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1 Cagliari, 14 Giugno 2013
La Parte Quarta del D.Lgs 152/2006:
la gestione dei rifiuti
Relatore: Ing. Salvatore Pinna
Argomenti trattati
Alcuni richiami sulla normativa di riferimento
Piano Regionale di gestione dei rifiuti urbani approvato con
deliberazione di Giunta regionale n. 73/7 del 20.12.2008
Piano Regionale di gestione dei rifiuti speciali approvato
con deliberazione di Giunta regionale n. 50/17 del 21.12.2012
2
Alcuni richiami
sulla normativa
di riferimento
Decreto legislativo n. 152/2006
3
Definizioni: a) "rifiuto": qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore
si disfi o abbia l'intenzione o abbia l'obbligo di disfarsi;
b) "produttore di rifiuti": il soggetto la cui attività produce
rifiuti (produttore iniziale) o chiunque effettui operazioni di
pretrattamento, di miscelazione o altre operazioni che hanno
modificato la natura o la composizione di detti rifiuti;
c) "gestione": la raccolta, il trasporto, il recupero e lo
smaltimento dei rifiuti, compresi il controllo di tali operazioni
e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento,
nonché le operazioni effettuate in qualità di commerciante o
intermediario;
d) "raccolta": il prelievo dei rifiuti, compresi la cernita
preliminare e il deposito, ivi compresa la gestione dei centri
di raccolta, ai fini del loro trasporto in impianto di trattamento; 4
Definizioni: e) "raccolta differenziata": la raccolta in cui un flusso di
rifiuti è tenuto separato in base al tipo ed alla natura dei rifiuti
al fine di facilitarne il trattamento specifico;
f) "preparazione per il riutilizzo": le operazioni di controllo,
pulizia, smontaggio e riparazione attraverso cui prodotti o
componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo
da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento;
g) "riutilizzo": qualsiasi operazione attraverso la quale
prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati
per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti;
h) "trattamento": operazioni di recupero o smaltimento,
inclusa la preparazione prima del recupero o dello
smaltimento;
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Definizioni: i) "recupero": qualsiasi operazione il cui principale risultato
sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile,
sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti
utilizzati per assolvere una particolare funzione o di
prepararli ad assolvere tale funzione, all'interno dell'impianto
o nell'economia in generale. L'allegato C della Parte IV del
decreto riporta un elenco non esaustivo di operazioni di
recupero;
l) "riciclaggio": qualsiasi operazione di recupero attraverso
cui i rifiuti sono trattati per ottenere prodotti, materiali o
sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per
altri fini. Include il trattamento di materiale organico ma non il
recupero di energia né il ritrattamento per ottenere materiali
da utilizzare quali combustibili o in operazioni di
riempimento; 6
Definizioni: R1 Utilizzazione principalmente come combustibile o come altro mezzo per
produrre energia
R2 Rigenerazione/recupero di solventi
R3 Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi
(comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)
R4 Riciclaggio /recupero dei metalli e dei composti metallici
R5 Riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche
R6 Rigenerazione degli acidi o delle basi
R7 Recupero dei prodotti che servono a ridurre l'inquinamento
R8 Recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori
R9 Rigenerazione o altri reimpieghi degli oli
R10 Trattamento in ambiente terrestre a beneficio dell'agricoltura o dell'ecologia
R11 Utilizzazione di rifiuti ottenuti da una delle operazioni indicate da R1 a R10
R12 Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11
R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti
da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui
sono prodotti)
7
Definizioni: m) "smaltimento": qualsiasi operazione diversa dal
recupero anche quando l'operazione ha come conseguenza
secondaria il recupero di sostanze o di energia. L'allegato B
alla Parte IV del decreto riporta un elenco non esaustivo
delle operazioni di smaltimento;
n) "stoccaggio": le attività di smaltimento consistenti nelle
operazioni di deposito preliminare di rifiuti di cui al punto D15
dell'allegato B alla Parte quarta del decreto, nonché le
attività di recupero consistenti nelle operazioni di messa in
riserva di rifiuti di cui al punto R13 dell'allegato C alla
medesima Parte quarta;
8
Definizioni: D1 Deposito sul o nel suolo (ad esempio discarica).
D2 Trattamento in ambiente terrestre (ad esempio biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi
nei suoli).
D3 Iniezioni in profondità (ad esempio iniezioni dei rifiuti pompabili in pozzi, in cupole saline o
faglie geologiche naturali).
D4 Lagunaggio (ad esempio scarico di rifiuti liquidi o di fanghi in pozzi, stagni o lagune, ecc.).
D5 Messa in discarica specialmente allestita (ad esempio sistematizzazione in alveoli stagni,
separati, ricoperti o isolati gli uni dagli altri e dall'ambiente).
D6 Scarico dei rifiuti solidi nell'ambiente idrico eccetto l'immersione.
D7 Immersione, compreso il seppellimento nel sottosuolo marino.
D8 Trattamento biologico non specificato altrove nel presente allegato, che dia origine a
composti o a miscugli che vengono eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti
da D1 a D12.
D9 Trattamento fisico-chimico non specificato altrove nel presente allegato, che dia origine a
composti o a miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12
(ad esempio evaporazione, essiccazione, calcinazione, ecc.)
D10 Incenerimento a terra.
D11 Incenerimento in mare.
D12 Deposito permanente (ad esempio sistemazione di contenitori in una miniera).
D13 Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D12.
D14 Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D13.
D15 Deposito preliminare prima di uno delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14 (escluso il
deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti). 9
Definizioni: o) "deposito temporaneo": il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima della
raccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti alle seguenti condizioni:
1) i rifiuti contenenti gli inquinanti organici persistenti devono essere depositati
nel rispetto delle norme tecniche che regolano lo stoccaggio e l'imballaggio dei
rifiuti contenenti sostanze pericolose;
2) i rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o di
smaltimento secondo una delle seguenti modalità alternative, a scelta del
produttore dei rifiuti: con cadenza almeno trimestrale, indipendentemente dalle
quantità in deposito; quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga
complessivamente i 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti
pericolosi. In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto
limite all'anno, il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un
anno;
3) il "deposito temporaneo" deve essere effettuato per categorie omogenee di
rifiuti e nel rispetto delle relative norme tecniche, nonché, per i rifiuti pericolosi,
nel rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in
essi contenute;
4) devono essere rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio e
l'etichettatura delle sostanze pericolose;
10
Definizioni: p) "rifiuto biostabilizzato": rifiuto ottenuto dal trattamento
biologico aerobico o anaerobico dei rifiuti indifferenziati;
q) "compost di qualità": prodotto, ottenuto dal
compostaggio di rifiuti organici raccolti separatamente, che
rispetti i requisiti e le caratteristiche stabilite dal Decreto
legislativo 75/2010;
r) "centro di raccolta": area presidiata ed allestita per
l'attività di raccolta mediante raggruppamento differenziato
dei rifiuti urbani per frazioni omogenee conferiti dai detentori
per il trasporto agli impianti di recupero e trattamento;
s) "sottoprodotto": qualsiasi sostanza od oggetto che
soddisfa le condizioni di cui all'articolo 184-bis, comma 1, o
che rispetta i criteri stabiliti in base all'articolo 184-bis,
comma 2. 11
Sottoprodotto: 1. È un sottoprodotto e non un rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto che
soddisfa tutte le seguenti condizioni:
a) è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte
integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza
od oggetto;
b) è certo che sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo
processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di
terzi;
c) può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento
diverso dalla normale pratica industriale;
d) l'ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l'oggetto soddisfa, per
l'utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la
protezione della salute e dell'ambiente e non porterà a impatti
complessivi negativi sull'ambiente o la salute umana.
2. Sulla base delle condizioni previste al comma 1, possono essere
adottate misure per stabilire criteri qualitativi o quantitativi da soddisfare
affinché specifiche tipologie di sostanze o oggetti siano considerati
sottoprodotti e non rifiuti. 12
Esclusioni dall'ambito di applicazione: a) le emissioni costituite da effluenti gassosi emessi
nell'atmosfera e il biossido di carbonio catturato e trasportato
ai fini dello stoccaggio geologico e stoccato in formazioni
geologiche prive di scambio di fluidi con altre formazioni;
b) il terreno (in situ), inclusi il suolo contaminato non scavato
e gli edifici collegati permanentemente al terreno, fermo
restando quanto previsto dagli articoli 239 e seguenti
relativamente alla bonifica di siti contaminati;
c) il suolo non contaminato e altro materiale allo stato
naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia
certo che esso verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato
naturale e nello stesso sito in cui è stato escavato;
d) i rifiuti radioattivi;
e) i materiali esplosivi in disuso; 13
Esclusioni dall'ambito di applicazione: f) le materie fecali, se non SOA, paglia, sfalci e potature, nonché altro
materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in
agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale
biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano
l'ambiente né mettono in pericolo la salute umana
g) le acque di scarico;
h) i sottoprodotti di origine animale, compresi i prodotti trasformati,
contemplati dal regolamento CE 1069/2009, eccetto quelli destinati
all'incenerimento, allo smaltimento in discarica o all'utilizzo in un
impianto di produzione di biogas o di compostaggio;
i) le carcasse di animali morti per cause diverse dalla macellazione,
compresi gli animali abbattuti per eradicare epizoozie, e smaltite in
conformità del regolamento CE 1069/2009;
l) i rifiuti risultanti dalla prospezione, dall'estrazione, dal trattamento,
dall'ammasso di risorse minerali o dallo sfruttamento delle cave, di
cui al D.Lgs. n. 117/2008. 14
Principi della gestione dei rifiuti:
• la gestione dei rifiuti é attività di pubblico interesse.
• principio comunitario “chi inquina paga”.
• gestione integrata dei rifiuti – criteri di priorità (tenendo
conto degli impatti sanitari, sociali ed economici, ivi
compresa la fattibilità tecnica e la praticabilità
economica):
a) prevenzione;
b) preparazione per il riutilizzo;
c) riciclaggio (recupero di materia);
d) recupero di altro tipo (es. il recupero di energia);
e) smaltimento.
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Principi della gestione dei rifiuti:
Per le frazioni di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata
destinati al riciclaggio ed al recupero è sempre ammessa la
libera circolazione sul territorio nazionale
Lo smaltimento dei rifiuti è effettuato in condizioni di
sicurezza e costituisce la fase residuale della gestione dei
rifiuti, previa verifica, da parte della competente autorità,
della impossibilità tecnica ed economica di esperire le
operazioni di recupero.
È vietato smaltire i rifiuti urbani non pericolosi in Regioni
diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, fatti salvi
eventuali accordi regionali o internazionali, qualora gli aspetti
territoriali e l'opportunità tecnico economica di raggiungere
livelli ottimali di utenza servita lo richiedano. 16
Principi della gestione dei rifiuti:
Nel rispetto delle prescrizioni contenute nel decreto
legislativo 11 maggio 2005, n. 133 (incenerimento), la
realizzazione e la gestione di nuovi impianti possono
essere autorizzate solo se il relativo processo di
combustione garantisca un elevato livello di recupero
energetico.
Le attività di smaltimento in discarica dei rifiuti sono
disciplinate secondo le disposizioni del decreto
legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, di attuazione della
direttiva 1999/31/Ce.
17
Principi della gestione dei rifiuti:
Lo smaltimento dei rifiuti ed il recupero dei rifiuti urbani non
differenziati sono attuati con il ricorso ad una rete integrata ed
adeguata di impianti, tenendo conto delle migliori tecniche
disponibili e del rapporto tra i costi e i benefici complessivi, al
fine di:
a) realizzare l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani
non pericolosi e dei rifiuti del loro trattamento in ambiti territoriali
ottimali;
b) permettere lo smaltimento dei rifiuti ed il recupero dei rifiuti
urbani indifferenziati in uno degli impianti idonei più vicini ai
luoghi di produzione o raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei
rifiuti stessi, tenendo conto del contesto geografico o della
necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti.
18
Principi della gestione dei rifiuti:
La raccolta separata dei rifiuti organici deve essere effettuata
con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti
compostabili certificati a norma Uni En 13432-2002.
Ai fini di quanto sopra, le Regioni e le Province autonome, i
Comuni e gli Ato, ciascuno per le proprie competenze, adottano
misure volte a incoraggiare:
a) la raccolta separata dei rifiuti organici;
b) il trattamento dei rifiuti organici in modo da realizzare un livello
elevato di protezione ambientale;
c) l'utilizzo di materiali sicuri per l'ambiente ottenuti dai rifiuti
organici, ciò al fine di proteggere la salute umana e l'ambiente.
CIC
L’Accordo Regionale col CIC per il recupero del compost
(2011)
19
Classificazione:
• secondo l'origine: rifiuti urbani e rifiuti speciali;
• secondo le caratteristiche di pericolosità: rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi.
Sono rifiuti urbani:
a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di
civile abitazione;
b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui
alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'articolo 198,
comma 2, lettera g);
c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;
d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o
sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge
marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua;
e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;
f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da
attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e). 20
Classificazione:
Sono rifiuti speciali:
a) i rifiuti da attività agricole e agro-industriali;
b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano
dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall'articolo 184-bis;
c) i rifiuti da lavorazioni industriali;
d) i rifiuti da lavorazioni artigianali;
e) i rifiuti da attività commerciali;
f) i rifiuti da attività di servizio;
g) i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla
potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue
e da abbattimento di fumi;
h) i rifiuti derivanti da attività sanitarie.
21
Oneri dei produttori e dei detentori 1. Gli oneri relativi alle attività di smaltimento sono a carico del
detentore che consegna i rifiuti ad un raccoglitore autorizzato o
ad un soggetto che effettua le operazioni di smaltimento,
nonché dei precedenti detentori o del produttore dei rifiuti.
2. Il produttore o detentore dei rifiuti speciali assolve i propri
obblighi con le seguenti priorità:
a) autosmaltimento dei rifiuti;
b) conferimento dei rifiuti a terzi autorizzati;
c) conferimento dei rifiuti ai soggetti che gestiscono il servizio
pubblico di raccolta dei rifiuti urbani, con i quali sia stata
stipulata apposita convenzione;
d) utilizzazione del trasporto ferroviario di rifiuti pericolosi per
distanze superiori a trecentocinquanta chilometri e quantità
eccedenti le venticinque tonnellate;
e) esportazione dei rifiuti con le modalità previste dall'articolo
194. 22
Oneri dei produttori e dei detentori 3. La responsabilità del detentore per il corretto recupero o
smaltimento dei rifiuti è esclusa:
a) in caso di conferimento dei rifiuti al servizio pubblico di
raccolta;
b) in caso di conferimento dei rifiuti a soggetti autorizzati alle
attività di recupero o di smaltimento, a condizione che il
detentore abbia ricevuto il formulario di cui all'articolo 193
controfirmato e datato in arrivo dal destinatario entro tre mesi
dalla data di conferimento dei rifiuti al trasportatore, ovvero alla
scadenza del predetto termine abbia provveduto a dare
comunicazione alla Provincia della mancata ricezione del
formulario. Per le spedizioni transfrontaliere di rifiuti tale
termine è elevato a sei mesi e la comunicazione è effettuata
alla Regione.
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Tracciabilità - Catasto rifiuti Oltre i soggetti istituzionali responsabili del servizio di
gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati,
chiunque effettua a titolo professionale attività di
raccolta e trasporto di rifiuti, i commercianti e gli
intermediari di rifiuti senza detenzione, le imprese e gli
enti che effettuano operazioni di recupero e di
smaltimento di rifiuti, i Consorzi istituiti per il recupero
ed il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti, nonché le
imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti pericolosi e
le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti non
pericolosi di cui all'articolo 184, comma 3, lettere c), d)
e g), comunicano annualmente alle camere di
commercio territorialmente competenti, le quantità e le
caratteristiche qualitative dei rifiuti oggetto delle attività. 24
Tracciabilità - Registri carico/scarico
I soggetti di cui all'articolo 189, comma 3 hanno
l'obbligo di tenere un registro di carico e scarico su
cui devono annotare le informazioni sulle
caratteristiche qualitative e quantitative dei rifiuti, da
utilizzare ai fini della comunicazione annuale al
Catasto.
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Tracciabilità - Formulario
Durante il trasporto i rifiuti sono accompagnati da un formulario di
identificazione dal quale devono risultare almeno i seguenti dati:
a) nome ed indirizzo del produttore e del detentore;
b) origine, tipologia e quantità del rifiuto;
c) impianto di destinazione;
d) data e percorso dell'istradamento;
e) nome ed indirizzo del destinatario.
Il formulario di identificazione deve essere redatto in quattro
esemplari, compilato, datato e firmato dal produttore o dal
detentore dei rifiuti e controfirmato dal trasportatore. Una copia
del formulario deve rimanere presso il produttore o il detentore e
le altre tre, controfirmate e datate in arrivo dal destinatario, sono
acquisite una dal destinatario e due dal trasportatore, che
provvede a trasmetterne una al detentore. Le copie del formulario
devono essere conservate per cinque anni. 26
SISTRI (DM 20.3.2013)
• Per i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi
con più di dieci dipendenti e per gli enti e le
imprese che gestiscono rifiuti speciali pericolosi,
individuati all'articolo 3 comma 1, lettere c), d),
e), f) g), h), del decreto del Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare del 18 febbraio 2011, n. 52, e successive
modifiche ed integrazioni, il termine iniziale di
operatività del Sistri è fissato al 1 ottobre 2013.
• Per gli altri enti o imprese obbligati all'iscrizione
al Sistri il termine iniziale di operatività è fissato
al 3 marzo 2014. 27
L.R. 12 giugno 2006 n. 9 (Conferimento di funzioni e compiti agli EE. LL.)
Stabilisce che la Provincia:
• concorra alla predisposizione dei piani regionali di gestione e smaltimento rifiuti;
• predisponga i piani di gestione, qualora gli ATO coincidano con la Provincia;
• approvi i progetti ed autorizzi la realizzazione degli impianti;
• autorizzi l’esercizio delle attività di gestione dei rifiuti;
• autorizzi la costruzione e l’esercizio degli impianti di ricerca e sperimentazione;
• Individui le azioni di promozione e di incentivazione delle attività di riutilizzo e
recupero dei rifiuti, nell’ambito di propria competenza.
Sono, invece, di competenza della Regione:
1. la redazione, sentiti i comuni e le province, dei piani regionali di gestione dei rifiuti;
2. la programmazione della spesa sulla base della pianificazione regionale;
3. la predisposizione di norme regolamentari nell'ambito previsto dalle normative statali;
4. azioni di promozione e di incentivazione delle attività di riutilizzo e recupero dei rifiuti;
5. la definizione annuale dell'entità del tributo per il deposito in discarica (legge 28
dicembre 1995, n. 549) dei rifiuti e la riscossione del relativo tributo;
6. la costituzione del fondo per gli interventi ambientali.
28
Competenze dei Comuni:
I Comuni concorrono, nell'ambito degli ambiti territoriali ottimali e con le
modalità ivi previste, alla gestione dei rifiuti urbani ed assimilati. Sino all'inizio
delle attività del soggetto aggiudicatario della gara ad evidenza pubblica indetta
dall'autorità d'ambito, i Comuni continuano la gestione dei rifiuti urbani e dei
rifiuti assimilati avviati allo smaltimento in regime di privativa.
I Comuni concorrono a disciplinare la gestione dei rifiuti urbani con appositi
regolamenti (DGR 19/44 del 14.5.2013) che in coerenza con i piani d'ambito
stabiliscono in particolare:
a) misure per la tutela igienico-sanitaria nelle fasi della gestione dei rifiuti urbani;
b) modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani;
c) modalità di conferimento, RD e trasporto dei rifiuti urbani ed assimilati per garantire
una distinta gestione delle diverse frazioni e promuovere il recupero;
d) norme atte a garantire una distinta ed adeguata gestione dei rifiuti urbani pericolosi
e dei rifiuti da esumazione ed estumulazione;
e) misure necessarie ad ottimizzare le forme di conferimento, raccolta e trasporto dei
rifiuti primari di imballaggio in sinergia con altre frazioni merceologiche, fissando
standard minimi da rispettare;
f) modalità di esecuzione della pesata dei rifiuti urbani prima di inviarli a trattamento;
g) l'assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti
urbani, secondo i criteri statali.
I Comuni sono tenuti a fornire alla Regione, alla Provincia ed alle autorità d'ambito
tutte le informazioni sulla gestione dei rifiuti urbani da esse richieste. 29
Contenuti del Piano regionale di gestione dei rifiuti L'analisi della gestione dei rifiuti esistente nell'ambito geografico interessato, le misure da
adottare per migliorare l'efficacia ambientale delle diverse operazioni di gestione dei rifiuti, nonché
una valutazione del modo in cui i piani contribuiscono all'attuazione degli obiettivi e delle
disposizioni del decreto.
a) tipo, quantità e fonte dei rifiuti prodotti all'interno del territorio, suddivisi per ambito territoriale
ottimale per quanto riguarda i rifiuti urbani, rifiuti che saranno prevedibilmente spediti da o verso il
territorio nazionale e valutazione dell'evoluzione futura dei flussi di rifiuti, nonché la fissazione degli
obiettivi di raccolta differenziata da raggiungere a livello regionale, fermo restando quanto disposto
dall'articolo 205;
b) i sistemi di raccolta dei rifiuti e impianti di smaltimento e recupero esistenti, inclusi eventuali
sistemi speciali per oli usati, rifiuti pericolosi o flussi di rifiuti disciplinati da una normativa
comunitaria specifica;
c) una valutazione della necessità di nuovi sistemi di raccolta, della chiusura degli impianti esistenti
per i rifiuti, di ulteriori infrastrutture per gli impianti per i rifiuti in conformità del principio di
autosufficienza e prossimità e se necessario degli investimenti correlati;
d) informazioni sui criteri di riferimento per l'individuazione dei siti e la capacità dei futuri impianti di
smaltimento o dei grandi impianti di recupero, se necessario;
e) politiche generali di gestione dei rifiuti, incluse tecnologie e metodi di gestione pianificata dei
rifiuti, o altre politiche per i rifiuti che pongono problemi particolari di gestione;
f) la delimitazione di ogni singolo ambito territoriale ottimale sul territorio regionale, nel rispetto delle
linee guida statali; 30
Contenuti del Piano regionale di gestione dei rifiuti g) il complesso delle attività e dei fabbisogni degli impianti necessari a garantire la gestione dei
rifiuti urbani secondo criteri di trasparenza, efficacia, efficienza, economicità e autosufficienza della
gestione dei rifiuti urbani non pericolosi all'interno di ciascuno degli ambiti territoriali ottimali di cui
all'articolo 200, nonché ad assicurare lo smaltimento e il recupero dei rifiuti speciali in luoghi
prossimi a quelli di produzione al fine di favorire la riduzione della movimentazione di rifiuti;
h) la promozione della gestione dei rifiuti per ambiti territoriali ottimali, attraverso strumenti quali
una adeguata disciplina delle incentivazioni, prevedendo per gli ambiti più meritevoli, tenuto conto
delle risorse disponibili a legislazione vigente, una maggiorazione di contributi; a tal fine le Regioni
possono costituire nei propri bilanci un apposito fondo;
i) la stima dei costi delle operazioni di recupero e di smaltimento dei rifiuti urbani;
l) i criteri per l'individuazione, da Parte delle Province, delle aree non idonee alla localizzazione
degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti nonché per l'individuazione dei luoghi o impianti
adatti allo smaltimento dei rifiuti, nel rispetto dei criteri statali
m) le iniziative volte a favorire, il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero dai rifiuti di materiale ed
energia, ivi incluso il recupero e lo smaltimento dei rifiuti che ne derivino;
n) le misure atte a promuovere la regionalizzazione della raccolta, della cernita e dello smaltimento
dei rifiuti urbani;
o) la determinazione, nel rispetto delle norme tecniche statali, di disposizioni speciali per specifiche
tipologie di rifiuto;
p) le prescrizioni in materia di prevenzione e gestione degli imballaggi e rifiuti di imballaggio; 31
Contenuti del Piano regionale di gestione dei rifiuti q) il programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica di cui all'articolo 5
del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36;
r) un programma di prevenzione della produzione dei rifiuti, elaborato sulla base del programma
nazionale di prevenzione dei rifiuti, che descriva le misure di prevenzione esistenti e fissi ulteriori
misure adeguate. Il programma fissa anche gli obiettivi di prevenzione. Le misure e gli obiettivi
sono finalizzati a dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione
dei rifiuti. Il programma deve contenere specifici parametri qualitativi e quantitativi per le misure di
prevenzione al fine di monitorare e valutare i progressi realizzati, anche mediante la fissazione di
indicatori. (deliberazione di Giunta regionale n. 49/29 del 7.12.2011)
32
Autorizzazioni Articolo 208
Autorizzazione unica per i nuovi impianti di
smaltimento e di recupero dei rifiuti
DGR 14/32 del 4.4.2012
Articolo 216 Operazioni di recupero
DM 5.2.1998 - DM 12.6.2002 n. 161
Articolo 191 Ordinanze contingibili e urgenti e poteri
sostitutivi
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Autorizzazioni
Articolo 212 – (DM 406/1998)
Albo nazionale gestori ambientali: Categoria 1: raccolta e trasporto di rifiuti urbani e assimilati;
Categoria 4: raccolta e trasporto di rifiuti speciali non pericolosi
prodotti da terzi;
Categoria 5: raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi;
Categoria 8: intermediazione e commercio di rifiuti;
Categoria 9: bonifica di siti;
Categoria 10: bonifica di siti e beni contenenti amianto.
I produttori iniziali di rifiuti non pericolosi che effettuano operazioni
di raccolta e trasporto dei propri rifiuti, nonché i produttori iniziali di
rifiuti pericolosi che effettuano operazioni di raccolta e trasporto
dei propri rifiuti pericolosi in quantità non eccedenti trenta
chilogrammi o trenta litri al giorno.
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Autorizzazioni
Articolo 212
L'iscrizione all'Albo è requisito per lo svolgimento
delle attività di raccolta e trasporto di rifiuti, di
bonifica dei siti, di bonifica dei beni contenenti
amianto, di commercio ed intermediazione dei
rifiuti senza detenzione dei rifiuti stessi.
L'iscrizione deve essere rinnovata ogni cinque
anni e costituisce titolo per l'esercizio delle attività
di raccolta, di trasporto, di commercio e di
intermediazione dei rifiuti; per le altre attività
l'iscrizione abilita allo svolgimento delle attività
medesime.
35
Misure per incrementare la raccolta
differenziata:
In ogni ATO deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani
pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti:
a) almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006;
b) almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008;
c) almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012.
La frazione organica umida separata fisicamente dopo la raccolta e finalizzata
al recupero complessivo tra materia ed energia, non contribuisce.
Nel caso in cui a livello di ambito territoriale ottimale non siano conseguiti gli
obiettivi minimi previsti è applicata un'addizionale del 20% al tributo di
conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell'autorità d'ambito, che ne
ripartisce l'onere tra quei Comuni del proprio territorio che non abbiano
raggiunto le percentuali previste.
La legge finanziaria 2007 – legge 27.12.2006, n. 296
a) almeno il 40% entro il 31 dicembre 2007;
b) almeno il 50% entro il 31 dicembre 2009;
c) almeno il 60% entro il 31 dicembre 2011. 36
Metodo di calcolo della raccolta differenziata: Non essendo stato stabilito dalla normativa statale un metodo ufficiale, utile
riferimento è la procedura adottata dall’ISPRA nei Rapporti annuali per
omogeneizzare i dati provenienti dalle regioni.
L’ISPRA ha adottato un metodo che ricomprende i rifiuti pericolosi di origine
domestica (pile, batterie, farmaci, beni durevoli, vernici,….) che, destinati al
trattamento ai fini del corretto smaltimento finale, vengono raccolti in via
differenziata per la diminuzione della pericolosità dei rifiuti urbani e una corretta
gestione del rifiuto residuale.
Il nuovo Piano individua le seguenti modalità di calcolo:
la percentuale di R.D. va riferita alle quantità originate dai sistemi di
raccolta selettiva di frazioni merceologiche che possono essere finalizzate
al recupero e riciclaggio e che necessitano solo di operazioni di
trattamento semplificato per acquisire valore aggiunto sul mercato;
pertanto non devono essere computati, in detrazione, eventuali scarti degli
impianti di selezione e purificazione;
non vanno considerati i materiali di costruzione e demolizione, anche
provenienti da piccole ristrutturazioni domestiche, in quanto catalogati
rifiuti speciali all’origine;
non vanno considerati i rifiuti dalla pulizia dei litorali e da spazzamento; 37
Metodo di calcolo della raccolta differenziata: Il nuovo Piano individua le seguenti modalità di calcolo:
non vanno considerati i rifiuti ingombranti destinati allo smaltimento finale
in discarica, mentre rientrano i rifiuti ingombranti destinati a recupero di
materia e alla valorizzazione energetica;
vanno considerati i rifiuti pericolosi di origine domestica avviati al
trattamento;
non fanno parte della RD i rifiuti speciali non assimilati e non assimilabili
agli urbani e le frazioni merceologiche omogenee la cui raccolta non viene
effettuata direttamente dal gestore dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani;
non fanno parte i quantitativi derivanti dalla pratica del compostaggio
domestico, che si configura come attività di riduzione alla fonte dei rifiuti.
La Formula di calcolo pertanto diventa la seguente
% RD =
Dove:
= somma del peso di tutte le frazioni oggetto di raccolta differenziata;
RU = rifiuti indifferenziati (CER 200301) + rifiuti ingombranti non avviati a
recupero (CER 200307) + rifiuti dalla pulizia delle strade (CER 200303).
100)(
RURD
RD
RD
38
Metodo di calcolo della raccolta differenziata: Concorrono al calcolo, in via non esaustiva, le seguenti frazioni merceologiche:
Sostanza Organica / CER 200108-200302-200201 (rifiuti di cucina, rifiuti di mercati,
rifiuti di giardini)
Vetro ed imballaggi in vetro / CER 150107-200102
Carta/Cartone ed imballaggi in carta-cartone / CER 150101- 200101
Plastiche ed imballaggi in plastica / CER 150102-200139
Ingombranti al recupero o al trattamento / CER 200307
Frigoriferi / CER 200123
Altre Apparecchiature Fuori Uso / CER 200135-200136 (Lavatrici-Computer,..)
Imballaggi in metallo (latte/barattoli) / CER 150104
Altri metalli / CER 200140
Tessili - abbigliamento e imballaggi in materiale tessile / CER 200110-200111
Legno e Imballaggi in legno / CER 150103-200137-200138
Imballaggi misti / CER 150106
Pile e Batterie / CER 200133-200134
Farmaci CER / 200131-200132
Contenitori T/F / CER 150110-150111
Oli e grassi / CER 200125-200126
Altri purché provenienti da attività domestiche ed avviati a recupero o trattamento
39
Riciclaggio e recupero dei rifiuti
Al fine di promuovere il riciclaggio di alta qualità e di soddisfare i necessari
criteri qualitativi per i diversi settori del riciclaggio, sulla base delle indicazioni
fornite dal Ministero dell'ambiente, le Regioni stabiliscono i criteri con i quali i
Comuni provvedono a realizzare la raccolta differenziata in conformità a quanto
previsto dall'articolo 205.
Le autorità competenti realizzano, altresì, entro il 2015 la raccolta differenziata
almeno per la carta, metalli, plastica e vetro, e ove possibile, per il legno,
nonché adottano le misure necessarie per conseguire i seguenti obiettivi:
a) entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali,
come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici, e
possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a
quelli domestici, sarà aumentata complessivamente almeno al 50% in termini di
peso;
b) entro il 2020 la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di
recupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti
in sostituzione di altri materiali, di rifiuti da costruzione e demolizione non
pericolosi, escluso il materiale allo stato naturale definito alla voce 17 05 04
dell'elenco dei rifiuti, sarà aumentata almeno al 70 per cento in termini di peso. 40
Altre norme di settore
• Decreto Presidente Repubblica 13.3.2013 n. 59 (AUA)
• Decreto Ministero Ambiente 10.8.2012 n. 161 (TRS)
• Decreto Ministero Ambiente 11.4.2011 n. 82 (PFU)
• Decreto Ministero Ambiente 8.4.2008 (Ecocentri) – Circolare 27.7.2009
• Decreto Legislativo 20.11.2008 n. 188 (Pile)
• Decreto Legislativo 25.7.2005 n. 151 (RAEE) • Decreto Presidente Repubblica 15.7.2003 n. 254
(sanitari) • Decreto Legislativo 24.6.2003 n. 209 (VFU) • Decreto Legislativo 24.7.2003 n. 182 (Porti) • Decreto Legislativo 27.2.1992 n. 99 (Fanghi) – DGR
32/71 del 15.9.2010 41
Consorzi:
COREVE (vetro)
COREPLA (plastica)
COMIECO (carta e cartone)
CIAL (alluminio)
CNA (acciaio)
RILEGNO (legno)
L’Accordo Regionale col CONAI per la gestione dei
rifiuti di imballaggio (2003)
42
Piano Regionale
di gestione
dei rifiuti urbani
43
Piano regionale di gestione dei rifiuti – Sezione rifiuti urbani
Approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 57/2 del 17.12.1998
Piano Regionale di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio approvato
con deliberazione della Giunta Regionale n. 29/13 del 29.8.2002;
Programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica
approvato con deliberazione di Giunta Regionale n. 22/50 del 13.5.2004.
Aggiornamento approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 73/7 del
20.12.2008
Gestione integrata dei rifiuti: Si articola in 4 fasi; nell’ordine di priorità:
1) interventi per ridurre produzione e pericolosità dei rifiuti (principio di prevenzione);
2) recupero di materiali da rifiuti o allontanamento di frazioni pericolose, da trattare in
modo separato, tramite prioritaria separazione alla fonte da parte di produttori di rifiuti;
3) trattamento di rifiuto residuale, prioritariamente per i recuperi di materiali e poi
energia;
4) smaltimento, a valle di trattamenti e come ultima opzione, mediante stoccaggio
definitivo in discarica di frazioni non più recuperabili o valorizzabili energeticamente e
solo di frazioni selezionate o pretrattate in una forma considerata “inerte”.
La piena attuazione dei primi due anelli della “gerarchia della gestione integrata”,
permette di minimizzare la quantità e migliorare la qualità dei rifiuti da destinare agli
impianti di trattamento/smaltimento a valle. 44
Gestione integrata dei rifiuti:
La prevenzione della produzione dei rifiuti coinvolge aspetti di più vasto respiro
rispetto all’ottica regionale (ampliamento vita dei prodotti o realizzazione di beni
che producano minori quantità di rifiuti a fine vita), ma anche aspetti in cui
un’azione indiretta regionale può essere incisiva (orientamento scelte dei
consumatori verso prodotti e servizi che generano meno rifiuti, che li
responsabilizzino nel gestire in prima persona i rifiuti; verso il riutilizzo di
imballaggi usati, verso l’uso di materiali da imballaggi riciclati e recuperati).
Nell’ambito dell’attività di recupero, sono prioritari i principi comunitari della
separazione alla fonte e del trattamento biologico di rifiuti biodegradabili, in
particolare quelli a maggiore grado di putrescibilità, con un recupero che
rappresenti una risorsa per l’agricoltura (per lo specifico della Sardegna,
l’apporto di sostanza organica contribuisce alla lotta alla desertificazione ed a
migliorare la qualità dei suoli col mantenimento o il ripristino delle proprietà
chimiche, fisiche e biologiche che determinano la fertilità).
Anche in presenza di un comparto industriale regionale del recupero del
materiale di imballaggio poco sviluppato, l’implementazione della separazione
alla fonte di queste frazioni va favorita, con l’ausilio CONAI, come base per
l’auspicato sviluppo nel tempo del settore del recupero degli imballaggi anche
sul territorio regionale. 45
Gestione integrata dei rifiuti: L’opzione della valorizzazione energetica del “non riciclabile” va razionalizzata, mediante
impianti dedicati o nei settori industriali esistenti di produzione energetica a maggior
richiesta di frazioni combustibili, in accordo con le normative comunitarie che vietano nel
tempo lo smaltimento in discarica di frazioni di rifiuto ad elevato PCI e di frazioni
biodegradabili ”secche” (cellulosici), ed in coerenza con il PEAR.
La razionalizzazione del recupero di materia va perseguita anche nell’ambito del
trattamento del “non riciclabile”, favorendo la collocazione, nell’ambito industriale o dei
recuperi ambientali, dei prodotti di scarto (scorie, biostabilizzato).
La riduzione del flusso di rifiuto indifferenziato da collocare in discarica va
accompagnato con lo smaltimento di rifiuti che, a seguito di adeguato pre-trattamento,
comportano la produzione di emissioni nell'aria, nell'acqua e nel terreno, di minor livello
e durata rispetto a quelle delle discariche tradizionali per tal quali: dovranno essere
realizzate solo discariche per rifiuti trattati, secondo i dettati comunitari, caratterizzate da
un minore grado di pericolosità per l’ambiente.
Nelle azioni di orientamento della gestione integrata, va infine inclusa quella di
minimizzazione della presenza sul territorio regionale di impianti di termovalorizzazione
(taglia superiore a 30 MWt e rendimento superiore al 20%) e di stoccaggio finale in
discarica del rifiuto residuale proveniente dalle attività di R.D. (scarti di processo,
spazzamento stradale) alle discariche di servizio. 46
Il ruolo delle raccolte differenziate: La raccolta è il cardine della pianificazione regionale per programmare le operazioni di
recupero, trattamento e smaltimento. La raccolta da utenze domestiche e specifiche va
adeguatamente progettata, studiando le caratteristiche e le fonti produttive comunali.
La domanda delle popolazioni e le norme comunitarie per superare lo smaltimento di tal
quali e per lo sviluppo del recupero, impongono di privilegiare sistemi di raccolta che
responsabilizzino i cittadini e li rendano partecipi di una gestione dei rifiuti
ambientalmente corretta, superando la passività del “cassonetto” stradale non presidiato
e il concetto di raccolta indifferenziata (che ha avuto meriti anni fa nell’affrontare risvolti
igienico-sanitari), conseguendo una raccolta differenziata che permetta di: rispettare i
requisiti di qualità di materiali suscettibili di recupero di materia o energia, ottenere
frazioni “residuali” inerti, minimizzare i materiali da smaltire, orientare le scelte del
consumatore verso beni a minor produzione di rifiuti, e minimizzare conferimenti
impropri nel circuito degli urbani di rifiuti di altra natura, in particolare pericolosa.
Ciò non si traduce in sistemi di raccolta identici nel territorio regionale, ma va perseguita
l’attivazione di sistemi di “raccolta differenziata integrale”, costituiti da circuiti dedicati,
prioritariamente di tipo domiciliare, per le varie frazioni di rifiuto sia a matrice secca che
umida, da tarare in funzione dell’assetto territoriale del comprensorio, gli unici
intrinsecamente in grado di indurre comportamenti virtuosi.
Al fine di garantire un completo coinvolgimento delle popolazioni in fase di progettazione
e attivazione delle RD va privilegiata l’adozione dei processi di Agenda 21 e in
generale di governance territoriale. 47
Principi e obiettivi generali di Piano
La gestione integrata dei rifiuti urbani
Rispetto degli obiettivi del Protocollo di Kyoto
L’organizzazione per Ambiti Territoriali Ottimali
Responsabilizzazione degli attori di sistema
Prevenzione
Raccolta differenziata
Recupero
Trattamento
Smaltimento del residuale
Cittadini
Comuni →Enti Locali Consortili
Province
Regione →Autorità d’Ambito
48
Vincoli normativi di riferimento
Raccolta differenziata al 65% entro il 2012 in ciascun
Ambito Territoriale Ottimale (D. Lgs. n. 152/2006)
Gestione per Ambiti Territoriali Ottimali (D. Lgs. n.
152/2006)
Divieto di conferimento in discarica di rifiuti tal quali
(D. Lgs. n. 36/2003)
Divieto di conferimento in discarica di rifiuti ad alto
potere calorifico, > 13.000 kJ/kg (D. Lgs. n. 36/2003) 49
Produzione dei rifiuti urbani - 2011
420.451 ton indifferenziato
52,9 %
374.484 ton differenziato
47,1%
794.935,45 ton.
37.712 ton produzione fluttuanti
475 kg/ab/anno
(totali)
429 kg/ab/anno
(residenti)
Produzione pro-capite annua
50
Produzione rifiuti urbani per Province
51
Produzione rifiuti urbani – Dati storici (ton/a)
52
Destinazione rifiuti urbani
53
Destinazione rifiuti urbani
54
Andamento delle destinazioni (%)
55
Raccolta differenziata per Province
56
Raccolta differenziata per Comuni
57
58
Pro-capite materiali raccolta differenziata
Frazio
ne
organi
ca
Vetro Carta Plasti
ca Metall
o Legno RAEE
Proca
pite
RD
Totale
RAS 2011 118,3 33,8 43,5 14,3 4,0 (1) 1,6 5,9 223,6
nord Italia
2010 98,1 41,8 65,3 15,7 7,6 18,3 5,4 261,9
centro Italia
2010 53,4 20,2 58,7 8,05 4,7 10,1 4,2 166,3
sud Italia
2010 39,4 18,0 26,2 5,3 2,4 3,1 2,5 105,0
Totale Italia
2010 69,1 29,3 50,5 10,7 5,2 11,4 4,2 188,9
Migliore
perfomanc
e
regionale
2010
127,9
(Venet
o)
48,0
(Venet
o)
83,3
(Emilia
Roma
gna)
23,0
(Emilia
Roma
gna)
17.2
(Valle
d’Aost
a)
28,2
(Emilia
Roma
gna)
7,6
(Friuli
V.
Giulia)
322,6
(Emilia
Roma
gna) 59
Pro-capite materiali raccolta differenziata
Frazion
e
organic
a
Vetro Carta/
Cartone Plastich
e Legno
Procapi
te RD
Obbiettivi del piano
regionale sui rifiuti
per l'anno 2012 130 36 70 35 15 321
Totale Sardegna 2011 118 33,8 43,5 14,3 1,6 223,6
60
Ripartizione materiali raccolta differenziata
Totale regionale 374.484 ton – 47.1%
61
Ripartizione materiali raccolta differenziata
Totale regionale 374.484 ton – 47.1%
62
Destinazioni organico
63
Destinazioni vetro
64
Destinazioni carta
65
Destinazioni plastica
66
Migliori risultati della raccolta differenziata
Fascia Demografica
0-2000 abitanti Fascia Demografica
2000-5000 abitanti
Comune Prov. % RD Gettit
o Comune Prov. % RD
Gettit
o
Ussassai OG 76,79 342,19 Pabillonis VS 71,18 248,15
Goni CA 74,65 168,86 Bolotana NU 70,80 145,06
Bessude SS 74,00 174,43 Nuraminis CA 69,66 287,61
Villanova Truschedu OR 73,61 260,19 Valledoria SS 68,79 390,17
Siapiccia OR 73,45 267,05 Siurgus Donigala CA 68,15 164,12
Putifigari SS 73,24 254,68 Villa San Pietro CA 68,03 228,12
Lei NU 72,90 203,48 San Nicolò
d'Arcidano OR 67,15 240,18
Allai OR 72,26 244,29 Perdasdefogu OG 67,08 153,33
Zerfaliu OR 70,83 197,66 Bono SS 66,78 142,24
Pimentel CA 69,31 236,56 Uras OR 66,71 236,52
67
Migliori risultati della raccolta differenziata
Fascia Demografica
5000-10000 abitanti Fascia Demografica
> 10000 abitanti
Comune Prov. % RD Gettito Comune Prov. % RD Gettito
Arbus VS 66,03 286,43 Capoterra CA 69,82 279,06
Domusnovas CI 65,01 263,74 Sant'Antioco CI 67,16 311,20
Serrenti VS 64,45 278,40 Oristano OR 65,69 305,63
Orosei NU 64,39 360,68 Terralba OR 65,03 302,33
Ittiri SS 63,68 239,17 Assemini CA 61,52 223,46
Samassi VS 63,33 261,89 Monserrato CA 61,13 254,67
San Sperate CA 63,28 232,28 Carbonia CI 61,06 273,10
Pula CA 63,12 525,70 Sinnai CA 60,43 239,80
Cabras OR 63,07 301,65 Selargius CA 60,03 238,23
Sennori SS 62,65 198,88 Nuoro NU 59,92 238,72
68
La raccolta differenziata sopra 30.000 ab
Comune Provincia Popolazione al
31/12/2011 RD
% Gettito RD
kg/ab/anno
Gettito
RU_totali
kg/ab/anno
Oristano OR 31830 65,69 305,63 465,24
Nuoro NU 36158 59,92 238,72 398,37
Quartu
Sant'Elena CA 71890 53,28 227,95 427,87
Alghero SS 40955 36,94 217,84 589,69
Sassari SS 130616 35,16 174,41 496,04
Cagliari CA 155887 34,15 203,35 595,55
Olbia OT 57121 31,59 319,51 1011,42
69
Smaltimento dei rifiuti indifferenziati
Impianto
Rifiuti in ingresso Ripartiz
ione
per
Impiant
o
%
Destinazione Dettaglio Impianto di
selezione
RU
Indiffer
enziati
misti
Ingom
branti
a
smalti
mento
Residui
spazzam
ento
stradale
RU non
riciclabil
i a
smaltim
ento
Discari
ca
control
lata
Impiant
o di
selezio
ne
Selezio
nato
Inceneri
mento
Selezio
nato in
discari
ca
Selezion
ato a
Stabilizz
azione
Piattaforma –
Carbonia (1) 28.724.740 225.010 1.202.970 30.152.720 7,17 1.427.980 28.724.740 4.208.714,37 12.864.342 11.650.755
Discarica- Scala
Erre-SS 65.736.350 1.668.480 1.883.270 69.288.100 16,48 66.184.790 3.103.310 - 3.103.310 -
Impianto-
Oristano (3) 109.280 0 0 109.280 0,03 - 109.280 - 54.640 54.640
Piattaforma -
Ozieri (1) 10.807.080 896.900 272.420 11.976.400 2,85 4.641.880 7.334.520 - 4.042.960 3.291.560
Piattaforma-
Villacidro (1) 36.062.889 2.252.823 1.965.383 40.281.095 9,58 40.281.095 0 - - -
Piattaforma -
Olbia (1) 68.069.790 6.423.400 69.480 74.562.670 17,73 6.492.880 68.069.790 - 39.154.937 28.914.853
Impianto-Cagliari 107.900.580 0 4.821.470 112.722.050 26,81 4.821.470 107.900.580 107.579.702 - -
Piattaforma -
Macomer (1) 58.073.490 1.592.600 2.406.780 62.072.870 14,76 3.999.380 58.073.490 16.745.690 28.404.684 12.923.116
Impianto-Tempio 18.781.520 0 504.020 19.285.540 4,59 - 19.285.540 - 17.742.697 1.542.843
Totale
complessivo 394.265.719 13.059.213 13.125.793 420.450.725 100,00 127.849.47 292.601.250 128.534.106 105.367.57 58.377.767
70
A Rifiuti Urbani misti indifferenziati da raccolta
comunaleCER 200301 394.265,72
B Ingombranti a smaltimento e residui da spazzamento
stradale da raccolta comunale
CER 200307+ CER 200303 26.185,01
C Rifiuti urbani da raccolta comunale (scarto umido + scarto
verde, legno, pneumatici , tessili, ecc) inviati a
smaltimento 34.123,51
D Totale a smaltimento (A+B+C) 454.574,24
E Totali materiali da rd inviati a recupero (Vetro,
Carta/Cartone, Plastiche, Imballaggi metallo, legno,
RAEE,Pericolosi, Altri materiali al recupero) 176.422,29
F Totali materiali valorizzabili RD inviata a smaltimento 3.615,11
G TOTALE a recupero E-F 172.807,18
H Scarti piattaforme (10% di G) 17.280,72
I Scarti compostaggio di qualità e digestione
anaerobica 55.983,05
L Totale inviato a smaltimento (D+H+I) 527.838,01
M Totale rifiuti prodotti 794.935,43
Percentuale smaltimento (L/M) 66%
Incidenza smaltimenti
71
Volumetrie residue discariche al 31.12.2011
Discarica Volumetria
residua al
31.12.2007
Volumetria
residua al
31.12.2008
Volumetria
residua al
31.12.2009
Volumetria
residua al
31.12.2010
Volumetria
residua al
31.12.2011
Scala Erre - Sassari 784.300 700.000 622.562 550.578 489.793,360
Ozieri 289.500 239.500 208.354 131.335 55.584,00
Macomer 53.350 18.750 4.350 28.350 9.750,000
Olbia 300.250 220.500 0 0 129.319,440
Carbonia 75.500 1.500 40.000 46.212 0
Villacidro 491.600 393.400 316.711 220.573 152.692,000
Totali 2.013.800 1.587.950 1.200.991 980.062 837.138,800
72
Composizione merceologica media RU
73
Composizione merceologica media RUind
74
Potere calorifico medio rifiuti urbani in Sardegna
75
RUB a discarica (carta-cartone-tessili-legno-umido-verde)
le prescrizioni del D. Lgs. n. 36/2003 alle varie scadenze temporali:
limite massimo di 173 kg/ab/anno (Marzo 2008)
limite massimo di 115 kg/ab/anno (Marzo 2011)
limite massimo di 81 kg/ab/anno (Marzo 2018)
N.
Indice
Previsioni del
programma
per il 2011
Riscontro
effettivo del
2011
1 Produzione Rifiuto Urbano 454 437
2 RUB presente nel rifiuto urbano 291 278
3 Organico ad impianto di compostaggio e/o
biostabilizzazione 108 109
4 Cellulosico da R.D. a recupero 70 42
5 Scarto organico da imp. Compostaggioa discarica 16 24
6 Scarto cellulosico da R.D. a discarica 7 4
7 RUB nel sovvallo alla termovalorizzazione 47 41
8 RUB nel sottovaglio alla biostabilizzazione 44 19
9 Totale RUB collocato a discarica (2-3-4+5+6-7-8) 46 95
76
RUB a discarica (carta-cartone-tessili-legno-umido-verde)
N.
Indi
ce CA CI NU OG OR OT SS VS
1 Produzione Rifiuto Urbano 451 432 331 298 371 632 421 400
2 RUB presente nel rifiuto urbano 286 275 210 189 236 401 267 254
3 Organico ad impianto di compostaggio
e/o biostabilizzazione 121 107 74 72 122 136 81 148
4 Cellulosicoda R.D. a recupero 46 35 38 38 42 38 44 36
5 Scarto organico da imp. Compostaggioa
discarica 22 18 14 3 28 24 34 30
6 Scarto cellulosico da R.D. a discarica 5 3 4 4 4 4 4 4
7 RUB nel sovvallo alla
termovalorizzazione 105 18 26 21 23 0 0 12
8 RUB nel sottovaglio alla
biostabilizzazione 0 50 20 16 17 82 6 0
9 Totale RUB collocato a discarica (2-3-
4+5+6-7-8) 42 86 70 48 63 172 175 92
77
Evoluzione dei costi dei servizi di igiene urbana
78
Evoluzione delle tariffe impiantistiche
IMPIANTO 2003 2004 2005 2009 2010 2011 Var, %
2003-
2011
Var, %
2010-
2011
Discarica Sassari 31,88 37,62 76,34 87,67 109,33 80,32 151,95 -26,53
Impianto Carbonia 49,35 67,69 70,52 90,60 120,10 122,40 148,02 1,91
Impianto Ozieri 48,55 54,23 79,52 75,10 104,40 106,49 119,34 2,00
Impianto
Capoterra 86,97 94,23 116,81 133,72 152,88 168,22 93,43 10,04
Impianto Macomer 102,49 116,05 124,28 136,22 174,86 174,86 70,61 0,00
Impianto Olbia 73,26 74,82 81,05 100,77 100,77 102,39 39,76 1,61
Impianto Tempio 58,80 71,45 71,45 114,99 132,18 148,68 152,85 12,48
Impianto Villacidro 55,05 75,22 75,22 89,24 134,02 134,02 143,46 0,00
Media regionale 62,08 73,81 90,46 105,12 128,57 129,67 108,88 0,86
79
80
81
Gli interventi per la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti:
• La Regione non può introdurre obblighi o divieti che possono causare turbative e
distorsioni del mercato sul territorio regionale rispetto a quello nazionale ed europeo.
• Promuovere la stipula di accordi e contratti di programma, condizioni di appalto che
valorizzino competenze e capacità nella prevenzione della produzione, incentivare gli
appalti pubblici verdi, le analisi del ciclo di vita dei prodotti, lo sviluppo di un marchio
ecologico oltre alle azioni di informazione e sensibilizzazione dei consumatori,
orientare le scelte dei consumatori verso beni a minor produzione di rifiuti,
promuovendo l’adozione delle modalità di esecuzione del servizio di igiene urbana
che responsabilizzino gli utenti in merito alla gestione del rifiuto.
Interventi per la riduzione dei conferimenti di rifiuti impropri nel circuito degli urbani
• Contenitori stradali non presidiati comportano la presenza rifiuti speciali misti a quelli
urbani, modificando le caratteristiche quali-qualitative dei rifiuti urbani, aumentando
la loro pericolosità e, artificiosamente, le quantità da gestire a carico della P.A..
• Negli anni ’70-’80, in presenza di smaltimento incontrollato e di punti abusivi di
scarico, lo sforzo si è incentrato su sistemi di raccolta in grado di ridurre lo
smaltimento abusivo: la presenza di contenitori di raccolta stradali non presidiati,
rappresentava un passo avanti. Negli ultimi decenni, con l’aumento consistente della
quantità di rifiuti e la diversificazione della tipologia, si è sviluppata una maggiore
sensibilità riguardo ai rischi ambientali legati ad una non corretta gestione. 82
Gli interventi per la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti:
• La gestione integrata dei rifiuti mal si concilia con la presenza dei contenitori stradali
non presidiati, in quanto si basa esclusivamente sulla sensibilità dei cittadini-utenti
del servizio. Lo sviluppo di tecniche di raccolta domiciliari appare invece essere
intrinsecamente uno strumento efficace per garantire nel breve periodo la riduzione,
fino alla progressiva eliminazione, del conferimento di tipologie di rifiuti non urbani.
• Sia associato un programma di sensibilizzazione, monitoraggio e controllo a livello di
singolo comune, per evitare lo smaltimento incontrollato di rifiuti nel territorio,
assicurando l’attivazione di circuiti di raccolta per quelle tipologie di rifiuti speciali
originati da attività produttive o di servizio che insistono in ambito urbano, al solo fine
di fornire dei “servizi aggiuntivi”con oneri a carico dei produttori di tali rifiuti.
• Al fine di sollecitare l’impegno dell’Ente Locale nel controllo sulla produzione di rifiuti,
vengono stabiliti “target” di produzione a livello di comprensorio e di singolo Comune,
in funzione delle caratteristiche dello stesso (vocazione turistica, consistenza
demografica, polo di attrazione di attività per le aree vaste,…): passaggio alla tariffa.
Interventi di promozione dell’uso di beni a maggior vita utile e minore produzione di rifiuti
• Attraverso azioni di informazione Regione e Province sensibilizzano i consumatori
alla riduzione del consumo di beni a perdere a vantaggio di quelli che, a parità di
prestazioni, consentono un riutilizzo.
• L’adozione di sistemi di raccolta domiciliari, che prevedendo la gestione dei rifiuti nel
proprio ambito produttivo responsabilizza l’utente nella scelta iniziale. 83
Gli interventi per la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti:
• La Regione fornirà adeguato sostegno alle attività produttrici di beni e di
componentistica a maggiore vita utile, facilmente riparabili, a minore pericolosità e
che permettano lo sviluppo di attività legate all’assistenza tecnica, alla manutenzione
e alla produzione di servizi che minimizzino la tendenza alla sostituzione precoce.
• Dovranno essere previsti dagli Enti Pubblici nei capitolati d’appalto per forniture,
incentivi per adottare beni e materiali di elevata durata e disincentivi all’usa e getta.
• La Regione promuoverà specifici accordi con produttori ed importatori di AEE per
attivare la consegna al rivenditore contestualmente all’acquisto di beni equivalenti.
• Saranno inoltre promossi accordi di programma che favoriscano il recupero ed il
riciclo, attraverso appositi contratti di assistenza, di taluni componenti, quali toner
esausto, e di AEE quali computer, stampanti, fotocopiatrici.
Interventi di riduzione, recupero imballaggi e promozione di manufatti ottenuti con
materiale riciclato nel quadro nazionale delle azioni di pertinenza del CONAI
• Riduzione dell’impatto dell’imballaggio attraverso riduzione o eliminazione di metalli
pesanti e sostanze tossiche, facilitazione dell’attività di riciclo (ad es. adozione di un
componente unico nell’imballo), risparmio di materia e/o energia nel ciclo produttivo
conseguente ad azione di prevenzione su una o più componenti dell’imballo.
• La minimizzazione delle quantità di imballaggi a parità di performance può essere
ottenuta attraverso l’alleggerimento dell’imballaggio, l’utilizzo di materiale riciclato, il
riutilizzo di uno o più componenti del sistema imballo. 84
Gli interventi per la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti:
• La Regione incentiverà, col CONAI, lo sviluppo di un marchio di identificazione di
prodotti con imballaggio ridotto, attraverso campagne di informazione congiunte,
coinvolgendo in particolare centri di media e grande distribuzione.
• Regione e Province stipulano convenzioni con operatori singoli/associati della
grande distribuzione per incentivare la progettazione di beni e prodotti ecosostenibili.
• Il “Contributo Ambientale”, che viene applicato all’atto della cessione dall’ultimo
produttore al primo utilizzatore dovrebbe avere maggiore visibilità presso i
consumatori dei prodotti con ridotto imballaggio: essendo questi l’ultimo anello della
catena di vendita, col loro comportamento possono influenzare il circuito a monte.
• Il CONAI inoltre agisce sui “circuiti cauzionati a rendere” messi in atto dagli
utilizzatori industriali, esentando dal Contributo Ambientale anche la prima cessione
degli imballaggi cauzionati a rendere. La Regione pubblicizzerà i circuiti cauzionati
attivati in Sardegna al fine di incentivarne lo sviluppo. D’intesa col settore della
grande distribuzione, promuoverà l’attività di standardizzazione in pochi formati degli
imballaggi, anch’essa importante per lo sviluppo dei sistemi di cauzionamento.
• Specifico accordo di programma verrà stipulato per favorire nella ristorazione
collettiva la sostituzione di contenitori a perdere per bevande.
• La Regione emanerà norme, secondo il D.M. 8.5.2003 n. 203, che ha introdotto il
GPP (Green Public Agreement – acquisti verdi per le P.A.), per la copertura da parte
di Enti Pubblici e società a prevalente capitale pubblico, almeno del 30% del
fabbisogno annuale di manufatti e beni attraverso prodotti rientranti nel repertorio del
riciclaggio (carta/cartone, legno e arredo, articoli in gomma, ammendanti,…). 85
Gli interventi per la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti:
Interventi diretti di informazione e responsabilizzazione
• Una corretta informazione dei consumatori, coordinata a livello regionale e
provinciale, sull’acquisto di beni a minore impatto ambientale, e in particolare sugli
strumenti comunitari costituiti dall’Ecolabel e dall’Ecoaudit. Le azioni di informazione
e responsabilizzazione coinvolgano le scuole con interventi non sporadici e saltuari.
• Azioni che consentano di misurare in modo sempre più preciso le quantità
effettivamente conferite dagli utenti al servizio pubblico di raccolta.
• Gli interventi di responsabilizzazione devono coinvolgere tutta la P.A., al fine di
esercitare un controllo anche sulla produzione di rifiuti presso i pubblici uffici.
Promozione delle iniziative di auto-recupero: compostaggio domestico
• trasformazione di scarti organici (sfalci e potature, scarti a bassa putrescibilità)
prodotti dagli utenti in un ammendante da loro riutilizzabile nel giardinaggio. Per lo
più in comparti rurali, supportate da assistenza tecnica e da riduzione tariffaria.
Procedura di calcolo degli obiettivi misurabili di contenimento della produzione di rifiuti
• E’ precisato il metodo di calcolo della produzione di R.U., da portare, entro il 2012,
ad una riduzione di almeno il 5% rispetto alla produzione registrata nel 2004-2005
(biennio di massima produzione). Tale condizione anche nei sub-ambiti provinciali.
• Da 860.000 t/a a 830.000 t/a (da 520 kg/ab/a a 500 kg/ab/a).
• È previsto che l’Autorità d’Ambito adotti delle penalizzazioni tariffarie per i vari sub-
Ambiti, o per singolo comune, in dipendenza delle caratteristiche del territorio. 86
Programma attuativo delle azioni per la riduzione della produzione dei
rifiuti: • da predisporre entro 6 mesi dall’approvazione del Piano;
• dettagliare le azioni per la riduzione della produzione sino all’obiettivo fissato
(dai 519 kg/ab/anno del 2006 a 500 kg/ab/anno, inteso come limite imperativo)
e al perseguimento di un’ulteriore diminuzione di 20 kg/ab/anno, inteso come
valore guida;
• valutare l’incidenza delle singole azioni nonché costruire un sistema di
monitoraggio dei risultati raggiunti e individuare eventuali misure correttive.
Il programma sarà caratterizzato dalle seguenti azioni:
1. compostaggio domestico;
2. sistema di accreditamento mediante un marchio ecologico per negozi alimentari e generi misti che consenta di potenziare l’offerta di prodotti ecocompatibili e promuovere la coscienza ecologica dei consumatori;
3. promozione dei “circuiti cauzionati a rendere”;
4. azioni finalizzate ad incrementare la vita utile dei prodotti anche attraverso la diffusione del mercato dell’usato;
5. riduzione dell’utilizzo di buste in plastica per la spesa a favore delle buste in mater bi o di borse in tela;
6. previsione, per particolari categorie di utenze (comuni a vocazione turistica, poli di attrazione di area vasta, etc.), di azioni specifiche per la riduzione della quantità di rifiuti prodotti e per il miglioramento dell’efficienza della RD. 87
I criteri e gli obiettivi delle raccolte differenziate:
Le raccolte differenziate devono essere organizzate in modo da permettere:
• la separazione primaria di rifiuti domestici da quelli mercatali, da attività
commerciali, da attività di servizio, da attività agricole e produttive;
• la separazione secondaria, all’interno dei flussi suindicati, di frazioni
merceologiche omogenee recuperabili come materie prime e di frazioni
eterogenee, per ridurre la pericolosità e migliorarne la trattabilità e smaltibilità.
All’interno dell’ATO la scelta tipologica e tecnica del sistema di trattamento/smaltimento
deve essere coordinata con le raccolte differenziate.
Le iniziative dei Comuni devono essere adeguate ai programmi di Ambiti e Sub-Ambiti.
Le frazioni merceologiche coinvolte nelle raccolte differenziate aventi finalità di riutilizzo:
vetro (esclusi specchi, cristalli al piombo, lampadine, vetroceramica, vetro retinato)
carta ed imballaggi in carta e cartone;
plastiche (contenitori, film, imballaggi, teli);
metalli (contenitori in alluminio e banda stagnata, carcasse metalliche di manufatti);
frazione verde da attività di manutenzione di aree verdi e giardini pubblici e privati
(purché non raccolti mediante spazzamento);
frazione ad elevata matrice organica provenienti da utenze domestiche e specifiche;
legno (imballaggi e in generale materiali lignei non trattati);
tessili non contaminati.
88
I criteri e gli obiettivi delle raccolte differenziate: Le frazioni interessate da RD per ridurre la pericolosità del rifiuto restante :
• pile e batterie esauste da utenze domestiche e da utenze assimilabili;
• farmaci scaduti provenienti da utenze domestiche o da studi medici e professionali;
• siringhe ed oggetti taglienti abbandonati;
• prodotti chimici e loro contenitori di uso domestico, compresi i materiali del “fai da te”;
• materiali provenienti dalla manutenzione dei propri veicoli (oli minerali, accumulatori).
Le frazioni anche eterogenee da separare per migliorare la trattabilità e smaltibilità:
• frazioni secche ad elevato potere combustibile;
• frazioni a matrice organica frammiste a frazioni eterogenee che impediscono il
recupero come ammendante organico;
• Pneumatici;
• materiali da demolizione e costruzione da attività di manutenzione di locali ad uso
civile e assimilabili;
• rifiuti dello spazzamento stradale.
89
I criteri e gli obiettivi delle raccolte differenziate:
Il rifiuto urbano deriva solo per il 60-70% dalle utenze domestiche mentre il restante 30-
40% proviene dalle attività legate al commercio ed ai servizi privati e pubblici che
insistono nell’ambito urbano.
L’attivazione della raccolta differenziata deve essere preceduta dallo studio del tessuto
urbanistico e dell’apparato commerciale, artigianale e di servizio esistente nel territorio
interessato, in modo da individuare gettiti e tipologie di materiali separabili dalle varie
utenze e la tipologia dei circuiti di raccolta più confacenti alla realtà in esame, attivando
prioritariamente circuiti di raccolta porta-porta, prevedendo il cassonetto stradale solo
nei casi in cui la struttura urbanistica pone evidenti difficoltà tecniche e comunque con
soluzioni atte a permetterne l’utilizzo solo a utenze prefissate.
Un ruolo importante nelle realtà più complesse può avere l’attivazione di contenitori di
tipo condominiale, da ubicare in aree interne e gestite nell’esposizione direttamente dai
condomini.
La raccolta differenziata domiciliare aiuta altresì nella implementazione di sistemi tariffari
per utente commisurati alla quantità di rifiuti conferiti.
Nell’ottica del conferimento responsabilizzato, saranno inoltre da privilegiare le raccolte
su chiamata per alcune frazioni particolari (ingombranti, scarti verdi) ed i conferimenti
con busta trasparente.
90
I criteri e gli obiettivi delle raccolte differenziate:
Oltre le utenze domestiche (abitazioni singole e condominiali e, per queste, dotate o no
di spazi interni di pertinenza) il progetto individua quelle da servire con interventi mirati:
- esercizi commerciali (alimentari e non), negozi ortofrutta e fiorai; mercati civici e rionali;
- ristoranti, bar, alberghi;
- scuole, uffici pubblici ed attività di servizio;
- attività industriali ed artigianali;
- studi professionali ed ambulatoriali;
- strutture sanitarie;
- mense scolastiche e aziendali;
e per esse operare in modo separato in funzione di tipo e quantità di rifiuto, adottando il
servizio domiciliare, eventualmente su chiamata.
Nell’attuazione devono essere coinvolte le associazioni di volontariato e ambientali, le
scuole, le utenze specifiche (la grande distribuzione, ristorazione...), gli operatori del
recupero ed i riutilizzatori.
Gli interventi di informazione e sensibilizzazione (interventi diretti sull’utente, opuscoli
periodici a domicilio, ma non messaggi saltuari sui mass media) siano parte integrante
del progetto, per:
chiarire tipologie di rifiuti, modalità e frequenze di raccolta;
sensibilizzare gli utenti sui vantaggi ambientali della gestione dei rifiuti;
fornire lo stato di attuazione delle raccolte nel tempo, per consentire la
partecipazione ai risultati (disponibilità banca dati Osservatorio regionale rifiuti). 91
La gestione della frazione stabilizzata:
Occorre conseguire un adeguato grado di stabilizzazione in funzione della destinazione,
in coerenza il Piano Regionale dei Rifiuti Speciali:
Discarica controllata I.R.D.≤ 1.000 mg O2/kg VS/h I.R.S. ≤ 800 mg O2/kg VS/h
Ripristini Ambientali I.R.D.≤ 400 mg O2/kg VS/h I.R.S. ≤ 300mg O2/kg VS/h
Le tecnologie per trattamento/smaltimento
Affidabilità: chi ha la responsabilità di impostare e approvare le scelte impiantistiche,
che necessariamente condizionano un intero sistema, si rivolga a tecnologie garanti del
rispetto di tutte le prescrizioni normative, e di una continuità ed efficienza di servizio tale
da evitare disfunzioni degenerabili in emergenze o tensioni sociali. Il sistema deve
fondarsi su scelte impiantistiche al passo con i tempi e caratterizzate da una “storia”
applicativa adeguatamente referenziata.
Innovazione.
E’ necessario distinguere tra l’esigenza di soddisfare le esigenze immediate e di medio
termine, da quella, altrettanto importante di guardare al domani, valutando i possibili
sviluppi tecnologici e considerandone il ruolo potenziale negli scenari futuri.
92
Gli scenari futuri: caratteristiche quali-
quantitative del rifiuto
830.000 t/a
535.400 t/a – 65% 294.600 t/a – 35%
Recupero Trattamento
smaltimento
Materia recuperata
494.000 t/a
Scarti
41.400 t/a
Termovalorizzatore
Selezione
Discarica
29.000 t/a 12.400 t/a
Secco residuo 278.000 t/a (3.100-3.400 kcal/kg;
13.000-14.000 kJ/kg)
Scorie e ceneri 92.090 t/a
oppure 71.280 t/a
Sottovaglio
69.400 t/a
Biostabilizzato
45.080 t/a
93
Gli scenari futuri
Sostanza Organica 215.800
Carta/Cartone 117.100
Tessili-legno 24.000
Plastica 58.200
Vetro 59.600
Metallo (piccola pezzatura) 8.400
RAEE 19.000
Ingombranti e altri 29.800
RUP e altri pericolosi 3.500
Filiera del recupero: 535.400 t/a
Compostaggio 215.850 t/a
Trattamento/Messa in riserva 129.605 t/a
Selezione 63.630 t/a
Messa in riserva 24.210 t/a
Selezione meccanica: 278.000 t/a 785.700 t/a
Stabilizzazione: 69.400 t/a 208.600 t/a
Potenzialità esistente o in realizzazione
94
Gli scenari futuri
Fabbisogno di termovalorizzazione:
scenario con pretrattamento: 237.600 t/a (208.600 t/a di secco
residuo + 29.000 t/a di scarti a RD)
scenario senza pretrattamento: 307.000 t/a (278.000 t/a di
secco residuo + 29.000 t/a di scarti da RD)
Impianti attuali
Potenzialità massica
(t/anno)
CASIC 142.500
C.I. Macomer 36.300
Regione Sardegna 178.800
Deficit: 60.000 – 130.000 t/a
95
Gli scenari futuri
Fabbisogno di discarica:
scenario con pretrattamento: 135.000 t/a (spazzamento, biostabilizzato e scarti, scorie e ceneri)
scenario senza pretrattamento: 105.000 t/a (spazzamento, scorie e ceneri)
Discariche esistenti
Volumetria residua al
31.12.2006 (mc)
Volumetria residua al
31.12.2005 (mc)
Carbonia 96.000 208.000
Villacidro 669.000 850.000
Macomer 98.000 128.000
Oristano 15.000 20.000
Scala Erre- Sassari 900.000 1.100.000
Ozieri 336.000 386.000
Bono 29.900 38.200
Olbia 210.000 260.000
Regione Sardegna 2.353.900 2.990.200
96
Gli scenari futuri
Le invarianti negli scenari futuri
• Raccolte domiciliari diffuse + ecocentro in ogni comune
• Un’area di raggruppamento per ogni bacino ottimale di raccolta
• Trasporto dei materiali da aree di raggruppamento
ad impianti di trattamento umido (almeno uno per provincia)
a piattaforme imballaggi (almeno uno per provincia)
a impianti pre-trattamento secco-residuo (esistenti o già previsti)
• Trasporto dei materiali ottenuti a destino
La variante negli scenari futuri: filiera del secco residuo
• Trasporto ad impianto di valorizzazione termica
• N° 2- 3 impianti di termovalorizzazione
• Discariche di servizio in prossimità degli impianti
97
Filiera secco residuo: scenari tipo A
Senza pretrattamento 159.000 t/a Nuova realizzazione
Con pretrattamento 123.000 t/a Nuova realizzazione
Senza pretrattamento 148.000 t/a Revamping
Con pretrattamento 115.000 t/a Revamping
Ottana
Cagliari
98
Filiera secco residuo: scenari tipo B
Senza pretrattamento 125.500 t/a Nuova realizzazione
Con pretrattamento 97.500 t/a Nuova realizzazione
Senza pretrattamento 181.500 t/a Revamping e
incremento
Con pretrattamento 140.500 t/a Revamping
Sassari
Cagliari
99
Filiera secco residuo: scenari tipo C
Senza pretrattamento 100.000 t/a Nuova realizzazione
Con pretrattamento 78.000 t/a Nuova realizzazione
Sassari
Senza pretrattamento 59.000 t/a Revamping e
incremento
Con pretrattamento 45.000 t/a Revamping
Macomer
Senza pretrattamento 148.000 t/a Revamping
Con pretrattamento 115.000 t/a Revamping
Cagliari
100
Filiera secco residuo: scenari tipo D
Senza pretrattamento 170.000 t/a Revamping e
incremento
Con pretrattamento 130.000 t/a Revamping
Cagliari
Senza pretrattamento 125.500 t/a Nuova realizzazione
Con pretrattamento 97.500 t/a Nuova realizzazione
Centrale di potenza
101
Filiera secco residuo: scenari tipo E
Senza pretrattamento 148.000 t/a Revamping
Con pretrattamento 115.000 t/a Revamping
Cagliari
Senza pretrattamento 100.000 t/a Nuova realizzazione
Con pretrattamento 78.000 t/a Nuova realizzazione
Senza pretrattamento 59.000 t/a Revamping e
incremento
Con pretrattamento 45.000 t/a Revamping
Macomer
Centrale di potenza
102
Gli scenari futuri
Bilancio energetico del ciclo completo di gestione rifiuti
nei vari scenari di articolazione impiantistica
-100.000
-80.000
-60.000
-40.000
-20.000
0
20.000
Scen
ario
Rife
rimen
to
A B C D E A1
B1
C1
D1
E1
Scenari
Te
p/a ___
__
Risultati del bilancio energetico del ciclo gestione rifiuti
103
Gli scenari futuri
Risultati del bilancio emissivo del ciclo gestione rifiuti
Bilancio emissivo del ciclo completo di gestione rifiuti nei vari
scenari di articolazione impiantistica
-100.000
0
100.000
200.000
300.000S
ce
na
rio
Rif
eri
me
nto A B C D E
A1
B1
C1
D1
E1
Scenari
t. C
O2 e
q/a
nn
o
Gli scenari D ed E comportano risparmio emissivo
104
Gli scenari futuri
Costi medi del ciclo di gestione integrata dei rifiuti urbani in Sardegna negli scenari futuri
0
20
40
60
80
100
120
140
A - A1 B - B1 C - C1 D - D1 E - E1
Scenari
Co
sto
me
dio
pro
-cap
ite
(€
/ab
/an
no
)
Scenari senza pretrattamento del residuale
Scenari con pretrattamento del residuale
Livello medio del costo pro-capite nella situazione attuale
Risultati del bilancio economico del ciclo gestione rifiuti Costo di gestione
105
Gli scenari futuri
Risultati del bilancio economico del ciclo di gestione rifiuti Costo di gestione e di investimento
Costo totale del ciclo di gestione rifiuti urbani per i vari scenari Dati espressi in costo pro-capite disaggregato per costo di gestione e costo diinvestimento annualizzato
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
A B C D E A1 B1 C1 D1 E1
Scenari
Co
sto
pro
-cap
ite (
€/a
b/a
nn
o)
Costo di investimento annualizzato
Costo di gestione
106
Gli scenari futuri - conclusioni
la raccolta differenziata e il recupero permettono, con un
leggero aumento del costo di gestione dei rifiuti (5% rispetto alla
situazione attuale), un sensibile beneficio energetico e di
riduzione di emissione di gas climalteranti
preferibilità degli scenari con conferimento del secco residuo
alla centrale di Fiumesanto
stante l’opzione di Fiumesanto, non sussiste una grande
differenza tra configurazione con due o tre poli di
termovalorizzazione
vanno perseguite le scelte che non prevedono il pre-trattamento
del secco residuo
107
La proposta di Piano: filiera del secco residuo
Impianti di valorizzazione termica del secco residuo: centro-nord: Fiumesanto o in subordine termovalorizzatore dedicato nel comprensorio di Sassari;
centro-sud: revamping termovalorizzatore di Macchiareddu;
nel Piano d’ambito verifica funzionalità e versatilità
del sistema complessivo con il terzo polo dedicato di
Macomer;
pre-trattamento del secco residuo per le emergenze o
contingenze;
discariche di servizio presso i luoghi di produzione con
priorità di utilizzo di siti di discarica già esistenti; 108
L’organizzazione gestionale per ATO:
• Il Piano del 1998 ha previsto, in accordo con il D. Lgs. n. 22/97, l’organizzazione
della gestione per ATO coincidenti con le 4 Province storiche, poi divisi in subambiti.
• Nell’aggiornamento del Piano occorre ridefinire gli ATO per via dei seguenti aspetti:
1. istituzione di 4 nuove province nel territorio regionale, l’abrogazione delle
Comunità Montane e quella probabile di alcuni Consorzi industriali;
2. autosufficienza della gestione integrata in ogni ATO, che deve avere almeno un
impianto di trattamento a tecnologia complessa e una discarica di servizio;
3. necessità di rispettare le indicazioni del PEAR;
4. dimensioni gestionali sufficientemente ampie in ciascun ATO e superamento
delle frammentazioni nella conduzione di raccolta/trattamento/smaltimento
attraverso un servizio di gestione integrata; dimensioni idonee
all’industrializzazione del sistema ed alla riduzione dei suoi costi;
5. costituzione in ciascun ATO di un’Autorità d’Ambito dotata di personalità
giuridica, alla quale ciascun Ente Locale partecipa obbligatoriamente ed alla
quale è trasferito l’esercizio delle competenze in materia di gestione integrata
dei rifiuti.
• Nell’individuazione degli ATO occorrerà tener conto della specificità del territorio
regionale (insularità con bassa densità abitativa e una consistenza demografica
relativamente modesta), della situazione attuale in merito all’attivazione di forme
organizzative consortili per singolo ATO, delle realtà operative consolidatesi nel
tempo nelle strutture di trattamento/smaltimento in esercizio. 109
L’organizzazione gestionale per ATO:
Molte indicazioni del Piano del 1998 sono rimaste sulla carta:
1. gli ATO provinciali sono rimasti una semplice delimitazione virtuale, non essendo
mai stata costituita in ciascuno di essi un’Autorità d’Ambito;
2. la mancata attivazione di alcune strutture ha provocato il superamento delle
configurazioni di ATO previste, con differenziazione tra i diversi Ambiti (e sub-
Ambiti) in termini di sperequazione anche economica, a carico soprattutto dei
comprensori con termovalorizzatori e dunque di coloro che sono in linea;
3. si ha separazione netta tra la fase di raccolta, organizzata per lo più a livello di
singolo comune, e la fase del trattamento/smaltimento, la cui titolarità è rimasta
affidata a Enti sovracomunali quali Consorzi Industriali e Comunità Montane.
Occorre garantire:
il mantenimento della titolarità pubblica degli impianti di trattamento/smaltimento
degli RU indifferenziati per i quali vige la privativa pubblica;
l’istituzione di meccanismi di regolazione che stimolino l’efficienza per abbattere le
posizioni derivanti da condizioni di monopolio;
la salvaguardia della specificità locale soprattutto a livello di organizzazione delle
raccolte e di avvio a recupero delle frazioni valorizzabili;
la creazione di un modello che eviti un’eccessiva rigidità organizzativa, che
garantisca la razionalizzazione dei servizi secondo standard di qualità adeguati alle
esigenze degli utenti;
un sistema contrattuale e tariffario uniforme ed equilibrato all’interno dell’ATO.
110
La proposta di Piano per gli ATO
Gli scenari di ATO
ATO unico regionale e gestione unica regionale del ciclo integrato completo
ATO unico regionale e gestione per subambiti della fase della raccolta
N° 2 o 3 ATO con unione di più Province e gestione per subambiti (fase della raccolta)
ATO provinciali
Analisi di scelta
• Tecnico-economica
• Organizzativo-funzionale
111
La proposta di Piano per gli ATO
ATO unico regionale con gestione per sub-ambiti
Coniugare due livelli di gestione integrata, coordinati dall’Autorità d’ambito:
1. livello provinciale per l’organizzazione secondo bacini ottimali di raccolta
(gli ambiti ottimali per la funzione associata)
2. livello regionale per la gestione del sistema del recupero e della filiera di
trattamento/smaltimento del rifiuto residuale
(atta a garantire l’autosufficienza della gestione integrata dei rifiuti.
I soggetti Attuatori:
1. L’Autorità d’ambito regionale;
2. Le Province;
3. Gli Enti locali.
112
La proposta di Piano per gli ATO e i soggetti
attuatori
ATO unico regionale con gestione per sub-ambiti
certa flessibilità nell’affidamento delle gestioni, per sub-ambito (in prima istanza le
8 nuove Province), dei servizi legati alla fase della raccolta e del trasporto al
sistema del recupero e smaltimento;
Comuni e Province si riappropriano della competenza gestionale diretta anche
della fase di trattamento/smaltimento, delegata attualmente a Enti terzi;
ATO prenderà in carico le opere di trattamento/recupero/smaltimento di titolarità
pubblica ed assicurerà che la gestione venga affidata favorendo la più ampia
concorrenza;
ATO definirà la tariffa unitaria a livello regionale della filiera del
trattamento/smaltimento del secco-residuo (A) e della filiera del recupero (B)
113
La proposta di Piano per gli ATO e i soggetti
attuatori
con norma regionale viene istituita un’unica Autorità d’ambito regionale
a cui sono trasferite le funzione di coordinamento, organizzazione e
controllo dell’insieme dei servizi pubblici di recupero e smaltimento dei
rifiuti urbani, nonché le funzioni di coordinamento dell’intero ciclo di
gestione integrata
Piano d’Ambito
alle Province viene affidato il compito di pianificazione e programmazione
nel proprio territorio del sistema di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani
verso il sistema regionale di recupero-smaltimento, con individuazione
degli Enti locali aventi funzione specifica di organizzazione e controllo;
Piano provinciale
agli Enti locali viene affidata la funzione di organizzazione e controllo del
sistema di raccolta e trasporto, compreso l’affidamento della gestione dei
servizi e l’individuazione della tariffa di erogazione del servizio (C);
Piani attuativi 114
Tariffa finale per i cittadini applicata dall’Ente
locale
Tariffa unica regionale di smaltimento;
Tariffa unica regionale di recupero per frazioni;
Tariffa locale del servizio di raccolta e trasporto;
Tariffa finale per i cittadini
115
116
117
I criteri per le aree idonee
l’impianto dovrà essere effettivamente necessario nel bacino individuato e dovrà
soddisfare prioritariamente un fabbisogno individuato dal Piano;
l’impianto dovrà essere realizzato in prossimità del baricentro del bacino di
produzione, in modo da ridurre le movimentazioni di rifiuti;
il sito dovrà possedere un grado di accessibilità, anche intermodale, per supportare
l’incremento di traffico in ingresso e l’uscita dei rifiuti dall’impianto, in funzione
dell’ambito di operatività dell’impianto (regionale, provinciale);
l’impianto dovrà essere realizzato in aree con idonea destinazione d’uso (aree
industriali, artigianali, per gli insediamenti produttivi o per i servizi tecnologici, oppure
quelle ad esse attigue), al fine di contenere il consumo di suolo utilizzabile per altri
scopi;
l’ubicazione nelle aree industriali dismesse, non suscettibili di valorizzazione di altro
tipo (es. turistico-ambientale), potrebbe costituire l’occasione per porre rimedio a
situazioni di abbandono o di degrado ambientale e paesaggistico; 118
I criteri per le aree idonee
l’impianto dovrà essere preferenzialmente realizzato in prossimità di eventuali
impianti esistenti di trattamento rifiuti, per beneficiare delle infrastrutture (consentendo
economie di scala) e dei presidi ambientali esistenti, con il miglioramento della
situazione ambientale del sito di intervento;
l’impianto, compatibilmente con la dimensione del bacino servito, dovrà essere
preferenzialmente realizzato ove preesista una rete di monitoraggio ambientale, che
garantisca la disponibilità di dati pregressi che permettano di valutare l’idoneità del
sito a sopportare nuovi insediamenti e consentano di valutare gli impatti legati al
nuovo impianto;
l’ubicazione dell’impianto dovrà avvenire in accordo con l’Amministrazione comunale
e dovrà presentare adeguate aree di contorno, tali da garantire la possibilità di
realizzare idonee misure di mitigazione/compensazione ambientali (es. interventi di
piantumazione per mitigare gli impatti sul paesaggio o per contribuire al
miglioramento della qualità dell’aria).
119
Piano Regionale
di gestione
dei rifiuti speciali
120
121
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Ob1 r idurre l a produzione e la pericolosità dei rifiuti speciali ;
Ob2 m assimizzare l’invio a recupero e la reimmissione della maggior parte dei rifiuti
nel ciclo economico favorendo in particolare il recupero di energia dal riutilizzo
dei rifiuti (oli esausti, bioga s etc.) e minimizzando lo smaltimento in discarica
Ob3 p romuovere il riutilizzo dei rifiuti per la produzione di materiali commerciali
debitamente certificati e la loro commercializzazione anche a livello locale
Ob4 o ttimizzare le fasi di raccolta, t rasporto, recupero e smaltimento
Ob5 f avorire la realizzazione di un sistema impiantistico territoriale che consenta di
ottemperare al principio di prossimità
Ob6 a ssicurare che i rifiuti destinati allo smaltimento finale siano ridotti e smaltiti in
maniera sicura
Ob7 l’integrazione con le politiche per lo sviluppo sostenibile, al fine di contrastare il fenomeno dei
cambiamenti climatici, favorendo la riduzione delle emissioni climalteranti
Ob 8 p romuovere , per quanto di competenza, lo sviluppo di una “green economy”
regionale
Ob9 a ssicur are le massime garanzie di tutela dell'ambiente e della salute, nonché di
salvaguardia dei valori naturali e paesaggistici e delle risorse presenti nel territorio
regionale
Obiettivi di Piano
Grandi produttori
28,4%
Rifiuti da attività di costruz e demoliz15,0%
Rifiuti da bonifica44,5%
Rifiuti secondari
1,1%
Altri rifiuti speciali 11,0%
122
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Composizione della
produzione totale di rifiuti
speciali in Regione
Sardegna in flussi di
rifiuti omogenei
Da Elaborazione Dichiarazioni MUD
2009 relative all’anno 2008
Gruppi flussi rifiuti speciali omogenei
t % tot NP t % tot P t % tot
1 Grandi produttori 1.983.078 28,1% 155.879 32,2% 2.138.957 28,4%
2 Rifiuti da attività di costruz e demoliz 1.086.476 15,4% 41.168 8,5% 1.127.644 15,0%
3 Rifiuti da bonifica 3.200.480 45,4% 154.658 31,9% 3.355.138 44,5%
4 Rifiuti secondari 70.576 1,0% 11.753 2,4% 82.329 1,1%
5 Altri rifiuti speciali 709.637 10,1% 120.752 24,9% 830.389 11,0%
7.050.246 100,0% 484.210 100,0% 7.534.457 100,0%
Regione Sardegna
Rif. Speciali non peric. Rif. Speciali peric. Rif. Speciali Totali
Totale
7.534.457 t
830.389 t
Produzione rifiuti al 2008
123
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Produzione regionale di rifiuti speciali non
pericolosi per macrocategoria CER
1.490.814
18.490 19.076 269 110 2.314 5.511 1.411 63
662.943
1.859 5.184 0 0 52.279 49.669
1.086.476
786
3.502.182
150.811
0
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
3.000.000
3.500.000
4.000.000
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Rifiuti speciali non pericolosi
Quantità in t/anno
124
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
452 7 396 0
8.292
791
17.855
347 562
60.210
107.038
623
48.822
152 1.757
22.268
41.168
4.150
167.334
1.983
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
180.000
200.000
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Rifiuti speciali pericolosi
Quantità in t/anno
Produzione regionale di rifiuti speciali pericolosi
per macrocategoria CER
125
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
L‘analisi dello stato attuale è stata condotta considerando le macro-aree così
individuate:
• Area Nord: territorio delle province di Olbia-Tempio e Sassari;
• Area Centro: territorio delle province di Nuoro, Oristano e Ogliastra;
• Area Sud: territorio della province di Cagliari, Carbonia-Iglesias e Medio
Campidano.
Area Nord Regione
Sardegna38,3%
Area Centro Regione
Sardegna2,9%
Area Sud Regione
Sardegna58,8%
Produzione dei rifiuti speciali non pericolosi
nelle aree della Regione Sardegna (2008)
Area Nord Regione
Sardegna9,2%
Area Centro Regione
Sardegna1,4%
Area Sud Regione
Sardegna89,4%
Produzione dei rifiuti speciali pericolosi nelle
aree della Regione Sardegna (2008)
Produzione rifiuti speciali nelle macroaree regionali
Produzione regionale di rifiuti speciali
126
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Produzione regionale di rifiuti speciali
127
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
295.695 344.778 228.457 306.006 255.021 366.948
1.376.125
2.382.639 3.117.321
3.285.827
4.171.659 4.376.923
-
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
3.000.000
3.500.000
4.000.000
4.500.000
5.000.000
1997 2000 2004 2005* 2007* 2008*
Evoluzione storica della produzione di rifiuti speciali in Regione Sardegna (t/anno)
RS pericolosi RS non pericolosi
Fonte: dati 1997-2000-2004 Regione Sardegna; dati 2005, 2007 e 2008 Ispra.
Produzione regionale di rifiuti speciali
128
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
GRANDI PRODUTTORI Tipo rifiuto Pericolosità Qu. prodotta Contributo sul tot
Codice CER P o NP t % su produz tot
1 ENDESA S.P.A. / E-ON PRODUZIONE S.P.A. 100102 NP 102.946 3,8%
Totale 102.946 3,8%
Area Nord Regione Sardegna
Area Nord
Area Sud
GRANDI PRODUTTORI Tipo rifiuto Pericolosità Qu. prodotta Contributo sul tot
Codice CER P o NP t % su produz tot
1 EURALLUMINA S.P.A. 010309 NP 1.486.759 32,5%
2 E.N.E.L. PRODUZIONE S.P.A 100102 NP 212.067 4,6%
100501 NP 181.307 4,0%
110202 P 106.184 2,3%
100401 P 49.695 1,1%
Totale 2.036.012 44,5%
Area Nord Regione Sardegna
3 PORTOVESME S.R.L.
Produzione regionale di rifiuti speciali
Grandi produttori
129
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Area Nord 543.576 t
Area Centro 127.231 t
Area Sud 456.837 t
I rifiuti prodotti da attività di costruzione e demolizione (CER 17) ammontano
in Sardegna nel 2008 a 1.127.644 t, di cui 1.086.476 t sono rifiuti non
pericolosi (il 96,3% dei rifiuti da costruzione e demolizione) e 41.168 t sono
pericolosi (il 3,7% della stessa categoria). Tra questi rifiuti prevalgono le terre e rocce, diverse da quelle di cui alla voce
170503 (CER 170504) con 427.799 t prodotte (38% del totale dei CER 17) e
i rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi dalle voci
170901, 170902 e 170903 (CER 170904) con 352.314 t prodotte (31% del
totale dei CER 17)
Produzione regionale di rifiuti speciali
Rifiuti da costruzione e demolizone
130
1.683.063 t
Area Nord
Nel 2008 in Regione sono stati prodotti ingenti quantitativi di
rifiuti speciali che derivano dalle attività di bonifica e di terreni e
risanamento delle acque di falda 3.355.138 t (44,5% della
produzione totale di RS).
Pericolosità
Area Nord
Regione
Sardegna
Codice CER Descrizione P o NP Quantità (t)
191308 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operaz di risanam delle acque di falda, diversi dalla voce 19.13.07 NP 1.683.063
191307 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operaz di risanam delle acque di falda, contenenti sost peric P 3.422
191306 fanghi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 05 NP 262
191304 fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 03 NP 16
191302 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 01 NP 16
191301 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, contenenti sostanze pericolose P 1
totale RS Bonifica 1.686.780
% subtotale sul totale RS prodotti nell'Area NORD 61,4%
RIFIUTI BONIFICA
Produzione regionale di rifiuti speciali
Rifiuti da bonifica
Pericolosità
Area Centro
Regione
Sardegna
Codice CER Descrizione P o NP Quantità (t)
191308 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operazdi risanam delle acque di falda, diversi dalla voce 19.13.07 NP 126
191302 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 01 NP 37
191307 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, contenenti sostanze pericoloseP 34
191306 fanghi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 05 NP 20
191301 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, contenenti sostanze pericolose P 1
totale RS Bonifica 220
% subtotale sul totale RS prodotti nell'Area CENTRO 0,1%
RIFIUTI BONIFICA
131
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Area Centro
Area Sud
Pericolosità
Area Sud
Regione
Sardegna
Codice CER Descrizione P o NP Quantità (t)
191308 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operaz di risanam delle acque di falda, diversi dalla voce 19.13.07 NP 1.515.651
191307 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operaz di risanam. delle acque di falda, contenenti sost peric P 146.126
191301 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, contenenti sostanze pericolose P 5.073
191306 fanghi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 05 NP 850
191304 fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 03 NP 272
191302 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 01 NP 166
totale RS Bonifica 1.668.138
% subtotale sul totale RS prodotti nell'Area SUD 36,4%
RIFIUTI BONIFICA
126 t
1.515.651 t
Produzione regionale di rifiuti speciali
Rifiuti da bonifica
132
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Area Nord 21.568 t
Area Centro 1.098 t
Area Sud 59.663 t
La produzione di rifiuti secondari, cioè prodotti dal trattamento di altri
rifiuti, ammonta a 82.329 t, ovvero l’1,1% della produzione totale di
rifiuti speciali in Sardegna. Comprendono codici CER quali 191212
(altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento
meccanico dei rifiuti), 191302 (rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di
bonifica dei terreni), 190304 * (rifiuti contrassegnati come pericolosi,
parzialmente stabilizzati), 190112 (ceneri pesanti e scorie, diverse da
quelle di cui alla voce 190111), etc.
Produzione regionale di rifiuti speciali
Rifiuti secondari
133
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Area
Nord
Se si escludono tutti i flussi di rifiuti appartenenti ai gruppi omogenei il dato di
produzione di rifiuti speciali residuale si riduce a 830.389 t, ovvero solamente
l’11% del quantitativo complessivo. Tra questi 709.637 t sono rifiuti non
pericolosi e le restanti 120.752 t sono pericolosi
3.0751.218
18.332
1 0 37 1.604 1.036 22
90.313
1.049 2.0690 0
13.425
26.482
0 34
139.063
62.314
0 0 135 0 1.006 404
12.352
200 93 555 171 14
8.114
42 582
4.705
0 1.039 171 481
0
15.000
30.000
45.000
60.000
75.000
90.000
105.000
120.000
135.000
150.000
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Altri rifiuti speciali prodotti nel NORD della Regione Sardegna:
Non Pericolosi e Pericolosi
Quantità in t/anno
133
Produzione regionale di rifiuti speciali
Altri rifiuti speciali
134
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Area Centro
294
9.007
182 242 0 4781
45 21
1.449
42536
0 0
5.969
3.854
0 19
38.662
15.941
0 1 129 0 8 4 5 61 113 191 137 6592
39 100
2.404
0941
38 320
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Altri rifiuti speciali prodotti nel CENTRO della Regione Sardegna:
Non Pericolosi e Pericolosi
Quantità in t/anno
Produzione regionale di rifiuti speciali
Altri rifiuti speciali
135
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Area Sud
686
8.264
381 26 1102.273 3.127
331 20
74.862
7682.579
0 0
29.553
19.332
0 732
62.170
67.299
452 6 131 0
7.279
383
5.498
86 357
9.769
547 604
40.116
71 1.075
15.160
02.171
714 1.183
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
80.000
90.000
100.000
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Altri rifiuti speciali prodotti nel SUD della Regione Sardegna:
Non Pericolosi e Pericolosi
Quantità in t/anno
Produzione regionale di rifiuti speciali
Altri rifiuti speciali
136
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
A fronte di un dato di produzione regionale complessiva valutato pari a
7.534.457 t, il complesso del dichiarato come gestito in termini di attività di
recupero o smaltimento in regione ammonta a 7.307.435 t : SMALTITI - 6.183.048 t (85% del totale) e RECUPERATI - 1.124.387 t (15% del
totale).
Area Nord Regione
Sardegna16,1%
Area Centro Regione
Sardegna11,6%
Area Sud Regione
Sardegna72,3%
Ripartizione delle attività di recupero dei
rifiuti speciali nelle macro aree regionali (2008)
Area Nord Regione
Sardegna35,3%
Area Centro Regione
Sardegna1,6%
Area Sud Regione
Sardegna63,1%
Ripartizione delle attività di smaltimento
dei rifiuti speciali nelle macro aree regionali (2008)
Attività di recupero e smaltimento
137
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Recupero e smaltimento di rifiuti speciali in Sardegna al
2008 per macrocategoria CER
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Recupero Smaltimento
Attività di recupero e smaltimento
138
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Recupero e smaltimento di rifiuti speciali nell’AREA
NORD
4,4%
31,7%
99,9%
0,0%
95,8%
0,0%
63,8%
0,0% 4,8%
94,4% 94,2%
24,8% 24,1%
100,0%
0,3%
15,6%
95,6%
68,3%
0,1%
0,0% 0,0%
100,0%
4,2%
100,0%
0,0%
36,2%
100,0%95,2%
5,6%
0,0%
5,8%
75,2% 75,9%
0,0%
99,7%
84,4%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Recupero Smaltimento
Attività di recupero e smaltimento
139
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Recupero e smaltimento di rifiuti speciali nell’AREA
CENTRO
69,9%
0,0% 0,0% 0,0% 0,0%
100,0%
0,0% 0,0%
100,0% 100,0% 100,0%
2,0%
100,0%
0,0%
98,9%
17,7%
38,4%
0,0%
13,4% 12,0%
30,1%
100,0% 100,0% 100,0%
0,0%
100,0% 100,0%
0,0% 0,0% 0,0%
98,0%
0,0% 1,1%
82,3%
61,6%
86,6% 88,0%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Recupero Smaltimento
Attività di recupero e smaltimento
140
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Recupero e smaltimento di rifiuti speciali nell’AREA SUD
0,0%
59,2%
5,6% 0,0% 0,0%9,5%
0,0% 3,2% 0,0%
40,0%
7,0%0,1%
95,1%100,0%
90,1%
28,7%
65,9%
0,0%8,7% 8,2%
100,0%
40,8%
94,4%
100,0% 100,0%
90,5%
100,0%96,8%
100,0%
60,0%
93,0%
99,9%
4,9%
0,0%
9,9%
71,3%
34,1%
100,0%
91,3% 91,8%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Recupero Smaltimento
Attività di recupero e smaltimento
141
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Il sistema impiantistico – censimento al settembre 2011
(aut. Ordinaria)
Gli impianti sono raggruppati per tipologia:
• autodemolitori: 39 impianti;
• impianti mobili di trattamento rifiuti speciali: 5 impianti;
• impianti mobili di trattamento rifiuti inerti: 17 impianti;
• impianti fissi di riciclaggio rifiuti inerti: 2 impianti;
• impianti di trattamento, messa in riserva e deposito preliminare di rifiuti speciali in conto
proprio: 16 impianti;
• impianto di trattamento, messa in riserva e deposito preliminare in conto terzi:
42 impianti;
• inceneritori di rifiuti speciali: 5 impianti;
• coincenerimento: 4 impianti;
• discariche per rifiuti speciali: 10 impianti;
• discariche per rifiuti inerti: 31 impianti.
Attività di recupero e smaltimento
142
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Attività operanti in regime di procedura semplificata
Dati disponibili poco omogenei e spesso parziali
R1 R2 R3 R4 R5 R6 R9 R10 R13 R misti
Olbia-Tempio 9.019 0 7.114 10 69.200 0 0 50.015 53.489 0
Sassari 65.520 3.000 102.715 65.030 33.361 2.600 2.900 11.880 485.439 0
Oristano 980 0 15.000 0 305.828 0 0 0 26.095 0
Ogliastra 0 0 0 0 0 0 0 0 70.100 0
Nuoro 0 0 3.999 0 13.650 0 0 0 0 19.385
Cagliari 0 0 6.630 3.180 241.493 0 0 0 0 75.744
Carbonia Iglesias 0 0 2.900 3.290 32.000 0 0 0 29.027 0
Medio Campidano 0 0 200 0 170.950 0 0 0 9.150 70.650
Totale 75.519 3.000 138.558 71.510 866.482 2.600 2.900 61.895 673.300 165.779
3,7% 0,1% 6,7%
3,5%
42,0%
0,1%0,1%
3,0%
32,7%
8,0%
R1 R2 R3 R4 R5 R6 R9 R10 R13 R misti
Rifiuti recuperabili in impianti soggetti a
procedure semplificate: ripartizione per
tipologia di recupero
Dettaglio provinciale
Attività di recupero e smaltimento
143
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Flussi complessivi di
Import-Export di rifiuti
speciali rispetto al Nord nel
2008
Produz RS: 2.745.006 t
Rec. RS: 181.407 t
Smalt. RS: 2.185.192 t
Produz RS: 2.745.006 t Rec. RS: 181.407 t
Smalt. RS: 2.185.192 t
Import - Export
144
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Flussi complessivi di
Import-Export di rifiuti
speciali rispetto al Centro
nel 2008
Produz RS: 210.686 t
Rec. RS: 130.390 t
Smalt. RS: 96.798 t
Import - Export
145
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Flussi complessivi di
Import-Export di rifiuti
speciali rispetto al Sud nel
2008
Produz RS: 4.578.764 t
Rec. RS: 812.589 t
Smalt. RS: 3.901.058 t
Import - Export
146
Per quanto riguarda il dato di produzione, dal complesso delle analisi
condotte emergono le seguenti considerazioni:
• la produzione complessiva di rifiuti speciali in ambito regionale è
fortemente condizionata dalla presenza di flussi considerevoli di
rifiuti prodotti in ingenti quantità da un numero molto contenuto di
realtà produttive
• consistenti sono pure i flussi di rifiuti provenienti dalle attività di
bonifica (trattasi in particolare di rifiuti liquidi costituiti da acque
provenienti dalle operazioni di spurgo di falde di aree
contaminate)
• la produzione di rifiuti è fortemente concentrata in due delle tre
macroaree regionali; nell’area Sud si produce il 61% del
complesso dei rifiuti speciali e nell’area nord il 36%;
• al netto dei “grandi flussi” la produzione di rifiuti attribuibile al
tessuto produttivo che potremmo definire “diffuso” sul territorio
regionale si riduce a circa 830.000 t (a fronte del dato
complessivo inclusivo dei cosiddetti “grandi flussi” pari a oltre
7.500.000 t)
Sintesi della gestione dei rifiuti speciali
147
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Considerando il complesso dei rifiuti prodotti le analisi sulle
attuali modalità gestionali evidenziano un forte squilibrio
tra le attività di smaltimento (85% del gestito in ambito
regionale) e le attività di recupero (restante 15%); tale dato
è spiegato con l’ingente contributo al totale avviato a
smaltimento fornito dai cosiddetti “grandi flussi”
infatti le analisi sul sistema gestionale ai rifiuti
provenienti dal “tessuto diffuso” lo squilibrio
registrato per il totale dei rifiuti prodotti tra le attività
di recupero e quelle di smaltimento rientra a favore
di una maggior rilevanza delle attività di recupero
Sintesi della gestione dei rifiuti speciali
148
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Sulla base delle analisi condotte si evidenziano inoltre i
seguenti ulteriori aspetti in merito al sistema gestionale:
• Il ricorso al recupero energetico è piuttosto contenuto: a
fronte di potenzialità disponibili (incenerimento di rifiuti
speciali e coincenerimento) in ambito regionale
nell’ordine di circa 65.000 t/a, si registra l’avvio di rifiuti
speciali alle operazioni R1 e D10 pari, per l’anno 2008, a
circa 56.000 t
• La gestione dei rifiuti inerti evidenzia un consistente
ricorso allo smaltimento in discarica;
• Si evidenzia la debolezza del sistema impiantistico
regionale per quanto riguarda le necessità di
ottimizzazione delle operazioni di pretrattamento dei rifiuti
Sintesi della gestione dei rifiuti speciali
149
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Alla luce delle considerazioni che emergono dall’analisi della
gestione dei rifiuti nell’anno 2008 questi paiono essere i più
significativi elementi di criticità:
1. negli anni recenti si è registrata una crescita costante della
produzione di rifiuti speciali: è evidente che non sono conseguiti
gli obiettivi di contenimento della produzione auspicati dalla
normativa;
2. il sistema gestionale regionale non si è orientato verso soluzioni
che privilegiassero il ricorso al recupero come opzione
prioritaria rispetto allo smaltimento;
3. il sistema regionale fa ancora ricorso all’esportazione di rifiuti
non è quindi conseguito l’obiettivo della tendenziale
autosufficienza impiantistica regionale nella gestione dei rifiuti
speciali;
4. gli impianti esistenti non sono sufficienti per caratteristiche e
potenzialità a garantire la minimizzazione dei trasporti dei rifiuti;
Sintesi della gestione dei rifiuti speciali
150
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
6. non hanno trovato conferma le ipotesi di realizzare impianti
finalizzati ai trattamenti di detossificazione per lo smaltimento
in discarica di rifiuti con minori caratteristiche di pericolosità
(rifiuti inerti o inertizzati);
5. pur in presenza di impianti che potrebbero svolgere la funzione
di supporto logistico alla “produzione diffusa” per
l’ottimizzazione delle operazioni di raccolta differenziata e
trasporto non si registra la presenza di strutture organizzative
che coadiuvino gli operatori;
6. le movimentazioni di rifiuti tra le diverse aree del territorio
regionale trovano solo parzialmente la loro giustificazione nella
necessità di ricorrere per particolari categorie di rifiuti a
specifici impianti;
7. i rifiuti prodotti dai “grandi produttori” sono oggi avviati in modo
quasi esclusivo a smaltimento e non hanno trovato
applicazione gli auspici alla ricerca di soluzioni alternative
finalizzate al recupero di materia.
Sintesi della gestione dei rifiuti speciali
151
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Gli studi di piano sono stati supportati da
approfondimenti economici finalizzati a disegnare i futuri
scenari evolutivi.
In assenza di dati previsionali in merito allo sviluppo
dell’economia regionale per i settori produttivi che
generano i cd “flussi diffusi” si è assunto
cautelativamente il dato di produzione 2008.
Pur assumendo la priorità delle azioni di riduzione si è
ritenuto prudenziale, ai fini del dimensionamento del
sistema impiantistico, un approccio “conservativo” che
assuma a riferimento il dato di produzione recentemente
registrato (anno 2008).
L’influenza delle variabili socio-economiche
Sintesi della gestione dei rifiuti speciali
152
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Si ritiene tale assunzione sia suffragata dalle seguenti
considerazioni:
incertezza sulle stime di riferimento in relazione soprattutto alle
possibili diversificate tendenze che potrebbero registrarsi nei
diversi comparti produttivi con ripercussioni sulle dinamiche di
produzione dei rifiuti;
al calo atteso della produzione di rifiuti speciali per il breve
periodo (perdurare della fase di stagnazione economica)
dovrebbe far seguito (a parità di “produzioni specifiche” di RS)
una ripresa della crescita della produzione nel medio periodo sino
a conseguire i livelli di produzione registrati appunto nell’anno
2008.
Le variabili socio-economiche assumono un peso rilevante nella
definizione dei quantitativi di rifiuti prodotti; per tale motivo si sono
individuati specifici indicatori utili al monitoraggio dell’attuazione del
PRGRS.
L’influenza delle variabili socio-economiche
Sintesi della gestione dei rifiuti speciali
153
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
Sulla base dell’analisi delle
dichiarazioni MUD e assumendo a
riferimento il dato di produzione
registrato nell’anno 2008, si è
proceduto alla valutazione dei
fabbisogni di recupero e
smaltimento di rifiuti speciali,
pericolosi e non, prodotti in
regione.
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI
RIFIUTI SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”
153
Scenario di Piano
154
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
L’elenco completo dei destini valutati è quindi il seguente: D1i discarica per inerti;
D1n discarica per rifiuti non pericolosi;
D1z discarica per rifiuti inertizzati;
D8 trattamento biologico;
D9e trattamento chimico/fisico (emulsioni oleose);
D9i trattamento chimico/fisico (inertizzazione);
D9l trattamento chimico/fisico (rifiuti liquidi)
D10/R1 incenerimento/recupero energetico;
R2 rigenerazione/recupero solventi;
R3c riciclo/recupero sostanze organiche (compostaggio);
R3s riciclo/recupero sostanze organiche (frazioni secche);
R4 riciclo/recupero metalli;
R5 riciclo/recupero altre sostanze inorganiche;
R9 rigenerazione oli;
R10 spandimento sul suolo a beneficio agricoltura/ecologia;
R11 utilizzazione di rifiuti ottenuti da una delle operazioni
indicate da R 1 a R 10.
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI
RIFIUTI SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”
Scenario di Piano
155
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI
RIFIUTI SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”
Cod
CER
Perico-
lositàDescrizione
STATO FISICO*:
Sp/Snp/FP/L/AProduz. (ton) DESTINO
190703 NP percolato di discarica, diverso da quello di cui alla voce 19 07 02 00010 116.147 D8D9l
200304 NP fanghi delle fosse settiche 00010 66.313 D8D9l
100105 NPrifiuti solidi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei
fumi01000 63.963 R5
190805 NP fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane 00100 59.341 R3cR10
100102 NP ceneri leggere di carbone 10000 36.081 R5
190902 NP fanghi prodotti dai processi di chiarificazione dell'acqua 00100 29.492 R5
200301 NP rifiuti urbani non differenziati 01000 25.861 D10R3sR4R5
130703 P altri carburanti (comprese le miscele) 00010 23.291 R11
150101 NP imballaggi in carta e cartone 01000 19.607 R3s
100105 NPrifiuti solidi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei
fumi10000 18.399 R5
030101 NP scarti di corteccia e sughero 10000 18.059 D10R3cR3s
190812 NPfanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da quelli
di cui alla voce 19 08 1100100 16.384 D1nD10R3c
200306 NP rifiuti della pulizia delle fognature 00010 13.384 D8D9l
150102 NP imballaggi in plastica 01000 12.705 R3s
160103 NP pneumatici fuori uso 01000 12.437 D10R3s
100121 NPfanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce
10 01 2000100 12.354 D1nR5
161002 NP soluzioni acquose di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 16 10 01 00010 12.166 D9l
200101 NP carta e cartone 01000 11.960 R3s
070108 P altri fondi e residui di reazione 00010 9.259 D9lD10
130205 P scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, non clorurati 00010 9.198 D10R9
100107 NPrifiuti fangosi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei
fumi00100 8.560 D1nR5
130403 P altri oli di sentina della navigazione 00010 8.149 R11
020106 NPfeci animali, urine e letame (comprese le lettiere usate), effluenti, raccolti
separatamente e trattati fuori sito00010 7.831 D8R3c
150106 NP imballaggi in materiali misti 01000 7.559 R3sR4R5
101003 NP scorie di fusione 01000 7.308 D1nR4R5
160601 P batterie al piombo 01000 6.142 R4R5
100101 NPceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia (tranne le polveri di caldaia di cui alla voce
10 01 04)01000 5.810 D1nR5
050103 P morchie depositate sul fondo dei serbatoi 00010 5.791 D9l
190805 NP fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane 00010 5.722 D8D9l
200102 NP vetro 01000 4.659 R5
160122 NP componenti non specificati altrimenti 01000 4.596 R4
130701 P olio combustibile e carburante diesel 00010 4.589 R11
160106 NP veicoli fuori uso, non contenenti liquidi né altre componenti pericolose 01000 4.511 R4
161004 NP concentrati acquosi, diversi da quelli di cui alla voce 16 10 03 00010 4.284 D8D9l
101208 NPscarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a
trattamento termico)01000 4.268 R5R10
190899 NP rifiuti non specificati altrimenti 00010 4.229 D8D9l
200140 NP metallo 01000 4.159 R4
100302 NP frammenti di anodi 10000 4.087 D1nR4
100315 Pschiumature infiammabili o che rilasciano, al contatto con l'acqua, gas infiammabili in
quantità pericolose10000 3.932 R4
180103 Prifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per
evitare infezioni01000 3.443 D10
200201 NP rifiuti biodegradabili 01000 3.438 R3c
150104 NP imballaggi metallici 01000 3.177 R4
070107 P fondi e residui di reazione, alogenati 00010 2.926 D10
020106 NPfeci animali, urine e letame (comprese le lettiere usate), effluenti, raccolti
separatamente e trattati fuori sito00100 2.685 R3cR10
101201 NP scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico 01000 2.616 D1nR5
070112 NPfanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce
07 01 1100010 2.597 D9l
150103 NP imballaggi in legno 01000 2.504 R3s
130802 P altre emulsioni 00010 2.426 D9e
Attribuzione dei corretti destini per singola tipologia di rifiuto – qualche esempio
Scenario di Piano
156
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI
RIFIUTI SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”
Il fabbisogno individuato
complessivamente per le attività di
smaltimento e recupero di rifiuti
speciali non pericolosi oscilla tra
707.000 t/a e 989.000 t/a:
• i fabbisogni di smaltimento
(escluso incenerimento) vengono
stimati pari a 274.500÷375.000
t/a;
• i fabbisogni di incenerimento /
recupero energetico sono pari a
55.000÷80.000 t/a;
• il fabbisogno di attività di riciclo e
recupero di materia è pari a:
377.500÷534.000 t/a
0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000
D1i
D1n
D1z
D8
D9e
D9i
D9l
D10/R1
R2
R3c
R3s
R4
R5
R9
R10
R11
Rifiuti speciali non pericolosi (t/a)
intervallo fabbisogni stimati 156
Scenario di Piano
157
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI
RIFIUTI SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”
Il fabbisogno individuato
complessivamente per le attività di
smaltimento e recupero di rifiuti
speciali pericolosi oscilla tra 141.450
e 193.300 t/a:
• i fabbisogni di smaltimento
(escluso l’incenerimento) vengono
stimati pari a 64.550÷88.350 t/a.
• i fabbisogni di
incenerimento/recupero
energetico è di 17.500÷24.000
t/a.
• Il fabbisogno di attività di riciclo e
recupero di materia è pari a
59.400÷80.950 t/a.
0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000
D1i
D1n
D1z
D8
D9e
D9i
D9l
D10/R1
R2
R3c
R3s
R4
R5
R9
R10
R11
Rifiuti speciali pericolosi (t/a)
intervallo fabbisogni stimati
157
Scenario di Piano
158
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI
SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”
Confronto tra stime dei fabbisogni e attività di recupero/smaltimento di RS NP e P
Scenario di Piano
159
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI
SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”
Indicatori per la valutazione del sistema gestionale dei rifiuti speciali
nello scenario regionale della pianificazione
Valutazione complessiva del sistema gestionale prospettato dallo scenario
della pianificazione
Parametri che forniscano un’indicazione dell’evoluzione del sistema
prospettato verso modalità gestionali che rispondono con maggior
coerenza alle indicazioni della normativa ovvero:
• recupero di materia;
• recupero energetico;
• smaltimento.
Scenario di Piano
160
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI
SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE” - Indicatori
Indice di riciclo / recupero di materia rispetto alla produzione “base” di rifiuti speciali;
include le seguenti attività:
R2 rigenerazione/recupero solventi;
R3c riciclo/recupero sostanze organiche (compostaggio);
R3s riciclo/recupero sostanze organiche (frazioni secche);
R4 riciclo/recupero metalli;
R5 riciclo/recupero altre sostanze inorganiche;
R9 rigenerazione oli;
R10 spandimento sul suolo a beneficio agricoltura/ecologia;
R11 utilizzazione di rifiuti ottenuti da una delle operazioni indicate
da R 1 a R 10. L’Indice di riciclo / recupero di materia è calcolabile con la seguente formula:
[R2 (t/a)+ R3c (t/a)+ R3s (t/a)+ R4 (t/a)+ R5 (t/a)+ R9 (t/a)+ R10 (t/a)+ R11 (t/a)]
IRmat=
Produzione flusso “base” (t/a)
Scenario di Piano
161
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI
SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE” - Indicatori
Indice di incenerimento/recupero energetico
rispetto alla produzione “base” di rifiuti speciali;
include le seguenti attività:
D10/R1 incenerimento/recupero energetico
Indice di smaltimento/esportazione rispetto alla
produzione “base” di rifiuti speciali; lo smaltimento include le
seguenti attività:
D1i discarica per inerti;
D1n discarica per rifiuti non pericolosi;
D1z discarica per rifiuti inertizzati;
D8 trattamento biologico;
D9e trattamento chimico/fisico (emulsioni oleose);
D9i trattamento chimico/fisico (inertizzazione);
D9l trattamento chimico/fisico (rifiuti liquidi)
IDsmalt/exp= (1 - IRmat - IRener)
Complessivamente lo scenario
L’Indice di incenerimento/recupero energetico è calcolabile con la seguente formula:
[D10 (t/a)+ R1 (t/a)]
IRener=
Produzione flusso “base” (t/a)
Scenario di Piano
162
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI
SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE” - Indicatori
Confronto tra
indici di
gestione della
produzione
“base” di rifiuti
speciali
29,2%
59,7%6,7%
5,7%
64,1%
34,6%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Gestione attuale Scenario Fabbisogni
Smaltimento/ esportazione
Incenerimento/ recupero energetico
Riciclo/recupero di materia
162
Scenario di Piano
163
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI
SPECIALI DEI “GRANDI FLUSSI” Dalle analisi condotte si deduce che:
• tre dei quattro grandi produttori (collocati nel comparto sud del territorio
regionale), hanno impianti di smaltimento in conto proprio dedicati in via
esclusiva allo smaltimento dei rifiuti prodotti dalle proprie attività (tale
situazione fa sì che tali rifiuti non gravino sul restante sistema impiantistico
regionale);
• il quarto “grande produttore” (E. On Produzione s.p.a. in loc. Fiumesanto,
nel comune di Sassari) conferisce i propri rifiuti anche a impianti del sistema
regionale.
L’analisi dei dati di produzione dei rifiuti registrati nel periodo 2008 ÷ 2010 per tale
“grande produttore” mette in evidenza due aspetti: la contrazione complessiva della
produzione di rifiuti (da 190.000 a 163.000 t/a) e il maggior ricorso allo smaltimento
rispetto al recupero di materia
Fabbisogno di smaltimento in discarica da questo specifico “grande
produttore” per i prossimi anni nell’ordine delle 50.000 t/a
Scenario di Piano
164
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI
DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE
Il fabbisogno individuato
complessivamente per le attività di
smaltimento e recupero di tale
tipologia di rifiuti oscilla tra 641.500
t/a e 872.500 t/a:
• i fabbisogni di smaltimento
vengono stimati pari a
160.000÷220.000 t/a.
• il fabbisogno di attività di
riciclo e recupero di materia
stimati pari a
481.500÷652.500 t/a.
0 100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000
D1i
D1n
R3s
R4
R5
Rifiuti speciali da C & D non pericolosi (escluse terre e rocce da scavo) (t/a)
intervallo fabbisogni stimati 164
Scenario di Piano
165
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI
DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE – Indicatori
Indice di riciclo/recupero di materia rispetto alla
produzione di rifiuti non pericolosi da attività di
costruzione e demolizione; include le seguenti attività:
R3s riciclo/recupero sostanze organiche
(frazioni secche);
R4 riciclo/recupero metalli;
R5 riciclo/recupero altre sostanze inorganiche
Indice di smaltimento/esportazione rispetto alla
produzione di rifiuti non pericolosi da attività di
costruzione e demolizione; lo smaltimento include le
seguenti attività:
D1i discarica per inerti;
D1n discarica per rifiuti non pericolosi
Scenario di Piano
166
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI
DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE – Indicatori
Confronto tra indici
di gestione della
produzione di rifiuti
non pericolosi
provenienti da
attività di
costruzione e
demolizione (escluse
terre e rocce da
scavo) 44,8%
82,0%
55,2%
18,0%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Gestione attuale Scenario Fabbisogni
Smaltimento/ esportazione
Riciclo/recupero di materia
Scenario di Piano
167
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI
DA BONIFICA
In attesa della prossima emanazione del nuovo Piano Regionale per la
Bonifica delle Aree Inquinate, il presente PRGRS formula una stima dei
fabbisogni di trattamento e smaltimento.
Alla data attuale, sulla base dei dati gestionali 2008, sostanzialmente confermati sulla
base dei dati 2010 con riferimento ai rifiuti solidi, si stimano fabbisogni su base annua pari
complessivamente a:
• fabbisogno di trattamento /smaltimento per rifiuti solidi e fangosi prodotti dalle
operazioni di bonifica dei terreni da utenze diffuse: 5.000÷10.000 mc/a;
• fabbisogno di trattamento /smaltimento per rifiuti solidi e fangosi prodotti dalle
operazioni di bonifica dei terreni delle aree industriali o minerarie: nuove potenzialità
impiantistiche dovranno essere commisurate alla dimostrazione dell’effettivo
fabbisogno di trattamento / smaltimento.
• fabbisogno di trattamento per rifiuti liquidi prodotti da operazioni di risanamento delle
acque di falda: tale considerevole flusso di rifiuti trova il proprio corretto recapito in
impianti dedicati al trattamento di depurazione e conseguente riciclo delle acque
depurate nei cicli produttivi industriali
Scenario di Piano
168
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO
• rifiuti inerti da costruzione e demolizione,
• olii usati,
• RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche),
• veicoli fuori uso,
• fanghi da depurazione delle acque reflue civili,
• rifiuti contenenti amianto,
• batterie esauste,
• rifiuti sanitari,
• rifiuti agricoli,
• rifiuti prodotti dalle navi e residui del carico,
• rifiuti da imballaggio.
Per ciascun flusso nel Piano si sono sviluppati i seguenti temi:
• inquadramento normativo,
• analisi della produzione e dello stato di fatto gestionale a livello regionale,
• indirizzi per la corretta gestione.
Scenario di Piano
169
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO -
rifiuti inerti da costruzione e demolizione
In Sardegna nel 2008 si è verificata una produzione di
rifiuti da costruzione e demolizione pari a 658.676.965 kg,
(9% della produzione totale regionale di rifiuti speciali)
Principali tipologie di rifiuto in cui risulta prevalente lo
smaltimento sul recupero:
• CER 170107 “miscugli o scorie di cemento, mattoni,
mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla
voce 170106”: 86% a smaltimento;
• CER 170101 “cemento”: 58% a smaltimento;
• CER 170103 “mattonelle e ceramiche”: 95% a
smaltimento
Principali tipologie di rifiuto sottoposte a recupero :
• CER 170904 “rifiuti misti dell'attività di costruzione e
demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 170901,
170902 e 170903”: 60% a recupero;
• CER 170405 “ferro e acciaio”: 100% a recupero;
• CER 170302 “miscele bituminose diverse da quelle
di cui alla voce 170301”: 68% a recupero;
• CER 170402 “alluminio”: 100% a recupero
Provincia di Sassari17,4%
Provincia di Nuoro3,4%
Provincia di Cagliari41,7%
Provincia di Oristano10,0%
Provincia di Olbia Tempio13,1%
Provincia di Ogliastra2,3%
Provincia di Medio Campidano
2,9%
Provincia di Carbonia Iglesias
9,3%
Ripartizione provinciale della produzione di rifiuti da costruzione e demolizione nel 2008
Scenario di Piano
170
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO -
rifiuti inerti da costruzione e demolizione - Indicazioni per la
gestione operativa Obiettivi da normativa:
• incremento della frazione di rifiuti non
pericolosi da costruzione e
demolizione avviati a riutilizzo,
riciclaggio e altri tipi di recupero di
materia;
• diminuzione del quantitativo totale di
rifiuti avviati a discarica;
• prevenzione dei fenomeni di
abbandono e deposito incontrollato di
rifiuti da costruzione e demolizione sul
territorio;
• promozione dell’innovazione degli
impianti di recupero, secondo le
migliori tecnologie disponibili allo
scopo di realizzare un progressivo
miglioramento delle prestazioni
tecniche e ambientali;
• miglioramento della qualità dei
materiali inerti riciclati.
Azioni proposte dal PRGRS:
• attuazione di un controllo a monte da
parte degli enti locali sulla destinazione
dei materiali da demolizione;
• recupero dei rifiuti come materiali di
ricoprimento, in luogo della terra, nelle
discariche per rifiuti non pericolosi;
• autorizzazione per nuove discariche per
inerti secondo il fabbisogno regionale,
realizzate in base alle norme
comunitarie, per il conferimento dei
residui delle attività di recupero
• ulteriori azioni da realizzare per definire
strumenti e sostenere iniziative
finalizzate a una corretta gestione di tali
rifiuti (azioni formative, incentivi etc.)
• Redazione di linee guida per
determinare la diminuzione della
produzione di rifiuti da C&D
Scenario di Piano
171
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO –
Rifiuti sanitari
Provincia di Sassari15,8%
Provincia di Nuoro12,8%
Provincia di Cagliari42,5%
Provincia di Oristano6,6%
Provincia di Olbia Tempio
8,1%
Provincia di Ogliastra3,2% Provincia di Medio
Campidano2,4%
Provincia di Carbonia Iglesias
8,6%
Ripartizione provinciale della produzione di rifiuti CER 18.01* nel 2008
In Sardegna nel 2008 si è verificata una produzione di
“rifiuti dei reparti di maternità e rifiuti legati a diagnosi,
trattamento e prevenzione delle malattie negli esseri
umani”, ossia quelli appartenenti ai CER 18.01*, pari a
4.136.924 kg, (0,05% alla produzione tot RS)
Principali tipologie di rifiuto a smaltimento (100% smaltiti):
• CER 180103 “rifiuti che devono essere raccolti e
smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare
infezioni”: 95,5% dei flussi avviati a smaltimento;
• CER 180109 “medicinali diversi da quelli di cui alla
voce 180108”: 1,7% dei flussi avviati a smaltimento;
• CER 180106 “sostanze chimiche pericolose o
contenenti sostanze pericolose”: 1,1% dei flussi
avviati a smaltimento;
• CER 180108 “medicinali citotossici e citostatici”:
1,0% dei flussi avviati a smaltimento;
• Quote residuali (al di sotto dell’1% del totale dei
rifiuti sanitari smaltiti) per i CER 180107,
180104,180102
Le modalità di smaltimento fanno prevalentemente
ricorso dall’incenerimento a terra (operazione D10)
Scenario di Piano
172
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO -
rifiuti sanitari – Indicazioni per la gestione operativa
Obiettivi da normativa:
• prevenzione e riduzione delle quantità di rifiuti sanitari prodotte;
• diminuzione della loro pericolosità;
• reimpiego, riciclaggio e recupero se possibile
Azioni proposte dal PRGRS:
• La Regione intende adottare specifiche linee guida di
gestione previa istituzione di un apposito gruppo di lavoro
coordinato dal servizio regionale competente in materia di
gestione dei rifiuti.
Attualmente il CER 18.01* è per il il 100%
gestito in regione e sottoposto a
smaltimento.
Il reimpiego e il recupero dei rifiuti
sanitari, sono gli aspetti più delicati
Scenario di Piano
173
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO –
Rifiuti agricoli
Provincia di Cagliari50,7%
Provincia di Carbonia Iglesias
0,4%Provincia di Medio
Campidano0,0%
Provincia di Nuoro0,2%
Provincia di Ogliastra0,5%
Provincia di Olbia Tempio
0,6%
Provincia di Oristano47,6%
Provincia di Sassari0,0%
Ripartizione provinciale della produzione di rifiuti appartenenti ai CER 02.01.00 nel 2008
In Sardegna nel 2008 la produzione di “rifiuti prodotti da
agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e
pesca”, ossia quelli appartenenti ai CER 02.01*, è stata
pari a 11.230.175 kg, (0,15% alla produzione tot RS)
Le tipologie di rifiuti per le quali risulta dominante lo
smaltimento (100%) sul recupero sono:
• 020106: feci animali, urine e letame (comprese le
lettiere usate), effluenti, raccolti separatamente e
trattati fuori sito
• 020101 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia
• 020103 scarti di tessuti vegetali
• 020102 scarti di tessuti animali
Le criticità della gestione di tale tipologia di rifiuti sono:
• la capacità di intercettare il maggior quantitativo di
rifiuti prodotti da tali attività;
• il corretto avvio a destino finale con priorità per il
riciclo/recupero di materia
Scenario di Piano
174
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO -
rifiuti agricoli – Indicazioni per la gestione operativa
Obiettivi da normativa:
La Regione persegue l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti derivanti dalle
attività agricole al fine di avviarli al recupero e al corretto smaltimento, con
particolare riferimento ai rifiuti pericolosi.
Azioni proposte dal PRGRS:
Promozione di forme organizzative che coadiuvino le attività di gestione dei rifiuti
speciali agricoli prevenendo possibili forme di smaltimento incontrollato o non
idoneo e mirando al contenimento dei costi di gestione degli stessi – sottoscrizione
di specifici accordi con le imprese agricole, nonché con i piccoli imprenditori
agricoli per conferire i rifiuti speciali agricoli, pericolosi e non pericolosi:
• direttamente a piattaforme di conferimento debitamente autorizzate;
• presso un luogo di consegna concordato con la ditta che gestirà il servizio;
• con raccolta a domicilio presso la sede produttiva delle imprese agricole
attraverso la puntuale definizione delle modalità operative.
Scenario di Piano
175
Il PRGRS fornisce un inquadramento relativo alla gestione dei rifiuti
portuali e in particolare ai rifiuti prodotti dalle navi e i residui del
carico, soggetti a specifica pianificazione ai sensi del D.Lgs. 26 giugno
2003 n. 182
Il PRGRS fornisce le linee guida per la redazione dei suddetti piani (valide
anche per l’aggiornamento dei Piani già approvati) individuando già le principali
criticità connesse alla gestione di questi specifici rifiuti
La VAS del PRGRS è valida anche per i singoli Piani per la raccolta e gestione dei
rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico (artt. 11 e 12 Dlgs 152/06 e smi)
Piano di gestione dei rifiuti portuali
176
La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna
I rifiuti prodotti dalle navi sono classificati in:
• oil (Annesso I) rifiuti oleosi, fanghi, slops (acque di
lavaggio cisterne, residui dei carichi), residui oleosi
di macchina (acque di sentina, morchie etc.);
• noxious liquid substances (Annesso II) sostanze
liquide nocive trasportate da navi chimichiere
comprendenti i residui provenienti dal lavaggio delle
cisterne;
• harmful substances (Annesso III) sostanze nocive
trasportate non alla rinfusa che potrebbero originare
residui di carico;
• sewage (Annesso IV) acque nere ;
• garbage (Annesso V), rifiuti del tipo normalmente
prodotto dalla esigenza di vita dell’equipaggio di
bordo (plastica, materiale da imballaggio, rifiuti
alimentari etc.);
Gli altri rifiuti portuali, non considerati però nei piani di
gestione, sono (sempre sulla base della convenzione
MARPOL 73/78):
• rifiuti genericamente prodotti nell’area portuale, quali:
• i rifiuti indifferenziati;
• i rifiuti oggetto di raccolta differenziata.
• rifiuti derivanti dalla pulizia delle aree comuni e degli
specchi acquei portuali. 176
Piano di gestione dei rifiuti portuali
177
Attualmente non risulta possibile fornire dati aggiornati riguardo ai rifiuti prodotti, sia
perché i dati contenuti nei piani portuali risultano spesso poco attuali (per la maggior
parte dei porti si hanno dati risalenti al 2002-2004), sia perché gli anni di riferimento
non sono comunque gli stessi per tutti i porti. Attualmente molti Piani Portuali sono in
fase di aggiornamento.
Allo stato attuale delle conoscenze è possibile
dire che, con riferimento alla classificazione
dei rifiuti riportata precedentemente, i
principali rifiuti prodotti che è necessario
gestire nell’ambito dei porti sono:
• garbage (rifiuti assimilabili agli urbani);
• rifiuti “oil” (acque di sentina, fanghi, etc.),
- rifiuti speciali pericolosi;
• sewage (acque nere) rifiuti speciali non
pericolosi.
Solo in alcuni porti (quali Porto Torres,
Cagliari, Portovesme e, in generale i soli porti
industriali) si hanno harmful substances, cioè
sostanze nocive trasportate non alla rinfusa
che potrebbero originare residui di carico.
Rifiuti prodotti nel Porto di Porto Torres – anno 2004
TIPOLOGIA RIFIUTO 2004 - (t/a)
Rifiuti assimilabili agli urbani 914,16
Acque nere/fanghi 7.432
Residui del carico navi petroliere 2.265
Residui del carico navi chimichiere 1.419
Acque sentina 3.600
Rifiuti inceneriti 84
Scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione
21
Acque oleose di sentina 30
Piano di gestione dei rifiuti portuali
178
INDICE TIPO DI UN PIANO PORTUALE
Considerazioni introduttive
Obiettivi del Piano aggiornato
Analisi dei dati storici – rifiuti prodotti nel triennio
Analisi dei fabbisogni
Previsione dei volumi di servizio nel successivo triennio di validità del piano
Organizzazione del servizio
Regime autorizzativo e formulari
Sistema informativo integrato
Quadro dei costi di gestione
Capacità degli impianti portuali
Aspetti Tariffari
Linee guida per l’affidamento del servizio
Il rapporto di concessione
Piano di gestione dei rifiuti portuali
179
Il capitolo relativo ai criteri localizzativi ripropone quello di pari titolo
facente parte del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti – Sezione
Rifiuti Urbani (PRGRU), approvato con D.G.R. n.73/7 del 20/12/2008,
(riferimento: capitolo 11), dato che i criteri ivi individuati sono da
ritenersi validi sia per gli impianti di gestione dei rifiuti urbani sia per
quelli di gestione dei rifiuti speciali.
È stata introdotta un’unica variazione riguardante le modalità di
applicazione delle distanze dalle funzioni sensibili: infatti si precisa
che la tutela integrale di tale vincolo si applica solo alle operazioni D
e R1.
Si specifica, inoltre, che i criteri di localizzazione individuati devono
essere applicati anche per la realizzazione di nuovi impianti di
gestione rifiuti soggetti alla procedura ex artt. 214-216 del D.Lgs.
152/06 (procedura semplificata).
Criteri per le aree idonee
180
Azioni inerenti la
riduzione della
produzione e
pericolosità dei
rifiuti
favorire la formazione di
professionalità per la gestione di
strumenti innovativi di impresa; sostenere, attraverso incentivi e
finanziamenti, la ricerca e l’applicazione di nuove forme di tecnologie e gestione mirate alla riduzione della produzione dei rifiuti e della loro pericolosità, nonché al loro riciclo, riutilizzo o recupero di materia.
corsi di formazione a partecipazione volontaria
Azioni per
massimizzare l’invio
a recupero
sostegno ad attività di ricerca e la
promozione della sperimentazione
di specifici progetti di recupero e
di azioni dimostrative correlate a
specifici settori produttivi
sostegno regionale alla nascita e al
consolidamento sul territorio
regionale di attività economiche
che favoriscano il riciclaggio, il
riutilizzo e il recupero di materia
dai rifiuti
“acquisti verdi” nella Pubblica Amministrazione
Azioni attuative
181
Azioni volte
all’ottimizzazione
del sistema
gestionale
Il PRGRS ha disegnato
un sistema gestionale la
cui attuazione
consentirà il
conseguimento di
migliori prestazioni
grazie al maggior
ricorso al recupero di
materia, al recupero
energetico e alla
minimizzazione dello
smaltimento in
discarica
Attivazione di una molteplicità di azioni che
coinvolgono tutte le fasi gestionali dalla
produzione alle fasi di raccolta, dalle
operazioni preliminari ai successivi
trattamenti allo smaltimento finale.
Quali:
definizione di sistemi organizzativi locali
che consentano di ottimizzare la logistica
delle operazioni di raccolta differenziata,
trasporto e stoccaggio preliminare;
incentivazione, ove sostenibile dal punto di
vista tecnico-economico e ambientale, dello
sviluppo di impiantistica in grado di dar
risposta ai fabbisogni d’area, nel rispetto del
principio di prossimità;
controlli della qualità dei rifiuti in ingresso
agli impianti al fine di verificare il corretto
destino degli stessi;
adozione di misure tributarie al fine di
contenere il ricorso allo smaltimento in
discarica.
Azioni attuative
182
Azioni a sostegno della
corretta gestione di
specifici flussi
Rifiuti inerti da costruzioni
e demolizioni
Oli usati
R.A.E.E.
Veicoli fuori uso
Rifiuti contenenti amianto
Batterie esauste
Rifiuti sanitari
Rifiuti agricoli
Rifiuti da imballaggio
Indicazioni fornite nel § 13 del PRGRS
Azioni finalizzate a
perseguire l’integrazione
con le politiche per lo
sviluppo sostenibile
Sistemi di Gestione
Ambientale
promozione dell’impiego
nei settori produttivi delle
Migliori Tecniche
Disponibili al fine di
minimizzare gli effetti
ambientali delle stesse
prevede la firma di accordi di
programma con le associazioni
di categoria per promuovere
l’adesione a Sistemi di
Gestione Ambientale da parte
delle imprese e promozione di
corsi formativi alle imprese per
adozione BAT
Azioni attuative
183
UTENZE DIFFUSE
Sulla base delle analisi condotte nel PRGRS esposte nelle slide
precedenti, deriva un fabbisogno non soddisfatto pari a circa
250.000 mc, con margine di sicurezza per lo stoccaggio definitivo
di rifiuti speciali non pericolosi pari a 500.000 metri cubi.
RIFIUTI INERTI
le valutazioni dei fabbisogni portano a una stima di smaltimento in
discarica pari a circa 163.000 ÷ 225.000 t/a.
GRANDI PRODUTTORI
il Piano individua per ciascuno dei “grandi produttori” la necessità di
adozione di soluzioni gestionali che possano consentire
l’autonomia delle capacità di smaltimento per un periodo pari a non
oltre un decennio.
RIFIUTI DA BONIFICHE
Resta inteso che ai quantitativi definiti per le utenze diffuse
dovranno aggiungersi le nuove potenzialità impiantistiche
finalizzate a garantire il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti
provenienti dalle operazioni di bonifica dei terreni delle aree
industriali o minerarie (commisurate alla dimostrazione dell’effettivo
fabbisogno di trattamento / smaltimento).
SM
ALT
IME
NT
O I
N D
ISC
AR
ICA
Indirizzi gestionali per l’adeguamento del
sistema impiantistico
184
Per quanto riguarda l’incenerimento/recupero energetico (D10/R1) è stato
stimato per la fase a regime un fabbisogno compreso nell’intervallo 72.500
÷ 104.000 (di cui 17.500 ÷ 24.000 per rifiuti speciali pericolosi); a fronte di
tale dato il gestito nell’anno 2008 ammonta a circa 55.000 t..
Le capacità di trattamento oggi autorizzate (riferite a trattamento termico dei
rifiuti e coincenerimento) ammontano a circa 65.000 t/a; il dato dovrà essere
verificato nella fase autorizzativa, tuttavia risulta evidente un deficit delle
capacità di trattamento del sistema impiantistico regionale.
Opzioni gestionali di sicuro interesse sono le seguenti:
• incremento delle capacità di trattamento degli impianti attualmente
autorizzati;
• avvio a recupero energetico presso impianti non dedicati. IM
PIA
NT
I D
I T
RA
TTA
ME
NT
O T
ER
MIC
O
Indirizzi gestionali per l’adeguamento del
sistema impiantistico
185
IMPIANTI DI
DISCARICA
Le autorizzazioni alla realizzazione di nuove discariche di rifiuti
da utenze diffuse saranno commisurate al fabbisogno non
soddisfatto individuato dal Piano per il periodo di vigenza (6
anni), ovvero 500.000 mc da ripartire sul territorio regionale;
ciascuna nuova discarica, o ampliamento delle esistenti, per
rifiuti speciali da utenze diffuse non potrà saturare con le proprie
capacità di smaltimento più del 30% dell’intero fabbisogno
stimato dal presente Piano.
Le nuove discariche dedicate invece ai grandi flussi omogenei
dovranno essere di volumetria tale da garantire per non oltre 10
anni la copertura del fabbisogno del singolo flusso omogeneo.
Le autorizzazioni relative ai nuovi interventi prevederanno
clausole precise in merito alla accettabilità dei rifiuti.
Le nuove discariche per rifiuti inerti potranno essere autorizzate
solo in seguito alla verifica dell’assenza di impianti alternativi
(discarica o impianto di riciclaggio per inerti) nel raggio di 30
km.
Indirizzi gestionali – criteri per il rilascio delle
autorizzazioni
186
IMPIANTI DI
TRATTAMENTO
TERMICO E
RECUPERO
ENERGETICO
Le proposte di realizzazione di impianti potranno essere prese in esame
solo se supportate da apposite analisi delle possibilità offerte dall’attuale
sistema impiantistico e dal sistema industriale regionale.
Gli impianti saranno prioritariamente al servizio dei rifiuti prodotti in
ambito regionale.
ALTRE
TIPOLOGIE DI
IMPIANTI DI
TRATTAMENTO
Per le autorizzazioni al trattamento di cui alle operazioni D8 e D9, in
base alla verifica delle potenzialità residue dell’impiantistica esistente
costituirà elemento di indirizzo nel rilascio delle autorizzazioni la
copertura territoriale dei fabbisogni.
Ciascun intervento autorizzato non dovrà saturare più del 50% del
fabbisogno regionale.
Gli impianti dovranno essere preferibilmente localizzati nelle aree nord e
sud dell'isola.
Gli impianti saranno prioritariamente al servizio dei rifiuti prodotti in
ambito regionale
IMPIANTI DI
RECUPERO
Gli impianti di recupero di rifiuti con produzione di materia possono
riferirsi anche totalmente ad ambiti di conferimento extra-regionale,
purché la quantità annua di scarti non recuperabili dal trattamento e da
avviare allo stoccaggio definitivo in discariche per utenze diffuse sia di
entità poco significativa e comunque non superiore al 10% dei
quantitativi di rifiuti effettivamente trattati nell’impianto di recupero
Indirizzi gestionali – criteri per il rilascio delle
autorizzazioni