Post on 28-May-2020
OSSERVATORIO I-COM SUI CONSUMATORI 2017
VERSO L’ISOLA DEL TESOROLe rotte dei consumatori tra protezione e mercato
e la mappa della regolazione
12 dicembre 2017
2
I servizi digitali in Europa
I Big Data tra opportunità e sfide
L’intelligenza artificiale: la frontiera digitale del futuro
La nuova sfida della sicurezza nell’era di internet
Agenda
I servizi digitali in Europa
4
• Esiste ancora un profondo divario in termini di utilizzo della rete tra l’Italia ed i best performer
• Se nella fascia d’età più giovane sono 10 i punti che ci separano dalla Finlandia capolista (89% contro 99%), la differenza sale a 17 punti nella fascia d’età tra i 25 ed i 34 (il Lussemburgo si attesta al 100%, l’Italia all’83%) e tra i 35 ed i 44 anni (Finlandia e Danimarca si attestano al 97%, l’Italia all’80%), a 24 punti nella fascia d’età 45-54 (Lussemburgo 92%, Italia 68%), a 34 punti nella fascia 55-64 (Lussemburgo 85%, Italia 51%) e addirittura a 57 punti percentuali nella fascia d’età più matura 65-74 (Lussemburgo 81%, Italia 24%).
• Rispetto alla media europea il ritardo si riduce; nella fascia d’età dei più giovani (16-24) ed in quella tra i 45 ed i 54 anni sono soltanto 3 i p.p. che ci separano dalla media europea, 6 i p.p. nella fascia 25-34, 1 p.p. in quella 35-44, 4 p.p. nella fascia 55-64 ed infine 12 p.p. con riferimento agli individui più anziani (65-74 anni)
Fonte: Eurostat
98 98 96 95 99 88 96 98 93 92 90 93 93 96 96 95 89 91 95 94 96 94 95 95 95 92 91 85 77
100 96 98 96 98 90 94 96 87 89 89 95 89 94 92 89 83 87 85 87 90 91 92 89 88 82 83 75 65
94 97 95 92 97 92 89 91 82 81 80 82 85 84 83 81 80 79 75 75 81 81 82 76 72 69 66 6347
92 91 89 88 91 89 81 75 73 71 67 69 73 70 64 64 68 66 64 68 62 62 61 57 52 55 46 4235
85 83 81 82 76 83 62 59 62 55 55 53 54 43 46 44 51 47 46 42 35 36 40 36 35 30 32 2719
81 69 61 63 52 6644 34 43 36 42 31 26 32 25 27 24 22 26 23 22 20 12 20 16 12 15
76
16-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74
L’accesso quotidiano ad internet per fasce d’età
5
• Nel 2016 ben il 25% degli individui possieda ancora competenze digitali scarse ed il 27% competenze base.
• L’Italia, si allinea sostanzialmente alla media europea con il 23% degli individui che hanno skillsdigitali scarse, il 24% con competenze di base, il 19% con competenze superiori a quelle di base ed il 2% con alcuna competenza digitale.
• Con riguardo al 32% degli individui non sia stato addirittura possibile definire le competenze digitali in quanto negli ultimi 3 mesi non è stato utilizzato Internet, ad ulteriore dimostrazione della grave immaturità digitale che caratterizza il nostro paese.
Fonte: Eurostat
Livello di competenze digitali - 2016
19 11 25 17 20 24 22 26 25 29
18 25 28 37
25 29 28 25 27 32 21 22 28
17 22 23 23 33 32
25 32
26 32 29
30 34 26 29 28 31
27 33 19
23 24 28 26 18
22 25 22
25
21 19 26 24
16 19
53 54 43 45 44 39 33 35 32 28 35 29
20 25 31 27 24 29
31 20 28 29 19 33 28 19 19 10 9
1 0 1 0 1 1 0 1 0 1 0 1 1 1 2 0 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 2
1
2 3 5 6 6 6 11 12 14 14 16 18 18 18 19 20 20 20 23 25 25 26 27 28 30 31 32 40 40
0102030405060708090
100Da
nim
arca
Luss
embu
rgo
Regn
o U
nito
Paes
i Bas
siFi
nlan
dia
Svez
iaGe
rman
iaEs
toni
aBe
lgio
Fran
cia
Aust
ria UE
Repu
bblic
a Ce
caIrl
anda
Spag
naLe
tton
iaU
nghe
riaSl
ovac
chia
Mal
taCi
pro
Slov
enia
Litu
ania
Polo
nia
Croa
ziaPo
rtog
allo
Grec
iaIta
liaBu
lgar
iaRo
man
ia
ND*
nulle
superiori a quelle di base
base
scarse
6
• Il primato spetta al nord Europa
• Le performance peggiori si registrano, al contrario, in Italia, Francia e Slovenia dove le percentuali di utilizzo dei social network si fermano rispettivamente al 42%, 40% e 38%, a fronte di una media europea del 52%
Fonte: Eurostat
(% penetrazione sulla popolazione totale)
Fonte: We Are Social
L’utilizzo dei social network - 2016
• A primeggiare in Italia è Youtube, seguito da Facebook e Whatsapp
74 70 69 69 67 66 63 62 62 60 58 57 57 57 54 52 52 50 50 50 49 47 45 45 44 44 42 40 38
01020304050607080
Dani
mar
ca
Svez
ia
Belg
io
Regn
o U
nito
Luss
embu
rgo
Ung
heria
Mal
ta
Ola
nda
Finl
andi
a
Cipr
o
Irlan
da
Esto
nia
Lett
onia
Slov
acch
ia
Spag
na
UE
28
Port
ogal
lo
Germ
ania
Litu
ania
Croa
zia
Aust
ria
Grec
ia
Bulg
aria
Repu
bblic
a…
Rom
ania
Polo
nia
Italia
Fran
cia
Slov
enia
Fonte: Eurostat
0% 20% 40% 60%
Snapchat
Tumblr
Skype
Google+
Facebook…
youtube
11%
15%
19%
25%
25%
28%
55%
57%
10%
19%
33%
48%
Messenger / Chat APP / Voip
61 67 62 60 59 54 54 54 48 40 40 44 44 39 41 40 41 39 34 36 36 33 28 30 22 29 28 21 28
77 81 77 70 70 67 65 68 6154 57 53 52 51 48 50 49 46 43 46 44 42 37 38
34 38 32 31 32
95 8279 84 83 90 81 78
8273 67 66 60 64 65 63 60 60 67 57 56 59
53 50 61 46 46 50 41
piccole imprese medie imprese grandi imprese
L’utilizzo dei social network da parte delle imprese europee - 2016
La diffusione dei social network
7
A livello europeo, con soltanto il 29% degli individui che hanno compiuto acquisti online nel 2016, l’Italia è penultima in Europa (55% dato UE)
“Net Retail, il ruolo del digitale negli acquisti degli italiani” di Human Highway evidenzia la crescita dell’e-commerce in Italia:
• nel primo trimestre 2017 sono stati 76,5 milioni gli atti d’acquisto, con un incremento del 22,2% rispetto allo stesso periodo del 2016
• il 67,6% dell’utenza internet italiana - pari a 20,9 mln di individui - ha compiuto acquisti online; di questi, ben 15,6 mln (+23,2% rispetto al 2016) sono acquirenti online abituali (una volta al mese)
Fonte: Net Retail 2017
Incidenza dei device mobili sugli acquisti online Incidenza di utilizzo dei sistemi di pagamento
• Il primato va anche quest’anno alle ricariche telefoniche (58,9%), seguite dai biglietti di viaggio (aereo, navi, treni, bus) con il 40,3% e dall’abbigliamento (con esclusione delle calzature) con il 36,9%
• I beni meno quotati risultano essere software, app, servizi online (14,6%), i ricambi computer e tablet (10,4%) ed assicurazioni (7,6%).
Le tendenze dell’e-commerce in Italia
2,7%
4,7%
6,7%7,5% 7,50%
8,50%
1,3%
5,9%
8,2%
13,5%
16,40%17,40%
0%
2%
4%
6%
8%
10%
12%
14%
16%
18%
20%
2012 2013 2014 2015 2016 2017
Tablet Smartphone
0,7%
1,2%
2,1%
2,2%
2,6%
4,0%
4,4%
20,0%
24,1%
38,8%
0% 10% 20% 30% 40% 50%
Non ricordo
Altro modo
Bonifico bancario
Carta di Credito alla consegna
Carta prepagata alla consegna
In contanti /assegno alla consegna
Buono sconto / acquisto
Carta di Credito sul sito
Prepagata sul sito
PayPal
8
Fonte: Eurostat
(% individui - 2016) In Danimarca, Paesi Bassi ed Estonia l’88%,
l’86% e l’85% degli individui utilizza l’internet banking
In Italia la percentuale di utilizzo dell’internet banking è pari al 29% a fronte di una media europea del 49%
Il divario rispetto alla media europea è passato da 13 p.p. nel 2007 a 20 nel 2016
Servizi bancari e canali di fruizione in Italia
Fonte: KPMG 2017
Il web è il canale privilegiato per tutti i servizi
L’unica eccezione è la consulenza su finanziamenti e/o investimenti e sottoscrizione di prestiti rispetto ai quali la filiale continua a riscuotere maggior successo nelle preferenze dei clienti
Il canale mobile viene utilizzato prevalentemente per operazioni semplici
L’Internet banking ed i canali di fruizione in Italia
88 86 85 83 7971
64 64 62 5954 53 53 52 51 49 46 45 43 39 38 35 35
29 29 2819
5 4
0102030405060708090
100
Dani
mar
ca
Finl
andi
a
Paes
i Bas
si
Svez
ia
Esto
nia
Luss
embu
rgo
Belg
io
Regn
o U
nito
Lett
onia
Fran
cia
Litu
ania
Germ
ania
Aust
ria
Irlan
da
Rep.
Cec
a
UE
28
Mal
ta
Slov
acch
ia
Spag
na
Polo
nia
Croa
zia
Ung
heria
Slov
enia
Italia
Port
ogal
lo
Cipr
o
Grec
ia
Rom
ania
Bulg
aria
64%
60%
63%
62%
48%
47%
35%
33%
20%
30%
22%
16%
11%
13%
10%
9%
9%
4%
7%
14%
32%
31%
45%
42%
5%
4%
6%
5%
7%
6%
7%
11%
2%
2%
2%
2%
2%
3%
2%
5%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
esecuzione operazioni dispositive
visualizzazione saldo ed elenco movimenti
monitoraggio stato di avanzamento richieste
personal financial manager
sottoscrizione prodotto bancario di risparmio
compravendita di prodotti finanziari
sottoscrizione di un prestito personale
consulenza su finanziamenti e/o investimenti
web mobile filiale contact center chat/chat-bot
9
Fonte: KPMG 2017
Il 44% del campione ricorre solo alla banca tradizionale
Il 42% ricorre ad entrambi i canali
Il 58% del campione si orienta verso una banca online per poter beneficiare di condizioni economiche più vantaggiose
A seguire la consapevolezza di una maggiore comodità nella fruizione dei servizi tramite web (46%) ed attraverso il canale mobile (32%).
Fonte: KPMG 2017
L’accesso all’online banking
Le ragioni della scelta di una banca online
La scelta della banca online
6%
6%
7%
8%
9%
11%
14%
16%
18%
32%
46%
58%
0% 20% 40% 60% 80%
l'intervistato ha richiesto un mutuo
percezione di maggiore attenzione
percezione di maggiore sicurezza
esperienze negative in precedenti rapporti con la bancatradizionale
convincimento a seguito di campagne
fiducia nel gruppo bancario di appartenenza della banca
fiducia nel marchio della banca
consiglio di amici/parenti
disponibilità di prodotti innovativi
maggiore comodità nella fruizione dei servizi tramite canalemobile
maggiore comodità nella fruizione dei servizi tramite canaleweb
condizioni economiche più vantaggiose
44%
14%
42%
solo bancatradizionale
solo banca online
banca tradizionale ebanca online
10
L’Italia si colloca 6 p.p. sotto la media europea con soltanto il 10,2%.
Il 58,8% degli individui a livello europeo ha utilizzato internet per cercare informazioni sulla salute
Le percentuali maggiori si registrano in Croazia (73,3%), Lussemburgo (72,5%) e Malta (71,2%)
I dati peggiori riguardano Bulgaria (40,2%), Irlanda (44%) e purtroppo Italia (45,6%)
Fonte: KPMG 2017
Prenotazione visite mediche attraverso sito internet
Ricerca online di informazioni sulla salute - 2016
La salute online
73,3%72,5%
71,2%70,3%69,4%68,8%
67,6%67,5%66,7%66,3%65,4%64,8%64,1%
61,0%59,9%59,0%58,8%58,8%
56,5%56,3%55,7%55,5%55,0%
49,7%48,7%48,5%
45,6%44,0%
40,2%
0% 20% 40% 60% 80%
CroaziaLussembu…
MaltaGermaniaPortogallo
FinlandiaUngheria
Paesi BassiDanimarca
AustriaEstonia
SveziaSlovenia
SpagnaLituania
Regno…UE
GreciaBelgioCipro
Repubblic…Slovacchia
PoloniaFrancia
LettoniaRomania
ItaliaIrlanda
Bulgaria
16,2%
10,2%
0%5%
10%15%20%25%30%35%40%45%50%
Dani
mar
ca
Spag
na
Finl
andi
a
Esto
nia
Belg
io
Litu
ania
Svez
ia
Paes
i Bas
si
Ung
heria
Regn
o U
nito UE
Luss
embu
rgo
Croa
zia
Port
ogal
lo
Germ
ania
Fran
cia
Repu
bblic
a Ce
ca
Italia
Polo
nia
Slov
acch
ia
Lett
onia
Rom
ania
Irlan
da
Aust
ria
Mal
ta
Bulg
aria
Slov
enia
Grec
ia
Cipr
o
2012 2014 2016
I Big Data tra opportunità e sfide
3
Il mercato dei dati
Secondo gli ultimi dati IDC, il mercato deidati ha raggiunto quasi i 60 miliardi di euronel 2016 (+25,5% rispetto a soli 3 anniprima), di cui circa l’8% generato in Italia.Questo valore è atteso in crescita neiprossimi 4 anni, ad un CAGR del 7,5%, fino araggiungere i quasi 80 miliardi di euro nel2020. Il valore di mercato per l’Italiasupererebbe i 6 miliardi di euro, con unacrescita media annua leggermente piùsostenuta (+8,3%).Per quanto riguarda i settori chemaggiormente producono dati,manifatturiero, servizi finanziari e serviziprofessionali spiegano oltre la metà delvalore di mercato complessivo. Ancorascarso l’apporto dell’healthcare, un settoreinvece con un enorme potenziale.
Fonte: Elaborazione I-Com su dati IDC 2016
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
80.000
90.000
2013 2014 2015 2016 2020*
mln
€
Valore di mercato dei dati
UE28
Italia
21,5%
19,8%
14,3%
10,6%
9,9%
5,6%
4,5%
4,1%
3,5%
3,1% 2,6%0,5%
Valore di mercato, per settore (2016)
Manifatturiero
Servizi finanziari
Servizi professionali
Commercio
ICT
PA
Trasporti
Utilities
Home
Healthcare
Istruzione
Costruzioni
Il mercato dei Big Data
13
Le stime circa il mercato dei Big Data parlano di una crescita consistente da qui al 2026 (+13% medioannuo), trainata in particolare dal segmento Software (+18,3% medio annuo)
Fonte: Elaborazione I-Com su dati Wikibon Big Data Project (2016)
2732
40
48
56
64
71
7883
8892
0%
10%
20%
30%
40%
0
25
50
75
100
2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026
Mercato BD (in mld $; asse sinistro) Var. anno su anno (asse destro)
CAGR= +13%
4
Big Data: le opportunità per l’economia italiana (1/2)
Secondo le stime, lo sviluppo dei Big Data porterà ad un miglioramento del PIL delle economieeuropee, che per l’Italia è quantificabile – complessivamente nel periodo 2013-2020 – in circa +1,6%del PIL, poco meno rispetto al dato medio europeo (+1,9%). I maggiori benefici saranno registrati neisettori manifatturiero, del commercio e finanziario, in Italia così come in UE 28, con un vantaggio peril manifatturiero in Italia, che nella media europea è invece secondo al commercio.
Fonte: Elaborazione I-Com su dati demosEUROPA e Warsaw Institute for Economic Studies (2014)
22%
19%
14%
13%
6%
4%
22%
Italia
Manifatturiero
Commercio
Finanziario
PA
ICT
Sanità
Altro
23%
22%
13%
11%
6%
5%
20%
UE 28
Miglioramento del PIL, per settore (2013-2020)
4
Big Data: le opportunità per l’economia italiana (2/2)
Nonostante gli indubbi vantaggi dei Big Data, ancorascarso appare, in Italia ma anche negli altri Paesi UE,il cosiddetto Big Data Analytics (BDA): i dati Eurostatrilevano che solo il 9% delle imprese italiane, nel2016, ha utilizzato strumenti di BDA, poco menod’altra parte della media UE (10%). La performancemigliore in questo senso viene registrata da Malta ePaesi Bassi, dove comunque solo circa un’impresa sucinque fa uso di tali strumenti.Tra i modelli più diffusi all’interno delle aziende, almomento sembrerebbero esserci il descriptiveanalytics – forma di analisi dei dati atta adescrivere la situazione attuale e passata deiprocessi aziendali e/o delle aree funzionali - e ilpredictive analytics – con cui l’analisi dei datitenta di rispondere a domande relative a ciò chepotrebbe accadere in futuro. Ancora troppo pocodiffuso il prescriptive analytics, ossia quelletecniche di analisi dei dati volte a suggerire aldecision maker soluzioni operative e strategiche eancora lontani siamo dal c.d. automated analytics,capace di implementare autonomamente l’azioneproposta secondo il risultato delle analisi svolte
Fonte: Elaborazione I-Com su dati Eurostat e School of Management del Politecnico di Milano (2016)
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
Mal
taPa
esi B
assi
Belg
ioFi
nlan
dia
Regn
o U
nito
Esto
nia
Luss
embu
rgo
Port
ogal
loDa
nim
arca
Litu
ania
Grec
iaFr
anci
aRo
man
iaSl
oven
iaSl
ovac
chia
UE
28Sv
ezia
Rep.
Cec
aCr
oazia
Italia
Spag
naBu
lgar
iaU
nghe
riaGe
rman
iaPo
loni
aCi
pro
Utilizzo del BDA tra le imprese
10%
23%
59%
89%
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Automated analytics
Prescriptive analytics
Predictive analytics
Descriptive analytics
Diffusione dei modelli di analytics (2016)
6
Le sfide dei Big Data (1/2)
Secondo le stime IDC, il gap dicompetenze nel 2016 ammontava a circa420.000 posizioni di data workers – il6,2% della domanda totale – cifra che cisi aspetta salga entro il 2020 addirittura a769.000, pari al 9,8% della richiesta difigure professionali.
L’Italia è, tra i Paesi c.d. Big Five, quello chemostra attualmente il più elevato skill gap – il9,3% della domanda. La situazione è previstain peggioramento nei prossimi anni, adifferenza di Paesi quali Spagna, Francia eGermania dove la carenza di competenzedovrebbe andare via via riducendosi.
Fonte: Elaborazione I-Com su dati IDC 2016
0%
2%
4%
6%
8%
10%
12%
-
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
2016 2020
Gap di competenze in UE
Domanda (asse sinistro) Offerta (asse sinistro) Data workers skill gap (right axis)
0,0%
2,0%
4,0%
6,0%
8,0%
10,0%
12,0%
14,0%
16,0%
Italia Spagna UE28 Regno Unito Francia Germania
Gap di competenze, per Paese
2016
2020
Risultati Survey I-Com su Big Data
17
I-Com, nel suo Rapporto Consumatori, dà voce alle principali imprese operanti in Italia nella vendita di beni eservizi attraverso la somministrazione di un questionario. Sono coinvolte 42 imprese (per il 74% grandi imprese)attive nei seguenti settori: Energia, Tlc e Media, Commercio e GDO, Servizi Idrici, ITC e Internet, Trasporti,Servizi postali, Servizi assicurativi, Carburanti e Bancario Quest’anno le imprese sono state interrogate su BigData, Intelligenza Artificiale e Cybersecurity.
32%
31%
20%
17%
Meno del 25% Tra il 25% e il 50% Tra il 50% e il 100% Più del 100%
51%
25%
12%
7%5%
sito internet mobile/smartphone social media altro chat-bot
54%
29%
20% 20%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
CRM funzioni operative sviluppo prodotto altro
Aumentodell’investimentoprevisto nei prossimi 3anni
Principale strumentoutilizzato dai clienti nelrapporto con le imprese
Ambito aziendalemaggiormenteinteressato dai big data
L’intelligenza artificiale: la frontiera digitale del futuro
Veicoli autonomi
Robotica
Gioco
Domotica
Sistema di visione artificiale
Introduzione all’intelligenza artificiale
19
La prospettiva di riuscire a creare un giorno unamacchina che possa imitare il comportamentoumano è emersa in molti periodi storici. Fu, però, ilbritannico Alan Turing che pubblicò nel 1950 unarticolo «Computing machinery and intelligence» –considerato da molti il manifesto dell’intelligenzaartificiale – nel quale introdusse il famoso test, cheprenderà il suo nome (Test di Turing), per stabilirese e quando una macchina si possa considerareintelligente.
Pur non esistendo una sola definizione enemmeno un consenso unanime tra ricercatori einformatici su come possa essere definita, in lineadi massima si può dire che l’«intelligenzaartificiale» è la scienza che si occupa di comecreare sistemi informatici in grado di eseguirecompiti che normalmente richiedonol’intelligenza umana.
Oggi si fa riferimento alla teoria dell’intelligenzaartificiale debole: non ci si aspetta che la macchinasia in grado di avere l’ampiezza di abilità cognitivepropria dell’uomo, o che sia cosciente di ciò che fa,ma solo che sappia risolvere in modo efficiente eottimale problemi, anche difficili, in specifici campidi azione.
Alcune delle principali applicazioni di IA
Chatbots e agenti intelligenti
Analisi dei dati (Data Mining, Machine Learning, Deep Learning)
Riconoscimento vocale ed elaborazione del linguaggio
naturale
Quali paesi e quali settori sono più attivi in ambito I.A.
Lo studio «Turning AI into concrete value: the successful implementers’ toolkit» di Capgemini, riporta interessantirisultati emersi da un’indagine condotta su un campione di circa 1.000 aziende con ricavi superiori ai 500 miladollari e localizzate in tutto il mondo.
20
49%41%
36% 34% 31%26%
20%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
% d
i im
pres
e ch
e ha
impl
emen
tato
IA su
larg
a sc
ala
I settori più attivi in ambito I.A.
58%
49%44% 42%
35%32% 31%
24%21%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
India Australia Italia Germania RegnoUnito
Stati Uniti Spagna Olanda Francia
% d
i im
pres
e ch
e gi
à ha
nno
impl
emen
tato
IA su
la
rga
scal
a
I paesi più attivi in ambito I.A.La percentuale maggiore di imprese che hagià impiegato l’I.A. è localizzata in India, conl’Australia che segue. I Paesi europei,compresi Spagna, Olanda e Francia, ricopronole posizioni più basse nella classifica diimpiego, mentre l’Italia si posiziona al terzoposto subito dopo l’Australia e seguita dallaGermania, con il 44% di imprese che sono inqualche modo già attive su progetti einiziative legate all’I.A.
I settori più attivi in ambito I.A. sonoquello delle telecomunicazioni, del retaile il bancario mentre il settoreautomotive e quello manifatturieroregistrano attualmente il livello più bassodi implementazione.
Fonte: Capgemini Consulting (2017)
Intelligenza artificiale: quali vantaggi per le imprese?
21
Influenza positivamente le
vendite
Aumenta l’efficienza operativa
Migliora il livello di analisi
Migliora la soddisfazione del
cliente
79% 78% 75% 74%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Imprese secondo cui l'IA generamigliori intuizioni e migliori analisi
Imprese secondo cui l'IA aumental'efficienza operativa più del 10%
Imprese secondo cui l'IA aumentala soddisfazione del cliente più del
10%
Imprese secondo cui l'IA aumentale vendite di nuovi prodotti e servizi
più del 10%
I benefici dell'intelligenza artificiale secondo le imprese
Fonte: Capgemini Consulting (2017)Nota: Risultati di un’indagine condotta su un campione di circa 1.000 aziende con ricavi superiori ai 500 mila dollari e localizzate in tutto il mondo
Cosa pensano realmente i consumatori dell’intelligenza artificiale?
22Fonte: Pega, What Consumers Really Think About AI: A Global Study, 2017
Alcuni risultati di un’indagine condotta tra 6.000 consumatori in sei paesi (Nord America, Europa, Medio Oriente, Africa e Asia Pacifico )
33%
24%
10%
5%
28%
I principali timori dei consumatori
Temo che non sarà mai in gradodi conoscere le mie preferenzecome un essere umano
Temo l'aumento dei robot el'asservimento dell'uomo
Temo di preferire l'IA ai mieiamici e parenti
Temo che i robot vengano aconoscenza delle mieinformazioni riservate
Nessuna delle precedenti
Nonostante i timori sopra elencati, il 68% dei consumatori intervistati sarebbe comunque dispostoad utilizzare strumenti di intelligenza artificiale se questi fossero di aiuto nella vita quotidiana, adesempio consentissero di risparmiare tempo e denaro.
Intelligenza artificiale: quale impatto sul mercato del lavoro?
23
Contrariamente a quanto «comunemente» si pensa l’IA potrebbe creare nuove figureprofessionali e avere un impatto positivo sull’occupazione. A sostegno di tale tesi,un’indagine di Capgemini (2017) afferma che l’83% dei manager intervistati confermache l’intelligenza artificiale ha comportato la nascita di nuove posizioni lavorativeall’interno della propria azienda e solo il 17% afferma di aver registrato un calodell’occupazione.
Fonte: Capgemini Consulting (2017)Nota: Risultati di un’indagine condotta su un campione di circa 1.000 aziende con ricavi superiori ai 500 mila dollari e localizzate in tutto il mondo
41%
19%
18%
15%
7%
Tipologia di ruoli professionali creati dall'intelligenza artificiale
Manager
Direttori
Coordinatori
Membri dello staff
C-suite
Circa i 2/3 delle nuove assunzioni sisono registrate a livello manageriale osuperiore.
Il mercato mondiale dell’intelligenza artificiale
58
13
20
34
46
0
10
20
30
40
50
2015 2016 2017 2018 2019 2020
mld
$
Ricavi mondiali derivanti dalle applicazioni di intelligenza artificiale e cognitive computing (2015-2020)
Fonte: IDC (2017)
I ricavi mondiali derivanti dalle applicazioni diintelligenza artificiale e cognitive computingraggiungeranno circa 13 miliardi di dollari nel2017 ed entro il 2020 saranno superiori a 46miliardi di dollari.
24
3739
617273
114164
181310
442
0 100 200 300 400 500
MediaTecheCommerce
Software developmentAutomotive
HRTechCybersecurity
HealthTechBusiness Intelligence
FinTechAdTech
mln €
Ammontare di risorse raccolte dalle scaleup* per l'I.A. nei diversi settori (2016)
Fonte: Sirris (2016)
L’intelligenza artificiale è certamente un campo dicontinua ricerca per le grandissime big companytecnologiche ed è anche terreno fertile per le startupe le scaleup, che sono infatti oggetto di investimentiVenture Capital, Corporate Venture Capital, M&A.
La società Sirris ha monitorato i dati delle operazionirealizzate in Europa nelle scaleup* e realizzato unreport sugli investimenti nel 2016 in cui si mostral’ammontare di risorse raccolte nei diversi settori.
Le scaleup del settore AdTech (include il marketing ele vendite automatizzate) hanno raccoltol’ammontare più elevato di risorse per l’I.A., pari a442 milioni di euro.
*Nota: Si tratta di un’impresa operante in ambiti innovativi che vive una fase dicrescita e di espansione e il cui sviluppo passa attraverso accordi strategici con grandiimprese. Quindi i punti chiave che caratterizzano una scaleup (a differenza di unastartup) sono crescita dimensionale e validazione di mercato.
Chatbot e robot industriali
Nel trend complessivo del mercato dell’IA siinserisce il fenomeno della crescitaesponenziale del fatturato generato dallechatbot che è destinato ad un incrementomolto sostenuto, passando su scala mondialedai 113 milioni di dollari del 2015 ai 994,5milioni nel 2024
25
113
994,5
0200400600800
1.0001.200
2015 2024
mili
oni d
i $
Fatturato mondiale delle chatbot
Fonte: Statista (2017)
-60%-40%-20%0%20%40%60%80%100%120%
0
100
200
300
400
500
600
Robot industriali installati a livello mondiale
Unità (in migliaia) var.% tendenziale (asse dx)
Fonte: World Robotics 2017
Il consolidarsi dell’intelligenza artificiale ela tendenza continua all’automazione haspinto verso una crescita sostenuta ancheil mercato dei robot industriali. Leinstallazioni di robot globaliaumenteranno di almeno il 18% nel 2017rispetto al 2016 raggiungendo le 346.800unità per poi arrivare a circa 520.900unità nel 2020
Risultati Survey I-Com su IA
26
46%
33%
9%
9%
3% 0%
Nessuno Chat-Bot Robot industriali
Non so Gestione magazzino Gestione turni di lavoro
La sua azienda utilizza robot e/o sistemidi IA per compiti giornalieri? Se sì, quali?
37%
17% 17%
11%9%
7%2%
0%0%5%
10%15%20%25%30%35%40%
Quali funzioni si prestano ad essereintegrate/sostituite da IA?
33%
22%19%
17%
6%3%
0%5%
10%15%20%25%30%35%
Quali dei seguenti aspetti lapreoccupa in relazione all’IA?
Cybersecurity
3
Attacchi informatici
Fonte: Elaborazione I-Com su dati Clusit (2017)
469
1.183 1.152873
1.012 1.050
152,24%
-2,62% -24,22%15,92% 3,75%
-100%
0%
100%
200%
300%
-400-200
0200400600800
1.0001.2001.400
2011 2012 2013 2014 2015 2016
Numero di attacchi informatici (2011-2016)
Attacchi informatici Var. % tendenziale
342%
41%
283% 257%
0%
100%
200%
300%
400%
0
200
400
600
800
Cybercrime Hackeraggio Spion./Sabot. Guerra cyber
Attacchi informatici per finalità (2011 Vs 2016)
2011 2016 Var.% (asse dx)
Il 2016 è stato definito l’annus horribilis della sicurezza informatica poiché ha visto il più alto numero di attacchiinformatici degli ultimi tre anni. Del campione complessivo di 5.738 attacchi di particolare gravità avvenuti nelmondo dal 2011 al 2016, 1.050 si sono registrati solo nell’ultimo anno (+3,75% rispetto al 2015).
Gli attacchi gravi compiuti per finalità “Cybercrime” hanno registrato, nel periodo 2011-2016, un aumento del 342%,passando da 170 a 751 e attestandosi come il più frequente degli attacchi. Lo spionaggio e il sabotaggio sonocresciuti del 283%, seguiti dalla guerra cibernetica (+257%) e dagli attacchi hacker (+41%).
3
Tecniche e vittime degli attacchi informatici
Fonte: Elaborazione I-Com su dati Clusit (2017)
32%
22%13%
11%
7%
6%5%
3% 1%0%
Distribuzione delle tecniche di attacco (2016)
Unknow
Malware
known Vulnerabilities/Misconfigurations
DDoS
Phishing/Social Engineering
Multiple Techniques/ APT
Account Cracking
SQL Injection
O-day
Phone Hacking
Le principali tecniche di attacco ad oggi sonoancora sconosciute (32% del totale); tra quellenote, ci sono in primis i “Malware” (22%), checomprendono i sempre più diffusi“ransomware”.
Vittima principale degli attacchi informatici e inparticolare dei ransomware è il settore dellasanità (+102,8%) che negli ultimi anni stadiventando il nuovo fronte caldo del crimineinformatico, seguito dalla Grande distribuzioneorganizzata (+70,6%) e dal Bancario/Finanziario(+64,1%).
-1,3% -4,3% -5,1%
64,1%102,8%
1,8%-32,9%
70,6%
-22,2% -12,5%-20,0%
-150%
-100%
-50%
0%
50%
100%
150%
-300
-200
-100
0
100
200
300
Attacchi informatici, per settore
2015 2016 Var.% (asse dx)
3
Le esperienze di violazione (1/2)
Le esperienze dirette diquesto genere di violazioni daparte di coloro che naviganoin rete mostrano, sia nell’UEche in Italia, un andamentonegativo, seppur modesto.L’Italia è in cima alla classifica- seconda solo a Malta - con il6% di esperienze diviolazione, un datocomunque in lievediminuzione rispetto a cinqueanni prima.Al 2015, l’incidenza degliindividui che, navigandoonline, hanno subito perditeeconomiche per frodiinformatiche apparepiuttosto modesto (2,1%) edin contrazione rispetto al2010 (-1,8 p.p.).
Fonte: Elaborazione I-Com su dati Digital Agenda Scoreboard
0
2
4
6
8
10
Mal
ta
Italia
Spag
na
Rom
ania
Luss
embu
rgo
Port
ogal
lo
Bulg
aria
Regn
o U
nito
UE
28
Ung
heria
Svez
ia
Dani
mar
ca
Paes
i Bas
si
Belg
io
Fran
cia
Aust
ria
Polo
nia
Slov
acch
ia
Germ
ania
Croa
zia
Esto
nia
Grec
ia
Finl
andi
a
Slov
enia
Irlan
da
Lett
onia
Litu
ania
Cipr
o
Rep.
Cec
a
in %
Utenti Internet con esperienza diretta di violazione dei dati personali
2010
2015
0
2
4
6
8
10
12
Belg
io
Luss
embu
rgo
Dani
mar
ca
Svez
ia
Regn
o U
nito
Spag
na
Fran
cia
Mal
ta
UE
28
Paes
i Bas
si
Port
ogal
lo
Germ
ania
Aust
ria
Finl
andi
a
Irlan
da
Italia
Ung
heria
Rom
ania
Litu
ania
Slov
enia
Bulg
aria
Polo
nia
Croa
zia
Grec
ia
Esto
nia
Slov
acch
ia
Rep.
Cec
a
Lett
onia
Cipr
o
in %
Utenti Internet che hanno subito una perdita economica per frodi informatiche
2010
2015
3
Le esperienze di violazione (2/2)
Il tasso di denunce di truffa o frodeinformatica vada dalle 200 alle 300denunce per ogni 100mila abitanti.Al primo posto, tra le province, troviamoTriste, con quasi 400 denunce per ogni100mila abitanti, seguita da Savona (390,8)e Imperia (375,6). Le province col minornumero (pro-capite) di denuncepresentate sono Monza-Brianza e Barletta-Andria-Trani, che non raggiungono le trecifre (rispettivamente, 82,4 e 85,1denunce per 100mila abitanti). Va,tuttavia, tenuto conto che i dati appenacommentati potrebbero risentire della piùo meno elevata propensione a denunciarefatti simili.
Fonte: Elaborazione I-Com su dati Il Sole 24 Ore
Truffe e frodi informatiche, per provincia (per 100mila abitanti; 2016)
3
La risposta delle imprese
Aumenta il livello di allerta tra leimprese che, nel quinquennio2010-2015, rispondono, innumero crescente, con formalipolitiche di sicurezza sull’ICT. Inparticolare, in Italia, al 2015, il42,9% delle imprese (29,4% nel2010) risultava aver formalizzato,all’interno della propria azienda,una politica di sicurezzainformatica, un dato nettamentesuperiore alla media europea(31,6%).Maggiormente sensibili al temadella cybersecurity– sia in Italiache a livello europeo - sono l’ICT ele attività professionali, dovequasi il 70% delle impreseprevede, all’interno della propriaorganizzazione, un politica disicurezza ben definita, mentreinferiore al 50% è l’incidenza neglialtri settori
Fonte: Elaborazione I-Com su dati Eurostat
0
25
50
75
100
in %
Imprese con una formale politica di sicurezza sull’ICT
2010 2015
0
25
50
75
100
ICT Attivitàprofessionali
Commercio Energia Manifatturiero Trasporti
in %
Imprese con una formale politica di sicurezza sull’ICT, per settore
Italia
UE 28
La roadmap della Commissione UE
Proposta di regolamento sulla cibersicurezzaRelativo all’ENISA, che abroga il Reg. UE n.526/2013, e
relativo alla certificazione della cibersicurezza per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione
Presentata il 13.9.2017 dalla Commissione UEdurante lo Stato dell’Unione 2017
Attribuendo all’ENISA più poteri e funzioni, con un mandato permanente ponendola al centro del processo di rafforzamento dei sistemi di sicurezza, grazie anche a simulazioni di attacchi informatici e al miglioramento della collaborazione e del coordinamento tra gli Stati membri.
Creazione Agenzia UE su CybersecurityAumentare lo staff di ENISA da 84 a 125 unità, con contestuale aumento del budget da € 11 milioni a € 23 milioni in 5 anni (€ 5 milioni per il 1° anno e progressivo raggiungimento spalmato in 4 anni).
Potenziamento del budget e personale
Rafforzare il lavoro della Commissione UE e degli Stati membri nello sviluppo, implementazione e revisione generale delle politiche sulla cybersecurity, soprattutto riguardo i settori strategici indentificati dalla Direttiva NIS (energia, trasporti e finanza).
Supporto a sviluppo e implementazione politiche di sicurezza
Diffondere informazioni utili in tempi breviper consentire alle Istituzioni, alle imprese e aicittadini di essere aggiornati e preparatiriguardo gli sviluppi della cybersecurity e irischi che, di volta in volta, si presentano ariguardo.
Supporto alle conoscenze e all’informazione
ENISAScadenza mandato:
2020(durata 7 anni)
Reg. (UE) n. 526/2013
33Fonte: Fact Sheet, State of the Union 2017, EU Commission
La roadmap della Commissione UE
Supportare e contribuire alla cooperazione, a livello europeo, all’interno della rete del CSIRTs(Computer Security Incident Response Teams) e fornire assistenza agli Stati membri nel fronteggiare gli incidenti di tipo informatico.
Cooperazione operativae gestione delle crisi
Monitorare e analizzare le tendenze di mercato pertinenti alla sicurezza informatica per migliorare l’incontro domanda/offerta, sostenendo politiche UE riguardo normazione e certificazione della cybersecurity ICT.
Ruolo chiave nella certificazione di cybersecurity
CertificazioneUE
Cybersecurity
Un sistema unico di certificazione di cybersecurity, a livello europeo, che offra uguali standard di sicurezza in tutti i Paesi Membri dell’UE per una maggior chiarezza e fiducia tra produttori ICT, rivenditori e consumatori.
Più chiarezza e fiducia sui prodotti
I sistemi europei di certificazione saranno preparati dall’ENISA, con la collaborazione del Gruppo europeo per la certificazione e, successivamente, adottati con atti esecutivi dalla Commissione UE
Un unico processo di sviluppo dei sistemi di certificazione
Gruppo europeo per la certificazione
composto dalle autorità nazionali di controllo degli Stati UE.
Compito: affiancare Commissioneed ENISA nella certificazione
Creazione di uno sportello unico, valido su tutto il territorio UE, presso cui le imprese ICT potranno rivolgersi per certificare i propri prodotti da immettere sul mercato, con costi certi e non troppo onerosi.
Agevolazione per le imprese
34Fonte: Fact Sheet, State of the Union 2017, EU Commission
La roadmap della Commissione UE
Le imprese, dovranno presentare domanda di certificazione ad organismi di valutazione accreditati da un apposito organismo di accreditamento. L’accredito ha durata massima di 5 anni, rinnovabile solo dopo una nuova valutazione di conformità dei requisiti previsti.
Organismi di valutazione costantemente monitorati
Un sistema unico di certificazione offre maggior affidabilità dei prodotti con grandi vantaggi sia per le imprese produttrici che per i consumatori.Le imprese non dovranno più adottare certificazioni differenti per accedere a determinati mercati.I consumatori non avranno davanti una jungla di certificati che rende poco chiaro il livello di sicurezza dei prodotti, incentivando gli stessi ad acquistare con maggior sicurezza e tranquillità.
Un passo in avanti per tutti
• SOG-IS MRA (adottata da 12 Stati Membri più la Norvegia): profili di protezione su numero limitato di prodotti, quali firma digitale, tachigrafo digitale e smart card
• CPA (Commercial Product Assurance, UK): applicato su prodotti in vendita, certifica le buone pratiche di produzione in rispetto di standard di sicurezza, normalmente non riconosciuto da altri Paesi
• CSPN (Certification de Sécurité de Premier Niveau, Francia) simile al CPA, anch’esso normalmente non riconosciuto oltre i confini nazionali
Attuali certificazioni in UE
35Fonte: Fact Sheet, State of the Union 2017, EU Commission
La roadmap della Commissione UE
Intensificare le misure d'individuazione, tracciabilità e perseguimento dei cibercriminali.La Commissione intende adeguare le normative penali degli Stati membri per adeguare le pene alla gravità dei reati informatici.
Efficace risposta di diritto penale La proposta mira a contrastare duramente le pratiche di frodi e falsificazioni dei metodi di pagamento cashless, ponendo queste fattispecie di reato alla stregua di quelle contro i mezzi d’informazione.
Lotta alle frodi informatiche
Adeguare le leggi penali con comuni livelli minimi di pena (dai 2 ai 5 anni, a seconda della tipologia e gravità del reato), rafforzando il ruolo delle autorità preposte al controllo e al contrasto di tali comportamenti criminosi.
Rafforzamento delle pene
La proposta mira ad assicurare che le vittime di ciberattacchi possano accedere a tutte le informazioni necessarie, soprattutto riguardo l’assistenza e il supporto, puntando ad incentivare gli stessi a segnalare i ciberattacchi.
Maggior tutela delle vittime
36Fonte: Fact Sheet, State of the Union 2017, EU Commission
La Cybersecurity in Italia
37Fonte: DPCM 17 febbraio 2017 / Piano Nazionale per la Protezione Cibernetica e la Sicurezza Informatica
QuadroStrategicoNazionale
PianoNazionale
1. Potenziamento capacità di difesa delle Infrastrutture Critiche nazionali e attori rilevanti per sistema-Paese
2. Miglioramento capacità tecnologiche, operative e analisi degli attori istituzionali
3. Incentivare cooperazione tra Istituzioni e imprese nazionali4. Promozione e diffusione cultura della cybersecurity5. Rafforzamento cooperazione internazionale6. Rafforzamento capacità di contrasto ad attività e contenuti
illegali online
QSN: 6 indirizzi strategici
1. Potenziamento capacità di intelligence, polizia e difesa
2. Potenziamento organizzazione e coordinamento tra soggetti pubblici e privati
3. Promozione e diffusione cultura cybersecurity, formazione e addestramento
4. Impegno per cooperazione internazionale ed esercitazioni
5. Incremento operatività delle strutture nazionali
6. Realizzazione di interventi legislativi e compliance con obblighi internazionali
7. Compliance a standard e protocolli di sicurezza
8. Supporto a sviluppo industriale e tecnologico9. Attuazione comunicazione strategica e
operativa10. Incremento risorse a disposizione11. Implementazione sistema di cyber risk
management nazionale
PN: 11 indirizzi operativi
Nuova architettura strategica nazionale
38Fonte: DPCM 17 febbraio 2017
Presidenza del Consiglio dei Ministri
CISRComitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica
Direttore Generale DIS
CISRTecnico
DISDipartimento Informazioni e Sicurezza della Repubblica
NSCNucleo per la Sicurezza
Cibernetica
AISEAgenzia Informazioni e Sicurezza Esterna
AISIAgenzia Informazioni e Sicurezza Interna
Difesa, CERT e altri ministeri
CERT-PApresso AgID – Agenzia
per l’Italia Digitale
CERT NAZIONALE
presso il MISE
CNAIPICCentro nazionale
anticrimine informatico per la protezione delle
infrastrutture critiche
OPERATORI PRIVATI
Livellopolitico eindirizzo
Livello di supportooperativo
Livellotattico egestionecrisi
Risultati Survey I-Com su Cybersecurity
39
La sua azienda ha mai subito attacchiinformatici?
Quale software per la sicurezza utilizza inazienda?
Quali dei crimini informatici lapreoccupa di più?
65%
35%
Sì No
63%
34% 34%27%
15% 15%
0%10%20%30%40%50%60%70%
69%
21%
5% 5% 2% 2% 0%0%
10%20%30%40%50%60%70%80%
Conclusioni
40
La rivoluzione digitale in atto contiene alcune sfide e potenziali criticità, molte ancora in fase dicomprensione e declinazione, da affrontare con urgenza. Con riguardo allo sviluppo dei servizi digitali inItalia è indispensabile:
• assicurare che il numero maggiore possibile di persone sia nelle condizioni di cogliere le nuove opportunità• continuare a spingere sull’infrastrutturazione• prevedere politiche di sostegno all’acquisizione delle skill digitali e all’accesso alle tecnologie abilitanti• favorire la digitalizzazione dei modelli di business sia dell’industria che dei mercati (centrale il ruolo della PA)• organizzare campagne di sensibilizzazione
Per poter cogliere a pieno i vantaggi connessi all’utilizzo delle intelligenze artificiali è necessario:• favorire lo sviluppo di figure chiave (data scientist, data architect ed esperti in Data Management)• assicurare un’adeguata informazione dei cittadini/consumatori ed una efficace tutela dei dati che favorisca la
fiducia e la libera circolazione degli stessi• favorire la portabilità dei dati• ripensare il tema delle responsabilità• porre in essere ogni iniziative utile per fare in modo che il nostro sistema paese arrivi a maggio 2018, data di
entrata in vigore del Regolamento 2016/679, sufficientemente pronto, sia dal punto di vista normativo-regolamentare che culturale, ad affrontare le nuove sfide che la disciplina europea pone
A fronte dello spostamento in rete di molte delle tradizionali attività è fondamentale garantire un cyberspacesicuro. A tal fine è prioritario:
• garantire una politica comune di ciberdifesa europea ed una governance quanto più armonizzata del sistemaeuropeo di cyberdefense
• destinare adeguate risorse per l’incremento del sistema di sicurezza cibernetica europea• accanto all’unificazione delle certificazioni sarebbe opportuno lavorare per istituire un unico organismo di
valutazione europeo• mettere in campo una seria politica di educazione civica alla sicurezza informatica che parta dalle scuole.
Piazza dei Santi Apostoli 6600187 Romatel. +39 06 4740746fax +39 06 4746549info@i-com.it www.i-com.it
Grazie!