o forme) che organizzano le percezioni e che, quindi, nella mente umana:

A) "il tutto è più che la somma delle parti". B) "il tutto è uguale alla somma delle parti". C) "il tutto è meno della somma delle parti". D) "il tutto è equipollente alla somma delle parti".

0350. L'idea delle intelligenze multiple di Howard Gardner si fonda su processi intellettivi, individuati e caratterizzati in ogni bambino:

A) Da una traiettoria evolutiva. B) Da progressi e regressioni. C) Da quattro schemi mentali. D) Da dieci tipi di intelligenze.

0351. Robert Owen criticò la famiglia della sua epoca poiché considerata: A) Luogo di riproduzione di pregiudizi e di esaltazione di interessi antisociali. B) Agenzia educativa disattenta ai bisogni e ai desideri dei bambini. C) Soggetto incapace di difendere gli interessi e i diritti dell'infanzia. D) Agenzia "diseducativa" rispetto ai valori religiosi da trasmettere ai bambini.

0352. L'educazione secondo il concetto di Decroly è un apprendimento basato sui centri di interesse del bambino, che: A) Sono fondati sui suoi bisogni in base al grado di sviluppo raggiunto. B) NON sono correlati al grado di sviluppo raggiunto. C) Sono influenzati dalle aspettative della famiglia di origine. D) Sono indipendenti dalla sua percezione del mondo.

0353. Ai sette tipi di intelligenza della sua teoria, Howard Gardner ha aggiunto successivamente un'ottava intelligenza, ovvero quella:

A) Naturalistica, relativa al riconoscimento e alla classificazione di oggetti naturali. B) Edonistica, relativa al saper trarre piacere da circostanze ed eventi positivi. C) Etnica, relativa al riconoscimento delle proprie radici culturali. D) Normativa, relativa alla capacità di adeguamento alle norme sociali.

0354. Hyacinthe Sigismond Gerdil è noto per aver polemizzato con i principi pedagogici di: A) Jean Jacques Rousseau, con la sua opera "Anti-Emilio". B) Friedrich Wilhelm August Frobel, con la sua opera "Contro l'educazione dell'uomo". C) Celestin Freinet, con la sua opera "Contro il Movimento di Cooperazione Educativa". D) Ferdinand Ebner, con la sua opera "L'anti-sociologia".

0355. Nell'ambito della pedagogia costruttivista, alla fine degli anni ottanta, ha fatto la sua comparsa per la prima volta il termine "situated learning", secondo cui la conoscenza:

A) NON può essere separata dal suo contesto. B) Deve essere intercontestuale. C) Deve essere separata dal suo contesto. D) NON deve essere limitata a un contesto.

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0356. Nell'ambito della pedagogia costruttivista, il principio secondo cui la conoscenza NON può essere separata dal suo contesto è definito:

A) Con il termine situated learning. B) Con il termine mastery learning. C) Con il termine ambient learning. D) Con il termine in-out learning.

0357. Secondo Abraham Maslow, i bisogni di base di un individuo, fin dalla prima infanzia, sono ordinati secondo una gerarchia; i metabisogni:

A) Sono tutti ugualmente potenti e intercambiabili. B) Sono ordinati anch'essi secondo una gerarchia. C) Dominano sui bisogni di base poiché NON sono istintivi. D) NON creano sofferenza se insoddisfatti.

0358. Quando Robert Owen parla di "didattica del collettivo", si riferisce: A) Ad un'educazione imperniata sulla vita di gruppo. B) Ad un'istruzione impartita collettivamente. C) Ad un'educazione omogenea per tutti i bambini. D) Ad un'istruzione coordinata da un'équipe di pedagoghi.

0359. Johann Heinrich Pestalozzi, parlando di "educazione del cuore", intendeva: A) L'educazione all'affettività e del sentimento. B) L'educazione alla carità cristiana. C) L'educazione al controllo delle emozioni. D) L'educazione all'amore e al rispetto per gli altri.

0360. Secondo Lev Vygotskij, perché si formi, in termini educativi, una "zona di sviluppo prossimale", deve esistere: A) Un'interazione tra il bambino e l'educatore. B) Un'empatia tra bambino e contesto educativo. C) Un'affinità tra bambino e tecniche educative adottate. D) Un'interazione tra singolo bambino e gruppo dei pari.

0361. René Le Senne, esponente della teoria caratterologica, ha descritto il fenomeno della perseverazione come la tendenza di alcuni bambini:

A) A ripetere una data esperienza anche quando lo stimolo che l'ha provocata è scomparso. B) A reiterare un comportamento che li ha precedentemente gratificati. C) A ripetere dei movimenti sempre nella medesima sequenza. D) Ad associare sempre un'esperienza allo stimolo che l'ha provocata.

0362. Secondo la pedagogia costruttivista, l'apprendimento è visto: A) Come un impegno attivo da parte dei bambini a costruire la propria conoscenza. B) Come passaggio della conoscenza dalla mente dell'educatore alla mente del bambino. C) Come passaggio di contenuti dalla mente dell'educatore a quella già strutturata del bambino. D) Come trasmissione dei principi morali dalla società ai singoli bambini/ragazzi.

0363. Karl Schmidt afferma la necessità che la pedagogia, abbandonando le teorie aprioristiche dell'educazione, tenga conto di altre discipline:

A) Di qui la sua definizione della pedagogia come "antropologia applicata". B) Di qui il suo inserimento della pedagogia nelle scienze sociali. C) Di qui la sua definizione della pedagogia come "psicologia sociale". D) Di qui il suo disconoscimento della pedagogia teorica.

0364. Jean Jacques Rousseau fu tra i primi propugnatori della coeducazione, ovvero: A) Dell'educazione comune dei due sessi. B) Dell'educazione in collaborazione tra educatore e bambino. C) Di un modello educativo elaborato da un'équipe di insegnanti. D) Dello scambio di competenze tra pari.

0365. Secondo Giovanni Freddi e le recenti scoperte nell'ambito dell'apprendimento linguistico fin dalla prima infanzia, le potenzialità neurosensoriali, associate a stimoli multisensoriali, costituiscono il primo passo:

A) Per la formazione precoce di un sistema concettuale bilingue. B) Per il rapido perfezionamento delle capacità fonetiche. C) Per lo sviluppo precoce della capacità di simbolizzazione grafica. D) Per l'acquisizione della sola lingua madre.

0366. Il pediatra Ernesto Soncini, che aprì nel 1905 a Mantova il primo asilo-nido: A) Istituì il primo modello di libretto sanitario. B) Stabilì le prime vaccinazioni scolastiche obbligatorie. C) Definì per primo la distinzione tra lattanti e divezzi. D) Vietò che i lattanti fossero tenuti fasciati.

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0367. Pierre Vayer, sottolinea la relazione esistente nel bambino tra evoluzione dello schema corporeo e conoscenza. Egli afferma che il corpo del bambino:

A) Costituisce l'esperienza interna di qualsiasi conoscenza. B) Costituisce il mezzo esterno di qualsiasi conoscenza. C) Fornisce la conferma di qualsiasi conoscenza esterna. D) Costituisce l'accumulo di conoscenze date dall'esperienza.

0368. Nel processo educativo, quale studioso suggerisce di partire da ciò che è più vicino all'esperienza del bambino? A) Pestalozzi: è il cosiddetto principio di "vicinanza e lontananza". B) Vygotsky: è il cosiddetto principio del "situated learning". C) Spiro: è il cosiddetto principio della "flessibilità cognitiva". D) Jonassen: è il cosiddetto principio della "socializzazione fra pari".

0369. Edward Thorndike definisce la connessione delle risposte di un bambino per raggiungere un prefissato obiettivo: A) Legge della prontezza. B) Legge dell'effetto. C) Legge dell'esercizio. D) Legge della connessione.

0370. Per la teoria pedagogica di Jerome Bruner, che cosa dà significato a ciò che il bambino percepisce? A) La narrazione, poiché innesca processi di elaborazione, comprensione, rievocazione di esperienze. B) La ripetizione mnemonica, poiché consente il consolidamento delle esperienze e dei concetti. C) La filastrocca, perché permette la memorizzazione di concetti in forma creativa. D) Il gioco, perché permette di rimuovere, in maniera ludica, un'esperienza frustrante.

0371. Sergej Hessen nei suoi studi focalizza tre diversi momenti della vita dell'uomo cui l'educazione deve rivolgersi. Il primo, detto dell'anomia, riguarda:

A) La mancanza di regole sociali, poiché prevalgono i bisogni biologici dei singoli. B) La carenza di regole sociali, poiché prevalgono gli interessi dei singoli. C) La mancanza assoluta di regole, cioè una situazione di anarchia educativa. D) La ribellione alle regole dettate da altri, cioè all'eteronomia educativa.

0372. Qual è l'assunto fondamentale che caratterizza l'opera "La rappresentazione del mondo nel fanciullo" di Jean Piaget? A) Il pensiero adulto è qualitativamente differente da quello infantile. B) Il bambino è un uomo in miniatura: pensa, "in piccolo", ciò che penserà da adulto. C) Il pensiero infantile è uguale a quello dell'adulto, solo meno esplicito. D) Il pensiero infantile procede per fasi prestabilite verso quello dell'adulto.

0373. Per Giovanni Calò, l'educazione è lo stimolo a costruire quella catena di valori: A) Che consente all'umanità di progredire costantemente. B) Che spinge la collettività a rispettare le regole sociali. C) Che permette all'individuo di vivere in società. D) Che spinge l'individuo a migliorarsi costantemente.

0374. Raffaello Lambruschini, col fine di rimuovere gli ostacoli e favorire la crescita morale dei bambini, ha ipotizzato: A) Un'educazione indiretta, basata su esperienze filtrate dall'educatore, di ciò che è giusto o sbagliato. B) Un'educazione diretta, basata sull'esperienza personale di ciò che è giusto o sbagliato. C) Un'educazione indiretta positiva, basata su esempi di comportamento moralmente accettati. D) Un'educazione diretta negativa, basata sulla negazione di comportamenti scorretti.

0375. Ernesto Codignola sostiene che l'efficacia dell'educazione è proporzionale al valore: A) Che l'educatore dà alla vita. B) Che l'educatore dà all'educazione stessa. C) Che l'educatore dà all'istruzione. D) Che l'educatore dà alla socializzazione.

0376. Ogni ambiente educativo, secondo Giuseppina Pizzigoni: A) Deve essere abbellito con quadri artistici e con vedute prese dal vero. B) Deve contenere illustrazioni relative alla storia dell'infanzia. C) Può essere abbellito dai bambini dipingendo sulle pareti. D) Può essere abbellito dai bambini con collage di foglie e mosaici di sassolini.

0377. Per Rosa e Carolina Agazzi, l'ignoranza è la causa del male. I bambini che hanno l'opportunità di operare correttamente:

A) NON commettono azioni immorali. B) Si pentono delle azioni immorali. C) Sono in grado di correggere i propri errori. D) Accettano, comprendendole, le punizioni.

0378. Per Stella Chess e Alexander Thomas lo stile comportamentale di un bambino corrisponde al rapporto: A) Tra il temperamento innato e gli stimoli ambientali. B) Tra le reazioni del singolo e quelle del gruppo a uno stimolo educativo. C) Tra il temperamento individuale e le esperienze emotive. D) Tra il modello educativo familiare e le norme sociali accettate.

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0379. Johan Paul Richter sostenne che l'attività che permette di sviluppare tutte le facoltà del bambino fosse: A) L'attività ludica. B) L'attività di socializzazione. C) L'attività espressiva. D) L'attività imitativa.

0380. Il sistema che si propone di razionalizzare le risorse destinate all'educazione con percorsi individualizzati è definito: A) "Mastery learning" (apprendimento per la padronanza). B) "Problem solving" (capacità di risolvere problemi). C) "Problem finding" (capacità di individuare problemi). D) "Age learning" (apprendimento per fasce d'età).

0381. Dopo la seconda guerra mondiale, Bruno Ciari sostenne che l'educazione rientrava tra i primi strumenti: A) Per fondare una società senza classi. B) Per abolire i conflitti di classe. C) Per ripristinare il rispetto delle regole etiche. D) Per ricostituire l'unità nazionale.

0382. Per la pedagogia gestaltica di Max Wertheimer, la capacità del bambino di risolvere i problemi: A) Equivale all'apprendimento. B) Dipende dal suo livello di concentrazione. C) É definita "problem solving". D) Dipende dall'empatia con l'educatore.

0383. Enrico Pestalozzi vede la libertà dei bambini: A) In funzione della conservazione di un ordine sociale determinato. B) Come un potenziale accumulo di aggressività verso gli adulti. C) In funzione di un lento e graduale cambiamento sociale. D) Come una destabilizzazione del loro proprio equilibrio.

0384. Per Abraham Maslow, tutti i bisogni di ogni essere umano hanno origine: A) Nell'istinto proprio del bambino e dell'uomo adulto. B) Nelle passioni intrinseche dei bambini. C) Nella necessità di soddisfare le esigenze psicologiche, propria degli adulti. D) Nella volontà di omologazione di tutti gli individui.

0385. Secondo Aleksandr Luria, quando un bambino, giocando, borbotta fra sé e sé, si dà delle "autoistruzioni"; si tratta della:

A) Mediazione verbale. B) Mediazione percettiva. C) Mediazione dominante. D) Mediazione egocentrica.

0386. Con Giuseppina Pizzigoni le sorelle Rosa e Carolina Agazzi condivisero la necessità che il bambino operasse: A) In armonia con le esperienze di vita. B) Nel rispetto delle regole sociali. C) Nel rispetto dell'autorità degli educatori. D) In armonia con il mondo degli adulti.

0387. Secondo la teoria della "terza forza" di Abraham Maslow, i bambini sani hanno piacere di crescere e l'influenza più grande che gli adulti hanno nei loro confronti consiste:

A) Nella soddisfazione dei loro bisogni. B) Nella presenza costante accanto a loro. C) Nell'ascolto dei loro bisogni. D) Nella soddisfazione dei loro desideri.

0388. Il pedagogista Pierre Vayer afferma che l'esperienza interna di qualsiasi conoscenza deriva al bambino: A) Dal suo corpo. B) Dalla sua memoria. C) Dalla sua immaginazione. D) Dalla sua logica.

0389. Howard Gardner, in un contesto caratterizzato da una multiculturalità crescente e dalla tendenza allo sviluppo tecnologico, intende valorizzare un'educazione che dia la possibilità di sviluppare:

A) Uno spettro molto ampio di intelligenze. B) Un'intelligenza interculturale. C) Una vasta gamma di competenze tecnologiche. D) La capacità relazionale.

0390. In che cosa consiste la crisi di personalità dei tre anni? A) Il bambino esprime marcato egocentrismo. B) Il bambino è soggetto a crisi di aggressività. C) Il bambino esprime un grande altruismo. D) Il bambino è soggetto a crisi di pianto frequenti.

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0391. In che cosa consiste la teoria degli stadi dello sviluppo elaborata da Piaget? A) Secondo Piaget lo sviluppo avviene attraverso gli stadi, strutture complesse che caratterizzano le condotte proprie di quello

stadio. B) Secondo Piaget lo sviluppo avviene attraverso gli stadi di crescita, che caratterizzano lo sviluppo del bambino da 0 a 6 anni. C) Secondo Piaget lo sviluppo avviene grazie alla capacità innata propria di ogni individuo, che determina gli stadi di crescita. D) Secondo Piaget lo sviluppo avviene attraverso gli stadi di crescita, che caratterizzano tutto l'arco della vita di un individuo.

0392. Nell'insegnamento-apprendimento cosa s'intende per motivazione intrinseca? A) É la motivazione alimentata dall'attivazione di operazioni cognitive. B) É la motivazione alimentata dai rinforzi sociali e emotivi ricevuti. C) É la motivazione alimentata dagli stimoli dell'ambiente circostante. D) É la motivazione alimentata dal contesto sociale di riferimento.

0393. Quali sono i processi che si alternano nel meccanismo di "equilibrio dinamico" definito da Piaget? A) L'assimilazione e l'accomodamento. B) I processi di realismo e animismo. C) Il processo statico e quello dinamico. D) La costanza e la permanenza dell'oggetto.

0394. Il sincretismo percettivo può presentarsi come: A) La tendenza del bambino a cogliere gli oggetti e/o le situazioni nel loro insieme. B) La tendenza del bambino a osservare gli oggetti e/o le situazioni con una visione soggettiva. C) La tendenza del bambino a percepire i colori fondamentali senza le sfumature. D) La tendenza del bambino a ricondurre tutte le forme a quelle geometriche semplici.

0395. La tendenza del bambino a percepire gli oggetti e/o le situazioni nel loro insieme: A) É una caratteristica del "sincretismo infantile". B) Viene definita come "costanza percettiva". C) Deriva da una "dissonanza cognitiva". D) Si caratterizza con la "permanenza dell'oggetto".

0396. Il modello cognitivista qualifica il bambino: A) Come un elaboratore di informazioni. B) Come un individuo attivo, pensante. C) Come una tabula rasa, priva di informazioni. D) Come un soggetto bisognoso di stimoli e di cure.

0397. Cosa afferma il principio della integrazione gerarchica tra gli stadi definito da Piaget? A) Le acquisizioni di uno stadio vengono integrate in strutture più evolute. B) A ogni stadio le acquisizioni vengono sostituite da quelle più alte. C) Le nuove acquisizioni sostituiscono tutte le informazioni obsolete. D) Gli stadi per funzionare devono integrare a vicenda le proprie acquisizioni.

0398. Che cosa è l'egocentrismo secondo Piaget? A) Il bambino è incapace di vedere il mondo da un punto di vista che non sia il proprio. B) L'incapacità del bambino di usare simboli e di adattarsi a concetti ancora non appresi. C) Il bambino è incapace di eseguire azioni a ritroso durante le sequenze di gioco. D) Il desiderio del bambino di attirare su di sé le attenzioni e l'affetto degli altri.

0399. Quali condizioni favoriscono con particolare rilevanza la formazione di rapporti affettivi? A) Le condizioni di attaccamento e lo spazio psicologico di libero movimento. B) Lo sviluppo dell'autonomia e il consolidamento delle competenze. C) La crescita di attrazione e empatia nei confronti dei coetanei. D) La dipendenza e l'affidamento che si sviluppano verso gli altri.

0400. Quali sono le attività tipiche, descritte da Piaget, strettamente collegate con l'attività rappresentativa? A) I rapporti casuali, le somiglianze, il gioco simbolico. B) La nozione di varianza, la percezione sincretico-globale. C) L'imitazione differita, l'attività ludica, l'inizio del linguaggio verbale. D) Il linguaggio non verbale, la rappresentazione mentale inconscia.

0401. Nell'ambito della psicologia genetica, l'espressione "gioco simbolico" si riferisce alla capacità del bambino: A) Di utilizzare oggetti come rappresentanti di altri oggetti. B) Di riprodurre movimenti, espressioni verbali, operazioni mentali. C) Di attribuire un nome significante a ogni oggetto. D) Di esprimere emozioni attraverso il gioco con gli animali,.

0402. Cosa d'intende per "realismo infantile"? A) Il primato dei dati rappresentativi su quelli percettivi. B) La realtà esterna percepita in quanto tale. C) Il primato dei dati percettivi su quelli rappresentativi. D) La realtà esterna considerata dal punto di vista del bambino.

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0403. L'applicazione in campo educativo della teoria di Vygotskij comporta che sia ritenuto efficace: A) L'apprendimento che precede lo sviluppo del bambino. B) L'apprendimento che si realizza attraverso la pratica. C) L'apprendimento contestualizzato in una cultura. D) L'apprendimento precoce rispetto all'età del bambino.

0404. Secondo Bruner le conoscenze procedurali corrispondono: A) Alla conoscenza delle modalità di utilizzazione di un oggetto. B) Alla conoscenza che un individuo possiede su un oggetto, un concetto o una strategia. C) Alla conoscenza delle strategie efficaci per la soluzione di un problema. D) Alla conoscenza delle informazioni attinenti a un'area tematico-disciplinare.

0405. Secondo l'approccio comportamentista l'apprendimento è inteso come: A) La creazione di un legame stabile tra le risposte e gli stimoli. B) La ripetizione mnemonica del comportamento da apprendere. C) L'individuazione dei rinforzi più efficaci per l'apprendimento. D) La memorizzazione di una sequenza di azioni efficaci per risolvere problemi,.

0406. Nella teoria piagetiana il concetto di egocentrismo del pensiero infantile investe anche il linguaggio. In particolare il linguaggio egocentrico:

A) NON svolge una funzione comunicativa vera e propria. B) Ha una precoce valenza comunicativa e sociale. C) É utilizzato dal bambino per comunicare con la madre. D) Ha le caratteristiche del monologo rivolto a se stessi.

0407. In riferimento alla teoria piagetiana dello sviluppo, i bambini: A) Sono egocentrici tanto sul piano cognitivo quanto su quello delle relazioni sociali. B) Già a partire dai due anni sono consapevoli della complessità dell'interazione sociale. C) Alla fine del periodo del nido possono cominciare a riflettere sui processi interattivi. D) Durante lo sviluppo i tratti egocentrici si manifestano solo nello sviluppo linguistico.

0408. Bruner sostiene che lo sviluppo psicologico di un individuo: A) NON può avvenire al di fuori di una cultura. B) Risulta estraneo alle esigenze di un contesto. C) Subisce le influenze negative della modernità. D) Deve essere accompagnato da una serie di strumenti adeguati.

0409. Secondo la prospettiva vygotskijana l'ambiente: A) É l'insieme del mondo sociale e culturale inteso come contesto di relazione. B) Risulta sostanzialmente neutrale per lo sviluppo cognitivo dell'individuo. C) Può favorire in alcuni casi il processo di integrazione del singolo nel gruppo. D) É la realtà naturale nell'ottica delle misurazioni matematico-fisiche.

0410. L'apprendimento nella prospettiva vygotskijana è visto come: A) Il prodotto di un processo di costruzione sociale della conoscenza. B) Il risultato di una serie di nozioni acquisite in forma individuale. C) La conseguenza di attività mirate a obiettivi specifici e successivi. D) L'obiettivo mirato di condizioni sperimentali di tipo stimolo-risposta.

0411. Con riferimento al processo educativo Bruner sostiene: A) Che NON si può modificare l'educazione senza incidere su altri aspetti della società. B) Che la qualità di un processo educativo è data dalla validità di un buon curricolo. C) Che il personale scolastico deve essere selezionato tramite una serie di prove attitudinali. D) Che il ruolo della cultura risulta estraneo alla validità del processo medesimo.

0412. La psicologia culturale di Bruner sostiene che la costruzione della conoscenza: A) É un'attività sociale dove cultura e mente sono interconnesse. B) Avviene per mezzo di stadi di sviluppo universalmente riconosciuti. C) É il risultato di scambi intergenerazionali a livello familiare. D) Si realizza a partire da una dettagliata organizzazione curricolare.

0413. Nella formulazione di Bowlby le esperienze affettive: A) Influenzano le abilità cognitive del bambino e le relazioni sociali allo stesso modo. B) Risultano del tutto inutili in relazione ai processi di costruzione della conoscenza. C) Rappresentano la base socio-relazionale sulla quale intervenire nei casi di disagio. D) Guidano le basi biologiche del comportamento nel quadro delle teorie interazioniste.

0414. Lo scopo del test definito Strange Situation è quello di studiare, nei bambini: A) Le differenze individuali nello stile di attaccamento. B) Le analogie nello sviluppo psico-motorio. C) Le differenti tappe dello sviluppo cognitivo. D) Le analogie nello stile di gioco in gruppo.

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0415. Nel periodo preoperatorio, secondo la teoria di Jean Piaget, un bambino, di fronte a una stessa quantità di liquido posta in oggetti di forma diversa:

A) NON ha ancora maturato il concetto di conservazione del volume. B) É in grado di comprendere il concetto di conservazione del volume. C) Equipara il concetto di conservazione del volume a quello di conservazione della superficie. D) NON è in grado di capire il concetto di conservazione dei materiali.

0416. Secondo Lawrence Kohlberg, lo sviluppo del pensiero morale (la comprensione di "giusto" e "sbagliato") nel bambino: A) Procede attraverso una serie di stadi. B) Può mostrare progressi e regressioni. C) Procede lungo un continuum. D) Si completa nel periodo prescolare.

0417. Il "sorriso sociale" compare nel bambino: A) Come chiara risposta rivolta alla persona con cui sta interagendo. B) Come riflesso involontario a una sensazione di piacere. C) Come un riflesso involontario alla presenza adulta. D) Come risposta equivalente al sorriso endogeno.

0418. Che cosa s'intende per "generalizzazione dello stimolo", in un bambino? A) Che la risposta a un dato stimolo verrà probabilmente fornita nuovamente a stimoli analoghi. B) Che egli cercherà dall'adulto la conferma della giustezza della propria risposta a un dato stimolo. C) Che, in un gruppo, si tende a imitare collettivamente la risposta individuale a un dato stimolo. D) Che l'educatore invita il gruppo a imitare una corretta risposta individuale a un dato stimolo.

0419. Quando inizia la comprensione dei simboli secondo le più recenti scoperte? A) All'età di 2 anni e mezzo circa. B) All'età di 18 mesi. C) Dopo i 3 anni. D) Intorno ai 12 mesi.

0420. I tre principali stili di attaccamento sono denominati: A) Sicuro, insicuro ambivalente, insicuro evitante. B) Sicuro, insicuro, ossessivo. C) Depressivo, schizoide, schizo-paranoide. D) Insicuro, ambivalente, ossessivo.

0421. Che cosa esprime il bambino con il capriccio? A) Il desiderio di affermare la propria volontà e individualità. B) É un modo immaturo per esprimere il proprio disagio. C) É un tipico modo di agire dei bambini aggressivi. D) Il desiderio di trasmettere la propria ansia e paura per l'ambiente circostante.

0422. Lo Strange Situation Test è stato sviluppato a partire da uno studio effettuato su bambini: A) Da 12 a 18 mesi. B) Da 0 a 12 mesi. C) Da 24 a 36 mesi. D) Da 6 a 12 mesi.

0423. Secondo la teoria dello sviluppo cognitivo di Piaget nei primi mesi di vita il bambino: A) É dotato di riflessi sulla base dei quali "conosce" l'ambiente. B) NON possiede alcun modo per "conoscere" l'ambiente. C) É una tabula rasa sulla quale l'ambiente lascia la propria impronta. D) Conosce l'ambiente se e quando è stimolato dagli adulti.

0424. La vivacità e la timidezza sono tratti innati o appresi? A) Sono innati in tutti i bambini. B) Sono sempre appresi. C) Sono sia innati che appresi. D) Sono innati solo in alcuni bambini.

0425. Secondo la teoria di Piaget dalla nascita ai due anni il bambino attraversa lo stadio definito: A) Sensomotorio. B) Pre-operazionale. C) Delle operazioni concrete. D) Delle operazioni formali.

0426. Per "condizionamento operante", secondo la scuola comportamentista, s'intende l'elargizione di rinforzi positivi o negativi:

A) Per aumentare la frequenza, nel bambino, di un certo comportamento. B) Per diminuire la frequenza, nel bambino, di un certo comportamento. C) Per scoraggiare il ripetersi, nel bambino, di un certo comportamento. D) Per correggere l'intensità, nel bambino, di un certo comportamento.

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0427. Una delle più importanti scoperte di Piaget ha rilevato che: A) I bambini hanno uno stile di pensiero qualitativamente diverso dal pensiero degli adulti. B) I bambini hanno uno stile di pensiero quantitativamente diverso dal pensiero degli adulti. C) I processi di pensiero dei bambini sono analoghi a quelli degli adulti. D) Lo stile di pensiero è diversificato in ogni bambino come in ogni adulto.

0428. Nella teoria dello sviluppo cognitivo di Jean Piaget, l'assimilazione si verifica ogni volta che: A) Il bambino interpreta l'esperienza nei termini delle strutture di cui dispone. B) Il bambino tenta di modificare le proprie strutture per interpretare un'esperienza. C) Il bambino interpreta solo determinate esperienze, che seleziona involontariamente. D) Il bambino interpreta solo determinate esperienze, che seleziona volontariamente.

0429. Nel modello elaborato da Bruner vengono distinte tre fasi della rappresentazione, la prima: A) Costituisce lo strumento col quale il bambino si rappresenta il suo mondo prevalentemente attraverso l'azione. B) Costituisce lo strumento col quale il bambino si rappresenta il suo mondo prevalentemente attraverso l'immagine. C) É quella effettuata attraverso codici simbolici, tra i quali è fondamentale il linguaggio. D) É quella denominata periodo pre operatorio e delle operazioni concrete, nel quale il bambino comunica mediante il linguaggio

verbale. 0430. Durante i primi mesi di vita se un oggetto di interesse viene nascosto alla vista del bambino:

A) Il bambino NON lo cerca. B) Il bambino sa che l'oggetto è nascosto ma NON ha le capacità motorie per procurarselo. C) Il bambino lo cerca con gli occhi. D) Il bambino instaura un processo simile al lutto.

0431. Con il concetto di "animismo" relativamente allo stile di pensiero infantile si intende: A) La tendenza dei bambini a pensare che gli oggetti sono dotati di intenzionalità. B) La tendenza dei bambini a credere "all'anima". C) La suggestionabilità tipica dei bambini. D) Il pensiero religioso o spirituale dei primi anni di vita.

0432. Secondo Gardner, il bambino a partire dai due anni di età: A) Diventa in grado di usare vari simboli per riferirsi a se stesso, ad altri individui, alle proprie esperienze. B) Impara a rappresentare e nominare gli oggetti e le persone del proprio ambiente. C) Sviluppa la capacità di esprimere le proprie emozioni in relazione alle persone con cui interagisce. D) Acquista soltanto la capacità di valutare la posizione del proprio corpo nello spazio.

0433. La psicologia cognitiva con Jean Piaget ha individuato nel gioco uno spazio di attività che consente al bambino un'assimilazione dell'esperienza ai propri schemi mentali, come preparazione al successivo adattamento all'ambiente. Piaget ipotizza:

A) Tre stadi di gioco: percettivo-motorio; simbolico; con regole. B) Due stadi di gioco: percettivo-motorio; con regole. C) Due stadi di gioco: animistico e realistico. D) Tre stadi di gioco: ontologico; logico; diffuso.

0434. Il comportamento di attaccamento nella prima infanzia può essere definito come un comportamento: A) Per stabilire o mantenere la vicinanza con la figura di attaccamento. B) Di gioco simbolico raffigurante tematiche di attaccamento. C) Di allontanamento dalla figura di attaccamento. D) Di gioco sociale per rafforzare il legame con il gruppo dei pari.

0435. Nella teoria dello sviluppo cognitivo di Piaget lo stadio sensomotorio (0-2 anni) è caratterizzato da: A) Presenza di reazioni circolari primarie, secondarie e terziarie. B) Presenza di operazioni concrete e terziarie. C) Presenza di operazioni formali e astratte. D) Assenza di reazioni circolari terziarie.

0436. Per "rinforzo negativo", secondo la scuola di psicologia nota come comportamentismo, s'intende: A) La rimozione di uno stimolo negativo per aumentare la frequenza di un comportamento. B) La somministrazione di una punizione per scoraggiare un certo comportamento. C) La rimozione di uno stimolo negativo per diminuire la frequenza di un comportamento. D) La messa in atto involontaria, da parte dell'educatore, di esempi di comportamento negativi per il bambino.

0437. Nello sviluppo del linguaggio infantile: A) L'ecolalia segue la fase della lallazione. B) L'uso del pronome "io" NON compare prima del terzo anno. C) L'emissione dei primi fonemi precede l'ecolalia. D) La lallazione segue la fase dell'ecolalia.

0438. Nell'ambito delle teorie sullo sviluppo, il punto di vista interazionista, sostiene una concezione del cambiamento evolutivo come una interazione tra:

A) Organismo ed ambiente. B) Più organismi. C) Componenti genetiche ed ereditarie. D) Patrimonio genetico e caratteristiche fisiche.

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0439. Il disegno di un bambino: A) Permette di cogliere importanti aspetti che riguardano il suo sviluppo. B) Fornisce all'osservatore solo elementi sulla personalità del bambino. C) Riproduce solo aspetti realistici dell'ambiente che lo circonda. D) Ha sempre un carattere intenzionale, legato alla volontà di rappresentazione.

0440. Che cosa rappresenta, per il bambino, l'acquisizione del linguaggio? A) Uno strumento per combinare esperienze e per organizzare i pensieri intorno alla realtà. B) Uno strumento per dire ciò che pensa sulla realtà che lo circonda. C) Uno strumento per comunicare con le persone con cui interagisce. D) Uno strumento per ripetere le frasi pronunciate dagli adulti.

0441. Che cosa si intende per padronanze percettive? A) La disponibilità del bambino a recepire/ricevere informazioni. B) Il possesso degli organi e delle capacità percettive. C) Le capacità di osservare e di cogliere tutte le caratteristiche degli oggetti osservati. D) Le forme di autocontrollo manifestate dal bambino.

0442. A quale età il bambino è in grado di strutturare frasi contratte? A) A due anni. B) A tre anni. C) A dodici mesi. D) A otto mesi.

0443. In base alle scoperte di Piaget, quando si spiega qualcosa ai bambini in età prescolare è utile: A) Fare riferimenti a cose concrete che i bambini possono osservare direttamente. B) Collegare un oggetto ad altri facendo riferimento a forme generalizzate. C) Descrivere un oggetto facendo ricordare loro un altro simile già visto. D) Raccontare un evento collegandolo a quello successivo secondo un rapporto logico.

0444. Secondo la scuola del comportamentismo, per essere efficaci, i rinforzi positivi o negativi devono essere contingenti, e cioè devono essere somministrati:

A) Subito dopo il comportamento desiderato. B) Subito prima del comportamento desiderato. C) Dopo un certo tempo dal comportamento desiderato. D) A intervalli di tempo definiti prima del comportamento desiderato.

0445. Secondo la scuola di psicologia nota come comportamentismo, il comportamento del bambino: A) É influenzato in larga misura dall'ambiente. B) Dipende da tratti di personalità innati. C) Dipende dalla volontà del bambino. D) É influenzato dal corredo genetico.

0446. Da che cosa dipende l'acquisizione della competenza verbale da parte del bambino? A) Dalla capacità d'integrazione nel contesto d'appartenenza. B) Dal livello di sviluppo dei processi di memorizzazione. C) Dalla quantità di stimoli percettivi che l'ambiente offre. D) Dall'applicazione di un metodo d'insegnamento rigido e costante.

0447. Piaget considera lo sviluppo come un processo che dipende: A) Dalla maturazione fisica e dalla esperienza. B) Solo dalla maturazione fisica. C) Solo dalla esperienza. D) Da elementi estranei alla maturazione fisica e alla esperienza.

0448. Secondo Bettelheim è importante narrare le favole al bambino: A) Perché la favola permette al bambino di conoscersi e favorisce lo sviluppo della personalità. B) Perché stimolano la fantasia e la creatività del bambino. C) Perché è una attività che favorisce l'acquisizione di valori da parte del bambino. D) Perché rappresentano l'unico strumento per realizzare la distensione emotiva del bambino.

0449. Il quadro clinico depressivo infantile studiato e descritto da Spitz ha un termine preciso: A) Depressione anaclitica. B) Depressione anastatica. C) Depressione anamorfica. D) Depressione ciclica.

0450. Secondo i risultati degli studi di Bandura, poi confermati da altre ricerche: A) I bambini imitano in misura maggiore il comportamento di modelli del loro stesso sesso. B) I bambini imitano in misura maggiore il comportamento di modelli del sesso opposto al loro. C) I bambini imitano il comportamento di modelli indipendentemente dal sesso di questi. D) I bambini NON imitano il comportamento di modelli di sesso opposto al loro.

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0451. Come può essere definita da un punto di vista psicologico la curiosità? A) Una motivazione intrinseca che spinge ad apprendere. B) L'atteggiamento proprio dei bambini, nei confronti della realtà. C) L'atteggiamento utilizzato da alcune persone per conoscere. D) La ricerca, da parte del bambino, di un modo per ricevere attenzione.

0452. Una delle principali teorie sullo sviluppo del pensiero morale nel bambino è stata proposta da: A) Lawrence Kohlberg. B) John Bowlby. C) Donald Winnicott. D) Melanine Klein.

0453. Uno degli svantaggi specifici degli studi longitudinali in psicologia dello sviluppo è: A) Il lungo tempo richiesto per la raccolta dei dati. B) La necessità di ottenere il consenso informato dalle famiglie. C) La difficoltà di trattamento dei dati. D) L'eccessiva numerosità del campione.

0454. Indicare gli stadi sequenziali di sviluppo secondo Piaget. A) Senso-motorio (da 0 a 18 mesi), pre-operatorio (da 18 mesi a 7 anni), operatorio concreto (da 7 a 12 anni), operatorio finale (da

12 anni in poi). B) Senso-motorio (da 0 a 4 anni), pre-operatorio (da 4 a 8 anni), operatorio concreto (da 8 a 16 anni), operatorio finale (da 16 anni

in poi). C) Senso-motorio (da 0 a 6 anni), pre-operatorio (da 6 a 12 anni), operatorio concreto (da 12 a 20 anni), operatorio finale (da 20

anni in poi). D) Senso-motorio (da 0 a 6 mesi), pre-operatorio (da 6 mesi a 3 anni), operatorio concreto (da 3 a 6 anni), operatorio finale (da 7

anni in poi). 0455. Il principale metodo di studio utilizzato da Piaget si basava:

A) Sull'intervista. B) Sul questionario. C) Sui test proiettivi. D) Sull'interpretazione dei sogni.

0456. Con il concetto di "permanenza dell'oggetto" si intende: A) La capacità del bambino di sapere che un oggetto esiste anche quando è nascosto alla vista. B) La necessità che l'oggetto rimanga disponibile e facilmente raggiungibile per il bambino. C) La capacita del bambino di nominare gli oggetti quando li vede. D) L'incapacità del bambino di pensare al concetto di assenza di un oggetto.

0457. Che cosa indica Jean Piaget con il termine "realismo"? A) La tendenza del bambino a considerare reale ogni tipo di percezione e di rappresentazione. B) La capacità del bambino di distinguere le cose reali da quelle fantastiche. C) La capacità del bambino di conoscere e apprezzare la realtà. D) La tendenza spontanea presente in tutti i bambini a considerare se stessi il centro del mondo.

0458. Con il concetto di "egocentrismo" del pensiero infantile si intende: A) La difficoltà del bambino piccolo di prendere in considerazione il punto di vista dell'altro. B) Il tipico egoismo manifestato dai bambini. C) Il desiderio dei bambini di essere al centro del mondo. D) Un bias cognitivo secondo il quale il bambino pensa di avere maggiore importanza.

0459. In base alle scoperte di Piaget è possibile affermare che: A) I bambini in età prescolare hanno difficoltà a considerare il punto di vista degli altri. B) I bambini sotto i due anni hanno facilità a considerare il punto di vista degli altri. C) I bambini in età prescolare sono capaci di operazioni concettuali definite operazioni formali. D) I bambini sotto i due anni sono capaci di operazioni concettuali definite operazioni concrete.

0460. Gli studi di Renè Spitz su bambini cresciuti in orfanotrofio hanno evidenziato che: A) La carenza di cure e attenzioni individuali causa in alcuni casi arresti gravi dello sviluppo. B) Lo sviluppo dei bambini è analogo a quello di bambini cresciuti in famiglia. C) I bambini sviluppano buone capacità d'interazione con i coetanei. D) Lo sviluppo del linguaggio è facilitato dal maggiore bisogno di comunicare.

0461. Il bambino sviluppa l'olofrase: A) Durante il secondo anno di vita. B) Durante il primo anno di vita. C) Dopo il secondo anno di vita. D) Tra il nono e il dodicesimo mese di vita.

0462. Uno dei principali metodi di indagine della psicologia dell'età evolutiva è: A) Lo studio longitudinale. B) L'esplorazione dei contesti. C) L'esame del questionario. D) L'analisi dei disegni.

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0463. La zona di sviluppo prossimale di Vygotskij indica: A) Lo scarto tra livello attuale di sviluppo del bambino e sviluppo potenziale a cui il bambino può arrivare sotto la guida

dell'adulto. B) L'età ideale in cui il bambino è in grado di mettere in atto processi di pensiero logico complessi tipici della maturità. C) Il grado di quoziente d'intelligenza raggiunto dal bambino dopo avere sperimentato attività diverse. D) L'attività ludica che riveste un ruolo marginale nello sviluppo potenziale del bambino.

0464. Secondo Piaget il "pensiero animistico": A) É la fase in cui il bambino attribuisce ad ogni oggetto volontà, sensazioni ed emozioni. B) É il momento in cui il bambino comprende la differenza tra l'essere umano e il resto dell'universo. C) Consiste nella tendenza del bambino a spiegare gli eventi secondo la loro finalità. D) Consiste nella radicata convinzione infantile che ogni cosa sia il prodotto di una fabbricazione.

0465. Qual è il processo che sta alla base dell'apprendimento linguistico secondo Noam Chomsky? A) Un'innata disposizione linguistica. B) L'interazione con la figura di accadimento. C) L'imitazione del linguaggio materno. D) L'applicazione di un metodo di insegnamento rigido e costante.

0466. Secondo Jean Piaget, lo sviluppo intellettivo del bambino parte da una forma di intelligenza definita: A) "Senso-motoria", che si sviluppa da 0 a 3 anni. B) "Senso-costitutiva", che si sviluppa da 0 a 3 anni. C) "Senso-motoria", che si sviluppa dopo i primi 3 anni di vita. D) "Senso-costitutiva", che si sviluppa dopo i primi 3 anni di vita.

0467. Secondo Jean Piaget, l'"intelligenza rappresentativa" si articola in tre fasi: quali? A) Del pensiero intuitivo, del pensiero operativo concreto, del pensiero formale astratto. B) Del pensiero deduttivo, del pensiero operativo, del pensiero formale. C) Della deduzione, della concretizzazione, dell'astrazione. D) Dell'intuizione, della concretezza, della formalizzazione.

0468. Nella prima infanzia i bambini formano un legame di attaccamento: A) Con i loro principali caregivers. B) Esclusivamente con la figura materna. C) Con le persone che ruotano intorno al proprio nucleo familiare. D) Preferibilmente con la figura paterna.

0469. Secondo Skinner il comportamento direttamente osservabile dall'esterno è: A) L'unico criterio oggettivo dell'indagine psicologica. B) Uno tra i tanti criteri oggettivi dell'indagine psicologica. C) Un criterio soggettivo del singolo ricercatore. D) Un criterio soggettivo condiviso dall'équipe di ricerca.

0470. La disponibilità del bambino allo scambio educativo è sollecitata: A) Da una percezione positiva dell'altro. B) Da una comunicazione tecnicamente coerente. C) Dalla padronanza del codice linguistico. D) Dall'interesse verso il contenuto.

0471. Comportamenti di attaccamento sono stati studiati da Harlow: A) Nei primati. B) Nei cani. C) Nelle cavie di laboratorio. D) Nei lemuri.

0472. L'osservazione del comportamento infantile costituisce: A) Uno dei metodi di studio della psicologia dello sviluppo. B) Una particolare forma di psicoterapia. C) Un metodo di studio comune in passato ma oggi screditato. D) Una delle tecniche proiettive di valutazione del bambino.

0473. Secondo Kohlberg intorno ai tre anni il bambino acquisisce: A) L'identità di genere. B) La stabilità di genere. C) La congruenza di genere. D) L'attività di genere.

0474. Da che cosa dipende l'aggressività secondo la teoria psicoanalitica? A) L'aggressività è una reazione predominante, se NON inevitabile, alla frustrazione. B) L'aggressività è un'emozione alla base dello sviluppo cognitivo. C) L'aggressività è una diretta conseguenza della permissività. D) L'aggressività NON è una tendenza innata.

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0475. Il bambino di 3 anni: A) Ha acquisito una serie complessa di abilità linguistiche. B) Ha acquisito la capacita di differenziare i piani temporali. C) Sa usare forme verbali ed aggettivi. D) Sa formulare ipotesi e confrontarle nel gruppo dei pari.

0476. Piaget distingue varie forme di egocentrismo del bambino. Nella fase dell'egocentrismo diffuso: A) Il bambino NON si rende conto che oltre a se stesso esiste una realtà esterna. B) Il bambino è in grado di prendere in considerazione punti di vista diversi dal suo. C) Il bambino confonde ancora il mondo esteriore con il proprio mondo interiore. D) Il bambino è portato spontaneamente a ritenere che il proprio punto di vista sulla realtà sia l'unico giusto.

0477. Che cosa si intende per comportamento percettivo? A) Il modo di conoscere, del bambino, nel primo anno di vita. B) Il modo adottato dal bambino per rapportarsi con le persone. C) Il modo del bambino di guardare la realtà. D) Il modo di comunicare, da parte del bambino, con la figura materna.

0478. Che cos'è l'egocentrismo? A) É la fase in cui il bambino NON è ancora in grado di immedesimarsi con gli altri. B) É la capacità del bambino di porsi al centro del gruppo. C) É la fase in cui il bambino riesce ad essere altruista e generoso. D) É la fase in cui il bambino NON ricorda quello che NON è davanti ai suoi occhi.

0479. Il pensiero tipico del bambino dai 2 ai 3 anni è: A) Irreversibile. B) Reversibile. C) Logico. D) Formale.

0480. Per "memoria differita" s'intende: A) La capacità di imitare un'azione vista in precedenza. B) La capacità di discriminare i ricordi. C) La capacità di ritenere quanto accade intorno. D) La capacità di fissare tracce di un'esperienza vissuta.

0481. Il passaggio dall'intelligenza senso-motoria all'intelligenza intuitiva è indicato: A) Dal potere di rappresentazione. B) Dalla capacità di simbolizzazione. C) Dalla capacità di astrazione. D) Dalla competenza comunicativa.

0482. Per "rinforzo positivo", secondo la scuola di psicologia nota come comportamentismo, si intende: A) L'elargizione di un premio o una lode per aumentare la frequenza di un comportamento. B) L'elargizione di un premio o una lode per diminuire la frequenza di un comportamento. C) L'elargizione di una punizione per aumentare la frequenza di un comportamento. D) L'elargizione di una punizione per diminuire la frequenza di un comportamento.

0483. L'acquisizione della lingua dipende: A) Dall'interazione bambino-adulto. B) Dalla capacità di ricordare. C) Da fattori innati. D) Dalla buona riuscita dell'inserimento al nido.

0484. Nella teoria di Jean Piaget il termine "operazione" indica: A) Una forma speciale di apprendimento mentale la cui caratteristica principale è quella di essere reversibile. B) Una azione che si prefigge uno scopo o che tende a produrre un effetto preciso. C) Un processo di natura determinata che, da uno o più elementi noti, permette di ottenerne un altro. D) Una forma speciale di apprendimento mentale irreversibile e NON interiorizzabile.

0485. L'egocentrismo linguistico è conseguenza: A) Dell'egocentrismo psicologico. B) Del narcisismo primario. C) Della costruzione dell'identità. D) Dello sviluppo delle strutture del pensiero.

0486. Il più elementare fenomeno psichico è: A) La sensazione. B) La memoria. C) L'emozione. D) Il ricordo.

0487. Con termine tecnico si definiscono "dirematiche" le frasi composte: A) Da due parole. B) Da più parole. C) Da tre parole. D) Da quattro parole.

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0488. Ad ogni segno semiverbale corrisponde: A) Una catena associativa di idee. B) Un'idea precisa. C) Un concetto definito. D) Un fatto o un oggetto determinato.

0489. Che cosa intende Jean Piaget con il termine "reversibilità"? A) La capacità per cui il bambino che commette un errore nello svolgimento di un'attività è in grado di tornare al punto di partenza. B) La tendenza del bambino a ridurre l'intera realtà percettiva alla realtà fisica. C) L'abilità del bambino a modulare il comportamento a seconda delle reazioni degli adulti. D) La capacità con cui un bambino può sottoporre ad analisi processi elementari di pensiero.

0490. Nel modello di Chomsky avere competenza linguistica significa: A) Possedere un sistema di regole che permette di accoppiare un suono al suo significato. B) Possedere una competenza verbale e comunicativa. C) Possedere le capacità di utilizzare termini complessi in frasi strutturate. D) Possedere una facilità di esposizione connotata da un linguaggio molto articolato.

0491. Cosa si intende per "ipercorrettismi"? A) La tendenza dei bambini a "correggere" le flessioni meno frequenti sulla falsariga di quelle più ricorrenti. B) La tendenza dei bambini a pronunciare correttamente le parole per effetto di riflessi condizionati. C) La tendenza del bambino a ripetere e correggere un suono da lui emesso senza stimolazioni esterne. D) La tendenza del bambino a imitare la madre se questa ripete più volte la parola esatta.

0492. Le attività di manipolazione degli oggetti consentono: A) Il passaggio della percezione sincretica a quella analitica e sintetica. B) Lo sviluppo delle capacità motorie. C) La crescita delle capacità sensoriali. D) Il soddisfacimento dei bisogni di sicurezza.

0493. Nella teoria dello sviluppo di Piaget cosa si intende per accomodamento? A) La modificazione degli schemi mentali in conseguenza di nuove esperienze. B) Lo sviluppo delle capacità motorie correlate a quelle cognitive. C) L'aumento delle percezioni sensoriali in senso qualitativo. D) Il soddisfacimento del bisogno di sicurezza affettiva ed emotiva.

0494. Uno dei metodi per osservare il comportamento di attaccamento nel bambino è la procedura definita: A) Strange Situation Test. B) Test delle macchie di Rorschach. C) Il disegno della famiglia. D) Il disegno dell'albero.

0495. Lo sviluppo cognitivo del bambino è determinato: A) Dalla interazione tra eredità ed ambiente. B) Prevalentemente da fattori innati. C) Prevalentemente da fattori acquisiti. D) Dalla personale capacità di assimilazione.

0496. La conquista dell'autonomia richiede che venga sviluppata nel bambino: A) La capacità di orientarsi. B) La capacità motoria. C) La capacità di formulare previsioni. D) La capacità coordinativa.

0497. Secondo Bruner nella fase della rappresentazione iconica, il bambino categorizza attraverso: A) L'immagine (linguaggio iconico). B) L'azione (linguaggio funzionale). C) Il linguaggio verbale (linguaggio simbolico). D) La comunicazione gestuale (linguaggio verbale).

0498. Secondo la teoria dell'attaccamento, nella prima infanzia, il tipo di attaccamento del bambino con la madre influenza: A) Il comportamento di esplorazione dell'ambiente. B) Il comportamento alimentare. C) La qualità del sonno. D) La competenza linguistica.

0499. La padronanza della lingua è in relazione: A) All'adeguatezza ed alla frequenza delle stimolazioni fornite. B) Alla capacità di applicare le regole di flessione delle parole. C) Alla intensità e durata delle stimolazioni fornite. D) Alla fonte delle stimolazioni fornite.

0500. Grazie ai contributi della psicologia dello sviluppo oggi è appurato che: A) Il bisogno di contatto e di relazione è fondamentale per il bambino, sin dalla nascita. B) É utile mostrare al bambino sin dalla nascita oggetti molto colorati. C) Il neonato NON è precocemente sensibile ai suoni del linguaggio umano. D) Quando si nutre un neonato è indifferente parlargli o cercarne il contatto oculare.

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0501. Le emissioni sonore del balbettio sono: A) Esercizi sensomotori. B) Tentativi di imitazioni dei suoni. C) Riproduzioni di suoni presenti nell'ambiente. D) Anticipazioni della lingua adulta.

0502. La letteratura scientifica definisce le prime parole del bambino "semisegni" o "segni semiverbali" perché: A) NON hanno nulla in comune con le parole della lingua adulta. B) Precedono le parole della lingua adulta. C) Hanno lo stesso significato delle parole della lingua adulta. D) Sono solo parzialmente corrette.

0503. Nella Strange Situation Test i bambini oggetto di studio erano: A) Osservati con la madre e con un estraneo. B) Osservati durante il gioco solitario. C) Osservati nell'interazione con i coetanei. D) Osservati durante l'allattamento.

0504. Gli studi dell'apprendimento sociale hanno evidenziato che, se un bambino vede un compagno ottenere l'approvazione per un'azione:

A) Ciò può costituire per lui un rinforzo positivo indiretto. B) Ciò NON ha alcuna influenza sul suo comportamento. C) Ciò costituisce per lui un deterrente a compiere la stessa azione. D) Ciò rappresenta per lui l'equivalente di una punizione.

0505. Nelle frasi "monorematiche" o "olofrasi" tipiche del primo anno di vita: A) Dietro la parola isolata c'è un significato complesso. B) Dietro la parola isolata c'è un significato preciso. C) Dietro la parola isolata c'è un significato chiaro. D) Dietro la parola isolata c'è un significato logico.

0506. Una delle più note tecniche di modificazione del comportamento infantile, la "token economy", si basa sui principi: A) Del condizionamento operante. B) Del condizionamento classico. C) Della teoria psicoanalitica freudiana. D) Della teoria dell'attaccamento.

0507. Nella fase dell'intelligenza pre-operatoria si distinguono 2 sottoperiodi: A) Preconcettuale - del pensiero intuitivo. B) Preconcettuale - del pensiero operatorio-concreto. C) Senso-motoria - del pensiero formale. D) Senso-motoria - del pensiero operatorio.

0508. Il concetto di base sicura a partire dalla quale il bambino esplora l'ambiente appartiene: A) Alla teoria dell'attaccamento. B) Alla teoria di Freud. C) Al pensiero di Winnicott. D) Alla teoria di separazione-individuazione.

0509. Il test conosciuto come Strange Situation Test è stato sviluppato da: A) Mary Ainsworth. B) John Bowlby. C) Anna Freud. D) Donald Winnicott.

0510. Sul versante linguistico il passaggio dal primo al secondo anno di vita è caratterizzato: A) Dalla comparsa di sequenze foniche portatrici di significato. B) Dalla scomparsa di forme foniche precedentemente corrette. C) Dall'utilizzo di sequenze foniche ancora prive di significato. D) Da un'alternanza di sequenze foniche il cui significato è definito dall'interazione.

0511. L'autismo: A) Comporta un ritiro affettivo precocissimo da parte del bambino. B) É una grave forma di nevrosi, presente nel bambino. C) NON comporta problemi nell'acquisizione del linguaggio. D) NON è in alcun caso accompagnato da ritardo mentale.

0512. Secondo Jean Piaget, la capacità di elaborare ragionamenti di tipo deduttivo è la caratteristica essenziale della maturazione, attraverso le seguenti tappe:

A) L'abbandono dell'egocentrismo, del pensiero NON reversibile e del realismo. B) Il superamento dell'egocentrismo, del pensiero reversibile e dell'astrattismo. C) L'abbandono del pensiero egocentrico, del pensiero NON reversibile e del pensiero logico. D) L'elaborazione dell'egocentrismo, lo sviluppo del pensiero reversibile, la conquista del realismo.

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0513. Gli studi di Spitz su bambini cresciuti in orfanotrofio hanno evidenziato che: A) Lo sviluppo emotivo, quello cognitivo e quello sociale sono interrelati. B) Lo sviluppo cognitivo, quello emotivo e quello sociale sono indipendenti. C) Lo sviluppo cognitivo avviene anche in assenza di stimolazioni sociali. D) Lo sviluppo sociale avviene in contrapposizione allo sviluppo del linguaggio.

0514. La teoria dell'attaccamento è stata formulata da: A) John Bowlby. B) Sigmund Freud. C) Melanie Klein. D) Anna Freud.

0515. Quale atteggiamento risulta produttivo davanti alle parole emesse da un bambino di 15 mesi? A) Uso alternato della lingua infantile e della lingua adulta. B) Aiutare il bambino a riflettere sul significato delle parole. C) Correggere il bambino sul piano formale. D) Stimolare l'adeguamento alla lingua adulta.

0516. A quale età il bambino comincia a manifestare circospezione e paura nei confronti degli estranei? A) A 7-8 mesi di vita. B) Verso il primo anno di vita. C) A 15-18 mesi di vita. D) Verso la fine del secondo anno di vita.

0517. Un rinforzo positivo subito dopo che il bambino esibisce un comportamento desiderato ha l'effetto di: A) Aumentare la probabilità che il comportamento si ripresenti in futuro. B) Diminuire la probabilità che il comportamento si ripresenti in futuro. C) Eliminare il comportamento in situazioni future. D) Modificare il comportamento in situazioni future.

0518. Il cognitivismo è una corrente della psicologia contemporanea che, in opposizione al comportamentismo, concepisce la mente:

A) Come un elaboratore attivo delle informazioni al fine di adeguare il proprio comportamento all'ambiente. B) Come un recettore delle informazioni al fine di adeguare il proprio comportamento all'ambiente. C) Come un elaboratore attivo in grado di modificare l'ambiente. D) Come un recettore selettivo delle informazioni NON dissonanti dal proprio carattere.

0519. Il periodo della lallazione è caratterizzato da emissioni sonore: A) Sempre più frequenti e differenziate. B) Sempre più sporadiche e ripetitive. C) Sempre più frequenti e ripetitive. D) Sempre più sporadiche e differenziate.

0520. Per Piaget l'intelligenza del bambino è frutto di un modello di sintesi tra: A) Processi di assimilazione e di accomodamento. B) Processi di successione e di integrazione. C) Processi di integrazione e di produzione. D) Processi di assimilazione e di produzione.

0521. Secondo la teoria dell'apprendimento sociale, i bambini apprendono tramite processi imitativi: A) Anche in assenza di rinforzo. B) Solo se adeguatamente rinforzati. C) Finalizzati al raggiungimento di obiettivi. D) Solo per quanto riguarda comportamenti negativi.

0522. Nel bambino l'apprendimento del linguaggio avviene: A) Mediante la comunicazione con gli adulti e un'interazione fra lui e la realtà. B) Mediante la ripetizione di parole o frasi pronunciate dall'adulto. C) Mediante la capacità dell'Es di esaminare e distinguere gli stimoli interni. D) Solo ed esclusivamente mediante la realtà oggettuale che lo circonda.

0523. Che cosa intende Freud con l'espressione "Esame della realtà"? A) La capacità dell'Io di distinguere tra gli stimoli esterni e quelli dell'Es. B) La capacità dell'Io di conoscere ed analizzare la realtà esterna. C) La capacità dell'Es di esaminare e distinguere gli stimoli interni. D) La capacità del Super-io di analizzare gli stimoli provenienti dall'Es.

0524. Lo sviluppo linguistico del bambino dai 2 ai 3 anni è favorito: A) Dalla conversazione regolata dall'adulto e dall'interazione con i compagni. B) Dalle stimolazioni personalizzate dell'educatore verso il bambino. C) Dal libero ed autonomo rapporto del bambino con i suoi pari. D) Dal bisogno innato di comunicare presente nel bambino.

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0525. Le frasi tipiche del bambino di 2 anni vengono definite telegrafiche perché: A) Sono ridotte al minimo indispensabile. B) Sono sintetiche. C) Sono composte da soggetto e predicato. D) Sono semplici.

0526. L'incapacità dei bambini piccoli di adottare punti di vista diversi dal proprio è conosciuta come: A) Egocentrismo. B) Bias prospettico. C) Egoismo. D) Bias auto-confermatorio.

0527. Con il termine "assimilazione", Piaget nella teoria dello sviluppo intende: A) Il recepimento di una nuova esperienza all'interno di schemi cognitivi esistenti. B) La modificazione degli schemi mentali in seguito ad una nuova esperienza. C) Il processo di elaborazione emotiva della prima infanzia. D) L'acquisizione di concetti e le prime forme di astrazione.

0528. Qual è il rapporto emotività - apprendimento nel bambino? A) Emotività media - apprendimento massimo. B) Emotività alta - apprendimento massimo. C) Emotività media - apprendimento minimo. D) Emotività bassa - apprendimento massimo.

0529. L'utilizzo delle prime filastrocche al nido: A) Consente al bambino di memorizzare strutture sintattiche più evolute. B) É un esercizio mnemonico che consente al bambino di apprendere più parole. C) Aiuta il bambino a contenere l'ansia. D) Può costituire un rinforzo positivo, per il bambino.

0530. La conquista dei primi concetti matematici avviene: A) Attraverso esperienze reali occasionali e/o programmate. B) In coincidenza con l'individuazione dei rapporti spaziali. C) Applicando agli oggetti una grandezza scelta come unità di misura. D) Scoprendo l'equivalenza durevole tra due gruppi di oggetti.

0531. Come può essere definito il pensiero reversibile? A) Capacità di risalire mentalmente al punto di partenza di una operazione fisica. B) Capacità di cambiare o correggere un concetto acquisito. C) Capacità di operare su rapporti tra oggetti assenti. D) Capacità di distinguere le cose reali da quelle fantastiche.

0532. Rifacendosi alle tappe di sviluppo, Jean Piaget distingue 3 categorie di giochi: A) Di esercizio / simbolici / di regole. B) Statici / dinamici / con attrezzi. C) All'aperto / al chiuso / a gruppi. D) Individuali / di gruppo / immaginativi.

0533. La capacità del bambino di sapere che un oggetto esiste anche quando è nascosto alla vista è nota come: A) Permanenza dell'oggetto. B) Coordinazione visuo-spaziale. C) Coordinazione percettiva. D) Doppia visione.

0534. Secondo la teoria freudiana, il bambino nasce con qualche struttura psicologica? A) Il bambino nasce con una sola struttura psicologica l'id o es. B) Il bambino nasce senza alcuna struttura psicologica. C) Il bambino nasce con due strutture psicologiche, l'es e l'ego. D) Il bambino nasce con due strutture psicologiche, Io e Super-io.

0535. Lo strutturarsi della personalità del bambino è determinato: A) Dall'interazione dinamica tra ereditarietà ed ambiente. B) Dai caratteri ereditari. C) Dall'ambiente familiare. D) Unicamente dalle relazioni significative.

0536. I riflessi neonatali (suzione, prensione, rooting) sono importanti: A) Perché indicano la normalità dello sviluppo neurologico. B) Perché indicano che i neonati sono già capaci di semplici forme di apprendimento. C) Perché sono destinati a permanere per tutta la vita. D) Perché sono segnali precursori dello sviluppo intellettivo.

0537. La nascita della psicologia come disciplina scientifica viene fatta generalmente risalire a: A) Wundt, alla fine del 1800. B) Wertheimer, nella prima metà del 1900. C) Levin, nella prima metà del 1900. D) Watson, all'inizio del 1900.

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0538. Per "rispecchiamento" Winnicott intende il fatto che: A) Il bambino vede una rappresentazione di sé nello sguardo della madre. B) La madre riproduce gli stessi comportamenti che ha appreso dalla propria madre. C) Il bambino cerca di ottenere dalla madre un'immagine realistica di sé. D) La madre rappresenta per il bambino un oggetto transizionale.

0539. Secondo Vygotskij, nel corso dello sviluppo infantile le funzioni psichiche superiori appaiono inizialmente come: A) Attività collettiva. B) Attività individuale. C) Attività intrapsichica. D) Attività interiorizzata.

0540. La fase di sviluppo del bambino caratterizzata dagli atteggiamenti di ostinazione e negazione dell'autorità degli adulti compare:

A) Fra i 18 e i 30 mesi. B) Ad un anno. C) Prima dell'anno. D) Tra i 30 e i 42 mesi.

0541. Il concetto di "posizione depressiva" è stato introdotto da: A) Melanie Klein. B) Sigmund Freud. C) Anna Freud. D) John Bowlby.

0542. Per contesto ecologico s'intende: A) La famiglia e l'ambiente istituzionale, sociale e culturale. B) La famiglia come unità esclusiva di accudimento. C) La famiglia allargata fino ai parenti di secondo grado. D) La famiglia monoparentale e il contesto educativo.

0543. Burrhus Frederic Skinner sostiene che l'individuo esplora l'ambiente con tanta maggiore efficienza quanto più è "rinforzato" dal risultato. Si tratta:

A) Del comportamento operante. B) Del comportamento rispondente. C) Del comportamento programmato. D) Del comportamento condizionato.

0544. Si definisce comportamentismo la teoria secondo la quale, nel bambino: A) Nulla è innato, ma tutto è determinato dall'ambiente. B) Ciò che è innato viene superato dalla portata dell'esperienza. C) Alcuni elementi sono innati e altri dovuti all'esperienza, ma si esplicano insieme. D) L'esperienza corregge ciò che è innato a seconda delle circostanze.

0545. Nell'ambito della relazione tra il bambino e le figure di riferimento il concetto di sintonizzazione emotiva è stato proposto da:

A) Daniel Stern. B) Anna Freud. C) René Spitz. D) George Miller.

0546. Secondo le teorie classiche dello sviluppo, l'angoscia dell'estraneo compare attorno: A) All'ottavo mese di vita del bambino. B) Al terzo mese di vita del bambino. C) All'anno di vita del bambino. D) Ai due anni di vita del bambino.

0547. L'imitazione è il meccanismo: A) Che rappresenta il tentativo del bambino di adottare inconsapevolmente il ruolo dei genitori. B) Che realizza una completa assunzione interiore del ruolo dei genitori da parte del bambino. C) Per cui le figure genitoriali assumono per il bambino il ruolo di garanti delle norme morali. D) Con cui il bambino tende ad attribuire i suoi sentimenti o i suoi impulsi a un'altra persona.

0548. Secondo Piaget i sistemi psicologici di azione: A) Mantengono un equilibrio dinamico. B) Mantengono un equilibrio statico. C) Seguono le leggi della fisica. D) Seguono le leggi della biologia.

0549. In base alle teorie sullo sviluppo della prima infanzia, a tre anni il bambino: A) Si sente onnipotente. B) Ha uno spiccato senso del pericolo. C) Sa riconoscere i propri limiti. D) Esplora la realtà solo con un adulto.

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0550. Winnicott ha introdotto il concetto di "madre sufficientemente buona" per riferirsi al fatto che: A) Anche se la madre NON riesce a soddisfare in modo perfetto e costante i bisogni del bambino ciò non ha conseguenze negative

sullo sviluppo. B) Anche se la madre riesce a soddisfare in modo perfetto e costante i bisogni del bambino ci potrebbero essere conseguenze

negative sullo sviluppo. C) Quando la madre riesce a soddisfare in modo perfetto e costante i bisogni del bambino NON ci possono essere conseguenze

negative sullo sviluppo. D) Quando la madre NON riesce a soddisfare in modo perfetto e costante i bisogni del bambino ci possono essere conseguenze

negative sullo sviluppo. 0551. Con il concetto di "posizione schizoparanoide" nello sviluppo infantile si intende uno stato:

A) Mentale, caratterizzato da vissuti persecutori. B) Fisico, caratterizzato da interiorizzazioni negative. C) Depressivo, caratterizzato da vissuti maniacali. D) Euforico, caratterizzato da disequilibrio.

0552. Il bambino passa da una noncuranza verso gli altri bambini ad una sempre maggiore attenzione nei loro confronti: A) Dopo il sesto mese di età. B) Dopo il quarto mese di età. C) Intorno all'anno d'età. D) Intorno ai dieci mesi d'età.

0553. Con assimilazione imitativa Piaget definisce la capacità del bambino di ripetere atti che ha già compiuto per il piacere di compierli. Questa modalità fa parte del periodo:

A) Sensomotorio. B) Operatorio concreto. C) Preoperatorio. D) Operatorio formale.

0554. La "teoria della mente", cioè la capacità di capire lo stato mentale dell'altro è deficitaria nei bambini affetti da: A) Autismo. B) Sindrome di Down. C) Ritardo mentale. D) Sindrome di Tourette.

0555. Erikson definisce le dimensioni di sviluppo in cui sono possibili sia conseguenze negative che positive, con il termine di: A) Crisi. B) Cambi. C) Identità. D) Spostamenti.

0556. L'apprendimento accidentale si verifica: A) Quando nel soggetto NON c'è alcuna intenzione di apprendere. B) Quando il soggetto apprende solo per emulazione. C) Quando nel soggetto c'è intenzione di apprendere ma NON ne esistono i presupposti. D) Quando il soggetto riesce ad acquisire solo contenuti finalizzati.

0557. L'adulto facilita la comunicazione con il bambino mediante: A) Il motherese. B) La lallazione. C) Il gergo espressivo. D) Il vocalizzo.

0558. Secondo Chomsky, l'espressione vocale e poi verbale è un sistema complesso appreso tramite un dispositivo innato, definito:

A) Language acquisition device. B) Verbal acquisition device. C) Language comprehention device. D) Language acquisition project.

0559. Per descrivere lo stato in cui cade il bambino separato dalla madre, Renè Spitz ha coniato il termine: A) Depressione anaclitica. B) Depressione maggiore. C) Depressione bipolare. D) Depressione psicotica.

0560. Secondo la teoria di separazione-individuazione della Mahler, nei primi mesi di vita il neonato percepisce la madre: A) Come parte di sè. B) Come separata da sè. C) Come separata dal mondo esterno. D) Alla stregua delle altre figure di attaccamento.

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0561. Si chiama "fissazione" il processo per cui un bambino: A) Rimane legato a un oggetto adeguato a un precedente stadio di sviluppo. B) Attribuisce ad un'azione ragioni che inconsciamente la giustificano. C) Vede un'immagine mentale come una realtà oggettiva. D) Consolida nella memoria un'informazione sensoriale.

0562. Burrhus Frederic Skinner afferma che nel bambino l'acquisizione del linguaggio avviene attraverso: A) Il meccanismo S-R (stimolo-risposta). B) L'interazione M-A (maturazione-ambiente). C) L'apprendimento S-A (sequenza-adattamento). D) Il sistema mentale LAD (per l'acquisizione del linguaggio).

0563. Secondo John Bowlby, una relazione di attaccamento: A) Virtualmente è stabilita da tutti i bambini con la figura genitoriale fonte di sicurezza e di protezione. B) Si sviluppa solo nei bambini le cui madri rifiutano la vicinanza fisica e ignorano la richiesta di conforto dei loro figli. C) É sviluppata solo dai bambini considerati resistenti che contemporaneamente ricercano e rifiutano il contatto con la figura

genitoriale. D) É solo quella in cui le figure genitoriali mettono in atto comportamenti rigidi e stereotipati.

0564. Il Quoziente Intellettivo proposto da Stern è: A) Il rapporto tra età mentale ed età cronologica (moltiplicato per cento). B) Il rapporto tra età mentale ed età cronologica (diviso per cinquanta). C) Il rapporto tra età mentale ed età cronologica (moltiplicato per cinquanta). D) Il rapporto tra età mentale ed età cronologica (diviso per cento).

0565. Recenti teorie hanno dimostrato che il neonato ha una preferenza per gli stimoli di natura: A) Sociale. B) Cognitiva. C) Neutra. D) Astratta.

0566. Secondo la teoria di separazione-individuazione della Mahler, il fatto che il bambino attraversi una fase di sviluppo definita "simbiotica":

A) É parte del normale sviluppo. B) Accade solo in casi estremi. C) É un fattore di rischio. D) Accade in conseguenza di eccessivo coinvolgimento materno.

0567. La capacità di riconoscere il volto umano compare: A) Nei primi mesi di vita. B) Dopo il primo anno di vita. C) Al momento della nascita. D) Intorno ai 10 mesi di vita.

0568. Secondo Chomsky, la competenza linguistica è: A) La conoscenza che il parlante o l'ascoltatore ha della sua lingua. B) L'uso effettivo della lingua in situazioni concrete. C) Una capacità influenzata da riferimenti di attenzione e interesse. D) Una sequenza di operazioni e di istruzioni.

0569. Un importante lavoro sui meccanismi psicologici di difesa nei bambini è stato svolto da: A) Anna Freud. B) John Bowlby. C) Donald Winnicott. D) Sigmund Freud.

0570. Secondo Piaget, l'uso dei simboli caratterizza la fase: A) Preconcettuale. B) Del pensiero intuitivo. C) Senso-motoria. D) Del pensiero logico-formale.

0571. Il diniego del bambino è: A) Un meccanismo inconscio di difesa. B) Una negazione consapevole. C) Un'errata interpretazione di un'esperienza. D) Un'anomalia della capacità di memorizzazione.

0572. Donald Woods Winnicott descrive la funzione materna di "holding" come: A) La capacità di sostenere e contenere fisicamente e psicologicamente il bambino. B) La manipolazione del corpo del neonato da parte della madre. C) L'abilità di offrire al bambino l'oggetto al momento del bisogno. D) Il distacco necessario perché il bambino si metta in relazione con gli oggetti esterni.

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0573. Il comportamentismo è interessato a stabilire rapporti tra gli stimoli recepiti dal soggetto: A) E le sue risposte comportamentali. B) E le sue risposte fisiologiche. C) E le sue risposte inconsce. D) E le sue risposte cognitive.

0574. Talvolta il bambino, rimproverato dagli adulti, rompe gli oggetti che trova a portata di mano; in questo caso si può dire che la sua aggressività:

A) Può essere "spostata" verso persone o oggetti che NON coincidono con la causa della frustrazione. B) Può essere rimossa ovvero "cancellata" dalla coscienza. C) Può essere repressa distraendo il bambino con oggetti materiali. D) Può provocare un impulso morboso a rompere qualsiasi cosa si trovi nell'ambiente circostante.

0575. Secondo Piaget la personalità del bambino nello stadio senso-motorio (0-2 anni) è caratterizzata: A) Dall'egocentrismo. B) Dal pensiero intuitivo. C) Dalla capacità preconcettuale. D) Dal pensiero concreto.

0576. Gli studi sullo sviluppo hanno dimostrato che il passaggio dall'attaccamento agli adulti in generale a quello verso uno o più adulti in particolare, caratterizza il bambino:

A) Verso i 6-9 mesi. B) Dopo il primo anno. C) Verso i 2-3 mesi. D) Verso i 10-12 mesi.

0577. Il raggiungimento della capacità mentale di astrazione è evidente: A) Nel gioco simbolico. B) Nella gestualità. C) Nel gioco con le costruzioni. D) Nella manipolazione della plastilina.

0578. Secondo Sigmund Freud, le forze istintive sono regolate dai principi: A) Del piacere e della realtà. B) Del conscio e dell'inconscio. C) Della costruttività e della distruzione. D) Primario e secondario.

0579. La teoria dello sviluppo percettivo della Gibson si occupa della percezione come fenomeno: A) Che avviene in un contesto ambientale. B) A se stante, isolato dall'ambiente. C) Che avviene a livello fisiologico. D) Che avviene su base genetica.

0580. Le scoperte di Winnicott sono state possibili grazie al metodo da egli adottato, che consisteva: A) Nell'ascoltare e osservare la coppia madre-bambino durante la consultazione pediatrica. B) Nel pianificare accurate indagini su madri e bambini in età prescolare. C) Nell'eseguire sondaggi su larga scala delle opinioni delle madri sui propri bambini. D) Nel pianificare ed eseguire studi longitudinali su diverse coppie madre-bambino.

0581. La teoria della Klein ha gettato luce sull'origine dei sentimenti di: A) Invidia e avidità. B) Amore e abnegazione. C) Ossessione e fissazione. D) Rivalità edipica.

0582. Renè Spitz codifica tre stadi di sviluppo infantile: A) Progettuale, dell'oggetto precursore, dell'oggetto propriamente detto. B) Sorriso, angoscia dell'ottavo mese, diniego. C) Dell'oggetto concreto, dell'oggetto simbolico e dell'oggetto transizionale. D) Della fiducia, dell'autonomia e dell'iniziativa.

0583. René Spitz ha descritto per primo come la "risposta del sorriso" compaia attorno: A) Al terzo mese, di fronte al volto umano. B) Al quinto mese, di fronte al volto umano. C) Al secondo mese, di fronte ad una figura colorata. D) Al primo mese, di fronte ad una figura colorata.

0584. Verso la fine del primo anno, il bambino tende a ripetere tutto ciò che sente. La ripetizione automatica dei suoni è detta: A) Ecolalia. B) Linguaggio effettivo. C) Lallazione. D) Linguaggio potenziale.

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0585. In base agli studi sulla relazione del bambino con gli adulti, il concetto di base sicura è stato ideato da: A) Mary Ainsworth. B) Sigmund Freud. C) Margaret Mahler. D) Melanie Klein.

0586. Erikson, nello studio dello sviluppo, individua: A) Otto stadi psicosociali. B) Quattro stadi, detti "dell'acquisizione". C) Tre stadi psicosessuali. D) Tre stadi di identità.

0587. Il "disturbo di origine neurologica che colpisce i bambini nella prima infanzia compromettendo il normale corso dello sviluppo" è denominato:

A) Autismo. B) Dislessia evolutiva. C) Sindrome da deficit dell'attenzione per iperattività (ADHD). D) Disturbo bipolare.

0588. La psicologia del profondo è una teoria psicologica elaborata: A) Da Carl Gustav Jung e dagli allievi della sua scuola. B) Da Sigmund Freud e dai suoi epigoni. C) Da Bühler, nella sua opera "Lo sviluppo psichico del bambino". D) Da Witmer, esponente della psicologia clinica.

0589. Nell'ambito delle teorie dello sviluppo, per Vygotskij: A) Il linguaggio riorganizza e controlla il comportamento dei bambini. B) Il comportamento riorganizza e controlla lo sviluppo cognitivo. C) Il linguaggio NON è utilizzato come strumento sociale. D) Il linguaggio NON è correlato al problem solving.

0590. John Bowlby ritiene che il bambino sperimenti l'angoscia da separazione quando: A) Ha già sviluppato un attaccamento nei confronti di una persona e questa si allontana. B) Non riesce a manifestare il desiderio di restare accanto alla figura di riferimento. C) Imita l'espressione emotiva dell'adulto che si prende cura di lui. D) Viene sottoposto a una frustrazione significativa e l'adulto NON è presente.

0591. Secondo Vygotskij, il linguaggio del bambino che serve soprattutto a comunicare è definito: A) Linguaggio socializzato. B) Linguaggio interiore. C) Linguaggio egocentrico. D) Linguaggio reattivo.

0592. Con il concetto di base sicura, Bowlby intende una figura adulta che dà accudimento al bambino: A) E promuove l'esplorazione dell'ambiente. B) E scoraggia l'esplorazione dell'ambiente. C) E limita l'esplorazione dell'ambiente. D) Solo se richiesto da lui verbalmente.

0593. L'organizzazione mentale che si forma attraverso l'esperienza e che fornisce le regole con cui l'organismo entra in contatto attivo col mondo esterno è definita da Jean Piaget:

A) Schema cognitivo. B) Esplorazione dell'ambiente. C) Struttura comportamentale. D) Modello di processo.

0594. Secondo la teoria della Mahler, il bambino raggiunge l'individuazione quando percepisce se stesso come: A) Dotato di una propria identità. B) Separato dal gruppo dei pari. C) Parte costituente della madre. D) Individuo simile alla madre.

0595. René Spitz ha osservato come i neonati rispondano con il sorriso: A) Nel vedere sia un volto umano sia una maschera. B) Nel vedere un volto umano di profilo. C) Nel riconoscere volti umani. D) Solo nel riconoscere il volto materno.

0596. Il comportamento di suzione del bambino nei primi tre mesi di vita è un comportamento: A) Di natura riflessa. B) Di natura intenzionale. C) Di natura comportamentale. D) Di natura sociale.

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0597. Secondo la teoria di separazione-individuazione della Mahler alla nascita il bambino si separa: A) Fisicamente ma NON psicologicamente dalla madre. B) Fisicamente e psicologicamente dalla madre. C) Emotivamente dalla madre. D) Dalla madre e dal mondo circostante.

0598. L'esperienza di attaccamento dei primi anni di vita è importante per: A) Tutto l'arco di vita. B) Il primo anno di vita. C) I primi due anni di vita. D) I primi tre anni di vita.

0599. Nell'ambito degli studi sui bambini, con il termine spasmi affettivi s'intende: A) La conseguenza dei comportamenti del bambino di fronte alla frustrazione. B) La modalità con cui i bambini di un anno mostrano affetto verso l'educatore. C) La modalità con cui i bambini di un anno mostrano affetto verso i coetanei. D) L'espressione della patologia del bambino.

0600. Il fenomeno dell'angoscia dell'estraneo va attribuito: A) Alla maggiore consapevolezza di sé e dell'ambiente raggiunta dal bambino. B) Alle precedenti esperienze negative con estranei vissute dal bambino. C) Ad un ritardo nello sviluppo del bambino circa la consapevolezza di sé e dell'ambiente. D) Ad un'incapacità del bambino di distinguere gli estranei dalle figure familiari.

0601. La fase dello sviluppo definita "simbiotica" avviene secondo la Mahler: A) Nei primi mesi dello sviluppo. B) Dopo il primo anno di vita. C) Dopo il secondo anno di vita. D) Dopo il terzo anno di vita.

0602. Con il concetto di "posizione depressiva" nello sviluppo infantile si intende: A) Uno stato mentale caratterizzato da vissuti depressivi. B) Uno stato fisico caratterizzato da vissuti depressivi. C) Uno stato psichico caratterizzato da vissuti persecutori. D) Uno stato psichico caratterizzato da vissuti maniacali.

0603. Nel bambino un comportamento affiliativo è indice di: A) Attenzione selettiva verso un compagno. B) Conflitto competitivo. C) Atteggiamento di fastidio. D) Atteggiamento di sottomissione.

0604. L'etologo Konrad Lorenz estende al mondo umano concetti ricavati dallo studio del comportamento animale: A) Relativi all'aggressività. B) Relativi all'apprendimento. C) Relativi ai codici comportamentali. D) Relativi alle fasi dello sviluppo.

0605. Secondo Vygotskij la "zona di sviluppo prossimale di un bambino" è: A) L'insieme delle abilità ancora latenti, che egli può raggiungere con il supporto di un adulto competente. B) L'insieme dei comportamenti già acquisiti e interiorizzati attraverso le competenze spontanee. C) Il livello attuale di limiti e difficoltà nell'apprendimento verificato dall'educatore. D) Il blocco emotivo che frena il cambiamento e lo sviluppo e necessita di un aiuto specialistico.

0606. Lo sviluppo delle competenze di natura sociale risulta gravemente compromesso nei bambini affetti da: A) Autismo. B) Sindrome di Down. C) Ritardo mentale. D) Sindrome di Tourette.

0607. Il comportamento di attaccamento sicuro nel bambino viene messo in relazione: A) Con comportamenti sociali positivi nelle età successive. B) Con la mancanza di turbamento e di ricerca di contatto, quando il genitore ritorna dopo un'assenza. C) Con comportamenti contraddittori che indicano conflitto, apprensione e confusione. D) Con espressioni di malessere verso il genitore che tenta di calmarlo.

0608. Secondo Bruner, mutui scambi prelinguistici che si svolgono nella coppia madre-bambino rappresentano: A) I precursori del linguaggio. B) Le olofrasi. C) Le unità di base del suono. D) Il cosiddetto "linguaggio telegrafico".

0609. Con il termine "animismo", Jean Piaget indica la tendenza del bambino: A) A considerare gli oggetti come vivi e dotati di intenzione. B) Ad attribuire caratteri materiali a fenomeni mentali. C) A considerare tutte le cose come prodotto dell'attività umana. D) A spiegare gli avvenimenti secondo il fine che l'uomo realizza per loro tramite.

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0610. Lev Vygotskij definisce le possibilità future di sviluppo del bambino: A) Zona di sviluppo prossimale. B) Zona di osservazione sistematica. C) Processo stadiale infantile. D) Processo diadico relazionale.

0611. Tra i neopiagetiani, Case definisce le capacità di sviluppo di elaborazione delle informazioni come: A) Spazio di elaborazione esecutiva. B) Zona di sviluppo prossimale. C) Modello pratico-cognitivo. D) Arco di pratica evolutiva.

0612. Secondo quale pedagogista il gioco NON può prescindere dallo sviluppo dell'intelligenza infantile? A) Piaget. B) Bruner. C) Erikson. D) Gardner.

0613. Secondo gli studi di Erikson, la completa acquisizione del linguaggio favorisce il raggiungimento dello stadio: A) Dell'iniziativa. B) Della fiducia. C) Dell'autonomia. D) Dell'identità.

0614. Per Sigmund Freud i lapsus, gli atti maldestri, i ritardi, le dimenticanze costituiscono ciò che egli chiama: A) "Psicopatologia della vita quotidiana". B) "Libere associazioni". C) "Regolazione automatica del principio di piacere/dispiacere". D) "Resistenza alla rivelazione di un complesso".

0615. Per l'attivazione di un legame efficace tra madre e bambino, secondo Marshall Klaus e John Kennell: A) É importante che si stabilisca un rapporto, anche fisico, subito dopo la nascita. B) É indispensabile ricorrere all'allattamento materno. C) Il rapporto tra i due deve essere esclusivo e senza intermediari per i primi sei mesi. D) Bisogna ricorrere al cosiddetto "parto dolce" o "senza violenza".

0616. La teoria di Klein della "suzione primaria dell'oggetto": A) Mette in relazione l'attaccamento con l'allattamento. B) Dimostra che il bambino ha una tendenza innata a entrare in contatto con un altro essere umano. C) Si rifà al concetto dell'imprinting, ripreso dall'etologia. D) Descrive il ruolo fondamentale, per l'attaccamento, di una madre "sufficientemente buona".

0617. Secondo gli studi di Erikson: A) La personalità del bambino riceve forma dall'ambiente. B) La personalità del bambino NON è influenzata dall'ambiente. C) Il bambino NON possiede leggi di sviluppo innate. D) Il bambino vive in un ciclo vitale statico.

0618. In base ai risultati degli esperimenti di Eleanor Gibson sul "precipizio visivo", si può affermare che: A) La capacità dei bambini di percepire il dislivello di profondità è innata. B) La capacità dei bambini di percepire il dislivello di profondità è frutto di apprendimento. C) I bambini acquisiscono la capacità di percepire il dislivello di profondità solo dopo i due anni. D) C'è una differenza fra maschi e femmine nella capacità di percepire il dislivello di profondità.

0619. Jean Piaget nei suoi studi sulle prime forme di intelligenza infantile per i bambini sotto i 3 anni ha utilizzato: A) L'osservazione. B) La ricerca di correlazioni. C) L'intervista. D) I quasi-esperimenti.

0620. Nello sviluppo del bambino dal punto di vista teorico, Erikson ha proposto: A) Otto stadi dello sviluppo psicosociale. B) Quattro stadi dello sviluppo psicosociale. C) Otto stadi dello sviluppo psicosessuale. D) Quattro stadi dello sviluppo psicosessuale.

0621. Si definisce meccanica un'attività intellettuale: A) Puramente mnemonica. B) Scollegata dalla ripetizione. C) Connessa a un esercizio intellettuale ininterrotto. D) Legata alla comprensione concettuale.

0622. Vygotskij teorizza quattro stadi di sviluppo del bambino. Quello relativo al terzo anno di età si chiama: A) Insubordinazione rivolta all'ambiente. B) Passaggio dall'epoca dell'allattamento alla prima infanzia. C) Difficoltà nell'educazione. D) Instabilità e criticità.

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0623. La responsività del genitore verso il figlio consiste: A) Nella capacità di prestare attenzione alle sue esigenze. B) Nell'avvertire un senso di responsabilità per la sua "riuscita" sociale. C) Nel rispondere con competenza alle sue curiosità. D) Nel rappresentare adeguatamente le sue abitudini agli educatori del nido.

0624. L'affermazione che la teoria dello sviluppo percettivo della Gibson ha una buona validità ecologica significa che: A) Può essere applicata solo a situazioni della vita reale. B) Può essere applicata solo in situazioni di laboratorio. C) Si occupa della percezione in ambienti esterni. D) Si occupa della percezione in condizioni naturali.

0625. Erikson parla di "fiducia di fondo" nella prima infanzia: A) Come la conseguenza della quasi illimitata capacità materna di cura e disponibilità. B) Come la tendenza ad accettare l'influenza degli altri. C) Come la predisposizione a cercare informazioni e conferme da un altro. D) Come sinonimo della docilità necessaria ad acquisire conoscenze e abilità.

0626. Secondo Chomsky, il linguaggio del bambino è: A) Un processo attivo e creativo. B) Il risultato dell'imitazione del linguaggio degli adulti. C) Un processo di ripetizione mnemonica. D) Il risultato di un'articolazione progressiva dei suoni.

0627. Nell'ambito dello sviluppo del bambino il linguaggio dovrebbe essere comprensibile a circa: A) Tre anni di età. B) Quattro anni di età. C) Un anno di età. D) Due anni di età.

0628. Il fenomeno noto come angoscia dell'estraneo rappresenta: A) Un aspetto normale dello sviluppo. B) Un aspetto patologico dello sviluppo. C) Il risultato di esperienze negative con estranei. D) La mancanza di esperienza di contatto con estranei.

0629. Secondo Werner e Kaplan "l'uso del gesto di indicare" segna nel bambino un'importante tappa dello sviluppo: A) Simbolico. B) Motorio. C) Relazionale. D) Mnestico.

0630. Secondo la teoria della Mahler, il processo di separazione-individuazione avviene: A) Nei primi tre anni di vita. B) Nei primi sei mesi di vita. C) Nel primo anno di vita. D) Dalla nascita ai due anni di vita.

0631. Per "oggetto transizionale" Winnicott intende un oggetto: A) Che dà al bambino sicurezza. B) Relazionale, quale la madre. C) Che rappresenta la transizione del momento della nascita. D) Che rende il bambino insicuro e incerto.

0632. Stern, con gioco a due, intende la capacità: A) Di adulti e bambini di "leggersi" reciprocamente. B) Del bambino di "leggere" l'adulto. C) Dell'adulto di interpretare le emozioni del bambino. D) Del bambino di interpretare la volontà dei pari.

0633. Per Bruner, la prima capacità del bambino di custodire i dati dell'ambiente si può definire: A) Capacità di rappresentazione esecutiva. B) Capacità di rappresentazione iconica. C) Capacità di rappresentazione simbolica. D) Capacità di rappresentazione strategica.

0634. Secondo la teoria psicoanalitica, i meccanismi inconsci di difesa vengono usati: A) Da bambini e adulti. B) Solo da adulti. C) Solo da bambini. D) Solo da persone fragili emotivamente.

0635. Nella sua teoria, nota come separazione-individuazione, la Mahler ipotizza che nei primi mesi di vita il bambino: A) Sia in un rapporto simbiotico con la madre. B) Sia percepito dalla madre come estraneo. C) Sia percepito dalla madre come indipendente. D) Attraversi un processo noto come individuazione.

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0636. La fobia nei bambini piccoli è: A) Una paura ingiustificata di un oggetto o di una situazione che determina un'intensa reazione di angoscia. B) Un'emozione primaria di difesa che si sviluppa in situazioni di pericolo reali. C) La generica ansia che può insorgere in situazioni NON specifiche. D) La ripetizione compulsiva di azioni o rituali.

0637. L'intelligenza è intesa come un percorso a tappe che va verso il raggiungimento di un equilibrio, secondo: A) Piaget. B) Rogers. C) Maslow. D) Freud.

0638. Per diagnosticare la nevrosi e le psicosi infantili, uno strumento significativo, elaborato da Klein, è: A) La tecnica del gioco libero. B) L'ipnosi. C) L'associazione libera. D) L'interpretazione dei sogni.

0639. Secondo il pensiero di Freud, lo sviluppo è caratterizzato da cambiamenti: A) Nelle caratteristiche dell'investimento libidico. B) Nelle caratteristiche dell'interazione sociale. C) Nell'organizzazione delle strutture (o schemi) cognitivi. D) Nelle capacità di ragionamento astratto.

0640. Ciò che il bambino sa fare con l'aiuto di una persona più esperta è stato definito da Vygotskij: A) Piano di sviluppo potenziale. B) Piano di sviluppo attuale. C) Modalità di sviluppo eteronoma. D) Modalità di sviluppo provvisoria.

0641. Il legame oggettuale, tra i 6 e i 12 mesi di vita, è: A) In fase di costruzione. B) In fase di consolidamento. C) In fase di superamento. D) In fase di regressione.

0642. Secondo la teoria di Bandura, quando il bambino rappresenta simbolicamente la relazione tra situazione, comportamento e risultato, comprende a livello cognitivo:

A) L'influenza dell'ambiente su azioni future ed azioni passate. B) L'influenza dell'ambiente solo sulle sue azioni future. C) L'importanza delle relazioni passate. D) L'importanza delle sue figure di attaccamento.

0643. Gli studi sulla conoscenza di sé e degli altri hanno mostrato che all'età di due anni e mezzo un bambino: A) NON sa distinguere una paura ragionevole da una irragionevole. B) Sa distinguere una paura ragionevole da una NON ragionevole. C) Ha solo paure irragionevoli. D) NON ha paura di nulla.

0644. Lo psicoanalista Renè Spitz è noto per una serie di ricerche che hanno segnalato i danni specifici arrecati allo sviluppo infantile:

A) Dalla carenza di cure materne. B) Dall'eccesso di cure materne. C) Dalla mancata risoluzione del complesso edipico. D) Dalla presenza di un sostituto materno permanente.

0645. Wilfred Bion, nell'ambito della relazione tra il bambino e le figure significative, con il concetto di reverie intende: A) La dote di immedesimarsi nei vissuti del piccolo e di restituirglieli dotati di senso. B) La dote di immedesimarsi con un pensiero concettuale nei vissuti del piccolo. C) La capacità di dare un'interpretazione concettuale ai vissuti del piccolo. D) La capacità di inventiva della madre nel trovare soluzioni ai propri problemi col figlio.

0646. Tra le competenze dell'educatore l'empatia è un concetto proposto da: A) Rogers. B) Piaget. C) Lewin. D) Mead.

0647. Lo sviluppo sociale del bambino verso i coetanei, siano essi fratelli o estranei, viene chiamato: A) Socializzazione secondaria. B) Socializzazione primaria. C) Socializzazione differenziata. D) Socializzazione selettiva.

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0648. Negli studi sullo sviluppo del bambino, per touchpoints s'intendono: A) Momenti cruciali sufficientemente prevedibili. B) Momenti cruciali patologici ed imprevedibili. C) Le tappe di sviluppo delle capacità tattili del bambino. D) Le tappe di sviluppo delle capacità motorie del bambino.

0649. L'osservazione del comportamento di gioco: A) Può essere utilizzata per la comprensione delle competenze cognitive del bambino. B) NON può essere utilizzata per la comprensione delle competenze cognitive del bambino. C) Può essere utilizzata per la comprensione delle competenze cognitive del bambino solo a partire dai tre anni. D) Può essere utilizzata per la comprensione delle competenze cognitive solo in età scolare.

0650. I punti di riferimento necessari al bambino per un'armonica crescita psico-fisica sono costituiti soprattutto: A) Dalla stabilità dell'ambiente e degli affetti. B) Da una precoce responsabilizzazione. C) Da stimolazioni omogenee e comparabili. D) Dalla presenza di fattori evolutivi privilegiati.

0651. Nell'ambito dello sviluppo della relazione, Bion sostiene che: A) La cooperazione di più individui permette di affrontare gli ostacoli grazie all'elaborazione di una "cultura di gruppo". B) Il gruppo può portare alla "contaminazione" dei valori del singolo. C) I progetti di formazione dei bambini si basano sulla simulazione dell'educatore di riferimento. D) L'attività ludica è alla base dello sviluppo umano e della formazione delle relazioni con il piccolo gruppo.

0652. La Klein descrive l'attaccamento del bambino con il concetto di: A) Oggetto buono - oggetto cattivo. B) Oggetto presente - oggetto assente. C) Base sicura. D) Madre salvifica.

0653. I bambini mostrano precocemente la capacità di comprendere le emozioni degli altri; tale capacità si chiama: A) Referenza sociale. B) Empatia. C) Reazione emotiva. D) Competenza sociale.

0654. Lo sviluppo dell'autostima positiva nel bambino secondo James e Mead: A) Favorisce l'adattamento socio-emozionale del bambino. B) Si sviluppa a partire dalla scuola elementare. C) Facilita principalmente l'adattamento all'ambiente. D) Coinvolge solo il bambino nella sua individualità.

0655. Secondo le recenti teorie dello sviluppo (per esempio secondo i lavori di Stern) il bambino: A) Ha già nei primi mesi una serie di competenze cognitivo-sociali. B) NON ha nei primi mesi alcuna competenza di natura cognitivo-sociale. C) Ha già nei primi mesi delle competenze di natura sociale ma NON cognitiva. D) Acquisisce tutte le proprie competenze a partire dall'esperienza.

0656. Piaget ha definito la modalità di comprensione del mondo, limitata alle azioni fisiche che i bambini esercitano direttamente su di esso:

A) Stadio sensomotorio. B) Stadio preoperazionale. C) Stadio delle operazioni concrete. D) Stadio delle operazioni formali.

0657. In materia di apprendimento, il cosiddetto rinforzo è dato: A) Dall'accoppiamento di stimoli condizionati e incondizionati. B) Dall'accoppiamento di stimoli sensoriali e intellettivi. C) Dall'accoppiamento di risposte istintive e razionali. D) Dall'accoppiamento di risposte condizionate e incondizionate.

0658. Per apprendimento vicario s'intende: A) L'acquisizione di risposte comportamentali senza una verifica personale. B) L'acquisizione di risposte comportamentali mediante l'imitazione. C) L'acquisizione di corrette risposte comportamentali per rimediare ad altre sbagliate. D) L'acquisizione di risposte comportamentali in accordo con le regole sociali.

0659. Secondo quale modello si può considerare l'apprendimento come "esecuzione"? A) Comportamentista. B) Gestaltista. C) Costruttivista. D) Cognitivista.

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0660. Secondo la teoria dell'attaccamento di Bowlby, l'educatore dovrebbe favorire: A) L'esplorazione dell'ambiente da parte del bambino. B) L'organizzazione dell'ambiente a misura del bambino. C) L'osservazione delle attività dei bambini più grandi. D) La partecipazione alle attività dei bambini più grandi.

0661. Parlando di apprendimento, la generalizzazione è: A) La capacità di reagire a nuove situazioni quando queste assomigliano ad altre divenute familiari. B) La capacità di assimilare nuovi concetti analoghi ad altri divenuti familiari. C) La capacità di adattarsi a nuove situazioni anche se queste differiscono da quelle già note. D) La capacità di reagire a nuove situazioni quando queste sono causate da uno stimolo ripetuto.

0662. Il condizionamento operante è: A) Un'operazione compiuta sull'ambiente in vista di uno scopo. B) La risposta a uno stimolo ripetuto. C) La risposta a uno stimolo estemporaneo. D) Un'operazione compiuta sull'ambiente senza uno specifico scopo.

0663. Il concetto di "madre capace di reverie" (Wilfred Ruprecht Bion) significa che, per un armonioso sviluppo psico-fisico del bambino, la madre deve essere capace di:

A) Sintonizzarsi con le emozioni del bambino ed accogliere e contenere le sue angosce. B) Soddisfare le richieste del bambino ma senza eccedere nelle concessioni. C) Coinvolgere il padre nelle interazioni con il bambino favorendo la loro interazione. D) Stabilire adeguatamente la quantità di frustrazioni e punizioni che il bambino può tollerare.

0664. Il concetto costruttivista di "accomodamento" prevede, ad esempio, che un bambino sia in grado di: A) Imitare un comportamento altrui per modificare il proprio. B) Adattarsi ad una situazione avversa e sconosciuta. C) Accettare la presenza di un estraneo che si sostituisce al genitore. D) Sentirsi a proprio agio in un ambiente in cui NON era mai stato.

0665. La "strange situation" formulata da Mary Ainsworth, è una tecnica di osservazione della relazione madre-bambino che ha l'obiettivo di:

A) Illustrare i comportamenti di attaccamento dei bambini di un anno in un ambiente sconosciuto. B) Misurare quanto tempo un bambino di pochi mesi resiste senza protestare all'assenza della madre. C) Verificare la capacità di adattamento di un bambino di tre anni ad un ambiente lievemente avverso. D) Diagnosticare patologie del comportamento relazionale nel bambino di età prescolare.

0666. Tra i 2 ed i 4 anni un bambino NON è ancora in grado di: A) Stabilire rapporti spazio-temporali di un evento. B) Utilizzare correttamente una parola per indicare un'azione. C) Effettuare un tentativo diverso da uno precedente per ottenere un risultato. D) Pensare le conseguenze di un'azione che intende compiere.

0667. Studi recenti sulla comunicazione del neonato, rilevano che le principali valenze espressive del pianto riguardano: A) Rabbia, fame, disperazione. B) Senso di noia o di frustrazione. C) Desiderio di essere preso in braccio. D) Ricerca generica di attenzione.

0668. Secondo Mary Ainsworth, quale comportamento manifestato dal bambino al ritorno della madre descrive uno stile di attaccamento "insicuro-ambivalente"?

A) Cercare il contatto fisico ravvicinato mostrando anche rabbia e resistenza. B) Rifiutare il contatto fisico ravvicinato rimanendo però a portata di sguardo. C) Evitare le interazioni con la madre rimproverandola, voltandosi o allontanandosi. D) Accogliere con gioia la madre per poi distaccarsi bruscamente e allontanarsi.

0669. Secondo John Bowlby, il comportamento di "attaccamento" nel bambino è motivato: A) Dal bisogno di ricercare un'interazione con un adulto di riferimento. B) Da un bisogno pulsionale di nutrizione. C) Dal tentativo di riparare al trauma della nascita. D) Dal tentativo di creare un rapporto esclusivo con la madre.

0670. Il concetto di "sviluppo epigenetico" proposto da John Bowlby prevede che il bambino: A) Possa seguire linee di sviluppo diverse, il cui risultato dipende dall'interazione con l'ambiente. B) Si evolva in base al proprio codice genetico con un'influenza minima dell'ambiente. C) Si evolva prevalentemente in funzione del suo ambiente indipendentemente dal patrimonio genetico. D) Sviluppi una propensione genetica all'attaccamento.

0671. Quando si parla di "resistenza del legame di attaccamento" nel bambino, s'intende che tale legame: A) Persiste nonostante maltrattamenti e punizioni severe. B) Contiene resistenze psicologiche tali per cui il bambino desidera eliminare il care giver. C) Impedisce al bambino di concentrarsi su altre attività quando il care giver è assente. D) Viene subito ritrovato anche dopo un periodo di separazione durato anni.

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0672. Secondo la teoria psico-sessuale, la prima fase dello sviluppo è definibile "orale" perché: A) Tramite la bocca il bambino riesce a soddisfare le proprie pulsioni. B) La madre ha con il figlio un'interazione prevalentemente parlata. C) Il bambino si sforza subito di comunicare tramite suoni con la madre. D) Il bambino è occupato prevalentemente a mangiare.

0673. Secondo Erik Erikson, nella prima infanzia, il bambino attraversa una "crisi emotiva" che: A) Minaccia le sue spinte all'autonomia con il dubbio dell'insuccesso ed il senso di inadeguatezza. B) Lo induce a scegliere tra il rimanere attaccato alla madre e l'aprirsi al rapporto col padre. C) Lo obbliga ad accettare la presenza di fratelli più grandi o l'arrivo di uno nuovo. D) É rappresentata dai rischi insiti nel confronto con altri bambini della sua età.

0674. Con il concetto di "esclusione difensiva", John Bowlby intende che il bambino tende a escludere dalla consapevolezza: A) La propria visione di un evento traumatico sostituendola con l'interpretazione benevola data dai genitori. B) L'interpretazione benevola di un evento traumatico data dai genitori sostituendola con la propria. C) Il ricordo di un evento traumatico sostituendolo con un proprio falso ricordo positivo. D) L'esistenza di persone che gli hanno provocato esperienze traumatiche.

0675. Secondo la teoria costruttivista, un bambino che si trovi nel sottostadio della "rappresentazione simbolica", è in grado di:

A) Cominciare ad usare un oggetto per rappresentarne un altro. B) Accettare di buon grado un sostituto della madre. C) Indovinare un oggetto vedendone solo una parte disegnata. D) Capire che un oggetto continua ad esistere anche quando NON è più visibile.

0676. Secondo il concetto gestaltico di "transfer" trattato da Jerome Seymour Bruner, la creatività di un bambino è data dall'essere in grado di:

A) Affrontare situazioni e problemi nuovi utilizzando in forma diversa esperienze precedenti. B) Inventare soluzioni ad un problema che NON dipendono da conoscenze precedenti. C) Realizzare giochi, disegni e costruzioni che la maggior parte dei coetanei NON sa fare. D) Dimostrare uno spiccato talento per attività di tipo espressivo e creativo.

0677. Entro il primo anno di vita un bambino è generalmente capace di comunicare: A) Indicando un oggetto per farselo passare da un adulto. B) Utilizzando una parola alternativa alla precedente quando NON è stato compreso. C) Associando due parole per esprimere una richiesta. D) Afferrando un oggetto per significarne uno analogo.

0678. Howard Earl Gardner evidenzia l'esistenza delle "intelligenze personali", che nel bambino sono caratterizzate dalla: A) Possibilità di accedere ad emozioni, motivazioni e intenzioni proprie ed altrui. B) Abilità di utilizzare il pianto per richiamare l'attenzione dei care giver. C) Capacità di comprendere le intenzioni dei propri pari ed agire di riflesso. D) Capacità di apprendere la risoluzione di un problema osservando il comportamento altrui.

0679. Quale di questi comportamenti NON è generalmente in grado di compiere un bambino al terzo mese di vita? A) Tirare il cordone della campanella sulla culla per ottenere un suono. B) Reagire differentemente alla voce della madre rispetto ad altre voci. C) Piangere in modo diverso se si allontana la madre piuttosto che un altro adulto. D) Tendere le mani per essere preso in braccio.

0680. Considerando gli studi recenti sullo sviluppo cognitivo ed affettivo, si può affermare che una buona autostima venga favorita dal fatto che il bambino:

A) Abbia maturato un senso di competenza e una percezione interna di controllo sul compito. B) Riceva rinforzi positivi alle proprie azioni anche quando queste NON sono adatte alle circostanze. C) Riesca a svolgere il proprio compito meglio di tutti i pari con i quali si confronta al momento. D) Venga gratificato immediatamente in tutti i suoi bisogni da parte dei care giver.

0681. La progettazione di "programmi di educazione emozionale" è legata principalmente alla teoria di: A) Daniel Goleman sull'"intelligenza emotiva". B) Howard Earl Gardner sulle "intelligenze interpersonali". C) Sigmund Freud sullo sviluppo psico-sessuale. D) Melanie Klein sulla relazione oggettuale.

0682. Secondo la teoria costruttivista, un bambino che ha sviluppato le "reazioni circolari terziarie" può: A) Arrivare alla soluzione di un problema procedendo per prove ed errori. B) Decidere di raggiungere un punto della stanza percorrendo il tragitto più breve. C) Svolgere un gioco in cui deve interagire sequenzialmente con coetanei sconosciuti. D) Riconoscere che travasando un liquido da un bicchiere stretto a uno largo la quantità rimane uguale.

0683. Secondo Donald Woods Winnicott l'interazione precoce con la madre può condurre il bambino alla costruzione di un "falso Sé" quando:

A) La madre richiede al figlio di accondiscendere i propri bisogni come condizione per accettarlo. B) La madre disapprova sistematicamente il pianto del bambino. C) Il padre interferisce nel rapporto tra i due richiedendo per sé troppe attenzioni. D) Il rapporto tra madre e padre si realizza in modo conflittuale.

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0684. Il concetto di "holding" elaborato da Donald Woods Winnicott sulla primissima relazione madre-bambino, si riferisce a:

A) Il "tenere", connotato come interazione psico-fisiologica di protezione, cura e contenimento. B) Il "tenere", connotato come sostegno fisico per lo sviluppo della stazione eretta. C) L'"accarezzare e manipolare", per stimolare i riflessi psico-motori. D) L'"accarezzare e manipolare", per favorire il processo di socializzazione.

0685. Il livello di sviluppo linguistico di un bambino di due anni è tale da permettergli di iniziare a: A) Associare correttamente alcune parole ad oggetti o azioni. B) Descrivere coerentemente le regole di un gioco di interazione. C) Riconoscere e denominare gli stati d'animo altrui. D) Riferire correttamente in quale tempo si è verificato un fatto che lo ha coinvolto.

0686. Entro il terzo anno il bambino sviluppa l'"autoriflessività", che rappresenta la capacità di: A) Fare confronti tra sé e gli altri rispetto a caratteristiche fisiche e abilità intellettive. B) Ripensare alle proprie azioni e giudicarne la bontà. C) Giudicare la bontà delle azioni che gli altri compiono nei suoi confronti. D) Esprimere giudizi morali rispetto alle azioni compiute dai pari.

0687. Il concetto di "zona prossimale di sviluppo" elaborato da Lev Vygotskij, quando viene applicato in età evolutiva, si riferisce:

A) A quelle funzioni NON ancora mature per la cui crescita è determinante il sostegno adulto. B) Alla distanza fisica che il care giver deve tenere per permettere l'identificazione del bambino. C) Alla vicinanza affettiva che il genitore deve dimostrare al bambino nei momenti critici. D) Alle competenze relazionali che il bambino apprende esclusivamente nella relazione con i pari.

0688. Secondo Daniel Stern, quando un bambino utilizza la "lallazione" nell'interazione con la madre: A) Cerca uno scambio comunicativo senza voler comunicare significati. B) Intende comunicare un significato che NON può ancora esprimere con parole compiute. C) Richiama l'attenzione della madre per essere allattato o accudito. D) Cerca di auto-consolarsi di una carenza affettiva.

0689. Il processo che porta il bambino al riconoscimento del proprio Io come maschio o femmina è definito: A) Identità di genere. B) Identità psicosessuale. C) Identità personale. D) Identità sociale.

0690. Quando, in riferimento alle teorie di John Bowlby, si parla di "figure di attaccamento" ci si riferisce: A) A persone diverse con le quali il bambino abbia sviluppato un legame. B) Alla persona che abitualmente prende in braccio il bambino quando piange. C) Ad uno dei due genitori o comunque ad un membro della famiglia. D) A qualsiasi adulto presente e disponibile.

0691. Secondo Daniel Stern, quando il bambino acquisisce l'uso dei pronomi personali e inizia la produzione linguistica, compare:

A) Il sé verbale. B) Il sé narrativo. C) Il sé soggettivo. D) Il sé nucleare.

0692. Secondo il concetto gestaltico di "transfer" trattato da Jerome Seymour Bruner, si può affermare che un bambino possa:

A) Succhiare il latte dal biberon in analogia con quanto fa con il capezzolo materno. B) Affrontare con successo un compito assegnato dall'adulto. C) Trasferire un liquido da un contenitore conico ad uno cilindrico di uguale capienza. D) Investire i propri affetti su una figura adulta diversa da un care giver abituale.

0693. Gli studi sullo sviluppo del Sé evidenziano che tra i 12 ed i 18 mesi il bambino dimostra di avere auto-consapevolezza perché:

A) Si riconosce nelle videoregistrazioni e nelle foto, chiamandosi per nome. B) É in grado di riconoscere come estranee persone che NON appartengono al suo entourage. C) Sa riconoscere i propri abiti e richiede che gli vengano indossati correttamente. D) É capace di chiamare per nome i propri care giver specificando i legami di parentela.

0694. Il "processo di saldatura" analizzato da Thomas Brown, osservando bambini con difficoltà cognitive intenti a risolvere dei problemi, si riferisce al fatto che essi:

A) Tendono ad utilizzare le informazioni e le strategie già apprese solo in compiti identici. B) Si distraggono con eccessiva facilità e NON si concentrano mai sul compito loro proposto. C) Trattano le attività proposte come un gioco, senza coglierne le richieste sul piano cognitivo. D) Confondono il compito attuale con uno precedente in misura maggiore dei coetanei senza difficoltà.

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0695. Secondo la teoria costruttivista, un bambino dimostra di apprendere per "assimilazione" quando: A) Adopera un oggetto nuovo per compiere un'attività nota senza modificarla. B) É in grado di apprendere velocemente nuove informazioni. C) Utilizza in modo nuovo un oggetto consueto modificandolo. D) Riesce a combinare le funzioni di due oggetti diversi in una nuova attività.

0696. Secondo la psicologia cognitiva, il primo sviluppo del concetto di Sé nel neonato inizia con la "differenziazione", ovvero: A) L'acquisizione del senso di essere un'entità distinta e separata dalla madre e dagli altri. B) La capacità di distinguere la madre da altri care givers (padre, nonni, zii, ecc.). C) La capacità di riconoscere la madre come "persona" e NON più come "oggetto parziale" (seno). D) L'acquisizione delle prime competenze autonome e delle prime forme di pensiero e linguaggio.

0697. All'origine di un'anoressia precoce nel corso del primo anno di vita c'è spesso: A) Una relazione disturbata tra madre e bambino. B) Una struttura caratteropatica. C) Il cosiddetto "pavor nocturnus". D) Un'educazione sfinterica traumatica e troppo anticipata.

0698. Secondo Donald Woods Winnicott la costruzione del "vero Sé" del bambino necessita che il rapporto precoce con la madre si basi sulla capacità:

A) Della madre di rispecchiare sufficientemente le emozioni interne del figlio. B) Del bambino di alternare il contatto ed il distacco dalla madre. C) Del bambino di apprendere precocemente la comunicazione NON verbale con la madre. D) Della madre e del bambino di sostenere sufficientemente a lungo i rispettivi sguardi.

0699. Il concetto di "intersoggettività primaria" espresso da Trevarthen descrive la relazione diadica madre-neonato come: A) Uno scambio NON intenzionale, incentrato sui due protagonisti e NON sulla realtà esterna. B) Uno scambio intenzionale, incentrato sulla realtà esterna e NON sui due protagonisti. C) Un legame simbiotico nel quale il bambino riesce a contenere l'ansia della separazione. D) Una prima forma di comunicazione materna su quanto avviene nel mondo esterno.

0700. Entro il terzo anno i bambini sono in grado di sviluppare un proprio senso di autostima, inteso come: A) Concezione di Sé basata sui giudizi altrui e su quelli che il bambino dà al proprio operato. B) Capacità di riconoscersi meritevole delle attenzioni e delle cure dei genitori. C) Egocentrismo che lo porta a considerare i suoi bisogni prioritari rispetto a quelli degli altri. D) Capacità di considerarsi abbastanza "buono" da superare i sensi di colpa.

0701. Secondo René Spitz il primo "organizzatore" della vita psichica del bambino è: A) Il sorriso sociale del terzo mese. B) La paura dell'estraneo, verso l'ottavo mese. C) La comparsa delle prime forme di locuzione. D) Il riconoscimento di sé allo specchio.

0702. Nel concetto di "base sicura" descritto da Mary Ainsworth, è importante che ci sia: A) Una relazione rassicurante tra adulto e bambino affinché questi possa sviluppare la curiosità di esplorare. B) Una relazione rassicurante tra adulto e bambino perché questi impari a interpretare il comportamento altrui. C) Un adulto che sappia spingere il bambino ad allontanarsi per sperimentare l'ansia da separazione. D) Un ambiente educativo stabile e rassicurante per la socializzazione del bambino.

0703. Quale delle seguenti attività NON è una funzione legata ad un "modello operativo interno" del bambino? A) Esprimere una valutazione morale. B) Pianificare un'azione per raggiungere un obiettivo. C) Prendere una decisione. D) Dare un'interpretazione ad un comportamento.

0704. Nella "fase pre-concettuale" teorizzata dal costruttivismo, il bambino è in grado di: A) Imitare in modo generico qualsiasi adulto che gli è vicino. B) Riconoscere l'autorità di persone diverse dai genitori. C) Comprendere quando un'azione è reversibile. D) Comportarsi secondo una serie di regole morali.

0705. L'"ansia da separazione", che può verificarsi con il distacco tra il bambino e la madre, appartiene: A) Sia al bambino che alla madre. B) Esclusivamente al bambino. C) Prevalentemente alla madre. D) All'educatore (o altro adulto) che prende in consegna il bambino.

0706. Intorno ai due anni, il bambino può provare dolore per la sofferenza manifestata da un'altra persona. Questa emozione è definita:

A) Empatia. B) Simpatia. C) Sintonizzazione degli affetti. D) Rispecchiamento.

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0707. La "funzione simbolica" descritta dal costruttivismo permette al bambino di: A) Immaginare gli effetti di azioni che si appresta a compiere. B) Comunicare per mezzo di simboli astratti. C) Utilizzare metafore per descrivere delle situazioni. D) Rappresentare le sue emozioni attraverso il gioco.

0708. Secondo Daniel Stern lo "sguardo reciproco", che s'instaura tra madre e bambino intorno alla quarta settimana di vita, permette:

A) Lo sviluppo del mondo interno del bambino. B) La propensione all'allattamento al seno nella madre. C) La stabilizzazione della relazione simbiotica. D) L'apprendimento delle espressioni facciali nel bambino.

0709. Quando un bambino tende a minimizzare i comportamenti e gli atteggiamenti di attaccamento verso figure adulte ("attaccamento evitante"), è più probabile che:

A) Tema una reazione di rifiuto che ha più volte sperimentato in relazioni precedenti. B) Soffra di un disturbo di iperattività che lo porta a distrarsi dalle relazioni interpersonali. C) Abbia sviluppato una buona individuazione che gli permette il distacco dall'adulto. D) In quel momento sia più attratto da una nuova esperienza di scoperta.

0710. Attraverso l'utilizzo delle "reazioni circolari secondarie", teorizzate dal costruttivismo, il bambino è in grado, ad esempio, di:

A) Scoprire che tirando il cordone della campanella attaccata alla culla otterrà un suono. B) Percorrere carponi il perimetro della stanza in direzione oraria ed antioraria. C) Reagire alla presenza di un estraneo sia con il pianto sia con il sorriso. D) Rispecchiare le espressioni del viso della madre.

0711. Quando, in riferimento a un bambino di 3 anni, si parla di "atteggiamento egocentrico", s'intende che egli: A) Crede che tutti riconoscano i suoi desideri e pensieri senza doversi sforzare per farsi capire. B) Richiede per sé tutte le attenzioni dell'educatore anche in presenza di altri bambini. C) Desidera stare da solo con i propri genitori per ricevere il massimo delle attenzioni. D) Pretende molte più attenzioni di quelle che oggettivamente i genitori possono dargli.

0712. David Ausubel sostiene che una conoscenza possa divenire "significativa" per un bambino: A) Anche quando viene trasmessa da un adulto, purché l'interazione sia positiva. B) Solo quando è legata ad un'esperienza autonoma di scoperta. C) Quando il contenuto dell'esperienza risponde alle aspettative del momento. D) Se, indipendentemente dalle intenzioni, l'esperienza è abbastanza gratificante.

0713. Quale delle seguenti interazioni nella relazione madre-bambino è presente nel primo mese di vita? A) Il rispecchiamento reciproco del sorriso. B) Lo scambio sintonico di suoni orali. C) L'accarezzamento reciproco. D) La capacità del bambino di seguire con lo sguardo l'allontanarsi della madre.

0714. Il concetto di "ristrutturazione" definito da David Rumelhart e Donald Norman si riferisce alle conoscenze di un bambino quando:

A) Comportano la creazione di nuovi schemi del mondo a seguito di un apprendimento inedito. B) Vengono rivoluzionate attraverso un gioco con oggetti che permette diversi assemblaggi. C) Maturano grazie allo sviluppo fisiologico di nuove connessioni nella corteccia cerebrale. D) Si confrontano con le conoscenze di un adulto che dà una spiegazione complessa di un evento.

0715. La "protesta per la separazione" messa in atto dal bambino al momento di doversi distaccare da un care giver è: A) Punire il care giver con l'intento di evitare la separazione. B) Punire l'altro adulto che deve accoglierlo affinché rinunci. C) Ottenere dal care giver la promessa di una ricompensa al momento del rincontro. D) Ottenere dall'altro adulto la promessa di una ricompensa per il distacco.

0716. Secondo John Bowlby intorno al terzo anno di età il bambino sviluppa una "relazione di reciprocità" con i genitori, ovvero:

A) Comincia a pensarli come persone separate con propri scopi e progetti e tenta di influenzarli. B) Comincia a prendere consapevolezza dei loro bisogni e tenta di rispondervi. C) Riconosce i loro stati d'animo ed è in grado di assumere un atteggiamento adeguato. D) Comincia a poter pensare che continuano ad esistere anche quando sono assenti.

0717. Quali delle seguenti forme sintattiche NON viene utilizzata dalla madre durante il "baby talking" (o "maternese")? A) Frasi con verbi di forma passiva. B) Frasi prevalentemente in terza persona. C) Frasi con uso prevalente di sostantivi rispetto ai verbi. D) Frasi prevalentemente affermative.

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0718. La "protesta per la separazione" descritta da John Bowlby come una risposta primaria "normale", è rappresentata solitamente da:

A) Pianto, urla, morsi, calci. B) Una crisi d'ansia con mutismo. C) Avvinghiamento al corpo del care giver. D) Ritiro sociale ed aggressività auto-diretta.

0719. Un bambino che, quando gioca, manifesta la tendenza alla ripetizione: A) Può mettere in atto questo comportamento per meglio assimilare e rielaborare le esperienze. B) Dimostra una particolare carenza immaginativa. C) Esprime il bisogno di assumere atteggiamenti gregari e subalterni. D) Riesce a sublimare istanze e desideri in maniera tollerabile e socialmente accettabile.

0720. Secondo Ellen Gagnè, un bambino dimostra di possedere una "conoscenza procedurale" quando: A) É in grado di compiere delle operazioni utilizzando un sapere precedentemente acquisito. B) Sa riprodurre una sequenza di azioni connesse tra loro, imitandole da un altro individuo. C) É capace di eseguire una sequenza complessa di azioni su richiesta verbale di un adulto. D) Riesce a disporre in ordine cronologico dei disegni rappresentanti una sequenza di azioni.

0721. J. Bowlby elaborò una teoria dello sviluppo psicologico incentrata sul concetto di attaccamento, definito come: A) Tendenza innata a stabilire dei legami con individui adulti di riferimento. B) Tendenza transitoria a stabilire dei legami con individui adulti di riferimento. C) Tendenza innata ad affezionarsi a oggetti simbolici. D) Tendenza transitoria ad affezionarsi a oggetti simbolici.

0722. La psicologia analitica è anche detta: A) Psicologia del profondo. B) Psicologia clinica. C) Psicofisiologia. D) Psicologia cognitiva.

0723. Secondo la teoria cognitivista, NON si può intervenire direttamente sulla sfera affettiva ed emozionale di un bambino, ma attraverso:

A) La correzione e la trasformazione delle cognizioni che ne sono all'origine. B) La correzione dei comportamenti che l'hanno determinata. C) La trasformazione dei sentimenti che ne sono all'origine. D) La trasformazione delle modalità di socializzazione che possono influirvi.

0724. Un principio di base della teoria cognitivista è che il contenuto del pensiero del bambino: A) Influisca sul suo stato d'animo. B) Influisca sul suo sviluppo fisico. C) Influisca sulla sua capacità di socializzazione. D) Influisca sul suo rispetto delle regole.

0725. Secondo la teoria cognitivista, un evento sperimentato da un bambino diventa soggettivo grazie: A) Al significato di piacevolezza o spiacevolezza con cui egli lo interpreta. B) Alla mancata possibilità di condividerlo col gruppo dei pari. C) Alla mancata accettazione di esso da parte della famiglia. D) All'importanza che ad esso viene attribuita dagli adulti di riferimento.

0726. Il fatto che un bambino riesca a riconoscere e differenziare le proprie competenze in ambito cognitivo, sociale e psico-motorio, indica in modo specifico che:

A) Ha iniziato a sviluppare l'autostima. B) NON presenta disabilità psico-fisiche. C) Ha sviluppato la capacità di giudizio morale. D) É in grado di effettuare paragoni tra sé ed i pari.

0727. L'ambiente secondo Bandura è educativamente importante perché aiuta il bambino ad apprendere nuovi comportamenti attraverso l'osservazione e l'imitazione di un comportamento agito:

A) Da un pari o da un adulto. B) Da coetanei. C) Dagli adulti. D) Da coetanei dello stesso sesso.

0728. Secondo Bandura un buon contesto educativo dovrebbe promuovere la self-efficacy ovvero la convinzione di: A) Essere in grado di attuare un compito con successo. B) Essere in grado di attuare un compito indipendentemente dal suo risultato. C) Ottenere uno svantaggio dall'esecuzione di un compito. D) Ottenere un vantaggio dall'esecuzione di un compito.

0729. Secondo Piaget è importante che l'ambiente attraverso il gioco aiuti il bambino ad introiettare le regole, il rispetto dei coetanei e promuova il confronto, così da prepararlo ad acquisire in futuro:

A) Capacità di riflessione e di logica. B) Capacità motorie. C) Capacità di far valere la propria opinione. D) Abilità manuali.

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0730. In merito all'ambiente come contesto educativo, Rogers sostiene che spesso il bambino sia considerato solo dal collo in su, ovvero che spesso:

A) Vi sia una scissione tra la cultura emozionale e quella intellettuale a discapito della prima. B) Vi sia una scissione tra la cultura emozionale e quella intellettuale a discapito della seconda. C) I bambini piccoli siano considerati "tabule rase". D) I bambini NON posseggano un buon contatto tra la loro parte emozionale e quella intellettuale.

0731. Gli studi di psicologia sociale di George Herbert Mead evidenziano che il gioco tra pari nei primi anni di vita aiuta lo sviluppo dell'identità del bambino permettendogli di:

A) Acquisire immagini sociali diverse di se stesso. B) Imparare a scambiare e poi recuperare i propri oggetti. C) Apprendere le regole di giochi di gruppo. D) Riconoscere ed assecondare i bisogni dei compagni di gioco.

0732. Secondo Jean Piaget, nel gioco infantile, quando gli oggetti NON vengono solo considerati per ciò che sono, ma servono per evocare situazioni o eventi immaginari, si realizza:

A) Il gioco simbolico. B) Il gioco sociale. C) Il gioco con regole. D) Il gioco realistico.

0733. Secondo Vygotskij il bambino, quando gioca: A) Mostra NON solo le capacità acquisite ma anche quelle in via di sviluppo. B) Manifesta una parte marginale del processo di socializzazione. C) Manifesta competenze esclusivamente psico-motorie e NON cognitive. D) Mostra differenze irrilevanti tra il genere maschile e quello femminile.

0734. Secondo George Herbert Mead, il gioco tra bambino e genitori nei primi tre anni di vita risulta fondamentale affinché il bambino possa:

A) Imparare a comprendere la prospettiva dei suoi compagni di gioco. B) Distinguere i diversi momenti della giornata. C) Imparare le regole alla base della convivenza con gli altri. D) Iniziare a riconoscere la madre come oggetto intero e NON parziale.

0735. Secondo il concetto di "libertà di apprendimento" espresso da Carl Rogers, l'educatore dovrebbe: A) Fungere da facilitatore dell'apprendimento, con atteggiamenti di ascolto ed empatia. B) Lasciare al bambino la libertà di decidere se e quando seguire un'attività educativa. C) NON interferire nelle attività del bambino, anche se pericolose. D) Capire dal bambino cosa è propenso a fare ed assecondarlo.

0736. Quando il bambino, nell'ambito di un comportamento affiliativo, cerca di ridurre la distanza che lo separa da un altro bambino, gli invia un messaggio:

A) Prossemico. B) Cinestetico. C) Posturale. D) Distale.

0737. Robert Selman ha definito la concezione di sé dei bambini piccoli: A) Fisicalista. B) Psicologica. C) Identitaria. D) Pseudo-identitaria.

0738. L'approccio ambientalista, che tende a ricercare le cause delle azioni in forze esterne al bambino, caratterizza la corrente teorica:

A) Del comportamentismo. B) Del cognitivismo. C) Dell'etologia. D) Dell'olismo.

0739. Rubin parla di "coetaneo familiare" del bambino per indicare: A) Il concetto iniziale di amico. B) Il fratello più vicino per età. C) Il compagno del gioco parallelo. D) La figura di attaccamento secondario.

0740. William Damon ha formulato una teoria sull'amicizia infantile. Egli ritiene che, in un primo livello, l'amicizia venga utilizzata per:

A) La compagnia e la condivisione di attività e giochi. B) Dare e ricevere risposte a reciproci desideri. C) L'intimità e l'accettazione vicendevole. D) Supportare la costruzione dell'identità personale.

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0741. Dall'attività ludica del bambino Donald Woods Winicott mutua la nozione di una sorta di luogo virtuale in cui è possibile mediare tra individuo e ambiente, luogo che si chiama:

A) Spazio transizionale. B) Spazio duale. C) Spazio interattivo. D) Spazio terapeutico.

0742. Anna Freud e Sophie Dann hanno rilevato che, in caso di deprivazione da cure materne, il bambino può recuperare abilità sociali e cognitive:

A) Nel rapporto con i coetanei. B) Anche in situazioni d'isolamento sociale. C) Non prima di raggiungere l'adolescenza. D) Solo con un trattamento terapeutico specifico.

0743. Secondo Deborah Lowe Vandell, il rapporto tra fratelli: A) Influenza l'acquisizione di alcune abilità da parte del bambino. B) Sostituisce in parte il rapporto con i coetanei. C) É sempre influenzato dalla figura materna. D) É fondamentale per il legame di attaccamento.

0744. Hanus e Mechthild Papousek ipotizzano la presenza di una capacità innata della madre di accudire il bambino e interpretare il suo comportamento, capacità che chiamano:

A) Intuitive parenting. B) Intuitive fondness. C) Intuitive affection. D) Intuitive devotion.

0745. Secondo Nicholas Blurton Jones, il gioco di lotta tra fratelli ("rough-and-tumble play"): A) In molti casi ha il significato di vicinanza e di comunicazione. B) Va sempre inquadrato in un'ottica di sentimenti negativi. C) Dipende dai sentimenti di rivalità e gelosia che caratterizzano la relazione. D) E' utilizzato per stabilire una gerarchia di dominanza.

0746. Il concetto di "madre sufficientemente buona", che riesce a soddisfare i bisogni del bambino, anche se non in modo perfetto e costante, è stato espresso da:

A) Donald Woods Winnicott. B) John Bowlby. C) Mary Ainsworth. D) Melanie Klein.

0747. Nel bambino un arresto dello sviluppo provoca: A) La cessazione del normale processo di crescita. B) La differenziazione di funzioni specifiche. C) Un'immaturità generalizzata. D) Una rottura dell'equilibrio acquisito.

0748. Hoffman e Saltzstein mettono in evidenza che uno stile educativo permissivo: A) Può far sentire al bambino la mancanza di una guida adulta. B) Può far diventare il bambino timoroso di perdere l'accettazione dell'adulto. C) Può favorire nel bambino un atteggiamento di disponibilità e altruismo. D) Può costituire un controllo dell'aggressività del bambino verso i coetanei.

0749. La "deprivazione ambientale", nel primo anno di vita del bambino, consiste: A) Nella carenza o mancanza di stimolazioni cognitive e affettive. B) Nell'insufficiente maturazione fisica dell'organismo. C) Nel mancato superamento dello stato di "fusione" con la madre. D) Nello spostamento temporale del processo di attaccamento.

0750. Secondo la teoria di Melanine Klein, il tentativo di porre rimedio ai fantasmi distruttivi che nella prima infanzia si riferiscono all'oggetto d'amore, si chiama:

A) Riparazione. B) Restituzione. C) Inibizione. D) Ambivalenza.

0751. Gli scarabocchi, a partire dai 18 mesi di vita del bambino, sono un'espressione: A) Di grafismo iniziale. B) Di realismo fortuito. C) Di rappresentazione figurale. D) Di linguaggio referenziale.

0752. Robert Selman ritiene che l'evoluzione del giudizio morale nel bambino attraversi vari stadi, dei quali il primo è: A) Lo stadio egocentrico. B) Lo stadio soggettivo. C) Lo stadio autoriflessivo. D) Lo stadio preconvenzionale.

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0753. Secondo John Bowlby, l'attaccamento precoce alla madre è quello che s'instaura: A) Subito dopo la nascita del bambino. B) Quando un bambino nasce prematuro o immaturo. C) Tra i 3 e i 7 mesi di vita del bambino. D) Al raggiungimento degli 8-10 mesi del bambino.

0754. Mueller e Lucas, studiando i contatti sociali precoci del bambino con i coetanei, considerano che il primo stadio di tali contatti:

A) Sia centrato sugli oggetti senza un vero e proprio scambio sociale. B) Presenti una complementarità di ruoli e attività di gioco parallelo. C) Si concretizzi nel gioco di finzione nell'ambito del contesto della sezione del nido. D) Costruisca la relazione dominanza/sottomissione in particolare nel gruppo dei pari.

0755. Nel bambino un comportamento affiliativo è indice di: A) Attenzione selettiva verso un compagno. B) Conflitto competitivo. C) Atteggiamento minaccioso verso i compagni. D) Tendenza alla sottomissione.

0756. Durante l'infanzia, le strutture muscolari crescono molto rapidamente; nel periodo che va dai 5 mesi ai 3 anni la velocità di crescita del tessuto muscolare è:

A) Circa il doppio di quella del tessuto osseo. B) Pari a quella del tessuto osseo. C) Pari a quella del tessuto osseo nei maschi; inferiore nelle femmine. D) Comunque inferiore a quella del tessuto osseo.

0757. A quanti mesi un bambino, di norma, è in grado di passare un oggetto da una mano all'altra? A) A sette mesi circa. B) Quando ha NON meno di dieci mesi. C) A soli tre mesi. D) A quindici mesi.

0758. Che cosa apprende il bambino nello stadio sensorio-motorio? A) Impara a percepire, a discriminare e a identificare oggetti. B) Impara ad utilizzare i sensi ed a muoversi. C) Impara a riconoscere la funzione delle parti del corpo. D) Impara a controllare le proprie emozioni.

0759. Un bambino, all'età di sette mesi, di norma: A) Vocalizza usando consonanti nuove. B) Scende le scale con l'aiuto di una persona. C) NON è in grado di afferrare un oggetto con la mano. D) Sa dire il suo nome.

0760. I riflessi neonatali (suzione, prensione, rooting) sono importanti: A) Perché indicano la normalità dello sviluppo neurologico. B) Perché indicano che i neonati sono già capaci di semplici forme di apprendimento. C) Perché sono destinati a permanere per tutta la vita. D) Perché sono segnali precursori dello sviluppo intellettivo.

0761. Il bambino comincia a individuare relazioni topologiche fra sé e un oggetto: A) Dopo il primo anno di vita. B) Durante il primo anno di vita. C) Verso i tre anni. D) Già nei primi giorni di vita.

0762. Al momento della nascita il sistema nervoso NON è interamente sviluppato. Il processo si completa con: A) La mielinizzazione. B) L'ossigenazione. C) La termoregolazione. D) La motivazione delle aree associative.

0763. Il sorriso che compare sul viso di un bambino nelle prime settimane di vita è definito: A) Sorriso endogeno. B) Sorriso sociale. C) Sorriso di interazione. D) Sorriso di accostamento.

0764. Quale consapevolezza acquisisce il bambino nel secondo anno di vita? A) Quella di avere un proprio corpo fisicamente separato e un'identità distinta. B) Quella di riuscire a camminare senza aiuto da parte di adulti. C) Quella di prendere gli oggetti che decide toccare. D) Quella di poter scrivere e colorare.

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0765. Secondo Bruner, mutui scambi prelinguistici che si svolgono nella coppia madre-bambino rappresentano: A) I precursori del linguaggio. B) Le prime olofrasi. C) Le unità di base del suono. D) Il cosiddetto "linguaggio telegrafico".

0766. Secondo Vygotskij, il linguaggio del bambino che serve soprattutto a comunicare è definito: A) Linguaggio socializzato. B) Linguaggio interiore. C) Linguaggio egocentrico. D) Linguaggio reattivo.

0767. Secondo Schilder in un bambino si ha l'interrogazione dello schema corporeo: A) Quando può valutare in ogni momento la posizione del corpo e delle sue parti. B) Quando riesce a disegnare la figura umana. C) Quando nomina le parti del corpo. D) Solo quando è in grado di controllare gli stimoli fisiologici.

0768. Ciascun neonato si comporta e reagisce agli stimoli ambientali in un modo peculiare cui viene dato il nome di: A) Temperamento. B) Carattere. C) Personalità. D) Costituzione.

0769. Nel bambino la calcificazione dei denti permanenti inizia: A) Tra il primo e il secondo anno dalla nascita. B) Verso il quinto mese di vita endouterina. C) Tra il sesto e il settimo anno di vita. D) Dopo il completamento della dentizione decidua, al terzo anno di vita.

0770. A quale periodo dello sviluppo del bambino corrisponde la fase anale? A) Durante il secondo e terzo anno di vita. B) Durante il primo anno di vita. C) Durante il quarto e quinto anno di vita. D) Durante i primi sei mesi di vita.

0771. Il primo stadio dell'intelligenza sensomotoria è quello: A) Dei riflessi. B) Dei sentimenti. C) Dell'emotività. D) Dei condizionamenti.

0772. Quando può vedere e sentire un neonato? A) Pochi minuti dopo la nascita un neonato può dirigere gli occhi verso una voce e seguire una figura che si muove. B) Solo dopo qualche settimana dalla nascita il bambino può dirigere gli occhi verso un suono. C) Subito dopo la nascita il bambino sente ma NON può vedere. D) Pochi minuti dopo la nascita un neonato è in grado di sentire perfettamente ma solo dopo circa due mesi di vita è in grado di

seguire una forma in movimento. 0773. Verso i due anni il bambino comincia a scarabocchiare; qual è il suo scopo?

A) Il bambino è affascinato dai suoi scarabocchi e trae grande soddisfazione dal movimento. B) Il bambino vuole tentare di comunicare qualcosa attraverso gli scarabocchi. C) Con lo scarabocchio inizia una fase di simbolizzazione. D) Solo mediante lo scarabocchio il bambino riesce a trasmettere le sue ansie e le sue frustrazioni.

0774. Quali sono le prime forme di capacità simboliche? A) Capacità di cogliere la connessione tra una forma disegnata e un oggetto del mondo reale. B) Capacità di riconoscere le persone familiari allo specchio. C) Capacità di ripetere gesti e suoni. D) Capacità di esprimersi attraverso il linguaggio verbale.

0775. La fase evolutiva descritta dalla psicoanalisi, nella quale la maturazione psico-sessuale segna il passo e che precede la fase puberale, è chiamata:

A) Periodo di latenza. B) Periodo fallico. C) Periodo edipico. D) Periodo anale.

0776. Se l'adulto inserisce una matita o un dito nel palmo del neonato questo: A) Lo afferrerà (riflesso di prensione). B) Sposterà la mano (reazione di evitamento). C) Piangerà (reazione di fastidio). D) Lo succhierà (riflesso di suzione).

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0777. Quale delle seguenti azioni è in grado di compiere un bambino di sei-sette mesi? A) Mantenere la posizione seduta anche senza appoggio. B) Reggersi in piedi con l'aiuto altrui. C) Salire, con l'aiuto altrui, i gradini di una scala. D) Camminare.

0778. Quale delle seguenti capacità di norma è propria di un bambino di sei mesi? A) Mangiare, se aiutato, col cucchiaio. B) Riuscire a costruire una torre. C) Indicare almeno cinque parti del corpo. D) Associare due parole.

0779. Quando un bambino cerca un oggetto nascosto, utilizza quali abilità? A) Capacità logico-matematiche, spaziali e corporee. B) Capacità motorie e memoria visiva. C) Capacità di afferrare e di orientarsi. D) Esclusivamente capacità motorie.

0780. Gli agenti prenatali "teratogeni" che possono costituire un rischio per la crescita e lo sviluppo fisici sono: A) Quelli legati a malattie materne, a farmaci o altre sostanze assunti in gravidanza. B) Gli stati emotivi della madre durante la gravidanza. C) L'ordine di progenitura. D) Il rifiuto della gravidanza da parte della madre.

0781. Lo sviluppo sociale del bambino verso i coetanei, siano essi fratelli o estranei, viene chiamato: A) Socializzazione secondaria. B) Socializzazione primaria. C) Socializzazione differenziata. D) Socializzazione selettiva.

0782. A quale età, di norma, un bambino incomincia ad afferrare gli oggetti senza farli cadere? A) A otto mesi circa. B) NON prima dei dodici mesi. C) Intorno ai quattro mesi. D) A sedici mesi circa.

0783. La lettura dell'immagine speculare verso i tre anni consente al bambino: A) La scoperta del sé, l'identificazione e la costruzione dell'io. B) Di conoscere il proprio aspetto fisico. C) Di cogliere le differenze tra se stesso e gli altri. D) Di percepire la realtà che lo circonda.

0784. Si dice che un bambino è normodotato per intendere che si tratta di un soggetto: A) Con sviluppo intellettivo nella norma. B) Con sviluppo corporeo nella norma. C) Con sviluppo motorio nella norma. D) Con sviluppo emotivo-affettivo nella norma.

0785. Nel neonato e nel bambino, nei primi anni di vita, le ossa della volta cranica NON sono completamente ossificate. Ci si riferisce:

A) Alle fontanelle. B) Alle fosse. C) Alle lamine. D) Alle apofisi.

0786. A quale età, di norma, un bambino capisce il significato del "no"? A) A otto mesi circa. B) NON prima dei dodici mesi. C) Intorno ai tre mesi. D) A sedici mesi circa.

0787. L'enuresi primaria: A) É la mancata acquisizione, da parte del bambino, di un controllo sfinterico completo. B) NON è mai provocata da cause di natura fisiologica. C) Consiste nella perdita, da parte del bambino, del controllo sfinterico acquisito precedentemente. D) É normale nella seconda infanzia.

0788. Il riflesso di prensione del neonato: A) Si stimola introducendo un dito nel palmo della sua mano e ha come risultato la flessione delle sue dita. B) Consiste nell'estensione degli arti superiori con apertura delle mani. C) Si ha quando questi è posto in piedi su una superficie. D) Si manifesta quando questi orienta la bocca alla ricerca del capezzolo.

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0789. In quale periodo si sviluppa la simbolizzazione di base? A) Dai due ai tre anni. B) Dai tre ai sei anni. C) Dai sei agli otto mesi. D) Dai nove ai diciotto mesi.

0790. Il bambino è in grado di discriminare fra le espressioni facciali di altri individui e di imitarle: A) All'età di due mesi. B) Dopo il primo anno. C) Verso il settimo, ottavo mese. D) Verso i due anni.

0791. Che cosa presuppone l'azione di protendere la mano per afferrare un oggetto? A) Presuppone l'intercalarsi di abilità spaziali ad attività corporee. B) Presuppone il riconoscimento dell'oggetto. C) Presuppone il desiderio di possedere l'oggetto. D) Presuppone il miglioramento della capacità visiva.

0792. Il comportamento motorio gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino. Perché? A) É il primo modo per esplorare quanto gli sta attorno. B) É un'esigenza fisica che va assecondata. C) Con il movimento del proprio corpo il bambino manifesta le sue emozioni e i suoi bisogni. D) Con il movimento del proprio corpo il bambino è in grado di imitare i gesti della madre.

0793. Un tempo i lattanti venivano fasciati perché: A) Il fisico infantile veniva ritenuto imperfetto e bisognoso di correttivi. B) La crescita era favorita dalla mancanza di movimento. C) La costrizione contribuiva alla formazione di un carattere forte. D) Tale metodo era utile per apprendere come resistere a frustrazioni e maltrattamenti.

0794. L'adulto facilita la comunicazione con il bambino mediante l'educazione di un particolare modo di parlare: A) Il motherese. B) La lallazione. C) Il gergo espressivo. D) Il vocalizzo.

0795. In merito allo sviluppo posturale un bambino raggiunge prima di tutto il controllo: A) Del capo. B) Del tronco. C) Delle gambe. D) Degli sfinteri.

0796. Lo stadio di sviluppo anale avviene: A) Tra il primo e il terzo anno. B) Tra la nascita e un anno. C) Tra i tre e i cinque anni. D) Dalla nascita fino ai due anni.

0797. Il sorriso che compare sul viso di un bambino nelle prime settimane di vita è: A) Sorriso endogeno. B) Sorriso sociale. C) Sorriso di interazione. D) Sorriso di accostamento.

0798. Nei bambini di due mesi si sviluppa il sorriso: A) Esogeno. B) Endogeno. C) Sociale. D) Autocentrato.

0799. Le capacità motorie nei tre mesi di vita del bambino si basano su: A) Riflessi e automatismi primari. B) Azioni complesse. C) Riflessi e automatismi secondari. D) Strutture nervose inferiori.

0800. La fase evolutiva definita sensomotoria va: A) Da 0 a 2 anni. B) Dai 0 a 3 anni. C) Da 1 a 2 anni. D) Da 2 a 3 anni.

0801. Lo stadio di sviluppo orale avviene: A) Tra la nascita e un anno. B) Tra un anno e due anni. C) Tra i due anni e i tre anni. D) Dalla nascita fino ai due anni.

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0802. Nel bambino la calcificazione dei denti permanenti inizia: A) Tra il primo e il secondo anno dalla nascita. B) Verso il quinto mese di vita endouterina. C) Tra il sesto e il settimo anno di vita. D) Dopo il completamento della dentizione decidua, al terzo anno di vita.

0803. La prima manifestazione del linguaggio in un neonato consiste nell'emissione di "suoni", che sono: A) Per lo più uguali in tutti i contesti linguistici del mondo. B) Caratteristici in relazione al contesto linguistico. C) Composti da una vocale o combinazione di due vocali. D) Il preludio del pianto.

0804. Una delle prime manifestazioni della "costruzione del Sé" tra i 6 e i 12 mesi è data dal fatto che il bambino: A) Riesce a riconoscere la propria immagine riflessa allo specchio. B) É in grado di portarsi il cibo alla bocca senza l'ausilio di un care giver. C) Indica se stesso quando la madre ne pronuncia il nome. D) Riesce a imitare i gesti di un adulto, purchè a lui familiare.

0805. Verso la fine del primo anno di vita, il bambino è generalmente in grado di pronunciare "protoparole", ovvero: A) Sequenze di suoni simili a parole alle quali NON sempre si può dare un significato. B) Una sequenza casuale di vocali e consonanti che NON esprime mai un significato. C) Parole di almeno tre sillabe sempre comprensibili ma pronunciate scorrettamente. D) Parole con un significato che NON è adeguato al contesto.

0806. Nei primi mesi di vita il gioco del neonato viene definito "senso-motorio", cioè caratterizzato: A) Da un'attenzione rivolta prevalentemente alle capacità di movimento del proprio corpo. B) Dal divertimento nel seguire con lo sguardo e con le mani oggetti in movimento. C) Dal tentativo di assumere una postura verticale. D) Dallo scambio di contatti fisici con la madre.

0807. Generalmente lo sviluppo del linguaggio di un bambino tra i 6 e i 10 mesi gli permette di pronunciare: A) Un balbettio e le prime sillabe. B) Le cosiddette olofrasi. C) Singole parole. D) Semplici parole.

0808. Un bambino tra i 14 e i 22 mesi: A) Comprende il significato di circa 100 parole e può formulare locuzioni di due parole. B) Comprende il significato di circa 200 parole e può formulare locuzioni fino a cinque parole. C) Ha sviluppato un vocabolario molto ridotto ed utilizza protoparole. D) Comprende il significato di circa 200 parole e può formulare frasi interrogative.

0809. Dal secondo anno di vita il bambino è in grado di parlare attraverso il cosiddetto "linguaggio costituito", caratterizzato: A) Dall'utilizzo del pronome personale "io" in frasi con verbi e aggettivi. B) Dall'incapacità di descrivere se stesso con un aggettivo. C) Dal riferirsi a se stesso sempre in terza persona. D) Dal rivolgersi agli altri in terza persona.

0810. Tra le seguenti attività del bambino tra i 9 ed i 15 mesi, risulta determinante per l'acquisizione di un senso di identità distinta dalla madre:

A) Allontanarsi ed esplorare l'ambiente. B) Alimentarsi da solo scegliendo i cibi preferiti. C) Rivolgersi anche al padre per soddisfare i propri bisogni. D) Saper attribuire un nome a persone ed oggetti noti.

0811. La modalità di linguaggio infantile definita dal costruttivismo come "monologo a due o collettivo" consiste: A) Nel parlare ad alta voce davanti ad altri senza preoccuparsi di essere compreso. B) Nell'interpretare le parti di due o più personaggi, escludendo se stesso. C) Nell'interpretare le parti di due o più personaggi, includendo se stesso. D) Nell'assegnare i propri pensieri ad alcuni pupazzi, durante un gioco.

0812. Fino ai 21 mesi circa, lo sviluppo linguistico del bambino permette la produzione di brevi frasi, dette "elaborazione delocutoria" che vengono formulate:

A) Prevalentemente in terza persona. B) Esclusivamente in prima persona. C) Confondendo sempre plurale e singolare. D) In forma impersonale.

0813. Secondo i recenti studi sullo sviluppo delle competenze comunicative del neonato, il sorriso è dato da: A) Un riflesso innato in grado di esprimere una sensazione di piacere nella relazione. B) Un riflesso innato, agito casualmente, indipendentemente dal contesto. C) Un'espressione volontaria per invitare il care giver all'interazione. D) Un riflesso meccanico che si produce attraverso il solletico.

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0814. Lo sviluppo linguistico di un bambino di 18 mesi, di norma, gli consente l'utilizzo di: A) Regole grammaticali di cui NON conosce ancora le eccezioni. B) Regole grammaticali di cui conosce la maggior parte delle eccezioni. C) Frasi contenenti tempi verbali coniugati al passato e al futuro. D) Frequenze vocaliche ancora incerte.

0815. Lo sviluppo neurofisiologico del bambino tra i 18 e i 24 mesi permette di: A) Utilizzare una combinazione sensata di due parole per comunicare. B) Riprodurre graficamente una combinazione di più figure semplici. C) Ordinare temporalmente una serie di tre immagini rappresentanti una scena. D) Rispettare il proprio ruolo in un gioco interattivo con altri bambini.

0816. Dai 18 mesi di vita il bambino è in grado di effettuare "giochi simbolici", ovvero: A) Rappresentare con l'immaginazione oggetti, persone o situazioni appartenenti alla sua esperienza. B) Rappresentare con l'immaginazione oggetti, persone o situazioni anche mai incontrati. C) Imitare scene, persone ed oggetti solo quando li ha davanti. D) Relazionarsi con un amico immaginario come se fosse realmente esistente.

0817. Secondo la teoria costruttivista, intorno al terzo anno d'età, il bambino inizia a sviluppare il "linguaggio socializzato", caratterizzato:

A) Dallo sforzo di farsi comprendere dall'interlocutore. B) Dal desiderio di attirare intorno a sé altri bambini. C) Dall'essere utilizzato esclusivamente in situazioni di gioco con i pari. D) Dall'essere in grado di seguire un discorso tenuto da più persone.

0818. Tra i 12 ed i 18 mesi il livello di maturazione neurofisiologica del bambino gli consente di: A) Utilizzare un linguaggio fatto di singole parole per comunicare intenzioni o descrivere oggetti. B) Svolgere un gioco che richieda un utilizzo in sequenza di oggetti. C) Rispettare il proprio turno in un gioco che prevede l'interazione con altri bambini. D) Riprodurre in un disegno una figura semplice mostratagli da un adulto.

0819. Il cosiddetto "periodo del perché", dal punto di vista dello sviluppo del linguaggio, indica che il bambino: A) Ha assimilato la forma sintattica interrogativa e ne sperimenta l'uso. B) Sta attraversando la fase della "curiosità epistemica". C) É pronto a comprendere spiegazioni complesse di tipo adulto. D) Tenta di imitare le domande dei compagni più grandi.

0820. Secondo Bruner la competenza cognitiva "destinazione ad uno scopo", prevede che, sin dai primi anni, il bambino: A) Sappia organizzare una sequenza di azioni volte ad un risultato predefinito. B) Si rivolga al care giver solo per soddisfare un bisogno alimentare. C) Compia casualmente un'azione che produce un risultato ed impari a ripeterla. D) Sappia cogliere i rinforzi positivi degli adulti e ripeterli.

0821. Durante la fase della "lallazione", il bambino: A) Ripete ritmicamente la stessa sillaba. B) Indica con il dito un luogo che chiama "là". C) Pronuncia una sola parola per indicare una frase. D) Combina ritmicamente diverse sillabe simili a parole.

0822. Secondo Bruner, sin dai primi anni di vita il bambino possiede la competenza cognitiva della "transazionalità", ovvero la capacità di:

A) Sintonizzarsi sulla comunicazione con un interlocutore. B) Spostarsi da una stanza ad un'altra riuscendo poi a tornare indietro. C) Scegliere tra diversi oggetti quello più adeguato all'attività che sta compiendo. D) NON pretendere attenzione dal care giver, quando questi è impegnato in altre attività.

0823. Fra i principali riflessi motori involontari del neonato vi è il riflesso di: A) Prensione. B) Visione. C) Ascolto. D) Riconoscimento.

0824. Da un bambino di 24 mesi ci si può ragionevolmente aspettare un vocabolario di circa: A) 150-300 parole. B) 10-20 parole. C) 500-1000 parole. D) 1000-2000 parole.

0825. Nei primi due mesi di vita lo sviluppo motorio del neonato gli consente di: A) Sollevare la testa quando è sdraiato sulla pancia. B) Allungare le braccia e afferrare un oggetto. C) Reiterare azioni come afferrare, sbattere, ecc. D) Sorridere spontaneamente.

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0826. Nei primi sei mesi di vita il bambino presta attenzione: A) Ai suoni, compreso il linguaggio verbale. B) Solo al linguaggio NON verbale. C) Solo agli stimoli visivi. D) Ai suoni, ma NON al linguaggio verbale.

0827. Produzioni linguistiche ecolaliche nei primi anni di vita del bambino devono essere considerate come: A) Un aspetto normale dello sviluppo. B) Un aspetto patologico dello sviluppo. C) Una conseguenza di insegnamenti sbagliati. D) Un potenziale disturbo del linguaggio.

0828. La produzione di alcune parole incomprensibili nei primi anni di vita del bambino deve essere considerata come: A) Un aspetto normale dello sviluppo. B) Un aspetto patologico dello sviluppo. C) Una conseguenza di insegnamenti sbagliati. D) Un disturbo del linguaggio.

0829. L'educazione psicomotoria favorisce il rapporto del bambino con: A) Gli oggetti, lo spazio e gli altri. B) Gli oggetti, i giochi e gli adulti. C) L'educatore, gli oggetti e il senso del tempo. D) Lo spazio, i giochi e l'educatore.

0830. Nello sviluppo normale il bambino riesce a rimanere seduto autonomamente attorno ai: A) 6 mesi. B) 3 mesi. C) 9 mesi. D) 12 mesi.

0831. Nei primi sei mesi di vita il bambino: A) Emette vocalizzi e gorgheggi. B) NON emette alcun vocalizzo. C) Pronuncia una o due parole. D) Pronuncia in media 15 parole.

0832. Durante i primi sei mesi di vita il bambino: A) Dimostra interesse se gli si parla. B) Rimane indifferente se gli si parla. C) Prova fastidio se gli si parla. D) Appare confuso se gli si parla.

0833. Per ecolalia si intende: A) La ripetizione di parole. B) La memoria verbale. C) La memoria di suoni. D) La ripetizione del proprio nome.

0834. Fra le capacità espressive del bambino nei primi sei mesi di vita: A) Vi sono il riso e il pianto. B) Vi è il linguaggio gestuale. C) Vi è il linguaggio sia verbale che NON verbale. D) Vi è il linguaggio verbale.

0835. Nei primi sei mesi di vita il bambino: A) Si gira verso la fonte di un suono. B) Ignora tutti i suoni a parte il linguaggio. C) Ignora tutti i suoni compreso il linguaggio. D) Si gira dalla parte opposta alla fonte di un suono.

0836. Da un bambino di nove mesi ci si può ragionevolmente aspettare che riesca a: A) Gattonare. B) Camminare con l'aiuto di una persona. C) Dire almeno quattro parole. D) Salire le scale.

0837. Fra i principali riflessi motori involontari del neonato vi sono: A) I riflessi tonici del collo. B) I riflessi del polso. C) I riflessi temporali. D) I riflessi tonici dell'addome.

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0838. Nei disordini dello sviluppo definiti dello spettro autistico le funzioni del linguaggio maggiormente compromesse sono quelle:

A) Comunicative. B) Grammaticali. C) Sintattiche. D) Semantiche.

0839. Intorno ai 18 mesi il bambino scarabocchia per: A) Esercitare l'attività motoria. B) Cercare di dare un nome alle forme prodotte. C) Capire il significato delle forme prodotte. D) Comprendere lo spazio che lo circonda.

0840. Le principali tappe dello sviluppo del linguaggio sono: A) Universali e valide per ogni individuo. B) Dipendenti dalla cultura. C) Dipendenti dalla scolarizzazione. D) Particolari per ciascun individuo.

0841. Nello sviluppo normale il bambino comincia a camminare attorno: A) Ai dodici mesi. B) Ai sei mesi. C) Ai diciotto mesi. D) Ai sedici mesi.

0842. Il neonato è in grado di seguire con lo sguardo una figura in movimento: A) Nei primi sei mesi di vita. B) Nelle prime due settimane di vita. C) Dopo i primi sei mesi di vita. D) Quando lo sviluppo motorio è completo.

0843. La tendenza del neonato a tenere la testa rivolta verso un lato va vista come: A) Un aspetto normale dello sviluppo. B) Un aspetto patologico dello sviluppo. C) Una conseguenza di posture erronee. D) Una conseguenza di scoliosi congenita.

0844. Nel neonato il riflesso di prensione viene facilmente evocato: A) Introducendo un dito nel palmo della sua mano. B) Offrendo al neonato un succhiotto. C) Mettendo il neonato in posizione seduta. D) Quando si comincia ad allattarlo.

0845. Lo sviluppo del linguaggio risulta particolarmente compromesso: A) Nell'autismo. B) Nell'epilessia. C) Nella sindrome di Tourette. D) Nelle distrofie.

0846. Il bambino pronuncia i primi suoni verbali (ba-ba; ma-ma) fra: A) 6 e 12 mesi. B) 0 e 3 mesi. C) 12 e 18 mesi. D) 3 e 6 mesi.

0847. Nello sviluppo del linguaggio: A) La comprensione precede la produzione linguistica. B) La produzione linguistica precede la comprensione. C) Comprensione e produzione linguistica avvengono contemporaneamente. D) La comprensione è una funzione della produzione linguistica.

0848. Con il termine afasia si intende: A) Un disturbo del linguaggio. B) Un disturbo dello sviluppo motorio. C) Un ritardo intellettivo. D) Un disturbo dell'attenzione.

0849. Il riflesso di suzione presente alla nascita nel neonato persiste fino: A) Al quarto mese circa. B) Allo svezzamento. C) Al superamento della fase orale. D) All'eruzione dei denti.

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0850. Il bambino impara a comunicare attraverso gesti e azioni (per es. indicare con il dito): A) Entro i 18 mesi. B) Entro i 6 mesi. C) Entro i 2 anni. D) Entro i 9 mesi.

0851. I riflessi motori involontari del neonato: A) Hanno una funzione adattiva. B) Rappresentano un ostacolo per l'apprendimento. C) Rappresentano un ostacolo per lo sviluppo sensoriale. D) NON hanno mai alcuna funzione adattiva.

0852. Il bambino pronuncia le prime parole: A) Fra dodici e diciotto mesi. B) Fra sei e dieci mesi. C) Dopo i due anni. D) Dopo i diciotto mesi.

0853. Il pianto e il riso del neonato nei primi sei mesi vanno considerati come: A) Atti comunicativi ed espressivi. B) Effetti di modificazioni fisiologiche. C) Comportamenti riflessi. D) Riflessi involontari.

0854. A quale età lo sviluppo cognitivo e neurofisiologico permette solitamente al bambino di utilizzare singole parole per comunicare intenzioni o descrivere oggetti?

A) Tra i 12 ed i 18 mesi d'età. B) É un evento assolutamente soggettivo NON collegabile ad un'età. C) Tra gli 8 ed i 12 mesi d'età. D) Dal secondo anno d'età in poi.

0855. A quale età lo sviluppo cognitivo e neurofisiologico permette al bambino di combinare due parole per comunicare intenzioni o descrivere situazioni?

A) Tra i 18 e i 24 mesi d'età. B) Entro gli 8 mesi d'età. C) É un evento assolutamente soggettivo NON collegabile ad un'età. D) Tra i 24 ed i 30 mesi d'età.

0856. Il fatto che il bambino tra i 9 ed i 15 mesi d'età riesca a camminare da solo ed esplorare l'ambiente risulta determinante per:

A) L'acquisizione di un senso di identità distinta dalla madre. B) Il superamento della fase orale. C) L'evitamento dell'ansia di separazione. D) Lo sviluppo del pensiero operatorio concreto.

0857. A quale età un bambino riesce solitamente a riconoscere la propria appartenenza a uno dei due sessi ed assumere il relativo ruolo sociale?

A) Tra i 9 ed i 15 mesi d'età. B) In età scolare. C) Dipende dalla presenza o meno di fratelli del sesso opposto. D) Intorno al terzo anno d'età.

0858. Solitamente i bambini di tre anni d'età sono in grado di fare confronti tra sé e gli altri rispetto a caratteristiche fisiche e abilità intellettive; ciò indica che:

A) Hanno sviluppato la cosiddetta autoriflessività. B) Hanno sviluppato la cosiddetta autoreferenzialità. C) I genitori sono stati capaci di comportamenti supportivi. D) Hanno sviluppato una capacità di pensiero sociale.

0859. A quale età solitamente lo sviluppo linguistico del bambino permette di associare in modo corretto le prime parole ad azioni ed oggetti?

A) Intorno ai due anni. B) Entro il primo anno, se frequenta l'asilo nido. C) Con l'ingresso nella scuola materna. D) Tra i 12 e i 14 mesi.

0860. Solitamente, un bambino riesce a stabilire i rapporti tra lo spazio e il tempo in cui avviene un evento: A) Dal quarto anno d'età. B) Con l'ingresso nella fase pre-concettuale. C) Tra i due ed i tre anni d'età. D) In età scolare.

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0861. Gli studi sulla comunicazione NON verbale, rilevano che solitamente i bambini sono in grado di indicare un oggetto per "chiedere" che gli sia consegnato:

A) Ad un anno d'età circa. B) Solo dopo la comparsa della funzione simbolica. C) In corrispondenza dell'inizio della deambulazione eretta. D) Intorno ai sei mesi d'età.

0862. Come viene definito dal costruttivismo il tipico comportamento del bambino di 3 anni, che ritiene che tutti riconoscano i suoi desideri e pensieri senza doverli comunicare esplicitamente?

A) Attraverso il concetto di linguaggio egocentrico. B) Come una funzione del pensiero intuitivo. C) Attraverso il concetto di linguaggio sociale. D) Una manifestazione di scarsa competenza interpersonale.

0863. La prima produzione linguistica del bambino è costituita dai cosiddetti "suoni" che, in relazione allo sviluppo neurologico e muscolare dei primi 6 mesi di vita, possono essere articolati:

A) Nelle lettere "p", "b", "m", "t", "a", "e". B) Solo attraverso movimenti della bocca. C) Nelle vocali "o", "u", "i". D) Attraverso schiocchi della lingua.

0864. Il balbettio è una delle prime manifestazioni linguistiche del bambino. Quale delle seguenti affermazioni si addice a questa fase dello sviluppo del linguaggio?

A) Si presenta solitamente tra i 6 ed i 10 mesi d'età. B) Va corretto dal logopedista per prevenire rischi di balbuzie. C) Si presenta solitamente tra i 3 ed i 5 mesi d'età. D) Viene alternato con la pronuncia di singole parole.

0865. Se un bambino di un anno e mezzo chiede ai genitori "Cosa facete?": A) Sta apprendendo le regole grammaticali sebbene NON riconosca ancora le eccezioni. B) É probabile che si trovi in uno stadio di regressione dello sviluppo. C) Vive in un ambiente familiare culturalmente povero. D) É probabile che imiti il linguaggio degli adulti.

0866. I bambini intorno ai 2 anni di età presentano una produzione linguistica caratterizzata da pronomi, articoli e forme rudimentali di verbi, che viene definita:

A) Linguaggio telegrafico. B) Baby talking. C) Linguaggio sociale. D) Espressione neuro-linguistica.

0867. Gli autori costruttivisti rilevano come fino all'età di tre anni i bambini comunichino con gli altri senza preoccuparsi di essere ascoltati o compresi. Questo fenomeno è definito:

A) Linguaggio egocentrico. B) Linguaggio socializzato. C) Funzione linguistica pre-concettuale. D) Fase dello sviluppo di tipo autistico.

0868. Secondo gli studiosi costruttivisti, con lo sviluppo del "linguaggio socializzato" il bambino inizia a comunicare per farsi comprendere dall'interlocutore. Ciò avviene solitamente:

A) Intorno all'età di 3 anni. B) Tra 1 e 2 anni d'età. C) Con lo sviluppo delle reazioni circolari terziarie. D) Grazie al consolidarsi del pensiero simbolico.

0869. Quale delle seguenti forme di comunicazione può appartenere ad un bambino che abbia sviluppato il cosiddetto "linguaggio socializzato"?

A) Dare ordini o minacciare qualcuno. B) Utilizzare sinonimi di circa 20 parole del suo vocabolario. C) Richiedere insistentemente risposte dalla madre. D) Favorire la reciprocità negli scambi linguistici.

0870. Come viene definito dalla teoria costruttivista il fatto che il bambino parli ad alta voce davanti ad altri senza preoccuparsi di essere compreso?

A) Monologo a due o collettivo. B) Dialogo. C) Funzione linguistica ausiliaria. D) Pseudo comunicazione verbale.

0871. Dopo il primo anno d'età i bambini riescono solitamente a pronunciare sequenze di suoni simili a parole, NON sempre comprensibili. In riferimento a ciò è corretto affermare che:

A) Queste sequenze sono dette protoparole. B) Queste sequenze vengono pronunciate senza l'intento di comunicare. C) Queste sequenze sono dette balbettii. D) Queste sequenze servono al bambino per fare delle richieste.

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0872. Secondo la teoria costruttivista, quando un bambino inizia a saper usare un oggetto per rappresentarne un altro: A) Ha sviluppato la rappresentazione simbolica. B) É nella fase del pensiero intuitivo. C) É nella fase delle operazioni concrete. D) Apprende per accomodamento.

0873. Tra i 3 e i 4 anni d'età i bambini apprendono l'utilizzo della forma sintattica interrogativa; ciò si manifesta prevalentemente attraverso:

A) Il chiedere incessantemente il perché delle cose. B) Il voler rispondere anche a domande che NON gli sono poste. C) La capacità di formulare frasi interrogative negative. D) Il ripetere in forma interrogativa ciò che gli viene comunicato.

0874. Le prime brevi frasi che il bambino pronuncia sono formulate prevalentemente in terza persona. Questa fase dello sviluppo linguistico è definita:

A) Periodo dell'elaborazione delocutoria. B) Elucubrazione linguistica impersonale. C) Linguaggio egocentrico. D) Stadio interlinguistico terziario.

0875. Intorno al secondo anno d'età il bambino inizia a formulare frasi in prima persona complete di verbi ed aggettivi, cioè diviene in grado di:

A) Produrre il cosiddetto "linguaggio costituito". B) Tradurre in parole i propri sentimenti. C) Pensarsi come individuo separato dalla madre. D) Superare il linguaggio egocentrico.

0876. Lo sviluppo della faringe permette al bambino la "lallazione", ovvero la ripetizione ritmica di una sillaba. In riferimento a tale fenomeno, quale affermazione è corretta?

A) Il bambino ha un'età compresa tra 4 e 7 mesi. B) La madre ha una buona capacità di rispecchiamento. C) Il bambino ha un'età inferiore a 4 mesi. D) Il bambino cerca di riprodurre una parola che ha compreso.

0877. A quale età il bambino diviene solitamente in grado di rappresentare con l'immaginazione i principali elementi e le situazioni del suo ambiente?

A) A partire dai 18 mesi. B) Dopo il compimento del terzo anno. C) Già entro il primo anno. D) Gli studi in merito NON permettono di fissare un'età definita.

0878. Nei primi mesi di vita il neonato si dedica all'esplorazione delle capacità di movimento del proprio corpo. Tale fenomeno viene definito:

A) Gioco senso-motorio. B) Rappresentazione mentale dell'immagine corporea. C) Pseudo-deambulazione. D) Rappresentazione mentale dello schema motorio.

0879. La capacità del bambino di organizzare una sequenza di azioni per ottenere un determinato risultato, viene definita da Jerome Seymour Bruner attraverso:

A) Il concetto di "destinazione ad uno scopo". B) La rappresentazione della realtà attraverso segni e simboli. C) La contrapposizione movimento-tranquillità. D) Il meccanismo della coazione a ripetere.

0880. La competenza lessicale e semantica di un bambino è tale da permettere la comprensione del significato di un centinaio di parole e di formulare frasi di due parole, solitamente:

A) Tra i 14 e i 22 mesi d'età. B) Entro il primo anno d'età. C) Con l'ingresso nella scuola dell'infanzia. D) Dopo i due anni d'età.

0881. Secondo la teoria del costruttivismo, quando il bambino diviene capace di immaginare gli effetti di un'azione che si accinge a compiere, dimostra di:

A) Aver sviluppato la funzione simbolica. B) Possedere competenze creative. C) Saper utilizzare figure retoriche del linguaggio. D) Comprendere il significato di simboli astratti.

0882. Secondo la teoria del costruttivismo, quando un bambino è in grado di scoprire che, per esempio, toccando delle farfalle di carta sospese sulla sua culla, queste si muovono dimostra:

A) Di aver appreso l'utilizzo di reazioni circolari secondarie. B) Di disporre di uno schema senso-motorio adeguato. C) Di aver appreso l'utilizzo di reazioni circolari terziarie. D) Di possedere la funzione operatorio-concreta.

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0883. Dal punto di vista del costruttivismo, quando un bambino è in grado di risolvere un problema procedendo attraverso una serie di prove ed errori, dimostra:

A) Di aver sviluppato le reazioni circolari terziarie. B) Di aver sviluppato le reazioni circolari secondarie. C) Che ha superato l'ambivalenza tra autonomia e dipendenza. D) Di godere di una sufficiente autostima.

0884. Secondo la teoria dal costruttivismo, la capacità del bambino di imitare in modo generico un adulto presente nel suo ambiente, rappresenta:

A) Il passaggio alla fase pre-concettuale. B) La comprensione del concetto di reversibilità. C) Il passaggio alla fase simbolica. D) Una competenza nel coordinare mezzi e fini.

0885. Gli studi recenti sulla comunicazione neonatale, rilevano che l'espressione di emozioni come rabbia, fame o disperazione avvengono principalmente:

A) Attraverso il pianto. B) Attuando schemi psico-motori casuali. C) Attuando schemi psico-motori specifici. D) Attraverso il blocco dell'attività motoria e comunicativa.

0886. Secondo John Bowlby lo sviluppo psichico del bambino può seguire percorsi diversi il cui esito è influenzato dall'interazione con l'ambiente. Egli definisce questa possibilità:

A) Attraverso il concetto di sviluppo epigenetico. B) Come una dimostrazione della supremazia dell'ambiente sulla genetica. C) Attraverso il concetto di zona prossimale di sviluppo. D) Con il concetto di base sicura.

0887. Già dal terzo mese di vita il bambino riesce a riconoscere la voce della madre e questo è dimostrato dal fatto che: A) Reagisce in modo diverso rispetto ad altre voci. B) Protende il collo e la testa in avanti quando la sente. C) Smette di piangere appena la sente. D) Emette un balbettio quando la sente.

0888. Secondo Mary Ainsworth, quando il bambino riesce a sviluppare la curiosità di esplorare l'ambiente circostante, si può affermare che:

A) La relazione con la madre ha le caratteristiche di una base sicura. B) Il bambino è naturalmente dotato di una curiosità epistemica. C) Il bambino NON esperisce l'ansia. D) Lo sviluppo psico-motorio si è completato.

0889. Le osservazioni sullo sviluppo psico-motorio neonatale rilevano che il bambino diviene in grado di protendere le mani per essere preso in braccio:

A) Già dal terzo mese di vita. B) Ad un mese di vita con la madre ed a sei mesi con il padre. C) A sei mesi di vita, con qualsiasi adulto. D) Già dalle prime settimane di vita.

0890. A quale età il bambino è generalmente in grado di mostrare un'espressione di sorriso alla madre e avviare un rispecchiamento reciproco di sorrisi con lei?

A) Già nel primo mese di vita. B) Subito dopo lo svezzamento. C) Intorno al primo anno di vita. D) Dopo il terzo mese di vita.

0891. Lo studio della comunicazione neonatale rileva che il bambino è generalmente in grado di riconoscere la voce della madre abbastanza precocemente, ovvero:

A) Intorno al terzo mese di vita. B) Già dal sesto mese di gravidanza. C) Già nei primi giorni di vita. D) Dopo il sesto mese di vita.

0892. René Spitz descrive come a volte il bambino piccolo possa divenire improvvisamente silenzioso ed aggrapparsi alla madre:

A) In presenza di un estraneo. B) In prossimità di un luogo buio. C) A seguito di inserimento precoce in contesti educativi. D) Come conseguenza di un precedente trauma di abbandono.

0893. Le osservazioni di Jerome Seymour Bruner sullo sviluppo linguistico evidenziano come, sin dai primi anni, il bambino sappia sintonizzarsi sulla comunicazione con un interlocutore, ovvero:

A) Possieda la competenza cognitiva della transazionalità. B) Sappia alternare il linguaggio egocentrico con quello sociale. C) Sia dotato di un'intelligenza interpersonale. D) Abbia sviluppato un tipo di pensiero realistico.

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0894. Secondo Ellen Gagnè, quando un bambino è in grado di compiere un'operazione utilizzando delle conoscenze acquisite precedentemente, dimostra:

A) Di possedere una conoscenza procedurale. B) Di poter accedere alla memoria episodica. C) Che il suo linguaggio permette di organizzare i pensieri. D) Di aver sviluppato una cognizione di spazio e tempo.

0895. Il fatto che il bambino solitamente riesca a riconoscere la propria immagine riflessa allo specchio tra i 6 e i 12 mesi d'età è ritenuto dagli studiosi:

A) Una prima manifestazione della costruzione del Sé. B) L'espressione di un riflesso innato di auto-consapevolezza. C) Un apprendimento condizionato dal rinforzo degli adulti. D) Una prima manifestazione dello sviluppo di schemi senso-motori.

0896. Secondo gli studi sullo sviluppo del Sé, i bambini tra i 12 ed i 18 mesi si riconoscono nelle videoregistrazioni e nelle foto chiamandosi per nome grazie:

A) Allo sviluppo del processo di auto-consapevolezza. B) Alle indicazioni fornite dagli adulti. C) Allo sviluppo delle reazioni circolari terziarie. D) Al riconoscimento di persone e ambienti familiari.

0897. Verso i quattro/cinque mesi di vita il bambino: A) Sta seduto con un appoggio minimo. B) Riesce a stare seduto senza appoggio. C) Si tiene in piedi se sorretto. D) Riesce a stare in piedi da solo.

0898. Il bambino è capace di camminare se lo si tiene per mano: A) A circa un anno di vita. B) A circa un anno e mezzo di vita. C) Verso i sei mesi di vita. D) NON prima dei 16 mesi di vita.

0899. Nel bambino il "Riflesso di presa" scompare: A) Verso i due mesi di vita. B) Verso i quattro mesi di vita. C) Verso i sei mesi di vita. D) Ad un anno di vita.

0900. Nel bambino la prensione vera e propria comincia a svilupparsi: A) Verso i due mesi di vita. B) Verso i quattro mesi di vita. C) Verso i sei mesi di vita. D) A un anno di vita.

0901. Dai 2 anni in poi l'evoluzione della motricità e la cinestesia permettono al bambino: A) La conoscenza dell'intero corpo. B) La conoscenza dell'intero mondo esterno. C) La conoscenza degli altri. D) La conoscenza definita dello schema corporeo.

0902. La curiosità del bambino nello sviluppo evolutivo si presenta come: A) Bisogno primario. B) Fondamento. C) Bisogno secondario. D) Assimilazione.

0903. I processi "senso-motori" sono gli organizzatori dello: A) Sviluppo intellettuale, affettivo e emotivo. B) Sviluppo dei riflessi e del comportamento. C) Sviluppo di attaccamento e indipendenza. D) Sviluppo di dipendenza e interscambio.

0904. Una tappa del linguaggio che il bambino realizza verso la fine dei 2 anni è "l'olofrase". Tale termine significa: A) Parola avente il senso di una frase. B) Parola che serve per denominare. C) Periodo di piccole frasi intere. D) Frase intera.

0905. Nella prima infanzia, sul piano della comunicazione, il bambino attraversa le seguenti fasi: A) Pianto - gesto - balbettio - lallazione - ecolalia. B) Ecolalia - pianto - lallazione - balbettio - gesto. C) Lallazione - pianto - ecolalia - gesto - balbettio. D) Gesto - pianto - lallazione - balbettio - ecolalia.

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0906. Fra i 18 e 24 mesi di vita il bambino produce inizialmente parole: A) Olofrastiche. B) Originali. C) Apprese per imitazione. D) Incomplete.

0907. L'arricchimento del patrimonio lessicale: A) É legato alle stimolazioni linguistiche. B) Avviene naturalmente con l'età. C) É condizionato dal patrimonio genetico. D) Dipende dal rapporto con i genitori.

0908. Per potenziare la competenza comunicativa del bambino l'educatore deve: A) Fornirgli regolarmente l'esperienza della riformulazione corretta. B) Sollecitarlo con domande e invitandolo a rispondere. C) Chiedere ai compagni di correggerlo stimolando la discussione. D) Sollecitarlo a giocare con i compagni in modo libero o organizzato.

0909. Il passaggio da uno stadio linguistico all'altro nel bambino può essere messo in relazione: A) Con gli stimoli predisposti e l'ambiente linguistico. B) Con il numero dei compagni nel nido. C) Con il livello culturale dell'ambiente familiare. D) Con la disponibilità degli operatori del nido.

0910. L'educatore, davanti alla tendenza comune nei bambini di utilizzare ipercorrettismi: A) Deve parlare usando molto i verbi e le forme verbali. B) Deve puntualmente correggere il bambino. C) NON deve dare particolare importanza al fenomeno. D) Deve attendere che la tendenza si estingua naturalmente.

0911. Tra i 18 e i 24 mesi il bambino impara ad usare i verbi utilizzando anche forme del tipo "aprito" e (NON "aperto"). Questo identifica il:

A) Processo di iperregolazione. B) Processo di normalizzazione. C) Processo di sviluppo. D) Processo di latenza.

0912. Secondo David Ausubel, l'educatore può favorire un "apprendimento significativo" attraverso una comunicazione verbale con il bambino, purché:

A) Sia garantita l'interazione tra i nuovi saperi e quelli già posseduti dal bambino. B) L'esperienza sia gratificata attraverso premi adeguati. C) L'educatore utilizzi un linguaggio più evoluto di quello del bambino. D) L'ambiente dell'apprendimento sia lo stesso di apprendimenti precedenti.

0913. Gli studi di David Ausubel suggeriscono agli educatori di far recuperare ai bambini esperienze e conoscenze già presenti, al fine di:

A) Facilitare la trasmissione di nuove conoscenze. B) Permettere di acquisire una mnemotecnica. C) Collegarsi ad un ricordo positivo ed essere più attenti. D) Favorire il processo di imitazione dell'adulto.

0914. Secondo le ricerche di Lev Vygotskij, i genitori e gli educatori dovrebbero sostenere le funzioni cognitive NON ancora mature nel bambino, che egli definisce:

A) Zone prossimali di sviluppo. B) Istanze psicodinamiche innate. C) Tratti comportamentali istintuali. D) Aree di sviluppo consolidate.

0915. La "Scala di Gesell" è stata ideata da Arnold Gesell per misurare: A) Lo sviluppo psico-motorio nell'infanzia. B) L'evoluzione del comportamento infantile. C) L'influenza dei fattori ambientali sulla crescita del bambino. D) Gli automatismi dei gesti del bambino.

0916. Karl Gross condusse studi approfonditi sul gioco infantile, considerandolo: A) Un esercizio preparatorio alla vita. B) Un esercizio per lo sviluppo psico-motorio. C) Una modalità di sfogo delle tensioni. D) Uno strumento di socializzazione.

0917. Tra i 18 e i 36 mesi, in un bambino sbalzi improvvisi di umore possono essere collegati a: A) Frustrazione e stanchezza. B) Appetito o fame. C) Un forte spavento. D) Una scarsa stimolazione sensoriale.

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0918. Estendersi per afferrare giocattoli è un'abilità propria dei bambini: A) Tra i 6 e i 9 mesi. B) Tra i 4 e i 6 mesi. C) Tra i 10 e i 12 mesi. D) Tra i 12 e i 15 mesi.

0919. Il comportamento di un bambino è relazionato: A) Allo stato di sviluppo delle strutture nervose. B) Allo stato di sviluppo delle strutture muscolari. C) Allo stato di sviluppo del sistema percettivo. D) Allo stato di sviluppo del carattere.

0920. La caratteristica principale nel comportamento di un bambino di circa 2 anni è: A) La ricerca dell'indipendenza. B) L'attaccamento alla madre. C) La tendenza a giocare in gruppo. D) La ricerca di attenzioni.

0921. Tra i 6 e i 9 mesi, il fatto che un bambino sbavi, morda, si sfreghi il viso e le orecchie, pianga, è probabilmente un segnale:

A) Che stanno spuntando i primi denti. B) Che ha fame. C) Che ha un momento di aggressività. D) Che è annoiato.

0922. Dal quarto mese di vita di un bambino si sviluppano, in relazione ad un contatto doloroso, reazioni motorie: A) Globali (di tutto il corpo) o parcellari (di una parte di esso). B) Solamente globali (di tutto il corpo) e molto rapide. C) Solamente parcellari (di una parte del corpo) e scoordinate. D) Prima parcellari (di una parte del corpo) e poi complesse (di più parti del corpo).

0923. Tra il diciottesimo e il ventiduesimo mese di vita possono anche comparire nel bambino le espressioni di vergogna, che lo spingono:

A) Ad adeguarsi ai modelli sociali di comportamento. B) A isolarsi dal gruppo e a regredire nei comportamenti. C) Ad assumere atteggiamenti aggressivi e antisociali. D) A manifestare paure apparentemente immotivate.

0924. Dagli studi sullo sviluppo della vista nel bambino, emerge che nei primi mesi è ridotta: A) L'acuità visiva. B) La selettività percettiva. C) La percezione della profondità. D) La costanza percettiva.

0925. Verso i 3 anni il bambino è in grado di ricordare compiutamente un intero evento. Secondo Daniel Stern, questa capacità riguarda:

A) Il sé narrativo. B) Il sé nucleare. C) Il sé soggettivo. D) Il sé verbale.

0926. Per un bambino tra 8 e 12 mesi gli oggetti cominciano ad acquisire un'identità per il bambino. Se essi vengono spostati nello spazio:

A) NON vengono ancora cercati. B) Il bambino li cerca con lo sguardo. C) Vengono cercati spostando tutto il corpo. D) Il bambino NON se ne accorge.

0927. A 3 anni i bambini: A) Amano giocare con i blocchetti delle costruzioni e sanno anche metterli uno sull'altro. B) Amano giocare con i blocchetti delle costruzioni ma NON sanno metterli uno sull'altro. C) NON amano giocare con i blocchetti delle costruzioni, preferendo i giochi di movimento. D) Amano giocare con i blocchetti delle costruzioni solo se vengono aiutati a metterli uno sull'altro.

0928. Tra i 12 e i 18 mesi, un bambino: A) Inizia generalmente a camminare. B) Si sposta solo se tenuto per mano. C) Si muove sostenendosi ai mobili. D) Fa pochi passi per volta.

0929. Affinché un bambino tenuto in braccio riesca a contenere l'eccitamento e le contrazioni muscolari, è importante che l'adulto:

A) Lo sostenga adeguatamente. B) Lo culli passeggiando. C) Lo stringa a sé, ma con delicatezza. D) Gli parli a bassa voce.

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0930. Tra i 2 e i 6 mesi la parte del cervello di un bambino maggiormente attiva: A) É quella visiva. B) É quella uditiva. C) É quella olfattiva. D) É quella motoria.

0931. Molti studiosi hanno cercato gli elementi precursori utili alla formazione di una teoria della mente e li hanno individuati anche nella comunicazione:

A) Intenzionale, che si sviluppa intorno agli 8 mesi di vita del bambino. B) Unidirezionale, che si presenta intorno ai 10 mesi di vita del bambino. C) Reattiva, che avviene intorno ai 12 mesi di vita del bambino. D) Involontaria, che si manifesta intorno ai 14 mesi di vita del bambino.

0932. Salire i gradini e scavalcare oggetti sono attività fisiche che divengono possibili in un bambino: A) Intorno ai 2 anni. B) Intorno a 1 anno. C) Intorno ai 3 anni. D) Intorno ai 18 mesi.

0933. Intorno al 15° mese di vita, il bambino manifesta movimenti apparentemente privi di significato pragmatico, che in realtà esprimono:

A) Il bisogno di esplorazione dell'ambiente. B) Il bisogno di comunicazione con gli altri. C) Il bisogno di verificare la coordinazione. D) Il bisogno di seguire un oggetto in movimento.

0934. Tra i 18 e i 36 mesi, la rabbia in un bambino può manifestarsi: A) Con calci e morsi. B) Con l'estraniazione dal gruppo. C) Con il broncio. D) Con iperattività.

0935. La presenza e la successiva scomparsa dei riflessi neonatali sono tra gli elementi indicatori: A) Di un normale sviluppo neurologico. B) Dello sviluppo di disposizioni innate. C) Della possibilità di un condizionamento operante. D) Dell'importanza delle esperienze precoci.

0936. Tra i 4 e i 6 mesi il bambino NON si muove più solo per esercitare i propri organi, ma per: A) Conoscere gli oggetti. B) Individuare gli oggetti. C) Ricercare oggetti spariti dal suo campo visivo. D) Individuare una fonte sonora.

0937. A 3 anni un bambino raggiunge una coordinazione motoria e un'abilità manuale tali da: A) Disfare pacchetti. B) Fare nodi. C) Fare pacchetti. D) Ritagliare sagome.

0938. Tra i 2 e i 6 mesi avviene nel bambino la cosiddetta integrazione sensoriale, ovvero comincia a integrare: A) Gli stimoli visivi con quelli gustativi, tattili e con le sensazioni che prova. B) Gli stimoli sensoriali esterni con i movimenti di braccia e gambe. C) Gli stimoli sensoriali interni con i movimenti di braccia e gambe. D) Le sensazioni che prova con i suoi bisogni fisici muovendo braccia e gambe.

0939. Le recenti teorie cognitiviste (Arnold Lazarus) descrivono la vergogna come un'emozione dell'autoconsapevolezza, che presuppone, nel bambino:

A) Un'interazione di tipo valutativo con gli altri. B) L'accettazione della valutazione da parte degli altri. C) Il rifiuto della valutazione da parte degli adulti. D) Una misurazione della propria forza rispetto ai pari.

0940. É possibile indicare tre tappe evolutive lungo le quali si sviluppa la comunicazione intenzionale; nella terza, il bambino: A) Usa un oggetto come mezzo per ottenere l'attenzione o l'interesse dell'adulto. B) Cerca un mezzo per ottenere l'interesse dell'adulto senza influenzarlo. C) Usa un oggetto come mezzo per ottenere l'attenzione dell'adulto. D) Ripete un certo comportamento per ottenere l'attenzione dell'adulto.

0941. Intorno al 18° mese di vita, l'ulteriore sviluppo dell'attività senso-motoria in un bambino provoca: A) Un certo distacco dai rapporti esclusivi con la madre. B) Un certo distacco dagli educatori. C) Un certo distacco dai rapporti con i genitori. D) Un certo distacco dal gruppo dei pari.

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0942. Tra i 2 e i 4 mesi di vita il bambino apprende comportamenti molto semplici e le sue azioni: A) Riflettono il bisogno fisico di esercitare gli organi coinvolti nel movimento. B) Mostrano la necessità di muovere alternativamente gambe e braccia. C) Mostrano la necessità di muovere contemporaneamente gambe e braccia. D) Riflettono la volontà di esercitare gli organi coinvolti nel movimento.

0943. In un bambino tra gli 8 e i 12 mesi è presente: A) La coordinazione di più azioni per raggiungere un fine. B) Il susseguirsi di più azioni ma NON per raggiungere un fine. C) La coordinazione di NON più di due azioni consecutive. D) Il susseguirsi di NON più di due azioni consecutive.

0944. Un bambino generalmente inizia a camminare: A) Tra i 12 e i 18 mesi. B) Tra i 9 e i 12 mesi. C) Tra i 20 e i 24 mesi. D) Tra i 18 e i 20 mesi.

0945. Gli schemi d'azione di un bambino tra i 12 e i 18 mesi diventano più complessi; egli compie nuove attività: A) Per conseguire i risultati cercati. B) Per verificare la sua forza fisica. C) Per attirare l'attenzione di un adulto. D) Per ottimizzare i suoi sforzi.

0946. Il modo diversificato in cui il bambino reagisce ai condizionamenti nel primo anno di vita dimostra: A) Che recepisce selettivamente gli stimoli ambientali. B) Che è passivamente ricettivo rispetto all'ambiente. C) Che NON esistono limiti alla percezione degli stimoli ambientali. D) Che al di sotto di quell'età l'apprendimento NON è possibile.

0947. Un bambino di 2 anni è in grado di imparare una parola nuova: A) Ogni due ore. B) Ogni giorno. C) Ogni due-tre giorni. D) Ogni settimana.

0948. Per un bambino camminare significa: A) Mettersi in relazione con il mondo. B) Aver superato la fase del gattonamento. C) Poter raggiungere un oggetto desiderato. D) Aver superato la fase di attaccamento alla madre.

0949. Quando il bambino ricerca attivamente un oggetto, dopo che è scomparso dal suo campo visivo, si parla di: A) Permanenza dell'oggetto. B) Costruzione dell'oggetto. C) Formazione dell'oggetto. D) Fissazione dell'oggetto.

0950. Nello sviluppo di un organismo si assiste a un processo di centralizzazione che prevede: A) Una convergenza di diverse funzioni specifiche. B) L'alienazione di strutture funzionali NON più idonee. C) Un'articolazione di funzioni specifiche sempre nuove. D) La cessazione dei normali processi di crescita.

0951. Nell'ultimo trimestre del primo anno di vita compare nel bambino l'opposizione indice-pollice per la prensione degli oggetti, cioè:

A) La presa a pinza. B) La presa palmare. C) Il "reaching". D) Il "rooting".

0952. Quando, tra i 12 e i 18 mesi, un bambino inizia generalmente a camminare: A) Si scontra con cose e oggetti e cade spesso. B) Riesce ad evitare gli ostacoli. C) Cade raramente, ma impiega molto tempo a rialzarsi. D) Dopo una caduta, riprende a camminare solo se aiutato.

0953. A 3 anni un bambino, riguardo alla cura della propria igiene: A) Sa fare alcune cose, come lavarsi e asciugarsi le mani. B) NON è affatto autonomo. C) É del tutto autonomo. D) É del tutto autonomo, ma vuole l'aiuto di un adulto.

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0954. Il bambino acquisisce la nozione di permanenza dell'oggetto, cioè diventa consapevole dell'esistenza di un oggetto anche se questo è assente:

A) Tra i 18 e i 24 mesi. B) Entro l'anno di vita. C) Dopo i 2 anni di vita. D) Tra 15 e i 18 mesi.

0955. In un bambino, la coordinazione automatica è la caratteristica che consente: A) Di compiere movimenti, anche complessi, ormai interiorizzati. B) Di compiere movimenti, anche complessi, che saranno interiorizzati con la ripetizione. C) Di combinare in maniera sequenziale movimenti semplici e complessi. D) Di imitare in maniera coordinata i movimenti degli adulti.

0956. A 3 anni un bambino: A) É in grado di abbottonarsi i vestiti e prova soddisfazione della sua abilità. B) É in grado di abbottonarsi i vestiti, ma NON gli piace. C) NON è in grado di abbottonarsi i vestiti e se ne rincresce. D) NON è in grado di abbottonarsi i vestiti ma NON gli importa.

0957. Se un bambino, a 15 mesi e oltre, ancora NON cammina: A) Rientra nella normalità: molti bambini iniziano a camminare a quell'età. B) Rientra nella normalità: tutti i bambini iniziano a camminare a quell'età. C) NON rientra nella normalità: potrebbe avere disturbi psicomotori. D) NON rientra nella normalità: potrebbe essere una resistenza di tipo psicologico.

0958. Intorno al 18° mese di vita, l'ulteriore sviluppo dell'attività senso-motoria in un bambino lo fa cessare di considerare centrali i propri gesti:

A) Per iniziare a considerarli parte dell'ambiente. B) E lo spinge a tentare di affermarli nell'ambiente. C) Per iniziare a sentirli limitati dall'ambiente. D) E lo spinge a tentare di armonizzarli nell'ambiente.

0959. Per un bambino di pochi mesi la condizione di equilibrio è molto importante e la sua perdita improvvisa: A) Gli suscita la sensazione di cadere nel vuoto. B) Gli suscita una sensazione di abbandono. C) Gli provoca sentimenti di paura e rabbia. D) Può provocargli stati d'insonnia.

0960. Tra i 6 e i 9 mesi, in un bambino migliora la capacità: A) Di tenere in mano degli oggetti e passarli da una mano all'altra. B) Di raccogliere un oggetto caduto a terra. C) Di lanciare oggetti verso l'alto. D) Di alzarsi in piedi utilizzando un appoggio.

0961. A realizzare l'equilibrio di un bambino contribuiscono informazioni che arrivano da vari canali percettivi: A) Respirazione, postura, contrazione muscolare, vista, udito. B) La combinazione di vista, udito, tatto, olfatto e gusto. C) L'alternarsi di percezione, intuizione, riflessi involontari. D) La combinazione di orientamento, postura e tatto.

0962. Il controllo diurno degli sfinteri in un bambino generalmente diviene completo: A) Tra i 24 e i 36 mesi. B) Intorno ai 18 mesi. C) Intorno ai 22 mesi. D) Tra i 12 e i 24 mesi.

0963. Tra i 12 e i 18 mesi un bambino: A) Comunica che si è bagnato di pipì ma NON sa ancora andare in bagno da solo. B) É già in grado di andare in bagno da solo. C) NON è ancora in grado di comunicare che si è bagnato di pipì. D) É in grado di avvisare chiaramente che ha necessità di andare in bagno.

0964. Il meccanismo innato che consente al neonato di reagire alla raffigurazione schematica di un volto umano costituisce: A) Il riconoscimento. B) Il riapprendimento. C) La ritenzione. D) Il recupero.

0965. Il neonato è in grado di differenziare alcuni sapori, come dimostra il fatto che: A) Apprezza i cibi dolci e NON gradisce cibi acidi. B) Preferisce i cibi dolci ai cibi salati. C) Apprezza i cibi dolci e accetta cibi insipidi. D) Preferisce i cibi dolci ai cibi acidi.

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0966. Negli scambi di gorgheggi e sorrisi tra la madre e il bambino, è presente, già nei primi mesi di vita di quest'ultimo, la capacità di:

A) Regolazione reciproca. B) Imitazione palesata. C) Controllo dell'ansia. D) Esplorazione dell'ambiente.

0967. In un bambino, la coordinazione riflessa è la caratteristica che consente: A) Velocissime reazioni di difesa dell'organismo in caso di pericolo. B) L'imitazione dei comportamenti altrui per salvaguardarsi dall'isolamento. C) Reazioni NON improvvise, che avvengono solo a seguito di una riflessione. D) Reazioni proporzionali e proporzionate all'evento che le causa.

0968. A 3 anni i bambini sanno lanciare una palla: A) Dall'alto in basso a breve distanza. B) Solo in linea retta, a breve distanza. C) Dal basso in alto a breve distanza. D) Solo in linea retta, anche a lunga distanza.

0969. Un bambino piccolo mette in bocca tutto ciò che afferra: A) Perché è il primo modo per conoscere gli oggetti. B) Perché vuole lenire il fastidio della prima dentizione. C) Perché ha spesso fame. D) Perché è la zona del suo corpo che raggiunge più facilmente.

0970. La corteccia cerebrale del bambino forma gradualmente connessioni con parti del corpo più lontane. Questa maturazione raggiunge le aree che controllano i muscoli del tronco e delle gambe:

A) Nell'arco di 6/12 mesi dalla nascita. B) Nell'arco di 12/15 mesi dalla nascita. C) Nell'arco di 15/18 mesi dalla nascita. D) Nell'arco di 3/6 mesi dalla nascita.

0971. Un adulto che, tenendolo in braccio, NON sostenga correttamente il capo di un bambino di pochi mesi, può attivare una reazione di soprassalto accompagnata da improvvisa apertura delle braccia, ovvero:

A) Il cosiddetto riflesso di Moro. B) Il cosiddetto riflesso di Morris. C) Il cosiddetto riflesso di Monrow. D) Il cosiddetto riflesso di Morin.

0972. Tra i sei e i nove mesi, la testa del bambino: A) Cresce in modo relativamente veloce rispetto al resto del corpo. B) Cresce in modo proporzionale al resto del corpo. C) Cresce in modo inversamente proporzionale al resto del corpo. D) Cresce proporzionalmente allo sviluppo del busto.

0973. L'indice e il pollice di un bambino arrivano ad agire contemporaneamente per stringere la presa: A) Intorno ai 9 mesi. B) Intorno ai 12 mesi. C) Intorno ai 15 mesi. D) Intorno ai 6 mesi.

0974. I bambini in età prescolare hanno difficoltà a focalizzare lo sguardo su oggetti piccoli e quindi: A) La loro coordinazione mano-occhio può essere imperfetta. B) La loro coordinazione piedi-mani può essere imperfetta. C) La loro coordinazione motoria può essere imperfetta. D) La loro coordinazione prensile può essere imperfetta.

0975. Se il bambino scarica sui giocattoli ansie, tensioni, paure riferite a persone o cose del suo ambiente, il suo gioco: A) Assume un aspetto catartico. B) Assume una funzione educativa. C) Costituisce un'esperienza socializzante. D) Costituisce un'emozione gratificante.

0976. Intorno ai 12 mesi generalmente un bambino, quando mangia: A) È in grado di usare il cucchiaio. B) NON sa usare alcuna posata. C) Si fa imboccare. D) Utilizza le mani.

0977. Camminare all'indietro è un'abilità che un bambino acquisisce generalmente: A) Tra i 12 e i 18 mesi. B) Tra i 18 e i 24 mesi. C) Dopo i 24 mesi. D) Dopo i 18 mesi.

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0978. Cullarsi da solo è un'attività che un bambino può imparare: A) Tra 6 e 9 mesi. B) Entro i 6 mesi. C) Dopo i 12 mesi. D) Tra 9 e 12 mesi.

0979. Da 3 a 6 mesi il bambino: A) Tenta di afferrare e afferra gli oggetti. B) NON tenta di afferrare gli oggetti. C) Osserva intensamente ciò che vorrebbe afferrare. D) Ignora ciò che comprende di NON riuscire ad afferrare.

0980. Da 3 a 6 mesi il bambino mette in bocca tutto ciò che afferra e: A) Lo succhia o lo mastica. B) Lo succhia ma NON può masticarlo. C) Lo sputa se NON ne gradisce il sapore. D) Tenta di ingoiarlo se ne gradisce il sapore.

0981. A partire dai 24 mesi di vita, un bambino, se per esempio sposta una sedia per salirci e raggiungere un oggetto, mostra di essere nella fase in cui:

A) Ogni atto pensato corrisponde a un'azione sul piano fisico. B) Ogni atto pensato corrisponde a un bisogno sul piano fisico. C) Ogni azione compiuta corrisponde a un desiderio. D) Ogni azione è finalizzata ad uno scopo preciso.

0982. Si chiama "coordinazione segmentaria" quella che, in un bambino: A) Coinvolge uno o più segmenti corporei. B) Implica il funzionamento di più apparati corporei. C) Richiede la segmentazione dei movimenti per fasi. D) Organizza le reazioni motorie in base alle esperienze.

0983. Tra i 12 e i 18 mesi un bambino cerca un oggetto che è stato spostato: A) Solo se lo spostamento avviene durante la presenza del bambino. B) Solo se il bambino vuole impadronirsene. C) Solo se l'oggetto NON viene riposizionato entro pochi secondi. D) Solo se egli è in grado di raggiungerlo.

0984. Il cosiddetto "gattonamento": A) É una tappa che alcuni bambini saltano, iniziando direttamente a camminare. B) É un'attività che precede quella di strisciare con la pancia a terra. C) É una tappa obbligatoria nei bambini tra 6 e 9 mesi. D) É una tappa obbligatoria nei bambini tra 9 e 12 mesi.

0985. Secondo lo psicologo Robbie Case, il bambino è dotato dalla nascita di alcuni desideri e di conoscenze procedurali per soddisfarli. Egli chiama queste ultime:

A) Strutture di controllo esecutivo. B) Processi regolatori. C) Strutture multiple attivate. D) Istituzioni consolidate.

0986. Nell'ambito dello sviluppo motorio del bambino, con il termine "grasping" s'intende: A) La capacità di afferrare un oggetto. B) La capacità di raggiungere un oggetto. C) Il ruotare la testa alla ricerca del capezzolo. D) Il riflesso derivato da uno stimolo intenso.

0987. Verso i 3 mesi il bambino, quando è sdraiato: A) É in grado di alzare la testa ma NON di mantenerla sollevata. B) É in grado di mantenere la testa sollevata. C) NON è in grado di alzare la testa. D) NON è in grado di ruotare la testa.

0988. All'età di 2-3 anni i bambini comprendono la natura di percezioni e desideri, che usano come base: A) Per prevedere un comportamento. B) Per influenzare un comportamento. C) Per migliorare un comportamento. D) Per controllare un comportamento.

0989. Un bambino di 2 anni è in grado di imparare una parola nuova ogni due ore: A) Ma capisce più parole di quelle che pronuncia. B) Ma pronuncia solo le parole che capisce. C) E riesce a pronunciare tutte le parole che ha udito. D) E capisce tutte le parole che ha udito.

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0990. Dal quarto mese di vita di un bambino, grazie allo sviluppo del tono muscolare, si sviluppano, in rapporto ad un contatto doloroso:

A) Reazioni motorie di tipo difensivo. B) Manifestazioni d'iperattività. C) Reazioni motorie di tipo aggressivo. D) Episodi di scoordinazione.

0991. Verso i 18 mesi generalmente un bambino è in grado di: A) Correre e camminare all'indietro. B) Calciare e gettare la palla. C) Andare sul triciclo. D) Saltare e fare piroette.

0992. Nel primo anno di vita, poiché il cervello aumenta il suo volume di 1/3, la competenza psicomotoria: A) Si sviluppa notevolmente abbandonando i meccanismi riflessi. B) Si sviluppa aumentando i meccanismi riflessi. C) Si sviluppa notevolmente senza abbandonare i meccanismi riflessi. D) Diminuisce temporaneamente a causa del graduale abbandono dei meccanismi riflessi.

0993. Per "acatisia" in un bambino s'intende: A) Una condizione costante d'irrequietezza motoria. B) Una condizione estemporanea d'irrequietezza motoria. C) Una difficoltà di verbalizzazione che si manifesta con il silenzio. D) Una particolare precocità nello sviluppo motorio.

0994. L'accrescimento dell'organismo fisico del bambino si verifica: A) Con misurazioni successive delle singole caratteristiche somatiche. B) Con misurazioni successive delle singole caratteristiche caratterologiche. C) Con la verifica dei periodi di stasi rispetto a quelli di accelerazione. D) Secondo le regole e le fasi della biotipologia umana.

0995. Tra i 9 e i 12 mesi maturano nel bambino diverse abilità. Uno dei comportamenti più spesso collegati a questa fase è il "pointing", cioè:

A) L'indicare col dito oggetti o persone. B) Acquisire l'uso dei pronomi personali. C) Guardare verso la madre per avere la sua approvazione. D) Ricercare un oggetto scomparso dal campo visivo.

0996. La comunicazione intenzionale, che si sviluppa intorno all'anno di vita, evolve attraverso tre tappe; nella prima il bambino:

A) Usa l'adulto come strumento per ottenere un certo scopo. B) Usa l'adulto come agente autonomo capace di fargli raggiungere lo scopo desiderato. C) Usa un oggetto come mezzo per ottenere l'attenzione o l'interesse dell'adulto. D) Adotta un certo comportamento per ottenere l'attenzione dell'adulto.

0997. Tra i 9 e 12 mesi i bambini: A) Apprezzano il cibo tagliato in piccoli pezzi e bere dalla tazza. B) Apprezzano il cibo triturato e succhiare con la cannuccia. C) Sono in grado di sminuzzare da soli il cibo. D) Sono in grado di bere solo col biberon.

0998. La maturazione della corteccia cerebrale ha inizio alla nascita e, nell'arco di 6/12, mesi raggiunge le aree che controllano:

A) I muscoli del tronco e delle gambe. B) I muscoli del tronco e delle braccia. C) I muscoli del collo e delle spalle. D) I muscoli del collo e del tronco.

0999. É importante che l'educatrice curi il tono della voce e la mimica espressiva che supporta le parole.... A) Perché il bambino reagisce alle intonazioni prima che alle parole. B) Perché non è ammissibile un tono impersonale. C) Per facilitare la comprensione della parole. D) Perché l'educatrice diviene più gradevole al bambino.

1000. Il Nido promuove opportunità di scambi sociali ed esperienze significative tra genitori ed educatori in un'ottica di: A) Corresponsabilità. B) Delega. C) Divisione di compiti. D) Scambi di ruoli.

1001. I punti di arrivo di un percorso educativo sono: A) L'autonomia, la competenza, lo sviluppo di tutte le potenziali capacità del bambino. B) La verifica degli apprendimenti e delle abilità acquisiti, ed una organizzazione efficiente. C) Il raggiungimento degli obbiettivi cognitivi. D) La verifica delle pratiche educative.

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1002. Qual è uno dei bisogni primari che l'educatore deve soddisfare nel bambino? A) Il bisogno di affidamento. B) Il bisogno di parlare con gli altri. C) Il bisogno di giocare. D) Il bisogno di socializzare.

1003. Ascolto empatico in un educatore del nido vuol dire: A) Riuscire a mettersi in sintonia con il sentire emozionale di ognuno. B) Capire le necessità del bambino prima ancora che le manifesti. C) Ascoltare insieme delle fiabe per favorire lo sviluppo dell'immaginazione. D) Mettersi al posto del bambino, sostituirsi a lui.

1004. Che cosa si intende per "educare alla differenza"? A) Aiutare i bambini a mettersi nei panni degli altri. B) Aiutare i bambini a scoprire e cogliere le differenze tra oggetti diversi. C) Stimolare la capacità ad osservare rilevando uguaglianze e differenze. D) Aiutare il bambino a distinguere tra realtà e mondo fantastico.

1005. Per favorire lo sviluppo della socializzazione tra i bimbi è utile per l'educatore del nido: A) Creare situazioni in cui spontaneamente nasca una collaborazione tra loro. B) Farli giocare a lungo da soli. C) Cercare di spiegare il concetto di socializzazione al gruppo di bambini. D) Creare tanti piccoli sottogruppi di amichetti.

1006. Quali sono i punti di partenza di un percorso educativo? A) Le esperienze e i bisogni del bambino. B) Una buona e completa programmazione. C) L'osservazione del bambino e il rilevamento delle sue caratteristiche. D) Le difficoltà e le debolezze del bambino.

1007. Il ruolo dell'educatrice di Nido è quello di costruire un contesto adeguato: A) Ai bisogni dei bambini. B) All'apprendimento dei bambini. C) Ad attività strutturate. D) Ai giochi motori.

1008. Nel primo anno di vita del bambino, il punto di riferimento per il soddisfacimento dei bisogni è: A) La bocca. B) Il seno materno. C) Il biberon. D) L'oggetto che manipola.

1009. La socializzazione è: A) Rapporto d'interazione con gli altri. B) Rapporto di collaborazione con l'altro. C) Rapporto altruistico. D) Rapporto di conoscenza con l'altro.

1010. Se il bambino piccolo possiede un oggetto cui tiene particolarmente, da cui di rado si separa: A) Il genitore o l'educatore devono rispettare questo particolare attaccamento all'oggetto. B) Il bambino sta presentando una condotta che può essere segno di disagio psicologico. C) Se si sottrae l'oggetto al bambino, non avrà alcuna reazione. D) Se si sottrae l'oggetto al bambino, piangerà ma si consolerà immediatamente.

1011. Per lo sviluppo emotivo e mentale del bambino, quali caratteristiche deve presentare il rapporto bambino-adulto? A) Stabilità, costanza, coerenza. B) Decisione, fermezza, rigidità. C) Spontaneità, occasionalità, casualità. D) Occasionalità, distacco, indipendenza.

1012. Il processo di acquisizione della conoscenza è visto come: A) Il frutto di una costruzione condivisa tra adulto e bambino. B) Una trasmissione del sapere dagli adulti ai bambini. C) Una costruzione condivisa tra educatori e genitori. D) Un processo di crescita del bambino.

1013. É importante che l'educatore favorisca lo sviluppo motorio del bimbo già nei primi anni del nido: A) Perché riuscire a muoversi nello spazio costituisce fonte di sicurezza nel bambino. B) Perché il bambino non deve essere dipendente dall'adulto. C) Perché l'educatore ha lo scopo di far giocare i bambini da soli al più presto possibile. D) Perché in questo modo anche a casa il piccolo starà in autonomia.

1014. L'educatore nel nido ha competenze relative: A) All'educazione, alla cura dei bambini e alle relazione con le famiglie. B) All'istruzione, all'educazione e alla cura dei bambini. C) All'assistenza, all'educazione e all'istruzione dei bambini. D) Alla prevenzione del disagio e alla custodia dei bambini.

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1015. Il bambino al nido procede verso un processo di individuazione: A) Allontanandosi e riavvicinandosi fisicamente all'educatrice. B) Rivolgendosi all'educatrice. C) Toccando tanti oggetti uno dopo l'altro. D) Prendendo degli oggetti e chiedendo "cos'è".

1016. La ricerca attiva di stimoli è già presente nei primi mesi di vita del bimbo? A) Sì, per questo è importante osservare il bambino. B) No, compare solamente dopo. C) Dipende dal bambino. D) Dipende da come l'educatore del nido è in grado di stimolare il bimbo.

1017. La creazione di un clima affettivamente significativo è così rilevante soprattutto nei bimbi del nido: A) Perché costituisce per loro il primo feed back con l'esterno. B) Perché l'educatore deve supplire le carenze delle cure materne. C) Perché il bambino ancora non capisce le parole. D) Perché così il bambino non mostra segni di irrequitezza.

1018. Quale può essere considerata una buona modalità per instaurare una relazione? A) Offrire la propria presenza in modo non intrusivo, rispettando i tempi e le modalità relazionali del bambino. B) Provare a coinvolgere a tutti i costi il bambino in un gioco, anche se mostra un atteggiamento di chiusura. C) Distogliere la propria attenzione dal bambino e aspettare che sia lui a fare il primo passo. D) Cercare di invitare il bambino a dipingere, sottolineando la partecipazione all'attività degli altri bambini.

1019. L'attività al Nido è finalizzata a garantire: A) Il benessere psicofisico e lo sviluppo delle potenzialità affettive e sociali del bambino. B) La salute fisica e lo sviluppo delle capacità intuitive del bambino. C) Il benessere psicofisico e lo sviluppo delle potenzialità motorie del bambino. D) La salute fisica e la competenza comunicativa del bambino.

1020. L'educatore di fronte alla violazione delle regole da parte del bambino deve: A) Dare al bambino la sensazione di essere accettato e NON considerato diverso dagli altri. B) Immediatamente e sistematicamente allontanare il bambino dal gruppo. C) Punire severamente ogni violazione delle regole per non perdere credibilità. D) Essere indifferente e continuare nella prosecuzione dell'attività.

1021. Il bambino nei primissimi mesi di vita comunica con: A) Il pianto e le diverse forme di comunicazione non verbale. B) Le grida che fa quando vuole la pappa. C) I movimenti del corpo. D) Il movimento delle braccia.

1022. Di fronte al bambino che chiede col gesto l'educatore: A) Dovrà rispondere a parole. B) Dovrà rispondere allo stesso modo. C) Dovrà stimolarlo a parlare. D) Dovrà far finta di niente.

1023. Davanti alle prime forme di emissione di suoni da parte del bambino l'educatore deve: A) Rispondere, assecondare e rinforzare il bambino. B) Ascoltare e NON dare risposte. C) Sostituire il balbettio con parole di senso compiuto. D) Strutturare frasi significative.

1024. Per arricchire il lessico del bambino l'educatore deve: A) Presentare una parola in contesti diversi. B) Elencare parole NON note. C) Ripetere più volte una nuova parola. D) Sollecitare il bambino a ripetere parole nuove.

1025. Gli educatori degli asili nido nella comunicazione con i bambini devono: A) Accettare le diverse modalità di relazionarsi, attraverso il linguaggio, il disegno e gli agiti. B) Pretendere l'espressione del pensiero dei bambini attraverso il linguaggio. C) Richiedere l'espressione dei loro pensieri attraverso frasi e NON accontentarsi delle parole. D) Accettare richieste solo se formulate in maniera chiara e intenzionale.

1026. Nel rapporto con i genitori l'educatore dovrà: A) Renderli compartecipi della vita del nido, rendendo visibile il progetto educativo pensato per i loro figli. B) Cercare di rassicurarli sulla qualità delle attività proposte al nido. C) Metterli a conoscenza dei problemi che riguardano i loro figli. D) Cercare di rassicurarli sulla qualità del tempo che il bambino trascorre al nido.

1027. L'educatore dovrebbe mantenere viva l'abitudine di: A) Aggiornarsi continuamente per poter riflettere sulle proprie pratiche educative. B) Visionare molti prodotti rivolti ai bambini per conoscere meglio il mondo dell'infanzia. C) Cercare modelli di attività educative su riviste e manuali per trasferirli all'interno della sua progettazione. D) Dialogare con le famiglie allo scopo di informarle sulle attività scelte a priori dal gruppo di lavoro.

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1028. Relativamente all'educazione, Braido definisce i processi di apprendimento culturale, la capacità di riflessione critica e l'arte del pensare teorico e tecnico:

A) Metodologia didattica. B) Metodologia pedagogica. C) Momento istruttivo. D) Momento educativo.

1029. Nell'ambito dell'esperienza didattica la capacità dell'educatore di prestare attenzione ai "segni" e alle narrazioni del bambino è definita:

A) Empatia. B) Reciprocità. C) Tolleranza. D) Riformulazione.

1030. L'asilo nido, come le altre istituzioni educative, ha il compito di: A) Contribuire allo sviluppo armonico e integrale di ogni bambino. B) Contribuire al processo di crescita sociale del bambino e della sua famiglia. C) Trasmettere ai bambini modelli di comportamento adeguato in base alle richieste degli adulti. D) Trasmettere ai bambini il maggior numero di saperi possibili.

1031. La conoscenza dell'ambiente di provenienza consente all'educatore di: A) Inserire al nido le esperienze in relazione ai bisogni dei bambini. B) Inserire al nido le metodologie adottate dai genitori. C) Inserire al nido i giochi prevalenti nel contesto di vita dei bambini. D) Inserire al nido le strutture linguistiche familiari dei bambini.

1032. Come deve porsi l'educatore davanti a termini "inventati" dal bambino? A) Accettarli e mostrare interesse. B) Ascoltare e NON intervenire. C) Attendere che dimentichi i termini. D) Correggerli e proporre il termine giusto.

1033. Il ruolo dell'educatore è anche quello di: A) Trasmettere ai bambini un senso di sicurezza soprattutto nel momento dell'inserimento. B) Trasmettere ai bambini il significato dell'amicizia. C) Trasmettere ai bambini il rispetto degli orari e dei tempi. D) Trasmettere ai bambini l'importanza della famiglia.

1034. Conoscere i ritmi e i tempi di crescita dei bambini è un'abilità: A) Fondamentale per la realizzazione di un progetto educativo. B) Fondamentale per la riuscita di una buona relazione con le altre agenzie educative. C) Che devono avere soltanto i genitori. D) Che NON è facile acquisire per gli educatori.

1035. All'educatore di nido: A) Sono richieste competenze culturali, psicopedagogiche, didattiche e disponibilità alla relazione educativa. B) É richiesta la capacità di interagire con gli insegnanti ed i bambini. C) É richiesta la disponibilità a svolgere un compito impegnativo. D) É richiesto un interesse particolare alle problematiche sociali.

1036. Competenza fondamentale per ogni educatore è: A) Saper gestire la complessità del rapporto educativo. B) Saper raccontare molto bene le favole. C) Saper calmare i litigi tra i bambini. D) Saper controllare la propria pazienza.

1037. Di fronte all'ostinazione dei bambini l'educatore risponde: A) Con calma e fermezza, spiegando i motivi delle richieste o dei divieti. B) Con autorità per far comprendere il valore del rispetto. C) Con permissivismo, senza interferire con la spontaneità del bambino. D) Con comprensione cedendo alle esigenze del bambino per NON creare futuri problemi nella frequentazione dell'asilo.

1038. Tra le competenze dell'educatore di asilo nido rientra la capacità di: A) Riconoscere e rendere il bambino protagonista della propria esperienza e costruttore delle proprie conoscenze. B) Trasmettere al bambino molti saperi fornendogli molte informazioni. C) Trasmettere ai bambini le regole di comportamento per consentire una più matura competenza relazionale. D) Promuovere le competenze sociali dei bambini attraverso giochi di gruppo strutturati.

1039. La qualità della vita del bambino è correlata: A) A quella della comunità in generale e degli adulti di riferimento in particolare. B) Al nido ed al rapporto con gli insegnamenti. C) A quella della famiglia ed al legame con i genitori. D) A quella dei coetanei ed al rapporto con loro.

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1040. Gli educatori nei confronti della curiosità infantile devono: A) Dare spiegazioni chiare ed adeguate riconoscendo e promuovendo gli interessi del bambino. B) Dare spiegazioni con modalità linguistiche di livello superiore rispetto a quello raggiunto dal bambino. C) Dare spiegazioni solo se i bambini insistono nel chiederle. D) Evitare di dare spiegazioni spostando l'attenzione su interessi più utili dal punto di vista formativo.

1041. Per scoprire il significato delle espressioni olofrasiche l'educatore deve: A) Far riferimento al contesto. B) Chiedere al bambino di ripetere. C) Chiedere il supporto dei coetanei. D) Far riferimento al linguaggio adulto.

1042. Se un bambino mostra un disegno ad un adulto questi dovrebbe: A) Chiedergli cosa rappresenta e che significato ha per lui dandogli spazio per esprimersi. B) Fare i complimenti al bambino per le sue capacità. C) Dargli consigli per migliorare le sue competenze. D) Dirgli di portarlo a casa per regalarlo ai suoi genitori.

1043. Un buon educatore deve avere: A) La capacità di adattarsi ai ritmi e alle potenzialità di ogni bambino. B) La capacità di esercitare un buon controllo nella scansione dei tempi. C) L'abilità di inventare giochi in ogni situazione. D) La capacità di NON arrabbiarsi mai.

1044. L'educatore si deve preoccupare di gestire i rapporti: A) Con gli altri colleghi, con i bambini e le loro famiglie. B) Con i bambini perché sono i soggetti delle pratiche educative. C) Con tutte le famiglie perché è fondamentale condividere l'esperienza educativa. D) Con i colleghi, al fine di poter svolgere in armonia il proprio lavoro.

1045. L'educatore deve promuovere il raggiungimento di obiettivi personali e sociali da parte del bambino. Quest'abilità è definita:

A) Empowerment. B) Progettualità partecipata. C) Sapere scolastico. D) Visione del sè.

1046. Fondamentale punto di partenza per il lavoro dell'educatore è: A) Il rispetto e la conoscenza della storia e della cultura di ciascun bambino. B) L'acquisizione di abilità di gestione del singolo e dei gruppi di bambini. C) Imparare a prendersi cura dei bambini. D) La conoscenza di molte attività ludiche.

1047. Il processo educativo: A) Coinvolge l'intera personalità del bambino e lo aiuta ad esprimere se stesso. B) Considera prioritari gli aspetti della personalità del bambino legati alla capacità di espressione e comunicazione. C) Aiuta il bambino a comunicare con gli altri attraverso percorsi di socializzazione guidata. D) Permette al bambino di avere un rapporto sereno con i coetanei e quindi di limitare i conflitti.

1048. Al fine di poter accogliere ogni bambino è importante: A) Mettere in atto un ascolto empatico. B) Sapersi adattare ad ogni situazione. C) Saper cogliere le principali differenze tra i bambini. D) Sapersi confrontare con le rispettive famiglie.

1049. Ai bambini che indicano ogni cosa con "questo" o "quello" l'educatore: A) Risponde nominando la cosa indicata. B) Risponde in maniera generica. C) Somministra rinforzi positivi. D) NON risponde per indurli ad essere precisi.

1050. Nei bambini dagli zero ai tre anni la sicurezza di sé è condizionata: A) Da una relazione emotiva-affettiva connotata positivamente. B) Dall'apprendimento di nuove capacità cognitive. C) Dalla comprensione dei propri limiti attraverso giochi di gruppo. D) Dalle condizioni post natali del bambino in una relazione di causa-effetto.

1051. Educatori e genitori dovrebbero condividere un'idea di infanzia che considera il bambino: A) Un soggetto attivo nelle relazioni e all' interno degli ambienti di appartenenza. B) Un recettore attivo degli stimoli esterni e che va sollecitato indipendentemente dal suo stile cognitivo. C) Un soggetto che va guidato nel rapporto con gli altri perché NON predisposto a costruire relazioni. D) Come un soggetto portatore di esperienze che vanno modificate attraverso l'esperienza educativa.

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1052. Tra le capacità che deve mettere in atto un'educatore, ha un'importanza fondamentale: A) La disponibilità alla comunicazione e all'ascolto. B) La capacità progettuale e programmatoria. C) L'abilità nella gestione di un gruppo di bambini. D) La capacità di prendersi cura anche dei più piccoli.

1053. La valorizzazione dei neologismi consente all'educatore: A) Di stimolare gli usi linguistici divergenti. B) Di favorire l'arricchimento del lessico. C) Di favorire l'espansione della frase. D) Di favorire la fluidità espositiva.

1054. Una costante regolazione delle modalità e delle strategie di comunicazione da parte dell'educatore: A) É utile per mantenere un livello di interazione significativa ed educativamente efficace. B) Può servire per capire se i bambini sono interessati all'attività e per proporne delle nuove. C) Favorisce l'interazione del bambino con i suoi coetanei. D) NON rende significativa l'interazione in quanto i bambini possiedono competenze sociali.

1055. Secondo Bruner, le interazioni sociali che il bambino costruisce con il mondo esterno rappresentano le basi del suo sviluppo mentale, purché gli adulti:

A) Siano in grado di svolgere una funzione di sostegno. B) Lascino il bambino totalmente autonomo. C) Creino esclusivamente le occasioni di apprendimento. D) Abbiano un ruolo di osservatori attenti.

1056. La tecnica del "rispecchiamento verbale" (o "intervento a riflesso") usata dall'educatore nel dialogo con il bambino: A) Manifesta l'attenzione dell'educatore verso il bambino. B) É finalizzata all'espressione di una valutazione positiva o negativa sull'interazione con il bambino. C) É l'unico modo per dialogare con il bambino. D) Indica attraverso una "scala di valori" il livello di interazione educatore-bambino.

1057. Le strategie educative dell'educatore rientrano nella cosiddetta: A) Cornice educativa. B) Qualità educativa. C) Base educativa. D) Ambientazione educativa.

1058. L'attaccamento del bambino all'educatore è favorito da un atteggiamento: A) Emotivo - empatico - fisico. B) Sociale di ascolto - fisico. C) Emotivo - sociale - psichico. D) Permissivo - fisico - empatico.

1059. L'atteggiamento d'ascolto dell'educatore, come sottolineato da Patter, presuppone: A) Decentramento. B) Reciprocità. C) Cooperazione. D) Accentramento.

1060. Spitz considera di fondamentale importanza i rapporti del bambino con persone o cose che appartengono al mondo esterno e definisce questa relazione:

A) Relazione oggettuale. B) Relazione simbiotica. C) Relazione paritetica. D) Relazione cooperativa.

1061. Il termine "considerazione positiva", indica la disponibilità/capacità dell'educatore: A) Ad accettare ogni bambino per ciò che è come persona. B) Di valutare sempre positivamente il bambino. C) Di accogliere il bambino in virtù delle sue potenzialità. D) Di correggere e superare i limiti del bambino.

1062. Recenti studi (Tani-Vaccaro) evidenziano che i bambini dimostrano un andamento evolutivo più lento quando l'educatore assume un atteggiamento:

A) Di chiusura psicologica. B) Direttivo. C) Risoluto. D) Di controllo.

1063. Il clima emotivo-relazionale e le situazioni volte a stimolare lo sviluppo socio-cognitivo del bambino dipendono: A) Da un sistema complesso di fattori (ambientali, sociali, individuali..). B) Solamente dal bambino stesso. C) Esclusivamente dalle dinamiche interazionali. D) In primo luogo dalle caratteristiche ambientali (spazi e arredi).

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1064. La capacità dell'educatore di "entrare" discretamente "nell'altro" indica un atteggiamento: A) Empatico. B) Solidale. C) Altruistico. D) Di accoglienza.

1065. Nel Baby-Talk l'educatore, per catturare l'attenzione e facilitare l'interazione con il bambino,: A) Usa un linguaggio sintatticamente semplificato. B) NON si rivolge mai direttamente al bambino ma all'intero gruppo. C) Si serve del solo linguaggio NON verbale. D) Usa un timbro di voce molto basso.

1066. Il termine "dominanza emozionale" indica: A) L'insieme dei sentimenti che più agiscono sulla condotta degli educatori. B) Un clima relazionale positivo. C) Una grande disponibilità emotiva dell'educatore. D) La volontà dell'educatore di controllare le proprie emozioni.

1067. La relazione educativa è una relazione: A) Asimmetrica. B) Unidirezionale. C) Statica. D) Simmetrica.

1068. Il care giver: A) É la figura che si prende cura del bambino. B) Può essere esclusivamente la madre. C) Indica chi riceve le cure. D) É specificatamente l'educatore.

1069. Il ruolo della comunità del nido come "mediatore educativo" indica: A) Che il nido collabora con la famiglia condividendo compiti educativi ed attenzioni. B) La prospettiva multiculturale in cui il nido è inserito. C) Il ruolo del nido come sostituto della famiglia in particolari situazioni. D) La disponibilità del nido a mediare le situazioni di disagio in cui può trovarsi la famiglia.

1070. Può essere considerato un aspetto indispensabile nella professionalità educativa: A) La presenza di competenze affettive e relazionali. B) La concretezza. C) La riflessività. D) L'orientamento al risultato.

1071. L'incoraggiamento dell'educatore verso il bambino indica: A) Una cooperazione tra educatore e bambino che mira a generare nei bambini uno stato d'animo positivo. B) La volontà dell'educatore di far superare al bambino tutti i suoi limiti. C) Un'azione NON intenzionale realizzata per favorire l'autostima del bambino. D) Il desiderio dell'educatore di produrre cambiamenti nel bambino.

1072. Gli studi sullo sviluppo emotivo del bambino hanno dimostrato che l'angoscia da separazione, con la conseguente reazione di apprensione e pianto, è caratteristica dei:

A) 7-8 mesi di età. B) 2-3 mesi di età. C) 24 mesi di età. D) 18 mesi di età.

1073. L'accoglienza è un percorso: A) Di attenzione - di ascolto - di empatia. B) Fisico - attentivo - sociale. C) Di animazione - di incontro - di relazione. D) Di animazione - ludico - sociale.

1074. La funzione materna, definita da Winnicott con il concetto di “madre sufficientemente buona”, consente al bambino di: A) Formare una coscienza di sè e del mondo. B) Sviluppare le attitudini. C) Accrescere lo sviluppo cognitivo. D) Sviluppare competenze relazionali.

1075. La prima reazione sociale che il bambino instaura con l'adulto è: A) Il sorriso. B) La paura della separazione. C) L'attaccamento. D) Il gasping.

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1076. L'educatore nell'organizzazione delle azioni/attività dovrà tenere conto per prima cosa: A) Dei ritmi del bambino. B) Della precisa scansione delle attività di routines. C) Dei bisogni affettivo-relazionali. D) Delle sue predisposizioni.

1077. Il "luogo" per eccellenza dell'educare è: A) La relazione educativa. B) La pratica didattica. C) La didattica. D) La progettazione/programmazione.

1078. Il rapporto che si viene a stabilire tra bambino ed educatore: A) Determina il buon esito delle attività educative. B) Una volta definito, NON può più essere modificato. C) Rientra nella socializzazione primaria. D) Determina una relazione educativa simmetrica.

1079. Il bambino dispone di caratteristiche che lo predispongono alla costruzione di rapporti con gli altri: A) Già nelle primissime settimane con il pianto ed il sorriso endogeno. B) Quando inizia a pronunciare le prime parole. C) In seguito alla conquista "della permanenza dell'oggetto". D) Dopo il sesto mese, quando reagisce in modo differente a persone diverse.

1080. L'insieme dei rapporti sociali che si stabiliscono tra l'educatore e i bambini costituisce la: A) Relazione educativa. B) Relazione d'aiuto. C) Relazione associativa. D) Relazione formativa.

1081. La relazione tra l'educatore ed il bambino deve essere di tipo: A) Autorevole. B) Autoritario. C) Permissivo. D) Assertivo.

1082. La vita emotiva ed il comportamento dei bambini nei primi sei mesi di vita sono regolati: A) Dal principio del piacere immediato. B) Dal principio di fiducia. C) Dal principio di dipendenza. D) Dal principio del piacere assoluto.

1083. L'interazione tra bambino e adulto è inizialmente: A) Realizzata attraverso il contatto con il corpo (dialogo tonico). B) Resa possibile dallo sviluppo delle relazioni oggettuali. C) Realizzata solo attraverso la mediazione del care-giver. D) Resa possibile dalla comunicazione verbale.

1084. Il Baby-Talk indica: A) Il linguaggio adottato dagli adulti quando si rivolgono ai bambini piccoli per facilitare loro l'acquisizione del linguaggio. B) Esclusivamente il linguaggio utilizzato dalle madri con i propri figli durante il momento del pasto. C) Il linguaggio che i bambini usano tra pari durante lo svolgimento di una attività. D) La prima forma di linguaggio acquisita dal bambino.

1085. Al nido la professionalità dell'educatore dovrà caratterizzarsi per la capacità di attivare relazioni: A) Gratificanti e incoraggianti. B) Numerose. C) Significative e complesse. D) Plurime.

1086. Rispettare l'individualità del bambino significa: A) Considerare il bambino tenendo conto delle sue specificità e dei suoi bisogni. B) Prevedere momenti individuali in cui relazionarsi con il bambino. C) Favorire lo sviluppo del bambino limitando le dinamiche di gruppo. D) Creare un progetto educativo incentrato sugli interessi di ogni singolo bambino.

1087. Chi ha studiato l'importanza della presenza di caratteristiche di disponibilità psico-emotiva nell'educatore? A) Rogers. B) Bruner. C) Chomsky. D) Piaget.

1088. Per sviluppo sociale del bambino si intende: A) Il processo di socializzazione e individuazione. B) Fondamentalmente la separazione dall'oggetto d'attaccamento. C) L'acquisizione delle competenze legate al proprio ambiente di riferimento. D) Lo sviluppo del sè.

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1089. L'accoglienza nel nido consente al bambino di: A) Superare le difficoltà e le paure del distacco. B) Accettare serenamente le nuove esperienze. C) Scoprire l'incontro con altri bambini. (mi sembra che così diventi una risposta esatta). D) Giocare con il gruppo.

1090. Il modo migliore in cui il personale del nido può operare si realizza: A) In èquipe. B) Secondo il metodo della reciprocità. C) In maniera individuale. D) Secondo il metodo dell'alternanza.

1091. L'educazione differenziale: A) É volta a percepire e rilevare le diversità di ognuno. B) Viene usata solo con bambini in situazione di disagio. C) Indica interventi differenti in funzione soltanto dell'età. D) Si basa su rigide scale di valutazione.

1092. Un migliore sviluppo si verifica in un ambiente in cui i bambini hanno la possibilità di soddisfare: A) I loro bisogni emotivi. B) Le loro aspettative. C) I loro bisogni fisiologici primari. D) Le loro pulsioni.

1093. Secondo gli studi di Guilbert, l'educatore ideale di un asilo nido dovrebbe: A) Possedere il maggior numero di attitudini innate o acquisite e una buona disposizione interiore. B) Possedere il maggior numero di abilità manuali e creative per promuovere la formazione artistica del bambino. C) Possedere un'indole prevalentemente severa per educare i bambini al rispetto delle regole. D) Possedere un'indole prevalentemente permissiva per promuovere la libertà e l'indipendenza dei bambini.

1094. La socializzazione del bambino all'interno del nido rientra nella socializzazione: A) Secondaria. B) Di base. C) Primaria. D) Extradomestica.

1095. L'educatore, di fronte ad un atto aggressivo del bambino, è bene che: A) Si comporti con tolleranza. B) Punisca il bambino. C) Rimproveri il bambino. D) Allontani il bambino.

1096. É opportuno che gli educatori considerino ogni bambino: A) Come soggetto che si forma in un tessuto di relazioni in un determinato territorio. B) Come soggetto che si forma principalmente nell'ambito del nido. C) Come soggetto che viene plasmato dal contesto sociale in cui vive. D) Come soggetto che si deve formare all'interno di una relazione adulto-bambino.

1097. Una gestione sociale dell'asilo nido ha l'obiettivo di: A) Valorizzare la partecipazione dei genitori negli aspetti organizzativi ed educativi. B) Favorire la gestione amministrativa del nido da parte di un genitore. C) Permettere ai genitori di partecipare alle attività educative del nido. D) Affidare ai genitori la gestione e la programmazione educativa del nido.

1098. Gli educatori quando propongono un'attività didattica devono saper valutare: A) Il livello globale di sviluppo dei bambini. B) Il temperamento dei bambini. C) Il necessario numero di educatori. D) Il momento dell'anno in cui si svolge l'attività.

1099. Quando si parla di competenza riflessiva dell'educatore si intende la capacità: A) Di elaborare il sapere professionale in un'ottica comune. B) Di documentare i percorsi educativi. C) Di pensare metodologie innovative. D) Di osservare i bambini.

1100. La formazione permanente permette: A) Di stimolare la progettazione di percorsi educativi innovativi. B) Di apprendere le competenze educative necessarie per iniziare a lavorare. C) Di inibire gli stili educativi errati per proporre quelli corretti. D) L'acquisizione immediata e definitiva delle competenze necessarie.

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1101. La competenza relazionale fondata sulla mediazione risulta essere fondamentale nel lavoro quotidiano dell'educatore perché:

A) Permette di stabilire relazioni di qualità con i bambini, con le famiglie e con il gruppo di lavoro. B) Permette di mettere in pratica le capacità derivanti dalla teoria. C) É la competenza derivante dall'applicazione delle buone pratiche educative. D) Permette di sviluppare la socializzazione e la personalità del bambino.

1102. Nell'agire educativo una scelta autonoma, scoordinata e spontanea del singolo educatore: A) Può comportare un disequilibrio nello svolgersi delle pratiche educative. B) Va incoraggiata perché espressione della creatività dell'educatore. C) É vietata perché NON rientra nel progetto educativo del servizio. D) É positiva espressione della libertà didattica del singolo individuo.

1103. L'organizzazione della sezione in modo orizzontale prevede un gruppo di bambini: A) Di età omogenea. B) Di età eterogenea. C) Fino a 12 mesi. D) Dai 18 ai 36 mesi.

1104. L'organizzazione verticale delle sezioni permette di: A) Valorizzare l'emulazione tra grandi e piccoli. B) Valorizzare l'omogeneità di competenza dei bambini. C) Dividere il gruppo dei bambini in gruppi d'età omogenea. D) Avere spazi dedicati ai bambini più grandi.

1105. La metodologia del piccolo gruppo favorisce: A) L'instaurarsi di relazioni significative. B) Il controllo dei bambini. C) Lo svolgimento delle routines. D) L'amicizia tra adulto e bambino.

1106. La socialità dei bambini è favorita: A) Da un'adeguata organizzazione dello spazio, dei tempi e delle attività proposte. B) Dall'insegnamento delle regole dello star bene insieme. C) Dividendo i bambini secondo il loro temperamento. D) Lasciando liberi i bambini di scegliere come giocare.

1107. Tra le competenze dell'educatore rientra: A) La competenza osservativa. B) La competenza a sostenere i problemi personali del genitore. C) La competenza a sostituirsi al ruolo materno durante l'attività lavorativa dei genitori. D) La competenza a somministrare i pasti giornalieri ad orari prefissati.

1108. Le relazioni significative tra il bambino e gli educatori soddisfano: A) I bisogni del bambino. B) I dubbi nel bambino. C) La dinamicità del bambino. D) Le abitudini del bambino.

1109. L'educatore, oltre ad avere competenze psico-pedagogiche, deve: A) Conoscere il bambino che ha davanti. B) Conoscere i colleghi. C) Conoscere il comitato di gestione. D) Conoscere la carta dei servizi.

1110. Cosa si intende per "rinforzo"? A) Un'approvazione per un comportamento corretto e un dissenso per un comportamento scorretto. B) Il sostegno dato ai bambini portatori di disabilità. C) Un esercizio, applicato al gioco, per sviluppare il processo di memorizzazione. D) Una metodologia educativa applicata alle attività in ambito psicomotorio.

1111. Nel nido, tra personale educativo e personale ausiliario: A) Intercorre un rapporto di collaborazione e condivisione del progetto educativo. B) NON intercorre alcun rapporto, ognuno ha la sua area di competenza. C) Intercorre un rapporto di subordinazione del personale ausiliario. D) Intercorre un rapporto di partecipazione alle attività didattiche.

1112. Con l'affermazione "il nido è anzitutto un luogo di crescita formativa dei grandi per poter essere un luogo pedagogico dei piccoli" si vuole sottolineare l'importanza:

A) Della consapevolezza del proprio fare da parte di chi lavora con i bambini. B) Di una formazione specialistica degli operatori del nido. C) Della formazione permanente per gli operatori del nido. D) Della pedagogia dell'infanzia come base della formazione degli educatori.

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1113. Il coordinatore pedagogico coordina l'equipe educativa al fine di: A) Costruire uno stile educativo e una metodologia comune. B) Elaborare il regolamento sanitario dell'asilo nido. C) Stabilire la comunicazione quotidiana con le famiglie. D) Controllare gli standard d'igiene e sicurezza secondo il protocollo HACCP.

1114. Il nido deve favorire la formazione del bambino basata sull'esperienza. Come si chiama questo percorso? A) Imitativo. B) Creativo. C) Razionale. D) Empatico.

1115. L'educatore di fronte ai "capricci infantili" è preferibile che: A) Non dia peso ai comportamenti disadattivi per evitare di rinforzarli. B) Punisca i bambini che attuano comportamenti disadattivi. C) Coccoli e rassicuri il bambino ad ogni sua richiesta. D) Protegga e prevenga ogni possibile difficoltà e frustrazione del bambino.

1116. L'educatore di nido ha la funzione di: A) Progettare e realizzare interventi educativi. B) Identificarsi con la figura materna. C) Soddisfare le necessità fisiologiche del bambino. D) Soddisfare i bisogni psicologici del bambino.

1117. Di fronte alla "curiosità" infantile l'educatore dovrebbe: A) Affrontare le domande, cercando di fornire spiegazioni chiare e adeguate alle possibilità di comprensione del bambino. B) Evitare di dare spiegazioni alle continue domande dei bambini, specialmente per risposte che non potrebbero comprendere. C) Rifiutarsi di rispondere alle domande, perché è una perdita di tempo. D) Cercare di distrarre il bambino troppo curioso, proponendo altri giochi o passatempi creativi.

1118. Nel bambino la gratificazione e la lode dell'educatore: A) Rinforzano l'autostima. B) Impediscono il superamento dell'egocentrismo. C) Demotivano all'impegno. D) Diminuiscono le competenze.

1119. Per rendere il bambino autonomo durante le attività: A) Occorre accompagnare le sue esperienze lasciando che gradualmente si renda autonomo. B) Bisogna lasciare che trovi da solo le proprie strategie. C) Bisogna insegnargli le migliori procedure di comportamento. D) Si utilizza la tecnica del rinforzo, premiandolo attraverso complimenti solo quando attua strategie positive.

1120. É importante che l'educatore risponda ai messaggi del bambino perché: A) Si possa sviluppare fra i due una relazione comunicativa. B) Si possa sviluppare fra i due una relazione di dipendenza. C) Si possa sviluppare fra i due una relazione unilaterale. D) Si possa sviluppare nel bambino il desiderio di protagonismo.

1121. Lo sviluppo sociale del bambino nel primo anno di vita dipende: A) Dalle relazioni stabili con le figure di accudimento. B) Dalle relazioni che si sviluppano con il gruppo dei pari. C) Dalle relazioni che instaura con i fratelli più grandi. D) Dalle relazioni con il gruppo parentale.

1122. La funzione dell'educatore implica l'aggiornamento e la ricerca come: A) Diritto-dovere. B) Dovere. C) Curiosità. D) Diritto.

1123. Nei primi mesi di vita, nella relazione che si instaura con le figure di riferimento, il bambino: A) Ha un ruolo attivo. B) Ha un ruolo indifferente. C) É indipendente. D) Ha un ruolo secondario.

1124. Il primo periodo della vita affettiva del bambino al nido ruota attorno: A) Al soddisfacimento dei sui bisogni. B) Alle sollecitazioni interne. C) Alle sollecitazioni esterne. D) Ai processi esterni.

1125. Una capacità degli educatori dovrebbe essere quella di: A) Cogliere i problemi, senza cercare di semplificarli e quindi di snaturarli dal loro contesto. B) Ridurre ogni problema per facilitare la sua risoluzione. C) Analizzare un problema dopo averlo scomposto in diverse parti. D) NON analizzare troppo approfonditamente ogni situazione problematica.

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1126. Cosa significa "assimilazione delle regole"? A) Modellare i propri impulsi in funzione delle esigenze ambientali. B) Accettare indiscriminatamente tutte le norme sociali. C) Accettare i modelli comportamentali suggeriti dall'ambiente. D) Seguire le indicazioni comportamentali imposte dagli adulti.

1127. Nel nido l'ausilio di uno psico-pedagogista esterno: A) Può essere utile, in affiancamento agli educatori, per la valutazione del percorso didattico. B) É d'obbligo se tale figura NON è compresa all'interno dell'equipe degli educatori. C) Va richiesto agli enti territoriali. D) É richiesto per la redazione del certificato di "buono stato psicofisico" del bambino da consegnare alle famiglie a fine anno.

1128. Il clima affettivo ed emotivo del nido favorisce nel bambino un equilibrato sviluppo: A) Della sfera emotiva e relazionale. B) Della gestione dei processi. C) Dei modelli di controllo. D) Egocentrico.

1129. La "qualità" del lavoro al nido si connota come: A) Attenzione e ascolto dei bambini. B) Valutazione degli interessi del bambino. C) Verifica delle istanze organizzative. D) Informazioni per i genitori.

1130. Con il termine "empatia" si intende: A) La capacità di comprendere lo stato d'animo di un'altra persona e di adattarsi ad esso. B) La capacità di partecipare agli stati d'animo di un'altra persona. C) La capacità di capire lo stato d'animo di un'altra persona. D) La capacità di adattarsi a chi ci circonda subendo le decisioni altrui.

1131. Il lavoro del coordinatore pedagogico si basa fondamentalmente: A) Sulle capacità di gestione dei gruppi. B) SOLO sulle competenze pedagogiche. C) Sulle capacità gestionali e amministrative. D) Sull'autorità che riveste nei confronti del collettivo.

1132. Gli educatori devono promuovere un atteggiamento: A) Flessibile, privo di schemi rigidi. B) Individualista, centrato sul singolo. C) Fondato sul sapere scientifico. D) Collettivo, centrato sul gruppo.

1133. Per stabilire una corretta comunicazione l'educatore deve: A) Formulare frasi adeguate allo sviluppo del bambino. B) Formulare frasi che superano il livello di competenza del bambino. C) Utilizzare le strutture lessicali del bambino. D) Inserire parole sconosciute per sollecitare interesse.

1134. L'educatore di fronte all'inserimento del bambino deve: A) Considerare la capacità del bambino di tollerare l'assenza delle figure di riferimento. B) Valutare le capacità sociali e cognitive del bambino. C) Prevedere che i bambini più grandi possano fargli male. D) Predisporre uno spazio di gioco personale per il bambino.

1135. Nel sistema di riferimento chi si prende cura del bambino e della sua famiglia? A) Il gruppo degli educatori. B) L'educatore di riferimento. C) Il coordinatore del servizio. D) Il sistema integrato di servizi.

1136. L'educatore di riferimento attraverso i gesti e le parole comunica al bambino: A) Che è ascoltato. B) Che NON è solo. C) Che deve essere sereno. D) Che NON deve piangere.

1137. Nel processo di conquista dell'autonomia l'educatore: A) Sostiene il bambino rispettando i suoi tempi. B) Sollecita il bambino a raggiungere gli obiettivi fissati. C) Nel rispetto dell'indipendenza fa decidere al bambino. D) Segue le modalità educative adottate dal genitore.

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1138. Per soddisfare il bisogno di consolazione-rassicurazione del bambino al momento di andare a dormire, l'educatore propone ai bambini di:

A) Portare un oggetto preferito. B) Mettere il dito o il ciuccio in bocca. C) NON pensare alla mamma. D) Rimanere nel lettino finché NON si addormentano.

1139. Come possono gli educatori favorire la tranquillità al momento del sonno? A) Attraverso un atteggiamento partecipativo e creando un clima di intimità. B) Lasciando i bambini soli in una stanza in penombra. C) Attraverso musiche rilassanti e tenendosi in disparte. D) Cullando i bambini uno ad uno.

1140. Per "cura" da parte degli educatori nei momenti di routine si intende: A) Una serie di procedure e azioni intenzionalmente mirate al benessere del bambino. B) Una durata della pratica che NON sia inferiore ai tempi stabiliti dalla letteratura pedagogica. C) Una modalità terapeutica per prevenire lo stress infantile. D) La pratica di attività atte a favorire appetito e sonno.

1141. Durante il momento del cambio inteso come pratica educativa l'educatore: A) Si pone in relazione con il bambino comunicando con lui. B) Distrae il bambino mentre lo cambia. C) Mostra al bambino la sua "produzione". D) Mostra al bambino le azioni da compiere.

1142. Al nido durante l'accoglienza l'educatore: A) Accoglie il bambino proponendosi come "base sicura". B) Deve indicare ai genitori una modalità standard di congedo. C) Deve attendere il bambino nel salone lasciando che questi si avvicini da solo. D) NON deve avere manifestazioni affettive per NON confondere il bambino.

1143. Lo svolgimento delle routines al nido permette all'educatore di: A) Entrare in relazione con il bambino attraverso azioni positive di cura e l'accudimento. B) Assistere il bambino attraverso attività relative all'igiene personale e all'estetica. C) Conoscere le preferenze del bambino attraverso attività di gioco e di psicomotricità. D) Implementare la relazione con il bambino attraverso attività mirate allo sviluppo linguistico.

1144. L'educatore, nel dimostrare il suo interesse nei giochi dei bambini,: A) Contribuisce a rafforzare il sentimento di autostima nei bambini. B) Contribuisce ad essere amico del bambino. C) Restituisce al bambino un riscontro rispetto al suo comportamento ludico. D) Facilita lo sviluppo del linguaggio del bambino.

1145. Nel gioco euristico l'educatore deve: A) Proporre una grande quantità di materiali di diversa natura con i quali i bambini possono giocare liberamente. B) Proporre una piccola quantità di materiali di diversa natura che i bambini usano guidati dall'educatore. C) Proporre materiali specifici che i bambini usano guidati dall'educatore. D) Proporre al bambino di scegliere, in tutta la sezione, il materiale che preferisce usare.

1146. La partecipazione indiretta dell'educatore nel gioco al nido consiste nel manifestare al bambino interesse attraverso: A) La mimica del volto, del corpo ed un atteggiamento rassicurante. B) Scambi verbali intensi e frequenti. C) Sporadici scambi verbali e la mimica del volto. D) Scambi verbali circa le modalità di gioco assunte.

1147. L'educatore al nido può assumere, durante il gioco, un ruolo attivo; ciò significa: A) Partecipare al gioco svolgendo la funzione di "coattore" lasciando, però, ampia libertà al bambino. B) Partecipare al gioco indirizzando il bambino verso cosa e come fare. C) Partecipare al gioco solo rinforzando il bambino con indicazioni verbali. D) Partecipare al gioco con funzioni di osservatore.

1148. L'educatore del nido relativamente al gioco ha il compito di: A) Facilitare nel bambino l'elaborazione di un proprio progetto di gioco. B) Osservare e registrare il comportamento del bambino senza interagire con lui. C) Organizzare ed indirizzare i comportamenti di gioco del bambino. D) Far assumere al bambino il progetto di gioco del gruppo.

1149. L'uso di materiali strutturati nel gioco al nido permette all'educatore di individuare: A) I procedimenti cognitivi utilizzati dal bambino. B) Le emozioni che entrano in gioco nel bambino quando è in gruppo. C) Il tipo e la frequenza delle interazioni tra coetanei. D) Il modo di relazionarsi del bambino con l'adulto.

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1150. Il bambino che ha sviluppato un attaccamento sicuro esplora il nido con serenità perché considera l'educatore: A) Una "base sicura". B) Una persona buona. C) Una persona che è sempre presente. D) Una persona che conosce.

1151. Il bambino nei rapporti con l'adulto che si prende cura di lui cerca: A) Protezione e sicurezza. B) Amore e timore. C) Assistenza. D) Sostegno ed aiuto.

1152. Nelle relazioni con l'educatore il bambino fa dei tentativi per ottenere: A) Attenzione e condiscendenza. B) Lode o disapprovazione. C) Sostegno o approvazioni. D) Approvazione o lode.

1153. L'educatore del nido può essere per il bambino un "rinforzo vicario". Perchè? A) Il bambino lo percepisce come modello e si identifica. B) Il bambino lo percepisce come modello e si relaziona con gli altri. C) Il bambino lo percepisce come modello per svolgere le attività. D) Il bambino lo percepisce come modello per risolvere le difficoltà.

1154. La relazione educatore-bambino: A) Può sviluppare o inibire i rapporti nel gruppo dei pari. B) Definisce esclusivamente la relazione a due. C) Sostituisce la relazione madre-bambino. D) É in competizione con la relazione madre-bambino.

1155. Per favorire il benessere del bambino all'interno del gruppo dei pari l'educatore è attento: A) All'espressione di sentimenti e comportamenti tra i bambini. B) All'espressione della propria individualità. C) Alla capacità di sviluppare spirito competitivo. D) Al livello sociale di appartenenza del bambino e della famiglia.

1156. La qualità della vita dei bambini al nido è in relazione: A) Alla capacità degli operatori di predisporre contesti adeguati per il loro sviluppo. B) Agli anni di servizio degli operatori e alla loro esperienza. C) All'età dei bambini al momento dell'inserimento. D) Alla capacità degli operatori di mantenere buoni rapporti con le famiglie.

1157. L'osservazione al nido è una modalità educativa che aiuta l'educatore a: A) Sintonizzare la propria attenzione e la propria azione su ciò che il bambino manifesta con i suoi comportamenti. B) Sintonizzare la propria attenzione e la propria azione su ciò che il bambino richiede. C) Indirizzare la propria azione indipendentemente dai comportamenti del bambino ma in base ai dati della programmazione. D) Sintonizzare la propria azione in relazione ai livelli di sviluppo indicati nelle teorie di riferimento.

1158. Al nido durante l'osservazione l'educatore deve focalizzare l'attenzione: A) Sui comportamenti del bambino in relazione all'ambiente. B) Solo sui comportamenti adeguati del bambino. C) Solo sui comportamenti sociali del bambino. D) Solo sulle interazioni tra adulto e bambino.

1159. Al nido il quaderno individuale è uno strumento di lavoro sul quale gli educatori: A) Annotano come nel bambino si siano manifestati i comportamenti, le sue preferenze ed i suoi stili. B) Annotano come nel bambino si manifestino i comportamenti relativi alle interazioni con i coetanei. C) Annotano le informazioni ricavate attraverso i colloqui individuali con i genitori. D) Annotano i propri giudizi relativamente ai comportamenti del bambino.

1160. Al nido l'osservazione partecipe è quella in cui l'osservatore: A) É coinvolto e partecipa al gioco rimandando a dopo la registrazione dei comportamenti. B) NON interagisce coi bambini. C) NON si fa vedere dai bambini. D) Interagisce con i bambini e contemporaneamente annota le osservazioni.

1161. Pensando al bambino che frequenta un asilo nido, quale dei seguenti obiettivi risulta fondamentale? A) Valorizzare le sue potenzialità e le sue competenze. B) Offrire un luogo protetto durante l'assenza dei genitori. C) Preparare all'ingresso nel mondo della scuola. D) Riconoscere precocemente eventuali difficoltà dei bambini.

1162. Valorizzare le potenzialità e le competenze del bambino, significa riconoscerlo come: A) Un soggetto sociale dotato di una propria autonomia. B) Un essere inerme da proteggere e tutelare. C) Un soggetto sociale totalmente dipendente dall'adulto. D) Un individuo con facoltà decisionale.

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1163. Al fine di limitare l'ansia da separazione dalle figure familiari, è importante che all'asilo ciascun bambino possa trovare: A) Un educatore di riferimento che si occupi di lui nelle situazioni che esigono il rapporto a due. B) Un oggetto dell'ambiente familiare cui è molto legato. C) Una fotografia abbastanza grande di un familiare. D) Una registrazione della voce della madre.

1164. In quale delle seguenti situazioni che richiedono un rapporto diadico è importante che all'asilo nido il bambino possa relazionarsi con lo stesso educatore?

A) Il momento del cibo, del cambio e del sonno. B) Il momento del gioco con i pari. C) La libera esplorazione degli ambienti. D) L'arrivo del famigliare a fine giornata.

1165. La giornata dei bambini al nido presenta occasioni diverse di apprendimento sociale con gli adulti e i pari. In considerazione di ciò è importante che l'educatore curi:

A) L'organizzazione di attività sia in piccoli sia in grandi gruppi. B) L'igiene e l'abbigliamento dei bambini affidatigli. C) Il proprio "bon ton" al fine di dare il buon esempio. D) L'equa distribuzione di attività e materiali tra i vari bambini.

1166. Quale tra queste attività NON rappresenta una parte integrante del lavoro degli educatori di un asilo nido? A) La consultazione con il pediatra del bambino. B) L'aggiornamento professionale. C) Gli incontri con le famiglie. D) Il confronto con i colleghi.

1167. Con riferimento alle dinamiche relazionali che il bambino sviluppa durante le attività all'asilo nido, per "trasmissione verticale" si intende:

A) Il complesso di conoscenze che l'adulto può trasmettere al bambino. B) L'apprendimento che avviene passando dal concetto generale a quello particolare. C) Le conoscenze che il bambino apprende dai propri coetanei. D) L'apprendimento che avviene passando dal concetto particolare a quello generale.

1168. Il ruolo dell'educatore nel gruppo dei "piccoli" è di sostegno a: A) La scoperta dell'ambiente e dell'altro. B) La promozione specifica dell'area creativa. C) L'apprendimento del linguaggio. D) Il potenziamento delle competenze grafiche.

1169. L'educatore della sezione dei "piccoli", per favorire lo sviluppo delle abilità comunicativo-sociali, progetta esperienze e giochi quali:

A) Dialoghi, scambi comunicativi e messaggi NON verbali. B) Attività grafiche e giochi con l'acqua. C) Giochi con la musica e attività pittoriche. D) Filastrocche musicali e attività con grandi giochi.

1170. L'educatore del nido deve progettare le esperienze tenendo conto dei legami che intercorrono tra lo sviluppo cognitivo e quello emotivo relazionale, quindi dovrà:

A) Valutare le ricadute di uno sull'altro poiché sviluppo cognitivo ed emotivo-relazionale sono interconnesi e si influenzano reciprocamente.

B) Progettare attività distinte poiché sviluppo cognitivo ed emotivo-relazionale sono ambiti indipendenti e NON connessi. C) Progettare ed eseguire per prime esperienze di tipo cognitivo poiché lo sviluppo di queste abilità precede e stimola lo sviluppo

emotivo-relazionale. D) Progettare ed eseguire per prime esperienze di tipo emotivo-relazionale poiché lo sviluppo di queste abilità precede e stimola lo

sviluppo cognitivo. 1171. Il lavoro educativo nella progettazione verte sulla costruzione:

A) Di un contesto conosciuto e riconoscibile capace di dare un senso alle azioni dei bambini. B) Di relazioni interpersonali efficaci. C) Del rapporto di fiducia tra adulto e bambino. D) Di un rapporto affettivo che compensa la paura del distacco.

1172. All'educatore del nido competono diverse funzioni che si esplicano: A) In un continuum tra cura e accudimento e funzioni metodologiche e didattiche. B) In un insieme di funzioni di cura e accudimento. C) In un insieme di funzioni metodologiche e didattiche. D) In un insieme di capacità umane, culturali e relazionali.

1173. Le competenze relazionali dell'educatore del nido consentono al bambino di: A) Sentirsi rassicurato e sostenuto nel suo percorso evolutivo. B) Sentirsi accudito e rassicurato come a casa, così da NON avvertire il distacco dal genitore. C) Instaurare un rapporto privilegiato con una figura adulta che riesce a sostituire il genitore. D) Sentirsi sicuro poiché qualcuno lo protegge nei momenti sociali più intensi e difficili da affrontare.

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1174. Quali giochi ed esperienze predispone l'educatore, per la sezione dei "medi", per favorire lo sviluppo delle abilità percettivo-motorie?

A) Giochi di movimento, manipolativi e con il corpo, attività grafico-pittoriche. B) Giochi che prevedono l'afferrare e l'esplorare oggetti, nonché il movimento del gattonare. C) Giochi di manipolazione, esplorazione degli oggetti, per consolidarne gli schemi d'azione. D) Giochi con la musica e i libri, per iniziare ad apprendere l'uso di frasi complesse.

1175. Il compito dell'educatore del nido è favorire nel bambino l'apprendimento attraverso: A) La relazione positiva del bambino con l'ambiente, con gli altri, in una dimensione di fluidità e varietà delle situazioni. B) La sperimentazione di esperienze proposte in un rapporto privilegiato del bambino con l'educatore di riferimento. C) La realizzazione di attività progettate e svolte in piccoli gruppi con la collaborazione di tutti gli educatori. D) La costruzione di un ambiente protetto dove sperimentare e sviluppare la sua identità in un rapporto privilegiato con l'educatore.

1176. Al nido è necessario prevedere una pluralità di esperienze educative tenendo presente che le diverse aree di esperienza sono:

A) Interagenti le une sulle altre, quindi nessuna dovrà prevalere sull'altra. B) Indipendenti le une dalle altre, ma alcune da privilegiare. C) Indipendenti le une dalle altre, quindi progettabili separatamente. D) Interagenti le une sulle altre, ma alcune da privilegiare.

1177. Le competenze relazionali entrano in gioco nei momenti di equipe quando l'educatore del nido è chiamato: A) Ad operare uno scambio e confronto di idee, punti di vista, emozioni ed aspettative per giungere ad una progettazione

condivisa. B) Ad operare un confronto che, nella diversità di ruoli e funzioni, condurrà a scelte operative distinte e separate. C) A sostenere e promuovere le proprie scelte educative indipendenti e relative all'ambito della propria sezione. D) A sostenere e promuovere la propria progettazione didattica ed educativa al fine di renderla condivisa ed attuata dal gruppo.

1178. Qual è il compito principale del gruppo di lavoro del nido? A) Allestire spazi e prevedere tempi per rispondere ai bisogni dei bambini e promuoverne lo sviluppo. B) Allestire uno spazio ed un tempo di accudimento il più possibile simile a quello familiare. C) Progettare esperienze significative che NON facciano sentire al bambino il distacco dai genitori. D) Progettare esperienze significative per promuovere l'ambientamento del bambino.

1179. L'equipe educativa o collettivo del nido è un organo di gestione composto: A) Da tutti gli operatori della struttura. B) Dai rappresentanti degli operatori della struttura. C) Da tutti gli educatori della struttura. D) Da tutti gli operatori della struttura e dai rappresentanti dei genitori.

1180. In ambito percettivo-motorio, quali giochi ed attività l'educatore del nido progetta per la sezione dei "piccoli"? A) Giochi che prevedono l'afferrare, l'esplorare oggetti e il movimento del gattonare. B) Giochi di movimento, manipolativi che richiedono condotte motorie complesse. C) Giochi che prevedono l'utilizzo di tunnel, scale, scivoli per la coordinazione motoria. D) Giochi di esplorazione, di costruzione per scoprire le funzioni simboliche degli oggetti.

1181. La consapevolezza delle proprie emozioni, consente all'educatore del nido di: A) Conoscerle in maniera profonda ed autentica, così da poter aiutare il bambino a "leggere" le proprie. B) Conoscerle, ma tenerle sotto controllo NON esprimendole così da aiutare il bambino a controllare le proprie. C) Conoscerle così da NON esserne condizionato e aiutare il bambino a NON essere condizionato dalle proprie. D) Conoscerle e dimostrare al bambino, usando il linguaggio, il modo di esprimere le proprie a parole.

1182. L'educatore deve predisporre la sezione dei "medi" e quella dei "grandi" in modo da: A) Strutturare angoli diversificati per consentire la realizzazione di una pluralità di attività. B) Strutturare angoli morbidi con tappetoni. C) Strutturare angoli in base alle richieste dei bambini. D) NON strutturare angoli in maniera preordinata per poter cambiare giornalmente la disposizione.

1183. Al nido progettare un'attività di narrazione significa: A) Strutturare le attività, i tempi, gli spazi e le modalità in riferimento al mondo reale e/o irreale che la storia o la favola evoca. B) Strutturare le attività facendo riferimento ai personaggi della storia o della favola. C) Indurre il bambino ad immedesimarsi col protagonista della storia o della favola. D) Far diventare gli educatori come i personaggi della storia o della favola in modo che ne assumano le caratteristiche.

1184. Per favorire nel bambino atteggiamenti di esplorazione e ricerca, l'educatore è chiamato: A) Ad assumere un atteggiamento empatico che alimenta il senso di sicurezza e il piacere della conoscenza. B) A riconoscere le emozioni del bambino e farsene carico, al fine di renderlo più aperto verso la conoscenza. C) A strutturare percorsi di apprendimento strettamente cognitivi che risulteranno emotivamente più accessibili al bambino. D) A strutturare percorsi ed esperienze in cui emozioni e sentimenti sono impliciti, per NON confondere o impaurire il bambino.

1185. Un educatore al termine delle attività dovrebbe: A) Coinvolgere i bambini nel riordinare lo spazio e i materiali. B) Mettere a posto personalmente, qualora i bambini NON provvedano di loro iniziativa. C) Chiamare il personale ausiliario affinché provveda al riordino dei locali. D) Lasciare lo spazio esattamente come si trova e aspettare che i bambini, di loro iniziativa, provvedano al riordino.

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1186. Per favorire l'inserimento del bambino al nido l'educatore deve promuovere: A) L'ascolto e l'accoglienza, attraverso i quali educatore, genitore e bambino imparano progressivamente a conoscersi. B) L'accoglienza del bambino per favorire lo sviluppo del suo senso di appartenenza. C) L'avvicinarsi progressivo del bambino al contesto interpersonale per sviluppare il suo progressivo adattamento sociale. D) L'avvicinarsi del bambino e del genitore all'educatore condividendo progressivamente le loro modalità di comunicazione.

1187. Nella stesura della programmazione, l'educatore del nido deve: A) Prevedere l'alternanza di attività guidata e gioco libero. B) Tenere in considerazione le necessità delle famiglie. C) Conoscere il numero dei bambini presenti ogni giorno. D) Considerare la fruibilità degli spazi interni al nido.

1188. La dimensione della cura nel lavoro dell'educatore: A) Deve essere NON intrusiva e rispettosa del bambino. B) Deve essere standardizzata perché tutti i bambini sono uguali. C) Può essere anche un po' intrusiva per comprendere meglio le caratteristiche del bambino. D) Può essere rigidamente organizzata e pianificata per meglio distribuire i carichi di lavoro.

1189. L'educatore della sezione dei "grandi", per lo sviluppo delle abilità percettivo-motorie, deve prevedere giochi ed esperienze quali:

A) Utilizzo di tunnel, scale, scivoli, costruzioni per favorire la coordinazione motoria e l'acquisizione di concetti spaziali. B) Giochi che prevedono l'afferrare e l'esplorare oggetti, nonché il movimento del gattonare. C) Giochi di manipolazione ed esplorazione di oggetti presenti ma nascosti. D) Giochi come nascondino e "cu-cu", per l'acquisizione del concetto della permanenza dell'oggetto.

1190. L'educatore del nido deve curare la propria formazione relativamente alle competenze relazionali che riguardano: A) L'abilità di ascoltare e farsi ascoltare, di progettare e lavorare in gruppo, di condividere i valori educativi. B) L'abilità di entrare in contatto col bambino, di saperlo ascoltare e comprenderne i bisogni. C) L'abilità di saper lavorare in gruppo con altri operatori e di agire col gruppo di bambini. D) L'abilità di relazionarsi col bambino, di ascoltarlo e di fungere da sostituto genitoriale.

1191. L'educatore della sezione dei "piccoli", per favorire lo sviluppo delle abilità cognitive, progetta esperienze e giochi quali: A) Giochi di manipolazione ed esplorazione degli oggetti, per consolidare gli schemi d'azione e loro funzionalità. B) Giochi di esplorazione con l'acqua, la sabbia, le costruzioni, per scoprire le molteplici funzioni di un oggetto. C) Giochi allo specchio e giochi di ruolo, per favorire lo sviluppo del pensiero simbolico e astratto. D) Attività grafico-pittoriche e giochi con le parole per scoprirne l'uso semantico e fonetico.

1192. L'educatore della sezione dei "grandi", per favorire lo sviluppo delle abilità cognitive, progetta esperienze e giochi quali:

A) Giochi allo specchio, giochi con materiale strutturato, attività di drammatizzazione, per lo sviluppo del pensiero logico-astratto. B) Giochi di manipolazione, esplorazione degli oggetti, per consolidare gli schemi d'azione e loro funzionalità. C) Giochi strutturati da svolgere esclusivamente in sezione ed in piccolo gruppo. D) Giochi NON strutturati da svolgere esclusivamente nell'ambito del grande gruppo.

1193. L'educatore al nido, nella scelta delle attività, delle procedure, dei materiali, deve tenere sempre presente che: A) Potrebbe essere necessario riformulare obiettivi, dilazionare i tempi ed i ritmi di svolgimento delle esperienze. B) Gli obiettivi, i tempi ed i ritmi di svolgimento delle esperienze sono formulati a priori e NON modificabili. C) Potrebbe accadere che solo una parte del gruppo fruisca delle esperienze e consolidi gli apprendimenti. D) Gli obiettivi, i tempi ed i ritmi di svolgimento delle esperienze NON dovranno essere fissati a priori.

1194. Al nido, l'educatore deve favorire i processi di socializzazione tra pari poiché il bambino: A) Inizia a discriminarsi e a costruire la propria individualità attraverso il confronto con gli altri. B) Impara a riconoscersi negli altri e ad essere come loro attraverso un processo di identificazione. C) Impara, attraverso il confronto, a tenere sotto controllo le proprie pulsioni ed i propri bisogni. D) Inizia a distaccarsi dalle figure genitoriali e dall'educatore di riferimento attraverso l'osservazione degli altri.

1195. L'educatore deve preparare il momento del congedo e del ritorno a casa attraverso modalità che: A) Sollecitano nel bambino il desiderio di incontrare i genitori preparandolo a lasciare attività e persone del nido. B) Sollecitano nel bambino il desiderio di muoversi facendolo avvicinare alla porta d'uscita. C) Sollecitano momenti affettivi tra bambini ed educatori di riferimento. D) Sollecitano l'abbandono delle attività anche se NON ancora terminate.

1196. La relazione educativa si esplica anche attraverso l'affettività, ovvero attraverso la capacità dell'educatore di: A) Cogliere ed assegnare significati alla comunicazione verbale e NON verbale e rispondervi adeguatamente. B) Accudire, occuparsi del bambino e dei suoi bisogni in maniera amorevole soprattutto nelle attività di routines. C) Attaccamento al bambino esplicitata a livello verbale e NON verbale nel momento del commiato. D) Attaccamento a ciascun bambino esplicitato con comportamenti verbali e condiviso nel gruppo di lavoro.

1197. Se un bambino ha una crisi di rabbia, si butta a terra e batte i pugni, l'educatore dovrebbe: A) Essere presente, attento e disponibile ma intervenire solo dopo la fase acuta. B) Far finta che NON accada nulla. C) Essere presente e fermare con decisione il bambino. D) NON essere presente perché la crisi si attenui.

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1198. Il gruppo di educatori del nido attraverso la programmazione: A) Analizza i bisogni, vaglia le risorse e definisce le attività che sostengono le pratiche educative. B) Analizza le competenze individuali e definisce le caratteristiche di ciascun bambino. C) Analizza i bisogni del bambino e della famiglia, per definire le attività che saranno svolte al nido. D) Analizza le potenzialità del gruppo riferendosi a modelli di sviluppo teorici e standardizzati.

1199. Predisponendo lo svolgimento di attività in "grande gruppo", l'educatore deve: A) Creare un momento di socializzazione spontanea e favorire le interazioni tra pari. B) Verificare la generalizzazione degli apprendimenti. C) Prendere in considerazione le attività svolte in precedenza. D) Creare momenti di allegria e gioco spontaneo.

1200. L'educatore, nel progettare le attività di tipo cognitivo, deve essere consapevole che queste inducono nel bambino un'"ansia conoscitiva", ovvero producono:

A) Un forte coinvolgimento emotivo che spinge il bambino verso la conoscenza e l'esplorazione. B) Una paura del bambino ad affrontare nuove esperienze e conoscenze e a rifugiarsi "tra le braccia" dell'educatore. C) Un forte coinvolgimento emotivo che spinge il bambino a chiudersi alle relazioni coi coetanei. D) Una forte insicurezza verso possibili nuovi apprendimenti mai sperimentati in precedenza.

1201. L'educatore al nido, relativamente agli apprendimenti, ha il compito di: A) Promuovere nel bambino curiosità e interesse, per favorire processi di co-costruzione della conoscenza. B) Proporre al bambino più esperienze possibili, per consentirgli di sperimentare in più ambiti. C) Proporre esperienze e materiali, per consentire al bambino il raggiungimento dei livelli di sviluppo relativi all'età. D) Organizzare esperienze diversificate ma omogenee per tutti i bambini in relazione alle preferenze da loro espresse.

1202. L'educatore del nido deve strutturare la sezione dei "piccoli" utilizzando: A) Materiali percettivamente organizzati che veicolino intimità e protezione. B) Materiali scelti in base alla programmazione e al proprio gusto personale. C) Materiali dai colori vivaci scelti anche dai bambini. D) Materiali morbidi e accoglienti, dai colori tenui.

1203. L'educatore al nido nella progettazione relativa alle diverse fasce di età dei bambini (piccoli, medi e grandi) deve avere una visione integrata dello sviluppo, ovvero deve prevedere:

A) Esperienze che tengano conto sia dello sviluppo cognitivo che di quello relazionale ed emotivo. B) Esperienze unilaterali per ciascun ambito di competenze separando sviluppo cognitivo e affettivo. C) Principalmente esperienze che facciano riferimento ai processi cognitivo-razionali. D) Principalmente esperienze che facciano riferimento ai processi affettivo-relazionali.

1204. L'educatore dell'asilo nido periodicamente verifica: A) Lo stato di usura dei giochi. B) L'ordine e la sicurezza dei giochi. C) Il numero dei giochi presenti nella struttura. D) Che ogni mese ci siano giochi nuovi.

1205. L'educatore del nido deve essere capace di: A) Trasformare i principi educativi in azioni pedagogiche e in eventi intenzionali. B) Interagire col bambino e far fronte ai suoi bisogni quotidiani e a quelli della famiglia. C) Occuparsi del bambino attraverso la cura quotidiana e la risposta ai suoi bisogni primari. D) Diventare un valido sostituto dei genitori nei periodi della loro assenza.

1206. Nei confronti del bambino l'educatore esercita la funzione di cura, che è legata: A) Ad un insieme di azioni che favoriscono lo sviluppo del legame di attaccamento. B) All'insieme delle azioni di tipo materiale quali pulire, cambiare, ecc. C) Alla capacità di rispondere in maniera immediata ai bisogni del bambino. D) All'insieme di azioni che riguardano lo svolgimento delle routine.

1207. All'educatore del nido è richiesto di svolgere nei confronti del bambino, una funzione di continuità con la famiglia che si attua attraverso:

A) Diverse azioni specifiche di cura fisica, emotiva e di maternage. B) Diverse azioni specifiche di cura fisica, come sostituto del genitore. C) Diverse azioni di scambio e incontro tra genitori ed esperti. D) Diverse azioni formative rivolte ai genitori che acquisiscono le modalità educative della struttura.

1208. Le competenze relazionali dell'educatore entrano in gioco anche nei momenti di interazione del bambino col gruppo dei pari; in questo contesto l'educatore del nido è chiamato:

A) Ad armonizzare le caratteristiche dei diversi bambini, riconoscendo e valorizzando le unicità. B) Ad omogeinizzare le caratteristiche personali valorizzando ed evidenziando quelle comuni e condivise. C) Ad evidenziare le caratteristiche comuni al fine di rendere l'esperienza riconducibile ad un progetto generale. D) A separare le peculiarità di ciascun bambino, evidenziando l'eccezionalità delle differenze individuali.

1209. Il bambino al nido è soggetto attivo, capace e competente; per questo l'educatore deve progettare esperienze: A) Diversificate per età che favoriscono lo sviluppo di competenze esplorative, di espressione, di interazione, di comunicazione. B) Diversificate per età poiché i bambini hanno bisogno di esperienze specifiche e in piccoli gruppi. C) NON diversificate a seconda dell'età poiché i bisogni dei bambini NON dipendono dall'età cronologica, ma dalla competenza. D) NON diversificate a seconda dell'età per far sì che i bambini imparino ad adattarsi a qualsiasi contesto.

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1210. Quali sono le competenze professionali richieste agli educatori del nido? A) Conoscenze psicopedagogiche, capacità progettuali e relazionali. B) Competenze psicopedagogiche, capacità progettuali e capacità di accudimento. C) Capacità di accudimento e armonizzazione dei conflitti. D) Competenze psicopedagogiche e relative agli argomenti inerenti la prima infanzia.

1211. Le competenze relazionali richieste all'educatore del nido sono: A) Potenziate da un percorso autoconoscitivo finalizzato alla scoperta di sé. B) Innate, ovvero già presenti nell'educatore che con l'esperienza può "affinarle". C) Oggetto di apprendimento, attraverso lo studio di manuali teorici specifici e la frequenza di corsi. D) Innate, ovvero presenti nell'educatore che può migliorarle con la formazione e lo studio.

1212. L'educatore può organizzare le sezioni in maniera orizzontale, ovvero con: A) Bambini di età omogenea. B) Bambini di età diverse ma con competenze simili. C) Bambini di età diverse con competenze differenti. D) Bambini di età omogenea e dello stesso sesso.

1213. Al nido, nel rapporto educativo assume importanza la capacità dell'educatore di stabilire un contatto emozionale col bambino; ciò significa che:

A) Le emozioni dell'adulto e quelle del bambino si "toccano" e interagiscono. B) Le emozioni dell'adulto NON devono "toccare" ed interagire con quelle del bambino. C) Le emozioni del bambino devono trovare spazio, mentre quelle dell'educatore devono essere controllate. D) Le emozioni del bambino devono essere riconosciute dall'adulto che cerca, però, di NON farle emergere.

1214. Per favorire lo sviluppo delle abilità comunicativo-sociali, l'educatore della sezione dei "grandi" progetta: A) Attività di lettura, racconto e narrazione per favorire la produzione di frasi complesse. B) Dialoghi, scambi comunicativi e uso di segnali NON verbali. C) Giochi NON strutturati da svolgere esclusivamente in sezione ed in piccolo gruppo. D) Giochi NON strutturati da svolgere in sezione e/o in grande gruppo.

1215. Indipendentemente dall'età del bambino che frequenta il nido, l'educatore deve progettare esperienze che tengano conto:

A) Dei diversi domini dello sviluppo. B) Soprattutto di determinati ambiti a seconda delle propensioni del bambino. C) Di stimolazioni varie a seconda delle competenze del bambino, senza eccessivo impegno. D) Di stimolazioni che, a seconda del modello teorico di riferimento, privilegino un ambito di esperienza o un altro.

1216. Il contatto fisico tra educatore del nido e bambino è: A) Uno degli strumenti comunicativi più importanti. B) Un mezzo di comunicazione poco efficace. C) Un veicolo di sentimenti troppo complessi per un bambino piccolo. D) Una prassi da limitare al minimo per NON creare nel bambino confusione sui "ruoli".

1217. Per favorire lo sviluppo delle abilità cognitive, l'educatore nella sezione dei "medi" progetta: A) Giochi di esplorazione con l'acqua, la sabbia, le costruzioni, per favorire la scoperta delle molteplici funzioni di un oggetto. B) Giochi di manipolazione, di esplorazione degli oggetti, per consolidare gli schemi d'azione. C) Giochi NON strutturati che prevedono piccoli movimenti nello spazio della sezione. D) Giochi strutturati che prevedono il potenziamento della motricità fine.

1218. L'educatore del nido ha il diritto/dovere ad una formazione permanente finalizzata a: A) Arricchire le conoscenze, valorizzare l'esperienza e alimentare il sapere professionale. B) Accrescere le conoscenze ed approfondire le tematiche educativo didattiche. C) Favorire la capacità e le competenze organizzativo-progettuali e le abilità gestionali. D) Ampliare le conoscenze e sviluppare le funzioni di cura nei confronti di bambini e famiglie.

1219. L'educatore del nido è chiamato a svolgere, oltre al lavoro educativo col bambino, un lavoro di equipe che è finalizzato ad elaborare:

A) Il progetto pedagogico declinandolo in programmazione educativa e didattica, prevedendo strategie e strumenti di valutazione. B) Il progetto annuale di inserimento in maniera collegiale ed armonizzare le diverse progettazioni delle sezioni. C) I progetti pedagogici relativi alle diverse sezioni prevedendo strategie e strumenti per ciascuna sezione. D) Il progetto pedagogico lasciando agli educatori di sezione il compito di stendere le diverse programmazioni per le singole

sezioni. 1220. Uno stile comunicativo autoritario:

A) Caratterizza comportamenti adulti rigidamente impositivi e di scarsa propensione all'ascolto. B) É caratterizzato da una grande disponibilità all'ascolto e quindi efficace con i bambini. C) Risulta ideale nell'apprendimento collaborativo tra pari con gli adulti, meno con i bambini. D) Coincide con lo stile comunicativo autorevole e quindi risulta efficace nella comunicazione.

1221. L'aspettativa di un educatore rispetto allo sviluppo di un bambino: A) Può avere effetti sulla evoluzione del bambino. B) Risulta ininfluente sull'evoluzione del bambino. C) Determina il futuro scolastico del bambino. D) Sostiene i processi di apprendimento dei bambini.

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1222. Un educatore di asilo-nido: A) Deve riconoscere la possibile ambivalenza dei propri sentimenti verso i bambini. B) Deve assolutamente provare sentimenti positivi per tutti i bambini. C) Deve esprimere liberamente la propria disapprovazione nei confronti di chi si comporta male. D) Deve fingere di provare sentimenti positivi anche se si trova a vivere sentimenti ostili.

1223. Un bambino particolarmente curioso, esplorativo: A) Deve poter trovare proposte di attività più complesse. B) Non deve assolutamente essere elogiato in modo esplicito. C) Deve essere costantemente elogiato e premiato per motivarlo. D) Deve svolgere le stesse attività degli altri bambini.

1224. Nei confronti dei bambini di 3 anni, un obiettivo può essere quello di: A) Mettere i bambini nella condizione di costruire autonomamente nuove conoscenze. B) Correggere le teorie scientifiche ingenue elaborate autonomamente dai bambini. C) Trasmettere i concetti principali, seppure semplificati, adattati alle competenze dei bambini, le scienze. D) Consolidare le conoscenze dei bambini e le loro competenze per i successivi apprendimenti.

1225. In termini organizzativi dobbiamo ricordare che qualsiasi attività: A) Necessita di materiali adeguati alle abilità del bambino. B) Va prevista nella durata complessiva e nelle singole fasi. C) Può pregiudicare il percorso educativo di un bambino. D) É in grado di gestire autonomamente i tempo educativi.

1226. L'atttività di documentazione del lavoro svolto è professionalmente utile: A) Per poter "ritornare" e riflettere su quanto compiuto e da ciò imparare. B) Per catalogare i materiali sulla base delle competenze dell'età e del lavoro. C) Agli educatori che intendono avvalersi delle nuove teconologie internet. D) Solo ed esclusivamente ai coordinatori educativi ed alle famiglie.

1227. L'organizzazione delle attività dovrebbe prevedere: A) Una eterogeneità equilibrata tra situazioni individuali e situazioni di gruppo. B) Prevalentemente modalità di rapporto individuale come all'inizio dell'anno. C) Esclsuivamente modalità di lavoro in piccoli gruppi omogenei per età. D) Un'assoluta omogeneità di modalità per evitare confusioni nel bambino.

1228. Gli incontri assidui dei genitori con gli educatori: A) Favoriscono comprensione reciproca e fiducia. B) Favoriscono le attività di routines del nido. C) Possono essere sintomo di un clima di diffidenza. D) Possono mettere in dubbio la professionalità degli educatori.

1229. Il modo più semplice per coinvolgere i genitori è : A) Un' informazione frequente sui bambini e sulle attività. B) Proporre loro un ruolo nella gestione delle attività del nido. C) Organizzare interventi formativi diretti ai genitori. D) Favorire la partecipazione ad associazioni familiari.

1230. Il primo momento in cui è espressa la continuità tra nido e famiglia è quello: A) Dell' accoglienza/inserimento. B) Dell' iscrizione. C) Dell' informazione sulle attività e le regole del nido. D) Della scelta del nido.

1231. La partecipazione familiare deve scaturire: A) Da un lavoro condiviso tra genitori e educatori. B) Da un impegno significativo delle famiglie. C) Da un lavoro condiviso tra i genitori del bambino. D) Dallo sforzo degli educatori.

1232. Il nido per favorire le relazioni con le famiglie può: A) Creare sempre nuove occasioni di incontro (iniziative, feste, corsi..). B) Affidare ai genitori la stesura del progetto educativo innovativo. C) Creare ruoli professionali nei quali coinvolgere i genitori. D) Richiedere l'intervento di esperti di processi educativi esterni al nido.

1233. Gli stili e i modelli educativi propri della famiglia: A) Devono essere rispettati e tenuti in considerazione dall'educatore. B) Devono essere considerati solo in presenza di bambini che presentino problematiche di adattamento. C) Devono essere valutati dall'educatore per evitare che possano influenzare il contesto educativo. D) Devono essere tutelati dall'educatore e riprodotti nel contesto educativo del nido.

1234. Perché si realizzi un clima di fiducia e dialogo tra educatori e famiglia è necessario che: A) I dialoganti riescano a superare il limite di ragioni e interessi personali. B) Il coinvolgimento dei genitori NON sia pressante. C) I genitori siano coinvolti anche nella gestione delle attività del nido. D) Gli educatori rispondano sempre positivamente alle richieste della famiglia.

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1235. Con il "patto educativo" tra educatori e genitori: A) Si condivide ed accetta il progetto educativo del nido attraverso una corresponsabilità nell'attuazione del progetto stesso. B) La famiglia accetta il progetto educativo del nido. C) Gli educatori accettano il progetto educativo della famiglia e si impegnano a continuarlo. D) La famiglia delega agli educatori la realizzazione del progetto educativo per i propri figli.

1236. La relazionalità tra genitori ed educatori: A) Arricchisce la capacità del nido di assolvere al suo compito educativo. B) Condiziona la programmazione del nido. C) Contribuisce essenzialmente ad aumentare le competenze professionali dell'educatore. D) Porta la famiglia a modificare il suo stile educativo.

1237. Cooperare in relazione al rapporto nido-famiglia significa: A) Operare insieme per il raggiungimento di una determinata finalità. B) Lavorare in gruppo. C) Gestire insieme la progettazione educativa. D) Collaborare nei momenti di necessità.

1238. I genitori dei bambini devono essere considerati come: A) Partner con i quali collaborare. B) "Clienti" che acquistano un servizio. C) Soggetti da indirizzare nel processo educativo. D) Interlocutori da soddisfare.

1239. L'accoglienza dei genitori al nido è: A) Il primo momento in cui si stabilisce la relazione tra nido e famiglia. B) Semplicemente un momento di routine. C) Il momento dedicato agli adempimenti delle pratiche burocratiche. D) Il momento della "presa in carico" del bambino da parte del nido.

1240. Lo stile educativo dei genitori che meglio permette una continuità/collaborazione con il nido e gli educatori è quello: A) Autorevole. B) Autoritario. C) Permissivo. D) Autonomo.

1241. É importante che educatori e famiglia lavorino insieme in quanto: A) Sono accomunati dal fatto di mirare entrambi allo sviluppo della personalità dei bambini ed al loro inserimento sociale. B) Gli educatori senza il contributo dei genitori NON avrebbero tutte le conoscenze necessarie per svolgere il loro lavoro. C) Senza una stretta collaborazione con le famiglie sarebbe impossibile realizzare un progetto educativo. D) I genitori senza l'apporto degli educatori NON saprebbero assolvere pienamente il loro compito educativo.

1242. L'obiettivo della promozione del rapporto tra nido e famiglia è una: A) Collaborazione attiva. B) Presenza costante. C) Delega reciproca. D) Cooperazione primaria.

1243. La partecipazione a livello individuale dei genitori si realizza: A) Negli incontri, nei colloqui e nelle assemblee. B) Negli organi di gestione. C) Nelle associazioni familiari. D) Nei momenti formativi organizzati per i genitori.

1244. Tra nido e famiglia si deve realizzare una continuità: A) Formativa. B) Progettuale. C) Valoriale. D) Sociale.

1245. La famiglia del bambino dovrebbe partecipare all'intervento educativo del nido.... A) Collaborando costantemente con l'equipe di educatori. B) Collaborando in occasione di feste ed uscite. C) Agendo accanto all'educatore del nido e agli altri membri della struttura. D) Fornendo indicazioni sulle modalità di programmazione da attuare nel nido.

1246. La partecipazione dei genitori al nido: A) Deve essere programmata e organizzata. B) Deve essere spontanea. C) Deve essere iniziativa delle famiglie. D) NON deve essere programmata con eccessiva continuità.

1247. L'asilo nido deve perseguire i propri fini: A) Collaborando con le famiglie. B) Sostituendosi alle famiglie. C) Collaborando con le famiglie per le verifiche delle attività. D) Progettando secondo le indicazioni delle famiglie.

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1248. L'atteggiamento di ascolto da parte degli educatori del nido nei confronti dei singoli membri della famiglia contribuisce: A) A creare uno spazio in cui l'altro si possa sentire accettato e compreso. B) A rafforzare le convinzioni dell'altro. C) A definire la relazione in modo strutturato e chiaro. D) Ad eliminare i pregiudizi da parte dell'altro.

1249. L'organizzazione da parte del nido di momenti formativi rivolti alle famiglie è: A) Un modo per favorire la partecipazione. B) Finalizzata a risolvere le difficoltà dei genitori nello svolgere il loro ruolo educativo. C) Un modo per indirizzare lo stile educativo della famiglia. D) Una proposta di soluzione alle difficoltà nei rapporti educatori-genitori.

1250. La relazione tra educatori del nido e famiglia dovrebbe essere: A) Cooperativa. B) Amicale. C) Giocosa. D) Intima.

1251. Famiglia e nido sono due contesti: A) Complementari. B) Interscambiabili. C) Conformi. D) Di continuità educativa.

1252. La relazione con le famiglie, nel nido, è assicurata da: A) Modalità articolate e flessibili di incontro e di collaborazione. B) Calendari di incontro affissi all'albo del nido. C) Piani definiti all'inizio dell'anno. D) Una programmazione pianificata.

1253. Tra famiglia-nido-bambino è importante che si instauri un rapporto di: A) Circolarità. B) Linearità. C) Continuità. D) Dipendenza.

1254. La partecipazione dei genitori a livello rappresentativo si realizza quando essi: A) Svolgono una funzione di tipo consultivo in rappresentanza di tutti i genitori. B) Fanno parte di associazioni familiari. C) Partecipano alle attività di programmazione del nido. D) Partecipano alle assemblee e ai colloqui.

1255. Nell'ambito delle relazioni familiari, l'educatore del nido dovrà considerare... A) Le storie, i vissuti e i valori di cui è portatrice la famiglia. B) La necessità di modificare i ruoli al suo interno. C) Le regole errate da correggere. D) Le storie dei singoli.

1256. Una buona relazione educativa con la famiglia migliora: A) I risultati dell'intervento educativo di tutta la struttura. B) La sicurezza nel bambino nel nido. C) La sicurezza nell'educatore del nido. D) La sistematicità dei modelli educativi.

1257. I genitori sono coinvolti nella gestione del nido quando: A) Hanno un ruolo all'interno degli organi di gestione (comitati di gestione). B) Hanno frequenti contatti con gli educatori. C) Pagano una retta per la frequenza. D) Si occupano dell'amministrazione del nido.

1258. La relazione con le famiglie dei bambini del nido: A) Va sempre ricercata anche se può essere difficoltosa ed impegnativa. B) É sempre positiva e priva di difficoltà. C) Va incentivata direttamente dagli educatori nei casi in cui il bambino si trovi in situazioni di disagio. D) Va promossa dall'educatore come occasione di arricchimento per le famiglie.

1259. Quando si rapporta alla famiglia l'educatore del nido ha necessità di: A) Capirne le regole, i riti e i miti che la caratterizzano. B) Ricercare il massimo delle informazioni prima di conoscerla. C) Interpretare a suo modo le dinamiche relazionali. D) Sviluppare una visione di sistema che tenga conto della sua situazione socio economica.

1260. Educatori e famiglia, nella loro collaborazione, devono sempre tenere presente la centralità: A) Del bambino. B) Degli obiettivi. C) Dei loro ruoli. D) Dei metodi educativi.

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1261. Al fine di stabilire un clima costruttivo con la famiglia è necessario.... A) Centrare il rapporto sul ricevere (informazioni, conoscenze, ecc.) e sul dare (informazioni, documentazioni, ecc.). B) Acquisire il maggior numero possibile di informazioni sul bambino e sulla famiglia. C) Illustrare alla famiglia la programmazione del nido. D) Effettuare incontri ma soltanto se si tratta di bambini con particolari difficoltà.

1262. Nella prospettiva di collaborazione tra educatori e famiglia, le scelte didattiche: A) Restano di esclusiva competenza degli educatori. B) Possono essere suggerite dalla famiglia. C) Sono competenza dell'educatore ma devono essere vagliate e accettate dalla famiglia. D) Vengono meditate e definite in maniera congiunta da famiglia ed educatori.

1263. Per un ottimale adattamento del bambino al nido è necessario che gli operatori effettuino un colloquio con i genitori prima del suo inserimento?

A) Sì, al fine di stabilire un rapporto di fiducia tra le due istituzioni. B) Sì, per illustrare la programmazione educativa. C) Si per indirizzare la famiglia ai servizi territoriali. D) No, a meno che si tratti di bambino con particolari disagi.

1264. La continuità educativa tra famiglia ed educatori: A) Conduce ad avere una maggiore consapevolezza delle scelte e del progetto educativo. B) Presuppone che i genitori adeguino il loro stile educativo. C) Implica la sola condivisione delle scelte didattiche. D) Genera variabili che influiscono sulla scelta delle attività.

1265. I Comitati di Gestione: A) Devono assicurare la rappresentanza di tutti i soggetti coinvolti. B) Garantiscono la presenza delle famiglie utenti ed avvalorano i loro contributi. C) NON prevedono la rappresentanza del coordinatore pedagogico. D) Devono assicurare la rappresentanza dei principali interlocutori coinvolti.

1266. É importante che gli educatori coinvolgano i genitori nelle decisioni riguardanti il proprio figlio in quanto: A) Nessuno meglio di loro è in grado di conoscere difficoltà e bisogni del bambino. B) Questo evita atteggiamenti di difesa e diffidenza verso il nido. C) Il livello di soddisfazione dei genitori è determinante ai fini della progettualità didattica. D) Spetta al genitore determinare il progetto educativo dei propri figli.

1267. La base per una corretta relazione tra educatore del nido e famiglia è.... A) Il confronto come stimolo per la crescita. B) La condivisione come segno di identiche vedute. C) La libertà come sviluppo di nuove potenzialità. D) L'interazione come tendenza all'assertività.

1268. Buone relazioni tra nido e famiglia: A) Possono favorire lo sviluppo del bambino. B) Costituiscono l'unico strumento affinché gli obiettivi educativi vengano raggiunti. C) Sono garanzia di una partecipazione attiva dei genitori. D) Influenzano i risultati professionali dell'educatore.

1269. Il termine partecipazione (nella prospettiva nido-famiglia) indica: A) Condivisione di responsabilità educative e gestionali. B) Sostegno. C) Cooperazione. D) Investimento per lo sviluppo del bambino.

1270. La partecipazione delle famiglie al nido consente: A) La condivisione delle scelte educative. B) La conoscenza del progetto educativo. (rivedere commissione - come da Voi modificata la risposta ci sembra essere plausibile). C) La verifica dei processi e la verifica dei risultati dei figli. D) Il confronto con gli educatori e la verifica dell'aggiornamento del personale.

1271. La collaborazione da parte della famiglia può costituire: A) Una continuità formativa con il nido. B) Un'alternativa educativa a quella del nido. C) Un percorso che si deve attivare solo ad inizio anno. D) Un insieme di suggerimenti che l'educatore deve trasporre nelle pratiche educative.

1272. La presenza di spazi, pensati per le esigenze dei genitori, all'interno del nido: A) Può favorire le relazioni e il senso di accoglienza. B) É utile nella fase dell'inserimento. C) Può rendere difficoltoso il distacco e la separazione dal bambino. D) Può contribuire all'accoglienza ma allo stesso modo sfavorire la separazione dal bambino.

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1273. La gestione sociale permette: A) Una diretta partecipazione delle famiglie alla gestione ed al funzionamento del nido. B) Una partecipazione diretta delle famiglie alla programmazione didattica. C) Una partecipazione delle famiglie durante le attività giornaliere del nido. D) Una diretta partecipazione delle istituzioni territoriali alla gestione del nido.

1274. Nel nido il colloquio con le famiglie deve essere caratterizzato da: A) Reciprocità e complementarietà. B) Identificazione e riconoscimento. C) Distacco e astensione. D) Cordialità ma distacco.

1275. All'interno del nido è necessario che gli educatori stabiliscano un forte legame di collaborazione con la famiglia: A) Per garantire continuità e coerenza educativa. B) Per creare una relazione di armonia con le famiglie. C) Per lo sviluppo degli apprendimenti del bambino. D) Per conoscere il gruppo parentale del bambino.

1276. Nelle relazioni tra educatori del nido e famiglie è fondamentale: A) Confrontare e rispettare i propri stili educativi. B) Indirizzare le famiglie verso corrette pratiche educative. C) Seguire le indicazioni delle famiglie anche se NON sono educative. D) Esprimere lamentele alle famiglie sui loro comportamenti nei confronti del bambino.

1277. Nei confronti della famiglia l'educatore di riferimento offre la possibilità di costituire nella fase dell'ambientamento: A) Un punto di riferimento continuativo e competente che consente l'istaurarsi di un rapporto di fiducia. B) Una persona con cui scambiare opinioni e confrontarsi sulla crescita del proprio bambino. C) Un punto di riferimento competente per risolvere i problemi di salute del bambino. D) Una persona di riferimento con cui esprimere le frustrazioni dell'essere genitori.

1278. Nella comunicazione quotidiana, per coinvolgere le famiglie nel progetto educativo, l'educatore deve cercare di: A) Integrare il livello di informazione sul benessere del bambino con le esperienze vissute nella giornata. B) Limitarsi alle informazioni sul benessere del bambino perché sono le più importanti. C) Integrare le informazioni sulla routine presentando ogni giorno un lavoro fatto dal bambino. D) Consegnare giornalmente le schede tematiche esplicative dell'attività fatta durante il giorno.

1279. Il nido come servizio per le famiglie deve rivolgere il suo impegno: A) Nella costruzione di un rapporto di qualità con le famiglie. B) Nella costruzione di un rapporto di qualità con il quartiere. C) Per migliorare le famiglie. D) Per migliorare i bambini.

1280. Quando si parla di alleanza educativa tra le famiglie e gli educatori s'intende: A) Una relazione di co-educazione. B) Una relazione di indipendenza. C) Un patto educativo. D) Una relazione di subordinazione.

1281. La comunicazione con le famiglie al nido è caratterizzata: A) Dalla regolarità dei contatti. B) Dalla sporadicità dei contatti. C) Dall'informalità delle comunicazioni. D) Dalla confidenzialità delle comunicazioni.

1282. Nel caso di divergenze tra genitore ed educatore sulle strategie educative occorre: A) Che entrambi si pongano in relazione per stabilire un progetto educativo condiviso. B) Che l'educatore rispetti il parere del genitore e adatti il proprio stile educativo. C) Che il genitore sottolinei la propria autorità educativa. D) Che l'educatore continui con le proprie strategie attenendosi alla progettazione interna.

1283. Il ruolo che le famiglie dovrebbero riconoscere all'educatore è quello di: A) Un soggetto con il quale collaborare per delineare un progetto educativo per il bambino. B) Un sostituto alla gestione familiare del bambino. C) Un soggetto maggiormente qualificato al quale demandare la scelta delle strategie educative del bambino. D) Una figura orientata a far giocare il bambino.

1284. Il linguaggio tra l'educatore e i genitori dovrebbe essere: A) Chiaro, esemplificativo e propositivo nel rispetto dei diversi ruoli. B) Tecnico e nozionistico al fine di dimostrare la propria professionalità. C) Omogeneo a prescindere dai diversi casi familiari. D) Formale e distaccato al fine di mantenere delineati i ruoli.

1285. Nella comunicazione con le famiglie l'educatore deve utilizzare un linguaggio: A) Semplice e chiaro. B) Tecnico. C) Molto formale. D) Amicale.

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1286. Per dare all'educatore una corretta informazione iniziale sul bambino, un genitore deve: A) Fornire informazioni sullo stato psico-fisico del bambino e sulle sue abitudini. B) Dare informazioni sul proprio nucleo familiare. C) Fornire informazioni su eventuali altre strutture dove il bambino è stato inserito precedentemente. D) Compilare un resoconto sulla propria situazione familiare da aggiornare periodicamente.

1287. Coinvolgere i genitori nella cura dell'ambiente del nido, attraverso piccole manutenzioni o chiedendo di portare del materiale di recupero:

A) Contribuisce a rafforzare il senso di appartenenza e di condivisione dei genitori. B) Contribuisce a rafforzare le relazioni amicali tra i genitori. C) É sconsigliabile perché ciò potrebbe ostacolare la routine del nido. D) É sconsigliabile poiché potrebbe nuocere al bambino nella socializzazione con i pari.

1288. Al nido, nella relazione con i genitori risulta essere fondamentale: A) La capacità di ascolto empatico. B) L'assunzione di un ruolo autoritario. C) La capacità linguistica. D) La competenza riflessiva.

1289. La relazione tra nido e famiglia è regolata da meccanismi di gestione sociale. Ciò significa: A) Che attraverso organismi di rappresentanza le famiglie partecipano alla definizione del servizio e dei suoi contenuti. B) Che tutte le famiglie partecipano alla gestione ed al funzionamento del servizio. C) Che il Comune attraverso organismi di rappresentanza partecipa alla gestione del nido. D) Che il regolamento del nido fa riferimento ai servizi sociali.

1290. Quando il bambino compie dei progressi l'educatore: A) Deve puntualmente restituirli ai genitori. B) Deve informarli attraverso un breve resoconto scritto che documenta il suo livello di sviluppo rispetto all'età. C) Deve consigliare ai genitori un'attenzione specifica all'impegno del bambino. D) Deve cercare di forzare il comportamento del bambino per rinforzare il progresso acquisito.

1291. Per favorire una prima conoscenza delle famiglie al nido, all'inizio dell'anno è consigliabile organizzare: A) Un'assemblea con i genitori. B) Una visita al nido. C) Una festa di inizio anno. D) Un incontro con il gruppo di sezione.

1292. La continuità orizzontale riflette uno stile pedagogico basato: A) Sulla relazione e sulla promozione di un clima di coerenza fra asilo e famiglia. B) Sulla relazione di collaborazione e continuità tra scuola d'infanzia e asilo nido. C) Sulla divisione dei bambini dell'asilo nido in gruppi omogenei per età. D) Sulla divisione dei bambini dell'asilo nido in gruppi eterogenei per età.

1293. Le opinioni espresse dai genitori sul nido: A) Dovrebbero essere prese in considerazione unitamente all'osservazione dei comportamenti del bambino in ambiente educativo. B) Possono essere rilevate ma ritenute marginali in quanto falsate dalla componente affettiva. C) Devono essere ritenute parziali e secondarie rispetto all'osservazione diretta degli educatori in equipe. D) Devono essere ritenute sufficienti per diagnosticare eventuali comportamenti problematici.

1294. Quando i genitori rincontrano i figli al termine della giornata: A) Gli educatori devono accompagnare i bambini mostrando familiarità coi genitori e salutando il bambino con affabilità. B) Gli educatori devono separarsi dai bambini per evitare che si possa generare confusione sulle principali figure di attaccamento. C) Gli educatori devono consegnare ai genitori i materiali prodotti dai bambini nella giornata e un resoconto scritto delle attività. D) Gli educatori devono sedersi assieme a tutti i genitori e i bambini presenti raccontando quanto è accaduto durante la giornata.

1295. Se un genitore viene ad informarsi sulla struttura del nido assieme al suo bambino: A) L'educatore deve parlare con lui fornendo le necessarie informazioni e relazionarsi anche con il bambino cercando un iniziale

approccio. B) L'educatore deve mostrare la massima professionalità riferendosi al genitore e dando spiegazioni tecniche sui servizi offerti

dalla struttura. C) L'educatore deve intrattenere il bambino per mostrare le proprie capacità di animazione e poi rivolgersi al genitore spiegando gli

approcci educativi su cui si basa la struttura. D) L'educatore deve chiedere al genitore di tornare senza il bambino per avere un colloquio approfondito senza interruzioni.

1296. Gli scambi comunicativi tra genitori ed educatori: A) Sono intensi e frequenti. B) Devono avere una scadenza regolare, possibilmente settimanale. C) Avvengono con una riunione comune una volta al mese. D) Sono sporadici ma privati.

1297. Il miglioramento del rapporto tra genitori e nido può variare in funzione: A) Della qualità dei colloqui. B) Della qualità delle brochures sulle attività del nido. C) Dell'aspetto degli educatori. D) Delle conoscenze medico-sanitarie degli educatori.

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1298. Nel nido con i genitori che NON si incontrano spesso per cause lavorative: A) É bene stabilire degli incontri fissi con appuntamento. B) É utile descrivere i progressi del bambino e comunicarli ai genitori. C) É utile chiedere loro di delegare altri genitori per discutere i progressi del bambino. D) É necessario NON richiedere incontri per NON pregiudicare il rapporto lavorativo.

1299. Le comunicazioni degli educatori a fine giornata: A) Sono il frutto delle osservazioni da parte degli educatori sul bambino. B) Sono il resoconto di quanto ha mangiato il bambino e di eventuali malesseri riscontrati durante la giornata. C) Servono a rassicurare il bambino sul rapporto di fiducia tra genitori ed educatori. D) Servono a lenire il senso di colpa dei genitori per il distacco dal bambino.

1300. É importante che tra i genitori e gli educatori: A) Si instauri un clima positivo di collaborazione. B) Si mantenga un rapporto formale. C) Ci sia una conoscenza esterna al nido. D) Ci sia una conoscenza approfondita.

1301. Nel nido i rapporti diretti con i genitori dei bambini: A) Sono indispensabili per una corretta pianificazione del percorso educativo e per la trasparenza. B) Sono superflui se c'è un rapporto diretto con altre figure di riferimento (es. nonni). C) Sono importanti ma NON fondamentali per la pianificazione dei percorsi educativi individuali. D) Sono indispensabili per suggerire ai genitori le pratiche educative più adatte al loro bambino.

1302. Uno degli elementi costitutivi su cui si fonda la pedagogia dei nidi è: A) Il rapporto tra nido e famiglia. B) La centralità della didattica. C) La centralità del nido come unica agenzia educativa. D) La spontaneità dell'agire educativo.

1303. L'asilo nido può contribuire a sostenere la genitorialità: A) Proponendosi come occasione di crescita delle competenze pedagogiche delle famiglie. B) Alleggerendo i compiti delle famiglie e trasformando i saperi familiari. C) Proponendosi come agente educativo unico in quanto titolare di competenze educative. D) Proponendosi come luogo del sapere educativo in alternativa alle altre agenzie educative.

1304. Per instaurare una relazione positiva e costruttiva con la famiglia l'educatore: A) NON deve mai avere un atteggiamento giudicante. B) A volte deve negare la verità sul bambino. C) Deve avere sempre un atteggiamento risolutivo. D) Deve avere un atteggiamento accondiscendente.

1305. Nel nido considerare una risorsa il confronto con le famiglie permette: A) Che si realizzino forme di partecipazione attiva. B) Alle famiglie di partecipare alla routine del nido. C) Agli educatori di intessere relazioni amicali con la famiglia. D) Ai bambini di sviluppare il senso di autostima.

1306. Al nido per rispondere ai bisogni delle famiglie le occasioni di incontro e partecipazione devono essere: A) Diversificate nel tempo. B) Rare ma intense. C) Previste dal regolamento interno. D) Programmate dall'intero Comitato di gestione.

1307. Gli incontri di sezione: A) Favoriscono il confronto e lo scambio tra i genitori della stessa sezione. B) Potenziano le interazioni tra tutte le famiglie dei bambini che frequentano il nido e i rappresentanti del comitato di

partecipazione. C) Favoriscono la relazione tra genitori e educatore di riferimento. D) Valorizzano il ruolo del coordinatore pedagogico in ambito territoriale.

1308. L'asilo nido funziona attorno a una triade famiglia-bambino-educatore all'interno della quale: A) Il bambino è elemento centrale e di raccordo. B) La famiglia è elemento secondario ma di raccordo. C) La famiglia e l'elemento dominante e di raccordo. D) L'educatore è l'elemento più rilevante e di raccordo.

1309. La continuità tra nido e famiglia si basa: A) Sull'approccio relazionale tra i due agenti educativi. B) Sull'omologazione dei comportamenti. C) Sulla totale condivisione dello stile educativo. D) Sulla uniformità dei valori educativi.

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1310. Quando un bambino si fa male al nido l'educatore: A) Valuta la gravità e se necessario chiama la famiglia. B) É obbligato sempre a chiamare la famiglia immediatamente. C) Si rivolge tempestivamente al pediatra del nido. D) Si rivolge tempestivamente al pronto intervento.

1311. Quando l'educatore comunica alla famiglia che il bambino è stato morso da un compagno: A) NON riferisce il nome del bambino autore del fatto ma spiega le dinamiche del fatto. B) Riferisce il nome del bambino autore del fatto e spiega le dinamiche del fatto. C) Chiama il bambino attore del gesto a scusarsi con la famiglia. D) Si mostra allarmato e preoccupato per l'accaduto.

1312. La visita preliminare al nido ha l'obiettivo: A) Di far conoscere la struttura e informare le famiglie del progetto che sottende il servizio. B) Di far conoscere al bambino la struttura per permettere un inserimento autonomo del bambino. C) Di presentare a tutto il gruppo parentale la struttura per far sì che il nido sia una scelta condivisa. D) Di iscrivere subito il bambino all'asilo nido per fare la programmazione degli inserimenti.

1313. Le esperienze di avvicinamento al nido: A) Sono esperienze di incontro fra genitori e educatori. B) Sono esperienze di conoscenza dei bambini. C) Sono attività che facilitano l'avvicinarsi del bambino. D) Sono attività che facilitano l'avvicinarsi del territorio.

1314. Inserire un bambino al nido può generare sensi di colpa nel genitore. Come può rispondere l'educatore? A) Rassicurandolo e mettendo in evidenza le risorse del bambino. B) Rassicurandolo e mettendo in evidenza le sue competenze educative. C) Che il suo stato d'animo NON ha ragione d'esistere. D) Mostrando comprensione.

1315. La fiducia dei genitori verso gli educatori: A) Va costruita nel tempo. B) Va sottintesa. C) NON è importante quanto quella del bambino. D) É doverosa.

1316. Nel nido durante le assemblee con i genitori: A) Avviene un maggior approfondimento dei contenuti. B) Si verifica una maggiore possibilità d'ascolto empatico. C) NON c'è spazio di confronto tra le esperienze diverse. D) Il diritto di parola è riconosciuto principalmente agli educatori.

1317. Nel nido quale può essere considerato un momento informale di comunicazione con la famiglia? A) Il tempo della restituzione giornaliera. B) L'assemblea generale dei genitori. C) Il colloquio preliminare con l'educatore. D) L'iscrizione al nido.

1318. Nel nido i reali bisogni della prima infanzia sono soddisfatti con la continuità: A) Del dialogo, del confronto e della compartecipazione con le famiglie. B) Delle informazioni, delle soluzioni e delle proposte con il territorio. C) Del dialogo tra educatori e coordinatore. D) Dello scambio di idee e delle informazioni.

1319. I rapporti tra nido e famiglie sono finalizzati al rispetto: A) Delle reciproche competenze. B) Di stili educativi differenti. C) Di orari lavorativi di famiglie-educatori. D) Di atteggiamenti stereotipati.

1320. Per evitare situazioni di conflitto, nella relazione educatore-famiglia una regola implicita è: A) Tenere distinti gli ambiti di intervento. B) Essere reciprocamente accondiscendente. C) Giudicare l'operato altrui solo alla fine dell'anno. D) Suggerirsi e consigliarsi l'un l'altro sulle modalità di azione.

1321. Al nido la partecipazione delle famiglie ha come fondamento la visione del genitore come una risorsa, un'opportunità: A) In quanto portatore di competenze. B) In quanto soggetto da soddisfare. C) Perché porta il proprio figlio al nido. D) In quanto adulto.

1322. I conflitti tra educatori e genitori devono essere risolti quanto prima per evitare: A) Un clima relazionale bloccato. B) Atteggiamenti accusatori. C) Il malessere del bambino. D) Il burn out degli educatori.

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1323. La condivisione tra operatori del nido e famiglia, della crescita e dell'educazione del bambino comporta: A) La messa in atto di una dinamica relazionale complessa. B) Un percorso relazionale semplice e naturale. C) Interazioni difficili e oscillazioni continue. D) Recriminazioni e svalorizzazioni reciproche.

1324. La presenza del genitore al nido prevista dal progetto di inserimento, mette in evidenza l'importanza: A) Dello stabilirsi di un'efficace comunicazione a tre. B) Della gradualità dell'inserimento. C) Della complessità delle relazioni tra educatore e famiglia. D) Del ruolo educativo del genitore al nido.

1325. Spesso un elemento critico nella relazione educatore-genitore è: A) Il blocco della comunicazione. B) Il blocco delle procedure. C) La comunicazione verbalizzata. D) La comunicazione agita.

1326. Per il bambino la presenza dei genitori al nido ha funzione: A) Di mediazione. B) Di stimolazione. C) Di intralcio. D) Di disturbo.

1327. É importante che il genitore presente al nido si qualifichi come: A) Osservatore partecipante. B) Partecipante propositivo. C) Figura catalizzante. D) Figura intrusiva.

1328. La presenza del genitore al nido deve rappresentare per il bambino: A) Una base sicura. B) Un riferimento costante. C) Un obiettivo. D) Una testimonianza.

1329. La qualità del progetto pedagogico richiede che genitori ed educatori perseguano un rapporto secondo un modello: A) Integrato. B) Concorrente. C) Competitivo. D) Alternativo.

1330. Una buona relazione tra le famiglie e gli educatori presuppone che i genitori siano in grado: A) Di accettare la separazione e lo sviluppo dell'autonomia nel bambino. B) Di comprendere gli obiettivi educativi del nido. C) Di sostenere il bambino nel distacco dai genitori. D) Di condividere le proprie difficoltà nella gestione del figlio.

1331. Per le famiglie la relazione con gli educatori può costituire: A) Una occasione di crescita personale. B) Un'opzione ideale. C) Una adesione al modello degli educatori. D) Una forma di generosità.

1332. Nella relazione con la famiglia, gli educatori hanno modo: A) Di sostenerla. B) Di incoraggiarla alla delega. C) Di modificare le relazioni o i valori di cui la famiglia è portatrice. D) Di consigliarla continuamente.

1333. Una stretta collaborazione tra gli operatori del nido e le famiglie è funzionale: A) Alla congruenza e omogeneità dell'esperienza vissuta dai bambini. B) Al fatto che i bambini NON possano vivere esperienze diverse in contesti diversi. C) Ad una funzione assistenziale del nido. D) Alla partecipazione delle famiglie ai momenti di routines.

1334. Un clima disteso e di reciproca fiducia nella relazione con le famiglie al nido è ottenuto attraverso l'utilizzazione di "modi":

A) Sicuri e rilassati. B) Autorevoli e formali. C) Informali e amicali. D) Sicuri e distaccati.

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1335. Per instaurare un clima di familiarità e disponibilità nella relazione con le famiglie è necessario che gli operatori del nido:

A) Accolgano le aspettative dei genitori nei confronti del servizio. B) Accettino ogni critica da parte dei genitori. C) Diano importanza esclusivamente alle attività che il bambino svolge al nido. D) Affrontino lo scambio di idee partendo da una posizione autoritaria.

1336. La collaborazione con le famiglie: A) É finalizzata alla costruzione di un progetto che risponde ai bisogni del bambino. B) É finalizzata a creare un rapporto sereno per evitare qualsiasi tipo di conflittualità. C) É definita nel progetto pedagogico, ma NON per questo risulta essere obbligatoria. D) É una relazione obbligatoria a causa dell'immaturità dei bambini.

1337. Le aspettative della famiglia: A) NON sono sempre coincidenti con il progetto educativo dell'asilo. B) Devono essere coincidenti con il progetto educativo dell'asilo. C) Devono essere soddisfatte dall'asilo anche se NON coincidenti con il progetto. D) Devono essere assolte dall'asilo quando ci sono le risorse necessarie.

1338. Accanto all'"identità educativa", l'asilo nido ha anche un'"identità sociale" che, rispetto all'interazione con le famiglie, si traduce in un impegno a:

A) Ascoltare le esigenze della famiglia ed integrarle nei piani educativi. B) Aiutare economicamente i nuclei svantaggiati. C) Far socializzare tra loro le famiglie per favorire modelli educativi comuni. D) Avanzare proposte alle amministrazioni per una politica delle famiglie.

1339. La promozione del diritto all'uguaglianza delle opportunità educative, in riferimento al contesto famigliare di provenienza del bambino, va intesa come:

A) Accoglienza e rispetto della pluralità e della diversità delle culture familiari. B) Offerta ai genitori stranieri di corsi serali di lingua italiana. C) Presenza di educatori che parlino la lingua dei gruppi migranti più numerosi sul territorio. D) Offerta di programmi educativi differenziati per cultura di appartenenza del bambino.

1340. La promozione della partecipazione famigliare alla vita ed alla gestione dell'asilo nido, deve avvenire considerando la famiglia come:

A) Risorsa significativa per cultura e competenze con la quale condividere il progetto educativo. B) Agenzia educativa alla quale affidare la realizzazione del progetto educativo. C) Fornitore di materiali ed attrezzature da impiegare nelle attività del nido. D) Risorsa economica che permette l'esistenza e la continuazione dell'asilo nido.

1341. Il passaggio dalla famiglia al nido rappresenta uno dei momenti più delicati del percorso educativo del bambino. Rispetto a tale evento è opportuno che gli educatori:

A) Adottino un rapporto di sinergia con la famiglia per condividere le strategie di ambientamento. B) Si dotino di una procedura standard valida per ogni nuovo ingresso. C) NON inseriscano modalità e strategie per l'ambientamento all'interno della progettazione educativa. D) Consentano ad ogni famiglia di individuare le modalità di ambientamento che ritiene più opportune per il bambino.

1342. I genitori che vivono l'esperienza del nido possono essere aiutati dagli educatori: A) A condividere idee e atteggiamenti relativi al bambino. B) A confermare le proprie convinzioni sul bambino. C) Ad abbandonare totalmente le proprie rappresentazioni. D) A mettersi continuamente in discussione.

1343. Uno dei principali compiti relazionali dell'educatore é: A) Curare i rapporti di fiducia e scambio comunicativo tra il nido e le famiglie. B) Saper spiegare bene ai genitori i programmi e le attività svolte dal bambino al nido. C) Illustrare quale tipo di relazione intende costruire con il bambino. D) Relazionare le famiglie sulle attività di routines del bambino.

1344. Al nido, gli incontri individuali con i genitori sono condotti dall'educatore attraverso: A) Il colloquio NON direttivo che focalizza la comunicazione sul vissuto emotivo e sulle aspettative dei genitori. B) Il colloquio con domande dirette che focalizza la comunicazione su argomenti precisi, definiti a priori. C) Il colloquio NON direttivo dove il genitore è libero di parlare di ciò che vuole relativamente alla propria famiglia. D) Il colloquio con domande precedentemente stilate dall'educatore che NON consente divagazioni o dispersioni.

1345. L'educatore del nido nel suo rapporto con la famiglia deve essere consapevole che la stessa: A) Costituisce il contesto di sviluppo primario e più forte per il bambino. B) Ha bisogno di un sostegno per riuscire ad attuare il processo educativo. C) Delega al nido il compito educativo, ma deve essere informata su ciò che accade. D) É il contesto di sviluppo privilegiato e le sue modalità educative dovranno essere riprese al nido.

1346. Al nido, periodicamente, sono organizzati colloqui coi genitori dei bambini della sezione, al fine di: A) Informarli riguardo alle attività dei bambini e condividerne la progettualità didattica. B) Parlare delle eventuali difficoltà del bambino delineando un possibile percorso riabilitativo. C) Parlare dei vari aspetti della crescita di ciascun bambino ed evidenziare le strategie educative. D) Delineare le line progettuali e di programmazione principali della sezione.

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1347. L"atteggiamento responsivo" che l'educatore deve avere nei confronti delle famiglie è: A) Un atteggiamento di interesse e considerazione. B) Un atteggiamento di guida e suggerimenti. C) Un atteggiamento di curiosità. D) Un atteggiamento in cui prevalga la responsabilità educativa.

1348. Al nido, nell'ambito delle attività organizzate per e con le famiglie si possono prospettare incontri: A) Per la costruzione di giochi, arredi o materiali utili per le attività del nido. B) Per la raccolta di materiale acquistato da ogni genitore. C) Per il riordino e l'organizzazione dei diversi spazi del nido. D) Per la raccolta di fondi da destinare all'acquisto di nuovi materiali.

1349. Le relazioni tra famiglia e gruppo educativo del nido sono: A) Formali e informali, ovvero pianificate nel tempo ma anche quotidiane. B) Informali, quotidiane e non stabilite a priori. C) Formali, ben strutturate e programmate durante l'anno. D) Informali, organizzate a seconda dell'emergere di bisogni e/o difficoltà.

1350. Un educatore rappresenta un valido punto di riferimento per la famiglia quando: A) Conosce le dinamiche di attaccamento e separazione del bambino e aiuta a gestirle senza ansia. B) Conosce a fondo la pedagogia e la psicologia dei bambini da zero a tre anni. C) Dà delle regole di comportamento alle quali le famiglie devono attenersi. D) É informato sulla qualità delle relazioni che la famiglia elabora al proprio interno.

1351. Nel caso di genitori separati, l'educatore deve cercare di: A) Instaurare con entrambi rapporti NON pregiudiziali. B) Avere informazioni sui motivi della separazione. C) Comunicare soprattutto con la madre. D) Evitare che, negli incontri al nido, i genitori entrino in relazione.

1352. La figura dell'educatore, rispetto alla famiglia del bambino che entra al nido, deve essere: A) Di mediatore rispetto al nuovo contesto educativo. B) Di consigliere rispetto ai principali errori educativi. C) Di informatore su tecniche e pratiche educative. D) Di primaria importanza per il ruolo che ricopre.

1353. Al nido, quando si parla di continuità orizzontale si intende: A) La continuità tra nido e famiglia che invita entrambi a condividere la cura del bambino. B) La continuità del percorso formativo al nido con la condivisione di scelte ed esperienze simili. C) La continuità tra esperienze delle diverse sezioni che sono condivise da tutti i genitori del nido. D) La continuità emotiva tra genitore ed educatore che conduce all'attuazione di modalità educative identiche.

1354. Il risultato auspicabile da un colloquio individuale fra genitore ed educatore è: A) La percezione da parte del genitore di essere compreso ed accettato nel proprio ruolo senza distorsioni o pregiudizi. B) La certezza del genitore di aver trasmesso all'educatore più notizie possibili riguardo la relazione col proprio figlio. C) La definizione e l'interpretazione, da parte dell'educatore, delle modalità educative fra genitore e bambino. D) La percezione dell'educatore di aver trattato in maniera esauriente ogni argomento oggetto del colloquio.

1355. Una relazione positiva fra educatori del nido e genitori dovrebbe prevedere: A) Accettazione della separazione e condivisione del maternage. B) Accettazione dell'equivalenza tra cultura familiare e cultura del nido. C) Similarità degli stili educativi del nido con quelli della famiglia. D) Prevalenza della competenza pedagogica dell'educatore rispetto a quella della famiglia.

1356. L'ingresso al nido può costituire un momento positivo di crescita se la struttura: A) Ha degli educatori consapevoli della complessità e della delicatezza del momento stesso. B) Ha provveduto a regolare in maniera precisa tempi e modi dell'inserimento. C) Ha preparato le famiglie, negli incontri di conoscenza reciproca, alle difficoltà che incontreranno. D) Ha informato le famiglie delle responsabilità cui il nido va incontro.

1357. Gli incontri periodici tra genitori ed educatori al nido dovrebbero essere: A) Cadenzati nel tempo con una certa regolarità. B) Occasionali a seconda dei bisogni che emergono. C) Stabiliti e svolti solo in momenti di "emergenza" e difficoltà del bambino. D) Stabiliti e svolti ad inizio, metà e fine anno.

1358. Nei confronti dei genitori dei bambini, l'educatore deve: A) Evitare opposizioni e sentimenti di rivalità. B) Mostrare alle madri quali sono i modi corretti di rapportarsi con i figli. C) Avere un ruolo determinante nel caso di rapporti conflittuali. D) Fornire materiale informativo e dimostrativo sull'educazione.

1359. Un compito del nido è creare spazi di confronto tra genitori affinché: A) Le scelte educative di ciascuno possano essere discusse tra pari e generare nuove soluzioni e idee. B) I genitori si sentano coinvolti nella vita educativa del nido e ne condividano la gestione. C) Siano raccontate e conosciute le storie di ciascun bambino nel suo sviluppo e nelle sue particolarità. D) Si sviluppino capacità progettuali e si organizzino attività.

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1360. Una buona relazione tra educatore e genitore significa che: A) Tra educatore e genitore si crea un'alleanza per uno scopo comune, condiviso e rispetto al quale c'è una delega reciproca. B) I genitori demandano all'educatore la loro responsabilità educativa, visto il consistente tempo che il bambino trascorre al nido. C) I genitori assumono come proprie le modalità educative dell'educatore impegnandosi ad attuarle. D) L'educatore assume come proprie le modalità educative della famiglia e si impegna a metterle in pratica al nido.

1361. Con una famiglia di tipo "allargato", l'educatore deve: A) Compiere una attenta valutazione dell'intreccio delle variabili affettive in cui vive il bambino. B) Compiere una attenta valutazione della vita dei componenti dei diversi nuclei famigliari. C) Valutare quali sono le figure più significative per il bambino e relazionarsi esclusivamente con esse. D) Cercare di capire le caratteristiche del carattere di ciascuno dei componenti della famiglia allargata.

1362. La collaborazione attiva fra educatori e genitori determina: A) Uno scambio continuo e reciproco fra i diversi contesti nei quali il bambino cresce. B) Una distinzione netta fra i diversi contesti nei quali il bambino cresce. C) Una valutazione reciproca dei diversi contesti nei quali il bambino cresce. D) Una diminuzione graduale di tutte le differenze tra nido e famiglia.

1363. La relazione con la famiglia deve partire dal presupposto che la famiglia al nido è: A) Soggetto attivo, informato sulla vita del nido e partecipe delle scelte educative. B) Soggetto partecipe della programmazione delle attività educative. C) Soggetto informato sullo svolgimento delle attività e sulle verifiche delle stesse. D) Soggetto partecipe della gestione e dell'organizzazione della struttura.

1364. I genitori che faticano ad instaurare con gli educatori un tipo di relazione cooperativa solitamente temono: A) Di perdere autorevolezza nel proprio status. B) Di NON essere sufficientemente preparati ad educare il bambino. C) Di essere inadeguati rispetto alla loro funzione di cura. D) Di NON essere compresi rispetto ai propri sforzi.

1365. Le relazioni informali tra famiglia ed educatore di riferimento sono quotidiane e: A) Favoriscono le esperienze di continuità vissute dal bambino. B) NON riguardano le esperienze del bambino durante tutta la giornata in quanto attengono solo alle routines. C) Sono finalizzate a riferire al genitore le attività ludiche svolte dal bambino nella giornata al nido. D) Riguardano principalmente le emozioni del bambino nel momento del distacco e del ricongiungimento.

1366. In caso di problemi di gestione educativa tra genitori e bambino, l'educatore si pone come: A) Un mediatore efficace che sa recuperare le risorse genitoriali. B) Una figura di riferimento alternativa a quelle dei genitori. C) Un valutatore dei processi intrafamiliari. D) Una guida nell'apprendimento delle relazioni.

1367. Per l'educatore é fondamentale osservare la relazione genitori/bambino in quanto: A) Evidenzia lo stile di attaccamento che la coppia ha elaborato nei confronti del figlio. B) Evidenzia il modo in cui i genitori parlano al bambino. C) É utile nel determinare il futuro livello di autonomia del bambino. D) É utile per capire quale valenza potrà avere il rapporto educatori-genitori.

1368. Una buona relazione tra genitori ed educatori del nido si costruisce anche in momenti di partecipazione alla vita del nido (feste, gite...) che consentono di creare:

A) Un clima positivo in cui ognuno è protagonista nella relazione e contribuisce con le sue possibilità alla crescita del nido. B) Un clima confidenziale in cui ognuno è libero di esprimersi e di portare le proprie modalità educative. C) Un clima familiare in cui le relazioni si consolidano e si intensificano ed i ruoli si scambiano. D) Un clima familiare in cui ciascun genitore può esprimere i propri giudizi, le proprie valutazioni ed opinioni.

1369. É fondamentale, per un educatore, NON porsi mai, nei confronti di un genitore con: A) Un atteggiamento di critica e diffidenza. B) Un atteggiamento di ascolto empatico. C) Un atteggiamento di mediazione. D) Un atteggiamento di ascolto e reciprocità.

1370. Gli educatori del nido, nel rapporto con le famiglie devono: A) Condividere le principali regole educative. B) Stabilire, fin dall'inizio, confini e regole ben precise. C) Cercare di trasmettere le principali regole sull'educazione. D) Differenziarsi nell'importanza educativa.

1371. Le relazioni formali con la famiglia prevedono al nido diverse occasioni d'incontro quali: A) Colloqui individuali, assemblee generali e di sezione, comitato di gestione. B) Colloqui individuali, assemblee generali, momenti di comunicazione informale. C) Colloqui individuali, assemblee generali e di sezione, occasioni di festa e iniziative. D) Colloqui individuali, incontri laboratoriali, feste e comitato di gestione.

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1372. Gli atteggiamenti educativi di genitori ed educatori dovrebbero essere caratterizzati: A) Da coerenza. B) Da ambivalenza. C) Da differenza della prospettiva. D) Da uguaglianza.

1373. L'educatore deve favorire nei genitori la consapevolezza che i bambini, nel contesto del nido, sono considerati: A) Sia nella loro dimensione individuale che in quella sociale. B) Sia nella loro dimensione percettiva che in quella motoria. C) Sia nella loro dimensione sociale che in quella di gruppo. D) Sia nella loro dimensione cognitiva che in quella individuale.

1374. L'educatore, per favorire la qualità della relazione con i genitori, dovrebbe evitare: A) Un atteggiamento giudicante. B) Un atteggiamento empatico. C) Un atteggiamento di accoglienza. D) Un atteggiamento di collaborazione.

1375. La relazione tra educatore del nido e famiglia, in primo luogo deve basarsi: A) Sulla fiducia reciproca. B) Sulla disparità dei ruoli. C) Sull'alternanza dei ruoli. D) Su una osservazione della famiglia.

1376. Il valore fondamentale della relazione fra educatori del nido e genitori consiste: A) Nella condivisione della lettura dei processi di crescita del bambino. B) Nel favorire percorsi di socializzazione delle famiglie. C) Nel riconoscimento da parte delle famiglie delle competenze degli educatori. D) Nella socializzazione fra educatori e genitori.

1377. Lo scambio e la relazione costruttiva fra educatori del nido e genitori si basano principalmente: A) Su atteggiamenti di ascolto reciproco e di condivisione. B) Su un atteggiamento di tipo didattico-educativo. C) Sull'autoreferenzialità delle figure genitoriali. D) Su un atteggiamento di tipo informativo.

1378. Il primo incontro tra gli educatori ed i genitori deve essere inteso come: A) Occasione di conoscenza e base per instaurare un rapporto di fiducia. B) Il momento più propizio per ottenere le informazioni sul bambino. C) Incontro informativo sulle norme di comportamento al nido. D) Informazione sulle regole peculiari del nido.

1379. Al nido, periodicamente, sono organizzati colloqui individuali con i genitori al fine di: A) Parlare dei vari aspetti della crescita del bambino mettendo a punto alleanze e condividere principi educativi. B) Parlare delle eventuali difficoltà del bambino delineando un possibile percorso riabilitativo. C) Parlare della vita di sezione e relazionare riguardo le diverse attività che si sono svolte. D) Condividere le linee progettuali e di programmazione delle attività svolte nel corso dell'anno.

1380. Il momento quotidiano del congedo dal nido implica che l'educatore favorisca il ricongiungimento col genitore: A) Rispettando i modi personali di ciascuno di ricongiungersi col proprio figlio e creando condizioni precise perché ciò avvenga. B) Organizzando una modalità precisa e uguale per ciascuno, in modo da NON creare differenziazioni e confusione. C) Rispettando i modi personali di ciascuno di ricongiungersi, sollecitando, però, un'uscita in tempi abbastanza veloci. D) Organizzando le uscite facendo in modo che ciascun genitore possa da solo ricongiungersi col proprio figlio.

1381. Le relazioni formali tra famiglia ed educatore prevedono l'organizzazione di incontri periodici al fine di: A) Riflettere sul percorso educativo e favorire la partecipazione della famiglia. B) Favorire nel genitore la consapevolezza circa eventuali difficoltà che potrebbero presentarsi per il bambino. C) Comunicare alla famiglia i percorsi educativi e le esperienze svolte al nido, nonché le competenze acquisite dai bambini. D) Favorire lo scambio tra genitori in merito all'educazione dei bambini, soprattutto della sezione dei "piccoli".

1382. La realizzazione di uno scambio fra educatori del nido e famiglie è finalizzata: A) Alla condivisione delle esperienze. B) Alle comunicazioni di servizio. C) Alla comunicazione di problematiche. D) Al monitoraggio del clima familiare.

1383. Un rapporto di continuità tra il nido e l'ambiente circostante è importante: A) Per poter sfruttare le potenzialità educative che offre il territorio. B) Per poter conoscere cosa fanno i bambini fuori dal nido. C) Per conoscere l'ambiente in cui vive ogni bambino. D) Per sapersi orientare nel territorio in cui è ubicato il nido.

1384. L'asilo nido dovrebbe conoscere il contesto socio-culturale in cui vivono i bambini: A) Per poter adeguare la propria offerta formativa. B) Per capire i loro comportamenti. C) Per conoscere meglio le famiglie. D) Per NON fraintendere le intenzioni dei genitori.

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1385. Il rapporto nido-territorio: A) É la relazione tra l'asilo nido e il contesto territoriale in cui questo si trova. B) É la relazione che si instaura tra il nido e le famiglie dei bambini presenti nel territorio. C) É la relazione tra il nido e la scuola dell'infanzia. D) Identifica la relazione che intercorre tra i diversi asili nido presenti nello stesso Municipio.

1386. Gli educatori dovrebbero sempre cercare di: A) Guardare oltre il contesto dell'asilo nido, per saper leggere i segnali del territorio. B) NON farsi influenzare da agenti esterni al nido. C) Tenersi informati sulle trasformazioni del territorio. D) Organizzare il proprio progetto educativo in relazione a fattori provenienti dal contesto territoriale.

1387. Un rapporto stretto tra nido e territorio: A) Permette di considerare lo sviluppo del bambino in modo armonico e globale. B) Permette di proporre attività più stimolanti. C) Facilita la crescita del bambino nel suo contesto sociale. D) NON facilita gli educatori nel loro lavoro.

1388. Il rapporto tra il nido e le altre agenzie educative presenti su un territorio costituisce la: A) Continuità orizzontale. B) Continuità verticale. C) Continuità trasversale. D) Continuità territoriale.

1389. Nel rapporto nido-territorio, se il nido è opportunamente gestito, può diventare: A) Un luogo per la diffusione di una cultura dell'infanzia nel territorio. B) Un punto d'incontro per le famiglie. C) Uno spazio a disposizione del territorio. D) Un'occasione di confronto per gli educatori.

1390. É fondamentale che l'asilo nido nei confronti del territorio nel quale è inserito manifesti interesse? A) Si, costituisce uno dei presupposti fondamentali nel rapporto nido-territorio. B) Si, ma solo al fine di conoscere le ludoteche presenti nel territorio. C) Si, ma solo in alcuni momenti particolari, quali l'organizzazione di visite guidate. D) No, nel rapporto nido-territorio è fondamentale conoscere i presidi sanitari che devono interagire con esso.

1391. Per facilitare la collaborazione tra i diversi servizi educativi presenti sul territorio gli educatori dovrebbero: A) Conoscere i servizi per agire in un'ottica di rete. B) Utilizzare tutti i servizi disponibili. C) Creare progetti educativi per le altre agenzie educative del territorio. D) Raccogliere molte informazioni.

1392. Per l'asilo nido la biblioteca per i genitori rappresenta: A) Un luogo dove promuovere la cultura dell'infanzia. B) Il luogo per la formazione degli operatori. C) Un luogo imprescindibile per lo sviluppo linguistico. D) Un luogo di incontro tra operatori e bambini.

1393. Con l'espressione "nido aperto": A) Si intendono le iniziative d'apertura del nido alla cittadinanza. B) Si intende l'apertura del nido il sabato. C) Si intendono gli spazi gioco per i bambini del quartiere. D) Si intendono le uscite didattiche dei bambini del nido.

1394. Operare per rendere l'asilo nido un luogo di cultura dell'infanzia significa: A) Creare contesti e relazioni attraverso la partecipazione della cittadinanza. B) Creare contesti di gioco per i bambini degli asili nido del territorio. C) Organizzare convegni dedicati agli esperti dell'infanzia. D) Organizzare attività per i genitori ed i bambini del nido.

1395. Lo scambio delle "buone pratiche" tra servizi diversi: A) Favorisce la diffusione di competenze tra adulti. B) Valorizza l'omogeneità dei programmi. C) Sostiene la competenza genitoriale. D) Evidenzia le competenze relazionali degli educatori.

1396. L'attivazione di progetti di integrazione sul territorio: A) Valorizza le buone pratiche. B) Contestualizza le esperienze diverse. C) Rende uniforme le esperienze. D) Permette a tutti di riprodurre qualsiasi attività.

1397. Che cosa sono i servizi integrativi per la prima infanzia? A) Sono servizi complementari attivati per rispondere ai diversi bisogni della famiglia. B) Sono servizi sociali attivati per rispondere al disagio nella prima infanzia. C) Sono servizi utili per le famiglie straniere. D) Sono servizi socio sanitari di prevenzione gestiti dalle ASL.

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1398. Le attività di lettura sono organizzate: A) Per promuovere la curiosità del bambino nei confronti della narrazione. B) Per permettere al bambino di sviluppare la capacità di lettura. C) Per la realizzazione di scambi con le scuole del territorio. D) Per sviluppare la continuità educativa orizzontale.

1399. La cooperazione costruttiva tra famiglie, nido e territorio favorisce: A) Forme di integrazione e di continuità. B) Forme di uguaglianza e di opportunità. C) Forme di opportunità e disuguaglianza. D) Forme di competitività e rivalità.

1400. Il nido, pur conservando la sua specificità educativa deve affermarsi come struttura educativa: A) Che interagisce in un sistema formativo policentrico. B) Attorno alla quale ruotano altre agenzie educative. C) Che sostituisce il ruolo delle famiglie. D) Che determina l'inserimento nella scuola dell'infanzia.

1401. Le ricerche svolte dall'università all'asilo nido: A) Sono occasione di formazione per gli operatori. B) Sono occasione di formazione per i bambini. C) NON sono facilmente praticabili perché interferiscono con la didattica. D) Si possono realizzare se coinvolgono direttamente le famiglie.

1402. Le uscite sul territorio con i bambini organizzate dal nido: A) Sono attività positive di apprendimento per il bambino. B) Sono attività molto stressanti per gli educatori. C) Possono essere fatte solo in luoghi altamente organizzati. D) NON possono essere effettuate perché i bambini sono troppo piccoli.

1403. Gli incontri tematici condotti da esperti sono: A) Momenti di scambio e confronto per le famiglie. B) Momenti di formazione permanente per gli educatori. C) Occasioni uniche di supervisione per gli educatori. D) Attività per i bambini guidate da esperti.

1404. Su che cosa si fonda il lavoro di rete? A) Sullo scambio tra operatori appartenenti a servizi diversi. B) Sull'uniformità territoriale delle proposte didattiche. C) Sulla continuità educativa nido famiglia. D) Sulla continuità educativa nido e scuola d'infanzia.

1405. La continuità orizzontale coinvolge: A) Nido, famiglia, ambiente del territorio. B) Nido, famiglia, servizi sociali. C) Nido, famiglia, servizi sanitari. D) Nido, famiglia, centri ricreativi.

1406. Le ricerche universitarie svolte all'interno del nido hanno una ricaduta sulle famiglie? A) Si, perché i risultati vengono condivisi e confrontati con le famiglie. B) Si, solo perché le famiglie devono dare il loro consenso. C) NO, perché le ricerche hanno solo obiettivi scientifici. D) NO, perché servono a mettere a punto strumenti osservativi.

1407. Un nido che vuole far parte del sistema formativo integrato: A) Attiva rapporti di integrazione, collaborazione e scambio, con le agenzie formative e NON del territorio. B) Progetta e attiva esperienze esclusivamente con le scuole d'infanzia del territorio. C) Progetta e attiva spazi di gioco e socializzazione per le famiglie dei bambini inseriti al nido. D) Attiva servizi diversi allo scopo di pubblicizzare il servizio sul territorio e aumentare gli iscritti.

1408. Promuovere la continuità significa: A) Progettare azioni che garantiscano il raccordo del nido con le scuole e l'extrascuola. B) Promuovere interventi di partecipazione familiare al nido. C) Programmare attività di collegamento tra la sezione lattanti e divezzi. D) Elaborare una programmazione didattica educativa per l'infanzia.

1409. L'asilo nido, per il territorio, svolge un'importante funzione: A) Di prevenzione nel campo dello sviluppo infantile. B) Di assistenza alle famiglie disagiate. C) Di esperienza professionale per gli operatori dell'educazione. D) Sociale di aggregazione.

1410. Quando si parla del territorio come comunità educante s'intende: A) Che il territorio è una risorsa educativa. B) Che nel territorio sono presenti servizi educativi. C) Che si attivano progetti di educazione ambientale. D) Che il nido offre un servizio sociale alla comunità.

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1411. Le giornate di nido aperto sono organizzate: A) Per visitare il nido e ricevere informazioni sul servizio. B) Per offrire alle famiglie un servizio integrativo. C) Per inserire i bambini con difficoltà. D) Per proporre progetti di multiculturalità.

1412. Il municipio rappresenta un'istituzione strategica per: A) Sviluppare e coordinare il lavoro di rete. B) Le manutenzioni strutturali del nido. C) L'organizzazione di feste all'interno del nido. D) Elaborare i progetti pedagogici.

1413. Attraverso l'integrazione tra asilo nido e territorio si contribuisce: A) Alla promozione di una cultura della prima infanzia. B) Al sostegno della genitorialità. C) Allo sviluppo di una cultura della partecipazione. D) Allo sviluppo della gestione sociale.

1414. La partecipazione del nido alle iniziative sul territorio può configurarsi come occasione: A) Di diffusione della cultura dell'infanzia. B) Per sviluppare relazioni sociali. C) Per mescolare l'identità del nido con altre realtà. D) Per programmare le attività didattiche interne.

1415. Le feste sul territorio sono: A) Occasioni ludiche di socializzazione. B) Esclusivamente momenti divertenti. C) L'unico modo per conoscere veramente il territorio. D) Momenti di autovalutazione delle attività svolte.

1416. Il confronto con altre realtà educative del territorio presuppone: A) Che il nido definisca la propria identità pedagogica. B) Sempre degli incontri preliminari tra il personale amministrativo dei servizi. C) Che prima i bambini abbiano raggiunto gli obiettivi della programmazione. D) Che gli educatori siano disponibili a documentare le attività svolte.

1417. Tra i servizi integrativi, il "micronido": A) É un asilo nido che accoglie un piccolo numero di bambini. B) É un baby parking che accoglie bambini dai 2 anni. C) É un piccolo asilo nido che effettua solo servizio a ore. D) É un centro giochi per le famiglie con bambini piccoli.

1418. Le esperienze ed i progetti rivolti all'esterno: A) Permettono di dare visibilità alle potenzialità e competenze dei bambini. B) Permettono un rapporto privilegiato con le famiglie del nido. C) Richiedono l'adesione delle famiglie; per questo sono difficili da attuare. D) Permettono di dare visibilità alle potenzialità dell'attività didattica.

1419. Organizzare percorsi all'interno del quartiere: A) Piace molto ai bambini perché scoprono e riscoprono gli spazi in cui vivono. B) NON interessa ai bambini perché sono troppo piccoli. C) Consente di perseguire il senso di appartenenza alla comunità sociale. D) NON coinvolge i bambini perché NON sono ancora parte attiva della società.

1420. Quale ruolo educativo riveste l'educatore nei centri-famiglia? A) Agisce a supporto delle competenze genitoriali. B) Agisce direttamente sul bambino. C) Osserva e valuta le dinamiche familiari. D) Valuta i processi educativi.

1421. I rapporti del nido con associazioni, enti, servizi integrativi e agenzie educative del territorio: A) Sviluppano il lavoro di rete. B) Accrescono il lavoro degli educatori. C) Sono rapporti ricchi, ma poco praticabili. D) Riguardano primariamente le famiglie.

1422. Ciascun asilo nido è inserito in uno specifico contesto socio culturale, rispetto al quale è opportuno che sviluppi: A) Attenzione verso le problematiche infantili nella comunità e nelle risorse del territorio. B) Un sufficiente distacco per evitare la contaminazione con problematiche sociali. C) Un'identità politica per far riconoscere le proprie esigenze. D) Programmi universali NON condizionati dalle specificità culturali del territorio.

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1423. Il ruolo socio-educativo dell'asilo nido comprende anche la capacità di "accogliere il bambino nella sua qualità di cittadino". In riferimento a ciò è opportuno che esso:

A) Si occupi dell'affermazione dei diritti dei minori da zero a tre anni. B) Si faccia portavoce dei bisogni della prima infanzia presso l'ONU. C) Si impegni per la promozione dei diritti di cittadinanza delle famiglie immigrate. D) Promuova il prolungamento della scuola dell'obbligo fino alla maggiore età.

1424. Un educatore che riscontrasse su un bambino segni di presunto maltrattamento fisico riconducibile a violenze intrafamiliari, in base alle normative vigenti, sarebbe tenuto a:

A) Far sì che venga informata senza ritardo la competente Autorità Giudiziaria. B) Informare tempestivamente i genitori. C) Effettuare indagini sul caso e quindi valutare se segnalare alle autorità. D) Informare il coordinatore e con esso rivolgere un richiamo formale ai genitori.

1425. Se un bambino riferisce all'asilo nido di essere stato oggetto di attenzioni sessuali da parte di un genitore, quale comportamento dovrebbero tenere gli operatori?

A) Segnalare senza ritardo le rivelazioni all'Autorità Giudiziaria competente. B) Ritenere che si tratti di fantasie edipiche e NON darvi troppo peso. C) Chiedere spiegazioni del fatto al genitore NON abusante. D) Strutturare una propria strategia di controllo per prevenire ulteriori abusi.

1426. Quale dei seguenti servizi territoriali è più adeguato per segnalare la presenza di un presunto ritardo mentale in un bambino dell'asilo nido?

A) La neuropsichiatria infantile della ASL di appartenenza. B) I servizi sociali comunali, area minori. C) Uno psicologo dell'infanzia o un neuropsichiatra privato. D) La più vicina Autorità Giudiziaria.

1427. Per contesto socioculturale in cui opera l'asilo nido s'intende: A) L'insieme delle economie, etnie, istituzioni, forze sociali, risorse umane e dei quadri valoriali presenti sul territorio. B) L'insieme delle caratteristiche comportamentali, sociali, culturali ed individuali del gruppo di bambini che frequentano il nido. C) Il bagaglio economico, culturale, sociale, valoriale e comportamentale delle famiglie presenti sul territorio. D) L'ambiente in cui il bambino vive con particolare attenzione alle relazioni sociali e culturali che esprime nella quotidianità.

1428. L'asilo nido è un servizio che svolge anche una importante funzione sociale. Quali iniziative corrispondono a questo obiettivo?

A) Realizzare un progetto pedagogico attraverso il coinvolgimento delle famiglie per arricchirne i legami sociali e costruire reti. B) Creare occasioni di collaborazione in riferimento alle disponibilità e alle competenze personali dei genitori. C) Creare all'interno della struttura spazi riservati alle famiglie e ai bambini. D) Distribuire materiale informativo sui problemi legati alla crescita e alla cura dei bambini.

1429. Le feste e gli eventi organizzati dall'asilo nido possono essere occasioni per: A) Far conoscere al territorio (bambini, genitori, forze e istituzioni sociali, ecc.) la vita che si svolge al nido. B) Impegnare in modo ludico e divertente il tempo dei bambini di ogni fascia di età. C) Conoscere in modo sempre più puntuale le potenzialità, abilità e autonomie dei bambini. D) Migliorare i rapporti e le relazioni comunicative tra i bambini e tra le diverse famiglie che hanno figli a carico.

1430. Nel processo di educazione e crescita dei bambini da 0 a 3 anni sono coinvolti: A) Genitori, educatori, istituzioni locali e cittadini. B) Educatori, psicologi, servizi sociali ed enti regionali. C) Istituzioni politiche, culturali e religiose. D) Genitori, educatori e istituzioni culturali.

1431. Attraverso quali strumenti operativi il lavoro di rete assume significato? A) Intese verbali, incontri periodici, accordi di programma. B) Incontri periodici effettuati alla presenza degli esperti dei servizi territoriali socio sanitari. C) Supervisione effettuata dal personale psicopedagogico. D) Presenza frequente al nido del pediatra e degli operatori socio sanitari.

1432. I bisogni educativi delle famiglie con bambini da 0 a 3 anni possono essere rilevati attraverso: A) Questionari, interviste, assemblee collettive, colloqui. B) Calcoli statistici realizzati da aziende esperte. C) L'organizzazione di assemblee, riunioni aperte alla cittadinanza. D) La conoscenza delle statistiche nazionali in materia di infanzia.

1433. Per creare un adeguato rapporto tra nido e territorio è necessario: A) Coinvolgere tutte le parti sociali presenti nel territorio per favorire la creazione di una rete di relazioni utili alla crescita dei

bambini e delle persone coinvolte nei processi educativi. B) Progettare e realizzare la struttura che accoglie il nido in una zona del territorio ad alta densità abitativa per favorire le famiglie

residenti. C) Progettare una serie di eventi con la scuola dell'infanzia e con i centri socio-educativi per favorire la conoscenza e la

collaborazione reciproca. D) Coinvolgere i bambini della scuola dell'infanzia al fine di favorire la creazione di una rete di relazioni utili per il futuro del

bambino che frequenta ancora il nido.

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1434. Un asilo nido effettua un adeguato rapporto con gli altri asili nido presenti sul territorio quando: A) Rende disponibile e trasferibile il suo modello educativo. B) Rende disponibile agli educatori materiale per l'organizzazione delle attività. C) Organizza corsi di formazione per educatori, assistenti sociali e pedagogisti. D) Organizza tirocini e stage per studenti di corsi di formazione nell'area educativa.

1435. Il nido realizza adeguati rapporti con il territorio quando: A) Cura particolarmente il rapporto con le famiglie e con i servizi ubicati sul territorio. B) Organizza e progetta riunioni, assemblee, convegni, giornate di studio aperte alla cittadinanza. C) Invita, all'inizio dell'anno, la cittadinanza a visitare gli edifici dove è ubicato il nido. D) Conosce i nuclei familiari con figli di età compresa tra 0 e 3 anni presenti sul territorio.

1436. Il nido, configurandosi come servizio educativo territoriale, ha il compito di: A) Creare contesti, relazioni, momenti di incontro e di scambio con il territorio. B) Creare momenti di riflessione al proprio interno, relativi a problematiche del territorio. C) Seguire le indicazioni metodologiche ed educative indicate dai diversi servizi territoriali. D) Adeguare le proprie modalità organizzative e gestionali alle problematiche del territorio.

1437. L'asilo nido collabora con il territorio in cui opera quando: A) Si rende disponibile ad entrare in relazione con le istituzioni locali e la cittadinanza. B) Rende disponibile ai servizi sociali gli archivi e la documentazione relativa ai bambini. C) É informato sui cambiamenti politici che avvengono nell'Amministrazione comunale. D) Fornisce materiale e documentazione precisi alle famiglie e alle persone interessate.

1438. Per lavoro di rete al nido si intende: A) Quello di connessione, scambio, collaborazione tra famiglia, servizi educativi, servizi territoriali competenti. B) La collaborazione tra famiglia, educatori, pediatra e psicologo. C) La collaborazione tra famiglia, educatori e servizi sociali. D) Quello di scambio tra famiglia e servizi territoriali socio sanitari.

1439. Il rapporto nido/territorio può favorire: A) La trasformazione delle diversità in ricchezza. B) La rimozione delle diversità. C) L'assimilazione delle diversità. D) La trasformazione delle diversità in uguaglianza.

1440. Gli asili nido arricchiscono a livello valoriale il territorio in cui operano perché: A) Realizzano un'azione di sostegno alle famiglie nella cura e nell'educazione dei figli. B) Concorrono alla formazione di figure professionali altamente qualificate. C) Realizzano un'azione di sostegno per le famiglie che presentano problemi socio-economici e culturali. D) Concorrono alla formazione di una fitta rete di relazioni sociali e culturali.

1441. L'Ente Locale favorendo e potenziando gli aspetti qualitativi dei nidi, opera: A) Un forte investimento sul futuro e sulla partecipazione dei futuri cittadini. B) Una politica riferita all'immagine sociale che la struttura riveste. C) Un investimento circa la futura affluenza di nuove famiglie nella struttura. D) Una politica sociale di risposta ai bisogni dei soggetti più deboli.

1442. Gli incontri di conoscenza tra gli educatori del nido e le parti sociali presenti sul territorio hanno lo scopo di: A) Creare condivisione rispetto alle finalità, alle attività, agli strumenti metodologici propri dell'asilo nido. B) Dare indicazioni metodologiche sulle modalità educative dei bambini di età compresa tra 0 e 3 anni. C) Rassicurare le famiglie sulle attività e sugli strumenti che il nido usa nella sua quotidianità. D) Creare condizioni adeguate all'accoglienza delle differenze (bambini diversamente abili, appartenenti ad etnie diverse, ecc..).

1443. Nella progettazione dell'apertura di un asilo nido su un territorio è auspicabile: A) Effettuare un piano di fattibilità dal quale emergano la fisionomia ed i bisogni educativi e sociali del territorio. B) Avere i permessi del Comune in materia di igiene così da rispettare le norme legislative relative all'infanzia. C) Organizzare corsi di formazione del personale educativo in materia di assistenza e cura all'infanzia. D) Conoscere, osservare, ascoltare, interpretare i reali bisogni dei bambini di età compresa tra gli 0 e i 3 anni.

1444. Compito del nido è svolgere una funzione di formazione permanente sul territorio per: A) Promuovere una cultura dell'infanzia attraverso l'integrazione con altri servizi educativi, sociali e sanitari del territorio. B) Promuovere la propria cultura relativa alla prima infanzia organizzando incontri sui temi dello sviluppo. C) Conoscere le diverse culture relative alla prima infanzia indipendentemente dagli altri servizi del territorio. D) Conoscere gli altri servizi presenti sul territorio ed essere sempre aggiornato sulle nuove tipologie di servizi.

1445. Gli Enti Locali e più in generale il territorio, hanno il dovere di: A) Realizzare e mantenere servizi per l'infanzia in grado di "aiutare" e sostenere la famiglia nel compito educativo. B) Organizzare servizi in grado di farsi carico di iniziative di formazione da dedicare ai genitori. C) Realizzare servizi capaci di indirizzare i genitori nelle scelte educative e nelle pratiche di accudimento. D) Organizzare servizi capaci di farsi carico delle difficoltà derivanti dal ruolo di genitore e sostituirsi a lui.

1446. Per favorire una cultura dell'infanzia nel territorio è necessario: A) Progettare incontri aperti alla cittadinanza su temi relativi all'infanzia. B) Aprire asili nido e centri per l'infanzia. C) Organizzare feste e incontri ludici con i bambini. D) Organizzare con esperti incontri a tema, dedicati al gruppo di lavoro.

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1447. L'asilo nido collabora con i servizi sociali presenti sul territorio al fine di: A) Sostenere le situazioni di disagio e favorire la promozione dell'agio. B) Realizzare una commissione che vigila in materia di abuso sui minori. C) Creare una mediazione fra le famiglie con bambini da 0 a 3 anni e gli Enti comunali. D) Favorire e sostenere la comunicazione relativa ai bambini extracomunitari e i bambini diversamente abili.

1448. Con la dicitura "progetto educativo partecipato" s'intende un progetto educativo che: A) Richiede la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti. B) Coinvolge educatori, amministratori e cittadini. C) Vede coinvolti educatori e bambini. D) Vede coinvolti educatori di differenti nidi.

1449. La prospettiva psicopedagogica "ecologica" sostiene l'importanza del rapporto nido-territorio in quanto afferma che: A) NON è possibile studiare lo sviluppo del bambino al di fuori degli ambienti o sistemi sociali in cui è collocato. B) É possibile studiare lo sviluppo del bambino partendo dall'osservazione delle interazioni con i coetanei. C) Il rapporto del bambino con i coetanei e con gli adulti di riferimento favorisce un adeguato sviluppo di abilità. D) NON è possibile studiare lo sviluppo del bambino al di fuori dell'ambiente nido e dell'ambiente familiare.

1450. Nella creazione di relazioni tra il nido e il territorio il "mesosistema" rappresenta: A) L'insieme dei rapporti reali e di quelli percepiti dai soggetti, che si stabiliscono tra i genitori e gli educatori, tra il bambino e

l'educatore, tra i bambini all'interno del gruppo dei pari. B) L'insieme dei rapporti che si vengono a creare all'interno del nido tra gli educatori e il coordinatore pedagogico, tra il bambino e

il gruppo dei pari. C) La rete di relazione che si viene a creare all'interno e all'esterno del nido con le istituzioni sociali e con le figure adulte di

riferimento per il bambino. D) Lo spazio fisico e mentale dove l'educatore può realizzare attività mirate che favoriscano la relazione interpersonale tra i

bambini appartenenti alle diverse sezioni del nido. 1451. Un buon rapporto nido-territorio si può instaurare se, tra i diversi servizi per l'infanzia, si individuano punti di vista:

A) Comuni e condivisi. B) Specifici e NON necessariamente condivisi. C) NON condivisi. D) Specifici ed indipendenti tra loro.

1452. In una prospettiva di relazione tra il nido e il territorio il "macro sistema" rappresenta: A) L'insieme delle istituzioni sociali, delle tradizioni culturali comuni, del sistema di valori condiviso presenti sul territorio. B) L'insieme delle tradizioni popolari e dei sistemi di valori condivisi presenti sul territorio in cui il nido opera. C) Il sistema organizzativo e gestionale dell'asilo nido in rapporto alle scuole dell'infanzia presenti sul territorio. D) L'insieme delle relazioni sociali e dei ruoli che si realizzano all'interno dell'asilo nido e delle famiglie.

1453. L'equipe degli educatori ha il compito di promuovere iniziative che conducano a: A) Creare una rete di relazioni sul territorio e con chi vi opera, a favore dell'infanzia e della famiglia. B) Conoscere tutte le diverse tipologie di servizi a carattere educativo che sono presenti sul territorio. C) Valorizzare il loro operato in modo tale da ricevere riconoscimenti relativamente al ruolo ricoperto. D) Creare una rete di relazioni con i servizi sanitari ai quali fare ricorso in caso di difficoltà legate al disagio.

1454. Un territorio può essere definito come "comunità educante" quando: A) L'Ente locale favorisce la realizzazione di specifici servizi e percorsi educativi sul territorio. B) Realizza corsi di formazione e di aggiornamento per gli educatori di asilo nido. C) Organizza strutture di accoglienza per soggetti con disagio sociale. D) L'Ente locale stabilisce le forme di continuità orizzontale.

1455. L'asilo nido concorre alla creazione sul territorio di: A) Una cultura per l'infanzia. B) Spazi di gioco per bambini. C) Un'area che privilegia i bisogni dei bambini. D) Una rete di relazioni tra le famiglie.

1456. Il nido è integrato nel territorio in cui opera quando: A) Ne conosce il contesto socioculturale. B) Conosce le problematiche delle altre agenzie educative. C) Ne conosce il contesto e il quadro politico. D) Ne conosce il contesto economico e sociale.

1457. Per continuità orizzontale al nido s'intende il rapporto: A) Costante e continuo con le famiglie e con il territorio. B) Privilegiato e periodico con il territorio. C) Prioritario e stabile con i servizi sociali. D) Costante e continuo con le scuole presenti sul territorio.

1458. L'organizzazione di feste, incontri aperti ad altri bambini che non frequentano il nido, consente di: A) Integrare questo servizio nel contesto locale, partendo dalle esperienze dell'infanzia. B) Far conoscere e pubblicizzare le esperienze per averne una ritorno di immagine. C) Promuovere le proprie attività con lo scopo di favorire un incremento delle iscrizioni. D) Offrire a tutti i bambini, le stesse opportunità di gioco e divertimento.

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1459. L'apertura di asili nido sul territorio è finalizzata in generale: A) Ad aumentare il benessere della cittadinanza. B) All'offerta di posti di lavoro nel settore sociale. C) A migliorare l'immagine sociale del territorio. D) Ad aumentare il benessere dei giovani.

1460. Il rapporto del nido con il territorio è di: A) Reciprocità ed interdipendenza (sociale e didattica). B) Autonomia e socialità (relazionale e didattica). C) Dipendenza e reciprocità (progettuale e didattica). D) Socialità ed interdipendenza (sociale e scolastica).

1461. I servizi educativi presenti sul territorio rappresentano per l'asilo nido: A) Delle risorse atte a soddisfare i bisogni dei bambini, delle famiglie e del personale educativo. B) Delle strutture che ospitano bambini di età compresa tra i 2 e i 4 anni. C) Delle strutture nei confronti delle quali realizzare una sana concorrenza. D) Delle risorse atte a soddisfare i bisogni e le richieste formative degli educatori e degli insegnanti.

1462. Un asilo nido risponde in modo adeguato al territorio quando: A) Favorisce l'incontro, l'espressione e la soddisfazione dei bisogni socio-educativi presenti sul territorio. B) Effettua indagini, analisi, interviste alle famiglie che hanno figli piccoli e sono residenti sul territorio. C) Favorisce l'incontro, l'espressione e la soddisfazione dei bisogni socio-culturali delle famiglie. D) Crea relazioni e collaborazioni con la scuola dell'infanzia e la scuola elementare.

1463. Territorio e nido devono essere in relazione al fine di: A) Monitorare i bisogni e le richieste delle famiglie per poter così organizzare risposte efficaci. B) Analizzare le richieste delle famiglie per realizzare efficaci ricerche e studi sociologici. C) Essere interdipendenti in modo che il nido possa rispondere alle necessità legate all'emergere di nuovi modelli familiari. D) Essere interdipendenti poiché al nido spetta il compito di rimuovere le nuove emergenze sociali attraverso le pratiche educative.

1464. La creazione di un rapporto forte tra nido e famiglia contribuisce: A) Ad allargare e potenziare la cultura dell'infanzia, facendo diventare i genitori portavoce di questi messaggi. B) A consolidare l'idea del nido come servizio educativo indispensabile alla famiglia. C) A rinsaldare i rapporti di fiducia e stima reciproca anche tra genitori e risorse territoriali. D) Ad allargare le possibilità di intervento del nido in contesti sociali problematici.

1465. Il "microsistema" per il bambino inserito al nido rappresenta: A) Lo spazio quotidiano di vita caratterizzato da relazioni interpersonali, da attività possibili e richieste, da ruoli che si realizzano

all'interno della famiglia, della sezione del nido, del gruppo dei pari. B) L'insieme delle istituzioni sociali, delle relazioni interpersonali, delle tradizioni culturali comuni, del sistema di valori condiviso

presenti sul territorio in cui il nido opera. C) Le relazioni interpersonali con i componenti della famiglia, con i pari e con gli adulti di riferimento in luoghi diversi

dall'ambiente familiare. D) Lo spazio fisico e mentale dove poter realizzare i diversi ruoli e le diverse competenze necessarie all'integrazione adeguata con i

diversi ambienti di vita. 1466. L'asilo nido rappresenta per il territorio in cui opera:

A) Una risorsa socio-educativo-culturale per le famiglie, le istituzioni, la cittadinanza. B) Un luogo che accoglie e assiste bambini da 0 a 3 anni di età. C) Una risorsa culturale per le persone coinvolte nei processi educativi. D) Un luogo protetto dove le famiglie possono vedere accuditi e assistiti i loro figli.

1467. L'educatore nel rapporto con il personale appartenente alle altre istituzioni (assistenti sociali, insegnanti, psicologi..) usa:

A) Strumenti di lettura e descrizione della propria competenza professionale per sviluppare un linguaggio concreto e relazionale. B) Un linguaggio tecnico-scientifico per supportare le proprie conoscenze e il proprio ruolo all'interno della comunità. C) Strumenti di lettura e descrizione della realtà individuale del bambino per trasferire conoscenze tecniche e scientifiche. D) Un linguaggio semplice e quotidiano per creare un'atmosfera colloquiale e favorire sensazioni di agio e benessere.

1468. Nel passaggio dall'asilo nido alla scuola dell'infanzia: A) É importante che i bambini trovino un ambiente che tenga conto dei loro bisogni e delle loro esperienze precedenti. B) É importante che i bambini si integrino in fretta nel nuovo ambiente. C) I bambini attraverseranno sicuramente un momento iniziale di disorientamento. D) I bambini si integreranno indipendentemente dalle modalità del passaggio.

1469. Si realizza un progetto di continuità per: A) Accompagnare il bambino lungo il suo percorso di crescita e per valorizzare le sue esperienze precedenti. B) Far conoscere la scuola dell'infanzia alle famiglie. C) Evitare traumi e rifiuti da parte dei bambini durante la fase di inserimento alla scuola dell'infanzia. D) Informare gli insegnanti della scuola dell'infanzia su ciò che i bambini hanno imparato all'asilo nido.

1470. Nel momento del passaggio tra asilo nido e scuola dell'infanzia è importante considerare il bambino: A) Nella sua globalità, quindi nella molteplicità delle esperienze affettive, sociali e cognitive a cui egli partecipa. B) Soltanto negli aspetti che riguardano strettamente le sue competenze relazionali. C) Per come appare senza indagare e conoscere la sua storia. D) In base alla descrizione che di lui hanno fatto i genitori.

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1471. Per favorire il percorso di continuità educativa dei soggetti diversamente abili è auspicabile che: A) L'educatore del nido che ha seguito il bambino possa accompagnarlo per i primi mesi nella scuola dell'infanzia. B) L'insegnante di scuola dell'infanzia possa seguire il bambino durante l'ultimo anno del nido. C) Un operatore del nido mantenga contatti stabili con la famiglia anche quando il bambino frequenta la scuola dell'infanzia. D) L'educatore del nido e l'insegnante di scuola dell'infanzia lavorino assieme.

1472. Alcune ricerche hanno confermato che i bambini che provengono dal nido, nella scuola dell'infanzia: A) Giocano e parlano di più con i loro coetanei. B) Dedicano la maggior parte del tempo libero al gioco individuale. C) Dimostrano un'aggressività minore. D) Si rivolgono più frequentemente agli insegnanti che ai loro coetanei.

1473. Per continuità orizzontale si intende: A) Il rapporto che il nido stabilisce con le famiglie e le agenzie del territorio. B) Il rapporto che il nido stabilisce con le famiglie e le istituzioni che lo seguono. C) Il rapporto che il nido stabilisce con le risorse culturali del territorio. D) Il rapporto che gli operatori del nido stabiliscono tra di loro.

1474. La continuità educativa può essere descritta come : A) La capacità di accompagnare e sostenere le caratteristiche di ogni individuo nel cambiamento. B) L'abilità di organizzare attività. C) Il momento del passaggio dall'asilo nido alla scuola dell'infanzia. D) La capacità di mantenere un buon rapporto con i colleghi di lavoro.

1475. Parlando di continuità verticale si fa riferimento: A) Al rapporto che deve esistere tra il nido e la scuola dell'infanzia. B) All'insieme delle relazioni tra il bambino e l'educatore. C) All'anticipazione di alcune proposte didattiche della scuola dell'infanzia ai bambini del nido. D) Al rapporto tra il nido e la famiglia di ogni bambino.

1476. In mancanza di un atteggiamento che favorisca la continuità nido - scuola dell'infanzia vi è il rischio: A) Di un possibile impoverimento della personalità del bambino. B) Di un comportamento eccessivamente vivace da parte del bambino. C) Che il bambino NON voglia più vedere gli educatori del nido. D) Di un rifiuto della nuova scuola da parte del bambino.

1477. Il nido si propone come mediatore tra il bambino e l'ambiente sociale e culturale circostante; a tal fine vengono organizzate:

A) Uscite e scambi con il territorio. B) Occasioni di festa. C) Rapporti di comunicazione con gli altri bambini. D) Incontri con le famiglie.

1478. I bambini allevati al nido, nella scuola dell'infanzia: A) Si integrano più rapidamente nella nuova realtà scolastica. B) NON hanno un comportamento diverso dagli altri bambini. C) Parlano poco con gli altri bambini ma giocano molto. D) Manifestano maggiori difficoltà di inserimento.

1479. Per poter garantire la continuità asilo nido- scuola dell'infanzia è importante favorire: A) Una conoscenza reciproca tra le due istituzioni educative. B) Una conoscenza del territorio. C) Una conoscenza approfondita delle famiglie dei bambini. D) Una conoscenza dei servizi offerti da entrambe le strutture .

1480. In un progetto di continuità educativa dovrebbero essere coinvolti insieme ai bambini: A) Gli educatori del nido, gli insegnanti della scuola dell'infanzia e le famiglie. B) Gli educatori del nido e le famiglie. C) Soltanto gli educatori del nido. D) Soltanto gli insegnanti della scuola dell'infanzia.

1481. Al fine della realizzazione di un progetto di continuità educativa è utile: A) Lo svolgimento di incontri tra gli educatori del nido e gli insegnanti della scuola dell'infanzia. B) Parlare ai bambini, anche se piccoli, delle loro esperienze future. C) Ospitare al nido i futuri insegnanti, in modo che possano conoscere anticipatamente i loro futuri bambini. D) Insegnare ai bambini alcune regole che incontreranno alla scuola dell'infanzia.

1482. Quale tra le seguenti pratiche favorisce un progetto di continuità tra asilo nido e scuola dell'infanzia? A) Modalità comuni per la programmazione da parte degli educatori del nido e degli insegnanti della scuola dell'infanzia. B) Proporre ai bambini della scuola dell'infanzia alcune attività del nido. C) Anticipare alcune attività della scuola dell'infanzia ai bambini del nido. D) Portare i bambini più grandi del nido a visitare la loro futura scuola dell'infanzia.

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1483. Il momento di discontinuità che segna il passaggio dal nido alla scuola dell'infanzia: A) Se gestito in modo opportuno, costituisce un momento di crescita per il bambino. B) Può provocare un rifiuto della nuova scuola da parte del bambino. C) Porta difficoltà ad instaurare relazioni sociali del bambino all'interno del nuovo ambiente. D) Può essere evitato se il bambino viene inserito insieme ad un gruppetto di bambini provenienti dallo stesso asilo nido.

1484. Il momento del passaggio dal nido alla scuola dell'infanzia può essere accompagnato da un lavoro sulle emozioni; perché?

A) La gioia, la paura, l'incertezza sono stati d' animo che possono accompagnare i bambini in un momento di cambiamento. B) I bambini si rilassano maggiormente. C) I sentimenti negativi possono creare disagio nei bambini. D) I bambini temono le esperienze che rompono gli equilibri.

1485. Per continuità orizzontale si intende: A) La relazione tra l'asilo nido e le altre agenzie educative che interessano il bambino, tra cui in primo luogo la famiglia. B) La relazione tra più asili nido presenti su un dato territorio. C) Il dialogo continuo tra gli educatori dell'asilo nido, al fine di tenersi costantemente aggiornate sul comportamento di ogni

bambino. D) Stabilire alcune date, in cui gli educatori del nido saranno a disposizione delle famiglie per un colloquio.

1486. L'educatore che opera per assicurare una continuità tra l'asilo nido e la scuola dell'infanzia: A) Deve cercare di integrare le nuove esperienze con le esperienze passate di ogni bambino. B) Deve cercare di approfondire le storie personali di ogni bambino ma NON le comunica. C) Comunica con i futuri insegnanti dei suoi bambini trasmettendo informazioni. D) Si preoccupa solo in parte di accompagnare i bambini in questa fase di cambiamento.

1487. L' educatore dovrebbe porsi nei confronti degli insegnanti della scuola dell'infanzia: A) Disponibile al dialogo e alla collaborazione. B) Sicuro della validità del proprio operato. C) Rigido ma disponibile alla comunicazione. D) Indifferente ad ogni tipo di collaborazione.

1488. Per continuità verticale si intende: A) Il rapporto interattivo che il nido stabilisce con le istituzioni che lo seguono. B) La capacità del nido di raccordarsi ai modelli messi in atto dalla famiglia. C) La capacità del nido di preparare i bambini alla frequenza della scuola materna. D) Il rapporto che il nido stabilisce con le agenzie del territorio.

1489. Agire per una continuità educativa tra asilo nido e scuola dell'infanzia, significa: A) Considerare il processo di crescita dei bambini come un processo unitario e armonico, tenendo conto dello sviluppo

psicologico, dei bisogni e degli interessi del bambino. B) Proporre al bambino attività molto simili a quelle che gli verranno proposte alla scuola dell'infanzia. C) Sollecitare le famiglie, affinché iscrivano il proprio figlio ad una scuola dell'infanzia della stessa zona dell'asilo nido

frequentato. D) Tenere in costante aggiornamento gli insegnanti della scuola dell'infanzia sulle attività che vengono svolte al nido.

1490. Le diverse iniziative di continuità verticale: A) Garantiscono ai bambini un percorso formativo coerente e unitario. B) Evidenziano la frammentazione dell'azione educativa nella prima infanzia. C) Garantiscano la validità dei programmi didattici della scuola materna. D) Garantiscono l'integrazione tra asilo nido e famiglia.

1491. Nell'ambito del sostegno alla genitorialità, quali attività può proporre l'asilo nido? A) Incontri tematici con esperti. B) Feste all'interno del nido. C) Gite didattiche. D) Visite nelle scuole materne.

1492. Che cosa s'intende per portfolio del bambino: A) Una sorta di curriculum che accompagna i bambini in tutto il loro percorso didattico. B) La cartellina dei lavori che il bambino del nido porta alle maestre della scuola dell'infanzia. C) La scheda di valutazione dello sviluppo del bambino all'asilo nido compilata con i genitori. D) Il progetto pedagogico dell'asilo nido redatto dagli operatori dell'asilo nido.

1493. Quale ricaduta hanno sui genitori i progetti di continuità educativa verticale? A) Riducono l'ansia per il passaggio alla scuola d'infanzia. B) Facilitano la conoscenza con la direzione didattica della scuola. C) Aumentano la preoccupazione per il passaggio alla scuola d'infanzia. D) Facilitano l'integrazione della famiglia nel nido e nel territorio.

1494. Nell'ambito della continuità educativa, le relazioni tra gli educatori del nido e quelle della scuola d'infanzia contribuiscono:

A) A creare un clima collaborativo. B) A creare una positiva concorrenza. C) A rassicurare gli educatori del nido. D) A rassicurare i genitori dei bambini.

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1495. Quando si parla di progetti-ponte si fa riferimento: A) Ai percorsi didattici che coinvolgono bambini di nido e di scuola dell'infanzia. B) Ai laboratori che coinvolgono i genitori ed i bambini all'interno del nido. C) All'organizzazione di uscite didattiche sul territorio. D) Alle visite dei bambini, dell'ultimo anno, alla scuola d'infanzia.

1496. La continuità del nido con la scuola dell'infanzia da luogo a esperienze di: A) Raccordo educativo e didattico. B) Raccordo spaziale e temporale. C) Raccordo temporale e didattico. D) Raccordo creativo ed espressivo.

1497. La continuità verticale si realizza tra: A) Esperienze pregresse, nido, scuola dell'infanzia. B) Esperienze pregresse, nido, centri ricreativi. C) Esperienze pregresse, nido, centri sociali. D) Famiglia, nido, centri sociali.

1498. L'asilo nido per aiutare e sostenere le famiglie nel passaggio alla scuola d'infanzia può organizzare: A) Assemblee con le maestre della scuola d'infanzia. B) Attività per i bambini realizzate dalle maestre della scuola d'infanzia. C) Rapporti di rete con le agenzie del territorio. D) Attività di laboratorio per genitori e bambini.

1499. Il principio della continuità si fonda su dimensioni di ordine: A) Psicologico, sociale e culturale. B) Psicologico, organizzativo e culturale. C) Strutturale, organizzativo e logico. D) Motivazionale, organizzativo e culturale.

1500. La continuità educativa nasce dall'esigenza di garantire: A) Il diritto dell'individuo ad un percorso formativo, organico e completo. B) Il diritto dell'individuo ad un percorso NON formale, organico e completo. C) Il diritto dell'individuo ad un percorso formale, organico e completo. D) Il diritto dell'individuo ad un percorso originale, organico e completo.

1501. Per favorire il confronto professionale e la progettazione comune tra gli educatori dell'asilo nido e quelli della scuola materna è importante organizzare:

A) Momenti di formazione comune. B) Un incontro tra le direzioni didattiche. C) Feste e attività ludiche. D) Gite ed incontri per i bambini del nido e della scuola materna..

1502. Il lavoro di rete tra gli operatori del nido e quelli della scuola d'infanzia: A) Rappresenta un momento di auto-formazione. B) É un momento obbligatorio solo se previsto dal regolamento. C) Influenza tutte le relazioni con le famiglie. D) Conduce all'uniformità dei curricoli.

1503. La continuità nido-scuola dell'infanzia prevede: A) Continuità di pensiero. B) Un curricolo informale. C) Continuità di spazi. D) Un curricolo implicito.

1504. Nelle esperienze di "nido aperto": A) Le famiglie visitano la struttura per ricevere informazioni. B) Le famiglie con difficoltà possono confrontarsi con gli educatori. C) I bambini possono usufruire di un servizio integrativo. D) I bambini possono partecipare a progetti di multiculturalità.

1505. In un'ottica di continuità educativa i bambini dell'ultimo anno di nido visitano la scuola d'infanzia per: A) Favorire la conoscenza e l'ambientamento nel momento del passaggio. B) Facilitare l'amicizia con i bambini della scuola d'infanzia. C) Portare i lavori fatti al nido alle maestre della scuola d'infanzia. D) Anticipare alcune attività proprie della scuola d'infanzia.

1506. Nel nido la continuità educativa si concretizza con l'elaborazione di: A) Progetti educativi con la scuola dell'infanzia. B) Riflessioni critiche. C) Valutazioni con la scuola dell'infanzia. D) Stereotipi con la scuola dell'infanzia.

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1507. Per favorire la continuità con la scuola dell'infanzia, nel nido è opportuno attivare: A) Attività specifiche ed interventi mirati. B) Attività motorie e simboliche. C) Attività simboliche e grafiche. D) Attività drammatiche e grafiche.

1508. Le esperienze di continuità verticale: A) NON mettono in discussione le specificità del singolo grado scolastico. B) Generalizzano e uniformano i due ordini scolastici. C) Creano confusione alle famiglie ed ai bambini. D) Sono occasioni di integrazione con il territorio.

1509. Lo scambio di informazioni sui bambini tra gli operatori del nido e della scuola dell'infanzia: A) Permette interventi educativi mirati sul bambino. B) Permette la conoscenza con le famiglie. C) Costituisce un momento obbligato per tutti gli operatori. D) Permette di organizzare le nuove sezioni dell'asilo nido.

1510. Alcune strutture utilizzano, come elemento di continuità verticale, "il laboratorio della continuità", ossia: A) Un'attività di laboratorio utilizzata sia dal nido che dalla scuola d'infanzia. B) Un'attività di laboratorio programmata dal nido ma attuata dalla scuola d'infanzia. C) Uno studio sulle pratiche educative svolto dagli educatori dei diversi ordini scolastici. D) Un'attività di laboratorio attuata nella scuola dell'infanzia e condotta da un esperto che i bambini hanno conosciuto al nido.

1511. I progetti di formazione condivisi da educatori della scuola dell'infanzia e dei nidi: A) Permettono lo sviluppo di un linguaggio comune. B) Permettono agli operatori di instaurare rapporti professionali. C) Sono occasione di autovalutazione per il gruppo di lavoro. D) Facilitano lo sviluppo dei bambini.

1512. Il ritrovare nella scuola dell'infanzia oggetti conosciuti, provenienti dall'asilo nido: A) Rassicura il bambino durante l'inserimento. B) Aiuta il bambino a ricordare il passato e l'esperienza fatta. C) Suscita emozioni NON positive nel bambino. D) NON è visto positivamente dagli educatori della scuola dell'infanzia.

1513. La sezione di raccordo: A) É una sezione che accoglie bambini dai 2 ai 3 anni. B) É la sezione che accoglie i bambini dai 18 ai 36 mesi. C) É la sezione che accoglie i bambini dai 12 ai 18 mesi. D) É la sezione che accoglie i bambini dai 12 ai 24 mesi.

1514. I progetti che coinvolgono insieme i bambini del nido e della scuola dell'infanzia: A) Facilitano l'inserimento dei bambini del nido nella nuova scuola. B) Valorizzano le competenze dei bambini più grandi e maturi. C) Valorizzano le competenze dei bambini piccoli. D) Fanno parte della continuità orizzontale.

1515. La continuità pedagogico-educativa tra nido e scuola dell'infanzia implica la stesura: A) Di un progetto pedagogico unitario che individui modalità specifiche simili per realizzarlo e verificarlo. B) Di due distinti progetti pedagogici con modalità specifiche simili per realizzarli. C) Di un progetto pedagogico unitario che individui modalità attuative specifiche per ciascuna istituzione. D) Di un progetto istituzionale che miri alla realizzazione di un servizio strutturalmente unitario.

1516. Perché è importante per la buona crescita del bambino che i servizi ad essa preposti (nidi, scuole dell'infanzia) si pongano in continuità tra loro?

A) Per far sì che i bambini NON incontrino troppa differenza e discontinuità nel passaggio dall'asilo nido alla scuola dell'infanzia. B) Per rinforzare il senso di benessere e appartenenza che i bambini hanno sperimentato nei primi anni della loro vita. C) Per consentire un inserimento adeguato anche a quei bambini che già al nido presentano difficoltà di sviluppo. D) Per salvaguardare l'identità sociale e culturale che i bambini si sono formati nel percorso educativo al nido.

1517. Gli insegnanti della scuola dell'infanzia e gli educatori del nido potrebbero approfondire le loro conoscenze in tema di continuità nido-scuola dell'infanzia attraverso:

A) La frequenza comune a corsi di formazione e di aggiornamento. B) La frequenza di Master universitari. C) La stesura di un diario quotidiano delle attività. D) La conoscenza delle tappe di sviluppo del bambino da 0 a 5 anni di età.

1518. A livello istituzionale, organizzativo ed operativo con il concetto di continuità tra nido e scuola dell'infanzia s'intende: A) La costruzione e l'attuazione di un progetto pedagogico condiviso da nido e scuola dell'infanzia, per la fascia 0-6 anni. B) La costruzione di un insieme di azioni educative da svolgere parallelamente al nido e alla scuola dell'infanzia. C) L'attuazione di un insieme di scambi di materiali e strumenti didattici tra l'asilo nido e la scuola dell'infanzia. D) La condivisione di spazi ed arredi tra asilo nido e scuola dell'infanzia, per lo svolgimento di attività comuni.

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1519. Quali strategie metodologiche e didattiche favoriscono la co-progettazione fra nido e scuola dell'infanzia? A) Promuovere incontri fra il personale coinvolto ai fini di conoscere la realtà educativa delle due strutture e dell'organizzazione di

spazi e ambienti. B) Definire un progetto rivolto ai bambini che prevede incontri nelle due strutture ove essi siano coinvolti in attività di gioco co-

progettate dall'educatore e dagli insegnanti. C) Stabilire modalità di verifica e di progettazione al fine di valutare il livello di sviluppo raggiunto dai bambini. D) Promuovere incontri fra il personale delle due strutture con la finalità di conoscere spazi, ambienti ed organizzazione.

1520. Gli educatori favoriscono nel bambino del nido sentimenti positivi verso la scuola dell'infanzia quando: A) Mettono in atto strategie di familiarizzazione con lo "sconosciuto" (visite, attività in comune, racconto di storie, ecc.). B) Costruiscono narrazioni mirate che raccontano la vita dei bambini dai 3 ai 5 anni (favole, racconti, ecc.). C) Forniscono informazioni dettagliate sugli orari e sull'organizzazione della scuola dell'infanzia. D) Incontrano periodicamente gli operatori sociali al fine di far conoscere i profili personali di sviluppo di ciascun bambino.

1521. Per consolidare il progetto di continuità, i momenti di educazione e formazione comuni tra operatori del nido e della scuola dell'infanzia dovrebbero mirare a:

A) Costruire un linguaggio pedagogico comune. B) Costruire relazioni interpersonali solide e di fiducia reciproca. C) Costruire una programmazione educativa comune. D) Costruire un bagaglio comune di conoscenze per la fascia 0-6 anni.

1522. La continuità nido-scuola dell'infanzia favorisce nei bambini che frequentano l'ultimo anno del nido: A) Maggiore tranquillità e apertura nei confronti del passaggio alla scuola dell'infanzia. B) Un atteggiamento di apertura nei confronti dei bambini che frequentano la scuola dell'infanzia. C) L'acquisizione di abilità affettivo-relazionali, cognitive e di socializzazione. D) Maggiore tranquillità nei confronti della separazione dagli oggetti e materiali usati nella quotidianità del nido.

1523. Per favorire la continuità nido-scuola dell'infanzia gli educatori e gli insegnanti organizzano: A) Incontri mirati alla verifica e alla programmazione delle attività di continuità (visite alla scuola dell'infanzia, incontri con le

famiglie e tra il personale educativo, ecc.). B) Visite guidate e programmate alla scuola dell'infanzia con particolare attenzione agli spazi adibiti a laboratorio. C) Incontri mirati di conoscenza tra i bambini che frequentano l'ultimo anno dell'asilo nido e quelli che frequentano il primo anno

della scuola dell'infanzia. D) Assemblee e riunioni con le famiglie di bambini di 3 anni per riflettere e discutere su tematiche relative alle tappe di sviluppo

dei bambini. 1524. Chi progetta la continuità educativo-didattica fra asilo nido e scuola dell'infanzia?

A) Gli educatori dell'asilo nido e della scuola dell'infanzia raccordati dal Coordinatore Pedagogico. B) Gli educatori dell'asilo nido raccordati da un responsabile dei servizi sociali. C) Gli esperti dell'Amministrazione comunale. D) Gli educatori dell'asilo nido e le famiglie, raccordati dal Coordinatore.

1525. Lavorare per la continuità tra nido e scuola dell'infanzia significa conferire: A) Ad entrambi una valenza formativa forte e una maggiore dignità all'educazione della prima infanzia. B) Al nido il ruolo di ambiente libero per giocare e alla scuola dell'infanzia il ruolo di attivatore degli apprendimenti. C) Ad entrambi un ruolo specifico ma sequenziale di formazione e preparazione alla scuola elementare. D) Al nido una valenza più affettiva e di cura ed alla scuola dell'infanzia un compito più socializzante.

1526. Verificare il progetto educativo del nido in un'ottica di continuità con la scuola dell'infanzia significa: A) Essere consapevoli dei processi educativi messi in atto e saperli comunicare. B) Progettare schede e protocolli specifici per ciascun bambino al fine di far conoscere i livelli di sviluppo raggiunti. C) Saper codificare agevolmente gli interventi, le modalità e le strategie educative adottate attraverso strumenti specifici di

rilevazione. D) Far evolvere nel territorio l'idea relativa all'educazione all'infanzia promuovendo incontri e dibattiti con la cittadinanza.

1527. Per favorire il percorso di continuità educativa al nido dei bambini diversamente abili è auspicabile che: A) L' educatore che ha seguito il bambino al nido collabori alla progettazione del piano educativo personalizzato con gli insegnati

della scuola dell'infanzia. B) Vengano organizzati alla scuola dell'infanzia percorsi ludici specifici che mirino a sviluppare competenze relazionali e motorie. C) I bambini diversamente abili siano fermati ancora per un anno all'asilo nido così da godere di un clima educativo sicuro e

protetto. D) Il passaggio alla scuola dell'infanzia avvenga il più velocemente possibile così da evitare nel bambino ansie da separazione.

1528. Per favorire la relazione e stimolare la collaborazione tra bambini del nido e bambini della scuola dell'infanzia è auspicabile:

A) Realizzare attività collettive di ricerca e rielaborazione delle esperienze. B) Organizzare un evento specifico come, ad esempio, una recita teatrale. C) Realizzare e organizzare attività individualizzate. D) Progettare e realizzare attività di canto, danza, movimento.

1529. Per la realizzazione della continuità tra nido e scuola dell'infanzia, il gruppo di operatori deve: A) Individuare linee di impostazione, scelte orientative e stili di conduzione comuni relativi alla progettazione pedagogica. B) Dar luogo ad uno scambio di documentazione al fine di favorire il passaggio di informazioni sul bambino. C) Dar luogo a diversi incontri in cui siano presenti tutti gli operatori al fine di consentire la conoscenza reciproca. D) Individuare i comportamenti inadeguati e i mancati apprendimenti di ciascun bambino e informarne tutti gli altri operatori.

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1530. In che modo i genitori sono coinvolti nel processo di continuità tra nido e scuola dell'infanzia? A) Vengono informati sul progetto che riguarda il loro figlio e sono coinvolti in varie iniziative. B) Vengono informati sul progetto educativo e sulle modalità organizzative della scuola dell'infanzia. C) Sono invitati a diversi incontri a carattere informativo nella scuola dell'infanzia. D) Viene consegnato loro materiale cartaceo che spiega l'organizzazione della scuola dell'infanzia.

1531. La continuità tra nido e scuola dell'infanzia diventa operativa quando: A) Attraverso il gioco e le attività progettate si attua una conoscenza reciproca tra bambino e nuovo ambiente. B) L'educatore di riferimento effettua le consegne relative al bambino e ne illustra le particolarità. C) Il bambino, al termine del suo percorso al nido, entra a tutti gli effetti nella scuola dell'infanzia. D) Il bambino del nido comincia a conoscere i nuovi operatori della scuola dell'infanzia.

1532. La professionalità degli educatori del nido e degli insegnanti della scuola dell'infanzia in materia di continuità educativa si realizza quando:

A) C'è un reale confronto sui valori e sulle scelte che definiscono l' identità educativa dei due servizi. B) Nel percorso formativo-educativo del personale sono compresi argomenti relativi alle teorie pedagogiche in materia di prima

infanzia. C) Le scelte, le metodologie, le strategie educative vengono verificate in modo sperimentale. D) Sia gli educatori che gli insegnanti possono accedere a percorsi di supervisione psicopedagogica.

1533. Quali strategie e modalità organizzative devono essere predisposte dai gruppi di lavoro per favorire un rapporto di continuità fra nido e scuola dell'infanzia?

A) I confronti sull'identità dei due servizi e sulle pratiche educative, programmando anche incontri con piccoli gruppi di bambini. B) Organizzare momenti di incontro fra bambini dell'asilo nido e della scuola dell'infanzia per favorire la conoscenza reciproca. C) Raccordarsi sul passaggio delle informazioni circa i singoli bambini che frequenteranno la scuola dell'infanzia. D) Fornire alle famiglie le informazioni sull'organizzazione e il funzionamento della scuola dell'infanzia.

1534. Quando al nido è inserito un bambino disabile il passaggio alla scuola dell'infanzia deve essere attuato prevedendo incontri precedenti in cui:

A) Entrambi i gruppi di operatori valutano la situazione ed individuano strategie idonee per favorire il passaggio del bambino da un'istituzione all'altra.

B) I responsabili dei servizi socio-sanitari illustrano la situazione ed il livello di sviluppo del bambino sia agli educatori del nido che agli insegnanti della scuola dell'infanzia.

C) I genitori illustrano, ai nuovi operatori della scuola dell'infanzia, le abilità e le caratteristiche del loro bambino sostenuti dalla presenza di un educatore del nido.

D) Il pediatra del nido presenta la cartella clinica del bambino e la documentazione del suo percorso educativo ai nuovi operatori della scuola dell'infanzia.

1535. La continuità nido-scuola dell'infanzia favorisce: A) Un migliore inserimento del bambino alla scuola dell'infanzia. B) La conoscenza puntuale dei futuri insegnanti. C) La realizzazione di attività ludiche adeguate all'età dei bambini. D) La realizzazione di incontri tra le famiglie e gli insegnanti.

1536. La continuità nido-scuola dell'infanzia permette al bambino di: A) Ritrovare nel passaggio da un contesto all'altro luoghi, azioni, ambienti che riconosce come familiari. B) Conoscere in anticipo i compagni che frequenterà negli anni successivi al nido. C) Portare nella scuola dell'infanzia materiali prodotti al nido con l'aiuto degli educatori. D) Completare il processo di crescita, di autonomia e di sviluppo avviato all'asilo nido.

1537. Attuare soluzioni di tipo raccordativo per favorire la continuità tra nido e scuola dell'infanzia significa: A) Introdurre opportunità di comunicazione e coordinamento. B) Introdurre la presenza di una figura di raccordo. C) Prevedere un'unitaria figura di dirigente. D) Sottoscrivere un unico documento di programmazione.

1538. La continuità nido-scuola dell'infanzia favorisce: A) La familiarizzazione con la scuola dell'infanzia. B) La conoscenza dei bambini che frequentano la scuola dell'infanzia. C) La familiarizzazione con le attività che si svolgono alla scuola dell'infanzia. D) La conoscenza degli spazi fisici interni ed esterni della scuola dell'infanzia.

1539. La continuità fra nido e scuola dell'infanzia si configura come: A) L'offerta di un percorso di crescita intesa come un itinerario da percorrere con continuità ponendo al centro il bambino e la sua

storia evolutiva. B) Un'occasione di confronto fra due istituzioni contigue. C) Un'occasione per sottolineare le differenti proposte educative e didattiche che caratterizzano i due servizi. D) L'occasione per stabilire dal punto di vista organizzativo le competenze di ciascuna istituzione.

1540. Nella progettazione della continuità nido-scuola dell'infanzia: A) Vengono accolte le differenze e le specificità di entrambi i contesti educativi. B) NON vengono accolte le differenze di entrambi i contesti educativi. C) Vengono accolte le metodologie simili in entrambi i contesti educativi. D) Vengono accolti i bambini che hanno raggiunto la fase di sviluppo del pensiero operatorio.

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1541. Gli insegnanti della scuola dell'infanzia e gli educatori del nido lavorano per la continuità nido-scuola dell'infanzia in modo:

A) Collettivo e collegiale. B) Individuale e soggettivo. C) Casuale e relazionale. D) Personale e colloquiale.

1542. Una proposta educativa che favorisce sentimenti di fiducia nei bambini che partecipano al progetto di continuità educativa nido-scuola dell'infanzia, deve garantire la presenza di:

A) Attività, giochi, laboratori con funzione di "filo conduttore" tra le due diverse realtà educative. B) Momenti di attività individualizzata dove il bambino può gestire autonomamente il tempo. C) Attività di gioco finalizzate ad aumentare la soddisfazione nei bambini. D) Laboratori di espressività grafico-pittorica e di coordinazione motoria.

1543. Per continuità nido-scuola dell'infanzia s'intende: A) Un percorso educativo di accompagnamento dei bambini nel passaggio dal nido alla scuola dell'infanzia. B) L'organizzazione di visite guidate e studiate dagli educatori del nido alla scuola dell'infanzia per le famiglie. C) La continuazione nell'uso della progettazione e delle metodologie educative e didattiche da parte degli insegnanti della scuola

dell'infanzia. D) Un percorso ludico e una serie di attività di gioco per far conoscere la scuola dell'infanzia alle famiglie.

1544. La continuità è un percorso di raccordo tra il nido e la scuola dell'infanzia che dovrebbe assicurare: A) Un'unitarietà educativa nello sviluppo e una continuità nelle esperienze. B) Un passaggio di informazioni dettagliato tra operatori delle due istituzioni educative. C) Una conoscenza del bambino relativamente ai suoi bisogni ed alle sue particolarità. D) Uno scambio di metodologie educative appropriate per ciascun bambino.

1545. Un progetto di continuità nido-scuola dell'infanzia prevede incontri tra educatori ed insegnanti al fine di favorire una conoscenza reciproca sulle:

A) Modalità comunicative/espressive, sui comportamenti, sulle scelte tecnico-organizzative, sull'identità educativa dei due servizi. B) Strategie educative d'intervento utili in quelle situazioni che presentano caratteristiche di disagio e di disabilità. C) Modalità di documentazione e di incontro con le famiglie, sui modelli organizzativi e didattici. D) Risorse disponibili a livello territoriale per il reperimento dei finanziamenti regionali, provinciali ed europei.

1546. Gli insegnanti della scuola dell'infanzia, si incontrano con gli educatori del nido per: A) Confrontarsi sui contenuti della programmazione, delle scelte educative, dei rapporti con le famiglie. B) Decidere come organizzare le attività del primo anno della scuola dell'infanzia. C) Aggiornarsi e discutere sulle nuove tecniche e metodologie didattiche d'insegnamento. D) Organizzare e progettare percorsi ludici per gruppi di bambini che frequentano l'ultimo anno del nido.

1547. Progettare attività che favoriscono la continuità nido-scuola dell'infanzia significa organizzare: A) Attività che stimolano la conoscenza reciproca dei bambini, degli spazi, degli insegnanti, delle metodologie educative. B) Incontri periodici tra il personale del nido e della scuola dell'infanzia, per favorire la conoscenza reciproca. C) Laboratori di attività nello spazio interno della scuola dell'infanzia simili a quelli dell'asilo nido. D) Metodologie educative e didattiche specifiche per affrontare le ansie dei genitori nei confronti dei futuri cambiamenti.

1548. I progetti di continuità educativa aiutano i bambini a: A) Conoscere in largo anticipo i luoghi che frequenteranno nel futuro favorendo una maggiore apertura, disponibilità e serenità. B) Capire che per poter frequentare con serenità la scuola dell'infanzia dovranno potenziare la loro competenza sociale. C) Comprendere che gli insegnanti adottano strategie e metodologie didattiche diverse da quelle degli educatori. D) Conoscere precedentemente luoghi e attività a cui parteciperanno e che favoriranno lo sviluppo di capacità di lettura-scrittura.

1549. Un adeguato progetto di continuità nido-scuola dell'infanzia ha l'obiettivo di: A) Rendere più familiare al bambino del nido la sua futura scuola, sostenerne curiosità e fiducia e abbassare la tensione. B) Far incontrare i bambini del nido con i bambini che frequentano il primo anno della scuola dell'infanzia. C) Mostrare le differenze che i bambini del nido incontreranno alla scuola dell'infanzia. D) Rendere l'ambiente della scuola dell'infanzia similare a quello dell'asilo nido (spazi, materiali, attività, ecc.).

1550. Il processo della continuità tra nido e scuola dell'infanzia può essere favorito: A) Dalla convivenza di diverse istituzioni educative nello stesso plesso. B) Dal favorire l'incontro tra genitori del nido e genitori della scuola dell'infanzia. C) Dallo scambio frequente tra educatori di nido ed insegnanti della scuola dell'infanzia. D) Dalla presenza di un unico dirigente per le diverse istituzioni educative.

1551. La continuità che si realizza tra il nido e la scuola dell'infanzia si propone di: A) NON limitare il cambiamento, ma favorire nel bambino la riorganizzazione del comportamento e delle percezioni dell'ambiente. B) Limitare il cambiamento, perseguendo un modello di crescita dove i passaggi sono privi di innovazione e trasformazione. C) NON limitare il cambiamento, favorendo lo sviluppo della creatività che facilita l'accettazione del cambiamento. D) Limitare il cambiamento, al fine di evitare che nel bambino siano mobilitate energie e reazioni emotive troppo forti.

1552. I colloqui e gli incontri tra gli insegnanti della scuola dell'infanzia e gli educatori del nido vengono svolti per favorire il passaggio di informazioni relative:

A) Ai bambini, alle famiglie, agli spazi, alle attività e alle modalità educative. B) Alle famiglie, ai bambini diversamente abili, alle risorse territoriali in materia di infanzia. C) Ai bambini, alle risorse territoriali, ai materiali, agli spazi e alle metodologie d'intervento. D) Alle modalità organizzative-didattiche, alle strategie d'intervento, alle attività, agli spazi e ai materiali.

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1553. Se l'educatore nota difficoltà e disagio in un bambino può: A) Mettere in atto un percorso osservativo, condividendolo con altri educatori. B) Parlarne subito alla famiglia per chiedere un supporto agli operatori dei servizi socio-sanitari territoriali. C) Chiedere un supporto agli operatori dei servizi socio-sanitari territoriali. D) Mettere in atto strategie d'intervento dopo la lettura di testi specifici.

1554. Il progetto educativo individualizzato per il bambino diversamente abile richiede: A) Una diagnosi funzionale. B) Puntuale conoscenza delle tappe evolutive. C) La collaborazione con la famiglia. D) La conoscenza dell'ambiente di provenienza.

1555. In presenza di un bambino con disagio è utile che l'educatore: A) Conosca e collabori con i servizi territoriali competenti. B) Realizzi un profilo dinamico funzionale dettagliato. C) Affidi la presa in carico del bambino ai servizi territoriali competenti. D) Realizzi una diagnosi funzionale dettagliata.

1556. Gli aspetti più importanti da tenere in considerazione con un bambino diversamente abile sono: A) Le sue potenzialità. B) I suoi deficit. C) Le sue disabilità. D) Le sue capacità di relazionarsi.

1557. La Diagnosi Funzionale è: A) Un documento redatto dal personale sanitario che indica la patologia da cui è affetto il bambino. B) Un documento redatto dal personale educativo che indica gli obbiettivi educativi e didattici. C) Un documento redatto da strutture sanitarie in collaborazione con gli educatori. D) Un documento redatto da strutture sanitarie in collaborazione con la famiglia.

1558. Il piano educativo individualizzato (PEI): A) Descrive gli interventi educativi predisposti per il bambino. B) Descrive lo stato psico-fisico del bambino. C) Descrive lo sviluppo potenziale del bambino. D) Viene redatto dalle Asl.

1559. Conoscere la storia (storia clinica, familiare...) del bambino diversamente abile, per l'attività dell'educatore: A) É indispensabile per realizzare progetti educativi individualizzati. B) É oggi affidato/a ai servizi sociali territoriali. C) Può rendere meno imparziale ed oggettiva la valutazione dell'educatore. D) É un obiettivo da perseguire solo dalla scuola primaria in poi.

1560. Un'azione educativa di supporto per i bambini affetti da ritardo mentale risulta più efficace se: A) Viene impostata precocemente sul periodo di sviluppo del bambino poiché la plasticità educativa decresce con l'età. B) Viene effettuata con alternanza di periodi intensivi e di sospensione di attività. C) Viene impostata quando il bambino si trova in uno stadio avanzato del proprio sviluppo poiché la plasticità educativa aumenta

con l'età. D) Avviene quando il bambino ha completato il proprio sviluppo.

1561. Indicare quale modo deve assumere l'educatore di fronte alle differenze. A) Individuare e valorizzare le diversità individuali. B) Individuare semplicemente delle differenze. C) Classificare le differenze. D) Catalogare le differenze.

1562. Quale sarà il primo approccio dell'educatore per individuare una difficoltà di sviluppo cognitivo in un bambino? A) L'osservazione sistematica. B) Il colloquio con la famiglia. C) La lettura dei testi specifici. D) Una consultazione con altri operatori.

1563. Il profilo dinamico funzionale di un bambino diversamente abile: A) Indica il prevedibile sviluppo. B) Indica le strategie riabilitative che l'educatore deve seguire. C) Indica la gravità del disagio. D) Indica i risultati della riabilitazione.

1564. Le verifiche del Piano Individualizzato vanno effettuate: A) In relazione agli obbiettivi raggiunti e non raggiunti. B) Secondo scadenze stabilite: a metà e a fine anno scolastico. C) Dopo alcuni mesi dall'inizio dell'anno scolastico. D) Solo se richiesto dalle famiglie.

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1565. Per progettare l'intervento con il bambino diversamente abile: A) É importante un'attenta osservazione del comportamento del bambino. B) L'uso di eventuali test è irrilevante. C) Non è necessario utilizzare materiale didattico specifico. D) La valutazione delle difficoltà e delle risorse del bambino va fatta dopo l'intervento educativo.

1566. L'educatore, rapportandosi con la famiglia del bambino diversamente abile dovrà: A) Avvicinarsi ai genitori con discrezione favorendo la comunicazione e il dialogo. B) Chiedere informazioni dettagliate sul bambino e sulle sue disabilità. C) Spronare la famiglia a seguire ed accogliere il progetto educativo della scuola. D) Formulare una diagnosi dettagliata del deficit.

1567. L'educatore di sostegno è: A) Un educatore di appoggio al gruppo educativo. B) Un educatore non facente parte del gruppo di lavoro con particolari competenze. C) Un operatore dei servizi socio-sanitari territoriali. D) Un educatore scelto dalla famiglia.

1568. Per favorire l'apprendimento dei bambini in condizione di disagio, sarà utile promuovere metodi che si basano: A) Su individualizzazione. B) Su pluralizzazione. C) Su oggettivazione. D) Su diversificazione.

1569. IL Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.) di intervento didattico/educativo: A) É un progetto individualizzato realizzato in collaborazione con altri servizi territoriali. B) É un piano specifico per bambini diversamente abili elaborato dagli educatori. C) É un piano specifico per bambini extracomunitari elaborato dagli educatori. D) É un piano specifico per i bambini diversamente abili elaborato sulle esigenze famigliari.

1570. Il Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.) è: A) Il documento dove vengono descritti gli interventi didattico-educativi previsti per il bambino diversamente abile. B) Il documento che contiene la diagnosi funzionale medica del bambino diversamente abile. C) Il documento che contiene le medicazioni terapeutiche che il bambino diversamente abile deve seguire. D) Il documento che contiene i dati della sezione in cui il bambino diversamente abile è inserito.

1571. Quali soggetti coinvolge la legge 104/92 per ciò che riguarda l'inserimento scolastico dei bambini diversamente abili? A) I soggetti istituzionali (Enti locali, ASL, Comuni). B) I soggetti informali (Famiglia, Chiesa, Volontariato). C) I soggetti istituzionali ed informali. D) I soggetti appartenenti a categorie svantaggiate.

1572. Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) per i bambini in condizione di disagio descrive: A) Gli interventi educativi predisposti. B) Lo stato psico-fisico. C) Lo sviluppo potenziale. D) Gli obiettivi minimi da raggiungere.

1573. Per un bambino con Sindrome di Down.... A) L'inserimento precoce al nido gli offre più contesti educativi stimolanti. B) L'inserimento al nido richiede una maggiore maturazione, per cui è meglio aspettare. C) L'inserimento al nido deve avvenire quando i genitori lo ritengono opportuno. D) L'inserimento al nido deve avvenire quando gli educatori e i genitori lo ritengono opportuno.

1574. Il termine Burn-Out indica: A) Le conseguenze di una situazione stressante che colpisce le persone che esercitano professioni d'aiuto. B) Un particolare tipo di disabilità del bambino. C) La condizione emotiva della famiglia in cui vi sono soggetti in condizione di disagio. D) L'incapacità di una struttura di accogliere soggetti in condizione di disagio.

1575. In presenza di bambini con handicap le loro esigenze: A) Vanno considerate fin dalla fase progettuale. B) Vanno considerate nella fase progettuale esclusivamente se inerenti ai momenti di "routines". C) Vanno analizzate solo una volta concluso l'inserimento e quindi vengono analizzate solo in seguito alla progettazione. D) Vanno considerate in fase progettuale solo se riferite all'eliminazione delle barriere architettoniche.

1576. Il Profilo Dinamico Funzionale è un atto: A) Successivo alla Diagnosi Funzionale. B) Antecedente all'inserimento del bambino al nido. C) Successivo al Piano Educativo Individualizzato. D) Che precede la Diagnosi Funzionale.

1577. La fase di inserimento al nido del bambino in situazione di disagio: A) Deve essere oggetto di particolare attenzione da parte dell'educatore. B) NON deve avere tempi differenti rispetto a quella degli altri bambini. C) Deve essere un processo molto rapido per NON minare gli equilibri del gruppo. D) NON viene effettuata dall'educatore ma da un assistente sociale.

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1578. Per favorire l'inserimento e lo sviluppo di un bambino in condizione di disagio è utile una programmazione: A) Individualizzata. B) Non specifica. C) Specializzata. D) Diversificata.

1579. Nell'attività di programmazione in presenza di bambini in situazione di disagio l'educatore: A) Deve avere la capacità di mediare tra la programmazione del nido e la programmazione individualizzata. B) NON deve modificare la programmazione per evitare discriminazioni. C) Deve adeguare il gruppo alle esigenze del soggetto in situazione di disagio. D) Deve comunque programmare le attività tenendo solo conto delle esigenze della maggioranza del gruppo di bambini.

1580. La Diagnosi Funzionale per i soggetti disabili: A) Permette di misurare il deficit ma soprattutto di conoscere le capacità potenziali residue. B) Misura esclusivamente il deficit motorio. C) NON misura il deficit ma rileva le potenzialità di cui il soggetto è portatore. D) Misura i risultati che sono stati raggiunti con la rieducazione.

1581. L'atteggiamento dell'educatore (in riferimento ai bambini in situazione di disagio) deve essere orientato: A) All'osservazione e all'ascolto. B) Alla diagnosi e al dialogo. C) All'assistenza. D) Al controllo.

1582. Il Profilo Dinamico Funzionale: A) Nasce dall'integrazione delle competenze di Asl-educatori-famiglia. B) É redatto esclusivamente dalla commissione medica delle Asl. C) Viene realizzato dagli educatori all'interno del progetto educativo individualizzato. D) É realizzato da un operatore sociale incaricato dalle Asl.

1583. I contatti con le famiglie dei bambini in situazione di disagio: A) Devono essere frequenti per rilevare le loro risorse educative e le possibilità di collaborazione. B) Devono avvenire solo quando il bambino ha concluso la fase di inserimento. C) Permettono all'educatore di fare una diagnosi del deficit in relazione alla situazione familiare. D) Devono essere sporadici per alleggerire la famiglia già provata dal disagio del bambino.

1584. Il Profilo Dinamico Funzionale (P.D.F) è predisposto: A) In collaborazione con i Servizi Sanitari e contiene l'indicazione delle potenzialità e delle difficoltà del bambino diversamente

abile. B) Dall'educatore in collaborazione con la famiglia e contiene informazioni sulla vita del bambino. C) Dal personale sanitario in collaborazione con gli educatori e contiene informazioni sullo stato di salute del bambino. D) Dal personale sanitario e dalla famiglia e contiene informazioni sullo stato di salute e sulla vita del bambino.

1585. Qualora venga inserito al nido un bambino di 21 mesi, con grave ritardo psicomotorio, è opportuno: A) Valutare la sue abilità ed inserirlo in un gruppo stabile, secondo un progetto specifico. B) Inserirlo nel gruppo corrispondente alla sua età anagrafica. C) Inserirlo, valutando giornalmente, nel gruppo di bambini meno numeroso. D) NON prevedere un'organizzazione specifica e attendere che il bambino risponda alle sollecitazioni del gruppo.

1586. Il bambino in situazione di disagio inserito al nido ha bisogno soprattutto: A) Di attenzioni educative. B) Di interventi sanitario-rieducativi. C) Di interventi terapeutici. D) Di cure specifiche.

1587. Nell'ambito dell'intervento educativo con il bambino disabile è importante: A) Un'attenta osservazione del comportamento anche in relazione alle indicazioni del Profilo Dinamico Funzionale. B) L'uso di test che possono segnalare eventuali difficoltà della famiglia. C) L'uso di materiale didattico esclusivamente strutturato e pensato per quella specifica disabilità. D) La valutazione delle difficoltà del bambino, della famiglia e la situazione economica.

1588. Gli educatori, nei confronti dei bambini portatori di handicap,: A) Devono avere sempre un'aspettativa positiva. B) Devono avere un'aspettativa realistica, basata sulle reali capacità del bambino. C) Devono limitare le proprie aspettative per NON rimanere delusi. D) NON devono avere alcuna aspettativa.

1589. L'educatore di fronte al disagio del bambino, deve armonizzare: A) L'identità dell'Io con la diversità dell'Io. B) La relazione del bambino con i pari. C) Le abilità del bambino. D) L'identità dell'Io.

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1590. Quale atteggiamento educativo favorisce il sostegno al bambino in difficoltà? A) L'esperienza di collegialità tra gruppo di bambini ed adulti. B) L'esperienza di piccolo gruppo solo in alcuni momenti dell'anno. C) Evitare esperienze di grande gruppo in particolari momenti dell'anno. D) Evitare l'esperienza di collegialità tra gruppo di bambini ed adulti.

1591. In caso di bambini con difficoltà relazionali, quale tecnica espressivo-comunicativa si può usare con maggior profitto? A) Uso dei burattini e manipolazione di materiali. B) Uso di specifiche tecniche di narrazione. C) Uso di materiale strutturato. D) Uso di materiale montessoriano.

1592. Il disagio del bambino può essere: A) Permanente o temporaneo. B) Stabile o saltuario. C) Definitivo o temporaneo. D) Permanente o saltuario.

1593. Per l'eventuale inserimento di un bambino diversamente abile al nido quali accorgimenti bisogna adottare? A) Disporre di locali e materiali adatti. B) Disporre di più personale per garantire l'assistenza. C) Disporre di personale socio-sanitario. D) Disporre di un numero limitato di personale per NON confondere il bambino.

1594. Quale può essere la causa di comportamenti aggressivi dei bambini nella sezione? A) Un'incoerenza negli interventi dell'educatore che altera il clima educativo. B) Un'incapacità del bambino ad adattarsi e ad interiorizzare le regole del nido. C) Una ridondanza di stimoli percettivi e cognitivi che lo mettono in una situazione di affaticamento. D) Una noia nei confronti delle attività proposte, troppo facili per il livello cognitivo del bambino e troppo ripetitive.

1595. Il Piano Educativo Personalizzato deve essere elaborato: A) Dall'equipe multidisciplinare e dalla famiglia. B) Dall'educatore. C) Dai genitori. D) Dall'equipe multidisciplinare.

1596. Accogliere nel nido un bambino con disabilità comporta da parte dell'educatore un atteggiamento di "ascolto attivo" basato:

A) Sull'accettazione dell'altro, sulla comprensione dell'altro e dei suoi bisogni. B) Sull'accettazione dell'altro e sulla comprensione delle emozioni. C) Sul benessere dell'altro e sulla comprensione empatica dei suoi bisogni. D) Sulle strategie di intervento e sull'attuazione di strategie.

1597. Qual è l'atteggiamento che l'educatore deve tenere nei confronti del bambino diversamente abile? A) Mettersi a disposizione del bambino, oggettivando e NON soggettivando i suoi problemi. B) Partecipare ai successi e agli insuccessi del bambino anche emotivamente perché questi avverta la massima condivisione. C) Vivere con distacco i problemi del bambino per NON metterlo in difficoltà nel rapporto con i coetanei. D) Fissare i limiti del bambino ed evitare false aspettative soprattutto nei confronti delle famiglie.

1598. La stesura del Piano Educativo Personalizzato comporta: A) Individualizzazione degli obiettivi e personalizzazione dei traguardi. B) Individualizzazione degli spazi e personalizzazione dell'esplorazione. C) Individualizzazione delle attività e personalizzazione delle difficoltà. D) Individualizzazione degli obiettivi e personalizzazione dell'osservazione.

1599. Nel nido, in presenza di bambini con disagio, è opportuno promuovere: A) Attività di animazione. B) Attività motoria. C) Attività tranquilla. D) Attività spontanea.

1600. La famiglia del bambino diversamente abile deve sapere che l'obiettivo del nido è: A) Il benessere del bambino attraverso la sua integrazione. B) L'adattamento del bambino alla nuova realtà. C) L'inserimento del bambino nell'ambiente. D) Strutturare un ambiente accogliente.

1601. L'inserimento del bambino diversamente abile deve evitare: A) Forzature e anticipazioni. B) Forzature e ritardi. C) Ritardi e sensi di colpa. D) Ritardi e rivalità.

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1602. Quale atteggiamento è rilevante per lavorare in modo efficace con bambini con difficoltà? A) Valorizzare cosa il bambino sa e può fare. B) Fissare i limiti del bambino ed evitare false aspettative. C) Porsi obiettivi didattici semplici e facilmente raggiungibili. D) Vivere con distacco i problemi e i successi del bambino.

1603. L'intervento educativo nei confronti del disagio deve mirare a potenziare nel bambino: A) La stima e la fiducia di sé. B) La relazione e l'amore. C) La fiducia e le competenze. D) Le potenzialità e le competenze.

1604. Per lo svolgimento delle attività del bambino diversamente abile occorre prevedere: A) Un'organizzazione temporale elastica. B) Un'organizzazione temporale rigida. C) Un'organizzazione temporale occasionale. D) Un'organizzazione temporale mensile.

1605. Il Profilo Dinamico Funzionale è un mezzo per elaborare: A) Il Piano Educativo Individualizzato. B) Il rapporto bambino educatore. C) La Carta dei Servizi. D) La Programmazione Educativa e Didattica.

1606. Gli handicap motori riducono: A) Corretti movimenti - autonomia - coordinazione motoria. B) Corretta gestualità - autonomia - coordinazione oculo/manuale. C) Corretti movimenti - autonomia - coordinazione dei riflessi. D) Competenze - obiettivi - coordinazione dei riflessi.

1607. Le verifiche del piano educativo individualizzato (PEI) vanno effettuate.... A) In relazione agli obiettivi raggiunti e/o NON raggiunti. B) Alla metà dell'anno scolastico. C) Dopo due o tre mesi di attività. D) Solo se richiesti dall'educatore ed in particolari situazioni.

1608. L'educatore NON si deve soffermare all'analisi del deficit ma "dirottare lo sguardo" verso la: A) Globalità e storicità del bambino. B) Parzialità e astoricità del bambino. C) Conquista e gioia del bambino. D) Competenza e capacità del bambino.

1609. Le strategie utili all'inserimento del bambino diversamente abile sono orientate a modellare l'intervento: A) Sulle potenzialità e risorse. B) Sull'identificazione del sintomo. C) Sulle definizioni elastiche dei tempi. D) Sulle potenzialità e motivazioni del bambino.

1610. Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) è.... A) Il documento in cui vengono descritti gli interventi previsti. B) Il documento che contiene i dati relativi alla vita del bambino. C) Il documento che contiene le notizie sulla famiglia del bambino. D) Il documento che contiene i dati del gruppo nel quale il bambino è inserito.

1611. Quale sarà il primo approccio dell'educatore per individuare una difficoltà di sviluppo cognitivo? A) L'osservazione sistematica. B) Solo il colloquio con la famiglia. C) La lettura di testi specifici. D) Una consultazione con altri educatori.

1612. Nel caso di un bambino in situazione di disagio è importante: A) Stimolarlo partendo dalle sue capacità. B) Predisporgli un percorso di apprendimento predeterminato. C) Lasciare che il bimbo interagisca senza intromissioni esterne. D) Evitare che abbia contatti troppo frequenti con gli altri bambini.

1613. In presenza di bambini diversamente abili l'educatore deve: A) Proporre stimoli diversi rispettando competenze e abilità di ogni bambino. B) Proporre attività uguali per tutti i bambini pur nella differenziazione degli stimoli. C) Proporre esperienze uguali per tutti i bambini uniformando gli stimoli. D) Proporre giochi simili per tutti i bambini predisponendo una varietà di materiali.

1614. Con i bambini con handicap sensoriali è necessario: A) Valorizzare e potenziare i sensi NON colpiti. B) Stimolare e potenziare i sensi colpiti. C) Curare e ridurre la menomazione. D) NON svolgere esercizi sensomotori.

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1615. Per i bambini diversamente abili è necessaria: A) Una stimolazione globale nel loro ambiente di vita. B) L'impostazione di tecniche rieducative standardizzate. C) L'impostazione di tecniche rieducative settoriali. D) Una stimolazione specifica in contesti predefiniti.

1616. Gli handicap sensoriali sono deficit che: A) Richiedono interventi specifici. B) Impediscono l'apprendimento. C) Impediscono le relazioni. D) Richiedono affettuosità.

1617. L'educatore, di fronte al disagio del bambino, deve istituire rapporti con i servizi territoriali competenti per favorire: A) L'integrazione. B) La socializzazione. C) Lo sviluppo linguistico. D) Lo sviluppo motorio.

1618. Quale dovrebbe essere l'approccio dell'educatore rispetto alle differenze? A) La valorizzazione delle differenze come potenzialità individuali. B) La correzione dei comportamenti NON uniformi. C) L'identificazione delle differenze. D) La tolleranza per le diversità.

1619. Al nido per favorire il raggiungimento di un obiettivo in bambini in condizioni di disagio.... A) Si utilizzano strategie personalizzate. B) Si utilizzano strategie di gruppo. C) Si utilizzano strategie standard per NON creare differenziazioni educative. D) Si utilizza il role-playing.

1620. Se un bambino problematico viene isolato dagli altri bambini l'educatore deve: A) Intervenire per favorirne l'integrazione. B) Lasciare che il bambino sfrutti le attività di gruppo per integrarsi. C) Giocare solo con lui. D) Allontanare i bambini che lo hanno emarginato.

1621. Il profilo dinamico funzionale: A) Viene redatto dopo la diagnosi funzionale. B) É un documento che sintetizza il grado di disabilità del bambino. C) Viene redatto dall'operatore sanitario che ha in cura il bambino. D) É un documento facoltativo per migliorare l'integrazione del bambino disabile.

1622. Lo sviluppo del bambino diversamente abile presuppone strategie finalizzate: A) Al benessere del bambino attraverso l'integrazione. B) All'inserimento precoce al nido. C) All'inserimento in contesti nuovi. D) All'adattamento a nuove situazioni.

1623. L'intervento educativo per il soggetto diversamente abile deve essere finalizzato a strutturare: A) La stima e la fiducia in sé. B) La competenza e la motricità. C) La potenzialità e l'intuizione. D) La competenza e l'apprendimento.

1624. Qual è il primo metodo a disposizione dell'educatore per identificare un ritardo cognitivo? A) L'osservazione mirata. B) La consultazione con educatori più esperti. C) Il confronto con gli altri bambini. D) L'uso di testi appropriati.

1625. Nei confronti di bambini diversamente abili il rapporto educativo deve essere.... A) Individualizzato. B) Standardizzato. C) Decentrato. D) Il risultato di uno studio di testi specifici.

1626. La diagnosi funzionale deve consentire: A) La conoscenza dell'eventuale deficit e l'individuazione delle capacità funzionali. B) La puntuale rilevazione delle area di inefficienza. C) Di evidenziare in che misura l'handicap può compromettere il risultato educativo. D) Di informare l'educatore circa il possibile insuccesso.

1627. Quale apporto può fornire l'educatore nella fase di diagnosi della disabiltà? A) Fornire dati significativi emersi durante l'osservazione del bambino. B) Seguire e controllare le procedure mediche. C) Definire l'individuazione della disabiltà. D) Controllare la certificazione e la diagnosi funzionale.

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1628. Il profilo dinamico funzionale è: A) Uno strumento operativo per calibrare le proposte educative in base alle potenzialità e difficoltà del bimbo. B) Un documento che elenca quali sono le attività che il bambino deve evitare. C) Un documento compilato dai genitori all'atto dell'iscrizione al nido per comprendere al meglio il percorso del bambino. D) L'insieme dei referti clinici del bambino.

1629. Se l'osservazione fa rilevare un caso di disagio.... A) Occorre che gli educatori discutano le proprie ipotesi di intervento da realizzare e da proporre ai genitori. B) Occorre che l'osservazione perduri senza intervento per lasciare libertà al bambino. C) Ogni educatore deve redigere un documento riassuntivo da confrontare in equipe. D) Bisogna subito contattare un consulente specializzato.

1630. Se un bambino tende ad auto-isolarsi.... A) L'educatore deve cercare di inserirlo nelle attività attivando processi di facilitazione all'interazione. B) Bisogna forzare il bambino a socializzare per evitare che il comportamento di isolamento diventi una pratica normale. C) Può essere utile iniziare un'attività senza coinvolgerlo per destare la sua curiosità. D) L'educatore deve assecondare il comportamento del bambino in quanto può essere frutto di abitudini radicate e legate alle

abitudini familiari. 1631. La diagnosi funzionale si articola in:

A) Anamnesi del bambino-diagnosi clinica. B) Certificazione medica-piano individualizzato. C) Diagnosi clinica-interventi riabilitativi. D) Diagnosi clinica-certificazione medica.

1632. L'handicap motorio condiziona: A) La coordinazione e l'autonomia. B) Il movimento e l'osservazione. C) L'esplorazione e l'affettività. D) L'affettività e la relazione.

1633. Il PEI è redatto congiuntamente da: A) Operatori sanitari, educatori, genitori. B) Coordinatore, educatore, genitori. C) Educatori di sostegno, genitori, operatori. D) Operatori del nido, sanitari, agenzie territoriali.

1634. Al nido l'approccio nei confronti dei bambini diversamente abili richiede accordo tra: A) Interventi terapeutici ed educativi. B) Interventi educativi e motori. C) Interventi terapeutici e riabilitativi. D) Interventi terapeutici e motori.

1635. Perché è importante il recupero motorio? A) Perché esiste una continuità funzionale tra comportamento motorio ed attività logiche del pensiero. B) Perché i problemi motori sono causa di frustrazione e di scarso interesse per l'ambiente. C) Perché i problemi motori portano all'esclusione dal gruppo dei pari. D) Perché i bambini con problemi motori hanno difficoltà con i genitori e con gli adulti in generale.

1636. L'osservazione del comportamento dei bambini diversamente abili è indispensabile: A) Alla progettazione dell'intervento educativo. B) All'organizzazione dei momenti di routines. C) All'organizzazione degli spazi al nido. D) All'organizzazione dei tempi al nido.

1637. Nel caso di manifestazioni di aggressività da parte del bambino.... A) L'educatore dovrà riflettere e confrontarsi con la famiglia. B) L'educatore dovrà avvisare i genitori in modo che prendano provvedimenti affinché tali comportamenti cessino. C) L'educatore dovrà allontanare il bambino dagli altri per evitare che il comportamento diventi usuale. D) L'educatore dovrà solo osservare la situazione affinché il bambino sia libero di sfogare le sue energie.

1638. Nel nido l'ausilio di uno psico-pedagogista esterno.... A) Può essere utile, in affiancamento agli educatori, per il monitoraggio del percorso didattico. B) É d'obbligo se tale figura NON è compresa all'interno dell'equipe degli educatori. C) Va richiesto agli enti territoriali. D) É richiesto per la redazione di un certificato di buono stato psicofisico del bambino da compilare per le famiglie.

1639. Il PEI si elabora sulla base: A) Del profilo dinamico-funzionale. B) Della programmazione educativo-didattica. C) Delle indicazioni dell'operatore sanitario. D) Del rapporto bambino-educatore.

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1640. I bambini che presentano difficoltà di apprendimento richiedono interventi educativi basati su: A) Concretezza, impiego di sussidi, rinforzi. B) Qualità, tempestività, complessità. C) Professionalità, flessibilità, complessità. D) Astrattezza, flessibilità, rinforzi.

1641. L'educatore di fronte al bambino svantaggiato deve: A) Partire dal "vissuto" per realizzare attività significative. B) Proporre alcuni interventi correttivi e sostitutivi. C) Risolvere i problemi eliminando le cause. D) Convincere i genitori ad accettare il bambino.

1642. Rispetto al bambino normodotato, nel processo di maturazione di un bambino diversamente abile: A) Varia il ritmo di sviluppo mentre le sequenze evolutive sono uguali. B) Sono omogenei sia il ritmo di sviluppo che le sequenze evolutive. C) Variano sia il ritmo di sviluppo che le sequenze evolutive. D) Il ritmo di sviluppo è uguale mentre variano le sequenze evolutive.

1643. Gli educatori che interagiscono con bambini in situazioni di disagio devono: A) Avere una formazione che permetta loro di interpretarne le dinamiche. B) Avere una sensibilità sviluppata solo attraverso l'esperienza pratica. C) Essere iscritti all'albo nazionale degli educatori professionali. D) Essere supportati da un operatore specializzato.

1644. L'educatore di un bambino disabile deve attuare tutte le strategie per portarlo alla cosiddetta "normalizzazione strumentale", cioè:

A) Alla conoscenza e all'uso di tutti i sussidi che possono promuovere una sua sempre maggiore autonomia. B) Allo sviluppo delle percezioni in senso lato. C) All'aiuto dato dall'esterno rispetto all'ambiente. D) All'abitudine ad agire in contesti conosciuti.

1645. Perché l'educatore deve sempre verbalizzare al bambino problematico le emozioni che via via esso manifesta? A) Perché lo aiuta a gestirle e ad accettarsi. B) Perché gli insegna le regole di comportamento. C) Perché rafforza il linguaggio. D) Perché è un modo veloce di comunicare.

1646. Soprattutto al nido, per un bambino disabile, l'educatore come figura di riferimento stabile: A) É essenziale. B) NON é così importante. C) Deve essere interscambiabile con altri educatori. D) É secondaria rispetto al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

1647. É molto importante per un bambino disabile, che l'educatore favorisca il suo stare nel gruppo dei pari: A) Per le positive funzioni di "modeling" esercitate dagli altri bambini. B) Perché può giocare di più. C) Perché socializza e può allargare i campi di esperienza. D) Perché si trova in un ambiente nuovo.

1648. Con i bambini che hanno difficoltà di comprensione l'educatore deve usare molto i cartelloni, le foto e il materiale illustrato:

A) Per favorire in loro la rappresentazione mentale di ciò che é stato letto/raccontato/cantato. B) Perché le figure sono accattivanti. C) Per prolungare l'attività durante i momenti NON strutturati. D) Per abbellire la sezione con materiale colorato.

1649. Nel caso di bambini con disturbi dell'attenzione, l'educatore dovrà: A) Rinforzare sistematicamente le risposte adeguate ai diversi contesti e agli obiettivi prefissati. B) Farli stare molto più concentrati sul compito richiesto. C) Farli giocare insieme ai compagni affinché si distraggano dall'impegno. D) NON porre obiettivi troppo difficili.

1650. Di fronte al disagio del bambino, in determinate attività é auspicabile, per un educatore, essere in compresenza perché: A) Un educatore interagisce direttamente con i bambini, mentre l'altro osserva. B) I due educatori possono darsi il cambio. C) Un educatore si occupa dei bambini più piccoli. D) Un educatore conduce l'attività e l'altro predispone i materiali.

1651. Il progetto educativo personalizzato ottimale per un bambino disabile deve essere: A) Elaborato, condiviso e realizzato da tutte le figure presenti nella struttura del nido. B) Portato a conoscenza dei genitori del bambino disabile. C) Controllato dal responsabile della struttura. D) Gestito principalmente dall'educatore di sostegno.

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1652. Il monitoraggio del lavoro svolto su bambini disabili va aggiornato periodicamente tra: A) Educatore di sostegno, altri educatori, famiglia, Servizi. B) Educatore di sostegno, pedagogista e supervisore. C) Educatore di sostegno, Servizi Sociali e famiglia. D) Educatore di sostegno, famiglia, personale del nido.

1653. Nel caso di bambini con disagio quali sono le fasi principali della programmazione degli interventi individualizzati che un educatore deve sempre tener presenti?

A) Osservare, realizzare, documentare, valutare. B) Osservare, tradurre, progettare, realizzare. C) Documentarsi, filmare, proporre, elaborare. D) Verificare, appianare, domandare, rielaborare.

1654. Prima di descrivere un comportamento di un bambino in situazione di svantaggio, un educatore deve: A) Stabilire chiaramente quale campo di azione si intende esplorare. B) Osservare i comportamenti di chi gli sta intorno. C) Programmare interventi ad hoc. D) Accordarsi con i colleghi della sezione.

1655. Un nido che sia accogliente nei confronti dei bambini disabili ha: A) Un proprio orientamento condiviso in merito alle potenzialità di ciascun bambino. B) Un proprio regolamento interno utile per tutti i casi di difficoltà. C) Una organizzazione continua di attività interessanti. D) Molto spazio attrezzato, possibilmente all'aria aperta.

1656. Quali indicatori di processo devono essere rilevati da un educatore nella stesura di un PEP? A) Le condizioni e le situazioni che garantiscono una progressione negli apprendimenti e/o nella maturazione del bambino disabile. B) Le condizioni in cui si può chiaramente esplicitare il lavoro degli educatori che ruotano sul caso. C) Le condizioni che indicano a che punto é il processo di collaborazione tra il nido e la famiglia del disabile. D) Le condizioni che spiegano a un osservatore esterno il processo degli apprendimenti del bambino disabile.

1657. Quali sono gli indicatori di risultato in un PEP, che possono migliorare il lavoro dell'educatore? A) Tutti i segnali (esiti) che, rilevati nei vari ambiti e in diversi momenti possono venire utilizzati per monitorare il percorso

formativo. B) Tutti i segnali che un bambino disabile manda all'educatore durante lo svolgimento delle attività proposte. C) Tutti i messaggi, anche NON verbali, che intercorrono tra il bambino disabile e chi se ne prende cura. D) Tutti gli obiettivi che vengono inseriti nelle diverse scansioni del documento di programmazione.

1658. Che cosa si intende per "indicatori strutturali" in un PEP? A) Le effettive condizioni in cui avviene/é avvenuto il processo di interazione del bambino disabile. B) Le effettive abilità che vengono dimostrate dal bambino disabile. C) Le effettive strumentazioni tecnologiche di cui dispone la Sezione. D) Le possibilità che il bambino disabile ha di accedere a tutte le strutture del nido.

1659. Per una corretta progettazione educativa differenziata, l'educatore : A) Riconosce e promuove le differenze del bambino disabile in quanto valori. B) Stabilisce tutti gli obiettivi differenti per quel bambino rispetto agli altri. C) Predispone differenti scansioni orarie per il bambino disabile. D) Fissa gli obiettivi principali a cui il bambino disabile deve arrivare.

1660. Il disagio presente nel bambino è: A) Risorsa per il nido. B) Motivo di distanza dagli altri bambini. C) Negatività per i rapporti con il territorio. D) Ostacolo alla didattica.

1661. L'educatore del nido può incrementare, con i bambini diversamente abili che dimostrano scarse capacità attentive, i giochi che associano l'immagine alla parola perché:

A) Facilitano l'interiorizzazione, in particolare mnemonica, dei messaggi. B) I bambini si divertono in gruppo. C) I bambini crescono con più punti di riferimento. D) Aiutano i bambini a imparare un linguaggio.

1662. Quali sono i criteri principali che l'educatore deve seguire per effettuare le osservazioni del bambino diversamente abile utili alla stesura del Piano Educativo Personalizzato?

A) Devono essere scritte, regolari e oggettive. B) Devono essere compiute in un ambiente protetto. C) Devono essere compiute sempre dallo stesso educatore. D) Devono essere indirizzate al responsabile della struttura.

1663. In generale, il Profilo Dinamico Funzionale di un bambino diversamente abile contiene sempre: A) Dati anagrafici, diagnostici e osservazioni sistematiche. B) Dati personali e generalizzati. C) Relazioni varie sulle competenze del bambino. D) Dati statistici dei fenomeni osservati.

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1664. Chi deve concorrere alla stesura del Piano educativo personalizzato del bambino diversamente abile? A) Educatori del nido, operatori socio-sanitari, famiglia stessa del bambino diversamente abile. B) ASL, famiglia e Municipio di appartenenza. C) La famiglia del bambino e il suo pediatra. D) Il dirigente del nido insieme all'Equipe di lavoro.

1665. Un educatore al nido che osserva, in un bambino diversamente abile, la ripetizione protratta di comportamenti motori NON correlati a stimoli e contesti ambientali:

A) Capisce che é in presenza di stereotipie. B) Pensa che il bambino tenti di riprodurre dei gesti che ha visto fare. C) Nota gesti e posture originali. D) Può annotare se sono compiuti sempre alla stessa ora.

1666. É fondamentale, nel rapporto tra educatore del nido e bambino diversamente abile, instaurare precoci forme di interazione sociale (scambio di sguardi, sorrisi , vocalizzazioni, ecc.):

A) Perché l'educatore, in tal modo, ne stimola le caratteristiche mimico/gestuali che sono alla base del linguaggio. B) Perché l'educatore, in tal modo, lo abitua a riconoscerlo anche se NON é il genitore. C) Perché é molto importante interagire insieme durante la giornata. D) Per farlo maggiormente divertire nel contatto interpersonale.

1667. Per favorire il miglior inserimento nella Sezione del bambino diversamente abile, in un primo momento l'educatore deve assicurarsi che:

A) L'ambiente abbia caratteristiche di stabilità (negli orari, nella disposizione degli arredi, nella scansione delle attività e dei turni). B) L'ambiente abbia caratteristiche di iper-stimolazione sensoriali, con molti colori e arredi mobili e attrezzature. C) L'ambiente sia strutturato al massimo livello, con attrezzature tecnologiche e multimediali sofisticate. D) L'ambiente sia in grado di farlo interagire subito con gli altri.

1668. Nell'area delle abilità cosiddette "grosso motorie", quali sono i principali movimenti che un educatore deve provare a sviluppare in un bambino con difficoltà motorie?

A) Le reazioni posturali, l'equilibrio e la deambulazione. B) Il modo di camminare autonomamente. C) Il modo di muoversi durante i momenti di gioco. D) Il cosiddetto gattonamento e l'equilibrio.

1669. Con un bambino diversamente abile che ancora NON parla, un educatore del nido può: A) Utilizzare un linguaggio alternativo a quello verbale, per entrare comunque in comunicazione. B) Aspettare perché comunque ogni bambino ha i suoi tempi di maturazione. C) Comunicarlo alla famiglia per cercare di individuare la patologia da cui é sicuramente affetto. D) Progettare momenti di gioco collettivo perché spesso il linguaggio, durante le attività più piacevoli, si sviluppa.

1670. Nel caso di un bambino con carenze nell'area delle cosiddette abilità "fini/motorie", gli esercizi che un educatore deve maggiormente stimolare sono:

A) Quelli sulla coordinazione occhio-mano, nel raggiungere, afferrare, manipolare gli oggetti. B) Quelli sulla coordinazione in generale, soprattutto in modo segmentario. C) Tutti i movimenti delle dita e della mano. D) Le abilità di prensione degli oggetti maggiormente difficili da prendere.

1671. Rispetto all'evoluzione del bambino diversamente abile, l'educatore del nido: A) Considera ogni miglioramento, anche lieve, NON come un risultato a sé stante, ma come base per un nuovo apprendimento. B) Considera ogni miglioramento come il raggiungimento dell'obiettivo che si era prefissato. C) Considera ogni miglioramento come una sua affermazione. D) Considera ogni miglioramento come un conseguimento finito e può quindi passare ad altre parti della programmazione.

1672. É importante che l'educatore del nido stimoli un bambino portatore di deficit sensoriali, attraverso il contatto corporeo, per:

A) Aumentare la sensibilità percettiva tra il proprio corpo e lo spazio circostante. B) Aumentare i momenti di relax lontano dall'ambiente che lo può disturbare. C) Aumentare l'attività di gioco con oggetti e forme. D) Aumentare la sua capacità di riconoscerlo.

1673. Spesso il bambino diversamente abile con sindrome di iperattività trae beneficio da un intervento, da parte dell'educatore del nido,:

A) Di contenimento affettivo e di coerenza educativa. B) Di ritmi di attività ben impostati. C) Di potenziato turn-over delle figure di riferimento. D) Di attività in grande gruppo.

1674. L'educatore del nido é consapevole che tutti i neonati, soprattutto i diversamente abili: A) Passano da uno stato di quiete a uno di eccitazione diffusa, cioè "NON orientata". B) Piangono perché sentono altri bambini piangere. C) Passano da un sentimento all'altro solo se stanno male fisicamente. D) NON esprimono facilmente i loro bisogni primari.

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1675. In presenza di diffuse dislalie nel bambino diversamente abile, l'educatore deve: A) Costituire un modello costante di comportamento verbale NON ansiogeno. B) Evidenziare la corretta pronuncia che hanno altri bambini. C) Far ripetere reiteratamente i suoni mal pronunciati. D) Evitare che il bambino si stanchi mentre tenta di esprimersi.

1676. L'educatore del nido, di fronte al disagio del bambino, deve promuovere: A) Le risorse positive del bambino. B) L'interesse della famiglia. C) La specifica difficoltà del bambino. D) I giochi di gruppo e quelli individuali.

1677. Il concetto di "pianificazione del lavoro in continuità" applicato ai programmi educativi per bambini con disabilità si riferisce:

A) Alla collaborazione tra agenzie educative e socio-sanitarie per limitare la frammentarietà degli interventi. B) Alla riproduzione nel nido delle medesime attività famigliari del bambino. C) All'effettuazione di interventi strutturali per l'abbattimento di barriere architettoniche. D) Alla continuazione nel nido delle attività domestiche del bambino.

1678. Gli Interventi Educativi Integrati, rivolti nei primi anni di vita a bambini con disturbi di tipo autistico, vanno svolti: A) Nell'asilo nido, in famiglia e negli altri contesti di vita significativi del bambino. B) Esclusivamente nell'asilo nido, dove possono essere effettuati dagli educatori. C) In tutti i contesti di vita tranne la famiglia. D) Esclusivamente nella famiglia allargata.

1679. Il concetto di "integrazione" rivolto alla programmazione di percorsi educativi per bambini con difficoltà, si riferisce prevalentemente:

A) Alla programmazione di percorsi individuali con tempi e modi differenziati. B) Alla programmazione di percorsi che integrino i bambini con diverse disabilità. C) All'integrazione della famiglia del bambino con disabilità nelle attività dell'asilo nido. D) All'integrazione del bambino con disabilità.

1680. Quando si parla di interventi strutturali per consentire un buon "ambientamento" del bambino con disabilità nel contesto educativo, ci si riferisce:

A) All'eliminazione delle barriere architettoniche e alla disponibilità di attrezzature specialistiche. B) Alla riproduzione nel nido dell'ambiente familiare del bambino con disabilità. C) Ad evitare di effettuare interventi con il bambino disabile finché NON si sente a proprio agio. D) Ad attendere che il bambino abbia scelto con quale educatore relazionarsi.

1681. Il Programma di Intervento Precoce, strutturato per aiutare i bambini con disturbi autistici, è una strategia comportamentale che mira a:

A) Influenzare positivamente i comportamenti "cardine" su cui si basano altri comportamenti. B) Correggere ogni singolo comportamento deviante del bambino. C) Rinforzare negativamente i comportamenti anomali. D) Punire precocemente i comportamenti anomali per evitare che si sviluppino.

1682. Il diritto all'uguaglianza delle opportunità educative, riferito al bambino con difficoltà o disabilità, va inteso nella prospettiva di:

A) Accoglierlo ed integrarlo al fine di prevenire condizioni di svantaggio e di discriminazione. B) Offrirgli le stesse attività ed esperienze degli altri. C) Creare nidi specifici per bambini disabili per offrire contesti educativi adeguati alle loro esigenze. D) Incentrare il programma educativo sulla disabilità per favorire l'integrazione tra i bambini.

1683. Spesso l'educatore del nido è il primo a rilevare una difficoltà manifestata da un bambino. In tal caso egli: A) Deve attivarsi per informare la famiglia e coinvolgerla in un percorso medico, psico-pedagogico e riabilitativo. B) Deve attivarsi per attivare la competente rete dei servizi territoriali senza informare la famiglia. C) Deve attivarsi per strutturare un percorso di presa in carico nell'asilo senza interagire con altre agenzie. D) NON è necessario che si attivi poiché il bambino è seguito dal pediatra.

1684. Al fine di accogliere e seguire bambini con difficoltà o disabilità, è opportuno che l'asilo nido si doti, al suo interno, di: A) Un educatore specializzato per le disabilità. B) Un neuropsichiatra infantile. C) Un genitore volontario con figlio disabile. D) Uno psicoterapeuta specifico per la prima infanzia.

1685. Rispetto ad un bambino con difficoltà di tipo linguistico, gli stimoli proposti dall'educatore devono prevedere: A) La possibilità di fornire diverse risposte. B) La stimolazione ad usare il linguaggio articolato. C) La proibizione di distrarsi dalle richieste. D) La collaborazione degli altri bambini.

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1686. Di fronte alla presenza di un bambino diversamente abile, l'educatore del nido dovrebbe sviluppare la propria consapevolezza circa:

A) L'originalità e la diversità di ogni bambino nell'ottica di un reale riconoscimento della personalità di ciascuno. B) La necessità di consentire al bambino diversamente abile un percorso educativo uguale rispetto a quello dei coetanei. C) L'uguaglianza e la somiglianza dei bambini nell'ottica di un reale riconoscimento e di una progettazione NON diversificata. D) La necessità di coinvolgere maggiormente i genitori e di richiedere loro un'attenzione maggiore.

1687. Al nido l'elaborazione del progetto educativo individualizzato del bambino diversamente abile compete: A) All'equipe degli educatori. B) All'educatore di sostegno. C) Agli operatori della ASL. D) Al pediatra presente al nido.

1688. Nel nido, le relazioni consentono a ciascun bambino, attraverso il confronto con le diversità altrui, di: A) Riconoscere l'altro ed imparare a guardare in relazione all'"altro da sé". B) Riconoscere il disagio ed essere tollerante verso di esso. C) Accettare le diversità, pur NON allontanandosi dal proprio sé. D) Aiutare l'altro in difficoltà.

1689. L'educatore di fronte al bambino diversamente abile: A) Progetterà in maniera equilibrata attività individualizzate e attività di socializzazione. B) Si concentrerà sulle difficoltà del bambino per ridurle attraverso interventi mirati. C) Progetterà esclusivamente attività di gruppo per promuovere l'integrazione del bambino. D) Programmerà interventi di tipo riabilitativo in accordo con i servizi che seguono il bambino.

1690. L'educatore del nido può facilitare gli apprendimenti di un bambino diversamente abile: A) Organizzandogli accuratamente le esperienze e gli ambienti in cui vive. B) Predisponendo molti giochi di gruppo insieme ai bambini più grandi. C) Presentandogli tanti oggetti diversi per la manipolazione. D) Imitando il comportamento della figura familiare di riferimento.

1691. L'educatore, di fronte alla disabilità presentata dal bambino, ha il compito di: A) Cercare il modo che consenta al bambino di "fare" con gli altri bambini. B) Cercare di proteggerlo ed accudirlo. C) Fare in modo che il gruppo ruoti intorno a lui. D) Farlo giocare il più possibile in un ambiente protetto.

1692. Se, al nido, un bambino di due-tre anni presenta un disturbo nel ritmo di emissione del linguaggio (balbuzie infantile), l'educatore:

A) NON deve intervenire, poiché durante questa fase dello sviluppo tale disturbo è transitorio e si supera facilmente con l'aiuto dei genitori.

B) Deve sollevare il problema e progettare, insieme al logopedista, un'attività di educazione linguistica mirata. C) Deve promuovere, al più presto, un trattamento di tipo psicologico per evitare che il disturbo degeneri in balbuzie vera e

propria. D) Deve approfondire il colloquio con i genitori per verificare se il bambino presenta caratteri di iperemotività, causa tipica di tale

disturbo. 1693. Quali indicatori possono rivelare se l'integrazione del bambino diversamente abile al nido è riuscita?

A) Gli indicatori strutturali, di processo e di risultato. B) Gli indicatori qualitativi e quantitativi. C) Gli indicatori di qualità previsti dalla legge n. 104/1992. D) Gli indicatori di qualità della Scala SVANI.

1694. In caso di un bambino diversamente abile, il lavoro di rete al nido si basa sul principio della collaborazione: A) Tra educatori, famiglia, servizi territoriali competenti, risorse del territorio. B) Tra educatori e famiglia. C) Tra educatori del nido. D) Tra educatori ed esperti che seguono il bambino (neuropsichiatra, pedagogista, ecc.).

1695. Che cosa si intende con l'espressione "difficoltà relazionali"? A) Difficoltà a livello emotivo, affettivo e sociale. B) Difficoltà legate al manifestarsi di nevrosi o fobie. C) Disturbi nella relazione con i principali caregiver. D) Disturbi legati ad uno svantaggio socio-culturale.

1696. L'inserimento di un bambino diversamente abile al nido, deve rafforzare negli educatori: A) Una riflessione condivisa sulle pratiche comunicative ed educative. B) Una riflessione ed una formazione specifica relativamente alle teorie psicopedagogiche "speciali". C) La consapevolezza della necessità della presenza di operatori specializzati. D) Un confronto sulle diverse zone prossimali di sviluppo dei singoli bambini.

1697. Compito dell'educatore del nido, in relazione al bambino diversamente abile, è: A) Scoprire, individuare, incoraggiare e motivare le forme di espressione del modo di essere del bambino. B) Ridurre e contenere le differenze individuali al fine di normalizzare il bambino. C) Agire al fine di eliminare la distanza tra il livello di sviluppo del bambino e quelli ritenuti nella norma. D) Scoprire le varie manifestazioni comportamentali legate alla disabilità del bambino.

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1698. Gli educatori devono ascoltare e comprendere i bambini, diventando sensibili ai bisogni educativi "speciali", ovvero: A) Possedere un congruente repertorio di conoscenze, competenze e abilità pedagogiche per promuovere lo sviluppo personale di

ciascuno. B) Conoscere ed approfondire in maniera costante e continua le tematiche relative alla disabilità. C) Essere consapevoli della necessità di conoscenze specialistiche e mediche che aiutino nella diagnosi. D) Possedere abilità umane e relazionali che favoriscono la relazione col bambino diversamente abile.

1699. Nel caso in cui l'educatore noti la presenza di difficoltà nel comportamento del bambino, deve: A) Realizzare, insieme agli altri educatori, un'osservazione sistematica . B) Fare presente alla famiglia le difficoltà del bambino. C) Avvertire i servizi territoriali socio-sanitari. D) NON intervenire in alcun modo ma segnalare il problema al pediatra.

1700. Un educatore, che si relaziona con un bambino diversamente abile, può aiutarlo a raggiungere con gradualità competenze sempre più organizzate:

A) Con l'attività di scaffolding. B) Con l'attività di transfert. C) Con l'attività di sviluppo sensoriale. D) Con l'attività di sviluppo prossimale.

1701. Inserire al nido un bambino diversamente abile significa fornirgli la possibilità di: A) Sperimentare, nel confronto coi coetanei, le proprie capacità relazionali e le proprie competenze sociali. B) Avere una figura di riferimento adulta diversa da quella dei genitori. C) Avere la possibilità di imparare più cose che altrimenti non avrebbe appreso. D) Fare esperienze ludiche gratificanti insieme agli educatori di riferimento.

1702. L'educatore progetta, relativamente all'area del gioco esploratorio, attività specifiche che favoriscano nel bambino diversamente abile lo sviluppo delle capacità:

A) Relative all'esplorazione sensoriale dei materiali. B) Relative all'uso degli oggetti. C) Relative all'uso simbolico degli oggetti. D) Di muoversi e riconoscere lo spazio del nido.

1703. L'educatore del nido, con il bambino diversamente abile, deve: A) Operare attivamente fin da subito affinché il bambino stabilisca rapporti sociali con gli altri bambini. B) Attivarsi perché il bambino capisca quali sono le cose che può e NON può fare. C) Lavorare ponendo sempre il bambino all'interno del gruppo dei pari per facilitare la socializzazione. D) Fargli capire che NON esiste soltanto lui e i suoi bisogni perché ci sono anche gli altri.

1704. In presenza di stereotipie presentate da bambini diversamente abili, l'educatore deve sapere che: A) Spesso sono vere e proprie forme di linguaggio e come tali vanno interpretate. B) Sono sterili ripetizioni e vanno evitate con attenzione. C) Sono ripetizioni di movimenti senza alcun senso e bisogna evitarle. D) Bisogna evitare che gli altri bambini le notino perché sono dannose anche per loro.

1705. L'educatore nei confronti della famiglia di un bambino diversamente abile: A) Sostiene i genitori nella propria competenza genitoriale. B) Si impegna a seguirla in tutti i rapporti che dovrà avere con i servizi del territorio. C) Fornisce indicazioni chiare e precise sulle modalità che devono essere seguite anche in famiglia. D) Si impegna a sostenere i genitori nel rapporto con lo psicologo di riferimento del nucleo famigliare.

1706. Il P.E.P. e il P.D.F.: A) Devono seguire il bambino nel suo percorso evolutivo e quindi essere flessibili. B) Devono essere predisposti a inizio anno e NON subire variazioni. C) Devono essere rimodulati in caso di trasferimenti e/o cambiamenti di sezione. D) NON devono necessariamente essere condivisi con la famiglia del bambino.

1707. In presenza di un bambino diversamente abile con autismo, l'educatore deve essere subito attento a valutare: A) Quali sono gli elementi di prevalente evitamento e quelli di prevalente interesse. B) Quali sono i momenti in cui il bambino manifesta i suoi bisogni per soddisfarli subito. C) Quali sono le principali difficoltà di linguaggio a cui andrà incontro. D) Quali sono gli interventi che la famiglia suggerisce per il bambino.

1708. L'educatore del nido, nei confronti del bambino diversamente abile, deve favorire fin da subito l'apprendimento di: A) Alcune regole di comunicazione che in seguito deve rispettare e condurre a rispettare. B) Alcune regole sulla convivenza civile in una comunità. C) Regole della buona educazione nei momenti del pasto e del gioco. D) Alcune regole che vanno imposte con fermezza e allargate alla famiglia.

1709. Nel lavoro di rete con i servizi territoriali, l'educatore di un bambino diversamente abile ha il compito di: A) Delineare un progetto educativo e condividerlo con i genitori ed i servizi territoriali socio sanitari. B) Delineare una "mappa" delle difficoltà del bambino e dei contesti problematici. C) Segnalare il caso ai servizi territoriali socio sanitari affidando loro la ricerca di possibili strategie di intervento. D) Consigliare ai genitori di rivolgersi agli specialisti presenti sul territorio.

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1710. Il Profilo Dinamico Funzionale è un atto: A) Successivo alla Diagnosi Funzionale. B) Precedente la Diagnosi Funzionale. C) Rivedibile ogni due mesi. D) Redatto dagli operatori della ASL.

1711. Al nido, in caso di bambini che presentino instabilità psicomotoria: A) É opportuno che l'educatore proponga attività fisiche e ricreative gratificanti, per offrire uno sbocco all'emotività. B) É necessario che l'educatore progetti attività ludiche specifiche che richiedano un'attenzione costante nel tempo. C) É fondamentale che l'educatore proponga la ripetizione ciclica di determinate sequenze per favorirne l'apprendimento. D) É necessario che l'educatore progetti attività che favoriscano il "senso di appartenenza" al gruppo dei pari.

1712. L'educatore di fronte ad un bambino diversamente abile: A) Deve essere molto attento agli effetti che i suoi interventi producono su tutte le aree e non solo su quella interessata alla

disabiltà. B) Deve essere pronto a soddisfare in ogni momento i bisogni del bambino disabile per cercare di ridurre lo svantaggio nei

confronti degli altri bambini. C) Deve riferirsi continuamente ai servizi sanitari e riabilitativi che seguono il bambino per verificare la qualità delle proprie

pratiche educative. D) Deve riferire costantemente ai genitori le attività che svolge con il bambino, per fare in modo che possano essere praticate

anche a casa. 1713. Perché é fondamentale che l'educatore del nido offra, con il proprio comportamento, un modello per il bambino

diversamente abile? A) Perché spesso il modeling é il processo di apprendimento più efficace. B) Perché osservandolo il bambino capisce dove sta sbagliando. C) Perché l'osservazione di un adulto in situazione ludica é divertente. D) Perché il bambino può apprendere delle regole.

1714. Il compito dell'educatore al nido, in presenza di un bambino diversamente abile, è: A) Cogliere e accogliere le differenze individuali trasformandole in elementi valoriali di crescita per tutto il gruppo. B) Cogliere le differenze individuali cercando di trasformare e sviluppare i livelli di sviluppo del bambino diversamente abile. C) Cogliere le limitazioni, le difficoltà del bambino diversamente abile al fine di delinearne un profilo evolutivo specifico. D) Cogliere le differenze individuali del bambino diversamente abile, al fine di progettare un intervento individualizzato che le

collochi in un'ottica di normalità. 1715. La presenza di un bambino diversamente abile al nido, richiede all'educatore di:

A) Sviluppare una riflessione sul proprio pensare educativo ampliandone creativamente gli orizzonti. B) Sviluppare ed ampliare le proprie conoscenze attraverso un lavoro di ricerca e studio specifico. C) Progettare un percorso individualizzato che lo porti ad interagire quasi esclusivamente col lui. D) Organizzare lo spazio in modo che il gruppo dei pari possa svolgere attività indipendentemente dal bambino diversamente abile.

1716. L'educatore del nido, con un bambino diversamente abile, deve tendere con gradualità ad aumentare la soglia di tolleranza alle frustrazioni perché:

A) É un allenamento delle abilità personali che rinforza le capacità di apprendimento in generale. B) É un buon metodo per sviluppare la volontà del bambino. C) Così facendo, fa capire al bambino che NON può sempre imporre la propria volontà. D) Abitua il bambino a NON fare capricci e ad essere accettato dagli altri.

1717. Il Profilo Dinamico Funzionale è focalizzato: A) Sulle potenzialità del bambino. B) Sulle carenze del bambino. C) Sulle disabiltà del bambino. D) Sulle caratteristiche del bambino.

1718. La Diagnosi funzionale indica: A) La descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psico-fisico del bambino disabile. B) Il prevedibile sviluppo del bambino a breve e medio termine nonché a lungo termine. C) La descrizione di tutti gli interventi educativi in relazione alla programmazione delle attività. D) Le indicazioni per operatori e famiglia in relazione alle modalità di cura del bambino nel contesto del nido.

1719. Come si deve comportare l'educatore nei confronti di un bambino che si rosicchia le unghie? A) É necessario offrigli la possibilità di esprimere i suoi disagi e aiutarlo a risolvere i suoi problemi in maniera più idonea. B) In un primo momento deve assecondare il bambino e, se il problema persiste, deve chiedere l'intervento di uno psicologo. C) Deve cercare il colloquio con la madre, perché tale atteggiamento evidenzia una problematica tipica del rapporto madre-figlio. D) Poiché tale atteggiamento è segno di introversione, deve progettare attività mirate a favorire una sua maggiore interazione con il

gruppo dei pari. 1720. Un bambino diversamente abile inserito al nido ha bisogno di trovare, oltre a spazi strutturati flessibilmente,:

A) Spazi in cui andare a "rifugiarsi" in tutta tranquillità. B) Spazi in cui stare sempre in compagnia di "qualcuno". C) Spazi in cui poter svolgere sempre attività. D) Spazi da condividere con gli adulti.

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1721. Perché é importante che l'educatore faccia rivivere più volte le esperienze significative al bambino diversamente abile? A) Perché la ripetizione della stimolazione rafforza le connessioni sinaptiche e le stabilizza. B) Perché in tal modo il bambino si diverte maggiormente. C) Perché il bambino difficilmente vuole ripetere le esperienze autonomamente. D) Perché con la ripetizione di quelle poco significative NON ci sarebbe apprendimento.

1722. Se l'osservazione conferma la presenza di difficoltà del bambino, l'educatore del nido deve: A) Parlarne con i genitori per delineare insieme alcune strategie operative possibili. B) Contattare i servizi territoriali competenti. C) Parlarne con gli altri educatori. D) Organizzare incontri tematici intorno alle difficoltà emerse.

1723. L'intervento educativo per un bambino diversamente abile, inserito al nido, si fonda: A) Sull'apporto che il bambino può offrire sia per quanto riguarda il proprio sviluppo sia per la crescita dei coetanei. B) Sulla difficoltà di pensare percorsi di interazione efficaci per il gruppo di coetanei. C) Su un possibile rallentamento della possibilità di sviluppo dei bambini del gruppo. D) Sulla possibilità di una scarsa o nulla accettazione del bambino da parte del gruppo dei coetanei.

1724. Con i bambini diversamente abili, l'educatore dovrebbe cercare di: A) Controllare l'impulso di anticipare il bambino e di agire per lui. B) NON organizzare minuziosamente la giornata del bambino. C) Evitare tutte le situazioni contrastanti e/o negative per il benessere del bambino. D) Proporre al bambino attività sempre nuove per assicurargli una pluralità dell'offerta formativa.

1725. Gli educatori della sezione nella quale è presente un bambino diversamente abile devono: A) Interagire produttivamente tra di loro, evitando di prendere decisioni NON concordate collegialmente. B) Interagire, prima di tutto, singolarmente con la famiglia del bambino diversamente abile. C) Interagire con il responsabile del nido e i servizi che hanno in cura il "caso". D) Studiare i fondamenti teorico/pratici rispetto alla specifica disabiltà per poter programmare nel migliore dei modi.

1726. Secondo i principi della legge n. 104/1992, la frequenza al nido del bambino diversamente abile, ha l'obiettivo di dare l'opportunità di:

A) Costruire il proprio progetto di vita attraverso un proprio percorso. B) Socializzare con i coetanei. C) Aderire il più possibile ai criteri di sviluppo normativo. D) Trovare contesti affettivi al di fuori della famiglia.

1727. L'educatore deve continuamente gratificare anche il più piccolo cambiamento positivo avvenuto nel bambino diversamente abile perché:

A) Così facendo, rinforza la sua autostima e lo incoraggia nel processo di apprendimento. B) Il bambino si comporta meglio se sa che sarà premiato per il suo comportamento. C) Così facendo, il bambino gli si attaccherà maggiormente. D) Il bambino si sentirà più benvoluto rispetto ai coetanei.

1728. Nel caso di bambini diversamente abili, la modulazione e articolazione dei sostegni, sono utili perché forniscono all'educatore la possibilità di comprendere:

A) L'articolazione dei bisogni e delle competenze del bambino. B) Il momento in cui il bambino potrà fare a meno dell'educatore di sostegno. C) L'articolazione dei bisogni della struttura e degli operatori. D) Quando poter cambiare l'educatore di sostegno.

1729. Come si deve comportare l'educatore del nido nei confronti di un bambino di due-tre anni che tende a succhiarsi il pollice?

A) É necessario che gli dimostri affetto e comprensione e lo aiuti ad acquistare sicurezza evitando situazioni conflittuali sul piano affettivo.

B) Deve mostrarsi indifferente, in quanto la suzione è del tutto normale e costituisce una fonte di soddisfazione affettiva propria della prima infanzia.

C) É bene che rimproveri fermamente il bambino per impedirgli la suzione, chiedendo, ove occorra, anche l'intervento del pediatra. D) Deve mostrarsi indifferente, favorendo il superamento di tale fase comportamentale, poiché la suzione è una semplice richiesta

di attenzione. 1730. Al momento dell'inserimento del bambino diversamente abile al nido, l'educatore deve aiutare i genitori a comprendere

che: A) Il nido rappresenta un servizio educativo fonte di importanti esperienze di crescita. B) Il gruppo degli educatori si prenderà cura del loro bambino. C) Il nido può rappresentare per il bambino un importante momento di distacco dalla famiglia. D) Gli altri bambini giocheranno ed interagiranno con attenzione verso il loro figlio.

1731. Un lavoro educativo efficace dell'educatore del nido si basa sul possesso di: A) Competenze pedagogiche e di caratteristiche personali che facilitano la realizzazione di interventi educativi concreti. B) Competenze umane che facilitano la costruzione ed il mantenimento di relazioni interpersonali efficaci. C) Conoscenze teoriche e di una cospicua esperienza "sul campo" che rendano più agevole la gestione. D) Conoscenze medico - scientifiche riguardo alla disabilità che facilitano la stesura della diagnosi funzionale.

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1732. Quando nel nido è inserito un bambino diversamente abile, diventa particolarmente rilevante l'analisi: A) Dei bisogni, delle risorse, dei vincoli e delle possibilità dell'ambiente nido. B) Delle necessità del bambino e della capacità dell'ambiente di sostenere l'inserimento. C) Delle possibilità e delle risorse esterne al nido che possono essere utilizzate come supporto. D) Di luoghi esterni che possono contenere ed alleggerire le difficoltà attraverso attività all'aperto.

1733. Il gruppo di educatori, durante l'inserimento di un bambino diversamente abile, deve porre attenzione a diversi aspetti, ovvero deve saper "leggere":

A) Il contesto esterno ed interno, i bisogni e le potenzialità del bambino, le potenzialità del gruppo dei pari. B) I bisogni del bambino in relazione alla presenza delle sue difficoltà nel rapporto con i genitori. C) I bisogni dei genitori in relazione alle difficoltà del loro figlio e al loro desiderio di saperlo accudito al meglio. D) Le capacità del gruppo dei coetanei relativamente al grado di accettazione e tolleranza del bambino.

1734. Al nido, inserire adeguatamente un bambino con disabilità nel gruppo dei pari significa: A) Favorire la partecipazione alle attività e l'assunzione di un ruolo. B) Predisporre attività mirate alla socializzazione e alla relazione. C) Favorire l'espressione della sua personalità e individualità. D) Limitare i conflitti e l'aggressività all'interno del gruppo.

1735. Se durante la normale attività osservativa, l'educatore del nido nota segnali di difficoltà in un bambino dovrebbe: A) Progettare un percorso osservativo ad hoc. B) Progettare attività specifiche per quel bambino. C) Riferire ai genitori ciò che ha notato. D) Contattare i servizi territoriali socio sanitari.

1736. Di fronte ad un bambino con sindrome da deficit attentivo con iperattività, l'educatore del nido ha il compito di: A) Prolungare e migliorare i livelli di attenzione e concentrazione del bambino. B) Contenere le emozioni di eccitabilità e irritabilità espresse dal bambino. C) Osservare i momenti in cui il bambino attua comportamenti di disattenzione. D) Predisporre per il bambino attività di rilassamento corporeo e muscolare.

1737. La pedagogia "speciale": A) Individua, in un'ottica sistemica, attività ed esperienze NON solo per il bambino in difficoltà. B) Individua attività ed esperienze adatte e praticabili solo con bambini in difficoltà. C) Ritiene che la progettazione per il bambino in difficoltà debba essere a sé stante. D) Ritiene che la progettazione possa essere praticata solo da educatori esperti ed adeguatamente formati.

1738. La supervisione è uno strumento utile quando al nido è inserito un bambino diversamente abile poiché consente al gruppo di educatori di:

A) Analizzare casi singoli e possibili problemi da risolvere, ricercare interpretazioni corrette e opzioni significative. B) Riflettere sulle scelte educative dei genitori in relazione a quelle dell'equipe, evidenziandone le similitudini e le discordanze. C) Adattare la progettazione individualizzata relativa al bambino disabile a tutto il gruppo dei coetanei. D) Comprendere le manifestazioni comportamentali utilizzando strumenti medici-scientifici.

1739. L'inserimento al nido di un bambino con difficoltà é fondamentale, perché: A) Può costituire una precoce individuazione dei segni di disagio e una prima attivazione delle strategie di aiuto. B) Può aiutare la famiglia a NON disgregarsi in presenza delle difficoltà presentate dal figlio. C) É un modo per il bambino di risolvere i suoi problemi con la vicinanza dei cosiddetti "pari". D) Il bambino in situazione di rischio viene aiutato a interiorizzare i suoi problemi.

1740. Una pratica efficace per facilitare l'inserimento al nido del bambino disabile nel gruppo è il gioco perché: A) Dà la possibilità al bambino di trovare un proprio ruolo nel gruppo. B) Fa sentire il bambino come gli altri. C) Aiuta la relazione con l'adulto. D) NON necessita della figura di riferimento.

1741. Nella verifica di un'attività intrapresa dall'educatore nei confronti di un bambino diversamente abile, é corretto porre l'attenzione:

A) Al processo e NON al singolo risultato. B) Alla globalità dei risultati. C) Ai risultati ottenuti in relazione ai risultati dei compagni. D) Alle risposte date dal bambino rispetto a quanto ci si attendeva.

1742. L'educatore del nido, con il bambino diversamente abile, deve porre sempre l'attenzione: A) Alla qualità degli interventi piuttosto che alla quantità. B) Alla quantità di stimolazioni che offre al bambino. C) Al modo di porsi del bambino. D) Alle informazioni che il bambino può recepire.

1743. In genere, l'educatore di un bambino diversamente abile deve avere un atteggiamento ottimistico, perché: A) Lo aiuta, e aiuta anche il bambino, a sviluppare un approccio attivo riguardo alle sue potenziali competenze. B) Lo aiuta a NON scoraggiarsi anche nei momenti in cui il bambino NON risponde come l'adulto si aspetta. C) Lo aiuta ad accrescere le sue competenze osservative nei confronti del gruppo dei pari. D) Lo aiuta ad entrare maggiormente in relazione con la famiglia del bambino.

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1744. Nel caso di bambini diversamente abili, alcuni autori sostengono la "possibilità di modulare il sostegno" ossia organizzare:

A) Una pluralità di riferimenti e di aiuti che danno luogo a diverse possibili forme di sostegno. B) Il percorso del bambino al nido in modo da consentire una graduale diminuzione delle ore di sostegno. C) Il sostegno in relazione alle esigenze della struttura del nido e dei genitori. D) Un cambiamento frequente della figura dell'educatore di sostegno.

1745. Le strategie pedagogiche che favoriscono l'inserimento di un bambino con disabilità hanno l'obiettivo di: A) Sviluppare tutte le abilità-potenzialità e migliorare la qualità della vita del bambino disabile. B) Migliorare tutte quelle abilità che risultano carenti attraverso il piano educativo personalizzato. C) Sviluppare condotte comportamentali di base tali da permettere livelli sufficienti di autonomia. D) Rinforzare quei comportamenti che risultano adeguati alle richieste dell'ambiente educativo.

1746. É auspicabile che un educatore di un bambino diversamente abile: A) Elabori il suo progetto educativo in maniera individualizzata ma contemporaneamente socializzante. B) Svolga il suo intervento in modo specialistico esclusivamente sul bambino in difficoltà. C) Sia anche un tecnico abilitato nella riabilitazione motoria. D) Lavori su più casi di disabilità contemporaneamente per essere sempre più aggiornato.

1747. Nei confronti di bambini diversamente abili molto piccoli, il primo tipo di comunicazione é quello: A) Corporeo/emotivo/affettivo. B) Centrato su stimolo/risposta. C) Verbale di rinforzo del comportamento. D) Che tiene conto dei suoi successi.

1748. L'osservazione da parte dell'educatore di un bambino diversamente abile favorisce la stesura: A) Di una serie di obiettivi individualizzati e descritti con chiarezza. B) Di parametri di confronto con gli altri bambini. C) Di linee guida per la gestione della complessità. D) Di un programma da dare alla famiglia.

1749. Prestare attenzione ai bisogni del bambino diversamente abile significa essere consapevoli: A) Dell'importanza e dell'attuazione di situazioni di reale ascolto e valorizzazione. B) Delle diverse e maggiori potenzialità del bambino diversamente abile rispetto al gruppo. C) Della improbabilità di future evoluzioni del bambino. D) Della fatica e dell'impegno che sarà richiesto a ciascuno.

1750. L'educatore, in presenza di un bambino gravemente disabile, progetta attività specifiche che si rifanno a modalità di tipo criteriale ovvero:

A) Abilità che consentano un adeguato inserimento nell'ambiente. B) Abilità in relazione ad una norma statistica di sviluppo. C) Abilità che consentano una autonomia personale adeguata. D) Abilità di tipo comunicativo e relazionale.

1751. Al nido l'educatore di sostegno costituisce un appoggio: A) All'intera sezione e NON al singolo bambino in difficoltà. B) Al bambino in difficoltà e NON all'intera sezione. C) Alla famiglia ed al bambino diversamente abile. D) Agli educatori di sezione.

1752. Il bambino diversamente abile inserito precocemente nel nido: A) Sviluppa più facilmente il fondamentale "senso di appartenenza" ad un gruppo. B) Farà più fatica dei coetanei a rapportarsi con gli educatori di riferimento. C) Facilmente si chiuderà in se stesso. D) Accelererà gli apprendimenti di schemi motori adeguati ai diversi contesti.

1753. Il bambino diversamente abile deve essere aiutato dall'educatore a: A) Tirare fuori le sue abilità e competenze e incrementarle. B) Capire che cos'é giusto e che cos'é sbagliato. C) Abituarsi a fare le cose nel modo giusto. D) Imparare le principali regole di comportamento.

1754. Che cosa indica il Profilo Dinamico Funzionale? A) Il prevedibile sviluppo del bambino a breve (sei mesi) e a medio termine (due anni). B) Le caratteristiche che devono avere le attività proposte al bambino. C) L'anamnesi fisiologica e patologica, prossima e remota, del bambino. D) La descrizione analitica della compromissione dello stato psico-fisico del bambino.

1755. Nella pedagogia dell'integrazione il bambino con difficoltà: A) NON è il solo destinatario delle pratiche educative, delle cure e dell'attenzione degli educatori. B) É il solo destinatario delle pratiche educative, delle cure e dell'attenzione degli educatori. C) NON deve essere destinatario di alcuna opera di educazione "speciale". D) É il destinatario dell'opera educativa "speciale" come gli altri bambini diversamente abili eventualmente presenti al nido.

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1756. L'autismo è caratterizzato da gravi disturbi relativi a quali aree? A) Interazione sociale, comunicazione, interessi e attività. B) Funzioni motorie, funzioni sensoriali ed affettività. C) Autonomia, percezione ed attenzione. D) Movimento, verbalizzazione ed emozione.

1757. In fase di progettazione delle attività educative per un bambino diversamente abile, l'educatore: A) Può prevedere momenti di attività differenziata e di lavoro individualizzato. B) NON deve prevedere momenti di attività differenziata e di lavoro individualizzato. C) Deve prevedere solo momenti di attività differenziata e di lavoro individualizzato. D) Deve far prevalere i momenti di attività differenziata e di lavoro individualizzato rispetto al lavoro in gruppo.

1758. L'educatore, relativamente all'area delle autonomie personali, progetta attività specifiche che favoriscano nel bambino diversamente abile lo sviluppo:

A) Della abilità necessarie per vivere in maniera adeguata e relativamente indipendente. B) Delle abilità necessarie ad una buona integrazione sociale. C) Delle abilità necessarie a relazionarsi, ad offrire e richiedere aiuto. D) Delle abilità strettamente connesse all'espressione e al linguaggio.

1759. Nel caso di inserimento di un bambino diversamente abile al nido, il comportamento ottimale dell'educatore sarà: A) Adottare strategie e tempi flessibili e graduali, unitamente alla scelta di modalità differenziate e personalizzate di inserimento. B) Aiutare il bambino a superare la naturale ritrosia a lasciare il genitore che lo ha protetto fino a quel momento. C) Stabilire delle regole ben precise da far rispettare a tutti quelli che accudiscono il bambino. D) Risolvere prima i problemi del bambino e solo in seguito inserirlo pienamente nel gruppo dei pari.

1760. Prestare attenzione alla relazione tra il bambino diversamente abile e il gruppo dei pari significa: A) Osservare e comprendere le relazioni che si instaurano e i ruoli che ciascuno assume nell'interazione. B) Sollecitare il gruppo dei pari ad accudire e proteggere il bambino diversamente abile. C) Osservare le abilità sociali del bambino in un contesto di relazioni interpersonali. D) Osservare le differenze ed attuare un progetto educativo che tenda a renderle omogenee.

1761. Accogliere il disagio al nido significa: A) Favorire l'integrazione del bambino nel contesto educativo. B) Predisporre una progettazione attenta alle individualità dei bambini. C) Progettare un ambiente educativo adeguato alle individualità del bambino. D) Favorire l'integrazione del bambino nella vita di gruppo.

1762. La fase di progettazione dell'intervento educativo al nido si basa sul presupposto che l'educatore possegga: A) Gli strumenti osservativi per cogliere i punti di forza e di criticità del bambino diversamente abile. B) Gli strumenti di ricerca per cogliere i punti di criticità del bambino diversamente abile. C) Gli strumenti di ricerca per cogliere esclusivamente i punti di forza del bambino diversamente abile. D) Gli strumenti teorici di conoscenza relativa alla disabilità in genere.

1763. Che cosa sottolinea il termine "svantaggio socioculturale"? A) L'importanza dell'ambiente nei processi di sviluppo del bambino. B) La diversità delle identità culturali ed economiche. C) Le differenze economiche tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo. D) Le cause economiche e politiche per cui una persona si trova in situazione di svantaggio.

1764. Per il bambino con difficoltà cognitive, la ciclica presentazione di determinate sequenze di apprendimento é fondamentale perché:

A) É maggiormente rispondente al funzionamento ciclico dello sviluppo neuronale. B) É maggiormente rispondente ai suoi problemi di comportamento. C) Rende più semplice la memorizzazione. D) Il bambino trova le risposte ai suoi interrogativi e alle sue ansie.

1765. Nel caso di più figure di educatori e personale che si alternano nelle attività proposte al bambino diversamente abile occorre una progettazione:

A) Che uniformi criteri di valutazione e aree da indagare. B) In base alla quale ciascuno cura la sua area. C) Molto pragmatica. D) Rispondente ai criteri più moderni.

1766. Un educatore di un bambino diversamente abile deve essere consapevole che: A) Tutti i bambini sono da considerare come sistemi aperti, in grado, quindi, di poter modificare positivamente le loro strutture. B) Tutti i bambini portatori di disabilità sono da considerare in modo diverso dagli altri bambini. C) Tutti i bambini in difficoltà vanno considerati in relazione a scale di comportamento. D) Tutti i bambini diversamente abili hanno molta difficoltà, da piccoli, a entrare in situazione diadica.

1767. Quale è la funzione del lavoro di equipe, soprattutto in presenza di un bambino diversamente abile che frequenta il nido?

A) Svolgere la funzione di contenitore di emozioni, di luogo di scambio di esperienze e di decisioni condivise. B) Svolgere la funzione di indirizzo dell'educatore aiutandolo a progettare l'intervento. C) Svolgere la funzione di attribuire responsabilità al singolo educatore. D) Svolgere la funzione di analizzare e controllare l'operato dei singoli educatori.

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1768. In vista del passaggio alla scuola dell'infanzia del bambino diversamente abile, l'educatore del nido deve: A) Iniziare un percorso di continuità in collaborazione con i colleghi della futura scuola del bambino. B) Iniziare a raccogliere il materiale eventualmente prodotto dal bambino. C) Iniziare a presentare alla famiglia le difficoltà a cui andrà incontro il bambino. D) Iniziare a compilare i documenti burocratici che accompagneranno il bambino.

1769. Al nido, la responsabilità per l'integrazione del bambino diversamente abile ricade: A) Su tutto il personale educativo. B) Sull'educatore di sostegno. C) Sugli educatori della sezione. D) Sull'educatore di appoggio e sulla ASL.

1770. La scansione dei tempi nel nido deve tener conto: A) Dei ritmi e dei bisogni dei bambini. B) Dell'orario di servizio degli educatori. C) Degli orari di funzionamento della struttura. D) Delle esigenze dei genitori.

1771. La progettazione educativa al nido deve prevedere: A) Attività motorie e manipolative libere. B) Attività motorie e manipolative solo guidate. C) Esercizi di lettura. D) Esercizi di controllo della vivacità.

1772. La progettazione deve prevedere: A) Attività libere e strutturate. B) Attività di tipo cognitivo e motorio. C) Attività causali e di libera espressione. D) Attività spontanee e di gioco.

1773. Al nido, l'educatore con i "giochi di spostamento e di travaso" favorisce l'apprendimento: A) Dell'invarianza della massa e della quantità in genere. B) Della categorizzazione di oggetti. C) Della classificazione del materiale. D) Della manipolazione dei materiali.

1774. Le attività progettate devono essere adeguate ai livelli di sviluppo perché: A) La riuscita rinforza la sicurezza ed apre il bambino a nuove esperienze. B) La sconfitta suscita aggressività. C) La riuscita alimenta l'orgoglio della madre. D) La sconfitta può indurre alla chiusura.

1775. Nella programmazione delle esperienze il ruolo dell'educatore dovrà essere: A) Di mediatore attivo. B) Direttivo. C) Non direttivo. D) Direttivo/accogliente.

1776. Nel lavoro di gruppo le competenze più utili sono quelle: A) Relazionali. B) Specifiche. C) Cognitive. D) Tecnico-professionali.

1777. Nel nido la progettazione deve essere caratterizzata da: A) Flessibilità. B) Spontaneismo. C) Relativismo. D) Codificazione.

1778. La programmazione è un processo: A) In continuo modellamento. B) Statico. C) Predeterminato. D) Schematico.

1779. Nel lavoro dell'equipe educativa l'apprendimento cooperativo: A) Prevede un gruppo di persone impegnate su un compito. B) Presuppone relazioni sociali forti. C) Presuppone una forte individualità. D) Prevede una persona che apprende nozioni dal gruppo.

1780. Il progetto pedagogico elaborato per un bambino da 0 a 2 anni deve prevedere: A) Attività legate ai vari domini dello sviluppo. B) Giochi di gruppo. C) Giochi sociali. D) Giochi a squadre.

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1781. La riuscita del progetto educativo chiama in causa: A) La corresponsabilità degli operatori nel nido. B) La corresponsabilità degli educatori. C) La responsabilità delle famiglie. D) La responsabilità del singolo educatore.

1782. Il progetto educativo si propone di rendere il nido: A) Luogo di apprendimento, socializzazione, gioco. B) Luogo di significative esperienze di gioco. C) Luogo in cui si acquisiscono conoscenze di base. D) Luogo in cui si realizzano i primi rapporti interpersonali.

1783. Come si inserisce l'educatore del nido nel gioco guidato? A) Attivamente. B) Osservando. C) Dirigendo. D) Guardando.

1784. La progettazione educativa per i bambini di 2 anni deve essere finalizzata allo sviluppo: A) Del linguaggio, del pensiero simbolico, dell'autonomia. B) Del linguaggio, del pensiero intuitivo, dell'autonomia. C) Del linguaggio, del pensiero operatorio, dell'autonomia. D) Del linguaggio, del pensiero operatorio, dell'intelligenza emotiva.

1785. Il nido nella fase progettuale tiene conto della famiglia e sostiene la capacità educativa di rispettarne: A) Gli stili ed i modelli educativi familiari. B) Gli stili di educazione con una progettazione autonoma. C) Gli stili di continuità educativa tra nido e scuola dell'infanzia. D) Gli stili di educazione occasionale.

1786. Le attività di programmazione per un bambino di 6 mesi devono tener conto: A) Dei bisogni percettivi e del globalismo tipico dell'età. B) Del personale stile di apprendimento. C) Del livello di maturazione globale del bambino. D) Della disponibilità della famiglia a collaborare.

1787. La progettazione nel nido è finalizzata a: A) Evitare scelte spontaneistiche ed occasionali. B) Definire a priori le finalità educative. C) Selezionare le attività. D) Scandire i tempi di ogni intervento.

1788. Il progetto pedagogico elaborato per i bambini da 2 a 3 anni deve prevedere: A) Giochi simbolici. B) Giochi di esercizio. C) Giochi strutturati. D) Giochi competitivi.

1789. Le caratteristiche del "gruppo" dei bambini condizionano: A) La programmazione delle attività. B) La programmazione dei giochi motori. C) La programmazione dei giochi simbolici. D) La programmazione delle attività linguistiche.

1790. Il lavoro di gruppo dell'equipe educativa è caratterizzato da un approccio alle conoscenze di tipo: A) Molteplice e complesso. B) Euristico. C) Univoco ed individuale. D) Rigido e strutturato.

1791. La progettazione di attività di tipo simbolico al nido è finalizzata: A) Al superamento dell'egocentrismo con la scoperta di realtà diverse. B) Al consolidamento delle capacità di ascolto. C) Al consolidamento delle capacità di relazione. D) Allo sviluppo della coordinazione oculo-manuale.

1792. Il modello organizzativo acquista particolare rilievo perché: A) Favorisce il conseguimento delle finalità pedagogiche. B) Influenza il comportamento degli operatori. C) Può condizionare la libertà dei bambini. D) Può suscitare l'interesse dei genitori.

1793. La programmazione educativa nel nido deve fondarsi sui seguenti requisiti: A) Realtà, intenzionalità, razionalità, verificabilità, collegialità. B) Sperimentazione, verifica, rinforzo, razionalità. C) Spontaneità, flessibilità, realtà, collegialità. D) Intenzionalità, spontaneità, occasionalità, collegialità.

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1794. Nel nido sperimentare il "fare per il piacere di fare" vuol dire costruire un rapporto qualitativamente positivo che significa:

A) Facilitare la libera espressione dei bisogni e delle potenzialità del bambino. B) Esserci con una attenzione vera ed autentica all'altro. C) Facilitare l'utilizzo guidato dei materiali. D) Esserci fisicamente per accompagnare l'esperienza.

1795. La prevenzione del disagio e degli insuccessi richiede: A) Tempestività degli interventi educativi e modulazione delle pratiche educative. B) Sistematicità degli interventi educativi di recupero. C) Organizzazione degli interventi educativi di recupero. D) Strutturazione degli spazi al nido.

1796. La programmazione al nido deve essere: A) Flessibile. B) Rigida. C) Libera. D) Strutturata.

1797. L'elaborazione del progetto educativo è di competenza: A) Degli operatori del nido e della coordinatrice. B) Degli educatori di nido. C) Degli operatori del nido con il supporto delle famiglie. D) Delle famiglie.

1798. L'apprendimento percettivo permette al bambino di aumentare la possibilità della: A) Conoscenza degli oggetti. B) Denominazione degli oggetti. C) Classificazione degli oggetti. D) Discriminazione degli oggetti.

1799. La maturazione psicomotoria permette al bambino del nido di vivere "scelte indipendenti" nel dinamico rapporto: A) Con gli oggetti, lo spazio e gli altri. B) Con gli oggetti e con gli altri. C) Occhio - orecchio - tatto. D) Con lo spazio - gli altri.

1800. La progettazione degli interventi si modula: A) Sui ritmi e gli stili di apprendimento di ogni bambino. B) Sulle finalità dichiarate nella programmazione educativa. C) Sulle attività dichiarate nella programmazione educativa. D) Sull'età dei bambini e la composizione dei gruppi.

1801. La programmazione nel nido: A) Deve costantemente confrontare i modelli teorici con la realtà quotidiana. B) Deve perseguire obiettivi prestabiliti prescindendo dalle caratteristiche del gruppo di bambini. C) Deve basarsi esclusivamente sulle esigenze dei bambini. D) Deve considerare esclusivamente i modelli teorici di riferimento.

1802. Per "stare bene insieme" e comprendere cosa prova "l'altro" è necessaria: A) La relazione empatia - fiducia. B) La relazione curiosità - scoperta. C) La relazione conoscenza - competenza. D) La relazione libertà - improvvisazione.

1803. L'educatrice al nido favorisce un approccio alle esperienze logico-matematiche attraverso: A) Giochi di spostamento e di travaso. B) Giochi di finzione. C) Giochi di imitazione. D) Giochi simbolici.

1804. L'arredo degli ambienti dell'asilo deve essere progettato: A) In modo che il bambino possa accedere al maggior numero possibile di materiali. B) In modo che NON vi siano pericoli per i bambini. C) In modo che NON sia troppo ricco di oggetti per evitare un eccessivo disordine. D) In modo funzionale alle esigenze degli educatori.

1805. Un progetto educativo deve considerare l'apprendimento: A) Come sviluppo. B) Come istruzione. C) Da un punto di vista curricolare. D) In un'ottica oggettiva.

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1806. Un atteggiamento flessibile dell'educatore è positivo perché permette di: A) Rivedere in ogni momento la programmazione, in base alle risposte dei bambini. B) Passare da un'attività all'altra senza aver concluso la precedente. C) NON preoccuparsi se il bambino manifesta scarso interesse per le attività proposte. D) Improvvisare nuove attività, anche se NON erano state pensate in precedenza.

1807. Il metodo osservativo, durante un progetto educativo: A) É utile all'educatore, perché permette di modulare l'azione educativa in relazione alle necessità dei bambini. B) Può essere utilizzato soltanto da esperti educatori, che hanno seguito un particolare corso di formazione. C) É molto utile per valutare l'apprendimento dei bambini e per meglio documentare l'esperienza. D) Consiste nell'osservazione dei bambini da parte di una persona a loro estranea.

1808. La osservazione permette di: A) Valutare e comprendere i caratteri propri dell'esperienza complessiva del bambino. B) Dare un giudizio sulle risposte dei bambini agli stimoli degli educatori. C) Fare un bilancio, negativo o positivo, del progetto che si è appena portato a termine. D) Valutare i bambini nelle attività di gioco libero.

1809. La programmazione della didattica deve garantire: A) L'uguaglianza e la diversità dei bambini. B) L'uguaglianza dei bambini. C) La diversità dei bambini. D) La discontinuità educativa.

1810. La programmazione educativa all'asilo nido: A) Deve guardare al complesso delle esperienze che il bambino vive al nido, compresi il gioco e le routines. B) Deve considerare soltanto le attività strutturate che svolgono i bambini. C) Dovrebbe evitare di farsi condizionare dagli aspetti che riguardano il gioco libero tra i bambini. D) Deve considerare con particolare riguardo le attività di piccolo gruppo.

1811. A livello collegiale tra gli educatori in fase di progettazione è importante: A) Stabilire le linee metodologiche di fondo e le finalità educative del servizio educativo. B) Scegliere gli strumenti da utilizzare e le modalità osservative. C) Stabilire i tempi di svolgimento e gli obiettivi educativi. D) Pensare agli obiettivi educativi che devono essere perseguiti.

1812. Per lavorare in gruppo è importante disporre: A) Di una grande disponibilità al confronto con l'altro. B) Di una forte leadership. C) Esclusivamente di un forte orientamento al risultato. D) In primo luogo di una grande abilità di problem-solving.

1813. Nell'organizzazione degli ambienti al nido può essere utile: A) Organizzare gli ambienti in angoli, ognuno con una specifica valenza educativa. B) Stabilire regole ben precise che permettano ai bambini di personalizzare il proprio spazio. C) Mantenere sempre in ordine gli oggetti. D) Mescolare i diversi materiali tra loro.

1814. La verifica, prevista già in fase di programmazione, è finalizzata: A) Ad accertare competenze specifiche. B) A rilevare dati documentali. C) Ad una valutazione complessiva. D) A verificare abilità complesse.

1815. Una programmazione: A) Ha bisogno di una continua verifica e, se necessario, della ridefinizione di alcuni aspetti. B) NON deve essere modificata durante il suo svolgimento in quanto si potrebbe compromettere il raggiungimento degli obiettivi. C) Può essere interrotta in un qualsiasi momento se la si ritiene inadatta al contesto. D) Deve essere condizionata dalle risposte dei bambini, ma solo per essere modificata in alcuni aspetti.

1816. Il progetto educativo dei bambini: A) É frutto di condivisione tra il gruppo degli educatori e le famiglie. B) Deve essere redatto dal gruppo di lavoro. C) Necessita della collaborazione di un pedagogista. D) NON può essere il prodotto dell'interazione con i genitori.

1817. L'obiettivo del Nido è: A) Offrire ai bambini un luogo di formazione, di cura e di socializzazione. B) Offrire ai bambini un luogo di apprendimento, di custodia e di cura. C) Offrire ai bambini un luogo di apprendimento, di socializzazione, e di assistenza. D) Offrire ai bambini un luogo di relazione, di vigilanza e di apprendimento.

1818. Relativamente all'area delle competenze logiche, il materiale ludico strutturato sviluppa nel bambino le capacità di: A) Costruzione ed invenzione. B) Espressione e comunicazione. C) Imitazione ed esplorazione. D) Esplorazione e movimento.

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1819. Il momento casuale della programmazione consiste: A) Negli spunti e nelle risposte che si ricevono dai bambini, che NON possono essere previste in anticipo. B) Nell'improvvisazione di un gioco da parte dell'educatore che si inserisce in una attività condotta dai bambini. C) Nel decidere un progetto in maniera casuale, perché NON si ha il tempo di fare un lavoro più approfondito. D) Nel NON pensare ad alcuni aspetti del progetto, come i tempi di esecuzione e gli spazi, che vengono quindi affidati alla

contingenza del momento. 1820. Le metodologie osservative sono uno strumento per:

A) Monitorare evoluzione ed efficacia del progetto formativo. B) Predisporre il progetto educativo. C) Promuovere il lavoro d'equipe. D) Ottenere maggiori informazioni ed un maggiore coinvolgimento delle famiglie.

1821. Attraverso la programmazione di attività senso-motorie i bambini: A) Esercitano le proprie abilità percettive legate ai cinque sensi. B) Apprendono il gusto di alcuni alimenti. C) Conoscono le caratteristiche fisiche degli oggetti. D) Apprendono il rumore che gli oggetti provocano cadendo.

1822. Prima di ogni attività con i bambini: A) É importante assicurarsi che l'ambiente sia tranquillo e strutturato con spazi organizzati all'interno dei quali il bambino possa

muoversi liberamente. B) É importante assicurarsi che l'ambiente sia in perfetto ordine per facilitare la conoscenza dei materiali e poterli ritrovare ogni

volta. C) NON è importante valutare le caratteristiche dell'ambiente all'interno del quale essi operano perché saranno gli stessi a

connotarlo. D) É importante assicurarsi che l'ambiente sia strutturato in modo tale da impedire ai bambini di muoversi troppo per facilitare i

momenti di concentrazione. 1823. Nel nido, al termine di una progettazione:

A) É possibile verificare le competenze acquisite dai bambini osservando i loro comportamenti nelle attività quotidiane. B) É possibile verificare le competenze acquisite dai bambini creando situazioni particolari, diverse dal solito, e osservando i

bambini in questo nuovo contesto. C) É possibile verificare le competenze acquisite dai bambini interrogandoli verbalmente sulle attività che hanno svolto. D) NON è possibile verificare le competenze acquisite dai bambini in nessun modo, in quanto troppo piccoli.

1824. Le attività che favoriscono l'approccio alla lettura devono tenere conto: A) Dell'importanza della manipolazione di libri creati appositamente per questa fascia d'età. B) Dell' importanza di insegnare ai bambini che i libri NON si devono rompere. C) Del fatto che i bambini NON sono ancora in grado di capire la funzione del libro. D) Del fatto che l'educatore deve sempre mediare il rapporto tra il libro e il bambino.

1825. Tra le tecniche curricolari, le tassonomie degli obiettivi educativi di Bloom: A) Dispongono gli obiettivi educativi in ordine crescente dal semplice al complesso. B) Indicano solo gli obiettivi educativi generali. C) Classificano esclusivamente gli obiettivi educativi specifici. D) Ordinano gli obiettivi educativi in ordine decrescente.

1826. Il programma educativo nel nido deve stimolare nel bambino la capacità di: A) Scoprire, esplorare e costruire. B) Produrre competenze. C) Riprodurre per omologare. D) Costruire per differenziare.

1827. La mentalità che deve accompagnare l'educatore del nido in ogni fase della progettazione è quella : A) Del ricercatore. B) Dell'esecutore. C) Dello spettatore . D) Dell'osservatore.

1828. La programmazione educativa NON deve essere intesa dagli educatori come: A) Una serie di soluzioni predefinite adattabili ad ogni contesto educativo. B) Una pratica educativa che permette di adattare ogni attività ad un diverso contesto. C) Un progetto educativo pensato per un gruppo specifico di bambini. D) Una modalità progettuale flessibile.

1829. Lasciar guidare la propria azione educativa dai feed-back che si ricevono significa: A) Tenere conto in ogni momento del riscontro che si riceve dai bambini in risposta ad una particolare proposta educativa. B) Seguire alla lettera la programmazione cui si era pensato privilegiando gli obiettivi da raggiungere. C) Considerare le reazioni di ogni bambino e trasformare le attività in progetti individualizzati. D) NON lasciarsi influenzare dagli stati d'animo dei bambini ma coinvolgerli attraverso il gioco.

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1830. Le attuali linee di tendenza nell'ambito della programmazione al nido: A) Evitano ogni impostazione che tenda a precocizzare gli apprendimenti formali. B) Propongono apprendimenti di tipo contenutistico. C) NON considerano gli aspetti valutativi ed orientativi dell'attività del bambino. D) Sottolineano l'importanza della formazione del bambino e solo successivamente dell'aspetto educativo.

1831. La progettazione educativa proposta negli asili nido deve includere attività ludiche che promuovano le capacità preoperatorie, acquisibili dall'età di:

A) 2 anni. B) 1 anno. C) 3 anni. D) 6 mesi.

1832. La progettazione di un'attività richiede: A) Una collaborazione tra tutti gli educatori dell'asilo nido. B) Il lavoro di un solo educatore che metterà poi a disposizione dei colleghi il proprio elaborato. C) Una buona capacità di schematizzare e riassumere diversi concetti in poche righe. D) Il lavoro di uno, al massimo due, educatori.

1833. La progettazione deve tener conto delle: A) Diversità delle intelligenze tra i bambini del nido. B) Diversità di carattere. C) Differenze culturali tra bambini. D) Diversità del metodo utilizzato da ogni educatore.

1834. La programmazione: A) Deve costantemente confrontare i modelli teorici con la realtà quotidiana. B) Deve perseguire obiettivi prestabiliti indipendentemente dalle caratteristiche del gruppo di bambini. C) Deve basarsi esclusivamente sulle esigenze dei bambini. D) Deve considerare esclusivamente i modelli teorici di riferimento.

1835. La programmazione didattica deve considerare il campo dell'esperienza: A) Secondo una dimensione specifica per ciascun bambino, nel suo incontro con se stesso, con gli altri e con il mondo. B) Come una struttura formale precostituita cui adeguarsi meccanicamente. C) Tenendo presente il contenuto dell'azione e NON i significati e le modalità in cui essa è svolta. D) Secondo una modalità settoriale e separata in base alle diverse attività.

1836. Nella fase di valutazione di un progetto didattico si deve: A) Pensare al bambino come era prima e come è ora in relazione all'offerta delle proposte. B) Verificare innanzitutto l'avvenuto adeguamento del bambino alle proposte dell'educatore. C) Considerare la logica dei diversi domini di sviluppo del bambino senza farsi confondere da una visione solistica. D) Mettere in luce la quantità dei risultati materiali conseguiti al termine dell'anno scolastico.

1837. Una buona programmazione permette di: A) Superare l'episodicità e l'occasionalità dell'intervento educativo. B) Sapere in anticipo quanto tempo richiede ogni attività prevista. C) Utilizzare modelli di attività già sperimentati da altri educatori in altri contesti. D) Sapere quali sono gli obiettivi che ogni bambino dovrà raggiungere.

1838. La scelta degli strumenti con cui valutare la validità di una programmazione: A) Deve essere prevista dalla programmazione stessa. B) Deve essere decisa a lavoro terminato. C) Deve essere individuata in base allo svolgersi degli eventi. D) NON deve essere presente in un progetto in quanto può cambiare.

1839. Ogni progettazione didattica deve essere: A) Flessibile. B) Schematica. C) Rigida. D) Chiara ed esauriente.

1840. Per poter rendere ogni progetto significativo per tutti i bambini l'educatore deve prima di tutto: A) Osservare attentamente ogni bambino. B) Pensare agli obiettivi da conseguire. C) Accertarsi della disponibilità degli altri colleghi. D) Cercare un'attività adattabile a quel contesto educativo.

1841. Se i bambini manifestano scarso interesse per l'attività che l'educatore ha pensato di proporre loro: A) Si dovrebbe cercare di capire le cause di tale disinteresse e provare a rivedere alcuni aspetti della propria progettazione. B) Si deve continuare ugualmente l'attività in base a come era stata progettata in partenza. C) Si deve continuare ugualmente l'attività inserendo elementi nuovi. D) Si deve sospendere l'attività in corso e proporne un'altra.

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1842. Il gruppo dei bambini e le loro caratteristiche sono elementi: A) Che gli educatori devono sempre considerare prima di ogni progettazione educativa. B) Che gli educatori devono sempre considerare al termine di ogni progettazione educativa. C) Che gli educatori possono anche ignorare per migliorare lo scambio relazionale. D) Che NON è utile considerare prima di pensare ad un progetto educativo.

1843. La progettualità educativa: A) Riguarda complessivamente l'universo dell'esperienza del bambino. B) Rientra nella progettazione didattica. C) Riguarda solo una singola unità didattica. D) Rientra nella progettazione formativa.

1844. La programmazione educativa dell'asilo nido: A) Potrebbe essere rappresentata metaforicamente da una rete di possibilità, NON può quindi essere intesa come statica e

predeterminata ma come disponibile ad ogni rimodellamento. B) Potrebbe essere rappresentata metaforicamente da un filo, le cui estremità rappresentano la situazione di partenza e quella di

arrivo al termine del progetto. C) NON può essere rappresentata metaforicamente in alcun modo. D) Potrebbe essere rappresentata metaforicamente da una piramide, il cui vertice è il raggiungimento degli obiettivi preposti.

1845. L'educatore, nell'attuare l'intervento educativo, svolge: A) Un lavoro professionale in equipe con altre figure professionali. B) Un lavoro di osservazione con altre figure professionali. C) Un lavoro di ascolto con altre figure professionali. D) Un lavoro di routine con altre figure professionali.

1846. La programmazione degli spazi deve consentire che i bambini possano svolgere le attività: A) Con autonomia. B) Con spontaneità. C) Con celerità. D) Con curiosità.

1847. La programmazione educativa nel nido prevede l'allestimento "dell'atelier", inteso come: A) Uno spazio per attività definite anche trasversali. B) Uno spazio per attività occasionali. C) Uno spazio per attività spontanee. D) Uno spazio per attività motorie.

1848. Lavorare a livello collegiale significa liberarsi: A) Dall'abitudine di un lavoro individuale. B) Dall'abitudine di un lavoro improvvisato. C) Dall'abitudine di un lavoro condizionato. D) Dall'abitudine di un lavoro deludente.

1849. Il nido è "su misura" quando propone: A) Apprendimenti significativi e validi per la "persona". B) Apprendimenti significativi e validi per i "contesti ". C) Apprendimenti significativi e validi per le "emozioni". D) Apprendimenti significativi e validi per la "fantasia".

1850. Per promuovere lo sviluppo dei bambini: A) Occorrono varie attività e giochi differenti. B) Occorrono varie metodologie. C) Occorre ampliamento nell'apprendimento educativo. D) Occorre approfondimento delle attività e dei giochi educativi e didattici.

1851. La "personalizzazione" delle attività didattiche considera: A) La personale "costruzione" dei significati culturali e delle competenze richieste. B) La personale "fruizione" dei significati culturali e delle competenze richieste. C) La personale "produzione" dei significati culturali e delle competenze richieste. D) La personale "capacità" dei significati culturali e delle competenze richieste.

1852. Nell'analisi della situazione, l'educatore del nido utilizza competenze: A) Psico-pedagogiche. B) Psico-affettive. C) Psico-sociali. D) Psico-emotive.

1853. L'elaborazione della programmazione richiede al gruppo di lavoro: A) Partecipazione attiva. B) Partecipazione emotiva. C) Partecipazione direttiva. D) Partecipazione adeguata.

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1854. Gli "obiettivi operativi" devono prevedere tempi: A) Brevi. B) Lunghi. C) Settimanali. D) NON definiti.

1855. La programmazione ha lo scopo per l'educatore di: A) Conoscere le possibilità e i vincoli del proprio lavoro. B) Conoscere le condizioni e le possibilità del proprio lavoro. C) Conoscere le possibilità e le illusioni del proprio lavoro. D) Conoscere le avversità e la conduzione del proprio lavoro.

1856. La programmazione "dell'atelier grafico-pittorico" nel nido consente ai bambini l'uso di: A) Materiale di diversa consistenza e colori. B) Materiale di recupero. C) Contenitori di plastica. D) Pennelli.

1857. Le attività educative programmate sono rivolte al bambino: A) Socialmente attivo. B) Socialmente affettuoso. C) Socialmente emotivo. D) Socialmente passivo.

1858. La programmazione dell'atelier socio-affettivo nel nido richiede: A) Materiale per attività teatrale. B) Materiale per attività motoria. C) Materiale per attività di costruzione. D) Materiale per attività sonore.

1859. Il nido deve proporre "apprendimenti": A) "Autentici" e trasferibili nella vita reale. B) "Collettivi" e validi all'interno del nido. C) "Su misura" e trasferibili nella vita reale. D) "Significativi" e validi all'interno del nido.

1860. Attraverso la verifica della programmazione potranno aversi indicazioni per: A) Rimodulare, se necessario, le azioni educative. B) Confrontarsi per confermare le azioni educative. C) Comparare e recuperare le azioni educative. D) Intervenire in maniera occasionale.

1861. Per "obiettivo" si intende: A) La descrizione di un risultato che si vuole conseguire. B) La descrizione di ciò che l'educatore desidera. C) La descrizione di ciò che desiderano i genitori. D) La descrizione del comportamento del bambino.

1862. La programmazione degli "spazi educativi" favorisce il costituirsi di una rete coerente che sollecita nel bambino: A) Itinerari creativi. B) Itinerari disomogenei. C) Itinerari organizzati. D) Itinerari eterogenei.

1863. La programmazione, nel nido, è: A) Iniziale e flessibile. B) Finale e definitiva. C) Iniziale e ipotizzata. D) Finale e predisposta.

1864. Nel nido, il "gruppo" costituisce una dimensione per: A) Comunicare, apprendere e produrre. B) Comunicare e apprendere. C) Comunicare e produrre. D) Comunicare e socializzare.

1865. Le opportunità educative e didattiche devono essere collocate: A) In un "contesto" stimolante. B) In un "contesto" intellettuale. C) In un "contesto" empirico. D) In un "contesto" statico.

1866. Gli obiettivi generali sono: A) Le finalità del nido. B) Le tappe del nido. C) Le metodologie del nido. D) Le fasi del nido.

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1867. La progettualità del nido mira alla: A) Formazione - educazione - socializzazione. B) Formazione - educazione - competitività. C) Formazione - competitività - informazione. D) Formazione - educazione - informazione.

1868. La programmazione dell'organizzazione dei materiali, nel nido, è: A) Iniziale e modulabile. B) Definitiva e fattibile. C) Amplificata e concreta. D) Definitiva e concreta.

1869. Nel nido gli apprendimenti devono essere programmati con assoluta: A) Flessibilità. B) Dinamicità. C) Spontaneità. D) Economicità.

1870. La programmazione educativa analizza: A) Le effettive esigenze del bambino. B) Le differenze fisiche tra i bambini. C) Le differenze di comportamento tra i bambini. D) Le differenze di apprendimento tra i bambini.

1871. La verifica della validità del lavoro svolto nel nido può essere: A) Immediata - a medio termine. B) Spontanea - a medio termine. C) Immediata - spontanea. D) Positiva - negativa.

1872. Durante la programmazione, un elemento da analizzare è: A) Il clima professionale del nido. B) Il clima sociale. C) Il clima "emotivo". D) Il clima affettivo.

1873. Cosa sono gli obiettivi educativi? A) Il quadro di valori da concretizzare nella vita del nido. B) Il quadro di valori osservabili nelle attività. C) Il quadro di interventi da concretizzare durante le attività. D) Il quadro dei saperi che emergono nelle attività.

1874. La programmazione educativa, nel nido, è rivolta al bambino: A) Costruttore di conoscenze e apprendimenti. B) Costruttore di sentimenti. C) Costruttore di bisogni. D) Costruttore di sicurezza.

1875. Gli obiettivi educativi si riferiscono: A) Alla crescita della personalità nella sua interezza. B) Alla crescita della personalità nella sua parzialità. C) Alla crescita della personalità motoria. D) Alla crescita della personalità affettiva.

1876. Nel nido, una programmazione qualificata valorizza, nel gruppo di lavoro,: A) La ricerca. B) I materiali. C) Le competenze. D) L'aggiornamento.

1877. L'Organizzazione dell'ambiente nel nido deve sollecitare comportamenti di: A) Attesa positiva - scoperta - familiarizzazione. B) Curiosità - relazione - stabilità. C) Formazione - sperimentazione - rassicurazione. D) Imitazione - coinvolgimento - scoperta.

1878. Nella programmazione educativa le prime due fasi sono: A) Analisi della situazione - Individuazione degli obiettivi. B) Organizzazione risorse - Individuazione degli obiettivi. C) Individuazione degli obiettivi - Verifica dei risultati . D) Verifica delle risorse - Analisi della situazione.

1879. Nella programmazione educativa dopo l'analisi della situazione e l'individuazione degli obiettivi si procede con: A) Organizzazione delle risorse- Verifica dei risultati. B) Verifica dei risultati-Analisi della situazione. C) Analisi della situazione-Organizzazione delle risorse. D) Organizzazione delle risorse-Individuazione degli obiettivi.

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1880. Nel nido l'attenzione alla "persona" consiste: A) Nella soddisfazione dei bisogni di sviluppo del bambino. B) Nella soddisfazione dei bisogni cognitivi del bambino. C) Nella soddisfazione dei bisogni motori del bambino. D) Nella soddisfazione dei bisogni di socializzazione del bambino.

1881. Esiste una stretta correlazione tra organizzazione degli spazi e: A) Attività educativa. B) Routine. C) Angolo morbido. D) Ambiente.

1882. Nel programmare gli "obiettivi", l'educatore deve utilizzare: A) La metodologia e i mezzi pertinenti. B) Le risorse. C) Le attitudini. D) Gli ambienti.

1883. La verifica costituisce un'occasione per stimolare l'educatore: A) All'autovalutazione e all'autoaffermazione. B) Alla conoscenza di sé e all'autostima di sé. C) All'autoregolazione e alla permissività. D) All'autocontrollo e all'empatia.

1884. La "personalizzazione" dei percorsi educativi permette a ciascuno di utilizzare: A) Il proprio stile conoscitivo. B) Il proprio stile emotivo. C) Il proprio stile competitivo. D) Il proprio stile integrativo.

1885. Le operazioni iniziali della programmazione sono: A) Analisi delle risorse e individuazione degli obiettivi. B) Analisi delle risorse e raggiungimento degli obiettivi. C) Analisi delle competenze e trascrizione degli obiettivi. D) Opportunità delle conoscenze e individuazione degli obiettivi.

1886. Gli obiettivi didattici sono: A) Traguardi da raggiungere. B) Conoscenze da apprendere. C) Indicazioni da conoscere. D) Mete da conquistare.

1887. Una programmazione superficiale può ostacolare: A) Lo sviluppo del bambino. B) Lo schema operativo. C) La struttura ambientale. D) La struttura familiare.

1888. La programmazione dell'organizzazione "del tempo", nel nido, è fondamentale per il rispetto dei: A) Ritmi e tempi dell'attività del bambino. B) Ritmi e tempi dell'informazione del bambino. C) Ritmi e tempi rigidi per il contenimento del bambino. D) Ritmi e tempi dei conflitti nel bambino.

1889. Nel nido la pianificazione delle attività deve essere razionalizzata e richiede: A) Flessibilità. B) Abitudine. C) Consuetudine. D) Casualità.

1890. Gli educatori nel progettare le azioni educative devono essere guidati : A) Dal pensiero riflessivo. B) Solo dalle teorie. C) Dai valori personali. D) Dalle indicazioni delle famiglie.

1891. Il processo educativo dovrebbe muovere dalla rilevazione: A) Dell'insieme dei bisogni del bambino. B) Di uno specifico bisogno del bambino. C) Della motivazione ad apprendere del bambino. D) Della specifica struttura del nido.

1892. La programmazione delle attività educative: A) É garanzia di un agire programmato e organizzato. B) É garanzia di un agire creativo e spontaneo. C) Interessa gli ordini scolastici superiori. D) Limita l'agire individuale degli educatori.

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1893. Quali aree di sviluppo del bambino sono oggetto di programmazione: A) Tutte le aree per uno sviluppo globale del bambino. B) Esclusivamente l'area cognitiva e linguistica. C) Le aree socio-emotiva e delle relazioni. D) Le aree motoria e percettiva.

1894. La realizzazione rigorosa delle attività programmate: A) Rischia di soffocare le iniziative personali dei bambini. B) Consente di realizzare obiettivi senza perdere tempo. C) Consente di recuperare i bambini in difficoltà. D) Permette di raggiungere i livelli attesi.

1895. In una buona equipe di lavoro: A) Si dichiarano e si concordano finalità, obiettivi e pratiche educative. B) Le decisioni educative vengono prese dagli educatori con maggiore anzianità ed esperienza. C) Si perviene collegialmente ad un'azione educativa standard più o meno adatta a molteplici situazioni. D) Ogni educatore attua la strategia educativa a lui più congeniale.

1896. Progettare lo spazio educativo al nido significa: A) Creare zone o centri d'interesse all'interno della stanza adibita a sezione. B) Creare ogni giorno zone o centri d'interesse diversi all'interno della stanza adibita a sezione. C) NON creare "nicchie" dove il bambino possa rifugiarsi perché pericolose. D) Creare un'unica zona molto ampia e ricca di materiali per tutte le fasce d'età.

1897. Quando si elabora la progettazione: A) Si deve fare un'analisi dei bisogni dei bambini e delle risorse ambientali. B) Si deve fare una valutazione delle risorse economiche. C) Si devono valutare gli obiettivi da raggiungere. D) Si devono valutare solo gli interventi educativi da mettere in atto.

1898. In fase di progettazione bisogna tenere presente che il contesto influisce: A) Sulle modalità di interazione dei bambini. B) Sull'accudimento dei bambini. C) Sul controllo della sicurezza dei bambini. D) Sulla valutazione della qualità.

1899. Definire gli obiettivi della progettazione al nido significa specificare: A) Le finalità motorie, relazionali, cognitive e comunicative-linguistiche che si vogliono raggiungere per il gruppo e per ogni

singolo bambino. B) Lo stile educativo degli educatori affinché le finalità relazionali possano essere raggiunte. C) Le metodologie che si applicheranno affinché le finalità relazionali possano essere raggiunte. D) Le finalità motorie, relazionali, cognitive e comunicative-linguistiche che si vogliono raggiungere a breve termine.

1900. La valutazione della qualità percepita: A) Definisce il gradimento delle famiglie rispetto al servizio offerto dal nido. B) É uno strumento di autovalutazione per gli educatori. C) É uno strumento creativo di valutazione per gli educatori. D) Definisce la ricettività dell'asilo nido.

1901. Flessibilizzare la proposta formativa consente di: A) Personalizzare gli interventi. B) Razionalizzare gli interventi. C) Selezionare i materiali. D) Organizzare gli spazi.

1902. I tempi di apprendimento al nido dipendono: A) Dagli stili di apprendimento del bambino e dalla qualità dell'offerta educativa. B) Dalla disponibilità dell'educatore e dalla qualità dei materiali. C) Dalla disponibilità dell'educatore e dalla qualità degli arredi. D) Dalla partecipazione dei genitori e dall'organizzazione degli ambienti.

1903. Personalizzazione e socializzazione nel progetto educativo indicano: A) Prospettive che si integrano. B) Prospettive parallele. C) Prospettive separate. D) Prospettive in antitesi.

1904. La valutazione dei processi educativi viene svolta: A) Dall'equipe educativa insieme al coordinatore pedagogico. B) Da un pool di professionisti dell'educazione. C) Dalle famiglie. D) Dall'ente gestore del servizio.

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1905. Progettare le modalità di accoglienza dei bambini e delle famiglie al nido significa: A) Organizzare le modalità e i tempi per favorire un sereno inserimento del bambino e delle famiglie. B) Organizzare le attività rituali (routines) e i tempi per il singolo bambino e per il gruppo. C) Organizzare momenti di canto, di musica, di attività di movimento per far sentire il bambino in armonia con il gruppo. D) Organizzare il momento del saluto e introdurre il bimbo nello spazio educativo.

1906. La programmazione è: A) Analisi delle risorse, individuazione degli obiettivi, pianificazione dell'attività. B) Pianificazione delle attività, individuazione degli obiettivi, selezione dei contenuti. C) Analisi delle competenze, selezione dei contenuti, verifica. D) Individuazione dei contenuti, degli obiettivi, dei criteri.

1907. Il raggiungimento degli obiettivi didattici: A) É diversificato in rapporto ai ritmi di apprendimento individuali. B) É diversificato in rapporto al livello sociale dei bambini. C) Avviene simultaneamente in tutti i bambini del nido. D) Avviene simultaneamente in tutti i bambini della stessa età.

1908. Il lavoro di gruppo all'interno dell'asilo nido può essere definito come l'espressione delle: A) Capacità individuali all'interno di un'operatività comune. B) Scelte educative definite dal coordinatore pedagogico. C) Delle capacità collettive all'interno di un'operatività individuale. D) Delle capacità collettive all'interno del regolamento.

1909. L'attività di verifica è finalizzata anche a: A) Controllare l'adeguatezza degli stimoli. B) Misurare l'efficacia degli strumenti. C) Esprimere giudizi di valore. D) Effettuare classificazioni.

1910. La programmazione è un documento finito e stabile? A) NO, occorrono verifiche continue per adattarla allo sviluppo del bambino. B) NO, varia a seconda di chi si occupa di elaborare la programmazione. C) NO, bisogna valutare se le risorse impiegate sono sufficienti. D) SI, viene elaborata una volta all'anno e NON occorrono verifiche in itinere.

1911. La programmazione organizzativa e strutturale del servizio influenza: A) La qualità della proposta educativa. B) La qualità delle relazioni interpersonali. C) La quantità di risorse utilizzabili. D) La comunicazione sul territorio.

1912. Il processo di acquisizione della conoscenza al nido è: A) Il frutto di una costruzione condivisa tra adulto e bambino. B) La trasmissione del sapere tra adulti e bambini. C) La trasmissione del sapere tra il gruppo dei pari. D) La trasmissione del sapere tra famiglia e bambino.

1913. Il gioco fa parte della programmazione? A) Sì, perché è un'attività sperimentale per organizzare e rielaborare le informazioni. B) Sì, perché rappresenta per i bambini l'unica attività di apprendimento all'asilo nido. C) Sì, perché è la sola attività di socializzazione dei bambini al nido. D) NO, perché NON è un'attività di apprendimento, ma costituisce un'attività ludica.

1914. La progettazione condivisa del gruppo di lavoro: A) Garantisce la coerenza degli interventi educativi. B) Garantisce una programmazione più creativa. C) Evidenzia un gruppo di lavoro molto uniforme e coeso. D) Evidenzia relazioni positive tra il gruppo di lavoro.

1915. Gli obiettivi generali del nido sono costituiti: A) Dalle finalità ipotizzate. B) Dalle tappe individuate. C) Dalle metodologie selezionate. D) Dai contenuti realizzati.

1916. Le verifiche continue consentono all'educatore: A) Di analizzare il proprio operato. B) Di verificare le competenze dei bambini. C) Di individuare le carenze dei bambini. D) Di controllare i mezzi utilizzati.

1917. Nella fase di progettazione gli educatori devono vedere il bambino quale: A) Costruttore di conoscenze. B) Fruitore di competenze. C) Produttore di conoscenze. D) Fruitore di relazioni.

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1918. Gli obiettivi definiti in fase di programmazione devono essere: A) Definiti e condivisi dall'equipe educativa. B) Flessibili in funzione delle diverse famiglie. C) Trasposti dal regolamento. D) Definiti dal singolo educatore.

1919. La funzione di personalizzazione dell'educatore si esprime: A) Nell'individualizzare l'intervento in relazione ai singoli bambini. B) Nella capacità di interpretare una situazione personale. C) Nel chiedere al bambino di esplicitare i propri desideri. D) Nel soddisfare i bisogni fisiologici del bambino.

1920. Le attività logiche sono sollecitate: A) Da esperienze concrete. B) Da giochi imitativi. C) Da giochi simbolici. D) Da giochi di gruppo.

1921. Nel nido articolare delle attività, scandite in base all'età dei bambini ed ai diversi stili/ritmi di apprendimento, significa proporre al bambino:

A) Le esperienze tenendo conto del suo livello globale di sviluppo. B) Attività che stimolano apprendimenti cognitivi complessi. C) Esperienze che anticipano gli apprendimenti della scuola d'infanzia. D) Attività che tutto il gruppo dei pari può svolgere con facilità.

1922. Gli strumenti che garantiscono un'attenzione individualizzata del percorso di crescita del singolo bambino sono: A) L'osservazione. B) Il progetto educativo. C) La programmazione didattica di sezione. D) Il profilo dinamico funzionale.

1923. Le competenze psico-pedagogiche consentono all'educatore di: A) Progettare la propria attività in risposta a bisogni effettivamente individuati. B) Progettare la propria attività in funzione delle esigenze dei genitori. C) Progettare la propria attività in funzione delle esigenze del nido. D) Progettare la propria attività in funzione delle esigenze della comunità.

1924. L'apprendimento del bambino è significativo se: A) É trasferibile nella vita reale. B) É trasferibile all'interno del nido. C) É acquisito nel contesto familiare. D) É acquisito all'interno del nido.

1925. Per progettare un'adeguata accoglienza del bambino al nido è necessario: A) Effettuare un inserimento graduale del bambino. B) Far frequentare da subito il bambino a tempo pieno. C) Farlo frequentare per un giorno alla settimana. D) Effettuare un inserimento del bambino nel gruppo.

1926. La programmazione al nido si basa sulla: A) Capacità di osservare, riconoscere i livelli di sviluppo del bambino e dei suoi bisogni. B) Capacità di osservare e valutare i livelli di sviluppo del gruppo e i suoi bisogni. C) Capacità di valutare i bisogni di accudimento ed assistenza di ogni singolo bambino. D) Capacità di osservare e riconoscere i livelli di abilità relazionale del bambino.

1927. Prima di poter progettare gli obiettivi educativi è necessario: A) Effettuare un'osservazione del contesto educativo. B) Effettuare osservazioni del gioco. C) Effettuare un'osservazione della disposizione dei materiali e degli arredi. D) Effettuare un'osservazione delle interazioni sociali.

1928. Progettare le attività educative al nido significa definire: A) Gli interventi, le esperienze concrete che si svolgeranno quotidianamente al fine di raggiungere gli obiettivi pensati. B) Le attività di gioco che si svolgeranno con il bambino al fine di raggiungere gli obiettivi programmati a breve termine. C) Gli interventi e le esperienze percettivo-motorie che si svolgeranno con il gruppo al fine di raggiungere gli obiettivi

programmati. D) Gli interventi, le attività che si vorrebbero svolgere periodicamente al fine di raggiungere gli obiettivi a lungo termine.

1929. La progettazione educativa al nido è uno strumento teorico-pratico in grado di indicare linee guida: A) Per la scelta e/o la stesura di obiettivi, attività, spazi, materiali, metodologie. B) Per la stesura di una serie di osservazioni casuali del contesto educativo al nido. C) Per la organizzazione dei materiali ludici. D) Per la scelta di obiettivi a breve termine.

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1930. Nel nido la progettazione ha lo scopo di: A) Orientare il lavoro degli educatori. B) Controllare le dinamiche del gruppo di lavoro. C) Controllare la naturale vivacità del bambino. D) Organizzare i gruppi di gioco.

1931. Con l'affermazione "L'educatore deve avere un approccio da ricercatore" si sottolinea l'importanza: A) Di adottare un metodo flessibile. B) Di fare ricerche e esperimenti sui bambini. C) Di applicare la metodologia della ricerca sociale. D) Di applicare solo teorie scientificamente provate.

1932. Il lavoro collegiale consente agli educatori: A) Il confronto e la verifica del reciproco operato. B) Di sperimentare nuove metodologie. C) Di verificare il lavoro degli educatori. D) Di relazionare al coordinatore del nido.

1933. Quando l'educatore elabora le proposte di apprendimento deve considerare: A) Le differenze individuali dei bambini. B) Il numero di operatori presenti. C) Gli obiettivi cognitivi. D) Il carattere dei bambini.

1934. La valutazione della programmazione all'interno del gruppo di lavoro: A) Permette di calibrare gli interventi. B) Si svolge una sola volta l'anno. C) NON è prevista perché NON è una valutazione precisa. D) Ha lo scopo di valorizzare l'attività dell'educatore.

1935. Nella progettazione la collaborazione tra personale educativo e ausiliario è importante: A) Per la definizione dei ritmi giornalieri. B) Per decidere quante volte e quando realizzare le pulizie. C) Per la definizione delle attività didattiche. D) Per programmare gli orari di apertura e chiusura del nido.

1936. I conflitti tra gli educatori vanno gestiti: A) All'interno del gruppo di lavoro. B) Esclusivamente dal coordinatore. C) Dall'ente gestore la struttura. D) Al di fuori della struttura.

1937. Il progetto educativo nel nido deve: A) Personalizzare la proposta formativa. B) Uniformare la proposta formativa. C) Evitare itinerari diversificati. D) Utilizzare le medesime metodologie.

1938. La progettazione delle attività deve tenere presente: A) Che lo sviluppo NON è un processo lineare quindi occorre differenziare le proposte. B) Che lo sviluppo è un processo lineare quindi le attività variano esclusivamente secondo l'età. C) Che i bambini hanno solo preferenze diverse e per questo le attività vengono differenziate. D) Che lo sviluppo è un processo lineare per questo le attività sono uguali per tutti.

1939. Nella relazione educativa la mediazione dell'educatore consente di: A) Orientare e guidare lo sviluppo e l'apprendimento del bambino. B) Risolvere conflitti ed evitare ansie nei confronti della relazione con l'adulto. C) Frenare la naturale vivacità del bambino e facilitare attività più tranquille. D) Accentuare la naturale vivacità del bambino e facilitare attività di gioco.

1940. Nella progettazione educativa al nido le modalità d'incontro con le famiglie possono essere organizzate attraverso lo svolgimento di:

A) Assemblee, colloqui mirati, incontri a tema, scambio quotidiano nei momenti di entrata uscita, organizzazione di feste. B) Colloqui mirati a cui partecipano genitori, educatori, esperti del settore educativo. C) Assemblee periodiche dove parlare dei problemi emersi per il singolo bambino o per il gruppo. D) Colloqui mirati, assemblee periodiche, incontri a tema su richiesta dei genitori.

1941. É importante che il progetto pedagogico sia elaborato: A) Dall'equipe degli educatori insieme al coordinatore pedagogico. B) Dagli educatori di sezione. C) Da un pool di professionisti dell'educazione. D) Dal comitato di gestione.

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1942. L'intervento è personalizzato se: A) Soddisfa i bisogni di sviluppo. B) Soddisfa i bisogni di sapere. C) Soddisfa i bisogni di socializzare. D) Soddisfa i bisogni di movimento.

1943. Nella programmazione per obiettivo si intende: A) La descrizione di un risultato che l'educatore si propone di raggiungere. B) La descrizione di ciò che i genitori desiderano che il bambino raggiunga. C) La descrizione delle finalità ipotizzate dal nido. D) La descrizione di uno specifico desiderio dell'educatore.

1944. Gli obiettivi didattici costituiscono: A) Traguardi da raggiungere. B) Contenuti da apprendere. C) Descrizioni di conoscenza. D) Formulazione di competenze.

1945. La carta del servizio è: A) Una carta d'identità del servizio. B) Uno strumento valutativo. C) Un documento ministeriale. D) Uno strumento della qualità percepita.

1946. Nella realizzazione del progetto educativo l'educatore deve: A) Diversificare gli interventi a seconda dei singoli casi tenendo conto dell'unicità dei soggetti. B) Mantenere un protocollo di valutazione omogeneo per ogni bambino. C) Soddisfare i desideri dei genitori. D) Creare un progetto educativo personalizzato a partire dalle eventuali debolezze del bambino.

1947. L'elaborazione del progetto pedagogico deve riflettere: A) I valori e l'identità del Servizio. B) Le competenze dell'educatore e del coordinatore pedagogico. C) Le indicazioni del coordinatore pedagogico. D) Le esigenze delle famiglie e del gruppo di lavoro.

1948. Nel nido nella progettazione delle attività: A) Va valorizzato il processo. B) Va valorizzato il prodotto. C) Vanno definiti rigorosamente i tempi. D) Vanno assecondati gli interessi delle famiglie.

1949. La valutazione pedagogica può essere orientata all'analisi: A) Dei tempi, degli spazi e delle scelte pedagogiche sottostanti ad essi. B) Dei risultati dei questionari di soddisfazione compilati dai genitori. C) Dei bilanci annuali redatti dal personale amministrativo. D) Della soddisfazione e del benessere espresso dai genitori.

1950. La programmazione al nido deve essere: A) Uno strumento metodologico flessibile. B) Una metodologia relazionale flessibile. C) Uno strumento organizzativo definito. D) Un prodotto del lavoro di rete.

1951. Nel progetto pedagogico occorre: A) Definire l'articolazione degli spazi e dei tempi. B) Definire gli obiettivi delle famiglie. C) Inserire i titoli di studio del personale e le esperienze da esso maturate. D) Formalizzare la relazione con l'educatore di riferimento.

1952. L'agire dell'educatore deve essere guidato: A) Dalle scelte di metodo definite nel progetto pedagogico. B) Dal senso pratico e dalla propria esperienza. C) Dalle direttive del coordinatore. D) Dalle volontà più o meno espresse delle famiglie.

1953. Nella progettazione educativa i tempi al nido sono organizzati secondo: A) Routines. B) Attività rituali diverse per ogni singolo bambino. C) Le esigenze del singolo bambino, del gruppo, degli educatori, delle famiglie. D) Attività che si modificano quotidianamente.

1954. Nella progettazione educativa le attività di routines al nido sono momenti ed attività: A) Che si ripetono ogni giorno uguali e che permettono al bambino di sapersi collocare nel tempo. B) Che si ripetono periodicamente e permettono al bambino di sapersi collocare nel gruppo. C) Relativi all'area delle autonomie svolti in orari flessibili. D) I cui tempi sono variabili a seconda delle esigenze dei bambini e degli educatori.

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1955. Programmare al nido significa: A) Creare un contesto educativo e relazionale stabile, coerente e flessibile. B) Attuare un atteggiamento educativo spontaneo. C) Creare un contesto didattico fisso, coerente e flessibile. D) Creare un contesto educativo che fa riferimento a un modello teorico-pratico NON sperimentale.

1956. Il personale che opera nel nido è in grado di programmare in modo adeguato quando: A) Ha assimilato criticamente un modello teorico chiaro e una metodologia educativa precisa. B) Conosce le tappe di sviluppo del bambino. C) Agisce secondo la proprie convinzioni e le proprie esperienze personali. D) Segue in modo NON flessibile le sue convinzioni in campo educativo.

1957. Gli obiettivi della programmazione al nido sono: A) La cura, la socializzazione, l'apprendimento dei bambini. B) La creazione di un luogo dove il bambino può giocare. C) La socializzazione tra bambini di diverse fasce di età. D) La socializzazione, l'assistenza e l'accudimento dei bambini.

1958. La ricerca educativa al nido prevede la capacità di: A) Tener conto sia delle variabili oggettive (materiali, ambienti, tecniche di osservazione, ecc.) sia delle variabili soggettive (i

bambini, gli educatori, i loro vissuti emotivi, ecc.). B) Rilevare dei dati, tenendo conto delle variabili soggettive (i bambini, gli educatori, le famiglie, ecc.). C) Effettuare calcoli statistici in relazione a dati rilevati oggettivamente e soggettivamente. D) Applicare teorie scientifiche tenendo conto delle variabili soggettive (ambienti, materiali, tecniche di osservazione, ecc.) e

oggettive (i bambini, gli educatori, i loro vissuti emotivi, ecc.). 1959. La ricerca-azione al nido è un processo attraverso il quale l'educatore:

A) Ridefinisce gli obiettivi sulla base degli eventi e delle esigenze dei soggetti. B) Si relaziona con i bambini in base alle osservazioni effettuate. C) Sceglie le attività educative in base agli obiettivi programmati. D) Ridefinisce gli obiettivi in base alle diverse fasce di età dei bambini.

1960. La ricerca educativa al nido stimola l'educatore a: A) Scoprire e verificare effetti NON previsti e NON voluti nell'esercizio della sua attività e quindi a modificare e raffinare le sue

conoscenze e le sue azioni. B) Cercare di contenere la frustrazione che deriva dai propri eventuali errori educativi e quindi modificare le attività e

l'organizzazione educativa. C) Restare fedele ai propri modi di agire e quindi NON modificare e raffinare le sue conoscenze in campo educativo. D) Scoprire e verificare quali obiettivi a breve termine hanno favorito lo sviluppo del bambino e quindi mantenerli nel tempo.

1961. La programmazione educativa al nido serve per: A) Analizzare, pensare, formulare ipotesi, verificare. B) Predefinire gli obiettivi, le attività, le metodologie e le tecniche educative. C) Formulare ipotesi, applicare teorie, formulare valutazioni. D) Analizzare, pensare, organizzare gli ambienti, le routines, gli orari.

1962. L'atteggiamento di ricerca nel contesto educativo dell'asilo nido parte da una serie di domande che l'educatore si pone: A) Sulla situazione di partenza, sulla situazione di arrivo, sulle caratteristiche e sui bisogni dei soggetti coinvolti al nido (bambini,

educatori, famiglie, personale educativo, ecc.). B) Sulla situazione di partenza del bambino, sui suoi problemi, sui bisogni dei soggetti coinvolti nella sua educazione (i genitori). C) Sulla situazione di partenza, sulla situazione di arrivo, sulle caratteristiche di ogni singolo bambino. D) Sulla situazione di partenza, sulla situazione di arrivo, sulle caratteristiche e sui bisogni delle famiglie.

1963. Progettare l'attività di verifica al nido significa: A) Descrivere, interpretare, valutare gli esiti degli interventi educativi. B) Valutare ed interpretare le attività educative svolte nelle diverse aree di sviluppo. C) Descrivere e valutare gli esiti degli interventi educativi. D) Descrivere, interpretare, valutare gli esiti delle tecniche e strategie educative adottate dagli educatori.

1964. Verificare il progetto educativo al nido significa essere capaci di: A) Raffinare e riorientare le conoscenze, le mete educative, l'organizzazione e l'andamento del contesto. B) Organizzare attività di routines per favorire l'orientamento del bambino e del gruppo nel tempo e nello spazio. C) Raffinare e riorientare gli obiettivi a lungo-medio-breve termine per realizzare attività ludico-didattiche adeguate. D) Raffinare e riorientare la conoscenza del bambino, le mete educative, l'organizzazione dei tempi e degli spazi.

1965. Programmare al nido significa essere capaci di: A) Dare un senso alle varie occasioni ed ai vari interventi sulla base di precise scelte operative che si fondano su precise

consapevolezze teoriche. B) Dare un senso ai vari momenti della giornata al nido sulla base di precise scelte operative che si fondano su precise

consapevolezze sperimentali. C) Realizzare un progetto educativo che tenga conto dei bisogni di apprendimento e di assistenza dei bambini da 0 a 3 anni. D) Realizzare un contesto educativo attraverso la scelta di modalità di intervento fissate a priori e verificabili attraverso la

documentazione.

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1966. La progettazione educativa al nido si fonda sull'osservazione costante nel tempo delle interazioni del bambino con: A) L'educatore, i coetanei, i materiali, gli spazi, l'ambiente educativo. B) L'educatore, la famiglia, gli spazi, gli oggetti, gli strumenti ludico-didattici. C) Gli oggetti privilegiati dal bambino, l'educatore, i coetanei, i materiali ludico-didattici. D) L'educatore, i coetanei, gli spazi, l'ambiente educativo, il gruppo.

1967. Gli obiettivi didattici devono essere: A) Verificabili - comunicabili. B) Particolari - misurabili. C) Puntuali - particolari. D) Interpretativi - specifici.

1968. Nel nido, la programmazione educativa deve: A) Integrare le stimolazioni derivanti dall'ambiente di provenienza. B) Confermare le stimolazioni derivanti dall'ambiente di provenienza. C) Eliminare le stimolazioni derivanti dalla famiglia. D) Rilevare le stimolazioni derivanti dall'ambiente di provenienza.

1969. La SVANI (Scala per la valutazione dell'asilo nido): A) Si fonda su una definizione ampia di ambiente educativo extradomestico. B) Valuta le affinità con l'ambiente educativo domestico. C) Valuta le affinità con gli altri nidi. D) Si fonda su un concetto piuttosto ristretto di azione educativa.

1970. Da chi può essere utilizzata la scala SVANI (Scala per la valutazione dell'asilo nido)? A) Dagli educatori, dai coordinatori e/o supervisori interni o da valutatori esterni. B) Solamente da supervisori esterni. C) Solamente dal coordinatore e dagli educatori. D) Dalle famiglie dei bambini frequentanti il nido.

1971. Che cos'è la SVANI? A) É una scala per la valutazione dell'asilo nido. B) É uno strumento per valutare i rapporti con le famiglie. C) É un insieme di indicatori per la valutazione dei rapporti tra nido e territorio. D) É un insieme di indicatori per la valutazione dei progetti di continuità educativa.

1972. Quali sono le subscale contenute in SVANI (Scala per la valutazione dell'asilo nido)? A) Arredi e materiali, cure di routine, ascoltare e parlare, attività di apprendimento, interazione, organizzazione delle attività,

bisogni degli adulti. B) Arredi e materiali, qualità delle relazioni, attività logico matematiche, attività linguistiche, interazione, disposizione degli spazi,

bisogni delle famiglie. C) Cure di routine, approccio alla lingua scritta, attività di manipolazione, interazione, gioco simbolico, bisogni degli adulti. D) Ascoltare e parlare, attività motorie, disposizione degli spazi, organizzazione delle attività, bisogni degli adulti, continuità

educativa. 1973. La partecipazione dei nidi a progetti di sperimentazione permette agli educatori di:

A) Introdurre in modo consapevole le innovazioni all'interno del nido. B) Costruire strumenti per la valutazione degli apprendimenti dei bambini. C) Modificare l'organizzazione delle attività didattiche per i bambini svantaggiati. D) Ottenere fondi europei per l'acquisto di materiale didattico.

1974. Risulta necessario, da parte dell'educatore, in vista di momenti come quello della manipolazione: A) Predisporre le occasioni interrogandosi su "perché" si pensa di fare in un certo modo e non altrimenti. B) Predisporre, ma non sempre, i materiali, gli spazi, i tempi, le modalità di conduzione dell'esperienza. C) Predisporre le occasioni interrogandosi in modo predeterminato e anche ripetitivo per non sconvolgere la abitudini dei bambini. D) Predisporre la possibilità di realizzare l'esperienza con i bambini e trattenersi dall'intervenire per spiegare.

1975. L'educatore nei confronti dei bambini: A) Dovrebbe preoccuparsi di rendere i propri interventi "sensati" e comprensibili per il bambino. B) Dovrebbe evitare di parlare o interagire ma offrire stimoli, aiuti ed esempi concreti. C) Dovrebbe preoccuparsi di rendere i propri interventi direttivi, chiari e semplici. D) Dovrebbe preoccuparsi di rendere le attività "sensate" agli occhi degli esperti.

1976. Dal punto di vista educativo sarebbe opportuno offrire ai bambini la possibilità e le occasioni per sviluppare: A) Una certa "sicurezza" fondata sulle esperienze che permette previsioni e la voglia di esplorare. B) La voglia di esplorare e mai occasioni ripetitive nei contenuti per non annoiare il bambino. C) Una certa "sicurezza" fondata su esperienze ripetitive per non esporre il bambino a situazioni d'incertezza. D) Una fiducia in se stessi, unica condizione per futuri successi nella vita personale e lavorativa.

1977. Per un adulto attento: A) E' impegnativo capire quali siano i problemi che si pongono i bambini e le strategie messe in atto per risolverli. B) E' piuttosto facile capire quali siano i problemi che si pongono i bambini poiché sono più semplici. C) E' difficile capire quali siano i problemi dei bambini perché non li sanno comunicare in modo chiaro. D) Non è utile capire quali siano i problemi dei bambini, poiché il vero compito è quello d'insegnare loro.

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1978. Leggere libri di storie ai bambini è un'esperienza importante in quanto: A) Permette al bambino una prima familiarizzazione con il libro. B) Rappresenta un momento di libero sfogo all'immaginazione. C) Permette loro di rilassarsi e di concentrarsi sul lessico delle storie. D) E' in continuità con le esperienze relaizzate nel contesto extrascolastico.

1979. Perché l'inserimento al nido avvenga dolcemente è importante: A) Che il bambino percepisca il nuovo ambiente in continuità col contesto familiare. B) Che il bambino avverta le differenze tra il tempo che passa al nido e quello che trascorre in casa. C) Che il bambino pianga e si disperi il meno possibile. D) Che i genitori trascorrano più tempo insieme ai loro figli.

1980. Nella prima fase di inserimento al nido il bambino non conosce l'ambiente, le educatrici, le attività quotidiane; questo causa in lui una sensazione di:

A) Smarrimento e insicurezza. B) Dolore e paura. C) Inadeguatezza e inferiorità. D) Tristezza e angoscia.

1981. Se un bambino manifesta insicurezze e incertezze nell'inserimento al nido, l'educatrice: A) Deve cercare di essere accogliente ed empatica. B) Deve modificare il proprio approccio e cercare di consolare il bambino. C) Deve affidare il bambino ad un'altra educatrice. D) Può pensare di non essere in grado di svolgere il proprio lavoro.

1982. L'educatore dovrebbe evitare di: A) Assumere atteggiamenti valutativi nei confronti dei genitori che potrebbero aumentare le loro insicurezze. B) Dare troppa confidenza ai genitori in modo da impedire un'eccessiva invadenza. C) Far fermare per un tempo prolungato i familiari negli ambienti del nido. D) Dialogare con i genitori al di fuori dei momenti stabiliti.

1983. É molto importante che si crei un clima di fiducia e di rispetto tra genitori e educatori: A) Perché in questo modo il bambino percepisce positivamente le sue figure di riferimento. B) Perché in questo modo l'educatrice può lavorare serenamente. C) Per far sì che i genitori apprezzino il nido. D) Per evitare che i bambini piangano eccessivamente al loro ingresso al nido.

1984. Il colloquio con i genitori dei nuovi iscritti al momento dell'inserimento: A) Dovrà avere un carattere discorsivo, evitando domande secche e dirette ai genitori, ma lasciandoli liberi di intervenire. B) Avrà una scaletta ben strutturata e gli educatori lasceranno poco spazio alle domande dei genitori. C) Ha la funzione di illustrare ai genitori gli orari e altri aspetti pratici che riguardano l'asilo nido. D) Servirà agli educatori per presentarsi ed esporre le loro necessità ai genitori.

1985. L'educatore deve cercare di essere per i bambini: A) Una figura di riferimento costante. B) Una figura competente. C) Un compagno di gioco. D) Una figura molto simile a quella materna.

1986. Cercare di scaglionare gli inserimenti dei bambini al nido in periodi diversi: A) É un accorgimento che le educatrici devono avere in fase progettuale. B) Non è utile all'inserimento dei nuovi bambini. C) Porterebbe ad un maggiore disagio nei bambini già inseriti. D) É un aspetto che le educatrici possono lasciare alla richiesta delle famiglie.

1987. Il lavoro di gruppo tra le educatrici: A) É molto importante anche nella fase di ambientamento dei bambini al nido. B) Ha una valenza educativa per i bambini ma solo dopo la fase di ambientamento. C) É necessario soltanto nella progettazione educativa. D) É molto importante in alcuni momenti dell'anno.

1988. Nelle prime fasi dell'inserimento le osservazioni del comportamento del bambino: A) Sono molto importanti per le educatrici per conoscere il suo stato d'animo. B) Possono essere utili ai genitori più ansiosi per rassicurarli. C) Sono importanti ai fini della stesura della programmazione educativa. D) Sono rese molto difficili dal contesto educativo dell'asilo nido.

1989. Una visione definita ecologica dell'inserimento dei bambini al nido: A) Si fonda sulla consapevolezza del sistema di relazioni in cui i bambini interagiscono tra loro e con gli adulti. B) Prevede una particolare attenzione per la qualità dell'ambiente in cui verranno inseriti i bambini. C) Sottolinea l'importanza che la scuola disponga di ampi spazi all'aperto per il gioco dei bambini. D) Definisce i tempi entro cui avviene l'inserimento dei bambini al nido.

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1990. I concetti della gradualità e della continuità delle cure tra il nido e la famiglia suggeriscono di: A) Prevedere la presenza di un genitore o di un'altra figura familiare durante l'inserimento. B) Prevedere la presenza dei genitori al nido nella prima fase dell'inserimento. C) Fare in modo che il bambino svolga le sue attività nello stesso modo in cui le compie a casa. D) Proporre al bambino nuove situazioni soltanto quando abbia accettato tutte quelle proposte in precedenza.

1991. É importante che gli educatori al momento dell'inserimento del bambino al nido: A) Stabiliscano con le famiglie un canale di comunicazione stabile che si protragga nel tempo. B) Prestino ascolto alle esigenze delle famiglie e illustrino la programmazione. C) Presentino il nido ai genitori mostrando come sono organizzati gli spazi. D) Stabiliscano chiare regole con i genitori per evitare interferenze.

1992. Durante il periodo iniziale dell'inserimento risulta utile: A) Far sì che il bambino trovi sempre la stessa educatrice ad accoglierlo. B) Far sì che il bambino trascorra più tempo possibile con una sola educatrice. C) Che il bambino si porti un piccolo gioco da casa, da tenere con sé. D) Che il bambino venga accompagnato al nido sempre dalla stessa persona.

1993. L'atteggiamento dell'educatore durante le fasi dell'inserimento deve, tra le altre cose, essere tale da: A) Rassicurare sia il bambino sia il genitore. B) Risultare il più simpatico possibile al bambino, in modo da distrarlo da eventuali pianti. C) Apparire competente agli occhi delle famiglie. D) Assecondare ogni richiesta del bambino per evitare che manifesti disagio.

1994. Se il bambino porta all'asilo un oggetto transizionale le maestre: A) Devono mostrare interesse nei confronti dell'oggetto. B) Devono invitarlo a non utilizzarlo. C) Non devono mostrare interesse nei confronti dell'oggetto. D) Devono metterlo tra i giochi a disposizione di tutti gli altri bambini.

1995. Nel momento di accoglienza del bambino che viene inserito nell'asilo, gli educatori: A) Devono negoziare con lui le eventuali proposte. B) Devono veicolargli le proposte per farlo abituare alle attività svolte dai suoi compagni. C) NON devono esplicitargli le proposte e farlo trovare nella situazione ludica o di routine. D) NON devono fare proposte al bambino ma lasciarlo giocare in totale libertà per almeno una settimana.

1996. Durante l'incontro iniziale con i genitori dei nuovi iscritti al nido è consigliabile: A) Alla fine dell'incontro far compilare una scheda sintetica per essere informati sulle eventuali necessità del bambino. B) All'inizio dell'incontro far compilare una scheda sintetica per essere informati sulle eventuali necessità del bambino. C) Alla fine dell'incontro far compilare una scheda dettagliata, perché l'istituzione sia debitamente informata sulle eventuali

necessità del bambino. D) All'inizio dell'incontro far compilare una scheda dettagliata, perché l'istituzione sia debitamente informata sulle eventuali

necessità del bambino. 1997. L'inserimento all'interno dell'asilo nido è un momento molto delicato che il bambino:

A) Può vivere da solo o in piccoli gruppi. B) Deve vivere da solo. C) Deve vivere in piccoli gruppi. D) Deve vivere in grandi gruppi.

1998. Nel momento dell'inserimento di un bambino nell'asilo nido, il genitore: A) É presente per osservare il figlio, coglierne i messaggi e rispondergli in modo adeguato. B) É meglio che si allontani quando il bambino è ben inserito e non si faccia vedere nel momento del distacco. C) Se non coinvolto direttamente dal bambino deve assumere un ruolo attivo nel gioco per trasmettere fiducia e sicurezza al figlio. D) Deve prendere iniziative anche nei confronti degli altri bambini.

1999. Nell'inserimento dei bambini nell'asilo nido, l'educatore favorisce nel gruppo la socialità e la collaborazione: A) Concretizzando questi valori in atteggiamenti. B) Sostenendo verbalmente questi valori. C) Affidando il compito dell'accoglienza del nuovo bambino ad un bambino ormai ben inserito. D) Spiegando ai bambini già inseriti che dovranno aiutare l'educatore.

2000. Nei bambini del nido il saluto dei genitori nel momento del distacco: A) Consente al bambino di ricordare la "partenza" e immaginare il ritorno. B) É vissuto dal bambino come un momento di abbandono. C) Mette il bambino in imbarazzo davanti ai suoi compagni. D) É indifferente per il bambino ormai inserito nel gruppo.

2001. Il momento dell'inserimento nell’asilo comprende il colloquio iniziale con i genitori. Il primo incontro deve: A) Essere aperto all'incontro con la famiglia. B) Essere condotto con tecniche oggettive. C) Essere condotto con domande prestabilite. D) Essere svolto in almeno tre incontri.

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2002. Negli asili nido la comunicazione necessaria fra operatori e genitori continua anche dopo l'iniziale inserimento: A) Con riunioni di gruppo e colloqui individuali. B) Solo con incontri con gli educatori nei momenti di ingresso e di uscita. C) Con incontri collettivi tra tutti i genitori. D) Esclusivamente con riunioni mensili con il gruppo di lavoro e gli altri genitori.

2003. Durante l'inserimento di un bambino al nido l'accoglienza: A) É rivolta sia nei confronti del bambino sia nei confronti del genitore. B) Deve essere affidata esclusivamente ad un educatore, mentre gli altri si occupano dei bambini già inseriti. C) Avviene in diversi spazi per permettere una maggior familiarizzazione con l'ambiente. D) É un momento delicato in cui l'educatore, nei momenti di difficoltà, ha il compito di far riflettere il bambino sull'accaduto.

2004. All'interno dell'asilo nido "l'accoglienza" intesa come la presenza di un adulto affettivo e di sostegno: A) Mira all'autonomia del bambino. B) Riguarda solo i momenti di avvio della giornata. C) Facilita la comunicazione tra coetanei. D) É una modalità consolatoria da mettere in pratica solo nei momenti di difficoltà del bambino.

2005. Durante l'inserimento nel nido del bambino la presenza di entrambi i genitori, se compatibile con i loro obblighi lavorativi:

A) É funzionale alla serenità emotiva del bambino. B) Crea confusione all'interno del gruppo. C) Può far preoccupare eccessivamente il bambino. D) Può essere troppo impegnativa per l'educatore.

2006. Gli operatori dell'asilo nido, soprattutto nel difficile momento dell'inserimento, devono imparare ad ascoltare. Per ascolto si intende:

A) Attenzione allo sguardo e al linguaggio del corpo di quel bambino. B) Attenzione a ciò che quel bambino sta dicendo. C) Ricercare nelle parole del bambino una conferma di ciò che la mamma ha riferito. D) Sentire i rumori in modo da tenere la situazione di tutti i bambini sotto controllo.

2007. Per avere continuità tra casa e asilo nido il bambino può portare con se un gioco cui è particolarmente affezionato. Tale oggetto viene definito:

A) Oggetto transizionale. B) Oggetto funzionale. C) Oggetto continuativo. D) Oggetto bivalente.

2008. In quale ambiente del nido è preferibile svolgere l'inserimento dei lattanti? A) Nella sezione. B) Nel salone comune. C) Nella "stanza della nanna". D) Nel refettorio.

2009. Durante i primi giorni dell'inserimento al nido, per permettere al bambino di abituarsi alla nuova situazione, l'educatore deve:

A) Avvicinarsi al bambino in modo graduale. B) Prenderlo in braccio e coccolarlo. C) Parlare solo con la mamma. D) Giocare con gli altri bambini.

2010. Durante l'inserimento è importante che vi sia presente una figura familiare perché: A) Il bambino è più disponibile ad esplorare un ambiente nuovo. B) I genitori devono conoscere in modo approfondito chi si occuperà del proprio bambino. C) I genitori devono conoscere come si svolge la giornata al nido. D) In presenza di un familiare il bambino fa amicizia con tutti.

2011. L'educatore di riferimento: A) É una figura di attaccamento secondario. B) É una figura di attaccamento primario. C) É un sostituto delle figure parentali. D) É una figura di attaccamento momentaneo.

2012. Un sistema basato sulla figura di riferimento: A) Prevede per ciascuna coppia bambino-genitore il riferimento relazionale e affettivo con uno specifico educatore. B) Prevede che il singolo educatore decida modi e tempi dell'inserimento. C) Prevede che il genitore scelga l'educatore di riferimento per il proprio bambino. D) Prevede che il genitore si relazioni solo con l'educatore di riferimento.

2013. Gli oggetti transizionali aiutano il bambino durante l'inserimento al nido? A) Si, perché svolgono una funzione di rassicurazione emotiva. B) Si, perché servono a ricordare che qualcuno torna a prenderlo. C) No, perché sono oggetti usati in modo transitorio dal bambino. D) No, perché NON sono funzionali alla crescita del bambino.

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2014. L'educatore, nei confronti dell'oggetto transizionale portato dal bambino al nido,: A) Deve averne rispetto perché per il bambino ha un valore affettivo e simbolico importante. B) Deve ignorarlo perché per il bambino NON costituisce un rapporto affettivo. C) Deve accantonarlo perché al nido NON si portano oggetti. D) Deve nasconderlo perché è un elemento regressivo per il bambino.

2015. L'inserimento del bambino all'interno della struttura deve: A) Essere effettuato gradualmente tenendo conto del livello di autonomia già raggiunto dal bambino. B) Essere effettuato secondo una procedura standard di inserimento suddivisa in rigide tappe sequenziali. C) Tener conto della condizione emotiva dei genitori. D) Assecondare le manifestazioni emotive del bambino.

2016. Il genitore al momento della separazione dal bambino deve: A) Contribuire a tracciare una linea di progetto comune assieme all'educatore ed affrontare un graduale distacco. B) Poter decidere autonomamente quando separarsi dal bambino e poter partecipare alle attività a proprio piacimento. C) Determinare gli interventi educativi da parte dell'educatore in virtù della maggiore conoscenza del bambino. D) Reintegrare la sensazione di abbandono nel bambino con interventi compensativi per riequilibrare il proprio senso di colpa.

2017. Per affrontare i primi giorni di distacco al bambino, durante l'inserimento, è utile: A) Far partecipare i care giver alle attività ludiche assieme ai bambini e agli educatori per alleggerire le ansie del bambino rispetto

a una nuova situazione. B) Inserire i care giver nella struttura per far prendere confidenza al bambino con il nuovo ambiente. C) Attendere che il bambino si ambienti autonomamente. D) Organizzare incontri al di fuori del nido per far socializzare il bambino con gli educatori.

2018. Durante l'inserimento, al momento del distacco tra il bambino e i genitori, l'educatore deve: A) Essere consapevole dei processi e degli stati emotivi e psicologici del bambino. B) Creare situazioni di divertimento per distrarre il bambino. C) Rendere tale momento più breve possibile. D) Deve far sì che il bambino e la madre vivano tale momento in solitudine.

2019. É importante che l'accoglienza sia un momento: A) Individualizzato, per prestare una maggior attenzione alla coppia genitore-bambino. B) Rapido, perché i genitori hanno poco tempo e gli altri bambini vengono disturbati dalla presenza adulta. C) Di gruppo, perché così i bambini vengono distratti dagli altri ed il genitore può andare via. D) Dedicato alla famiglia, per questo l'educatore NON deve interviene e aspetta che il bambino entri da solo.

2020. La pianificazione dell'inserimento del bambino al nido deve avvenire: A) Al momento dell'avvenuta accettazione del bambino all'asilo nido. B) Al momento della presentazione della domanda d'iscrizione. C) Al momento del colloquio con la famiglia. D) Il primo giorno di frequenza.

2021. Durante i primi giorni d'inserimento al nido è sconsigliabile che il genitore: A) Dedichi troppe attenzioni al gruppo dei bambini. B) Comunichi le abitudini alimentari del bambino al personale addetto alla preparazione dei pasti. C) Partecipi ai giochi del proprio bambino. D) Descriva le abitudini del bambino all'educatore.

2022. La realizzazione di un'adeguata procedura di accoglienza del bambino al nido presuppone: A) Qualità della programmazione e delle relazioni. B) Conoscenza delle dinamiche intenzionali. C) Conoscenza delle dinamiche motivazionali. D) Bambini della stessa estrazione sociale.

2023. Nel nido l'accoglienza è intesa come: A) Processo che colloca il bambino al centro dell'esperienza educativa. B) Apertura ed accettazione del bambino nel nido. C) Attenzione alla fase di verifica iniziale del bambino. D) Disponibilità ad inserire il bambino nei gruppi dei pari.

2024. L'inserimento del bambino al nido per gli educatori è: A) La migliore occasione d'incontro con i genitori e di attenzione per il bambino e le sue esigenze. B) La migliore occasione d'incontro tra genitori ed educatori per lavorare insieme sul progetto educativo. C) Un tempo d'attesa per poter poi attuare una programmazione che può partire quando termina l'inserimento. D) Un'occasione da offrire alla famiglia per conoscere le regole e le abitudini del nido e modulare su di esse la propria

organizzazione familiare. 2025. Si può considerare avvenuto il distacco sia fisico che psicologico del bambino dalla madre quando:

A) Il bambino si stacca dalla madre e dimostra attenzione per l'educatore e per l'ambiente. B) Il bambino utilizza per brevi situazioni la madre come supporto e si muove nell'ambiente stabilendo significativi contatti con

l'educatore. C) Il bambino utilizza sia il sostegno della madre che quello dell'educatore per muoversi nell'ambiente del nido. D) Il bambino, pur mostrando ritrosia, viene preso in carico dall'educatore con interventi diretti.

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2026. A che cosa serve il colloquio individuale prima dell'inserimento? A) A raccogliere le informazioni sul bambino e a dare le informazioni sul servizio alle famiglie. B) A raccogliere informazioni per compilare la scheda di anamnesi del bambino. C) A conoscere la famiglia per instaurare un rapporto di confidenziale amicizia con l'educatore di riferimento. D) All'educatore per capire il temperamento del bambino e decidere in quale gruppo inserirlo.

2027. L'inserimento del bambino al nido è un momento delicato e richiede anche con i genitori: A) Strategie individualizzate. B) Strategie collettive. C) Strategie socializzanti. D) Strategie incoerenti.

2028. Entrando al nido il bambino: A) Si confronta con un'ecologia differente dalla famiglia. B) Si confronta con un ambiente molto simile a quello familiare. C) NON si rende conto dell'ambiente in cui si trova. D) Si allontana sempre di più dalla figura genitoriale principale, avvicinandosi maggiormente agli educatori.

2029. Il colloquio individuale con la famiglia del bambino che frequenterà per la prima volta il nido deve essere previsto: A) Prima dell'inizio della frequenza del bambino. B) Il primo giorno di frequenza del bambino. C) Dopo una settimana di frequenza del bambino. D) Su richiesta dei genitori.

2030. All'inizio dell'anno devono essere utilizzate strategie particolari per favorire il passaggio dei bambini piccoli nella sezione medi?

A) Si, occorre realizzare un progetto di continuità orizzontale fra le due sezioni. B) Si, occorre prevedere un passaggio di informazioni. C) Si, occorre fare una presentazione dei genitori agli educatori delle nuove sezioni. D) NO, perché è stato già realizzato un inserimento dei bambini nella struttura.

2031. Con il termine "figura di riferimento" s'intende: A) L'educatore interlocutore privilegiato per il bambino e per i genitori. B) L'educatore personale del bambino che segue tutte le sue fasi di sviluppo. C) L'educatore che ha l'esclusiva responsabilità del bambino. D) Il sostituto materno che soddisfa i suoi bisogni primari del bambino e che NON si allontana mai da lui.

2032. L'inserimento al nido per piccoli gruppi consente: A) Il confronto, la condivisione ed il sostegno fra i genitori. B) Un'attenzione individualizzata alla coppia genitore-bambino. C) Un migliore ambientamento dei bambini. D) Di inserire un bambino alla volta.

2033. L'inserimento del bambino al nido rappresenta: A) Il reciproco processo di adattamento tra educatori, bambino e genitori. B) La possibilità per la famiglia di "entrare" al nido e conoscerlo. C) Il momento in cui il bambino inizia a frequentare la struttura. D) Il momento in cui la famiglia iscrive il figlio al servizio.

2034. L'"attaccamento sicuro" del bambino dipende: A) Dall'affidabilità della figura di riferimento. B) Dalla spontaneità della figura di riferimento. C) Dalla competenza della figura di riferimento. D) Dalla disponibilità della figura di riferimento.

2035. Nel nido la fase di accoglienza iniziale è determinante perché aiuta il bambino: A) A superare le difficoltà del distacco dalla madre. B) Ad effettuare esperienze motorie. C) Ad integrarsi nel gruppo dei pari. D) A fare amicizia con i coetanei.

2036. Le modalità e i criteri per l'inserimento del bambino al nido sono stabilite: A) Dal gruppo di lavoro tenendo presenti le indicazioni provenienti dal regolamento. B) Dall'Amministrazione attraverso il regolamento. C) Dal comitato di partecipazione tenendo presenti le indicazioni del regolamento. D) Dai genitori al momento dell'inserimento, su indicazione del gruppo di lavoro.

2037. Durante la prima settimana di inserimento del bambino al nido, gli educatori richiederanno ai genitori: A) Collaborazione e disponibilità. B) Fiducia e simpatia. C) Cordialità e stima. D) Osservazione e disponibilità.

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2038. L'inserimento nel nido è per il bambino l'ingresso in una nuova: A) Forma di socializzazione. B) Forma di sistematicità. C) Forma di attenzione. D) Forma di amore.

2039. L'intervento dell'educatore al momento dell'inserimento del bambino al nido deve essere mirato a: A) Sostenere la relazione madre-bambino nel processo attaccamento-separazione. B) Sostenere il bambino nel processo attaccamento-separazione. C) Sostenere la madre nel processo attaccamento-separazione. D) Sostituirsi alla figura materna nel processo attaccamento-separazione.

2040. Il colloquio individuale che deve precedere l'inserimento del bambino al nido ha come obiettivo quello di: A) Far emergere ciò che il genitore vuol far sapere di sé e del suo bambino. B) Far emergere bisogni e necessità di bambini e genitori. C) Comunicare al genitore informazioni riguardanti l'organizzazione dell'asilo nido. D) Conoscere attraverso un colloquio molto strutturato le abitudini, i bisogni e le esigenze di ciascun bambino.

2041. Nel nido la prima riunione con i nuovi genitori ha l'obiettivo di: A) Permettere ai genitori di vivere l'esperienza "dell'essere accolti" fornendo allo stesso tempo informazioni di tipo organizzativo. B) Dare informazioni di tipo organizzativo con l'obiettivo di far conoscere il nido. C) Conoscere attraverso il racconto dei genitori le abitudini e le diverse esigenze dei singoli bambini. D) Far conoscere fra loro i genitori per ampliare la loro rete interfamiliare.

2042. Nell'asilo nido, che cosa s'intende con l'espressione "criteri di gradualità nell'inserimento"? A) Stabilire una graduale permanenza e adattamento del bambino a tutti i momenti e i rituali della giornata. B) Progettare una scansione temporale in maniera indifferenziata per tutti i momenti ed i rituali della giornata. C) Considerare prioritaria la variabile tempo e progettare una scansione temporale indifferenziata per tutti i bambini. D) Considerare prioritaria la variabile spazi e progettare l'inserimento in un luogo unico.

2043. L'instaurarsi di una relazione di fiducia tra educatore e genitore è una tappa "obbligata": A) Per il buon inserimento del bambino al nido. B) Per la frequenza del bambino al nido. C) Per un ambientamento del bambino autonomo . D) Per un inserimento del bambino più veloce nel nido.

2044. Come bisogna organizzare gli spazi ed i materiali durante il periodo d'inserimento del bambino al nido? A) Predisponendo uno spazio tranquillo e ordinato, relativamente stabile per tutto il periodo. B) Predisponendo uno spazio che permetta l'incontro fra bambini, genitori ed educatori. C) In nessuna maniera; NON è necessario modificare l'organizzazione degli spazi in tale periodo. D) Predisponendo uno spazio sempre diverso per tutto il periodo.

2045. Principio base per un positivo inserimento al nido è la gradualità, in concreto: A) La presenza del genitore va ridotta progressivamente, fino ad annullarsi, sia dal punto di vista della durata nel tempo che della

prossimità al bambino. B) La presenza dell'educatore di riferimento va ad aumentare progressivamente sia dal punto di vista della durata che della

prossimità al bambino. C) Il bambino vive le prime ore al nido con l'educatore e la mamma poi gradualmente conosce il gruppo dei pari un po' alla volta. D) Il bambino frequenta il nido da solo poche ore al giorno fino a che NON si realizza un buon ambientamento.

2046. Durante l'inserimento al nido l'allontanamento "furtivo" del genitore provoca nel bambino: A) Ansia, forti reazioni di dipendenza e maggior rifiuto verso l'ambiente. B) Curiosità e desiderio di esplorazione per l'ambiente nuovo. C) Una maggiore socializzazione con gli educatori e il gruppo dei pari. D) Comportamenti esplorativi autonomi.

2047. Che cosa significa accogliere un bambino al nido? A) Ascoltare, osservare, averne cura, valorizzare. B) Favorire nei bambini e nei genitori una visione amichevole e familiare del nido. C) Ricreare un ambiente familiare. D) Condividere il concetto di allevamento e di cura.

2048. Durante l'inserimento al nido l'educatore deve saper valutare: A) Gli stati d'animo, a volte contradditori, dei genitori e dei bambini. B) Quali attività strutturate proporre al bambino. C) Quando cominciare a far dormire il bambino al nido. D) Quando il bambino è pronto per giocare con il gruppo dei pari.

2049. Nel nido la fase di accoglienza del bambino attiene: A) A tutto il processo educativo. B) All'ingresso al nido. C) Al momento dell'inserimento nei gruppi dei pari. D) Al momento dell'inserimento nelle singole attività.

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2050. Per dare all'educatore una corretta informazione iniziale sul bambino, al fine di inserirlo al nido, è utile che un genitore: A) Dia informazioni sullo stato psico-fisico del bambino e sulle sue abitudini. B) Dia informazioni sul proprio reddito familiare. C) Dia informazioni su eventuali altre strutture dove il bambino è stato inserito precedentemente. D) Compili un resoconto sulla propria situazione familiare da aggiornare periodicamente.

2051. L'inserimento è un processo: A) Flessibile che va adattato giorno per giorno. B) Definito in sede di programmazione. C) Definito nel colloquio con le famiglie. D) Collettivo che coinvolge tutte le famiglie.

2052. Nel caso di inserimento di un bambino di età inferiore ad un anno: A) É comunque importante valorizzare l'interazione con gli altri bambini. B) É meglio tenere il bambino separato dagli altri per evitare situazioni di pericolo. C) Uno degli educatori deve occuparsi unicamente di lui e dei bambini della sua età. D) É bene che il bambino sia sistemato all'interno di strutture protettive.

2053. Durante l'inserimento al nido il genitore: A) Deve favorire l'instaurarsi di un legame con una nuova figura di riferimento. B) Deve considerare tutti gli educatori come sostituti della figura genitoriale. C) Deve evitare che l'educatore possa rivestire un ruolo di riferimento. D) Deve pretendere che l'educatore si uniformi completamente ai propri stili educativi.

2054. L'osservazione sistematica: A) Viene utilizzata già all'inizio dell'inserimento per adattarne le modalità alle caratteristiche del bambino. B) Diventa uno strumento utile quando il bambino risulta inserito. C) Permette di valutare le dinamiche socio culturali della famiglia durante l'inserimento. D) É uno strumento inefficace nelle prime fasi di inserimento.

2055. A inizio anno gli inserimenti: A) Devono essere scaglionati perché gli educatori possano dedicarsi nel modo migliore ad ogni nuovo bambino. B) Devono avvenire contemporaneamente per far interagire tutti i bambini nuovi tra loro. C) Vengono incoraggiati attraverso una festa per far incontrare genitori e bambini. D) Devono avvenire tutti nell'arco di una settimana.

2056. Nel nido per i colloqui individuali con i genitori: A) Può essere utile una stanza adibita allo scopo. B) Si deve utilizzare una parte della stanza più ampia. C) É consigliabile un ambiente esterno all'asilo nido. D) Si può utilizzare qualsiasi stanza dell'asilo nido.

2057. L'inserimento al nido: A) Si attua attraverso un rapporto tra bambino, educatori e genitori. B) Si attua attraverso l'interazione tra bambini già frequentanti. C) Si attua attraverso un rapporto a due tra educatore e bambino. D) Si attua attraverso un rapporto tra il bambino e tutti gli educatori.

2058. Il saluto del genitore al momento del distacco: A) É importante per NON far vivere al bambino un abbandono traumatico. B) É una scelta del genitore. C) É preferibilmente da evitare per NON far trasparire incertezze da parte del genitore. D) É preferibilmente da evitare se il bambino è impegnato in un'attività che lo distrae.

2059. Nei primi periodi dell'inserimento per rassicurare il bambino: A) Può essere utile portare al nido oggetti ai quali il bambino è molto affezionato. B) Può essere utile fargli sentire la voce della madre al telefono. C) Si può registrare la voce della madre per fargliela ascoltare nei momenti di crisi. D) Gli si possono far ascoltare delle musiche rilassanti.

2060. Durante l'inserimento: A) Può essere utile che il genitore comunichi eventuali livelli di autonomia raggiunti dal bambino. B) Il genitore ha solo un ruolo di supporto e deve lasciare che l'educatore operi un'osservazione in assenza di condizionamenti. C) Si deve spiegare che i comportamenti in famiglia NON sono una base per la vita all'interno del nido perché il bambino può

avere difficoltà a contestualizzare gli apprendimenti. D) L'educatore deve esperire il livello di autonomia raggiunta dal bambino attraverso una serie di test tratti dalla letteratura

pedagogica. 2061. Il bambino, durante l'inserimento nella struttura:

A) Deve essere affiancato da una sua figura di riferimento. B) Deve essere affiancato solo da uno dei genitori. C) Deve essere affiancato solo da entrambi i genitori. D) Deve essere affiancato solo dagli educatori.

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2062. I colloqui preliminari con i familiari: A) Comprendono una spiegazione/introduzione della fase di inserimento. B) Sono basati unicamente sulla descrizione delle strutture e delle tariffe. C) Servono per presentare lo staff ai genitori. D) Devono fare riferimento alle teorie pedagogiche su cui si basano le pratiche degli educatori.

2063. Per una buona riuscita dell'inserimento, il nido richiede al genitore o a chi per esso: A) Di essere disposto a rimanere per un periodo iniziale al nido. B) Di essere disposto a portare all'interno della struttura alimenti di cui il bambino solitamente si nutre. C) Di essere disposto a socializzare con gli educatori. D) Di essere disposto a partecipare alle riunioni tra gli educatori.

2064. Nella fase di inserimento al nido per avere informazioni sulle abitudini del bambino: A) É opportuno utilizzare sia colloqui formali che informali tra genitori ed educatori. B) Il genitore deve compilare un questionario a risposte chiuse. C) Bisogna contattare il medico-pediatra del bambino. D) Bisogna basarsi sull'osservazione.

2065. Nella fase iniziale dell'inserimento gli educatori devono: A) Creare un rapporto di fiducia e interazione col bambino. B) Imporsi come figura di riferimento. C) Attendere che sia il bambino ad avvicinarsi volontariamente. D) Lasciare che il bimbo elabori autonomamente la nuova situazione.

2066. Nell'inserimento per gestire il distacco è bene che l'educatore: A) Moduli le strategie educative in base alle risposte del bambino. B) Attui sempre la medesima strategia di inserimento. C) Abbia una buona preparazione di studi psicologici. D) Chieda supporto ad uno psicologo.

2067. La reazione del bambino al distacco dal care giver, agita attraverso un comportamento di pianto, urla, morsi, calci, è definita da John Bowlby:

A) Una risposta primaria normale detta "protesta per la separazione". B) Una risposta primaria patologica detta "ansia da separazione". C) Una risposta primaria normale all'ansia di separazione dell'adulto. D) La conseguenza di una relazione simbiotica con la madre.

2068. Quanto tempo dura l'inserimento al nido? A) Dipende dalle reazioni del singolo bambino. B) Dipende dai tempi della famiglia. C) NON più di una settimana. D) Circa 1 mese.

2069. La prima condizione per creare un clima relazionale sereno: A) É porsi in ascolto dei bisogni dei bambini e della famiglia. B) É organizzare l'ambiente in modo confortevole e comodo per le famiglie. C) É accettare tutte le richieste fatte dai bambini e dalle famiglie. D) É evitare ogni situazione di possibile conflitto per i bambini.

2070. L'asilo nido spesso rappresenta: A) Il primo distacco tra il bambino e la famiglia. B) Il primo incontro con la famiglia. C) La prima esperienza del bambino con il gioco. D) La sola esperienza d'interazione con il mondo esterno.

2071. É frequente durante l'inserimento vedere il bambino: A) Alternare momenti di distacco ad altri di intenso contatto con il genitore. B) Completamente indifferente di fronte al nuovo ambiente. C) Totalmente indifferente ai bambini presenti. D) Accettare passivamente le proposte fatte dall'educatore.

2072. Se il bambino si rifiuta di andare via dal nido: A) NON è un segnale di buon inserimento. B) É un segnale di buon inserimento. C) É un segnale che ha passato una buona giornata. D) É il segnale che il bambino si è ambientato perfettamente.

2073. Invitare le famiglie dei bambini appena inseriti ad un incontro con le famiglie già frequentanti permette: A) Di condividere la stessa esperienza per contenere l'ansia del distacco. B) Di condividere la stessa esperienza per evitare l'ansia del distacco. C) La conoscenza tra le famiglie per entrare nel gruppo dei genitori. D) Agli educatori di presentare la programmazione didattica annuale.

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2074. Come avviene l'inserimento di gruppo? A) Più bambini, accompagnati dai genitori, vengono inseriti contemporaneamente. B) Più bambini, da soli, vengono inseriti contemporaneamente. C) Un bambino alla volta viene inserito, accompagnato dal genitore. D) Un bambino alla volta viene inserito da solo.

2075. Durante l'inserimento è bene che il genitore: A) Rispetti il programma deciso insieme agli educatori. B) NON si trattenga a lungo all'asilo nido. C) Decida i tempi in base alle sue esigenze. D) Sia d'accordo su qualsiasi decisione sostenuta dall'educatore.

2076. L'inserimento coinvolge emotivamente: A) Il bambino, la famiglia e l'educatore. B) Esclusivamente il bambino e la famiglia. C) Esclusivamente la famiglia e l'educatore. D) Esclusivamente l'educatore e il bambino.

2077. Il bambino che ha raggiunto un buon inserimento: A) Ha momenti di malinconia, ma si lascia consolare. B) Piange solo se si fa male. C) Sorride e supera le difficoltà. D) Ha momenti di malinconia per l'estraneità dell'ambiente.

2078. Il colloquio preliminare all'inserimento permette: A) Di offrire alle famiglie uno scambio di informazioni NON burocratico. B) Agli educatori di vedere il bambino per farsi un'idea sull'inserimento. C) Al coordinatore di offrire alle famiglie le informazioni burocratiche. D) Di visitare il nido e compilare l'iscrizione del bambino.

2079. La continuità delle cure tra il nido e la famiglia suggerisce nell'organizzazione dell'inserimento di: A) Prevedere la presenza di un genitore durante l'inserimento. B) Evitare la presenza di qualsiasi famigliare durante l'inserimento. C) Ripetere in modo uguale tutti i riti svolti in famiglia. D) Far gestire primariamente alla mamma l'inserimento del bambino.

2080. La stabilità del contesto di inserimento è un elemento: A) Di sicurezza che sviluppa il senso di appartenenza. B) Di sicurezza che sviluppa la capacità cognitiva. C) Di monotonia che NON favorisce lo sviluppo dei bambini. D) Di monotonia che favorisce l'organizzazione del lavoro delle educatrici.

2081. Quali situazioni sono segnali di un buon inserimento? A) Una separazione e un ricongiungimento disteso e sereno. B) Il fatto che il bambino NON desideri più andare via. C) Il fatto che il bambino pianga, ma NON si lasci consolare. D) Il fatto che il bambino sia arrabbiato, quando lo vengono a prendere.

2082. Per metabolizzare il passaggio tra "presenza" e "assenza" della mamma: A) L'inserimento deve essere graduale. B) L'inserimento deve essere breve. C) L'inserimento deve essere lungo. D) Il bambino può tenere una fotografia della mamma.

2083. L'inserimento deve essere svolto: A) Sempre nello stesso contesto. B) In una stanza molto piccola ma accogliente. C) Ogni giorno in una stanza diversa. D) Nello spazio esterno al nido.

2084. La valorizzazione e la costruzione dei riti nell'inserimento: A) Rassicurano il bambino. B) Rendono l'esperienza graduale. C) Rendono l'esperienza positiva. D) Rendono uniforme l'esperienza.

2085. La stabilità dell'ambiente permette al bambino di: A) Sviluppare un senso di appartenenza verso l'asilo nido. B) Capire che l'organizzazione dello spazio NON cambia mai. C) Personalizzare il rapporto con l'adulto. D) Conoscere e riconoscere le figure del nido.

2086. Il comportamento di attaccamento: A) É istintivo e innato. B) Dipende dallo stile educativo del bambino. C) Riguarda solo la madre. D) É un meccanismo per ottenere attenzioni da parte dei genitori.

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2087. Durante l'inserimento del bambino al nido, l'educatore: A) Ha modo di cogliere le modalità educative della famiglia e le abitudini del bambino. B) Formula un giudizio sulla famiglia e sulle sue modalità educative. C) Suggerisce alla famiglia le giuste modalità educative. D) Assume come proprie le modalità educative della famiglia.

2088. Obiettivo generale dell'inserimento al nido è: A) Favorire il distacco dai genitori, l'ambientamento e la costruzione di nuove relazioni nel contesto nido. B) Costruire nuove relazioni con i coetanei. C) Favorire la conoscenza di un ambiente diverso da quello familiare. D) Favorire relazioni con nuovi adulti - educatori.

2089. La gradualità dell'esperienza di inserimento del bambino al nido si attua attraverso: A) Il monitoraggio di tempi adeguati. B) L'impiego di tempi decisi dall'educatore. C) L'impiego di tempi stabiliti a priori che possono essere modificabili. D) L'impiego di tempi flessibili decisi a seconda dei bisogni del genitore.

2090. Al nido gli spazi di dialogo fra genitore ed educatore consentono: A) Una riflessione tra adulti riguardo al significato di ciò che sta accadendo al bambino. B) Uno scambio riguardo ciò che il bambino ha/NON ha fatto. C) Una "restituzione" al genitore delle difficoltà osservate nel bambino. D) Una riflessione riguardo alle modalità educative idonee.

2091. Come è denominato il periodo di transizione tra casa e nido? A) Inserimento. B) Accoglienza. C) Routine. D) Distacco.

2092. L'ambientamento e l'accoglienza sono momenti da privilegiare NON solo durante l'inserimento del bambino al nido ma anche nella frequenza successiva poiché:

A) Forniscono preziose opportunità di incontro e comunicazione tra la famiglia e gli educatori. B) Permettono al bambino di raccontare cosa ha fatto al nido. C) Permettono al genitore di raccontare avvenimenti importanti. D) Forniscono all'educatore la possibilità di raccontare al genitore come si è comportato il bambino al nido.

2093. É importante che l'inserimento dei bambini al nido sia programmato in modo da prevedere: A) Piccoli gruppi scaglionati nel tempo. B) Un bambino al giorno. C) Un unico grande gruppo nella stessa settimana. D) Un unico grande gruppo il primo giorno di attività.

2094. L'inserimento graduale del bambino al nido contribuisce a: A) Creare un clima di accoglienza disteso e tranquillo ed una maggiore condivisione dell'esperienza col genitore. B) Dare al genitore il tempo di "staccarsi" dal bambino. C) Dare al bambino il tempo di elaborare il distacco. D) Dare all'educatore il tempo di conoscere il bambino ed il genitore.

2095. L'inserimento del bambino al nido si fonda sull'abilità dell'educatore di: A) Adottare strategie flessibili e graduali, modalità e tempi differenziati e personalizzati. B) Imporre le proprie modalità educative al bambino ed al genitore. C) Utilizzare sempre la stessa metodologia educativa collaudata nel tempo. D) Utilizzare modalità educative consigliate dai genitori.

2096. Alcuni mesi prima dell'inserimento del bambino al nido è utile prevedere incontri coi genitori al fine di: A) Comunicare, partecipare e condividere le finalità e gli stili educativi che caratterizzano il nido. B) Illustrare al genitore le modalità amministrative con cui è gestito il nido (orari, certificati, ecc.). C) Illustrare al genitore i comportamenti del bambino ritenuti indispensabili. D) Comunicare e condividere le eventuali difficoltà del bambino.

2097. Prima di iniziare il periodo di inserimento del bambino al nido è importante prevedere: A) Colloqui tra genitori, educatore di riferimento, coordinatore. B) Incontri tra educatori per approfondire lo scambio di notizie sul bambino. C) La compilazione di questionari da parte dei genitori. D) Colloqui tra coordinatore, genitori e altri membri della famiglia del bambino.

2098. Il periodo di inserimento al nido consente ai genitori di: A) Costruire la propria fiducia rispetto al luogo e alle persone a cui affideranno il loro figlio. B) Valutare le modalità educative della struttura per decidere se iscrivere il proprio figlio. C) Ricevere dall'educatore dei suggerimenti riguardo le giuste modalità educative. D) Dare indicazioni precise agli educatori riguardo le modalità educative adatte per il loro figlio.

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2099. La funzione biografica-anamnestica dei colloqui preliminari all'inserimento del bambino al nido riguarda: A) La possibilità di avere informazioni sulla storia personale del bambino. B) La possibilità di conoscere le difficoltà del bambino. C) La possibilità di avviare un reciproco sentimento di fiducia tra genitori ed educatore. D) La possibilità di conoscere il bambino.

2100. La funzione progettuale dei colloqui preliminari all'inserimento del bambino al nido riguarda: A) La possibilità di avviare una conoscenza reciproca e di fiducia tra educatore e genitore. B) La possibilità di conoscere la storia del bambino. C) La possibilità di conoscere la storia dei genitori. D) La possibilità di conoscere le difficoltà del bambino e la storia dei genitori.

2101. Durante l'inserimento del bambino al nido, il ruolo di "contenimento" dell'educatore consente di: A) Leggere le emozioni e restituirle alla famiglia ed al bambino così da facilitare il confronto e la comprensione. B) Identificarsi con le emozioni dell'altro condividendo paure ed aspettative. C) Accogliere le emozioni e restituire ai genitori una loro interpretazione. D) Identificare le emozioni e suggerire, attraverso una interpretazione dei vissuti che le accompagnano.

2102. Durante l'inserimento l'educatore, nei momenti di pianto del bambino, deve agire cercando di: A) Aiutare il genitore ed il bambino a vivere in maniera positiva e serena il momento di disagio. B) Allontanarsi e lasciare il bambino da solo col genitore. C) Allontanare il genitore e rimanere solo col bambino cercando di consolarlo per lungo tempo. D) Preoccuparsi del bambino senza farsi carico del genitore.

2103. Durante l'inserimento al nido l'educatore deve trasmettere al bambino un messaggio che prevede: A) Empatia e rassicurazione. B) Sdrammatizzazione delle emozioni provate. C) Elementi di distrazione e sdrammatizzazione. D) Il conforto da parte di altri educatori.

2104. Durante l'inserimento al nido l'educatore, utilizzando codici verbali e NON verbali, deve comunicare al bambino che: A) Riuscirà a "contenerlo" affettivamente. B) Si divertirà e potrà giocare con altri bambini. C) Potrà, se lo desidera, NON tornare al nido il giorno dopo. D) Il genitore tornerà a riprenderlo in caso di disagio.

2105. L'inserimento al nido è un momento privilegiato nel rapporto educatore/bambino/genitore poiché: A) Permette di accogliere e vedere accolte le proprie emozioni nel momento del distacco. B) Permette al genitore di dare suggerimenti su come relazionarsi col bambino. C) Permette al bambino di sostituire senza traumi la figura del genitore. D) Permette all'educatore di interpretare i modi di agire del genitore.

2106. L'inserimento è il primo momento al nido in cui si costruisce la fiducia del bambino e dei genitori, per questo è importante che:

A) Siano previsti spazi personali di dialogo nei quali avviare un passaggio di notizie sulla giornata trascorsa. B) Le modalità educative tra genitore ed educatore siano le stesse. C) Siano previsti spazi di dialogo in gruppo in cui avviare un passaggio di notizie riguardanti la storia del bambino. D) L'educatore si comporti secondo le indicazioni che i genitori hanno fornito.

2107. Il bambino durante l'inserimento al nido ha bisogno di un periodo di tempo ben programmato poiché: A) Deve abituarsi ad adulti, tempi, spazi diversi rispetto a quelli abituali di casa. B) Deve riconoscere l'educatore di riferimento e affezionarsi a lui. C) Deve abituarsi a ritmi di vita diversi rispetto a quelli familiari. D) Deve elaborare l'allontanamento dai genitori.

2108. Un buon inserimento al nido NON può prescindere dal considerare due principi guida che sono: A) La continuità della presenza del genitore e la gradualità dei tempi. B) La sostituzione del genitore e la gradualità dei tempi. C) La continuità della presenza del genitore. D) La continuità tra casa e nido e la determinazione dei tempi.

2109. La continuità nell'esperienza dell'inserimento al nido ha l'obiettivo di dare sicurezza e si attua attraverso: A) La presenza garantita del genitore. B) La presenza garantita di altri bambini. C) La presenza di educatori sempre diversi. D) La presenza NON garantita del genitore.

2110. La modalità di inserimento "a scaglioni" prevede che il genitore possa incominciare ad allontanarsi dalla sezione: A) Verso la fine della prima settimana, restando comunque all'interno della struttura. B) Dopo qualche giorno, restando comunque nei pressi della struttura. C) Senza problemi già dal secondo giorno, purché rientri al momento del sonno. D) Anche da subito, se il bambino è tranquillo, purché rientri al momento del pasto.

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2111. Nel nido, il procedimento di inserimento "a scaglioni" é la modalità più corretta e naturale perché: A) É graduale e personalizzato. B) É graduale anche se avviene per schemi fissi. C) Viene incontro alle esigenze dei genitori. D) Razionalizza i tempi sia del bambino sia della famiglia.

2112. Un bambino può trovare difficoltà ad inserirsi al nido: A) Se NON ha mai provato, anche temporaneamente, esperienze di separazione dai genitori. B) Se NON ha già avuto esperienze di socializzazione con gruppi di pari. C) Solo nel caso in cui sia inserito direttamente in un grande gruppo. D) Se ha abitudini e tempi diversi da quelli del nido.

2113. Durante le prime fasi dell'inserimento, per aiutare il bambino ad elaborare la separazione dalla figura genitoriale, può essere utilizzato:

A) Il gioco del nascondino. B) Il gioco dei travasi. C) Il gioco simbolico in genere. D) Il gioco libero o di movimento.

2114. Se durante i primi giorni di inserimento al nido il bambino si ammala, è opportuno che il riambientamento: A) Sia graduale. B) Sia preceduto da ulteriori colloqui con la famiglia. C) Si moduli sulle esigenze del nido al momento del reinserimento. D) Si moduli sulle esigenze della famiglia.

2115. Qual è lo scopo più rilevante del primo incontro nido-famiglia? A) Conoscere i vari aspetti della vita del bambino e delle modalità di interazione familiare. B) Illustrare ai genitori le modalità d'inserimento ed esplicitare il progetto educativo. C) Fare conoscere alla famiglia il personale e gli orari del nido. D) Consentire alla famiglia di familiarizzare con gli ambienti e gli spazi del nido.

2116. Durante la fase dell'inserimento, nel momento del sonno, l'educatore può favorire la tranquillità e l'accettazione della scansione oraria nel bambino:

A) Lasciandogli a disposizione l'"oggetto transizionale" a cui è legato. B) Standogli sempre molto vicino e facendogli sentire la sua presenza. C) Predisponendo un ambiente che ne rispetti le abitudini. D) Cantandogli una "ninna nanna" o facendogli sentire della musica.

2117. Durante la fase d'inserimento al nido, il bambino si relaziona: A) Principalmente con l'educatore di riferimento. B) Solo con l'educatore di riferimento. C) Con l'educatore di riferimento ed un altro educatore. D) Con l'educatore di riferimento, solo durante le attività di routines.

2118. I genitori che in fase di inserimento del bambino al nido mostrano difficoltà a separarsi hanno bisogno di: A) Essere rassicurati e sostenuti. B) Essere confortati e guidati. C) Essere considerati come portatori di un disagio passeggero. D) Potersi confrontare con il gruppo di lavoro del nido.

2119. Nella delicata fase dell'inserimento, al momento del distacco, è più rilevante per il bambino: A) Aver instaurato un buon rapporto con l'educatore di riferimento. B) Essere rassicurato dal genitore sul fatto che la separazione è solo momentanea. C) Essere in un ambiente tranquillo e a misura di bambino. D) Avere a disposizione tanti giochi nuovi, con i quali catturarne l'attenzione.

2120. Il bambino che al momento dell'inserimento presenta difficoltà di svezzamento rispetto ai coetanei: A) Va abituato gradualmente alla dieta del nido. B) Deve essere alimentato con cibo portato dai genitori. C) Va alimentato con cibi freschi preparati dall'esperto nutrizionale. D) Deve comunque essere invitato a seguire la dieta del nido.

2121. L'inserimento del bambino al nido avviene: A) In maniera graduale, prevedendo una iniziale presenza del genitore. B) Ogni volta in maniera diversa a seconda delle esigenze della famiglia. C) Con modalità che dipendono dalle reazioni del bambino. D) Con una procedura standard uguale per tutti i nidi.

2122. Nella fase di inserimento del bambino al nido, è importante che gli operatori acquisiscano informazioni dalla famiglia: A) Sulle abitudini del bambino per creare continuità con l'ambiente famigliare. B) Sulla documentazione medica e sui controlli sanitari del bambino. C) Per verificare se i genitori sono informati sul funzionamento della struttura. D) Per offrire in caso di difficoltà un adeguato sostegno psicologico.

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2123. La presenza di un familiare, la prima volta che il bambino si ferma a pranzo al nido: A) Può essere richiesta per favorire l'ambientamento graduale del bambino. B) NON viene chiesta in quanto può confondere gli altri bambini. C) Può essere richiesta per facilitare il lavoro degli educatori. D) NON viene mai richiesta perché potrebbe alimentare nel bambino situazioni di difficoltà.

2124. Durante la fase d'inserimento del bambino al nido, è opportuno che l'educatore di riferimento: A) Rimanga lo stesso per tutto il periodo. B) Si alterni ad un altro educatore per favorire un attaccamento sicuro. C) Sia sostituito qualora si manifestino difficoltà di relazioni con il bambino. D) Possa cambiare sulla base dei vissuti del bambino.

2125. In fase d'inserimento del bambino al nido è fondamentale: A) Che la presenza del genitore sia rassicurante e di mediazione rispetto al nuovo ambiente. B) Che il genitore rimanga nelle vicinanze della struttura fino al momento in cui il bambino NON sia pronto a sostenere la

frequenza in modo autonomo. C) Che il genitore chieda colloqui giornalieri anche informali con l'educatore di riferimento. D) Che il genitore sia disponibile a protrarre l'inserimento finché il bambino NON sia pronto a sostenere la frequenza in modo

autonomo. 2126. Durante la fase di inserimento del bambino al nido, il primo momento critico è rappresentato dal:

A) Momento del pasto. B) Momento del sonno. C) Momento delle routine. D) Momento del gioco con i coetanei.

2127. Prevedere l'inserimento del bambino al nido in modo scaglionato in piccoli gruppi favorisce un clima di accoglienza disteso e tranquillo. In quale fascia oraria è meglio inserire il bambino?

A) La mattina. B) Dopo il pranzo. C) Nel pomeriggio. D) É indifferente.

2128. La fase di distacco dai genitori, durante l'inserimento del bambino al nido, deve essere: A) Ritualizzata per rendere il bambino più sereno. B) Realizzata il più velocemente possibile per facilitare l'ambientamento. C) Condotta distraendo il bambino in modo che NON si accorga dell'allontanamento del genitore. D) Pianificata ogni volta con modalità diverse in base alle reazioni del bambino.

2129. Nella fase di inserimento al nido, è opportuno che l'educatore faccia addormentare per la prima volta il bambino: A) Con modalità simili a quelle riferite dai genitori. B) Con modalità analoghe per tutti i bambini. C) In presenza di più educatori contemporaneamente. D) In presenza del genitore per meglio condividere la prima esperienza del bambino.

2130. Durante l'inserimento del bambino al nido, il colloquio con la famiglia: A) É finalizzato alla conoscenza dei genitori per stabilire un rapporto di collaborazione. B) Serve a valutare le competenze educative dei genitori. C) Ha l'obiettivo di comprendere il possibile grado di collaborazione con i genitori. D) NON ha obiettivi specifici, se NON quello della conoscenza reciproca.

2131. Negli asili nido è utile ripetere quotidianamente canzoni mimate: A) Per permettere a tutti i bambini di partecipare attivamente anche quando NON conoscono le parole. B) Per promuovere lo sviluppo della motricità dei bambini e il senso musicale. C) Per promuovere le capacità artistiche dei bambini. D) Per mettere in condizione i bambini di imparare una canzoncina per fine anno.

2132. Il momento del pasto: A) Deve essere preceduto da un'attività serena. B) Può essere preceduto da un'attività agitata purché seguito da una attività serena. C) Deve essere preceduto da un sonnellino. D) Deve essere preceduto da una attività movimentata purché contenuta.

2133. Durante le routines: A) É importante un rapporto di collaborazione tra gli educatori. B) É richiesto un dialogo costante tra gli educatori. C) NON è richiesto nessun accorgimento particolare agli educatori. D) É importante la presenza di un solo educatore.

2134. Per i bambini dell'asilo nido l'esperienza del controllo degli sfinteri: A) Richiede tempi rilassati nel rispetto dei tempi del bambino. B) Deve essere raggiunta prima del passaggio alla scuola dell'infanzia. C) Deve essere gestita dalla famiglia. D) É correlata al temperamento del bambino.

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2135. Cosa dovrebbe percepire il bambino nei momenti di routine? A) Che "quello spazio e quel tempo" sono dedicati a lui. B) Che "quell'ambiente" è dedicato a lui. C) Che quello è "il momento delle regole", che devono essere rispettate. D) Che quello è "un momento di transizione" per poi tornare alle attività ludiche.

2136. All'interno degli asili nido le routines: A) Danno sicurezza al bambino ed organizzano la sua giornata. B) Inducono il bambino a vivere scansioni temporali precostituite. C) Sono utilizzate per governare i bambini nei momenti dei pasti e dei riposini. D) Sono utilizzate soprattutto quando i bambini risultano difficili da gestire.

2137. La caratteristica fondamentale che accomuna le situazioni di routines è: A) La regolarità. B) La disomogeneità. C) L'organizzazione efficiente. D) La ripetitività.

2138. Le routines: A) Sono legate al soddisfacimento dei bisogni fisiologici dei bambini. B) Sono legate alle esigenze di buon funzionamento del nido. C) Dipendono dalle esigenze e dai tempi del gruppo di lavoro. D) Dipendono dalle richieste e dai tempi dei genitori.

2139. Il bambino svolge le azioni di routines: A) Anche condividendo l'esperienza con altri bambini. B) In modo individuale. C) Anche senza la presenza di un educatore. D) Solo se precedentemente programmate.

2140. Tra le principali forme di routines troviamo: A) Il riposo pomeridiano. B) La comunicazione tra gli educatori. C) Il colloquio con i genitori. D) Il pianto dei bambini.

2141. I momenti emotivamente più intensi della giornata di un bambino di un anno sono: A) Risveglio - momenti di pulizia - assunzione di cibo. B) Riposo - gioco - momenti di pulizia. C) Gioco - riposo - risveglio. D) Momenti di pulizia - riposo - assunzione di cibo.

2142. I momenti in cui gli educatori si dedicano alle cure dei bambini (momenti di routines): A) Sono importanti per l'instaurarsi di una relazione educatore-bambino intima e sicura. B) Sono importanti per i bambini più insicuri ed emotivi. C) Possono essere anche momenti di gioco libero. D) Devono essere organizzati in tempi e spazi ben precisi senza lasciare nulla all'occasionalità.

2143. Indicare quali sono i bisogni fisiologici del bambino che sono soddisfatti nei momenti di routines. A) La nutrizione, la pulizia e il sonno. B) Il gioco e le attività educative. C) Cure affettive ed uscite in giardino. D) Il pranzo ed il riposo pomeridiano.

2144. L'entrata e l'uscita dei bambini dal nido: A) Rappresentano i momenti di transizione dall'ambiente familiare a quello del nido e viceversa. B) Sono i momenti più critici per i bambini meno propensi ad andare al nido. C) Sono i momenti meno significativi per i bambini. D) NON fanno parte delle routines.

2145. Un valore educativo delle routines nei confronti dei bambini è: A) Costituire un punto di riferimento rispetto ai tempi di svolgimento della giornata. B) Incentivare la relazione tra i bambini favorendo giochi di gruppo. C) Dare un senso di maggior sicurezza ai bambini favorendo lo scambio sociale. D) Favorire il loro inserimento al nido collaborando con le famiglie.

2146. Il rapporto educatore-bambino, che si instaura durante le routines,: A) Dovrebbe essere molto stretto e significativo. B) NON assume mai una dimensione intima. C) Dipende dal carattere dell'educatore. D) Dipende dagli stati d'animo del bambino.

2147. Descrivere, anche ai bambini più piccoli, le proprie azioni durante il cambio del pannolino: A) Li aiuta ad orientarsi meglio e a saper prevedere ciò che accade. B) É poco utile perché essi NON sono in grado di cogliere gli aspetti temporali. C) NON ha un valore educativo perché le azioni sono legate ad aspetti fisici. D) É una forma di comunicazione verbale poco adeguata alla loro età.

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2148. L'omogeneità dei tempi e dei modi di svolgimento: A) É la caratteristica di tutti i momenti di routines. B) NON è un elemento importante per l'identificazione delle routines. C) É una caratteristica soltanto di alcune routines. D) NON caratterizza le routines.

2149. Le routines sono: A) Le azioni che si ripetono ogni giorno secondo tempi e modalità costanti. B) Le abitudini che i bambini hanno imparato a casa. C) I giochi che si fanno tutti i giorni. D) Un particolare tipo di attività che viene proposta ai bambini.

2150. Tra le attività di routines devono essere considerati anche: A) I momenti dell'entrata e dell'uscita dei bambini dal nido. B) I momenti di gioco libero. C) I momenti in cui gli educatori hanno il tempo di scambiarsi informazioni sui bambini. D) Le attività guidate dagli educatori.

2151. Nel primo anno di vita il benessere fisico ed il rapporto affettivo con l'adulto nei momenti di routines: A) Favoriscono la strutturazione del senso di sicurezza del bambino. B) Consentono al bambino di dormire più a lungo. C) Avviano il bambino all'autonomia. D) Sviluppano le emozioni nel bambino.

2152. Il livello di autonomia raggiunto dai bambini nello svolgimento delle routines: A) Può essere diverso da bambino a bambino. B) Deve essere uguale per tutti i bambini. C) É difficile da comprendere per l'educatore. D) É un aspetto che interessa solo i genitori.

2153. Nel nido l'organizzazione dei "tempi" delle attività educative è indispensabile per l'articolazione: A) Delle attività giornaliere e settimanali. B) Delle attività annuali. C) Delle attività mensili. D) Delle attività pomeridiane.

2154. Il rapporto educatore bambino nei momenti di routines ha lo scopo di soddisfare: A) Bisogni fisiologici e affettivi. B) Bisogni di sostentamento. C) Bisogni secondari. D) Bisogni di adattamento.

2155. All'inizio del periodo di svezzamento l'educatore: A) Deve dare da mangiare al bambino quando apre la bocca e permettergli di tenere in mano un cucchiaio. B) Deve dare da mangiare al bambino insistendo per abituarlo al nuovo tipo di alimentazione. C) Deve fornire un cucchiaio al bambino ed invitarlo a mangiare da solo. D) Deve ridurre drasticamente i tempi del pasto per abituarlo alla nuova alimentazione.

2156. Quando si inizia l'uso del vasino o dei bagnetti al nido è importante: A) Un precedente accordo con la famiglia per garantire continuità e coerenza. B) Che la mamma sia presente al nido per dare tranquillità al bambino. C) Che i genitori siano informati così potranno premiare il bambino. D) Una programmazione definita per permettere i dovuti cambiamenti nella routine.

2157. Le principali routines del nido sono: A) Ingresso, cambio, sonno, pasto-merenda. B) I rituali delle attività. C) I rituali dei giochi. D) I rituali dell'ambiente.

2158. Nel momento del "cambio" si stabilisce un rapporto: A) Di intimità tra educatore e bambino. B) Di intimità tra bambini. C) Di gioco con l'educatore. D) Di gioco con gli oggetti.

2159. Il momento del cambio.... A) Deve avvenire in modo delicato e senza fretta. B) Va eseguito sbrigativamente perché rappresenta un momento di imbarazzo. C) NON deve avvenire senza il consenso dei genitori. D) Va eseguito solo ed esclusivamente da personale femminile.

2160. La ripetitività dei gesti dell'adulto nei momenti di routine: A) Permette al bambino di prevedere le azioni dell'adulto. B) Permette alle famiglie di sapere sempre cosa fanno i bambini. C) Fornisce chiarezza all'educatore su come deve comportarsi. D) Rende la giornata sicura e prevedibile.

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2161. La scansione dei tempi nell'organizzazione della giornata deve tener conto: A) Delle esigenze dei bambini. B) Dei tempi di apprendimento. C) Dei turni di lavoro degli educatori. D) Delle abitudini famigliari.

2162. I tempi di un'attività guidata.... A) Sono fissati a priori ma si possono modulare in base all'effetto che essi hanno sulla motivazione dei bambini. B) Devono essere rispettati con la massima precisione per scandire i momenti della giornata in maniera regolare. C) Vengono concordati in equipe assieme ai genitori e a un consulente psico-pedagogista. D) Sono flessibili a seconda dei ritmi degli educatori.

2163. Il pasto all'asilo nido è un momento importante perché a questa età: A) Il cibo ha una stretta relazione con la sfera emotiva. B) I bambini devono nutrirsi in modo corretto. C) Il cibo è sempre una fonte di piacere per il bambino. D) Tutti i bambini amano mangiare insieme agli altri.

2164. Il rapporto che si stabilisce tra bambino ed educatore nei momenti di routines è un momento di: A) Incontro individualizzato. B) Incontro affettuoso. C) Incontro quotidiano. D) Incontro aspettato.

2165. Al nido scandire il tempo delle attività in maniera costante.... A) Aiuta i bambini a interiorizzare il significato delle strutture temporali. B) É fondamentale per organizzare i turni degli educatori. C) Permette di rispettare i tempi delle attività secondo i parametri fissati coi genitori. D) Aiuta i bambini ad assecondare i loro ritmi biologici.

2166. I rituali che precedono e annunciano le routines permettono ai bambini di: A) Riconoscere e anticipare ciò che sta per accadere. B) Riconoscere e anticipare le affettuosità. C) Riconoscere e anticipare le relazioni. D) Riconoscere e anticipare le sequenze.

2167. Occorre calibrare le routines con le attività strutturate: A) Per alternare le attività note con le novità. B) Per NON fare annoiare il bambino. C) Per rendere la giornata prevedibile. D) Perché ci sono obiettivi didattici da raggiungere.

2168. Nella routine la figura dell'educatore assume rilievo in quanto: A) Soddisfa le necessità fisiologiche e psicologiche dei bambini. B) Controlla e dirige il comportamento dei bambini. C) Vigila sui bambini per garantirne l'incolumità. D) Frena la naturale vitalità dei bambini.

2169. Sedersi a tavola sempre nello stesso posto: A) Permette ai bambini di riconoscere e anticipare quello che sta per succedere. B) Facilita la somministrazione dei pasti al personale ausiliario. C) Permette agli educatori di sapere cosa e a chi devono dare da mangiare. D) Limita il conflitto tra i bambini durante il momento del pasto.

2170. Al nido il momento del sonno.... A) Deve essere preceduto da ritualizzazioni come luci soffuse e una musica rilassante. B) Deve essere preparato attraverso semplici esercizi fisici. C) Deve seguire a un'attività fisica intensa. D) Deve essere preceduto da attività di tipo grafico.

2171. Nel nido le ore destinate al riposo dei bambini: A) Fanno parte di abitudini che contribuiscono a regolarizzare le giornate dei bambini. B) Servono agli educatori per preparare le attività successive. C) Devono essere imposte anche ai bambini che hanno problemi ad addormentarsi, per regolarizzare le loro abitudini. D) Possono a lungo andare, dare dei problemi nella percezione dell'alternanza sonno/veglia.

2172. Nel nido il momento del pasto: A) Deve ricorrere a orari costanti al fine di scandire i tempi in maniera regolare. B) Deve essere personalizzato in base alle abitudini familiari dei bambini. C) Deve essere periodicamente osservato da un medico-pediatra esterno che esamini le abitudini alimentari dei bambini. D) Deve avvenire per gruppi NON troppo numerosi per favorire una migliore osservazione.

2173. Il momento del cambio è una situazione privilegiata: A) Per lo sviluppo del linguaggio. B) Per lo sviluppo cognitivo. C) Per l'apprendimento degli schemi corporei. D) Per l'apprendimento della coordinazione oculo-manuale.

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2174. Con le attività di routines, l'educatore stimola nel bambino: A) Il linguaggio. B) Le attenzioni. C) Le carezze. D) L'aggressività.

2175. I momenti di routines favoriscono il percorso del bambino verso: A) L'autonomia. B) La ripetitività. C) La complessità. D) L'attesa.

2176. La concezione del tempo nel bimbo si sviluppa: A) Col ripetersi costante degli avvenimenti quotidiani. B) Giocando con i più moderni strumenti didattici. C) A partire da semplici concetti. D) Imparando a leggere l'orologio.

2177. Quale situazione è preferibile durante il pasto dei lattanti? A) Un contesto tranquillo che privilegi una relazione individualizzata. B) Un ambiente rumoroso per distrarlo dal pasto. C) Un ambiente totalmente asettico per garantire l'igiene. D) La presenza dei bambini più grandi come modelli per apprendere a mangiare.

2178. Il bisogno del bambino piccolo di manipolare il cibo va: A) Assecondato perché è un momento di apprendimento e conoscenza. B) Impedito perché NON è un comportamento educato. C) Facilitato perché è un momento in cui il bambino si diverte. D) Valorizzato, senza dare una regola, perché è un'esperienza innata.

2179. L'inserimento nel nido modifica le abitudini del bambino e l'educatore deve mediare con: A) Professionalità, osservazione e metodologia. B) Esperienza, osservazioni e improvvisazione. C) Professionalità, competenza e direzionalità. D) Osservazione, professionalità e discontinuità.

2180. Durante il cambio, la rispettosa manipolazione del corpo: A) Favorisce l'acquisizione dello schema corporeo. B) Favorisce l'acquisizione di abilità cognitive. C) Sviluppa le capacità motorie. D) Sviluppa la motricità fine.

2181. Il risveglio al nido deve essere: A) Rispettoso dei ritmi individuali. B) Ad orari prefissati. C) Stabilito dai genitori. D) Definito in funzione delle attività didattiche.

2182. Le routines rappresentano momenti: A) Rassicuranti. B) Agitati. C) Ansiosi. D) Confusivi.

2183. I momenti di routine: A) Permettono l'acquisizione del senso del tempo e della continuità dell'esperienza. B) Sono attività ripetitive che vengono svolte dall'educatore in tempi rapidi. C) Sono attività didattiche che vengono ripetute nell'arco della giornata. D) Permettono al bambino l'acquisizione delle abitudini.

2184. I momenti di routines si riferiscono a momenti: A) Organizzativi della giornata. B) Rilassanti della giornata. C) Funzionali della giornata. D) Attesi della giornata.

2185. La conoscenza del proprio corpo è stimolata nel bambino durante la: A) Routine del cambio. B) Routine del saluto. C) Routine dell'accoglienza. D) Routine del commiato.

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2186. Il momento della nanna è un momento critico che coincide per il bambino al nido con la perdita di contatto con l'ambiente e con gli altri. Per questo l'educatore deve:

A) Rassicurare il bambino attraverso un contatto empatico. B) Tranquillizzare il bambino dicendogli che al risveglio troverà la mamma. C) Imporre il silenzio nel rispetto di chi si è già addormentato. D) Lasciare i bambini liberi di dormire quando vogliono.

2187. I momenti di routine al nido: A) Sono progettati e pianificati perché sono attività educative e di apprendimento per il bambino. B) Sono progettati e pianificati perché al nido occorre una rigida pianificazione della giornata. C) NON necessitano di essere progettati e pianificati perché NON rappresentano momenti di apprendimento per i bambini. D) NON necessitano di essere progettati e pianificati in quanto occorre aspettare i tempi dei bambini.

2188. Al nido, coinvolgere i bambini nella preparazione della tavola o nella distribuzione del cibo: A) Gratifica il bambino sollecitando comportamenti cooperativi. B) Gratifica il bambino valorizzando l'individualità. C) É impossibile perché i bambini sono troppo piccoli. D) É sconsigliabile perché crea molta confusione.

2189. Nel nido le attività di cura del corpo, quale il cambio e la pulizia personale, devono essere svolte: A) In un clima tranquillo che favorisca l'instaurarsi di una relazione affettuosa di reciprocità. B) Nel rispetto rigoroso delle norme igieniche previste dalla normativa sanitaria vigente. C) In gruppo per far sì che il tempo di attesa dei bambini coinvolti sia breve. D) Un bambino alla volta nel rispetto della privacy individuale.

2190. Nel nido le routines dell'ingresso e del commiato per il bambino sono momenti a forte connotazione: A) Emotiva/affettiva. B) Fisica/affettiva. C) Psico/affettiva. D) Interiore.

2191. Le routines rappresentano momenti rassicuranti per il bambino, durante i quali acquisisce la padronanza: A) Dei tempi e dei ritmi. B) Del passaggio dal contesto interno a quello esterno. C) Della relazione con l'ambiente. D) Della relazione bambino-bambino.

2192. É consigliabile che il bambino venga accolto, se possibile, dalla figura di riferimento. In quale momento gli altri colleghi possono sostituire la figura di riferimento?

A) All'avvenuto ambientamento. B) Preferibilmente mai. C) Già durante l'inserimento. D) Anche subito in presenza dei genitori.

2193. Al nido la pratica dell'attività del "travestimento".... A) Libera la fantasia del bambino e gli permette di esprimere la propria creatività. B) Richiede che gli educatori trucchino i bimbi e li vestano da adulti per rafforzare la loro identità personale. C) Può generare confusione a livello identitario. D) Limita la creatività perché circoscrive la fantasia a personaggi definiti.

2194. Quando si parla di "tempo personale" del bambino si fa riferimento: A) Al ritmo attività-pausa del singolo bambino. B) Al ritmo attività-pausa della collettività. C) All'organizzazione della giornata. D) Solo al ritmo sonno-veglia dei lattanti.

2195. Il calendario settimanale delle attività guidate proposte al nido è.... A) Deciso in equipe dagli educatori. B) Stabilito dal regolamento dei servizi. C) Il risultato delle proposte dei genitori. D) Stabilito dal coordinatore.

2196. Quali sono le dimensioni portanti della routine? A) La prevedibilità e l'accudimento. B) La prevedibilità e la didattica. C) L'imprevedibilità e l'accudimento. D) L'accudimento e la didattica.

2197. Il rispetto degli orari delle attività giornaliere al nido: A) É importante per organizzare routines stabili, funzionali alla tranquillità del bambino. B) Serve a ottimizzare i tempi di gestione del nido da parte degli educatori. C) É importante per alternare in modo strutturato attività ludiche, educative e di riposo. D) É importante per dare ai genitori un indice della professionalità degli educatori nel predisporre le attività lungo l'arco della

giornata.

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2198. L'accoglienza e altre routines vengono scandite in tempi precisi nel rispetto: A) Dei ritmi del bambino. B) Dei ritmi degli adulti. C) Dei ritmi degli educatori. D) Dei ritmi dei genitori.

2199. Le routines si riferiscono: A) All'igiene, all'alimentazione, al riposo ed al saluto. B) Alla cura, al cibo, all'ambiente ed alla salute. C) Al saluto, al riposo, al cibo ed all'informazione. D) Alle opportunità, alle attenzioni ed al saluto serale.

2200. Per far apprendere al bambino il controllo degli sfinteri è importante: A) Attendere la maturazione neurofisiologica. B) Mettere il bambino sul vasino a intervalli regolari e molto frequenti. C) Che sia il bambino a dire all'adulto, quando è pronto. D) Che il bambino si bagni per fargli comprendere che è meglio l'uso del vasino.

2201. All'interno del nido contrassegnare gli spazi, gli oggetti personali del singolo bambino: A) Sostiene e valorizza l'acquisizione dell'identità e del sé. B) Favorisce il consolidarsi di comportamenti egocentrici. C) Sfavorisce lo scambio e le attività sociali. D) Ha una funzione esclusivamente pratica e organizzativa.

2202. É importante che il momento del cambio sia eseguito: A) Possibilmente dall'educatore di riferimento. B) Esclusivamente dall'educatore di riferimento. C) Dal personale ausiliario. D) Prima possibile per evitare arrossamenti.

2203. Di fronte alle temporanee regressioni nel controllo sfinterico quale frase dell'educatore è preferibile? A) NON ti preoccupare è un incidente. B) Guarda che cosa hai combinato, prometti di NON farlo più. C) Vieni che ci cambiamo. D) Mi raccomando che NON succeda più!.

2204. La routine del "cambio" stimola nel bambino: A) Il controllo degli sfinteri. B) Il controllo dei sensi. C) Il controllo degli stimoli. D) Il controllo corporeo.

2205. Se l'adulto mangia insieme ai bambini è importante: A) Che faccia attenzione a quale atteggiamento ha verso il cibo. B) Che osservi i bambini mangiando separato da loro. C) Che indichi il comportamento da tenere lasciando che il bambino faccia da sé. D) Che esprima i suoi gusti rispetto al cibo, positivi e negativi.

2206. La routine del bagno aiuterà il bambino a raggiungere: A) Autonomi comportamenti di igiene personale. B) Autonomi comportamenti di affetto. C) Autonomi comportamenti fisiologici. D) Autonomi comportamenti di scelta.

2207. Nel nido è importante che l'accoglienza sia un momento: A) Individualizzato, per prestare una maggior attenzione alla coppia genitore-bambino. B) Rapido, perché i genitori hanno poco tempo e gli altri bambini vengono disturbati dalla presenza adulta. C) Di gruppo, perché così i bambini vengono distratti dagli altri ed il genitore può andare via. D) Dedicato alla famiglia, per questo l'educatore NON deve interviene e aspetta che il bambino entri da solo.

2208. Con la routine del sonno, l'educatore accompagna il bambino verso: A) La distensione e il rilassamento. B) La distensione e l'informazione. C) L'esperienza e l'inserimento. D) La distensione e la curiosità.

2209. Al nido l'elaborazione della separazione dalla madre e il dolore relativo a questo evento si realizzano nel bambino durante le routines:

A) Dell'ingresso e del commiato. B) Dell'ingresso e del sonno. C) Del pranzo e della merenda. D) Del sonno e del risveglio.

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2210. La routine pasto-merenda costituisce, per i bambini, un momento: A) Emotivo e di socialità. B) Affettuoso e di competitività. C) Emotivo e faticoso. D) Emotivo e di impegno.

2211. Con le routines il bambino apprende: A) La successione delle varie situazioni. B) La successione delle attività. C) La successione delle relazioni. D) La successione cognitiva.

2212. I tempi dei bambini al nido vanno: A) Rispettati. B) Inquadrati entro una programmazione oraria. C) Modificati in funzione della collettività. D) Assecondati.

2213. Al nido nelle attività quotidiane di cura il ripetersi degli stessi gesti offre: A) Sicurezza e stabilità al bambino. B) Continuità con la famiglia. C) Continuità tra i diversi educatori. D) Un ritmo giornaliero monotono.

2214. Lo svolgersi della routine al nido deve prevedere un margine di flessibilità che tenga conto: A) Dei ritmi individuali. B) Del numero di operatori presenti. C) Degli spazi a disposizione. D) Delle preferenze del bambino.

2215. La qualità educativa del nido è veicolata: A) Dai gesti di accudimento e cura verso il bambino. B) Dalle esperienze didattiche. C) Dalla sicurezza e dall'igiene del nido. D) Dalle competenze pedagogiche degli educatori.

2216. Che cosa s'intende per maternage? A) L'insieme delle cure dell'educatore che si pongono in continuità con quelle materne. B) L'insieme delle cure dell'educatore che si pongono in sostituzione di quelle materne. C) L'insieme delle cure e delle attenzioni della mamma nei confronti del proprio bambino. D) L'insieme delle attenzioni della mamma nei confronti del bambino durante l'inserimento.

2217. Nella progettazione della routine "della nanna": A) Sono fondamentali le informazioni date dai genitori. B) É importante stabilire dei tempi. C) L'obiettivo per i bambini è imparare a dormire da soli. D) Occorre prevedere attività stancanti prima di coricarsi.

2218. Le pratiche rituali consentono ai bambini: A) Il ricordo e la capacità di previsione delle esperienze. B) Il ricordo dell'ambiente familiare. C) Lo sviluppo delle capacità psico-motorie. D) Lo sviluppo cognitivo.

2219. All'asilo nido, con il termine cura si intende: A) La promozione e il mantenimento di uno stato di benessere. B) L'attività dedicata all'igiene del bambino. C) Le attività legate ai momenti di attività strutturata. D) L'accudimento proprio del ruolo di mamma.

2220. Quale tra i seguenti è un buon criterio per valutare le routines? A) La personalizzazione. B) La durata. C) La delicatezza. D) La varietà.

2221. Nel nido i pasti devono essere preparati: A) Secondo tabelle dietetiche che tengono conto di preferenze ed esigenze individuali. B) Utilizzando cibi precotti e contenitori biodegradabili. C) Dagli educatori, nel rispetto delle abitudini dei bambini. D) Da cuoche specializzate nell'alimentazione infantile.

2222. Nel nido le norme riguardo lo stare a tavola: A) Devono tenere conto della significatività pedagogica di questo momento. B) Devono essere fatte rispettare severamente per mantenere un clima tranquillo. C) NON devono assolutamente essere fissate per favorire la socializzazione. D) Devono riguardare solo i tempi del pasto e NON essere trasferibili ad altre situazioni.

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2223. Nel nido la scansione dei ritmi della quotidianità: A) É strutturata. B) Viene fissata a seconda della quantità di lavoro giornaliera. C) Varia a seconda del tempo passato dal bambino nell'asilo nido. D) É definita assieme ad uno psico-pedagogista.

2224. Nelle routines intervengono: A) Fattori emotivi e fisiologici. B) Solo fattori emotivi. C) Solo fattori fisiologici. D) Fattori emotivi e antropologici.

2225. Nel nido l'orario del pranzo: A) Deve essere basato sulla regolarità ma anche flessibilità in base all'età del bambino. B) Deve essere improntato a flessibilità. C) Deve essere rigido per fare acquisire al bambino il senso della temporalità. D) Deve basarsi sulle indicazioni dei genitori.

2226. Nel nido il clima del momento del pasto: A) Deve essere di ordine e tranquillità. B) Deve essere allegro e chiassoso. C) Deve essere di assoluto silenzio. D) Deve essere festoso per associare il pasto a sensazioni positive.

2227. Nel nido il passaggio da veglia a sonno: A) Necessita di condizioni di tranquillità e di un ambiente di fiducia. B) Viene favorito dalla presenza del genitore. C) Viene utilizzato per il cambio di turno degli educatori durante il riposo dei bambini. D) NON è influenzato da componenti emotive.

2228. Durante il momento del cambio e della pulizia personale il bambino deve essere incoraggiato a collaborare: A) Per promuovere la conquista della sua autonomia. B) Per alleviare i compiti degli educatori. C) Per colmare i gap del bambino rispetto agli standard evolutivi. D) Solo con il consenso dei genitori.

2229. La relazione con il cibo: A) Ha anche connotati emotivi, sociali, cognitivi. B) Ha solo caratteristiche fisiologiche. C) Ha solo caratteristiche sociali ed emotive. D) Promuove nel bambino il ragionamento logico deduttivo.

2230. Nel nido l'utilizzo del vasino: A) Incuriosisce i bambini verso le "produzioni" proprie ed altrui. B) Può generare depressione infantile. C) Genera aggressività e competizione tra i bambini che lo usano. D) É consigliabile in ambienti spaziosi e con un numero di bambini molto elevato.

2231. Il sonno nei bambini: A) Ha funzione di ristoro e rielaborazione delle esperienze vissute. B) Ha funzione di acquisizione del pensiero logico. C) Ha funzione di rinforzo fisico. D) Ha esclusivamente funzione di rilassamento.

2232. L'applicazione costante delle routines può: A) Preparare il bambino al progressivo alternarsi dei momenti della giornata. B) Creare nel bambino insofferenza verso i genitori qualora questi NON le applichino a casa. C) Determinare uno sviluppo più rapido dell'attività motoria. D) Creare scompensi legati alla capacità di adattamento.

2233. Nel nido, durante il pranzo, i bambini sono invitati: A) All'autonomia, ma si è pronti ad aiutarli in caso di bisogno. B) All'autonomia, e li si aiuta solo in caso di estremo bisogno. C) A giocare con il cibo per acquistare consapevolezza degli alimenti. D) A NON sporcarsi.

2234. Nel nido quante volte viene effettuato il cambio? A) Tutte le volte che occorre. B) Una volta al giorno. C) Tre volte al giorno. D) Dopo i pasti.

2235. Al nido l'utilizzo di ninne nanne: A) Può essere di ausilio per favorire la tranquillità dei bambini. B) NON deve essere praticato perché i bambini NON riescono a memorizzarle. C) É l'unica modalità scientificamente provata per favorire il sonno nei bambini al di sotto dei 36 mesi. D) NON va praticata per evitare che il bambino si abitui ad addormentarsi solo con l'ausilio della musica.

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2236. Nel nido il riposino pomeridiano è: A) Un momento significativo delle routines della giornata. B) Considerato obbligatorio dalla letteratura pedagogica. C) Legato ad abitudini familiari. D) Un momento di riposo per gli educatori.

2237. Nel nido il momento del pasto per i bambini più piccoli deve essere: A) Individualizzato, con educatori che mantengono rapporti personali con i bambini. B) In gruppo con tempi e modi comuni. C) Uguale a quello dei più grandi, in modo da promuovere autonomia nei bambini. D) Occasione di gioco.

2238. Al nido associare sempre momenti di pulizia prima dei pasti: A) Sviluppa l'interiorizzazione di norme igieniche e dei momenti previsti per determinate azioni. B) Rischia di essere interpretato dal bambino come una forzatura. C) Migliora la salute del bambino. D) Sminuisce l'educazione impartita dai genitori.

2239. Il momento del cambio come momento di conoscenza del corpo è vissuto dal bambino con: A) Piacere e scoperta. B) Imbarazzo e disagio. C) Perplessità e ansia. D) Indifferenza e distacco.

2240. Le attività di routines al nido vengono svolte dagli educatori per elevare: A) I livelli di autonomia del bambino. B) I livelli di sviluppo motorio del bambino. C) La capacità di interazione del bambino. D) I livelli di socialità del bambino.

2241. Le routines al nido comprendono: A) Le attività di cura del corpo e della relazione. B) Il mangiare, il dormire, il giocare. C) La cura dell'igiene personale e del proprio spazio. D) La cura delle abilità necessarie all'autonomia nel mangiare.

2242. Le routines al nido riguardano in modo specifico i momenti: A) Del cambio e dell'igiene personale, del pasto, dell'accoglienza, del sonno, del ricongiungimento con il genitore. B) Dell'igiene personale con particolare riferimento all'uso del bagno e del pasto. C) Del cambio e dell'igiene personale con particolare riferimento all'uso del water e dell'accoglienza. D) Del pasto, dell'accoglienza con particolare riferimento all'uso del proprio spazio personale, del sonno, del ricongiungimento con

il genitore. 2243. Il momento del cambio al nido è una routine finalizzata a garantire:

A) L'igiene, la cura, la progressiva autonomia del bambino. B) La progressiva autonomia del bambino dagli educatori. C) La cura di tutte le abilità inerenti l'uso del bagno. D) L'igiene, l'assistenza, l'accudimento del bambino.

2244. La routine del cambio al nido avviene: A) Preferibilmente ad orari determinati e comunque sempre in base alle esigenze del bambino. B) Preferibilmente ad orari flessibili e comunque sempre in base alle esigenze del bambino e dell'educatore. C) Sempre in orari determinati per NON creare confusione e disturbo nel contesto educativo e relazionale. D) Sempre in orari flessibili per far acquisire al bambino sicurezza e fiducia nel contesto educativo e relazionale.

2245. L'autonomia personale del bambino al nido è finalizzata all'acquisizione della capacità di: A) Gestire da solo i momenti legati alla cura di sé (igiene personale, pranzo, vestirsi-svestirsi, ecc.). B) Gestire da solo i momenti legati alla cura delle relazioni sociali (giocare con gli altri, narrare di sé agli altri, ecc.). C) Comprendere e conoscere quali sono le situazioni in cui può fare da solo senza l'aiuto degli altri bambini. D) Gestire da solo tutte le attività ludiche che si svolgono al nido senza bisogno dell'aiuto dell'educatore.

2246. Prima di diventare autonomo nell'igiene personale e nel mangiare il bambino al nido deve avere acquisito: A) Una maturità fisica, organica e psicologica. B) Abilità psicomotorie e percettive precise. C) Uno sviluppo psicologico, sociale e culturale preciso. D) Abilità senso-percettive e relazionali-affettive precise.

2247. Il bambino al nido accetta le attività di routines quando: A) Si è instaurato un rapporto di fiducia ed empatia con l'educatore. B) Si sente in grado di svolgere da solo attività legate all'igiene personale. C) Si è instaurato un rapporto con l'educatore di fusione e simbiosi. D) Si sente in grado di accudire i compagni più piccoli.

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2248. Durante lo svolgimento delle routines al nido l'educatore ha la funzione di: A) Punto di riferimento e mediatore nell'acquisizione delle autonomie. B) Osservatore esterno dei comportamenti del bambino e del gruppo. C) Mediatore tra i bisogni del singolo bambino e i bisogni della famiglia. D) Promotore di comportamenti competitivi tra bambini.

2249. Le routines al nido sono momenti importanti perché: A) Offrono molteplici occasioni di apprendimento, di relazione e di intimità per il bambino. B) Offrono occasioni di riposo e di pausa per l'educatore e per il bambino durante il giorno. C) Creano un clima di allegria e di giocosità utili per la partecipazione del bambino alle attività. D) Creano un clima di calma e rilassamento utile per poter osservare il bambino.

2250. Al nido la relazione col cibo coinvolge: A) Aspetti affettivi, sociali, motori e cognitivi. B) L'area dei comportamenti grosso motori. C) Aspetti motori, percettivi, sensoriali. D) L'area delle autonomie sociali.

2251. La routine dell'accoglienza al nido è per il bambino il momento: A) Del passaggio dall'ambiente familiare alla vita del nido. B) In cui si trova insieme agli altri bambini. C) Di ascolto dei bisogni e delle esigenze dei genitori. D) Dell'accettazione delle regole del nido.

2252. Le strategie che favoriscono la routine del sonno al nido: A) Sono musica, racconto di fiabe, ninna nanne. B) NON sono previste perché NON necessarie. C) Sono giochi di movimento, disegnare, colorare, cantare. D) Sono musica, racconto di fiabe, giochi di movimento.

2253. Le strategie educative utili a favorire la routine del sonno al nido sono: A) Cullare, accarezzare, cantare canzoncine. B) Spegnere subito la luce per creare buio. C) NON parlare, accarezzare, cullare. D) Lasciare la luce sempre accesa per tranquillizzare il bambino.

2254. La routine del ricongiungimento svolta all'asilo nido è il momento: A) In cui il bambino saluta il nido per ritornare a casa con l'adulto che lo viene a prendere. B) Della rielaborazione delle esperienze motorie e cognitive vissute dal bambino durante la giornata. C) Dell'incontro di un gruppo di bambini appartenenti ad una sezione con il gruppo di bambini appartenente ad un'altra sezione. D) Della rielaborazione delle esperienze affettivo-relazionali vissute dal bambino durante la giornata.

2255. La ritualità delle attività di routine al nido serve al bambino per: A) Orientarsi nel tempo e nello spazio. B) Partecipare attivamente alle attività. C) Orientarsi solo all'interno dell'asilo nido. D) Acquisire sicurezza e fiducia negli educatori.

2256. Le strategie educative messe in atto durante lo svolgimento delle routines sono orientate a: A) Creare una relazione empatica e di fiducia con il bambino. B) Sviluppare abilità cognitive e psicomotorie adeguate nel bambino. C) Sviluppare abilità cognitive e sociali adeguate nel bambino. D) Creare una relazione amicale e ludica con il bambino.

2257. L'educatore al nido nello svolgimento delle routines deve conoscere: A) Le modalità relazionali proprie, dei bambini e dei colleghi educatori al fine di avviare rapporti di fiducia. B) Le modalità relazionali dei bambini, dei colleghi educatori al fine di NON commettere errori educativi. C) Le proprie strategie educative e attuarle indistintamente nei confronti di tutti i bambini e colleghi educatori. D) Le teorie e tecniche pedagogiche e psicologiche al fine di mantenere invariato il proprio stile educativo.

2258. La quotidianità al nido viene scandita secondo: A) Tempi e spazi precisi e preferibilmente costanti. B) Attività di gioco libero e gioco strutturato. C) Tempi e spazi variabili, NON stabili e costanti. D) Tempi e spazi variabili cioè NON predeterminati.

2259. Durante la giornata all'asilo nido i bambini possono costruire le proprie competenze e conoscenze attraverso: A) Le attività di routine e quelle educative. B) Esclusivamente le attività educative. C) Prevalentemente le interazioni con l'educatore o altri adulti. D) Prevalentemente le interazioni con i pari.

2260. Il momento del riposo al nido è ricco di implicazioni emotive ed affettive poiché per il bambino rappresenta: A) Una perdita di controllo della realtà. B) Un momento di forte nostalgia del genitore. C) Un momento in cui deve lasciare le attività ludiche. D) Un momento legato alla paura del buio.

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2261. Al nido, i momenti di cura ed igiene del corpo consentono al bambino di: A) Conoscere il proprio corpo ed il corpo dell'altro in un clima di benessere e fiducia. B) Raggiungere il più in fretta possibile l'autonomia ed il controllo sfinterico. C) Raggiungere l'autonomia e la conseguente fiducia in se stesso indipendentemente dalla presenza dell'educatore. D) Conoscere il proprio corpo attraverso la conoscenza delle sue esigenze fisiche.

2262. L'educatore del nido nei momenti di cura ed igiene del corpo dovrebbe: A) Intensificare la relazione individuale con ciascun bambino. B) Intensificare la relazione con il gruppo di bambini della sezione. C) Favorire l'intensificarsi delle relazioni tra il bambino e i coetanei. D) Favorire la relazione del bambino con altri educatori.

2263. Nel momento del pranzo è possibile far svolgere al bambino della sezione dei grandi, attività come: A) Apparecchiare e sparecchiare, per renderlo partecipe ed attivo. B) Andare da solo a lavarsi le mani, per renderlo autonomo ed indipendente. C) Apparecchiare e sparecchiare, per renderlo consapevole di ciò che mangerà. D) Servirsi da solo qualsiasi cibo e l'acqua, per responsabilizzarlo.

2264. Compito dell'educatore del nido è predisporre, per il riposo, uno spazio: A) Connotato con oggetti familiari e scandito da pratiche individuali che rassicurino il bambino. B) Ricco di stimoli rilassanti e colori tenui che aiutino il bambino a prendere sonno. C) Omogeneo per tutti i bambini, con pratiche tranquillizzanti ma uguali per tutti. D) NON connotato da oggetti familiari che susciterebbero la nostalgia di casa.

2265. Nei momenti di cura ed igiene del corpo del bambino, il compito dell'educatore è favorire,: A) Attraverso il contatto corporeo e la comunicazione, il senso di stabilità e sicurezza. B) Attraverso il contatto corporeo, l'autonomia precoce del bambino. C) Attraverso l'imitazione e la comunicazione, lo sviluppo degli apprendimenti. D) Attraverso la presenza di più educatori, lo sviluppo di relazioni affettive diverse.

2266. Nel momento dell'ingresso al nido l'educatore ha il compito di: A) Accogliere e rassicurare il bambino ed il genitore senza fretta, rispettando i tempi. B) Accogliere il bambino, invitando il genitore ad allontanarsi il prima possibile. C) Accogliere il bambino e coccolarlo in modo da sostituirsi affettivamente alla figura del genitore. D) Accogliere il bambino ed il genitore cercando di rimanere al di fuori della relazione, attendendo che il bambino sia pronto.

2267. Nei bambini della sezione dei "piccoli", il bisogno di manipolare il cibo durante il pranzo o la merenda: A) Deve essere assecondato senza restrizioni pur nel rispetto del cibo e dei compagni. B) NON deve essere assecondato perché altrimenti il bambino NON comprenderebbe la funzione del cibo. C) NON deve essere assecondato perché altrimenti il bambino impiegherebbe un tempo eccessivo per mangiare. D) Deve essere assecondato, ma restringendo il campo d'azione al cibo che il bambino NON gradisce.

2268. Al nido l'ingresso è un momento carico di valenze affettive poiché: A) Segna il confine tra vissuto familiare e vissuto sociale. B) Prevede tempi e modalità ristrette che possono causare ansia. C) Bambino e genitore devono abituarsi a tempi e modalità prestabilite. D) Segna il confine tra modalità educative familiari e modalità educative specialistiche.

2269. Durante il riposo al nido l'educatore deve invitare i bambini già svegli: A) Ad uscire dalla stanza, senza disturbare gli altri bambini. B) Ad aspettarlo nel lettino, senza disturbare il risveglio degli altri bambini. C) A svegliare dolcemente i bambini che ancora dormono. D) A scendere dal lettino e a riprendere i loro giochi.

2270. L'atteggiamento dell'educatore nel momento dell'uscita del bambino dal nido, dovrà essere: A) Di accoglienza nei confronti dei familiari e disponibilità nell'ascoltare e nel rispondere a eventuali domande. B) Di accoglienza, ma di invito ai genitori a NON fare domande. C) Di disponibilità all'incontro e al saluto ma NON al racconto dei fatti della giornata. D) Di saluto e di racconto al genitore di come il bambino ha risposto alle routine.

2271. Il bambino al nido, nel momento del riposo, ha bisogno di sapere che al suo risveglio: A) Ritroverà quello che ha lasciato temporaneamente. B) NON ritroverà quello che ha lasciato, ma cose nuove e più interessanti. C) Ritroverà i coetanei ma NON l'educatore di riferimento. D) Ritroverà il suo oggetto transizionale e l'educatore che gli racconterà una favola.

2272. Al nido, il momento dell'ingresso deve essere pensato per favorire: A) Il distacco dal genitore e l'avviarsi verso i giochi e/o compagni. B) La predisposizione del bambino a svolgere le attività. C) Le relazioni con i coetanei. D) La relazione con l'educatore di riferimento.

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2273. Al nido, relativamente al momento dell'igiene, quando si parla di cure del corpo si intendono le procedure e le azioni che:

A) Garantiscono il benessere fisico e psichico del bambino. B) Hanno l'obiettivo di "tenere pulito" ed ordinato il bambino. C) Favoriscono la piena autonomia del bambino nel tempo più breve possibile. D) Fanno comprendere al bambino l'importanza dell'igiene personale.

2274. Cosa si intende per routine al nido? A) Le attività ritualizzate con sequenze abituali scandite da una successione temporale. B) Le attività di gioco svolte nella sezione con modalità ripetute nel tempo. C) Le attività che il bambino svolge abitualmente, con modalità costanti e stereotipate. D) Le attività svolte autonomamente dal bambino relative al soddisfacimento dei bisogni primari.

2275. Il momento del pranzo al nido ha la funzione di far entrare il bambino in contatto con: A) Il cibo, le regole ed i confini del vivere sociale. B) I coetanei, le loro abitudini ed i loro diritti. C) Il cibo, i sapori e le loro caratteristiche. D) Il piacere di fare da sé per raggiungere l'autonomia.

2276. Quali sono le attività al nido che si indicano come routine? A) L'ingresso, l'igiene e cura del corpo, il pranzo e la merenda, il riposo ed il congedo. B) L'igiene e la cura del corpo, il pranzo e la merenda, la lettura all'interno dello spazio biblioteca. C) L'ingresso, il riposo, le attività ludiche e di movimento, il saluto e il congedo. D) L'inserimento, l'ingresso, le attività ludiche con materiali strutturati ed il congedo.

2277. Il momento dell'uscita al nido rappresenta uno spazio emotivamente significativo in quanto è connotato da: A) Separazione dall'educatore e dai compagni e ricongiungimento al genitore. B) Ricongiungimento al genitore e "trepidazione" relativa all'attesa di questo momento. C) Velocità e rapidità, in quanto la separazione dall'educatore può essere dolorosa. D) Irrequietezza, che spesso si accompagna al desiderio di giocare ancora con i compagni.

2278. Le cure del corpo sono momenti caratterizzati da: A) Costanza, continuità e ripetitività. B) Costanza, continuità e disomogeneità. C) Ripetitività, costanza e riflessività. D) Modellamento, ripetitività e identificazione.

2279. Il momento dell'ingresso al nido deve essere pensato ed agito tenendo conto che il distacco: A) Si svolge con modalità e tempi individuali. B) É un fatto intimo che deve avvenire senza la presenza dell'educatore. C) Deve svolgersi nel minor tempo possibile. D) É sempre difficile e quindi il genitore dovrà allontanarsi in fretta.

2280. I rituali relativi al momento dell'ingresso al nido devono essere: A) Personalizzati a seconda degli stati d'animo di inizio giornata e della personalità del bambino. B) Standardizzati senza tener conto di stati d'animo o emozioni prevalenti del bambino. C) Standardizzati per connotare con precisione le modalità educative del nido. D) Personalizzati sulla base della programmazione di ciascun educatore di riferimento.

2281. Se un bambino non mangia nulla durante il pasto, l'educatore dovrebbe: A) Osservarlo per alcuni giorni per capirne i motivi. B) Insistere perché quanto servito deve essere mangiato. C) Comunicarlo immediatamente ai genitori, chiedendo una soluzione. D) Far finta di nulla, nella speranza di invogliare il bambino.

2282. I momenti del pranzo e della merenda al nido hanno per il bambino la valenza di: A) Soddisfare un bisogno fisiologico entrando in contatto con la realtà e con il proprio corpo. B) Soddisfare un bisogno fisiologico ed apprendere regole alimentari. C) Soddisfare il bisogno di accudimento attraverso un contatto ravvicinato con l'educatore di riferimento. D) Compensare, attraverso un'attività piacevole, la mancanza del genitore.

2283. Nell'organizzazione degli spazi del nido si devono predisporre: A) Ambienti che tengano conto di tutte le esigenze dei bambini. B) Principalmente ambienti ludici. C) Ambienti che tengano conto principalmente delle attività di routines. D) Ambienti non diversificati.

2284. La progettazione degli spazi deve essere una progettazione: A) Sistemica e dinamica. B) Che procede per soluzioni isolate. C) Essenziale e graduale. D) Che segue i criteri dell'omogeneità.

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2285. Il modo di strutturare l'ambiente ha una grande rilevanza: A) Sulle esperienze che l'educatore intende offrire ai bambini. B) Sulle relazioni tra educatori. C) Sulla progettazione extracurricolare. D) Sulle relazioni affettive.

2286. Il "curriculum implicito" è costituito: A) Dalla strutturazione degli spazi e dall'oculata scansione dei tempi. B) Dalla predisposizione delle attività e dal piano annuale. C) Dall'organizzazione del nido e dalle finalità educative. D) Dalla predisposizione degli incontri con le famiglie.

2287. Nei primi mesi di vita l'ambiente tranquillo ed accogliente influenza l'apprendimento linguistico del bambino perché: A) Attiva l'interazione. B) Permette di ascoltare i rumori. C) Permette momenti di riflessione. D) Permette di realizzare discriminazioni.

2288. Per ambiente "che cresce con i bambini" si intende uno spazio: A) Differenziato a seconda delle loro età. B) Che aumenta in relazione al numero dei bambini. C) Sempre meno riservato all'attività ludica. D) Sempre più de-strutturato.

2289. Il "gioco euristico" utilizza: A) L'esplorazione di materiali di recupero. B) L'esplorazione dell'ambiente circostante. C) L'esplorazione del materiale strutturato. D) L'esplorazione dei contenitori dei giocattoli.

2290. Per i bambini di 1-2 anni segmentare gli spazi tende a: A) Creare ambienti stimolanti e diversificati. B) Disorientare i bambini. C) Creare in loro meraviglia e stupore. D) Rendere il nido esteticamente gradevole.

2291. I tempi delle routines si riferiscono: A) Ai momenti del pranzo, riposo, igiene. B) Ai momenti dell'accoglienza. C) Ai momenti per il gioco. D) Ai momenti di confronto degli educatori.

2292. Lo sviluppo dell'esplorazione come fase di crescita dei bambini: A) Ha una stretta relazione con gli stimoli ambientali. B) Può essere agevolato solo in alcuni contesti. C) Ha caratteristiche innate. D) Dipende dalla vivacità dei bambini.

2293. L'organizzazione spaziale degli interni del nido deve essere caratterizzata da spazi: A) Funzionalmente definiti. B) De-strutturati. C) A misura di adulto. D) Molto contenuti.

2294. L'esplorazione (una delle più importanti attività del bambino) è tanto più ricca e prolungata nel tempo quanto: A) Più accattivanti sono gli oggetti di cui il bambino dispone. B) Più l'ambiente è colorato. C) Più gli spazi sono contenuti per evitare distrazioni. D) Più avviene in piccoli gruppi.

2295. Con "l'attività di esplorazione" il bambino al nido: A) Prende conoscenza dell'ambiente. B) Prende tanti giochi. C) Usa tanti giochi. D) Esplora i giocattoli.

2296. Tra i materiali didattici l'oggetto di recupero: A) É una ricchissima fonte di esperienze per il bambino. B) Deve essere utilizzato ma solo in attività guidate. C) Rientra tra i materiali didattici strutturati. D) Limita lo sviluppo del gioco simbolico.

2297. L'educazione indiretta secondo la Montessori: A) Si realizza attraverso l'ambiente. B) É impartita dagli adulti. C) Avviene solo in famiglia. D) Si realizza attraverso il gioco.

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2298. Frazionare l'ambiente in tanti piccoli spazi permette: A) Di personalizzare le attività. B) Di dividere i bambini perché non litighino. C) Di distinguere ciò che appartiene ad ognuno. D) Di rendere l'ambiente più vario.

2299. Un ambiente non prediposto attentamente: A) Favorisce stati di tensione e malessere. B) Permette una migliore organizzazione. C) Rende più semplice l'integrazione. D) Tutela le diversità individuali.

2300. Gli spazi architettonici dell'asilo nido possono essere considerati fattori "ecologici", secondo la teoria di Lewin, in quanto:

A) Pur non costituendo di per sé l'ambiente psicologico del bambino, possono influenzarlo. B) Rispettano le condizioni ambientali e NON influenzano l'ambiente psicologico. C) Permettono la socializzazione indipendentemente dall'ambiente psicologico circostante. D) Ambienti nei quali il bambino apprende costituendo di per sè l'ambiente psicologico.

2301. La predisposizione degli spazi al nido: A) Fa parte della progettazione educativa. B) Non è competenza esclusiva dell'educatore ma di chi lo progetta. C) Influisce sull'ambientamento del bambino ma solo nella fase dell'inserimento. D) É un aspetto importante ma non determinante della progettazione educativa.

2302. L'educatrice di nido, abituando il bambino a curare l'ordine senza imposizione, lo aiuta a raggiungere: A) Autonomia e indipendenza. B) Autonomia e rigore. C) Spirito di iniziativa. D) Spirito di collaborazione.

2303. L'attività del "gioco simbolico" viene attivato: A) In diversi spazi. B) In un solo spazio. C) Nell'angolo della cucina. D) Nell'angolo del teatrino.

2304. L'ambiente al nido dovrebbe differenziarsi secondo: A) L'età e le necessità dei bambini. B) Le esigenze dell'educatore. C) La numerosità dei bambini. D) L'orientamento pedagogico che si è scelto di seguire.

2305. Un ambiente ben predisposto e organizzato all'interno dell'asilo nido: A) Invita all'esplorazione attiva e alla scoperta. B) Predispone al benessere ma non favorisce il gioco euristico. C) Favorisce lo spontaneismo ma limita l'esplorazione. D) Limita la libertà e la creatività.

2306. A 12 mesi il bambino esplora e manipola gli oggetti. Come si definisce questa attività? A) Gioco senso-motorio. B) Gioco simbolico. C) Gioco intuitivo. D) Gioco di finzione.

2307. Un ambiente ordinato con precisi punti di riferimento: A) Risponde al bisogno di orientamento ed è fonte di "organizzazione del pensiero". B) Riduce la creatività dei bambini e limita l'"organizzazione del pensiero". C) Rende i bambini più tranquilli ma non favorisce la creatività. D) Limita lo sviluppo psicomotorio del bambino.

2308. La densità spaziale all'interno di un nido: A) Indica il numero di bambini in uno spazio definito. B) Indica l'ampiezza del nido. C) Indica il numero di bambini che il nido può accogliere. D) Indica il numero di attrezzature e giochi.

2309. Con i giochi di imitazione il bambino al nido esercita: A) La riproduzione di ruoli riscontrati nella vita quotidiana. B) La conoscenza di alcuni oggetti di uso quotidiano. C) L'interazione con altri bambini. D) L'attaccamento verso uno spazio particolare.

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2310. Per stimolare nei bambini dell'asilo curiosità ed interesse crescenti nei confronti della lettura può essere utile: A) Raccontare le storie in uno spazio apposito dedicato ai libri. B) Raccontare le storie mentre i bambini stanno pranzando. C) Raccontare le storie mentre giocano. D) Farli stare seduti nello spazio dedicato alla lettura.

2311. Per facilitare il riposo pomeridiano dei bambini, la zona sonno dovrebbe essere: A) In penombra e accompagnando i bambini nel sonno. B) In penombra e con un sottofondo di filastrocche. C) Illuminata, così che i bambini NON si spaventino per il buio eccessivo. D) Fornita di giochi silenziosi, così che i bambini che NON riescono a dormire possano giocare senza disturbare gli altri.

2312. I bambini che all'asilo nido mostrano l'esigenza di stare un po' da soli: A) Vanno assecondati e all'interno della sezione dovrebbero esserci "luoghi per l'intimità". B) Vanno assecondati e lasciati a lungo da soli in un luogo separato. C) Vanno scoraggiati e tenuti assieme agli altri, perché l'asilo è un luogo di relazione. D) Vanno scoraggiati posticipando le loro richieste.

2313. Il costruire e l'appendere in sezione cartelloni colorati con le foto dei bambini, impegnati nelle attività del nido, può permettere di:

A) Condividere attività e loro significati con bambini e genitori. B) Mostrare le abilità artistiche dei bambini. C) Mostrare le abilità linguistiche dei bambini. D) Mostrare quanti bambini hanno lavorato ad una attività.

2314. All'interno dell'asilo nido, un laboratorio può avere la funzione di: A) Negoziare con i bambini ipotesi di soluzioni di problemi. B) Far applicare ai bambini soluzioni di problemi trovate tra loro. C) Far applicare ai bambini soluzioni di problemi trovate dall'educatore. D) Far trovare ai bambini soluzioni di problemi di natura scientifica.

2315. Secondo Erikson l'ambiente del nido dovrebbe favorire nel bambino piccolo il processo di sviluppo che conduce allo stabilizzarsi del prodotto del primo stadio di sviluppo, ovvero:

A) Il senso fondamentale di fiducia. B) Il senso di solidarietà. C) Il senso di competizione. D) Il senso di interazione.

2316. La scelta dell'arredamento all'interno di un nido è importante perché: A) É un potente mediatore di significato e di comunicazione. B) É una modalità di organizzazione, volta a rendere confortevole lo spazio per gli educatori e per i bambini. C) É una modalità di organizzare lo spazio, cosicché ispiri fiducia e positiva impressione ai genitori. D) Promuove il gusto estetico ed il senso di spazialità dei bambini.

2317. L'ambiente del nido secondo Winnicott dovrebbe essere un luogo intermedio di esperienza ovvero: A) Un luogo dove possano armonizzarsi le esigenze dell'infanzia e le regole della maturità. B) Un luogo dove siano maggiormente promosse le regole della maturità rispetto alle esigenze dell'infanzia. C) Un luogo dove siano maggiormente rispettate le esigenze dell'infanzia rispetto alle regole della maturità. D) Un luogo caratterizzato da attività ludiche.

2318. Una maggiore padronanza dell'ambiente e una distensione dell'Io del bambino possono essere raggiunte tramite la dimensione catartica del gioco, ovvero:

A) L'elaborazione di sensazioni negative attraverso la ripetizione nella dimensione ludica di situazioni problematiche. B) Il reiterarsi di sensazioni negative attraverso la ripetizione nella dimensione ludica di situazioni problematiche. C) L'evitamento di situazioni problematiche dedicandosi esclusivamente alla dimensione ludica. D) Il divertirsi fine a se stesso all'interno della dimensione ludica.

2319. Al nido l'utilizzo del materiale non strutturato: A) Favorisce lo sviluppo della creatività. B) É poco utile all'attività educativa. C) NON favorisce lo sviluppo dei concetti di ordine e disordine. D) NON consente utilizzo programmato.

2320. L'approccio metodologico nel nido richiede: A) La predisposizione di un ambiente accogliente e motivante. B) La predisposizione di interventi per piccoli gruppi. C) La puntuale realizzazione della progettazione educativa. D) La predisposizione di gruppi di livello.

2321. La predisposizione degli spazi deve essere: A) Finalizzata a facilitare l'incontro del bambino con l'ambiente, gli oggetti, le persone. B) Lasciata alla creatività e all'improvvisazione. C) Decisa dalle famiglie. D) Puntualmente prevista in fase di progettazione.

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2322. Per favorire nei bambini l'esercizio della motricità fine, può essere importante creare una zona: A) Con un laboratorio di manipolazione e pittura. B) Con un laboratorio di esperimenti scientifici. C) Con percorsi ad ostacoli e utilizzo di grandi giochi. D) Con utilizzo della piscina di palline.

2323. All'interno dell'asilo nido, un laboratorio può essere definito come uno spazio: A) Che consente di usare attrezzature specifiche e materiali ad hoc. B) Dove effettuare esperimenti scientifici. C) Dedicato ai bambini più grandi. D) Il cui accesso è riservato agli educatori.

2324. I materiali didattici messi a disposizione del bambino devono: A) Consentire un uso il più possibile aperto e creativo. B) Favorire la capacità intuitiva. C) Sollecitare i giochi di gruppo. D) Sollecitare le capacità logiche.

2325. In merito all'ambiente come contesto educativo e relazionale, Bion teorizza che l'educatore dovrebbe promuovere nel bambino lo sviluppo della capacità negativa ovvero:

A) La capacità di stare soli, saper aspettare e tollerare l'incertezza. B) La capacità di saper risolvere i problemi in autonomia senza provare impazienza ed incertezza. C) La capacità di chiedere subito aiuto di fronte all'incertezza. D) La capacità di saper esprimere la propria insicurezza di fronte all'incertezza.

2326. Secondo il pensiero di Winnicott perché l'ambiente del nido sia un contesto relazionale ed educativo efficace, l'educatore in caso di ansie e difficoltà sperimentate del bambino dovrebbe fornire:

A) Holding. B) Reverie. C) Sintonizzazione. D) Comprensione.

2327. "Il materiale", al nido, deve essere: A) Integro e accessibile. B) Strutturato e acquistato. C) Preventivato e tecnico. D) Acquistato e recuperato.

2328. Nel nido per facilitare il riordino del materiale da parte dei bambini, esso: A) Deve essere bene in vista e a portata di mano. B) Deve essere leggero e colorato. C) Deve essere grande e manipolabile. D) Deve essere materiale strutturato.

2329. La flessibilità "dell'organizzazione degli spazi" deve proporsi come: A) Varietà positiva. B) Varietà negativa. C) Varietà diversificata. D) Varietà eterogenea.

2330. Lo "spazio educativo", nel nido, è: A) Insieme di punti di attività. B) Insieme di punti di osservazione. C) Insieme di punti di riflessione. D) Insieme di punti dedicati alle routines.

2331. Il materiale a disposizione del bambino, nel nido, deve essere: A) Vario, esteticamente gradevole e facilmente raggiungibile. B) Sempre ordinato per NON creare confusione nel bambino. C) Utilizzabile solo con l'aiuto dell'adulto. D) Utilizzabile solo nel gruppo dei pari.

2332. Al nido nello spazio "per la memoria" saranno collocati materiali didattici cartacei ed audiovisivi relativi: A) Alla memoria storica della struttura. B) Alle occasioni importanti. C) All'inserimento dei bambini. D) All'accoglienza dei bambini.

2333. Un ambiente "a misura di bambino": A) É pensato per i bambini e strutturato in base alle loro esigenze. B) É povero di arredi per evitare che gli stessi costituiscano un impedimento alle attività. C) Necessita di un ampio spazio esterno. D) É uno spazio dove la pavimentazione è ricoperta da tappeti.

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2334. Nel nido "lo spazio per il gioco simbolico" è un luogo privilegiato per: A) L'osservazione sistematica del bambino. B) Le attività grafico pittoriche. C) Le riprese filmate. D) Le attività di manipolazione.

2335. Nel nido gli "angoli mobili " varieranno a seconda: A) Degli interessi e dei bisogni emergenti dei bambini. B) Dell'organizzazione della giornata. C) Delle necessità degli educatori. D) Dei tempi programmati già prestabiliti.

2336. Al nido i materiali devono essere raggruppati: A) Per settori di attività. B) Per colori. C) Per forme. D) Per interessi.

2337. Nel nido l'organizzazione degli spazi deve considerare i bisogni dei bambini: A) Secondo le caratteristiche dell'età. B) Secondo le attitudini. C) Secondo le capacità. D) Secondo le competenze.

2338. Nel nido occorre strutturare gli spazi e dislocare i materiali per favorire: A) Attività libere e guidate. B) Attività e lavori individualizzati. C) Attività di grande gruppo. D) La programmazione.

2339. I materiali nel nido sono: A) Risorse utili per lo sviluppo del bambino. B) Risorse che NON posseggono una loro funzione d'uso. C) Risorse utili esclusivamente in alcuni contesti. D) Risorse utili solo per lo sviluppo di alcuni bambini.

2340. Il carattere della "morbidezza" di un oggetto è assimilabile dal bambino al: A) Senso di calore e di protezione. B) Senso di crescita. C) Senso di punizione. D) Senso di sviluppo.

2341. Il nido è un luogo che deve garantire: A) Consonanza emotiva. B) Consonanza competitiva. C) Consonanza cognitiva. D) Consonanza interiore.

2342. L'organizzazione dello spazio, nel nido, scaturisce da: A) Scelte condivise dal gruppo di lavoro. B) Scelte individuali del lavoro dell'educatore. C) Scelte motivate dai genitori. D) Scelte operative.

2343. Nel "laboratorio" l'educatore si pone come: A) Co-costruttore dell'esperienza dei bambini. B) Connotazione principale dei bambini. C) Elemento operativo con i bambini. D) Soggetto che gioca alla pari dei bambini.

2344. L'ora del racconto" richiede, per un ascolto attento dei bambini, alcuni elementi indispensabili, ovvero: A) Uno spazio calmo e l'uso di tecniche del racconto. B) Uno spazio fisico e la presenza di libri. C) Trame semplici e l'arte dell'immagine. D) Uno spazio tranquillo e un linguaggio semplificato.

2345. Nel nido l'organizzazione degli spazi dipende: A) Dalle scelte educative. B) Dalla disponibilità dei locali. C) Dall'ampiezza dei locali. D) Dalle competenze degli educatori.

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2346. Lo spazio del nido assume particolare significato perché: A) Sollecita l'instaurarsi di rapporti affettivi. B) Favorisce attività di ricerca. C) Favorisce giochi a squadre. D) Permette lo sviluppo individuale.

2347. L'organizzazione degli spazi, nel nido, deve richiamare: A) Elementi di famigliarità. B) L'ambiente esterno. C) La ludoteca. D) Un mondo fantastico.

2348. Perché il bambino costruisca nuove esperienze gli "angoli" nel nido devono essere: A) Stimolanti. B) Rilassanti. C) Familiari. D) Omogenei.

2349. I materiali nel nido sono: A) Risorse per lo sviluppo del bambino. B) Essenziali per lo sviluppo del bambino. C) Irrinunciabili per lo sviluppo del bambino. D) Inutili per lo sviluppo del bambino.

2350. Nel nido la strategia di utilizzo dei materiali deve essere prevista nel: A) Piano Educativo. B) Piano Giornaliero. C) Piano Mensile. D) Piano Settimanale.

2351. La fruizione della varietà degli "spazi" nel nido esige: A) Diversificazione delle attività. B) Omologazione delle attività. C) Ripetizione delle attività. D) Presenza di attività.

2352. Nel nido l'utilizzo dei materiali e degli attrezzi: A) É in funzione degli obiettivi da raggiungere. B) Avviene senza una precisa programmazione. C) É in relazione agli spazi del nido. D) É in relazione ai desideri dell'educatore.

2353. Nel nido per "atelier" si intende uno spazio predisposto: A) Per specifiche attività. B) Per attività libere. C) Solo per attività simboliche. D) Solo per attività motorie.

2354. Nel nido l'ambiente ove si svolgono le attività programmate è definito: A) Spazio educativo. B) Ambiente di istruzione. C) Luogo di apprendimento. D) Spazio di ricerca.

2355. Nel nido, l'utilizzo di materiali diversi tra loro, dovrebbe favorire: A) L'esplorazione del bambino. B) L'equilibrio del bambino. C) Le relazioni tra bambini. D) La reazione del bambino.

2356. Nel nido lo spazio dell'"esplorazione e della ricerca" è un laboratorio a prevalente connotazione: A) Scientifica e manipolativa. B) Motoria e plastica. C) Simbolica e teatrale. D) Sonora e ricreativa.

2357. Nel nido gli spazi devono essere organizzati: A) Secondo il criterio della flessibilità. B) Secondo il criterio dell'eterogeneità. C) Secondo il criterio dell'improvvisazione. D) Secondo il criterio della rigidità.

2358. Nel nido, nella scelta dei diversi materiali, è importante prestare attenzione: A) Alle qualità tattilo-percettive. B) Alla rigidità. C) Alla monotonia. D) Alla friabilità/consistenza.

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2359. Nel nido "lo spazio per l'accoglienza" è utilizzato nel momento: A) Dell'entrata e del distacco dalla famiglia. B) Dell'osservazione. C) Dell'ascolto dalla famiglia. D) Del movimento e del gioco libero.

2360. La disponibilità dei materiali e la dislocazione degli arredi al nido può: A) Stimolare i bambini ad agire. B) Togliere spazio alle attività. C) Sollecitare conflitti tra bambini. D) Evitare che si crei disordine.

2361. Nel nido l'organizzazione degli spazi deve consentire: A) Percorsi creativi. B) Percorsi consolidati. C) Percorsi organizzati. D) Percorsi razionali.

2362. Nel nido, la creazione di angoli, nello stesso ambiente, permette: A) Di osservare i gruppi che si dedicano ad attività diverse. B) Di osservare i gruppi che si dedicano alla stessa attività. C) Di dirigere i gruppi che svolgono contemporaneamente attività motorie diverse. D) Di valutare i gruppi che svolgono attività libere.

2363. Gli spazi nel nido devono essere: A) Organizzati intenzionalmente. B) Organizzati dai bambini del nido. C) Organizzati settimanalmente. D) Il più possibile improvvisati per lasciare spazio alla fantasia dei bambini.

2364. L'uso dello specchio al nido risulta estremamente importante per il bambino, nel: A) Processo di identificazione. B) Processo di uguaglianza. C) Processo di affermazione. D) Processo della crescita.

2365. Nel nido "l'ingresso spogliatoio" può essere trasformato in uno spazio: A) Di accoglienza per rispettare l'affettività del bambino. B) Di accoglienza per rispettare la flessibilità. C) Per lasciare gli indumenti. D) Per favorire le relazioni.

2366. Al nido le attività di psicomotricità.... A) Hanno come obiettivo quello di aiutare i bambini a raggiungere il giusto equilibrio tra funzioni motorie e psicomotorie. B) Sono incontri tra i genitori, gli educatori e uno specialista esterno il quale introduce temi legati ad uno sviluppo corretto e

armonico del corpo del bambino. C) Dovrebbero essere effettuati in penombra e in totale silenzio. D) Sono utili soprattutto tra i 24 e i 36 mesi del bambino.

2367. Nel nido la creazione di spazi permette: A) La dislocazione attiva dei bambini. B) La creazione di un ambiente più confortevole. C) Di soddisfare esigenze estetiche. D) Di creare ambienti omogenei.

2368. Nelle attività del nido, l'utilizzo dello specchio, rappresenta uno strumento per la costruzione nel bambino della: A) Propria identità. B) Propria memoria. C) Propria curiosità. D) Propria scoperta.

2369. Nel nido l'organizzazione degli angoli deve favorire: A) Modalità varie di aggregazione e di comunicazione. B) Lavori per gruppi fissi e conversazioni a tema. C) Modalità fisse di aggregazione e di comunicazione. D) Modalità varie di ricerca didattica.

2370. L'uso dello specchio, nel nido, offre al bambino, l'opportunità di arricchirsi di: A) Scoperte attorno al Sé. B) Sensibilizzazione emotiva. C) Riflessione. D) Fantasia.

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2371. Gli spazi, nel nido devono essere predisposti per: A) Favorire lo scambio comunicativo e la socialità fra bambini. B) Evitare competizioni fra bambini. C) Favorire la quiete dei bambini. D) Evitare le interazioni tra gruppi disomogenei per età.

2372. Nel nido "lo spazio per l'accoglienza" è: A) Uno spazio per se stessi e per i propri oggetti. B) Uno spazio per le emozioni. C) Uno spazio precluso ai genitori. D) Uno spazio stimolante.

2373. Nell'organizzazione degli spazi del nido, carriole, palle, funicelle, cerchi, ecc., favoriscono: A) Possibilità di moto e di azioni. B) Possibilità di utilizzo di schemi fissi. C) Azioni di rilassamento. D) Moto eccessivo.

2374. L'abbondanza dei materiali a disposizione nel nido deve essere adeguata: A) Alle strategie di utilizzo. B) Alle capacità dei bambini. C) Esclusivamente alle esperienze pregresse. D) Alle esigenze delle famiglie.

2375. Nel nido la scelta dei diversi materiali deve favorire nel bambino il piacere: A) Di esplorare. B) Di ritrovare oggetti conosciuti. C) Di fare esperienze NON movimentate. D) Di utilizzare sempre gli stessi oggetti.

2376. Nel nido un ambiente ricco di oggetti sia per qualità sia per varietà è: A) Stimolante per lo sviluppo del bambino. B) Favorevole alle capacità del bambino. C) Caotico e crea confusione per i bambini. D) Destrutturato e quindi privo di valenza educativa per il bambino.

2377. Nel nido gli oggetti stimolano il pensiero del bambino e quindi: A) Ne arricchiscono il linguaggio. B) Creano interazioni NON intenzionali. C) Accrescono la confidenza con il materiale. D) Arricchiscono lo scambio solo all'interno del gruppo dei pari.

2378. La predisposizione ordinata degli spazi e la costanza dei materiali favoriscono: A) Sicurezza e stabilità nel bambino. B) Il lavoro degli operatori. C) Il riordino e la pulizia. D) Lo sviluppo nel bambino di capacità mnemoniche.

2379. Nella sistemazione dei lettini, l'educatore organizza l'ambiente: A) Per essere più vicino ai bambini che necessitano di un'attenzione privilegiata. B) Per avere uno sguardo su tutti ma NON stare vicino a nessuno. C) Secondo la divisione in sezioni del gruppo di bambini. D) Allontanando i bambini che hanno difficoltà a addormentarsi.

2380. L'organizzazione dello spazio per centri d'interesse favorisce: A) Lo sviluppo dell'autonomia e il gioco cooperativo. B) Un riordino dei materiali e dei giochi più rapido. C) Le attività didattiche per lo sviluppo cognitivo. D) Le attività motorie libere.

2381. Nel nido spazi curati e ordinati stimolano: A) La partecipazione dei bambini alle attività. B) La scarsa partecipazione dei bambini alle attività. C) La NON partecipazione dei bambini alle attività. D) Il condizionamento nei bambini.

2382. Nel nido l'organizzazione degli spazi è fondamentale perché promuove nel piccolo gruppo: A) Il gioco e l'esplorazione in modo creativo. B) Il gioco e la realizzazione di prodotti esteticamente più gradevoli. C) Il gioco e la realizzazione di schemi motori. D) Il gioco e l'esplorazione dei rapporti.

2383. Il nido, per stimolare nel bambino lo sviluppo cognitivo, deve essere: A) Un ambiente reale, interessante e complesso. B) Un ambiente reale e con pochi giochi. C) Un ambiente reale anche se poco adeguato allo sviluppo motorio del bambino. D) Un ambiente reale semplice.

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2384. I materiali in uso nel nido si possono dividere in: A) Materiali strutturati e materiali NON strutturati. B) Materiali di occupazione e materiali da lavoro. C) Materiali per l'abbellimento e materiali di consumo. D) Materiali intuitivi e materiali ricreativi.

2385. Il materiale NON strutturato è il: A) Materiale occasionale. B) Materiale per la vita all'aperto. C) Materiale per gli esercizi di vita pratica. D) Materiale di consumo.

2386. Con i materiali strutturati, al nido, l'apprendimento avviene col gioco. Il bambino scopre: A) Le prime relazioni e le classi. B) L'equivalenza. C) La proprietà transitiva. D) La proprietà riflessiva.

2387. I materiali strutturati favoriscono nel bambino la costruzione di strutture: A) Del pensiero logico e creativo. B) Dello sviluppo fisico. C) Del senso barico. D) Del senso cromatico.

2388. Il materiale per lo sviluppo "sensoriale" favorisce la graduale discriminazione: A) Delle forme - dei colori - delle dimensioni. B) Dei pesi specifici e delle misure. C) Della lunghezze e delle unità di misura. D) Dei materiali più adatti per attività pittoriche.

2389. Nel nido sono consigliati i materiali che: A) Permettono al bambino di essere protagonista del gioco. B) Permettono al bambino di NON essere protagonista del gioco. C) Sollecitano solo un gioco. D) Sollecitano esclusivamente alcune competenze (modificata).

2390. L'uso dei materiali deve promuovere nel bambino il passaggio dallo stadio: A) Senso-motorio allo stadio preoperatorio. B) Dell'animismo allo stadio dell'artificialismo. C) Preconcettuale allo stadio intuitivo. D) Percettivo allo stadio psico-motorio.

2391. I materiali, strutturati e NON, sono utili al bambino: A) Per appagare il suo desiderio di fare e disfare. B) Per appagare il suo desiderio di avere molti giochi. C) Per conoscere meglio i compagni con i quali gioca. D) Per riflettere su quali giochi proporre ai compagni.

2392. Il materiale per il gioco di finzione stimola l'apprendimento: A) Imitativo - simbolico - dei ruoli. B) Motorio - scientifico - logico. C) Imitativo - dei ruoli - scientifico. D) Spaziale - logico - percettivo.

2393. I materiali sono per il bambino: A) Strumenti di gioco e di lavoro. B) Strumenti occasionali. C) Strumenti da smontare. D) Strumenti da utilizzare solo in gruppo.

2394. L'organizzazione dell'ambiente educativo al nido riveste un ruolo fondamentale nella formazione: A) Della personalità del bambino. B) Dell'intelligenza relazionale del bambino. C) Delle abilità percettivo-motorie del bambino. D) Di comportamenti educativi adeguati.

2395. Un contesto al nido si dice educativo e relazionale quando stimola e garantisce: A) Lo sviluppo delle potenzialità e capacità del bambino. B) Lo sviluppo delle capacità cognitive e percettivo-motorie del bambino. C) Le relazioni tra il singolo bambino ed il gruppo. D) Le qualità positive del bambino (socialità, disponibilità, altruismo, generosità...).

2396. L'organizzazione e strutturazione degli spazi al nido influenza: A) I comportamenti del bambino e dell'educatore. B) I comportamenti del bambino evitando situazioni disturbanti, di stress. C) L'andamento e la scelta delle attività. D) Le strategie e metodologie educative.

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2397. La prospettiva educativa denominata "ecologica" afferma che gli spazi al nido sono : A) Spazi fisici strettamente connessi con quelli sociali e socio-culturali. B) Ambienti che dipendono da una serie di fattori semplici e prevedibili. C) Contesti fisici connotati secondo le ritualità della natura (stagioni, giorno/notte...). D) Spazi fisici e mentali influenzati dalla cultura e dalle credenze dell'epoca storica di appartenenza.

2398. Per prestazione funzionale di uno spazio al nido s'intende: A) La funzione d'uso concreto dei diversi spazi. B) Le attività che si possono svolgere nei diversi spazi. C) La funzione dei materiali organizzati negli spazi. D) Le strategie educative degli educatori in relazione agli spazi di attività.

2399. Per prestazione topologica dello spazio al nido s'intende: A) Le relazioni fra i diversi spazi. B) La destinazione dei diversi spazi. C) Le qualità dei materiali ludici. D) Le relazioni fra spazio aperto e spazio chiuso.

2400. Per prestazione simbolico-culturale dello spazio al nido s'intende la progettazione di: A) Spazi che favoriscono lo sviluppo di capacità simboliche e culturali. B) Esperienze che favoriscano la capacità di astrazione cognitiva del bambino. C) Spazi dove svolgere attività culturali (musica, lettura, arte...). D) Esperienze che favoriscano l'acquisizione di una cultura di appartenenza.

2401. Le prestazioni simbolico-culturali dello spazio al nido possono essere perseguite tenendo conto di tre categorie o ambiti: A) La comunicazione, l'apprendimento, il gioco. B) La motricità, la comunicazione, il gioco. C) La percezione, il linguaggio, il gioco. D) La comunicazione, il gioco, l'affettività.

2402. I materiali al nido possono essere definiti come: A) Risorse utili al bambino in ragione delle loro molteplici funzioni d'uso per il suo sviluppo. B) Risorse utili per lo sviluppo dell'affettività e della socializzazione del bambino. C) Risorse utili al bambino in ragione della loro funzione simbolica per il suo sviluppo. D) Risorse utili al bambino in ragione delle loro molteplici funzioni socio-culturali per il suo sviluppo.

2403. All'asilo nido l'angolo morbido nella sezione dei bambini piccoli è un luogo: A) Fisico e mentale di calda accoglienza, di tenerezza pensato affinché il bambino possa sperimentare una sensazione di benessere

globale. B) Molto piccolo e nascosto, accogliente e sicuro pensato affinché il bambino possa sperimentare una sensazione di protezione. C) Fisico di accoglienza pensato affinché il gruppo di bambini della stessa età possa sperimentare sensazioni tatto-percettive. D) Dove si svolgono attività di movimento e quindi pensato affinché il bambino possa sperimentare sensazioni percettive e

motorie. 2404. L'area del gioco senso percettiva al nido è un luogo dove si pensano e si offrono attività finalizzate a:

A) Esperire al bambino una eterogenea gamma di esperienze sensoriali inerenti tutti i sensi. B) Insegnare al bambino le qualità sensoriali e percettive degli oggetti e materiali che lo circondano. C) Veicolare informazioni e sensazioni relative alle qualità fisiche degli oggetti e materiali. D) Trasmettere al bambino una serie di esperienze motorie inerenti l'organizzazione dello schema corporeo.

2405. La mancanza di riconoscibilità degli spazi al nido può generare: A) Caos, dispersione, perdita del senso di appartenenza e di affezione allo spazio educativo. B) Stanchezza, desiderio di cambiare, perdita della propria individualità e dei propri desideri. C) Ordine, organizzazione, acquisizione del senso di adesione e affezione allo spazio educativo. D) Caos, dispersione, perdita del senso di affezione e di sicurezza nei confronti degli educatori.

2406. Un buon rapporto con lo spazio fisico del nido presuppone: A) Il riconoscimento dell'ambiente e degli oggetti. B) Il riconoscimento dei ruoli. C) L'adattamento alle regole del nido. D) L'adattamento alle indicazioni dell'educatore.

2407. Il rapporto positivo con lo spazio sociale presuppone: A) Graduale passaggio dalle abitudini di casa a quelle del nido. B) Rispetto delle regole e delle abitudini del nido. C) Condivisione delle norme del gruppo. D) Acquisizione delle regole del gioco.

2408. Lo spazio al nido, poiché deve favorire l'ambientamento del bambino, deve essere: A) Ricco di oggetti e materiali che stimolano emozioni positive ed invitano all'esplorazione attiva. B) Ricco di oggetti e materiali che lo rendono colorato e allegro. C) NON particolarmente ricco di oggetti e materiali per NON confondere il bambino. D) NON particolarmente ricco di oggetti e materiali per NON distrarre il bambino.

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2409. L'ambiente del nido può essere considerato educativo poiché: A) Contribuisce al potenziamento dello sviluppo psichico, fisico e dell'autonomia. B) In esso si possono trovare spunti per attuare giochi ed attività. C) "Contiene" affettivamente i bambini. D) Il suo adattamento consente di coinvolgere i bambini.

2410. La distinzione in Sezioni dello spazio al nido è utile a fini: A) Organizzativi, logistici, progettuali. B) Esclusivamente logistici. C) Esclusivamente progettuali. D) Organizzativi e logistici.

2411. La Sezione è uno spazio di riferimento, distinto dal resto del nido, che contribuisce a: A) Creare un legame denso di relazioni ed esperienze tra bambini ed educatore. B) Creare un ambiente tranquillo e ricco di rapporti privilegiati tra bambini. C) Creare un legame affettivo profondo tra bambini di diversa età. D) Creare un ambiente specifico per lo svolgimento di attività cognitive.

2412. Le pareti della sezione possono essere utilizzate, oltre che per poster, murales e decorazioni, come: A) Una bacheca che documenta la vita dei bambini all'interno della sezione. B) Una bacheca che raccoglie le comunicazioni per i genitori. C) Uno spazio sul quale il bambino è libero, di colorare, scarabocchiare, ecc. D) Una bacheca che raccoglie le comunicazioni tra educatori.

2413. La dominanza percettiva si attribuisce a quei materiali del nido che presentano: A) Qualità percettive e tattili che favoriscono l'esplorazione e la manipolazione. B) Qualità percettive che suscitino interesse nel bambino. C) Qualità strutturali che li rendono sicuri ed affidabili. D) Qualità strutturali che ne consentono un uso semplice e pratico.

2414. La sistemazione fisica dei materiali e dei giochi al nido prevede criteri specifici, pertanto i materiali e i giochi possono suddividersi a seconda di:

A) Aree di esperienza, funzioni ludiche dominanti, dimensione sociale, qualità strutturale dominante. B) Qualità e area di esperienza per cui sono predisposti. C) Funzioni ludiche dominanti. D) Qualità che li rendono utilizzabili in un contesto di grande o di piccolo gruppo.

2415. Gli spazi di gioco e delle routines ed i materiali proposti sono pensati in modo da: A) Favorire il coinvolgimento affettivo, cognitivo, socio-relazionale e fisico tra bambini. B) Favorire il rapporto privilegiato con l'educatore ed in particolare con la figura di riferimento. C) Favorire il coinvolgimento del bambino senza la presenza dei coetanei. D) Favorire il "sentirsi a casa" del bambino.

2416. Gli spazi al nido devono essere pensati in modo da consentire: A) La soddisfazione dei bisogni di ciascun bambino. B) Lo svolgimento di attività finalizzate all'apprendimento delle regole sociali. C) La praticità e la gestibilità da parte dell'educatore. D) Lo svolgimento di attività progettate e NON improvvisate.

2417. Nella strutturazione degli spazi del nido si devono prevedere "luoghi tana e angoli morbidi" al fine di: A) Permettere al bambino di entrarci dentro e sentirsi rassicurato, riconosciuto e protetto. B) Permettere al bambino di estraniarsi dal contesto. C) Permettere al bambino di ricercare un contatto esclusivo con l'educatore. D) Permettere al bambino di elaborare il distacco dai genitori.

2418. Nella strutturazione degli spazi del nido le "isole d'intimità" favoriscono: A) Lo sviluppo del senso di appartenenza e riconoscimento del bambino. B) Lo sviluppo nel bambino di relazioni amicali. C) Lo sviluppo nel bambino del senso di appartenenza al nido. D) Lo sviluppo nel bambino delle relazioni con l'educatore di riferimento.

2419. L'utilizzo da parte del bambino al nido di "isole d'intimità" consente di: A) Accedere ad una dimensione individuale che permette al bambino di ritrovarsi nella relazione con se stesso e con gli altri. B) Tranquillizzare il bambino riguardo all'imminente ritorno dei genitori. C) Preparare il bambino al passaggio da un'attività di gioco strutturato ad una routine. D) Accedere ad una dimensione di piccolo gruppo che favorisce lo stare con gli altri.

2420. L'utilizzo di spazi di esplorazione e scoperta nel nido permette di: A) Promuovere la curiosità e l'interesse del bambino. B) Esercitare le abilità fino/grosso motorie del bambino. C) Scoprire luoghi nuovi ed inesplorati per sviluppare la creatività del bambino. D) Esercitare da parte del bambino schemi motori consolidati in situazioni nuove ed inesplorate.

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2421. Gli spazi di esplorazione e scoperta del nido devono consentire al bambino di esercitare e sviluppare le proprie capacità di orientamento attraverso il ritrovare, ad esempio,:

A) La posizione degli oggetti nello spazio e un percorso tra un luogo e l'altro. B) Gli educatori ed i coetanei. C) Oggetti nascosti dall'educatore. D) Oggetti utilizzati nelle attività dei giorni precedenti.

2422. Lo spazio al nido può essere predisposto e suddiviso in "Angoli" ovvero in: A) Piccoli spazi strutturati in angoli tematici/di interesse, all'interno di uno spazio più grande. B) Spazi strutturati dove il bambino può rifugiarsi. C) Piccoli spazi NON strutturati dove il bambino può fare ciò che desidera. D) Piccoli spazi per percorsi motori e di esplorazione.

2423. Nel momento della progettazione, lo spazio al nido deve essere pensato come: A) Possibilità di ciò che vi può essere "agito", vissuto. B) Possibilità di soddisfare il bisogno di interagire del bambino con i coetanei. C) Possibilità di "dirigere" e condizionare le esperienze del bambino. D) Possibilità di ciò che dentro NON può essere "agito" e vissuto direttamente dai bambini.

2424. Per favorire lo svolgimento di esperienze significative al nido l'educatore deve progettare: A) La presenza di materiali vari e l'organizzazione di spazi idonei e significativi. B) La presenza di determinati materiali reperibili in qualsiasi spazio del nido. C) La presenza di materiali vari e reperibili solo nello spazio dedicato al gioco libero. D) La possibilità di far reperire al bambino qualsiasi materiale desideri utilizzare.

2425. Uno spazio ludico-educativo al nido è un luogo di: A) Costruzione della memoria, produzione e attivazione di proposte, spazio di incontri ed esperienze. B) Riferimento per gli educatori ed i bambini che ritrovano luoghi di familiarità. C) Riferimento per i genitori e i bambini. D) Protezione, accudimento utile a soddisfare i bisogni dei bambini.

2426. La strutturazione architettonica degli spazi di un asilo nido deve: A) Permettere ai bambini di muoversi in modo autonomo sperimentando le proprie competenze. B) Presentare una serie di limiti che il bambino deve imparare a superare con la crescita. C) Offrire luoghi in cui il bambino possa isolarsi quando NON vuole partecipare alle attività. D) Permettere giochi acquatici per favorire lo sviluppo psico-motorio dei bambini.

2427. La predisposizione di spazi ed attività di "laboratorio" nell'asilo nido deve offrire al bambino principalmente l'opportunità di:

A) Incontrare più materiali, linguaggi e punti di vista, valorizzando l'espressività e la creatività. B) Apprendere una manualità da impiegare in un'attività di routine. C) Comprendere le relazioni di causa effetto di determinati fenomeni. D) Migliorare le performance in cui è meno abile.

2428. L'obiettivo generale di un laboratorio di asilo nido è di favorire nel bambino prevalentemente: A) L'attivazione integrata di relazioni, competenze e conoscenze. B) La socializzazione con altri bambini. C) La socializzazione con bambini ed adulti. D) Lo sviluppo di competenze psico-motorie.

2429. Nel nido uno spazio ben strutturato: A) Invita a parlare con gli altri o ad avere dei momenti di intimità, a spostarsi con tranquillità. B) Invita i bambini a socializzare con facilità insieme ai coetanei. C) Invita a impegnarsi maggiormente nello svolgere attività didattiche. D) Invita a rilassarsi e ad acquistare fiducia negli adulti di riferimento.

2430. In riferimento al nido, il termine "contesto" attiene: A) Allo spazio fisico e contemporaneamente alle relazioni che si stabiliscono al suo interno. B) Allo spazio fisico e contemporaneamente alle attività che vi si svolgono. C) Allo spazio fisico e contemporaneamente agli arredi in esso presenti. D) Allo spazio fisico e contemporaneamente a tutto ciò che è presente al suo interno.

2431. Gli spazi all'interno del nido: A) NON devono evidenziare la differenziazione sessuale tra bambina e bambino. B) Devono favorire la differenziazione sessuale tra maschio e femmina. C) Devono principalmente favorire attività ludiche. D) Devono principalmente favorire le attività di routines.

2432. La maniera di organizzare gli spazi, costituisce in se stessa un importante contenuto di apprendimento: A) A partire dal 3° mese. B) A partire dal 12° mese. C) A partire dal 18° mese. D) A partire dal 24° mese.

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2433. La funzione principale di uno spazio esterno (cortile) è quella di: A) Introdurre e guidare i bambini alla conoscenza dell'ambiente naturale. B) Incoraggiare la socializzazione tra coetanei. C) Lasciare libero sfogo alle emozioni dei bambini. D) Organizzare attività didattiche più adatte al momento.

2434. É importante che la disposizione degli arredi all'interno del nido favorisca nel bambino: A) Il senso di autonomia. B) Il senso di libertà di scelta. C) Il senso di rispetto di oggetti e materiali. D) Il senso di adeguatezza rispetto ai compagni.

2435. Al nido è importante che i bambini abbiano libero accesso ai materiali? A) Dipende dal tipo di materiale. B) Si, ma solo quando lo stabilisce l'educatore. C) Si, tutte le volte che i bambini lo desiderino. D) No, i bambini NON devono mai avere libero accesso ai materiali.

2436. Nel nido i materiali sono un importante indicatore: A) Del tipo di attività che si svolgono in sezioni. B) Del tipo di attività preferite dai bambini\e. C) Del tipo di attività preferite dagli educatori. D) Di come i bambini rispondono alla proposta di determinate attività.

2437. Nel nido i primi semplici giochi ad incastro si possono proporre ai bambini a: A) 14 mesi. B) 6 mesi. C) 24 mesi. D) 36 mesi.

2438. Nel nido gli arredi ed i materiali vanno scelti in funzione di parametri quali: A) Rispondenza agli obiettivi del progetto educativo. B) Rispondenza all'egocentrismo del bambino. C) Rispondenza al senso estetico del bambino. D) Rispondenza al senso di sicurezza del bambino.

2439. Un nido di qualità deve prestare attenzione: A) All'organizzazione degli spazi e alla qualità degli arredi. B) Alla sporadicità degli incontri con le famiglie. C) All'intensità di alcuni processi educativi. D) Alle dinamiche soggettive negli incontri con le famiglie.

2440. La qualità della strutturazione spaziale al nido è in relazione con: A) Le categorie di intimità/sicurezza ed esplorazione/scoperta. B) L'eliminazione delle stimolazioni provenienti dal territorio. C) L'integrazione di conoscenze derivanti da stimoli esterni. D) La scansione fissa e predeterminata dei tempi.

2441. Gli oggetti presenti al nido dovrebbero presentare caratteristiche quali: A) Essere di diverse varietà e grandezze ed in quantità appropriate rispetto al numero dei bambini. B) Essere costruiti in modo da riprodurre la realtà esterna all'ambiente del nido e quella familiare. C) Essere materiali nuovi e NON ancora utilizzati. D) Essere colorati, di varie grandezze e poco variabili, preferibilmente strutturati, ma facilmente utilizzabili dal bambino.

2442. Nella strutturazione degli spazi al nido è utile tenere presente che questi dovrebbero fornire al bambino: A) Rassicurazione e riconoscimento, senso di appartenenza, momenti di esplorazione e scoperta. B) Rassicurazione e protezione e momenti di scambio privilegiato con l'educatore di riferimento. C) Momenti di scoperta e di esplorazione in un grande spazio sicuro e protetto per facilitare la socializzazione. D) Momenti di esplorazione e scoperta in piccoli spazi sicuri e protetti per facilitare l'ambientamento.

2443. Gli oggetti prodotti dai bambini, dovrebbero essere: A) Esposti e continuamente rinnovati. B) Riposti in armadietti per tutta la durata dell'anno. C) Consegnati ogni settimana ai genitori. D) Esposti tutto l'anno e consegnati solo a fine anno ai genitori.

2444. Al nido, i materiali utilizzati e proposti al bambino devono essere: A) Funzionali alle diverse attività e alle competenze che si intendono sviluppare. B) Percettivamente evidenti per attirarne l'attenzione. C) Necessariamente di uso comune per favorire lo sviluppo del gioco simbolico. D) Funzionali esclusivamente a situazioni motorie specifiche.

2445. Per facilitare lo scambio sociale tra coetanei, durante il momento del pasto, è auspicabile che: A) Ci siano più tavoli piuttosto che un unico grande tavolo. B) Ci siano più tavoli dove collocare piccoli giochi. C) L'educatore NON sia seduto al tavolo coi bambini. D) L'educatore si muova tra i tavoli sollecitando scambi comunicativi.

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2446. Nel nido, un'atmosfera aperta e laboriosa facilita nel bambino: A) Il piacere di fare. B) La voglia di perfezionarsi. C) Un senso di familiarità. D) Un senso di tranquillità.

2447. Al nido per "oggetto" si intende: A) Il materiale ludico strutturato e NON, offerto al bambino per aiutarlo nella scoperta, esplorazione e sperimentazione di sé e

dell'ambiente. B) Il materiale NON strutturato offerto al bambino per aiutarlo nello sviluppo del gioco simbolico e nella creatività. C) Il materiale di uso comune offerto al bambino per favorire l'esplorazione e la definizione delle sue funzioni d'uso. D) Il materiale strutturato offerto al bambino per favorire l'esplorazione e la sperimentazione di abilità motorie.

2448. Gli "angoli" del nido sono progettati dall'educatore per favorire: A) Il gioco di piccolo gruppo. B) Momenti di gioco NON strutturato. C) Interazioni fra bambini di diverse sezioni. D) Momenti di scambio fra educatore di riferimento e bambino.

2449. Al nido gli spazi strutturati o angoli esperenziali sono: A) Zone delimitate per lo svolgimento di attività educative specifiche. B) Zone NON delimitate dove il bambino sceglie liberamente di svolgere una delle attività educative specifiche. C) Zone NON delimitate ed ampie dove si possono svolgere attività ed esperienze scelte liberamente dal bambino. D) Zone delimitate e attrezzate per favorire nel bambino la fino e la grosso motricità.

2450. La presenza di spazi contenuti e raccolti al nido, consente al bambino di avere: A) Momenti di intimità e relax che sono rassicuranti e confortanti. B) Frequenti momenti di completo isolamento dal gruppo. C) Momenti di isolamento dal gruppo e di interazione esclusiva con l'educatore. D) Momenti in cui nascondersi per richiamare l'attenzione dell'educatore.

2451. In fase di progettazione, per la strutturazione e l'organizzazione degli spazi del nido, l'educatore si deve occupare: A) Delle possibilità comunicative, relazionali e cognitive che i materiali e gli arredi veicolano. B) Della distribuzione fisica e spaziale dei materiali e degli arredi nell'ambiente. C) Della sicurezza dei materiali e degli arredi che sono presenti nella struttura. D) Di distribuire materiali e arredi in modo da NON ostacolare il libero movimento dei bambini.

2452. La scelta degli arredi deve rispondere a diversi bisogni del bambino e precisamente: A) Al bisogno di sicurezza e protezione, di esplorazione, di movimento. B) Al bisogno di essere accudito e protetto ed al bisogno di autonomia. C) Al bisogno di autonomia dalla figura adulta ed al bisogno di esprimere le emozioni. D) Al bisogno di essere accudito e protetto ed al bisogno di movimento.

2453. L'educatore del nido deve predisporre la sezione dei "piccoli" prevedendo: A) Uno spazio ben organizzato, raccolto e protetto. B) Angoli strutturati e molti tappetoni. C) Diversi spazi personali per i bambini. D) Uno spazio per il gioco strutturato.

2454. Nel nido l'ambiente della sezione dei "piccoli" deve: A) Favorire il gattonamento e offrire punti d'appoggio sicuri per facilitare i bambini che iniziano a camminare. B) Proporsi come un contenitore affettivo e attrezzato con diversi cesti ed angoli strutturati. C) Essere strutturato per il gioco affettivo-relazionale e facilitare il compimento di attività ludiche di movimento. D) Proporsi come contenitore atto all'esplorazione e alla manipolazione e attrezzato per le attività motorie.

2455. Al nido, le attività nell' "angolo delle costruzioni" hanno l'obiettivo di favorire: A) La riflessione e la fino motricità. B) Il gioco di movimento e lo sviluppo delle abilità grosso motorie. C) La costruzione di relazioni tra coetanei attraverso il fare insieme. D) Lo sviluppo del legame tra bambino ed educatore attraverso il fare insieme.

2456. L'educatore, predisponendo la sezione dei "piccoli", deve prestare particolare attenzione: A) Al pavimento, che rappresenta per i bambini un luogo da esplorare, visto che rimangono a lungo seduti per terra. B) Agli arredi, che devono essere accessibili per consentire ai bambini di prendere gli oggetti che desiderano. C) Agli oggetti che i bambini possono utilizzare, per aiutarli nello sviluppo della creatività. D) Ai materiali, che devono necessariamente essere di uso comune per favorire l'esplorazione nei bambini.

2457. Nel nido, tra gli "spazi per gli adulti" è utile predisporre un angolo dove sarà raccolto il materiale per fornire informazioni:

A) Sull'organizzazione generale del servizio e del personale, sul regolamento e sulle attività svolte. B) Sulle informazioni circa le attività svolte quotidianamente da ciascun bambino. C) Sul regolamento e per rispondere alle richieste dei genitori. D) Sul calendario delle attività e sulla traccia di svolgimento delle stesse.

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2458. Nello spazio esterno del nido il bambino può sviluppare esperienze circa: A) Il grande movimento e le attività di esplorazione e conoscenza della natura. B) Il grande movimento con attività NON strutturate. C) Il grande movimento con attività strutturate. D) Il grande movimento e il gioco libero in grande gruppo.

2459. Se il bambino può prevedere la funzione di uno spazio al nido gli sarà più facile: A) Comprendere le diverse possibilità che lo spazio stesso offre. B) Ritrovare gli oggetti nella loro collocazione. C) Ambientarsi e ritrovare gli ambiti della sua sezione. D) Raggiungere l'autonomia motoria e la capacità di movimento.

2460. L'educatore deve predisporre la sezione dei "piccoli" prevedendo: A) Angoli morbidi ed un pavimento adatto per gattonare e muoversi a terra. B) Angoli strutturati e molti tappetoni. C) Angoli per lo svolgimento di attività di laboratorio. D) Angoli con tavoli e sedie e angoli con tappetoni.

2461. Il ruolo dell'educatore nei confronti del materiale o degli oggetti al nido è: A) Svolgere osservazioni continue relativamente all'uso che ne fa il bambino. B) Lasciare al bambino la possibilità di interagire nei tempi che desidera. C) Dirigere il bambino verso l'esplorazione. D) Mostrarne le diverse funzioni e le varianti ed incoraggiare il bambino al loro uso.

2462. Per favorire l'inserimento e consolidare il senso di appartenenza del bambino al nido è bene: A) Personalizzare alcuni spazi con foto, oggetti personali e col nome e/o il simbolo del bambino. B) NON personalizzare gli spazi con oggetti personali dei bambini. C) Rendere indifferenziati, ovvero senza la presenza di simboli, gli spazi che il bambino frequenta. D) Personalizzare tutti gli spazi con foto, oggetti personali e col nome e/o il simbolo del bambino.

2463. Al nido, l'ingresso è luogo di importante transizione, perciò è bene prevedere una zona: A) Dove i genitori possono trattenersi ed entrare in relazione con altri genitori o con gli educatori. B) Possibilmente in comune con altre strutture scolastiche dove i genitori possono interagire. C) Piccola e NON visibile, adiacente alle sezioni, dove i genitori possono osservare il bambino. D) Dove il genitore può attendere l'inserimento del bambino nel gruppo.

2464. In ciascuno spazio - sezione del nido, è auspicabile che l'educatore crei: A) "Isole di intimità" e angoli strutturati. B) Un solo grande ambiente. C) Uno spazio per le attività di routine e uno per il gioco. D) Diversi spazi personali su indicazione dei bambini.

2465. Al nido "l'angolo per la lettura" è: A) Un angolo morbido, tranquillo e raccolto, arredato con cuscini e con un mobile per i libri. B) Un angolo casuale scelto dai bambini dove l'educatore può leggere ai bambini i libri. C) Un angolo della stanza per il sonno dove l'educatore può leggere ai bambini prima del riposo. D) Un angolo NON strutturato che viene predisposto di volta in volta, dove l'educatore può leggere ai bambini.

2466. Al nido, "l'angolo delle costruzioni" è uno spazio: A) Delimitato dove il bambino ha a disposizione costruzioni diverse per forma, grandezza e complessità. B) Ampio e NON delimitato dove il bambino ha a disposizione attrezzi per costruire i suoi giochi. C) Delimitato e rassicurante dove il bambino può svolgere giochi cooperativi. D) Morbido e accogliente dove il bambino ha a disposizione pochi oggetti per costruire.

2467. Gli oggetti ed i materiali per la sezione dei "grandi" dovrebbero essere riposti: A) Anche in scaffali accessibili e raggiungibili, raggruppati per centri di interesse. B) Sempre in scaffali accessibili, per consentirne il loro utilizzo in qualsiasi momento il bambino desideri. C) Sempre in scaffali NON accessibili, per consentire il loro utilizzo solo su precisa stimolazione dell'educatore. D) In maniera flessibile a seconda delle richieste dei bambini o del periodo dell'anno.

2468. La sezione dei "piccoli" si propone come: A) Contenitore affettivo e quindi deve essere attrezzata con angoli morbidi, peluche, cestino dei tesori, cuscini e tappeti. B) Spazio per sperimentare e quindi deve essere attrezzata con diversi cesti e angoli strutturati. C) Spazio per il gioco affettivo-relazionale e quindi deve essere attrezzata con diversi angoli e per i giochi di movimento. D) Contenitore affettivo per l'esplorazione e la manipolazione e quindi deve essere attrezzata con costruzioni e per i giochi motori.

2469. Gli oggetti ed i materiali per i "piccoli" del nido dovrebbero essere disposti nella sezione: A) In scaffali chiusi se NON utilizzati immediatamente e scaffali aperti se da utilizzare. B) In scaffali chiusi e NON accessibili in alcun modo dai bambini. C) In scaffali aperti per essere utilizzati in qualsiasi momento dai bambini. D) In scaffali aperti e accessibili ai bambini, ma NON visibili, per NON distrarli in caso di attività programmata dall'educatore.

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2470. Il momento del "sonno" è ricco di implicazioni emotive ed affettive, pertanto è necessario che al nido lo spazio ad esso riservato:

A) Sia connotato da arredi ed oggetti che favoriscano nei bambini il senso di intimità. B) Abbia una connotazione neutra senza la presenza di oggetti familiari ai bambini. C) Abbia un'illuminazione intensa ma rassicurante per i bambini, con musiche rilassanti. D) Sia molto colorato e connotato dalla presenza di molteplici oggetti familiari ai bambini.

2471. Gli spazi del riposo, del pranzo e dell'igiene devono essere concepiti come: A) Estensioni degli spazi del gioco e delle attività. B) Luoghi separati dagli spazi del gioco e delle attività. C) Luoghi che possono essere frequentati solo con l'educatore. D) Luoghi isolati visivamente.

2472. Un nido di qualità deve prestare attenzione alla disposizione: A) Degli arredi, affinché siano funzionali alle attività. B) Degli arredi, per creare dei confini tra le sezioni. C) Degli arredi e soprattutto del loro colore. D) Di arredi che possano essere facilmente modificabili.

2473. Al nido "gli spazi per gli adulti" hanno la funzione di: A) Raccolta del materiale di lavoro, della documentazione e di archivio. B) Raccolta del materiale ludico inutilizzato. C) Raccolta degli elaborati prodotti dai bambini. D) Raccolta delle informazioni e dei regolamenti della struttura.

2474. Al nido è importante strutturare "spazi per gli adulti", ossia spazi dove: A) Poter svolgere attività di organizzazione, progettazione e discussione tra educatori e tra genitori. B) Riposare distaccandosi momentaneamente da relazioni interpersonali gravose. C) Svolgere attività individualizzate con bambini con difficoltà. D) Discutere con i genitori circa l'organizzazione e l'andamento della giornata.

2475. Nel nido, per le attività di tipo simbolico devono essere utilizzati materiali quali: A) Oggetti di uso comune (specchietti, pettini, tazze, posate, ecc.). B) Attrezzi ginnici strutturati (scivoli, percorsi, ecc.). C) Giochi da tavolo (tombole, puzzle, incastri, ecc.). D) Oggetti per l'espressione artistica (colori, pennelli, ecc.).

2476. Lo spazio esterno del nido può considerarsi come: A) Un elemento indispensabile e imprescindibile per lo svolgimento delle attività. B) Un elemento facoltativo e NON peculiare per lo svolgimento delle attività. C) Un elemento "appendice" per la prosecuzione di attività già svolte all'interno. D) Un elemento necessario per lo svolgimento di attività che NON possono essere svolte all'interno.

2477. Gli spazi del nido devono essere: A) Ripensati e progettati all'inizio di ogni anno ma possono essere modificati anche durante l'anno. B) Pensati e stabiliti una volta per tutte per garantire stabilità durante l'anno. C) Modificati quasi giornalmente nel corso dell'anno. D) Ripensati e progettati quotidianamente in relazione alle espressioni spontanee dei bambini.

2478. Lo spazio esterno del nido dovrebbe prevedere: A) Zone scoperte e coperte, diversi tipi di terreno, piante ed alberi vari. B) Zone scoperte con terreno adatto predisposto per salvaguardare dalle cadute. C) Zone scoperte e divise in spazi attrezzati per lo svolgimento di attività ludiche. D) Zone scoperte e coperte suddivise in spazi per piccoli, medi e grandi.

2479. Al nido lo spazio esterno deve essere progettato: A) In zone strutturate e NON. B) In zone strutturate con giochi sportivi. C) In zone NON strutturate e con pochi materiali. D) In zone strutturate e delimitate.

2480. L'educatore del nido, quando organizza l'ambiente, sceglie oggetti e materiali adeguati al fine di: A) Promuovere l'interesse e la motivazione del bambino verso la conoscenza, l'esplorazione e l'interazione coi coetanei. B) Promuovere esperienze cognitive utili al bambino per lo sviluppo del sé. C) Promuovere esperienze di interazione tra i coetanei e per lo sviluppo delle abilità sociali. D) Promuovere esperienze di crescita del bambino attraverso l'interazione con l'educatore di riferimento.

2481. Gli spazi al nido devono essere articolati in dimensioni tali da facilitare la comunicazione, pertanto dovrebbero essere: A) Piccoli, per facilitare il confronto e il ritrovarsi in piccoli gruppi. B) Grandi, per facilitare il libero movimento e lo scambio frequente di compagni di gioco. C) Piccoli, per consentire all'educatore di assumere un ruolo di controllo. D) Grandi, per rendere più stimolanti le esperienze compiute con i compagni.

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2482. Nella scelta del colore alle pareti dei diversi ambienti del nido, è bene orientarsi verso: A) I colori tenui. B) I colori vivaci. C) Il colore bianco. D) L'alternanza di colori tenui e vivaci.

2483. Gli spazi strutturati in sezione sono: A) Angoli organizzati per lo svolgimento di esperienze specifiche. B) Angoli NON organizzati dove il bambino può rifugiarsi. C) Angoli organizzati per accogliere anche i bambini di altre sezioni. D) Angoli organizzati per lo svolgimento di esperienze di contatto e scambio solo con l'educatore.

2484. Al nido, la stanza dei "piccoli" deve: A) Coniugare l'agio dell'esplorazione con il calore dell'intimità. B) Essere organizzata con angoli stabili destinati alle diverse attività. C) Favorire la realizzazione di attività ludiche a carattere motorio. D) Essere strutturata per lo svolgimento di attività ludiche specifiche.

2485. Lo spazio esterno del nido deve essere: A) Strutturato, articolato e organizzato. B) Indifferenziato e NON particolarmente organizzato. C) Particolarmente ampio e NON organizzato. D) Organizzato in modo flessibile secondo i desideri dei bambini.

2486. Nel nido angoli e spazi sono funzionali a sostenere l'intreccio di: A) Relazioni ed incontri tra bambini e tra bambini ed educatori. B) Accoglienza ed inserimento dei nuovi educatori. C) Integrazioni delle esperienze all'interno ed all'esterno del nido. D) Innovazioni per migliorare l'azione educativa.

2487. Al nido "l'angolo della cucina" è uno spazio: A) Strutturato e con l'offerta di oggetti per cucinare che favoriscono il gioco del "far finta che". B) All'interno della cucina dove i bambini possono preparare cibi. C) NON strutturato e ricco di oggetti che "trasformati" simbolicamente possono rappresentare una cucina. D) NON strutturato e aperto, dove il bambino può giocare con oggetti della cucina.

2488. Al nido gli arredi rivestono una importante funzione poiché: A) Sono strumenti educativi per lo sviluppo psico-fisico del bambino. B) Sono elementi estetici che evidenziano la qualità della struttura. C) Sono elementi che garantiscono la sicurezza della struttura. D) Sono elementi che forniscono tranquillità al bambino.

2489. Quale contesto per attivare la conversazione tra bambini? A) Di piccolo gruppo per favorire un senso di appartenenza. B) Di grande gruppo per favorire un senso di appartenenza. C) D'interazione spontanea che ha luogo con i coetanei nel gioco. D) Nessuno perché i bambini di nido non hanno acquisito la regole della turnazione.

2490. Per costruire un ambiente "comunicativo" tra bambini è opportuno che: A) L'educatore utilizzi il rispecchiamento, cioè la ripetizione fedele di un contributo del bambino. B) Ascolti attentamente e in silenzio il contributo del bambino e, solo dopo, corregga. C) Favorisca le interazioni spontanee tra i bambini senza intervenire verbalmente. D) Imponga delle regole attraverso le quali risulti evidente il ruolo dell'educatore.

2491. Cosa favorisce un buon contesto di scambio comunicativo tra bambini?: A) L'aspetto pragmatico, le capacità di negoziare e condividere i significati. B) L'aspetto cognitivo, come le capacità di trattare argomenti complessi. C) Le capacità fonologiche dei bambini nella produzione linguistica. D) La capacità di esprimersi in modo grammaticalmente e sintatticamente corretto.

2492. L'ambiente educativo riflette: A) Il pensiero delle educatrici sulle competenze del bambino. B) L'applicazione delle norme del regolamento. C) Le teorie di riferimento sullo sviluppo infantile. D) La rispondenza alle richieste dei genitori.

2493. I materiali e gli strumenti di gioco debbono essere: A) Coerenti all'attività proposta ai bambini. B) In numero corrisponte ai bambini. C) Incoingrui per sollecitare la creatività dei bambini. D) Cercati di volta in volta nell'ambiente.

2494. L'educatrice nel predisporre le attività ha cura di: A) Renderle visibili e accessibili al bambino. B) Offrire una grande quantità di materiali. C) Modificarle nella loro collocazione. D) Devidere e distribuire i bambini nello spazio.

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2495. É importante rendere visibili e accessibili le attività ai bambini perché? A) Per sostenere il bambino nell'orientarsi e attivarsi autonomamente. B) Perchè facilita l'educatore nell'organizzare e dirigere il bambino. C) Per mostrare ai genitori la ricchezza delle proposte del nido. D) Liberare l'educatore dalla necessità di avviare i bambini al gioco.

2496. In che modo i materiali "curati" e coerenti all'attività aiutano il bambino? A) Lo orientano e lo sostengono nel suo percorso di esplorazione. B) Lo educano all'ordine e al rispetto del materiale e dell'ambiente. C) Perché tiene a bada l'eccessiva tendenza creativa del bambino. D) Sollevano il bambino dalla presenza eccessiva dell' adulto.

2497. Per costruire un ambiente educativo occorre: A) Saperlo mantenere costantemente "curato" e ordinato anche nei dettagli. B) Saperlo definire come contesto istituzionale. C) Offrire degli spazi perr la permanenza alla degli adulti. D) Avere uno spiccato senso estetico.

2498. La "cura della completezza, della integrità dei materiali da parte dell'educatore testimonia: A) L'attenzione, l'interesse e la disponibilità verso il bambino. B) Una esagerata preoccupazione per i materiali. C) Un rigore eccessivo rispetto alla fascia di età di nido. D) Una giusta preoccupazione per l'ordine e la sicurezza.

2499. In un ambiente educativo un indicatore di qualità è dato dalla: A) Integrità e completezza dei giochi. B) Quantità e variabilità dei giochi. C) L'ordine e la pulizia dei giochi. D) La pulizia e l'estetica dei giochi.

2500. Il gioco rappresenta: A) L'ambito privilegiato in cui si sviluppa la capacità di trasformazione simbolica. B) Un'attività finalizzata esclusivamente a stabilire rapporti sociali. C) Un'attività che consente la libera espressione di emozioni. D) Un'attività che soddisfa il desiderio di movimento.

2501. Nei percorsi ludici psicomotori: A) Il rapporto con il corpo è tramite del rapporto con il Sé. B) Si sviluppa esclusivamente la motricità del bambino. C) É centrale la comunicazione verbale. D) Il rapporto con il Sé è espresso dalla staticità.

2502. L'attività di riordino dei materiali favorisce: A) L'ordine mentale. B) L'ordine simbolico. C) L'organizzazione della percezione. D) L'interesse del bambino.

2503. Nel gioco le variabili ambientali (es. spazi e materiali): A) Incidono fortemente sulla motivazione e la partecipazione al gioco. B) Sono ininfluenti per la motivazione al gioco. C) Non sono di competenza dell'educatore. D) Sono l'aspetto più importante dell'attività ludica.

2504. Il gioco al nido per l'educatore è strumento di: A) Osservazione del bambino. B) Valutazione delle conoscenze del bambino. C) Guida nel comportamento del bambino. D) Comparazione tra bambini.

2505. Nel gioco i materiali didattici: A) Sono sia strutturati sia non strutturati. B) Sono solo strutturati. C) Devono essere de-strutturati. D) Devono essere strutturati ma utilizzati in modo libero.

2506. La presenza dell'adulto durante le attività ludiche: A) Può contribuire a potenziare alcune competenze importanti per lo sviluppo del bambino. B) Ostacola il naturale sviluppo del bambino. C) É indispensabile per il naturale sviluppo del bambino. D) Ne riduce la valenza ludica.

2507. Il gioco simbolico è caratterizzato: A) Da un processo di significazione indiretta. B) Dall'assenza del processo d'astrazione. C) Da un processo di significazione diretta. D) Dall'assenza di processi di significazione.

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2508. Il gioco euristico favorisce l'apprendimento: A) Attraverso l'esplorazione e la scoperta. B) Attraverso il dialogo. C) Attraverso la manipolazione. D) Attraverso il movimento.

2509. Il gioco "senso - percettivo" attorno ai 18 mesi stimola: A) L'osservazione. B) L'analisi. C) La collaborazione. D) L'altruismo.

2510. Nelle attività di gioco l'educatrice ha il compito di: A) Predisporre ambienti stimolanti e ricchi di opportunità. B) Individuare criteri di valutazione dei comportamenti. C) Dare suggerimenti perché i bambini seguano correttamente le attività. D) Organizzare i gruppi.

2511. L'attività ludica nel nido è legata: A) All'interesse del bambino. B) All'apprendimento del bambino. C) All'importanza del gioco. D) All'organizzazione del gruppo.

2512. I giochi che l'adulto intrattiene con il bambino nel primo anno di vita sono strumento fondamentale per lo sviluppo del Sé; si tratta di giochi relativi a:

A) Turni di conversazione. B) Assunzione di ruolo. C) Assenza di aspetti ludici. D) Gioco di ruolo.

2513. Nel gioco strutturato: A) É l'educatrice che propone al bambino l'attività. B) Il bambino interagisce solo con l'educatrice. C) É il bambino che sceglie liberamente il gioco che vuole fare. D) Il bambino non è libero di interagire con i coetanei.

2514. L'educatore nei momenti ludici: A) Dovrà sostenere l'attività del bambino attraverso una presenza attenta e silenziosa. B) Dovrà guidare passo passo il bambino per sostenerlo nelle scoperte. C) Dovrà strutturare tutte le attività ludiche in maniera da creare un ambiente ordinato. D) Dovrà valorizzare al massimo le potenzialità dell'improvvisazione.

2515. Nell'attività ludica gli "interventi di conferma" dell'educatore: A) Sono comportamenti verbali o non verbali volti a sostenere l'attività del bambino. B) Sono comportamenti volti a correggere gli errori del bambino. C) Sono comportamenti volti a lodare il bambino dopo l'assolvimento di un compito. D) Sono comportamenti volti a fornire una risposta ad una specifica domanda del bambino.

2516. Il gioco permette il superamento: A) Dell'egocentrismo. B) Della passività. C) Dell'altruismo. D) Della competitività.

2517. Il nido deve: A) Valorizzare tutte le forme praticabili di gioco a contenuto motorio. B) Privilegiare giochi liberi che sollecitano la creatività. C) Privilegiare giochi di gruppo per educare al rispetto delle regole. D) Valorizzare solo i giochi imitativi e ripetitivi.

2518. Il gioco nella molteplicità dei suoi percorsi interni, è: A) Libero - guidato e individuale - collettivo. B) Libero - strutturato e individuale - competitivo. C) Imitativo - simbolico e individuale - sociale. D) Libero - guidato e individuale - competitivo.

2519. I giochi d'interazione promuovono la maturazione del senso d'identità perché: A) Stimolano al decentramento, alla capacità di assumere il punto di vista dell'altro. B) Si svolgono individualmente e attenuano l'aggressività. C) Sono giochi strutturati e stimolano l'organizzazione. D) Stimolano la motricità e attenuano l'aggressività.

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2520. L'educatore nelle attività ludiche dovrà: A) Curare l'organizzazione ambientale e creare condizioni favorevoli. B) Favorire l'interiorizzazione di regole precise. C) Arginare la spontaneità infantile. D) Favorire strategie di pensiero convergenti.

2521. L'atteggiamento dell'educatore durante il gioco spontaneo dei bambini deve essere: A) Non direttivo. B) Autoritario. C) Direttivo. D) Permissivo.

2522. Il gioco favorisce: A) La socializzazione e la comunicazione. B) L'integrazione e la competizione. C) La soddisfazione di un bisogno primario. D) La solidarietà e la competizione.

2523. Il bambino che gioca: A) Manifesta se stesso nella sua totalità. B) Sviluppa soprattutto competenze logico-intellettive. C) Manifesta esclusivamente i suoi bisogni affettivi. D) Sviluppa principalmente elevate abilità cognitive.

2524. Il gioco espressivo non finalizzato: A) É rilevatore, per il suo valore simbolico, dell'universo immaginario del bambino. B) Deve essere guidato dall'educatore per favorire l'apprendimento. C) Non va promosso perché fine a se stesso. D) É il solo tipo di attività ludica possibile con bambini molto piccoli.

2525. Per le attività ludiche di bambini di 2-3 anni è consigliabile utilizzare: A) Argilla e colori da spalmare con le dita. B) Peluche con sonagli. C) Puzzle. D) Pennarelli.

2526. Nei giochi con i colori, fogli, pittura, ecc, il primo contatto del bambino con l'esperienza grafico-pittorica si realizza attraverso:

A) Il contatto corporeo con il colore. B) Il disegno. C) La scoperta del segno che viene lasciato sul foglio. D) Lo scarabocchio.

2527. Nel gioco corporeo tra educatore e bambino si instaura un "dialogo tonico" che indica: A) Il contatto pelle a pelle. B) Lo scambio di vocalizzi. C) L'alternanza di movimenti. D) La presenza di un alternanza stimolo-risposta.

2528. Nei primi mesi di vita il bambino si sperimenta con giochi d'esercizio; tale modalità di gioco: A) Rappresenta un piacere funzionale per l'esecuzione motoria in quanto tale. B) É piacevole o meno in base al successo o all'insuccesso. C) Si sviluppa precedentemente all'acquisizione della capacità percettiva del bambino. D) É concomitante alla capacità di imitazione motoria.

2529. A partire dal secondo anno di vita nei bambini che giocano in presenza di altri, si sviluppa il gioco: A) Parallelo. B) Fisiologico. C) Associato. D) Collaborativo.

2530. Il gioco dei travestimenti (che nei nidi trova ampio e programmato spazio all'interno delle attività di drammatizzazione) ha come obiettivo pedagogico:

A) Il rafforzamento del Sé attraverso la flessibilità di ruoli e parti. B) Il padroneggiamento delle dinamiche di gruppo. C) Il potenziamento della comunicazione verbale. D) Lo sviluppo di un comportamento imitativo.

2531. Nel nido per la riuscita dei giochi gli educatori: A) Devono favorire e incoraggiare i comportamenti di tutti. B) NON devono accettare che alcuni bambini NON vogliano giocare. C) Devono dare sempre un premio a tutti i bambini. D) Devono organizzare squadre e promuovere giochi di gruppo.

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2532. Anche in riferimento al gioco, la capacità del bambino di imitare un comportamento anche a distanza di tempo è definita:

A) Imitazione differita. B) Imitazione immediata. C) Imitazione proposta. D) Imitazione attesa.

2533. La fase orale che influenza le attività ludiche del bambino, caratterizza il periodo: A) Dalla nascita ad un anno e mezzo. B) Da un anno e mezzo ai due anni. C) Dai due ai tre anni. D) Oltre ai tre anni.

2534. La capacità del bambino di utilizzare il gioco per dare un lieto fine ad un episodio che in realtà è finito male, è stata definita da Piaget:

A) Compensazione. B) Anticipazione. C) Liquidazione. D) Esposizione.

2535. Nei bambini di tre anni la capacità di dedicarsi a giochi tranquilli in piccolo gruppo o in coppia è una competenza: A) Acquisita. B) Ormai superata. C) In evoluzione. D) Mancante.

2536. Negli asili nido le attività ludiche legate all'imitazione delle attività adulte: A) Rendono il bambino più sicuro delle sue capacità. B) Sono semplici ripetizioni dei comportamenti degli adulti. C) NON sono prodotte da elaborazioni immaginative e creative. D) Coinvolgono il bambino in modo attivo e richiedono che l'adulto mostri come fare.

2537. Uno dei più diffusi giochi proposti nei nidi è il "cestino dei tesori" di Elionor Goldschmied (un cesto accessibile ai bambini pieno di oggetti di uso quotidiano); esso:

A) Promuove l'attività di esplorazione durante il primo anno d'età. B) É una forma di gioco euristico adatta ai bambini con una buona mobilità. C) Sviluppa la motricità. D) Promuove l'uso simbolico degli oggetti presenti.

2538. I giochi imitativi aiutano il bambino: A) A cogliere che "la sua realtà" NON è l'unica esistente. B) Ad avviare processi di trasformazione. C) A trascorrere momenti piacevoli. D) A potenziare i legami affettivi.

2539. Tra le attività ludiche di manipolazione l'attività del collage/assemblage ha come obiettivo distintivo: A) Avviare un processo di sviluppo di competenze logiche. B) Sviluppare grazie al disegno la coordinazione oculo-manuale. C) Favorire l'esplorazione degli oggetti presentati grazie alla ricchezza dei materiali. D) Migliorare la capacità di coordinare i movimenti.

2540. Secondo gli studi di Piaget il bambino con il gioco riesce a trasformare e dominare la realtà cioè a : A) Riprodurre un evento spiacevole nel tentativo di dominarlo ed esorcizzarlo. B) Correggere la realtà facendo qualcosa di proibito o di difficile. C) Rappresentare qualcosa che si teme o si desidera. D) Manifestare la propria personalità e la propria voglia di scoperta.

2541. I giochi cooperativi: A) Permettono a tutti di sperimentarsi serenamente e migliorarsi. B) Insegnano ad accettare che ci sono vinti e vincitori. C) Innescano processi di competizione. D) Favoriscono momenti di benessere e percorsi individualizzati.

2542. Per svolgere al meglio l'attività di manipolazione può essere utile: A) Uno spazio attrezzato appositamente con vasche, tavoli, strumenti e materiali differenti. B) Lavorare solo con un bambino alla volta, proponendogli materiali poveri. C) Svolgere questa attività all'esterno. D) Utilizzare materiali che NON siano di uso comune.

2543. Il gioco corporeo con i bambini molto piccoli si realizza: A) Attraverso il corpo del bambino e attraverso il contatto con il corpo dell'adulto che si prende cura di lui. B) Solo con il contatto e la scoperta del corpo del bambino. C) Con percorsi ludici in cui il corpo del bambino è messo in contatto con materiali differenti (acqua, sabbia, ecc). D) Grazie al solo confronto/contatto con gli altri bambini.

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2544. Nel gioco la tendenza dei bambini a considerare gli oggetti dotati di coscienza, intenzionalità e movimento autonomi, è definita:

A) Animismo. B) Sovraintenzionalità. C) Coscienza critica. D) Potenziamento.

2545. I giochi con lo specchio: A) Favoriscono la sensibilizzazione emotiva e cognitiva. B) Sono finalizzati solo al gioco identificatorio. C) Possono essere realizzati solo con i bambini più grandi. D) Favoriscono lo sviluppo della motricità.

2546. In campo ludico, la ripetizione di situazioni vissute e modificate con la fantasia è definita: A) Gioco simulato. B) Gioco socializzato. C) Gioco infantile. D) Gioco realistico.

2547. Il gioco simbolico è un'attività ludica che: A) S'innesta gradualmente dopo il gioco imitativo. B) NON permette di sganciarsi dal concreto. C) Si sviluppa prima del gioco imitativo. D) NON interessa ancora i bambini dell'asilo nido.

2548. Tra i giochi proposti negli asili nido l'attività grafica è uno dei più utilizzati. Le espressioni spontanee di quest'attività: A) Vanno incoraggiate in tutti i bambini. B) Devono essere guidate dall'educatore. C) Vanno considerate in base alla valenza estetica della produzione artistica. D) NON sono utili allo sviluppo psichico del bambino.

2549. Il gioco al nido ha la funzione di: A) Esplorazione e ricerca, per favorire uno sviluppo sociale e cognitivo del bambino. B) Esplorazione ed esperienza di situazioni di vita pratica del bambino. C) Distrarre i bambini dall'assenza dei genitori. D) Fornire principalmente informazioni agli educatori sullo sviluppo dei bambini.

2550. La scelta dei materiali da mettere a disposizione dei bambini per il gioco: A) Deve essere fatta in rapporto all'età e alle caratteristiche dei bambini. B) Può essere affidata alla casualità . C) NON è un aspetto importante per il progetto educativo di un asilo nido. D) Viene affidata ai bambini stessi per potenziare il senso di autostima.

2551. I momenti di gioco libero: A) Incentivano l' esplorazione dell' ambiente da parte dei bambini. B) Intimidiscono i bambini di fronte a nuovi contesti. C) Permettono ai bambini di apprendere le regole dello spazio in cui giocano. D) Permettono ai bambini di muoversi liberamente.

2552. Nel gioco libero al bambino deve essere garantita: A) La libertà di scegliere tra i materiali a disposizione. B) La libertà di muoversi per tutto l'asilo. C) La possibilità di utilizzare spazi riservati agli adulti. D) La possibilità di uscire in giardino se lo desidera.

2553. Il gioco simbolico: A) Favorisce la capacità di metacomunicazione. B) Favorisce la capacità di classificazione. C) Ostacola nel bambino il processo di coscienza del sè. D) Limita le iniziative dei bambini.

2554. Il gioco simbolico: A) Manifesta la capacità di rappresentare mentalmente un'azione prima di compierla. B) Richiede una programmazione precisa in termini di orario e di spazi da utilizzare. C) Deve attivare nei bambini precisi processi sociocognitivi e apprendimenti specifici. D) Risulta adeguato solo se il materiale utilizzato è collocato in determinati spazi.

2555. Che cosa emerge dal gioco del bambino? A) Tutte le principali capacità. B) Il carattere. C) I suoi interessi. D) Soltanto la sua creatività.

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2556. I rapporti che si instaurano tra i bambini durante il gioco: A) Favoriscono lo sviluppo della capacità di stabilire relazioni sociali. B) Sono occasionali e hanno durata limitata al tempo del gioco. C) NON hanno una valenza educativa per i bambini. D) Favoriscono la relazione con gli adulti.

2557. Nel gioco è meglio offrire al bambino: A) Una quantità di oggetti ordinata e di un certo tipo. B) Una quantità elevata di oggetti senza alcun ordine. C) Tanti oggetti ma che facciano parte del suo vissuto. D) Tanti oggetti nuovi per stimolare la sua curiosità.

2558. É definito gioco parallelo: A) Un gioco in cui il bambino replica le azioni dei compagni, senza però che vi sia complementarietà tra i partecipanti. B) Un gioco in cui i bambini assumono ruoli complementari mostrando così di saper avere comportamenti sociali. C) Un gioco in cui i bambini assumono comportamenti di osservazione di regole stabilite a priori. D) Un gioco in cui i bambini che formano il gruppo sono di età diverse.

2559. La scelta di eventuali compagni di gioco: A) Permette ai bambini di stabilire dei contatti e delle relazioni. B) NON è un aspetto significativo del gioco. C) Crea simpatie e antipatie tra i bambini. D) Deve essere guidata dagli educatori.

2560. Oggetti tipici usati dai bambini (una bambola, un orsacchiotto, un pezzo di stoffa, ecc...) vengono definiti da Donald Woods Winnicott:

A) Oggetti transizionali. B) Oggetti fantasmatici. C) Oggetti interni. D) Oggetti primari.

2561. Il gioco al nido può essere suddiviso in: A) Gioco libero e gioco strutturato. B) Gioco individuale e gioco di gruppo guidato dall'educatore. C) Gioco creativo e gioco tradizionale. D) Gioco libero e gioco motorio.

2562. In una situazione di gioco libero: A) L'educatore NON interviene attivamente ma osserva e controlla i comportamenti dei bambini. B) L'educatore è sempre presente e partecipa al gioco introducendo elementi di novità. C) L'educatore stabilisce i gruppi di gioco e i materiali da utilizzare. D) L'educatore stabilisce le regole del gioco e gli spazi da utilizzare.

2563. All' interno di una situazione di gioco libero assumono notevole importanza: A) Le attività di manipolazione ed esplorazione attiva degli oggetti. B) I momenti di comunicazione con gli adulti. C) Le cure dell'educatore e le relazioni tra adulti . D) Le attività di routines e l'intervento costante dell'educatore.

2564. Nel "gioco parallelo": A) I bambini giocano vicini tra loro, in modo separato, ognuno praticando il medesimo gioco. B) I bambini svolgono giochi che avvengono contemporaneamente ad altri nella stessa unità di tempo e spazio. C) Bambini diversi svolgono lo stesso gioco in diversi luoghi ma nello stesso tempo. D) I bambini riuniti insieme giocano ed ognuno di essi assume un ruolo diverso.

2565. Il gioco strutturato prevede: A) La partecipazione attiva dell' educatore che si comporta da regista della situazione. B) La partecipazione attiva dell'educatore che stabilisce precise modalità di utilizzo dei materiali . C) La presenza di almeno due educatori che si alternano nella guida dell'attività. D) La divisione dei bambini per gruppi omogenei per età e livelli di sviluppo.

2566. Il gioco: A) É un'attività nella quale gli elementi del contesto svolgono un ruolo determinante. B) Ha valenza educativa solo quando è guidato dall'educatore. C) Riguarda solo l'infanzia, NON deve coinvolgere l'educatore. D) Deve essere guidato da regole dettate dall'adulto, NON create dal bambino nel gruppo di pari.

2567. Nell'attività ludica strutturata, l'educatore: A) Partecipa attivamente al gioco. B) Lascia totalmente libero il bambino di agire. C) Allontana i bambini che disturbano l'attività. D) Controlla che l'agire di tutti i bambini sia consono.

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2568. Il gioco simbolico permette al bambino di superare: A) La situazione simbiotica. B) Lo stadio senso-motorio. C) La costanza percettiva. D) Il sincretismo infantile.

2569. I "giochi di balia" sono così denominati: A) Per la relazione privilegiata che si instaura tra bambino ed educatore. B) Perché i bambini giocano a "mamma e papà". C) Perché l'adulto si occupa del bambino. D) Per la relazione di cura che si instaura tra i bambini che vi partecipano.

2570. Durante il gioco libero l'educatore: A) Osserva e interviene su richiesta del bambino o se necessario. B) Interviene nell'azione dei bambini invitandoli a seguire le regole prestabilite. C) Interviene nell'azione dei bambini invitandoli a praticare giochi prestabiliti. D) NON interviene mai per favorire lo sviluppo dell'autonomia.

2571. Il "cestino dei tesori" permette di osservare l'interazione: A) Sociale tra i bambini piccoli. B) Sociale tra i bambini dell'ultimo anno. C) Tra mamma e bambino. D) Tra educatore di riferimento e bambino.

2572. Nella sezione dei lattanti si privilegiano: A) Le esperienze sensoriali. B) Le attività logiche. C) Il gioco simbolico. D) Le attività grafiche.

2573. La possibilità di un bambino di crescere da un punto i vista sociale, cognitivo e affettivo è connessa: A) Alla qualità delle esperienze ludiche. B) Alla qualità del linguaggio che viene utilizzato. C) Al tempo dedicato alle attività didattiche. D) Alla quantità di tempo dedicato al gioco libero.

2574. Il materiale ludico proposto deve sempre essere: A) Vario, per consentire un'ampia possibilità di esplorazione e conoscenza. B) Strutturato, per consentire lo sviluppo delle competenze cognitive. C) Conosciuto dal bambino in modo da facilitare gli apprendimenti. D) Sostituito continuamente per NON "annoiare" i bambini.

2575. Qual è il primo "oggetto" di gioco per il bambino piccolo? A) La persona di riferimento che si prende cura di lui. B) I giochi tattili e di movimento. C) L'oggetto transizionale prescelto. D) Il ciuccio.

2576. Nei bambini è importante sostenere e valorizzare "l'immaginazione" perché: A) Rappresenta la capacità di creare mentalmente eventi che possono modificare la realtà. B) Stimola l'abilità di raccontare storie di fantasia. C) Promuove la capacità di vivere in un mondo fantastico. D) Favorisce lo sviluppo delle competenze legate alla creatività.

2577. Nella fase senso-motoria il bambino: A) Esplora e manipola gli oggetti. B) Realizza giochi simbolici. C) Costruisce attività logiche. D) Realizza giochi esclusivamente con materiali strutturati.

2578. Piaget, nello studio della personalità infantile, ha evidenziato come il bambino attraverso il gioco riesca: A) A modificare e a dominare la realtà. B) A soddisfare il suo bisogno ludico. C) Ad interagire e relazionarsi con gli estranei. D) A superare il distacco dalla mamma.

2579. Dagli studi degli psicanalisti (es. M.Klein) si evince come il gioco, per il bambino, sia un'importante: A) Mezzo per proiettare all'esterno le difficoltà del mondo interiore. B) Mezzo per apprendere le regole sociali della cultura di appartenenza. C) Strumento di educazione psicomotoria e sensoriale. D) Strumento per l'organizzazione logica del pensiero.

2580. Nel nido gli angoli del teatrino e dei travestimenti, sono macro-strutture utili: A) Al gioco simbolico. B) All'osservazione. C) Alla documentazione. D) All'incontro.

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2581. Nei primi 2 anni di vita del bambino i giochi sono lo specchio della: A) Costruzione della propria realtà. B) Costruzione della propria attività. C) Costruzione dell'elaborazione mentale. D) Costruzione della rappresentazione del mondo.

2582. Il gioco nel nido è: A) Una strategia didattica e una situazione di apprendimento. B) Uno strumento per l'istruzione ed un'occasione di verifica. C) L'unico connotato metodologico. D) L'unica metodologia educativa.

2583. Durante il gioco, l'educatore è: A) Mediatore ed animatore. B) Spettatore ed osservatore. C) Un compagno di gioco. D) Ascoltatore neutro.

2584. Il bambino nel nido esprime con il gioco: A) I bisogni profondi. B) La tenerezza. C) L'adattamento. D) Il condizionamento.

2585. Con i giochi di identificazione il bambino si identifica: A) Nella figura affettiva dominante. B) Nella figura affettiva precedentemente identificata. C) Nella figura affettiva conosciuta. D) Nella figura affettiva scelta.

2586. Nei momenti di gioco guidato l'educatore: A) Assume un ruolo attivo e partecipativo. B) Si limita ad organizzare gli spazi. C) Controlla il comportamento del bambino. D) Vigila sul rispetto delle regole.

2587. Il gioco simbolico compare: A) Dai 18 ai 24 mesi. B) Dagli 8 ai 18 mesi. C) Dai 12 mesi in poi. D) Dai 4 ai 9 mesi.

2588. Il gioco parallelo è: A) Un'attività nella quale più bambini giocano indipendentemente ma in un contesto che li accomuna. B) Un'attività nella quale ogni bambino gioca individualmente. C) Un'attività nella quale diversi compiti vengono suddivisi tra i bambini. D) Un'attività nella quale i bambini imitano le azioni di un adulto che rappresenta delle situazioni.

2589. Nel nido il gioco è strumento di: A) Relazione e apprendimento. B) Esigenze ed attività. C) Scambio di esperienze. D) Amore e affetto.

2590. La differenziazione dei giochi a seconda delle fasce d'età: A) É basata sulle diverse capacità e funzioni senso-motorie sviluppate dal bambino. B) Dipende dalla pericolosità delle attività. C) É frutto di convenzioni tradizionali. D) Si basa su accordi presi con i genitori.

2591. Il gioco libero: A) Può essere un momento utile per l'osservazione poiché è espressione del livello di sviluppo raggiunto dal bambino. B) É un piacevole diversivo tra le diverse attività a carattere educativo. C) Viene utilizzato alla fine della giornata per consentire ai bambini di muoversi. D) Deve essere utilizzato solo se il bambino si rifiuta di partecipare ad attività guidate.

2592. Il gioco: A) Sviluppa le capacità cognitive del bambino. B) Migliora le doti atletiche del bambino. C) Rinforza le difese del bambino. D) Rende il bambino più distratto e insofferente.

2593. Il gioco del bambino si modifica in funzione: A) Dell'età e dello sviluppo dei processi mentali del bambino. B) Esclusivamente in funzione dello sviluppo sociale del bambino. C) Della quantità di bambini presenti nello spazio di gioco. D) Esclusivamente in funzione della crescita del bambino.

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2594. Nei giochi imitativi il bambino: A) Riproduce ruoli riscontrati nella quotidianità. B) Esplora gli spazi del nido. C) Interagisce con i bambini del nido. D) Procede alla selezione di oggetti.

2595. Incentivare la curiosità dell'esplorazione nel bambino è fondamentale per lo sviluppo: A) Dell'autostima. B) Dell'autoriflessività. C) Della perdita dell'identità. D) Dell'autocontrollo.

2596. L'attività rappresentativa del bambino si manifesta in particolar modo: A) Con il gioco simbolico e l'imitazione. B) Con il gioco con materiali strutturati. C) Con i giochi per lo sviluppo delle competenze motorie. D) Con i giochi logici e di ragionamento.

2597. Con il gioco spontaneo il bambino manifesta: A) Le sue evoluzioni e potenzialità di sviluppo. B) La sua aggressività e uniformità di sviluppo. C) La sua timidezza e il desiderio di sviluppo. D) I suoi timori e la concretezza formale.

2598. La creatività del bambino nell'attività grafico-pittorica si sviluppa come: A) Racconto di esperienze vissute. B) Racconto conflittuale. C) Racconto magico. D) Racconto di amicizie.

2599. Quando bisogna avviare i giochi di esplorazione? A) Quando è sviluppata l'abilità motoria. B) Quando inizia la fase motoria. C) Quando è sviluppata la fase intuitiva. D) Quando inizia la fase percettiva.

2600. Il gioco al nido favorisce: A) La comunicazione e la socializzazione. B) La competizione e l'integrazione. C) L'amicizia e la competizione. D) L'integrazione e l'emotività.

2601. Al nido la lettura di fiabe.... A) Aiuta il bambino a dare un nome alle paure nascoste, alle emozioni, alle fantasie. B) Incoraggia il bambino ad affrontare la socializzazione attraverso l'uso di metafore. C) Fa parte di costumi educativi considerati superati dalla letteratura pedagogica attuale. D) Va utilizzata al massimo una volta a settimana per NON esasperare il ricorso all'astrazione.

2602. L'attività manipolativa consente: A) La libera espressione dei bisogni e delle potenzialità. B) L'espressione guidata delle competenze motorie. C) La libera espressione delle competenze relazionali. D) L'espressione dei bisogni di ascolto e intimità.

2603. Il sorriso del bambino di 4 - 5 mesi è una comunicazione che diventa gioco in quanto: A) Riconoscimento costante dell'adulto in contesti diversi. B) Riconoscimento costante dell'adulto nello stesso contesto. C) Riconoscimento costante del genitore. D) Riconoscimento costante dell'educatore.

2604. Il gioco creativo è sollecitato: A) Dall'esplorazione di materiale diversificato. B) Dall'esplorazione dell'ambiente circostante. C) Dall'utilizzazione di materiale strutturato. D) Dall'utilizzazione degli spazi chiusi.

2605. La predisposizione del bambino al gioco è subordinata: A) Alla soddisfazione dei bisogni primari. B) Alla disponibilità dell'educatore. C) All'apertura dell'educatore. D) Alla formazione dei gruppi.

2606. Il gioco di gruppo favorisce: A) La relazione e la comunicazione. B) La relazione e la rappresentazione. C) La comunicazione e le risorse. D) L'integrazione e l'organizzazione.

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2607. Frequentemente si vedono bambini al nido utilizzare il giocattolo: A) Come supporto emotivo per la compensazione affettiva. B) Come mezzo per socializzare con l'adulto. C) Come mezzo per sviluppare l'autonomia. D) Come strumento di conflitto con gli altri bambini.

2608. Già a 2 - 3 anni il bambino scarabocchia. Cosi facendo esprime: A) I desideri - le emozioni - le paure della crescita. B) Le conoscenze - i desideri - le competenze. C) Le emozioni - le conoscenze - le capacità. D) Le paure della crescita - le competenze - le capacità.

2609. Giocare a "mamme", a "dottore" implica l'interiorizzazione della: A) Suddivisione dei ruoli. B) Suddivisione di status. C) Suddivisione dei compiti. D) Suddivisione di aspettative.

2610. Nei primi anni di vita del bambino il gioco: A) É l'attività più importante per l'esplorazione del modo esterno. B) É un'occasione di svago e divertimento. C) É il solo mezzo di interazione con gli altri bambini. D) É possibile solo attraverso l'uso del giocattolo.

2611. Nel gioco euristico l'educatore deve: A) Facilitare il gioco. B) Condurre il gioco. C) Suggerire gli apprendimenti. D) Essere l'animatore del gioco.

2612. Il gioco euristico ha una rilevante valenza educativa per i bambini perché: A) É un'attività spontanea di esplorazione e scoperta. B) É un'attività condotta di apprendimento. C) É una attività guidata dall'adulto. D) Utilizza materiali di recupero portati dalle famiglie.

2613. L'attività grafico - pittorica nei bambini è: A) Espressione creativa. B) Espressione fisica. C) Espressione ambientale. D) Espressione di paura.

2614. A 2 anni la relazione bambino-oggetto è determinata dal "gioco di esercizio" attraverso strategie di: A) Percezione visiva - afferramento - esplorazione manuale. B) Manipolazione - simulazione - esplorazione manuale. C) Esplorazione - afferamento - percezione visiva. D) Simulazione - manipolazione - esplorazione.

2615. L'errore nelle situazioni ludiche.... A) Favorisce lo sviluppo degli schemi mentali del bambino e l'acquisizione di nuovi. B) Può generare frustrazioni difficilmente superabili dal bambino. C) Va evitato attraverso tecniche di rinforzo, premiando i comportamenti corretti. D) Va rimarcato per evitare che il bambino acquisisca schemi mentali errati.

2616. Nel programmare le attività grafico-pittoriche, l'educatore deve prevedere: A) I tempi, le capacità e gli interessi del bambino. B) I materiali, gli attrezzi e le paure del bambino. C) L'invenzione, la scioltezza e la familiarità del bambino. D) Le esperienze, la ricerca e l'inibizione del bambino.

2617. Per quanto attiene al gioco il bambino al nido: A) Deve avere libertà di scegliere i giochi che preferisce. B) Deve sempre fare quello che propone l'educatore. C) Deve divertirsi con i giochi indicati dalla famiglia. D) NON deve essere sottoposto da alcuna regola.

2618. Con la creatività il bambino è in grado: A) Di risolvere problemi nuovi. B) Di manifestare il suo stile di attaccamento. C) Di manifestare i suoi comportamenti sociali. D) Di risolvere i conflitti nel gruppo dei pari.

2619. "L'attività grafica spontanea" è: A) Un'attività ludica mediante la quale il bambino si esprime liberamente. B) Un'attività da scoraggiare nei bambini piccoli che NON mostrano adeguate abilità grafiche. C) Un gioco dannoso allo sviluppo psichico, in cui i bambini tracciano inutili scarabocchi. D) Un'abilità da promuovere e coltivare per individuare precocemente le capacità grafiche del bambino.

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2620. Tra le varie esperienze proposte ai bambini del nido le attività musicali.... A) Possono favorire lo sviluppo di importanti capacità percettive. B) Permettono agli educatori di controllare meglio il gruppo dei bambini. C) Sono sconsigliate per bambini di età inferiore ai 36 mesi. D) Vengono utilizzate per favorire il momento del sonno.

2621. Nell'area del gioco simbolico i bambini ripropongono: A) I giochi del far finta che... B) I giochi di movimento. C) I giochi manipolativi. D) I giochi guidati.

2622. L'uso diversificato del materiale rispetto alla naturale destinazione stimola nel bambino: A) Il pensiero divergente. B) Il pensiero pre-operatorio. C) Il pensiero concreto. D) Il pensiero astratto.

2623. Nel gioco libero l'educatore osserva i bambini per: A) I livelli di sviluppo. B) Le classificazioni di livello. C) Le abilità possedute. D) I livelli di vivacità.

2624. In presenza di bambini di 14 mesi bisogna progettare: A) Esperienze manipolative. B) Esperienze logiche. C) Esperienze razionali. D) Esperienze festose.

2625. Durante le attività ludiche l'educatore deve: A) Osservare e sostenere i giochi dei bambini. B) Dare disposizioni precise per evitare interazioni negative. C) Evitare in ogni caso di intervenire. D) Dare consigli e dirigere le attività.

2626. Quale ruolo assume l'educatore durante il gioco di finzione? A) Osservazione attiva. B) Partecipazione attiva. C) Direzione esterna. D) Osservazione passiva.

2627. I giochi di manipolazione con acqua, sabbia e plastilina favoriscono nel bambino la: A) Coordinazione dei movimenti delle mani. B) Coordinazione dei movimenti degli occhi. C) Coordinazione di motricità fine. D) Coordinazione della lateralità.

2628. I disegni del bambino da 1 a 3 anni vengono definiti "test proiettivi", perché mostrano: A) Parte del suo mondo e di se stesso. B) Segni quasi uguali e ricorrenti. C) La coordinazione dei movimenti. D) Segni coordinati e sequenziali tra loro.

2629. Quando il bambino manipola oggetti per produrre suoni (es. picchia col cucchiaio sul bicchiere e poi sul piatto) compare il:

A) Gioco funzionale. B) Gioco sonoro. C) Gioco mimico. D) Gioco - esercizio.

2630. Il gioco, nel nido, favorisce: A) Lo sviluppo mentale e la capacità di interazione con gli altri. B) Lo sviluppo fisico e la capacità di competizione con gli altri. C) Lo sviluppo morale e la capacità di adesione al gruppo. D) Lo sviluppo condizionato e la capacità di distinguersi nel gruppo.

2631. Al nido l'utilizzo di grandi oggetti (scatoloni, casette, ecc.) stimola: A) Il piacere dell'attività motoria e le interazioni gioiose. B) L'allontanamento dal gruppo dei pari. C) Comportamenti di imitazione degli adulti. D) Senso di inadeguatezza e ricerca del genitore.

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2632. Per gioco simbolico o di finzione si intende: A) Un gioco nel quale un oggetto, un'azione o il bambino stesso sono utilizzati come simbolo. B) La narrazione di fiabe o storie fantastiche attraverso tecniche espressive e ludiche. C) Un'attività ludica per iniziare i più piccoli alla rappresentazione delle quantità. D) Un gioco utilizzato per rassicurare il bambino dell'assenza dei genitori in cui l'educatore impersona la madre o il padre.

2633. Tra le varie esperienze proposte ai bambini del nido il laboratorio grafico: A) Permette al bambino di vivere sensazioni di contatto. B) NON può essere condotto prima dei 5-6 anni di età. C) Permette di valutare lo sviluppo motorio del bambino. D) Viene utilizzato per indagare stati di disagio nel bambino.

2634. Facilitare ed arricchire il gioco dei bambini significa: A) Influire in modo significativo sulla loro crescita. B) Intrattenere i bambini in modo divertente. C) Proporre ai bambini giocattoli interessanti. D) Consigliare alle famiglie i giochi più educativi da realizzare a casa.

2635. Il gioco solitario del bambino: A) Va rispettato dall'educatore. B) Va evitato dall'educatore. C) Va sconsigliato dall'educatore. D) NON favorisce l'integrazione.

2636. Il gioco strutturato è un momento in cui in un contesto circoscritto: A) L'educatore sollecita direttamente il bambino. B) L'educatore sollecita indirettamente il bambino. C) I bambini si auto-formano in gruppo. D) Il gruppo dei pari sollecita direttamente il singolo.

2637. Durante il gioco "del cestino dei tesori" è importante la presenza dell'adulto: A) Perché dà sicurezza al bambino piccolo. B) Perché evita i conflitti tra i bambini. C) Perché suggerisce gli apprendimenti ai bambini. D) Perché contribuisce alla conoscenza degli altri.

2638. Il gioco ed il giocattolo rappresentano il mezzo attraverso il quale gli adulti trasmettono: A) Una serie di informazioni culturali. B) Il piacere ludico. C) I valori. D) L'affetto per i bambini.

2639. La capacità del bambino di immaginare le persone, gli oggetti e le situazioni che conosce rappresenta: A) Il gioco simbolico. B) Le reazioni circolari secondarie. C) La razionalizzazione. D) Il pensiero operatorio formale.

2640. Il gioco al nido consente ai bambini di realizzare: A) Le loro potenzialità. B) Lo sviluppo fisico. C) Una situazione di intolleranza verso gli altri bambini. D) Una situazione di pregiudizio.

2641. Nel nido i giochi di esplorazione e la ricerca occupano un posto centrale: A) Nell'esperienza cognitiva dei bambini. B) Nelle esperienze di distacco dal genitore. C) Nello sviluppo fisico dei bambini. D) Nell'assumere il punto di vista dell'educatore.

2642. Proporre la possibilità di mettere in condizione il bambino di cogliere "nessi e relazioni" è una attività che favorisce: A) Apprendimenti logici. B) Abilità generiche. C) Competenze motorie. D) Conoscenze geografiche.

2643. Al nido l'attività di manipolazione offre al bambino: A) Il piacere di agire, scoprire e conoscere. B) Il piacere di sporcarsi. C) Il piacere di conoscere i materiali. D) Il piacere di familiarizzare con gli altri bambini.

2644. Il gioco di manipolazione, al nido, permette al bambino di: A) Trasformare il materiale attraverso l'uso del corpo. B) Essere in movimento. C) Scoprire se stesso. D) Inventare magie.

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2645. Con la manipolazione il bambino: A) Rielabora il materiale e lascia tracce. B) Altera il materiale. C) Utilizza il materiale solo con la guida dell'adulto. D) Partecipa ai giochi scoprendo cose nuove.

2646. I giochi di manipolazione si attuano attraverso: A) Un percorso sensoriale e motorio. B) Un percorso di modelli comportamentali. C) Un percorso ricco di emozioni. D) Un percorso percettivo.

2647. Il gioco manipolativo contribuisce allo sviluppo: A) Della motricità fine. B) Della motricità. C) Della lateralità. D) Della routine.

2648. Il "Fare" con piacere del bambino agevola, nel gioco di manipolazione, lo sviluppo: A) Della creatività e dell'iniziativa. B) Delle attività motorie. C) Di schemi fissi. D) Di atteggiamenti ripetitivi.

2649. L'attività del gioco "euristico" è la modalità immediata per il bambino di: A) Scoprire le relazioni tra gli oggetti. B) Imitare gli altri. C) Cogliere differenze negli oggetti. D) Stare con gli altri.

2650. Il gioco euristico stimola la capacità di manipolare: A) Materiali sconosciuti e creare oggetti diversi. B) Materiali conosciuti e usati in modi diversi. C) Materiali mai usati prima. D) Materiali amorfi.

2651. Il "cestino dei tesori" contiene: A) Materiali vari. B) Materiali identici. C) Materiali strutturati. D) Materiali colorati.

2652. Per realizzare i giochi di manipolazione l'educatore deve progettare: A) Tempi distesi. B) Tempi ridotti. C) Tempi intervallati. D) Tempi settimanali.

2653. Il racconto e la drammatizzazione di fiabe consentono ai bambini di: A) Scoprire realtà diverse. B) Scoprire bambini diversi. C) Scoprire mondi magici. D) Scoprire mondi fantasiosi.

2654. Il gioco al nido è un'attività fondamentale poiché durante il suo svolgimento il bambino: A) Sviluppa le sue capacità di interagire, conoscere, esplorare l'ambiente esterno ed interiore. B) Sviluppa le sue capacità di interazione sociale e si rapporta con l'adulto. C) Sviluppa le sue capacità percettivo - motorie e ogni volta produce giochi di ruolo. D) Sviluppa le sue abilità creative e fantastiche e ogni volta racconta l'esperienza.

2655. Al nido il gioco è considerato come un momento fondamentale poiché: A) Favorisce nel bambino la conoscenza dello spazio attraverso l'esplorazione, il riconoscimento e l'utilizzo di materiali. B) Permette al bambino di riposarsi dopo un'attività impegnativa. C) Consente all'educatore di NON partecipare all'attività. D) Consente al gruppo di bambini di utilizzare tutti i materiali che desiderano.

2656. Quale aspetto, secondo la teoria psicanalitica, è importante valorizzare nel gioco al nido? A) L'aspetto emotivo. B) L'aspetto cognitivo. C) L'aspetto fantastico e creativo. D) L'aspetto senso motorio.

2657. Secondo la teoria psicanalitica il gioco al nido è un momento in cui il bambino: A) Riproduce ed elabora, superandole, situazioni frustranti e minacciose. B) Sperimenta le proprie abilità senso motorie al fine di sviluppare la propria intelligenza. C) Sperimenta le proprie abilità motorie per il solo piacere funzionale. D) Riproduce, imitandoli, schemi di comportamento che ha osservato nell'educatore.

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2658. Al nido l'esperienza ludica è particolarmente ricca poiché il bambino ha a disposizione: A) Molti giocattoli, coetanei con cui interagire, educatori che lo sostengono. B) Uno spazio ampio e ricco di giochi di tutti i tipi. C) La libertà di agire, di muoversi in ambienti allegri e stimolanti. D) Un adulto che si occupa di lui.

2659. L'oggetto transizionale è un oggetto che contribuisce a: A) Facilitare nel bambino l'indipendenza affettiva e l'interesse per il mondo esterno. B) Sviluppare nel bambino modalità affettive riconosciute e complesse. C) Sviluppare nel bambino le capacità di gioco simbolico e le competenze grafiche. D) Entrare in relazione esclusivamente con l'educatore di riferimento.

2660. Secondo la teoria di Vigotskij, il gioco nei primi anni di vita del bambino è fondamentale perché: A) Facendo ricorso al suo immaginario lo induce a "lavorare" col significato e con le proprietà dell'oggetto. B) Facendo ricorso alle sue abilità cognitive consente di esercitarle e svilupparle. C) Facendo ricorso alle sue abilità percettivo-motorie consente di sperimentare schemi grafici. D) Facendo ricorso alle sue abilità emotivo-relazionali lo porta a confrontarsi con gli adulti.

2661. Si possono definire giochi e/o giocattoli al nido quelle esperienze e/o quei materiali che consentono di: A) Conoscere la complessità della realtà e/o elaborare il proprio immaginario. B) Sperimentare schemi motori di grande e fine motricità. C) Elaborare idee e cognizioni riguardo al loro utilizzo. D) Divertirsi e rilassarsi fra un'attività impegnativa ed una routine.

2662. L'imitazione organizzatrice si verifica quando il bambino al nido giocando: A) Prende spunto dall'attività di un altro arricchendo così il proprio gioco. B) Imita il gioco del compagno riproducendolo con lo stesso schema di svolgimento. C) Utilizza i materiali che ha a disposizione in maniera ordinata e organizzata. D) Imita il gioco che sta svolgendo l'adulto riproducendolo con lo stesso schema di svolgimento.

2663. L'assunzione di un ruolo complementare durante il gioco al nido si verifica quando il bambino: A) Adatta intenzionalmente le proprie azioni di gioco al progetto di gioco di un altro compagno. B) Adatta inconsapevolmente le proprie azioni di gioco al progetto di gioco di un altro compagno. C) NON adatta le proprie azioni di gioco al progetto di gioco di un altro compagno. D) Adatta le proprie azioni di gioco a ciò che ha imparato nei giorni precedenti.

2664. Il gioco euristico è una modalità che permette ai bambini del nido di esplorare: A) In maniera autonoma senza la guida di un adulto avendo a disposizione diversi materiali. B) Guidati dall'adulto che predispone diversi materiali. C) In maniera autonoma senza la guida di un adulto e con a disposizione un solo tipo di materiale. D) Guidati dall'adulto in un gioco con precise fasi strutturate.

2665. Il gioco euristico dovrà essere preventivamente progettato dall'educatore del nido in modo da: A) Prevedere uno spazio di attività abbastanza ampio, avere a disposizione solo i materiali scelti. B) NON avere uno spazio preciso lasciando il bambino libero di agire in tutto il nido. C) Prevedere uno spazio di attività abbastanza ampio lasciando al bambino la scelta dei materiali. D) Prevedere che il bambino possa muoversi per il nido con il materiale che ha scelto.

2666. Nel gioco euristico l'educatore deve disporre gli oggetti/materiali in maniera che ogni bambino: A) Possa scegliere liberamente il materiale che desidera senza essere incoraggiato o indirizzato. B) Utilizzi il materiale al quale l'educatore lo ha indirizzato. C) Possa scegliere liberamente il materiale che desidera seguendo le indicazioni di utilizzo che l'educatore fornisce. D) Utilizzi materiali simbolici che l'educatore gli ha fornito.

2667. Favorire momenti di gioco libero al nido significa garantire al bambino: A) Diverse opzioni sull'uso degli spazi, dei materiali e della scelta dei compagni di gioco. B) Completa libertà sulla scelta dei compagni di gioco. C) Diverse opzioni sulla scelta dei materiali con cui giocare. D) La possibilità di giocare all'interno dell'intera struttura.

2668. Al nido il gioco strutturato è: A) Individuale o in piccolo gruppo. B) Svolto preferibilmente in grande gruppo. C) Svolto indifferentemente in un piccolo o grande gruppo. D) Svolto dall'educatore con un solo bambino.

2669. Il gioco strutturato al nido necessita di: A) Un'attenta regia dell'educatore che individua attività, materiali e spazi da utilizzare. B) Un'attenta regia dell'educatore che contiene l'autonomia e la partecipazione attiva del bambino. C) Un'attenta regia dell'educatore che favorisce una scelta autonoma dei materiali e degli spazi da parte del bambino. D) Una "delega" da parte dell'educatore al bambino circa l'utilizzo di attività, materiali e spazi da utilizzare.

2670. Il gioco semistrutturato al nido è una modalità ludica di: A) Esplorazione e conoscenza di materiali predisposti dall'educatore. B) Esplorazione e conoscenza di materiali che il bambino sceglie tra quelli presenti in tutta la struttura. C) Esplorazione e conoscenza di pochi materiali nuovi o che il bambino NON ha mai visto. D) Esplorazione e conoscenza di tutti i materiali relativi ad un ambito di sviluppo.

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2671. Il gioco euristico al nido attribuisce all'educatore il ruolo di: A) Testimone ed osservatore partecipe. B) Conduttore e testimone partecipe. C) Inibitore di attività spontanee ed autonome. D) Collaboratore del bambino nello svolgimento.

2672. Cos'è un giocattolo al nido? A) Ogni genere di oggetto che, entrato in contatto col bambino, assume per lui significati simbolici. B) Solo gli oggetti strutturati (bambole, trenini, peluche, ecc...) che l'educatore propone. C) Un oggetto che procura divertimento al bambino. D) Ogni oggetto strutturato che il bambino sceglie autonomamente.

2673. Nel gioco di manipolazione al nido il bambino: A) Entra in contatto con nuovi materiali sperimentando sensazioni tattili e giocando a trasformare, costruire.. B) Entra in contatto con materiali strutturati sperimentando il loro utilizzo. C) Entra in contatto con materiali sperimentando le proprie abilità motorie. D) Entra in contatto con materiali strutturati che può scomporre dando vita ad altri oggetti.

2674. La scelta da parte dell'educatore dei materiali ludici e didattici dovrebbe essere: A) Coerente con gli obiettivi del progetto pedagogico e delle attività presenti nella programmazione. B) NON vincolata ad alcun tipo di progettazione ma lasciata alla libertà del singolo educatore. C) Vincolata alla disponibilità della struttura. D) NON vincolata al progetto pedagogico.

2675. Si definiscono "affettivo - relazionali" i materiali e le attività ludiche del nido che: A) Riconducono il bambino alla sfera delle emozioni e delle sensazioni. B) Riconducono all'ambito familiare perché prevedono l'utilizzo dei materiali portati da casa. C) Riconducono alla sfera del pensiero e del ragionamento. D) Riconducono ad esperienze che hanno particolarmente impressionato emotivamente il bambino.

2676. L'educatore del nido quando prevede l'utilizzo di materiali cosiddetti "strutturati" intende: A) Svolgere esperienze che favoriscono l'elaborazione e l'esercizio di funzioni cognitive, percettive, linguistiche. B) Svolgere esperienze che favoriscono la libera espressione del bambino. C) Svolgere esperienze che favoriscono la reinvenzione, l'uso creativo ed originale dei materiali stessi. D) Svolgere esperienze che favoriscono l'elaborazione e l'esercizio di funzioni motorie.

2677. L'educatore del nido quando prevede l'utilizzo di materiali cosiddetti "semi - strutturati" intende: A) Svolgere esperienze che favoriscono la reinvenzione, l'uso creativo ed originale dei materiali stessi. B) Svolgere esperienze che favoriscono l'elaborazione e l'esercizio di funzioni motorie. C) Svolgere esperienze che favoriscono l'utilizzo di procedimenti cognitivi. D) Svolgere esperienze che favoriscono l'ambientazione in spazi ristretti e circoscritti.

2678. L'uso di materiali cognitivi nel gioco al nido permette al bambino di: A) Elaborare, attraverso schemi mentali, la soluzione di problemi. B) Entrare in contatto con le proprie emozioni al fine di elaborarle. C) Sperimentare ed elaborare i propri modi di entrare in relazione con l'altro. D) Sperimentare schemi motori che favoriscono lo sviluppo delle autonomie.

2679. Il "Cestino dei tesori" è un grande contenitore nel quale sono collocati: A) Oggetti NON strutturati di varia natura, forma, dimensione e fattura (tubi, anelli, spazzole, specchi, catenelle..). B) Oggetti strutturati appartenenti ad un'unica categoria (bambole, burattini...). C) Oggetti NON strutturati appartenenti ad una specifica categoria in base al loro utilizzo (solo imbuti, solo tubi..). D) Oggetti strutturati appartenenti a più categorie in base al loro utilizzo (bambole, pupazzi, trenini, macchinine..).

2680. Quando al nido si utilizza materiale povero si fa ricorso a: A) Materiale facilmente reperibile in ogni contesto quotidiano. B) Materiale NON particolarmente elaborato. C) Materiale che è poco conosciuto dal bambino. D) Materiale poco vario e NON particolarmente ricco e stimolante.

2681. L'uso, da parte del bambino al nido, di un oggetto "transizionale" ha un valore ludico-simbolico poiché: A) Compensa l'assenza del genitore o la lontananza dell'educatore. B) Compensa l'assenza dei coetanei. C) Sostituisce altri giochi in quel momento NON disponibili. D) Gratifica e consola dopo un rimprovero dell'educatore.

2682. Giocare con lo specchio al nido aiuta il bambino a: A) Oggettivare il proprio corpo prendendo coscienza di sé, degli oggetti e delle persone intorno. B) Gratificarsi attraverso l'ammirazione ed il compiacimento di sé. C) Confrontare il proprio corpo con quello degli altri bambini. D) Prendere simbolicamente coscienza delle proprie potenzialità.

2683. Il gioco di manipolazione e di esplorazione al nido consiste nel dare al bambino: A) La possibilità di interagire con materiali che possono essere toccati, "indagati" utilizzando gli organi di senso. B) La possibilità di muoversi e utilizzare le proprie capacità motorie. C) La possibilità di rimanere in uno spazio circoscritto per poterne analizzare le caratteristiche fisiche. D) La possibilità di muoversi liberamente e quando lo desidera in tutto lo spazio del nido.

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2684. Il gioco con l'acqua si pone l'obiettivo di far sperimentare al bambino diverse possibilità: A) Manipolative, logico matematiche, simboliche. B) Di interazione coi coetanei in un gioco all'aperto. C) Di svago e di divertimento. D) Manipolative.

2685. Quando il bambino gioca al nido, le relazioni con coetanei danno luogo a processi di imitazione reciproca che viene definita:

A) Imitazione organizzatrice. B) Imitazione NON organizzata. C) Imitazione tra coetanei. D) Imitazione contemporanea.

2686. Nel gioco al nido si definisce complementare un'interazione quando: A) I bambini assumono ruoli diversi durante lo stesso gioco. B) I bambini a turno o contemporaneamente fanno la stessa cosa. C) I bambini senza rispettare i turni giocano con lo stesso materiale. D) I bambini seguono ed imitano il modo di giocare dell'educatore.

2687. Esistono diverse modalità di gioco al nido classificabili a seconda del tipo di interazione fra coetanei e sono: A) Gioco solitario, parallelo, associativo, collaborativo. B) Gioco strutturato, NON strutturato, Semi - strutturato. C) Gioco in grande gruppo, in piccolo gruppo. D) Gioco in sezione, all'aperto, negli spazi comuni.

2688. Nel gioco solitario al nido il bambino indirizza il proprio interesse su ciò che: A) Sta facendo da solo senza interessarsi a ciò che fanno gli altri bambini. B) Sta facendo ma anche osservando quello che fanno gli altri bambini. C) Stanno facendo gli altri bambini e sull'imitazione. D) Sta facendo e su ciò che l'educatore di riferimento gli dice di fare.

2689. Nel gioco parallelo al nido il bambino gioca: A) Indipendentemente dai coetanei, pur trovandosi nello stesso spazio, e usando gli stessi giochi. B) Cercando di influenzare il gioco dei coetanei proponendo giochi o materiali. C) Insieme ai coetanei, nello stesso spazio e con gli stessi materiali. D) Indipendentemente dai coetanei, in spazi diversi e con materiali simili.

2690. Nel gioco associativo al nido il bambino gioca: A) Insieme con altri bambini scambiando giochi e materiali ma in maniera NON organizzata. B) Insieme con altri bambini scambiando giochi e materiali in maniera organizzata verso un fine di gruppo. C) Da solo usando gli stessi giochi e materiali e imitando i gesti dei compagni del gruppo. D) Da solo senza interessarsi a ciò che fanno gli altri.

2691. Nel gioco cooperativo al nido il bambino gioca: A) In gruppo pianificando e organizzando le proprie azioni verso il fine del gruppo assumendo un compito ed un ruolo specifico. B) Da solo usando gli stessi giochi e materiali e imitando i gesti dei compagni del gruppo. C) Indipendentemente dai coetanei pur trovandosi nello stesso spazio e usando gli stessi giochi. D) Con l'educatore cooperando con lui ma senza interessarsi a ciò che fanno gli altri.

2692. Al nido il gioco solitario, parallelo, associativo e cooperativo: A) Variano nel tempo che il bambino vi dedica in relazione alla sua età. B) Variano nel tempo indipendentemente dall'età. C) NON variano nel tempo poiché il bambino dedica lo stesso tempo a ciascuno. D) NON variano con l'età poiché il bambino di qualsiasi età vi dedica lo stesso tempo.

2693. Il gioco di movimento al nido ricopre la funzione di fare: A) Acquisire e sperimentare al bambino competenza e controllo delle diverse parti del corpo. B) Acquisire e sperimentare al bambino riconoscimenti delle relazioni amicali. C) Sviluppare la competitività tra i bambini attraverso giochi motori. D) Rilassare il bambino facendolo divertire.

2694. Il gioco del "far finta" al nido sviluppa l'abilità: A) Simbolica. B) Relazionale. C) Cognitiva. D) Motoria.

2695. Nascondere e ritrovare un oggetto può aiutare il bambino a: A) Dominare l'ansia di essere separati dalla madre. B) Controllare le emozioni. C) Incanalare le pulsioni. D) Dominare i propri istanti negativi.

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2696. Sgridare la bambola invitandola a comportarsi bene può servire al bambino a: A) Scaricare una tensione accumulata. B) Imitare il modello adulto. C) Coordinare le proprie attività. D) Coordinare i propri movimenti.

2697. Si definisce cooperativo: A) Un gioco organizzato in cui i partecipanti rivestono ruoli diversi. B) Un gioco a piccoli gruppi con l'utilizzo di materiale strutturato. C) Un gioco che coinvolge necessariamente tutti i bambini del nido. D) Un gioco a gruppi finalizzato allo stesso obiettivo.

2698. Nel gioco al nido il bambino può utilizzare gli oggetti su un piano rappresentativo indiretto, ovvero può giocare utilizzando:

A) Un oggetto, sperimentandone le funzioni su un altro oggetto (es: con il pettine pettina la bambola). B) Un oggetto, sperimentandone le funzioni su se stesso (es: con il pettine pettina se stesso). C) Un oggetto, sperimentandone le diverse possibilità d'uso (es: un pennarello per colorare). D) Un oggetto che anche altri stanno utilizzando, condividendone i diversi usi.

2699. I giochi di "proiezione" o "delle parti" servono al bambino anche per: A) Scaricare le tensioni accumulate. B) Apprendere le regole del gioco di gruppo. C) Manifestare le sue competenze sociali. D) Imparare a collaborare con gli altri.

2700. Il bambino intorno ai 3 anni mentre gioca con i coetanei è in grado di utilizzare: A) L'alternanza dei turni e la complementarità dei ruoli. B) La capacità di comunicare verbalmente i desideri e le aspettative. C) Capacità simboliche legate al periodo operatorio. D) Interazioni complesse legate alle dinamiche accettazione/rifiuto.

2701. Nei bambini da 0 a 2 anni si manifestano i "giochi autostimolatori" che consistono in giochi: A) Di esplorazione - manipolazione - ripetizione. B) Di socializzazione ed identificazione con l'adulto. C) Affettivi e di rispecchiamento di sé. D) Cognitivi e di conoscenza del mondo familiare.

2702. L'educatore può sostenere il gioco del bambino attraverso: A) Azioni, gesti e parole, che arricchiscono l'esperienza del bambino. B) Modelli di gioco da proporre al bambino. C) Il recupero del proprio modo di essere bambino. D) La realizzazione di una relazione simmetrica con il bambino.

2703. Nel gioco al nido il bambino può utilizzare gli oggetti su un piano rappresentativo diretto ovvero può giocare utilizzando:

A) Un oggetto, sperimentandone le funzioni su se stesso (es: con il pettine pettina se stesso). B) Un oggetto, sperimentandone le funzioni su un altro oggetto (es: con il pettine pettina la bambola). C) Un oggetto immaginario, condividendone con altri bambini i significati emotivi. D) Un oggetto, sperimentandone le diverse possibilità d'uso (es: un pennarello per colorare).

2704. Nelle fasi successive al gioco, l'educatore ha il compito di favorire nel bambino: A) L'elaborazione delle esperienze. B) La memorizzazione di ciò che è stato appreso. C) La codificazione e organizzazione delle esperienze. D) La generalizzazione simbolica dell'esperienza.

2705. Al nido il gioco libero è importante perché svolge un'azione: A) Equilibratrice rispetto alle attività strutturate scandite nel tempo e in spazi determinati. B) Rilassante in quanto si svolge in un contesto ambientale circoscritto. C) Di stimolo all'esplorazione ed alla conoscenza di oggetti in spazi delimitati. D) Rilassante in quanto si snoda con una successione di proposte dell'educatore.

2706. Nel nido i giochi di manipolazione e di esplorazione aiutano il bambino a: A) Scoprire informazioni su un oggetto e sui suoi usi. B) Scoprire informazioni su un oggetto e oggettivarne il significato. C) Sviluppare forme di ragionamento relativamente alla sfera delle emozioni. D) Individuare nuove e possibili interazioni sociali veicolate dall'uso dell'oggetto.

2707. Il "gioco del cucù" assume, fin dai primi mesi di vita del bambino, l'importante funzione di: A) Elaborazione rituale del distacco, della separazione e del ricongiungimento dalle figure adulte. B) Apprendimento di norme sociali utili per l'interazione futura coi coetanei. C) Acquisizione di condotte complesse per lo sviluppo di abilità grosso e fino motorie. D) Apprendimento di abilità sociali e di interazione per il superamento dell'egocentrismo.

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2708. Il bambino nel crescere modifica le proprie modalità di gioco, ovvero usa gli oggetti: A) Inizialmente in modo indifferenziato, poi esplorandone caratteristiche e funzioni ed infine attribuendo loro funzioni simboliche. B) Inizialmente in modo indifferenziato e successivamente esplorandone caratteristiche e funzioni in relazione allo spazio. C) Inizialmente attribuendo ad essi funzioni simboliche e successivamente esplorandone le funzioni d'uso in relazione alle

interazioni. D) Inizialmente in modo indifferenziato e successivamente attribuendo ad essi funzioni simboliche suggerite dall'adulto di

riferimento. 2709. Le forme che il gioco assume nella primissima infanzia rivelano:

A) Le modalità affettive ed espressive della vita del bambino. B) La completa autonomia psico-affettiva del bambino. C) La dipendenza materna del bambino. D) La capacità di pensare e parlare del bambino.

2710. Per i bambini più grandi di nido i giochi di regole: A) Possono essere attività difficili perché si basano su un contratto esplicitamente verbalizzato. B) Sono attività che implicano un accordo esplicito, ma avvengono in modo spontaneo tra bambini. C) Sono un'attività che i bambini possono svolgere solo con una presenza direttiva degli adulti. D) Sono attività che si svolgono indifferentemente in presenza o in assenza degli educatori di sezione.

2711. I bambini nel comprendere il racconto di una fiaba: A) Ricordano più facilmente gli elementi centrali, quelli cioè maggiormente connotati emotivamente. B) Ricordano più facilemte l'inizio e la fine, poiché questi rappresentano i punti salienti. C) Ricordano particolari sparsi nel testo, senza mostrare una comprensione dei legami causali. D) Ricordano più p meno tutto grazie al piacere che provano nell'ascoltare e riprodurre le fiabe.

2712. Nel momento del "pasticciamento" di un bambino, l'educatore: A) Può sollecitare e scoprire come il bambino ragiona ed interpreta l'esperienza. B) Deve limitarsi a valutare il significato dell'attività di pasticciamento individuale. C) Difficilmente potrà ottenere informazioni utili, per quanto sia un momento utile. D) Deve tenersi in disparte per non distrarre o interrompere l'esperienza del bambino.

2713. Le manifestazioni motorie e sonore del bambino piccolo e le sue prime rappresentazioni grafiche sono legate: A) A spinte biologiche, ma trovano consolidamento e sviluppo nella reelazione con gli altri. B) Esclusivamente a capacità innate e non sono influenzate dall'ambiente socio-culturale. C) A spinte biologiche, ma trovano consolidamento e sviluppo nella relazione con gli adulti. D) Esclusivamente ai rapporti instaurati con gli adulti significativi per il bambino.

2714. Un bambino che disegna una linea denominandola "il treno": A) Rappresenta la sua soluzione per disegnare un treno in movimento. B) Non ha capito la forma del treno e va corretta la sua percezione. C) Va corretto e rimproverato invitandolo a disegnare con più attenzione. D) Va premiato e considerato un bambino più creativo degli altri.

2715. Le strategie operative volte a sviluppare la competenza sociale infantile sono di tipo: A) Cooperativo. B) Spontaneo. C) Costruttivo. D) Orientativo.

2716. Le interazioni con il gruppo dei pari al nido possono migliorare: A) Lo sviluppo e l'apprendimento. B) Soprattutto l'acquisizione dei valori. C) Esclusivamente lo sviluppo affettivo. D) Le abilità motorie.

2717. Lo scambio e la relazione tra i bambini saranno favoriti: A) Dal piccolo gruppo. B) Da gruppi molto numerosi. C) Dal gruppo naturale. D) Da gruppi in cui vi è almeno un adulto.

2718. Dalla pratica educativa è evidente che in media i bambini impegnati in un compito difficile riescono meglio se affrontano il compito:

A) In piccoli gruppi di pari. B) In grandi gruppi di pari. C) Da soli. D) Con bambini di età inferiore alla loro.

2719. Favorire il confronto all'interno del gruppo di bambini: A) Permette al bambino di arricchire i suoi punti di vista. B) Nel caso di bambini in situazione di disagio ne accresce le difficoltà. C) Crea esclusioni e discriminazioni. D) Limita lo sviluppo del Sé nel bambino molto piccolo.

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2720. Diversi studi (es A.Freud, Harlow, Harris) dimostrano che nei primi tre anni di vita, per lo sviluppo emotivo e sociale, oltre ai rapporti con i genitori sono essenziali per il bambino i rapporti:

A) Con i coetanei. B) Con adulti esterni alla famiglia. C) Con bambini più piccoli. D) Con diverse figure educative.

2721. Nell'ambito delle relazioni tra pari i bambini sembrano sviluppare capacità metacognitive già a partire dall'età di circa: A) Tre anni. B) Due anni. C) Un anno. D) Quattro anni.

2722. Uno dei criteri fondamentali per la formazione di un gruppo nello svolgere un compito è: A) La motivazione verso il raggiungimento di un obiettivo comune a tutti i bambini. B) La motivazione verso il raggiungimento di un obiettivo diverso per ogni bambino. C) La presenza delle figure di riferimento di ogni bambino. D) La presenza di più educatori per favorire le interazioni.

2723. Le emozioni che il bambino è in grado di individuare e riconoscere per prime nell'altro, sono le emozioni: A) Di base. B) Multiple. C) Di primo grado. D) Complesse.

2724. Spesso l'aggressività di un bambino verso un altro può significare che il bambino: A) Ha voglia di accostarsi all'altro, ma è incapace di farlo in modo adeguato. B) Ha voglia di instaurare contatti solo con adulti. C) Non ha voglia di instaurare contatti con nessuno. D) Si sente rifiutato e cerca di instaurare una nuova relazione.

2725. All'interno del rapporto tra coetanei negli asili nido il conflitto: A) Può essere un momento di confronto e crescita. B) Va evitato a tutti i costi dagli educatori per garantire l'incolumità dei bambini. C) Può essere un momento di confronto e discussione. D) Deve essere gestito coinvolgendo i genitori dei bambini.

2726. Per favorire le interazioni tra bambini l'educatore dovrà promuovere soprattutto comportamenti/atteggiamenti: A) Cooperativi. B) Creativi. C) Spontanei. D) Produttivi.

2727. Per favorire la socializzazione tra bambini sarà utile proporre giochi: A) Di gruppo. B) Euristici. C) Di costruzione. D) Simbolici.

2728. I bambini iniziano a manifestare un atteggiamento empatico tra loro: A) Dagli 8 mesi in avanti. B) Solo in età scolare. C) Dai primi giorni di vita. D) A partire dai 36 mesi.

2729. Quanto più l'educatore è disposto e capace di accogliere se stesso e gli altri , tanto più promuove la formazione di bambini:

A) Dialoganti tra loro e relazionalmente attivi. B) Tranquilli e relazionalmente attivi. C) Attivi e curiosi. D) Emotivi e relazionalmente competenti.

2730. Le relazioni "orizzontali tra pari" sono quelle che il bambino stabilisce: A) Con fratelli, amici, compagni. B) Con genitori e parenti in linea orizzontale. C) Solo con i coetanei con i quali condivide anche un legame di parentela. D) Con tutta la sua cerchia famigliare.

2731. In relazione alle attività di gruppo, già tra i bambini è possibile osservare la formazione di un "leader orientato al compito" e di un "leader:

A) Socioemozionale". B) Sociosociale". C) Sociopratico". D) Sociopragmatico".

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2732. Le interazioni tra pari sono influenzate: A) Dall'esperienza familiare dei bambini e dalla loro personalità. B) Esclusivamente dall'ambiente di appartenenza dei bambini. C) Unicamente dal temperamento dei bambini. D) In particolar modo dalla presenza di fratelli nella famiglia dei bambini.

2733. I bambini di tre anni si relazionano tra loro: A) Attraverso il linguaggio corporeo e verbale. B) Solo attraverso il linguaggio verbale. C) Esclusivamente attraverso il linguaggio corporeo. D) Attraverso il linguaggio dei gesti.

2734. Uno strumento utile a favorire la conoscenza reciproca di bambini di due anni all'interno del gruppo può essere costituito da:

A) Girotondo dei nomi. B) Applicazione di targhette colorate sui grembiuli con disegni di frutti. C) Applicazione di targhette colorate sui grembiuli con i rispettivi nomi. D) Proposta di giochi competitivi di gruppo.

2735. Nella teoria dell'attaccamento, gli atteggiamenti di aggressività, rabbia, ostilità nel gruppo dei bambini possono essere ricondotti a:

A) Un attaccamento di tipo insicuro. B) Un troppo forte attaccamento alle figure educative. C) Un attaccamento di tipo indiretto. D) Un eccessivo attaccamento.

2736. Il sistema di relazioni in cui è inserito il bambino in età prescolare può essere definito: A) Ampio e complesso. B) Delimitato e superficiale. C) Basilare. D) Limitato e semplice.

2737. In riferimento alla teoria dell'attaccamento, la qualità delle relazioni con i coetanei è influenzata positivamente da un attaccamento di tipo:

A) Sicuro. B) Plurale. C) Completo. D) Forte.

2738. Piaget sostiene che il bambino si prepari al passaggio dal gioco individuale al gioco di gruppo attraverso il gioco simbolico in cui:

A) Si trasforma in un'altra persona visualizzando l'altro come diverso da sè. B) É regista, cioè dà consegne agli altri su ciò che devono fare. C) É un attore NON relazionale centrato unicamente sulle caratteristiche dell'ambiente. D) Gioca solo in presenza di figure adulte.

2739. Lo sviluppo sociale del bambino si realizza: A) Attraverso l'inserimento in un'ampia rete di persone e attività. B) Nella sola e fondamentale relazione madre-bambino. C) Principalmente grazie alla relazione con l'educatore. D) Esclusivamente per mezzo dell' esperienza ludica.

2740. Le relazioni e gli scambi comunicativi tra bambini sono favoriti da spazi: A) Raccolti. B) Molto vasti. C) Chiusi. D) Delimitati.

2741. Secondo Winnicott il passaggio dal gioco individuale al gioco di gruppo si realizza anche attraverso: A) Gli oggetti transizionali che fanno da ponte tra l'Io e il non-Io. B) Gli oggetti transizionali che fanno da ponte tra l'Io e il Super-Io. C) Gli oggetti simbolo che evocano situazioni irreali. D) Gli oggetti simbolo che evocano situazioni reali.

2742. La presenza di atteggiamenti aggressivi tra bambini è un fenomeno: A) Precoce e complesso. B) Che riguarda l'aggressività fisica. C) Semplice e naturale che NON deve preoccupare l'educatore. D) Che si manifesta a partire dai due anni di vita.

2743. L'insorgere di comportamenti sociali di condivisione nei bambini si realizza: A) Dai 15-18 mesi in avanti. B) Già dalla nascita. C) Dai 24 mesi in avanti. D) Dopo il terzo anno.

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2744. Secondo Piaget il gioco passa dalla dimensione individuale a quella gruppale quando il bambino gioca: A) Con regole condivise ed oggettive. B) Con regole dettate dai bambini di età superiore alla sua. C) Con regole dettate dalle figure di riferimento. D) Con regole soggettive e col buon senso.

2745. La pedagogia sociale: A) Pone l'accento sul contesto relazionale del bambino. B) Si occupa dello studio della società. C) É la branca della pedagogia che studia i gruppi. D) Si occupa dei soggetti svantaggiati.

2746. Le relazioni tra coetanei ed il gioco simbolico secondo Mead favoriscono nel bambino: A) Lo sviluppo del sé. B) L'aumento della creatività. C) Le capacità pratiche. D) Lo sviluppo motorio.

2747. Nello studio delle relazioni, un utile strumento (ideato da Moreno) per valutare la salute del gruppo è: A) Il sociogramma. B) La socioanalisi. C) Il pointing. D) Il caring.

2748. La disomogeneità delle acquisizioni evolutive del secondo anno di vita (processi cognitivi, linguaggio, deambulazione) influenza:

A) I rapporti tra i gruppi dei pari. B) La frammentarietà del processo cognitivo. C) Il processo di attaccamento. D) Il disagio del bambino.

2749. Nel nido un gruppo omogeneo per età sostiene: A) Gli apprendimenti di tipo lineare. B) Lo sviluppo corporeo. C) Lo schema corporeo. D) Lo sviluppo alimentare.

2750. Le relazioni dirette e indirette nel rapporto tra pari, nei bambini prima dei sei mesi, sono promosse: A) Dal ruolo dell'adulto. B) Dagli stessi pari. C) Dalla disposizione dell'ambiente. D) Dai ricercatori che il bambino incontra durante esperimenti e osservazioni.

2751. Nel nido la relazione tra pari è particolare, perché: A) I bambini sono in una fase egocentrica. B) I bambini sono in una fase oggettuale. C) I bambini sono tra loro rivali. D) I bambini sono tra loro particolarmente aggressivi.

2752. L'educazione sociale è un obiettivo formativo dell'asilo nido? A) Si, perché i bambini vanno educati a stabilire positivi rapporti interpersonali e di collaborazione. B) Si, perché i bambini piccoli NON sanno interagire con il gruppo dei pari, ma solo con gli adulti. C) NO, perché i bambini del nido sono troppo piccoli e NON possono sviluppare pratiche sociali. D) NO, perché la socialità è una competenza innata e NON va educata in nessun modo.

2753. I conflitti e i litigi dei bambini: A) Rappresentano una occasione di confronto utile a rafforzare l'identità. B) Sono significativi delle modalità di rapporto con i genitori. C) Sono significativi delle modalità di relazione adulta. D) Debbono essere ben considerati soprattutto in fase pre-oggettuale.

2754. Specialmente se un bimbo ha fratelli è facilmente sensibile: A) Alla gelosia. B) Alle malattie infettive. C) Al senso di proprietà. D) Alla commozione.

2755. Lo svolgimento delle quotidiane attività della cura del corpo nell'ambito del piccolo gruppo, permette al bambino: A) Di verificare che anche gli altri hanno le stesse sue necessità. B) Di osservare l'igiene personale degli altri. C) Di imitare i più grandi nella cura di sé. D) Di essere curato meglio.

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2756. All'interno del gruppo dei pari i bambini del nido producono strategie interattive diverse in funzione del partner perchè:

A) Imparano a conoscere precocemente lo stile interattivo del partner. B) Procedono per tentativi ed errori. C) L'adulto di riferimento suggerisce la modalità adeguata. D) Generalizzano sulla base di esperienze pregresse con altri partner.

2757. Per prendersi cura dei bambini anche lavorando con tutto il gruppo è opportuno: A) Creare un clima di tranquillità. B) Chiedere il sostegno dei colleghi. C) Chiedere la collaborazione dei più "grandicelli". D) Strutturare il meglio possibile l'ambiente.

2758. Lo svolgersi dei rapporti tra bambini nella vita quotidiana del nido denota che: A) Essi NON sono indifferenti a presenza, attività e sentimenti degli altri bambini. B) Essi considerano i loro coetanei come ostacolo all'esplicazione della propria attività. C) Essi NON sono ancora in grado di relazioni affettive somiglianti a quelle degli adulti. D) Essi si disinteressano tanto alla presenza di coetanei quanto di adulti.

2759. L'interesse del bambino verso i suoi coetanei è un: A) Comportamento prosociale. B) Gioco. C) Atteggiamento di dipendenza. D) Comportamento imitativo.

2760. Dopo il primo anno di vita, rispetto alla vita sociale del nido, il bambino: A) Esprime sentimenti nei confronti di altri bambini in presenza di determinati fatti e/o situazioni. B) NON reagisce in modo chiaro e costante ma esprime ambivalenza. C) Imita reazioni emotive e sentimenti espressi dagli adulti nei confronti di un determinato bambino. D) NON é ancora in grado di esprimere sentimenti perché insicuro della reazione con "l'altro".

2761. L'educatore può aiutare il bambino a superare gradualmente l'egocentrismo affettivo attraverso: A) Un comportamento affettuoso equilibrato verso tutti i bambini. B) Un atteggiamento preferenziale per i bambini che ne hanno bisogno. C) Un comportamento distaccato nei confronti di tutti i bambini. D) Un forte comportamento d'attaccamento che da sicurezza al bambino.

2762. Nel nido un gruppo eterogeneo per età favorisce: A) L'apprendimento per modelli. B) Il distacco dall'adulto. C) La continuità educativa. D) Lo sviluppo fisico.

2763. Per non rischiare di trascurare i bimbi che tendono ad isolarsi è preferibile: A) Attuare attività che consentano la partecipazione di tutti. B) Chiedere alle famiglie le caratteristiche di ciascun bimbo. C) Affiancargli sempre bambini più responsabili. D) Dedicarsi solo a loro.

2764. Nel nido la costituzione dei gruppi di bambini, sostiene: A) L'interscambio affettivo e cognitivo. B) La comprensione dei discorsi. C) La discriminazione degli oggetti. D) La discriminazione dei suoni verbali.

2765. Il bambino anche piccolo nel rapporto con i compagni impara a: A) Costruire relazioni. B) Riconoscere i comportamenti corretti. C) Cooperare in relazione ad un obiettivo. D) Rendersi utile al gruppo.

2766. Le acquisizioni all'interno del gruppo dei pari sono favorite : A) Da leggera asimmetria di competenze. B) Da medesime competenze linguistiche. C) Da esperienze diversificate. D) Da appartenenza a culture diverse.

2767. Nel nido l'apprendimento degli atteggiamenti avviene, in un primo momento, soprattutto attraverso: A) L'imitazione esteriore. B) L'insegnamento degli adulti. C) L'adesione interiore. D) L'attività spontanea.

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2768. Il rapporto e l'incontro con l'altro nel gruppo dei pari, al nido, rappresentano una dimensione costitutiva: A) Dell'identità. B) Della capacità di astrazione. C) Dell'emulazione. D) Della capacità linguistica.

2769. Nel nido le interazioni tra pari apportano informazioni diverse ed esperienze nuove perché sono: A) Simmetriche. B) Speculari. C) Asimettriche. D) Identificative.

2770. Nei bambini più piccoli la costruzione di attività nuove e il processo di padronanza della realtà e dei rapporti interpersonali sono più facilitati:

A) Dall'imitazione. B) Dal rapporto con gli adulti. C) Dall'acquisizione del linguaggio. D) Dal gioco.

2771. La costruzione delle rappresentazioni dei bambini sui diversi eventi della loro vita è il risultato: A) Della partecipazione ad attività concrete e collettive. B) Di processi puramente cognitivi. C) Del tipo di attaccamento che si è instaurato con il genitore. D) Dell'età di inserimento al nido.

2772. Nel nido un gruppo eterogeneo per età favorisce: A) La costruzione sociale delle conoscenze. B) La costruzione fantastica della realtà. C) La costruzione magica della realtà. D) La costruzione di un mondo irreale.

2773. Nel nido le interazioni speculari (fare insieme la stessa cosa), sono presenti nel bambino: A) Alla fine dei 2 anni. B) Alla fine dei 3 anni. C) Alla fine di 1 anno. D) Da 1 a 3 anni.

2774. Al nido, fra i bambini di uno-due anni, l'attività di un bambino con un oggetto determina facilmente: A) Modalità imitative e complementari da parte di altri bambini. B) Processi di elaborazione cognitiva alternativi all'espressione di socialità. C) Ricerca competitiva di oggetti di dimensioni maggiori. D) Disinteresse e ricerca della figura adulta di riferimento.

2775. Il sentimento di comunanza che si avverte all'interno del gruppo dei pari al nido è legato: A) Alla percezione da parte dei bambini di parità affettiva, cognitiva e sociale. B) Al sentimento che si crea tra individui che condividono la stessa situazione. C) Alla capacità dell'adulto di osservare le dinamiche socio-affettive e di indirizzarle. D) Al livello di socializzazione dei modelli adulti di riferimento (genitori e educatori).

2776. Nel nido il gruppo dei "pari" è costituito da: A) Bambini coetanei. B) Bambini della stessa condizione sociale. C) Bambini dello stesso sesso. D) Bambini che provengono dallo stesso ambiente.

2777. L'interazione all'interno del gruppo dei pari aiuta il bambino: A) A interpretare e categorizzare l'esperienza. B) A favorire la sua predisposizione alla condotta sociale. C) Ad aumentare i successi interattivi. D) A facilitare l'apprendimento del linguaggio.

2778. Le iniziative comunicative dei bambini di due anni e mezzo al nido sono soprattutto rivolte: A) Ai bambini coetanei. B) Agli educatori. C) Ai bambini più piccoli. D) Agli adulti in generale.

2779. Nel gruppo dei coetanei, se non troppo numeroso, i bimbi possono: A) Osservarsi l'un l'altro e provare ad assumere ruoli nuovi. B) Giocare insieme senza farsi male. C) Sperare di ottenere tutti un bel gioco. D) Provare ad arrivare primi nelle piccole competizioni.

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2780. Una leggera asimmetria di competenze tra bambini all'interno del gruppo dei pari, al nido: A) Favorisce le acquisizioni all'interno del gruppo. B) Favorisce i conflitti all'interno del gruppo. C) Ritarda l'acquisizione all'interno del gruppo. D) NON influisce sulle acquisizioni all'interno del gruppo.

2781. Svolgere attività nel piccolo gruppo sviluppa l'orientamento spazio-temporale se: A) Si sfruttano spazi grandi e piccoli. B) Si mostrano orologi e calendari. C) Si utilizzano abitudini e rituali. D) Si fanno giochi di movimento.

2782. Al nido è frequente vedere i bambini contendersi i giochi. In questa situazione è preferibile che l'educatore si ponga come:

A) Mediatore del conflitto. B) Risolutore autoritario. C) Osservatore NON partecipante. D) Difensore di uno dei due bambini.

2783. Il "prestigio" del bambino più grande nei confronti del bambino più piccolo, all'interno del gruppo dei pari, è dovuto: A) Alla maggiore competenza cognitiva e sociale. B) Alla maggiore competenza linguistica e comunicativa. C) Alla maggiore abilità prestazionale e realizzativa. D) Alla maggiore competenza esperienziale.

2784. L'attività di gruppo è fondamentale al nido? A) Si, perché educa all'adattamento alla vita in comunità. B) Si, solo nei momenti in cui i bambini sono agitati. C) Si, perché così i bambini giocano in autonomia. D) NO, è preferibile l'attività individuale per osservare il bambino.

2785. La "formazione della personalità" è determinata: A) Dall'interazione dinamica tra ereditarietà e ambiente. B) Dall'accettazione indiscriminata delle regole sociali. C) Dall'attuazione di fattori innati. D) Dall'attuazione di fattori acquisiti.

2786. Nell'espressione della socialità verso il gruppo dei pari i bambini al nido mettono in atto processi di: A) Riflessione ed elaborazione cognitiva. B) Autocentrismo e imitazione semplice. C) Collaborazione e comunicatività. D) Impulsività e aggressività.

2787. I rapporti tra bambini al nido costituiscono terreno di applicazione e stimolo: A) Alla conoscenza delle relazioni sociali. B) Alla conoscenza delle routines. C) Alla conoscenza simbolica. D) Alla conoscenza comune.

2788. L'osservazione delle interazioni di medi e grandi, nei primi momenti di inserimento al nido, consente di individuare come maggioritari:

A) Il forte interesse per la presenza e l'attività degli altri bambini. B) La richiesta di conforto agli adulti. C) Stati di isolamento. D) Il riferimento all'adulto come mediatore di conoscenza sulla vita.

2789. I bambini iniziano ad avere interesse e capacità di interagire con il gruppo dei pari A) Entro i sei mesi. B) Intorno a un anno. C) A due anni. D) NON prima dei tre anni.

2790. L'autostima del bambino si sviluppa nel gruppo quando: A) Svolge attività in cui è e si sente competente. B) Vede che è il più bravo. C) Tutti gli fanno complimenti. D) Gioca con bambini sicuri di sé.

2791. In un gruppo di bimbi è molto importante: A) Favorire relazioni di amicizia. B) Lodare il contributo dei singoli. C) Riordinare sempre gli oggetti. D) Essere divertenti.

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2792. Le attività di un bambino più grande sono fonte nei bambini più piccoli di: A) Imitazione. B) Interesse. C) Indifferenza. D) Comunicatività.

2793. Per favorire e sollecitare i processi di socializzazione nei bambini l'educatore deve creare: A) Occasioni di spontanea collaborazione. B) Occasioni di gioco individuale. C) Sottogruppi per fasce di età. D) Sottogruppi per livelli di sviluppo.

2794. Lo sviluppo della relazione sociale tra pari è favorita: A) Dalle esperienze di piccolo gruppo. B) Dall'armonia presente nel gruppo. C) Dalle attività in gruppi numerosi. D) Dal livello di sviluppo linguistico e cognitivo.

2795. I bambini al nido effettuano scambi della voce (con vocalizzi, gorgheggi) con gli altri: A) Intorno al primo anno di vita. B) Intorno ai 4 mesi. C) Fin dai primi mesi. D) Intorno ai 18 mesi.

2796. Per facilitare le interazioni tra bambini è utile: A) Porre attenzione nella costruzione dei gruppi di bambini. B) Parlare loro della collaborazione. C) Mettere a disposizione materiale scarso. D) NON facilitare l'uso degli spazi.

2797. Anche nella prima infanzia nel gruppo dei coetanei il bambino può: A) Stabilire rapporti affettivi e di amicizia. B) Instaurare relazioni stabili e durature. C) Giocare in modo pericoloso. D) Assumersi troppe responsabilità.

2798. Osservando il comportamento dei compagni il bambino può: A) Sperimentare nuovi schemi di comportamento. B) Copiare risposte scorrette ed applicarle in ogni situazione. C) Isolarsi per osservare meglio. D) Sentirsi importante e assumere la leadership.

2799. Se due bimbi litigano è meglio: A) Contenerli entrambi con pazienza e con fermezza. B) Sgridare quello che ha cominciato per primo. C) Farsi spiegare il perché della lite. D) Distrarli abbastanza velocemente.

2800. Nel piccolo gruppo il bimbo ha modo di: A) Incontrare gli altri in un clima di tranquillità. B) Attivarsi in più giochi contemporaneamente. C) Sperimentare attività di maggiore movimento. D) Sentirsi più importante.

2801. Una disattenta organizzazione spazio temporale del nido può determinare: A) Conflittualità tra bambini. B) Conflittualità tra adulti. C) Conflittualità tra adulti e bambini. D) Prevedibilità degli accadimenti.

2802. L'educatore che ruolo ricopre nella relazione tra i bambini? A) É garante dei rapporti armoniosi tra i bambini. B) É esclusivamente garante delle relazioni tra i più piccoli. C) NON ha nessun ruolo, i bambini si relazionano da soli. D) Stimola l'amicizia tra i bambini che NON simpatizzano tra loro.

2803. Di fronte a proposte di gioco molto conosciute come giocare con una palla, i bambini che NON si conoscono: A) Presentano numerosi comportamenti interattivi. B) Evitano il gioco, data l'estraneità dei pari. C) Entrano in conflitto con i pari, essendo loro sconosciuti. D) Restano indifferenti agli altri bambini, cercando di tenere il gioco sotto il loro controllo.

2804. Il bambino nella relazione con il gruppo dei pari comprende la differenza e la diversità: A) Cercando di capire e di farsi capire. B) Accettando incondizionatamente il pensiero dell'altro. C) Cercando di imporre la propria opinione. D) Evitando forme di cooperazione o di contatto.

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2805. Al nido il bambino sceglie uno o più compagni con cui stare (per giocare o per mangiare o per dormire insieme) tendenzialmente:

A) Dopo il primo anno di età. B) NON prima dei ventiquattro mesi. C) Dopo i primi diciotto mesi. D) Intorno ai tre anni.

2806. All'interno del gruppo dei pari, le azioni dei bambini più grandi costituiscono per i più piccoli: A) Un modello dinamico. B) Un ostacolo. C) Un elemento di evitamento. D) Un aiuto indispensabile.

2807. Quale è l'elemento che contribuisce maggiormente al realizzarsi della sicurezza di sé nel bambino? A) Lo sviluppo affettivo. B) Lo sviluppo sensoriale. C) Lo sviluppo motorio. D) Il temperamento.

2808. Gli educatori al nido possono rafforzare le interazioni sociali dei bambini: A) Aiutandoli a prendere atto di forme di partecipazione. B) Assumendo esclusivamente il ruolo di osservatori. C) Intervenendo nelle interazioni di carattere negativo. D) Rappresentando modelli di pacifica convivenza.

2809. I bambini apprendono la funzione di ciascun ambiente: A) Svolgendo le attività in spazi strutturati appositamente. B) Ascoltando delle spiegazioni brevi e chiare. C) Guardando quel che fanno gli altri bimbi. D) Con dei semplici giochi didattici.

2810. All'interno del gruppo dei pari, un comportamento tutoriale dei bambini più grandi nei confronti dei più piccoli produce:

A) Effetti positivi di sviluppo. B) Risentimento e aggressività. C) Sblocco dell'empasse. D) Blocco delle comunicazioni.

2811. Fattore determinante la qualità delle relazioni tra bambini è la "familiarità"; con questo termine s'intende: A) Che la qualità delle relazioni tra i bambini si basano sulla ripetuta frequentazione,. B) Che "l'essere della stessa famiglia" semplifica le relazioni tra i bambini. C) Che i bambini protagonisti della relazione sono parenti. D) Che i bambini hanno sempre relazioni più profonde con i membri della famiglia.

2812. Nel nido la relazione tra pari è: A) Condizionata dall'egocentrismo. B) Condizionata dall'emotività. C) Condizionata dagli spazi. D) Condizionata dall'affettività.

2813. Quale contesto ambientale facilita i conflitti tra bambini? A) Il grande gruppo in situazione di gioco libero. B) Il grande gruppo in situazione di gioco strutturato. C) Il piccolo gruppo in situazione di gioco libero. D) Il piccolo gruppo in situazione di gioco strutturato.

2814. La socializzazione tra i bambini si realizza tramite: A) Rapporti di interazione con altri bambini. B) Rapporti tra l'educatore e il gruppo di lavoro. C) Attività manipolative. D) Attività intuitive.

2815. Il bambino nella relazione con il gruppo dei pari è educato alla differenza e quindi: A) A cambiare il proprio punto di vista. B) Ad accettare anche reazioni inadeguate. C) A comprendere culture anche diverse. D) A reagire correttamente anche a comportamenti aggressivi.

2816. Nel nido l'acquisizione e il consolidamento delle conoscenze infantili sono facilitate da attività di tipo: A) Cooperativo. B) Cognitivo. C) Spontaneo. D) Costruttivo.

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2817. Nel nido la vicinanza con il bambino più grande consente al più piccolo esperienze di: A) Collaborazione. B) Dialogo. C) Empatia. D) Simpatia.

2818. Nel nido la vicinanza con il bambino più grande consente al più piccolo esperienze di: A) Aiuto. B) Empatia. C) Comunicatività. D) Dialogo.

2819. Nel nido la vicinanza con il bambino più grande consente al più piccolo esperienze di: A) Imitazione. B) Confronto. C) Comunicatività. D) Rinforzo.

2820. Il gruppo dei pari al nido facilita il bambino nella comprensione: A) Delle emozioni proprie e altrui. B) Della propria capacità di introspezione. C) Delle proprie competenze prestazionali. D) Del ruolo degli educatori.

2821. Il bambino all'interno del gruppo dei pari al nido inizia ad utilizzare meccanismi di cooperazione: A) A partire dall'età di 1 anno. B) A partire dall'età di 6 mesi. C) A partire dall'età di 18 mesi. D) A partire dall'età di 2 anni.

2822. La posizione di prestigio di un bambino più grande all'interno del gruppo dei pari al nido viene dagli altri bambini: A) Riconosciuta. B) Sottovalutata. C) Ignorata. D) Subita.

2823. All'interno del gruppo dei pari, al nido, i bambini frequentanti da più tempo ricoprono di solito un ruolo: A) Di organizzatori. B) Di prevaricatori. C) Di competitori. D) Di facilitatori.

2824. Al nido la qualità dei comportamenti diretti ad un coetaneo da parte di un bambino nei primi due anni di vita è determinata:

A) Dalla familiarità. B) Dalla somiglianza. C) Dalla cultura di appartenenza. D) Dalla vicinanza.

2825. Al nido la possibilità che un bambino di 6 mesi abbia comportamenti riferiti ad un coetaneo è diretta funzione della possibilità:

A) Di trovare il coetaneo stesso nel proprio campo percettivo. B) Di essere sollecitato da un educatore. C) Di essere coinvolto in attività comuni. D) Di avere familiarità con lo stesso coetaneo.

2826. Al nido le relazioni tra bambini nella seconda metà del primo anno di vita sono alternative: A) All'attrazione e all'attività con gli oggetti. B) Al rapporto con le figure educative. C) Alla presenza delle figure parentali. D) Alla richiesta di attenzioni.

2827. Al nido le relazioni all'interno del gruppo dei pari sono in stretto rapporto: A) Con la qualità degli oggetti sollecitatori. B) Con il numero di bambini presenti nel gruppo. C) Con l'intervento diretto degli educatori. D) Con la capacità di comunicazione.

2828. Al nido le relazioni tra bambini nel primo anno di vita, possono essere garantite: A) Da un intervento diretto dell'adulto. B) Da vocalizzi e scambi di sorrisi. C) Dalla deambulazione. D) Dalle attività motorie.

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2829. Nel gruppo dei pari al nido l'attività di un bambino può suscitare la curiosità di un altro bambino inducendolo a: A) Replicarla. B) Sostituirsi al compagno. C) Chiedere l'intervento di un educatore. D) Cercare di impedirla.

2830. Le interazioni al nido possono essere influenzate: A) Dallo sviluppo della capacità di rappresentazione. B) Dall'evoluzione del processo di astrazione. C) Dai processi di generalizzazione. D) Dalle attività di gioco comune.

2831. I rapporti tra bambini al nido si svolgono all'interno di un gruppo più o meno armonico e strutturato, ma sicuramente contraddistinto dalla dimensione:

A) Collettiva. B) Egocentrica. C) Ludica. D) Educativa.

2832. Il comportamento sociale dei bambini al nido è influenzato: A) Da componenti affettive e da componenti cognitive. B) Da componenti caratteriali e da componenti autocentrate. C) Da componenti rappresentative e da componenti linguistiche. D) Da componenti sociali e da componenti motorie.

2833. Generalmente la frequenza dei comportamenti aggressivi nel gruppo dei pari al nido è maggiore: A) Nella sezione dei medi. B) Nella sezione dei grandi. C) Nella sezione dei piccoli. D) Nelle sezioni dei medi e dei grandi.

2834. La natura dei comportamenti aggressivi nella sezione dei medi al nido è finalizzata più direttamente: A) Alla regolazione della conoscenza tra i bambini. B) Al desiderio di attirare l'attenzione degli educatori. C) Al tentativo di scaricare le frustrazioni. D) Alla ricerca di autonomia e solitudine.

2835. Al nido il verificarsi, in una coppia di bambini, di un conflitto che si risolve negativamente fa aumentare la possibilità di altri conflitti:

A) Nella stessa coppia di bambini. B) In altre coppie di bambini presenti. C) Con altri bambini. D) In tutto il gruppo dei pari.

2836. All'interno del gruppo dei pari al nido i bambini imparano a conoscere le strategie interattive degli altri bambini: A) Rapidamente. B) Lentamente. C) A seconda dello sviluppo psico sociale di ciascuno. D) Grazie all'intervento degli educatori.

2837. All'interno del gruppo dei pari al nido il bambino ottiene più risposte dai coetanei: A) Quando accompagna la comunicazione verbale con alcuni gesti. B) Quando utilizza prevalentemente la comunicazione NON verbale. C) Quando la comunicazione verbale è accompagnata da comportamenti aggressivi. D) Quando utilizza esclusivamente la comunicazione verbale.

2838. I bambini che frequentano il nido grazie alle relazioni con il gruppo dei pari: A) Sono più attenti agli eventi e alle cose che li circondano. B) Sono più centrati su di sé e sui propri desideri. C) Esprimono un numero maggiore di indicazioni ed espressioni di possesso. D) Tendono ad assumere un maggior numero di comportamenti aggressivi.

2839. La comunicazione tra bambini di tre anni al nido inizia solitamente: A) In modo verbale. B) Tramite un oggetto. C) Con un comportamento aggressivo. D) Tramite l'intervento dell'educatore.

2840. I bambini più grandi, all'interno del gruppo dei bambini, possiedono una posizione di "prestigio": A) Che gli viene riconosciuta dai bambini. B) Che gli viene attribuita dagli educatori. C) Che viene valorizzata dalle famiglie. D) Che NON viene considerata dagli adulti.

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2841. Nel nido quali attività contribuiscono allo sviluppo della collaborazione tra i bambini? A) Tutte le attività che sviluppano un senso di appartenenza. B) Tutte le attività che coinvolgono esclusivamente due bambini. C) Tutte le attività strutturate di gioco autonomo. D) Tutte le attività che coinvolgono la partecipazione attiva.

2842. Il gruppo dei pari rappresenta per il bambino: A) Una continua occasione di confronto che contribuisce allo sviluppo del sé. B) Un'occasione di competizione con gli altri bambini. C) Una continua occasione di confronto con finalità ludiche. D) L'unica occasione di interazione sociale.

2843. La relazione tra pari nel piccolo gruppo favorisce: A) L'arricchimento cognitivo. B) L'arricchimento di incontri. C) L'arricchimento di offerte linguistiche. D) L'arricchimento consapevole di esperienze sociali.

2844. I bimbi che sviluppano un attaccamento sicuro sono: A) Più socievoli verso gli altri ed emotivamente più maturi. B) Meno socievoli verso gli altri ed emotivamente insicuri. C) Introversi con gli altri ed emotivamente stabili. D) Competitivi con gli altri ed emotivamente immaturi.

2845. Già all'età di un anno per il bambino del nido, gli altri bambini sono fonte: A) Di scambio sociale. B) Di relazioni. C) Di reciproco aiuto. D) Di compagnia.

2846. Cosa sono i "pari"? A) Bambini che hanno lo stesso ruolo e la stessa età. B) Bambini che hanno lo stesso status anche se di età diverse. C) Bambini diversi per status e per età. D) Bambini della stessa età ma diversi nel ruolo.

2847. Il piccolo gruppo favorisce: A) Il confronto con gli altri bambini. B) La diversità tra bambini. C) L'imitazione tra bambini. D) L'analogia dei comportamenti.

2848. Le situazioni di piccolo gruppo favoriscono nel bambino il superamento: A) Dell'egocentrismo. B) Del suo punto di vista. C) Dell'animismo. D) Del distacco della madre.

2849. In relazione allo sviluppo emotivo, nel piccolo gruppo il bambino stabilisce attraverso il gioco: A) Rapporti affettivi e amicizie con gli altri bambini. B) Rapporti di sicurezza con gli altri bambini. C) Il proprio equilibrio emotivo. D) Modalità di relazione e abitudini nuove.

2850. Nel piccolo gruppo, il bambino nel nido: A) Sperimenta competizione e protezione. B) Sperimenta insicurezza ed interesse. C) Sperimenta fiducia e distacco. D) Sperimenta autonomia e delusione.

2851. Nel piccolo gruppo le situazioni positive di conflitto socio-cognitivo spesso evolvono in: A) Collaborazione. B) Distacco. C) Ostinazione. D) Rivalità.

2852. Nel nido i giochi di gruppo promuovono: A) Lo sviluppo sociale. B) Il passaggio dal "mio" al "tuo". C) Altruismo e competizione. D) L'esplorazione dell'ambiente.

2853. I gruppi di attività/gioco fra bambini favoriscono: A) Nuove scoperte. B) Nuove modalità di relazione con l'adulto. C) Attività già conosciute. D) La routine.

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2854. Il piccolo gruppo al nido favorisce: A) L'imitazione di schemi di comportamenti nuovi. B) L'imitazione di comportamenti già conosciuti. C) L'imitazione di comportamenti già vissuti. D) L'imitazione di comportamenti NON funzionali.

2855. I bambini di età compresa tra i 14 e i 24 mesi manifestano preferenze per i pari. Queste prime coppie di amici sono basate sulla:

A) Vicinanza e interesse per il gioco. B) Disponibilità dell'oggetto. C) Lontananza relativa dell'educatore. D) Distanza o assenza dei genitori.

2856. Verso i 2 anni i bambini manifestano segnali di amicizia individuale che, se adeguatamente sostenuti, facilitano: A) La reciprocità e l'affettività. B) La diversità e l'intimità. C) Il rifiuto e l'invadenza. D) L'aggressività e l'autoaffermazione.

2857. I bambini dai 2 ai 3 anni spesso usano un linguaggio oppositivo. Questo è un aspetto: A) Dell'autoaffermazione. B) Dell'autocontrollo. C) Della competizione. D) Dell'insicurezza.

2858. I rapporti orizzontali del bambino sono: A) Reciproci ed egualitari. B) Esclusivi e discontinui. C) Alternativi agli altri rapporti. D) Reciproci e disuguali.

2859. Nel nido il bambino deve sperimentare due tipi di relazioni: A) Verticali ed orizzontali. B) Lineari e simmetriche. C) Lineari e orizzontali. D) Simmetriche e verticali.

2860. Le caratteristiche fondamentali di un gruppo sono: A) Interazione - appartenenza - identità. B) Interazione - integrazione - percezione. C) Comportamento - integrazione - appartenenza. D) Identità - percezione- comportamento.

2861. La socializzazione è ritenuta uno dei meccanismi centrali: A) Nell'autoapprendimento. B) Nell'apprendimento informale. C) Nell'eteroeducazione. D) Nell'apprendimento eterodiretto.

2862. Nel gruppo eterogeneo i bambini più grandi si cimentano in: A) Ruoli autonomi e di responsabilità. B) Ruoli di mediazione e facilitazione. C) Ruoli di governo e negoziazione. D) Ruoli di leadership e mediazione.

2863. Nel gruppo eterogeneo: A) I più piccoli imparano, aiutati dai più grandi. B) I più piccoli richiedono con più frequenza l'intervento dell'adulto. C) I più piccoli sono indifferenti alle dinamiche relazionali dei più grandi. D) I più grandi si propongono come modello per i più piccoli.

2864. Nel nido il gruppo è: A) Ambiente di sviluppo e di apprendimento. B) Ambiente sociale e di controllo. C) Ambiente di formazione e imitazione. D) Ambiente che NON influenza lo sviluppo individuale.

2865. I rapporti sociali nel nido hanno un ruolo fondamentale: A) Nella costruzione dell'identità personale. B) Nella costruzione del comportamento personale. C) Nella costruzione della posizione assunta con i pari. D) Nella costruzione di un modello di comportamento.

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2866. Le relazioni sociali contribuiscono a modellare: A) L'identità del bambino. B) Il comportamento del bambino. C) L'individualizzazione del bambino. D) I rapporti del bambino con i pari.

2867. I bambini nel rapporto con i pari possono scoprire e valorizzare: A) Le proprie attitudini e inclinazioni. B) Il piacere di seguire un modello. C) I propri comportamenti consapevoli. D) La propria competenza osservativa.

2868. Per il bambino la rivendicazione dei propri giochi o delle proprie cose all'interno del gruppo dei pari rappresenta: A) L'affermazione di sé come individuo nel mondo di relazioni. B) Un cambiamento in senso egoistico del rapporto con gli altri. C) L'espressione compiuta del senso del possesso. D) Lo sviluppo della competizione nei confronti degli altri bambini.

2869. É importante che la gestione delle azioni aggressive dei bambini all'interno del gruppo dei pari al nido, si concretizzi attraverso:

A) L'individuazione di azioni costruttive alternative. B) Il rimprovero della messa in atto di tali azioni. C) L'indifferenza e la noncuranza verso tali azioni. D) La discussione in gruppo sulle situazioni conflittuali.

2870. I bambini al nido cominciano a integrare le attività sociali con quelle riferite al mondo degli oggetti: A) Verso la fine del primo anno. B) Intorno ai 18 mesi. C) Dopo i due anni. D) Verso i 6 mesi.

2871. La prima forma di integrazione tra comportamento sociale e azione motoria è rappresentata: A) Dall'offerta o scambio di oggetti fra bambini. B) Dallo scambio di carezze con un altro bambuino. C) Dalla corsa verso il compagno di giochi. D) Dalla partecipazione attiva al gioco del "cuccù".

2872. Qual è, all'interno del nido, la sezione nella quale è più difficile l'interazione con il gruppo dei pari? A) Medi. B) Piccoli. C) Grandi. D) Piccoli e grandi.

2873. Al nido quali sono le modalità comunicative prevalenti dei piccolissimi quando interagiscono fra loro? A) Sorrisi e vocalizzi. B) Gesti con le mani e suoni acuti. C) Sguardi e parole. D) Espressioni facciali di spavento.

2874. Nelle sezioni la frequenza, la consistenza e la qualità dei rapporti fra bambini sono influenzati: A) Dall'organizzazione della sezione. B) Dal rapporto con i genitori. C) Dall'orario di frequenza. D) Dal carattere degli educatori.

2875. Lo sviluppo dell'integrazione fra attività con gli oggetti e attività sociali fra bambini è preceduto: A) Da semplici attività di scambio di oggetti. B) Da semplici attività di osservazione. C) Da attività spontanee individuali. D) Da attività motorie finalizzate.

2876. La presenza di interazioni positive all'interno del gruppo dei pari al nido è in rapporto: A) Con la qualità degli oggetti. B) Con la quantità degli stimoli. C) Con la disomogeneità culturale del gruppo. D) Con la direttività degli educatori.

2877. Nel secondo anno le interazioni fra i bambini del nido, durante l'organizzazione di attività con oggetti di varia natura, consentono di individuare processi:

A) Di astrazione e generalizzazione. B) Di induzione e individualizzazione. C) Di deduzione e analisi. D) Di concretizzazione e pragmatici.

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2878. L'espressione della socialità verso il gruppo dei pari al nido comprende: A) Processi di riflessione e elaborazione cognitiva relativa agli oggetti. B) L'espressione di competenze legate allo sviluppo del pensiero operatorio. C) Processi di scarso utilizzo e rifiuto degli oggetti. D) Strategie di rinuncia ai processi di interazione all'interno del gruppo.

2879. Per lo sviluppo della socialità all'interno del gruppo dei pari al nido è importante: A) La sensazione di sicurezza e il livello di confort dell'ambiente. B) Il rapporto educatore-bambino considerato come esclusivo. C) Il tempo trascorso dal momento dell'inserimento. D) L'atteggiamento dei genitori nei confronti degli altri bambini.

2880. Il rifiuto delle novità (persone, ambienti o attività) da parte di un bambino al nido è indicativo: A) Di un possibile momento di difficoltà. B) Di determinazione e sicurezza. C) Di sicurezza ed egocentrismo. D) Di un basso livello di autostima.

2881. Un indicatore di difficoltà nelle interazioni con il gruppo dei pari al nido è rappresentato: A) Dalla rinuncia alla comunicazione. B) Dalla loquacità eccessiva. C) Dall'incremento delle attività esplorative. D) Dall'elevata quantità di scambi interattivi.

2882. Al nido durante le relazioni con il gruppo dei pari il bambino, in condizioni di benessere, mette in atto uno schema di adattamento:

A) Sicuro. B) Insicuro. C) Evitante. D) Disorganizzato.

2883. All'interno del gruppo dei pari al nido, il bambino con difficoltà di inserimento: A) NON accetta che l'educatore di riferimento esprima comportamenti affettuosi verso gli altri. B) Esprime il suo malessere con comportamenti aggressivi autocentrati. C) Manifesta il suo malessere con atteggiamenti aggressivi eterocentrati. D) Verbalizza il suo malessere esclusivamente all'educatore di riferimento.

2884. Una scarsa competenza sociale nelle relazioni con il gruppo dei pari può essere espressa: A) Con comportamenti aggressivi, forme di ritiro dal rapporto e dipendenza stretta dall'adulto. B) Con urla, pianti disperati e comportamenti aggressivi. C) Con ricerca continua e ininterrotta delle figure genitoriali. D) Con comportamenti aggressivi esclusivamente rivolti ai bambini con cui è in relazione.

2885. I bambini resistenti (con stile di attaccamento resistente) nel gruppo di pari: A) Sviluppano strategie di espressione esagerate. B) Hanno sviluppato la strategia di nascondere la sofferenza. C) Si sentono liberi di esprimere le proprie emozioni in modo schietto e diretto. D) Esprimono le emozioni positive in modo molto limitato.

2886. Al nido all'interno del gruppo dei pari il gioco di finzione: A) Compare assieme al linguaggio. B) Si manifesta prima del linguaggio. C) Diventa evidente dopo il linguaggio. D) NON segna ancora il passaggio alla rappresentazione simbolica.

2887. Nel gruppo dei pari al nido i bambini intorno ai 30 mesi: A) Fanno molti riferimenti ai sentimenti di altre persone. B) Capiscono che la loro visione del mondo può essere diversa dalle altre persone. C) Concepiscono la soggettività degli stati mentali. D) Comprendono che la nostra mente è una rappresentazione della realtà.

2888. Il gruppo dei pari al nido consente al bambino di: A) Stabilire relazioni di attaccamento diverse ed efficaci. B) Sostituire la diade madre-bambino. C) Superare il distacco dalle figure parentali. D) Riorganizzare le figure di attaccamento.

2889. Le relazioni tra pari al nido contribuiscono: A) A sviluppare le competenze cognitive. B) A modificare i legami di attaccamento con i genitori. C) Ad aumentare gli strumenti in possesso dei bambini. D) Ad acquisire le regole di espressione.

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2890. Osservando le interazioni all'interno del gruppo dei pari al nido si può definire coinvolgimento principale: A) Quello che assorbe la maggior parte dell'attenzione e dell'interesse del bambino, indirizzando le sue azioni. B) Quello relativo all'attività che solitamente il bambino svolge da solo o con altri bambini. C) Quello che si riferisce alla relazione con il bambino più grande nel caso si tratti di un gruppo per età eterogenea. D) Quello che coinvolge il maggior numero di bambini quando l'attività è stata proposta dall'adulto.

2891. Nell'interazione fra bambini al nido il coinvolgimento laterale è: A) Un'attività a cui il bambino può dedicarsi in modo distratto. B) Un'attività che coinvolge il minor numero di bambini. C) L'attività che si svolge a lato della stanza. D) L'attività cui il bambino dedica la maggior parte del tempo.

2892. Al nido l'interazione in piccolo gruppo durante una attività strutturata richiede che l'educatore proponga: A) Regole situazionali e relative alla modalità di svolgimento dell'attività. B) Regole afferibili al contesto familiare e suggerite dai genitori. C) Regole condivise dai bambini dopo una attività di gioco libero. D) Regole condivise dai genitori dopo una riunione di sezione.

2893. L'importanza dei piccoli gruppi nelle relazioni tra pari al nido è in relazione: A) All'esigenza di garantire al bambino un contesto di base ampio ma dimensionato. B) All'esigenza di evitare il nascere di conflitti tra i bambini di età omogenea. C) Alle esigenze organizzative del nido in particolare per quanto riguarda l'utilizzo degli spazi. D) Alle esigenze di programmazione degli educatori per evitare forme di improvvisazione .

2894. Le interazioni positive tra bambini al nido aumentano in funzione: A) Della familiarità esistente tra i bambini. B) Dell'appartenenza allo stesso sesso. C) Degli interventi del genitore nell'interazione. D) Degli interventi degli educatori nell'interazione.

2895. La qualità degli oggetti messi a disposizione dei bambini al nido incide direttamente: A) Sulla qualità dell'interazione all'interno del gruppo. B) Sulla frequenza di comportamenti aggressivi. C) Sull'organizzazione delle attività strutturate. D) Sulla tipologia di interventi educativi degli operatori.

2896. La costruzione della propria identità nei bambini al nido è facilitata: A) Dal rapporto e dall'incontro con l'altro. B) Dall'attaccamento con la figura materna. C) Dalla multiculturalità presente nel gruppo. D) Dal rapporto instaurato con gli educatori.

2897. La predisposizione di attività rivolte al piccolo gruppo è principalmente finalizzata a favorire: A) La cooperazione. B) La competizione. C) La ricerca dell'adulto. D) L'affermazione delle individualità.

2898. La partecipazione ad attività concrete nel gruppo dei pari al nido favorisce: A) Le rappresentazioni dei bambini sui diversi eventi della loro vita. B) L'acquisizione del linguaggio da parte dei bambini. C) L'espressione di emozioni in modo sicuro. D) L'utilizzo del gioco come valvola di sfogo dei sentimenti.

2899. I comportamenti aggressivi del bambino al nido all'interno del gruppo dei pari sono riconducibili generalmente: A) All'esercizio di modulazione delle capacità socio cognitive. B) Alla natura puramente istintuale del soggetto. C) All'ineliminabile aggressività infantile. D) Allo stile educativo della struttura.

2900. All'interno del gruppo dei pari i bambini del nido imparano a conoscere precocemente lo stile interattivo del partner e: A) Producono strategie di rapporto diverse in funzione del partner. B) Riconducono le esperienze a quelle pregresse di gruppo. C) Ripropongono modalità di rapporto presenti in famiglia. D) Indirizzano ad altri la propria intenzionalità comunicativa.

2901. All'interno del gruppo dei pari i comportamenti aggressivi sono prevalenti: A) In situazioni di gioco libero nel grande gruppo. B) In situazioni strutturate di piccolo gruppo. C) In situazioni di gioco libero nel piccolo gruppo. D) In situazioni strutturate di grande gruppo.

2902. La relazione tra pari al nido favorisce il processo di sviluppo della rappresentazione di sé attraverso: A) Il confronto quotidiano con altri soggetti in fase evolutiva. B) Il confronto quotidiano con bambini appartenenti ad altri culture. C) Il confronto quotidiano con figure adulte alternative ai genitori. D) Il confronto quotidiano con bambini della propria cultura.

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2903. Il bambino nella relazione con il gruppo dei pari al nido si abitua a cambiare il proprio punto di vista e di conseguenza: A) Si educa alla differenza. B) Rafforza le sue rigidità. C) Chiede maggiormente l'intervento dell'educatore. D) Aumenta i comportamenti aggressivi.

2904. All'interno del gruppo dei pari al nido il bambino che accompagna la propria comunicazione verbale con alcuni gesti: A) Ottiene più risposte dai coetanei. B) Viene considerato più aggressivo. C) NON viene considerato dai coetanei. D) Viene invitato ad utilizzare i gesti più che le parole.

2905. La familiarità reciproca dei bambini al nido è fonte: A) Di interazioni positive tra bambini. B) Di maggiori litigi tra bambini. C) Di minori interventi degli educatori. D) Di relazioni simbiotiche.

2906. Il bambino al nido che NON accetta che l'educatore esprima comportamenti affettuosi verso i coetanei: A) Denota uno stato di malessere. B) Denota un legame simbiotico con la madre. C) Denota un buon livello di socializzazione. D) Denota un ritardo cognitivo.

2907. All'interno del gruppo dei pari al nido il bambino, intorno ai 10 mesi, mette in atto maggiormente il seguente comportamento:

A) Tenta di togliere l'oggetto al compagno. B) Mostra l'oggetto al compagno. C) Offre l'oggetto al compagno. D) Sceglie un altro oggetto identico a quello del compagno.

2908. I bambini intorno al primo anno di vita all'interno del gruppo dei pari: A) NON sanno ancora manifestare due o più emozioni contemporaneamente. B) Esprimono emozioni autocoscienti. C) Sono in grado di mascherare i propri sentimenti. D) Manifestano emozioni complesse.

2909. Nell'interazione fra coetanei al nido i bambini che si dedicano ad un'attività in modo distratto mostrano: A) Un coinvolgimento laterale. B) Un coinvolgimento principale. C) Una difficoltà di attenzione. D) Uno scarso interesse all'attività.

2910. La competenza sociale del bambino al nido all'interno del gruppo dei pari si manifesta: A) Quando aderisce pienamente e spontaneamente ad una situazione definita da regole. B) Quando comprende pienamente le regole e le utilizza anche in altri contesti. C) Quando appare interessato alle interazioni con altri bambini ignorando l'adulto. D) Quando NON ricerca l'attenzione dell'adulto e osserva interessato i bambini che giocano.

2911. Ciò che assorbe la maggior parte dell'attenzione e dell'interesse del bambino nelle attività fra coetanei al nido si definisce:

A) Coinvolgimento principale. B) Coinvolgimento laterale. C) Coinvolgimento focale. D) Coinvolgimento personale.

2912. Nella relazione con i coetanei al nido possono comparire strategie di autoconsolazione: A) Dopo i 6 mesi. B) Dopo il primo anno di vita. C) NON prima dei 2 anni. D) Dopo i 30 mesi.

2913. Favorire relazioni all'interno del piccolo gruppo al nido facilita: A) L'espressione di sé da parte del bambino. B) La programmazione educativa settimanale da parte degli operatori. C) Il rapporto con le famiglie e le relazioni tra di loro. D) Il sorgere di comportamenti aggressivi da parte dei bambini.

2914. La presenza, all'interno del gruppo dei pari al nido, di bambini appartenenti a culture diverse: A) Consente l'acquisizione di un pensiero più flessibile. B) Permette la conferma delle proprie convinzioni. C) Ostacola l'espressione libera del proprio pensiero. D) Impedisce la messa in discussione di pre-giudizi da parte delle famiglie.

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2915. Le relazioni fra i coetanei nel nido sono: A) Interazioni a distanza centrate sull'uso dei giocattoli. B) Interazioni a distanza centrate sull'uso degli spazi. C) Interazioni a distanza centrate sulla sistemazione degli arredi. D) Interazioni a distanza centrate sulle regole di gioco.

2916. Considerando le dinamiche relazionali che il bambino sviluppa durante le attività al nido, cosa s'intende per "trasmissione orizzontale"?

A) Il complesso di conoscenze e competenze che egli apprende nell'interazione con altri bambini. B) Le conoscenze che gli adulti trasmettono al bambino relative al suo sviluppo cognitivo. C) L'apprendimento che avviene passando dal concetto generale a quello particolare. D) L'apprendimento che avviene passando dal concetto particolare a quello generale.

2917. Quali sono i contesti interattivi in cui devono potersi svolgere le relazioni orizzontali in un asilo nido? A) Tra coetanei in coppie, piccoli gruppi e grandi gruppi. B) Di coppia tra il bambino e l'educatore. C) Tra il bambino e piccoli o grandi gruppi di adulti. D) Tra il bambino e i familiari, i pari e gli educatori.

2918. Nelle relazioni tra pari il "gruppo base": A) Viene percepito dal bambino come un riferimento sicuro e familiare. B) Viene percepito dal bambino come un nucleo in cui manifestare la propria leadership. C) Viene percepito dal bambino come un insieme di soggetti Non particolarmente familiari. D) Viene percepito dal bambino "grande" come gruppo di coetanei con cui giocare.

2919. Nell'interazione fra bambini con uguali livelli di sviluppo, l'attività di un bambino con oggetti stimola in quello che osserva:

A) La capacità di fare insieme. B) La ricerca dell'educatore. C) L'aggressività nei confronti dell'altro. D) L'appropriazione dell'oggetto.

2920. Attraverso l'interazione con i coetanei, il bambino imparerà a: A) Trovare strategie autonome di apprendimento sociale. B) Capire che NON tutti i coetanei sono simpatici. C) Aspettare prima di chiedere agli altri di giocare. D) Farsi maggiormente rispettare nel gruppo.

2921. Al nido, l'interazione tra coetanei: A) Comporta un potenziamento della competenza sociale del bambino. B) Comporta un leggero miglioramento delle competenze del bambino. C) NON comporta nessun progresso visibile nel bambino. D) Comporta un contenimento delle abilità interrelazionali del bambino.

2922. All'interno del gruppo dei pari, le componenti cognitive e affettivo-relazionali che entrano in gioco favoriscono: A) Principalmente l'apprendimento. B) Esclusivamente la familiarità. C) Principalmente il distacco dalle figure adulte. D) Soprattutto l'autonomia.

2923. In riferimento all'interazione fra coetanei, ciò che si modifica nel tempo è: A) La qualità cognitiva del contenuto. B) Il coinvolgimento emotivo. C) L'attrazione verso le novità. D) Il grado di generalizzazione.

2924. Nella cosiddetta "modalità d'interazione complementare", il bambino inserito al nido sperimenta con i coetanei: A) La capacità di cooperare assumendo ruoli diversi. B) La capacità di fare qualcosa insieme. C) La capacità di giocare in gruppo. D) La capacità di svolgere un gioco imitativo.

2925. La relazione tra pari, all'interno del "grande gruppo": A) Presenta sfide comunicative più complesse rispetto al "piccolo gruppo". B) Presenta minori difficoltà comunicative rispetto al "piccolo gruppo". C) Presenta uguali difficoltà comunicative rispetto al "piccolo gruppo". D) NON presenta nessuna difficoltà comunicativa.

2926. Nella relazione tra bambini "l'altro" è: A) Lo specchio dove riconoscersi come uguali e diversi. B) Un possibile antagonista nei confronti delle figure familiari. C) Una fonte di gelosie nei confronti dell'educatore di riferimento. D) Un soggetto vissuto come fonte di conflitti.

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2927. Nel gruppo dei pari, la partecipazione ad attività concrete e collettive favorisce: A) Le rappresentazioni sui diversi eventi della vita. B) Processi puramente emotivi. C) Familiarità con gli educatori. D) Attaccamento alle figure genitoriali.

2928. Nella relazione tra pari, attraverso ruoli, intrecci e alleanze, i bambini rafforzano: A) La conoscenza di sé e la capacità di misurarsi con altri. B) Il senso del potere e dell'autoaffermazione. C) La conoscenza delle diverse personalità. D) L'aggressività o la passività.

2929. L'instaurarsi delle interazioni sociali con i coetanei é spesso preceduto da: A) Una comunicazione mimico gestuale. B) Una forma precomunicativa. C) Una comunicazione simbolica. D) Una comunicazione oggettuale.

2930. Osservare le relazioni tra i bambini e i diversi livelli di competenza è utile: A) Per progettare contesti adeguati al percorso evolutivo individuale e del gruppo. B) Esclusivamente per avere un riscontro del lavoro svolto. C) Per confrontare le discrepanze fra i gruppi e stabilire l'organizzazione degli spazi. D) Per evidenziare analogie fra i gruppi e stabilire l'organizzazione temporale.

2931. Come può intervenire l'educatore se, nella relazione tra coetanei, emergono atteggiamenti aggressivi da parte dei bambini?

A) Tentando di deviare l'aggressività proponendo qualcosa di costruttivo da fare in collaborazione tra i pari. B) Tenendo sotto controllo la situazione e cercando di soddisfare i bisogni di tutti. C) Interrompendo immediatamente l'attività in corso e proponendone un'altra. D) Ignorando la situazione e aspettando che i bambini risolvano autonomamente il conflitto.

2932. Il bambino che all'interno del gruppo dei pari esprime preferenza e simpatia verso i coetanei denota: A) Competenza relazionale. B) Attrazione verso la novità. C) Iniziativa e autonomia. D) Paura dell'estraneo.

2933. La capacità dei bambini di modulare il comportamento nella relazione tra pari, viene favorita: A) Da interazioni, regole e stimoli proposti. B) Dai vincoli del contesto. C) Dall'abolizione delle diversità. D) Dall'accentuazione delle differenze.

2934. La modalità d'interazione "speculare" con i coetanei, solitamente, si riferisce: A) Al gioco imitativo tra pari. B) All'uso dello stesso gioco. C) All'imitazione dell'adulto. D) Al gioco di gruppo.

2935. Manifestazioni aggressive ripetute di un bambino all'interno del gruppo dei pari possono significare: A) Diminuzione di competenza sociale. B) Solo ricerca di attenzione. C) Sempre desiderio di emergere come leader negativo. D) Indipendenza dall'adulto.

2936. La comunicazione tra bambini coetanei, in un contesto di gioco, è caratterizzata da un andamento: A) Simmetrico rispetto ai ruoli. B) Asimmetrico rispetto ai ruoli. C) Antagonista rispetto ai ruoli. D) Oscillante rispetto ai ruoli.

2937. La mancanza o la perdita di competenza sociale nelle relazioni con i coetanei: A) Può determinare nel bambino forme di ritiro dalla relazione stessa. B) Determina nel bambino difficili rapporti con gli operatori. C) Determina nel bambino difficili relazioni con i genitori. D) Comporta per il bambino la necessità di cambiare gruppo.

2938. Nel nido le interazioni dei bambini nel primo anno sono: A) In funzione del contesto. B) Rigide rispetto all'esterno. C) Oscillanti rispetto all'esterno. D) Assolutamente imprevedibili.

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2939. Per osservazione di tipo diaristico in merito allo sviluppo del bambino si intende: A) L'annotazione quotidiana di tutto ciò che avviene. B) L'annotazione casuale di tutto ciò che avviene. C) L'annotazione mensile di tutto ciò che avviene. D) L'annotazione delle capacità acquisite dal bambino in un anno scolastico.

2940. Nell'ambito del contesto osservativo, è importante che l'osservatore acquisisca la capacità di: A) Distinguere i fatti accaduti dalla propria interpretazione. B) Dare un'interpretazione dei fatti osservati il più soggettiva possibile. C) Dare un'interpretazione psicoanalitica dei fatti osservati. D) Farsi un'idea a priori di ciò che andrà ad osservare.

2941. Il contesto della valutazione al nido è relativo: A) All'universo delle esperienze quotidiane. B) Ai momenti di routines. C) A singole situazioni specifiche. D) Ai soli momenti ludici.

2942. Una misura più significativa della qualità dell'esperienza del bambino nel nido è: A) La continuità tra le esperienze. B) Il numero delle esperienze. C) La differenziazione tra le esperienze. D) La discontinuità tra le esperienze.

2943. L'osservazione partecipante prevede che l'osservatore: A) Guardi i bambini ed interagisca con loro. B) Guardi i bambini ma non interagisca con loro. C) Guardi i bambini senza interagire e descriva ciò che osserva. D) Guardi i bambini senza mostrare la sua presenza.

2944. Perché l'osservatore non si lasci influenzare dalla propria "forma mentis", può essere maggiormente utile: A) Videoregistrare la situazione attraverso una telecamera e rivedere il filmato assieme ai colleghi. B) Videoregistrare la situazione attraverso una telecamera e rivedere il filmato da soli. C) Creare un archivio di filmati da visionare da solo lasciando trascorrere del tempo dal momento in cui si sono effettuati. D) Creare un protocollo di osservazione sulla base delle impressioni derivanti dall'esperienza.

2945. Documentare le azioni dei bambini attraverso le loro fotografie li aiuta a: A) Costruire sequenze spazio-temporali. B) Costruire sequenze linguistiche. C) Costruire sequenze numeriche. D) Costruire discorsi di senso compiuto.

2946. All'interno dell'asilo nido l'osservazione dei bambini è uno strumento efficace per: A) Impostare, cambiare o perfezionare il piano di lavoro degli educatori. B) Impostare un piano di lavoro annuale definitivo. C) Decidere a priori gli obiettivi di sviluppo. D) Decidere quanti incontri con i genitori sono necessari.

2947. Dopo l'osservazione è importante: A) Scrivere un protocollo di osservazione. B) Allontanarsi dai bambini. C) Scrivere un tema. D) Relazionarsi maggiormente con i bambini.

2948. Osservando gli elaborati di bambini dell'asilo nido, si osserva un fenomeno definito realismo fortuito, ovvero un bambino fa uno scarabocchio e:

A) A posteriori ne dà un significato. B) A priori ne dà un significato. C) Non indica nessun significato né a priori né a posteriori. D) Fa sempre riferimento a figure genitoriali.

2949. All'interno dell'ambito osservativo la capacità di leggere i fatti nella maniera più oggettiva possibile: A) Dipende da una buona pratica osservativa e dalla disponibilità a guardare all'interno della propria persona. B) É correlata positivamente con la disponibilità del bambino di farsi guardare. C) É correlata negativamente con una buona conoscenza di se stessi. D) É una capacità che si acquisisce solamente con il tempo e l'esperienza.

2950. La tecnica dell'osservazione consente all'educatrice di analizzare: A) I bisogni e le abilità del bambino - i tipi di giochi - il rapporto con l'adulto e con i bambini. B) La motricità - il comportamento - le emozioni. C) L'apprendimento - i tipi di gioco - il rapporto con l'adulto e con i bambini. D) La creatività - il rapporto con l'adulto e con i bambini - il comportamento.

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2951. L'osservazione può essere considerata: A) Strumento continuamente migliorabile e ampliabile delle propria competenza professionale. B) Un insieme di pratiche per conoscere meglio i bambini. C) Un insieme di strumenti da poter utilizzare in maniera indifferenziata. D) Strumento per programmare in maniera poco flessibile.

2952. Nell'osservazione all'interno dell'asilo nido, secondo Vygotskij è importante considerare la Zona di Sviluppo Prossimale del bambino, cioè quello che il bambino:

A) Sa fare con l'aiuto di una persona più esperta. B) Sa fare da solo. C) Sa fare con l'aiuto di un coetaneo. D) Sta facendo in quel momento.

2953. All'interno dell'asilo nido per una corretta osservazione del bambino è utile: A) Confrontarsi con i colleghi e mettere insieme i diversi punti di vista. B) Affidare la valutazione di ogni bambino a un singolo osservatore. C) Non confrontarsi con i familiari per essere imparziali. D) Utilizzare rigidi protocolli e griglie di lettura strutturate.

2954. L'osservazione sistematica consente di: A) Valutare le esigenze del bambino e verificare l'adeguatezza del processo educativo. B) Verificare i modi di essere del bambino per programmare modifiche. C) Valutare l'apprendimento del bambino per effettuare classificazioni. D) Rilevare comportamenti per dare informazioni utili alle famiglie sul comportamento dei bambini.

2955. Che cosa si intende per "osservazione partecipe"? A) Una modalità di comprendere le esperienze e i bisogni emotivi del bambino, la qualità dell'ambiente e la capacità degli adulti di

entrare in contatto con i propri stati mentali. B) Una modalità che fa riferimento ad un funzionamento attivo per verificare ciò che avviene all'interno della relazione

adulto/bambino. C) Una modalità che tende ad accumulare dati con una visione rivolta verso l'esterno che viene poi discussa nel gruppo di lavoro. D) Una modalità di considerare con attenzione le emozioni per evitare forme di concettualizzazione non adeguate all'età dei

bambini. 2956. La documentazione si realizza attraverso:

A) La raccolta dei prodotti e delle attività dei bambini. B) Le attività di osservazione e valutazione. C) Check-list e stesura di relazioni. D) L'osservazione del comportamento del bambino.

2957. All'interno degli asili nido l'osservazione è uno strumento fondamentale per: A) Monitorare l'esperienza educativa e valutare il contesto in cui essa avviene. B) Valutare il bambino, le sue manifestazioni comportamentali e le relazioni con i suoi coetanei. C) Descrivere i bambini in una sequenza crescente in base alle autonomie acquisite. D) Valutare le analogie tra bambini della stessa età.

2958. Osservando i disegni dei bambini dell'asilo nido, si può notare il verificarsi del fenomeno del realismo fortuito all'età di circa:

A) 2 anni e mezzo. B) 1 anno. C) 1 anno e mezzo. D) 3 anni.

2959. Gesell ha ideato una scala di osservazione (riadattata da Brunet e Lézine) per valutare lo sviluppo psicomotorio del bambino della fascia di età compresa tra:

A) 0-2 anni e mezzo. B) 1-4 anni. C) 1-3 anni. D) 2-3 anni e mezzo.

2960. La pratica della valutazione: A) Rientra nella programmazione. B) Va effettuata solo alla fine della programmazione. C) É antecedente alla programmazione. D) Fa parte della programmazione e si riferisce solo alle attività.

2961. L'osservazione: A) Favorisce la qualità del pensare. B) Tende ad accumulare dati. C) Favorisce la raffigurabilità delle esperienze. D) É un processo che NON comporta condivisione sociale.

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2962. Nell'ambito delle tecniche interpretative, il disegno dell'albero è stato ideato da: A) Koch. B) Piaget. C) Jung. D) Spitz.

2963. All'interno del contesto osservativo, per realismo intellettuale Luquet intende che il bambino disegna: A) Ciò che sa del suo corpo e NON ciò che vede. B) Ciò che vede del suo corpo e NON ciò che sa. C) Le parti belle del suo corpo. D) Ciò che ritiene più importante del suo corpo.

2964. Nel nido i livelli di apprendimento conseguiti da ciascuno: A) Devono essere osservati e compresi più che misurati e valutati. B) Devono essere costantemente misurati attraverso osservazioni sistematiche. C) Devono essere immediatamente rilevati attraverso prove di verifica. D) Devono essere puntualmente comunicati a tutti gli operatori.

2965. All'interno dell'asilo nido saper osservare i comportamenti dei bambini è importante per: A) Conoscere i bisogni e le potenzialità di ognuno. B) Valutare se il bambino ha le competenze necessarie per essere inserito in sezione. C) Promuovere le attitudini più salienti del bambino. D) Adeguare i bisogni del bambino a quelli del gruppo.

2966. All'interno dell'asilo nido l'osservazione dei bambini può essere importante per documentare: A) I progressi effettuati in seguito agli interventi educativi. B) La piacevolezza dei giochi scelti dagli educatori. C) La presenza o l'assenza annuale del bambino. D) La maggiore o minore frequenza in relazione all'età dei bambini.

2967. Per una corretta osservazione del bambino all'interno dell'asilo nido, gli operatori devono: A) Partire da una riflessione sui sistemi di osservazione che si intendono adottare. B) Segnalare per mezzo di griglie solo gli aspetti che sono stati raccolti in modo sistematico. C) Farsi guidare dalle proprie attese , convinzioni e impressioni. D) Osservare solamente i singoli bambini.

2968. Da chi è stato strutturato e diffuso il modello dell'osservazione partecipe? A) Martha Harris. B) Anna Bondioli. C) Clotilde Pontecorvo. D) Loris Malaguzzi.

2969. Per osservazione naturalistica si intende: A) L'osservazione del bambino nel suo ambiente naturale. B) L'osservazione del bambino nei momenti di gioco. C) L'osservazione del bambino in spazi aperti. D) L'osservazione del bambino durante il sonno.

2970. All'interno dell'asilo nido il momento di attribuzione di valore e significato alle informazioni raccolte sul bambino è definito:

A) Momento della valutazione. B) Momento della verifica. C) Attività di programmazione. D) Attività di documentazione.

2971. All'interno del contesto osservativo, è normale che un bambino disegni un "omino testone" a: A) 3 anni. B) 1 anno. C) 2 anni. D) 4 anni.

2972. Come è definito il modello dell'osservazione partecipe? A) Infant Observation. B) Scheda Bruner/Camaioni. C) Modello interazionista. D) Modello etologico.

2973. All'interno dell'asilo nido gli educatori possono osservare il bambino: A) Nelle situazioni reali quotidiane e delle proposte progettate. B) Nelle attività svolte all'esterno della struttura. C) Nelle attività cognitive. D) Nelle modalità di gestione dei conflitti tra coetanei.

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2974. La tecnica dell'infant observation è stata ideata da: A) Esther Bick. B) Sigmund Freud. C) Donald Winnicott. D) Carl Gustav Jung.

2975. L'osservazione sistematica del comportamento del bambino permette: A) Di cogliere le differenze tra la situazione di partenza e quella osservata. B) Di cogliere l'affinità tra la situazione di partenza e quella osservata. C) Di cogliere l'uguaglianza tra la situazione di partenza e quella osservata. D) Di cogliere la sistematicità tra la situazione di partenza e quella osservata.

2976. La documentazione delle attività svolte dai bambini al nido ha valore di: A) Diario di memoria collettiva. B) Giornale del Nido. C) Libro illustrato. D) Calendario delle attività.

2977. Una funzione importante del metodo osservativo è: A) La documentazione delle esperienze dei bambini al nido. B) La registrazione di ciò che accade. C) La registrazione delle attività svolte da ogni bambino per informare la famiglia. D) Registrare ogni attività per evitare di ripetersi.

2978. L' utilizzo di metodologie osservative: A) Permette di valutare l' efficacia della proposta educativa degli educatori. B) Aiuta gli educatori a gestire il gruppo dei bambini. C) Permette agli educatori di interrompere un' attività poco coinvolgente per i bambini. D) Può essere utile per valutare lo sviluppo dei bambini solo nella relazione tra pari.

2979. L'osservazione può essere: A) Individualizzata, cioè avere come obiettivo un solo bambino. B) Individuale, cioè condotta da un solo educatore per tutto l'anno. C) Effettuata da tutto il gruppo degli educatori solo in alcuni momenti dell'anno. D) Solamente sporadica e occasionale per cogliere i comportamenti imprevisti dei bambini.

2980. Tra i materiali presenti nel nido, un posto importante ai fini dell'osservazione occupano: A) I prodotti dei bambini. B) I prodotti dell'educatore. C) I prodotti dei genitori. D) I prodotti dell'associazione dei genitori.

2981. La documentazione dei prodotti dei bambini: A) Serve a verificare la progressiva "leggibilità e comunicabilità". B) Serve a verificare anche le modalità di intervento. C) Serve a verificare la familiarità tra bambini e la loro reciproca conoscenza. D) Serve a verificare la possibilità del bambino di giocare autonomamente.

2982. Nel nido è utile predisporre: A) Una documentazione interna. B) I cataloghi per la scelta del materiale. C) I quaderni con i disegni dei bambini. D) I cataloghi per la scelta delle fiabe.

2983. Per valutare l'attendibilità di un'osservazione è importante: A) Il confronto tra più educatori. B) Utilizzare un testo guida per ogni osservazione. C) Seguire uno schema di raccolta dati ben preciso. D) Evitare di confrontare i risultati ottenuti con gli altri colleghi.

2984. L' osservazione dei bambini: A) É la metodologia privilegiata per lo studio del comportamento del bambino. B) É il metodo utilizzato dagli educatori in particolare per i bambini stranieri. C) Permette agli educatori di NON commettere errori didattici e di limitare la flessibilità progettuale. D) Deve essere affidata a persone competenti che hanno effettuato studi specialistici.

2985. Gli educatori dovrebbero cercare di: A) Diversificare l' uso dell' osservazione attraverso l' impiego di più strumenti. B) Utilizzare sempre gli stessi strumenti uniformando la pratica osservativa. C) Evitare l' utilizzo di tecnologie per le attività di documentazione. D) Osservare i bambini con una metodologia costante e uniforme nel tempo.

2986. I risultati NON soddisfacenti dell'osservazione dovrebbero indurre gli educatori a: A) Cambiare atteggiamento e modo di operare. B) Insistere con le attività programmate. C) Riproporre le stesse metodologie. D) Ripetere periodicamente i giochi.

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2987. Che cos'è l'osservazione nel nido? A) É uno strumento educativo. B) É uno strumento didattico. C) É uno strumento della qualità percepita. D) É uno strumento di comunicazione.

2988. L'osservazione a intervalli variabili si utilizza quando: A) Si vuole capire se un comportamento si verifica più o meno frequentemente. B) Si vuole capire se un comportamento è riconducibile a una data situazione. C) Si individua un comportamento instabile nel gruppo dei bambini. D) Si individua uno stile di attaccamento disorganizzato.

2989. Quale strumento permette di monitorare la crescita del bambino? A) L'osservazione. B) Il progetto educativo. C) La programmazione didattica. D) Le attività didattiche.

2990. Nel nido le tecniche di osservazione vanno: A) Conosciute, scelte e condivise. B) Conosciute e raccolte. C) Raccolte e condivise con le famiglie. D) Confrontate e realizzate da esperti.

2991. La documentazione per il team degli educatori è: A) Un'analisi e un riesame della progettazione. B) Un'analisi della metodologia. C) Un 'analisi e un riesame delle attività. D) Un 'analisi e un esame della valutazione.

2992. Il diario di osservazione: A) Si costruisce a partire da una traccia definita. B) É la libera trascrizione dei pensieri dell'educatore. C) Ha l'obiettivo di valutare un gruppo di bambini. D) É elaborato dal coordinatore.

2993. L'"Osservazione sistematica" è uno strumento: A) Per la programmazione e la verifica. B) Da utilizzare solo in alcune occasioni. C) Per l'ascolto dei genitori. D) Per descrivere le attività.

2994. La documentazione delle esperienze e dei percorsi didattici realizzati al nido: A) Serve a rendere visibile e leggibile la prassi didattica. B) É uno strumento per valorizzare all'esterno il servizio. C) Serve al coordinatore per valutare le attività svolte dagli educatori. D) É uno strumento di progettazione partecipata.

2995. L'osservazione sistematica.... A) Prevede un'osservazione ripetuta dei bambini . B) É un particolare tipo di osservazione che viene praticata simultaneamente da almeno due educatori. C) Consiste nel riprendere attraverso una videocamera nascosta i bambini per verificarne i comportamenti. D) Consiste nel fare osservazioni periodiche ai genitori in merito allo sviluppo del bambino.

2996. L'osservazione sistematica nell'attività di gioco consente di rilevare: A) La progressione nei livelli di sviluppo. B) Le condizioni che si realizzano più facilmente in gruppi ristretti. C) Le condizioni che si realizzano più facilmente in gruppi estesi. D) La progressione della gestione dei gruppi di gioco da parte dell'adulto.

2997. La cartellina personale del bambino: A) É uno strumento per documentare la storia del bambino, gli obiettivi e i progressi raggiunti. B) É un documento obbligatorio da consegnare ai genitori. C) É un documento poco rilevante rispetto alla conoscenza diretta del bambino. D) É una raccolta di foto che documenta il suo sviluppo fisico.

2998. Il diario di bordo: A) Raccoglie le annotazioni quotidiane delle attività e le osservazioni compiute sui bambini e i loro progressi. B) É un libro sul quale i bambini possono colorare e fare disegni. C) É un documento che illustra le principali attività del nido. D) Raccoglie i valori ed i principi cui si ispira la struttura del nido.

2999. Quale teoria può essere collegata all'osservazione etologica? A) La teoria dell'attaccamento. B) La teoria psicanalitica. C) La teoria cognitivista. D) L'approccio comportamentista.

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3000. Nell'osservazione "l'effetto alone" si verifica quando: A) L'osservatore è guidato da impressioni o conoscenze precedenti. B) L'osservatore focalizza la sua attenzione su aspetti diversi. C) L'osservatore NON ha definito il setting osservativo. D) L'osservatore è guidato dalle teorie implicite della personalità.

3001. Durante l'osservazione è importante che l'educatore: A) NON esprima impressioni personali. B) Esprima impressioni personali. C) Esprima considerazioni incerte. D) NON esprima considerazioni incerte.

3002. Osservare i bambini in situazione di gioco permette all'educatore: A) Di conoscere il bambino. B) Di verificare gli obiettivi didattici. C) Di conoscere lo sviluppo cognitivo. D) Di elaborare nuove attività.

3003. La documentazione è utile agli educatori perché permette di: A) Costruire una memoria collettiva condivisa e condivisibile. B) Dimostrare al coordinatore le attività da loro svolte. C) Rendere l'ambiente del nido gradevole e vissuto. D) Progettare attività innovative per i bambini.

3004. L'osservazione al nido è un processo: A) Dinamico che rileva la realtà in divenire. B) Statico che prende in considerazione singoli frammenti della realtà. C) Dinamico che rileva solo momenti specifici della realtà. D) Statico che prende in considerazione solo il momento dell'inserimento.

3005. Il Progetto Pedagogico dell'asilo nido dovrebbe prevedere l'utilizzo dell'osservazione come: A) Lettura sistematica dei comportamenti dei bambini. B) Lettura sistematica dei bisogni dell'Istituzione. C) Lettura sistematica dei soli comportamenti dell'educatore. D) Lettura sistematica delle sole interazioni fra coetanei.

3006. L'osservazione al nido ha lo scopo di misurare: A) La congruenza tra un obiettivo prefissato ed il comportamento osservato. B) Solo la validità dell'obiettivo prefissato. C) La validità della teoria di riferimento. D) La capacità professionale dell'educatore.

3007. L'osservazione al nido è uno studio: A) Sistematico del comportamento spontaneo del bambino. B) Casuale del comportamento del bambino. C) Del comportamento più frequente del bambino. D) Del comportamento meno frequente del bambino.

3008. L'osservazione al nido è uno strumento fondamentale per operare: A) Una valutazione delle esperienze. B) Un'interpretazione dei comportamenti. C) Un'interpretazione soggettiva delle esperienze. D) Una conferma della validità delle esperienze effettuate.

3009. L'osservazione svolta al nido è una modalità: A) Permanente, individualizzata e legata ad una determinata situazione. B) Legata esclusivamente ai momenti di routine. C) Legata esclusivamente ai momenti di gioco. D) Legata esclusivamente al momento dell'inserimento.

3010. L'osservazione al nido richiede un lavoro di: A) Progettazione per scegliere cosa, come, dove, quando e con quali modalità osservare. B) Progettazione per scegliere cosa osservare. C) Progettazione per scegliere come e cosa osservare. D) Progettazione per scegliere dove e quando osservare.

3011. Il metodo osservativo al nido è un approccio globale per: A) Annotare e documentare le varie evoluzioni e conoscenze del bambino. B) Annotare i momenti importanti dello svolgimento della singola attività. C) Documentare i comportamenti problematici del bambino. D) Annotare i comportamenti del bambino durante lo svolgimento delle routines.

3012. É indispensabile che, prima di effettuare un'osservazione al nido, gli educatori: A) Definiscano inequivocabilmente e dettagliatamente l'ambito di sviluppo che intendono osservare e gli strumenti necessari. B) Definiscano l'ambito di sviluppo relativo a ciò che si aspettano possa accadere. C) Definiscano in maniera generica ciò che andranno ad osservare. D) NON definiscano l'ambito che sarà oggetto dell'osservazione lasciandosi guidare dall'esperienza.

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3013. Definire in maniera inequivocabile e dettagliata l'oggetto dell'osservazione al nido: A) Favorisce la costruzione di una memoria oggettiva e la riflessione intersoggettiva. B) Aiuta l'educatore a formulare un proprio giudizio relativamente al bambino. C) NON è indispensabile quindi NON necessario. D) Provoca un'eccessiva costrizione del lavoro osservativo entro canoni prefissati.

3014. L'osservazione al nido consente di avere a disposizione elementi per: A) Una conoscenza dettagliata del patrimonio di cui ogni bambino è portatore. B) Una conoscenza dettagliata delle competenze degli educatori. C) Una conoscenza generica del patrimonio di cui ogni bambino è portatore. D) Una conoscenza dettagliata delle abilità sociali ed interpersonali del bambino.

3015. L'osservazione al nido è uno strumento utile per: A) Costruire un profilo del bambino nella sua complessità e nella variabilità della sua storia. B) Formulare giudizi riguardo al livello di sviluppo del bambino. C) Verificare la congruenza tra lo sviluppo del bambino ed i livelli di sviluppo attesi. D) Verificare le competenze progettuali dell'educatore.

3016. Al nido un'osservazione può essere definita scientifica quando è utilizzata: A) In maniera intenzionale in un progetto in cui sono definiti obiettivi, ipotesi e piano di svolgimento. B) In maniera casuale in un progetto in cui sono definiti obiettivi, ipotesi e piano di svolgimento. C) In maniera intenzionale senza definire obiettivi, ipotesi e piano di svolgimento. D) In maniera intenzionale ma senza un progetto di svolgimento.

3017. Oggetto dell'osservazione al nido possono essere: A) Tutte le esperienze strutturate e NON strutturate che il bambino effettua al nido. B) Tutte le esperienze strutturate che il bambino effettua al nido durante il gioco. C) Tutte le esperienze NON strutturate che il bambino effettua durante il gioco libero al nido. D) Tutte le esperienze NON strutturate che il bambino effettua nei momenti di routine al nido.

3018. L'osservazione al nido consente all'educatore di : A) Progettare ed intervenire con strategie educative adeguate. B) Confermare le proprie idee sul bambino. C) Intervenire immediatamente nel momento in cui osserva. D) Confermare l'efficacia della propria strategia educativa.

3019. L'osservazione al nido ha diversi e precisi scopi, quindi si effettua per: A) Programmare, monitorare e valutare le esperienze svolte. B) Programmare le esperienze. C) Valutare la ricaduta delle esperienze svolte. D) Verificare la validità delle esperienze svolte.

3020. Al nido osservare per programmare significa: A) Prestare attenzione ai risultati degli apprendimenti individuali per cogliere la specificità di ciascun bambino. B) Cercare di ricondurre ad una categoria specifica gli apprendimenti di ciascun bambino. C) Prestare attenzione solo agli apprendimenti che rispondono a requisiti di conformità e regolarità. D) Prestare attenzione solo agli apprendimenti che NON rispondono ai requisiti di conformità e regolarità.

3021. Al nido l'osservazione per la composizione dei gruppi ha come obiettivo: A) Formare il gruppo in modo che l'interazione possa favorire il confronto e lo scambio di esperienze. B) Formare il gruppo in modo che le interazioni NON favoriscano il confronto e lo scambio di esperienze. C) Osservare il bambino durante le attività individualizzate e nei momenti in cui NON interagisce. D) Osservare il bambino quando interagisce con gli adulti di riferimento.

3022. L'osservazione al nido è lo strumento educativo che consente di: A) Formulare e riformulare interventi idonei. B) Valutare gli interventi relativi alle routine. C) Interpretare gli sviluppi del bambino. D) Riproporre le esperienze svolte sempre con la stessa procedura.

3023. Al nido osservare efficacemente ed in maniera oggettiva significa: A) Usare precise categorie descrittive realizzate nella collegialità tra gli educatori. B) Usare diverse categorie descrittive elaborate da un solo educatore. C) Usare categorie descrittive elaborate dall'educatore di riferimento. D) Usare categorie interpretative sulle quali c'è accordo e collegialità tra gli educatori.

3024. L'osservazione al nido è una pratica educativa che orienta: A) Le decisioni didattiche ed educative in modo che siano congeniali al bambino ed al gruppo. B) La scelta della teoria di riferimento. C) La scelta dell'educatore che dovrà diventare la figura di riferimento del bambino. D) Le decisioni didattiche ed educative in relazione ai bisogni dell'educatore.

3025. L'osservazione al nido consente all'educatore di avere a disposizione molteplici elementi utili : A) Per una continua regolazione del proprio operato. B) Esclusivamente per una registrazione delle proprie risposte emotive. C) Per una continua autovalutazione circa le proprie modalità relazionali. D) Per una sporadica riflessione riguardo al proprio operato.

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3026. L'osservazione al nido conduce l'educatore a: A) Un distanziamento dalla propria immagine del mondo, dai propri giudizi e dai propri pregiudizi. B) Ricorrere ai propri giudizi formulati a priori. C) Interpretare secondo la propria idea dei fatti. D) Interpretare facendo ricorso ad una teoria di riferimento.

3027. Nell'osservazione al nido è utile che l'educatore pratichi un distanziamento dal bambino: A) Senza confondere i propri bisogni con quelli del bambino. B) Operando una sintesi tra i propri bisogni e quelli del bambino. C) NON considerando i propri bisogni allontanandosi, così, dal loro riconoscimento. D) Mantenendo comunque un contatto coi propri bisogni.

3028. Nell'osservazione al nido è utile che l'educatore pratichi un distanziamento dai propri modelli culturali, al fine di: A) Essere critico nei confronti dei suoi giudizi e delle sue idee. B) Rendere esplicite le proprie idee e giudizi. C) Condividere con altri educatori i propri giudizi e le proprie idee. D) Orientare l'osservazione secondo le proprie idee e pregiudizi.

3029. La pratica dell'osservazione al nido favorisce nell'educatore lo sviluppo della capacità di: A) Riflettere costantemente su di sé attraverso l'addestramento all'analisi ed al controllo dei propri comportamenti. B) Riflettere solo in determinati momenti su di sé attraverso l'addestramento all'analisi ed al controllo dei propri comportamenti. C) Giudicare il proprio operato attraverso l'addestramento all'analisi ed al controllo dei propri comportamenti. D) Escludere dalla pratica educativa la riflessione circa il proprio comportamento.

3030. Nell'osservazione al nido è utile che l'educatore abbia un rapporto con la logica istituzionale tale che: A) NON sia condizionato dai bisogni e dalla richieste dell'Istituzione. B) Sia influenzato dai bisogni e dalla richieste dell'Istituzione. C) Orienti il suo agire secondo le richieste dell'Istituzione. D) Rilevi i propri comportamenti che serviranno all'Istituzione per la valutare la qualità dell'intervento.

3031. L'osservazione al nido è una modalità educativa che si pone l'obiettivo di conoscere il bambino: A) Nella sua realtà e nei suoi bisogni generali e di sviluppo. B) Nella sua realtà in relazione ai bisogni del gruppo dei coetanei. C) Nella sua realtà in relazione ai suoi bisogni di accudimento. D) Nei suoi bisogni generali e di sviluppo in relazione alle interazioni con gli educatori.

3032. L'osservazione al nido è un metodo di intervento educativo che mira a: A) Cogliere i segnali dello sviluppo e della comunicazione tra bambino, adulto e ambiente. B) Cogliere i segnali dello sviluppo relativamente al solo ambito interpersonale. C) Cogliere i segnali dello sviluppo relativamente alle relazioni con l'adulto. D) Cogliere i segnali dello sviluppo relativamente ai momenti di routine ed ai momenti di gioco libero.

3033. La pratica osservativa al nido si muove in prospettiva evolutiva, ovvero: A) Presta attenzione allo sviluppo rilevando quanto le esperienze abbiano condotto il bambino al cambiamento. B) Presta attenzione alle esperienze e al loro svolgersi. C) Presta attenzione alle esperienze che hanno condotto al raggiungimento del risultato previsto. D) Presta attenzione alle esperienze che NON hanno condotto al raggiungimento del risultato previsto.

3034. L'osservazione al nido si pone l' obiettivo di verificare se: A) Il bambino ha o NON ha raggiunto, e attraverso quale processo, l'apprendimento richiesto. B) Il bambino ha o NON ha raggiunto l'apprendimento richiesto. C) L'educatore ha svolto adeguatamente il proprio lavoro. D) Il bambino ha raggiunto l'apprendimento richiesto dalle famiglie.

3035. L'osservazione al nido consente all'educatore di: A) Attivare la propria attenzione in maniera sistematica e costante. B) Attivare la propria attenzione su ciò che richiede l'Istituzione. C) Attivare la propria attenzione in maniera sporadica. D) Attivare la propria attenzione in maniera sistematica e costante su ciò che richiedono i genitori.

3036. Dall'osservazione al nido emerge un quadro delle competenze del bambino in merito: A) A tutti gli aspetti del suo sviluppo. B) Al livello di autonomia personale e sociale. C) Alle forme di gioco praticate. D) Alle modalità di interazione interpersonale.

3037. Imparare ad osservare al nido significa esercitarsi nella rilevazione: A) Dei segnali verbali e NON verbali dei bambini durante le attività quotidiane. B) Dei segnali NON verbali durante il gioco. C) Dei segnali verbali durante le interazioni. D) Dei segnali verbali e NON verbali durante il momento del cambio e delle routines.

3038. Nell'osservazione al nido è importante rilevare: A) In maniera programmata i comportamenti in relazione ad un contesto definito. B) I comportamenti difformi o problematici. C) I comportamenti che corrispondono alle ipotesi di partenza formulate dall'educatore. D) I comportamenti in maniera casuale relativamente ad un contesto definito.

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3039. L'osservazione al nido è uno strumento per valutare il livello di adeguamento: A) Delle strutture e delle infrastrutture ai bisogni del bambino. B) Dei bambini agli arredi ed agli spazi. C) Della programmazione alle strutture ed agli spazi. D) Delle strutture e delle infrastrutture ai bisogni delle famiglie.

3040. L'osservazione al nido deve essere praticata: A) Prima, durante e dopo lo svolgimento dell'esperienza. B) Solo prima dello svolgimento dell'esperienza. C) Solo durante lo svolgimento dell'esperienza. D) Solo dopo lo svolgimento dell'esperienza.

3041. L'osservazione al nido è uno degli strumenti fondamentali per documentare, ovvero per: A) Costruire una memoria delle esperienze. B) Evidenziare la buona riuscita delle esperienze. C) Evidenziare le competenze dell'educatore. D) Evidenziare la validità della teoria di riferimento.

3042. Al nido osservazione, documentazione, valutazione e verifica sono elementi: A) Legati da relazioni reciproche per il monitoraggio continuo delle esperienze. B) Legati da relazioni reciproche per il monitoraggio casuale delle esperienze. C) Separati ed indipendenti per il monitoraggio delle esperienze. D) Senza relazioni reciproche per il monitoraggio casuale delle esperienze.

3043. L'osservazione al nido è lo strumento fondamentale per la successiva procedura di: A) Documentazione, valutazione e di verifica della progettazione. B) Analisi delle congruenze tra i bisogni del bambino e quelli della famiglia. C) Definizione dei livelli di adeguatezza del bambino alla progettazione. D) Elaborazione della progettazione.

3044. Obiettivo della osservazione e della documentazione al nido è anche: A) Tracciare e rilevare la continuità tra le esperienze svolte. B) Quantificare il numero delle esperienze svolte. C) Rilevare la discontinuità tra le esperienze svolte. D) Quantificare le differenza tra le esperienze svolte.

3045. Oggetto della documentazione al nido devono essere: A) Tutte le esperienze strutturate, straordinarie, libere, di routine. B) Solo le esperienze strutturate. C) Solo le esperienze straordinarie. D) Solo i momenti di gioco libero.

3046. Documentare al nido significa raccogliere il materiale che consentirà all'educatore di: A) Guardare il proprio agire educativo e di riflettere sullo stesso. B) Giudicare il proprio agire educativo. C) Evidenziare i propri comportamenti che aderiscono ad una teoria di riferimento. D) Guardare il proprio agire educativo esclusivamente in quei momenti di interazione individualizzata.

3047. Osservazione e documentazione delle esperienze al nido sono altamente educative poiché il loro utilizzo consente di: A) Superare un "fare" dettato dall'improvvisazione e dalla casualità. B) Agire in maniera casuale e improvvisata. C) Dare un senso all'improvvisazione dell'educatore. D) Superare la staticità del progetto pedagogico.

3048. La documentazione delle esperienze al nido contribuisce a: A) Tracciare un modello educativo ripetibile per favorire lo sviluppo del bambino. B) NON tracciare alcun modello poiché le esperienze NON sono ripetibili. C) Tracciare la storia del "qui ed ora" dell'esperienza. D) Tracciare la storia di una singola esperienza che contribuisce allo sviluppo del bambino.

3049. La documentazione al nido è indispensabile poiché si pone l'obiettivo di: A) Valutare il grado di congruenza tra gli obiettivi della progettazione e ciò che realmente succede. B) Valutare il grado di congruenza tra le aspettative degli educatori, idee e ciò che realmente succede. C) Valutare il grado di congruenza tra le aspettative dei genitori e ciò che realmente succede. D) Valutare il grado di congruenza tra le aspettative del bambino e quelle dei genitori.

3050. La documentazione al nido è utile per i bambini poiché permette di vedere valorizzati: A) Le loro esperienze, i loro sforzi, le loro idee. B) I loro prodotti più gradevoli esteticamente. C) I loro comportamenti durante le interazioni coi coetanei. D) I loro comportamenti durante i momenti di routine.

3051. La documentazione delle esperienze consente una riflessione: A) Sull'adeguatezza delle esperienze proposte. B) Sull'adeguatezza dei comportamenti del bambino. C) Sull'adeguatezza delle competenze dell'educatore. D) Sulla validità delle teorie di riferimento.

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3052. É importante che nella documentazione raccolta al nido siano presenti: A) I prodotti dei bambini e le descrizioni dell'educatore. B) I prodotti dei bambini e le interpretazioni dell'educatore. C) Solo i prodotti dei bambini. D) Solo le interpretazioni dell'educatore.

3053. Lo scopo della valutazione al nido è: A) Verificare il livello di maturità del bambino e la qualità del progetto educativo. B) Verificare la professionalità dell'educatore. C) Interpretare soggettivamente la congruenza del progetto educativo rispetto ai risultati raggiunti. D) Interpretare le modalità educative dei genitori.

3054. La documentazione al nido consente all'educatore di: A) Effettuare una riflessione intersoggettiva sul valore delle esperienze svolte. B) Effettuare una interpretazione sul valore delle esperienze svolte. C) Operare una riflessione riguardo alla sua professionalità. D) Riflettere in autonomia rispetto all'equipe.

3055. La documentazione richiede all'educatore del nido di: A) Integrare le diverse documentazioni elaborate nel tempo. B) Integrare le documentazioni elaborate in un periodo specifico. C) Integrare i migliori prodotti elaborati nel tempo. D) Integrare tutti i prodotti scelti dai bambini.

3056. La documentazione al nido è importante per la famiglia poiché: A) Informa e la rende partecipe della qualità e dei programmi della struttura. B) Informa circa le attività svolte. C) Fa comprendere ai genitori le modalità educative corrette. D) Informa i genitori riguardo i momenti di routine.

3057. La documentazione al nido è importante in quanto permette di: A) Ripensare, analizzare e organizzare il lavoro anche al fine di comunicarlo all'esterno. B) Orientare il lavoro svolto. C) Analizzare la qualità del lavoro dell'educatore. D) Controllare il buon andamento della struttura.

3058. Al nido la documentazione è la raccolta di: A) Alcuni prodotti, immagini e osservazioni relative alle attività dei bambini. B) Tutte le osservazioni svolte dagli educatori. C) Tutti i prodotti dei bambini. D) Tutti i commenti del bambino riguardo alle attività.

3059. La documentazione al nido è basilare poiché: A) Consente di costruire una biografia del bambino al nido. B) Consente di individuare solo momenti particolari del percorso del bambino al nido. C) Consente di costruire una biografia del bambino relativa ai soli comportamenti adeguati. D) Consente di costruire una biografia del bambino relativa ai soli comportamenti NON adeguati.

3060. Al nido il diario di osservazione è uno strumento utile: A) Per saper vedere ed intervenire nel corso della giornata al nido. B) Per valutare e codificare il comportamento del bambino. C) Per verificare le competenze educative dell'educatore. D) Relazionare ai genitori il comportamento del bambino.

3061. La documentazione al nido richiede di saper utilizzare: A) Gli strumenti tipici e quelli tecnologici dell'osservazione. B) Gli strumenti tipici dell'osservazione. C) Gli strumenti tecnologici. D) Lo strumento "carta - penna".

3062. La documentazione al nido richiede un lavoro di: A) Progettazione preliminare per saper scegliere cosa, come, quando documentare. B) Progettazione preliminare per saper scegliere cosa documentare. C) Progettazione preliminare per saper scegliere cosa e come documentare. D) Progettazione preliminare per saper scegliere quando documentare.

3063. La documentazione del percorso individuale del bambino al nido deve essere: A) Ordinata in cartelle individuali e/o di sezione. B) Affissa alle pareti della sezione. C) Archiviata in maniera casuale. D) Ordinata in cartelle collettive.

3064. Nel quaderno individuale del bambino al nido sono registrate una serie di annotazioni che: A) Accompagnano il bambino dal momento dell'inserimento in poi. B) Accompagnano il bambino attraverso i momenti di routine. C) Accompagnano il bambino attraverso i momenti delle attività strutturate. D) Accompagnano il bambino durante l'inserimento.

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3065. Periodicamente nel quaderno individuale del bambino al nido le osservazioni sono sintetizzate al fine di: A) Far emergere lo stile del bambino e la qualità della sua esperienza. B) Valutare le competenze acquisite dal bambino. C) Far comprendere gli scopi delle esperienze. D) Evidenziare l'insieme dei materiali utilizzati durante le esperienze.

3066. Il quaderno individuale, che l'educatore compila al nido, è uno degli strumenti utili per: A) Effettuare la documentazione del lavoro svolto. B) Effettuare la definizione degli obiettivi pedagogici individuali. C) Effettuare la raccolta delle valutazioni eseguite dall'educatore di sezione. D) Effettuare una previsione circa le evoluzioni del bambino.

3067. Quali sono gli strumenti adeguati per la documentazione delle esperienze al nido? A) I protocolli di osservazione, il quaderno individuale, la cartella individuale, le immagini, i prodotti dei bambini. B) Le immagini che riproducono alcuni momenti delle esperienze. C) I protocolli di osservazione compilati dall'educatore nel corso dell'anno. D) Il quaderno individuale compilato nel corso dell'anno.

3068. Perché è fondamentale effettuare la documentazione delle esperienze al nido? A) Per raccogliere il materiale utile alla valutazione del processo educativo. B) Per raccogliere il materiale utile alla valutazione delle competenze pregresse del bambino. C) Per raccogliere il materiale utile alla valutazione della conformità della struttura. D) Per raccogliere il materiale utile alla interpretazione del lavoro svolto dall'educatore.

3069. Al nido i dati relativi ai comportamenti del bambino in relazione al suo sviluppo sono registrati A) Nel quaderno individuale. B) Nella cartella dell'inserimento. C) Nel questionario per i genitori. D) Nei documenti relativi alla progettazione delle attività.

3070. Al nido nel quaderno individuale sono registrati i livelli di consapevolezza e autonomia rispetto: A) Ai rapporti del bambino con lo spazio, gli oggetti, le persone. B) Ai rapporti del bambino con le figure genitoriali. C) Ai rapporti del bambino coi coetanei e gli adulti. D) Ai rapporti del bambino con lo spazio fisico del nido.

3071. Al nido i dati del quaderno individuale provengono: A) Dall'osservazione del bambino nella quotidianità e nella globalità del suo comportamento al nido. B) Da notizie emerse dai colloqui con i genitori. C) Da interpretazioni effettuate dall'educatore. D) Solo dalle osservazioni relativamente ad un ambito specifico dello sviluppo.

3072. La cartella individuale al nido ha lo scopo di: A) Archiviare in maniera razionale le produzioni significative del bambino. B) Archiviare in maniera ordinata tutte le produzioni del bambino. C) Archiviare i progetti e le unità didattiche. D) Archiviare ordinatamente le produzioni dei bambini della sezione.

3073. Al nido l'osservazione sistematica è: A) Successiva al momento in cui si definiscono i comportamenti da rilevare. B) Successiva al momento in cui si confrontano le opinioni dell'educatore. C) Precedente al momento in cui si definiscono i comportamenti da rilevare. D) Precedente al momento in cui sono rilevati comportamenti inadeguati.

3074. Al nido una osservazione efficace definisce a priori ciò che dovrà rilevare relativamente: A) Al contesto interpersonale, al contesto spazio-temporale e all'area di sviluppo. B) Al contesto spazio - temporale. C) All'area di sviluppo. D) Al contesto interpersonale.

3075. Nell'osservazione al nido si possono verificare errori "umani" di procedura causati da: A) Pregiudizi, proiezioni, aspettative ed idee dell'educatore. B) Incapacità dell'educatore nel mantenere la relazione col bambino. C) Interferenze esterne al gruppo. D) Interruzione dell'attività di osservazione legata al cambio di turno.

3076. L'utilizzo di check list è uno strumento dell'osservazione al nido che serve per: A) Guidare l'osservazione attraverso l'indicazione del tipo di informazioni da registrare. B) Evidenziare quale comportamento può essere considerato adeguato e quale NON adeguato. C) Evidenziare quale comportamento è congruente rispetto all'età del bambino. D) Guidare alla definizione dei comportamenti NON idonei dell'educatore.

3077. Al nido durante l'osservazione la raccolta delle informazioni può avvenire: A) Utilizzando uno stile narrativo e/o facendo ricorso a strumenti strutturati e tecnologici. B) Esclusivamente utilizzando uno stile narrativo. C) Esclusivamente utilizzando strumenti strutturati. D) Facendo ricorso ai soli strumenti tecnologici.

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3078. Al nido si utilizza la SVALSI come scala di valutazione in cui: A) Sono descritte le abilità ludico-simboliche che è possibile osservare nel momento del gioco. B) Sono descritti i parametri per valutare la qualità del nido. C) Sono descritte le tecniche di osservazione e di valutazione delle esperienze. D) Sono descritti i livelli generali di sviluppo cognitivo.

3079. Quando si parla di tecniche di osservazione al nido si fa riferimento: A) All'insieme degli strumenti strutturati e NON strutturati utili per registrare il comportamento. B) Alla capacità dell'educatore di selezionare a priori i comportamenti significativi. C) All'insieme dei soli materiali strutturati utili per registrare il comportamento. D) Alla teoria di riferimento che guida l'intervento osservativo.

3080. Le tecniche di osservazione al nido sono costruite e/o adottate in modo che la loro articolazione evidenzi: A) Le dinamiche ed i contesti che producono il comportamento osservato. B) Le convinzioni dell'educatore riguardo al comportamento osservato. C) Solo le congruenze tra teoria di riferimento e comportamento osservato. D) Solo le incongruenze tra teoria di riferimento e comportamento osservato.

3081. Le immagini (diapositive, video...), come materiale per la documentazione delle esperienze al nido, aiutano: A) I genitori a comprendere le fasi di svolgimento del progetto e le evoluzioni del bambino. B) A rendere più allegro lo spazio. C) I genitori a comprendere i comportamenti inadeguati del bambino. D) L'Istituzione a valutare il comportamento degli educatori.

3082. L'osservazione e la documentazione delle esperienze sono modalità professionali che l'educatore del nido: A) Deve acquisire in fase formativa ed esercitare continuamente. B) Deve acquisire a priori in fase formativa poiché determinano la sua professionalità. C) NON deve acquisire in fase formativa ma imparare durante la sua attività educativa. D) NON deve acquisire poiché sono di competenza esclusiva del coordinatore.

3083. L'osservazione al nido è attendibile quando è svolta: A) Da diversi educatori in diversi momenti. B) Da un solo educatore in diversi momenti. C) Dall'educatore di riferimento del bambino. D) Dal coordinatore.

3084. L'osservazione libera al nido è: A) Generalizzata e prende nota di tutti i comportamenti del bambino. B) NON generalizzata e prende nota di un comportamento specifico del bambino. C) Generalizzata e prende nota solo dei comportamenti problematici del bambino. D) NON generalizzata e prende nota di un comportamento scelto a caso del bambino.

3085. L'osservazione sistematica al nido è: A) Guidata e progettata, svolta seguendo un progetto osservativo. B) Lasciata all'iniziativa dell'educatore di sezione. C) Svolta senza seguire un progetto osservativo. D) Svolta senza predefinire i comportamenti da rilevare.

3086. Nell'osservazione al nido si possono verificare errori "tecnici" di procedura causati: A) Dalla NON idoneità delle tecniche di osservazione scelte. B) Dal condizionamento che la presenza di mezzi tecnologici può avere sul bambino. C) Dall'incapacità dell'educatore ad utilizzare mezzi tecnici. D) Dal condizionamento che la presenza di mezzi tecnologici può avere sull' educatore.

3087. Durante l'osservazione l'uso di un osservatore esterno è efficace in quanto: A) Risulta meno coinvolto cognitivamente ed emotivamente nella relazione col bambino. B) NON condiziona lo svolgersi dell'attività. C) NON mostra la sua presenza al bambino. D) Interagisce col bambino mostrando la sua presenza.

3088. Al nido l'osservazione secondo il campionamento di eventi intende: A) Rilevare la sequenza e le modalità con cui si manifesta un comportamento. B) Rilevare la qualità del comportamento manifestato. C) Rilevare i comportamenti ritenuti più significativi. D) Rilevare per quanto tempo il comportamento si manifesta.

3089. L'"Effetto Pigmalione" è un errore di osservazione che consiste nell'osservare e rilevare: A) Solo i comportamenti che rispondono all'idea che l'educatore ha del bambino. B) I comportamenti che NON rispondono all'idea che l'educatore ha del bambino. C) Tutti i comportamenti indistintamente. D) Solo i comportamenti dell'educatore che interagisce col bambino.

3090. Nell'osservazione al nido operare un'analisi quantitativa significa: A) Rilevare la frequenza con cui i comportamenti oggetto di rilevazione si manifestano. B) Rilevare la frequenza dei soli comportamenti relativi all'ambito interpersonale. C) Rilevare la frequenza dei soli comportamenti relativi alle routine. D) Stabilire la sequenza dei comportamenti oggetto di rilevazione.

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3091. Nell'osservazione al nido si può operare un'analisi funzionale ovvero: A) Rilevare ciò che accade prima e ciò che accade dopo l'emissione del comportamento. B) Rilevare le sole modalità con cui si manifesta un comportamento. C) Rilevare l'adeguatezza dei livelli di emissione del comportamento. D) Rilevare ciò che accade prima dell'emissione del comportamento.

3092. Al nido prima di procedere all'osservazione si deve: A) Definire il comportamento da osservare, l'ambito, il contesto e le tecniche per la raccolta dei dati. B) Definire il comportamento da osservare e le tecniche che si utilizzeranno. C) Definire quali tecniche osservative saranno utilizzate. D) Definire i comportamenti da osservare ed il contesto.

3093. La SVALSI indirizza l'osservazione al nido verso: A) La rilevazione di singoli comportamenti nel contesto più complesso del gioco simbolico. B) La rilevazione dei singoli comportamenti durante le routines. C) La rilevazione dei singoli comportamenti durante l'inserimento. D) La rilevazione di un complesso di comportamenti durante attività svolte in diverse aree.

3094. Le tavole di Kuno Beller riportano: A) Un repertorio di item che rimanda a descrittori di comportamento facilmente osservabili. B) Un repertorio di item che rimanda a descrittori di parametri per la valutazione della qualità del nido. C) Un repertorio di item che rimanda a descrittori di comportamenti relativi al solo ambito cognitivo. D) Un repertorio di item che rimanda a descrittori di comportamenti relativi al solo ambito delle autonomie.

3095. Le tavole di Kuno Beller utilizzate al nido avvalendosi del metodo osservativo permettono di: A) Vedere in forma sintetica in quali aree dello sviluppo il bambino è più attivo/inattivo. B) Vedere in forma sintetica il livello di sviluppo generale del bambino. C) Vedere in forma sintetica il livello di sviluppo generale del bambino relativamente all'area del linguaggio. D) Vedere in forma sintetica il livello di sviluppo generale del bambino relativamente all'area motoria.

3096. Al nido l'uso delle tavole di Kuno Beller si pone nella prospettiva di osservare: A) Il bambino che NON presenta disabilità. B) Il bambino che presenta disabilità. C) Il bambino che presenta disabilità a livello motorio. D) Il bambino che presenta disabilità a livello cognitivo.

3097. Nella pratica dell'osservazione al nido l'educatore deve fare molta attenzione a rilevare: A) I comportamenti nel loro complesso facendo attenzione a NON selezionare solo quelli che riesce ad interpretare. B) Solo i comportamenti che sono riconducibili alle sue idee, conoscenze anteriori. C) I comportamenti che ha già osservato nel corso della sua esperienza professionale. D) Solo i comportamenti che suscitano la sua curiosità e la sua attenzione.

3098. Al nido la griglia di osservazione è il materiale: A) Pensato e strutturato nella fase precedente al momento osservato. B) Che si costruisce durante l'osservazione. C) Strutturato successivamente alla fase di osservazione. D) Che contiene le valutazioni formulate dall'educatore nella fase seguente all'osservazione.

3099. Quali sono i diversi metodi per effettuare il campionamento del comportamento osservato al nido? A) Il metodo diaristico, degli specimen, degli eventi, del campioni a tempo, della valutazione dei tratti. B) Il metodo diaristico e della valutazione dei tratti. C) Il metodo della valutazione dei tratti e dei campioni a tempo. D) Il metodo degli eventi e della valutazione dei tratti.

3100. Al nido il diario giornaliero è una tecnica di documentazione che: A) Raccoglie la successione delle osservazioni che si verificano giorno per giorno in un lungo periodo. B) Raccoglie le osservazioni relative ad un periodo breve e determinato. C) Raccoglie le osservazioni relativamente a ciò che si intende comunicare solo alle famiglie. D) Raccoglie le interpretazioni successive al momento delle osservazioni.

3101. Nelle griglie di osservazione che si utilizzano al nido: A) É presente l'insieme dei comportamenti che saranno oggetto di osservazione. B) É presente tutto il repertorio comportamentale del bambino. C) Sono presenti i comportamenti più frequenti del bambino. D) Sono presenti i comportamenti che l'educatore NON ha ancora visto manifestarsi nel bambino.

3102. La documentazione delle esperienze svolte al nido deve essere ordinata in modo che: A) Chiunque NON presente possa capire il percorso svolto. B) Solo gli educatori possano capire il percorso svolto. C) Risulti conforme a canoni prestabiliti. D) Il bambino riesca a consultarla quando desidera.

3103. L'osservazione diretta secondo la teoria psicanalitica si avvale: A) Dei soli dati prodotti dall'educatore che interagisce col bambino. B) Dei dati prodotti dagli educatori e dai genitori. C) Dei dati provenienti da momenti di interazione adulto - bambino durante il cambio. D) Dei dati provenienti dal solo educatore di riferimento.

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3104. L'osservazione al nido secondo il metodo Tavistock è una tecnica di: A) Derivazione psicanalitica che concentra l'attenzione sulla coppia educatore di riferimento - bambino. B) Derivazione cognitivista che concentra la propria attenzione sull'interazione fra coetanei. C) Derivazione sistemica che concentra la propria attenzione sull'intero sistema interpersonale. D) Derivazione comportamentista che concentra la propria attenzione sui comportamenti comunicativi del bambino.

3105. La documentazione al nido ricorre alla raccolta di elaborati provenienti: A) Dalle diverse esperienze quotidiane strutturate e NON strutturate. B) Da esperienze occasionali NON strutturate. C) Da una singola esperienza strutturata. D) Da esperienze strutturate relative ad una sola giornata trascorsa al nido.

3106. Qual è il momento più adatto per osservare un determinato comportamento nella giornata al nido? A) Qualsiasi momento formale e/o informale nel quale è più probabile che questo si manifesti. B) Il momento in cui l'educatore è più a suo agio. C) Il momento in cui il bambino è più tranquillo. D) Qualsiasi momento in cui il bambino si trova a svolgere un'attività con il gruppo.

3107. La SVANI è una scala di valutazione che aiuta a condurre un'osservazione al fine di: A) Valutare la qualità pedagogica del nido. B) Valutare i livelli di sviluppo del bambino al nido. C) Valutare le competenze degli educatori del nido. D) Valutare le competenze pedagogiche dei genitori dei bambini del nido.

3108. L'osservazione deve essere svolta: A) Dagli educatori del nido. B) Solo da esperti. C) Esclusivamente dal coordinatore. D) Dalle famiglie all'interno del nido in collaborazione con gli educatori.

3109. "La documentazione deve avere caratteristiche divulgative", questo significa: A) Che il materiale deve raccontare l'esperienza a chi NON l'ha vissuta. B) Che il materiale deve restituire ai soli protagonisti il ricordo dell'esperienza. C) Che il materiale deve essere restituito ai bambini. D) Che il materiale deve documentare la quotidianità alle famiglie.

3110. La documentazione per il gruppo di lavoro può rappresentare: A) Uno strumento di autoformazione ed autovalutazione. B) Un'occasione per far conoscere il progetto del nido all'esterno. C) Un'opportunità di apprendimento scientifico. D) Una metodologia di valutazione della qualità.

3111. Nel fare documentazione all'asilo nido è importante: A) Dare visibilità ai processi e NON solo ai prodotti. B) Dare visibilità ai prodotti esteticamente più gradevoli. C) Dare visibilità alle attività didattiche. D) Dare visibilità ai prodotti, ma NON ai processi.

3112. Il lavoro di documentazione serve NON solo a raccontare ciò che si fa con i bambini, ma anche ad elaborare: A) Un pensiero pedagogico consapevole. B) Un modello educativo quotidiano. C) Uno strumento per trovare nuove idee. D) Una metodologia didattica.

3113. La documentazione per i bambini: A) Serve a interiorizzare l'esperienza vissuta. B) Serve a restituire ciò che loro NON vedono. C) Serve ad apprezzare la varietà delle esperienze pregresse. D) Ha minor valore che per i genitori.

3114. Il confronto e la discussione nel gruppo di lavoro sul materiale osservativo contribuiscono: A) Ad evitare i condizionamenti e i pregiudizi degli educatori. B) Ad evitare una programmazione sul singolo bambino. C) Ad avere una visione indipendente sullo sviluppo del bambino. D) A programmare interventi educativi spontanei.

3115. I materiali osservativi prodotti dall'educatore sono: A) Intersoggettivi e vanno discussi con il gruppo di lavoro. B) Soggettivi e vanno valutati con uno psicologo. C) Oggettivi perché risultato di un metodo scientifico. D) Obiettivi perché l'educatore è imparziale e distaccato.

3116. La documentazione per i genitori: A) Serve a restituire ciò che loro NON vedono all'interno del nido. B) Serve a creare aspettative future rispetto alla crescita del proprio figlio. C) Serve a restituire esperienze comuni fatte dai bambini all'interno del nido. D) Serve a riflettere e trovare gratificazione per l'esperienza fatta dal proprio figlio.

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3117. Verificare e documentare le esperienze al nido significa avere la capacità di: A) Codificare e decodificare l'intervento educativo, modalità di attuazione, validità, obiettivi. B) Tenere un diario quotidiano sull'andamento del nido e sulla organizzazione della giornata e del mese. C) Codificare e decodificare tutte le interazioni che sono avvenute tra bambino ed educatore. D) Tenere un diario per comunicare ai genitori i cambiamenti, le esperienze avvenute nella giornata.

3118. L'osservazione dei bambini per risultare efficace deve essere: A) Sistematica e selettiva rispetto a cosa osservare. B) Realizzata ogni volta dallo stesso educatore. C) Realizzata ogni volta da un educatore diverso. D) Diretta a tutti i comportamenti del bambino.

3119. L'adozione, da parte dell'educatore, di una metodologia di lavoro improntata alla ricerca necessita di una documentazione:

A) Dei processi e delle strategie messe in atto dai bambini. B) Fotografica dei lavori realizzati dai bambini. C) Che utilizzi soprattutto griglie di osservazione. D) Basata sulla narrazione dell'esperienza vissuta.

3120. Utilizzare le informazioni raccolte da un osservatore esterno, per esempio un educatore di un'altra sezione, può essere utile in quanto permette di:

A) Incrociare letture diverse di uno stesso evento. B) Essere maggiormente fedeli alla realtà ossercata nella sezione. C) Poter realizzare osservazioni ripetute di tipo qualitativo. D) Risolvere problemi specifici riguardanti la didattica.

3121. In riferimento ad un processo organizzato di rilevazione degli eventi possiamo definire l'osservazione: A) Un modo sistematico di guardare la realtà. B) Una metodologia di ricerca priva di verifiche. C) Un sistema astratto di indagine fenomenica. D) Una competenza essenziale per l'educatore.

3122. Nello scegliere l'approccio ecologico in uun'attività di osservazione non bisogna che: A) Quando si osserva "qualcuno" o "qualcosa" un processo di scelta è inevitabile. B) I fenomeni naturali spesso sono connessi alle relazioni comportamentali dell'uomo. C) Le situazioni oggetto di analisi e di ricerca vanno sempre verificate scientificamente. D) L'uso di tecnologie audio-video è strettamente collegato alle competenze del gruppo.

3123. Nell'utilizzare l'osservazione come metodo per raccogliere informazioni sulla sezione, l'educatore deve prendere coscienza di come guardiamo e osserviamo perché:

A) Tendiamo a vedere soprattutto ciò che conosciamo. B) Cerchiamo ciò che disconferma le nostre ipotesi. C) Tendiamo ad ingigantire le deviazioni dalla normalità. D) Spesso non ci ricordiamo perché stiamo osservando.

3124. Tra le metodologie per la valutazione delle competenze linguistiche: A) Lo strumento essenziale è l'osservazione del bambino in tutti i contesti d'uso della parola. B) L'osservazione è lo strumento essenziale, ma risulta efficace solo in determinati contesti. C) L'osservazione deve essere rivolta alla conversazione e non tanto alla discussione guidata. D) L'osservazione si dimostra valida se utilizzata nelle attività di narrazione degli eventi.

3125. Nell'inserimento del bambino straniero la gestualità e la mimica: A) Sono aspetti da non trascurare in quanto favoriscono la comunicazione tra educatore-bambino straniero. B) Vanno decisamente evitate poiché ostacolano l'apprendimento della nuova lingua da parte del bambino straniero. C) Possono pregiudicare la possibilità di comunicazione. D) Devono essere usate solo da e tra i bambini.

3126. La pedagogia interculturale mira allo sviluppo di un pensiero: A) Decentrato. B) Assiomatico. C) Autocentrato. D) Divergente.

3127. L'obiettivo dell'educatore nella prospettiva multiculturale è: A) Far sentire i bambini parte di un tutto pur nelle singole individualità. B) Creare un gruppo omogeneo per attenuare le differenze. C) Far sentire i bambini tutti uguali attenuando le differenze individuali. D) Eliminare le differenze di cui sono portatori i bambini stranieri per un più veloce inserimento.

3128. Per superare le difficoltà linguistiche del bambino straniero l'educatore: A) Può avvalersi del supporto di mediatori culturali. B) Può utilizzare un vocabolario molto ricco. C) Può evitare situazioni di apprendimento cooperativo. D) Può limitare l'uso della lingua nativa.

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3129. Nel nido lo spazio (corridoi, stanze gioco, mensa, ecc): A) Deve evidenziare la compresenza di culture, lingue, etnie differenti attraverso messaggi visivi di accoglienza. B) Non è un elemento determinante ai fini dell'inserimento anche se può contenere riferimenti ad altre culture. C) Dovrà essere il più possibile neutro. D) Dovrà esprimere la cultura e le tradizioni del paese di origine dei bambini per favorire l'integrazione.

3130. Conoscere le biografie dei bambini stranieri: A) Può essere utile per realizzare progetti educativi individualizzati. B) É utile solo dalla scuola primaria in avanti per avere informazioni sulle esperienze educative pregresse. C) Può favorire atteggiamenti di diffidenza e pregiudizio. D) Non è particolarmente utile ai compiti dell'educatore.

3131. La pedagogia multiculturale promuove: A) L'integrazione. B) L'etnocentrismo. C) L'assimilazione. D) La resistenza culturale.

3132. In una prospettiva multiculturale va promosso un pensiero: A) Plurale. B) Autocentrato. C) Pragmatico. D) Assiomatico.

3133. La contaminazione culturale indica: A) Il contatto e lo scambio tra culture. B) La difesa della propria identità. C) La discriminazione nei confronti di coloro che non fanno parte del gruppo. D) La perdita della propria identità.

3134. La valorizzazione delle culture d'origine dei bambini stranieri avviene identificando: A) Sia le differenze sia i punti di contatto tra le diverse culture. B) I soli tratti distintivi della cultura d'origine del bambino. C) Le differenze tra le diverse culture. D) Solo i punti di contatto tra le diverse culture.

3135. L'intercultura: A) É la risposta educativa alla società multiculturale, basata sul confronto e sul dialogo. B) É una condizione oggettiva che indica la compresenza sullo stesso territorio di diversi popoli. C) Indica l'integrazione di più culture in riferimento ad usi e costumi differenti tra di loro. D) Indica la dimensione multietnica delle nostre società con particolare riguardo all'aspetto della globalità.

3136. In riferimento all'ingresso di bambini stranieri al nido, l'educatore: A) Deve saper essere flessibile, riorganizzando il progetto e il contesto formativo. B) Deve proporre un'impostazione monoculturale. C) Deve saper mantenere inalterati spazi, tempi e curricula. D) Deve perseguire gli obiettivi educativi indicati nella programmazione educativa.

3137. L'educatore, rapportandosi con la famiglia d'origine del bambino straniero dovrà: A) Avvicinarsi ai genitori con discrezione favorendo la comunicazione e il dialogo. B) Chiedere informazioni dettagliate sul bambino. C) Spronare la famiglia a seguire ed accogliere il progetto educativo del nido. D) Inizialmente limitare i contatti attendendo il completo inserimento del bambino.

3138. Confrontarsi con la "differenza, con il diverso" comporta per l'educatore la capacità di: A) Problematizzare la propria posizione e relativizzare il proprio pensiero. B) Limitare il proprio pensiero per facilitare l'incontro con l'altro. C) Mantenere salde le proprie convinzioni. D) Avvicinare l'altro al proprio pensiero.

3139. L'uso della lingua nativa da parte dei bambini stranieri: A) Può essere occasione di curiosità e interesse per tutti i bambini e di rinforzo per l'autostima del bambino straniero. B) Deve essere scoraggiato per evitare confusioni e difficoltà d'apprendimento del bambino straniero e dell'intero gruppo. C) Può essere considerato "lingua secondaria". D) Deve essere lasciato totalmente libero.

3140. Il mediatore culturale all'interno dell'asilo nido: A) Funge da ponte tra asilo e famiglia straniera. B) Deve essere una persona interna alla struttura. C) É una figura prevista per stabilire un rapporto più disteso con i genitori. D) É sempre una persona esterna al nido.

3141. Gli asili nido devono considerare la multiculturalità come: A) Una pratica educativa insita nei valori dell'educare. B) Un percorso aggiuntivo ad una realtà progettuale già consolidata. C) Un insieme di interventi culturali mirati alla conoscenza di altre culture. D) Una pratica educativa che mira a consolidare il senso di appartenenza.

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3142. Nel nido per educare il bambino alla diversità multiculturale: A) Si può proporre la costruzione di storie che permettano di scoprire le somiglianze nella diversità. B) É opportuno creare gruppi omogenei secondo la cultura di provenienza nel rispetto dei loro usi e costumi. C) É importante la presenza di almeno un operatore straniero all'interno del nido. D) É necessario proporre al bambino racconti e fiabe di altri paesi.

3143. Nel caso dell'inserimento di un bambino straniero al nido, le informazioni raccolte dall'educatore durante il primo colloquio con i genitori devono successivamente essere condivise:

A) Dal gruppo di lavoro. B) Dal responsabile perché possa contattare un mediatore culturale. C) Dalle altre famiglie per avvicinarli alle tematiche multiculturali. D) Dal gruppo di lavoro e dai servizi territoriali.

3144. Nel nido la figura del mediatore linguistico per il sostegno del bambino proveniente da altre culture: A) Può essere particolarmente adatta in particolare per facilitare il rapporto con le famiglie. B) Sarebbe utile ma NON esiste ancora in Italia. C) É fondamentale. D) NON è rilevante; assume importanza solo nei successivi ordini di scuole.

3145. Nei servizi educativi l'attenzione all'interculturalità: A) É un fatto sociale che coinvolge tutti, nei pensieri e nelle azioni. B) É correlata alla presenza di bambini provenienti da altre culture. C) Dà risposte sul singolo bambino e relative alla sua cultura di appartenenza. D) É affidata all'educatore che elabora progetti e strategie didattiche.

3146. In caso di inserimenti di bambini stranieri nel nido: A) Si possono proporre laboratori dove le mamme straniere raccontino fiabe e insegnino canzoni del loro paese di origine. B) Si può proporre ai genitori di seguire corsi che li introducano alla conoscenza delle fiabe e delle canzoncine italiane. C) Si deve parlare ai genitori per verificare il livello familiare di conoscenza della lingua italiana. D) Gli educatori per poter comunicare meglio con i bambini devono cercare di imparare la loro lingua d'origine almeno a livello

base. 3147. Nel caso d'inserimento di bambini stranieri nel nido, gli educatori mettono in atto un atteggiamento:

A) Decentrato. B) Concentrato. C) Differenziato. D) Uniforme.

3148. Nel nido i bambini stranieri devono essere: A) Distribuiti in modo omogeneo tra i diversi gruppi. B) Concentrati in un unico gruppo se appartenenti alla stessa etnia. C) NON più di cinque per NON connotare eccessivamente un gruppo. D) Distribuiti in modo da NON inserire nello stesso gruppo più di due bambini della stessa etnia.

3149. Fare intercultura nel nido significa creare nei bambini comportamenti di: A) Apertura verso "l'altro". B) Dinamismo verso "l'altro". C) Versatilità verso "l'altro". D) Contenimento "dell'altro".

3150. Al nido in presenza di un bambino straniero é utile che l'ambiente sia ricco di: A) Immagini, fotografie e strumenti di tipo multiculturale. B) Stimolazioni provenienti dal contesto territoriale. C) Cartelloni e fotografie esclusivamente interculturali. D) Attività con giochi strutturati e guidati dall'adulto.

3151. In un nido di qualità, l'integrazione di bambini appartenenti a gruppi etnici diversi avviene nella prospettiva di un'educazione:

A) Alla comprensione e al rispetto reciproco. B) Alle differenze individuali. C) Alla distinzione culturale. D) All'appartenenza al proprio gruppo.

3152. La cultura dell'accoglienza presuppone che un bambino straniero diventi occasione di: A) Arricchimento culturale e sociale. B) Arricchimento sociale e di competizione. C) Arricchimento affettivo e di confronto. D) Arricchimento culturale e affettivo.

3153. Il dialogo con il bambino straniero permette di concepire l'incontro con "l'altro" come l'incontro: A) Con una persona portatrice di una storia individuale. B) Con una persona portatrice di emozioni e sentimenti. C) Con una persona portatrice di competenze. D) Con una persona portatrice di valori e regole.

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3154. Nei confronti di bambini di differenti etnie gli educatori: A) Devono predisporre attività comuni per favorirne l'integrazione. B) Devono differenziare le attività per rispettare gli ambienti sociali di provenienza. C) Devono assecondare eventuali timori dei genitori di fronte alla diversità. D) Devono fissare una soglia massima di interazione in accordo con i genitori.

3155. L'approccio educativo dell'asilo nido dovrebbe cercare di: A) Valorizzare le differenze legate alle origini storiche e culturali di ogni bambino. B) Eliminare le differenze socio-culturali esistenti tra i bambini. C) Adattare i bambini e le loro famiglie al contesto territoriale del nido. D) Sottolineare le differenze legate al diverso contesto territoriale di ogni bambino.

3156. Per favorire la promozione delle diverse culture presenti sul territorio, gli educatori: A) Dovrebbero conoscere e valorizzare le differenze socio-culturali tra i bambini. B) Dovrebbero conoscere bene le famiglie dei bambini. C) Devono svolgere regolari colloqui con le famiglie dei bambini. D) Devono chiedere aiuto ai mediatori culturali che conoscono i bambini.

3157. L'atteggiamento dell'educatore rispetto all'integrazione di bambini di differenti etnie dovrebbe essere: A) Aperto e propositivo, privo di pregiudizi, orientato all'ascolto e al confronto tra le diverse culture. B) Aperto ma realistico, riconoscendo le differenze e NON sollecitando interazioni tra i gruppi etnici. C) Rispettoso ma rigoroso, definendo in seconda analisi le differenze comportamentali evidenziate. D) Rispettoso e giusto, utilizzando lo stesso metro di valutazione a prescindere dalle origini etniche dei bambini.

3158. L'ambiente del nido opportunamente organizzato favorirà: A) La curiosità nei confronti delle differenze. B) L'abolizione delle differenze. C) La sottolineatura delle differenze. D) Le risposte nei confronti delle differenze.

3159. Il mediatore culturale: A) Può essere una figura di ausilio culturale e linguistico funzionale all'integrazione di bambini stranieri all'interno del nido. B) Può essere un parente del bambino con una buona capacità linguistica in grado di fare da interprete. C) É un professionista assegnato dagli enti territoriali alle famiglie straniere per facilitare l'apprendimento della nuova lingua. D) É un consulente che sostituisce l'educatore nella cura di bambini stranieri all'interno del nido.

3160. Nel nido, l'apertura verso il bambino proveniente da altra cultura è preziosa: A) Per la costruzione della propria identità. B) Per la costruzione della diversità. C) Per la costruzione della socialità. D) Per la costruzione degli apprendimenti.

3161. Il bambino straniero nel "far finta che" rivive: A) Situazioni che appartengono alla sua esperienza. B) Situazioni che appartengono ad altre persone. C) Situazioni che lo hanno irritato. D) Situazioni che lo hanno messo in difficoltà.

3162. Nel nido per i bambini stranieri da 1 a 2 anni accanto alla lingua italiana quotidiana è utile proporre: A) Musiche - fiabe e canzoni della cultura d'origine. B) Linguaggi grafici e simbolici. C) Esperienze anche di altre lingue. D) Musiche e racconti della tradizione italiana.

3163. Dal coinvolgimento dei genitori stranieri e NON, in feste, giochi e incontri gastronomici organizzati dal nido nasce: A) L'arricchimento reciproco, lo scambio e il confronto. B) L'arricchimento di conoscenza di una lingua straniera. C) L'arricchimento di saperi condivisi. D) L'arricchimento della cultura individuale.

3164. Il nido, per rispondere ai bisogni di una società multietnica deve impostare le relazioni con le famiglie straniere: A) Su un dialogo paritario. B) Su approfondite richieste di informazioni. C) Su studi sociologici riguardanti l'inserimento. D) Sulla promozione della propria identità culturale.

3165. Nel caso di inserimento al nido di bambini stranieri con scarsa comprensione della lingua: A) É utile informarsi sui termini stranieri usati comunemente dal bambino. B) Si deve cercare di comporre gruppi etnicamente omogenei. C) É utile imparare alcuni termini della lingua d'origine per rivolgersi al bambino. D) É opportuno contattare un mediatore culturale.

3166. La pedagogia multiculturale è risorsa connessa: A) Al diritto di "abitare" servizi accoglienti. B) Al diritto di "avere" una casa. C) Al diritto di "comunicare" con una lingua uguale agli altri. D) Al diritto di "confrontare" le proprie idee.

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3167. L'educazione multiculturale valorizza: A) Le differenze e le diversità. B) Le differenze e le opportunità. C) Le diversità e le opportunità. D) Le opportunità e le occasionalità.

3168. La multiculturalità facilita i processi di integrazione sociale basati sul principio della: A) Reciprocità. B) Identità. C) Individualizzazione. D) Separazione.

3169. Educare alla capacità di "raccontarsi e di ascoltare l'altro" significa educare ad una convivenza: A) Attiva nel dialogo e nella comprensione reciproca. B) Attiva nell'identità e nel conflitto tra l'Io e l'altro. C) Attiva nelle risposte e nell'autoaffermazione. D) Attiva nei rapporti sociali e nella competenza.

3170. Il bambino con il gioco simbolico rende visibile: A) Il suo mondo interiore. B) Il suo mondo esteriore. C) Il suo mondo fantastico. D) Il suo mondo magico.

3171. Nel nido, il coinvolgimento dei genitori stranieri ha come scopo principale la valorizzazione: A) Del sapere e del saper fare di tutti i genitori. B) Del sapere e del saper fare dei genitori migranti. C) Del sapere e del saper fare degli educatori. D) Del sapere e del saper fare dei bambini.

3172. L'educatore di fronte alle differenze multiculturali dovrebbe: A) Individuare e valorizzare le differenze individuali. B) Limitarsi alla semplice individuazione delle differenze. C) Classificare senza discriminazione le differenze. D) Cercare di ridurre le differenze individuali.

3173. Il nido va visto come una parte del più vasto: A) Sistema di vita. B) Sistema di occasioni. C) Sistema formale. D) Sistema ludico.

3174. La progettazione di "opportunità integrative" nel nido deve avvenire attraverso: A) Attività di gioco e situazioni festose. B) Attività di ascolto delle esperienze. C) Situazioni emotive e di libertà per i bambini. D) Situazioni controllate dall'educatore.

3175. Il valore della pedagogia multiculturale è rafforzato, nel nido: A) Dalla presenza di bambini stranieri. B) Dalla presenza di fratelli e sorelle. C) Dalla presenza di molti bambini. D) Dalla presenza di mediatori culturali.

3176. Creare un senso di "appartenenza comune" significa combattere: A) Lo smarrimento, l'insicurezza, l'ermarginazione. B) La sfiducia, l'adattamento, l'inclusione. C) I condizionamenti, l'identità, l'individualizzazione. D) La fiducia, la sicurezza, l'adattamento.

3177. Educare al rapporto con "l'altro" facilita: A) L'accettazione di sé e dell'altro. B) L'accettazione di regole e di valori. C) L'accettazione dei propri limiti. D) L'accettazione degli stili educativi.

3178. In presenza di bambini stranieri al nido è necessario evitare: A) La formazione di stereotipi. B) La formulazione di giudizi positivi. C) La formulazione di suggerimenti individuali favorevoli. D) La formulazione di consigli personali anche se opportuni.

3179. Il rispetto per il "diverso" è uno degli indicatori più decisivi del livello di democrazia di una nazione e si concretizza: A) Nell'accoglienza e nel dialogo con l'altro. B) Nell'accettazione delle individualità. C) Nell'inclusione degli stereotipi. D) Nell'accettazione di abitudini.

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3180. Il nido è chiamato direttamente in causa nel: A) Processo di assimilazione culturale. B) Processo di accomodamento dei pregiudizi. C) Processo di accomodamento degli stereotipi. D) Processo di confronto con l'etnia dominante.

3181. Per educazione interculturale si intende il complesso di interventi formativi destinati a promuovere: A) Il rispetto e l'accettazione di culture diverse dalla propria. B) Il rispetto e l'accettazione della propria cultura. C) Il soddisfacimento dei bisogni. D) Il rispetto verso modelli culturali precedentemente identificati.

3182. La finalità dell'educazione interculturale è quella di restituire a ogni individuo: A) Il diritto al rispetto per la propria persona. B) Il diritto e l'accettazione della propria persona. C) Il diritto all'affermazione della persona. D) Il diritto al confronto con l'ambiente.

3183. Nel nido i canali privilegiati per l'intercultura sono: A) I linguaggi NON verbali. B) I linguaggi digitali. C) I linguaggi cinesici. D) I linguaggi visivi.

3184. Per promuovere le attività di educazione interculturale all'educatore spetta il compito di: A) Organizzare spazi, tempi e contenuti specifici. B) Organizzare oggetti specifici. C) Organizzare l'ambiente. D) Personalizzare le attività.

3185. Nel nido la presenza di bambini provenienti da famiglie immigrate consente ai bambini del nido: A) L'esplorazione di culture differenti. B) L'esplorazione di riti e cerimonie religiose. C) L'esplorazione di forme di intolleranza. D) L'esplorazione di ambienti sconosciuti.

3186. L'educazione interculturale costituisce uno degli obiettivi prioritari delle istituzioni preposte a compiti formativi. Anche il nido risulta attivamente coinvolto nel promuovere:

A) Progetti di accoglienza e di integrazione. B) Progetti di inserimento e di appartenenza. C) Progetti di accoglienza e di continuità. D) Progetti di inserimento e di esplorazione.

3187. Nel nido l'incoraggiamento al dialogo e al confronto passa necessariamente attraverso la: A) Dimensione ludica. B) Dimensione gioiosa. C) Dimensione affettiva. D) Dimensione collettiva.

3188. I giochi e le filastrocche, nel nido, sono un punto di partenza per cogliere, nel rispetto dei bambini stranieri: A) Somiglianze e differenze. B) Inclusioni e somiglianze. C) Inclusioni e differenze. D) Somiglianze e particolarità.

3189. L'educazione multiculturale è attenta: A) Alle relazioni, ai saperi, allo scambio, all'integrazione. B) Al mantenimento delle identità culturali. C) Ai saperi, alle storie, alle urgenze mondiali. D) Ai mutamenti avvenuti nella cultura occidentale.

3190. Al nido la differenza culturale: A) Rappresenta una ricchezza di opportunità educative. B) Determina il frazionamento delle attività educative. C) Consente la fruizione di insegnamenti particolari. D) Fornisce la possibilità di apprendere lingue differenti.

3191. Al nido, l'educazione multiculturale permette al bambino di: A) Scoprire le uguaglianze e le disegualianze che stanno dentro e fuori di sé. B) Favorire il consolidamento di una cultura dell'accoglienza. C) Porsi domande sulle proprie origini e sulla propria individualità. D) Conoscere e valutare le usanze dei paesi del mondo.

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3192. Al nido, un adeguato percorso di pedagogia multirculturale favorisce nel bambino: A) La capacità di fronteggiare la conflittualità legata alla diversità e di trovare soluzioni ai problemi. B) L'acquisizione di un bagaglio linguistico-comunicativo specifico. C) La capacità di rispettare le regole del contesto educativo. D) L'abilità di stare nel gruppo senza esprimere conflittualità.

3193. L'obiettivo della pedagogia multiculturale è quello di: A) Comprendere i processi di elaborazione e trasformazione delle identità culturali. B) Assimilare le culture "altre" alla cultura del paese di accoglienza. C) Mantenere e salvaguardare le identità culturali delle persone. D) Promuovere l'idea di una cultura universale che azzeri le differenze tra le culture.

3194. L'educazione multiculturale considera la cultura come: A) Un insieme di caratteristiche di cui ogni individuo è portatore. B) Una struttura statica di cui ogni individuo è portatore. C) L'insieme delle esperienze di ogni individuo. D) L'insieme degli usi e dei costumi di ogni paese del mondo.

3195. In pedagogia multiculturale per "pensiero migrante" s'intende: A) La mobilità del pensiero che va nella mente dell'altro e, poi, torna alla propria arricchito. B) La capacità di mobilitare i propri pensieri in virtù di un'idea culturale innovativa. C) La capacità della mente di abbracciare idee e concetti diversi dai propri. D) La possibilità di cambiare idee e pensieri in un contesto di confronto e di dialogo.

3196. Le attività ludiche che favoriscono l'educazione multiculturale al nido sono: A) Giocare a "far finta che", mascherarsi, riconoscersi e nascondersi. B) Tutti i giochi che si pongono come obiettivo l'espressività. C) L'ascolto e/o la narrazione dello svolgimento della giornata. D) Il gioco del mascherarsi per provare a calarsi "nei panni dell'altro".

3197. Le proposte educative che promuovono una prospettiva multiculturale vengono attuate: A) Attraverso il gioco. B) Sempre con cadenza settimanale. C) Attraverso laboratori a tema. D) In uno spazio progettato e organizzato.

3198. Gli strumenti educativi propri della pedagogia multiculturale sono: A) L'accoglienza, il dialogo, l'interazione. B) L'antropologia culturale, la differenza, l'integrazione. C) La mediazione, l'etica, l'ascolto. D) L'educazione civica, l'ascolto, l'appartenenza.

3199. Cosa s'intende per "etnocentrismo"? A) Elevare in modo indebito i valori propri culturali a valori universali. B) Mantenere inalterato il bagaglio culturale di un popolo. C) Considerare i popoli portatori di una loro specifica cultura. D) Dare adeguato riconoscimento ai valori prioritari di un popolo.

3200. L'obiettivo ideale della pedagogia multiculturale è quello di: A) Passare dalla conflittualità delle differenze alla convivialità delle differenze. B) Garantire il mantenimento delle tradizioni per le generazioni future. C) Passare da una cultura delle differenze ad una cultura dell'uguaglianza. D) Garantire parità di trattamento socio-economico ai cittadini stranieri.

3201. Un adeguato percorso ludico finalizzato alla multiculturalità favorisce nel bambino del nido: A) Il passaggio dall'egocentrismo al decentramento. B) L'acquisizione di una comunicazione verbale chiara. C) Il passaggio da una dimensione individuale ad una gruppale. D) L'acquisizione di abilità cognitive e di comunicazione.

3202. In presenza di bambini stranieri, al nido, l'educatore riveste un ruolo educativo di: A) "Facilitatore" degli incontri tra culture diverse. B) "Comunicatore" nel padroneggiare i saperi disciplinari. C) "Regista" nel graduare i processi cognitivo-affettivi-relazionali. D) "Interattività" nel prestare attenzione alle dinamiche comunicative.

3203. All'asilo nido, l'incontro e la convivenza positiva con le culture "altre" vengono favoriti: A) Attraverso la condivisione di regole, ritmi, attività e spazi organizzati e costanti nel tempo. B) Attuando progetti specifici e mirati a limitare la conflittualità tra i bambini. C) Progettando la suddivisione dei bambini in gruppi di età omogenea. D) Con l'aiuto di supporti e materiali specifici all'insegnamento dell'educazione interculturale.

3204. La pedagogia multiculturale considera l'identità culturale come: A) Un processo in continuo divenire. B) Una struttura immodificabile. C) Un processo con un inizio ed una fine. D) Un organismo psichico plasmabile.

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3205. La pedagogia multiculturale educa all'acquisizione ed al mantenimento: A) Di atteggiamenti di fiducia reciproca degli uomini e dei popoli. B) Dei valori e degli usi dei paesi di accoglienza. C) Di atteggiamenti di accettazione e azzeramento delle diversità. D) Della solidarietà sociale nei confronti delle minoranze etniche.

3206. Al Nido progettare attività in chiave multiculturale significa: A) Considerare la multiculturalità come valore trasversale per tutte le attività. B) Prevedere esclusivamente attività multiculturali specifiche. C) Promuovere laboratori, incontri, eventi per favorire la conoscenza di altre culture. D) Inserire nella progettazione educativa una particolare attività definita "educazione multiculturale".

3207. In una prospettiva multiculturale, il gioco al nido è: A) Un mediatore che incoraggia l'incontro tra le diverse culture. B) Un modo per confrontarsi e stare insieme nel gruppo. C) L'attività privilegiata per gli apprendimenti cognitivi e linguistici. D) L'attività attraverso la quale il bambino impara l'altruismo e la solidarietà.

3208. Accogliere al nido un bambino appena immigrato dal suo paese significa: A) Ascoltare le sue paure, infondere sicurezza e fiducia, esaltare le differenze e le comunanze personali e culturali di tutti i bambini

che partecipano alla vita del nido. B) Ascoltare le sue paure relative all'abbandono della sua terra d'origine e prevedere un inserimento graduale e personalizzato nella

vita quotidiana del nido. C) Prevedere colloqui assidui con i genitori al fine di comprendere il vissuto emotivo del bambino e le modalità educative proprie

del nucleo familiare. D) Inserirlo gradualmente nelle sezioni attraverso attività di gioco finalizzate all'espressione delle sue emozioni e delle sue

specificità culturali. 3209. Al nido, la routine del pasto favorisce l'educazione alla multiculturalità quando:

A) É finalizzata alla conoscenza e alla condivisione dei cibi e delle usanze alimentari dei diversi paesi del mondo. B) É finalizzata alla cura dell'alimentazione con attenzione particolare ai diversi gusti e preferenze personali. C) Ha come obiettivo la conoscenza delle modalità e delle usanze alimentari dei diversi paesi del mondo. D) Ha come obiettivo l'apprendimento delle sensazioni tattili, gustative, olfattive, visive connesse all'alimentazione.

3210. L'educazione multiculturale è intesa come: A) Un movimento di reciprocità grazie al quale le culture possono comprendersi meglio e convivere insieme. B) Un percorso educativo grazie al quale ogni cultura mantiene inalterati i propri valori e le proprie usanze. C) Un processo mentale grazie al quale ogni cittadino europeo può tollerare le differenze appartenenti alle culture "altre". D) Una materia disciplinare inserita nei programmi scolastici e insegnata da docenti adeguatamente formati.

3211. Nella prassi educativa, multiculturalità significa: A) Promuovere l'incontro tra persone di culture diverse e svilupparne la capacità di convivenza ed interazione. B) Partecipare attivamente alle manifestazioni ed agli eventi culturali delle comunità straniere. C) Promuovere atteggiamenti di accettazione e assimilazione delle diversità culturali. D) Sviluppare competenze linguistiche utili alla comprensione e alla comunicazione con le culture "altre".

3212. L'educazione multiculturale limita e indebolisce: A) I pregiudizi e gli stereotipi relativi alle culture "altre". B) Gli atteggiamenti di perdita della propria identità culturale. C) Le disuguaglianze sociali ed economiche. D) Le differenze culturali delle persone.

3213. Al nido, l'educazione interculturale favorisce lo sviluppo: A) Dell'identità personale e culturale. B) Dei processi di comprensione culturale. C) Delle abilità cognitive complesse. D) Della identità personale e di gruppo.

3214. La pedagogia multiculturale è una disciplina: A) Trasversale, che investe tutto il sistema educativo. B) Praticata in tempi e spazi opportunamente organizzati. C) Che favorisce l'integrazione dei bambini stranieri. D) Praticata da esperti del settore interculturale.

3215. Educare alle differenze culturali significa: A) Dotarsi di strumenti intellettuali, culturali, etici e psicologici per combattere gli stereotipi che esasperano i conflitti tra culture. B) Abbracciare le strutture intellettuali, culturali, etiche e psicologiche delle persone appartenenti alle culture "altre". C) Accettare gli usi, i valori e le credenze culturali delle persone appartenenti alle culture "altre". D) Dotarsi di strumenti intellettuali e psicologici idonei al mantenimento dei diritti civili acquisiti.

3216. Educare alla multiculturalità significa: A) Promuovere l'accoglienza e l'apertura alle culture "altre". B) Conoscere i modi di vita delle culture "altre". C) Accomunare i cittadini in un'unica identità culturale mondiale. D) Promuovere l'assimilazione degli usi e costumi delle culture "altre".

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3217. Al nido, lo spazio "tana" favorisce lo sviluppo dell'identità personale e culturale perché: A) Esalta l'intimità e la differenza tra i confini personali e collettivi. B) Aiuta il bambino nell'espressione del suo bisogno di protezione. C) Promuove l'idea che esiste un "luogo" che ci può accogliere. D) Esalta l'intimità e la costruzione di regole e limiti.

3218. Per pedagogia multiculturale s'intende: A) Una prospettiva di ricerca e una prassi educativa rivolte all'inserimento attivo dei cittadini stranieri in una società d'accoglienza. B) Lo studio delle culture e delle società mondiali al fine di ricercare ciò che le accomuna e ciò che le differenzia. C) Una serie di atteggiamenti e azioni rivolti alla conoscenza delle culture "altre" rispetto a quella italiana. D) Una prospettiva di ricerca rivolta alla conoscenza delle urgenze sociali presenti nei paesi in via di sviluppo.

3219. Secondo la Carta delle Città Educative del 2004, le città aderenti al progetto collaboreranno mettendo a disposizione: A) Le proprie istituzioni educative formali, interventi NON formali e informali. B) Le proprie istituzioni educative formali e interventi pianificati. C) Le proprie istituzioni educative formali, interventi formali e informali. D) Le proprie istituzioni educative formali e informali.

3220. Nella Legge 285/1997 (art. 8) si prevede che il Dipartimento Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri attivi un servizio di informazione e monitoraggio su bambini e adolescenti, che è:

A) Il Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia. B) Il Settore di documentazione e di analisi per l'infanzia dell'Istat. C) Il Centro regionale di documentazione e di analisi per l'infanzia. D) Il Settore di documentazione e di analisi per l'infanzia dell'EUROSTAT.

3221. Con la Legge 23 dicembre 1997, n. 451, sono stati istituiti l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e: A) La Commissione parlamentare per l'infanzia. B) La Commissione speciale per i bambini vittime di reati. C) La Commissione bicamerale per le adozioni nazionali. D) La Commissione bicamerale per le adozioni internazionali.

3222. Gli Stati aderenti alla Convenzione ONU del 1989, riconoscendo l'importanza della funzione esercitata dai mass media, incoraggiano:

A) La produzione e la diffusione di libri per l'infanzia. B) La produzione e la diffusione di videogiochi per l'infanzia. C) La produzione e la diffusione di telegiornali per l'infanzia. D) La produzione e la diffusione di programmi radiofonici per l'infanzia.

3223. La Carta delle Città Educative del 2004 si fonda, tra le altre: A) Sulla Dichiarazione Mondiale sull'Educazione per Tutti (1990). B) Sulla Carta Internazionale dei diritti culturali (1966). C) Sulla Dichiarazione Universale per l'Omogeneità Culturale (2001). D) Sulla Carta di Nizza (2003).

3224. La Legge 285/1997, all'art. 11, prevede che, ai fini della realizzazione di politiche sociali rivolte all'infanzia e all'adolescenza, il flusso informativo sulla qualità della vita dell'infanzia e dell'adolescenza sia periodicamente fornito:

A) Dall'ISTAT. B) Dal CENSIS. C) Dall'EURISPES. D) Dall'EUROSTAT.

3225. Secondo l'art. 18 della Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo, gli Stati parti riconoscono che la responsabilità dell'educazione del bambino:

A) Spetta ugualmente a entrambi i genitori. B) Spetta soprattutto al genitore NON occupato. C) Spetta al genitore presente nello Stato di residenza del minore. D) Spetta a entrambi i genitori in base al diverso ruolo di accudimento del figlio.

3226. Il Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia e l'adolescenza, istituito ai sensi della Legge 285/1997, svolge, tra le altre, la funzione di:

A) Provvedere alla creazione di una banca dati dei progetti realizzati a favore dell'infanzia e dell'adolescenza. B) Contribuire economicamente alla realizzazione dei progetti realizzati a favore dell'infanzia e dell'adolescenza. C) Segnalare le Regioni che NON hanno realizzato nell'anno progetti a favore dell'infanzia e dell'adolescenza. D) Segnalare le Province che NON hanno realizzato nell'anno progetti a favore dell'infanzia e dell'adolescenza.

3227. Nel garantire la qualità della vita di tutti i suoi abitanti, una Città Educativa promuoverà: A) L'educazione alla salute, attraverso buone pratiche di sviluppo sostenibile. B) Lo sviluppo del benessere collettivo, attraverso un incremento del progresso tecnologico. C) La socializzazione, attraverso la promozione dei trasporti pubblici e privati. D) Il diritto al lavoro, attraverso la creazione di nuovi impianti industriali in zone periferiche.

3228. Una Città Educativa dovrà garantire la qualità della vita: A) A partire da un ambiente salutare e da un paesaggio urbano in equilibrio con il contesto naturale. B) A partire da un'equiparazione delle possibilità di ognuno di fruire dei monumenti storici. C) A partire da un ambiente salutare e dalla creazione di zone verdi in ogni quartiere. D) A partire da un paesaggio urbano con spazi adatti alla socializzazione in ogni quartiere.

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3229. Nella Premessa della "Carta delle città educative" viene enunciato che la città rappresenta un agente educativo permanente,:

A) Capace di contrastare i fattori diseducativi. B) Capace di contrastare il disadattamento minorile. C) Capace di contrastare l'esclusione sociale. D) Capace di contrastare fenomeni di discriminazione razziale.

3230. L'obiettivo della Città Educativa di Roma è: A) Documentare, sviluppare e diffondere le buone pratiche didattiche. B) Concorrere con le altre Città Educative italiane su progetti didattici. C) Far condividere progetti educativi a scuole del centro e delle periferie. D) Partecipare a concorsi con tutte le altre Città Educative su progetti didattici.

3231. La caratteristica comune di tutte le città educative è quella di assumere una responsabilità circa: A) Lo sviluppo culturale di tutti i cittadini a partire dai bambini. B) L'educazione di tutti i cittadini, comprendendo i bambini. C) La creazione di aree senza traffico, quindi NON pericolose per i bambini. D) Lo sviluppo delle attività ricreative, specie dei bambini.

3232. Secondo l'art. 28 della Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo, gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo: A) All'educazione. B) Alla salute. C) All'identità. D) Al ricongiungimento familiare.

3233. Secondo la Convenzione ONU del 1989, in tutte le decisioni relative ai fanciulli, deve essere considerazione preminente: A) L'interesse superiore del fanciullo. B) L'analisi delle condizioni di vita del fanciullo. C) La cultura di provenienza del fanciullo. D) Il benessere fisico del fanciullo.

3234. Una Città Educativa ha tra i suoi principi fondamentali quello di: A) Consentire ad ogni individuo di sentirsi parte di una comunità. B) Vigilare sugli abusi sui bambini. C) Permettere ad ogni individuo di recuperare la sua parte di creatività infantile. D) Garantire a tutti i bambini lo stesso grado di socializzazione.

3235. Nell'art. 1 della Carta delle città educative, si prevede che la città promuova: A) L'educazione alla diversità. B) La tolleranza della diversità. C) La NON discriminazione della diversità. D) L'accoglienza ecumenica della diversità.

3236. Gli Stati aderenti alla Convenzione ONU del 1989 hanno convenuto che l'educazione deve avere tra le sue finalità quella di favorire:

A) Lo sviluppo della personalità del fanciullo nonché delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche. B) L'integrazione del fanciullo straniero tramite l'assorbimento graduale della cultura della nazione di residenza. C) Lo sviluppo della personalità del fanciullo, insegnandogli a distaccarsi gradualmente dalla propria famiglia. D) L'integrazione del fanciullo emarginato attraverso l'erogazione alle famiglie di contributi economici regionali.

3237. Una Città Educativa deve sapere individuare, preservare e presentare la propria e complessa identità e, contemporaneamente:

A) Educare alla diversità culturale. B) Assorbire le diversità culturali. C) Tollerare le diversità culturali. D) Respingere le diversità culturali che possano snaturarla.

3238. Gli Stati aderenti alla Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo adottano ogni provvedimento per garantire il diritto di beneficiare dei servizi e degli istituti di assistenza all'infanzia ai fanciulli:

A) I cui genitori lavorino e siano in possesso dei requisiti necessari. B) I cui genitori lavorino, indipendentemente dal possesso degli altri requisiti. C) Orfani, quindi automaticamente in possesso dei requisiti necessari. D) Adottati, quindi automaticamente in possesso dei requisiti necessari.

3239. Il gioco è un diritto riconosciuto ai bambini: A) Dalla Convenzione ONU del 1989. B) Dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948. C) Dal Patto Internazionale dei Diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966. D) Dalla Dichiarazione Internazionale sul Gioco Infantile del 1975.

3240. Secondo l'art. 29 della Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo, gli Stati parti convengono che l'educazione del fanciullo deve avere tra le sue finalità:

A) Lo sviluppo della sua personalità, delle sue facoltà e attitudini. B) La sua socializzazione e integrazione nel gruppo dei pari. C) L'acquisizione del rispetto delle regole sociali. D) Il potenziamento delle sue doti creative.

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3241. La Convenzione ONU intende per fanciullo ogni essere umano: A) Di età inferiore a 18 anni, salvo se abbia raggiunto prima la maturità in virtù della legislazione applicabile. B) Di età inferiore a 18 anni, anche se abbia raggiunto prima la maturità in virtù della legislazione applicabile. C) Di età inferiore a 16 anni, come previsto dalla Legge 176/91. D) Di età anche superiore a 18 anni, nel caso che NON abbia raggiunto una condizione di autonomia dalla famiglia.

3242. Oltre alle Città Educative, altri organismi deputati all'educazione e al miglioramento della qualità della vita di bambini e ragazzi sono:

A) Le Città Sane, le Città dei bambini, le Città possibili. B) Le Città Sane, le Città dei bambini, le Città del futuro. C) Le Città Sane, le Città infantili, le Città possibili. D) Le Città della salute, le Città dei bambini, le Città possibili.

3243. Nel Comune di Roma "La Città Educativa" concretamente è: A) Un centro multifunzionale con sale convegni, spazi espositivi, attrezzature per videoconferenze e laboratori. B) Un ufficio dell'Assessorato e del Dipartimento alle Politiche Educative e Scolastiche. C) Un Comitato Scientifico che supervisiona gli aspetti pedagogici, didattici e informatici dei progetti educativi. D) Un'équipe di esperti che visita le scuole iscritte ai concorsi comunali per valutarne i progetti educativi.

3244. L'art. 7 della Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo prevede che un bambino: A) Sia registrato al momento della sua nascita e da allora abbia diritto a un nome e a una cittadinanza. B) Sia registrato entro 1 anno dalla sua nascita e da allora abbia diritto a un nome e a una cittadinanza. C) Sia registrato entro 6 mesi dalla sua nascita e da allora abbia diritto a un nome e a una cittadinanza. D) Sia registrato al momento della sua nascita e da allora abbia diritto a un nome, ma NON necessariamente alla cittadinanza.

3245. Secondo la legge n. 285/1997, quando si parla di carenza di strutture per la prima infanzia, ci si riferisce a: A) Servizi socio-educativi territoriali. B) Case-famiglia per minori allontanati dall'ambiente d'origine. C) Istituti educativo-assistenziali per minori stranieri non accompagnati. D) Strutture per la riabilitazione psico-motoria.

3246. Secondo la legge n. 285/1997, tra i servizi educativi territoriali per la prima infanzia, sono compresi: A) I servizi di sostegno alle famiglie naturali o affidatarie con uno o più figli con handicap. B) I servizi di affidamento familiare diurno. C) I servizi di mediazione e consulenza familiare. D) I servizi di tutela dei diritti del bambino malato.

3247. Secondo la legge n. 149/2001 sull'adozione e l'affidamento, nei rapporti con le istituzioni scolastiche e con le autorità sanitarie, gli affidatari di un bambino:

A) Esercitano i poteri connessi con la potestà parentale. B) Sono subordinati alle decisioni della famiglia naturale. C) Sono equiparati, nell'esercizio delle loro funzioni, al personale educativo. D) Necessitano dell'autorizzazione del Garante per l'infanzia.

3248. La legge recante disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza, ha istituito: A) Il Fondo Nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza. B) Il Fondo Europeo per l'Infanzia Abbandonata. C) Il Fondo Provinciale per l'Infanzia. D) Il Fondo Nazionale per la Rieducazione minorile.

3249. Secondo la legge quadro di riforma dell'assistenza, n. 328/2000, gli interventi per la promozione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza costituiscono, tra gli altri:

A) I livelli essenziali di assistenza. B) I livelli di assistenza domiciliare. C) I livelli delle autonomie locali. D) I livelli di consultazione delle famiglie.

3250. Il Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza, istituito con la legge regionale del Lazio n. 38/2002, ha compiti di: A) Promozione di interventi preventivi ed educativi in difesa dei minori. B) Amministrazione dei beni di minori in conflitto con gli esercenti la potestà. C) Tutela assistenziale nei confronti di minori orfani. D) Supplenza, assimilabili a quelli del curatore speciale.

3251. La Legge 184/1983 e successive modifiche, riconosce espressamente: A) Il diritto del minore a crescere nella propria famiglia. B) Il diritto del minore ad essere istruito. C) Il diritto del minore a crescere in una situazione familiare di agio e ricchezza. D) Il diritto del minore disabile alla fruizione di interventi di integrazione scolastica.

3252. Lo "spazio Be.Bi" costituisce: A) Un servizio integrativo degli asili nido comunali. B) Un collegamento specifico con la scuola primaria. C) Una struttura per la sperimentazione di criteri gestionali innovativi. D) Un servizio per il perfezionamento della formazione degli operatori.

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3253. La dicitura "spazio Be.Bi" per le strutture che accolgono bambini da 18 mesi a 3 anni, significa: A) Spazio per le Bambine e i Bambini. B) Spazio Bio-Educativo per i Bambini. C) Spazio di Base Educativa per i Bambini. D) Spazio per il Benessere dei Bambini.

3254. In un asilo nido, la superficie utile, le caratteristiche tecniche, il grado di sicurezza, la funzionalità dei locali sono, tra gli altri, i criteri per determinare:

A) La ricettività. B) La localizzazione. C) L'assegnazione dei posti. D) L'organizzazione degli orari.

3255. Nella Regione Lazio i membri del Comitato di gestione di un asilo nido: A) Durano in carica 3 anni e possono essere riconfermati. B) Durano in carica 2 anni e non possono essere riconfermati. C) Durano in carica 4 anni anche se i figli non usufruiscono più del servizio. D) Durano in carica 5 anni escludendo dal computo i periodi di non utilizzo del servizio.

3256. Nella Regione Lazio, la richiesta di autorizzazione all'apertura e al funzionamento di un asilo nido privato va presentata:

A) All'Unità Organizzativa Scuola, Educazione, Cultura e Sport (UOSECS). B) Alla Provincia. C) All'Azienda Sanitaria Locale (ASL) territorialmente competente. D) Al Servizio Materno-Infantile di zona.

3257. Recita l'art. 1 della legge 1044/1971: "gli asili-nido hanno lo scopo di provvedere alla temporanea custodia dei bambini....

A) Per assicurare una adeguata assistenza alla famiglia e anche per facilitare l'accesso della donna al lavoro nel quadro di un completo sistema di sicurezza sociale".

B) Per assicurare una adeguata assistenza alla famiglia, con particolare riguardo alle famiglie numerose ed a quelle nelle quali esistono gravi difficoltà relazionali".

C) Per facilitare l'accesso della donna al lavoro nel quadro di un completo sistema di sicurezza sociale e assistenziale". D) Per realizzare una piena integrazione tra famiglie, formazioni sociali, ambiente scolastico e terzo settore".

3258. Chi esercita, a norma della legge n. 1044/1971, la vigilanza igienico-sanitaria sugli asili-nido comunali? A) Le Aziende sanitarie locali. B) I competenti organi comunali. C) Il Dipartimento della qualità del Ministero della Salute. D) Il Ministero della Solidarietà Sociale.

3259. I servizi con caratteristiche educative e ludiche per l'assistenza a bambini da 18 mesi a 3 anni, per un tempo giornaliero non superiore a 5 ore, privi di servizi di mensa e di riposo pomeridiano, nel Comune di Roma sono denominati:

A) Spazi Be.Bi. B) Asili nido familiari. C) Asili nido condominiali. D) Micro-asili nido aziendali.

3260. Nella Regione Lazio, il Comitato di gestione del nido: A) Può esprimere all'ente gestore proposte in riferimento al calendario annuale, all'orario settimanale e giornaliero del servizio. B) Non è competente a formulare criteri o valutazioni relativi al bilancio della struttura. C) Deve astenersi dall'esprimere valutazioni sul piano delle attività socio-psico-pedagogiche. D) Predispone ed approva la graduatoria delle domande di ammissione.

3261. Con quali soggetti gli asili nido concorrono all'educazione e formazione? A) Con le famiglie. B) Con le altre istituzioni previste a livello locale. C) Con gli educatori. D) Con gli assistenti.

3262. L'aggiornamento e la formazione permanente del personale operante nell'asilo nido: A) Sono attribuzioni dell'ente gestore. B) Sono facoltà dei singoli dipendenti. C) Debbono essere organizzati dai rispettivi ordini professionali. D) Fanno parte degli accordi sindacali.

3263. La legge n. 1044/1971 prevede che l'asilo nido provveda alla temporanea custodia dei bambini allo scopo di: A) Assicurare un'adeguata assistenza alla famiglia e facilitare il lavoro extra-domestico della donna. B) Promuovere la maternità e la paternità responsabile. C) Superare le condizioni di povertà, emarginazione ed esclusione sociale delle fasce deboli della popolazione. D) Promuovere, in favore delle famiglie, la conciliazione tra il tempo del lavoro e il tempo di cura dei figli.

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3264. Con la legge n. 1044/1971, l'assistenza negli asilo nido ai bambini fino ai tre anni di età: A) Costituisce un servizio sociale di interesse pubblico. B) Costituisce un servizio socio-assistenziale integrato. C) Costituisce un servizio di promozione sociale. D) Costituisce un servizio sociale a elevata valenza sanitaria.

3265. Eventuali minorazioni psico-fisiche del bambino.... A) Non possono comportare esclusione dall'iscrizione all'asilo nido. B) Obbligano il Comitato di gestione dell'asilo nido a procedere ad assunzioni di personale di sostegno. C) Comportano l'inserimento, nell'asilo nido, di personale per la Tutela e la Riabilitazione in Età Evolutiva. D) Vengono segnalate per la più opportuna tutela all'ufficio del Garante per l'infanzia.

3266. La L.R. n. 59/1980 della Regione Lazio definisce la gestione sociale come l'insieme delle attività di partecipazione che contribuiscono alla definizione dei contenuti e delle caratteristiche del servizio, nonché al funzionamento dell'asilo-nido. La gestione sociale si realizza tramite....

A) L'assemblea dei genitori, il comitato di gestione e il gruppo educativo. B) Il comitato di gestione e il gruppo educativo. C) Gli operatori del nido e il personale specializzato del servizio materno infantile dell'ASL. D) Il direttore educativo, il coordinatore educativo e i genitori eletti dal comitato di gestione.

3267. All'Assemblea dei genitori dei bambini iscritti ad un asilo nido sono conferiti: A) Poteri consultivi e di proposta. B) Poteri di verifica e controllo. C) Poteri di approvazione del bilancio. D) Poteri vincolanti riguardo l'organizzazione della struttura.

3268. La L.R. della Regione Lazio n. 59/1980 prevede che il presidente del comitato di gestione dell'asilo nido: A) Deve essere un genitore. B) Deve essere designato tra i membri del gruppo educativo. C) É di diritto il coordinatore educativo. D) É designato tra i genitori dei bambini in lista d'attesa per l'ammissione.

3269. Dispone la legge n. 1044/1971 che gli asili-nido comunali devono essere realizzati in modo da rispondere, sia per localizzazione sia per modalità di funzionamento, alle esigenze delle famiglie. I relativi criteri generali sono fissati:

A) Dalla Regione. B) Dal Ministro della Salute. C) Dal Comune. D) Dal Ministro della Pubblica Istruzione.

3270. Ai sensi della L.R. del Lazio 16 giugno 1980, n. 59, l'asilo nido fa parte: A) Del complesso dei servizi socio-educativi dell'ente locale riservati alla prima infanzia. B) Del complesso dei servizi socio-assistenziali dell'ente locale riservati alla prima infanzia. C) Del complesso dei servizi socio-sanitari riservati alla prima infanzia. D) Del complesso dei servizi socio-culturali riservati alla prima infanzia.

3271. L'assemblea dei genitori, prevista dalla L.R. n. 59/1980 della Regione Lazio per gli asili nido... A) Può esprime pareri e formulare proposte al comitato di gestione in merito agli orientamenti educativi, socio-psico-pedagogici in

sede di approvazione del piano annuale di attività dell'asilo nido. B) Può solo esprime pareri e formulare proposte al comitato di gestione in merito agli orientamenti igienico-sanitari ed

organizzativi. C) NON può richiedere all'ente gestore ed al comitato di gestione verifiche e controlli in merito al regolare andamento del servizio. D) Gestisce un fondo per le piccole manutenzioni e per l'acquisto di materiale didattico.

3272. Il personale educativo che svolge attività di supplenza presso l'asilo nido viene attinto: A) Dalle apposite graduatorie municipali. B) Dalla graduatoria scolastica provinciale. C) Dalla graduatoria regionale per i servizi alla persona. D) Dalle graduatorie per i servizi consultoriali dell'Azienda sanitaria locale (ASL).

3273. Dispone la legge n. 1044/1971 che gli asili-nido comunali devono essere gestiti con la partecipazione delle famiglie e delle rappresentanze delle formazioni sociali organizzate nel territorio. I relativi criteri generali sono fissati....

A) Dalla Regione. B) Dal Ministro della Salute. C) Dal Comune. D) Dal Ministro delle Politiche per la famiglia.

3274. Prima dell'emanazione della legge n. 1044/1971 chi gestiva gli asili nido? A) Strutture private collegate a grosse aziende o l'Opera Nazionale Maternità e Infanzia. B) Direttamente le aziende. C) Lo Stato. D) Gli orfanotrofi.

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3275. L'Opera Nazionale Maternità e Infanzia.... A) Era un ente parastatale istituito durante il periodo fascista come forma di tutela della famiglia e dei bambini abbandonati. B) É stato il primo ente statale ad utilizzare il termine "educatore". C) É stato previsto dalla legge n. 698/1975 per provvedere all'effettivo passaggio delle competenze degli asili nido agli enti locali. D) Era un ente parastatale che ha gestito gli orfanotrofi fino al 1992.

3276. Nel nostro Paese la storia professionale dell'educatore è segnata da un profondo mutamento che si colloca.... A) Nel corso degli anni settanta. B) Nel corso degli anni sessanta. C) Nel corso degli anni ottanta. D) Nel corso della seconda guerra mondiale.

3277. La necessità di affidare la custodia e l'educazione del bambino a organizzazioni esterne alla famiglia si è diffusa: A) Con la crescita del lavoro femminile extra-domestico. B) Con la chiusura degli istituti assistenziali. C) Per assicurare nutrimento e cure ai minori bisognosi. D) Per l'esigenza di limitare la mortalità infantile.

3278. La legge 285/1997 ha previsto la realizzazione di servizi con caratteristiche educative, ludiche e culturali per la prima infanzia:

A) Come un investimento sociale positivo. B) Come surrogazione di carenze familiari e materne. C) Come tutela della maternità. D) Come contrasto alla povertà.

3279. Il nido legato alla gestione degli enti locali nasce sull'onda di una spinta di carattere ideologico che investe in genere le politiche sociali negli anni settanta e si configura....

A) Come una struttura in contrapposizione con i criteri ispiratori del nido ONMI. B) Come una struttura prettamente assistenziale per la maternità e l'infanzia. C) Come una struttura nella quale vengono privilegiati gli aspetti igienico-sanitari (prevenzione delle malattie che minacciano

l'infanzia e ne provocano l'alta mortalità). D) Come una struttura rivolta principalmente alle donne abbandonate o cagionevoli di salute.

3280. La legge finanziaria per il 2007 prevede un Piano straordinario per lo sviluppo: A) Dei servizi territoriali socio-educativi. B) Degli interventi in materia di immigrazione e di asilo. C) Dell'inclusione sociale degli immigrati. D) Del Fondo per le politiche giovanili.

3281. Nella legge quadro di riforma dell'assistenza (n. 328/2000), i servizi socio-educativi per la prima infanzia: A) Sono chiamati a collaborare con gli interventi a sostegno della maternità e paternità responsabile. B) Sono considerati "servizi di sollievo" per affiancare le famiglie. C) Sono considerati prestazioni di sostegno e aiuto domiciliare. D) Sono ritenuti servizi di conciliazione tra tempo di lavoro e tempo di cura.

3282. Un tempo, l'espressione "asilo infantile" veniva usata per indicare: A) L'istituzione che accoglieva giornalmente i bambini in età prescolare. B) L'istituzione che tutelava i bambini "esposti". C) L'istituzione che accoglieva, insieme ai bambini, le gestanti e le madri nubili indigenti. D) L'istituzione di baliatico per i bambini illegittimi, assistiti dalla provincia.

3283. Il ruolo e la diffusione delle istituzioni per l'infanzia nascono: A) Per i grandi rivolgimenti sociali causati dalla Rivoluzione industriale. B) Per insegnare alle madri nozioni igienico-sanitarie. C) Per contrapposizione alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB). D) Per dare una risposta "laica" alle istituzioni caritative religiose.

3284. Il termine "educatrice"..... A) É stato utilizzato, per la prima volta, per indicare la nuova identità delle operatrici nel momento in cui le Regioni

incominciarono ad applicare le disposizioni della legge n. 1044/1971 ed a impostare i nuovi criteri di gestione del servizio. B) É stato utilizzato, per la prima volta, per indicare la figura professionale operante nei nidi ONMI. C) É un termine che compare negli asili nido nel periodo fascista. D) É stato utilizzato, per la prima volta, quando i comuni hanno iniziato ad emanare i primi regolamenti sugli asili nido (anno

1990). 3285. Con il passaggio degli asili nido dall'ONMI ai comuni....

A) Si è avviata una radicale trasformazione ed il ruolo dell'educatore è stato concepito sempre più come educativo anziché come assistenziale.

B) Si è accentrato il problema principalmente sugli aspetti morali. C) Si è accentrato il problema della salute e nel nido è stata prevista la figura del medico per prevenire le malattie della prima

infanzia. D) Per la prima volta si è guardato alla madre ed al bambino come problema demografico e sanitario.

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3286. Ai sensi della legge 12 giugno 1990, n. 146, l'asilo nido viene definito: A) Servizio pubblico essenziale. B) Servizio pubblico protetto. C) Servizio pubblico tutelato. D) Servizio pubblico di garanzia.

3287. Le premesse per un radicale rinnovamento del sistema di sicurezza sociale e per l'attuazione effettiva dei diritti del minore sono individuabili:

A) Con il trasferimento delle funzioni amministrative alle regioni e lo scioglimento degli enti assistenziali nazionali. B) Con l'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale. C) Con la legge quadro sull'assistenza emanata nel 2000. D) Con l'aziendalizzazione delle Unità sanitarie locali (Usl).

3288. L'Opera Nazionale Maternità Infanzia (Onmi) ha cessato la propria attività: A) In conseguenza del decentramento delle funzioni assistenziali. B) In conseguenza del riordino dei cosiddetti "enti inutili". C) A causa del trasferimento delle funzioni assistenziali alle province. D) In seguito all'approvazione della legge quadro di riforma dell'assistenza.

3289. Nel nostro Paese la storia professionale dell'educatore è segnata da un profondo mutamento che si colloca nel corso degli anni settanta,....

A) Con il passaggio della gestione degli asili nido dall'ONMI ai comuni. B) Con il passaggio della gestione degli asili nido dall'ONMI agli enti parastatali. C) Con il passaggio della gestione degli asili nido dallo Stato agli enti locali. D) Con la gestione diretta degli asili nido da parte di strutture private collegate a grosse aziende.

3290. La gestione dei nidi da parte dell'ONMI si caratterizzava.... A) Per l'accento esclusivo posto sull'accudimento di tipo fisico, sul rispetto delle norme igieniche e sulla vigilanza sanitaria. B) Per l'accento posto sulle esigenze ludiche e sociali del bambino. C) Perché, pur essendo servizi rivolti ancora alla madre lavoratrice, per la prima volta si configuravano come servizi di interesse

pubblico, con una chiara funzione di socializzazione. D) Perché per la prima volta venivano garantiti standard qualitativi più elevati per quanto riguardava il personale, il materiale di

arredo ed il gioco. 3291. Prima dell'istituzione delle Unità sanitarie locali (Usl), la vigilanza igienica e sanitaria degli asili nido era attribuita:

A) All'ufficiale sanitario del comune. B) All'assistente sanitaria visitatrice. C) All'assistente sociale dell'Ente Comunale di Assistenza (Eca). D) All'ospedale pediatrico con competenza regionale.

3292. Prima dell'istituzione degli asili nido comunali, l'Opera Nazionale Maternità Infanzia (Onmi) gestiva il nido in una struttura di servizi denominata:

A) Casa della madre e del bambino. B) Asilo materno. C) Asilo pediatrico. D) Casa per l'assistenza materna comunale.

3293. Quale importante fonte legislativa ha segnato un profondo mutamento nella storia degli asili nido negli anni settanta? A) La legge n. 1044/1971 "Piano quinquennale per l'istituzione di asili nido comunali con il concorso dello Stato". B) La legge n. 698/1975 che ha previsto lo scioglimento dell'ONMI. C) La legge n. 33/1978 che ha previsto il passaggio della gestione dei nidi dallo Stato ai Comuni. D) Il decreto che ha previsto la SVANI (scala valutazione asilo nido).

3294. Il contesto socio-culturale nel quale venne approvata la legge istitutiva degli asili nido pubblici del 1971 era caratterizzato:

A) Da una forte spinta partecipativa, da un clima di forte solidarietà e dall'affermazione dei diritti della donna-madre lavoratrice che lasciavano sullo sfondo i diritti del bambino.

B) Da una visione pedagogica in base alla quale il processo formativo del bambino era considerato, pressoché esclusivamente, in chiave igienico-sanitaria.

C) Da una concezione del bambino come soggetto attivo e competente fin dalla nascita, capace di instaurare legami con figure di riferimento diverse da quelle genitoriali, come gli educatori o altri bambini.

D) Da una consapevolezza dei bisogni educativi del bambino da 0 a 3 anni fortemente radicata, a fronte di una scarsa attenzione per l'emancipazione e i diritti politico-sociali della donna lavoratrice.

3295. Nel corso dei cambiamenti culturali degli anni Settanta, il nido viene visto come una struttura finalizzata a: A) Soddisfare i bisogni fisici, cognitivi, affettivi e relazionali del bambino. B) Soddisfare le istanze di emancipazione della donna nel lavoro extra-domestico. C) Assicurare al bambino il miglior ambiente possibile per un'equilibrata crescita psicofisica. D) Garantire alla madre un servizio di sollievo dalle cure della prole.

3296. Con l'approvazione della legge n. 1044/1971 "Piano quinquennale per l'istituzione di asili nido comunali con il concorso dello Stato", per la prima volta, lo Stato:

A) Si assume un impegno nel campo dell'educazione per la prima infanzia, NON più come atto di beneficenza pubblica. B) Si attiva, di concerto con imprenditori privati, per la costituzione di asili nido nei luoghi di lavoro. C) Si assume la responsabilità di interventi assistenziali ed educativi nei luoghi di lavoro. D) Si attiva concretamente per realizzare interventi educativi per i bambini tra i 18 e i 36 mesi d'età.

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3297. La nascita del "collettivo", come organo gestionale privilegiato del nido, come istituzione che si voleva caratterizzare per l'apertura al sociale, può essere letta:

A) Come il risultato di un servizio per la prima infanzia maturato intorno agli anni Settanta. B) Come il risultato di un servizio per la prima infanzia riscontrabile già ai primi del Novecento. C) Come il risultato di un servizio per la prima infanzia sviluppatosi solo nell'ultimo decennio. D) Come il risultato di un servizio per la prima infanzia nato nei primi anni dell'Italia repubblicana.

3298. Tra i principi che tracciano le linee di una concezione del nido come istituzione con funzione educativa, di cui alla legge istitutiva degli asili nido comunali,:

A) Rientra l'adeguata preparazione del personale. B) É esclusa l'assistenza psicologica dell'infante. C) NON è considerata la localizzazione in funzione delle esigenze familiari. D) NON rientra il rapporto tra struttura e armonico sviluppo del bambino.

3299. L'asilo nido viene generalmente riconosciuto come istituzione: A) Che promuove la socializzazione e lo sviluppo dell'identità del bambino. B) Che permette alle donne di NON interrompere la carriera lavorativa e professionale. C) Che incentiva il lavoro femminile domestico e rafforza i legami familiari. D) Che rafforza il prevalere di una logica educativa di tipo familiare.

3300. La legge n. 1044/1971, sancendo l'impegno da parte dello Stato ad intervenire nell'educazione della prima infanzia, in particolare,:

A) Ha consentito l'affermarsi sul territorio di una rete di asili nido comunali cresciuta negli anni, pur con forti differenziazioni regionali.

B) Ha affidato la gestione dei nidi e la loro programmazione nel territorio in via esclusiva alle regioni. C) É priva di connotati assistenziali e individua nel bambino, con i suoi bisogni psicologici, l'utente esclusivo del servizio. D) Ha favorito la creazione di servizi vicini agli utenti, annullando, di fatto, ogni differenza territoriale nella distribuzione del

servizio. 3301. Con il passaggio della gestione degli asili nido dall'Opera Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI) ai comuni:

A) Si realizza un processo di democratizzazione del servizio, rendendolo più accessibile ai cittadini. B) Si sancisce per legge una situazione già presente - di fatto - in molte realtà territoriali. C) Si dà piena attuazione al dettato costituzionale in tema di educazione. D) Si completa la riforma delle politiche sociali iniziata con l'istituzione dei consultori familiari.

3302. Con la Legge finanziaria 2003 è stato istituito il "Fondo di rotazione per il finanziamento dei datori di lavoro che realizzano, nei luoghi di lavoro, servizi di asili nido e micro-nidi", il cui scopo è:

A) Assicurare un'adeguata assistenza familiare alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti con prole. B) Stipulare convenzioni con i nidi municipali, per aprire succursali all'interno dei luoghi di lavoro. C) Fornire la copertura finanziaria per accordare periodi di congedo parentale ai lavoratori con prole. D) Consentire l'apertura di "Spazi Be.Bi" nei luoghi di lavoro, anche in aziende con meno di 15 dipendenti.

3303. Il "nido di tipo nuovo", che risente della generalizzata atmosfera riformatrice del welfare degli anni '70, si caratterizza anche per:

A) Essere un servizio di interesse pubblico, con una chiara funzione di socializzazione di compiti educativi, prima considerati di esclusiva pertinenza della famiglia.

B) Il maggior peso dato all'aspetto igienico-sanitario della cura del bambino e parallelamente al ruolo degli operatori con funzione sanitaria.

C) Una organizzazione interna del personale fondata sul "collettivo", con una connotazione fortemente gerarchica per garantire standard qualitativi più elevati.

D) La progressiva perdita di valore attribuito alle esperienze di socializzazione tra bambini, considerate poco significative per il loro sviluppo psicologico.

3304. Prima della legge 1044/1971, l'asilo nido: A) Rispondeva alle esigenze soprattutto sanitarie di prevenzione e tutela nei confronti della donna e del bambino. B) Riconosceva il diritto alla maternità come valore sociale e NON come evento esclusivamente privato. C) Rispondeva ai tentativi di fondare l'educazione del bambino su conoscenze scientifiche. D) Riconosceva una nuova "cultura dell'infanzia" e l'importanza delle cure materne per la salute mentale del bambino.

3305. Con la legge n. 285/1997 "Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l'infanzia e l'adolescenza", con cui viene promossa l'innovazione e la sperimentazione di servizi socio-educativi per la prima infanzia, si rende possibile l'attivazione di:

A) Servizi con caratteristiche educative, ludiche, culturali e di aggregazione sociale per bambini da 0 a 3 anni. B) Servizi assistenziali e di aggregazione sociale negli ambienti di lavoro, per aziende con più di 15 dipendenti. C) Servizi con caratteristiche educative, ludiche e di intrattenimento per bambini da 18 a 36 mesi di età. D) Servizi educativi e di aggregazione sociale negli ambienti di lavoro per bambini con più di 18 mesi di età.

3306. All'interno della politica dell'assistenza alla prima infanzia, la legge 26 agosto 1950, n. 860 segna un momento importante prevedendo:

A) L'istituzione obbligatoria di asili nido aziendali. B) La chiusura dei nidi ONMI dovuta alle gravi mancanze igieniche. C) L'elaborazione di un piano decennale per istituire asili nido comunali. D) Per le Regioni il compito di fissare criteri per la gestione e il controllo degli asili nido.

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3307. Con riferimento alla scuola e ai diritti civili, educativi e della persona, la Costituzione italiana tutela: A) I bambini stranieri iscritti alle scuole pubbliche e private. B) Le minoranze linguistiche con apposite norme legislative. C) Solo i cittadini stranieri con il permesso di soggiorno. D) Solo alcune delle lingue minoritarie dello stato italiano.

3308. Nella Costituzione italiana l'arte e la scienza sono: A) Libere e libero ne è l'insegnamento. B) Discipline in continua evoluzione. C) Definite come creatività e razionalità. D) Sinonimo di estremità culturali.

3309. Gli Stati firmatari della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia concordano che l'educazione deve: A) Promuovere nel bambino uno sviluppo della personalità che tenga conto dell'intero arco delle sue potenzialità. B) Avviarsi verso nuovi percorsi teorici e metodologici in grado di sostenere una necessaria opera di selezione. C) Rielaborare nuove idee di istruzione alla luce dei cambiamenti strutturali dovuti alla diffusione della rete internet. D) Riorganizzarsi su nuova logica di interventi tenuto conto della irreversibile riduzione delle risorse finanziarie.

3310. Dal punto di vista educativo la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia invita i Paesi firmatari: A) A comunicare ai bambini il valore e il rispetto per la diversità. B) A realizzare corsi di formazione per docenti sulla globalizzazione. C) A sviluppare progetti di intervento educativo per i paesi poveri. D) A concettualizzare una nuova visione della definizione "terzo mondo".

3311. La Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia afferma: A) Che nulla, tanto meno la condizione sociale, può interferire con il diritto all'istruzione. B) L'inevitabile necessità di rivedere tutte le politiche educative alla fine di ogni legislatura. C) Che il diritto all'istruzione è funzione delle disponibilità finanziarie di ogni singolo Paese. D) Che le classi sociali più agiate devono sostenere economicamente l'istruzione pubblica.

3312. In merito all'emanazione di provvedimenti legislativi la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia invita i Paesi firmatari:

A) Ad attuare ogni misura istituzionale per tutelare i Diritti dei bambini. B) A riflettere sulle conseguenze di politiche sociali di emarginazione. C) Ad avviare contatti bilaterali tra Paesi della medesima area geografica. D) A valutare l'impatto sociale prodotto da affrettati provvedimenti politici.

3313. Gli Stati firmatari della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia applicheranno: A) Ogni misura di natura legislativa, sociale ed educativa per la tutela del bambino. B) Misure appropriate di intervento legislativo finalizzate a tutelare i genitori. C) Strategie di intervento globale per controllare i livelli di competenza dei docenti. D) Precisi meccanismi di verifica e di controllo sulle forniture alimentari alle scuole.

3314. Secondo la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia il bambino ha diritto: A) Ad esprimersi liberamente in qualunque forma comunicativa. B) A strutture scolastiche innovative sul piano delle infrastrutture. C) A forme espressive solo ed esclusivamente artistiche e/o di fantasia. D) A sostegni economici alla famiglia per NON pregiudicare il suo futuro.

3315. In materia di assistenza gli Stati firmatari della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia si impegnano a garantire:

A) Al bambino disabile tutte le cure e i servizi utili ad ottenere eguale diritto all'istruzione. B) I finanziamenti per garantire il raggiungimento della quota minima fissata per Paese. C) Le risorse finanziarie per le strutture destinate alle classi speciali per bambini disabili. D) Il versamento semestrale della quota di assistenza sociale a favore degli interventi dell'ONU.

3316. L'inserimento nell'asilo nido di bambini portatori di handicap, progettato con il Servizio Materno Infantile e con l'équipe psicopedagogica del Municipio, prevede:

A) La formulazione di un piano educativo individualizzato. B) L'adozione di forme particolari di sostegno. C) La stesura di un profilo dinamico-funzionale. D) La programmazione di interventi di assistenza domiciliare e di aiuto personale.

3317. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", il progetto educativo dei nidi deve riconoscere ed accogliere al suo interno:

A) La pluralità delle culture familiari ed etniche presenti nella città. B) La pluralità delle condizioni socio-economiche presenti nella città. C) Le differenze culturali ed etniche presenti nella città, puntando alla loro omogeneizzazione. D) Le differenze delle condizioni socio-economiche presenti nella città, differenziando l'offerta.

3318. Sulla base delle priorità indicate dal Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, indicare quale ipotesi tra quelle proposte dà diritto di priorità sulle altre.

A) Bambini portatori di handicap certificato dalle AA.SS.LL. B) Bambini provenienti da famiglie dissociate, ove il bambino viva con uno solo dei genitori. C) Bambini conviventi con un solo genitore. D) Bambini gemelli.

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3319. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma assegna al Direttore educativo il compito di: A) Dirigere, sostenere e verificare l'attività dei coordinatori educativi dei nidi e delle scuole dell'infanzia. B) Promuovere attività volte a diffondere e ad affermare una cultura dell'infanzia. C) Esercitare attività propositiva riferita alla pianificazione delle risorse strumentali per il funzionamento dei nidi. D) Proporre la continuità educativa.

3320. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune Roma", oltre che come luoghi di educazione e socializzazione dei bambini piccoli, tali strutture sono viste come luoghi di riferimento per:

A) Una riflessione generale sulle condizioni di vita, sviluppo ed educazione dell'infanzia nella città. B) Una riflessione generale sul rapporto tra bambini e adulti nella città. C) Un'attenta analisi sulle condizioni di vita, sviluppo ed educazione dell'infanzia nella città. D) Un'attenta analisi sul rapporto tra bambini e adulti nella città.

3321. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune Roma", tali strutture si propongono di svolgere un ruolo attivo per la piena affermazione del significato e del valore dell'infanzia, secondo i principi di:

A) Uguaglianza, pari opportunità, rispetto della diversità, libertà e solidarietà. B) Uguaglianza, pari opportunità, diritto al gioco, libertà e diligenza. C) Diritto al gioco, libertà, rispetto, educazione e diligenza. D) Diritto al gioco, educazione, pari opportunità, libertà e diversità.

3322. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma quale è uno dei principali compiti dell'educatore nei confronti delle famiglie?

A) Realizzare colloqui individuali e incontri di sezione per discutere temi relativi allo sviluppo ed all'educazione dei bambini. B) Realizzare colloqui di gruppo e partecipare al Comitato di gestione al fine di discutere i temi allo sviluppo ed all'educazione dei

bambini. C) Realizzare colloqui individuali con i genitori al fine di affrontare i temi relativi allo sviluppo ed all'educazione dei bambini. D) Realizzare gli incontri di sezione e partecipare alle assemblee dei genitori per discutere temi relativi allo sviluppo ed

all'educazione dei bambini. 3323. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune Roma", l'asilo nido è...

A) Un servizio educativo e sociale di interesse pubblico. B) Un servizio assistenziale su base volontaristica. C) Uno spazio ludico e di intrattenimento per bambini. D) Uno spazio di permanenza temporanea per minori.

3324. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune Roma", il gruppo educativo del nido è costituito: A) Da tutto il personale comunque operante nella struttura. B) Dal Coordinatore educativo e dagli educatori. C) Dal Direttore educativo, dagli educatori e dagli addetti ai servizi . D) Dal Direttore educativo e da tutto il personale operante nella struttura.

3325. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, l'aggiornamento professionale in servizio e la formazione permanente degli educatori....

A) Devono essere finalizzati al miglioramento delle competenze professionali del personale e quindi della qualità del servizio. B) Possono essere promossi solo dall'Amministrazione comunale. C) Devono svolgersi secondo una programmazione puntuale a livello regionale. D) Sono progettati direttamente dagli educatori in sede di programmazione delle attività del Comitato di gestione.

3326. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma pone, tra l'altro, l'accento.... A) Sull'importanza dell'accoglienza nel nido delle bambine e dei bambini. B) Sul ruolo del Gruppo educativo nei rapporti tra genitori e educatori. C) Sulla necessità di controllare in modo sistematico il lavoro degli educatori. D) Sulla gestione economica del nido e sulla necessità di evitare gli sprechi.

3327. In merito agli organi di gestione dell'asilo nido, la partecipazione all'assemblea riguarda: A) Entrambi i genitori dei bambini iscritti. B) Un genitore per ogni bambino iscritto. C) Ambedue i genitori dei bambini effettivamente frequentanti. D) Qualunque cittadino, purché maggiorenne, delegato dai genitori.

3328. Secondo le finalità previste nel Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, garanzia imprescindibile della qualità del progetto educativo è:

A) L'aggiornamento permanente di tutti gli operatori dei nidi su tutti i temi che coinvolgono la vita, lo sviluppo, l'educazione dei bambini e altri aspetti della formazione e dell'attività professionale.

B) L'aggiornamento permanente di tutto il personale addetto ai servizi al fine di accrescere lo stato di salute e di benessere dei bambini.

C) La formazione e l'aggiornamento permanente degli educatori rispetto agli aspetti ludici che interessano lo sviluppo del bambino. D) L'aggiornamento permanente degli educatori finalizzato all'inserimento dei bambini appartenenti a minoranze etniche.

3329. La frequenza e l'integrazione all'interno dei nidi di bambini che vivono in particolari condizioni di disagio sociale ed economico, vengono garantite in virtù:

A) Del rispetto dei diritti di tutti i bambini e nella prospettiva della prevenzione di ogni forma di svantaggio e discriminazione. B) Dell'ottica assistenziale che deve ispirare le strutture educative e formative del Comune di Roma. C) Del principio di utilità sociale rappresentato dagli asili nido. D) Del ruolo di servizio pubblico decentrato che il nido rappresenta sul territorio comunale.

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3330. A norma del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, il piano d'accoglienza e di inserimento dei bambini.... A) Viene concordato tra il Coordinatore educativo, il gruppo educativo e i genitori. B) Viene concordato tra il Direttore educativo e il gruppo educativo. C) Viene concordato in seno al Comitato di gestione, sentito il parere del Presidente dell'assemblea dei genitori. D) Viene concordato dal Comitato di gestione sentiti gli addetti ai servizi generali.

3331. Dispone il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma che agli educatori.... A) É garantita la libertà di scelta del metodo educativo, esercitato all'interno del gruppo educativo al fine dell'elaborazione

collegiale delle linee di attuazione del progetto educativo. B) NON è garantita la libertà di scelta del metodo educativo; le linee di attuazione del progetto educativo sono concordate a livello

Regionale. C) É fatto obbligo di esercitare i metodi educativi prestabiliti dal Dipartimento XI (politiche educative e scolastiche)

dell'amministrazione comunale. D) É fatto obbligo di esercitare i metodi educativi prestabiliti in sede di conferenza di servizi.

3332. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma.... A) I nidi sono aperti dal lunedì al venerdì con orario di massima dalle ore 7.00 alle ore 18.00. B) I nidi sono aperti dal lunedì al sabato con orario di massima dalle ore 7.00 alle ore 18.00. C) I nidi sono aperti dal lunedì al venerdì con orario di massima dalle ore 8.00 alle ore 19.00 e il sabato dalle ore 8.00 alle ore

14.00. D) I nidi sono aperti dal lunedì al venerdì con orario di massima dalle ore 7.30 alle ore 16.00.

3333. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, quale compito tra l'altro svolge il coordinatore educativo?

A) Coordinare la propria attività con i competenti servizi delle AA.SS.LL. per l'integrazione dei bambini in situazione difficile, per la più ampia attività di prevenzione del disagio e la tutela della salute dei minori.

B) Coordinare le iniziative educative sul territorio, assicurando il collegamento tra i servizi educativi presenti sul territorio, l'amministrazione circoscrizionale e l'amministrazione centrale.

C) Approvare le diverse articolazioni della ricettività del nido dietro proposta del Direttore educativo e disporre su proposta del Comitato di gestione la decadenza dell'utente.

D) Elaborare, in raccordo con il Dipartimento centrale competente, progetti di aggiornamento del personale dei nidi e delle scuole dell'infanzia.

3334. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, la dotazione organica del nido.... A) É determinata in base al rapporto tra bambini ed educatori prevista dalla normativa vigente. B) É stabilita a livello statale e può essere modificata solo se nell'asilo sono presenti bambini handicappati. C) É stabilita in base ai bambini che presumibilmente presenteranno domanda di inserimento. D) É stabilita dalla legge regionale e NON può in nessun caso essere modificata.

3335. Negli asili nido del Comune di Roma, chi fissa l'entità della quota contributiva in relazione alle fasce di reddito ed al numero dei componenti il nucleo familiare e alle fasce orarie di fruizione del servizio?

A) Il Comune, acquisiti i pareri e le proposte dei Comitati di Gestione. B) Ogni singolo asili nido. C) Il Municipio, in piena autonomia. D) I Direttori educativi.

3336. Il progetto educativo dei nidi.... A) Promuove esperienze di partecipazione dei genitori alla vita dei servizi. B) Circoscrive le esperienze di partecipazione dei genitori alla vita dei servizi. C) Esclude le esperienze di partecipazione dei genitori alla vita dei servizi, salvo che essi siano competenti in materia. D) Integra le esperienze di partecipazione dei genitori alla vita dei servizi con altre esperienze educative.

3337. Nella città di Roma, per "ente gestore" dell'asilo nido s'intende: A) Il Municipio. B) Il Comune. C) Il Comitato di gestione. D) L'XI Dipartimento Politiche Educative e Scolastiche.

3338. L'assegnazione al nido sulla base della temporanea dimora è prevista per: A) Bambini apolidi, nomadi, stranieri senza residenza. B) Bambini in affidamento familiare. C) Bambini in affidamento preadottivo. D) Bambini in affidamento a rischio giuridico.

3339. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", finalità centrale dell'asilo nido è: A) Attuare i diritti delle bambine e dei bambini. B) Aiutare i genitori in difficoltà a intrattenere i propri figli. C) Attuare il principio di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. D) Aiutare i bambini con difficoltà di socializzazione a integrarsi.

3340. L'utente che vede respinta la domanda di ammissione al nido per suo figlio, può presentare ricorso che viene esaminato: A) Dal Direttore Educativo. B) Dal Presidente del Comitato di Gestione. C) Dal Coordinatore Educativo. D) Dal Presidente della Consulta Municipale.

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3341. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma prevede che possono presentare domanda di ammissione ai nidi: A) I genitori del bambino e le gestanti al settimo mese di gravidanza. B) I genitori del bambino dopo trenta giorni dalla nascita. C) I genitori del bambino e le gestanti dopo il terzo mese di gravidanza. D) I genitori del bambino solo dopo la registrazione della nascita.

3342. A norma di quanto prevede il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma nei nidi trovano accesso a pieno diritto i bambini in situazioni....

A) Di handicap, gli apolidi, i nomadi o stranieri privi di residenza. B) Di handicap o di disagio sociale. C) Di handicap ma NON gli apolidi. D) Di handicap ma NON i nomadi e gli stranieri privi di residenza.

3343. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma l'accoglienza delle bambine e dei bambini rappresenta: A) Uno dei momenti più qualificanti dell'incontro del gruppo educativo con le famiglie. B) Il momento in cui le responsabilità sul bambino sono trasferite all'educatore. C) Un momento che consente all'asilo nido di acquisire elementi per svolgere la sua funzione assistenziale. D) Uno scambio di notizie e informazioni tra l'educatore e la famiglia.

3344. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma gli organismi che partecipano al progetto educativo sono: A) Assemblea dei genitori, comitato di gestione, gruppo educativo. B) Assemblea dei genitori e comitato di gestione. C) Comitato di gestione e gruppo educativo. D) Gruppo educativo e il servizio materno infantile dell'amministrazione.

3345. A norma di quanto prevede il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma le attività di sperimentazione si realizzano:

A) Nella ricerca di innovazioni educative incentrate su cambiamenti organizzativi e/o strutturali, definite dal Gruppo educativo. B) Tramite il Dipartimento XI che elabora un quadro orientativo quinquennale in cui sono stabiliti i contenuti prioritari, l'iter

metodologico e i criteri di valutazione. C) Sulla base della programmazione stabilita in sede di conferenza di servizi. D) Soltanto in seguito a programmazione operata dal Ministero della pubblica istruzione.

3346. Dispone il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma che gli addetti ai servizi: A) Fanno parte del gruppo educativo. B) Vigilano sulla sicurezza dei bambini. C) Assicurano una situazione ambientale ottimale ed adeguata alle diverse esigenze delle famiglie. D) Assicurano una struttura ambientale adeguata alle esigenze dei bambini e degli educatori.

3347. Nel rispetto dei diritti di bambine e bambini e nella prospettiva della prevenzione di ogni forma di svantaggio e discriminazione, all'interno dei nidi:

A) Viene garantita la frequenza e l'integrazione dei bambini portatori di handicap. B) É permessa la frequenza dei bambini portatori di handicap, in numero proporzionale al personale del nido. C) La frequenza dei bambini portatori di handicap è considerata una ricchezza di stimoli per gli altri "ospiti". D) É permessa la frequenza dei bambini portatori di handicap, salvo eccezioni sollevate dai genitori degli altri "ospiti" del nido.

3348. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", il nido opera: A) Anche in coordinamento con gli altri servizi territoriali per l'educazione, la prevenzione e la tutela della salute. B) In coordinamento con gli altri servizi territoriali, NON sanitari, finalizzati all'educazione. C) Come struttura centrale nella rete dei servizi territoriali di educazione, prevenzione e tutela della salute. D) Come struttura capofila nella rete dei servizi territoriali di educazione, prevenzione e tutela della salute.

3349. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune Roma", i nidi promuovono: A) L'uguaglianza delle opportunità educative. B) L'offerta di opportunità integrative consone alle disponibilità dei genitori. C) L'articolazione delle opportunità educative secondo le capacità del bambino. D) Standard differenziati delle opportunità educative legati alle richieste dei genitori.

3350. In base al principio di continuità dell'esperienza educativa, previsto dal Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma,....

A) I bambini che compiono i tre anni entro il 31 dicembre saranno iscritti alla scuola dell'infanzia e ammessi sin dall'inizio dell'anno scolastico.

B) I bambini che compiono i tre anni entro il 30 novembre saranno iscritti alla scuola dell'infanzia e ammessi sin dall'inizio dell'anno scolastico.

C) I bambini che compiono i tre anni dopo il 31 gennaio frequenteranno il nido fino alla chiusura dell'anno di attività. D) I bambini che compiono i tre anni dopo il 15 febbraio frequenteranno il nido fino alla chiusura dell'anno di attività.

3351. A norma di quanto prevede il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma l'inserimento dei bambini portatori di handicap e/o in situazione di disagio viene progettato:

A) Anche con gli operatori della ASL, secondo un piano individualizzato che preveda anche l'inserimento nella scuola dell'infanzia.

B) Solo con gli operatori della ASL, secondo un piano individualizzato e in funzione della continuità educativa con la scuola dell'infanzia.

C) Dal gruppo degli educatori, secondo un piano di inserimento generale dell'asilo nido. D) D'intesa tra il Direttore educativo e il Comitato di gestione secondo un piano individualizzato che tenga conto delle peculiarità

del bambino.

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3352. Prevede il Regolamento degli Asili Nido del Comune che per alcuni portatori di handicap può essere autorizzato, al raggiungimento dei tre anni, un ulteriore anno di permanenza nel nido; chi rilascia l'autorizzazione?

A) Il Direttore educativo sentito il Coordinatore educativo. B) La Consulta municipale su proposta del suo Presidente. C) La competente équipe psicopedagogica. D) Il Coordinatore educativo, sentito il Comitato di gestione.

3353. La programmazione congiunta tra asili nido e i servizi socio-sanitari territoriali è compito promozionale: A) Della Consulta municipale. B) Del Servizio consultoriale della Azienda Sanitaria Locale (Asl) di zona. C) Del Comitato di gestione del nido. D) Del Dipartimento Politiche Educative e Scolastiche.

3354. Prevede il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma che, di norma, se un asilo ha capienza di 40 posti, accoglie 8 piccoli, 16 medi e 16 grandi; eventuali diverse altre articolazioni della ricettività possono essere proposte:

A) Dal Coordinatore educativo e dal Comitato di gestione e devono essere approvate dal Direttore educativo. B) Dal gruppo educativo e dall'assemblea dei genitori e devono essere approvate dal Coordinatore educativo. C) Dalla Consulta municipale e devono essere approvate dal Comitato di gestione. D) Dal Direttore del Dipartimento XI (politiche educative e scolastiche) del Comune e devono essere approvate dalla Consulta

municipale. 3355. Prevede il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma che i nidi sono aperti dal lunedì al venerdì con orario di

massima dalle ore 7.00 alle ore 18.00. All'interno di tale orario di apertura, l'ingresso dei bambini è previsto.... A) Alle ore 8,00 con tolleranza sino alle ore 9,00 mentre l'uscita è fissata alle ore 16,30, con possibilità di anticipo sino ad un'ora. B) Alle ore 8,00 con tolleranza sino alle ore 10,00 mentre l'uscita è fissata alle ore 17,30, con possibilità di anticipo sino ad un'ora. C) Alle ore 7,30 con tolleranza sino alle ore 9,30 mentre l'uscita è fissata alle ore 17,30, con possibilità di anticipo sino a due ore. D) Alle ore 7,45 con tolleranza sino alle ore 8,30 mentre l'uscita è fissata alle ore 14,30, con possibilità di anticipo sino ad un'ora.

3356. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune Roma", tra gli scopi di tali strutture figura quello di aiutare i bambini a:

A) Crescere in stato di salute e benessere e a seguire percorsi equilibrati di socializzazione. B) Emanciparsi progressivamente dal rapporto diadico con la madre. C) Crescere in stato di salute e benessere e ad emanciparsi dal rapporto madre-figlio. D) Trascorrere in serenità e sicurezza le ore di lavoro dei genitori.

3357. Negli asili nido del Comune di Roma, chi gestisce l'acquisto di materiale per le attività educativo - formative? A) I coordinatori educativi in accordo con il Comitato di gestione. B) Gli educatori. C) La dirigenza amministrativa del Municipio. D) Il Comitato di gestione.

3358. Indicare, a norma del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, quale tra i seguenti NON è un compito dell'educatore.

A) Gestire in accordo con il comitato di gestione il fondo per le piccole manutenzioni e l'acquisto di materiale per le attività educative.

B) Realizzare tutte le attività con i bambini necessarie all'attuazione del progetto educativo, curando a tal fine anche l'organizzazione dei tempi della giornata e degli spazi nel nido.

C) Collaborare con il pediatra per il controllo dei bambini della propria sezione. D) Partecipare alle iniziative di aggiornamento professionale e di formazione permanente e di eventuali sperimentazioni.

3359. A norma di quanto dispone il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, chi definisce il modello organizzativo con riferimento ai turni di servizio, orari, ferie e permessi?

A) Il Coordinatore educativo, sentito il Gruppo educativo. B) Il Gruppo educativo. C) Il Direttore educativo, sentito il Gruppo educativo. D) Il Coordinatore educativo, sentita l'Assemblea dei Genitori.

3360. All'interno degli asili nido, il progetto educativo.... A) Accompagna ed integra l'opera della famiglia in un rapporto costante con quest'ultima. B) Sostituisce l'opera della famiglia nelle ore di permanenza del bambino al nido. C) Si attiene all'opera della famiglia in un rapporto costante con quest'ultima. D) Corregge l'opera della famiglia nelle ore di permanenza del bambino al nido.

3361. Indicare, a norma del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, quale tra i seguenti è un compito dell'addetto ai servizi educativi.

A) Cooperare con gli educatori in iniziative complementari, sussidiarie alle attività educative. B) Curare l'alimentazione, l'igiene personale e il riposo di ogni bambino nel rispetto dei ritmi e bisogni psicologici e fisiologici

individuali. C) Vigilare sulla sicurezza dei bambini. D) Realizzare colloqui individuali con i genitori dei bambini e incontri di gruppo.

3362. Nell'asilo nido, la definizione del progetto educativo si attua: A) Attraverso il lavoro collegiale. B) Secondo il principio dell'autonomia che compete agli educatori. C) Con una metodologia da applicare a tutti i bambini frequentanti il nido. D) Secondo le direttive emanate dal Dipartimento.

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3363. Nell'asilo nido, la vigilanza sulla sicurezza dei bambini è compito primario: A) Degli educatori. B) Degli addetti ai servizi. C) Del Coordinatore educativo. D) Del personale specializzato del Servizio Maternità Infantile.

3364. In base al Regolamento degli Asili nido del Comune di Roma, per la formazione delle graduatorie ai fini dell'ammissione agli asili, tra le seguenti situazioni, viene data priorità ai....

A) Bambini di madre nubile lavoratrice. B) Bambini i cui genitori lavorano entrambi. C) Bambini conviventi con un solo genitore. D) Bambini gemelli.

3365. In un asilo nido, per la gestione di un fondo per la programmazione e la gestione dell'attività educativa e per la piccola manutenzione, la funzione di agente contabile spetta:

A) Al Coordinatore educativo. B) Al Direttore educativo. C) All'Addetto ai servizi educativi. D) All'Educatore più anziano in graduatoria.

3366. Nel Comune di Roma, il Direttore educativo municipale, tra le sue funzioni,: A) Partecipa alle riunioni della Consulta. B) Presiede le riunioni della Consulta. C) Presiede l'Assemblea dei genitori. D) Ha voto deliberativo nell'Assemblea dei genitori.

3367. Nell'asilo nido, gli addetti ai servizi educativi cooperano con gli educatori: A) Nelle iniziative sussidiarie alle attività educative. B) Nella verifica dell'attuazione del progetto educativo. C) Nella preparazione degli alimenti differenziati per lattanti e divezzi. D) Nella realizzazione di incontri di gruppo con i genitori.

3368. Nel Comune di Roma, gli educatori dell'asilo nido accolgono le nuove famiglie in un'assemblea che si tiene: A) All'inizio del mese di settembre. B) Alla fine del mese di luglio. C) Ogni qualvolta viene inserito un nuovo ospite. D) In occasione delle festività di fine anno.

3369. Nel Comune di Roma, il pagamento della retta per la frequentazione dell'asilo nido: A) Ha periodicità mensile. B) Ha periodicità quadrimestrale. C) Ha periodicità trimestrale. D) Ha periodicità semestrale.

3370. Il punteggio prioritario per la graduatoria di ammissione all'asilo nido, nel Comune di Roma, viene concesso: A) Ai bambini orfani di entrambi i genitori. B) Ai bambini conviventi con un solo genitore. C) Ai figli di madre nubile lavoratrice. D) Ai bambini di famiglie in cui lavorano entrambi i genitori.

3371. La conoscenza reciproca tra genitori ed educatori dell'asilo nido è realizzata attraverso: A) Colloqui individuali e incontri collettivi. B) Visite domiciliari. C) Colloqui clinici. D) Osservazione partecipante.

3372. Il Presidente del Comitato di Gestione dell'asilo nido, nel Comune di Roma, è eletto: A) A maggioranza. B) All'unanimità. C) A scrutinio palese. D) Secondo l'anzianità nella frequentazione del nido.

3373. Gli asili nido del Comune di Roma, per esigenze socio-assistenziali degli utenti, si rivolgono: A) Ai servizi sociali municipali. B) Ai servizi consultoriali dell'Azienda sanitaria locale (Asl). C) Al Servizio per la Tutela e la Riabilitazione in Età Evolutiva. D) Al Servizio di Pronto Intervento comunale.

3374. Nell'espletamento dei suoi compiti, il Direttore educativo si avvale, tra l'altro,: A) Della collaborazione di pedagogisti. B) Della collaborazione di assistenti sociali. C) Del supporto di neuropsichiatri infantili. D) Del supporto di nipiologi.

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3375. Negli asili nido del Comune di Roma, le attività di sperimentazione che richiedono risorse economiche aggiuntive, vengono autorizzate:

A) Dal Dipartimento XI del Comune di Roma. B) Dal Direttore educativo municipale. C) Dal Comitato di gestione. D) Dal Coordinatore educativo.

3376. Quando si afferma che nell'asilo nido si previene ogni forma di svantaggio o discriminazione, ci si riferisce a: A) Particolari condizioni di disagio sociale ed economico. B) Difficoltà psicologiche all'ingresso nella struttura. C) Forme d'integrazione e di continuità pedagogica con la scuola dell'infanzia. D) Scambi comunicativi costanti tra educatori e genitori.

3377. Momento centrale e significativo della sperimentazione e innovazione del progetto educativo nel nido è: A) L'aggiornamento permanente degli operatori. B) La condivisione delle responsabilità procedurali. C) L'accoglienza dei bambini portatori di handicap. D) L'approvazione delle disposizioni del Direttore educativo.

3378. Il percorso educativo dell'asilo nido inizia con: A) L'identificazione di obiettivi specifici. B) L'osservazione dei processi di apprendimento. C) La documentazione del processo di socializzazione. D) La valutazione di qualità del contesto educativo.

3379. Nel Comune di Roma, il servizio dell'asilo nido può essere attivato anche nella giornata di sabato: A) Per specifiche esigenze lavorative dei genitori. B) Per scelta di uno specifico orario di lavoro da parte degli operatori. C) Per armonizzare l'orario con quello del Municipio. D) Per armonizzare l'orario con quello della scuola dell'obbligo.

3380. Qualora il Comune di Roma accerti che una famiglia ha rilasciato dichiarazioni menzognere riguardo al proprio reddito:

A) Il bambino decade dal diritto di usufruire del servizio di asilo nido. B) Il bambino può ancora usufruire del servizio di asilo nido, ma con la comminazione di un'ammenda. C) L'asilo nido segnala l'episodio agli archivi gestionali relativi ai tributi locali. D) L'abuso diviene competenza dell'Ufficio per i Rapporti con il Pubblico (Urp).

3381. Nel Comune di Roma, alle riunioni del Comitato di Gestione dell'asilo nido è sempre invitato: A) Il Coordinatore educativo. B) Il Garante Municipale per l'Infanzia. C) Un membro dell'Ufficio per le Relazioni con il Pubblico (Urp) del Municipio. D) Il pediatra del servizio consultoriale della Azienda Sanitaria Locale (Asl).

3382. I lavori della Consulta municipale, prevista dall'articolo 19 del "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma" si svolgono:

A) In sedute pubbliche. B) In riunione circoscritte ai componenti. C) Nell'ambito del Consiglio Comunale. D) Nell'ambito del Comitato di Quartiere.

3383. Gli obblighi cui è tenuto il personale di ruolo dell'asilo nido: A) Riguardano anche il personale supplente. B) NON riguardano anche il personale supplente. C) Riguardano anche i dipendenti municipali di cui si avvale il Direttore educativo. D) Riguardano anche il personale delle scuole d'infanzia territoriali per continuità educativa.

3384. Gli organismi di partecipazione previsti dal "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma" sono: A) L'Assemblea dei Genitori, il Comitato di gestione, la Consulta Municipale, il Gruppo educativo. B) L'Assemblea dei Genitori, il Comitato di gestione, la Consulta Municipale, il Gruppo di Coordinamento educativo. C) L'Assemblea dei Genitori, il Comitato di gestione, il Gruppo educativo, La Direzione Educativa. D) Il Comitato di gestione, la Consulta Municipale, il Gruppo educativo, il Gruppo di Coordinamento Organizzativo.

3385. Nell'esame di eventuali ricorsi relativi alla graduatoria di ammissione ad un asilo nido del Comune di Roma, il Direttore educativo deve acquisire il parere:

A) Del Presidente del Comitato di Gestione. B) Del Presidente della Consulta municipale. C) Del Presidente della Giunta municipale. D) Del Presidente dell'Assemblea dei Genitori.

3386. Nel Comune di Roma, per alcuni bambini portatori di handicap è possibile usufruire dell'asilo nido anche oltre il terzo anno di età, dietro autorizzazione:

A) Del Direttore educativo municipale. B) Del Direttore della sezione della scuola dell'infanzia. C) Dell'équipe psicopedagogica municipale. D) Del Coordinatore educativo.

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3387. Per "bambini privi di residenza" frequentanti l'asilo nido, s'intendono, tra gli altri,: A) I nomadi. B) I figli di coppie in via di separazione giudiziale. C) Gli orfani. D) I minori durante l'anno di affidamento preadottivo.

3388. Nel Comune di Roma è consentito presentare domanda di iscrizione ai nidi ubicati nel Municipio di residenza: A) Dai nonni dell'aspirante al servizio. B) Dai nonni, purché dichiarati affidatari dal Tribunale per i Minorenni. C) Dai nonni, purché i genitori siano stati sospesi dalla potestà. D) Dai nonni, purché conviventi con l'aspirante al servizio.

3389. L'inserimento di un bambino nell'asilo nido prevede tempi di permanenza graduali e... A) La presenza di un genitore. B) La presenza di entrambi i genitori. C) La presenza di un genitore al momento dell'ingresso e del ricongiungimento. D) La presenza di una figura familiare, anche NON necessariamente un genitore.

3390. Nel Comune di Roma, l'inserimento nell'asilo nido di bambini portatori di handicap è progettato e concordato con: A) Il Servizio Materno Infantile dell'Azienda Sanitaria Locale (Asl) e con l'équipe psicopedagogica del Municipio. B) Il Coordinatore educativo, sentito il parere del Direttore della Consulta municipale. C) Il Direttore educativo, sentito il parere del Direttore della Consulta municipale. D) Il Direttore della Consulta municipale e il Coordinatore educativo.

3391. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", il progetto educativo deve tenere conto, tra l'altro,: A) Dell'unitarietà dell'esperienza infantile nei diversi contesti in cui i bambini vivono. B) Della poliedricità dell'esperienza infantile nei contesti educativi. C) Della differente percezione dei contesti in cui i bambini vivono. D) Della necessaria attenzione per i contesti educativi e di socializzazione dei bambini.

3392. Il nido deve offrire un ambiente educativo accogliente nei confronti: A) Di ogni bambina e bambino, nonché dei loro genitori. B) Dei bambini, soprattutto di quelli più timidi e introversi. C) Dei genitori, soprattutto di coloro che mostrano atteggiamenti ansiosi. D) Dei bambini, con particolare riguardo a quelli con handicap.

3393. Nel creare un clima di accoglienza nell'ambiente educativo dei nidi nei confronti dei bambini e dei genitori, assumono particolare rilevanza:

A) I momenti del primo ingresso nel nido. B) I colori brillanti delle pareti e dell'arredamento. C) L'igiene e il decoro degli spazi dedicati al gioco. D) L'impiego di musiche di sottofondo e di profumi d'ambiente.

3394. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", nel progetto educativo del nido è opportuno comprendere frequenti occasioni per:

A) La partecipazione dei genitori alla vita dei nidi. B) La verifica delle attitudini psico-motorie degli ospiti. C) L'introduzione di nuovi momenti di gioco. D) La partecipazione di educatori esterni alla struttura.

3395. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", il progetto educativo realizza scambi educativi tra operatori e genitori che siano:

A) Armonici e costanti, per rendere partecipi i genitori della vita dei nidi. B) Armonici ma periodici, per evitare ingerenze da parte dei genitori nella vita dei nidi. C) Formali e professionali, per favorire la giusta separazione tra ambito familiare e ambito educativo. D) Formali e standardizzati, per garantire il medesimo trattamento a tutti gli ospiti.

3396. Il progetto educativo dei nidi deve realizzare contesti educativi in cui spazi, tempi e interventi siano progettati per favorire l'attivazione integrata, da parte dei bambini, di:

A) Relazioni, affetti e conoscenze. B) Affetti, bisogni e comportamenti. C) Conoscenze, attitudini e relazioni. D) Bisogni, relazioni e comportamenti.

3397. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", il percorso educativo realizzato dai nidi, in vista del percorso scolastico del bambino, deve basarsi sul principio:

A) Della continuità pedagogica. B) Dell'educazione relazionale. C) Dell'educazione all'affettività. D) Della progressiva scolarizzazione.

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3398. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", la definizione del progetto educativo si attua attraverso:

A) Il lavoro collegiale di tutti gli operatori coinvolti. B) Il lavoro esclusivo del Coordinatore educativo del nido. C) Il lavoro collegiale del Coordinatore educativo e degli addetti ai servizi. D) Il lavoro esclusivo del Responsabile educativo di riferimento.

3399. La scelta del metodo e degli obiettivi educativi dei nidi va confrontata con le posizioni espresse: A) Dai genitori, nell'ambito degli organi di partecipazione. B) Dal Garante per l'Infanzia, nel rispetto delle proprie competenze. C) Dagli addetti ai servizi, nell'ambito del Gruppo educativo. D) Dal Direttore didattico delle scuole d'infanzia territoriali.

3400. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", è garanzia imprescindibile della qualità del progetto educativo dei nidi:

A) L'aggiornamento permanente di tutti gli operatori. B) La divisione delle mansioni sulla base delle attitudini degli operatori. C) La previsione di controlli sanitari periodici per gli operatori coinvolti. D) Il periodico e completo ricambio di educatori e addetti ai servizi.

3401. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", garanzia della qualità del progetto educativo del nido è l'aggiornamento degli operatori attorno ai temi che coinvolgono...

A) La vita, lo sviluppo e l'educazione dei bambini. B) Lo sviluppo, la salute e l'educazione dei bambini. C) L'educazione, l'apprendimento e la salute dei bambini. D) La salute, i comportamenti e i bisogni dei bambini.

3402. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", l'aggiornamento permanente di tutti gli operatori coinvolti costituisce un momento centrale:

A) Della sperimentazione e dell'innovazione del progetto educativo. B) Dello sviluppo di nuove professionalità all'interno dei nidi. C) Della verifica delle competenze del Gruppo educativo. D) Della crescita professionale e personale degli addetti ai servizi.

3403. In tema di aggiornamento degli operatori, il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma" prevede che questo risponda, tra l'altro, alla necessità di:

A) Rielaborare o ridefinire aspetti e obiettivi del progetto educativo. B) Rivedere e correggere la dotazione di organico sulla base delle competenze acquisite dagli operatori. C) Apportare modifiche alla struttura del nido e al materiale didattico. D) Provvedere a una redistribuzione dei compiti e delle responsabilità fra gli educatori.

3404. Nel Comune di Roma il nido accoglie i bambini residenti nel Comune che... A) Siano domiciliati nel territorio municipale di utenza del nido o abbiano un genitore che lavori nella stessa area. B) Siano domiciliati nel territorio municipale di utenza del nido, per garantire una corretta copertura del servizio. C) Abbiano entrambi i genitori che lavorino nel territorio municipale di utenza del nido, anche se domiciliati altrove. D) Abbiano un familiare, entro il quarto grado di parentela, domiciliato nel territorio municipale di utenza del nido.

3405. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", tra gli elementi che concorrono a definire il progetto educativo dei nidi figurano:

A) L'identificazione di obiettivi specifici e la programmazione dei relativi percorsi educativi e organizzativi. B) La previsione di percorsi ludici finalizzati al raggiungimento di obiettivi formativi generici. C) L'esatta previsione dei costi necessari al raggiungimento degli obiettivi educativi del nido. D) La scelta di personalità accademiche, che supervisionino il raggiungimento degli obiettivi identificati.

3406. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", tra gli elementi che concorrono a definire il progetto educativo dei nidi figurano:

A) La verifica dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi e la valutazione della qualità del contesto educativo realizzato. B) La verifica dei risultati ottenuti rispetto al numero di bambini accolti e la valutazione della qualità dei servizi offerti. C) La valutazione dei risultati ottenuti rispetto al contesto sociale di riferimento e la verifica dei costi di esercizio. D) La valutazione dei risultati ottenuti rispetto al numero di bambini accolti e la verifica dei costi di esercizio.

3407. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", negli asili comunali, i bambini in situazioni di handicap:

A) Trovano accesso a pieno diritto. B) Sono sottoposti al vaglio del Gruppo educativo. C) Sono ammessi in seguito a segnalazione del Direttore educativo di riferimento. D) Sono iscritti in rapporto di 1 a 5 rispetto agli altri ospiti.

3408. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", come avviene l'assegnazione negli asili comunali di bambini apolidi, nomadi o stranieri privi di residenza?

A) Sulla base della temporanea dimora. B) Sulla base dell'ordinanza del Tribunale per i Minorenni. C) Sulla base della decisione del Consiglio municipale di riferimento. D) Sulla base della decisione del Consiglio comunale.

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3409. Il piano di accoglienza e di inserimento dei bambini nei nidi, dovrà essere concordato tra: A) Il Coordinatore educativo, il Gruppo educativo e i genitori. B) Il Direttore educativo, il Coordinatore educativo e il Gruppo educativo. C) Il Direttore educativo, il Gruppo educativo e i genitori. D) Il Coordinatore educativo, il Direttore educativo e i genitori.

3410. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", l'inserimento nel nido delle bambine e dei bambini è... A) Programmato, in quanto è previsto il rispetto di una serie di condizioni. B) Casuale, in quanto NON sussistono particolari condizioni da soddisfare. C) Necessario, in quanto occorre far fronte, in ogni momento, ai casi che si presentano. D) Selettivo, in quanto legato alla corretta attuazione del progetto educativo del nido.

3411. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", l'inserimento nel nido offre ai genitori, tra l'altro, informazioni dettagliate:

A) Sulle finalità del progetto educativo e sul funzionamento del servizio. B) Sui casi di handicap ammessi e sul loro impatto sugli altri ospiti. C) Sul personale impiegato, sulle loro precedenti esperienze e qualifiche. D) Sulle teorie pedagogiche cui si ispira il progetto educativo del nido.

3412. Il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", prevede incontri individuali o di gruppo con i genitori... A) Prima dell'ingresso dei bambini al nido e durante la fase di accoglienza. B) Durante tutto il periodo di frequenza dei bambini al nido, con cadenza trimestrale. C) Prima dell'ingresso dei bambini al nido, al fine di far conoscere loro il progetto educativo. D) Durante la fase di accoglienza, per favorire l'ambientamento del bambino.

3413. Secondo il "Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma", l'inserimento nel nido prevede: A) Uno scaglionamento nel tempo dei nuovi ingressi. B) Un unico periodo d'ingresso nella struttura. C) Tre "finestre" d'inserimento: a ottobre, novembre, dicembre. D) Periodi diversi d'inserimento a seconda delle richieste delle famiglie.

3414. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma assegna al Coordinatore Educativo degli asili nido il compito di collaborare con il Gruppo Educativo al fine di:

A) Programmare le modalità di attuazione del progetto educativo e verificarne l'attuazione. B) Organizzare il nido e stabilire mansioni, compensi e orari del personale operativo nella struttura. C) Verificare l'attuazione del progetto educativo e comminare sanzioni disciplinari e pecuniarie. D) Organizzare la vita del nido, operando direttamente assunzioni, trasferimenti o licenziamenti di personale.

3415. Secondo l'articolo 6 del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, alcuni bambini sono ammessi a frequentare i nidi in via prioritaria. Fra questi figurano quelli:

A) Il cui nucleo familiare presenti una situazione socioambientale segnalata dai servizi sociali. B) Con patologie congenite, anche se NON certificate dall'Azienda sanitaria locale (Asl). C) Conviventi con i nonni, materni o paterni, a causa di separazioni NON consensuali. D) Con entrambi i genitori che lavorano in un'altra provincia o regione.

3416. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, al momento della determinazione delle graduatorie per l'ammissione agli asili nido, se una delle graduatorie per i medi o per i grandi va ad esaurimento, si verifica, compatibilmente con l'organizzazione generale del servizio, la possibilità di:

A) Coprire i posti, attingendo all'altra graduatoria. B) Congelare i posti in attesa di nuove iscrizioni nel corso dell'anno. C) Accogliere nuovi ospiti provenienti da altri Municipi. D) Assegnare i posti a bambini di altre fasce di età.

3417. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, i diritti e i doveri degli educatori sono definiti: A) Dalle finalità del progetto educativo, dalla gestione sociale e dalla normativa contrattuale. B) Dalla gestione sociale, dalle risorse economiche del nido e dalla normativa contrattuale. C) In ragione delle risorse economiche del nido e della normativa contrattuale vigente. D) In ragione delle finalità del progetto educativo e della gestione sociale.

3418. L'articolo 24 del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, stabilisce che gli addetti ai servizi educativi esplicano le funzioni relative:

A) Al mantenimento di condizioni ambientali rispondenti alle finalità del servizio. B) Al mantenimento dell'ordine nei locali del nido e alla sorveglianza dei "medi". C) Alla piccola manutenzione, ai pasti e alle attività ludiche dei bambini più "piccoli". D) Alla manutenzione dei locali e dell'arredo e alle attività ludiche dei "medi".

3419. Tra i compiti che il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma attribuisce al Comitato di gestione rientra quello di:

A) Predisporre la graduatoria di ammissione. B) Disporre la decadenza dell'utente. C) Coordinare le iniziative educative sul territorio. D) Valutare i progetti elaborati dalla Consulta municipale.

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3420. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma attribuisce al Direttore Educativo il compito di assicurare il collegamento:

A) Tra i servizi educativi del territorio, l'amministrazione municipale e quella centrale. B) Tra i servizi educativi del territorio, i servizi socio-assistenziali municipali e l'amministrazione centrale. C) Tra i servizi educativi e socio-assistenziali del territorio, la Consulta Municipale e l'amministrazione centrale. D) Tra i servizi educativi del territorio, l'Azienda sanitaria locale (Asl) e il Dipartimento XI del Comune di Roma.

3421. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, la necessità dell'aggiornamento professionale del personale in servizio presso i nidi deriva:

A) Dalla natura e dalle finalità del servizio svolto. B) Dall'esigenza di offrire prestazioni elevate a prezzi concorrenziali. C) Dalla rapida evoluzione della normativa in materia. D) Dalle opportunità offerte dalle nuove tecnologia in tema di formazione continua e a distanza.

3422. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, la partecipazione degli educatori alle Assemblee dei Genitori è:

A) Obbligatoria, se invitati dall'Assemblea. B) Discrezionale, a seconda che sussistano o meno problemi nel nido. C) Indebita, salvo che sussistano gravi motivi. D) Opportuna, se si trattano argomenti inerenti il progetto educativo.

3423. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, il piano di accoglienza e di inserimento dei nuovi bambini nel nido:

A) Deve essere personalizzato. B) Deve essere diversificato per ogni sezione. C) Deve prevedere tempi e spazi al di fuori del normale orario di apertura. D) Deve essere sostenuto e appoggiato dall'équipe psicopedagogica.

3424. A norma del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, la mobilità del personale, per contingenti esigenze di funzionalità dell'asilo nido di un determinato territorio, è demandata:

A) Al Municipio. B) Al Dipartimento XI del Comune di Roma. C) Al Comitato di Gestione. D) Al Coordinatore Educativo.

3425. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, tra i compiti assegnati al Coordinatore Educativo degli asili nido, figura quello di promuovere:

A) L'attività degli organismi di partecipazione, l'aggiornamento professionale del personale, la continuità educativa. B) L'attività degli organismi di partecipazione, la continuità educativa, la frequenza del nido da parte degli ospiti. C) L'aggiornamento professionale del personale, l'immagine del nido nel territorio municipale, la continuità educativa. D) L'aggiornamento professionale del personale, la frequenza da parte degli ospiti, l'immagine del nido nel territorio municipale.

3426. Secondo l'articolo 20 del Regolamento sugli Asili Nido del Comune di Roma, la dotazione dell'organico del nido è determinata dal rapporto tra numero di bambini ed educatori ed è definita in riferimento:

A) All'attuazione del progetto educativo, alle fasce orarie di frequenza e all'articolazione dei turni di lavoro del personale. B) All'attuazione del progetto educativo e all'articolazione dei turni di lavoro del personale, secondo i contratti nazionali di lavoro. C) Alle fasce orarie di frequenza dei bambini e alla presenza di bambini portatori di handicap. D) Alle fasce orarie di frequenza; al numero di bambini ospitati e all'articolazione dei turni di lavoro del personale.

3427. L'ammissione al nido in deroga alle modalità indicate dall'articolo 5 del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma si ha:

A) In caso di situazioni di emergenza sociale; provvedimenti dell'Autorità di Giustizia Minorile; bambini portatori di handicap. B) Solo nel caso di situazioni di emergenza sociale e provvedimenti dell'Autorità di Giustizia Minorile. C) Solo nel caso di bambini portatori di handicap certificato dall'Azienda sanitaria locale (Asl). D) In caso di situazioni di emergenza sociale; minori stranieri senza residenza; bambini portatori di handicap.

3428. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, l'entità della quota contributiva per l'ammissione e la frequenza agli asili nido è fissata in considerazione:

A) Delle fasce di reddito; del numero dei componenti il nucleo familiare e delle fasce orarie di fruizione del servizio. B) Delle fasce di reddito e del numero dei componenti il nucleo familiare. C) Delle fasce orarie di fruizione del servizio e del reddito del nucleo familiare. D) Delle fasce orarie di fruizione del servizio; del numero dei componenti il nucleo familiare e della posizione in graduatoria.

3429. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che nell'asilo nido, gli incontri di sezione hanno lo scopo di:

A) Far incontrare i genitori dei bambini tra loro e con gli educatori. B) Promuovere la socialità tra i genitori dei bambini. C) Offrire uno spazio di riflessione agli educatori. D) Strutturare la collaborazione tra gli educatori e gli addetti ai servizi.

3430. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma l'organico del nido è costituito: A) Dagli educatori, dagli addetti ai servizi e dai cuochi. B) Dagli educatori, dagli addetti ai servizi e dai rappresentanti dei genitori. C) Dal direttore educativo e dagli educatori. D) Dal gruppo educativo, dai genitori e dai cuochi.

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3431. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, nell'asilo nido, in presenza di bambini portatori di handicap, in relazione alla gravità e al numero dei casi:

A) Viene modificato il rapporto numerico educatore-bambino. B) Viene modificato l'orario massimo di apertura del nido. C) Viene modificata la frequenza dei controlli pediatrici. D) Viene modificato il rapporto numerico tra gli addetti ai servizi educativi e i bambini presenti.

3432. In base al Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, la copertura dei posti vacanti per rinuncia o per decadenza va predisposta da parte:

A) Del Coordinatore Educativo di concerto con il Direttore Educativo. B) Del Direttore Educativo di concerto con la Consulta municipale. C) Del Presidente della Consulta municipale, sentito il Direttore Educativo. D) Del Gruppo Educativo, dietro parere dell'Assemblea dei Genitori.

3433. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che il piano di inserimento nei nidi di bambini portatori di handicap, può anche prevedere deroghe rispetto ai limiti di età definiti, NON superando comunque:

A) Il quarto anno di età, per consentire un corretto inserimento nella scuola dell'infanzia. B) Il quinto anno di età, per consentire un corretto inserimento nella scuola dell'infanzia. C) Il quindicesimo mese di età, per l'ingresso nel nido. D) Il diciottesimo mese di età, per l'ingresso nel nido.

3434. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che il calendario annuale di funzionamento degli asili nido è fissato:

A) Dalla normativa regionale in materia. B) Dalla specifica normativa provinciale. C) Dalla normativa comunale in tema di servizi educativi. D) Autonomamente da ciascun Municipio.

3435. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, l'orario settimanale degli educatori dei nidi è articolato in turni di servizio tali da assicurare:

A) La massima concentrazione del personale nelle ore di maggior presenza e particolare impegno per l'attuazione delle attività educative.

B) Una presenza omogenea durante tutto l'orario del servizio a prescindere dalle attività educative realizzate. C) La massima concentrazione del personale nelle ore centrali della giornata di lavoro. D) Una presenza adeguata e omogenea durante le attività educative e minima in quelle dedicate ai pasti e al riposo.

3436. In base a quanto dispone il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, il compito di approvare il piano annuale delle attività del nido è attribuito:

A) Al Comitato di gestione. B) Al Gruppo educativo. C) Alla Consulta municipale. D) Al Direttore educativo.

3437. Tra i compiti che il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma attribuisce al Gruppo educativo rientra quello di:

A) Programmare assieme al Coordinatore educativo l'inserimento scaglionato nel tempo dei bambini. B) Approvare le diverse articolazioni della ricettività del nido, su proposta del Comitato di gestione. C) Disporre l'utilizzazione di fondi in dotazione per l'acquisto di materiale per le attività educative. D) Verificare mensilmente l'effettiva copertura dei posti disponibili e di quelli resisi vacanti nel corso dell'anno.

3438. In tema di inserimento al nido, l'apposito Regolamento del Comune di Roma prevede che se il Direttore educativo verifica una sopravvenuta disponibilità di posti, per l'esaurimento della graduatoria unica municipale, richieda agli organi municipali competenti:

A) La predisposizione di un nuovo bando, accogliendo nuove domande di iscrizione. B) L'attivazione delle procedure per accogliere nuove domande di iscrizione da altri Municipi. C) L'affidamento ai nidi municipali di minori stranieri o apolidi senza fissa dimora. D) L'affidamento ai nidi municipali di minori in condizioni disagio socio-economico.

3439. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, la Consulta municipale: A) Promuove iniziative di raccordo tra i nidi e le scuole dell'infanzia. B) Promuove iniziative di aggiornamento per il personale dei servizi. C) Ha il compito di monitorare la qualità del progetto educativo degli asili nido territoriali. D) Cura il collegamento dei servizi educativi con le associazioni di tutela dei diritti dei disabili.

3440. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che il Comitato di Gestione è composto: A) Da rappresentanti dei genitori utenti del servizio, dei genitori dei bambini in lista di ammissione e del personale operante nel

nido. B) Da rappresentanti dei genitori utenti del servizio, dei genitori dei bambini in lista di ammissione e dal Direttore educativo. C) Da rappresentanti dei genitori utenti del servizio, da rappresentanti della Consulta municipale e dal Coordinatore educativo. D) Da rappresentanti dei genitori utenti del servizio, del Comitato di gestione e del personale operante nel nido.

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3441. Tra gli organismi di partecipazione previsti dal Titolo II del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, figura l'Assemblea dei Genitori che ha il compito di:

A) Esprimere pareri e formulare proposte al Comitato di Gestione in merito al progetto educativo e al funzionamento del nido. B) Esprimere un parere vincolante sull'inserimento di bambini portatori di handicap nel nido. C) Formulare proposte in merito alla dieta e ai prodotti per l'igiene adottati nel nido. D) Formulare proposte in merito al comportamento di educatori e assistenti ai servizi.

3442. Secondo quanto prevede il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, la libertà di scelta del metodo educativo è un diritto individuale degli educatori, che viene esercitato all'interno del Gruppo Educativo:

A) Al fine dell'elaborazione collegiale delle linee di attuazione del progetto educativo. B) Per distribuire collegialmente i compiti in vista dell'attuazione del progetto educativo. C) Per socializzare le scelte di ogni singolo operatore e discutere critiche e osservazioni. D) Al fine dell'elaborazione di un documento organico di presentazione del nido ai genitori.

3443. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, gli asili nido sono articolati in 3 sezioni divise per età: A) Piccoli (entro il primo anno di età); medi (secondo anno di età); grandi (terzo anno di età). B) Lattanti (entro il primo anno di età); piccoli (secondo anno di età); medi (terzo anno di età). C) Neonati (entro i primi 18 mesi di età); medi (da 19 a 24 mesi di età); grandi (da 25 a 36 mesi di età). D) Neonati (entro i primi 18 mesi di età); mediani (da 19 a 24 mesi di età); maturi (da 25 a 36 mesi di età).

3444. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, la partecipazione degli educatori al Gruppo Educativo è:

A) Obbligatoria e comporta la presenza alle sue riunioni e l'adempimento degli obblighi che ne derivano. B) Necessaria, in quanto l'esclusione di anche solo un educatore pregiudicherebbe l'attuazione del progetto educativo. C) Discrezionale, stabilita caso per caso dal Direttore Educativo e dal Coordinatore Educativo. D) Elettiva, per cui è necessaria una votazione dell'Assemblea dei Genitori.

3445. Le graduatorie per gli utenti in attesa di ammissione al nido, ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma,:

A) Sono uniche e organizzate a livello municipale. B) Sono uniche e divise per quartiere. C) Sono due, una municipale e una comunale. D) Sono due, una municipale e una per quartiere.

3446. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, nell'espletamento dei loro compiti, i Coordinatori Educativi hanno come referente:

A) Il Direttore Educativo. B) Il Presidente della Consulta Municipale. C) Il Presidente del Municipio. D) Il responsabile del Dipartimento XI del Comune di Roma.

3447. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, il Comitato di gestione: A) Programma, su proposta del Gruppo educativo, le occasioni e gli incontri tra il Gruppo educativo e i genitori e gli altri impegni

relativi alla gestione sociale. B) Esercita l'attività propositiva riferita alla pianificazione delle risorse necessarie per il funzionamento dei nidi. C) Realizza il progetto educativo programmando assieme al Coordinatore educativo le attività e le modalità di funzionamento del

servizio. D) Realizza colloqui individuali con i genitori dei bambini e incontri di gruppo per discutere temi specifici relativi allo sviluppo e

all'educazione dei bambini. 3448. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, gli educatori, in particolare, hanno il compito di:

A) Partecipare alle iniziative di aggiornamento professionale e di formazione permanente e di eventuali sperimentazioni. B) Esprimere pareri e proposte in riferimento alle modalità e ai criteri di determinazione delle quote contributive. C) Gestire un fondo per le piccole manutenzioni e l'acquisto di materiale per le attività educative. D) Definire il modello organizzativo con riferimento ai turni di servizio, agli orari, alle ferie e ai permessi.

3449. A quale dei seguenti organi il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma attribuisce il compito di programmare con gli insegnanti della scuola dell'infanzia incontri periodici finalizzati alla continuità educativa?

A) Al Gruppo educativo. B) Al Coordinatore educativo. C) All'Assemblea dei genitori. D) Al Comitato di gestione.

3450. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, nell'ambito del nido, gli addetti ai servizi partecipano attivamente:

A) Alla gestione sociale, alla programmazione e formulazione delle attività e alle iniziative previste nel programma educativo. B) Alla gestione sociale, alla manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura e alle riunioni sindacali. C) Alla programmazione delle attività, alla manutenzione ordinaria e, se invitati, alle riunioni del Gruppo Educativo. D) Alla programmazione delle attività, alle riunioni sindacali e, se invitati, alle riunioni dell'Assemblea dei Genitori.

3451. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, il Coordinatore educativo ha la sede operativa di norma: A) Presso il nido più grande tra quelli che coordina. B) Presso l'apposito ufficio predisposto dal Municipio. C) Presso la sede della Consulta municipale. D) Presso la sede del Dipartimento XI del Comune di Roma.

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3452. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che, in fase di redazione del progetto educativo dei nidi, la riflessione complessiva deve essere arricchita:

A) Dall'attenzione ai bisogni dei bambini. B) Dall'inserimento di attività creative per i bambini. C) Da un costante riferimento al quadro normativo. D) Da un riferimento ai principi pedagogici più accreditati.

3453. L'inserimento degli utenti in attesa nella graduatoria unica municipale, ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, consente:

A) L'ingresso al nido durante l'anno, ove si determini la disponibilità. B) L'acquisizione di anzianità per la graduatoria dell'anno successivo. C) L'ingresso al nido dopo il primo quadrimestre. D) La rinuncia, per poter essere inseriti nella graduatoria di altro Municipio.

3454. Tra gli organismi di partecipazione previsti dal Titolo II del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, figura la Consulta municipale che, tra l'altro, si occupa di promuovere forme di collegamento finalizzate:

A) Alla programmazione congiunta degli interventi fra i diversi servizi educativi, sociali e sanitari operanti sul territorio. B) Allo scambio di personale educativo e sanitario fra le strutture del territorio municipale. C) Al coordinamento degli interventi di formazione e aggiornamento professionale del personale in servizio presso i nidi. D) All'ideazione e realizzazione di manifestazioni e iniziative tese a diffondere una cultura dell'infanzia nel territorio.

3455. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, l'aggiornamento professionale del personale in servizio presso i nidi dovrà essere finalizzato:

A) Al miglioramento sia delle competenze professionali del personale sia della qualità del servizio. B) All'ottimizzazione degli standard di servizio offerti a parità di prezzo. C) Al miglioramento degli standard di servizio offerti e all'ampliamento degli stessi. D) Al miglioramento e all'ampliamento delle competenze professionali del personale.

3456. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, chi ha il compito di realizzare tutte le attività con i bambini necessarie all'attuazione del progetto educativo, curando a tal fine anche l'organizzazione dei tempi della giornata e degli spazi del nido?

A) Gli educatori. B) L'Assemblea dei genitori. C) Il Direttore educativo. D) Il Comitato di gestione.

3457. Il Regolamento degli Asili Nido prevede che il coordinatore educativo abbia il compito di: A) Definire, sentito il gruppo educativo, il modello organizzativo con riferimento ai turni di servizio, agli orari, alle ferie, ai

permessi. B) Applicare il modello organizzativo elaborato dagli educatori con riferimento ai turni di servizio, agli orari, alle ferie, ai

permessi. C) Definire, sentito il direttore educativo, il modello organizzativo con riferimento ai turni di servizio, agli orari, alle ferie, ai

permessi. D) Definire, sentito il Municipio, il modello organizzativo con riferimento ai turni di servizio, agli orari, alle ferie, ai permessi.

3458. Tra i compiti che il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma attribuisce al Comitato di gestione rientra quello di:

A) Assicurare la presenza dei suoi membri alle riunioni dell'Assemblea dei genitori e curare i rapporti con i genitori dedicando particolare attenzione ai loro suggerimenti, osservazioni e reclami.

B) Programmare con le insegnanti della Scuola dell'infanzia del municipio incontri periodici e scadenzati finalizzati alla continuità educativa.

C) Realizzare incontri di gruppo con i genitori dei bambini per discutere temi specifici relativi allo sviluppo e all'educazione dei bambini.

D) Approvare le diverse articolazioni della ricettività del nido dietro proposta del Coordinatore educativo e del Comitato di gestione.

3459. Tra i compiti che il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma attribuisce al Direttore educativo rientra quello di:

A) Proporre aumenti di organico per la presenza di bambini portatori di handicap o per l'attuazione di sperimentazioni approvate. B) Promuovere ampie forme di informazione, sollecitando cittadinanza e forze politiche ad un dibattito sulle finalità del servizio. C) Proporre al Comitato di gestione l'utilizzazione dei fondi in dotazione per l'acquisto del materiale per le attività educative. D) Esprimere proposte per lo stanziamento dei fondi per la gestione del nido.

3460. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, il gruppo educativo: A) Si riunisce per programmare e verificare le attività relative all'attuazione del progetto educativo e del funzionamento del

servizio. B) Ha il compito di verificare la funzionalità del nido, segnalando al Dipartimento centrale eventuali inconvenienti e proponendo

soluzioni. C) Predispone, di concerto con il Coordinatore educativo e l'Assemblea dei Genitori, la copertura dei posti vacanti per rinuncia o

decadenza. D) Propone aumenti di organico, dove sia richiesto per la presenza di bambini portatori di handicap o per l'attuazione di

sperimentazioni approvate.

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3461. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che l'assenza del bambino non giustificata per iscritto, nonostante il sollecito della struttura, comporta la decadenza del posto. In questi casi la decadenza:

A) É proposta dal Comitato di gestione. B) É proposta dal Direttore educativo. C) É disposta dal Comitato di gestione. D) É proposta dall'Assemblea dei genitori.

3462. Negli asili nido del Comune di Roma, l'Assemblea dei genitori: A) É costituita dai genitori dei bambini iscritti al nido o da chi ne fa le veci. B) Propone al Comitato di gestione l'utilizzazione dei fondi in dotazione per l'acquisto del materiale per le attività educative. C) Esprime proposte in ordine al calendario annuale, all'orario settimanale e giornaliero del servizio. D) Segnala al Coordinatore educativo eventuali difficoltà nella realizzazione del progetto educativo e funzionamento del servizio.

3463. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma gli educatori hanno, in particolare, il compito di: A) Curare l'alimentazione, l'igiene personale, ecc. dei bambini, nel rispetto dei ritmi e bisogni psicologici e fisiologici individuali. B) Esercitare l'attività propositiva riferita alla pianificazione delle risorse necessarie per il funzionamento dei nidi. C) Esprimere suggerimenti e proposte per l'aggiornamento professionale e la formazione permanente del personale. D) Verificare mensilmente l'effettiva copertura dei posti disponibili e di quelli resisi vacanti nel corso dell'anno.

3464. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, a chi compete proporre aumenti di organico dove sia richiesto per la presenza di bambini portatori di handicap o per l'attuazione di sperimentazioni approvate?

A) Al Direttore educativo. B) Al Comitato di gestione. C) Al Gruppo educativo. D) Alla Consulta municipale.

3465. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, l'approvazione delle diverse articolazioni della ricettività del nido è di competenza del Direttore educativo su proposta:

A) Del Coordinatore educativo e del Comitato di gestione. B) Del Gruppo educativo e del Comitato di gestione. C) Del Coordinatore educativo e del Gruppo educativo. D) Del Coordinatore educativo, del Comitato di gestione e del Gruppo educativo.

3466. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che al Gruppo educativo compete, in particolare,: A) Partecipare, su invito del Presidente dell'Assemblea dei genitori, alle riunioni dell'Assemblea dei genitori. B) Programmare, assieme al Direttore didattico, l'inserimento scaglionato nel tempo dei bambini. C) Disporre l'utilizzazione dei fondi in dotazione per l'acquisto del materiale per le attività educative. D) Verificare la funzionalità del nido, segnalando al Dipartimento centrale eventuali inconvenienti.

3467. A norma di quanto dispone il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, alle riunioni dell'Assemblea dei genitori possono partecipare....

A) Il Gruppo educativo e il Coordinatore educativo. B) Il Gruppo educativo e il Direttore educativo. C) Solo i genitori dei bambini che frequentano il nido. D) I componenti del Gruppo educativo espressamente invitati.

3468. Negli asili nido del Comune di Roma, l'Assemblea dei genitori: A) Esprime pareri e formula proposte al Comitato di gestione in merito al progetto educativo e al funzionamento del nido. B) Esprime proposte per lo stanziamento dei fondi per la gestione del nido. C) Formula proposte, d'intesa con il Gruppo educativo, per l'acquisto del materiale per le attività educative. D) Gestisce con il Coordinamento educativo il fondo per le piccole manutenzioni e per l'acquisto di materiale educativo.

3469. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, a chi compete disporre, su proposta del Coordinatore educativo, l'aumento, nei limiti del 15% della capienza, del numero dei bambini ammissibili al nido?

A) Al Comitato di gestione. B) Al Gruppo educativo. C) Al Direttore educativo. D) Al Presidente del Consiglio municipale.

3470. A norma del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, il Presidente del Comitato di gestione: A) É eletto tra i rappresentanti dei genitori. B) É eletto tra i rappresentanti del Gruppo educativo. C) É di diritto il Direttore educativo. D) É di diritto il Coordinatore educativo.

3471. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, l'elaborazione dei progetti di aggiornamento del personale dei nidi è competenza:

A) Dei Direttori educativi in raccordo con l'Amministrazione centrale. B) Della Consulta municipale in raccordo con il Direttore educativo. C) Dei Coordinatori educativi in raccordo con l'Amministrazione centrale. D) Della Consulta municipale in raccordo con i Coordinatori educativi.

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3472. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, quale compito svolge, tra l'altro, il Direttore educativo? A) Approvare le diverse articolazioni della ricettività del nido dietro proposta del Coordinatore educativo e del Comitato di

gestione. B) Collaborare con il Gruppo educativo alla programmazione delle modalità di attuazione del progetto educativo dei nidi e

verificarne l'attuazione. C) Realizzare il progetto educativo, programmando, assieme al Coordinatore educativo, le attività e le modalità di funzionamento

del servizio. D) Predisporre la graduatoria di ammissione dei bambini all'asilo nido per la successiva approvazione del Consiglio municipale e

della Consulta. 3473. A norma di quanto dispone il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, chi approva le diverse articolazioni

della ricettività del nido dietro proposta del Coordinatore educativo e del Comitato di gestione? A) Il Direttore educativo. B) Il Presidente del Consiglio municipale. C) Il Gruppo educativo. D) La Consulta municipale.

3474. A norma del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, il Gruppo educativo: A) Esprime suggerimenti e proposte per l'aggiornamento professionale e la formazione permanente del personale. B) Partecipa di diritto alle riunioni dell'Assemblea dei genitori. C) Programma e realizza l'aggiornamento professionale e la formazione permanente del personale. D) Propone aumenti di organico per la presenza di bambini portatori di handicap o per l'attuazione di sperimentazioni approvate.

3475. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma a quale organo assegna il compito di analizzare le somme iscritte nel bilancio preventivo e nel conto consuntivo, inerenti la gestione dell'asilo nido?

A) Al Comitato di gestione. B) Al Gruppo educativo. C) Al Coordinatore educativo. D) All'Educatore designato dal Gruppo educativo.

3476. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che l'assenza del bambino non giustificata per iscritto, nonostante il sollecito della struttura, comporta la decadenza del posto. In questi casi la decadenza:

A) É disposta dal Direttore educativo. B) É proposta dalla Consulta municipale. C) É disposta dal Gruppo educativo. D) É proposta dall'Assemblea dei genitori.

3477. Secondo l'articolo 6 del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, alcuni bambini sono ammessi a frequentare i nidi in via prioritaria. Fra questi figurano quelli:

A) Che per motivi diversi vivono con un solo genitore. B) Con patologie congenite, anche se NON certificate dall'Azienda sanitaria locale. C) Conviventi con i nonni, materni o paterni, a causa di separazioni NON consensuali. D) Con entrambi i genitori che lavorano in un'altra provincia o regione.

3478. Per gli asili nido del Comune di Roma, l'Amministrazione comunale fissa l'entità della quota contributiva per la fruizione del servizio, acquisiti i pareri e le proposte:

A) Dei Comitati di Gestione. B) Dei Coordinatori educativi. C) Delle Consulte municipali. D) Delle Assemblee dei Genitori.

3479. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, quale tra i seguenti è membro di diritto della Consulta municipale?

A) Il Direttore educativo. B) Il Presidente del Comitato di gestione di ciascun nido. C) Il Presidente dell'Assemblea dei Genitori di ciascun nido. D) Il rappresentante del Gruppo educativo di ciascun nido.

3480. In merito al Comitato di gestione, il regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che: A) Esso dura in carica tre anni, ed i membri possono essere riconfermati. B) I membri designati dal Gruppo educativo non sono riconfermabili. C) I membri designati dall'Assemblea dei genitori durano in carica un anno. D) Esso può essere composto anche da personale cessato dal servizio presso quel nido.

3481. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma prevede che il Direttore educativo abbia il compito di: A) Predisporre, di concerto con il Coordinatore educativo, la copertura dei posti vacanti per rinuncia o decadenza. B) Elaborare, in raccordo con la Consulta municipale, progetti di aggiornamento del personale dei nidi. C) Segnalare tempestivamente le eventuali difficoltà nella realizzazione del progetto educativo e nel funzionamento del servizio. D) Analizzare le somme iscritte nel bilancio preventivo e nel conto consuntivo, inerenti la gestione dell'asilo nido.

3482. Negli asili nido del Comune di Roma, chi convoca la prima riunione del Comitato di gestione? A) Il Coordinatore educativo. B) Il Direttore educativo. C) L'Educatore designato dal Gruppo educativo. D) Il Presidente uscente.

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3483. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, gli educatori, in particolare,: A) Realizzano colloqui individuali con i genitori dei bambini. B) Esplicano le funzioni relative al mantenimento di condizioni ambientali rispondenti alle finalità del servizio. C) Hanno esclusivamente il compito di curare l'alimentazione e il riposo di ogni bambino. D) Programmano, su proposta del Gruppo educativo, le occasioni e gli incontri tra il Gruppo educativo e i genitori.

3484. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, l'individuazione delle linee generali di organizzazione e funzionamento dei nidi compete al Direttore educativo in raccordo:

A) Con l'amministrazione comunale. B) Con la Consulta municipale. C) Con il Coordinatore educativo. D) Con i rappresentanti di tutti i nidi presenti sul territorio.

3485. A norma di quanto dispone il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, chi predispone la graduatoria di ammissione, previo esame delle domande, in collaborazione con il Coordinatore educativo?

A) Il Comitato di gestione. B) L'Assemblea dei genitori. C) Il Gruppo educativo. D) La Consulta municipale.

3486. Negli asili nido del Comune di Roma, chi gestisce con il Coordinamento educativo un fondo per le piccole manutenzioni e per l'acquisto di materiale per le attività educative?

A) Il Comitato di gestione. B) L'Assemblea dei genitori. C) Il Direttore educativo. D) L'Educatore designato dal Gruppo educativo.

3487. Negli asili nido del Comune di Roma, l'Assemblea dei genitori: A) Propone incontri e dibattiti sui problemi della prima infanzia. B) Programma, assieme al Coordinatore educativo, l'inserimento scaglionato nel tempo dei bambini. C) Esprime pareri e proposte in riferimento alle modalità e ai criteri di determinazione delle quote contributive. D) Esprime suggerimenti e proposte per l'aggiornamento professionale e la formazione permanente del personale.

3488. Negli asili nido del Comune di Roma promuovere, verificare e valutare i progetti elaborati dalla Consulta municipale compete al:

A) Direttore educativo. B) Gruppo educativo. C) Comitato di gestione. D) Coordinatore educativo.

3489. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, quale compito tra l'altro svolge il coordinatore educativo?

A) Promuovere la continuità educativa. B) Provvedere direttamente alle assunzioni, ai trasferimenti o licenziamenti di personale. C) Elaborare, in raccordo con il Dipartimento centrale competente, progetti di aggiornamento del personale. D) Definire, sentito il Direttore educativo, il modello organizzativo dei turni di servizio, orari, ferie e permessi.

3490. Nel Comune di Roma, gli interventi socio-sanitari per i nidi, per l'aspetto sanitario, sono affidati: A) Al personale specializzato del Servizio Materno Infantile dell'Azienda Sanitaria Locale. B) Al personale specializzato del Gruppo educativo, sentito il parere del Direttore della Consulta municipale. C) Al Direttore educativo, sentito il parere del Direttore della Consulta municipale. D) Al Direttore della Consulta municipale e al Coordinatore educativo.

3491. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma prevede che gli incontri di sezione sono convocati circa ogni due mesi dagli educatori della sezione; a tali incontri partecipano:

A) Gli educatori e gli addetti ai servizi educativi, i genitori, e può partecipare il Coordinatore educativo. B) Gli educatori, il Direttore educativo, i genitori, e può partecipare il Coordinatore educativo. C) Gli educatori e i genitori, e possono partecipare gli addetti ai servizi educativi. D) Gli educatori e gli addetti ai servizi educativi, i genitori, il Coordinatore educativo, e può partecipare il Direttore educativo.

3492. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma prevede che il coordinatore educativo abbia il compito di: A) Promuovere e partecipare alle attività degli organismi di partecipazione. B) Collaborare con il Gruppo educativo per verificare l'attuazione del progetto educativo e comminare sanzioni disciplinari. C) Approvare le diverse articolazioni della ricettività del nido dietro proposta del Direttore educativo. D) Definire, sentito il Direttore educativo, il modello organizzativo dei turni di servizio, orari, ferie e permessi.

3493. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che il Comitato di gestione: A) Concorre al funzionamento del servizio e garantisce un rapporto costante con genitori utenti, personale educativo e municipio. B) Si compone dei rappresentati dei genitori utenti del servizio e dei rappresentanti del Gruppo educativo. C) Realizza il progetto educativo programmando, con il Coordinatore educativo, attività e modalità di funzionamento del servizio. D) Dirige, sostiene e verifica l'attività dei coordinatori educativi dell'asilo nido.

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3494. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma prevede che il Comitato di gestione abbia il compito di: A) Formulare proposte, con il Gruppo educativo, per l'acquisto di materiale educativo, in particolare quello per bambini portatori di

handicap. B) Segnalare tempestivamente le eventuali difficoltà nella realizzazione del progetto educativo e nel funzionamento del servizio

educativo. C) Vigilare sul funzionamento del servizio proponendo agli organi competenti i provvedimenti, anche disciplinari, necessari per

risolvere eventuali disfunzioni. D) Predisporre, di concerto con il Coordinatore educativo e con l'Assemblea dei genitori, la copertura dei posti vacanti per rinuncia

o decadenza. 3495. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, il Comitato di gestione:

A) Esprime pareri e proposte in riferimento alle modalità e ai criteri di determinazione delle quote contributive. B) Ha il compito curare l'organizzazione dei tempi della giornata e degli spazi nel nido. C) Dirige, sostiene e verifica l'attività dei coordinatori educativi dei nidi. D) Definisce, con il Gruppo educativo, il modello organizzativo con riferimento ai turni di servizio e agli orari.

3496. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, chi formula proposte in merito alla programmazione edilizia nonché modifiche ed eventuali ristrutturazioni degli edifici esistenti adibiti a nido?

A) La Consulta municipale. B) Il Coordinatore educativo. C) Il Direttore educativo. D) L'Educatore designato dal Gruppo educativo.

3497. Il regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che la nomina dei componenti del Comitato di Gestione deve avvenire:

A) Entro un mese dall'entrata in funzione del servizio. B) Prima dell'entrata in funzione del servizio. C) Entro due mesi dall'entrata in funzione del servizio. D) Entro il mese precedente all'entrata in funzione del servizio.

3498. A norma del Regolamento degli Asili nido del Comune di Roma, qualora un rappresentante del Gruppo educativo, componente del Comitato di gestione, venga trasferito ad altro nido....

A) Decade dall'incarico di componente del Comitato di gestione. B) Continua ad esercitare le sue funzioni fino alla fine dell'anno. C) Diventa di diritto componente del Comitato di gestione dell'altro nido. D) Il Comitato di gestione deve eleggere il nuovo componente.

3499. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma prevede che il coordinatore educativo abbia il compito di: A) Promuovere attività volte a diffondere e ad affermare una cultura dell'infanzia. B) Collaborare con il Gruppo educativo per verificare l'attuazione del progetto educativo e comminare sanzioni disciplinari e

pecuniarie. C) Approvare le diverse articolazioni della ricettività del nido e disporre la decadenza dell'utente. D) Applicare il modello organizzativo elaborato dagli educatori con riferimento ai turni di servizio, agli orari, alle ferie, ai

permessi. 3500. A norma di quanto dispone il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, chi promuove l'aggiornamento

professionale e la formazione permanente del personale in armonia con i programmi predefiniti? A) Il Coordinatore educativo. B) Il Direttore educativo. C) L'Assemblea dei Genitori. D) L'educatore più anziano in graduatoria.

3501. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma gli educatori hanno, in particolare, il compito di: A) Collaborare con il pediatra per il controllo dei bambini della propria sezione. B) Promuovere attività volte a diffondere e ad affermare una cultura dell'infanzia. C) Esprimere suggerimenti e proposte per l'aggiornamento professionale e la formazione permanente del personale. D) Curare la compilazione e la denuncia degli infortuni dei bambini.

3502. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma attribuisce al Direttore educativo il compito di: A) Individuare le linee generali di organizzazione e funzionamento dei nidi, in raccordo con il Dipartimento centrale competente. B) Predisporre, di concerto con il Comitato di gestione, la copertura dei posti vacanti per rinuncia o decadenza. C) Programmare con le insegnanti della Scuola dell'infanzia incontri periodici finalizzati alla continuità educativa. D) Curare la compilazione e la denuncia degli infortuni del personale e, insieme all'educatore, quella dei bambini.

3503. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, il Comitato di gestione si compone di: A) Rappresentanti dell'Assemblea dei genitori, rappresentante dei genitori dei bambini in lista di attesa, rappresentanti eletti dal

Gruppo educativo. B) Rappresentanti dell'Assemblea dei genitori, rappresentante dei genitori dei bambini in lista di attesa e Coordinatore educativo. C) Rappresentanti dell'Assemblea dei genitori, rappresentanti eletti dal Gruppo educativo, rappresentanti eletti dalla Consulta

municipale. D) Rappresentante dell'Assemblea dei genitori, rappresentante dei genitori dei bambini in lista di attesa, rappresentante eletto dal

Gruppo educativo e Direttore educativo.

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3504. Il Presidente dell'Assemblea dei genitori negli asili nido del Comune di Roma.... A) É eletto dalla stessa Assemblea. B) É di diritto il genitore più anziano di età. C) É di diritto uno dei genitori di bambini in situazioni di disagio. D) É nominato dal Comitato di gestione.

3505. A norma di quanto dispone il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, chi elabora, all'inizio dell'anno, programmi di attività che coinvolgano anche i genitori e gli utenti del territorio, prevedendo iniziative ricreative e culturali e seminari di formazione?

A) La Consulta municipale. B) Il Comitato di gestione. C) L'Educatore designato dal Presidente del Consiglio municipale. D) Il Gruppo educativo.

3506. Indicare quale funzione NON è attribuita agli addetti ai servizi educativi dei Nidi. A) Curare alimentazione, igiene personale e riposo dei bambini, nel rispetto dei ritmi e bisogni psicologici e fisiologici. B) Esplicare le funzioni relative al mantenimento di condizioni ambientali rispondenti alle finalità del servizio. C) Cooperare con gli educatori in iniziative complementari sussidiarie alle attività educative. D) Concordare con il Coordinatore educativo l'articolazione dell'orario di servizio.

3507. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, a chi compete segnalare tempestivamente le eventuali difficoltà nella realizzazione del progetto educativo e nel funzionamento del servizio?

A) Al Gruppo educativo. B) All'Assemblea dei genitori. C) Al Comitato di gestione. D) Al Coordinatore educativo.

3508. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma gli educatori hanno, in particolare, il compito di: A) Vigilare sulla sicurezza dei bambini. B) Promuovere e partecipare alle attività degli organismi di partecipazione. C) Gestire il fondo per le piccole manutenzioni e per l'acquisto di materiale per le attività educative. D) Esprimere proposte in ordine al calendario annuale, all'orario settimanale e giornaliero del servizio.

3509. A norma di quanto dispone il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, quale funzione è svolta dal Comitato di gestione?

A) Programmazione di incontri periodici con gli utenti in relazione ai problemi di gestione. B) Realizzazione del progetto educativo, programmando, con il Coordinatore educativo, il funzionamento del servizio. C) Definizione, con il Gruppo educativo, del modello organizzativo con riferimento ai turni di servizio. D) Promozione, verifica e valutazione dei progetti elaborati dalla Consulta municipale.

3510. Negli asili nido del Comune di Roma il progetto educativo è realizzato: A) Dal Gruppo educativo, che programma le attività e le modalità di funzionamento del servizio con il Coordinatore educativo. B) Dal Gruppo educativo, che programma le attività e le modalità di funzionamento del servizio con il Direttore educativo. C) Dal Coordinatore educativo, che programma le attività e le modalità di funzionamento del servizio con il Direttore educativo. D) Dal Gruppo educativo, che programma le attività e le modalità di funzionamento del servizio con l'Assemblea dei genitori.

3511. A norma del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, gli addetti ai servizi educativi: A) Cooperano con gli educatori in iniziative complementari sussidiarie alle attività educative. B) NON fanno parte del Gruppo educativo. C) Collaborano con il pediatra per il controllo dei bambini. D) Curano il riposo di ogni bambino, nel rispetto dei suoi ritmi e bisogni psicologici e fisiologici individuali.

3512. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, gli educatori, in particolare,: A) Realizzano incontri di gruppo con i genitori per discutere temi specifici relativi allo sviluppo e all'educazione dei bambini. B) Concordano con il Coordinatore educativo l'articolazione dell'orario di servizio. C) Hanno esclusivamente il compito di realizzare tutte le attività con i bambini necessarie all'attuazione del progetto educativo. D) Programmano incontri periodici con gli utenti in relazione ai problemi di gestione.

3513. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, gli educatori, in particolare,: A) Fanno parte del Gruppo educativo, adempiendo agli obblighi che ne derivano e partecipando alle sue riunioni. B) Esercitano l'attività propositiva riferita alla pianificazione delle risorse necessarie per il funzionamento dei nidi. C) Esprimono pareri e proposte in riferimento alle modalità e ai criteri di determinazione delle quote contributive. D) Hanno l'obbligo di partecipare alle riunioni dell'Assemblea dei genitori, dedicando particolare attenzione ai loro suggerimenti.

3514. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, gli asili nido sono articolati in 3 sezioni divise per età: piccoli, medi e grandi e accolgono di norma:

A) Sessanta bambini. B) Non più di quaranta bambini. C) Settanta bambini. D) Non più di cinquanta bambini.

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3515. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma a quale organo assegna il compito di realizzare il progetto educativo, programmando, assieme al Coordinatore educativo, le attività e le modalità di funzionamento del servizio?

A) Al Gruppo educativo. B) Al Comitato di gestione. C) All'Educatore designato dal Gruppo educativo. D) Al Direttore educativo.

3516. Negli asili nido del Comune di Roma, coordinare le iniziative educative sul territorio compete al: A) Direttore educativo. B) Gruppo educativo. C) Comitato di gestione. D) Coordinatore educativo.

3517. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, gli educatori, in particolare,: A) Partecipano alle iniziative di aggiornamento professionale e di formazione permanente e di eventuali sperimentazioni. B) Concordano con il Direttore educativo l'articolazione dell'orario di servizio. C) Gestiscono il fondo per le piccole manutenzioni e per l'acquisto di materiale per le attività educative. D) Hanno il compito di esaminare le domande per la predisposizione della graduatoria di ammissione.

3518. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma dispone che il Gruppo educativo: A) Può proporre al Comitato di gestione l'utilizzazione dei fondi in dotazione per l'acquisto del materiale per le attività educative. B) Realizza il progetto educativo, programmando, con il Direttore educativo, le attività e le modalità di funzionamento del servizio. C) Predispone, di concerto con il Coordinatore educativo, la copertura dei posti vacanti per rinuncia o decadenza. D) Dirige, sostiene e verifica l'attività dei coordinatori educativi dei nidi.

3519. Negli asili nido del Comune di Roma la gestione del fondo per le piccole manutenzioni e l'acquisto di materiale per le attività educative del nido compete:

A) Al Coordinatore educativo, in accordo con il Comitato di gestione. B) Al Coordinatore educativo, in accordo con il Gruppo educativo. C) Al Direttore educativo, in accordo con il Comitato di gestione. D) Al Direttore educativo, in accordo con il Gruppo educativo.

3520. Indicare quale funzione NON è attribuita agli addetti ai servizi educativi dei Nidi. A) Realizzare tutte le attività con i bambini necessarie all'attuazione del progetto educativo, curando tal fine anche l'organizzazione

dei tempi della giornata e degli spazi nel nido. B) Concordare con il Coordinatore educativo l'articolazione dell'orario di servizio. C) Partecipare, con funzione attiva alla gestione sociale, alla programmazione e formulazione delle attività e alle iniziative previste

nel programma educativo. D) Far parte del Gruppo educativo, adempiendo agli obblighi che ne derivano e partecipando alle sue riunioni.

3521. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma assegna al Direttore educativo il compito di: A) Promuovere, verificare e valutare i progetti elaborati dalla Consulta municipale. B) Approvare le diverse articolazioni della ricettività del nido dietro proposta della Consulta municipale e del Gruppo educativo. C) Programmare, assieme al Coordinatore educativo, l'inserimento scaglionato nel tempo dei bambini. D) Programmare, su proposta del Gruppo educativo, incontri tra Gruppo e genitori e altri impegni relativi alla gestione sociale.

3522. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma gli educatori hanno, in particolare, il compito di: A) Realizzare le attività con i bambini per l'attuazione del progetto e curare l'organizzazione dei tempi della giornata e degli spazi. B) Promuovere la continuità educativa nonché attività volte a diffondere e ad affermare una cultura dell'infanzia. C) Esprimere pareri e proposte in riferimento alle modalità e ai criteri di determinazione delle quote contributive. D) Esprimere proposte per lo stanziamento dei fondi per la gestione del nido.

3523. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma a quale organo assegna il compito di predisporre, di concerto con il Coordinatore educativo, la copertura dei posti vacanti per rinuncia o decadenza?

A) Direttore educativo. B) Comitato di gestione. C) Gruppo educativo. D) Presidente del Consiglio municipale.

3524. Tra i compiti che il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma attribuisce al Comitato di gestione rientra quello di:

A) Esprimere proposte in ordine al calendario annuale, all'orario settimanale e giornaliero del servizio. B) Progettare, promuovere e documentare iniziative di sperimentazione nelle attività educative e nell'organizzazione del servizio. C) Collaborare con il Gruppo educativo alla programmazione delle modalità di attuazione del progetto educativo dei nidi e

verificarne l'attuazione. D) Proporre aumenti di organico dove sia richiesto per la presenza di bambini portatori di handicap o per l'attuazione di

sperimentazioni approvate. 3525. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma a quale organo assegna il compito di verificare mensilmente, in

collaborazione con il Coordinatore educativo, l'effettiva copertura dei posti disponibili e di quelli resisi vacanti nel corso dell'anno?

A) Al Comitato di gestione. B) Al Gruppo educativo. C) Al Direttore educativo. D) Al Consiglio municipale.

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3526. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, il Comitato di gestione: A) Esprime proposte per lo stanziamento dei fondi per la gestione del nido. B) Coopera con gli educatori in iniziative complementari sussidiarie alle attività educative. C) Individua le linee generali di organizzazione e funzionamento dei nidi, in raccordo con il Dipartimento centrale competente. D) Vigila sul funzionamento del servizio proponendo agli organi competenti i provvedimenti, anche disciplinari, necessari per

risolvere eventuali disfunzioni. 3527. A norma del Regolamento degli Asili nido del Comune di Roma, nel Comitato di gestione sono previsti rappresentanti

dei genitori dei bambini in lista di ammissione? A) Si, il Comitato di gestione si compone di rappresentanti dell'Assemblea dei genitori; dei genitori dei bambini in lista di attesa;

del Gruppo educativo. B) Si, il Comitato di gestione si compone di rappresentanti dell'Assemblea dei genitori; dei genitori dei bambini in lista di attesa e

del Direttore educativo. C) No, il Comitato di gestione si compone di rappresentanti dell'Assemblea dei genitori; del Gruppo educativo. D) Si, il Comitato di gestione si compone di rappresentanti dell'Assemblea dei genitori; dei genitori dei bambini in lista di attesa;

del Gruppo educativo; del Dipartimento centrale. 3528. I rappresentanti dell'Assemblea dei genitori nel Comitato di gestione dei nidi....

A) Sono eletti dalla stessa Assemblea. B) Sono designati dal Presidente della stessa Assemblea. C) Sono di diritto i genitori più anziani di età. D) Sono di diritto i genitori dei bambini portatori di handicap.

3529. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma prevede che il Coordinatore educativo abbia il compito di: A) Esercitare l'attività propositiva riferita alla pianificazione delle risorse necessarie per il funzionamento dei nidi. B) Collaborare con il Gruppo educativo al fine di organizzare il nido e stabilire mansioni, compensi e orari del personale operativo

nella struttura. C) Coordinare le iniziative educative sul territorio, assicurando il collegamento tra i servizi educativi presenti sul territorio,

l'amministrazione municipale e l'amministrazione centrale. D) Applicare il modello organizzativo elaborato dagli educatori con riferimento ai turni di servizio, agli orari, alle ferie, ai

permessi. 3530. Negli asili nido del Comune di Roma, la funzione di agente contabile è ricoperta:

A) Dal Coordinatore educativo. B) Dal Direttore educativo. C) Dal Presidente del Comitato di gestione. D) Dall'Educatore designato dal Coordinatore educativo.

3531. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma prevede che il Comitato di gestione: A) Sia convocato in via ordinaria almeno una volta al mese ovvero su richiesta degli aventi titolo. B) Possa essere convocato solo in via ordinaria almeno una volta a mese. C) Si riunisca solo su richiesta dei suoi membri o del Gruppo educativo. D) Sia convocato in via ordinaria dal Direttore educativo ovvero in via straordinaria su richiesta del Coordinatore educativo.

3532. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, gli educatori, in particolare,: A) Partecipano alle riunioni dell'Assemblea dei genitori, se invitati. B) Cooperano con il Gruppo educativo su iniziative complementari sussidiarie alle attività educative. C) Sono membri di diritto dell'Assemblea dei genitori. D) Predispongono il piano annuale delle attività del nido, acquisiti pareri e proposte dell'Assemblea dei genitori.

3533. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma assegna al Direttore educativo il compito di: A) Coordinare le iniziative educative sul territorio. B) Elaborare, all'inizio dell'anno, programmi di attività che coinvolgano anche i genitori e gli utenti del territorio, prevedendo

iniziative ricreative e culturali e seminari di formazione. C) Proporre al Comitato di gestione l'utilizzazione dei fondi in dotazione per l'acquisto del materiale per le attività educative. D) Esprimere proposte per lo stanziamento dei fondi per la gestione del nido.

3534. Ai sensi del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, se si verifica una sopravvenuta disponibilità di posti, per l'esaurimento della graduatoria unica municipale, chi ha il compito di richiedere agli organi municipali competenti la predisposizione di un nuovo bando?

A) Il Direttore educativo. B) Il Coordinatore educativo. C) L'Assemblea dei genitori. D) Il Gruppo educativo.

3535. L'Assemblea dei genitori, il Comitato di gestione, la Consulta municipale e il Gruppo educativo sono definiti dal Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma:

A) Organismi di partecipazione. B) Organismi di controllo. C) Organismi di gestione. D) Organismi di coordinamento.

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3536. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, gli asili nido sono articolati: A) In 3 sezioni divise per età: piccoli, medi e grandi. B) In 3 sezioni divise per età, più una per i bambini con più di tre anni. C) In 3 sezioni divise per età, più una per i bambini di età inferiore a sei mesi. D) In 2 sezioni divise per età: neonati e divezzi.

3537. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma assegna al Comitato di gestione il compito di: A) Approvare il piano annuale delle attività del nido presentato dal Gruppo educativo, acquisiti pareri e proposte dell'Assemblea

dei genitori. B) Programmare, assieme al Coordinatore educativo, l'inserimento scaglionato nel tempo dei bambini. C) Realizzare colloqui individuali con i genitori dei bambini. D) Elaborare, in raccordo con il Dipartimento centrale competente, progetti di aggiornamento del personale dei nidi.

3538. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma assegna alla Consulta Municipale il compito di: A) Promuovere le più ampie forme di informazione, sollecitando la cittadinanza, le forze politiche e sociali ad un dibattito sulle

finalità del servizio, la sua organizzazione e realizzazione. B) Individuare le linee generali di organizzazione e funzionamento dei nidi. C) Progettare, promuovere e documentare iniziative di sperimentazione nelle attività educative e nella organizzazione del servizio. D) Proporre aumenti di organico dove sia richiesto per la presenza di bambini portatori di handicap o per l'attuazione di

sperimentazioni approvate. 3539. Il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma a quale organo assegna il compito di assicurare il collegamento tra

i servizi educativi del territorio, l'amministrazione municipale e quella centrale? A) Al Direttore educativo. B) Al Comitato di gestione. C) Al Coordinatore educativo. D) Al Presidente del Consiglio municipale.

3540. A norma del Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, gli addetti ai servizi educativi: A) Concordano con il Coordinatore educativo l'articolazione dell'orario di servizio. B) Partecipano alle riunioni dell'Assemblea dei genitori. C) Realizzano tutte le attività con i bambini necessarie all'attuazione del progetto educativo, curando tal fine anche

l'organizzazione dei tempi della giornata e degli spazi nel nido. D) Curano l'alimentazione e l'igiene personale di ogni bambino, nel rispetto dei suoi ritmi e bisogni psicologici e fisiologici

individuali. 3541. Secondo il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, quale compito, tra l'altro, svolge il Coordinatore

educativo? A) Vigilare sul funzionamento del servizio, proponendo agli organi competenti i provvedimenti, anche disciplinari, necessari per

risolvere eventuali disfunzioni. B) Collaborare con il Gruppo educativo al fine di organizzare la vita del nido, operando direttamente assunzioni, trasferimenti o

licenziamenti di personale. C) Elaborare, in raccordo con il Dipartimento centrale competente, progetti di aggiornamento del personale dei nidi e delle scuole

dell'infanzia. D) Definire, sentito il Municipio, il modello organizzativo con riferimento ai turni di servizio, agli orari, alle ferie, ai permessi.

3542. A norma di quanto dispone il Regolamento degli Asili Nido del Comune di Roma, chi dirige, sostiene e verifica l'attività dei coordinatori educativi dei nidi?

A) Il Direttore educativo. B) Il Comitato di gestione. C) Il Gruppo educativo. D) La Consulta municipale.

3543. Negli asili nido del Comune di Roma, disporre, su proposta del Comitato di gestione, la decadenza dell'utente compete: A) Al Direttore educativo. B) Alla Consulta municipale. C) Al Coordinatore educativo. D) Al Presidente del Consiglio municipale.

3544. Negli asili nido del Comune di Roma, possono essere previste sezioni miste formate da bambini medi e grandi insieme? A) Si, sulla base di specifici progetti educativi. B) Si, ogni asilo nido ha facoltà di strutturare le sezioni autonomamente. C) Si, solo in caso di carenza di organico. D) Si, previo parere favorevole della Consulta municipale.

3545. Costituisce sanzione disciplinare propria del rapporto di impiego: A) La sospensione dal servizio con privazione della retribuzione. B) La sospensione della retribuzione con obbligo della prestazione. C) Il trasferimento d'ufficio. D) La riduzione dello stipendio.

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3546. In materia di rapporti di lavoro nella P.A. il principio delle "pari opportunità" riguarda soprattutto l'accesso al lavoro e:

A) Il trattamento sul lavoro. B) Il trattamento di quiescenza. C) Le ferie. D) Le assenze.

3547. Il dipendente della P.A. ha diritto ad impugnare la sanzione disciplinare che gli è stata comminata dinanzi: A) Al collegio arbitrale di disciplina dell'amministrazione. B) Al rappresentante legale dell'ente. C) Al T.A.R. territorialmente competente. D) Alla Corte dei conti.

3548. In materia di "rapporti con il pubblico", il codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni dispone che il dipendente:

A) NON prende impegni né fa promesse in ordine a decisioni o azioni proprie, se ciò possa generare sfiducia nella P.A. B) Nella trattazione delle pratiche, può rifiutare prestazioni a cui sia tenuto, motivando con la mancanza di tempo a disposizione. C) Può chiedere per sé o per altri regali o altre utilità, purché di modico valore e solo nelle festività. D) Si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento della P.A., anche se espressione di tutela dei diritti sindacali.

3549. Di norma e salvo comprovato impedimento, l'assenza per malattia del dipendente dell'ente locale deve essere comunicata all'ufficio di appartenenza:

A) All'inizio dell'orario di lavoro del giorno in cui essa si verifica. B) Entro trentasei ore dal momento in cui essa si verifica. C) Entro ventiquattro ore dal momento in cui essa si verifica. D) Entro due giorni dal momento in cui essa si verifica.

3550. Il personale degli enti locali assunto con contratto di lavoro a tempo parziale orizzontale ha diritto ad un numero di giorni di ferie:

A) Uguale a quello dei lavoratori a tempo pieno. B) Proporzionato alla percentuale di tempo parziale. C) Pari al 50% di quello dei lavoratori a tempo pieno. D) Pari ai 2/3 di quello dei lavoratori a tempo pieno.

3551. Prevede il D.Lgs. n. 165/2001 che le P.A. individuano criteri certi di priorità nell'impiego flessibile del personale, a favore dei dipendenti che, tra l'altro,:

A) Siano impegnati in attività di volontariato. B) Siano impegnati in attività di tutela dei lavoratori. C) Siano coniugati, con prole a carico. D) Siano di sesso femminile.

3552. Si definisce "tempo parziale verticale" la prestazione di servizio: A) Articolata su alcuni giorni della settimana, del mese o di determinati periodi dell'anno. B) Ridotta in tutti i giorni lavorativi. C) A tempo determinato. D) La cui durata sia compresa tra il 30% ed il 50% di quella a tempo pieno.

3553. Il trattamento economico fondamentale ed accessorio dei pubblici dipendenti è definito: A) Con il contratto collettivo nazionale di comparto. B) Sempre con legge della Repubblica. C) Solo con il contratto integrativo aziendale. D) Con provvedimento del rappresentante legale della P.A.

3554. Chi esercita l'azione di vigilanza sull'applicazione del codice di comportamento del personale degli enti locali? A) I dirigenti responsabili di ciascuna struttura. B) Sempre il dirigente del settore personale. C) Solo il dirigente generale. D) Il Collegio disciplinare.

3555. In materia di "imparzialità", il codice di comportamento dei dipendenti delle P.A. dispone che il dipendente, nell'adempimento della prestazione lavorativa,:

A) Assicura la parità di trattamento tra i cittadini che vengono in contatto con l'amministrazione da cui dipende. B) Assicura la priorità di trattamento ai cittadini italiani che vengono in contatto con l'amministrazione da cui dipende. C) Può rifiutare ai cittadini della Comunità Europea prestazioni che siano normalmente accordate o rifiutate ad altri cittadini. D) Si attiene a corrette modalità di svolgimento dei compiti, respingendo ogni illegittima pressione, purché essa NON sia esercitata

dai suoi superiori. 3556. L'impiegato comunale NON deve comunque eseguire l'ordine del superiore:

A) Quando l'atto costituisca illecito amministrativo. B) Quando l'atto NON sia conforme a regolamenti interni. C) Quando l'atto sia contrario a disposizioni precedentemente impartite. D) Quando dalla sua applicazione possano derivare danni ad altri impiegati o a terzi.

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3557. Relativamente a quali dei seguenti profili il C.C.N.L. degli enti locali esclude la costituzione di rapporti di lavoro a tempo parziale?

A) I profili che comportino l'esercizio di funzioni ispettive. B) I profili che comportino la designazione in commissioni di gara. C) I profili che comportino l'assegnazione a servizi di sportello. D) I profili che comportino l'assegnazione a mansioni di progettazione.

3558. L'accertamento che l'impiego fu conseguito mediante la produzione di documenti falsi costituisce responsabilità del dipendente pubblico, sanzionata:

A) Con il licenziamento senza preavviso. B) Con il licenziamento con preavviso. C) Con la sospensione dal servizio con privazione della retribuzione. D) Con la sospensione della retribuzione.

3559. Le assenze per infortunio del dipendente comunale riducono le ferie? A) Il periodo di ferie NON è riducibile per assenze per infortunio. B) In proporzione alla durata dell'infortunio. C) La riduzione è demandata alla discrezionalità dell'amministrazione. D) Solo se l'infortunio è stato causato da distrazione del dipendente.

3560. Lo Statuto dei Lavoratori: A) Si applica anche alle P.A. a prescindere dal numero dei dipendenti. B) Si applica solo alle P.A. con più di 100 dipendenti. C) Si applica a tutte le P.A. ad esclusione del comparto enti locali. D) Trova applicazione solo nei rapporti di lavoro privati.

3561. In materia di "comportamento in servizio", il codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni dispone che il dipendente:

A) Salvo giustificato motivo, NON ritarda né affida ad altri dipendenti il compimento di attività di propria spettanza. B) Se autorizzato, può utilizzare a fini privati materiale o attrezzature di cui dispone per ragioni di ufficio. C) Può utilizzare le linee telefoniche dell'ufficio per esigenze personali, purché la conversazione sia di durata limitata. D) Che dispone di mezzi di trasporto della P.A. per servizio vi può sempre trasportare persone estranee all'amministrazione.

3562. In caso di malattia del dipendente degli enti locali le ferie: A) Sono sospese se la malattia sia adeguatamente e debitamente documentata e sia superiore a 3 giorni. B) Sono sospese solo se la malattia abbia dato luogo a ricovero ospedaliero. C) Sono sospese a discrezione del dirigente dell'amministrazione locale. D) Sono sospese solo se la malattia si sia protratta per più di sette giorni.

3563. Relativamente a quale delle seguenti sanzioni disciplinari a carico del dipendente NON è necessaria la previa contestazione scritta?

A) Rimprovero verbale. B) Censura. C) Sospensione dal servizio e dalla retribuzione. D) Multa.

3564. Quale delle seguenti è una sanzione disciplinare propria del rapporto di impiego? A) Rimprovero verbale. B) Riduzione dello stipendio fino al 70%. C) Attribuzione della qualifica inferiore. D) Riduzione dello stipendio fino al 60%.

3565. Si definisce prestazione di lavoro a tempo parziale orizzontale quella: A) Ridotta in tutti i giorni lavorativi. B) Articolata su alcuni giorni della settimana o del mese. C) A tempo determinato. D) La cui durata sia inferiore al 50% di quella a tempo pieno.

3566. Quale affermazione tra quelle proposte NON corrisponde ad un principio dettato dal codice di comportamento dei dipendenti delle P.A.?

A) L'impiegato deve eseguire l'ordine del superiore anche quando l'atto costituisca illecito amministrativo. B) Il dipendente nell'espletamento dei propri compiti assicura il rispetto della legge e persegue esclusivamente l'interesse pubblico. C) Nel rispetto dell'orario di lavoro, il dipendente dedica la giusta quantità di tempo e di energie allo svolgimento delle

competenze. D) Il dipendente NON deve utilizzare a fini privati le informazioni di cui dispone per ragioni di ufficio.

3567. Il D.Lgs. n. 165/2001 dispone che nella pubblica amministrazione si considera svolgimento di mansioni superiori: A) Soltanto l'attribuzione in modo prevalente, sotto il profilo qualitativo, quantitativo e temporale, dei compiti propri di dette

mansioni. B) Anche l'attribuzione in modo NON prevalente, sotto il profilo qualitativo, quantitativo e temporale, dei compiti propri di dette

mansioni. C) L'attribuzione, sotto il profilo qualitativo, quantitativo e temporale, dei compiti propri di dette mansioni in misura NON

inferiore al 50%. D) L'attribuzione, sotto il profilo qualitativo, quantitativo e temporale, dei compiti propri di dette mansioni in misura NON

inferiore al 40%.

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3568. A norma delle disposizioni contenute nel C.C.N.L. del comparto enti locali, durante il periodo di ferie spetta al dipendente:

A) La normale retribuzione, esclusi i compensi per prestazioni di lavoro straordinario e le indennità che NON siano corrisposte per dodici mensilità.

B) La normale retribuzione, compresi i compensi per prestazioni di lavoro straordinario, le indennità connesse a particolari condizioni di lavoro e quelle che siano corrisposte per dodici mensilità.

C) La normale retribuzione, compresi i compensi per prestazioni di lavoro straordinario ed esclusa la retribuzione individuale di anzianità.

D) La normale retribuzione, comprese le indennità di turno, rischio, reperibilità ed esclusi gli assegni familiari. 3569. L'orario di lavoro flessibile del dipendente consiste:

A) Nel consentire di posticipare l'orario di inizio o di anticipare l'orario di uscita o di avvalersi di entrambe le facoltà. B) Nella rotazione ciclica dei dipendenti in prestabilite articolazioni di orario. C) Nella programmazione di calendari di lavoro plurisettimanali o annuali con orari superiori o inferiori alle 36 ore settimanali. D) Nel consentire al dipendente di articolare la settimana su sei o cinque giorni lavorativi.

3570. Le mansioni dei pubblici impiegati sono disciplinate dal D.Lgs. n. 165/2001, il quale dispone, tra l'altro, che: A) Nei casi di utilizzo del dipendente in mansioni superiori, per il periodo di effettiva prestazione, il lavoratore ha diritto al

trattamento previsto per la qualifica superiore. B) Per obiettive esigenze di servizio il lavoratore può essere adibito a mansioni proprie della qualifica immediatamente inferiore

per NON più di un anno. C) In nessun caso lo svolgimento di mansioni superiori rispetto alla qualifica di appartenenza può comportare il diritto a differenze

retributive. D) Si considera svolgimento di mansioni superiori anche l'attribuzione NON prevalente, sotto il profilo qualitativo, quantitativo e

temporale, dei compiti propri di dette mansioni. 3571. Il controllo delle condizioni di salute del dipendente di una P.A., assente dal servizio per malattia, può essere disposto:

A) Solo attraverso la competente unità sanitaria locale. B) Solo attraverso medici fiduciari dell'amministrazione. C) Solo attraverso il medico di fiducia del dipendente. D) Solo attraverso i medici appartenenti alla stessa amministrazione.

3572. NON può tenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari inflitte ai dipendenti decorsi: A) Due anni dalla loro applicazione. B) Tre anni dalla loro applicazione. C) Cinque anni dalla loro applicazione. D) Quattro anni dalla loro applicazione.

3573. In materia di incompatibilità e cumulo di impieghi degli impiegati pubblici, la legislazione vigente dispone che: A) NON costituiscono incompatibilità i compensi derivati dalla collaborazione a giornali. B) NON costituiscono incompatibilità i compensi derivati da attività svolte dal dipendente in qualità di amministratore di una S.p.a. C) Costituiscono incompatibilità i compensi derivati dalla utilizzazione economica da parte dell'autore di opere dell'ingegno. D) Costituiscono incompatibilità i compensi derivati dalla partecipazione a convegni e seminari.

3574. La condotta NON conforme ai principi di correttezza nei confronti del pubblico costituisce violazione ai doveri del dipendente degli enti locali, sanzionata:

A) Dal minimo del rimprovero verbale o scritto al massimo della multa. B) Con la sospensione dal servizio con privazione della retribuzione. C) Dal minimo del rimprovero verbale al massimo del rimprovero scritto. D) Con la multa ovvero nei casi più gravi con la sospensione dal servizio.

3575. L'impiegato comunale NON deve comunque eseguire l'ordine del superiore: A) Quando l'atto sia vietato dalla legge penale. B) Quando l'atto NON sia conforme a regolamenti interni. C) Quando l'atto sia contrario a disposizioni precedentemente impartite. D) Quando dalla sua applicazione possano derivare danni all'amministrazione.

3576. La sanzione disciplinare dal minimo del rimprovero verbale o scritto al massimo della multa di importo pari a 4 ore di retribuzione si può applicare al dipendente comunale per:

A) Inosservanza delle disposizioni di servizio, anche in tema di orario di lavoro. B) Assenza ingiustificata dal servizio oltre 10 giorni e fino a 15 giorni. C) Assenza ingiustificata dal servizio fino a 10 giorni o arbitrario abbandono dello stesso. D) Rifiuto di testimonianza oppure testimonianza falsa o reticente in procedimenti disciplinari.

3577. La sanzione disciplinare applicabile al pubblico dipendente: A) Può essere ridotta con il consenso del dipendente, ma in tal caso NON è più suscettibile di impugnazione. B) Può essere ridotta solo previo parere della Corte dei conti. C) Deve essere applicata nella sua integrità, salvo il diritto di impugnazione da parte del dipendente. D) NON può essere mai ridotta; deve essere applicata sempre per intero.

3578. Il dipendente dell'ente locale ha diritto di usufruire di permessi retribuiti per: A) Partecipazione a concorsi od esami. B) Partecipazione ad assemblee indette dal Sindacato. C) Infortunio occorso durante la gestione del tempo libero. D) Lutto per parenti entro il quarto grado.

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3579. I periodi di assenza dal servizio del dipendente per malattia: A) NON interrompono la maturazione dell'anzianità di servizio a tutti gli effetti. B) Interrompono la maturazione dell'anzianità di servizio a tutti gli effetti. C) NON interrompono la maturazione dell'anzianità solo in alcuni casi espressamente previsti dalla legge. D) Interrompono la maturazione dell'anzianità di servizio se si protraggono per oltre quattro mesi.

3580. Per prestazioni alle quali è tenuto per lo svolgimento dei propri compiti d'ufficio, il dipendente pubblico: A) Non accetta retribuzioni o altre utilità da soggetti diversi dall'amministrazione. B) Può accettare retribuzioni o altre utilità da soggetti diversi dall'amministrazione. C) Non accetta retribuzioni o altre utilità da soggetti diversi dall'amministrazione, a meno che non siano associazioni di

volontariato. D) Può accettare retribuzioni o altre utilità da soggetti diversi dall'amministrazione, a meno che non siano associazioni di

volontariato. 3581. Durante il servizio, il dipendente pubblico:

A) Salvo giustificato motivo, non ritarda né affida ad altri dipendenti il compimento di attività o l'adozione di decisioni di propria spettanza.

B) Salvo giustificato motivo, non compie alcun abuso in atto di ufficio se non strettamente necessario. C) Può ritardare o affidare ad altri dipendenti il compimento di attività o l'adozione di decisioni di propria spettanza. D) Può ritardare o affidare ad altri dipendenti il compimento di attività o l'adozione di decisioni di propria spettanza, per motivi

discrezionali. 3582. Prevede il D.Lgs. n. 165/2001, che il codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni....

A) É consegnato al dipendente all'atto dell'assunzione. B) É affisso in tutti gli uffici aperti al pubblico. C) É esecutivo solo se recepito dalle Organizzazioni confederali. D) Deve essere firmato da tutti i dipendenti per presa visione.

3583. Nel rispetto della distribuzione delle funzioni fra Stato ed enti territoriali, durante lo svolgimento dei propri compiti, il dipendente pubblico:

A) Favorisce l'esercizio delle funzioni dell'autorità territorialmente competente e funzionalmente più vicina ai cittadini. B) Favorisce l'esercizio delle funzioni dell'autorità competente anche se non funzionalmente più vicina ai cittadini. C) Non favorisce e non ostacola l'esercizio delle funzioni dell'autorità costituita, ma opera secondo coscienza. D) Favorisce e non ostacola esclusivamente l'esercizio delle funzioni dell'autorità di appartenenza.

3584. Durante il servizio, nella redazione di testi scritti e in tutte le altre comunicazioni, il dipendente pubblico: A) Adotta un linguaggio chiaro e comprensibile. B) Utilizza un personal computer. C) Adotta il linguaggio ufficiale usato nei rapporti interistituzionali. D) Utilizza una delle lingue della Comunità Europea.

3585. A norma delle disposizioni contenute nel D.Lgs n. 165/2001, a favore dei dipendenti impegnati in attività di volontariato, le P.A.....

A) Individuano criteri certi di priorità nell'impiego flessibile del personale. B) Sono autorizzate a ridurre l'orario di lavoro fino al limite del 20%. C) Attuano, in via sperimentale, forme di lavoro a domicilio. D) Erogano trattamenti economici accessori.

3586. Il dipendente in diretto rapporto con il pubblico: A) Rispetta gli appuntamenti con i cittadini e risponde sollecitamente ai loro reclami. B) Non è tenuto a programmare appuntamenti con i cittadini. C) Non è tenuto a rispondere ai reclami dei cittadini. D) Compatibilmente con la mole di lavoro da svolgere, risponde ai reclami dei cittadini.

3587. Costituisce sanzione disciplinare propria del rapporto di impiego: A) Il licenziamento senza preavviso. B) La riduzione dello stipendio per tutto il restante periodo del rapporto di lavoro. C) La riduzione alla qualifica inferiore. D) Il trasferimento d'ufficio.

3588. Il dirigente, prima di assumere le sue funzioni, ha l'obbligo di comunicare all'amministrazione: A) Se ha parenti, affini o conviventi che esercitano attività che li pongano in contatti frequenti con l'ufficio che egli dovrà dirigere. B) Se ha parenti, affini o conviventi condannati per truffa ai danni dell'ufficio che egli dovrà dirigere. C) Se ha parenti, affini o conviventi condannati per reati finanziari contro la pubblica amministrazione. D) Se ha parenti, affini o conviventi che esercitano attività che li pongano in contatti frequenti con la pubblica amministrazione.

3589. A norma delle disposizioni contenute nel D.Lgs. n. 165/2001, il passaggio diretto di dipendenti appartenenti ad una amministrazione pubblica ad un'altra del medesimo comparto....

A) É disposto previo consenso dell'amministrazione di appartenenza. B) Può avere luogo solo nell'ambito della stessa Regione. C) É disposto solo se una delle amministrazioni interessate presenti un esubero di personale. D) Deve essere autorizzato dal Dipartimento della funzione pubblica.

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3590. In tema di obblighi connessi alla valutazione dei risultati, il dirigente e il dipendente pubblico devono fornire all'ufficio interno di controllo:

A) Tutte le informazioni necessarie a una piena valutazione dei risultati conseguiti. B) Tutte le informazioni richieste, comprese quelle di carattere personale. C) Solo le informazioni richieste se in linea con le norme a tutela della privacy. D) Solo le informazioni ritenute utili a valutare meglio l'ambiente di lavoro.

3591. Per un corretto adempimento della prestazione lavorativa, i dipendenti pubblici devono rispettare gli obblighi di: A) Diligenza, lealtà e imparzialità. B) Disponibilità, lealtà e puntualità. C) Deferenza, imparzialità e decoro. D) Deferenza, puntualità e professionalità.

3592. Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente pubblico....

A) Si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell'immagine dell'amministrazione. B) Si astiene da dichiarazioni pubbliche che riguardino i colleghi di lavoro. C) Si astiene da qualsiasi tipo di dichiarazione pubblica. D) Si astiene da dichiarazioni pubbliche di valutazione delle condizioni di lavoro.

3593. Il dipendente in diretto rapporto con il pubblico: A) Presta adeguata attenzione alle domande e fornisce spiegazioni in ordine al comportamento proprio e di altri dipendenti

dell'ufficio. B) Presta adeguata attenzione alle domande senza fornire spiegazioni in ordine al comportamento proprio e di altri dipendenti

dell'ufficio. C) Presta adeguata attenzione alle domande ma decide discrezionalmente a quali rispondere. D) Presta adeguata attenzione alle domande ma decide discrezionalmente a chi rispondere.

3594. Il trattamento economico fondamentale ed accessorio dei pubblici dipendenti è definito.... A) Con il contratto collettivo nazionale di comparto. B) Sempre con legge della Repubblica. C) Solo con il contratto integrativo aziendale. D) Con provvedimento del rappresentante legale della P.A.

3595. Prevede il D.Lgs. n. 165/2001 che le P.A. individuano criteri certi di priorità nell'impiego flessibile del personale, purché compatibile con l'organizzazione degli uffici e del lavoro, a favore....

A) Dei dipendenti in situazioni di svantaggio personale. B) Di tutti i dipendenti. C) Dei dipendenti di sesso femminile. D) Dei dipendenti che hanno almeno tre figli a carico.

3596. Il dipendente che svolge la sua attività lavorativa in una amministrazione che fornisce servizi al pubblico: A) Si preoccupa del rispetto degli standard di qualità e di quantità fissati nelle carte dei servizi. B) Non è tenuto al rispetto degli standard di qualità e di quantità fissati nelle carte dei servizi. C) Si preoccupa del rispetto degli standard procedurali. D) Può occuparsi solo degli standard di qualità e quantità che ritiene consoni al lavoro che svolge.

3597. Nella P.A. l'esercizio di fatto di mansioni superiori a quelle della qualifica di appartenenza.... A) NON ha effetto ai fini dell'inquadramento del lavoratore o dell'assegnazione di incarichi di direzione. B) Ha effetto in ogni caso ai fini dell'inquadramento del lavoratore o dell'assegnazione di incarichi di direzione. C) Ha effetto ai fini dell'inquadramento del lavoratore o dell'assegnazione di incarichi di direzione, purché di durata superiore a sei

mesi. D) Ha effetto ai fini dell'inquadramento del lavoratore o dell'assegnazione di incarichi di direzione, purché di durata superiore a

due anni. 3598. In materia di rapporti di lavoro nella pubblica amministrazione, il principio delle "pari opportunità" riguarda

soprattutto.... A) L'accesso al lavoro e il trattamento sul lavoro. B) Il trattamento di quiescenza. C) Le ferie. D) Gli infortuni.

3599. Nel rispetto del diritto di associazione, il dipendente pubblico che aderisce ad associazioni i cui interessi siano coinvolti dallo svolgimento dell'attività dell'ufficio:

A) Comunica al dirigente dell'ufficio la propria adesione, salvo che si tratti di partiti politici o sindacati. B) Comunica al dirigente dell'ufficio la propria adesione, anche se si tratti di partiti politici o sindacati. C) Comunica al dirigente dell'ufficio la propria adesione, solo se si tratti di partiti politici o sindacati. D) Comunica al dirigente dell'ufficio la propria adesione, solo se si tratti di associazioni professionali.

3600. In materia di pari opportunità, il D.Lgs. n. 165/2001 dispone che le P.A., al fine di garantire pari opportunità tra uomini e donne per l'accesso al lavoro ed il trattamento sul lavoro, tra l'altro,....

A) Adottano propri atti regolamentari per assicurare pari opportunità. B) Riservano alle donne, salva motivata impossibilità, il 50% dei posti di componente delle commissioni di concorso. C) Riservano alle donne, salva motivata impossibilità, il 50% dei posti di dirigente. D) Garantiscono la partecipazione di tutte le proprie dipendenti ai corsi di formazione e di aggiornamento professionale.

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3601. In occasione dell'adozione di decisioni o attività che possano coinvolgere interessi propri, il dipendente pubblico: A) Si astiene dal partecipare alla decisione. B) Partecipa ma non ha diritto di parola. C) Si astiene dall'intervenire ma ha diritto di voto. D) Partecipa ma non formalmente nel verbale della seduta.

3602. In tema di accesso alle informazioni da parte dei cittadini, il dipendente pubblico: A) Favorisce l'accesso alle informazioni e, nei limiti in cui ciò non sia vietato, fornisce tutte le notizie e informazioni necessarie. B) Favorisce l'accesso alle informazioni ma, secondo coscienza, può discrezionalmente ometterne alcune. C) Non impedisce l'accesso dei cittadini alle informazioni solo se espressamente comandato dal dirigente. D) Non impedisce l'accesso dei cittadini alle informazioni, ma fornisce solo le notizie valutate come necessarie dal dirigente.

3603. Per gravi motivi familiari, debitamente documentati, i dipendenti degli enti locali possano richiedere: A) Un periodo di congedo continuativo o frazionato. B) Permessi retribuiti oltre a quelli previsti dal contratto collettivo. C) Un periodo di ferie anche superiore anche a quello maturato. D) La mobilità per tutto il periodo necessario.

3604. La contrattazione collettiva del pubblico impiego si articola a livello di.... A) Contratti collettivi nazionali di comparto e contratti integrativi. B) Contratti collettivi decentrati e contratti individuali. C) Accordi di settore e contratti interni. D) Patti di categoria e contratti collettivi decentrati.

3605. Ai fini dell'erogazione dell'indennità di malattia, il dipendente dell'ente locale ha l'obbligo della reperibilità per eventuali controlli....

A) Durante le fasce orarie previste. B) Per tutta la durata della malattia. C) Solo in caso di infortunio. D) Solo nel caso in cui la malattia si protragga per oltre 10 giorni.

3606. Lo Statuto dei lavoratori, in merito alla tutela della salute e dell'integrità fisica, prevede espressamente.... A) Il diritto per i lavoratori di controllare l'applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e della malattie

professionali. B) Il dovere per i lavoratori di adottare tutte le misure necessarie affinché nessuno all'interno dell'ambiente lavorativo possa subire

pregiudizio. C) Il diritto per i lavoratori di abbandonare il posto di lavoro in caso di pericolo ancorché NON grave ed immediato. D) La facoltà per ciascun lavoratore di prendersi cura, in via prioritaria, della propria sicurezza.

3607. Un dipendente di un ente locale eletto in Consiglio regionale ha diritto: A) Ad un'aspettativa NON retribuita per tutta la durata del mandato. B) A compensi per il lavoro straordinario. C) Ad una maggiore retribuzione. D) Ad un'aspettativa retribuita per tutta la durata del mandato.

3608. Lo Statuto dei lavoratori: A) Esclude la mobilità verso il basso. B) Ammette la mobilità verso il basso, solo per i lavoratori minorenni. C) Consente in ogni caso la mobilità verso il basso. D) Ammette la mobilità verso il basso, solo per i lavoratori del comparto degli enti locali.

3609. Il collocamento in disponibilità del dipendente dell'ente locale può essere attivato: A) A seguito di conclusione infruttuosa della procedura di mobilità collettiva. B) A seguito dell'assunzione di mandato sindacale. C) Per l'assolvimento del servizio militare ovvero del volontariato. D) Per comprovati motivi personali o familiari.

3610. L'accesso al pubblico impiego avviene: A) Di norma, tramite procedure selettive. B) Solo tramite concorso. C) Di norma, mediante avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento. D) In base al collocamento obbligatorio.

3611. Il congedo di maternità pre-parto: A) É un diritto riconosciuto alle donne, di norma, durante i due mesi precedenti la data presunta del parto. B) É un diritto riconosciuto alle donne durante tutto il periodo di gravidanza. C) Consiste nell'obbligo per le donne di astenersi dal lavoro durante i quattro mesi precedenti la data presunta del parto. D) Consiste nell'obbligo per le donne di astenersi dal lavoro durante il periodo di gravidanza.

3612. Il congedo successivo al parto per i primi tre mesi di vita del bambino: A) Si estende anche al padre, solo in casi gravi e tassativamente previsti. B) Si estende in ogni caso anche al padre indipendentemente dalla posizione lavorativa della madre. C) É un diritto che la legge riconosce soltanto alla madre. D) Spetta al padre solo in caso di morte della madre.

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3613. Quale dei seguenti è un principio costituzionale in materia di pubblico impiego? A) Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti

stabiliti dalla legge. B) La legge NON può, per l'ammissione ai pubblici uffici, parificare ai cittadini gli italiani NON appartenenti alla Repubblica. C) Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento ma NON ha il

diritto di conservare il suo posto di lavoro. D) I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo dell'ente di appartenenza.

3614. Il dipendente dell'ente locale incorre nella responsabilità civile quando: A) Dalla trasgressione dei doveri d'ufficio derivi un danno per l'ente locale. B) L'inosservanza degli obblighi di servizio si concretizzi in un reato. C) La trasgressione dei doveri d'ufficio assuma il carattere di violazione dell'ordine giuridico penale. D) L'inosservanza degli obblighi di servizio consista in violazioni di norme sulla custodia del denaro pubblico.

3615. In materia di congedo per la formazione, è corretto affermare che: A) Il dipendente conserva il posto di lavoro. B) Il dipendente ha diritto alla retribuzione. C) Tale periodo è computabile nell'anzianità di servizio. D) Tale periodo è sottratto alle ferie maturate.

3616. Ai fini dell'erogazione dell'indennità di malattia, l'obbligo da parte del lavoratore di essere reperibile per eventuali controlli....

A) Comprende anche i giorni festivi. B) Comprende solo i giorni lavorativi. C) NON comprende le domeniche. D) NON comprende tutti i giorni lavorativi.

3617. Il rapporto di pubblico impiego si configura come rapporto giuridico bilaterale in quanto: A) Comporta diritti ed obblighi reciproci per la P.A. e per il dipendente. B) Per la cessazione del rapporto è necessario il consenso sia della P.A. che del dipendente. C) Esiste subordinazione gerarchica tra ente e dipendente. D) L'ente deve avere fiducia nella persona cui affida la cura dei propri interessi.

3618. Indicare quale delle seguenti voci costituisce componente del trattamento accessorio della retribuzione del pubblico dipendente.

A) Le indennità di reperibilità. B) Lo stipendio tabellare. C) L'indennità integrativa speciale. D) La retribuzione individuale di anzianità, ove acquisita.

3619. Per la costituzione e per la continuazione del rapporto di pubblico impiego è richiesta NON solo la volontà della P.A., ma anche quella del dipendente. Per tale caratteristica il rapporto d'impiego si configura come....

A) Rapporto volontario. B) Rapporto strettamente personale. C) Rapporto giuridico obbligato. D) Rapporto di subordinazione gerarchica.

3620. Quale delle seguenti voci costituisce componente del trattamento fondamentale della retribuzione del pubblico dipendente?

A) L'assegno per il nucleo famigliare, ove spettante. B) I compensi per il lavoro straordinario. C) Le indennità di turno. D) I compensi per la produttività individuale.

3621. Il congedo parentale: A) Spetta a ciascun genitore. B) Spetta soltanto ai genitori naturali. C) Spetta soltanto alla madre. D) É fruito contemporaneamente da entrambi i genitori.

3622. Negli enti locali, l'assunzione di personale a tempo determinato può avvenire: A) Sia con rapporto di lavoro a tempo pieno che a tempo parziale. B) Solo per la sostituzione di personale assente per malattia. C) Esclusivamente con rapporto di lavoro a tempo pieno. D) Solo per la sostituzione di personale assente per gravidanza.

3623. Le procedure di raffreddamento e di conciliazione previste da accordi o contratti collettivi, da esperire prima della proclamazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali, sono:

A) Obbligatorie per entrambe le parti. B) Obbligatorie solo per le amministrazioni pubbliche. C) Facoltative per entrambe le parti. D) Obbligatorie solo per le aziende erogatrici dei servizi.

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3624. Indicare quale delle seguenti voci costituisce componente del trattamento accessorio della retribuzione del pubblico dipendente.

A) I compensi per il lavoro straordinario. B) Lo stipendio tabellare. C) L'assegno per il nucleo familiare, ove spettante. D) La retribuzione individuale di anzianità, ove acquisita.

3625. L'orario di lavoro che consente di posticipare l'orario di inizio o di anticipare l'orario di uscita o di avvalersi di entrambe le facoltà, limitando al nucleo centrale dell'orario la contemporanea presenza in servizio di tutto il personale addetto alla medesima struttura è denominato:

A) Orario di lavoro flessibile. B) Orario con turnazione. C) Orario di lavoro continuato. D) Orario di lavoro plurisettimanale.

3626. In materia di ferie del personale degli enti locali, il C.C.N.L. stabilisce che: A) La fruizione delle ferie deve avvenire nel rispetto dei turni prestabiliti. B) Il periodo di ferie può essere ridotto per assenze per malattia o infortunio. C) Al dipendente deve essere assicurato il godimento di almeno due settimane continuative tra l'1/7 e il 31/8. D) Nell'anno di assunzione o di cessazione dal servizio la durata delle ferie è determinata in misura uguale agli altri anni.

3627. L'occultamento, da parte del responsabile della custodia, del controllo o della vigilanza, di fatti relativi ad illecito uso, la distrazione di somme o beni costituiscono violazione ai doveri del dipendente degli enti locali e sono sanzionati:

A) Con la sospensione dal servizio con privazione della retribuzione. B) Dal minimo del rimprovero verbale o scritto al massimo della multa. C) Dal minimo del rimprovero verbale al massimo del rimprovero scritto. D) Con la multa, ovvero, nei casi più gravi, con la sospensione dal servizio.

3628. In materia di ferie del personale degli enti locali, il C.C.N.L. stabilisce che: A) All'atto della cessazione del rapporto di lavoro, le ferie NON fruite per esigenze di servizio sono monetizzate. B) Il godimento delle ferie dopo periodi di assenza per malattia deve tenere conto delle esigenze di salute del dipendente. C) Durante le ferie al dipendente spettano la normale retribuzione e le indennità per prestazioni di lavoro straordinario. D) É considerata giorno festivo la ricorrenza del Santo Patrono, se previsto dal contratto integrativo.

3629. Gli scatti di anzianità sono aumenti di retribuzione: A) Periodici stabiliti in varia misura in rapporto all'anzianità di servizio del dipendente. B) Periodici stabiliti in relazione all'aumento della professionalità del dipendente. C) Corrisposti per far fronte a spese o bisogni particolari del dipendente. D) Deputati a premiare la professionalità del dipendente e il suo impegno.

3630. In materia di incompatibilità e cumulo di impieghi degli impiegati pubblici, il D.Lgs. n. 165/2001 dispone che: A) NON costituiscono incompatibilità i compensi derivati da incarichi per i quali è corrisposto solo il rimborso delle spese

documentate. B) NON costituiscono incompatibilità i compensi derivati da attività svolte dal dipendente nell'industria. C) Costituiscono incompatibilità i compensi derivati dalla collaborazione a riviste. D) Costituiscono incompatibilità i compensi derivati dalla partecipazione a convegni e seminari.

3631. L'impiegato, quando ritiene che l'ordine impartito sia palesemente illegittimo,: A) Ha il dovere di farne rimostranza a chi l'ha impartito, dichiarandone le ragioni. B) Deve comunque eseguirlo, purché NON costituisca illecito penale. C) NON deve eseguirlo, in quanto palesemente illegittimo. D) Ha il dovere di farne rimostranza al responsabile dell'ente, dichiarandone le ragioni.

3632. Ai dipendenti degli enti locali sono concessi permessi retribuiti per: A) Particolari motivi personali o familiari debitamente documentati. B) Partecipazione ad assemblee indette dal Sindacato. C) Infortunio occorso durante la gestione del tempo libero. D) Lutto per familiari e parenti.

3633. L'orario di lavoro che consiste nella programmazione di calendari di lavoro con orari superiori o inferiori alle 36 ore settimanali, nel rispetto del monte ore complessivo, è denominato:

A) Orario di lavoro plurisettimanale. B) Orario di lavoro con turnazione. C) Orario di lavoro continuato. D) Orario di lavoro flessibile.

3634. L'ente locale può stipulare contratti individuali per l'assunzione di personale a tempo determinato: A) In sostituzione di personale assente per gravidanza e puerperio. B) In sostituzione di personale assente anche per pochi giorni di malattia. C) Solo in sostituzione di personale assente per aspettativa. D) Solo se siano state avviate le procedure per la copertura dei posti vacanti.

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3635. Negli enti locali, qualora il numero delle richieste di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale superi il numero previsto dal contratto, ha precedenza:

A) Il dipendente portatore di handicap. B) Chi risiede a oltre 100 chilometri dal posto di lavoro. C) Il familiare che assiste un anziano. D) Il genitore con figli minori, in relazione al loro numero.

3636. Il personale degli enti locali assunto a tempo parziale: A) Può svolgere un'altra attività lavorativa previa autorizzazione dell'amministrazione. B) Può svolgere qualsiasi altra attività lavorativa purché di tipo NON subordinato. C) Può svolgere un'altra attività lavorativa purché presso la pubblica amministrazione. D) NON può svolgere alcuna attività lavorativa extra contrattuale.

3637. La prestazione di servizio articolata su alcuni giorni della settimana, del mese o di determinati periodi dell'anno, è denominata:

A) A tempo parziale verticale. B) A tempo parziale orizzontale. C) A tempo indeterminato. D) A tempo parziale misto.

3638. Quale delle seguenti misure di sostegno sono previste allo scopo di favorire la riabilitazione e il recupero dei dipendenti in particolari condizioni psico-fisiche che si impegnino a sottoporsi a un progetto terapeutico di recupero?

A) Il diritto alla conservazione del posto per l'intera durata del progetto di recupero. B) L'aspettativa retribuita per tutta la durata del progetto di recupero. C) La riduzione del cinquanta per cento dell'orario di lavoro. D) La concessione di permessi giornalieri orari NON retribuiti nel limite massimo di quattro ore.

3639. L'obbligo di prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro si riferisce:

A) A tutti i lavoratori. B) Ai rappresentanti per la sicurezza. C) Ai lavoratori investiti di compiti di coordinamento. D) Al responsabile che cura l'osservanza delle disposizioni.

3640. Costituisce sanzione disciplinare propria del rapporto di impiego: A) Il licenziamento con preavviso. B) L'attribuzione della qualifica inferiore. C) Il trasferimento d'ufficio. D) La riduzione dello stipendio.

3641. Negli enti locali, l'orario di lavoro che consiste nella rotazione ciclica dei dipendenti in prestabilite articolazioni di orario è denominato:

A) Orario di lavoro con turnazione. B) Orario di lavoro continuato. C) Orario di lavoro plurisettimanale. D) Orario di lavoro flessibile.

3642. La prestazione di servizio ridotta in tutti i giorni lavorativi è denominata: A) A tempo parziale orizzontale. B) A tempo indeterminato. C) A tempo parziale. D) A tempo parziale verticale.

3643. In merito al diritto ad usufruire dei permessi retribuiti, il contratto degli enti locali prevede che: A) Il dipendente che ne ha usufruito conserva il diritto alle ferie. B) Possono essere concessi solo per motivi di lutto o motivi di studio. C) Qualora richiesti per motivi di studio riducono le ferie. D) NON sono valutati agli effetti dell'anzianità di servizio.

3644. L'impiegato NON deve comunque eseguire l'ordine del superiore quando: A) L'atto costituisca illecito penale o amministrativo. B) L'atto NON sia conforme a regolamenti interni. C) L'atto sia contrario a disposizioni precedentemente impartite. D) Dall'atto possano derivare pregiudizi a terzi.

3645. Costituisce componente del trattamento fondamentale della retribuzione del pubblico dipendente: A) Lo stipendio tabellare. B) Il compenso per lavoro straordinario. C) L'indennità di rischio. D) L'indennità per maneggio di valori.

3646. Il D.Lgs. n. 165/2001 dispone che i provvedimenti disciplinari: A) Devono essere adottati, salvo il rimprovero verbale, previa contestazione scritta dell'addebito. B) Sono sempre adottati direttamente dal responsabile della struttura dove il dipendente lavora. C) Possono essere adottati, salvo il licenziamento, senza previa contestazione scritta dell'addebito. D) Sono adottati anche senza aver sentito il lavoratore a sua difesa.

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3647. In materia di ferie del personale degli enti locali, il C.C.N.L. stabilisce che: A) Compatibilmente con le oggettive esigenze del servizio, il dipendente può frazionare le ferie in più periodi. B) Le ferie sono sospese da malattie che si protraggano per più di 8 giorni. C) Dopo 2 anni di servizio, ai dipendenti spettano 35 giorni lavorativi di ferie. D) In caso di cessazione del rapporto di lavoro, le ferie NON fruite per esigenze di servizio NON sono monetizzabili.

3648. Negli enti locali, qualora il numero delle richieste di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale superi il numero previsto dal contratto, hanno precedenza:

A) I familiari che assistono persone in particolari condizioni psico-fisiche. B) I genitori con tre figli di cui uno minore di due anni. C) Coloro che risiedono ad oltre 150 km dal posto di lavoro e che sono privi di mezzi propri per raggiungere la sede. D) Coloro che hanno il coniuge che lavora in un'altra città.

3649. L'inosservanza degli obblighi in materia di prevenzione degli infortuni e di sicurezza sul lavoro, se NON comporta danno o disservizio, costituisce violazione ai doveri del dipendente degli enti locali ed è sanzionata:

A) Dal minimo del rimprovero verbale o scritto al massimo della multa. B) Con la sospensione dal servizio con privazione della retribuzione. C) Dal minimo del rimprovero verbale al massimo del rimprovero scritto. D) Con la multa ovvero nei casi più gravi con la sospensione dal servizio.

3650. Le indennità: A) Adattano il compenso del dipendente a particolari condizioni di lavoro (condizioni temporali, disagio, gravosità, etc). B) Adattano il compenso del dipendente ad eventuali spese o bisogni straordinari. C) Sono corrisposte soltanto ai dipendenti che svolgono lavoro notturno, per compensarli del maggiore sacrificio. D) Sono incrementi rispetto alle retribuzioni contrattuali standard assegnati collettivamente oppure individualmente.

3651. Il congedo post-parto di paternità si differenzia da quello di maternità: A) In quanto è facoltativo ed esercitabile in alternativa alla madre. B) In quanto viene riconosciuto per un periodo minore. C) In quanto è riconosciuto anche ad altri parenti che assistano il bambino. D) In quanto è riconosciuto solo al padre naturale.

3652. Le tipologie di infrazioni e relative sanzioni disciplinari sono definite: A) Con i contratti collettivi di comparto. B) Con legge dello Stato. C) Con provvedimento del rappresentante legale dell'ente. D) Con provvedimento del collegio arbitrale di disciplina.

3653. Negli enti locali, l'accertamento che l'impiego fu conseguito mediante mezzi fraudolenti costituisce responsabilità del dipendente pubblico, sanzionata:

A) Con il licenziamento senza preavviso. B) Con il licenziamento con preavviso. C) Con la sospensione dal servizio con privazione della retribuzione. D) Con la sospensione della retribuzione.

3654. In materia di ferie del personale degli enti locali, il C.C.N.L. stabilisce che: A) Le ferie sono un diritto irrinunciabile e NON sono monetizzabili. B) Il dipendente NON può frazionare le ferie in più periodi dell'anno. C) I dipendenti neo assunti hanno diritto a ventotto giorni lavorativi di ferie. D) La fruizione delle ferie avviene nel rispetto delle esigenze del dipendente.

3655. Costituisce sanzione disciplinare propria del rapporto di impiego: A) La sospensione dal servizio e dalla retribuzione. B) La sospensione della retribuzione con obbligo della prestazione. C) La riduzione alla qualifica inferiore. D) Il trasferimento d'ufficio.

3656. Negli enti locali, ai dipendenti sono concessi - in aggiunta alle attività formative programmate dall'amministrazione - straordinari permessi di studio retribuiti; essi:

A) Sono concessi anche per la partecipazione a corsi destinati al conseguimento di titoli di studio universitari. B) Sono concessi solo per conseguire diplomi di scuola di istruzione primaria o secondaria. C) NON possono essere concessi per la partecipazione a corsi di qualificazione professionale. D) NON possono essere concessi per la partecipazione a corsi post-universitari.

3657. Negli enti locali, il dipendente che intenda recedere dal contratto di lavoro a tempo indeterminato: A) Deve, di norma, dare regolare preavviso. B) Deve dimostrare l'esistenza di una giusta causa. C) Ha diritto ad una indennità sostitutiva. D) Perde il diritto alle indennità straordinarie maturate negli ultimi mesi.

3658. I lavoratori che si astengono dal lavoro in violazione delle norme sulla regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali sono soggetti:

A) A sanzioni disciplinari proporzionate alla gravità dell'infrazione. B) A misure estintive del rapporto di lavoro. C) A misure che comportano mutamenti definitivi del rapporto di lavoro. D) Al licenziamento senza preavviso.

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3659. In merito alle ferie del personale degli enti locali, il C.C.N.L. stabilisce che: A) Le ferie in godimento possono essere interrotte o sospese per comprovati motivi di servizio. B) Le ferie sono un diritto irrinunciabile, ma possono essere monetizzate. C) La fruizione delle ferie avviene nel rispetto delle esigenze del dipendente. D) Le ferie sono fruite nel corso di ciascun anno solare in base ad un programma concordato con le OO.SS.

3660. I Comuni e le Provincie possono costituire, ai sensi del T.U. degli enti locali,.... A) Consorzi, per la gestione di uno o più servizi. B) Solo unioni di Comuni, per l'esercizio associato di funzioni. C) Municipi, per la gestione di uno o più servizi. D) Circoscrizioni, per l'esercizio associato di funzioni.

3661. Spettano al Comune tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale precipuamente nei settori organici....

A) Dei servizi alla persona e alla comunità, dell'assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico. B) Dei servizi sociali, dell'assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, nonché della viabilità. C) Dei servizi sanitari, dello sviluppo economico, della tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche. D) Dello sviluppo economico, della tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali.

3662. Gli enti locali, in sede di attuazione di piani, programmi e altri strumenti di determinazione dell'indirizzo politico, eseguono controlli volti a valutare...

A) L'adeguatezza delle scelte compiute in termini di congruenza tra risultati conseguiti e obiettivi predefiniti. B) L'adeguatezza delle scelte compiute in termini di fondi pubblici risparmiati. C) L'adeguatezza delle scelte compiute in termini di fondi comunitari utilizzati. D) L'adeguatezza delle scelte compiute in termini di congruenza con il programma politico della giunta.

3663. Al fine di consentire la collaborazione e l'azione coordinata fra regioni ed enti locali nell'ambito delle rispettive competenze, le regioni:

A) Prevedono strumenti e procedure di raccordo e concertazione, anche permanenti. B) Prevedono strumenti e procedure di raccordo e concertazione, NON permanenti. C) Prevedono strumenti e procedure di raccordo e concertazione, limitate però a tematiche socio-assistenziali. D) Prevedono strumenti e procedure di raccordo e concertazione, limitate però a tematiche ambientali.

3664. Il consiglio comunale dura in carica per un periodo di.... A) Cinque anni. B) Sei anni. C) Dieci anni. D) Quattro anni.

3665. Il T.U. sugli enti locali, nel definire il contenuto della autonomia delle comunità locali, specifica che esse sono ordinate in....

A) Comuni e provincie. B) Regioni, provincie e comuni. C) Regioni, provincie, comuni e comunità montane. D) Comuni, provincie e relative aziende.

3666. Le unioni di comuni sono.... A) Enti locali costituiti da due o più comuni di norma contermini. B) Convenzioni tra due o più comuni o province. C) Enti locali costituiti da due comuni o province contermini. D) Consorzi costituiti da più comuni e altri enti pubblici.

3667. I comuni e le provincie, nell'ambito dei propri statuti e regolamenti e delle leggi di coordinamento della finanza pubblica, hanno autonomia....

A) Statutaria, normativa, organizzativa ed amministrativa, nonché autonomia impositiva e finanziaria. B) Statutaria, normativa, organizzativa ed amministrativa ma NON autonomia contabile ed impositiva. C) Statutaria, organizzativa ed amministrativa, ma NON autonomia normativa, impositiva e finanziaria. D) Statutaria e regolamentare, nonché autonomia impositiva e finanziaria.

3668. Al fine di realizzare un efficiente sistema delle autonomie locali al servizio dello sviluppo economico, sociale e civile, la legge regionale:

A) Indica i principi della cooperazione dei comuni e delle province tra loro e con la regione. B) Auspica una cooperazione dei comuni e delle province tra loro e con la regione. C) Auspica una cooperazione fra associazioni socio-assistenziali e di volontariato (sia comunali che provinciali) con la regione. D) Indica i principi della cooperazione di associazioni socio-assistenziali e di volontariato (sia comunali che provinciali) con la

regione. 3669. Il T.U. degli enti locali dispone che i consiglieri provinciali....

A) Hanno il diritto di chiedere la convocazione del consiglio. B) Hanno solo il diritto di iniziativa sulle questioni sottoposte alla deliberazione del consiglio. C) NON hanno il diritto di ottenere dagli uffici della P.A. le notizie in loro possesso. D) NON hanno il diritto di presentare mozioni o interpellanze.

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3670. Spettano al Comune tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale nel settore....

A) Dei servizi alla persona e alla comunità. B) Dei servizi sanitari e di profilassi pubblica. C) Della valorizzazione dei beni culturali. D) Della difesa del suolo.

3671. In tema di trasparenza e diritto di accesso e di informazione, l'art. 10 del T.U. degli enti locali stabilisce che tutti gli atti dell'amministrazione comunale e provinciale sono pubblici ad eccezione di quelli:

A) Riservati per espressa indicazione di legge o per effetto di una temporanea e motivata dichiarazione del sindaco o del presidente della provincia.

B) Riservati per espressa indicazione di legge o per effetto di una temporanea e motivata dichiarazione del presidente della regione. C) Riguardanti procedimenti amministrativi in corso. D) Riguardanti procedimenti amministrativi conclusi da meno di 6 mesi.

3672. Chi sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici comunali? A) Il Sindaco. B) Il Segretario comunale. C) L'assessore competente. D) La Giunta, collegialmente.

3673. Il Comune è l'ente locale.... A) Che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. B) Intermedio fra provincia e Regione che rappresenta la propria comunità e ne cura gli interessi. C) Sovraordinato alla Regione e che cura gli interessi e la promozione dello sviluppo della propria comunità. D) Subordinato alla Regione, preposto alla promozione dello sviluppo della propria comunità.

3674. Quale soggetto è definito dal T.U. degli enti locali "organo responsabile dell'amministrazione del comune"? A) Sindaco. B) Segretario comunale. C) Commissario del Governo. D) Presidente del consiglio comunale.

3675. L'iniziativa per la stipula di accordi di programma nei quali il ruolo prevalente è del comune compete.... A) Al Sindaco. B) Al Commissario del Governo presso la Regione. C) Al Prefetto. D) Al Presidente della provincia.

3676. Ai sensi degli articoli 117 e 118 della Costituzione, le regioni, ferme restando le funzioni che attengono a esigenze di carattere unitario, nei rispettivi territori...

A) Organizzano l'esercizio delle funzioni amministrative a livello locale attraverso i comuni e le province. B) Delegano l'esercizio delle funzioni amministrative a livello locale interamente ai comuni e alle province. C) Organizzano l'esercizio delle funzioni amministrative a livello locale senza l'ausilio di comuni e province. D) Delegano l'esercizio delle funzioni amministrative a livello locale alle unioni di comuni e alle province.

3677. La Giunta comunale dura in carica per un periodo.... A) Uguale a quello del Sindaco. B) Che può eccedere il mandato del Sindaco. C) Di quattro anni. D) Di sei anni.

3678. Il potere di definire gli incarichi dirigenziali comunali compete.... A) Al Sindaco. B) Alla Giunta. C) Al Segretario comunale. D) All'Assessore al personale.

3679. Il Sindaco è eletto.... A) Dai cittadini a suffragio universale e diretto. B) Dai cittadini a suffragio universale e indiretto. C) Dai cittadini a maggioranza assoluta degli aventi diritto. D) Dal consiglio con voto segreto.

3680. Il Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali delinea le funzioni della provincia, tra le quali, comprende.... A) Assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali. B) Organizzazione dell'orario di apertura degli esercizi pubblici. C) Coordinamento dell'attività di polizia municipale nell'ambito provinciale. D) Censimento generale della popolazione residente nei comuni della provincia.

3681. I Comuni e le Provincie, nel potere a loro conferito dal T.U. degli enti locali, adottano regolamenti, per.... A) L'organizzazione e il funzionamento degli organismi di partecipazione. B) Disciplinare i principi generali del rapporto di lavoro dei dipendenti. C) Stabilire la durata in carica degli organi consiliari dell'ente. D) Stabilire i casi in cui il territorio deve essere articolato in circoscrizioni.

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3682. Nell'amministrazione comunale le funzioni relative allo stato civile sono esercitate.... A) Dal Sindaco, quale ufficiale del Governo. B) Dalla Giunta comunale, collegialmente. C) Dal Consiglio comunale, collegialmente. D) Dall'assessore delegato dal Sindaco.

3683. Il T.U. degli enti locali dispone che la responsabilità nei confronti degli amministratori e dei dipendenti dei comuni e delle provincie è personale e NON si estende agli eredi. A quale "responsabilità" si riferisce?

A) Responsabilità patrimoniale. B) Responsabilità civile e penale. C) Responsabilità penale. D) Responsabilità extracontrattuale.

3684. Il T.U. degli enti locali dispone che, ai fini della programmazione economica, territoriale ed ambientale della Regione, la Provincia....

A) Raccoglie e coordina le proposte avanzate dai comuni. B) Ha il solo compito di adottare atti vincolanti in materia di rifiuti. C) NON svolge alcuna funzione di programmazione. D) Ha il solo compito di proporre l'istituzione di riserve naturali.

3685. Il Presidente del Consiglio comunale è tenuto a riunire il Consiglio.... A) Quando lo richiede il Sindaco. B) Quando lo richiede la Giunta comunale. C) Quando lo richiede il Prefetto. D) Quando lo richiede il Difensore civico.

3686. La durata in carica dei consigli comunali e provinciali è stabilita.... A) Dalla legge dello Stato. B) Dalla legge regionale. C) Dagli statuti. D) Dagli stessi consigli con regolamento.

3687. Le comunità montane sono unioni di comuni, enti locali costituiti fra.... A) Comuni montani e parzialmente montani, anche appartenenti a provincie diverse. B) Comuni montani e parzialmente montani solo se appartenenti alla stessa provincia. C) Comuni montani (esclusi i comuni parzialmente montani), anche appartenenti a provincie diverse. D) Comuni montani (esclusi i comuni parzialmente montani) appartenenti alla stessa provincia.

3688. Prevede il T.U. degli enti locali che la Regione organizza l'esercizio delle funzioni amministrative a livello locale.... A) Attraverso i Comuni e le Provincie. B) Solo attraverso le proprie strutture amministrative. C) Attraverso le strutture degli organi periferici dello Stato. D) Avvalendosi esclusivamente delle strutture dei comuni.

3689. Le norme fondamentali per l'organizzazione del Comune sono stabilite.... A) Con lo statuto comunale. B) Con legge regionale. C) Con legge dello Stato. D) Con legge costituzionale.

3690. Nell'Amministrazione comunale la direzione degli uffici e dei servizi, secondo i criteri e le norme dettati dagli statuti e dai regolamenti, spetta....

A) Ai dirigenti. B) Agli organi elettivi. C) Agli organi di governo. D) In ogni caso al segretario dell'amministrazione.

3691. La legislazione in materia di ordinamento degli enti locali e di disciplina dell'esercizio delle funzioni ad essi conferite: A) Enuncia espressamente i principi che costituiscono limite inderogabile per la loro autonomia normativa. B) Enuncia alcuni principi cui si dovranno ispirare l'azione legislativa e di governo. C) Conferisce loro piena autonomia fatta eccezione per le materie di rilevanza costituzionale. D) Conferisce loro piena autonomia fatta eccezione per le materie di rilevanza economica.

3692. Il T.U. degli enti locali dispone che il Sindaco nomina gli assessori.... A) In assoluta autonomia, dandone comunicazione al consiglio nella prima seduta successiva alla elezione. B) Solo dopo aver ottenuto il preventivo assenso espresso dal Consiglio entro 30 giorni dalle elezioni. C) In piena autonomia, dandone una preventiva informazione ai capi-gruppo. D) Su proposta del Segretario comunale e previa approvazione del Consiglio. Dal sindaco, fino all'elezione del Presidente del

Consiglio. 3693. Quando compia gravi e persistenti violazioni di legge, il consiglio comunale....

A) É sciolto con decreto del Presidente della Repubblica. B) É dichiarato decaduto con deliberazione del Sindaco. C) É sciolto con provvedimento del Prefetto. D) É sospeso dalle sue funzioni con deliberazione del Presidente della Regione.

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3694. A norma del T.U. degli enti locali, spettano alla Provincia le funzioni amministrative di interesse provinciale che riguardino vaste zone intercomunali o l'intero territorio provinciale nel settore....

A) Della valorizzazione dei beni culturali. B) Delle norme generali in materia di tutela del risparmio. C) Della disciplina generale delle attività produttive. D) Delle norme generali in materia di sistema valutario.

3695. Le sedute del Consiglio comunale..... A) Sono pubbliche, salvi i casi previsti dal regolamento. B) Sono aperte soltanto ai cittadini residenti. C) NON sono pubbliche, per legge. D) Sono pubbliche solo su espressa autorizzazione del Sindaco.

3696. Nel caso di impedimento permanente del Sindaco.... A) La Giunta decade e si procede allo scioglimento del consiglio; il consiglio e la Giunta rimangono in carica sino alla elezione del

nuovo consiglio e del nuovo Sindaco. B) La Giunta e il consiglio NON decadono; il consiglio è incaricato di eleggere, tra i suoi membri, il nuovo Sindaco. C) La Giunta e il consiglio NON decadono; il nuovo Sindaco è il vice Sindaco in carica. D) La Giunta decade e si procede allo scioglimento del consiglio; il consiglio e la Giunta rimangono in carica per ulteriori sessanta

giorni. 3697. Lo Statuto del Comune stabilisce, tra l'altro,....

A) Le forme dell'accesso dei cittadini alle informazioni ed ai procedimenti amministrativi. B) I casi di incompatibilità con l'esercizio dell'ufficio di Sindaco. C) La durata in carica del consiglio e della Giunta comunale. D) La composizione del consiglio e della Giunta comunale.

3698. Le dimissioni del consigliere comunale.... A) Sono irrevocabili. B) Sono revocabili, se ciò sia richiesto dal Sindaco. C) Sono presentate al Commissario del Governo presso la Regione. D) Necessitano sempre di presa d'atto della Giunta.

3699. Quale dei seguenti soggetti può disporre ispezioni per accertare il regolare funzionamento dei servizi ai quali il Sindaco sovraintende nella sua veste di ufficiale del Governo?

A) Prefetto. B) Presidente della Regione. C) Commissario del Governo presso la Regione. D) Presidente della Corte d'Appello.

3700. Il Presidente della provincia.... A) É l'organo responsabile dell'amministrazione della provincia. B) É l'unico organo di governo dell'amministrazione provinciale. C) É l'unico organo che nel territorio provinciale può emettere ordinanze contingibili e urgenti. D) NON è organo di "governo" della provincia.

3701. Il consiglio ha competenza limitatamente agli atti fondamentali indicati nel T.U. delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, tra i quali rientrano....

A) I bilanci annuali e pluriennali e le relative variazioni. B) La nomina, la designazione e la revoca dei dirigenti dell'ente. C) Tutte le stipulazioni di contratti di appalti e pubbliche forniture. D) Gli atti di gestione del personale.

3702. Dispone il T.U. degli enti locali che i Comuni adottano regolamenti, tra l'altro,.... A) Per il funzionamento degli organi e degli uffici e per l'esercizio delle funzioni. B) Per disciplinare i casi di scioglimento dell'organo consiliare comunale. C) Per disciplinare le modalità di elezione del Consiglio e della Giunta comunale. D) Per disciplinare i casi in cui spettano ai dirigenti gli atti di gestione del personale comunale.

3703. L'articolo 123 della Costituzione prevede il Consiglio delle autonomie locali quale: A) Organo di consultazione tra la Regione e gli Enti locali. B) Organo per la semplificazione amministrativa e per il controllo di gestione delle prestazioni amministrative. C) Organo per il controllo di qualità dei servizi secondo le modalità previste dagli statuti comunali. D) Organo per la determinazione dei criteri di definizione delle tariffe che i Comuni sono tenuti a corrispondere ai soggetti

accreditati. 3704. Negli statuti comunali e provinciali devono essere previste forme di consultazione della popolazione:

A) E procedure per l'ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini, per promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi.

B) Ma NON procedure per l'ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini anche se dirette a promuovere la tutela di interessi collettivi.

C) Ma NON procedure per l'ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini a meno che NON siano dirette a promuovere la tutela di beni ambientali.

D) E procedure per l'ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini, solo se dirette a promuovere interventi a tutela di diritti soggettivi.

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3705. Dispone il T.U. delle leggi sugli enti locali che le dimissioni dalla carica di consigliere comunale.... A) Sono presentate al Consiglio. B) Sono presentate al Sindaco. C) Sono presentate alla Giunta. D) Sono presentate al Prefetto.

3706. Ai sensi del T.U. degli enti locali, tra le competenze del consiglio.... A) Rientrano gli Statuti dell'ente. B) Rientra la nomina del Segretario comunale. C) Rientra la disciplina dello stato giuridico del personale. D) Rientrano le promozioni del personale dipendente.

3707. Il Comune, portatore degli interessi della collettività che rappresenta, è.... A) Un ente autonomo. B) Un ente intermedio tra la Provincia e la Regione. C) Un ente subordinato alla Regione. D) Un ente subordinato alla Provincia.

3708. Lo statuto del Comune, nell'ambito dei principi fissati dalla legge, stabilisce le norme fondamentali per l'organizzazione dell'ente, e specifica....

A) Le forme di collaborazione tra i comuni e le provincie. B) Le modalità di esercizio dell'attività del Sindaco quale ufficiale del Governo. C) Le modalità di esercizio del controllo sugli atti dell'ente. D) I casi di scioglimento dell'organo consiliare.

3709. Il T.U. degli enti locali conferisce il potere di promuovere la conclusione di accordi di programma a.... A) Presidente della Regione, Presidente della Provincia e Sindaco. B) Commissario del Governo presso la Regione, Prefetto e Questore. C) Sindaco, Segretario provinciale e comunale e Prefetto. D) Giunta provinciale, Difensore civico, Sindaco e Prefetto.

3710. Il Difensore civico comunale.... A) Segnala, anche di propria iniziativa, gli abusi dell'amministrazione nei confronti dei cittadini. B) Garantisce l'assistenza legale gratuita ai cittadini meno abbienti contro l'amministrazione. C) É organo di indirizzo politico-amministrativo dell'amministrazione. D) É organo esterno al Comune che deve rendere conto del suo operato al Sindaco.

3711. Per il principio di sussidiarietà verticale, l'assunzione dei compiti istituzionali: A) Inizia dal Comune. B) Inizia dallo Stato. C) Inizia dalla Regione. D) Inizia dalla Provincia.

3712. In materia di consultazioni e referendum locali, il T.U. degli enti locali stabilisce che.... A) I referendum devono riguardare materie di esclusiva competenza locale. B) I referendum devono aver luogo in coincidenza con operazioni elettorali nazionali. C) Le richieste di referendum di iniziativa popolare devono essere sottoscritte da tutti i cittadini. D) I referendum possono riguardare anche materie di competenza nazionale.

3713. L'organizzazione del servizio finanziario (o di ragioneria) dell'ente locale è disciplinata..... A) Con il regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi. B) Direttamente dallo Statuto comunale. C) Con legge regionale. D) Con provvedimento del Comitato regionale di Controllo.

3714. Il voto contrario del consiglio comunale ad una proposta della Giunta comunale.... A) NON comporta per la Giunta l'obbligo di dimettersi. B) Comporta per l'intera Giunta l'obbligo di dimettersi. C) Comporta la decadenza della Giunta e il commissariamento del Comune. D) Comporta le dimissioni degli assessori che hanno sottoscritto la proposta.

3715. Il compito di convocare la Giunta comunale è attribuito al.... A) Sindaco. B) Segretario comunale. C) Commissario del Governo. D) Presidente del consiglio comunale.

3716. Quale è lo strumento tipico attraverso il quale si definiscono e si attuano opere, interventi o programmi di intervento che richiedono, per la loro completa realizzazione, l'azione integrata e coordinata di comuni, di provincie e Regioni, di amministrazioni statali e di altri soggetti pubblici?

A) Accordo di programma. B) Convenzione. C) Consorzio. D) Istituzione.

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3717. Dispone il Testo unico degli enti locali che sono eleggibili a Sindaco.... A) Gli elettori di un qualsiasi comune della Repubblica che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. B) I cittadini residenti nel comune che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. C) Gli elettori di un qualsiasi comune della Repubblica che abbiano compiuto il ventunesimo anno di età. D) Gli elettori di un qualsiasi comune della Regione che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età.

3718. NON è "organo di governo" del comune.... A) Il Dirigente responsabile del settore dei lavori pubblici. B) Il Consiglio comunale. C) La Giunta comunale. D) Il Sindaco.

3719. Il potere di vietare l'esibizione di determinati atti del Comune nel caso in cui la loro diffusione possa pregiudicare il diritto alla riservatezza delle persone, dei gruppi o delle imprese è riservato....

A) Al Sindaco. B) Al Prefetto. C) Al Commissario del Governo. D) Al Difensore civico.

3720. Secondo il principio di sussidiarietà, i comuni e le province sono titolari: A) Di funzioni proprie e di quelle conferite loro con legge dello Stato e della regione. B) Di funzioni proprie e di quelle conferite loro con decreti del Governo. C) Di funzioni proprie e di quelle conferite loro con leggi costituzionali. D) Di funzioni proprie e di quelle conferite loro con apposite convenzioni con Stato e regione.

3721. Prevede il T.U. sugli enti locali che il comune.... A) É legittimato ad esercitare anche funzioni NON proprie ad esso conferite con legge della Regione. B) NON può essere titolare di funzioni sub-delegate. C) NON può essere titolare di funzioni delegate dalla Regione. D) É legittimato ad esercitare solo le funzioni NON proprie ad esso attribuite dalla Provincia.

3722. L'articolo 114 della Costituzione recita: A) La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. B) La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Regioni e dallo Stato. C) La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. D) La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane e dallo Stato.

3723. Il Testo unico degli enti locali attribuisce la competenza in materia di adozione dei regolamenti sull'ordinamento degli uffici e dei servizi comunali....

A) Alla Giunta. B) Al Commissario del Governo. C) Al Sindaco. D) Alla conferenza dei dirigenti del comune.

3724. Ai sensi del T.U. degli enti locali, sono organi di governo della provincia.... A) Il consiglio, la Giunta e il Presidente. B) Il consiglio, la Giunta e il Segretario provinciale. C) Il consiglio, la Giunta e il Collegio dei revisori. D) Il Presidente, la Giunta e il Difensore civico.

3725. Indicare quale tra le seguenti funzioni/competenze svolte dal comune è considerata servizio di competenza statale. A) Svolgimento di funzioni in materia di pubblica sicurezza. B) Affidamento di attività o servizi mediante convenzione. C) Istituzione e ordinamento dei tributi. D) Convenzioni tra comuni e provincia.

3726. Prevede il T.U. degli enti locali che la cooperazione dei comuni e delle provincie tra loro e con la Regione è ispirata ai principi indicati con....

A) Legge regionale. B) Apposito statuto elaborato tra Regione, provincie e comuni. C) Provvedimenti delle singole amministrazioni. D) La Costituzione.

3727. Nella figura del Sindaco si realizza la concentrazione, in un solo organo, di più funzioni diverse. Egli, infatti, ha una duplice veste, essendo contemporaneamente:

A) Capo dell'Amministrazione comunale e ufficiale di Governo. B) Organo di indirizzo politico-amministrativo e Capo dell'Amministrazione comunale. C) Organo di controllo politico-amministrativo e ufficiale di Governo. D) Organo esecutivo e organo di controllo politico-amministrativo.

3728. Lo Statuto dell'ente locale: A) É approvato con delibera consiliare. B) É approvato con delibera della Giunta. C) É approvato dal Sindaco. D) É approvato con legge regionale.

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3729. Il principio in base al quale le funzioni devono essere attribuite ad amministrazioni tendenzialmente idonee a garantirne l'esercizio è definito:

A) Il principio di adeguatezza. B) Il principio di sussidiarietà. C) Il principio di ragionevolezza. D) Il principio di cooperazione.

3730. La disciplina degli organi di governo e del sistema elettorale del Comune è affidata: A) Al legislatore statale, in via esclusiva. B) Al Comune stesso, in via esclusiva. C) Allo Stato in concorso con il Comune. D) Alla Regione in concorso con il Comune.

3731. Il Comune è un ente ad appartenenza necessaria: A) In virtù del fatto che tutti i cittadini che risiedono nel suo territorio ne fanno parte. B) Per il potere di emanare atti amministrativi con efficacia uguale a quella degli atti amministrativi dello Stato. C) In quanto ha il potere di emanare disposizioni precettive con efficacia cogente nell'ambito del proprio territorio. D) Perché gode di autonomia politica, nel senso che persegue fini generali propri dell'intera collettività.

3732. Gli elementi costituivi del Comune sono: A) Il territorio, la popolazione e il patrimonio. B) Il territorio, la popolazione e l'autonomia. C) Il Consiglio, la Giunta e il Sindaco. D) Lo Statuto, il territorio e la popolazione.

3733. La Giunta comunale: A) Costituisce organo fiduciario del Sindaco, rispetto ai cui programmi politico-amministrativi svolge attività di collaborazione. B) É organo di indirizzo politico-amministrativo con competenza esclusiva relativamente ad alcuni atti fondamentali per la vita

dell'ente. C) É organo decentrato dello Stato nominato dal Consiglio con il compito di rappresentare il Comune a livello statale. D) Costituisce organo di controllo politico-amministrativo ed esercita in via esclusiva il potere regolamentare dell'ente.

3734. Il Sindaco, in qualità di rappresentante della Comunità locale, ha il potere di emettere ordinanze contingibili ed urgenti: A) Per emergenze esclusivamente locali nell'ambito sanitario e dell'igiene pubblica. B) Nella materia dello stato civile e dell'anagrafe. C) Per tutelare l'incolumità dei cittadini in materia di pubblica sicurezza. D) Per garantire l'ordine pubblico e i servizi elettorali.

3735. In perfetta aderenza al principio della separazione tra politica e gestione, gli organi politici degli enti locali vanno tenuti distinti da quelli burocratici per la diversa natura delle competenze imputate:

A) Di indirizzo e direttive nel primo caso; decisionali, operative e gestionali nel secondo. B) Decisionali, operative e gestionali nel primo caso; di indirizzo e direttive nel secondo. C) Legislative e regolamentari nel primo caso; di indirizzo, direttive e decisionali nel secondo. D) Operative organizzative e gestionali nel primo caso; legislative e regolamentari nel secondo.

3736. Il Sindaco, nella sua veste di organo periferico dell'Amministrazione statale e rappresentante del Governo in sede locale, è:

A) Ufficiale di Governo. B) Capo dell'Amministrazione comunale. C) Rappresentante della comunità locale. D) Presidente della Giunta comunale.

3737. L'elemento cui la legge fa riferimento per determinare l'appartenenza degli individui alla popolazione del Comune è: A) La residenza, ovvero il fatto di dimorare abitualmente nel territorio del Comune e di essere perciò iscritti nel registro

anagrafico. B) Il domicilio, ovvero il fatto di aver stabilito nel territorio del Comune la sede principale dei propri affari e interessi. C) La permanenza, ovvero il fatto di soggiornare in maniera NON occasionale nel territorio del Comune per motivi di lavoro o di

studio. D) L'appartenenza, ovvero il fatto di essere nati nel Comune o di abitarvi risultando regolarmente iscritti nel registro anagrafico.

3738. Lo Statuto del Comune di Roma contempla i "Consiglieri Aggiunti" che rappresentano.... A) Gli stranieri. B) Le categorie protette. C) I bambini e gli adolescenti. D) La comunità cittadina priva del diritto di voto.

3739. Il Difensore Civico del Comune di Roma.... A) Segnala abusi, disfunzioni, carenze e ritardi dell'Amministrazione nei confronti dei cittadini. B) Giudica e punisce i casi di abuso dell'Amministrazione nei confronti degli appartenenti alla comunità cittadina. C) É organo di governo dell'Amministrazione Comunale. D) É organo periferico dell'Amministrazione Statale.

3740. I Consigli dei Municipi nel Comune di Roma.... A) Sono eletti contemporaneamente al Consiglio Comunale. B) Restano in carica per tre anni. C) Sono nominati dal Consiglio Comunale.

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D) Rappresentano in giudizio i Municipi. 3741. Lo Statuto del Comune di Roma prevede che ogni Assessore del Municipio....

A) Ha il diritto, e se richiesto, il dovere, di partecipare alle sedute del Consiglio e delle sue Commissioni. B) Pur essendo un componente del Municipio, rappresenta l'intera comunità cittadina. C) É membro di diritto della Commissione Permanente per la cooperazione decentrata. D) Può ricoprire anche la carica di Consigliere Comunale.

3742. Le Consigliere e i Consiglieri del Comune di Roma rappresentano.... A) La Comunità locale. B) Gli elettori. C) Il gruppo politico di appartenenza. D) Il Consiglio Comunale.

3743. Nel Comune di Roma i Municipi... A) Gestiscono anche i servizi scolastici ed educativi. B) Non gestiscono le attività e i servizi culturali, sportivi e ricreativi in ambito locale. C) Gestiscono solo i servizi demografici e i servizi sociali e di assistenza sociale. D) Non gestiscono le funzioni di polizia urbana.

3744. A quale Ufficio dell'Amministrazione Comunale di Roma è attribuito il compito di coordinare le attività degli U.R.P. allo scopo di rendere omogeneo l'esercizio dei diritti di informazione ed accesso ai documenti su tutto il territorio cittadino?

A) Ufficio Diritti dei Cittadini. B) Ufficio del Difensore Civico. C) Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale. D) Ufficio di Gabinetto del Sindaco.

3745. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che le consulte e gli osservatori.... A) Hanno facoltà di proporre al Consiglio Comunale l'adozione di specifiche carte dei diritti. B) Non possono collaborare alle attività e ai servizi pubblici comunali. C) Svolgono attività di vigilanza sull'operato degli organi di governo dell'Amministrazione. D) Possono accedere alle strutture comunali per l'esercizio di funzioni ispettive.

3746. Lo Statuto del Comune di Roma prevede che il Consiglio Comunale, non può promuovere referendum consultivi.... A) In materia di bilanci. B) In materia di viabilità stradale. C) Per richiedere modificazioni allo Statuto Comunale. D) In materia di nuovi servizi comunali.

3747. A norma di quanto dispone lo Statuto del Comune di Roma chi rappresenta l'Assemblea municipale? A) Il Presidente del Consiglio del Municipio. B) Il Consigliere designato dal Sindaco. C) Il Sindaco. D) Il Presidente della Giunta del Municipio.

3748. Al fine di garantire la massima informazione e assicurare il diritto di accesso ai documenti, il Comune di Roma promuove l'istituzione di U.R.P. presso....

A) I Municipi, i Dipartimenti e gli Uffici extra-dipartimentali aperti al pubblico. B) L'Ufficio del Difensore Civico e l'Ufficio del Garante dei dati personali. C) L'Ufficio di Presidenza del Consiglio e l'ufficio Diritti dei Cittadini. D) Tutti gli uffici, anche se periferici, dell'Amministrazione Comunale.

3749. Quale organo del Comune di Roma "è espressione della democrazia civica e municipale ed esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti nei casi previsti dalla legge"?

A) Difensore Civico. B) Dirigente dell'Ufficio dei Diritti dei Cittadini. C) Segretario Generale. D) Dirigenti preposti ai Dipartimenti.

3750. Le funzioni vicarie del Sindaco del Comune di Roma nei casi previsti dalla legge sono esercitate.... A) Dal Vice Sindaco. B) Dall'Assessore delegato dal Sindaco. C) Dal Presidente del Consiglio Comunale. D) Dall'Assessore Anziano.

3751. Chi garantisce l'imparzialità e il buon andamento dell'Amministrazione del Comune di Roma in quanto organo di tutela e difesa degli appartenenti alla comunità cittadina?

A) Difensore Civico. B) Presidente del Consiglio Comunale. C) Presidente della Giunta Comunale. D) Segretario Generale.

3752. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che il Consiglio del Municipio è composto.... A) Dal Presidente del Municipio e dai Consiglieri. B) Dal Sindaco e dai Consiglieri. C) Dai Consiglieri designati dal Consiglio Comunale.

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D) Dal Presidente del Municipio e da alcuni Dirigenti facenti funzione di Consiglieri. 3753. I Presidenti dei Municipi del Comune di Roma....

A) Sono eletti a suffragio universale e diretto. B) Sono eletti dal Consiglio Comunale. C) Sono designati dal Sindaco. D) Sono eletti dai rispettivi Consigli dei Municipi.

3754. L'Ufficio del Difensore Civico del Comune di Roma si avvale.... A) Di personale dipendente del Comune di Roma. B) Di personale esterno all'Amministrazione Comunale. C) Di personale assegnato dalla Prefettura. D) Di volontari scelti e nominati direttamente dal Difensore Civico.

3755. Il carattere di pubblicità delle deliberazioni dei Municipi del Comune di Roma è assicurato.... A) Mediante affissione all'Albo del Municipio e all'Albo Pretorio del Comune. B) Mediante pubblicazione nel Bollettino Ufficiale. C) Mediante avvisi affissi nel territorio provinciale. D) Mediante affissione all'albo pretorio della Regione.

3756. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che i Municipi, con regolamento, possono disciplinare.... A) La promozione di organismi di partecipazione su base di rione, quartiere o borgata. B) Gli atti di competenza del Presidente del Municipio. C) Il numero dei componenti la Giunta del Municipio. D) La durata in carica dei Consiglieri del Municipio.

3757. Le "Azioni positive per la realizzazione della parità" previste dallo Statuto del Comune di Roma, sono rivolte.... A) Alle donne, per la realizzazione della parità tra i sessi. B) Ai lavoratori, per la realizzazione della parità di retribuzione. C) Agli extracomunitari, per la realizzazione della parità con i cittadini. D) Agli inabili, per la realizzazione dell'abbattimento delle barriere sul lavoro.

3758. Il Consiglio Comunale di Roma è presieduto.... A) Dal Presidente del Consiglio Comunale. B) Dal Sindaco. C) Dal Consigliere Anziano. D) Dal Presidente della Giunta Comunale.

3759. Nel Comune di Roma quale organo ha il potere di vietare l'esibizione di determinati documenti amministrativi attraverso un provvedimento temporaneo e motivato?

A) Il Sindaco. B) La Giunta. C) Il Consiglio. D) Il Segretario Generale.

3760. Nel Comune di Roma quale organo rappresenta l'Amministrazione Comunale? A) Il Sindaco. B) L'Assessore delegato dal Sindaco. C) Il Capo di Gabinetto del Sindaco. D) L'Assessore anziano.

3761. L'organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo del Comune di Roma è.... A) Il Consiglio comunale. B) Il Difensore civico. C) La Giunta comunale. D) La commissione consiliare permanente.

3762. Lo Statuto del Comune di Roma prevede che i Consiglieri dei Municipi sono.... A) Eletti dai cittadini. B) Eletti dal Consiglio Comunale. C) Designati dal Sindaco. D) Eletti dalle rispettive Giunte dei Municipi.

3763. L'Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale di Roma è composto.... A) Dal Presidente del Consiglio Comunale, da due Vice Presidenti e da due Segretari. B) Dal Presidente del Consiglio Comunale, da un Vice Presidente e da tre Assessori. C) Dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio Comunale e dal Presidente della Giunta comunale. D) Dal Sindaco e dal Difensore civico.

3764. Il Consiglio del Municipio è definito dallo Statuto del Comune di Roma come.... A) Organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo del Municipio. B) Organo di gestione del Municipio. C) Organo di controllo del Municipio. D) Organo rappresentativo del Municipio.

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3765. Lo Statuto del Comune di Roma definisce "Consigliere Anziano"....

A) Il Consigliere che nelle elezioni ha ottenuto la maggior cifra individuale. B) Il Consigliere che complessivamente ha ricoperto più mandati. C) Il Consigliere facente funzioni di Vice Sindaco. D) Il Consigliere più anziano di età tra i membri del Consiglio.

3766. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che il Comune garantisce il diritto all'informazione sulla propria attività, con particolare riguardo, tra l'altro,....

A) Alle iniziative relative ai rapporti tra la pubblica amministrazione e gli appartenenti alla comunità cittadina. B) Ai provvedimenti relativi al trattamento sanitario obbligatorio e documenti allegati. C) Ai documenti attinenti all'organizzazione ed al funzionamento della polizia municipale. D) Alle situazioni personali quali adozione, affido familiare, paternità e maternità, cambiamento di sesso, etc.

3767. Nel Comune di Roma i Consigli dei Municipi.... A) Restano in carica per la durata del mandato del Consiglio Comunale. B) Sono eletti dal Consiglio Comunale. C) Esercitano un mandato la cui durata è fissata in tre anni. D) Sono eletti secondo le disposizioni dei singoli regolamenti adottati dai Municipi.

3768. Nel Comune di Roma l'istituzione del Consiglio Comunale delle ragazze e dei ragazzi è previsto al fine di.... A) Favorire la loro partecipazione alla vita della comunità locale. B) Valutare le scelte adottate dal Consiglio Comunale. C) Incrementare la loro scolarizzazione. D) Educare la nuova generazione ad un forte senso civico.

3769. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che gli appartenenti alla comunità cittadina possono presentare interrogazioni e interpellanze....

A) Al Sindaco. B) Solo al Consiglio Comunale. C) Alla Giunta Comunale. D) Al Difensore Civico.

3770. Per garantire la massima informazione sulle attività del Comune di Roma ed assicurare il diritto di accesso ai documenti amministrativi, l'Amministrazione promuove l'istituzione.....

A) Degli Uffici relazioni con il pubblico. B) Degli Uffici del difensore civico. C) Degli Uffici per i diritti dei cittadini. D) Degli Uffici dipartimentali.

3771. Lo Statuto del Comune di Roma, in merito ai Municipi, prevede che.... A) Ogni Municipio ha un proprio Regolamento approvato dal Consiglio del Municipio. B) Il Consiglio Comunale approva un Regolamento unico per tutti i Municipi. C) Solo i Municipi con più di 100.000 abitanti hanno un proprio regolamento. D) Ogni Municipio ha un proprio Regolamento approvato dal Sindaco.

3772. Gli organi dei Municipi espressamente previsti dallo Statuto del Comune di Roma sono.... A) Il Consiglio, la Giunta e il Presidente. B) Il Consiglio, il Presidente ed il Segretario. C) Il Presidente e la Giunta. D) Il Sindaco, il Consiglio e la Giunta.

3773. Lo Statuto del Comune di Roma prevede che gli appartenenti alla comunità cittadina possono presentare al Sindaco.... A) Interpellanze, interrogazioni e petizioni. B) Solo interpellanze e interrogazioni. C) Solo interpellanze e petizioni. D) Interrogazioni, petizioni e mozioni.

3774. I componenti della Giunta del Comune di Roma sono.... A) Nominati dal Sindaco. B) Eletti dai cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune. C) Nominati dal Consiglio Comunale. D) Nominati dal Segretario Generale.

3775. L'Amministrazione comunale di Roma garantisce il diritto all'informazione sulla propria attività, con particolare riguardo, tra l'altro,....

A) Al documento degli indirizzi generali di governo e al rapporto sullo stato della città. B) Ai documenti relativi ad attività istruttorie finalizzate alla adozione di provvedimenti di competenza dell'Autorità di P.S. C) Alle situazioni personali familiari dei cittadini risultanti dagli atti dell'anagrafe e dallo stato civile. D) Ai documenti relativi alla sicurezza delle sedi e delle infrastrutture degli uffici del Comune.

3776. La Giunta del comune di Roma si compone.... A) Del Sindaco e di sedici Assessori. B) Del Sindaco, del Presidente del Consiglio e di sedici Assessori. C) Del Sindaco, del Vice-Sindaco e di venti Assessori. D) Del Sindaco e di quattordici Assessori esclusi quelli aggiunti.

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3777. L'art. 7 dello Statuto del Comune di Roma dispone che i documenti amministrativi del Comune....

A) Sono pubblici e liberamente consultabili, esclusi quelli riservati per legge o per temporanea e motivata dichiarazione del Sindaco.

B) Sono tutti pubblici e liberamente consultabili, esclusi quelli riservati per espressa indicazione di legge. C) Sono tutti pubblici e liberamente consultabili, esclusi quelli riservati per motivata dichiarazione del Prefetto. D) Non sono liberamente consultabili, esclusi quelli dichiarati pubblici per espressa indicazione di legge.

3778. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che l'amministrazione comunale garantisce il pieno rispetto dei diritti dei disabili....

A) Attivando organismi permanenti aventi un ruolo propositivo. B) Prevedendo esclusivamente l'istituzione di fondi economici. C) Abbattendo le barriere architettoniche. D) Prevedendo la nomina di un consigliere scelto tra i disabili.

3779. Al fine di garantire e promuovere le pari opportunità per le donne, il Comune di Roma adotta piani di azioni positive, volte, tra l'altro, a....

A) Operare la ricognizione degli ostacoli all'accesso ed alla carriera delle donne nel mondo del lavoro. B) Garantire alle donne, a parità di retribuzione, un monte ore annuo, pari almeno a 100 ore, da dedicare alla famiglia. C) Garantire alle donne l'estensione della maternità fino ad un massimo di 48 mesi dalla data di concepimento. D) Riservare alle donne almeno il 45% dei posti previsti per i corsi di formazione e di aggiornamento professionali.

3780. Lo Statuto del Comune di Roma contempla la Commissione delle Elette.... A) Che riunisce le Consigliere facenti parte del Consiglio. B) Quale ufficio di diretta collaborazione del Sindaco. C) Che riunisce le candidate non elette nel Consiglio. D) Quale Commissione consigliare per la tutela delle pari opportunità.

3781. Il Sindaco del Comune di Roma è eletto.... A) Dai cittadini a suffragio universale e diretto. B) Dai cittadini a suffragio universale e indiretto. C) Dai cittadini a maggioranza assoluta degli aventi diritto. D) Dal Consiglio Comunale con voto segreto.

3782. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che al fine di tutelare i diritti delle bambine e dei bambini.... A) É istituito un Garante nominato dal Sindaco. B) É istituito il Consiglio Comunale delle bambine e dei bambini. C) É prevista l'istituzione di un Garante per ogni istituto scolastico. D) É istituito l'assessorato delle bambine e dei bambini.

3783. Per la realizzazione della parità tra i sessi il Comune di Roma.... A) Adotta piani di azioni positive. B) Riserva alle donne il 30% dei posti messi a concorso dall'Amministrazione. C) Riserva alle donne un congruo numero di posti nei centri decisionali. D) Riserva alle donne un congruo numero di posti nei settori tecnologicamente avanzati.

3784. Gli appartenenti alla comunità cittadina del Comune di Roma esercitano l'iniziativa popolare.... A) Presentando un progetto, redatto in articoli, che rechi non meno di cinquemila sottoscrizioni. B) Attraverso petizioni al Sindaco sottoscritte da almeno diecimila elettori. C) Presentando un progetto di massima sottoscritto da almeno duemila elettori. D) Attraverso petizioni al Difensore civico sottoscritte da almeno tremila elettori.

3785. Lo Statuto del Comune di Roma attribuisce alle Consigliere ed ai Consiglieri Comunali... A) Il diritto di presentare interrogazioni, interpellanze, mozioni e risoluzioni. B) Solo il diritto di iniziativa per gli atti di competenza consiliare. C) Il diritto di presentare interrogazioni ma NON quello di presentare mozioni. D) Il diritto di presentare mozioni ma NON quello di presentare risoluzioni.

3786. Lo Statuto del Comune di Roma prevede che.... A) Ogni Municipio ha un proprio Regolamento approvato dal Consiglio del Municipio. B) Il Consiglio comunale approva un Regolamento unico per tutti i Municipi. C) Solo i Municipi con più di 100.000 abitanti hanno un proprio Regolamento. D) Ogni Municipio ha un proprio Regolamento approvato dal Sindaco.

3787. A chi sono rivolte le "Azioni positive per la realizzazione della parità" previste dallo Statuto del Comune di Roma? A) Alle donne, per la realizzazione della parità tra i sessi. B) Ai lavoratori, per la realizzazione della parità di retribuzione. C) Agli extracomunitari, per la realizzazione della parità con i cittadini. D) Agli inabili, per la realizzazione dell'abbattimento delle barriere sul lavoro.

3788. L'articolo 1 dello Statuto del Comune di Roma recita: "il Comune di Roma rappresenta.... A) La comunità di donne e uomini che vivono nel suo territorio". B) La comunità dei cittadini iscritti nelle liste elettorali del comune". C) La comunità degli individui che anche temporaneamente transitano sul suo territorio". D) La comunità degli individui che lavorano anche saltuariamente nel suo territorio".

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3789. Il Consiglio del Municipio è....

A) Organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo del Municipio. B) Organo di gestione del Municipio. C) Organo di controllo del Municipio. D) Organo rappresentativo del Municipio.

3790. Le Consigliere e i Consiglieri del Comune di Roma rappresentano.... A) La Comunità locale. B) Gli elettori. C) Il gruppo di appartenenza. D) Il Consiglio comunale.

3791. Lo Statuto del Comune di Roma definisce "Consigliere Anziano".... A) Il Consigliere che nelle elezioni ha ottenuto la maggior cifra individuale. B) Il Consigliere che complessivamente ha ricoperto più mandati. C) Il Consigliere facente funzioni di Vice Sindaco. D) Il Consigliere più anziano di età tra i membri del Consiglio.

3792. Le Consigliere facenti parte del Consiglio comunale di Roma sono membri.... A) Della Commissione delle Elette. B) Della Commissione per le pari opportunità. C) Della Commissione per la città a misura delle bambine e dei bambini. D) Della Commissione sulla condizione femminile.

3793. A norma di quanto dispone lo Statuto del Comune di Roma chi rappresenta l'Assemblea municipale? A) Il Presidente del Consiglio del Municipio. B) Il Consigliere designato dal Sindaco. C) Il Sindaco. D) Il Presidente della Giunta del Municipio.

3794. L'Ufficio del Difensore Civico del Comune di Roma si avvale.... A) Di personale dipendente del Comune di Roma. B) Di personale esterno all'Amministrazione comunale. C) Di personale assegnato dalla Prefettura. D) Di volontari scelti e nominati direttamente dal Difensore Civico.

3795. L'art. 24 dello Statuto del Comune di Roma dispone che in particolare, il Sindaco, tra l'altro,..... A) Conferisce gli incarichi di direzione e procede alla revoca degli stessi. B) Svolge incarichi di presidente di commissioni per l'espletamento di gare. C) Cura la verbalizzazione delle riunioni del Consiglio e della Giunta comunale. D) Nomina, sentito il Consiglio comunale, i Presidenti dei Municipi.

3796. Per la realizzazione della parità tra i sessi il Comune di Roma.... A) Adotta piani di azioni positive per promuovere le pari opportunità. B) Riserva alle donne il 30% dei posti messi a concorso dall'Amministrazione. C) Riserva alle donne un congruo numero dei posti nei centri decisionali. D) Riserva alle donne un congruo numero dei posti nei settori tecnologicamente avanzati.

3797. Le funzioni vicarie del Sindaco del Comune di Roma nei casi previsti dalla legge sono esercitate.... A) Dal Vice Sindaco. B) Dall'Assessore delegato dal Sindaco. C) Dal Presidente del Consiglio comunale. D) Dall'Assessore Anziano.

3798. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che l'incarico del Segretario Generale.... A) Ha la stessa durata del mandato del Sindaco che lo ha nominato. B) NON è revocabile per violazioni dei doveri d'ufficio. C) É conferito a tempo indeterminato. D) É conferito necessariamente a personale interno al Comune.

3799. Le petizioni al Sindaco e al Consiglio comunale di Roma possono essere presentate.... A) Dai singoli appartenenti alla comunità cittadina o dalle associazioni. B) Dai singoli appartenenti alla comunità cittadina solo per il tramite del Difensore Civico. C) Soltanto dalle associazioni di tutela dei consumatori. D) Soltanto dai cittadini residenti nel Comune di Roma e iscritti nelle liste elettorali.

3800. Lo Statuto del Comune di Roma prevede che ogni Assessore del Municipio.... A) Ha il diritto, e se richiesto il dovere, di partecipare alle sedute del Consiglio e delle sue Commissioni. B) Pur essendo un componente della Giunta municipale rappresenta tutti i cittadini che vivono nel territorio del Comune di Roma. C) É membro di diritto della Commissione Permanente per la cooperazione decentrata. D) Può ricoprire anche la carica di consigliere comunale.

3801. Gli appartenenti alla comunità cittadina del Comune di Roma esercitano l'iniziativa popolare.... A) Presentando un progetto, redatto in articoli, con almeno cinquemila sottoscrizioni. B) Attraverso petizioni al Sindaco sottoscritte da almeno diecimila elettori. C) Presentando un progetto di massima sottoscritto da almeno duemila elettori.

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D) Attraverso petizioni al Difensore civico sottoscritte da almeno tremila elettori. 3802. L'art. 24 dello Statuto del Comune di Roma dispone che in particolare, il Sindaco, tra l'altro,.....

A) Promuove e coordina l'attività della Giunta. B) Ricopre l'incarico di presidente di commissioni di concorso per l'assunzione del personale. C) Provvede agli atti di pubblicità ed esecutività delle deliberazioni comunali. D) Partecipa con funzioni consultive alle riunioni del Consiglio e della Giunta comunale.

3803. Il Comune di Roma opera secondo criteri di trasparenza... A) Con riferimento ai principi della legge n. 241/1990. B) Con riferimento ai principi della legge n. 142/1990. C) Con riferimento ai principi della legge n. 127/1997. D) Con riferimento ai principi della legge n. 59/1997.

3804. A quale Ufficio dell'Amministrazione comunale di Roma è attribuito il compito di coordinare le attività degli U.R.P. allo scopo di rendere omogeneo l'esercizio dei diritti di informazione ed accesso su tutto il territorio cittadino?

A) Ufficio Diritti dei Cittadini. B) Ufficio del Difensore Civico. C) Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale. D) Ufficio di Gabinetto del Sindaco.

3805. Il Difensore Civico del Comune di Roma.... A) Segnala abusi, disfunzioni, carenze e ritardi dell'Amministrazione nei confronti dei cittadini. B) Giudica e punisce i casi di abuso dell'Amministrazione nei confronti degli appartenenti alla comunità cittadina. C) É organo di governo dell'Amministrazione comunale. D) É organo dell'Amministrazione statale periferica.

3806. Prevede lo Statuto del Comune di Roma, che i Consiglieri dei Municipi sono.... A) Eletti da cittadini. B) Eletti dal Consiglio comunale. C) Designati dal Sindaco. D) Eletti dalle rispettive Giunte dei Municipi.

3807. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che le consulte e gli osservatori.... A) Hanno facoltà di proporre l'adozione di specifiche carte dei diritti. B) NON possono collaborare alle attività e ai servizi pubblici comunali. C) Svolgono attività di vigilanza sull'operato degli organi di governo dell'Amministrazione. D) Possono accedere alle strutture comunali per l'esercizio di funzioni ispettive.

3808. L'art. 7 dello Statuto del Comune di Roma dispone che i documenti amministrativi del Comune.... A) Sono pubblici e liberamente consultabili, esclusi quelli riservati per legge o per temporanea e motivata dichiarazione del

Sindaco. B) Sono tutti pubblici e liberamente consultabili, esclusi quelli riservati per espressa indicazione di legge. C) Sono tutti pubblici e liberamente consultabili, esclusi quelli riservati per motivata dichiarazione del Prefetto. D) NON sono liberamente consultabili, esclusi quelli dichiarati pubblici per espressa indicazione di legge.

3809. L'art. 7 dello Statuto del Comune di Roma dispone che il Comune garantisce il diritto all'informazione sulla propria attività, con particolare riguardo....

A) Alle iniziative relative ai rapporti tra la pubblica amministrazione e gli appartenenti alla comunità cittadina. B) Ai provvedimenti relativi al trattamento sanitario obbligatorio e documenti allegati. C) Ai documenti attinenti all'organizzazione ed al funzionamento della polizia municipale. D) Alle situazioni personali quali adozione, affido familiare, paternità e maternità, cambiamento di sesso, etc.

3810. Nel Comune di Roma quale organo rappresenta l'Amministrazione? A) Il Sindaco. B) L'Assessore delegato dal Sindaco. C) Il Capo di Gabinetto del Sindaco. D) L'Assessore anziano.

3811. In merito ai tempi e alla modalità della vita urbana, lo Statuto del Comune di Roma.... A) Prevede che gli orari dei servizi pubblici dell'Amministrazione comunale siano stabiliti avendo riguardo prioritariamente alle

esigenze dell'utenza. B) NON riconosce rilevanza sociale all'organizzazione dei tempi dell'attività amministrativa stante il prioritario principio di

efficacia dell'azione amministrativa. C) Prevede che il Comune armonizzi gli orari di apertura degli uffici con le esigenze esclusive dell'Amministrazione stessa al fine

di contenere al massimo i costi. D) Prevede che il Comune al fine di armonizzare gli orari di servizio, con le esigenze dell'utenza istituisca uffici aperti anche nei

giorni festivi. 3812. L'articolo 2 dello Statuto del Comune di Roma, attribuendo le responsabilità pubbliche alle strutture territorialmente e

funzionalmente più vicine ai cittadini, si riferisce: A) Al principio di sussidiarietà. B) Al principio di autonomia. C) Al principio di reciprocità. D) Al principio di imparzialità.

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3813. Il Comune di Roma garantisce il diritto all'informazione sulla propria attività, con particolare riguardo tra l'altro....

A) Agli interventi comunali a favore delle persone portatrici di handicap. B) Ai documenti relativi all'attività istruttoria per la valutazione del personale fino alla conclusione del relativo procedimento. C) Ai documenti o parti di documenti che contengono dati sensibili. D) Agli atti difensivi posti in essere nel corso di giudizi e alla corrispondenza inerente.

3814. Lo Statuto del Comune di Roma stabilisce che singoli appartenenti alla comunità cittadina o associazioni possono presentare petizioni...

A) Al Consiglio comunale e al Sindaco. B) Alla Giunta comunale e al Sindaco. C) Al Consiglio comunale e alla Giunta. D) Al Segretario Generale e al Sindaco.

3815. Lo Statuto del Comune di Roma all'art. 34 dispone che i Dirigenti.... A) Svolgono gli incarichi di presidente di commissioni di concorso per il personale NON dirigente. B) Esercitano le funzioni attribuite all'Amministrazione comunale in qualità di ufficiali di Governo. C) Sono tutti scelti al di fuori della dotazione organica dell'amministrazione e con contratto a tempo determinato. D) Sovrintendono allo svolgimento delle funzioni degli Assessori e ne coordinano l'attività.

3816. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che l'amministrazione comunale garantisce il pieno rispetto dei diritti dei disabili....

A) Attivando organismi permanenti aventi un ruolo propositivo. B) Creando esclusivamente fondi economici. C) Abbattendo le barriere architettoniche. D) Prevedendo la nomina di un consigliere scelto tra i disabili.

3817. L'organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo del Comune di Roma è.... A) Il Consiglio comunale. B) Il Difensore civico. C) La Giunta comunale. D) La commissione consiliare permanente.

3818. Quale organo del Comune di Roma "è espressione della democrazia civica e municipale ed esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti nei casi previsti dalla legge"?

A) Difensore Civico. B) Dirigente dell'Ufficio dei Diritti dei Cittadini. C) Segretario Generale. D) Dirigente preposto al Dipartimento.

3819. Lo Statuto del Comune di Roma attribuisce il compito di nominare il Segretario Generale.... A) Al Sindaco. B) Alla Giunta comunale. C) Al Consiglio comunale. D) Al Direttore generale.

3820. A norma di quanto dispone lo Statuto del Comune di Roma chi assume ogni iniziativa ritenuta utile al fine di assicurare il buon andamento dell'Amministrazione comunale?

A) Il Sindaco. B) Il Difensore Civico. C) Il Ragioniere Generale. D) Il Capo dell'Avvocatura comunale.

3821. Lo Statuto del Comune di Roma definisce il Consiglio comunale come.... A) Organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo del Comune. B) Organo responsabile dell'amministrazione comunale. C) Organo a cui spetta la rappresentanza dell'amministrazione comunale. D) Organo responsabile in via esclusiva della gestione dell'attività amministrativa.

3822. Il Sindaco del Comune di Roma è eletto.... A) Dai cittadini a suffragio universale e diretto. B) Dai cittadini a suffragio universale e indiretto. C) Dai cittadini a maggioranza assoluta degli aventi diritto. D) Dal Consiglio con voto segreto.

3823. Al fine di garantire la massima informazione e assicurare il diritto di accesso ai documenti l'Amministrazione del Comune di Roma promuove l'istituzione di U.R.P. presso....

A) I Municipi, i Dipartimenti e gli Uffici extra-dipartimentali aperti al pubblico. B) L'Ufficio del Difensore Civico e l'Ufficio del Garante dei dati personali. C) L'Ufficio di Presidenza del Consiglio e l'ufficio Diritti dei Cittadini. D) Tutti gli uffici, anche se periferici, dell'Amministrazione comunale.

3824. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che il Consiglio del Municipio è composto.... A) Dal Presidente del Municipio e dai Consiglieri. B) Dal Sindaco e dai Consiglieri. C) Dai Consiglieri designati dal Consiglio comunale.

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D) Dal Presidente e da alcuni Dirigenti facenti funzione di Consiglieri. 3825. I componenti della Giunta del Comune di Roma sono....

A) Nominati dal Sindaco. B) Eletti dai cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune. C) Nominati dal Consiglio comunale. D) Nominati dal Segretario Generale.

3826. Lo statuto del Comune di Roma in merito ai tempi e alle modalità della vita urbana stabilisce che il Comune.... A) Armonizza gli orari di apertura degli uffici con le esigenze dell'utenza e con gli orari delle P.A. dei Paesi della U.E., nonché con

quelli del lavoro privato. B) NON riconosce rilevanza economica all'organizzazione dei tempi dell'attività amministrativa stante il principio di efficienza

dell'azione amministrativa. C) Stabilisce gli orari dei servizi pubblici dell'Amministrazione avendo riguardo prioritariamente alle esigenze degli addetti agli

Uffici per le relazioni con il pubblico. D) Al fine di armonizzare gli orari di servizio, di lavoro e di apertura degli uffici con le esigenze dell'utenza prevede l'istituzione di

uffici aperti 24 ore su 24. 3827. I Consigli dei Municipi nel Comune di Roma....

A) Sono eletti contemporaneamente al Consiglio comunale. B) Restano in carica per tre anni. C) Sono nominati dal Consiglio comunale. D) Rappresentano in giudizio i Municipi.

3828. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che i referendum comunali sono indetti.... A) Dal Sindaco. B) Dalla Giunta comunale. C) Dal Consiglio comunale. D) Dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale.

3829. L'Amministrazione comunale di Roma garantisce il diritto all'informazione sulla propria attività, con particolare riguardo tra l'altro....

A) Al documento degli indirizzi generali di governo e al rapporto sullo stato della città. B) Ai documenti relativi ad attività istruttorie finalizzate alla adozione di provvedimenti di competenza dell'Autorità di P.S. C) Alle situazioni personali familiari dei cittadini risultanti dagli atti dell'anagrafe e dallo stato civile. D) Ai documenti relativi alla sicurezza delle sedi e delle infrastrutture degli uffici del Comune.

3830. Lo Statuto del Comune di Roma prevede l'adozione di azioni positive per la realizzazione della parità tra i sessi volte, tra l'altro, a....

A) Promuovere, con adeguati mezzi di sollecitazione, l'accesso delle donne nei settori con insufficiente rappresentanza femminile. B) Rimuovere tutti gli ostacoli all'accesso ed alla carriera delle donne nel mondo del lavoro, con particolare riguardo al settore

privato. C) Riservare alle donne un congruo numero dei posti nei centri decisionali e nei settori tecnologicamente avanzati. D) Garantire alle donne, a parità di retribuzione, un monte ore annuo, pari almeno a 50 ore, da dedicare alle esigenze della

famiglia. 3831. Lo Statuto del Comune di Roma prevede che gli appartenenti alla comunità cittadina possono presentare al Sindaco....

A) Interpellanze, interrogazioni e petizioni. B) Solo interpellanze e interrogazioni. C) Solo interpellanze e petizioni. D) Interrogazioni, petizioni e mozioni.

3832. A norma di quanto dispone lo Statuto del Comune di Roma il Consiglio comunale è presieduto.... A) Dal Presidente del Consiglio comunale. B) Dal Sindaco. C) Dal Consigliere Anziano. D) Dal Presidente della Giunta comunale.

3833. Il carattere di pubblicità delle deliberazioni dei Municipi del Comune di Roma è assicurato.... A) Mediante affissione all'Albo del Municipio e all'Albo Pretorio del Comune. B) Mediante pubblicazione nel Bollettino Ufficiale. C) Mediante avvisi affissi nel territorio provinciale. D) Mediante affissione nell'albo pretorio della Regione.

3834. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che il Consiglio comunale.... A) Esercita le potestà conferitegli dalle leggi e dallo Statuto nel rispetto dei principi costituzionali. B) Procede alla convocazione della Giunta comunale determinandone l'ordine del giorno. C) Sovrintende all'espletamento delle funzioni conferitegli dallo Stato e dalla Regione. D) Conferisce gli incarichi di direzione e procede alla revoca degli stessi.

3835. I Presidenti dei Municipi del Comune di Roma.... A) Sono eletti a suffragio universale e diretto. B) Sono eletti dal Consiglio comunale. C) Sono designati dal Sindaco. D) Sono eletti dai rispettivi Consigli dei Municipi.

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3836. Quale ufficio del Comune di Roma promuove iniziative volte a favorire l'esercizio dei diritti di informazione e

partecipazione da parte delle persone svantaggiate, emarginate o discriminate? A) L'Ufficio Diritti dei Cittadini. B) L'Ufficio del Difensore Civico. C) L'Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale. D) Tutti gli uffici dell'Amministrazione comunale.

3837. Al fine di garantire e promuovere le pari opportunità per le donne il Comune di Roma adotta piani di azioni positive, volte, tra l'altro, a....

A) Operare la ricognizione degli ostacoli all'accesso ed alla carriera delle donne nel mondo del lavoro. B) Garantire alle donne, a parità di retribuzione, un monte ore annuo, pari almeno a 100 ore, da dedicare alla famiglia. C) Garantire alle donne l'estensione della maternità fino ad un massimo di 48 mesi dalla data di concepimento. D) Riservare alle donne almeno il 45% dei posti assegnati ai corsi di formazione e di aggiornamento professionali.

3838. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che i Municipi con regolamento possono disciplinare.... A) La promozione di organismi di partecipazione su base di rione, quartiere o borgata. B) Gli atti di competenza del Presidente del Municipio. C) Il numero dei componenti la Giunta del Municipio. D) La durata in carica dei Consiglieri del Municipio.

3839. Chi garantisce l'imparzialità e il buon andamento dell'Amministrazione del Comune di Roma in quanto organo di tutela e difesa degli appartenenti alla comunità cittadina?

A) Difensore Civico. B) Presidente del Consiglio comunale. C) Presidente della Giunta comunale. D) Segretario Generale.

3840. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che il Consiglio comunale.... A) Può disporre, anche avvalendosi di altre autorità indipendenti, lo svolgimento di indagini amministrative su questioni di

interesse locale. B) É l'organo elettivo a cui è attribuita la responsabilità dell'amministrazione del Comune e la rappresentanza legale dell'ente. C) Sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici impartendo le necessarie direttive alla Giunta. D) Provvede alla nomina e alla revoca dei rappresentanti del Comune presso enti, istituzioni ed altri soggetti che gestiscono servizi

pubblici. 3841. Nel Comune di Roma quale organo ha il potere di vietare l'esibizione di determinati documenti amministrativi

attraverso un provvedimento temporaneo e motivato? A) Il Sindaco. B) La Giunta. C) Il Consiglio. D) Il Segretario Generale.

3842. Il Collegio dei revisori dei conti dell'amministrazione comunale di Roma.... A) Esercita la vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria, economica, patrimoniale e fiscale della gestione. B) Ha la facoltà di esprimere pareri unicamente in materia di variazioni di bilancio. C) NON può esprimere pareri nè sulla proposta di bilancio di previsione, nè sui documenti ad esso allegati. D) Esercita una funzione di controllo su tutti gli atti deliberati dagli organi di governo dell'Amministrazione comunale.

3843. Per garantire la massima informazione sulle attività del Comune di Roma ed assicurare il diritto di accesso ai documenti amministrativi, l'Amministrazione promuove l'istituzione.....

A) Degli Uffici relazioni con il pubblico. B) Degli Uffici del difensore civico. C) Degli Uffici per i diritti dei cittadini. D) Degli Uffici dipartimentali.

3844. Lo Statuto del Comune di Roma dispone che ai cittadini NON residenti nel Comune, che godono dei diritti di elettorato attivo e nello stesso esercitano la propria attività prevalente di lavoro....

A) Si applicano i diritti connessi agli strumenti di partecipazione dei cittadini, salvo quanto previsto in materia di referendum e di azione popolare.

B) NON si applicano i diritti connessi agli strumenti di partecipazione che sono garantiti solo ai cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune.

C) Si applicano come a chiunque altro e senza alcuna limitazione i diritti connessi agli strumenti di partecipazione dei cittadini. D) NON si applicano i diritti connessi agli strumenti di partecipazione dei cittadini, salvo quanto previsto in materia di referendum

e di azione popolare. 3845. Quale tra le seguenti affermazioni corrisponde ad un principio sancito dalla Costituzione italiana, in materia di diritti e

doveri dei cittadini? A) La Repubblica protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo. B) L'ammissione ai vari gradi dell'istruzione scolastica avviene per titoli. C) La Repubblica ammette distinzioni tra i cittadini basate sulle condizioni sociali. D) La Repubblica riconosce il diritto allo studio anche a coloro che sono privi di mezzi anche se non capaci e meritevoli.

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3846. In base ai principi dettati all'art. 30 della Costituzione il riconoscimento dei figli naturali:

A) Comporta gli stessi diritti e doveri previsti per i figli legittimi. B) Li equipara ai figli adottivi. C) Non comporta vincoli di parentela con i collaterali. D) É prerogativa esclusiva dei figli nati in costanza di matrimonio.

3847. L'Associazione Europea dei Genitori ha emanato la Carta dei Diritti e delle Responsabilità relativa: A) All'educazione dei figli. B) Alla salute dei figli. C) Alle politiche per il tempo libero. D) Agli spazi aggregativi cittadini.

3848. Quale fonte legislativa riconosce ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi?

A) La Costituzione all'art. 34. B) La legge che ha riformato l'ordinamento delle scuole. C) La Costituzione all'art. 74. D) La Legge che ha delegato le competenze sull'istruzione alle Regioni.

3849. Conformemente a quanto affermato dalla Costituzione italiana: A) La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme. B) La scuola è aperta solo ai capaci e ai meritevoli. C) Tutti i lavoratori hanno diritto, per ciascun anno, ad almeno 10 giorni di ferie retribuite. D) L'istruzione inferiore, impartita per almeno tredici anni, è obbligatoria è gratuita.

3850. Conformemente a quanto affermato dalla Costituzione italiana hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione:

A) Gli enti e i privati, senza oneri per lo Stato. B) Gli enti e i privati, anche con oneri a carico dello Stato. C) Gli enti locali. D) Le associazioni culturali, anche con oneri a carico dello Stato.

3851. In quale delle seguenti materie, il nuovo art. 117 Cost. attribuisce allo Stato potestà legislativa esclusiva? A) Norme generali sull'istruzione. B) Tutela e sicurezza del lavoro. C) Protezione civile. D) Governo del territorio.

3852. Tutti i cittadini - recita la Costituzione all'art. 3 - hanno pari dignità sociale e: A) Sono eguali davanti alla legge. B) Hanno gli stessi doveri ma diritti diversi. C) Sono eguali davanti alla giustizia. D) Godono delle stesse tutele.

3853. Le Carte dei Servizi degli asili nido si ispirano a principi sanciti dalla Costituzione Italiana in base ai quali le P.A. si impegnano:

A) Ad assicurare standard condivisi di qualità nei servizi pubblici che vengono erogati. B) Ad assicurare il miglior rapporto qualità/prezzo nei servizi pubblici che vengono erogati. C) A garantire il rispetto delle norme di sicurezza previste dalla legge 626/94. D) Ad accogliere tutte le richieste d'iscrizione ad un asilo-nido.

3854. La Costituzione italiana, all'art. 31, assegna alla Repubblica il preciso dovere di: A) Proteggere la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo. B) Garantire l'educazione e l'istruzione a tutti i bambini. C) Proteggere i cittadini stranieri, specie se minori, da qualsiasi forma di discriminazione. D) Garantire a tutti i bambini una famiglia, d'origine o adottiva.

3855. Afferma la Costituzione italiana che: A) La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità. B) L'istruzione inferiore, impartita per almeno dieci anni, è obbligatoria e gratuita. C) La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dagli accordi contrattuali. D) É dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, solo se nati dal matrimonio.

3856. Sancisce la Costituzione italiana che i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica come rende effettivo questo diritto?

A) Con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. B) Con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per sorteggio. C) Solo con borse di studio che devono essere attribuite per concorso. D) Solo con assegni alle famiglie attribuite per sorteggio.

3857. Gli art. 33 e 34 della Costituzione sono dedicati al diritto all'istruzione. Indicare quale tra le seguenti affermazioni NON corrisponde ad un corretto principio sancito dalla Costituzione.

A) Riconoscimento del diritto di studio solo a coloro che sono privi di mezzi, purché capaci e meritevoli. B) Istituzione di scuole statali per tutti gli ordini e gradi. C) Libertà di istituzione di scuole da parte di enti o privati.

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D) Obbligatorietà e gratuità della scuola dell'obbligo. 3858. Le strutture pubbliche per l'infanzia:

A) Favoriscono l'interazione formativa con le famiglie. B) Assolvono a una funzione assistenziale primaria. C) Sono titolari di tutte le funzioni educative. D) Costituiscono un rimedio all'impossibilità dell'educazione familiare.

3859. La questione dell'istruzione, come diritto di cittadinanza universalistico, ha portato alla definizione di un curriculum scolastico minimo e omogeneo per tutti, quale:

A) La scuola dell'obbligo. B) La scuola primaria. C) La scuola materna ed elementare. D) La scuola per l'inserimento sociale.

3860. Il diritto per le madri lavoratrici, un tempo denominato "astensione obbligatoria", si chiama ora: A) Congedo di maternità. B) Congedo parentale. C) Congedo per malattia. D) Congedo straordinario.

3861. Quale tra le seguenti affermazioni NON è un corretto principio previsto dalla Costituzione nei rapporti relativi al mondo della scuola?

A) Obbligatorietà e gratuità della scuola per ogni ordine e grado. B) Libertà di insegnamento. C) Riconoscimento del diritto di studio anche per coloro che sono privi di mezzi, purché capaci e meritevoli. D) Libero accesso all'istruzione scolastica senza alcuna discriminazione.

3862. In virtù dell'articolo 33 della Costituzione, la legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole NON statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse:

A) Piena libertà. B) Autonomia finanziaria. C) Uno status speciale. D) Finanziamenti adeguati.

3863. In tema di istruzione, la Costituzione: A) Ammette il pluralismo nell'ambito delle istituzioni scolastiche, senza oneri per lo Stato. B) Garantisce la libertà della scuola, ma NON la libertà di insegnamento per tutelare la formazione familiare degli alunni. C) Stabilisce che la legge possa imporre un determinato indirizzo politico o ideologico agli scienziati, agli artisti e agli insegnanti. D) Garantisce il diritto allo studio rendendolo effettivo con l'attribuzione, a semplice richiesta, di borse di studio.

3864. Indicare quale affermazione corrisponde ad un principio dettato dalla Costituzione in tema di rapporti etico-sociali. A) I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. B) Spetta al marito la determinazione dell'indirizzo della vita familiare. C) I genitori hanno il dovere di educare ed istruire i figli, solo se nati nel matrimonio. D) La legge regola le forme di discriminazione tra cittadini e stranieri nell'accesso all'istruzione scolastica.

3865. In virtù dell'articolo 31 della Costituzione, la Repubblica agevola la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi:

A) Con misure economiche e altre provvidenze. B) Con misure di carattere esclusivamente NON economico. C) Con misure economiche stabilite annualmente. D) Con interventi di sostegno all'obbligo scolastico.

3866. Indicare quale dei seguenti principi è coerente con le disposizioni costituzionali in tema di istruzione scolastica. A) Obbligatorietà e gratuità dell'istruzione dell'obbligo, per garantire uno standard culturale a tutti. B) Detenzione da parte dello Stato del monopolio della istituzione di scuole e corsi di istruzione. C) Libera istituzione di scuole, di qualsiasi tipo, anche con oneri per lo Stato. D) Obbligatoria parificazione delle scuole istituite da enti o privati alle scuole gestite dallo Stato.

3867. L'articolo 34 della Costituzione dispone che, per consentire ai meritevoli privi di mezzi di raggiungere i gradi più alti degli studi, sono previste borse di studio e altre provvidenze che:

A) Devono essere attribuite per concorso. B) Possono essere attribuite per concorso. C) Devono essere attribuite in base a sorteggio. D) Sono elargite a chiunque ne faccia richiesta.

3868. In tema di rapporti etico-sociali e con particolare riferimento al diritto allo studio, la Costituzione: A) Prevede che le scuole private, qualora offrano determinate garanzie, possano ottenere la parificazione con quelle statali. B) Stabilisce il principio della obbligatoria parificazione delle scuole private a quelle statali. C) Afferma che lo Stato ha facoltà di imporre un determinato indirizzo politico o ideologico agli scienziati, artisti e insegnanti. D) Riconosce alle scuole private il diritto di pretendere aiuti finanziari da parte dello Stato e degli Enti locali.

3869. Quale affermazione corrisponde ad un principio dettato dalla Costituzione in tema di rapporti etico-sociali? A) La Repubblica protegge l'infanzia e favorisce gli istituti necessari a tale scopo. B) La legge fissa l'età minima del lavoro al compimento dei 13 anni. C) La Repubblica tutela la salute come fondamentale interesse dell'individuo.

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D) La parificazione delle scuole istituite da privati NON è legata a valutazioni tecniche. 3870. In tema di istruzione, la Costituzione:

A) Afferma che la scuola è aperta a tutti, garantendo il diritto allo studio per i capaci e i meritevoli su un piano sostanziale. B) Riconosce agli enti religiosi che istituiscono scuole il diritto di ottenere annualmente finanziamenti dagli enti locali. C) Stabilisce la obbligatoria parificazione, NON legata a valutazioni tecniche, delle scuole private alle scuole gestite dallo Stato. D) Stabilisce che le istituzioni di alta cultura, università e accademie, NON possono darsi ordinamenti autonomi.

3871. Secondo l'articolo 33 della Costituzione, la Repubblica istituisce scuole statali: A) Per tutti gli ordini e gradi. B) Per la scuola dell'obbligo. C) Per la formazione superiore. D) Per la scuola d'infanzia.

3872. Secondo l'articolo 33 della Costituzione, la legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole NON statali che chiedono la parità, deve assicurare agli alunni di queste un trattamento scolastico:

A) Equipollente a quello degli alunni di scuole statali. B) Differenziato rispetto a quello degli alunni di scuole statali. C) Autonomo rispetto a quello degli alunni delle scuole statali. D) Più selettivo rispetto a quello degli alunni delle scuole statali.

3873. Per i genitori, mantenere, istruire ed educare i figli è: A) Un diritto e un dovere, anche nei confronti di figli nati fuori dal matrimonio. B) Un dovere, nei confronti dei soli figli nati nel matrimonio. C) Un diritto relativamente ai soli figli nati nel matrimonio. D) Un dovere nei confronti dei figli legittimi, un diritto nei confronti dei figli naturali.

3874. L'articolo 30 della Costituzione prevede che la legge assicuri ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale:

A) Compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. B) Se la famiglia legittima è costituita da un numero di soggetti NON superiore a cinque. C) Legata all'esercizio della potestà genitoriale. D) Sancita dalla Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo.

3875. Indicare quale affermazione corrisponde ad un principio dettato dalla Costituzione in tema di rapporti etico-sociali. A) Nei casi di incapacità dei genitori la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. B) Nei contrasti su questioni di particolare importanza relative all'educazione della prole, solo la madre può ricorrere al giudice. C) La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio o sulla convivenza. D) Le istituzioni di alta cultura NON hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi.

3876. L'articolo della Costituzione in base al quale la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione, è inserito nel Titolo II Parte Prima, dedicato:

A) Ai rapporti etico-sociali. B) Ai rapporti civili. C) Ai rapporti economici. D) Ai rapporti politici.

3877. La Costituzione, in tema di tutela dei minori sul lavoro, dispone che: A) La legge stabilisce il limite minimo d'età per il lavoro salariato. B) L'orario di lavoro può eccezionalmente essere incompatibile con gli obblighi scolastici. C) L'orario massimo di lavoro è stabilito in 4 ore giornaliere per i ragazzi liberi da obblighi scolastici. D) Ai minori NON spetta una tutela previdenziale se la loro prestazione è fornita violando le disposizioni sull'età minima.

3878. Lo Stato garantisce non solo la libertà di insegnamento, ma anche la libera gestione dell'istruzione. In particolare: A) Lo Stato NON ha il monopolio della istituzione di scuole e corsi di istruzione, sia di cultura generale che tecnico-professionale. B) La Costituzione stabilisce i criteri per la composizione numerica delle classi per la scuola dell'obbligo. C) Chiunque può istituire scuole, di qualsiasi tipo, per impartire qualunque tipo di istruzione, anche con oneri per lo Stato. D) La Costituzione dispone che l'istruzione obbligatoria, caratterizzata dalla gratuità del servizio, è impartita per almeno sei anni.

3879. Secondo l'articolo 34 della Costituzione, l'istruzione inferiore, impartita per almeno 8 anni, è: A) Obbligatoria e gratuita. B) Facoltativa e gratuita. C) Obbligatoria e onerosa. D) Facoltativa e onerosa.

3880. In seguito alla ripartizione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali, in materia di istruzione scolastica, i compiti connessi all'istituzione, soppressione e aggregazione di scuole sono:

A) Trasferiti agli enti locali. B) Trasferiti alle Regioni. C) Di esclusiva competenza statale. D) Delegati dallo Stato ai Comuni per ogni grado di scuola.

3881. La Costituzione italiana dispone che "la legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio: A) Ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima". B) La medesima tutela sociale riconosciuta ai membri della famiglia legittima". C) La sola tutela giuridica compatibile con le esigenze degli appartenenti alla famiglia legittima". D) La tutela giuridica e sociale che spetterebbe loro se nati in costanza di matrimonio".

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3882. L'articolo 31 della Costituzione stabilisce che sia la Repubblica a:

A) Proteggere la maternità, l'infanzia e la gioventù. B) Sostenere l'ampliamento del nucleo familiare. C) Garantire l'assolvimento dell'obbligo scolastico per i minori. D) Assicurare alla famiglia i mezzi necessari per l'educazione dei figli se minorenni.

3883. La Costituzione, all'articolo 30, dispone che è dovere dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli: A) Anche se nati fuori dal matrimonio. B) Salvo se nati fuori dal matrimonio. C) Se legittimati all'atto del matrimonio. D) Se riconosciuti all'atto del matrimonio.

3884. In virtù dell'articolo 31 della Costituzione, la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia, con particolare riguardo:

A) Alle famiglie numerose. B) Alle famiglie monoreddito. C) Alle famiglie con minori. D) Alle famiglie formate da almeno 4 soggetti.

3885. Indicare quale affermazione NON è conforme a quanto dettato dalla Costituzione in tema di rapporti etico-sociali. A) La Repubblica rende effettivo il diritto allo studio per i primi 8 anni solo per i capaci e meritevoli. B) É un dovere ed un diritto dei genitori mantenere i figli nati fuori del matrimonio. C) Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi. D) La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale.

3886. Secondo i principi enunciati nell'articolo 30 della Costituzione, mantenere, istruire ed educare i figli è: A) Dovere e diritto dei genitori. B) Dovere del padre. C) Diritto della famiglia. D) Dovere e diritto della famiglia.

3887. Tra i doveri e gli oneri dell'ente gestore del nido, figura la stipula di: A) Un'assicurazione in favore di tutti i bambini accolti nella struttura. B) Una convenzione per l'assistenza sanitaria ai bambini portatori di handicap. C) Un protocollo operativo con l'équipe socio-psico-pedagogica del Municipio. D) Un protocollo d'intesa con i servizi territoriali per le vaccinazioni.

3888. L'articolo 31 della Costituzione dispone che sia la Repubblica a proteggere la maternità, l'infanzia e la gioventù: A) Favorendo gli istituti necessari a tale scopo. B) Sostenendo le spese per l'istruzione dei figli. C) Finanziando i programmi di scolarizzazione. D) Con la sola elargizione di sussidi economici.

3889. Quale articolo della Costituzione stabilisce che i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi?

A) L'articolo 34. B) L'articolo 6. C) L'articolo 10. D) L'articolo 16.

3890. La Costituzione dispone che la Repubblica protegge, favorendo gli istituti necessari a tale scopo,: A) La maternità, l'infanzia e la gioventù. B) La maternità, l'infanzia e la gioventù fino ai 14 anni. C) L'infanzia, la maternità e la paternità solo nel matrimonio. D) L'infanzia, l'adolescenza e la maternità entro i 40 anni.

3891. Secondo l'articolo 33 della Costituzione, la Repubblica stabilisce: A) Le norme generali sull'istruzione. B) I regolamenti di autonomia finanziaria della scuola. C) Finanziamenti obbligatori per le scuole private. D) L'obbligo scolastico fino al 16° anno d'età.

3892. In applicazione di quanto è previsto dalla Costituzione in tema di rapporti etico-sociali e con particolare riferimento al diritto allo studio, è corretto affermare che:

A) La scuola privata NON ha nessun diritto di pretendere aiuti finanziari dallo Stato. B) L'istruzione inferiore è obbligatoria e deve essere impartita per almeno sette anni. C) La Repubblica rende effettivo il diritto allo studio solo per i capaci e meritevoli. D) NON sono ammesse discriminazioni tra cittadini e stranieri se NON al di fuori della scuola dell'obbligo.

3893. Cosa dispone la Costituzione italiana in merito alla ricerca della paternità? A) La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità. B) NON è consentita la ricerca della paternità oltre il compimento del diciottesimo anno di età. C) La ricerca della paternità NON deve essere in alcun modo condizionata né sottoposta a limiti dalla legge. D) La Repubblica ostacola a garanzia dell'unità familiare la ricerca della paternità.

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3894. La "Carta dei servizi educativi 0-3 anni" ha come fonte di ispirazione fondamentale:

A) L'art. 3 della Costituzione. B) L'art. 37 della Costituzione. C) Le disposizioni del codice civile sulla potestà dei genitori. D) La legge che ha delegato le norme generali sull'istruzione alla potestà esclusiva regionale.

3895. Secondo l'articolo 33 della Costituzione, Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, purché essi siano:

A) Senza oneri per lo Stato. B) Dipendenti da istituzioni religiose. C) Indipendenti da istituzioni religiose. D) Con oneri minimi per lo Stato.

3896. Conformemente a quanto affermato dalla Costituzione italiana, una delle materie affidate alla legislazione regionale concorrente è:

A) L'istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale. B) La determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti. C) Il diritto di asilo e la condizione giuridica dei cittadini di Stati NON appartenenti all'Unione europea. D) La tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali, la previdenza sociale e l'immigrazione.

3897. In virtù dell'articolo 34 della Costituzione, la scuola è: A) Aperta a tutti. B) Obbligatoria fino alla maggiore età. C) Libera, laica e obbligatoria fino a 16 anni. D) Gratuita solo per i più meritevoli.

3898. La Costituzione italiana riconosce che è diritto e dovere dei genitori nei confronti dei figli: A) Mantenerli, istruirli ed educarli. B) Mantenerli, sostenerli ed educarli se legittimi. C) Istruirli, educarli e proteggerli se nati nel matrimonio. D) Mantenerli, istruirli ed educarli solo fino ai 18 anni.

3899. La Carta dei servizi educativi 0-3 anni indica tra le finalità del nido quella di offrire ai bambini un luogo di socializzazione e di stimolo delle loro potenzialità cognitive, affettive e sociali, nella prospettiva del loro benessere e del loro armonico sviluppo. Tale documento ha un fondamento nella Costituzione?

A) La Carta dei servizi ha come fondamentale fonte ispiratrice le disposizioni dell'art. 3 della Costituzione e, per quanto in essi pertinente, gli artt. 33 e 34.

B) La Carta dei servizi ha come fondamentale fonte ispiratrice le disposizioni del codice civile in materia di filiazione. C) La Carta dei servizi ha come fonte di ispirazione esclusiva le disposizioni degli artt. 33 e 34 della Costituzione. D) La Carta dei servizi è stata emanata unicamente in applicazione dell'art. 117 della Costituzione che indica l'istruzione come

materia di legislazione concorrente. 3900. Secondo quanto disposto dalla Costituzione in tema di istruzione e diritto allo studio, è corretto affermare che:

A) Lo Stato sostiene con borse di studio e altre forme di assistenza i ragazzi di famiglia disagiata capaci di proseguire gli studi nella scuola media superiore o all'università.

B) Solo in casi eccezionali e individuati dalla legge è prescritto un esame di Stato per la conclusione dei vari ordini e gradi di scuole.

C) Le scuole istituite da enti religiosi devono ottenere dallo Stato garanzia di copertura finanziaria per far fronte alle loro esigenze organizzative.

D) É consentito operare una discriminazione tra cittadini e stranieri nell'ambito dell'accesso all'istruzione scolastica quando ciò sia richiesto a tutela della sicurezza pubblica.

3901. La Costituzione detta principi in materia di istruzione scolastica, tra i quali, il principio: A) Del libero accesso all'istruzione scolastica, senza alcuna discriminazione tra cittadini e stranieri. B) Della libera istituzione di scuole di ogni ordine e grado da parte di enti solo se laici. C) Del riconoscimento del diritto allo studio a chi è privo di mezzi unicamente mediante borse di studio. D) Della totale impossibilità di parificazione delle scuole private a quelle statali.

3902. La Costituzione detta principi in materia di istruzione scolastica, tra i quali: A) Il principio della presenza di scuole statali per tutti gli ordini e gradi dell'istruzione. B) Il principio dell'obbligatorietà, ma NON della gratuità, dell'istruzione dell'obbligo. C) Il principio della parificazione obbligatoria di scuole private e statali. D) Il principio della libera istituzione di scuole da parte di enti o privati solo se religiosi.

3903. Secondo l'articolo 34 della Costituzione, l'istruzione inferiore è obbligatoria e gratuita: A) Per almeno 8 anni. B) Fino al compimento del sedicesimo anno di età. C) Per almeno 5 anni. D) Fino al raggiungimento dell'autonomia economica.

3904. Nell'ambito di una politica di forte decentramento amministrativo, alle Regioni sono state trasferite le funzioni relative: A) All'offerta formativa integrata e alla determinazione del calendario scolastico. B) All'istituzione, soppressione e aggregazione di scuole. C) Alle norme generali sull'istruzione e sulla previdenza sociale. D) Alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali.

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3905. In tema di istruzione, la Costituzione: A) Garantisce sia la libertà di insegnamento sia la libertà della scienza e dell'arte. B) Prevede per la scuola dell'infanzia una durata biennale. C) Attribuisce alla scuola autonomia didattica ma NON autonomia finanziaria. D) Ammette discriminazioni tra cittadini e stranieri nell'accesso all'istruzione scolastica.

3906. La Costituzione affida la materia dell'istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale,:

A) Alla legislazione regionale concorrente. B) Alla potestà legislativa esclusiva dello Stato. C) Alla potestà legislativa propria dei Comuni. D) Alla potestà legislativa residuale spettante alle Regioni.

3907. Nell'ambito dell'istruzione scolastica il decentramento amministrativo ha realizzato ripartizioni di competenze e trasferimenti di funzioni tra Stato, Regioni ed enti locali. In particolare:

A) I compiti connessi ai piani di utilizzazione degli edifici scolastici e delle attrezzature sono trasferiti agli enti locali. B) Le funzioni relative alla programmazione territoriale del servizio di istruzione sono di competenza degli enti locali. C) La determinazione del calendario scolastico è rimessa alla competenza esclusiva degli enti locali. D) Le attività di istituzione, soppressione ed aggregazione di scuole sono di esclusiva competenza regionale.

3908. Per gestione sociale del nido si intende l'insieme delle attività finalizzate a: A) Definire contenuti, caratteristiche e funzionamento della struttura. B) Disporre regolamenti, direttive e orari della struttura. C) Verificare l'idoneità del programma educativo della struttura. D) Promuovere e affermare una cultura dell'infanzia in ambito municipale.

3909. Il Segretariato Generale del Comune di Roma: A) É articolato in Direzioni ed organizzato con determinazione del Segretario Generale. B) É articolato in Dipartimenti ed organizzato con determinazione del Sindaco. C) É articolato in Agenzie ed organizzato con determinazione del Capo di Gabinetto. D) É articolato in Divisioni ed organizzato con determinazione del Direttore generale.

3910. Il Regolamento sull'ordinamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Roma all'art. 1 elenca i criteri ai quali l'organizzazione deve essere ispirata, tra i quali rientra:

A) La pubblicità e la trasparenza e l'articolazione per funzioni e finalità omogenee. B) L'accorpamento in capo ad un unico organo delle responsabilità politiche e delle responsabilità gestionali. C) La rigidità organizzativa in rapporto alle esigenze ed alla potenzialità delle comunità locali. D) La subordinazione e la dipendenza funzionale dei dirigenti.

3911. Il Segretario Generale del Comune di Roma: A) Svolge compiti di assistenza tecnico-giuridica nei confronti del Sindaco, della Giunta e del Consiglio. B) Si occupa della gestione finanziaria dell'amministrazione comunale. C) Deve essere nominato tra personale dipendente dall'amministrazione stessa. D) Svolge funzioni ispettive e di accertamento sull'attività dell'amministrazione comunale.

3912. Il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma indica tra i criteri ai quali l'organizzazione deve essere ispirata:

A) La distinzione tra le responsabilità politiche, di indirizzo e controllo, e le responsabilità gestionali. B) L'articolazione per funzioni e finalità anche se non omogenee. C) La valorizzazione dei collaboratori esterni. D) L'organizzazione degli uffici per la gestione ordinaria, rimandando al Consiglio la gestione degli imprevisti e delle emergenze.

3913. Nel Comune di Roma la gestione dei servizi pubblici locali è organizzata: A) In forme che assicurino livelli ottimali di efficacia, efficienza ed economicità. B) In forme autonome ma in linea con la legislazione regionale e provinciale in materia. C) In forme che assicurino il pieno utilizzo delle risorse comunitarie stanziate. D) In forme che assicurino la maggiore ottimizzazione possibile delle risorse comunitarie stanziate.

3914. Il regolamento del Comune di Roma sull'ordinamento degli Uffici e dei Servizi prevede che l'organizzazione degli uffici e dei servizi sia ispirata alla valorizzazione:

A) Delle professionalità, delle competenze e dell'impegno di tutto il personale. B) Dei dirigenti e dei funzionari per il ruolo che svolgono. C) Degli addetti alle segreterie degli Assessori per il ruolo che svolgono. D) Di tutto il personale di concetto.

3915. Al fine di migliorare l'efficienza e l'efficacia dell'azione amministrativa, la Giunta del Comune di Roma può: A) Attribuire specifiche funzioni o competenze ai Dipartimenti e agli Uffici extradipartimentali. B) Accorpare Dipartimenti e Uffici extradipartimentali periferici. C) Costituire nuovi Dipartimenti nelle aree periferiche della città. D) Sopprimere Dipartimenti e Uffici extradipartimentali periferici.

3916. Nel Comune di Roma i Dipartimenti, gli Uffici extradipartimentali e i Municipi, al loro interno possono essere articolati: A) In unità organizzative. B) In sezioni tematiche. C) In uffici organizzativi. D) In comparti tematici.

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3917. Prevede il Regolamento sull'ordinamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Roma che i Dirigenti in relazione agli obiettivi dell'ente, della correttezza amministrativa, dell'efficienza e dei risultati di gestione:

A) Sono direttamente responsabili, in via esclusiva. B) Hanno responsabilità limitata al lavoro parzialmente svolto. C) NON sono assoggettati a responsabilità amministrativa. D) Sono responsabili limitatamente alle Direttive espresse dal Sindaco e dalla Giunta.

3918. I dirigenti dell'amministrazione del Comune di Roma, sono responsabili: A) Del corretto e tempestivo raggiungimento degli obiettivi assegnati. B) Del raggiungimento degli obiettivi assegnati nei tempi e nei modi discrezionamente stabiliti. C) Del decoro del personale impiegato per il raggiungimento degli obiettivi assegnati. D) Della congruenza degli obiettivi assegnati con il programma di governo del Comune.

3919. La macrostruttura del Comune di Roma è articolata in: A) Dipartimenti, Uffici extradipartimentali e Municipi. B) Dipartimenti, Uffici extradipartimentali e Unità organizzative. C) Dipartimenti, Municipi e Direzioni di area. D) Segretariato generale, Uffici extradipartimentali e Dipartimenti.

3920. Il Regolamento sull'ordinamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Roma all'art. 1 elenca i criteri ai quali l'organizzazione deve essere ispirata. Indicare quale tra i seguenti è un corretto criterio.

A) Semplicità ed economicità dell'azione amministrativa e della gestione dei servizi. B) Inflessibilità organizzativa in rapporto alle esigenze ed alla potenzialità delle comunità locali. C) Articolazione per funzioni e finalità anche se non omogenee. D) Accorpamento in capo ad un unico organo delle responsabilità politiche, di indirizzo e controllo e delle responsabilità

gestionali. 3921. Per l'espletamento delle sue funzioni, il sindaco del Comune di Roma si avvale:

A) Del Capo di Gabinetto, del Segretario Generale e, se nominato, del Direttore Generale. B) Dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale. C) Della Giunta comunale. D) Del solo Capo di Gabinetto, suo assistente personale.

3922. Nell'ambito del sistema di controlli interni operati dal Comune di Roma, le verifiche di regolarità amministrativa e contabile sono finalizzate:

A) A garantire la legittimità, la regolarità e la correttezza dell'azione amministrativa. B) A perseguire gli illeciti amministrativi di carattere finanziario segnalati dalla magistratura. C) A garantire il minor utilizzo possibile delle dotazioni finanziarie dell'ente. D) A perseguire il maggior utilizzo possibile delle dotazioni finanziarie dell'ente.

3923. Al Gabinetto del Sindaco del Comune di Roma è attribuito il compito di.... A) Coadiuvare il Sindaco nell'esercizio delle sue funzioni. B) Verificare la conformità degli atti del Sindaco rispetto allo statuto comunale. C) Vagliare la copertura economica degli atti emanati dal Sindaco. D) Svolgere funzioni di controllo ispettivo nei confronti del Sindaco.

3924. Nell'ambito del sistema di controlli interni operati dal Comune di Roma, le attività di controllo di gestione sono finalizzate:

A) A ottimizzare il rapporto tra costi e risultati dell'azione amministrativa. B) A verificare e sanzionare eventuali comportamenti illeciti da parte della dirigenza. C) A ottimizzare i tempi dell'azione amministrativa, anche a discapito dell'economicità. D) A verificare e censurare eventuali comportamenti illeciti da parte dei dipendenti.

3925. Nell'ambito del sistema di controlli interni operati dal Comune di Roma, le attività di controllo strategico sono finalizzate a valutare:

A) Le scelte compiute in termini di congruenza tra risultati conseguiti e obiettivi assegnati. B) I comportamenti dei dipendenti in relazione ai risultati conseguiti e agli obiettivi assegnati. C) I comportamenti della dirigenza in relazione ai risultati conseguiti e agli obiettivi assegnati. D) Le scelte compiute dall'amministrazione in termini di efficacia, efficienza ed economicità.

3926. Il Dipartimento XI (Politiche educative e scolastiche) del Comune di Roma si occupa in particolare.... A) Di programmazione organizzativa e gestionale del sistema educativo-scolastico per l'infanzia da 0 a 6 anni. B) Della programmazione e promozione delle attività ed erogazione dei servizi nel campo dello sport e delle politiche giovanili. C) Della gestione dei progetti di reinserimento occupazionale e di borse lavoro. D) Di fornire supporto tecnico al Quadro cittadino di sostegno per promuovere la capacità di progettare e investire dei municipi

romani. 3927. Il Segretario Generale del Comune di Roma:

A) É nominato dal Sindaco. B) É eletto dal Consiglio. C) É scelto tra i componenti della Giunta. D) É nominato dal Direttore generale.

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3928. A norma di quanto dispone il Regolamento sull'ordinamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Roma, i dirigenti sono responsabili del corretto e tempestivo raggiungimento degli obiettivi loro assegnati dagli organi di governo?

A) Si, ed in caso di inosservanza delle direttive possono essere revocati dall'incarico dirigenziale. B) No, la responsabilità è sempre assegnata agli stessi organi di governo. C) Sono responsabili del corretto e tempestivo raggiungimento degli obiettivi solo i dirigenti apicali. D) No, la responsabilità per il mancato raggiungimento degli obiettivi è sempre attribuita al Direttore Generale e/o agli assessori.

3929. Nell'ambito della macrostruttura del Comune di Roma, gli Uffici extradipartimentali, sono costituiti in relazione: A) A specifici compiti o alla necessità di curare programmi o progetti speciali di rilevante importanza. B) Al numero dei Dipartimenti, alle loro competenze e alla loro distribuzione geografica. C) Alla quantità di personale a disposizione dell'amministrazione comunale. D) Al numero degli assessorati, alle loro funzioni e competenze.

3930. Il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma attribuisce il compito di rogare tutti i contratti nei quali il Comune è parte:

A) Al Segretario Generale. B) Al Sindaco. C) Al Ragioniere generale. D) All'assessore delegato dal Sindaco.

3931. Nel Comune di Roma, sovrintendere al funzionamento degli uffici, dei servizi e all'esecuzione degli atti è funzione propria....

A) Del Sindaco. B) Del Capo di Gabinetto. C) Del Direttore Generale. D) Del Segretario Generale.

3932. Dispone il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma che la Ragioneria Generale.... A) Svolge i compiti di coordinamento e gestione delle attività finanziarie nonché di controllo della regolarità contabile. B) Esprime parere vincolante ai fini della elaborazione dei regolamenti sull'organizzazione del Comune. C) É strutturata in dipartimenti alla direzione di ciascuno dei quali è preposto un vice ragioniere generale. D) Assicura il coordinamento e la supervisione sulla predisposizione di atti deliberativi d'iniziativa dell'Avvocatura.

3933. Il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma dispone che le relazioni sindacali nel Comune hanno l'obiettivo di migliorare....

A) L'efficacia dell'azione amministrativa e la qualità dei servizi erogati. B) I rapporti tra il lavoratore e gli organi di governo dell'Amministrazione. C) Il rapporto tra il lavoratore e il datore di lavoro. D) La qualità della formazione dei dipendenti dell'Amministrazione.

3934. Nel Comune di Roma i Dipartimenti assicurano, per la medesima area funzionale: A) Il coordinamento generale delle attività dei Municipi. B) Il coordinamento generale delle deliberazioni del Consiglio comunale. C) Il coordinamento generale delle attività dei Consiglieri aggiunti dei Municipi. D) Il coordinamento delle funzioni della Giunta municipale.

3935. Nel Comune di Roma la competenza ad assegnare, con direttive, gli obiettivi ai dirigenti apicali spetta.... A) Al Sindaco, alla Giunta e agli assessori, nell'esercizio delle rispettive competenze. B) Al Sindaco, alla Giunta e al Direttore Generale, nell'esercizio delle rispettive competenze. C) Al Sindaco e al Direttore Generale, nell'esercizio delle rispettive competenze. D) Agli assessori e al Ragioniere Generale, nell'esercizio delle rispettive competenze.

3936. Nel quadro del programma amministrativo del Sindaco del Comune di Roma, gli obiettivi sono assegnati ai dirigenti sulla base di direttive scritte emanate:

A) Dal Sindaco, dalla Giunta comunale e dagli Assessori. B) Dalla Giunta comunale, collegialmente intesa, e dai singoli Assessori. C) Esclusivamente dal Sindaco, in quanto personalmente responsabile dell'attività di governo. D) Esclusivamente dalla Giunta comunale, in quanto collegialmente responsabile dell'attività di governo.

3937. Il Comune di Roma organizza i propri uffici e servizi anche secondo il principio di: A) Pari opportunità tra donne e uomini nelle condizioni di lavoro. B) Rigidità organizzativa in relazione alle esigenze e alle potenzialità della comunità locale. C) Separazione tra professionalità maturate nella pubblica amministrazione e quelle in altre esperienze. D) Insindacabilità dell'azione dei dirigenti comunali.

3938. Dispone il Regolamento sull'ordinamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Roma che l'Avvocatura Comunale è organizzata....

A) Dal Capo dell'Avvocatura. B) Dalla Giunta, sentito il Segretario Generale. C) Dal Sindaco con propria ordinanza. D) Con apposito autonomo regolamento.

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3939. A tutela delle pari opportunità tra uomo e donna, la Giunta comunale di Roma costituisce: A) Un apposito Comitato per le Pari Opportunità. B) Un apposito Dipartimento per le Pari Opportunità. C) Un apposito Assessorato per le Pari Opportunità. D) Un'apposita Commissione consiliare per le Pari Opportunità.

3940. Ai sensi del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, il Capo di Gabinetto del Sindaco assiste alle riunioni della Giunta....

A) Con funzioni consultive e referenti. B) Con funzioni di controllo sui membri della Giunta. C) Solo se richiesto dal Sindaco. D) Solo se richiesto dalla maggioranza dei componenti la Giunta.

3941. Il Comune di Roma osserva il principio di pari opportunità tra uomo e donna, applicandolo: A) Alle condizioni di lavoro, all'accesso e alla progressione della carriera, alla formazione professionale. B) Alle sole condizioni di lavoro e ai rapporti con i colleghi di sesso opposto. C) Alla formazione professionale e agli incentivi economici, ma non alla progressione di carriera. D) Alle sole condizioni di accesso e progressione della carriera.

3942. Secondo il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, alle dirette dipendenze degli Assessori:

A) Possono essere costituiti uffici, con specifica ordinanza del Sindaco. B) Non possono essere costituiti uffici, a meno che non vi sia una specifica delibera di Giunta. C) Possono essere costituiti uffici, ma solo per motivi di necessità e urgenza e per un periodo limitato di tempo. D) Non possono essere costituiti uffici, in quanto devono essere utilizzati gli uffici comunali preposti.

3943. A norma di quanto dispone il Regolamento sull'ordinamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Roma, chi nomina il Capo di Gabinetto del Sindaco di Roma?

A) Lo stesso Sindaco. B) Il Gabinetto del Sindaco tra i propri componenti. C) La Giunta su proposta del Sindaco. D) Il Consiglio su proposta del Sindaco.

3944. Secondo il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, il Direttore Generale.... A) Non deve essere obbligatoriamente nominato; le sue funzioni possono anche essere svolte dal Segretario Generale. B) É nominato solo per motivi di necessità e urgenza e per un periodo di tempo determinato. C) Deve essere nominato per garantire l'unità dell'azione amministrativa. D) Deve essere nominato per sovrintendere alle relazioni sindacali.

3945. A norma di quanto dispone il Regolamento sull'ordinamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Roma, il Direttore Generale è nominato....

A) Dal Sindaco. B) Dal Capo di Gabinetto del Sindaco. C) Dal Capo della segreteria del Sindaco. D) Dal Presidente del Consiglio su proposta del Sindaco.

3946. Ai sensi del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma l'Ufficio della Protezione civile fa parte:

A) Degli uffici extradipartimentali. B) Del Segretariato generale. C) Della Sovrintendenza comunale. D) Del Gabinetto del Sindaco.

3947. Il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma indica tra gli obiettivi delle relazioni sindacali:

A) Il miglioramento delle condizioni di lavoro e la crescita professionale del personale dipendente. B) Un ricorso sempre maggiore a professionalità esterne all'Amministrazione comunale. C) Il contenimento al minimo dell'autonomia e della responsabilità dirigenziale. D) Il coordinamento operativo ed informativo con le altre pubbliche amministrazioni.

3948. Il Comune di Roma organizza i propri uffici e assicura la massima qualità dei servizi, anche con riguardo: A) Alla loro accessibilità, specialmente per i disabili. B) Alla loro distribuzione sul territorio comunale. C) Alla loro capacità di accoglienza nei confronti dei cittadini stranieri. D) Alla loro capacità di efficienza.

3949. Nel Comune di Roma la gestione dei servizi pubblici locali è organizzata: A) In forme che assicurino livelli ottimali di efficacia, efficienza ed economicità. B) In forme autonome ma in linea con la legislazione regionale e provinciale in materia. C) In forme che assicurino il pieno utilizzo delle risorse comunitarie stanziate. D) In forme che assicurino la maggiore ottimizzazione possibile delle risorse comunitarie stanziate.

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3950. Il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma dispone che le funzioni di indirizzo propositive, di coordinamento e controllo relativamente a settori di attività o specifici programmi o progetti del Comune anche per assicurare la continuità degli indirizzi gestionali possono essere delegate dal Sindaco:

A) Agli assessori. B) Al Capo di gabinetto. C) Ai Dirigenti Apicali. D) Al Segretario generale.

3951. Il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma dispone che gli Avvocati dell'Avvocatura comunale:

A) Curano tutta l'attività di consulenza giuridico-legale per le materie di competenza. B) Avendo solo funzione consultiva, NON possono mai rappresentare la P.A. in giudizio. C) Sono direttamente responsabili dell'efficienza e dei risultati della gestione economica dell'ente. D) Rogano tutti i contratti nei quali il Comune è parte ed autenticano le scritture private.

3952. Ai sensi del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, il dirigente apicale, secondo le direttive del Sindaco o dell'Assessore competente:

A) Cura la valutazione dei dirigenti ai fini della retribuzione di risultato. B) Tutela l'Amministrazione comunale in tutte le sedi di giustizia. C) Assicura il complessivo buon andamento dell'Avvocatura. D) Cura la verbalizzazione delle riunioni della Giunta.

3953. A norma del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, chi conferisce e revoca gli incarichi di direzione dei Dipartimenti?

A) Il Sindaco. B) Il Segretario generale. C) La Giunta. D) L'Assessore competente.

3954. A norma del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, il sistema dei controlli interni si articola nei seguenti sottoprocessi:

A) Controllo di regolarità amministrativa e contabile, controllo di gestione, controllo strategico e valutazione della dirigenza. B) Controllo di legittimità, controllo di gestione, controllo strategico e controllo di qualità. C) Controllo di regolarità amministrativa e contabile, controllo di merito, controllo di efficienza e valutazione della dirigenza. D) Controllo di correttezza, controllo di gestione, controllo di efficacia e valutazione della dirigenza.

3955. L'ufficio stampa, che opera nell'ambito del Gabinetto del Sindaco di Roma, è costituito da: A) Personale iscritto all'albo nazionale dei Giornalisti. B) Personale necessariamente esterno all'Amministrazione. C) Personale scelto e coordinato dal Vice Sindaco. D) Personale dirigenziale con anzianità NON inferiore a tre anni.

3956. Ai sensi del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, il Segretario Generale: A) Partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza alle riunioni del Consiglio e della Giunta. B) Svolge compiti di coordinamento e gestione delle attività finanziarie dell'Amministrazione comunale. C) Assegna ai dirigenti apicali le risorse economiche destinate alla corresponsione delle indennità dirigenziali di risultato. D) Assicura l'applicazione e il controllo dei contratti di servizio, sulla base delle direttive del Sindaco.

3957. "Ogni struttura organizzativa posta in diretto rapporto con le funzioni e le responsabilità di indirizzo e controllo di un organo politico". Ai fini del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma con tale definizione si indica:

A) Il Dipartimento. B) Il Municipio. C) Il Gabinetto del Sindaco. D) Il Segretario generale.

3958. L'"Ufficio Temporaneo Promozione e Sviluppo delle Politiche educative di rete" del Comune di Roma: A) Opera nel Dipartimento alle Politiche Educative e Scolastiche. B) É stato istituito nel 2000 con l'obiettivo di migliorare la qualità del servizio diretto all'utenza degli asili e della scuola

dell'infanzia. C) É stato soppresso a seguito dalla nuova riorganizzazione del Dipartimento alle Politiche Educative e Scolastiche. D) É stato istituito per garantire l'attuazione della 626/1994 negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia.

3959. Ai sensi del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, la ragioneria generale è diretta dal Ragioniere Generale,:

A) Al quale è assicurata piena autonomia per le funzioni attribuitegli dalla legge. B) Che dipende gerarchicamente e funzionalmente dal Direttore generale. C) Che assicura il generale buon andamento dell'Avvocatura comunale. D) Al quale è attribuito il coordinamento e la supervisione su tutti gli uffici comunali.

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3960. Prevede il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, che le verifiche di regolarità amministrativa e contabile:

A) Sono finalizzate a garantire la legittimità, la regolarità e la correttezza dell'azione amministrativa. B) Sono finalizzate a coadiuvare l'attività di indirizzo politico-amministrativo e di programmazione strategica. C) Sono finalizzate ad ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati. D) Sono volte a verificare, anche in relazione allo stato di attuazione degli obiettivi programmati, l'efficacia, l'efficienza e

l'economicità dell'azione amministrativa. 3961. Ai sensi del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, i rapporti tra i dirigenti e gli

organi di governo dell'Amministrazione sono improntati: A) Al principio della leale collaborazione. B) Al principio della subordinazione gerarchica. C) Al principio della dipendenza funzionale. D) Al principio del controllo reciproco.

3962. Secondo quanto previsto dal "Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi" del Comune di Roma, possono essere costituiti uffici posti alle dirette dipendenze di Sindaco, Giunta o amministratori per:

A) Coadiuvarli nell'esercizio delle loro funzioni. B) Sostituirli nell'esercizio delle funzioni di minore importanza. C) Ampliare a nuovi ambiti le funzioni loro attribuite. D) Ridimensionare le funzioni loro attribuite.

3963. Prevede il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma che la Avvocatura Comunale: A) Svolge attività di consulenza giuridico legale in favore dell'Amministrazione. B) Si occupa della gestione del personale dell'Amministrazione. C) É l'organo di verifica contabile e amministrativa dell'Amministrazione. D) Svolge compiti di coordinamento e gestione delle attività finanziarie dell'Amministrazione.

3964. Il Sindaco del Comune di Roma può essere coadiuvato da un Portavoce, con compiti di diretta collaborazione per: A) Curare i rapporti con gli organi di stampa. B) Curare i rapporti con il Consiglio comunale. C) Curare i rapporti con la Provincia e la Regione. D) La rappresentanza del Comune all'estero.

3965. Secondo il "Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma", gli incarichi di direzione sono conferiti in relazione:

A) Al merito, alla professionalità e all'esperienza del dirigente. B) All'anzianità di servizio e al decoro del dirigente. C) All'anzianità di servizio del dirigente e al principio di pari opportunità. D) Al merito, alla professionalità e all'età del dirigente.

3966. Ai sensi del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, la Conferenza dei dirigenti esercita funzioni:

A) Propositive e consultive per promuovere la valorizzazione delle risorse finanziarie, professionali e tecniche del Comune. B) Di assistenza tecnico-operativa agli assessori per l'esercizio delle funzioni di indirizzo e di controllo. C) Di controllo strategico finalizzate a coadiuvare l'attività di indirizzo politico-amministrativo. D) Di diretta collaborazione con il Sindaco per i rapporti di carattere politico istituzionale con gli organi d'informazione.

3967. Ai sensi del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, le aziende speciali, le istituzioni, i consorzi, le società e le associazioni e fondazioni a partecipazione comunale costituiscono:

A) Il Gruppo Comune di Roma. B) Il Gruppo Politiche Economiche e di Sviluppo. C) L'Ufficio Direzione Investimenti e Finanza. D) L'Ufficio Progetti Metropolitani.

3968. Nel Comune di Roma, chi può delegare agli assessori funzioni di indirizzo e di coordinamento relativamente a specifici programmi dell'ente?

A) Il Sindaco. B) Il Segretario comunale. C) Il difensore civico. D) Il dirigente apicale.

3969. Prevede il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, che l'attività di controllo di gestione:

A) É volta a verificare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dell'azione amministrativa per ottimizzare il rapporto tra costi e risultati.

B) É finalizzata a coadiuvare l'attività di indirizzo politico-amministrativo e di programmazione strategica. C) É finalizzata a monitorare l'attuazione dei piani e dei programmi ed a valutare l'adeguatezza delle scelte compiute. D) É finalizzata a garantire la legittimità, la regolarità e la correttezza dell'azione amministrativa.

3970. A quale controllo interno il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma affida il compito di verificare il raggiungimento degli obiettivi di gestione dei dirigenti?

A) La valutazione dei dirigenti. B) Il controllo di gestione. C) Il controllo strategico. D) Il controllo di regolarità amministrativa.

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3971. Prevede il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, che l'attività di controllo strategico:

A) É finalizzata a coadiuvare l'attività di indirizzo politico-amministrativo e di programmazione strategica. B) É volta a verificare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dell'azione amministrativa. C) É finalizzata a garantire la legittimità, la regolarità e la correttezza dell'azione amministrativa. D) É finalizzata a verificare il raggiungimento degli obiettivi di gestione dei dirigenti.

3972. Ai sensi del Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, la struttura degli uffici comunali è organizzata:

A) In forme che ne assicurino livelli ottimali di efficacia, efficienza ed economicità. B) In base al principio del perseguimento dell'utile al pari delle imprese private. C) Secondo i criteri funzionali determinati dal Capo del Dipartimento Politiche Economiche e Coordinamento del Gruppo Comune

di Roma. D) In modo da assicurare livelli minimi di trasparenza, qualità del servizio e accessibilità.

3973. Nel Comune di Roma, nell'ambito dei compiti assegnatigli, il Direttore Generale: A) Promuove i processi di miglioramento organizzativo degli uffici e dei servizi. B) Svolge funzioni di controllo ispettivo nei confronti della Giunta e del Sindaco. C) Assicura la supervisione sulla stesura degli atti deliberativi dell'Avvocatura. D) Svolge attività di controllo contabile sulla gestione amministrativa dell'ente.

3974. Prevede il Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, che le verifiche di regolarità amministrativa e contabile:

A) Sono esercitate, per la parte di competenza, dal Segretario Generale e dal Ragioniere Generale. B) Sono finalizzate a monitorare l'attuazione dei piani e dei programmi ed a valutare l'adeguatezza delle scelte compiute. C) Sono volte a verificare, anche in relazione allo stato di attuazione degli obiettivi programmati, l'efficacia, l'efficienza e

l'economicità dell'azione amministrativa. D) Sono finalizzate ad ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati.

3975. Gli orari dei servizi pubblici del Comune di Roma sono stabiliti avendo riguardo prioritariamente: A) Alle esigenze dell'utenza. B) Al principio di economicità. C) Alle esigenze dell'Amministrazione. D) Alle esigenze dei dipendenti.

3976. In base al Regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune di Roma, è possibile istituire uffici temporanei per realizzare particolari programmi e progetti?

A) Si, tale potere è attribuito al Sindaco, tra l'altro, per ragioni di complessità e urgenza. B) No, il predetto regolamento esprime un chiaro divieto in tal senso. C) Solo in caso di commissariamento dell'ente, finché NON si procede a nuove elezioni. D) L'istituzione è prevista solo per fronteggiare emergenze e calamità.