L.R.23/90, ART.3, COMMA 9 FINANZIAMENTI SU PROGETTI DI AZIONE POSITIVA IN FAVORE DELLE DONNE ANNO...

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L.R.23/90, ART.3, COMMA 9FINANZIAMENTI SU PROGETTI DI AZIONE POSITIVA

IN FAVORE DELLE DONNE

ANNO 2006

Monfalcone – Udine - Pordenone

14 - 21 - 28 ottobre 2005

CONSIGLIO REGIONALERegione Autonoma Friuli Venezia Giulia

COMMISSIONE REGIONALE PARI OPPORTUNITA’ TRA UOMO E DONNA

Via Coroneo 8 – 34133 TRIESTE

Legge Regionale 23/90 – Istituzione di una Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna

* organo consultivo del Consiglio e della Giunta regionale

* cura il controllo e l’effettiva attuazione nel territorio regionale dei principi di eguaglianza e di parità sociale

* svolge le sue funzioni in campo istituzionale, economico, sociale e culturale per rimuovere gli ostacoli che costituiscono discriminazione diretta e indiretta nei confronti della donna

La Commissione svolge le seguenti funzioni:

- promuove indagini conoscitive e ricerche sugli aspetti più rilevanti della condizione della donna, anche immigrata, nella regione e sulla condizioni delle donne emigrate

- cura la raccolta sistematica e la diffusione della documentazione concernente la condizione femminile nella regione, in particolare nella pubblica amministrazione e stimola la crescita della cultura delle pari opportunità presso gli amministratori locali

- può formulare proposte per armonizzare l’attività legislativa ed amministrativa della Regione e degli enti regionali riguardo all’effettiva attuazione dei principi di eguaglianza e di parità sociale

- presenta al Consiglio regionale osservazioni sui progetti di legge che direttamente o indirettamente abbiano rilevanza per la condizione femminile

- esprime parere obbligatorio sugli strumenti di programmazione generale o settoriale della Regione, sugli atti a carattere regolamentare, nonché sui piani di riparto della spesa che siano considerati dalla Giunta regionale di rilevanza diretta per la condizione femminile

- favorisce e promuove la presenza delle donne nelle nomine di competenza della Regione

- predispone e promuove progetti di azione positive tesi ad espandere l’accesso al lavoro, i percorsi di carriera e ad incrementare le opportunità di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale delle donne

- esamina e valuta progetti e iniziative per azioni positive da ammettere a contributo regionale ai sensi dell’art. 3, comma 9

l’Amministrazione regionale, su proposta della Commissione, concede ad Enti Locali, singoli od associati, contributi per progetti di azioni positive

L’espressione “AZIONE POSITIVA” compare in ambito europeo all’inizio degli anni ’80 quale strumento per combattere le forme di discriminazione nei confronti delle lavoratrici e favorire l’attuazione dei principi di parità e pari opportunità tra uomini e donne.Tali principi, anche se già previsti dalla normativa comunitaria, erano ancora troppo debolmente attuati. Servivano perciò misure temporanee e speciali volte ad accelerare il processo di raggiungimento di un’eguaglianza sostanziale e combattere le forme di discriminazione dirette e indirette nei confronti delle donne.

Con la Raccomandazione della Comunità europea del 1984, le “azioni positive” diventano lo strumento operativo della politica europea per promuovere la partecipazione delle donne a tutti i livelli e settori.

La raccomandazione viene recepita a livello nazionale nel 1991 dalla Legge 125 del 10 aprile 1991 “Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro”., ampliando i principi e le finalità che altre leggi, come la Legge 1204/71 (Tutela della maternità) e la Legge 903/77 (Legge di parità), avevano introdotto.

Ai sensi della Legge 125/1991, le azioni positive hanno in particolare lo scopo di:

a) eliminare le disparità di fatto di cui le donne sono oggetto nella formazione scolastica e professionale, nell’accesso al lavoro, nella progressione di carriera, nella vita lavorativa e nei periodi di mobilità

b) favorire la diversificazione delle scelte professionali delle donne in particolare attraverso l’orientamento scolastico e professionale e gli strumenti della formazione; favorire l’accesso al lavoro autonomo e alla formazione imprenditoriale e la qualificazione professionale delle lavoratrici autonome e delle imprenditrici

c) superare condizioni, organizzazione e distribuzione del lavoro che provocano effetti diversi, a seconda del sesso, nei confronti dei dipendenti con pregiudizio nella formazione, nell’avanzamento professionale e di carriera ovvero nel trattamento economico e retributivo

d) promuovere l’inserimento delle donne nelle attività, nei settori professionali e nei livelli nei quali esse non sono rappresentate e in particolare nei settori tecnologicamente avanzati ed ai livelli di responsabilità

e) favorire, anche mediante una diversa organizzazione del lavoro, delle condizioni e del tempo di lavoro, l’equilibrio tra responsabilità familiari e professionali e una migliore ripartizione di tali responsabilità tra i due sessi

A Z I O N I P O S I T I V E

misure mirate a realizzare il principio di parità, non ancora pienamente attuato e a combattere le forme di discriminazioni dirette ed indirette, le più difficili da rimuovere

misure che promuovono il soggetto femminile, mediante lo sviluppo di strumenti specifici in grado di valorizzare il potenziale femminile, incrementando la presenza in termini quantitativi e qualitativi in ogni settore

misure che identificano e successivamente correggono le disparità che colpiscono le donne, al fine di impedire che si verifichino ulteriori forme di discriminazione all’accesso e alla partecipazione, anche in termini di orario di lavoro, attraverso misure intese ad eliminare gli effetti negativi derivanti dalla tradizionale divisione dei ruoli tra uomini e donne all’interno della famiglia e della società e a conciliare le responsabilità familiari con quelle professionali;

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

COMMISSIONE REGIONALE PER LE PARI OPPORTUNITA’TRA UOMO E DONNA

Direzione centrale salute e protezione socialeRiva N. Sauro n.8 – 34124 TRIESTE

TITOLO E SINTETICA DESCRIZIONE DEL PROGETTO

* Per titolo del progetto si fa normalmente riferimento alla denominazione attribuita al progetto che evidenzia il logo o la sintesi del progetto stesso. E’ lasciato alla libera creatività del soggetto proponente.

SCHEDA PROGETTO

1. SOGGETTI PROPONENTE E PROMOTORI DEL POGETTO: INFORMAZIONI

1.1 Estremi dell’Ente locale proponente il progetto

Denominazione

Natura giuridica

Indirizzo

CAP Città Prov.

Tel. Fax

* Soggetto proponente è il soggetto che si candida a gestire il progetto e al quale compete la responsabilità amministrativa. E’ il soggetto a cui la Regione assegna il contributo per la realizzazione delle azioni che verranno di seguito esposte.

1.2 Persona referente per il progetto presso l’Ente proponente

* va indicato il nome e il cognome del referente/i che per conto dell’Ente gestore assicura la direzione del programma

1.3 Coordinate bancarie e fiscali dell’Ente titolare per l’eventuale accredito del contributo

Istituto di credito

ABI CAB C/C

Indirizzo

Codice fiscale

Partita IVA

1.4 Estremi della Commissione o Comitato P.O. promotore il progetto

* Soggetti promotori sono la Commissione o il Comitato pari opportunità dell’Ente e altri Enti o Associazioni che hanno promosso l’idea – progetto e che realizzano o supportano l’Ente gestore nell’attuazione del progetto

Denominazione

Indirizzo

CAP Città Prov.

Tel. Fax

1.5 Estremi delle parti sociali con cui si sono stabilite intese in merito alle azioni del progetto

Denominazione

Indirizzo

CAP Città Prov.

Tel. Fax

1.6 Cenni sulle principali attività ed esperienze del soggetto proponente attinenti alle tematiche del progetto. Indicare chi eventualmente affiancherà il soggetto proponente nella realizzazione del progetto o lo attuerà

* se esistono si devono indicare le precedenti esperienze dell’Ente gestore in merito alle tematiche del progetto; a questa descrizione è altresì importante aggiungere quella relativa ad altri Enti od associazioni che supportano l’Ente gestore nella realizzazione del progetto

Eventuali precedenti esperienze del soggetto proponente

Eventuali enti od associazioni che partecipano al progetto

2. ELEMENTI DESCRITTIVI DEL PROGETTO

2.1 Ente/Enti contesti di realizzazione del progetto

Indicare il Comune o i Comuni nei quali si intende realizzare il progetto

Descrivere le esigenze effettivamente e concretamente presenti nel contesto o nel settore in cui il progetto viene proposto

* Indicare il contesto territoriale in cui si vuole operare e le esigenze, i bisogni oggettivamente presenti nel contesto, rispetto ai quali si intende intervenire con il progetto

2.2 La realizzazione del progetto: obiettivi, attività e risultati attesi

Indicare gli obiettivi che si intendono raggiungere

Indicare le attività concrete che si intendono realizzare

Elencare i risultati attesi

* Vanno indicate le finalità specifiche che il progetto persegue. L’idea generale va esplicata e spiegata in modo dettagliato. Fare ciò è indispensabile per verificare la congruità dell’idea generale con le concrete azioni che si intendono attivare e i risultati attesi.

2.3 La pianificazione del progetto: tempi e metodi

Durata complessiva del progetto in mesi

Descrivere le fasi temporali del progetto

* Nei tempi del progetto si devono strutturare le diverse fasi temporali di attuazione sia per gli obiettivi sia per le azioni.

3. AMBITI DI ATTIVITA’

3.1 Beneficiarie dirette (fruitrici) e indirette (operatrici/tori) delle azioni progettuali

Friutrici dirette del progetto

Operatrici/tori interessate/i al progetto

* Si chiede di precisare quali ipotetiche beneficiarie (o beneficiari) utilizzeranno le azioni progettuali. Evidenziare il tipo di operatrice/operatore quale beneficiario/a indiretto/a (op. dei servizi – quali, op. di associazione o di volontariato, ecc.) e la tipologia di beneficiarie dirette (adolescenti, giovani di età, famiglie, anziani, ecc. )

3.2 Criteri posti dall’Ente richiedente: il monitoraggio e la valutazione del progetto (anche ai fini della valutazione finale)

Monitoraggio della realizzazione del progetto

Valutazione del progetto e delle attività in relazione agli obiettivi

* Si chiede di precisare quali ipotetiche beneficiarie (o beneficiari) utilizzeranno le azioni progettuali. Evidenziare il tipo di operatrice/operatore quale beneficiario/a indiretto/a (op. dei servizi – quali, op. di associazione o di volontariato, ecc.) e la tipologia di beneficiarie dirette (adolescenti, giovani di età, famiglie, anziani, ecc. )

3.3 Comunicazione

Indicare i mezzi e gli strumenti da impiegare per la campagna di pubblicizzazione del progetto da realizzare

* Si chiede di precisare le modalità e gli strumenti con cui si pensa di informare il pubblico e la popolazione destinataria del progetto (es. comunicati stampa, locandine, inviti, mailing, ecc.)

4. COSTO DEL PROGETTO E PREVENTIVO DELLE SPESE

4.1 Costo del progetto: preventivo

TOTALE PROGETTO

Spese logistiche

Attrezzature

Spese generali

Risorse umane

Spese per la comunicazione e l’informazione

* Si tratta di indicare il costo globale del progetto e in dettaglio il costo di ogni singola azione

4.2 Ipotesi di concorso al finanziamento del progetto: Aspettative dall’Ente proponente

Totale progetto 100%

Finanziamento pubblico: 2006 2007

Ente locale %

Regione F.V.G. %

Cofinanziamento privato %

* Si raccomanda la massima precisione nell’indicare quanto l’Ente gestore è disponibile a finanziare il progetto e quali risorse aggiuntive pensa di accedere per poter completare il quadro finanziario occorrente al progetto

La Commissione può proporre il finanziamento regionale del progetto solo parzialmente, perché ad esso concorre.

Il progetto approvato deve trovare attuazione nei modi e nei tempi concordati. Ogni variazione al progetto, di rilevanza significativa, deve essere comunicata alla Commissione regionale per le pari opportunità per una successiva approvazione, a pena la restituzione del contributo concesso.

Presentazione delle domande di contributo per progetti di azione positiva ai sensi della L.R. 23/90, art.3, comma 9

La presentazione della domanda di contributo non dà diritto all’ottenimento degli incentivi, pure in presenza dei requisiti soggettivi ed oggettivi prescritti

(ai sensi della L.R. 20 marzo 2000, n.7, art.33, comma 3)

Termine di presentazione delle domande è

fissato per il 1 marzo 2006(ai sensi della L.R. 20 marzo 2000, n.7, art.33, comma 1)

La domanda di contributo va trasmessa alla:

DIREZIONE CENTRALE

SALUTE E PROTEZIONE SOCIALE

Riva N. Sauro 8

34100 TRIESTE

CRITERI DI ORIENTAMENTO PER LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI AZIONE POSITIVA

AI SENSI DELLA L.R. 21 maggio 1990, n. 23 e successive modifiche

ENTE RICHIEDENTE _______________________ TOTALE PUNTI _2020_

PERTINENZA max PUNTI 3

Priorità previste direttamente dalla legge regionale 21 maggio 1990 n.23, art.2, comma 3 lettera g):• espansione dell’accesso al lavoro• percorsi di carriera• incremento delle opportunità di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale delle donne• servizi tesi a favorire la conciliazione tempi di vita e lavoro

ORIGINALITA’ max PUNTI 2

Considerazione del carattere assolutamente innovativo ed attuale del progetto

EFFICACIA max PUNTI 10

• Capacità di incidere e di indurre modificazioni permanenti nel contesto organizzativo e/o nell’area territoriale di riferiemtno anche attraverso adeguata pubblicizzazione del progetto (punti 3)

• Possibilità di ottenere effetti moltiplicatori a vantaggio dei soggetti destinatari dell’azione in quanto (punti 2):

a) costituiscono modelli di buone prassib) inducono più vasti processi di cambiamento culturale che integrino il

punto di vista di genere nelle strategie e nelle politiche degli enti• Coinvolgimento diretto dei diversi soggetti interessati all’azione (punti 2)• Sostegno alla crescita professionale delle donne mediante iniziative volte a

conciliare la vita lavorativa con quella sociale (punti 3)

COMPLESSITA’ E COMPLETEZZA max PUNTI 3

•Articolazione in fasi del progetto (punti 1)•Esperienze già effettuate nel campo delle pari opportunità (punti 1)•Coinvolgimento di più enti (punti 1)

FATTIBILITA’ max PUNTI 2

Modalità operative che garantiscono sbocchi positivi all’intervento in termini di risultati attesi