Maggio 020 - Anno LI - N. GAB - 71 DONGIO - Fr. .– Da Acquarossa … · 2020-05-20 · Mensile...

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Mensile vallerano

Maggio 2020 - Anno LI - N. 5 GAB - 6715 DONGIO - Fr. 5.–

Una bella storia iniziatapiù di cento anni fa

Tra i ricordi della famiglia materna ho trovato la testimonianza del ma-trimonio della zia Dora Fontana, ce-lebrato esattamente 100 anni fa.Una bella storia legata all’emigra-zione bleniese e ticinese di quegli anni quando la gente, reduce da una grande terribile guerra e da una tri-stemente famosa epidemia chiamata Spagnola, cominciava a guardare al futuro con un certo sollievo e tante speranze nonostante le ristrettezze finanziarie e la mancanza di lavoro nella nostra regione.Dora Fontana è nata a Londra nella centralissima Shaftesbury Avenue il 5 maggio 1897, dove la sua famiglia viveva e lavorava. Dopo aver frequen-tato le scuole, in parte in Inghilterra e in parte a Dangio, Dora, da tutti chiamata Dorina, all'età di 17 anni iniziò a lavorare duramente, senza vacanze e giornate di riposo come allora era normale nell"hotellerie" londinese in piena espansione, pres-so il famosissimo e rinomato Moni-co's Restaurant. In quell'ambiente della ristorazione ebbe la grande fortuna di incontrare e innamorarsi del giovane Filippo Diviani, nato a Londra Stoke Newington il 2 marzo 1888. Anche lui figlio di ticinesi emi-grati da Campello.

Filippo e Dorina si fidanzarono uf-ficialmente nel 1919 e, trascorso un po' di tempo, arrivò la felice decisio-ne di sposarsi. Con grande soddisfa-zione e gioia della sposa e di tutti i famigliari il matrimonio si celebrò nella Chiesa parrocchiale di Aquila.Filippo era un vero “gentleman" e, grazie al suo buon gusto e alla dispo-nibilità finanziaria, frutto del duro lavoro e dei sacrifici, ben conosciu-ti dagli emigranti ticinesi di quegli anni, non badò a spese per rendere quel giorno memorabile e favoloso agli occhi degli abitanti dei nostri villaggi – in quei tempi abituati a ri-strettezze e sacrifici – e, soprattutto, per la felicità della sua sposa.Tutto era stato curato e preparato nei minimi particolari: il frac, con-fezionato su misura da uno dei mi-gliori sarti del West End londinese,

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“Ponto Valentino è, almeno all’aspetto, il più pigro e beato villaggio di Blenio: al-lungato al sole come una lucertola palpi-tante, allinea le sue case lungo la strada, come su un lungo belvedere affacciato alla vista dell’ampia conca della valle”. (Piero Bianconi, Arte in Val Blenio, 1944)Ponto Valentino, dal 2004 frazione del comune di Acquarossa, ripreso dall’alto nei primi giorni di prima-vera: la luce bassa del tramonto per-mette di cogliere meglio la morfo-logia del suo territorio. Il villaggio è suddiviso in parecchi nuclei situati

sia sopra che sotto la strada canto-nale, ma è soprattutto nella parte bassa che sono sorte in questi ulti-mi decenni le nuove costruzioni. Sopra il paese è ancora possibile individuare qualche sentiero che in passato conduceva ai monti: dap-prima si saliva con le bestie ai monti mezzani, poi con l’arrivo dell’estate si raggiungevano gli alpi dove si ri-maneva fino all’inizio dell’autunno. A sinistra, all’entrata sud del paese, la chiesetta di Santa Maria Maddale-na accoglie per prima gli automobi-

listi di passaggio; all’inizio era una semplice cappella, poi fu demolita per far spazio alla strada cantona-le e venne ricostruita nel 1901. Al centro del paese spunta tra i tetti il campanile della chiesa parrocchia-le di San Martino; già nominata nel 1298, essa venne totalmente trasfor-mata tra il 1733 e il 1740. Sullo sfon-do l’inconfondibile piramide del Sosto, dalla cui cima è appena spari-ta l’ultima neve. (© photo Luca So-lari www.thepictures4you.ch)

© Luca Solari, www.thepictures4you.ch

RUBRICA In volo sulla Valle di Luca Solari

AVVISOIMPORTANTE

vocediblenio

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Ricordiamo ai nostri lettori, ai collaboratori e agli inserzionisti che il termine di chiusura

per la consegna del materiale redazionale per il numero di giugno scade il:

MARTEDÌ 19 MAGGIO 2020

L’uscita del mensile agli abbonati sarà anticipata al 15 giugno anziché al 20 come finora.

L’uscita del numero di luglio è prevista per il 10 del mese, con la consegna del materiale in redazione

entro il 10 del mese precedente.

Aggiornamento vie degli indirizziSollecitiamo inoltre gli abbonati che ancora non ci

hanno fatto pervenire la via e il numero civico a voler comunicare al più presto questi dati alla redazione allo

091 871 19 00 o all’indirizzo redazione@vocediblenio.ch

La Redazione

quiete degli ospedali di Acquarossa e Faido – dei quali è primario – per dare una mano nell’emergenza. “Quando mi hanno chiamato, sono stato contento. Già nei giorni pre-cedenti, vedendo l’evoluzione dei casi, quasi mi dispiaceva non poter essere d’aiuto. E quando poi sono arrivato a Locarno mi ha stupito come fossero riusciti a riorganizzare tutto in modo così rapido”.

Molte incognitePoi, però, “è chiaro che questo virus ha qualcosa che spaventa, anzitutto i pazienti. In particolare il fatto che il suo decorso sia difficile da prevedere. E poi, come stiamo capendo col pas-sare del tempo, la polmonite è solo uno dei suoi effetti: ci sono persone che sviluppano problemi al cuore, ai reni, embolie e trombosi. Mentre al-tri contagiati quasi non se ne accorgo-no”. Poi, dietro ai tubi e ai malanni, ai numeri e alle complicazioni, ci sono i singoli individui. “Una cosa che spaventa sempre è quando manca il respiro. Mi ha colpito un paziente della mia età, 52 anni, sano. Magari si pensa che certe cose tocchino solo agli anziani e a chi è già malato: in-vece anche lui, così determinato e positivo, lo abbiamo dovuto intubare. Mi ripeteva sempre: ‘spero di guarire, spero di guarire’.

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Come già lo scorso mese di aprile, anche in questo mese stiamo vivendo all’inse-gna dell’incertezza, sia personale sia per quanto riguarda la salute pubblica e il mondo del lavoro. A fine aprile, quan-do la Voce che avete tra le mani andava in stampa, non potevamo prevedere la situazione relativa al Covid-19 ora, a metà maggio. Abbiamo però ritenuto utile e interessante presentare anche ai lettori di “Voce di Blenio”, con gli ag-giornamenti resi indispensabili dallo

scorrere del tempo, l’intervista realizza-ta dal collega Lorenzo Erroi al medico primario del nostro ospedale di valle, Giuseppe Allegranza.

Redazione

Chissà cosa dev’essere, fare il medi-co in uno di quei reparti. È una do-manda che ci siamo fatti più o meno tutti, vedendo camici e mascherine alla tivù, intenti ad accudire i mala-ti di coronavirus. Lo chiediamo a Giuseppe Allegranza, viceprimario di medicina interna alla Carità di Locarno, venuto giù dalla relativa

Da Acquarossa al fronte

di Lorenzo Erroi e Red di Nivardo Maestrani

Emigrazione bleniese e ticineseCovid-19, intervista al medico Giuseppe Allegranza

Verso il traguardo, il dr. Allegranza sulla Cima dell’Uomo foto Teto Arcioni

MAGGIO 2020 | 2DALLA PRIMA

(...) Ora, dopo una decina di giorni in cure intensive, l’ho re-incontrato in reparto e sta migliorando di giorno in giorno". Come di certo reincontrerà “un altro paziente, ottantenne, con tanti problemi al cuore e ai polmoni. Ma molto legato alla vita, sempre po-sitivo. Anche lui come me viene dalla Valle di Blenio. Io sinceramente non credevo che ce la facesse, e invece è già tornato a casa. Prima di andare via mi ha detto: ‘ci rivedremo su”.Da Dangio, Allegranza è sceso per sob-barcarsi turni da dodici o tredici ore, sei giorni su sette. All’apice dell’emer-genza si è trasferito in un albergo a Lo-carno, messo a disposizione dall’Ente ospedaliero cantonale per i frontalieri e per chi viene da lontano. “A dire il vero, oltre a risparmiarmi un lungo viaggio, è stata anche un’occasione per dedicare le serate a leggere e stu-diare di più su questa pandemia. Ci sono così tante incognite che bisogna aggiornarsi continuamente”. Ora (il 24 aprile, ndr), comunque, “si direbbe che le cose si siano un po’ calmate, i turni di lavoro sono più corti e possia-mo permetterci un qualche giorno di riposo in più”.Considerate le necessità di isolamen-to dei pazienti, anche ai medici tocca il ruolo di ponte tra chi è chiuso den-

(...) i guanti bianchi, l'abito con stra-scico e velo riccamente ricamato della sposa, anch'esso confezionato da una pregiata sartoria di Londra, i tanti fio-ri (rose bianche), il Menù raffinato (rigorosamente scritto in francese, come si usava allora nella migliore “hotellerie" londinese, vedi foto in prima pagina), il pranzo con molti invitati, tenutosi presso il ristorante Degiorgi di Aquila.

Persino la data del matrimonio era stata studiata alla perfezione: merco-ledì 5 maggio 1920, il giorno del ven-titreesimo compleanno della sposa.La data era anche perfetta per per-mettere agli sposi e ai parenti arri-vati dall’Inghilterra di poter passare alcuni giorni nell’amato paese di Dangio assieme alla famiglia nel-la grande casa paterna di “Fitögn" (angolo tranquillo e suggestivo di Dangio), prima di tornare al duro lavoro oltre Manica.

Filippo e Dora hanno gestito per lunghi anni il “Marble Arch Café", proprio di fronte al grande Hyde Park. Con loro hanno collaborato la sorella di Filippo, Carolina Diviani (la signora più alta vicino alla por-ta sulla foto a destra) e la sorella di Dora, Erminia Fontana, in famiglia chiamata Auntie Mini, (la ragazza

Allegranza: Da Acquarossa al fronte Una bella storia...

tro ai reparti e chi invece ne è chiuso fuori: la famiglia. “Informiamo i con-giunti ogni giorno”, spiega Allegran-za. “In molti casi è possibile anche organizzare videochiamate con chi è ricoverato. Se la situazione si deterio-ra, è necessario prepararli al peggio. Eventualmente permettere un’ultima visita, con le dovute precauzioni”. Per queste relazioni, e per comunicare una morte, “siamo aiutati da psicolo-gi e cappellani. Sono cose alle quali un medico deve abituarsi, ma natural-mente in questo momento sono più frequenti e intense”.

Primum non nocereUn altro momento difficile è quello della scelta: trasferire in terapia inten-siva, che spesso vuol dire intubare il pa-ziente per diverse settimane, oppure no? C’è speranza, oppure procedere con la terapia intensiva sarebbe solo un accanimento terapeutico? “Non è mai facile. Per questo occorre sempre avere ben presenti i principi bioetici fondamentali: fare il bene, non fare il male, rispettare l’autonomia di scelta del paziente ed essere giusti, ovvero trattare tutti con equità”. Anche così, però, non è sempre tutto o bianco o nero: “Per questo sono fondamentali le riunioni con tutto lo staff, per deci-

dere dei casi più difficili. La condivisio-ne è fondamentale, anche per soppor-tare la pressione della scelta”.Scelta ardua, che basterebbe da sola a giustificare gli applausi rivolti al per-sonale sanitario lungo le strade del cantone. Ma gli applausi non bastano. “Ci fanno molto piacere, e meritano un ringraziamento speciale. Quando però questa crisi sarà passata, biso-gnerà ricordarsi dell’importanza di avere un sistema sanitario autosuf-ficiente. Ancora oggi, col numerus clausus ad esempio, ci troviamo a do-ver dipendere da medici e personale sanitario dall’estero. Bravissimi profes-sionisti, che però stiamo sottraendo al paese d’origine. Servono più medici, più infermieri formati in Svizzera, per il bene di tutti. E serve mantenere quella capacità di riorganizzarsi nell’e-mergenza che invece, lo abbiamo vi-sto, siamo stati in grado di garantire da un giorno all’altro: un punto a favore di un ente ospedaliero multisede”.Quanto al futuro dell’epidemia, Al-legranza è ottimista, ma avverte: “Oc-corre continuare a rispettare le regole igieniche e di condotta. Altrimenti nulla esclude una seconda ondata di contagi, un secondo picco. Non sap-piamo nemmeno se, come altri virus, anche il Covid-19 sarà depotenziato dalle temperature estive. Quindi dob-biamo continuare a fare tutti attenzio-ne. Molta attenzione”. Nel frattempo, a fine aprile, molti pazienti con ma-lattia da Covid-19, dopo la fase acuta a Locarno, sono stati trasferiti all’ospe-dale di Faido mentre ad Acquarossa si ricoverano i pazienti non toccati dal virus. A partire dalla fine di aprile, Al-legranza si reca un paio di giorni alla settimana nei due ospedali di Valle e, a seconda di come evolverà la situazio-ne epidemiologica, ritornerà a lavora-re solamente nei due nosocomi dalla metà di maggio restando a disposizio-ne dell’Ospedale La Carità di Locarno in caso di un’altra ondata di infezione da nuovo coronavirus.

(Intervista, qui in versione aggiornata, apparsa su “laRegione” del 10 .04.2020)

Il dr. Giuseppe Allegranza Foto EOC

con il vassoio con l’argenteria sul-la foto. Le altre ragazze non sono conosciute, è possibile che fossero bleniesi o ticinesi).

La vita di Filippo e Dora è stata una vera storia d'amore con momenti fe-lici e momenti duri e tragici. Hanno avuto la gioia di avere due meravi-gliosi figli: Giuseppe anche detto Mario e Linda. Il figlio Giuseppe ha, a sua volta, sposato Annetta Morosi, anche lei di Dangio (Annetta ci ha purtroppo lasciati il 20 marzo scor-so, lasciando un grande vuoto nei cuori dei suoi famigliari e di chi le ha voluto bene) e ha dato a Filippo e Dora la gioia di tre adorati nipoti: Linda, Stephanie e Philip.

Purtroppo un tragico incidente stra-dale avvenuto nel 1956 ha sconvolto per sempre le loro vite con la mor-te dell’adorata figlia Linda. Filippo morì il 26 giugno 1971, all'età di 83 anni e Dora il 4 novembre 1987, all'età di 90 anni. La loro è stata una bella storia dell'emigrazione ticine-se e d'amore che ancora oggi con-tinua e viene perpetuata dai loro discendenti: nipoti, pronipoti e bi-snipoti che vivono a Londra e nello stupendo Yorkshire.

La leggenda di OrlandoJanos finalmente ebbe in regalo una baionetta per sviluppare in proprio le avventure che il libro, La leggen-da di Orlando (versione in prosa dell’opera di Ludovico Ariosto), scatenava. Ma fu molto dopo la pri-ma messa in atto dei fatti narrati nel libro, quando la sua Durlindana era un bastone di nocciolo. Orlando, l’eroe, usava raramente un elmo, in-vece Janos ne aveva uno di plastica ricavato da un cestino blu di quel-li per le fragole: pensava fosse più credibile. L’Olifante andava bene fin da subito, un corno di capra piuttosto difficile da suonare ma che si poteva sentire almeno fino in piazza. I nemici e gli amici erano invece completamente immaginari. Cioè: aveva provato a coinvolgere Lolek e Bolek, ma dopo che li aveva bastonati come fossero Mori riotto-si i due rinunciarono alla messa in scena. Fu un duro colpo per Janos, però alla terza rilettura del libro aveva già capito come arrangiarsi da solo, percuotendo betulle e scrol-lando ginestre, immaginando Sacri-pante che scalava fortezze e Astolfo con l’Ippogrifo. Meno comodo fu inventarsi una Angelica poiché Ja-

INNANZAMÒ I racconti di Giorgio Genetelli

nos non capiva ancora bene come mai Orlando fosse impazzito di di-spiacere per i rifiuti amorosi di lei, con la certezza che valesse la pena arrabbiarsi piuttosto per un premio mancato per indisciplina, tipo quel budino che la mamma sequestrò per non si ricordava cosa, mandan-dolo a letto senza. Impazzire per una donna… mah, rifletteva. Però ci provava lo stesso, sennò la storia tutta perdeva senso e gli eroismi sparivano. Alla fine di ogni rilettu-ra, quando Orlando moriva con il sangue che gli usciva dalle orecchie a furia di suonare l’Olifante per se-gnalare a Carlo Magno che i Mori erano fuggiti per sempre, si impe-gnava a piangere per finta (speran-do però che dalle sue orecchie il sangue non uscisse). Tanto sapeva che bastava ricominciare la lettura e il suo paladino sarebbe tornato in vita, impavido e forte come sempre.Giunse dunque il giorno della baio-netta, che già da tempo aveva adoc-chiato, appesa nella cucina annerita del Tita, un vecchio mezzo sordo che sorrideva di gusto quando, per ore, guardava Janos nelle sue impre-se. Il Tita era il suo pubblico, tutti

gli altri o fuggivano, come Lolek e Bolek, o lo rimproveravano, come la mamma, o lo obbligavano a fare qualcosa di più utile, come il papà. Il Tita, un giorno colse lo sguardo rapito di Janos in direzione della baionetta e gliela regalò, tanto non era affilata e la punta era monca. Con quella Durlindana vera, final-mente, Janos potè menare fendenti regolamentari e i Mori si spaven-tarono davvero al luccichìo della spada sulle balze di Roncisvalle, che nella rappresentazione era un mas-so in cima ai prati.Janos girava in paese con la Durlin-dana alla cinta e dava spiegazioni se-rie e perfino piccate ogni volta che qualcuno gli domandava cosa ci fa-cesse con una baionetta. Non capi-scono proprio, diceva tra sé. Come non capirono il papà e la mamma, e la presero davvero male, quando trovò il modo di rappresentare An-gelica mettendo in bocca un anelli-no di plastica alla sorellina e questa lo inghiottì, finendo all’ospedale. Sembravano impazziti loro, non lui. Capì che Angelica bisognava lasciar-la fuori fisicamente dalla rappresen-tazione e tornò all’immaginario. Le

donne portano sempre guai, sen-tenziò toccando l’elsa della Durlin-dana, passando alla bottiglia con il senno di Orlando che Astolfo aveva riportato dalla luna e che lui riempì di gazosa sentendosi davvero a po-sto. Peccato per Astolfo, però, il più simpatico di tutti, che dopo aver be-vuto la bottiglietta con il suo senno diventò molto meno allegro e sim-patico (questa era la parte del libro che gli piaceva di meno, non capiva perché l’autore si impegnasse a far rinsavire Astolfo che di danni non ne faceva e aveva uno splendido spi-rito libero e pacifista, trasformando-lo in uno come gli altri).Non ci fu verso di spostare Janos verso altri interessi, ma per un bel pezzo eh, forse due anni buoni.Comunque, tutte le cose hanno una fine e per Janos finirono quando, per mettere in scena l’inarrestabile Sacripante come si deve, dette fuo-co al pergolato. Il papà, ormai este-nuato dalle bizze del figlio, gettò il libro tra le fiamme. Janos pianse e rinsavì, ma come Astolfo divenne meno divertente.Negli anni della sua maturità, Janos ogni tanto avrebbe rispolverato la

Durlindana, con-finata in soffitta e guai a portarla giù, per ripercor-rere da fermo alcuni brani, sempre più opacizza-ti dalla memoria occupata da altre cose meno gaie.La voglia di un tempo era sparita, rimanevano sprazzi.Più avanti ancora avrebbe capito che il vero nemico non era l’esercito del Mori, ma il capufficio, e che la sola a resistere all’oblìo, nei suoi perenni rifiuti, sarebbe stata Angelica, anzi, le tante Angeliche che non avreb-bero ricambiato il suo innamorarsi, senza neanche un Tita a guardarlo. Janos avrebbe trovato finalmente il modo di realizzare la sola parte del libro che non era mai riuscito a met-tere in pratica. Scoprendo così la sua vera dose di follia, con tanto di senno relegato in una bottiglia sulla luna senza neanche più Astolfo da mandare a riprenderlo. Un onore. Ma anche l’amarezza della scoperta che più di una baionetta gli sarebbe stato affidato un tagliacarte per le decisive questioni della corrispon-denza in ufficio.

MAGGIO 2020 | 3 RUBRICHE

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50 DI VOCE 50 DI BLENIO

La stagione era iniziata inaspet-tatamente presto, il 16 novembre scorso, pochi giorni dopo la pre-sentazione alla stampa del nuovo Centro per lo sci nordico costato 16 milioni. Ed è stata repentina pure la conclusione del periodo invernale, anche se in questo caso la ragione non è da imputare a motivi mete-orologici, bensì alle limitazioni in merito alla situazione coronavirus imposte nel marzo scorso dal Consi-glio di Stato. Fabio Anelli, il gerente della parte ricettiva del centro – il Campra Alpine Lodge & Spa –, trae un bilancio positivo. “Sono diversi i fattori che hanno giocato a nostro favore. Da una parte la neve arrivata presto, ma anche il fatto che molti hanno deciso di rimettere gli sci ai piedi attirati dalla nuova struttura”, spiega da noi contattato. Sono arri-vati molti appassionati dello sci nor-dico ma anche alcuni curiosi che volevano vedere con i propri occhi la nuova costruzione, realizzata dal-la Centro sci nordico Campra Sa. “Abbiamo iniziato in sordina, ma già da metà dicembre registravamo un’ottima affluenza in particolare nei weekend. Una tendenza che si è rafforzata nei mesi di gennaio e feb-

I giovani possono acquisire preziose esperienze di vita nelle fattorie svizze-re. L'Associazione Agriviva da quasi 75 anni dà la possibilità di effettuare dei periodi di lavoro indimenticabili e delle attività interessanti a favore dell’agricoltura. Poiché solo un gio-vane alla volta può essere ospitato contemporaneamente nella sua fa-miglia di Agriviva, tali lavori sono an-cora possibili e sono attualmente in corso, logicamente nel pieno rispet-to delle misure comportamentali e precauzionali in vigore.Ogni anno oltre 1’000 giovani scelgo-no di lavorare in una delle circa 900 fattorie di Agriviva in tutta la Svizze-ra. Imparano ad arrangiarsi in casa, in giardino, nella stalla o nei campi e conoscono così un mondo che per la maggior parte di loro è del tutto nuovo. In molti colgono anche l'oc-casione per migliorare la propria co-noscenza di un'altra lingua nazionale. Grazie all'integrazione delle giovani e dei giovani aiutanti nel lavoro quoti-diano e nella vita delle famiglie ospi-tanti si crea un dialogo tra città e cam-pagna, attraverso diverse generazioni, e tra produttori e consumatori.Agriviva (l'ex Servizio agricolo) met-te a disposizione sulla sua pagina

Buona la prima al Centro sci nordico di Campra

Lavoro in fattoria per i giovani, possibile malgrado il Covid-19

braio. Ovviamente c’è ancora mar-gine di miglioramento e stiamo cer-cando di capire cos’ha funzionato e cosa meno, ma non possiamo che essere contenti”, ci dice. Per quanto riguarda i pernottamenti, la cliente-la è stata variata: da amanti delle atti-vità invernali (sci di fondo ma anche sci escursionismo e racchette), alle famiglie, senza dimenticare alcune società sportive. “Inizialmente sono arrivati soprattutto ticinesi e turi-sti del Nord Italia, ma grazie a una campagna promozionale abbiamo poi iniziato a ricevere anche svizzero

tedeschi e tedeschi, la maggior par-te dei quali scopriva Campra per la prima volta”. Anche la parte relativa alla ristorazione (self service durante il giorno e zona ristorante di sera) è stata ben frequentata, in particolare dalla gente del luogo. Perlopiù scia-tori di giorno; gruppi, assemblee, aziende la sera (oltre al ristorante è pure a disposizione una sala multiu-so modulabile). “Non tutti però ci co-noscono ancora. In particolare mol-te ditte si sono informate quest’anno in vista di organizzare degli incontri l’anno prossimo”, aggiunge.

di Samantha Ghisla

Conclusa in anticipo la prima stagione invernale dopo i lavori

Una gara con 300 atletiA gioire della presenza costante di neve e di molte giornate di bel tempo è anche il responsabile del-le strutture sportive di Campra Ni-cola Vanzetti. È stata una stagione che, per dirla con parole sue, ne capitano una o due ogni decennio. “E avremmo potuto continuare fino all’inizio di aprile”, aggiunge. Per il momento è troppo presto per disporre di cifre precise sulla frequentazione delle piste e del-la Scuola di sci, ma come detto il riscontro è stato positivo, anche grazie alla nuova parte ricettiva. “Peccato che sia mancato lo sprint finale per finire in bellezza con an-cora alcune settimane di apertura”, sottolinea. Quest’anno, aggiunge, sono mancate anche alcune scuole poiché il programma delle uscite era stato allestito quando il centro era ancora in fase di cantiere. Ma Vanzetti auspica che dalla prossi-ma stagione invernale torneranno. L’evento più importante ospitato quest’anno è stata la gara di Coppa continentale di inizio gennaio, che ha attirato qui per alcuni giorni ben 300 concorrenti per un totale di 400 persone. Ciò che ha permes-so di registrare 1’200 pernottamen-ti suddivisi in più strutture della Valle di Blenio.

Attività outdoor per l’estateL’estate e la ripresa delle normali attività sono ora molto attese, anche perché nella bella stagione s’inten-dono concludere i lavori di siste-mazione esterna del centro. Come previsto verranno infatti rimossi i container presenti a lato del posteg-gio, che per alcune stagioni hanno permesso ai visitatori e agli sciatori di fare capo alla struttura provviso-ria mentre era in fase di cantiere quella nuova. Solo allora verrà or-ganizzata la cerimonia di inaugu-razione del nuovo centro. I prossi-mi mesi porteranno anche alcune novità al Campra Alpine Lodge & Spa (nuovo sito web, nuovo logo, ecc). Per l’estate, come conferma Fabio Anelli, sono in fase di allesti-mento alcune proposte: “puntere-mo su pacchetti turistici che, oltre al pernottamento, comprendano proposte legate all’escursionismo, alla mountain bike, al benessere ma anche alla gastronomia”. Per le due ruote, aggiunge l’ex ciclista semi-professionista, verranno messi a disposizione per il noleggio tre rampichini elettrici, mentre altri sa-ranno a disposizione per gruppi più grandi grazie alla collaborazione con Sarci Sport.

(Articolo apparso sul quotidianolaRegione il 21 marzo 2020)

Il Museo della Valle di Blenio di Lottigna aprirà i battenti:SABATO 16 MAGGIO 2020 ALLE ORE 14.00. La rassegna temporanea 50 di voce 50 di blenio, dedicata agli ultimi 50 anni di storia della Val-le di Blenio raccontati dal suo mensile, sarà invece aperta al pubblico a partire da:

Distanti ma viciniLA ZAMPA DI MAVERICK

Cari amici a due zampe, in questo periodo non è facile nemmeno per me, ho dovuto cambiare buona parte delle mie abitudini, ma soprattutto non incontro più i miei bipedi prefe-riti, i bambini e gli anziani; vedo solo gente fare attività sportive nei boschi e nei miei posti preferiti, obbligando-mi a stare al guinzaglio, uff…

Ci vediamo presto, parola di Border Collie!

Maverick

GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2020 ALLE ORE 14.00. L'esposizione parallela che si ter-rà presso la Biblioteca Comune di Blenio a Olivone aprirà invece i battenti VENERDÌ 12 GIUGNO ALLE ORE 20.00. Tutte le attività collaterali a que-ste due mostre sono al momento state rinviate a data da definire.

web www.agriviva.ch una piattaforma completa per i giovani e le famiglie contadine in Svizzera. Le possibilità d’impiego ci sono durante tutto l’ar-co dell’anno e hanno una durata che va da 1 fino a 8 settimane. Possono partecipare i giovani tra i 14 e i 24 anni (per poter svolgere il servizio in una regione linguistica diversa dalla propria, bisogna aver compiuto i 16 anni d’età e la durata dell’impiego deve essere di almeno 12 giorni). In aggiunta a vitto e alloggio i giovani ricevono anche una piccola paghet-ta, che varia a seconda dell’età.

Agriviva è riconosciuta dal Governo svizzero per il suo lavoro extrasco-lastico con i giovani in conformità con la Legge sulla promozione del-le attività giovanili extrascolastiche (LPAG) e viene tra l'altro supportata da sponsor e fondazioni private.

Per ulteriori informazioni:www.agriviva.ch; persona di contatto per il Ticino: Anita Tomaszewska, re-sponsabile Agriviva c/o Unione Con-tadini Ticinesi (UCT); S. Antonino; telefono: 091 851 90 97(e-mail: anita.tomaszewska@agriticino.ch)

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MAGGIO 2020 | 4SCRIVIAMO IN QUARANTENA

SCONTOINSERZIONE

Pubblicazioni anchenon consecutive.

Testi uguali o file fornito.

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Società e Covid-19: l’occasione per cambiare rotta

forTInsieme un’onda di solidarietà Il racconto di Luisa: I gruppi whatsapp di una volta

I gruppi whatsapp di una volta......erano sempre in collegamento!

Eh sì, quest’anno tutti, volenti o meno, cristiani o no, hanno dovuto “far Quaresima”. A livello mondiale tutti, chi prima e chi dopo e non necessariamente nei 40 giorni che precedono la Pasqua giudeo-cristiana, hanno subìto uno stato di privazione. La causa? Un in-significante ammasso di proteine e acidi nucleici: un virus!I più toccati? Certamente chi ne è morto, chi ha perso dei cari, chi ha perso il lavoro, chi ha subìto una di-minuzione di salario o ne è stato pri-vato completamente, chi ha incontra-to delle difficoltà nella formazione, chi ha dovuto rinunciare al viaggio per le vacanze, alla libertà di sposta-mento, alla possibilità di vedere i cari o al contatto fisico fra le persone.Questo “strano periodo”, come tanti lo hanno definito, in Ticino è arrivato nel tempo della Quaresi-ma. Penso che, dalla fine della se-conda guerra mondiale, non ci sia mai stato un momento di rinuncia come quello attuale. Ma questo pe-riodo di privazioni è poi così brut-to? Essendo io un ottimista, direi di “No”! Approfittando del tempo che il confinamento ci offre, forse vale la pena fermarsi un attimo a riflette-re. Rinuncia e riflessione, come una

È nata a Malvaglia, più precisamen-te nella mente di Katiusca Veronese, l’idea di forTInsieme volta a lanciare una raccolta pubblica di fondi a favo-re del personale sanitario curante del Canton Ticino. Dalla metà di marzo scorso, come ci scrive la promotrice, e grazie alla collaborazione di diver-si ticinesi, l’idea ha preso una forma concreta con l’apertura di un appo-sito conto (Banca Stato Dongio) sul quale fino alla metà di aprile scorso quasi 120 persone, famiglie, aziende o associazioni hanno versato comples-sivamente più di 15'778 franchi. L’in-tento, una volta finita la pandemia, è quello di offrire un buono cena al personale sanitario oggi impegnato al fronte, in modo da aiutare e sostenere anche i ristoranti ticinesi. Gli aggior-namenti sui versamenti sono visibili ogni lunedì anche su Facebook (pro-filo di Katiusca Veronese) con la pub-blicazione dell’aggiornamento dell’e-stratto bancario. “Offrire una cena tra colleghi di lavoro (e le loro famiglie) è un gesto dal valore simbolico certo, ma socialmente si tratta di un grande valore. È un piccolo gesto per gratifi-care il grande sforzo profuso in questi mesi di duro lavoro, in condizioni non

Buongiorno a tutti; oggi vi farò una descrizione di questa immagine che rappresenta i gruppi whatsapp di una volta.Noi tutti sappiamo che cosa è what-sapp al giorno d’oggi, ma una volta i gruppi whatsapp come erano? Ora ve lo spiego: cominciamo dal perché ho scelto questa immagine. L’ho scelta perché al giorno d’oggi wha-tsapp è una fonte di scambi di idee e informazioni molto conosciuta quindi volevo capire come una vol-ta facevano a comunicare tra loro le persone. Sappiamo infatti che a quei tempi non c’erano ancora i telefoni, i computer e gli Ipad.Cosa ho scoperto: i gruppi whatsapp una volta erano formati praticamen-te da donne perché gli uomini non amano e non amavano molto parlare dei fatti propri e tornavano anche a casa tardi e molto stanchi per il duro lavoro che avevano fatto quel giorno. Le persone formavano un gruppo whatsapp sedendosi una vicina all’al-tra e si raccontavano quello che ave-vano fatto o quel che era accaduto.

DIESSE - DANGIO

MALVAGLIA MOTTO - DONGIO

di Christian Gianella

di Luisa Perazzi, 10 anni

Pubblichiamo qui con piacere un breve racconto redatto in tempo di quarantena da una bambina di Motto, che ha lasciato andare la sua fantasia in modo molto reale!

vera Quaresima, uno “stress-test”, come si direbbe oggi. L’occasione per capire se quello che viviamo o facciamo, alle volte automaticamen-te o solo per aderire alla pressione sociale, sia giusto, giustificato, lecito e soprattutto necessario.Radio e giornali dipingono la situa-zione come “estremamente dura”, “inconcepibile”, “assurda”. Aggettivi a mio avviso spropositati, tuttavia erro-neamente giustificati perché questa volta toccano noi, proprio noi, qui. Non è più una realtà lontana, non dobbiamo più solo immaginarla.Cosa sono queste rinunce paragona-te a quelle con cui deve convivere chi ha perso tutto, ma veramente tutto in una guerra, in un terremoto, in fuga da una zona di conflitto o di po-vertà? Noccioline!L’attualità dei media è monotemati-ca. Sembra che tutti gli altri proble-mi del mondo non esistano più. Si sentono solo commenti che ci fanno credere più forti, più solidali e, per-chè no, migliori. Commenti che vo-gliono illuderci di essere autorizzati a chiudere gli occhi sulle bombe, che hanno continuato a cadere sulle città siriane, sui palestinesi, che vivo-no confinati in una prigione a cielo aperto, sulla situazione disperata dei

migranti alle frontiere dell’Europa e sul Mediterraneo, sullo sfruttamento inumano di persone e risorse, causa-to da un sistema economico perver-so. Solo a queste situazioni, gli agget-tivi citati prima ben si addicono!Tante le notizie riguardanti l’anda-mento economico. Mamma mia! Ma fino a che livello di cinismo si può arrivare? Siamo onesti e guardiamo bene la nostra realtà: il nostro è un sistema economico perverso e que-sta pandemia ne sta erodendo alcu-ni strati. Per chi ha fatto la formica, l’inverno economico che si profila all’orizzonte potrà essere duro, ma passerà. Per le cicale, l’estate è finita. E questo vale sia per la micro-eco-nomia (le nostre economie dome-stiche), che per la macro-economia (nazioni e alleanze economiche fra Stati). Chi ha speso i soldi prima an-cora di averli guadagnati e ha ipote-cato persino le mutande si ritroverà con un livello di vita e dei progetti irrimediabilmente compromessi.Hanno pure i giorni contati gli Stati che soffrono già di una situazione economica precaria. Si parla a livel-lo europeo di fondi salvastati, ma con quale liquidità? Se già prima della crisi questa liquidità non c’e-ra? Saranno dei soldi virtuali a salva-

re l’economia europea? Tanto vale credere a Babbo Natale! Saranno probabilmente i soldi delle pensioni dei cittadini ad essere sacrificati per salvare un sistema economico obso-leto? Sento luminari parlare dell’e-conomia europea o mondiale futura e la descrivono esattamente copia-in-colla come quella di qualche setti-mana fa. Ma come fanno a non ren-dersi conto che ci sarà un’economia pre-Covid-19 e una post-Covid-19?Mi ritorna in mente una frase, che mio padre citava a proposito della so-cietà e dei suoi valori, che si stavano vieppiù indirizzando verso la realtà consumistica odierna, tratta da una predica forse di Don Pietro Ferrari, che risale agli anni ’50: “Con tutti questi beni di consumo, la società sta prendendo una brutta ubriacatura! Tremendo sarà il risveglio! Che Dio ci assista allorquando ciò avverrà!” Saggezza popolare e/o parole pro-fetiche? A pensarci bene il consumi-smo vero doveva ancora cominciare.Riprendendo la metafora di prima, vedo una società che va a braccetto con l’economia, come degli ubriachi barcollanti che si sostengono a vicen-da. Sono già finiti un paio di volte contro un muro e si sono appoggia-ti, questa volta stanno slalomando in

aperta campagna, ma si vede che la fiaschetta (rappresentante l’iniezio-ne di capitali) non è ancora vuota e ne prendono ancora alcune sorsate. Tra breve rovineranno nel fossato. Risalire la china non sarà dato a tutti!Che fare? Dobbiamo imparare a vi-vere differentemente. Sostenere mo-ralmente e finanziariamente ciò che è locale, ma assolutamente non per-dere di vista i conflitti o le ingiustizie internazionali. Avere un occhio cri-tico e non esitare a boicottare tutto ciò che è fonte o deriva da ingiustizie sociali, economiche ed ecologiche. Ricordiamoci che non tutti i mali vengono per nuocere!In Ticino e Lombardia si è dovuto cambiare e si dovrà cambiare per ancora qualche mese il modo di vi-vere e la qualità di vita. Ma soltan-to guardando alla purezza dell’aria che in questi giorni si è respirata, quante crisi di asma, quante bron-chiti e quanti tumori ai polmoni ci siamo risparmiati? C’è sempre un rovescio della medaglia! Ricordiamoci infine che due fattori sono essenziali alla riuscita a lungo termine di qualsiasi cosa: il fattore umano e il fattore ecologico. Ciò che ignora o relativizza questi fattori, è destinato a non durare nel tempo.

facili. Da queste colonne ringrazio di cuore chi ha partecipato finora a que-sta iniziativa spontanea, dimostrando solidarietà e generosità”. Katiusca Ve-ronese coordina questa operazione in stretta collaborazione con l’Ente ospedaliero cantonale (EOC), con la Clinica Moncucco e con GastroTicino. I buoni-cena si potranno utilizzare in tutti gli esercizi pubblici del Cantone e saranno rimborsati agli esercenti direttamente da GastroTicino. La pro-motrice non nasconde l’ambizione di raccogliere tanti fondi da permettere di estendere l’iniziativa di solidarietà anche al personale e ai volontari dei Servizi di ambulanza, degli studi me-dici di famiglia e della REGA. Gli interessati possono versare un con-tributo sul conto: Katiusca Veronese, Siamo forTInsieme, Malvaglia, Ban-ca Stato Canton Ticino, Dongio (Nr. IBAN: CH03 0076 4187 1176 Y000 2).

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MAGGIO 2020 | 5 SCRIVIAMO IN QUARANTENA

Nascono "Le coperte dell'amicizia"

La grotta delle meraviglie perduta sul Lucomagno

Altra lodevole iniziativa nata per sen-tirsi vicini (ma lontani) in periodo di pandemia e soprattutto per occu-pare il tempo per una buona causa. L’ha ideata Silvia Salvini di Olivone.

Ma ecco di cosa si tratta, come ci spiega la diretta interessata: “con i resti di lana accumulati in ogni casa potete confezionare dei quadretti all’uncinetto o a maglia seguendo la vostra fantasia ma rispettando le dimensioni di 10 cm x 10 cm o un multiplo”.

Una volta terminato il o i quadretti, basta portarli (con i fili già affran-cati) in un sacchetto nella casetta ubicata sul muro della casa di Silvia

Salvini, a Olivone in via Lucomagno 35. Sarà poi lei stessa ad occuparsi del seguito, ossia di attaccare insie-me i diversi quadretti per formare delle coperte.

Silvia riceve volentieri anche resti di lana non lavorati. “In tempi miglio-ri – spiega la promotrice – potremo poi vendere le coperte e devolvere il ricavato a un’associazione della val-le. Per chi fosse in difficoltà a reca-pitare i propri manufatti a Olivone, può chiamarmi e verrò a recuperar-li a casa (tel. 079 511 64 28)”.

Una bella e utile occupazione per il periodo di pandemia! Forza e co-raggio!

Vi ricordate quando si potevano libe-ramente frequentare bar e grotti? In Blenio fino agli anni Ottanta-Novan-ta nei locali circolava una storia un po’ diversa dalle altre, perché l’ori-ginale non era in dialetto locale ma sursilvano, e i luoghi interessati, an-corché misteriosi, si situavano oltre il Passo del Lucomagno, più o meno nella zona di Platta. Ai turisti veniva volentieri raccontata in tedesco, con qualche difficoltà anche in italiano. In cambio naturalmente bisognava offrire da bere, un po’ a tutti e più di una volta. Il racconto aveva tutte le caratteristiche della leggenda ur-bana (anche se più propriamente montana), nel senso che il narrato-re, ogni volta diverso e in qualche caso non proprio sobrio, non cono-sceva il protagonista ma aveva sentito la storia da uno che lo conosceva e testimoniava della sua attendibilità. Almeno tre passaggi quindi, che già allora rendevano impossibile rintrac-ciare la fonte, figuriamoci oggi. Però la storia è suggestiva, forse trop-po simile a quelle di altri luoghi spes-so narrate in libri e film, ma “blenie-

OLIVONE

DALLE CIME AL PIANO

Fare a maglia vicine ma lontane

di Mauro Veziano

un

spla

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sizzata” e a nostro parere meritevole di essere messa nero su bianco. Po-tremmo intitolarla “La grotta delle meraviglie perduta sul Lucomagno”, facendo riferimento non alle grotte carsiche, ma alle fessure alpine fode-rate di cristalli che si sono formate in epoche geologiche sulle nostre mon-tagne. Chi vuole vedere le foto di una grotta vera (e ammirare quello che conteneva, cioè i giganteschi cri-stalli) può visitare il museo del Sasso San Gottardo, mentre grotte artifi-ciali (alcune accessibili a pagamen-

to), create per i turisti assemblando cristalli veri, le si possono trovare sulle strade di molti Passi svizzeri, ac-canto ai negozi di souvenirs.La leggenda narra di un cristalliere, un cercatore di minerali già attempa-to che arrotondava l’AVS vendendo più che altro quarzi che cercava tra le rocce nella zona di Platta (a nord del Passo del Lucomagno, Comune di Medels). Sempre alla ricerca del ri-trovamento che gli avrebbe cambiato la vita, l’uomo, che conosceva bene la sua zona di caccia, raramente si spo-stava dalle fessure conosciute, dove seguiva (coltivava, detto in gergo) le vene di minerali lavorando più che altro con mazzotto, scalpelli e leve che si portava nello zaino. Solo quan-do una vena era esaurita ne cercava un’altra, ottenendo spesso, seppure a fatica, campioni di tutto rispetto e di notevole valore, che preparava per la vendita durante l’inverno, pulendoli con l’acqua ad alta pressione, spesso anche con l’acido (quello ossalico non l’acido cloridrico che lascia una patina giallastra sui cristalli incolori). Anche i cristalli più lucenti infatti, in natura si presentano spesso insigni-ficanti o proprio brutti, incrostati, nelle migliori delle ipotesi, di tenace fango bruno. Un pomeriggio di inizio autunno l’uomo, tornando a valle dopo una infruttuosa giornata alla ricerca di nuovi siti da esplorare, ha deviato dal sentiero conosciuto, attratto da un luccichio dovuto al riflesso del sole al tramonto su una roccia umida. Giunto sul posto, ed eliminato uno strato di muschio grondante acqua, il cercatore ha portato alla luce una fes-sura, che più in profondità si apriva diventando una grotta di grandi pro-porzioni, dove un uomo poteva stare in piedi, completamente tappezzata di formazioni cristalline. Si trattava

di quarzi incolori e per la maggior parte, vista la zona, ma di dimensioni e purezza eccezionali, alcuni impre-ziositi da concrezioni di oro nativo dai riflessi verdastri o di fluorite. Un tesoro insomma, una miniera sfrut-tabile per anni e anni anche senza l’uso di apparecchiature industriali e di esplosivi, in grado di arricchire certo, ma anche fonte di numerose preoccupazioni: concessione di sfrut-tamento, proprietà del terreno, im-patto ambientale, ecc. Sopraffatto da simili pensieri l’uomo ha mimetizzato in fretta e furia l’ingresso della grotta con il muschio ed è rientrato a valle prima di essere sorpreso dall’oscurità. Tanto più che iniziava a nevicare. Fu l’anno della grande nevicata. Pro-babilmente il 1956, dato che la sto-ria narra che l’uomo riceveva l’AVS (istituita nel 1948) cosa che esclude il 1929 e la leggenda circola da prima del 1985. Ma è anche possibile che si tratti di un'altra annata, partico-larmente nevosa in ambito locale e non registrata a livello internaziona-le, come il 1951 di cui parla Giovanni Orelli nel suo famoso libro.

Fatto sta che quando, dopo un lento disgelo, il cristalliere è tornato alla sua grotta delle meraviglie non l’ha più trovata. Una frana di immense proporzioni aveva seppellito tut-to, probabilmente per sempre. Per qualche anno l’uomo ha mantenu-to il segreto sperando che un se-condo evento geologico si portasse via il materiale franato, andando a controllare ogni anno la frana che assomigliava sempre di più ad una morena. Quando, a causa dell’età avanzata, ha rinunciato a salire in quota e ha iniziato a raccontare la sua storia non è più stato creduto e non ha trovato i finanziamenti che cercava. Nessuno ha preso sul serio l’idea di investire una grossa somma, anche solo per ottenere i permessi necessari ad eseguire dei carotaggi per ritrovare la grotta. L’anziano, che non aveva paren-ti, si è portato nell’aldilà il segreto dell’esatta ubicazione del tesoro, ma si dice che qualcuno sappia più di quanto si racconta e la grotta la stia ancora cercando, con molta di-screzione.

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DICEMBRE 2019/22

I nostri lutti A Biasca-Castro: Maria-Elena Genucchi, di anni 87. A Malvaglia: Giancarlo Blotti, di anni 84.

Flavio Baggi-Biotelli, di anni 65. Lina Dandrea Saglini, di anni 85. Mauro Ratti, di anni 62.

A Dangio: Livio Allegranza, di anni 88. Ad Olivone: Paola Bianchi nata Carissimi, di anni 91.

Iride Corti, di anni 86. A Pregassona: Pia Solari nata Rigozzi, di anni 91.

Nel commosso ricordo di questi cari estinti, partecipiamo al dolore

dei loro famigliari con sentita e profonda condoglianza.

Membro dell’Associazione svizzera dei servizi funebri

L utti nostri

Segnalateci

notizie e avvenimenti! Provvederemo a pubblicarli su

voce di blenio

Thomas Lechleitner 6718 Olivone 091 872 25 65 www.candrac.ch info@candrac.ch

IL RISCALDAMENTO A LEGNA: UNA VALIDA SCELTA ECOLOGICA.

ANGELO FERRARI 6721 LUDIANO

SCULTORE MOSTRA - VENDITA

La mostra può essere visitata

liberamente.

Se l’atelier è chiuso suonare il campanello della casa sottostante,

o telefonare ai numeri

091 - 870 17 34 / 079 - 730 75 18

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OFFICINA MECCANICA 6723 TRAVERSA 091 871 12 19 info@vescovi.ch - www.vescovi.ch

Natale 2019

vi invita a e vi augura !

Finestre dell’avvento dal 1. al 24 dicembre alle ore 18.00 apertura delle finestre che illumineranno

le vie del paese. Si potranno ammirare passeggiando fino al 6 gennaio.

Avvento insieme ogni mercoledì e sabato di dicembre ritrovo natalizio dalle ore 18.00 nei vari quartieri.

8 dicembre Apertura pista di ghiaccio dalle ore 11.00 alla cupola brindisi musicale sul ghiaccio.

24 dicembre Presepe vivente con i bambini del paese e Santa Messa cantata della Vigilia di Natale alle ore 22.00.

Segue la tradizionale panettonata sotto l’albero.

27 dicembre Raccontami una storia merenda e storie natalizie per i bambini allo Sci Bar alle ore 16.15.

29 dicembre Mercatino sulla neve dalle ore 11.00 vi aspettiamo per la 14.a edizione del nostro mercatino.

2 gennaio Tombola del nuovo anno dalle ore 20.00 al Servisol Casa Greina (org. SC Greina).

4 gennaio Arrivano i Re Magi dopo la messa cantata dell’Epifania, sul sagrato della chiesa

i Re Magi doneranno la loro “speciale corona”.

Augura a tutti Buone Feste e un Buon 2020

CONCERTO DI NATALE

Corpo Musicale Olivonese

Ensemble flauti “Flaut’insieme”

Domenica 22 dicembre - ore 17.00 Chiesa San Martino Malvaglia

Voce 600 24 pagine def.qxp_voce di blenio 10.12.19 10:53 Pagina 22

DICEMBRE 2019/22

I nostri lutti A Biasca-Castro: Maria-Elena Genucchi, di anni 87. A Malvaglia: Giancarlo Blotti, di anni 84.

Flavio Baggi-Biotelli, di anni 65. Lina Dandrea Saglini, di anni 85. Mauro Ratti, di anni 62.

A Dangio: Livio Allegranza, di anni 88. Ad Olivone: Paola Bianchi nata Carissimi, di anni 91.

Iride Corti, di anni 86. A Pregassona: Pia Solari nata Rigozzi, di anni 91.

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La Voce di cinquant’anni faNei quotidiani, nostrani e di ogni dove, la rubrica dedicata ai più si-gnificativi, o curiosi, avvenimen-ti pubblicati nell’edizione dello stesso giorno di cento anni prima, gode sempre di una bella fortuna. Noi di “Voce di Blenio” non ce la possiamo (ancora) permettere. A partire da questo 2020 – anno inve-ro singolare, tanto da meritare già a marzo la qualifica di “memorabi-le” ¬ abbiamo tuttavia la possibilità di andare a vedere quello che ap-pariva sulla Voce di cinquant’anni fa. Dal dimezzamento della retro-spettiva temporale ricaviamo un sostanziale vantaggio. Di quanto è successo cent’anni addietro non c’è più nessuno, ma proprio nessu-no, che si ricordi di persona. Delle vicende di cinquant’anni fa molti hanno un ricordo personale, non di rado vivido e preciso. In linea di massima lo hanno tutti coloro che hanno raggiunto i sessanta. Cioè una fetta consistente degli abbona-ti e dei lettori di “Voce di Blenio”. Per costoro il ritorno col pensiero ai tempi, al clima, ai fatti, al con-testo, alle persone della propria gioventù può essere divertente e appagante. Per gli altri, per i più giovani, l’incursione momentanea nel mondo di cinquant’anni fa può essere non meno intrigante di quella nel mondo di un secolo fa: vi possono trovare la conferma (o la smentita) dei (favolosi) racconti dei loro genitori e nonni. Comin-ciamo dunque a sfogliare assieme la Voce di maggio del 1970. Poi si vedrà. [I titoli e i testi originali sono riprodotti in corsivo]

MAGGIO 1970 a cura di Tarcisio Cima

Negrentino illuminatoOrmai non ci facciamo quasi più caso, ma anche la sera e di notte la Chiesa romanica di Negrentino emana un indiscutibile fascino, grazie alla ben studiata illumina-zione esterna, inaugurata giusto 50 anni fa. Ne riferisce la Voce con una foto (che riproduciamo qui sopra) e un comunicato della Pro Negrentino che inizia così:

«Bianco come il latte spannato» è una inedita definizione del bianco attribuito all’estroso don Ganna. Simile impres-sione ci balenò alla fantasia quando il 14 aprile scorso al crepuscolo vedemmo Negrentino risultare incandescente per la illuminazione installata ad opera della Inelectra.

Maestri di sciOvvero di quando la Valle di Blenio era una fucina di maestri di sci e i giovani prendevano d’assalto i pri-mi impianti di risalita.

Da Pontresina sono tornati fregiati dal titolo di «maestro di sci» cinque nostri provetti sciatori i quali rinforzeranno le file della Scuola Svizzera Sci Ble-nio. Sono: Francesco Lombardi, Gino Malingamba, Damiano Malaguerra, Edy Mandioni e Fausto Martinelli. Ci felicitiamo per la qualifica ottenuta e auguriamo loro piena soddisfazione per la prossima stagione bianca a corona-mento dei sacrifici e della ammirevole volontà sportiva.

Un nuovo e funzionalegarage a DongioNon solo “Voce di Blenio”, 50 anni li compie anche (e chi se ne ricor-dava?) il garage strategicamente posizionato lungo la “tirata di Mot-to”, sulla destra di chi sale, di cui la Voce riferisce con una foto accom-pagnata da un breve testo esplica-tivo.

Oggi si chiama Garage Val Sole, vende carburanti AVIA e compren-de un’apprezzata edicola (dove na-turalmente si può acquistare anche “Voce di Blenio”).

È stato inaugurato recentemente con festosa cerimonia nella località bleniese di Dongio un nuovo e modernissimo ga-rage. Si chiama «Quattroruote» e ne è proprietario il signor Emilio Pegger. Un fatto singolare e per molti aspetti curio-so è che grazie a questo garage anche il

carburante «Esso» è convenientemente rappresentato nella suggestiva Valle del Sole.

Malvaglia - Lugano 1-9Ovvero di quando in Valle si gio-cavano amichevoli “d’eccezione” – o “di lusso” che dir si voglia – e il calcio viveva la sua epoca d’oro; i giocatori con lo stesso cognome venivano distinti (non solo in Val-le; dice niente Riva IV?) con le cifre romane; il Lugano schierava il suo “dream team”.

Oltre mille spettatori hanno assistito ieri sera al “Boschetto” all’amichevo-le d’eccezione fra la squadra locale del Malvaglia, campione di gruppo di ter-za divisione e i bianconeri di Sing.La gara risoltasi ovviamente - e in modo netto - a favore di Lutropp e Co. è stata entusiasmante, si è visto insom-ma molto bel gioco sia da una parte che dall’altra. I malvagliesi hanno tenuto testa lungamente ai più quotati avver-sari e questo grazie soprattutto agli al-lenamenti di questi ultimi giorni curati dal prof. Clivio Guidotti.

Gli uomini dal “goal facile” sono sta-ti ancora una volta Lutropp (3 reti), Brenna (pure 3 reti), Blaettler (2) e Gottardi. La rete della bandiera blenie-se è stata ottenuta da Saglini I. Sing ha schierato due formazioni per tempo. Nel primo sono scesi in campo Prosperi, In-demini, Boffi, Pullica, Coduri, Berset, Gottardi, Blaettler, Brenna, Lutropp, Bernasconi.

Formazione del Malvaglia: Bernasconi, Marchetti, Pellegrini, Blotti, Saglini

III, Saglini I, Piccinelli, Togni, Totti II, Cairoli, Saglini II. Durante la gara è stato osservato un minuto di silenzio in memoria di An-tonio Righini.

PubblicitàOltre ad essere “l’anima del com-mercio”, la pubblicità è sempre sta-ta, e rimane tuttora, un elemento essenziale per garantire la continu-ità della nostra pubblicazione. Per molti inserzionisti l’opportunità di acquisire, mantenere e allargare la clientela si coniuga felicemente con la volontà di sostenere un’ini-ziativa editoriale che piace e nella quale si crede.

Com’è probabilmente il caso del “SALON DE COIFFURE Nicky”, che si colloca fra gli inserzionisti della prima ora. Ma chi è Nicky?

DICEMBRE 2019/2

possano suscitare interesse e curio-sità in chi non lo è ancora. Segnalia-mo in particolare il “Voce dossier”, presentato nelle due pagine centrali: un racconto inedito ambientato in Valle di Blenio che profuma di neve e di Natale. Nell’ultima pagina ri-produciamo tale quale la prima pa-gina del primo numero di “Voce di Blenio”. Idealmente per chiudere un cerchio e per aprirne uno nuovo, che ci auguriamo possa essere al-trettanto fruttuoso e duraturo. L’altra iniziativa intesa a sottolinea-re la ricorrenza dei 50 anni di vita di “Voce di Blenio” consiste in una mostra temporanea che si sta prepa-rando per la stagione 2020 al Museo storico etnografico della Valle di Blenio. Se ne dice di più nell’artico-lo qui a lato, dal quale si capisce be-

ne che non sarà una mostra sui 50 anni di “Voce di Blenio” in senso stretto. Piuttosto i 50 anni di “Voce di Blenio” sono presi come occasio-

ne, quasi come un pretesto, per ri-flettere sui 50 anni trascorsi dalla Valle di Blenio e per gettare uno sguardo sul suo futuro. Ci piacereb-be che la mostra diventasse occasio-ne di incontro, di condivisione e di discussione per la comunità vallera-na in tutte le sue componenti (resi-denti primari, residenti secondari, visitatori abituali, saltuari o di pas-saggio), senza dimenticare i nume-rosissimi bleniesi della “diaspora” (vicina e lontana), che avranno l’oc-casione di ravvivare il legame, mai definitivamente sciolto, con le pro-prie radici. Noi della Redazione sia-mo certi che ne potremo anche rica-vare le indicazioni e gli stimoli per continuare, al meglio delle nostre capacità, l’opera avviata 50 anni or sono, al servizio di questa nostra impareggiabile valle. Ad multos an-nos!

Mara, Marina, Nelly, Davide, Tarcisio, Vilmos

(membri del Comitato di redazione)

remmo, di “resistenza”, le attività della Pro Blenio (associazione pre-corritrice dell’ente turistico creata nel 1934) ripresero decisamente vi-gore sotto l’impulso di svariate per-sonalità di spicco. Forte di una nuo-va organizzazione, si prodigò in di-verse iniziative tra cui ne emergono due: la creazione di un mensile cui fu dato il nome di “Voce di Blenio”, organo di informazione ma soprat-tutto di scambio e confronto di opi-nioni, e la pubblicazione del volume Blenio 71, figlio della partecipazio-ne all’edizione di quell’anno di Ar-tecasa, un documento scritto a più mani che oggi costituisce una fonte imprescindibile per ricostruire i sentimenti vallerani di quegli anni. Se per ciò che riguarda i contenuti Blenio 71 può essere considerato il punto di partenza della mostra, il punto di arrivo non è stabilito, ed è quindi proiettato nel nostro futuro. Nel mezzo ci sono 50 anni di “Voce di Blenio”: 50 anni di cronaca e ap-profondimento, 50 anni di informa-zione scritta e fotografica; ma anche 50 anni di annunci, inserzioni e pub-blicità. Saranno anche questi ultimi ele-menti, che a prima vista potrebbero sembrare marginali, a farci (ri)sco-prire la storia dei cinque decenni che ci separano da quel fatidico gen-naio del 1970. Non solamente date e avvenimenti, dunque, ma largo spa-zio anche a quel materiale che, letto ad anni di distanza, fornisce non so-

lo lo spunto per un sano sorriso ma attiva anche la mente. La storia che verrà raccontata è una storia collettiva e contemporanea: non è già stata completamente scrit-ta. L’esposizione si prefigge quindi di essere uno strumento che consen-ta la partecipazione dei visitatori nel definire e nello scrivere, ognuno con il proprio apporto personale e le proprie competenze, la storia della Valle di Blenio. Per coprire al meglio la vasta paletta di aspetti costituiti dalla storia della nostra valle e per coinvolgere al me-glio coloro che l’hanno vissuta, do-cumentata, raccontata e quindi, in fondo, scritta, l’esposizione sarà cu-rata dal gruppo di lavoro coordinato da Vilmos Cancelli, Tarcisio Cima e Cristian Scapozza, di cui fanno par-te Elia Schneider per il supporto all’allestimento, Marco Lurati per le interazioni audio-video e Carla Ferriroli per la grafica e le impagi-nazioni. Ognuno di voi può contribuire già fin d’ora alla buona riuscita di que-sta esposizione. Come? Prestandoci degli oggetti che ritenete significa-tivi della storia bleniese del periodo 1970-2020, senza che si tratti per forza di “pezzi da museo”, o soste-nendo finanziariamente la realizza-zione della mostra con un versa-mento sul CCP 65-6927-9, Associa-zione del Museo della Valle di Ble-nio, con dicitura “Mostra 2020”.

50 anni e 600 numeri, un’avventura che ancora dura

50 anni della Voce, 50 anni della Valle

PORTE GARAGE

(continua da pag. 1)

(continua da pag. 1)

Verso l’Adula 2017 (Fotografia di Tarcisio Cima)

Largario 2016 (Fotografia di Tarcisio Cima)

Il Ticino salvato dai paesi Testo manipolato* da Satirico

I ticinesi sono paesani, ma hanno dato le spalle ai paesi. Un cantone paesano anche nelle sue città vive il paradosso di non riuscire ad interessarsi dei suoi paesi. È vero, si fanno convegni, ma non si può dire che la questione sia stata mai incardinata veramente nell’agenda politica. La questione dei paesi è una vera questione cantonale. I piccoli paesi stanno nel Sopraceneri come nel Sottoceneri. Stanno in pianura e in montagna. Se sono vicini alle città non sono più paesi, ma periferie urbane che aumentano i loro abitanti e perdono l’attrattiva che avevano. Se sono in collina e in montagna perdono abitanti, ma conservano tracce antiche, a volta perfino qualche striatura di sacro. In ogni caso i paesi ci sono ancora, e quelli più piccoli sono talmente tanti che mettono assieme migliaia di abitanti, pur essendo sempre più musei delle case vuote. Ecco il disastro a cui facciamo fatica a da-re attenzione: un enorme patrimonio edilizio inutilizzato, una ricchezza che avrebbe bisogno di cu-re per non diventare miseria. […] Forse non è il Ticino che deve salvare i paesi. Sono i paesi che de-vono salvare il Ticino. Forse un grande piano cantonale delle terre alte può ridare vigore alle comu-nità e anche all’economia. Siamo ancora in tempo per farlo, ma bisogna uscire dalla rimozione del-la nostra geografia, bisogna guardare il Ticino per quello che è: un cantone di montagna e di paesi. *Sostituendo Ticino con Italia, ticinesi con italiani, cantone con nazione, Sopraceneri e Sottocene-ri con Sud, Nord e Centro, migliaia con milioni, ritroviamo pari pari l’articolo che Franco Arminio (poeta, scrittore e regista italiano, autodefinitosi come “paesologo”) ha pubblicato sul Corriere della Sera dello scorso 4 novembre.

… e 60 “Voce dossier” Gli abbonati e i lettori di “Voce di Blenio” sono ormai abituati a trovare, a scaden-ze regolari, nelle due pagine centrali del mensile il “Voce dossier”. Il formato è stato inaugurato nel settembre del 2008 da Vilmos Cancelli con un contributo sul-l’apertura invernale del passo del Lucomagno e si è presto rivelato assai interes-sante per presentare temi ed argomenti che richiedono un certo approfondimento e quindi uno spazio adeguato, ma unitario, per testi e illustrazioni. Tanto interes-sante che in questo Numero 600 arriviamo a ospitare il “Voce dossier 60” (in me-dia 5 all’anno). L’argomento maggiormente frequentato rimane quello della rie-vocazione del passato storico (vicino e lontano) della valle. Ma non mancano gli approfondimenti sui più svariati temi di attualità in campo economico, sociale e ambientale, comprese le questioni più dibattute, come ad esempio il progetto di Parc Adula. Il mese di settembre 2013, con il contributo di Valentina Cima dedica-to alla Villa Piazza di Olivone, abbiamo avviato la serie dei “Voce dossier” dedi-cati alla presentazione del patrimonio costruito bleniese, serie che abbiamo intito-lato “Pietre preziose” e che nel 2019 è giunta alla quarta edizione. “Solo” alla quarta edizione, vorremmo dire per rinnovare il nostro appello, rivolto soprattutto alle bleniesi e ai bleniesi delle giovani generazioni, affinché ci facciano pervenire il risultato dei loro studi, delle loro ricerche e delle loro riflessioni, non solo – ov-viamente – in materia di patrimonio architettonico, ma in ogni campo che riguardi il passato, il presente e il futuro della valle.

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MAGGIO 2020 | 7 SPECIALE

Montagne selvagge, solitarie e remoteLa Greina: un lembo di Scozia nelle Alpi?Correlazioni naturalistico-culturali fra la Greina e il Parco nazionale di Cairngorms

Il Parco Nazionale di Cairngorms (Cairngorms National Park), nei Monti Grampiani scozzesi (Gram-pian Mountains) comprende una area di 4528 km2, vale a dire 3.6 volte più grande del progetto Parc Adula (1250 km2), che non è stato purtroppo realizzato.

Fra i fiori all’occhiello di Cairngor-ms vi è, nella parte superiore del bacino del fiume Dee, il passo mon-tano di Lairig Ghru, che presenta una bellissima morfologia fluviale a meandri che può essere correlata con il Rein da Sumvitg sul Plaun la Greina (illustrazione 2). Entrambi i passi montani di Lairig Ghru (835 m slm) e della Greina (2354 m slm) sono selvaggi, remoti, spesso avvolti

nella nebbia, estremamente lunghi e solitari. Il Lairig Ghru, da Brae-mar a sud-est fino ad Aviemore a nord-ovest, presenta approssimati-vamente la stessa distanza che inter-corre fra Olivone a sud e Vrin o Su-mvitg a nord del Passo della Greina.

Raffrontando l’illustrazione 2 con la stampa dell’incisione a punta secca realizzata da Bryan Cyril Thurston (illustrazione 3), è possibile osser-vare questa similitudine fra le due pianure alluvionali, così come an-che la correlazione fra la morfolo-gia di due fra le montagne più sim-boliche di entrambe le regioni: The Devil’s Point (1004 m slm) al Lairig Ghru e il Piz Zamuor (2734 m slm) sulla Greina. Le rocce di queste due

montagne sono però molto diverse: il Piz Zamuor è composto da scisti argillosi e calcescisti del Lias (Giu-rassico inferiore), mentre nelle Cairngorms domina il granito. Gli infiniti ghiaioni presenti per esem-pio sui versanti settentrionali della cresta fra il Pizzo Marumo e del Piz-zo Corói, sono pure caratteristici di vaste aree nelle Cairngorms.

La geomorfologia della Greina, così come della parte superiore delle Cairngorms, è esplicita, vivida e può essere osservata nelle zone palustri, nel lavorìo dell’era glaciale con le sue morene, cavità, rilievi ruinifor-mi e pianure alluvionali. L’esteso glacialismo del passato ha formato il volto dell’enorme Parco Naziona-

le di Cairngorms plasmando la sua nuova e distintiva superficie.Particolarmente distintivi sono i pin-nacoli di roccia creati dall’erosione, fra i quali spicca il Forefinger Pinna-cle (il “Pinnacolo dell’Indice”), una forma caratteristica delle alte Cairn-gorms; dalla testata della vasta pa-rete dello Shelter Stone Crag se ne ottiene una visione molto pittoresca. Si tratta del prodotto di un’intensa erosione, simile a quella che si mani-festa in maniera oseremmo dire uni-ca in riva destra della Val Pontirone e a cavallo con la Val Combra, nel settore di Bòrsgen, con i suoi pinna-coli ora alti ora bassi, simili a nere candele di ghiaccio, prodotti dal movimento profondo del versante, dalla cresta fino al fondovalle.

Per entrambi, e certamente anche per molte altre persone, il fascino di queste regioni è quello di immer-gersi nella selvaggia e intatta solitu-dine di tali sancturis: essi sono di vivido valore e importanti per il fu-turo dell’umanità! Quaranta gior-ni nella lontananza costituiscono un’esperienza spirituale necessaria per noi Homo sapiens. Possiamo di-ventare di nuovo, al ritorno dalle montagne, rinfrescati nel corpo, nello spirito e nell’anima, e ripren-dere quindi in mano i problemi della vita, dopo che per un certo periodo abbiamo vissuto in modo semplice e saggio. Dalle montagne, da dove proviene il nostro aiuto, Egli non permetterà che il tuo piè vacilli (Salmi 121:3).

di Bryan Cyril Thurston e Cristian Scapozza

Da parecchio tempo Bryan Cyril Thurston, sublime artista e grande amante della Greina e della Valle di Blenio (Voce di Blenio, 6/2018), mi aveva sol-lecitato per redigere assieme alcune righe a proposito del-la “correlazione”, come ama chiamarla, fra due regioni da

lui molto amate: le Cairngorm Mountains in Scozia e la Grei-na (con un’incursione finale fra Val Combra e Val Pontirone) (illustrazione 1). Mi ha proposto un testo in inglese, con la pre-ghiera di completarlo, tradurlo, adattarlo e proporlo alla Voce di Blenio. Quando vi ho messo

del mio, ho sempre cercato di non troppo stravolgere lo sti-le di Bryan, poiché alla soglia degli 87 anni vuole concedersi ancora un appunto a proposito dei suoi più cari santuari della natura.

Cristian Scapozza

▲ 2. Nelle Cairngorm Mountains, Scozia: il passo più lungo, il Lairig Ghru, con la montagna Devil’s Point e la pianura alluvionale in primo piano, richiama il paesaggio della Greina Foto di Henry C. Dugan

3. La pianura alluvionale del Plaun la Greina ricoperta dalla prima neve, con il Piz Zamuor e l’imbocco della Val Canal. Incisione a punta secca di Bryan Cyril Thurston

Fonte delle immagini: Bryan Cyril Thurston, Greina Wildes Bergland, Disentis 1986.

1. Forme bizzarre e resti di neve sulla Greina Foto di Bryan Cyril Thurston

MAGGIO 2020 | 8VOCE DOSSIER - NR. 64

Parte 2: Le possibili proposteL’osservazione e l’analisi del rapporto che lega i bleniesi al settore turistico mi ha permesso di sviluppare delle proposte che possano rispettare le attese e le diffidenze della popolazione locale. Mi è infatti apparso subito chiaro come quest’ul-tima non desideri uno sconvolgimento del pro-prio territorio a favore di un turismo di massa. Di conseguenza il tipo di turismo applicato, seppur rivitalizzato e reso maggiormente attrattivo, non avrà il compito di sostenere da solo l’intera econo-

mia ma sarà chiamato a contribuire, con gli altri settori, al benessere della Valle del Sole. Una “rina-scita” turistica faciliterebbe l’avvicinamento della popolazione, con il conseguente incremento de-gli investimenti privati. Attualmente però l’ambito turistico, per vari motivi, riguarda poco i bleniesi. Gli investimenti in questo campo sono ridotti ai minimi termini e l’attrattività non è totalmente sfruttata benché ci sia la consapevolezza del mar-gine di manovra esistente. Cosa fare dunque per ridare vita al turismo bleniese?

Il turismo, un’opportunità per la Valle di Blenio?di Noel Del Siro, impaginazione a cura di Giulia Hugentobler

Le residenze secondarie: un rilancio a base di semplicità e flessibilitàUn grande tesoro del territorio ble-niese bistrattato negli ultimi anni è la residenza secondaria, ovvero le “case di vacanza” o “rustici” presenti soprattutto in montagna. La storia le-gata a “Blenio Rustici” ha minato pe-santemente la reputazione di queste abitazioni. Negli ultimi decenni que-ste infrastrutture sono infatti passate da importanti potenzialità turistiche a elementi che rappresentano una specie di “peso” per i comuni e per il turismo. A prova di questo fatto sono i sempre più numerosi cartelli con la scritta “Vendesi” sulle porte di queste costruzioni.Il motivo di questo disinteresse nei confronti delle case secondarie è da ricondursi, a mio avviso, a impegni economici troppo elevati che dete-riorano l’attrattività di possedere una seconda abitazione. Oggigiorno per un villeggiante pare difficile sentirsi benvenuto, in quanto soggetto a di-verse tasse e a controlli quasi ostinati da parte dell’ente turistico locale.Sono inoltre cambiate le abitudini: se negli anni addietro le famiglie potevano e volevano permettersi di passare varie settimane in montagna, oggigiorno la volontà è quella di ef-fettuare delle ferie più rapide ma itineranti, dato che le possibilità di viaggiare si sono moltiplicate grazie all’evoluzione dei mezzi di trasporto e ai prezzi sempre più bassi.

Binomio “cultura ed escursionismo”: lavorare con ciò di cui si disponeUno sviluppo sostenibile e rispetto-so nei confronti della popolazione locale prevede degli investimenti modesti. Essi non possono dunque mirare alla realizzazione di nuove infrastrutture e attrattività, ma han-no il compito di potenziare ciò che già esiste sul territorio. Sotto que-sto punto di vista la Valle di Blenio gode di una certa ricchezza. Oltre a un paesaggio incantevole e apprez-zato presente praticamente su tutto il territorio, sono svariati i gioielli storici, culturali e architettonici: tra questi la chiesa romanica di San Carlo di Negrentino, il Museo etno-

grafico di Lottigna, la Val Malvaglia e le sue Ville, la diga del Luzzone, la Greina, il Lucomagno, ecc.Come specificato nella prima parte del Dossier (“VoceDossier” no. 59, Voce di Blenio novembre 2019), è essenzia-le, alla luce delle tante attrattive pre-senti in zona, strutturare una chiara strategia di comunicazione e di ven-dita. Promuoversi con colori e grafi-ca sempre univoci, utilizzati in tutti gli ambiti (stampati, social media, vernice delle diverse infrastrutture) permettono di identificare meglio la destinazione e di trasmettere coe-renza e chiarezza.Lo stesso concetto va applicato al tipo di clientela da raggiungere; i vari elementi turistici della Valle di Blenio, nello specifico, ben si adat-tano ad un tipo di clientela fami-liare e della terza età, amanti della cultura e dell’escursionismo. Questi potenziali visitatori non devono ne-cessariamente provenire dall’este-ro; un mercato composto da turisti quasi a “chilometro zero” (ticinesi e svizzeri in generale), potrebbe rap-

presentare un tipo di turismo locale in linea con le esigenze della popo-lazione indigena, in quanto rispet-toso dell’ambiente e già consapevo-le degli usi e costumi del luogo.L’ambito relativo alla cultura e all’e-scursionismo necessiterebbe dunque di investimenti “di potenziamento”, i quali dovrebbero cercare di aumenta-re il comfort e di dare un seguito alla visita del punto di interesse. L’aggiun-ta di toilettes e servizi in prossimità delle attrattività e la messa a dispo-sizione di istruzioni chiare su come raggiungere e visitare questi luoghi (magari fornite da guide del posto) incentiverebbe una scoperta della Valle a mobilità lenta.

Quale ruolo per l’agricoltura?Le ricchezze della Valle del Sole non si limitano alle bellezze paesaggisti-che, culturali ed architettoniche.Una risorsa importante per la Valle è il suo settore primario che, oggi-giorno ancora, conta la percentuale più alta tra i tre settori economici rispetto al resto del Cantone. I van-taggi apportati dall'agricoltura sono innumerevoli: creazione di posti di lavoro, garanzia di prodotti locali di qualità, mantenimento della bellezza paesaggistica e limitazione delle zone boschive. C’è un fattore però che an-cora oggi rimane solamente una po-tenzialità: il turismo. Sovente si collegano immediatamen-te gli elementi di agricoltura e turi-smo al termine “agriturismo”. Questo concetto, che prevede il soggiorno da parte di visitatori direttamente nell’azienda agricola permettendo di vivere in modo ravvicinato la vita contadina, potrebbe rappresentare un’opportunità. Considerando però la cultura bleniese e i limiti dal punto di vista logistico e infrastrutturale dei

contadini, questa prospettiva non ap-pare propriamente idonea alla realtà vallerana. Per l’agricoltura, la possi-bilità di contribuire al turismo non è però rappresentata unicamente dal concetto di agriturismo. Una mag-gior apertura durante la primavera e l’estate delle aziende agricole verso la gente, anche solo per la vendita di prodotti locali o la visita della stalla, rappresenterebbe un interessante e attrattivo elemento supplementare da aggiungere all’offerta legata alla cultura e all’escursionismo. Infatti, per le famiglie in visita, il fat-to di poter passare anche solo mezza giornata in una stalla potrebbe per-mettere di variare l’attività giornalie-ra, andando ad assaporare i lati tradi-zionali del territorio.Effettuando l’inchiesta qualitativa sulla popolazione bleniese ho potuto constatare come si tende a pensare che gli agricoltori siano sempre di veduta relativamente chiusa. In re-altà, parlando proprio con gli ope-ratori di questo settore, ho potuto cogliere come il loro sia piuttosto un problema “tecnico”: essi ritengono infatti che a mancare non sarebbe la volontà, quanto il tempo, poiché già impegnati nella produzione dei vari prodotti e nella cura del proprio be-stiame. Reputo di conseguenza che la chiave possa risiedere nelle autorità politiche e turistiche; esse dovrebbe-ro cercare finalmente di “abbattere” certi miti che vogliono i paesani poco propensi al turismo e incentrare il dia-logo su cosa potrebbero guadagnare aprendo le porte delle loro aziende ai visitatori della Valle di Blenio. Un discorso di tipo “win-win”, dal quale ambe le parti possano trarre vantag-gio è infatti a mio avviso fondamen-tale per potersi avvicinare al settore.L’apertura del mondo agricolo ble-niese al pubblico non impegnereb-

be i contadini durante tutto l’arco dell’anno, ma soltanto nei mesi della bella stagione. Durante questo perio-do si potrebbe pensare, proprio per sopperire ai problemi di tempistica, di assumere lavoratori stagionali che non si occuperebbero specificamen-te dei lavori in stalla ma piuttosto di mostrare e proporre diverse “attività agricole” ai visitatori esterni. Visto il numero sempre più grande di stu-denti bleniesi e ticinesi che varcano le alpi per proseguire i loro studi, si po-trebbe cercare di proporre loro que-sto tipo di impiego di natura turistica, completato magari con delle funzioni più gestionali legate all’Organizzazio-ne Turistica Regionale (OTR).Quest’operazione permetterebbe un maggior dialogo con gli studenti ti-cinesi d’oltralpe, e renderebbe più probabile un loro futuro rientro alle origini per l’entrata nel mondo pro-fessionale. Si sente infatti spesso par-lare del “problema” dei tanti ticinesi che escono dai confini cantonali per studiare senza aver la certezza circa un loro futuro ritorno. In realtà, in presenza di opportunità professiona-li e della sensazione di essere neces-sari alla propria comunità, i giovani non avrebbero dubbi circa il tornare o meno in Ticino terminato il loro percorso formativo. Anche in que-sto caso, una maggior attenzione al dialogo da parte delle autorità e dei collaboratori settoriali potrebbero si-curamente fare la differenza.

A piedi o in Mountain Bike; la visita della Valle del Sole deve in ogni caso essere promossa con la mobilità lenta Foto Noel Del Siro

I punti di interesse bleniesi: gioielli con ampie potenzialità turistiche Foto Noel Del Siro

La natura, l'elemento su cui incentrare il turismo bleniese Foto Noel Del Siro

MAGGIO 2020 | 9 NR. 64 - VOCE DOSSIER

Tenendo conto di questo trend, è in-dispensabile cercare di stare al passo coi tempi. Anziché lasciato al suo de-stino, questo settore dovrebbe essere incentivato dai collaboratori turistici. Si parla molto dei mercati strategici, ma oggigiorno la maggior parte delle visite dei turisti non generano introi-ti. Dei villeggianti ben integrati nella realtà bleniese sarebbero invece mag-giormente aperti a vivere la vita locale, a presenziare alle varie manifestazioni e a consumare nei locali pubblici.Le case di vacanza non sono solo parte integrante del turismo, sono la vera e propria potenzialità del settore. Al fine di realizzare un turismo sostenibile e rispettoso non è necessario costruire grandi strutture alberghiere, sarebbe sufficiente creare una piattaforma di af-fitto di case di vacanza su brevi periodi (2-3 giorni), durante i quali i villeggian-ti avrebbero la possibilità di completare il loro soggiorno con delle proposte accattivanti (visita al Museo di Lottigna, mattinata in stalla, gita in Greina o in Val Malvaglia, pedalata al Nara).A prendere l’iniziativa concreta non devono essere le autorità politiche. Il ruolo di queste ultime dev’essere quello di incentivare i proprietari di queste abitazioni che hanno intenzio-ne di vendere il proprio bene ad ade-rire ad un progetto comune, in grado di attrarre visitatori, aumentando le entrate sia per i proprietari di immo-bili che per i comuni. In tutto questo, l’Organizzazione Turistica Regionale (OTR) potrebbe occuparsi della ga-ranzia di qualità delle abitazioni (pu-lizia, fornitura e ritorno delle chiavi d’entrata) e al coordinamento di of-ferta tra i proprietari delle case secon-darie e gli operatori turistici.

Lo sport in Valle quale fattore di at-trattività?Il concetto di sport ha sempre vanta-to una certa importanza economica e sociale per la Valle del Sole. Questo elemento rappresenta infatti l’opportunità per la comunità di po-ter praticare dell’attività fisica con i suoi conseguenti vantaggi psicofisici e sociali. Inoltre, le diverse infrastruttu-re sportive sul territorio sono in grado di creare introiti grazie al passaggio dei visitatori, alla generazione di posti di lavoro e all’organizzazione di varie manifestazioni sportive e non solo.

Per l’Alta Valle, il progetto è quello di riuscire a rilanciare il Centro Poli-sport di Olivone con nuove strutture annesse per poi collegarlo alle altre infrastrutture già presenti sul territo-rio, ovvero gli impianti di Campo Ble-nio e il Centro Nordico di Campra.Il Comune di Acquarossa avrà presto

a disposizione un nuovo Centro spor-tivo a Dongio, in grado di accogliere praticanti di calcio, atletica, beach volley e altro ancora. Anche Serraval-le, con la realizzazione della pista di pattinaggio Orino e la Filovia di Da-gro è in grado di offrire interessanti opportunità. Nel comune della Bassa Valle da qualche mese è inoltre atti-vo il Centro cantonale specializzato nel trial bike grazie a Pascal Benaglia (vedi “Voce di Blenio”, marzo 2020).Come già detto per l’agricoltura, an-che lo sport può rappresentare un modo per variare la visita in Valle di Blenio e costituire un fattore di at-trattività. Le autorità comunali e can-tonali hanno fatto notevoli sforzi per poter garantire la creazione e il man-tenimento delle infrastrutture sporti-ve, ma ciò non basta. I privati devono, attraverso il loro coinvolgimento e l’impegno delle varie associazioni e dei comitati, cercare di attrarre an-che le persone esterne a praticare gli sport promossi.Oltre alle ottime premesse, ci sono però anche diverse incognite lega-te al futuro. Per quanto riguarda le

stazioni sciistiche bleniesi, è sempre più sulla bocca di tutti il fatto che la situazione attuale non potrà perdu-rare a lungo. Gli inverni sempre più avari di precipitazioni stanno crean-do grattacapi sempre più importan-ti sia per Campo Blenio che per la stazione del Nara (la quale soffre particolarmente in quanto sprovvista di un sistema di innevamento artifi-ciale efficace). Inoltre la concorren-za sempre più grande delle stazioni limitrofe (Airolo, Andermatt SkiA-rena e i comprensori grigionesi) sta riducendo in maniera importante l’affluenza di sciatori.Il concetto di destagionalizzazione, ovvero di riuscire a lavorare su tutto l’arco dell’anno, appare sempre più come l’unica soluzione attuabile per riuscire a compensare gli inverni sem-pre meno producenti. Per poterlo fare servono però dei cambiamenti strategici volti a differenziare l’attività e, soprattutto, avere costanza nel pro-muovere e attuare la propria offerta. La “creazione” di un notevole nume-ro di clienti abituali è possibile solo lavorando sull’arco di più stagioni. È’ impensabile, oggigiorno, riuscire ad invertire il trend di una stazione turistica in un ridotto lasso di tempo. Servono continuità, coerenza nella comunicazione e un costante e cre-ativo rinnovo delle attività proposte per favorire l’effetto novità. Inoltre, la “cura” della propria clientela in modo da fidelizzarla e favorire il passaparola oggigiorno è fondamentale, a causa dell’avvento delle nuove tecnologie.Questa via da percorrere – la desta-gionalizzazione - è ormai sempre più

attuale per gli impianti di risalita. Se per la stazione invernale dell’Alta Val-le la tematica è già oggetto di discus-sione ed analisi con il progetto “Cam-po Blenio Estate”, per il Nara il futuro rimane un’incognita. Per il compren-sorio della Media Valle vale lo stesso discorso effettuato per il binomio “cultura ed escursionismo”; data l’im-possibilità di cambiare gli impianti attualmente in funzione, la stazione deve cercare di potenziare ciò che già possiede lavorando sul comfort e sulla qualità dei servizi offerti. È fondamen-tale mettere inoltre l’accento sugli elementi che differenziano la stazione del Nara rispetto alle altre, come ad esempio l’offerta per le slitte.Per riuscire ad essere attivi durante tutto l’arco dell’anno, sia gli impian-ti di risalita che la Valle di Blenio nel suo insieme vorrebbero puntare sulla disciplina del Mountain Bike. Al mo-mento però, sebbene il territorio sia adatto alla pratica di questo sport, il suo sviluppo sta riscontrando difficol-tà. Attualmente infatti il Mountain Bike appare un’attrattività turistica poco redditizia. Il fatto di riuscire a

collegare questa disciplina con il re-sto dei punti di interesse della Valle come attività supplementare (anziché centrale) potrebbe garantire maggior logica e facilità di sviluppo. La scelta di voler concentrare tutte le forze uni-camente sulle Mountain Bike appare assai ambiziosa vista l’assenza di una struttura alberghiera apposita. Il fatto di lasciare questo compito di sviluppo agli impianti di risalita al fine di poter lavorare, a livello di valle, su tutti gli elementi di interesse citati in prece-denza, potrebbe rappresentare una soluzione.

Sguardo a lungo termine e consape-volezza dei propri mezziL’azione politica negli ultimi anni non è stata solamente comunicativa ma anche concreta, con la realizza-zione di varie opere a scopo turistico come, ad esempio, il concetto di Bike Sharing. Seppur lodevoli, queste ini-ziative sono in termini di redditività turistica un po’ fini a sé stesse e para-dossalmente sembrano aver prodotto un effetto contrario; nel veder realiz-zare opere concrete dagli enti pub-blici, la popolazione ha cominciato a pensare che il rilancio turistico della Valle di Blenio sia dovuto unicamen-te all’operato dei comuni e dell’Or-ganizzazione Turistica Regionale. La conseguenza di questo fatto consiste dunque in un ridotto coinvolgimen-to dei privati e alla nascita di esigenze sempre più alte.Proprio per questo motivo, ritengo che anziché mirare a progetti di me-dia o alta importanza, le autorità e l’OTR debbano unicamente poten-

ziare, nel limite del possibile, ciò che già esiste. Il solo modo per coinvolge-re la popolazione locale è il dialogo e, meglio ancora, il fatto di far com-prendere appieno il potenziale del turismo vallerano. Di fronte ad una crescita dei visitatori favorita dalle mi-gliorie apportate ai punti di interesse e alla creazione di pacchetti di offerta logici, coerenti ed attrattivi, l’abitante della valle sarà maggiormente motiva-to ad investire i suoi capitali nel set-tore turistico, in quanto cosciente dei potenziali guadagni. Oggigiorno questa prospettiva è praticamente inesistente, di conse-guenza il coinvolgimento popolare è scarso. Anche altri aspetti, lega-ti all’importante burocrazia e alle normative talvolta molto esigenti minano la motivazione dei privati interessati al settore.Il successivo passo da intraprendere consiste nella messa in rete degli ele-menti presenti. Per questo si impone la creazione di veri e propri pacchetti di offerta “Valle di Blenio” in collabo-razione con gli operatori turistici del luogo (impianti di risalita, musei, bar

e ristoranti) che permetterebbero, in modo semplice ed intuitivo, una maggior redditività del settore rispet-to alla situazione attuale. Oggigiorno, infatti, si sente spesso parlare di “pas-saggi” che non portano però nessun introito all’economia indigena.Vista dall’esterno, una tale proposta apparirebbe coerente, logica e fa-cilmente comprensibile anche dal punto di vista del visitatore. Sareb-be inoltre facile da promuovere per gli operatori turistici, avvicinerebbe maggiormente la popolazione locale al settore e la collaborazione stretta inciterebbe l’investimento. I “destinatari” di questa offerta sareb-bero prevalentemente le famiglie e le fasce anziane, provenienti soprattutto dal Ticino e dalla Svizzera in genera-le. Questo per ribadire il concetto di turismo locale, sostenibile e rispetto-so della popolazione bleniese.Si verrebbe dunque a creare un con-cetto nuovo, composto dalla cultura e dall'escursionismo, abbinato anche ad altri elementi presenti sul territo-rio (agricoltura, sport, svago) in gra-do di offrire a coloro che visitano la Valle di Blenio maggior attrattività e flessibilità. Oltre a poter camminare sui sentieri bleniesi e visitare le sue bellezze, le famiglie apprezzerebbero di certo una differenziazione delle attività intraprendendo una pedalata in Mountain Bike, visitando una stalla o, durante la stagione invernale, slit-tando sulle nevi. Il tutto, con la pos-sibilità di alloggiare in una residenza secondaria, prenotando attraverso un’intuitiva piattaforma virtuale. Ad essere proposti potrebbero essere dei

“pacchetti” di soggiorno della durata di 2-3 giorni, con la possibilità di de-cidere in anticipo un programma di massima (cosa vedere, prenotazione di una visita ad un museo o ad una stalla con una guida, partecipazione a manifestazioni, pratica di sport).

In conclusione, reputo corretto evi-denziare come l’importante per il futuro turistico della Valle di Blenio sia di fare il passo secondo la lunghez-za della propria gamba, lavorando su quanto già esiste e rimanendo co-scienti delle proprie potenzialità ma anche e soprattutto dei propri limiti. La Valle non diverrà mai una grande e rinomata località turistica (sia per ragioni tecniche che per il volere popolare); nel suo piccolo sarà però sicuramente possibile creare una nic-chia di mercato in grado di sostenere, a fianco di altre attività, l’economia locale. L’unione di tutte le forze, de-cisioni forti ma rivolte al lungo termi-ne e una stretta collaborazione tra il settore pubblico e privato saranno quindi la chiave per una rivitalizzazio-ne del turismo bleniese.

A piedi o in Mountain Bike; la visita della Valle del Sole deve in ogni caso essere promossa con la mobilità lenta Foto Noel Del Siro

Semplicità e flessibilità, ingredienti fondamentali per un turismo locale attrattivo e redditizio Foto Noel Del Siro

MAGGIO 2020 | 10RUBRICHE

Giovani in tempo di pandemiaDallo scorso 13 marzo, per decreto emanato dal Consiglio di Stato, le attività socio culturali in ambito gio-vanile sono sospese quale misura di contenimento di potenziali contagi da Coronavirus. Tra le misure di pre-venzione vi è la direttiva di tenere a casa i ragazzi nel proprio nucleo fa-migliare e distanti da persone an-ziane (over 65). Di seguito alcune riflessioni (inviate attraverso mail) su questo particolare periodo di qua-rantena, formulate da otto ragazzi che frequentano il C’entro.

Non posso negare che durante i primi giorni di questa “quarante-na” stare a casa era bello, ora però comincio a essere un po' stufa, e soprattutto ho sempre avuto paura

IL C'ENTRO di Christian Polti*

che succedesse qualcosa di grave ai mie cari, in particolare alla mia nonna Pierina che è da tempo or-mai che non posso più vedere. Non vedo l’ora che tutto questo passi per poterla riabbracciare e per rivedere i miei amici. Mi manca un sacco la mia vita di prima!

Anna Aspari

Il Corona-virus ha fermato tutto il mondo! Mai nessun altro avveni-mento nella storia moderna aveva fermato tutto e tutti. La madre terra ci sta parlando, anzi sta urlando! E non saranno gli arcobaleni a cam-biare le cose. La madre terra ci sta chiedendo di cambiare il nostro comportamento verso di lei e verso i suoi figli. E per cambiare questa

società prima di tutto dobbiamo cambiare noi stessi. Questo virus avrà avuto un senso se porterà a un cambiamento radicale delle nostre vite. Cosa stiamo aspettando?

Emma Mennite

In queste prime settimane di qua-rantena mi sono venute in mente un paio di cose: mi manca vedere i miei amici e i famigliari, mi manca andare al Centro giovani di Dongio a trovare il Cristian, in queste ulti-me settimane i giorni sono diventati lunghissimi… Di compiti ne abbia-mo sempre da fare. Inoltre in questi ultimi giorni abbiamo ripitturato la casa e abbiamo “messo a nuovo” la cascina, ma fra un paio di mesi an-cora forse potrò rivedere i miei ami-ci, quindi continuo a crederci.

Gianna Iacobelli

Secondo me questa situazione du-rerà tanto tempo. Questo dipende da noi, se restiamo a casa il Covid19 fuggirà dalla nostra città! In que-sto periodo stare a casa non è cosi male, è un bene, infatti sto impa-rando tante cose: cucinare, giardi-

naggio, scuola … ma soprattutto sto imparando a come affrontare un vi-rus pericoloso per i nostri cari. Nel-la vita bisogna essere pronti a tutto! Spero che questo momento passi in fretta!

Lauryn Zani

Per me il Coronavirus detto Co-vid-19 ha degli aspetti belli e degli aspetti brutti, quelli belli sono che non facciamo verifiche, quelli brutti sono che non vedi i compagni/e e gli amici ,e ovviamente non soppor-to i compiti, ma è giusto che si fac-ciamo. Stare a casa è noioso , ma lo sopporterò. Quello che vorrei fare quando ovviamente il coronavirus sarà finito, è una serata da qualche parte con tutti i miei amici a man-giare.

Martino Degiorgi

Questa situazione è difficile per tut-ti, anche per me: non posso vedere i miei migliori amici (Gianna, Lau-ryn, Licia, Leonie Naomi, Graziano, Tobia, Timothy) e mi mancano tan-tissimo e mi mancano pure i mae-stri. Poi mi mancano gli abbracci, le risate, gli scherzi e litigare perché quando litighiamo la nostra ami-cizia si rafforza sempre di più. Mi manca ridere con tutti. Però stiamo a casa per il nostro bene e so che quando finirà tutto potrò riabbrac-ciare i miei amici. In questo mo-mento dobbiamo restare a casa!

Fare lezione a casa è difficile ma sto prendendo un ritmo, spero di ritor-nare a scuola il più presto possibile. Con dei miei amici facciamo delle videochiamate per i compiti e per parlare ,grazie alla tecnologia. Sen-

za di essa non so come faremmo!Ragazzi dobbiamo restare a casa!

Maxine Rusconi

Secondo me, e come voi e i vostri figli, non vedete l’ora di uscire di casa abitualmente, come facevamo prima che chiudessero le scuole. Io personalmente sono più stressato di prima perché non ho più la mia libertà. Speriamo che ritorni al più presto la tranquillità.

Steven Stöpfer

Corona... cosa? Coronavirus vattene via!! Secondo me questa è una situa-zione molto brutta e molto noiosa, infatti bisogna inventarsi le cose pur di passare il tempo. Non vedo l’ora di poter ritornare a scuola, riabbrac-ciare i nonni e gli amici. Comunque in questa situazione ho scoperto di avere due talenti, uno per la pittura, soprattutto sui sassi, e il secondo per la cucina. Sono due cose che faccio con piacere. Riassumendo, non vedo l’ora che questo coronavirus finisca.

Soraya Lomazzi

I giovani sono, insieme agli anziani (over 65), la categoria più penaliz-zata in questo periodo di pandemia, ma sono anche quelli che si stanno dimostrando più flessibili e adatta-bili nel dover reinventarsi uno stile di vita restando a casa, portando avanti il programma scolastico e svolgendo compiti con la scuola a distanza e non potendo interagire con i propri pari e i propri nonni. Questo sta accadendo da 2 mesi…

* resp. attività socio culturali in ambito giovanile, Acquarossa, Blenio e Serravalle

Cantone Ticino DSS/UFaG

un

spla

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Fino a nuovo avviso il Cinema Bleniorimane chiuso al pubblico.

Continuate a seguirci sul sitoe sulla pagina Facebook.

Stiamo comunque lavorando per voi, allestendouna programmazione per la futura riapertura.

Auguriamo di cuore a tutti i nostri affezionatispettatori e ai loro famigliari di rimanere in salute!

Un saluto cordiale,Team Cinema Blenio

Foto Reza Kathir

6716 Acquarossatel. 091 871 17 05

MAGGIO 2020 | 11 CRONACHE DELLA VALLE

Lo scorso mese di marzo, Jonas Dandrea di Malvaglia (classe 1991) ha conseguito alla Scuola universi-taria professionale della Svizzera ita-liana (SUPSI) di Manno il “Master of Science in Business Administration” con Major in “Innovation Manage-ment”. La tesi di Master del giovane bleniese è intitolata “Cosa determi-na il successo implementativo dei progetti di marketing territoriale?” ed è incentrata sulle verifiche vol-te a determinare il successo nella realizzazione (implementazione) di progetti di marketing sul territo-rio, il tutto volto alla valorizzazione delle regioni periferiche. A questo scopo, tre sono stati i progetti locali oggetto dello studio di Dandrea: Ce-vio con il progetto: "Per le famiglie il meglio"; Malcantone con: "Studio strategico Malcantone Ovest" e On-sernone con: "Onsernone 2020, il gusto dell'estremo”.

Nel suo studio è anche stato consi-derato un ulteriore caso, relativo alla Valle di Blenio, ossia un raffron-

“mangiAbiasca” rinviato Neo diplomato

BIASCA MALVAGLIA

Il comitato della manifestazione “mangiAbiasca” comunica che l’at-teso e apprezzato evento enogastro-nomico previsto per sabato 6 giugno prossimo è stato posticipato a data da stabilire a causa dell’emergenza Coronavirus. In base all’evolversi della situazione, nei prossimi mesi si valuterà se proporre la manifesta-zione in autunno oppure posticipar-la al 2021. Il comitato invita tutta la popolazione ad attenersi alle diret-tive federali e cantonali per poter presto tornare ad incontrarci e go-dere del nostro splendido territorio e dei nostri prelibati prodotti locali. Nel frattempo il comitato organizza-tivo continuerà a lavorare con impe-

to con il Sun Village Acquarossa, raffronto sul quale il nostro mensile tornerà in uno dei prossimi numeri.Anche da queste colonne giungano a Jonas i complimenti e gli auguri per il suo futuro professionale.

gno per poter offrire una manifesta-zione di qualità volta a valorizzare il territorio di Biasca, sostenere i pro-duttori locali e le diverse società e associazioni attive nel borgo e che da anni collaborano per la riuscita dell'evento.

Per rimanere aggiornati vi invitia-mo a seguire le nostre pagine Face-book e Instagram.

Per maggiori informazionirivolgersi a: info@mangiabiasca.chSito internet: www.mangiabiasca.ch

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MAGGIO 2020 | 12CRONACHE DELLA VALLE

DICEMBRE 2019/22

I nostri lutti A Biasca-Castro: Maria-Elena Genucchi, di anni 87. A Malvaglia: Giancarlo Blotti, di anni 84.

Flavio Baggi-Biotelli, di anni 65. Lina Dandrea Saglini, di anni 85. Mauro Ratti, di anni 62.

A Dangio: Livio Allegranza, di anni 88. Ad Olivone: Paola Bianchi nata Carissimi, di anni 91.

Iride Corti, di anni 86. A Pregassona: Pia Solari nata Rigozzi, di anni 91.

Nel commosso ricordo di questi cari estinti, partecipiamo al dolore

dei loro famigliari con sentita e profonda condoglianza.

Membro dell’Associazione svizzera dei servizi funebri

L utti nostri

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Natale 2019

vi invita a e vi augura !

Finestre dell’avvento dal 1. al 24 dicembre alle ore 18.00 apertura delle finestre che illumineranno

le vie del paese. Si potranno ammirare passeggiando fino al 6 gennaio.

Avvento insieme ogni mercoledì e sabato di dicembre ritrovo natalizio dalle ore 18.00 nei vari quartieri.

8 dicembre Apertura pista di ghiaccio dalle ore 11.00 alla cupola brindisi musicale sul ghiaccio.

24 dicembre Presepe vivente con i bambini del paese e Santa Messa cantata della Vigilia di Natale alle ore 22.00.

Segue la tradizionale panettonata sotto l’albero.

27 dicembre Raccontami una storia merenda e storie natalizie per i bambini allo Sci Bar alle ore 16.15.

29 dicembre Mercatino sulla neve dalle ore 11.00 vi aspettiamo per la 14.a edizione del nostro mercatino.

2 gennaio Tombola del nuovo anno dalle ore 20.00 al Servisol Casa Greina (org. SC Greina).

4 gennaio Arrivano i Re Magi dopo la messa cantata dell’Epifania, sul sagrato della chiesa

i Re Magi doneranno la loro “speciale corona”.

Augura a tutti Buone Feste e un Buon 2020

CONCERTO DI NATALE

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Domenica 22 dicembre - ore 17.00 Chiesa San Martino Malvaglia

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La potenza compatta

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Iniziati nel mese di giugno dell’anno scorso, i lavori per la realizzazione del teleriscaldamento di Acquarossa che

A buon punto i lavori del teleriscaldamento

ACQUAROSSA

prevedono un investimento comples-sivo di poco più di 4,5 milioni di fran-chi, sono giunti a buon punto. Dopo

lo stop imposto dal Covid19, a partire dal 20 aprile scorso i lavori sono ripre-si, con gli interventi di collegamento idraulico dei vari aggregati tecnici nella centrale termica. Seguiranno a ultimare la centrale i cablaggi elettrici e l’installazione del sistema di rego-lazione. Salvo ulteriori imprevisti, la messa in funzione della centrale è prevista per la metà di giugno.Dei circa 2'600 ml complessivi di rete di teleriscaldamento previsti ne è già stata realizzata l’86%. La dorsale prin-cipale che collega gli edifici scolasti-ci, l’Ospedale distrettuale e la Casa anziani “La Quercia” con la centrale termica è completata ed è quella che, grazie alla sua richiesta di potenza, permetterà una corretta messa in fun-zione da subito della caldaia a cippato di 700 kWp installata nella centrale.

La Biomassa Blenio SA coglie l’occa-sione per ringraziare anche da queste colonne tutti i progettisti, le imprese e gli artigiani coinvolti nel progetto per l’impegno profuso nei lavori. Un

ringraziamento pure a tutti i privati interessati dai lavori, per la collabo-razione nella fase di cantiere e per la buona adesione alla campagna di allacciamenti.

Il Municipio di Acquarossa ha ade-rito, unitamente ad altri 400 comu-ni, all’iniziativa “Un Tulipano per la vita” promossa a livello nazionale dall’associazione L’aiMant rose per sensibilizzare sul tema del tumore al seno che in Svizzera colpisce 1 donna su 8. Nel corso dell’autunno

sono stati messi a dimora i bulbi dei tulipani che sono ora stati trasferiti sul piazzale antistante la nuova casa comunale e si mostrano in tutta la loro bella fioritura. Un piccolo se-gno di solidarietà verso le persone colpite da questa malattia e ai loro familiari.

In questo periodo di fragilità do-vuto alla pandemia del Covid 19 si può affidare a questi fiori, fragili ma audaci, anche un messaggio di spe-ranza ed ottimismo per il futuro che ci aspetta.

p.d.

A seguito della situazione del corona-virus, dopo lunga riflessione il comi-tato de “Ra Cumbricula Bregnona” ha deciso a malincuore di annullare tutte le rappresentazioni previste al Cinema-Teatro Blenio di Acquarossa, ad Arbedo e a Quinto. Se la situazione lo permetterà, la compagnia teatrale si riserva la possibilità di organizzare le recite nell’autunno prossimo. Una co-

municazione in questo senso sarà fatta, se del caso, a tempo debito. Coloro che hanno già acquistato i biglietti possono farseli rimborsare al negozio Peduzzi di Dongio. Ricordiamo che sono in vendita i DVD delle passate rappresen-tazioni: basta telefonare al numero 076 336 18 86, Tiziano. Il comitato ringra-zia per la comprensione, sperando di rivedere tutti in salute in autunno.

Lo scorso 4 marzo, Delia Beretta at-torniata dai nipoti, parenti e amici ha festeggiato i suoi 95 anni in piena forma, con gioia e spontaneità che da sempre la contraddistinguono.

Cara Delia, non possiamo che au-gurarti con tanto amore e affetto: avanti sempre così.

I tuoi cari

Un tulipano per la vita“Ra Cumbricula”, spettacoli annullati

Buon Compleanno!

ACQUAROSSAACQUAROSSA

LEONTICA

Foto Davide Buzzi

MAGGIO 2020 | 13 CRONACHE DELLA VALLE

Ci sono persone che lasciano me-morie durature tra la gente dove hanno svolto la loro attività o mis-sione, specialmente se questa fun-zione è stata straordinariamente di-namica e laboriosa. È il caso di un antico parroco di Campo Blenio, don Andrea Frigerio, che ha retto le sorti della parrocchia per ben 25 anni, dal 1914 al 1939. Non era-no tempi facili, nemmeno per un parroco di montagna come lui che si dovette pure improvvisare con-tadino e cacciatore. Pochi ormai lo ricordano, ma rimangono nella mente i racconti di chi l’ha cono-sciuto bene, ricordi da ravvivare, e se possibile da tramandare, come tanti altri da narrare.

Il prete operaio

CAMPO BLENIO

Don Andrea Frigerio era nato a Intimiano (Cantù) il 5 luglio 1880. Ordinato sacerdote nel 1907, il giovane religioso svolge il suo mi-nistero in Italia, prima di essere chiamato alla guida delle parroc-chie di Campo Blenio e Ghirone, nel novembre 1914. In quell’anno terminava il breve periodo di don Albino Moretti, prete italiano an-che lui che, come racconta fino ad alcuni anni fa chi l’aveva conosciu-to, non era meglio qualificato che col nome di “matto”, forse per la sua nota neurastenia, si diceva.Interessanti le note storiche di don Guido Palese (parroco a Campo dal 1958 al 1961) sul nostro antico curato: «Sono vive ancora le sue memorie nel ricordo dei vivi che lo conobbe-ro per tanti anni. Italiano di Cantù,

fu un prete operaio nel lavoro da contadino. Nel 1927, il 25 settem-bre, un’alluvione con “buzza” por-tò via alcune case di Campo, una chiesina invernale, cioè “l’oratorio della S. Trinità” e il cimitero sul sa-grato davanti la chiesa parrocchia-le. In quel clima di soccorsi, poté

indire varie collette in Svizzera per la riparazione anche degli stabili parrocchiali.L’interessamento che mostrò per il gruppo di operai italiani venuti quassù per i lavori di arginatura gli ottenne dal Consolato italiano il titolo di “Cavaliere della corona d’Italia”». Alla sua morte, avvenuta a Roveredo il 28 febbraio 1950, così ben scrive-vano in sua memoria i buoni e do-lenti parrocchiani di Ghirone: “Al primo soffio di primavera, men-tre la natura si accinge ad abban-donare la sua veste di freddo e di gelo per accogliere i nuovi doni, chiudeva la sua operosa giornata terrena per ricevere il premio dei buoni Don Andrea Frigerio. Sacer-dote modestissimo, ma pieno di zelo, di affabile cordialità con tutti, di carità, di bontà, visse e condivise la dura, aspra vita della popolazione alpestre nelle parrocchie di Campo Blenio e Ghirone per ben venticin-

que anni. Fu l’apostolo di Cristo pie-no di comprensione e di amore per i parrocchiani che ancora lo ricor-dano con riconoscenza commossa. Il Signore nel Paradiso gli conceda la mercede dovuta al buon operaio della sua vigna (Eco di Ghirone)”.E oggi lo ricordiamo ancora, con queste brevi note, a 70 anni dalla sua morte, annunciata il 6 marzo 1950 dal Vicario foraneo di S. Vitto-re don Reto Maranta al parroco di Campo don Pierino Bianchi.

Dopo la bellissima foto pubblica-ta il mese scorso, sempre grazie al nostro gentile abbonato e let-tore Gino Bozzini, pubblichiamo questo mese un’altra e altrettanto bellissima immagine d’epoca. Vi sono raffigurati gli allievi e la ma-estra della Scuola di Campo Ble-nio. Qualcuno riconosce gli allievi?

Qualcuno sa l’anno dello scatto? (Si legge a fatica sulla lavagnetta te-nuta dall’allieva in prima fila). Gra-zie per comunicare eventuali infor-mazioni in merito alla redazione della Voce di Blenio (redazione@vocediblenio.ch, 091 871 19 00).Se avete altri scatti d’epoca che vi sembrano interessanti da condivi-

dere con i lettori del nostro mensile e che comunicano e ritraggono mo-menti di storia vallerana, mandate-celi in redazione (cp 58, 6715 Don-gio). Ne avremo cura e, dopo avervi contattati di persona e aver valutato la fattibilità di una pubblicazione, ve li ritorneremo.

La redazione

In merito al nostro articolo pubbli-cato nelle cronache di Blenio sul numero di aprile scorso, il nostro apprezzato collaboratore Mario Giamboni ci scrive: “Da alcuni anni vado regolarmente a Comano da un paio di miei conoscenti per que-stioni di radio d'epoca e dintorni... Uno abita proprio in via Dangio (come la giornalista della RSI Va-leria Bruni, se non sbaglio). Incu-riosito anch'io del nome bleniese

di questa via, mi sono informato e risulterebbe che il Comune ad un certo punto avrebbe voluto "italia-nizzare" i nomi delle sue vie. Que-sta zona del bel (ricco) villaggio, si chiamava appunto "Danc" come ha già scritto Mara Zanetti Maestrani citando il relativo Repertorio topo-nomastico. "Italianizzando", inopportunamen-te, dico io, il toponimo è diventato “Dangio”.

L’Organizzazione turistica regionale (OTR) del Bellinzonese e Alto Ti-cino informa che il sentiero che da Acquacalda porta a Croce Portera, sbarrato dalla scorsa metà di aprile a causa della caduta di massi e di pian-te, è stato riaperto ad inizio maggio. In ossequio alle disposizioni Covid-19

rilasciate dallo Stato Maggiore di Condotta, è stato possibile effettua-re gli interventi di sistemazione e/o ricostruzione. In aprile il divieto di accendere fuochi all’aperto aveva impedito il brillamento dei grossi massi caduti. Attualmente il sentiero è quindi nuovamente percorribile.

Foto d’altri tempi Una via Dangio a Comano

Riaperto il sentiero tra Acquacalda e Croce Portera

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di Mario Giamboni

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MAGGIO 2020 | 14RUBRICHE

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A TORRE: Chloe, di Felicia Rigozzi e Michele Clerici

A TORRICELLA – AQUILAZefiro, di Maria e Christian Rigozzi

La Redazione si congratula con i genitori eaugura di cuore ai neonati tanta salute e felicità!

Una nuova Via Alta da Lumino all’Alta Blenio

Nel febbraio 2019, in occasione dell’assemblea generale ordinaria della SAT Lucomagno, Giorgio Ma-tasci, presidente della Federazione alpinistica ticinese (FAT), propone-va la creazione di una Via Alta che si snodasse in Valle di Blenio. Lasciata decantare l’idea in seno al comitato SAT perché se ne potessero cogliere più chiaramente i contenuti e la re-altà con cui ci si poteva confrontare, in settembre vi è stato un incontro interlocutorio con Ticino Sentie-ri per una verifica preliminare di fattibilità realizzativa. Accolti dal responsabile della rete sentieristica Nicola Barudoni e dal Commissario tecnico Giorgio Valenti, gli interlo-cutori della SAT Lucomagno si sono trovati da subito immersi in una “possibile realtà” che nemmeno lontanamente poteva essere imma-ginata e attesa in così breve tempo. Su un semplice foglio bianco e con l’abilità grafica di chi ben conosce territorio e sentieri è stato abbozza-to un cenno di percorso. Ecco che l’idea aveva preso magicamente cor-po e le caratteristiche sono state da subito chiare:• da Lumino alla regione del Lu-

comagno;• 90 – 100 km;• dislivello +: 10’000 m circa;• dislivello -: 9’500 m circa;• difficoltà generali: traccia alpina

(bianco-blu) T5-T6 + tratti su sentieri di montagna (bian-co-rosso) T3;

• 12 tappe complessive di cui: • 9 tappe “in quota”: dalla capan-

na Brogoldone alla Capanna Bovarina passando da Cava, Alpe di Giümela, Quarnei, Adula, Scaradra, Motterascio e Scaletta con l’imprescindibile necessità di installazione di un bivacco tra Giümela e Quarnei per dimezzare una tratta di al-

VIA ALTA CRIO di Enea Solari *

trimenti 30 km. Il luogo ideale per questo unico impianto in Ticino è stato identificato al Pia-no della Parete, nella zona so-vrastante la cascata della Fürb-eda a oltre 2'700 m s/m, nella regione della Val Malvaglia;

• ciascuna tappa con una propria via di fuga;

• 1 tappa d’accesso fino alla Ca-panna Brogoldone + 1 tappa d’u-scita dalla Capanna Bovarina;

• 8 partner proprietari delle strut-ture da sud a nord: Associazio-

ne Amici Capanna Brogoldone, UTOE Biasca (Cava), Patriziato Biasca (Giümela), SABB (Quar-nei), UTOE Bellinzona (Adula e Bovarina), Patriziato Aquila (Sca-radra), CAS Ticino (Motterascio) e SAT Lucomagno (Scaletta).

I primi passi: entusiasmo, lavororiscontri e sostegnoNella sala patriziale di Biasca, come sottoposti a esame, con un carico

supplementare dato dalle prime voci oramai iniziate a circolare sul-la possibilità di realizzazione di una nuova Via Alta, eccoci confrontati con una platea composta da nutri-te delegazioni dei partner e di altri enti interessati. Dopo l’introduzio-ne fatta dalla SAT Lucomagno e la presentazione di massima del per-corso fatta da Ticino Sentieri, la vo-glia di sapere è stata evidente così come l’accoglienza dell’idea e il desiderio di approfondire l’aspetto legato al bivacco poiché condizione irrinunciabile per la realizzazione del progetto. La designazione di un gruppo di lavoro – composto da Enea Solari e Ketty Gianella del-la SAT Lucomagno quale società promotrice, Giorgio Valenti in rap-presentanza di Ticino Sentieri e di Giovanni Galli per il CAS Ticino – è stata la circostanza che ha sancito la bontà della proposta e il mandato a proseguire. Da questo primo in-contro interlocutorio del novembre 2019 al secondo di inizio gennaio 2020 durante il quale, sempre alla presenza dei partner, è stata confer-mata la disponibilità della SABB ad assumersi l’incarico dello studio per il bivacco (tipologia, costi, impian-to) e l’eventuale futura gestione. E il nome possibile di questa nuova Via Alta? Crio! … “Via Alta Crio” è il nome che ha dimostrato gradi-

mento e che ha una sua ragione di essere e di collocazione geografica in virtù del significato (anche) mito-logico che rappresenta. In qualità di associazione mantello la FAT, attra-verso il Comitato centrale composto dai presidenti sezionali, ha dato il proprio sostegno e appoggio per il buon esito del progetto.

La tempisticaSi tratta di una previsione di massi-

ma (non vincolante): per l’autun-no 2020 è prevista una proposta di bivacco, la raccolta dei preventivi, le domande di costruzione, la defi-nizione del tracciamento, il mate-riale necessario, ecc. Tra la prima-vera e l’estate 2021 è pianificato l’impianto del bivacco, il traccia-mento, il marketing. L’inaugura-zione della Via Alta Crio è quindi

prevista, se tutto va bene, per la primavera del 2022.

Ora…… dalla raccolta della documen-tazione sulle diverse tipologie di bivacco alla cura degli aspetti eco-nomici, dalla preparazione della documentazione di presentazione per gli enti istituzionali alla pianifi-cazione degli incontri, eccetera … il lavoro è indubbiamente molto, sti-molante e arricchente. Un continuo esame!

E poi…… lasciamoci sorprendere. Giunges-simo al completamento del proget-to, la realizzazione di questa nuova Via Alta non sarà fine a sé stessa. Già si può pensare a …Il lettore, alla conclusione di que-sta lettura, si dirà che i contenuti danno solo cenni e non il dettaglio rispetto a ciò che invece poteva at-

tendersi. Come fare a scrivere oggi ciò che ancora non è?Prendiamo congedo con la promes-sa di fornire le informazioni, detta-gli e approfondimenti man mano, per crescere assieme nello sviluppo di questa esperienza che, se conclu-sa, saprà degnamente portare il suo contributo e valore aggiunto alle regioni che l’accolgono. Un passo dopo l’altro.

(*) presidente SAT LucomagnoOlivone e resp Relazioni pubbliche

e stampa in seno alla FAT

Invitiamo i genitori o i parenti a segnalarci le nascite che sarannoben volentieri pubblicate di mese in mese in questa rubrica.

Cava

Scaletta

Bovarina

Quarnei

MAGGIO 2020 | 15

IN MEMORIA

A Olivone:Walter Giroldelli, di anni 83.Luca Bruni, di anni 71.

A Corzoneso:Domenico Bozzini, di anni 93.Renata Conceprio, di anni 80.

A Ludiano:Armanda Cittadini, di anni 87.

A Malvaglia:Rosa Valchera, di anni 98.Pierino Dandrea Roredi, di anni 86.

A Santo Domingo-Malvaglia:Bruno Canzali, di anni 78.

A Biasca:Lidia Rossi nata Giudici della Ganna, di anni 92.Tito Beretta, di anni 87.

A Bellinzona:Agnese Benvenga nata Gianella, di anni 92.

Bellinzona:Felice Anelli, di anni 79.

A Bioggio:Aldo Scheggia, di anni 89.

Nel commosso ricordo di questi cari estinti, la Redazione partecipa al dolore dei loro familiari e formula Sincere Condoglianze.

IN RICORDO

IN RICORDO Acquarossa

Era un giorno di dicembre del 1973: alla maternità dell’ospedale di St. Imier nasceva uno splendido bambi-no. Lo chiamammo Yvan, era dolce e gracilino, ma in buona salute. Era la gioia di noi genitori e di suo fra-tello Laurent. Nel 1975 ci trasferim-mo definitivamente in Ticino e qui si aggiunse un terzo fratellino: Alain. Yvan frequentò la scuola dell’infan-zia a Castione e le scuole dell’obbli-go a Malvaglia e ad Acquarossa. Nel 1989 iniziò l’apprendistato quale di-segnatore edile presso la ditta Impe-ratori di Corzoneso Piano e superò egregiamente gli esami finali. Nel 1994 decise di proseguire i suoi stu-di, iscrivendosi alla scuola superiore di Trevano dove ottenne il diploma di architetto STS. Nel 2000 si sposò con Letizia e nel 2002, al massimo della felicità, nacque Luca. Dopo un periodo trascorso a Corzoneso alto, assieme a sua moglie costruì la sua

casa ad Acquarossa. Nel 2005 arrivò Giona a completare la sua bella fa-miglia. Caro Yvan, avevi tanti hobby: il teatro, per cui tanti ti ricordano e ancora sorridono… La musica, in particolare la fisarmonica. Da qual-che tempo eri membro del gruppo Swiss Accordion, in cui avevi trovato molti amici. Il tuo sogno è sempre stato quello di avere una cascina ai monti, tutta tua, da ristrutturare come avresti voluto tu: questo sogno si è avverato due anni fa. Con tan-to lavoro e sacrificio lo scorso anno avevi ultimato la tua cascina, ne eri molto fiero e orgoglioso, spesso ri-petevi: "questo l’è ul nos tec, a som trop content!" E quest’anno, per la festa del papà, hai voluto salire con la tua famiglia lassù, per trascorrere qualche giorno in quel luogo che tanto ti piaceva. Ci avevi anche invia-to un video, che avevi fatto con la tua famiglia, nel quale cantavate e face-

Perché tu? Perché adesso?La tua presenza física se ne andata, però anima e spirito rimangano con noi, sarai sempre vivo fintanto che l’ultima persona si ricorderà di te e lascerà questo mondo.Dopodichè ci ritroveremo di nuovo tutti assieme nell'aldilà, anzi ver-remo e organizzeremo una bella e

grande festa in casa tua su per le montagne del Paradiso.Perciò datti da fare per organizzarla assai grande… Mandaci ogni tanto un saluto, non soltanto alla tua fa-miglia, specialmente a Letizia, Luca e Giona ma anche a noi tre, i tuoi cugini.E ricordati che ci vedremo fra non

tanto per salutare alla grande e “comment il se doit” la tua parten-za; non preoccuparti sarai avvisato per tempo per la data.

Un abbraccio forte ... ti vogliamo un bene dell'anima.

Tiziana, Renata e JC

Yvan Scheggia

vate festa. Questo è purtroppo stato l’ultimo saluto, perché proprio lassù, il giorno seguente, te ne sei andato per sempre. Figlio adorato, proteggi tutti i tuoi cari che ti amavano e che tu amavi. Continuiamo a chiederci: “perché?”, senza trovare una rispo-sta. Ora guarderemo il cielo e quella stella che prima non c’era, ora bril-lerà sempre per noi.

Mami e Papi

www.ti.ch/coronavirus

DISTANTI MA VICINIPROTEGGIAMOCI.ORA.

MAGGIO 2020 | 16 L'ULTIMA

Casella postale 58, 6715 DongioTel. 091 871 19 00 – Fax 091 871 19 06redazione@vocediblenio.chwww.vocediblenio.ch

Redattrice responsabileMara Zanetti Maestrani

Responsabile amministrativaNelly Aspari Algisi

Membri di redazioneVilmos Cancelli, Davide Buzzi,Tarcisio Cima e Marina Poma.

Consiglio di FondazionePresidente Tarcisio Cima, vicepresidente Marina Poma, Vilmos Cancelli, Bruno Guidinetti, Gianni Guidicelli e Ivo Gianora.

Il numero di Giugno esce il 15.06.2020.Testi recapitati dopo la data di chiusura re-dazionale saranno pubblicati sul numero successivo. Non inviare articoli direttamente in tipografia. Chiusura redazionale per il prossimo numero: 19 maggio 2020.

Abbonamenti e pubblicitàTel. 091 871 19 00 – www.vocediblenio.ch

Orari redazione (1o piano della casa comunale)Lunedì 08.00 -12.00 / 14.00 - 17.30Mercoledì 08.00 -12.00Venerdì 08.00 -12.00

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Stampa e distribuzioneDazzi SA Tipografia – Chironico-Biasca

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Kayser Holzbau AG / via Parallela 15 / 6710 Biasca / m.morosi@kayser.ch / telefono 079 298 42 17 / kayser-holzbau.ch

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Inviare il cruciverba con la soluzione a Voce di Blenio, Casella postale 58, 6715 Dongio, entro il 25 maggio 2020. Il vincitore o la vincitrice si aggiudica una maglietta personalizzata gentilemente offerta dalla Dazzi SA Tipografia - Chironico-Biasca.

Nome

Cognome

Via

Località

ORIZZONTALE1. Altrimenti detto - Ci vanno a sciare le

terze medie di Acquarossa2. Il Ticino delle Tre Valli - Ballo polacco -

Cuore del biologo3. Grande festa musicale della Valle di Ble-

nio - Sulle nostre targhe4. Avanti Cristo - L'amore di Leandro - Arne-

se del selvicoltore5. Assicurazione Invalidità - Salsa senza

vocali - Ripetuto era un tamburo dei primitivi

6. Lo faranno nuovo sulla parete della Scuola media di Acquarossa - Televi-sione italiana

7. Avanti - Sono stati annullati dal Covi-198. Così finisce un periodo - Le prime di

nefasto - Ente Ospedaliero9. Stazione sciistica bleniese - Frazione di

Collina d'Oro- Autore de "Adula - Il tetto del Ticino" (iniz.)

10. Quasi uniche - Venuto al mondo11. Gruppo di allievi che rappresenta le

classi nella Scuola Media (acronimo) - San Gallo - Piattaforma usata alle Scuo-le Medie per scambio di materiale

12. Più senza testa - Può essere gemellare - Rompere a Londra

13. Squadra giovanile di calcio con gio-catori bleniesi - Adesso… in dialetto di Mendrisio

14. Squadra di unihockey bleniese

VERTICALE1. Dobbiamo starci per combattere il Covi-19

- Capitale del Vallese - La scimmietta di Tarzan

2. Ferrari, custode Scuola media Acqua-rossa - Difficoltose

3. Le pari del Cantone - Non saper - Con-sigliere federale capo del Dipartimento federale dell'Interno (iniz.)

4. Amore a New York - C'era fisso all'en-trata nord di Malvaglia - Prugiasco Mal-vaglia Leontica

5. Belli, direttore Scuole elementari Valle di Blenio - Si sostiene a fine corso

6. Semplice in greco - Le consonanti di Fazia - Prima di... Bretagna

7. Nota - Figura mitologica egizia - Tutti senza tu

8. Onesti, sinceri - Articolo romanesco - Ne' biondo ne' castano

9. Piattaforma televisiva a pagamento - Imelli, direttore Scuola media Acqua-rossa - Simbolo chimico dell'Osmio

10. Bea senza testa - Original Video Anime - Fiume della Siberia occidentale

11. Acronimo di uno sci club della Valle di Blenio - Nome proprio sia femminile che maschile

12. Roma - È di rito Ambrosiano quello del-la Valle di Blenio

13. Terminato, concluso - Piattaforma usa-ta per le lezioni a distanza

14. A volte è mortale - Due romani - Il Tici-no è un suo affluente - Può essere tec-nico nel pugilato

IL CRUCIVERBA "IL CRUCI DEI RAGAZZI" di Marusca

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Fornitura inertiFornitura sassiMuri in pietra

Centro di riciclaggioBonifiche agricoleBonifiche siti inquinati

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1 F U P U G N O T I R Z

2 A N T O N I O T I I P O

3 L O P I U D E C O R O

4 S R A S S A S S I N O

5 I D E E E V E S C I C A

6 F T R O P P I S L B U C

7 I N T R E P I D A I A R C

8 C I A O E E A S S A I

9 A C N I I A R M A T A

10 T M E N D R I S I O O I

11 A L O E A B E T E T R E

12 E T P N M U T O E R

13 B A T T U T A T E L O I

14 I O R B E L L O A C C A

ORIZZONTALE VERTICALE

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10 10

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12 12

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14 14Comune di residenza di Scalonesi - Lettera muta

Nome dell'avvocato Cortesi - Autore della Divina Commedia

Negazione - Famoso quello greco - Istituto di Ricerca in Biomedicina - Preposizione articolata

Onesta - Frazione di Acquarossa

Nome dello scrittore e cantautore Buzzi - Le pari del dilemma

A te - Scuole Specializzate Superiori - Un segno zodiacale

Lo sport preferito da Scalonesi - Si fa allo stadio

Quartieri - Sensibilità della pellicola fotografica - Antica lingua provenzale

Lo è Cortesi

E' pieno di gabbie - Impianto industriale

Quella vera è una pianta - Albero sempre verde - I porcellini della fiaba

Alieno - Le dispari del pane - Non può parlare - Articolo romano

Coraggiosa, valorosa - Le pari della cicatrice

Saluto tra amici - Molto

Genere musicale - Sbagliate - Artista malvagliese (iniz.)

Un sindacato - Seconda e terza in poesia - Preposizione - Bar inglese

Barzelletta - Asciugamano da spiaggia

In tensione, tirate - Furbo

Meno di due - Le hanno in comune anice e unico - Nome di donna

Morto, defunto - Attacco fisico - Grosso automezzo

Nome di Scalonesi - Ticino - Prefisso per "sotto"

Luogo di nascita di Scalonesi - Noi senza.... Testa

Nascono nella mente - Organo dell'apparato urinario

Articolo maschile - Opposto del meno - Prima di Andrè cantante - Insieme di voci

Molti - Iniziali della Loren - La luce al centro

Avanti Cristo - Né sì, né no - Esercito

La biografia di Scalonesi - La seconda lettera

Lo è Scalonesi

SOLUZIONE DI APRILE

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CRUCIVERBA VOCE DI BLENIOMaggio 2020

Per il gioco del mese scorso la sorte hafavorito la signoraCarla Scapozzadi Osogna che si aggiudica una copia

del libro di Davide Buzzi "Memoria-le di un anomalo omicida seriale".