La stanza magica in cui Ermanna riceve gli ospiti · gli spettacoli sono firmati da Marco...

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16di Katia Ippaso

erte volte, il teatro lo siprende dalla parte delpubblico, e non solo

perché noi siamo lì seduti inplatea, ma perché, certe volte,ascoltare la platea che ascoltal’attore che a sua volta ascolta laplatea, è un’esperienza che cicollega all’essenza stessa delfarsi teatro. Alle origini. Tutti ipiù grandi teorici e maestri diteatro hanno parlato di questocurioso e ammaliante effetto:José Sanchis Sinisterra, peresempio, lo chiama, moltotecnicamente, ”retro-alimentazione”, o”permeabilità”. Ma non capitaspesso di sentirsi attori di unprocesso creativo-rigenerativo.L’altra sera è accaduto. Al TeatroDue di Roma, grazie ad ErmannaMontanari, attrice della storicacompagnia Teatro delle Albe,una delle figure di maggiorspessore del panorama artisticoitaliano. Questa volta, lacompagnia ravennate hamandato avanti un’operacameristica, o anche potremmodire una versione da camera diuna produzionedrammaturgica/performativa cheattraversa decenni di attività, inun montaggio fonetico costruitosu misura per l’attrice, che inquesto caso è anche regista dellacomposizione scenica (in generegli spettacoli sono firmati daMarco Martinelli). Lo spettacolosi intitola, significativamente, Lacamera da ricevere: “La cambrada rizévar” è, lo spiega l’attriceall’inizio del suo monologo cheè insieme espressionista eintimo, la camera in cui siricevevano gli ospiti, nella casadi Campiano, nella campagnaromagnola: una camera che siapriva due volte all’anno peraccogliere i parenti che sitra/vestivano nei modicerimoniosi adatti all’occasione -e che sarebbe diventata anche ilnascondiglio di Ermannabambina, un luogo da cui farsiattraversare, per ”prendere” sudi sé tutte le voci che l’avevanoabitata prefigurando le voci chele sarebbero arrivate in dono,come in una profezia d’amore.Le voci delle tante creature che,negli anni, Ermanna Montanariha interpretato, sotto la spintadella scrittura e spesso anchedella regia del suo compagnod’arte e di vita, MarcoMartinelli. Dalla cassa dirisonanza di una camera in cuisi ricevono le immaginifantasmate di tutti coloro chevengono a visitarci, Montanariva vivere, in una alternanza direcitazione e lettura, le figure diuna partitura ocra che va drittanell’estremo: c’è Fatima, l’asinomagico con le sue orecchie ingrado di captare gli ultrasuonidella vita, c’è la guaritrice Belda,che è capace di fare un maleficioperché l’ha subito a sua volta,c’è la maga Alcina che arretra esi fa male per un vento d’amoredi cui è schiava, c’è Medar Ubu,una madre Ubu polacca edirompente, c’è Daura, la madreprotagonista dei Refrattari (un’operina scritta daMartinelli) che immaginiamolievitare, c’è Rosvita,canonichessa sassone, poetessa edrammaturga (contaminata con iversi di Emily Dickinson eAmelia Rosselli), e c’è, infine, lamadre di Marco Pantani, Toninala grande, che ha visto la veritàprima degli altri. Figure tuttediverse l’una dall’altra ma chevanno a confluire in un’unicapittura su corpo che si spacca esi ricuce continuamente inpreda al furore (incredibile in uncosì sottile corpo) di una voceche pensa non per logiche

Cavvertire il lavoro silenzioso diogni spettatore: assestato nellapropria camera da ricevere,nascondino d’infanzia dentrocui attuare il rito dellametamorfosi. Ad un certo puntosi poteva immaginare diindossare tutti quelle stessamagnifiche, lunari orecchied’asino che indossava l’attrice,per intravedere, così nascosti,eppure così esposti, la scialuminosa di ogni passaggioumano e animale, anche quellopiù apparentementeinsignificante.La camera da ricevere hainaugurato la rassegna “ARoma! A Roma!” curata dallagiornalista e critica Francesca DeSanctis, per il Teatro Due, chediventa polo permanente diformazione promozione eospitalità. L’idea, per quanto semplice, èinnovativa. E soprattutto non èsolo teorica: sta accadendo, anziè già accaduto. Da parecchiotempo alcune compagniestoriche e meno storiche delnord e del sud Italia nonriuscivano ad arrivare a Roma.Le ragioni sono differenti, ma ilrisultato è mortificante, sia pergli artisti che per il pubblico.Roma diventa una meta agognatae difficile. Di qui il titolo dellastagione, che ricalca quell’”AMosca! A Mosca” di cechovianamemoria che scandisce ilperimetro di un desiderioimpossibile. « “A Roma! ARoma!” è come un sasso che staper essere gettato in uno stagno,un tentativo per smuovere leacque, un timido gesto di rotturain una pratica consolidata, ungrido d’allarme lanciato negliultimi anni da sempre piùnumerose compagnieprovenienti da tutta Italia»racconta Francesca De Sanctis.Dopo l’apertura di ErmannaMontanari, il palcoscenico delTeatro Due è ora nelle mani diLaura Curino, che fino al 15febbraio racconterà con Scintille( testo di Laura Sicignano) alpubblico quel tragico pomeriggionewyorchese del 1911, quandoalle 16.40, un quarto d’ora primadella chiusura della fabbricaTriangle Waistshirt Company,che produceva camicette,scoppiò un incendio. Al lavoroc’erano circa 600 donne,immigrate dall’Italia odall’Europa dell’Est. Quellaterribile vicenda diventerà unodei precedenti storici delll’8marzo, festa delle donne.A febbraio, arriveranno anche ladrammaturga Letizia Russo cheera andata via tanti anni fa pertrapiantarsi al nord (il suo testo, Per una donna, è diretto daSandra Zoccolan), MimmoSorrentino con i suoiattori/detenuti/studenti/anziani/casalinghe, e Franco Rossi cheaffida a Massimo Verdastro lamessa in scena dei Funerali diTogliatti. Mentre a marzo iprotagonisti sono: StefanoMassini, Barbara Valmorin, Piadi Bitonto, Massimo Schuster,Fabio Monti, Andrea Camilleri,Giovanni Calcagno e AlessandraPescetta, Anna Dora Dorno eNicola Pianzola, Elena Guerrini,Francesco Niccolini e i registiZanco/Mattiuzzi, Ilaria DalleDonne. Teatro di narrazione, ma anchepupi siciliani, spettacoli che siimbattono nella cronaca e lametamorfizzano. In un percorsoche, indifferente alle mode e aideliri dell’ultima compravenditad’artisti, va avanti nella suainattuale attualità, interessatasolo allo sguardo acceso dellospettatore. Ciascuno pronto ad aaprire la propria camera oscura.Nella Roma che si vuoleproibita.

L’OPERA DELLE ALBE HA INAUGURATO LA RASSEGNA ”A ROMA! A ROMA!”: LECOMPAGNIE DI TUTTA ITALIA ASSENTI DAANNI DALLA CAPITALE AL TEATRO DUE

La stanza magica in cui Ermanna riceve gli ospiti

mercoledì 11 febbraio

2015cultura

“LA CAMBRA DA RIZÉVAR” DI MONTANARI

DALL’ALTO: ERMANNA MONTANARI,BARBARA VALMORIN E LAURA CURINO (IN UNA SCENA DI ”SCINTILLE”:FINO AL 15 FEBBRAIO IN SCENAAL TEATRO DUE DI ROMA)

comuni ma per strappi eluccicanze di vita interiore.Concepito inizialmente per ilprogetto “Dimore delle voci”acura di Valentina Valentini etrasmesso su Radio 3, La camerada ricevere ha trovato nella suamessa in spazio al Teatro Dueuna sua sensibile variazione: unconcerto che ha messo glispettatori in uno stato d’animosingolare, attonito, e festoso.Guardare i volti dei presenti ”inpresenza” di ErmannaMontanari era a sua voltaun’opera dentro l’opera, e nonera difficile, in certi momenti,