Museo Patrimonio Industriale Bologna 22 gennaio 2010 Classe 2A.

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Museo Patrimonio Industriale

Bologna 22 gennaio 2010

Classe 2A

Filatoio lucchese al quale, nel 1300, i bolognesi attaccarono la ruota a cassettoni azionata dall’acqua

delle chiaviche.

In questo plastico sono visualizzati i fiumi Savena, a sinistra, e Reno a destra dai quali, attraverso una rete di canali,

l’acqua veniva portata ai mulini del grano e della seta.

Plastico: ricostruzione della Bologna del 1300

La mappa dei mulini

Questo modellino riproduce un mulino per macinare il grano.

Il mulino collegato al torcitoio per la lavorazione del filo di seta.

La ruota idrica, a cassettoni, muoveva, con un sistema di ruote, il mulino della

seta o del grano

Il mercato della seta (vendita del velo)

Come si indossavano le sete (il velo)

Modello di una casa e spaccato con mulino

Il telaio (lavorazione dal filo al tessuto/velo)

Il torcitoio (serviva per torcere i fili di seta)

L’incannatoio (serviva a far passare il filo dalla matassa al rocchetto)

La ruota idrica che muove il torcitoio

La seta veniva trasportata su imbarcazioni per essere commercializzata. Le barche percorrevano i canali e i fiumi

navigabili per raggiungere Venezia. Da qui le sete di Bologna venivano inviate in tutto l’oriente.

Per percorrere i canali di Bologna, la barca doveva superare gradoni e piccole cascata. Attraverso un sistema di chiuse e dighe, la barca trainata da un cavallo, riusciva a superare gli

ostacoli.