La Parte Quarta del D.Lgs 152/2006: la gestione dei rifiuti · R13 Messa in riserva di rifiuti per...

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Cagliari, 14 Giugno 2013 La Parte Quarta del D.Lgs 152/2006: la gestione dei rifiuti Relatore: Ing. Salvatore Pinna

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1 Cagliari, 14 Giugno 2013

La Parte Quarta del D.Lgs 152/2006:

la gestione dei rifiuti

Relatore: Ing. Salvatore Pinna

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Argomenti trattati

Alcuni richiami sulla normativa di riferimento

Piano Regionale di gestione dei rifiuti urbani approvato con

deliberazione di Giunta regionale n. 73/7 del 20.12.2008

Piano Regionale di gestione dei rifiuti speciali approvato

con deliberazione di Giunta regionale n. 50/17 del 21.12.2012

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Alcuni richiami

sulla normativa

di riferimento

Decreto legislativo n. 152/2006

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Definizioni: a) "rifiuto": qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore

si disfi o abbia l'intenzione o abbia l'obbligo di disfarsi;

b) "produttore di rifiuti": il soggetto la cui attività produce

rifiuti (produttore iniziale) o chiunque effettui operazioni di

pretrattamento, di miscelazione o altre operazioni che hanno

modificato la natura o la composizione di detti rifiuti;

c) "gestione": la raccolta, il trasporto, il recupero e lo

smaltimento dei rifiuti, compresi il controllo di tali operazioni

e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento,

nonché le operazioni effettuate in qualità di commerciante o

intermediario;

d) "raccolta": il prelievo dei rifiuti, compresi la cernita

preliminare e il deposito, ivi compresa la gestione dei centri

di raccolta, ai fini del loro trasporto in impianto di trattamento; 4

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Definizioni: e) "raccolta differenziata": la raccolta in cui un flusso di

rifiuti è tenuto separato in base al tipo ed alla natura dei rifiuti

al fine di facilitarne il trattamento specifico;

f) "preparazione per il riutilizzo": le operazioni di controllo,

pulizia, smontaggio e riparazione attraverso cui prodotti o

componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo

da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento;

g) "riutilizzo": qualsiasi operazione attraverso la quale

prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati

per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti;

h) "trattamento": operazioni di recupero o smaltimento,

inclusa la preparazione prima del recupero o dello

smaltimento;

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Definizioni: i) "recupero": qualsiasi operazione il cui principale risultato

sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile,

sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti

utilizzati per assolvere una particolare funzione o di

prepararli ad assolvere tale funzione, all'interno dell'impianto

o nell'economia in generale. L'allegato C della Parte IV del

decreto riporta un elenco non esaustivo di operazioni di

recupero;

l) "riciclaggio": qualsiasi operazione di recupero attraverso

cui i rifiuti sono trattati per ottenere prodotti, materiali o

sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per

altri fini. Include il trattamento di materiale organico ma non il

recupero di energia né il ritrattamento per ottenere materiali

da utilizzare quali combustibili o in operazioni di

riempimento; 6

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Definizioni: R1 Utilizzazione principalmente come combustibile o come altro mezzo per

produrre energia

R2 Rigenerazione/recupero di solventi

R3 Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi

(comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)

R4 Riciclaggio /recupero dei metalli e dei composti metallici

R5 Riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche

R6 Rigenerazione degli acidi o delle basi

R7 Recupero dei prodotti che servono a ridurre l'inquinamento

R8 Recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori

R9 Rigenerazione o altri reimpieghi degli oli

R10 Trattamento in ambiente terrestre a beneficio dell'agricoltura o dell'ecologia

R11 Utilizzazione di rifiuti ottenuti da una delle operazioni indicate da R1 a R10

R12 Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11

R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti

da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui

sono prodotti)

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Definizioni: m) "smaltimento": qualsiasi operazione diversa dal

recupero anche quando l'operazione ha come conseguenza

secondaria il recupero di sostanze o di energia. L'allegato B

alla Parte IV del decreto riporta un elenco non esaustivo

delle operazioni di smaltimento;

n) "stoccaggio": le attività di smaltimento consistenti nelle

operazioni di deposito preliminare di rifiuti di cui al punto D15

dell'allegato B alla Parte quarta del decreto, nonché le

attività di recupero consistenti nelle operazioni di messa in

riserva di rifiuti di cui al punto R13 dell'allegato C alla

medesima Parte quarta;

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Definizioni: D1 Deposito sul o nel suolo (ad esempio discarica).

D2 Trattamento in ambiente terrestre (ad esempio biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi

nei suoli).

D3 Iniezioni in profondità (ad esempio iniezioni dei rifiuti pompabili in pozzi, in cupole saline o

faglie geologiche naturali).

D4 Lagunaggio (ad esempio scarico di rifiuti liquidi o di fanghi in pozzi, stagni o lagune, ecc.).

D5 Messa in discarica specialmente allestita (ad esempio sistematizzazione in alveoli stagni,

separati, ricoperti o isolati gli uni dagli altri e dall'ambiente).

D6 Scarico dei rifiuti solidi nell'ambiente idrico eccetto l'immersione.

D7 Immersione, compreso il seppellimento nel sottosuolo marino.

D8 Trattamento biologico non specificato altrove nel presente allegato, che dia origine a

composti o a miscugli che vengono eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti

da D1 a D12.

D9 Trattamento fisico-chimico non specificato altrove nel presente allegato, che dia origine a

composti o a miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12

(ad esempio evaporazione, essiccazione, calcinazione, ecc.)

D10 Incenerimento a terra.

D11 Incenerimento in mare.

D12 Deposito permanente (ad esempio sistemazione di contenitori in una miniera).

D13 Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D12.

D14 Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D13.

D15 Deposito preliminare prima di uno delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14 (escluso il

deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti). 9

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Definizioni: o) "deposito temporaneo": il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima della

raccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti alle seguenti condizioni:

1) i rifiuti contenenti gli inquinanti organici persistenti devono essere depositati

nel rispetto delle norme tecniche che regolano lo stoccaggio e l'imballaggio dei

rifiuti contenenti sostanze pericolose;

2) i rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o di

smaltimento secondo una delle seguenti modalità alternative, a scelta del

produttore dei rifiuti: con cadenza almeno trimestrale, indipendentemente dalle

quantità in deposito; quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga

complessivamente i 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti

pericolosi. In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto

limite all'anno, il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un

anno;

3) il "deposito temporaneo" deve essere effettuato per categorie omogenee di

rifiuti e nel rispetto delle relative norme tecniche, nonché, per i rifiuti pericolosi,

nel rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in

essi contenute;

4) devono essere rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio e

l'etichettatura delle sostanze pericolose;

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Definizioni: p) "rifiuto biostabilizzato": rifiuto ottenuto dal trattamento

biologico aerobico o anaerobico dei rifiuti indifferenziati;

q) "compost di qualità": prodotto, ottenuto dal

compostaggio di rifiuti organici raccolti separatamente, che

rispetti i requisiti e le caratteristiche stabilite dal Decreto

legislativo 75/2010;

r) "centro di raccolta": area presidiata ed allestita per

l'attività di raccolta mediante raggruppamento differenziato

dei rifiuti urbani per frazioni omogenee conferiti dai detentori

per il trasporto agli impianti di recupero e trattamento;

s) "sottoprodotto": qualsiasi sostanza od oggetto che

soddisfa le condizioni di cui all'articolo 184-bis, comma 1, o

che rispetta i criteri stabiliti in base all'articolo 184-bis,

comma 2. 11

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Sottoprodotto: 1. È un sottoprodotto e non un rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto che

soddisfa tutte le seguenti condizioni:

a) è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte

integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza

od oggetto;

b) è certo che sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo

processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di

terzi;

c) può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento

diverso dalla normale pratica industriale;

d) l'ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l'oggetto soddisfa, per

l'utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la

protezione della salute e dell'ambiente e non porterà a impatti

complessivi negativi sull'ambiente o la salute umana.

2. Sulla base delle condizioni previste al comma 1, possono essere

adottate misure per stabilire criteri qualitativi o quantitativi da soddisfare

affinché specifiche tipologie di sostanze o oggetti siano considerati

sottoprodotti e non rifiuti. 12

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Esclusioni dall'ambito di applicazione: a) le emissioni costituite da effluenti gassosi emessi

nell'atmosfera e il biossido di carbonio catturato e trasportato

ai fini dello stoccaggio geologico e stoccato in formazioni

geologiche prive di scambio di fluidi con altre formazioni;

b) il terreno (in situ), inclusi il suolo contaminato non scavato

e gli edifici collegati permanentemente al terreno, fermo

restando quanto previsto dagli articoli 239 e seguenti

relativamente alla bonifica di siti contaminati;

c) il suolo non contaminato e altro materiale allo stato

naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia

certo che esso verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato

naturale e nello stesso sito in cui è stato escavato;

d) i rifiuti radioattivi;

e) i materiali esplosivi in disuso; 13

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Esclusioni dall'ambito di applicazione: f) le materie fecali, se non SOA, paglia, sfalci e potature, nonché altro

materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in

agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale

biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano

l'ambiente né mettono in pericolo la salute umana

g) le acque di scarico;

h) i sottoprodotti di origine animale, compresi i prodotti trasformati,

contemplati dal regolamento CE 1069/2009, eccetto quelli destinati

all'incenerimento, allo smaltimento in discarica o all'utilizzo in un

impianto di produzione di biogas o di compostaggio;

i) le carcasse di animali morti per cause diverse dalla macellazione,

compresi gli animali abbattuti per eradicare epizoozie, e smaltite in

conformità del regolamento CE 1069/2009;

l) i rifiuti risultanti dalla prospezione, dall'estrazione, dal trattamento,

dall'ammasso di risorse minerali o dallo sfruttamento delle cave, di

cui al D.Lgs. n. 117/2008. 14

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Principi della gestione dei rifiuti:

• la gestione dei rifiuti é attività di pubblico interesse.

• principio comunitario “chi inquina paga”.

• gestione integrata dei rifiuti – criteri di priorità (tenendo

conto degli impatti sanitari, sociali ed economici, ivi

compresa la fattibilità tecnica e la praticabilità

economica):

a) prevenzione;

b) preparazione per il riutilizzo;

c) riciclaggio (recupero di materia);

d) recupero di altro tipo (es. il recupero di energia);

e) smaltimento.

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Principi della gestione dei rifiuti:

Per le frazioni di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata

destinati al riciclaggio ed al recupero è sempre ammessa la

libera circolazione sul territorio nazionale

Lo smaltimento dei rifiuti è effettuato in condizioni di

sicurezza e costituisce la fase residuale della gestione dei

rifiuti, previa verifica, da parte della competente autorità,

della impossibilità tecnica ed economica di esperire le

operazioni di recupero.

È vietato smaltire i rifiuti urbani non pericolosi in Regioni

diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, fatti salvi

eventuali accordi regionali o internazionali, qualora gli aspetti

territoriali e l'opportunità tecnico economica di raggiungere

livelli ottimali di utenza servita lo richiedano. 16

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Principi della gestione dei rifiuti:

Nel rispetto delle prescrizioni contenute nel decreto

legislativo 11 maggio 2005, n. 133 (incenerimento), la

realizzazione e la gestione di nuovi impianti possono

essere autorizzate solo se il relativo processo di

combustione garantisca un elevato livello di recupero

energetico.

Le attività di smaltimento in discarica dei rifiuti sono

disciplinate secondo le disposizioni del decreto

legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, di attuazione della

direttiva 1999/31/Ce.

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Principi della gestione dei rifiuti:

Lo smaltimento dei rifiuti ed il recupero dei rifiuti urbani non

differenziati sono attuati con il ricorso ad una rete integrata ed

adeguata di impianti, tenendo conto delle migliori tecniche

disponibili e del rapporto tra i costi e i benefici complessivi, al

fine di:

a) realizzare l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani

non pericolosi e dei rifiuti del loro trattamento in ambiti territoriali

ottimali;

b) permettere lo smaltimento dei rifiuti ed il recupero dei rifiuti

urbani indifferenziati in uno degli impianti idonei più vicini ai

luoghi di produzione o raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei

rifiuti stessi, tenendo conto del contesto geografico o della

necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti.

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Principi della gestione dei rifiuti:

La raccolta separata dei rifiuti organici deve essere effettuata

con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti

compostabili certificati a norma Uni En 13432-2002.

Ai fini di quanto sopra, le Regioni e le Province autonome, i

Comuni e gli Ato, ciascuno per le proprie competenze, adottano

misure volte a incoraggiare:

a) la raccolta separata dei rifiuti organici;

b) il trattamento dei rifiuti organici in modo da realizzare un livello

elevato di protezione ambientale;

c) l'utilizzo di materiali sicuri per l'ambiente ottenuti dai rifiuti

organici, ciò al fine di proteggere la salute umana e l'ambiente.

CIC

L’Accordo Regionale col CIC per il recupero del compost

(2011)

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Classificazione:

• secondo l'origine: rifiuti urbani e rifiuti speciali;

• secondo le caratteristiche di pericolosità: rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi.

Sono rifiuti urbani:

a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di

civile abitazione;

b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui

alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'articolo 198,

comma 2, lettera g);

c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade;

d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o

sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge

marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua;

e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;

f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da

attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e). 20

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Classificazione:

Sono rifiuti speciali:

a) i rifiuti da attività agricole e agro-industriali;

b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano

dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall'articolo 184-bis;

c) i rifiuti da lavorazioni industriali;

d) i rifiuti da lavorazioni artigianali;

e) i rifiuti da attività commerciali;

f) i rifiuti da attività di servizio;

g) i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla

potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue

e da abbattimento di fumi;

h) i rifiuti derivanti da attività sanitarie.

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Oneri dei produttori e dei detentori 1. Gli oneri relativi alle attività di smaltimento sono a carico del

detentore che consegna i rifiuti ad un raccoglitore autorizzato o

ad un soggetto che effettua le operazioni di smaltimento,

nonché dei precedenti detentori o del produttore dei rifiuti.

2. Il produttore o detentore dei rifiuti speciali assolve i propri

obblighi con le seguenti priorità:

a) autosmaltimento dei rifiuti;

b) conferimento dei rifiuti a terzi autorizzati;

c) conferimento dei rifiuti ai soggetti che gestiscono il servizio

pubblico di raccolta dei rifiuti urbani, con i quali sia stata

stipulata apposita convenzione;

d) utilizzazione del trasporto ferroviario di rifiuti pericolosi per

distanze superiori a trecentocinquanta chilometri e quantità

eccedenti le venticinque tonnellate;

e) esportazione dei rifiuti con le modalità previste dall'articolo

194. 22

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Oneri dei produttori e dei detentori 3. La responsabilità del detentore per il corretto recupero o

smaltimento dei rifiuti è esclusa:

a) in caso di conferimento dei rifiuti al servizio pubblico di

raccolta;

b) in caso di conferimento dei rifiuti a soggetti autorizzati alle

attività di recupero o di smaltimento, a condizione che il

detentore abbia ricevuto il formulario di cui all'articolo 193

controfirmato e datato in arrivo dal destinatario entro tre mesi

dalla data di conferimento dei rifiuti al trasportatore, ovvero alla

scadenza del predetto termine abbia provveduto a dare

comunicazione alla Provincia della mancata ricezione del

formulario. Per le spedizioni transfrontaliere di rifiuti tale

termine è elevato a sei mesi e la comunicazione è effettuata

alla Regione.

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Tracciabilità - Catasto rifiuti Oltre i soggetti istituzionali responsabili del servizio di

gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati,

chiunque effettua a titolo professionale attività di

raccolta e trasporto di rifiuti, i commercianti e gli

intermediari di rifiuti senza detenzione, le imprese e gli

enti che effettuano operazioni di recupero e di

smaltimento di rifiuti, i Consorzi istituiti per il recupero

ed il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti, nonché le

imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti pericolosi e

le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti non

pericolosi di cui all'articolo 184, comma 3, lettere c), d)

e g), comunicano annualmente alle camere di

commercio territorialmente competenti, le quantità e le

caratteristiche qualitative dei rifiuti oggetto delle attività. 24

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Tracciabilità - Registri carico/scarico

I soggetti di cui all'articolo 189, comma 3 hanno

l'obbligo di tenere un registro di carico e scarico su

cui devono annotare le informazioni sulle

caratteristiche qualitative e quantitative dei rifiuti, da

utilizzare ai fini della comunicazione annuale al

Catasto.

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Tracciabilità - Formulario

Durante il trasporto i rifiuti sono accompagnati da un formulario di

identificazione dal quale devono risultare almeno i seguenti dati:

a) nome ed indirizzo del produttore e del detentore;

b) origine, tipologia e quantità del rifiuto;

c) impianto di destinazione;

d) data e percorso dell'istradamento;

e) nome ed indirizzo del destinatario.

Il formulario di identificazione deve essere redatto in quattro

esemplari, compilato, datato e firmato dal produttore o dal

detentore dei rifiuti e controfirmato dal trasportatore. Una copia

del formulario deve rimanere presso il produttore o il detentore e

le altre tre, controfirmate e datate in arrivo dal destinatario, sono

acquisite una dal destinatario e due dal trasportatore, che

provvede a trasmetterne una al detentore. Le copie del formulario

devono essere conservate per cinque anni. 26

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SISTRI (DM 20.3.2013)

• Per i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi

con più di dieci dipendenti e per gli enti e le

imprese che gestiscono rifiuti speciali pericolosi,

individuati all'articolo 3 comma 1, lettere c), d),

e), f) g), h), del decreto del Ministro

dell'ambiente e della tutela del territorio e del

mare del 18 febbraio 2011, n. 52, e successive

modifiche ed integrazioni, il termine iniziale di

operatività del Sistri è fissato al 1 ottobre 2013.

• Per gli altri enti o imprese obbligati all'iscrizione

al Sistri il termine iniziale di operatività è fissato

al 3 marzo 2014. 27

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L.R. 12 giugno 2006 n. 9 (Conferimento di funzioni e compiti agli EE. LL.)

Stabilisce che la Provincia:

• concorra alla predisposizione dei piani regionali di gestione e smaltimento rifiuti;

• predisponga i piani di gestione, qualora gli ATO coincidano con la Provincia;

• approvi i progetti ed autorizzi la realizzazione degli impianti;

• autorizzi l’esercizio delle attività di gestione dei rifiuti;

• autorizzi la costruzione e l’esercizio degli impianti di ricerca e sperimentazione;

• Individui le azioni di promozione e di incentivazione delle attività di riutilizzo e

recupero dei rifiuti, nell’ambito di propria competenza.

Sono, invece, di competenza della Regione:

1. la redazione, sentiti i comuni e le province, dei piani regionali di gestione dei rifiuti;

2. la programmazione della spesa sulla base della pianificazione regionale;

3. la predisposizione di norme regolamentari nell'ambito previsto dalle normative statali;

4. azioni di promozione e di incentivazione delle attività di riutilizzo e recupero dei rifiuti;

5. la definizione annuale dell'entità del tributo per il deposito in discarica (legge 28

dicembre 1995, n. 549) dei rifiuti e la riscossione del relativo tributo;

6. la costituzione del fondo per gli interventi ambientali.

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Competenze dei Comuni:

I Comuni concorrono, nell'ambito degli ambiti territoriali ottimali e con le

modalità ivi previste, alla gestione dei rifiuti urbani ed assimilati. Sino all'inizio

delle attività del soggetto aggiudicatario della gara ad evidenza pubblica indetta

dall'autorità d'ambito, i Comuni continuano la gestione dei rifiuti urbani e dei

rifiuti assimilati avviati allo smaltimento in regime di privativa.

I Comuni concorrono a disciplinare la gestione dei rifiuti urbani con appositi

regolamenti (DGR 19/44 del 14.5.2013) che in coerenza con i piani d'ambito

stabiliscono in particolare:

a) misure per la tutela igienico-sanitaria nelle fasi della gestione dei rifiuti urbani;

b) modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani;

c) modalità di conferimento, RD e trasporto dei rifiuti urbani ed assimilati per garantire

una distinta gestione delle diverse frazioni e promuovere il recupero;

d) norme atte a garantire una distinta ed adeguata gestione dei rifiuti urbani pericolosi

e dei rifiuti da esumazione ed estumulazione;

e) misure necessarie ad ottimizzare le forme di conferimento, raccolta e trasporto dei

rifiuti primari di imballaggio in sinergia con altre frazioni merceologiche, fissando

standard minimi da rispettare;

f) modalità di esecuzione della pesata dei rifiuti urbani prima di inviarli a trattamento;

g) l'assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti

urbani, secondo i criteri statali.

I Comuni sono tenuti a fornire alla Regione, alla Provincia ed alle autorità d'ambito

tutte le informazioni sulla gestione dei rifiuti urbani da esse richieste. 29

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Contenuti del Piano regionale di gestione dei rifiuti L'analisi della gestione dei rifiuti esistente nell'ambito geografico interessato, le misure da

adottare per migliorare l'efficacia ambientale delle diverse operazioni di gestione dei rifiuti, nonché

una valutazione del modo in cui i piani contribuiscono all'attuazione degli obiettivi e delle

disposizioni del decreto.

a) tipo, quantità e fonte dei rifiuti prodotti all'interno del territorio, suddivisi per ambito territoriale

ottimale per quanto riguarda i rifiuti urbani, rifiuti che saranno prevedibilmente spediti da o verso il

territorio nazionale e valutazione dell'evoluzione futura dei flussi di rifiuti, nonché la fissazione degli

obiettivi di raccolta differenziata da raggiungere a livello regionale, fermo restando quanto disposto

dall'articolo 205;

b) i sistemi di raccolta dei rifiuti e impianti di smaltimento e recupero esistenti, inclusi eventuali

sistemi speciali per oli usati, rifiuti pericolosi o flussi di rifiuti disciplinati da una normativa

comunitaria specifica;

c) una valutazione della necessità di nuovi sistemi di raccolta, della chiusura degli impianti esistenti

per i rifiuti, di ulteriori infrastrutture per gli impianti per i rifiuti in conformità del principio di

autosufficienza e prossimità e se necessario degli investimenti correlati;

d) informazioni sui criteri di riferimento per l'individuazione dei siti e la capacità dei futuri impianti di

smaltimento o dei grandi impianti di recupero, se necessario;

e) politiche generali di gestione dei rifiuti, incluse tecnologie e metodi di gestione pianificata dei

rifiuti, o altre politiche per i rifiuti che pongono problemi particolari di gestione;

f) la delimitazione di ogni singolo ambito territoriale ottimale sul territorio regionale, nel rispetto delle

linee guida statali; 30

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Contenuti del Piano regionale di gestione dei rifiuti g) il complesso delle attività e dei fabbisogni degli impianti necessari a garantire la gestione dei

rifiuti urbani secondo criteri di trasparenza, efficacia, efficienza, economicità e autosufficienza della

gestione dei rifiuti urbani non pericolosi all'interno di ciascuno degli ambiti territoriali ottimali di cui

all'articolo 200, nonché ad assicurare lo smaltimento e il recupero dei rifiuti speciali in luoghi

prossimi a quelli di produzione al fine di favorire la riduzione della movimentazione di rifiuti;

h) la promozione della gestione dei rifiuti per ambiti territoriali ottimali, attraverso strumenti quali

una adeguata disciplina delle incentivazioni, prevedendo per gli ambiti più meritevoli, tenuto conto

delle risorse disponibili a legislazione vigente, una maggiorazione di contributi; a tal fine le Regioni

possono costituire nei propri bilanci un apposito fondo;

i) la stima dei costi delle operazioni di recupero e di smaltimento dei rifiuti urbani;

l) i criteri per l'individuazione, da Parte delle Province, delle aree non idonee alla localizzazione

degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti nonché per l'individuazione dei luoghi o impianti

adatti allo smaltimento dei rifiuti, nel rispetto dei criteri statali

m) le iniziative volte a favorire, il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero dai rifiuti di materiale ed

energia, ivi incluso il recupero e lo smaltimento dei rifiuti che ne derivino;

n) le misure atte a promuovere la regionalizzazione della raccolta, della cernita e dello smaltimento

dei rifiuti urbani;

o) la determinazione, nel rispetto delle norme tecniche statali, di disposizioni speciali per specifiche

tipologie di rifiuto;

p) le prescrizioni in materia di prevenzione e gestione degli imballaggi e rifiuti di imballaggio; 31

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Contenuti del Piano regionale di gestione dei rifiuti q) il programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica di cui all'articolo 5

del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36;

r) un programma di prevenzione della produzione dei rifiuti, elaborato sulla base del programma

nazionale di prevenzione dei rifiuti, che descriva le misure di prevenzione esistenti e fissi ulteriori

misure adeguate. Il programma fissa anche gli obiettivi di prevenzione. Le misure e gli obiettivi

sono finalizzati a dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione

dei rifiuti. Il programma deve contenere specifici parametri qualitativi e quantitativi per le misure di

prevenzione al fine di monitorare e valutare i progressi realizzati, anche mediante la fissazione di

indicatori. (deliberazione di Giunta regionale n. 49/29 del 7.12.2011)

32

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Autorizzazioni Articolo 208

Autorizzazione unica per i nuovi impianti di

smaltimento e di recupero dei rifiuti

DGR 14/32 del 4.4.2012

Articolo 216 Operazioni di recupero

DM 5.2.1998 - DM 12.6.2002 n. 161

Articolo 191 Ordinanze contingibili e urgenti e poteri

sostitutivi

33

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Autorizzazioni

Articolo 212 – (DM 406/1998)

Albo nazionale gestori ambientali: Categoria 1: raccolta e trasporto di rifiuti urbani e assimilati;

Categoria 4: raccolta e trasporto di rifiuti speciali non pericolosi

prodotti da terzi;

Categoria 5: raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi;

Categoria 8: intermediazione e commercio di rifiuti;

Categoria 9: bonifica di siti;

Categoria 10: bonifica di siti e beni contenenti amianto.

I produttori iniziali di rifiuti non pericolosi che effettuano operazioni

di raccolta e trasporto dei propri rifiuti, nonché i produttori iniziali di

rifiuti pericolosi che effettuano operazioni di raccolta e trasporto

dei propri rifiuti pericolosi in quantità non eccedenti trenta

chilogrammi o trenta litri al giorno.

34

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Autorizzazioni

Articolo 212

L'iscrizione all'Albo è requisito per lo svolgimento

delle attività di raccolta e trasporto di rifiuti, di

bonifica dei siti, di bonifica dei beni contenenti

amianto, di commercio ed intermediazione dei

rifiuti senza detenzione dei rifiuti stessi.

L'iscrizione deve essere rinnovata ogni cinque

anni e costituisce titolo per l'esercizio delle attività

di raccolta, di trasporto, di commercio e di

intermediazione dei rifiuti; per le altre attività

l'iscrizione abilita allo svolgimento delle attività

medesime.

35

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Misure per incrementare la raccolta

differenziata:

In ogni ATO deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani

pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti:

a) almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006;

b) almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008;

c) almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012.

La frazione organica umida separata fisicamente dopo la raccolta e finalizzata

al recupero complessivo tra materia ed energia, non contribuisce.

Nel caso in cui a livello di ambito territoriale ottimale non siano conseguiti gli

obiettivi minimi previsti è applicata un'addizionale del 20% al tributo di

conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell'autorità d'ambito, che ne

ripartisce l'onere tra quei Comuni del proprio territorio che non abbiano

raggiunto le percentuali previste.

La legge finanziaria 2007 – legge 27.12.2006, n. 296

a) almeno il 40% entro il 31 dicembre 2007;

b) almeno il 50% entro il 31 dicembre 2009;

c) almeno il 60% entro il 31 dicembre 2011. 36

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Metodo di calcolo della raccolta differenziata: Non essendo stato stabilito dalla normativa statale un metodo ufficiale, utile

riferimento è la procedura adottata dall’ISPRA nei Rapporti annuali per

omogeneizzare i dati provenienti dalle regioni.

L’ISPRA ha adottato un metodo che ricomprende i rifiuti pericolosi di origine

domestica (pile, batterie, farmaci, beni durevoli, vernici,….) che, destinati al

trattamento ai fini del corretto smaltimento finale, vengono raccolti in via

differenziata per la diminuzione della pericolosità dei rifiuti urbani e una corretta

gestione del rifiuto residuale.

Il nuovo Piano individua le seguenti modalità di calcolo:

la percentuale di R.D. va riferita alle quantità originate dai sistemi di

raccolta selettiva di frazioni merceologiche che possono essere finalizzate

al recupero e riciclaggio e che necessitano solo di operazioni di

trattamento semplificato per acquisire valore aggiunto sul mercato;

pertanto non devono essere computati, in detrazione, eventuali scarti degli

impianti di selezione e purificazione;

non vanno considerati i materiali di costruzione e demolizione, anche

provenienti da piccole ristrutturazioni domestiche, in quanto catalogati

rifiuti speciali all’origine;

non vanno considerati i rifiuti dalla pulizia dei litorali e da spazzamento; 37

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Metodo di calcolo della raccolta differenziata: Il nuovo Piano individua le seguenti modalità di calcolo:

non vanno considerati i rifiuti ingombranti destinati allo smaltimento finale

in discarica, mentre rientrano i rifiuti ingombranti destinati a recupero di

materia e alla valorizzazione energetica;

vanno considerati i rifiuti pericolosi di origine domestica avviati al

trattamento;

non fanno parte della RD i rifiuti speciali non assimilati e non assimilabili

agli urbani e le frazioni merceologiche omogenee la cui raccolta non viene

effettuata direttamente dal gestore dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani;

non fanno parte i quantitativi derivanti dalla pratica del compostaggio

domestico, che si configura come attività di riduzione alla fonte dei rifiuti.

La Formula di calcolo pertanto diventa la seguente

% RD =

Dove:

= somma del peso di tutte le frazioni oggetto di raccolta differenziata;

RU = rifiuti indifferenziati (CER 200301) + rifiuti ingombranti non avviati a

recupero (CER 200307) + rifiuti dalla pulizia delle strade (CER 200303).

100)(

RURD

RD

RD

38

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Metodo di calcolo della raccolta differenziata: Concorrono al calcolo, in via non esaustiva, le seguenti frazioni merceologiche:

Sostanza Organica / CER 200108-200302-200201 (rifiuti di cucina, rifiuti di mercati,

rifiuti di giardini)

Vetro ed imballaggi in vetro / CER 150107-200102

Carta/Cartone ed imballaggi in carta-cartone / CER 150101- 200101

Plastiche ed imballaggi in plastica / CER 150102-200139

Ingombranti al recupero o al trattamento / CER 200307

Frigoriferi / CER 200123

Altre Apparecchiature Fuori Uso / CER 200135-200136 (Lavatrici-Computer,..)

Imballaggi in metallo (latte/barattoli) / CER 150104

Altri metalli / CER 200140

Tessili - abbigliamento e imballaggi in materiale tessile / CER 200110-200111

Legno e Imballaggi in legno / CER 150103-200137-200138

Imballaggi misti / CER 150106

Pile e Batterie / CER 200133-200134

Farmaci CER / 200131-200132

Contenitori T/F / CER 150110-150111

Oli e grassi / CER 200125-200126

Altri purché provenienti da attività domestiche ed avviati a recupero o trattamento

39

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Riciclaggio e recupero dei rifiuti

Al fine di promuovere il riciclaggio di alta qualità e di soddisfare i necessari

criteri qualitativi per i diversi settori del riciclaggio, sulla base delle indicazioni

fornite dal Ministero dell'ambiente, le Regioni stabiliscono i criteri con i quali i

Comuni provvedono a realizzare la raccolta differenziata in conformità a quanto

previsto dall'articolo 205.

Le autorità competenti realizzano, altresì, entro il 2015 la raccolta differenziata

almeno per la carta, metalli, plastica e vetro, e ove possibile, per il legno,

nonché adottano le misure necessarie per conseguire i seguenti obiettivi:

a) entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali,

come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici, e

possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a

quelli domestici, sarà aumentata complessivamente almeno al 50% in termini di

peso;

b) entro il 2020 la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di

recupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti

in sostituzione di altri materiali, di rifiuti da costruzione e demolizione non

pericolosi, escluso il materiale allo stato naturale definito alla voce 17 05 04

dell'elenco dei rifiuti, sarà aumentata almeno al 70 per cento in termini di peso. 40

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Altre norme di settore

• Decreto Presidente Repubblica 13.3.2013 n. 59 (AUA)

• Decreto Ministero Ambiente 10.8.2012 n. 161 (TRS)

• Decreto Ministero Ambiente 11.4.2011 n. 82 (PFU)

• Decreto Ministero Ambiente 8.4.2008 (Ecocentri) – Circolare 27.7.2009

• Decreto Legislativo 20.11.2008 n. 188 (Pile)

• Decreto Legislativo 25.7.2005 n. 151 (RAEE) • Decreto Presidente Repubblica 15.7.2003 n. 254

(sanitari) • Decreto Legislativo 24.6.2003 n. 209 (VFU) • Decreto Legislativo 24.7.2003 n. 182 (Porti) • Decreto Legislativo 27.2.1992 n. 99 (Fanghi) – DGR

32/71 del 15.9.2010 41

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Consorzi:

COREVE (vetro)

COREPLA (plastica)

COMIECO (carta e cartone)

CIAL (alluminio)

CNA (acciaio)

RILEGNO (legno)

L’Accordo Regionale col CONAI per la gestione dei

rifiuti di imballaggio (2003)

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Piano Regionale

di gestione

dei rifiuti urbani

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Piano regionale di gestione dei rifiuti – Sezione rifiuti urbani

Approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 57/2 del 17.12.1998

Piano Regionale di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio approvato

con deliberazione della Giunta Regionale n. 29/13 del 29.8.2002;

Programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica

approvato con deliberazione di Giunta Regionale n. 22/50 del 13.5.2004.

Aggiornamento approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 73/7 del

20.12.2008

Gestione integrata dei rifiuti: Si articola in 4 fasi; nell’ordine di priorità:

1) interventi per ridurre produzione e pericolosità dei rifiuti (principio di prevenzione);

2) recupero di materiali da rifiuti o allontanamento di frazioni pericolose, da trattare in

modo separato, tramite prioritaria separazione alla fonte da parte di produttori di rifiuti;

3) trattamento di rifiuto residuale, prioritariamente per i recuperi di materiali e poi

energia;

4) smaltimento, a valle di trattamenti e come ultima opzione, mediante stoccaggio

definitivo in discarica di frazioni non più recuperabili o valorizzabili energeticamente e

solo di frazioni selezionate o pretrattate in una forma considerata “inerte”.

La piena attuazione dei primi due anelli della “gerarchia della gestione integrata”,

permette di minimizzare la quantità e migliorare la qualità dei rifiuti da destinare agli

impianti di trattamento/smaltimento a valle. 44

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Gestione integrata dei rifiuti:

La prevenzione della produzione dei rifiuti coinvolge aspetti di più vasto respiro

rispetto all’ottica regionale (ampliamento vita dei prodotti o realizzazione di beni

che producano minori quantità di rifiuti a fine vita), ma anche aspetti in cui

un’azione indiretta regionale può essere incisiva (orientamento scelte dei

consumatori verso prodotti e servizi che generano meno rifiuti, che li

responsabilizzino nel gestire in prima persona i rifiuti; verso il riutilizzo di

imballaggi usati, verso l’uso di materiali da imballaggi riciclati e recuperati).

Nell’ambito dell’attività di recupero, sono prioritari i principi comunitari della

separazione alla fonte e del trattamento biologico di rifiuti biodegradabili, in

particolare quelli a maggiore grado di putrescibilità, con un recupero che

rappresenti una risorsa per l’agricoltura (per lo specifico della Sardegna,

l’apporto di sostanza organica contribuisce alla lotta alla desertificazione ed a

migliorare la qualità dei suoli col mantenimento o il ripristino delle proprietà

chimiche, fisiche e biologiche che determinano la fertilità).

Anche in presenza di un comparto industriale regionale del recupero del

materiale di imballaggio poco sviluppato, l’implementazione della separazione

alla fonte di queste frazioni va favorita, con l’ausilio CONAI, come base per

l’auspicato sviluppo nel tempo del settore del recupero degli imballaggi anche

sul territorio regionale. 45

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Gestione integrata dei rifiuti: L’opzione della valorizzazione energetica del “non riciclabile” va razionalizzata, mediante

impianti dedicati o nei settori industriali esistenti di produzione energetica a maggior

richiesta di frazioni combustibili, in accordo con le normative comunitarie che vietano nel

tempo lo smaltimento in discarica di frazioni di rifiuto ad elevato PCI e di frazioni

biodegradabili ”secche” (cellulosici), ed in coerenza con il PEAR.

La razionalizzazione del recupero di materia va perseguita anche nell’ambito del

trattamento del “non riciclabile”, favorendo la collocazione, nell’ambito industriale o dei

recuperi ambientali, dei prodotti di scarto (scorie, biostabilizzato).

La riduzione del flusso di rifiuto indifferenziato da collocare in discarica va

accompagnato con lo smaltimento di rifiuti che, a seguito di adeguato pre-trattamento,

comportano la produzione di emissioni nell'aria, nell'acqua e nel terreno, di minor livello

e durata rispetto a quelle delle discariche tradizionali per tal quali: dovranno essere

realizzate solo discariche per rifiuti trattati, secondo i dettati comunitari, caratterizzate da

un minore grado di pericolosità per l’ambiente.

Nelle azioni di orientamento della gestione integrata, va infine inclusa quella di

minimizzazione della presenza sul territorio regionale di impianti di termovalorizzazione

(taglia superiore a 30 MWt e rendimento superiore al 20%) e di stoccaggio finale in

discarica del rifiuto residuale proveniente dalle attività di R.D. (scarti di processo,

spazzamento stradale) alle discariche di servizio. 46

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Il ruolo delle raccolte differenziate: La raccolta è il cardine della pianificazione regionale per programmare le operazioni di

recupero, trattamento e smaltimento. La raccolta da utenze domestiche e specifiche va

adeguatamente progettata, studiando le caratteristiche e le fonti produttive comunali.

La domanda delle popolazioni e le norme comunitarie per superare lo smaltimento di tal

quali e per lo sviluppo del recupero, impongono di privilegiare sistemi di raccolta che

responsabilizzino i cittadini e li rendano partecipi di una gestione dei rifiuti

ambientalmente corretta, superando la passività del “cassonetto” stradale non presidiato

e il concetto di raccolta indifferenziata (che ha avuto meriti anni fa nell’affrontare risvolti

igienico-sanitari), conseguendo una raccolta differenziata che permetta di: rispettare i

requisiti di qualità di materiali suscettibili di recupero di materia o energia, ottenere

frazioni “residuali” inerti, minimizzare i materiali da smaltire, orientare le scelte del

consumatore verso beni a minor produzione di rifiuti, e minimizzare conferimenti

impropri nel circuito degli urbani di rifiuti di altra natura, in particolare pericolosa.

Ciò non si traduce in sistemi di raccolta identici nel territorio regionale, ma va perseguita

l’attivazione di sistemi di “raccolta differenziata integrale”, costituiti da circuiti dedicati,

prioritariamente di tipo domiciliare, per le varie frazioni di rifiuto sia a matrice secca che

umida, da tarare in funzione dell’assetto territoriale del comprensorio, gli unici

intrinsecamente in grado di indurre comportamenti virtuosi.

Al fine di garantire un completo coinvolgimento delle popolazioni in fase di progettazione

e attivazione delle RD va privilegiata l’adozione dei processi di Agenda 21 e in

generale di governance territoriale. 47

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Principi e obiettivi generali di Piano

La gestione integrata dei rifiuti urbani

Rispetto degli obiettivi del Protocollo di Kyoto

L’organizzazione per Ambiti Territoriali Ottimali

Responsabilizzazione degli attori di sistema

Prevenzione

Raccolta differenziata

Recupero

Trattamento

Smaltimento del residuale

Cittadini

Comuni →Enti Locali Consortili

Province

Regione →Autorità d’Ambito

48

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Vincoli normativi di riferimento

Raccolta differenziata al 65% entro il 2012 in ciascun

Ambito Territoriale Ottimale (D. Lgs. n. 152/2006)

Gestione per Ambiti Territoriali Ottimali (D. Lgs. n.

152/2006)

Divieto di conferimento in discarica di rifiuti tal quali

(D. Lgs. n. 36/2003)

Divieto di conferimento in discarica di rifiuti ad alto

potere calorifico, > 13.000 kJ/kg (D. Lgs. n. 36/2003) 49

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Produzione dei rifiuti urbani - 2011

420.451 ton indifferenziato

52,9 %

374.484 ton differenziato

47,1%

794.935,45 ton.

37.712 ton produzione fluttuanti

475 kg/ab/anno

(totali)

429 kg/ab/anno

(residenti)

Produzione pro-capite annua

50

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Produzione rifiuti urbani per Province

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Produzione rifiuti urbani – Dati storici (ton/a)

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Destinazione rifiuti urbani

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Destinazione rifiuti urbani

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Andamento delle destinazioni (%)

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Raccolta differenziata per Province

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Raccolta differenziata per Comuni

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Pro-capite materiali raccolta differenziata

Frazio

ne

organi

ca

Vetro Carta Plasti

ca Metall

o Legno RAEE

Proca

pite

RD

Totale

RAS 2011 118,3 33,8 43,5 14,3 4,0 (1) 1,6 5,9 223,6

nord Italia

2010 98,1 41,8 65,3 15,7 7,6 18,3 5,4 261,9

centro Italia

2010 53,4 20,2 58,7 8,05 4,7 10,1 4,2 166,3

sud Italia

2010 39,4 18,0 26,2 5,3 2,4 3,1 2,5 105,0

Totale Italia

2010 69,1 29,3 50,5 10,7 5,2 11,4 4,2 188,9

Migliore

perfomanc

e

regionale

2010

127,9

(Venet

o)

48,0

(Venet

o)

83,3

(Emilia

Roma

gna)

23,0

(Emilia

Roma

gna)

17.2

(Valle

d’Aost

a)

28,2

(Emilia

Roma

gna)

7,6

(Friuli

V.

Giulia)

322,6

(Emilia

Roma

gna) 59

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Pro-capite materiali raccolta differenziata

Frazion

e

organic

a

Vetro Carta/

Cartone Plastich

e Legno

Procapi

te RD

Obbiettivi del piano

regionale sui rifiuti

per l'anno 2012 130 36 70 35 15 321

Totale Sardegna 2011 118 33,8 43,5 14,3 1,6 223,6

60

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Ripartizione materiali raccolta differenziata

Totale regionale 374.484 ton – 47.1%

61

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Ripartizione materiali raccolta differenziata

Totale regionale 374.484 ton – 47.1%

62

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Destinazioni organico

63

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Destinazioni vetro

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Destinazioni carta

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Destinazioni plastica

66

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Migliori risultati della raccolta differenziata

Fascia Demografica

0-2000 abitanti Fascia Demografica

2000-5000 abitanti

Comune Prov. % RD Gettit

o Comune Prov. % RD

Gettit

o

Ussassai OG 76,79 342,19 Pabillonis VS 71,18 248,15

Goni CA 74,65 168,86 Bolotana NU 70,80 145,06

Bessude SS 74,00 174,43 Nuraminis CA 69,66 287,61

Villanova Truschedu OR 73,61 260,19 Valledoria SS 68,79 390,17

Siapiccia OR 73,45 267,05 Siurgus Donigala CA 68,15 164,12

Putifigari SS 73,24 254,68 Villa San Pietro CA 68,03 228,12

Lei NU 72,90 203,48 San Nicolò

d'Arcidano OR 67,15 240,18

Allai OR 72,26 244,29 Perdasdefogu OG 67,08 153,33

Zerfaliu OR 70,83 197,66 Bono SS 66,78 142,24

Pimentel CA 69,31 236,56 Uras OR 66,71 236,52

67

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Migliori risultati della raccolta differenziata

Fascia Demografica

5000-10000 abitanti Fascia Demografica

> 10000 abitanti

Comune Prov. % RD Gettito Comune Prov. % RD Gettito

Arbus VS 66,03 286,43 Capoterra CA 69,82 279,06

Domusnovas CI 65,01 263,74 Sant'Antioco CI 67,16 311,20

Serrenti VS 64,45 278,40 Oristano OR 65,69 305,63

Orosei NU 64,39 360,68 Terralba OR 65,03 302,33

Ittiri SS 63,68 239,17 Assemini CA 61,52 223,46

Samassi VS 63,33 261,89 Monserrato CA 61,13 254,67

San Sperate CA 63,28 232,28 Carbonia CI 61,06 273,10

Pula CA 63,12 525,70 Sinnai CA 60,43 239,80

Cabras OR 63,07 301,65 Selargius CA 60,03 238,23

Sennori SS 62,65 198,88 Nuoro NU 59,92 238,72

68

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La raccolta differenziata sopra 30.000 ab

Comune Provincia Popolazione al

31/12/2011 RD

% Gettito RD

kg/ab/anno

Gettito

RU_totali

kg/ab/anno

Oristano OR 31830 65,69 305,63 465,24

Nuoro NU 36158 59,92 238,72 398,37

Quartu

Sant'Elena CA 71890 53,28 227,95 427,87

Alghero SS 40955 36,94 217,84 589,69

Sassari SS 130616 35,16 174,41 496,04

Cagliari CA 155887 34,15 203,35 595,55

Olbia OT 57121 31,59 319,51 1011,42

69

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Smaltimento dei rifiuti indifferenziati

Impianto

Rifiuti in ingresso Ripartiz

ione

per

Impiant

o

%

Destinazione Dettaglio Impianto di

selezione

RU

Indiffer

enziati

misti

Ingom

branti

a

smalti

mento

Residui

spazzam

ento

stradale

RU non

riciclabil

i a

smaltim

ento

Discari

ca

control

lata

Impiant

o di

selezio

ne

Selezio

nato

Inceneri

mento

Selezio

nato in

discari

ca

Selezion

ato a

Stabilizz

azione

Piattaforma –

Carbonia (1) 28.724.740 225.010 1.202.970 30.152.720 7,17 1.427.980 28.724.740 4.208.714,37 12.864.342 11.650.755

Discarica- Scala

Erre-SS 65.736.350 1.668.480 1.883.270 69.288.100 16,48 66.184.790 3.103.310 - 3.103.310 -

Impianto-

Oristano (3) 109.280 0 0 109.280 0,03 - 109.280 - 54.640 54.640

Piattaforma -

Ozieri (1) 10.807.080 896.900 272.420 11.976.400 2,85 4.641.880 7.334.520 - 4.042.960 3.291.560

Piattaforma-

Villacidro (1) 36.062.889 2.252.823 1.965.383 40.281.095 9,58 40.281.095 0 - - -

Piattaforma -

Olbia (1) 68.069.790 6.423.400 69.480 74.562.670 17,73 6.492.880 68.069.790 - 39.154.937 28.914.853

Impianto-Cagliari 107.900.580 0 4.821.470 112.722.050 26,81 4.821.470 107.900.580 107.579.702 - -

Piattaforma -

Macomer (1) 58.073.490 1.592.600 2.406.780 62.072.870 14,76 3.999.380 58.073.490 16.745.690 28.404.684 12.923.116

Impianto-Tempio 18.781.520 0 504.020 19.285.540 4,59 - 19.285.540 - 17.742.697 1.542.843

Totale

complessivo 394.265.719 13.059.213 13.125.793 420.450.725 100,00 127.849.47 292.601.250 128.534.106 105.367.57 58.377.767

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A Rifiuti Urbani misti indifferenziati da raccolta

comunaleCER 200301 394.265,72

B Ingombranti a smaltimento e residui da spazzamento

stradale da raccolta comunale

CER 200307+ CER 200303 26.185,01

C Rifiuti urbani da raccolta comunale (scarto umido + scarto

verde, legno, pneumatici , tessili, ecc) inviati a

smaltimento 34.123,51

D Totale a smaltimento (A+B+C) 454.574,24

E Totali materiali da rd inviati a recupero (Vetro,

Carta/Cartone, Plastiche, Imballaggi metallo, legno,

RAEE,Pericolosi, Altri materiali al recupero) 176.422,29

F Totali materiali valorizzabili RD inviata a smaltimento 3.615,11

G TOTALE a recupero E-F 172.807,18

H Scarti piattaforme (10% di G) 17.280,72

I Scarti compostaggio di qualità e digestione

anaerobica 55.983,05

L Totale inviato a smaltimento (D+H+I) 527.838,01

M Totale rifiuti prodotti 794.935,43

Percentuale smaltimento (L/M) 66%

Incidenza smaltimenti

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Volumetrie residue discariche al 31.12.2011

Discarica Volumetria

residua al

31.12.2007

Volumetria

residua al

31.12.2008

Volumetria

residua al

31.12.2009

Volumetria

residua al

31.12.2010

Volumetria

residua al

31.12.2011

Scala Erre - Sassari 784.300 700.000 622.562 550.578 489.793,360

Ozieri 289.500 239.500 208.354 131.335 55.584,00

Macomer 53.350 18.750 4.350 28.350 9.750,000

Olbia 300.250 220.500 0 0 129.319,440

Carbonia 75.500 1.500 40.000 46.212 0

Villacidro 491.600 393.400 316.711 220.573 152.692,000

Totali 2.013.800 1.587.950 1.200.991 980.062 837.138,800

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Composizione merceologica media RU

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Composizione merceologica media RUind

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Potere calorifico medio rifiuti urbani in Sardegna

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RUB a discarica (carta-cartone-tessili-legno-umido-verde)

le prescrizioni del D. Lgs. n. 36/2003 alle varie scadenze temporali:

limite massimo di 173 kg/ab/anno (Marzo 2008)

limite massimo di 115 kg/ab/anno (Marzo 2011)

limite massimo di 81 kg/ab/anno (Marzo 2018)

N.

Indice

Previsioni del

programma

per il 2011

Riscontro

effettivo del

2011

1 Produzione Rifiuto Urbano 454 437

2 RUB presente nel rifiuto urbano 291 278

3 Organico ad impianto di compostaggio e/o

biostabilizzazione 108 109

4 Cellulosico da R.D. a recupero 70 42

5 Scarto organico da imp. Compostaggioa discarica 16 24

6 Scarto cellulosico da R.D. a discarica 7 4

7 RUB nel sovvallo alla termovalorizzazione 47 41

8 RUB nel sottovaglio alla biostabilizzazione 44 19

9 Totale RUB collocato a discarica (2-3-4+5+6-7-8) 46 95

76

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RUB a discarica (carta-cartone-tessili-legno-umido-verde)

N.

Indi

ce CA CI NU OG OR OT SS VS

1 Produzione Rifiuto Urbano 451 432 331 298 371 632 421 400

2 RUB presente nel rifiuto urbano 286 275 210 189 236 401 267 254

3 Organico ad impianto di compostaggio

e/o biostabilizzazione 121 107 74 72 122 136 81 148

4 Cellulosicoda R.D. a recupero 46 35 38 38 42 38 44 36

5 Scarto organico da imp. Compostaggioa

discarica 22 18 14 3 28 24 34 30

6 Scarto cellulosico da R.D. a discarica 5 3 4 4 4 4 4 4

7 RUB nel sovvallo alla

termovalorizzazione 105 18 26 21 23 0 0 12

8 RUB nel sottovaglio alla

biostabilizzazione 0 50 20 16 17 82 6 0

9 Totale RUB collocato a discarica (2-3-

4+5+6-7-8) 42 86 70 48 63 172 175 92

77

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Evoluzione dei costi dei servizi di igiene urbana

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Evoluzione delle tariffe impiantistiche

IMPIANTO 2003 2004 2005 2009 2010 2011 Var, %

2003-

2011

Var, %

2010-

2011

Discarica Sassari 31,88 37,62 76,34 87,67 109,33 80,32 151,95 -26,53

Impianto Carbonia 49,35 67,69 70,52 90,60 120,10 122,40 148,02 1,91

Impianto Ozieri 48,55 54,23 79,52 75,10 104,40 106,49 119,34 2,00

Impianto

Capoterra 86,97 94,23 116,81 133,72 152,88 168,22 93,43 10,04

Impianto Macomer 102,49 116,05 124,28 136,22 174,86 174,86 70,61 0,00

Impianto Olbia 73,26 74,82 81,05 100,77 100,77 102,39 39,76 1,61

Impianto Tempio 58,80 71,45 71,45 114,99 132,18 148,68 152,85 12,48

Impianto Villacidro 55,05 75,22 75,22 89,24 134,02 134,02 143,46 0,00

Media regionale 62,08 73,81 90,46 105,12 128,57 129,67 108,88 0,86

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81

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Gli interventi per la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti:

• La Regione non può introdurre obblighi o divieti che possono causare turbative e

distorsioni del mercato sul territorio regionale rispetto a quello nazionale ed europeo.

• Promuovere la stipula di accordi e contratti di programma, condizioni di appalto che

valorizzino competenze e capacità nella prevenzione della produzione, incentivare gli

appalti pubblici verdi, le analisi del ciclo di vita dei prodotti, lo sviluppo di un marchio

ecologico oltre alle azioni di informazione e sensibilizzazione dei consumatori,

orientare le scelte dei consumatori verso beni a minor produzione di rifiuti,

promuovendo l’adozione delle modalità di esecuzione del servizio di igiene urbana

che responsabilizzino gli utenti in merito alla gestione del rifiuto.

Interventi per la riduzione dei conferimenti di rifiuti impropri nel circuito degli urbani

• Contenitori stradali non presidiati comportano la presenza rifiuti speciali misti a quelli

urbani, modificando le caratteristiche quali-qualitative dei rifiuti urbani, aumentando

la loro pericolosità e, artificiosamente, le quantità da gestire a carico della P.A..

• Negli anni ’70-’80, in presenza di smaltimento incontrollato e di punti abusivi di

scarico, lo sforzo si è incentrato su sistemi di raccolta in grado di ridurre lo

smaltimento abusivo: la presenza di contenitori di raccolta stradali non presidiati,

rappresentava un passo avanti. Negli ultimi decenni, con l’aumento consistente della

quantità di rifiuti e la diversificazione della tipologia, si è sviluppata una maggiore

sensibilità riguardo ai rischi ambientali legati ad una non corretta gestione. 82

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Gli interventi per la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti:

• La gestione integrata dei rifiuti mal si concilia con la presenza dei contenitori stradali

non presidiati, in quanto si basa esclusivamente sulla sensibilità dei cittadini-utenti

del servizio. Lo sviluppo di tecniche di raccolta domiciliari appare invece essere

intrinsecamente uno strumento efficace per garantire nel breve periodo la riduzione,

fino alla progressiva eliminazione, del conferimento di tipologie di rifiuti non urbani.

• Sia associato un programma di sensibilizzazione, monitoraggio e controllo a livello di

singolo comune, per evitare lo smaltimento incontrollato di rifiuti nel territorio,

assicurando l’attivazione di circuiti di raccolta per quelle tipologie di rifiuti speciali

originati da attività produttive o di servizio che insistono in ambito urbano, al solo fine

di fornire dei “servizi aggiuntivi”con oneri a carico dei produttori di tali rifiuti.

• Al fine di sollecitare l’impegno dell’Ente Locale nel controllo sulla produzione di rifiuti,

vengono stabiliti “target” di produzione a livello di comprensorio e di singolo Comune,

in funzione delle caratteristiche dello stesso (vocazione turistica, consistenza

demografica, polo di attrazione di attività per le aree vaste,…): passaggio alla tariffa.

Interventi di promozione dell’uso di beni a maggior vita utile e minore produzione di rifiuti

• Attraverso azioni di informazione Regione e Province sensibilizzano i consumatori

alla riduzione del consumo di beni a perdere a vantaggio di quelli che, a parità di

prestazioni, consentono un riutilizzo.

• L’adozione di sistemi di raccolta domiciliari, che prevedendo la gestione dei rifiuti nel

proprio ambito produttivo responsabilizza l’utente nella scelta iniziale. 83

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Gli interventi per la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti:

• La Regione fornirà adeguato sostegno alle attività produttrici di beni e di

componentistica a maggiore vita utile, facilmente riparabili, a minore pericolosità e

che permettano lo sviluppo di attività legate all’assistenza tecnica, alla manutenzione

e alla produzione di servizi che minimizzino la tendenza alla sostituzione precoce.

• Dovranno essere previsti dagli Enti Pubblici nei capitolati d’appalto per forniture,

incentivi per adottare beni e materiali di elevata durata e disincentivi all’usa e getta.

• La Regione promuoverà specifici accordi con produttori ed importatori di AEE per

attivare la consegna al rivenditore contestualmente all’acquisto di beni equivalenti.

• Saranno inoltre promossi accordi di programma che favoriscano il recupero ed il

riciclo, attraverso appositi contratti di assistenza, di taluni componenti, quali toner

esausto, e di AEE quali computer, stampanti, fotocopiatrici.

Interventi di riduzione, recupero imballaggi e promozione di manufatti ottenuti con

materiale riciclato nel quadro nazionale delle azioni di pertinenza del CONAI

• Riduzione dell’impatto dell’imballaggio attraverso riduzione o eliminazione di metalli

pesanti e sostanze tossiche, facilitazione dell’attività di riciclo (ad es. adozione di un

componente unico nell’imballo), risparmio di materia e/o energia nel ciclo produttivo

conseguente ad azione di prevenzione su una o più componenti dell’imballo.

• La minimizzazione delle quantità di imballaggi a parità di performance può essere

ottenuta attraverso l’alleggerimento dell’imballaggio, l’utilizzo di materiale riciclato, il

riutilizzo di uno o più componenti del sistema imballo. 84

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Gli interventi per la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti:

• La Regione incentiverà, col CONAI, lo sviluppo di un marchio di identificazione di

prodotti con imballaggio ridotto, attraverso campagne di informazione congiunte,

coinvolgendo in particolare centri di media e grande distribuzione.

• Regione e Province stipulano convenzioni con operatori singoli/associati della

grande distribuzione per incentivare la progettazione di beni e prodotti ecosostenibili.

• Il “Contributo Ambientale”, che viene applicato all’atto della cessione dall’ultimo

produttore al primo utilizzatore dovrebbe avere maggiore visibilità presso i

consumatori dei prodotti con ridotto imballaggio: essendo questi l’ultimo anello della

catena di vendita, col loro comportamento possono influenzare il circuito a monte.

• Il CONAI inoltre agisce sui “circuiti cauzionati a rendere” messi in atto dagli

utilizzatori industriali, esentando dal Contributo Ambientale anche la prima cessione

degli imballaggi cauzionati a rendere. La Regione pubblicizzerà i circuiti cauzionati

attivati in Sardegna al fine di incentivarne lo sviluppo. D’intesa col settore della

grande distribuzione, promuoverà l’attività di standardizzazione in pochi formati degli

imballaggi, anch’essa importante per lo sviluppo dei sistemi di cauzionamento.

• Specifico accordo di programma verrà stipulato per favorire nella ristorazione

collettiva la sostituzione di contenitori a perdere per bevande.

• La Regione emanerà norme, secondo il D.M. 8.5.2003 n. 203, che ha introdotto il

GPP (Green Public Agreement – acquisti verdi per le P.A.), per la copertura da parte

di Enti Pubblici e società a prevalente capitale pubblico, almeno del 30% del

fabbisogno annuale di manufatti e beni attraverso prodotti rientranti nel repertorio del

riciclaggio (carta/cartone, legno e arredo, articoli in gomma, ammendanti,…). 85

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Gli interventi per la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti:

Interventi diretti di informazione e responsabilizzazione

• Una corretta informazione dei consumatori, coordinata a livello regionale e

provinciale, sull’acquisto di beni a minore impatto ambientale, e in particolare sugli

strumenti comunitari costituiti dall’Ecolabel e dall’Ecoaudit. Le azioni di informazione

e responsabilizzazione coinvolgano le scuole con interventi non sporadici e saltuari.

• Azioni che consentano di misurare in modo sempre più preciso le quantità

effettivamente conferite dagli utenti al servizio pubblico di raccolta.

• Gli interventi di responsabilizzazione devono coinvolgere tutta la P.A., al fine di

esercitare un controllo anche sulla produzione di rifiuti presso i pubblici uffici.

Promozione delle iniziative di auto-recupero: compostaggio domestico

• trasformazione di scarti organici (sfalci e potature, scarti a bassa putrescibilità)

prodotti dagli utenti in un ammendante da loro riutilizzabile nel giardinaggio. Per lo

più in comparti rurali, supportate da assistenza tecnica e da riduzione tariffaria.

Procedura di calcolo degli obiettivi misurabili di contenimento della produzione di rifiuti

• E’ precisato il metodo di calcolo della produzione di R.U., da portare, entro il 2012,

ad una riduzione di almeno il 5% rispetto alla produzione registrata nel 2004-2005

(biennio di massima produzione). Tale condizione anche nei sub-ambiti provinciali.

• Da 860.000 t/a a 830.000 t/a (da 520 kg/ab/a a 500 kg/ab/a).

• È previsto che l’Autorità d’Ambito adotti delle penalizzazioni tariffarie per i vari sub-

Ambiti, o per singolo comune, in dipendenza delle caratteristiche del territorio. 86

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Programma attuativo delle azioni per la riduzione della produzione dei

rifiuti: • da predisporre entro 6 mesi dall’approvazione del Piano;

• dettagliare le azioni per la riduzione della produzione sino all’obiettivo fissato

(dai 519 kg/ab/anno del 2006 a 500 kg/ab/anno, inteso come limite imperativo)

e al perseguimento di un’ulteriore diminuzione di 20 kg/ab/anno, inteso come

valore guida;

• valutare l’incidenza delle singole azioni nonché costruire un sistema di

monitoraggio dei risultati raggiunti e individuare eventuali misure correttive.

Il programma sarà caratterizzato dalle seguenti azioni:

1. compostaggio domestico;

2. sistema di accreditamento mediante un marchio ecologico per negozi alimentari e generi misti che consenta di potenziare l’offerta di prodotti ecocompatibili e promuovere la coscienza ecologica dei consumatori;

3. promozione dei “circuiti cauzionati a rendere”;

4. azioni finalizzate ad incrementare la vita utile dei prodotti anche attraverso la diffusione del mercato dell’usato;

5. riduzione dell’utilizzo di buste in plastica per la spesa a favore delle buste in mater bi o di borse in tela;

6. previsione, per particolari categorie di utenze (comuni a vocazione turistica, poli di attrazione di area vasta, etc.), di azioni specifiche per la riduzione della quantità di rifiuti prodotti e per il miglioramento dell’efficienza della RD. 87

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I criteri e gli obiettivi delle raccolte differenziate:

Le raccolte differenziate devono essere organizzate in modo da permettere:

• la separazione primaria di rifiuti domestici da quelli mercatali, da attività

commerciali, da attività di servizio, da attività agricole e produttive;

• la separazione secondaria, all’interno dei flussi suindicati, di frazioni

merceologiche omogenee recuperabili come materie prime e di frazioni

eterogenee, per ridurre la pericolosità e migliorarne la trattabilità e smaltibilità.

All’interno dell’ATO la scelta tipologica e tecnica del sistema di trattamento/smaltimento

deve essere coordinata con le raccolte differenziate.

Le iniziative dei Comuni devono essere adeguate ai programmi di Ambiti e Sub-Ambiti.

Le frazioni merceologiche coinvolte nelle raccolte differenziate aventi finalità di riutilizzo:

vetro (esclusi specchi, cristalli al piombo, lampadine, vetroceramica, vetro retinato)

carta ed imballaggi in carta e cartone;

plastiche (contenitori, film, imballaggi, teli);

metalli (contenitori in alluminio e banda stagnata, carcasse metalliche di manufatti);

frazione verde da attività di manutenzione di aree verdi e giardini pubblici e privati

(purché non raccolti mediante spazzamento);

frazione ad elevata matrice organica provenienti da utenze domestiche e specifiche;

legno (imballaggi e in generale materiali lignei non trattati);

tessili non contaminati.

88

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I criteri e gli obiettivi delle raccolte differenziate: Le frazioni interessate da RD per ridurre la pericolosità del rifiuto restante :

• pile e batterie esauste da utenze domestiche e da utenze assimilabili;

• farmaci scaduti provenienti da utenze domestiche o da studi medici e professionali;

• siringhe ed oggetti taglienti abbandonati;

• prodotti chimici e loro contenitori di uso domestico, compresi i materiali del “fai da te”;

• materiali provenienti dalla manutenzione dei propri veicoli (oli minerali, accumulatori).

Le frazioni anche eterogenee da separare per migliorare la trattabilità e smaltibilità:

• frazioni secche ad elevato potere combustibile;

• frazioni a matrice organica frammiste a frazioni eterogenee che impediscono il

recupero come ammendante organico;

• Pneumatici;

• materiali da demolizione e costruzione da attività di manutenzione di locali ad uso

civile e assimilabili;

• rifiuti dello spazzamento stradale.

89

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I criteri e gli obiettivi delle raccolte differenziate:

Il rifiuto urbano deriva solo per il 60-70% dalle utenze domestiche mentre il restante 30-

40% proviene dalle attività legate al commercio ed ai servizi privati e pubblici che

insistono nell’ambito urbano.

L’attivazione della raccolta differenziata deve essere preceduta dallo studio del tessuto

urbanistico e dell’apparato commerciale, artigianale e di servizio esistente nel territorio

interessato, in modo da individuare gettiti e tipologie di materiali separabili dalle varie

utenze e la tipologia dei circuiti di raccolta più confacenti alla realtà in esame, attivando

prioritariamente circuiti di raccolta porta-porta, prevedendo il cassonetto stradale solo

nei casi in cui la struttura urbanistica pone evidenti difficoltà tecniche e comunque con

soluzioni atte a permetterne l’utilizzo solo a utenze prefissate.

Un ruolo importante nelle realtà più complesse può avere l’attivazione di contenitori di

tipo condominiale, da ubicare in aree interne e gestite nell’esposizione direttamente dai

condomini.

La raccolta differenziata domiciliare aiuta altresì nella implementazione di sistemi tariffari

per utente commisurati alla quantità di rifiuti conferiti.

Nell’ottica del conferimento responsabilizzato, saranno inoltre da privilegiare le raccolte

su chiamata per alcune frazioni particolari (ingombranti, scarti verdi) ed i conferimenti

con busta trasparente.

90

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I criteri e gli obiettivi delle raccolte differenziate:

Oltre le utenze domestiche (abitazioni singole e condominiali e, per queste, dotate o no

di spazi interni di pertinenza) il progetto individua quelle da servire con interventi mirati:

- esercizi commerciali (alimentari e non), negozi ortofrutta e fiorai; mercati civici e rionali;

- ristoranti, bar, alberghi;

- scuole, uffici pubblici ed attività di servizio;

- attività industriali ed artigianali;

- studi professionali ed ambulatoriali;

- strutture sanitarie;

- mense scolastiche e aziendali;

e per esse operare in modo separato in funzione di tipo e quantità di rifiuto, adottando il

servizio domiciliare, eventualmente su chiamata.

Nell’attuazione devono essere coinvolte le associazioni di volontariato e ambientali, le

scuole, le utenze specifiche (la grande distribuzione, ristorazione...), gli operatori del

recupero ed i riutilizzatori.

Gli interventi di informazione e sensibilizzazione (interventi diretti sull’utente, opuscoli

periodici a domicilio, ma non messaggi saltuari sui mass media) siano parte integrante

del progetto, per:

chiarire tipologie di rifiuti, modalità e frequenze di raccolta;

sensibilizzare gli utenti sui vantaggi ambientali della gestione dei rifiuti;

fornire lo stato di attuazione delle raccolte nel tempo, per consentire la

partecipazione ai risultati (disponibilità banca dati Osservatorio regionale rifiuti). 91

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La gestione della frazione stabilizzata:

Occorre conseguire un adeguato grado di stabilizzazione in funzione della destinazione,

in coerenza il Piano Regionale dei Rifiuti Speciali:

Discarica controllata I.R.D.≤ 1.000 mg O2/kg VS/h I.R.S. ≤ 800 mg O2/kg VS/h

Ripristini Ambientali I.R.D.≤ 400 mg O2/kg VS/h I.R.S. ≤ 300mg O2/kg VS/h

Le tecnologie per trattamento/smaltimento

Affidabilità: chi ha la responsabilità di impostare e approvare le scelte impiantistiche,

che necessariamente condizionano un intero sistema, si rivolga a tecnologie garanti del

rispetto di tutte le prescrizioni normative, e di una continuità ed efficienza di servizio tale

da evitare disfunzioni degenerabili in emergenze o tensioni sociali. Il sistema deve

fondarsi su scelte impiantistiche al passo con i tempi e caratterizzate da una “storia”

applicativa adeguatamente referenziata.

Innovazione.

E’ necessario distinguere tra l’esigenza di soddisfare le esigenze immediate e di medio

termine, da quella, altrettanto importante di guardare al domani, valutando i possibili

sviluppi tecnologici e considerandone il ruolo potenziale negli scenari futuri.

92

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Gli scenari futuri: caratteristiche quali-

quantitative del rifiuto

830.000 t/a

535.400 t/a – 65% 294.600 t/a – 35%

Recupero Trattamento

smaltimento

Materia recuperata

494.000 t/a

Scarti

41.400 t/a

Termovalorizzatore

Selezione

Discarica

29.000 t/a 12.400 t/a

Secco residuo 278.000 t/a (3.100-3.400 kcal/kg;

13.000-14.000 kJ/kg)

Scorie e ceneri 92.090 t/a

oppure 71.280 t/a

Sottovaglio

69.400 t/a

Biostabilizzato

45.080 t/a

93

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Gli scenari futuri

Sostanza Organica 215.800

Carta/Cartone 117.100

Tessili-legno 24.000

Plastica 58.200

Vetro 59.600

Metallo (piccola pezzatura) 8.400

RAEE 19.000

Ingombranti e altri 29.800

RUP e altri pericolosi 3.500

Filiera del recupero: 535.400 t/a

Compostaggio 215.850 t/a

Trattamento/Messa in riserva 129.605 t/a

Selezione 63.630 t/a

Messa in riserva 24.210 t/a

Selezione meccanica: 278.000 t/a 785.700 t/a

Stabilizzazione: 69.400 t/a 208.600 t/a

Potenzialità esistente o in realizzazione

94

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Gli scenari futuri

Fabbisogno di termovalorizzazione:

scenario con pretrattamento: 237.600 t/a (208.600 t/a di secco

residuo + 29.000 t/a di scarti a RD)

scenario senza pretrattamento: 307.000 t/a (278.000 t/a di

secco residuo + 29.000 t/a di scarti da RD)

Impianti attuali

Potenzialità massica

(t/anno)

CASIC 142.500

C.I. Macomer 36.300

Regione Sardegna 178.800

Deficit: 60.000 – 130.000 t/a

95

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Gli scenari futuri

Fabbisogno di discarica:

scenario con pretrattamento: 135.000 t/a (spazzamento, biostabilizzato e scarti, scorie e ceneri)

scenario senza pretrattamento: 105.000 t/a (spazzamento, scorie e ceneri)

Discariche esistenti

Volumetria residua al

31.12.2006 (mc)

Volumetria residua al

31.12.2005 (mc)

Carbonia 96.000 208.000

Villacidro 669.000 850.000

Macomer 98.000 128.000

Oristano 15.000 20.000

Scala Erre- Sassari 900.000 1.100.000

Ozieri 336.000 386.000

Bono 29.900 38.200

Olbia 210.000 260.000

Regione Sardegna 2.353.900 2.990.200

96

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Gli scenari futuri

Le invarianti negli scenari futuri

• Raccolte domiciliari diffuse + ecocentro in ogni comune

• Un’area di raggruppamento per ogni bacino ottimale di raccolta

• Trasporto dei materiali da aree di raggruppamento

ad impianti di trattamento umido (almeno uno per provincia)

a piattaforme imballaggi (almeno uno per provincia)

a impianti pre-trattamento secco-residuo (esistenti o già previsti)

• Trasporto dei materiali ottenuti a destino

La variante negli scenari futuri: filiera del secco residuo

• Trasporto ad impianto di valorizzazione termica

• N° 2- 3 impianti di termovalorizzazione

• Discariche di servizio in prossimità degli impianti

97

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Filiera secco residuo: scenari tipo A

Senza pretrattamento 159.000 t/a Nuova realizzazione

Con pretrattamento 123.000 t/a Nuova realizzazione

Senza pretrattamento 148.000 t/a Revamping

Con pretrattamento 115.000 t/a Revamping

Ottana

Cagliari

98

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Filiera secco residuo: scenari tipo B

Senza pretrattamento 125.500 t/a Nuova realizzazione

Con pretrattamento 97.500 t/a Nuova realizzazione

Senza pretrattamento 181.500 t/a Revamping e

incremento

Con pretrattamento 140.500 t/a Revamping

Sassari

Cagliari

99

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Filiera secco residuo: scenari tipo C

Senza pretrattamento 100.000 t/a Nuova realizzazione

Con pretrattamento 78.000 t/a Nuova realizzazione

Sassari

Senza pretrattamento 59.000 t/a Revamping e

incremento

Con pretrattamento 45.000 t/a Revamping

Macomer

Senza pretrattamento 148.000 t/a Revamping

Con pretrattamento 115.000 t/a Revamping

Cagliari

100

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Filiera secco residuo: scenari tipo D

Senza pretrattamento 170.000 t/a Revamping e

incremento

Con pretrattamento 130.000 t/a Revamping

Cagliari

Senza pretrattamento 125.500 t/a Nuova realizzazione

Con pretrattamento 97.500 t/a Nuova realizzazione

Centrale di potenza

101

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Filiera secco residuo: scenari tipo E

Senza pretrattamento 148.000 t/a Revamping

Con pretrattamento 115.000 t/a Revamping

Cagliari

Senza pretrattamento 100.000 t/a Nuova realizzazione

Con pretrattamento 78.000 t/a Nuova realizzazione

Senza pretrattamento 59.000 t/a Revamping e

incremento

Con pretrattamento 45.000 t/a Revamping

Macomer

Centrale di potenza

102

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Gli scenari futuri

Bilancio energetico del ciclo completo di gestione rifiuti

nei vari scenari di articolazione impiantistica

-100.000

-80.000

-60.000

-40.000

-20.000

0

20.000

Scen

ario

Rife

rimen

to

A B C D E A1

B1

C1

D1

E1

Scenari

Te

p/a ___

__

Risultati del bilancio energetico del ciclo gestione rifiuti

103

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Gli scenari futuri

Risultati del bilancio emissivo del ciclo gestione rifiuti

Bilancio emissivo del ciclo completo di gestione rifiuti nei vari

scenari di articolazione impiantistica

-100.000

0

100.000

200.000

300.000S

ce

na

rio

Rif

eri

me

nto A B C D E

A1

B1

C1

D1

E1

Scenari

t. C

O2 e

q/a

nn

o

Gli scenari D ed E comportano risparmio emissivo

104

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Gli scenari futuri

Costi medi del ciclo di gestione integrata dei rifiuti urbani in Sardegna negli scenari futuri

0

20

40

60

80

100

120

140

A - A1 B - B1 C - C1 D - D1 E - E1

Scenari

Co

sto

me

dio

pro

-cap

ite

(€

/ab

/an

no

)

Scenari senza pretrattamento del residuale

Scenari con pretrattamento del residuale

Livello medio del costo pro-capite nella situazione attuale

Risultati del bilancio economico del ciclo gestione rifiuti Costo di gestione

105

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Gli scenari futuri

Risultati del bilancio economico del ciclo di gestione rifiuti Costo di gestione e di investimento

Costo totale del ciclo di gestione rifiuti urbani per i vari scenari Dati espressi in costo pro-capite disaggregato per costo di gestione e costo diinvestimento annualizzato

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

110,0

120,0

130,0

A B C D E A1 B1 C1 D1 E1

Scenari

Co

sto

pro

-cap

ite (

€/a

b/a

nn

o)

Costo di investimento annualizzato

Costo di gestione

106

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Gli scenari futuri - conclusioni

la raccolta differenziata e il recupero permettono, con un

leggero aumento del costo di gestione dei rifiuti (5% rispetto alla

situazione attuale), un sensibile beneficio energetico e di

riduzione di emissione di gas climalteranti

preferibilità degli scenari con conferimento del secco residuo

alla centrale di Fiumesanto

stante l’opzione di Fiumesanto, non sussiste una grande

differenza tra configurazione con due o tre poli di

termovalorizzazione

vanno perseguite le scelte che non prevedono il pre-trattamento

del secco residuo

107

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La proposta di Piano: filiera del secco residuo

Impianti di valorizzazione termica del secco residuo: centro-nord: Fiumesanto o in subordine termovalorizzatore dedicato nel comprensorio di Sassari;

centro-sud: revamping termovalorizzatore di Macchiareddu;

nel Piano d’ambito verifica funzionalità e versatilità

del sistema complessivo con il terzo polo dedicato di

Macomer;

pre-trattamento del secco residuo per le emergenze o

contingenze;

discariche di servizio presso i luoghi di produzione con

priorità di utilizzo di siti di discarica già esistenti; 108

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L’organizzazione gestionale per ATO:

• Il Piano del 1998 ha previsto, in accordo con il D. Lgs. n. 22/97, l’organizzazione

della gestione per ATO coincidenti con le 4 Province storiche, poi divisi in subambiti.

• Nell’aggiornamento del Piano occorre ridefinire gli ATO per via dei seguenti aspetti:

1. istituzione di 4 nuove province nel territorio regionale, l’abrogazione delle

Comunità Montane e quella probabile di alcuni Consorzi industriali;

2. autosufficienza della gestione integrata in ogni ATO, che deve avere almeno un

impianto di trattamento a tecnologia complessa e una discarica di servizio;

3. necessità di rispettare le indicazioni del PEAR;

4. dimensioni gestionali sufficientemente ampie in ciascun ATO e superamento

delle frammentazioni nella conduzione di raccolta/trattamento/smaltimento

attraverso un servizio di gestione integrata; dimensioni idonee

all’industrializzazione del sistema ed alla riduzione dei suoi costi;

5. costituzione in ciascun ATO di un’Autorità d’Ambito dotata di personalità

giuridica, alla quale ciascun Ente Locale partecipa obbligatoriamente ed alla

quale è trasferito l’esercizio delle competenze in materia di gestione integrata

dei rifiuti.

• Nell’individuazione degli ATO occorrerà tener conto della specificità del territorio

regionale (insularità con bassa densità abitativa e una consistenza demografica

relativamente modesta), della situazione attuale in merito all’attivazione di forme

organizzative consortili per singolo ATO, delle realtà operative consolidatesi nel

tempo nelle strutture di trattamento/smaltimento in esercizio. 109

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L’organizzazione gestionale per ATO:

Molte indicazioni del Piano del 1998 sono rimaste sulla carta:

1. gli ATO provinciali sono rimasti una semplice delimitazione virtuale, non essendo

mai stata costituita in ciascuno di essi un’Autorità d’Ambito;

2. la mancata attivazione di alcune strutture ha provocato il superamento delle

configurazioni di ATO previste, con differenziazione tra i diversi Ambiti (e sub-

Ambiti) in termini di sperequazione anche economica, a carico soprattutto dei

comprensori con termovalorizzatori e dunque di coloro che sono in linea;

3. si ha separazione netta tra la fase di raccolta, organizzata per lo più a livello di

singolo comune, e la fase del trattamento/smaltimento, la cui titolarità è rimasta

affidata a Enti sovracomunali quali Consorzi Industriali e Comunità Montane.

Occorre garantire:

il mantenimento della titolarità pubblica degli impianti di trattamento/smaltimento

degli RU indifferenziati per i quali vige la privativa pubblica;

l’istituzione di meccanismi di regolazione che stimolino l’efficienza per abbattere le

posizioni derivanti da condizioni di monopolio;

la salvaguardia della specificità locale soprattutto a livello di organizzazione delle

raccolte e di avvio a recupero delle frazioni valorizzabili;

la creazione di un modello che eviti un’eccessiva rigidità organizzativa, che

garantisca la razionalizzazione dei servizi secondo standard di qualità adeguati alle

esigenze degli utenti;

un sistema contrattuale e tariffario uniforme ed equilibrato all’interno dell’ATO.

110

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La proposta di Piano per gli ATO

Gli scenari di ATO

ATO unico regionale e gestione unica regionale del ciclo integrato completo

ATO unico regionale e gestione per subambiti della fase della raccolta

N° 2 o 3 ATO con unione di più Province e gestione per subambiti (fase della raccolta)

ATO provinciali

Analisi di scelta

• Tecnico-economica

• Organizzativo-funzionale

111

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La proposta di Piano per gli ATO

ATO unico regionale con gestione per sub-ambiti

Coniugare due livelli di gestione integrata, coordinati dall’Autorità d’ambito:

1. livello provinciale per l’organizzazione secondo bacini ottimali di raccolta

(gli ambiti ottimali per la funzione associata)

2. livello regionale per la gestione del sistema del recupero e della filiera di

trattamento/smaltimento del rifiuto residuale

(atta a garantire l’autosufficienza della gestione integrata dei rifiuti.

I soggetti Attuatori:

1. L’Autorità d’ambito regionale;

2. Le Province;

3. Gli Enti locali.

112

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La proposta di Piano per gli ATO e i soggetti

attuatori

ATO unico regionale con gestione per sub-ambiti

certa flessibilità nell’affidamento delle gestioni, per sub-ambito (in prima istanza le

8 nuove Province), dei servizi legati alla fase della raccolta e del trasporto al

sistema del recupero e smaltimento;

Comuni e Province si riappropriano della competenza gestionale diretta anche

della fase di trattamento/smaltimento, delegata attualmente a Enti terzi;

ATO prenderà in carico le opere di trattamento/recupero/smaltimento di titolarità

pubblica ed assicurerà che la gestione venga affidata favorendo la più ampia

concorrenza;

ATO definirà la tariffa unitaria a livello regionale della filiera del

trattamento/smaltimento del secco-residuo (A) e della filiera del recupero (B)

113

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La proposta di Piano per gli ATO e i soggetti

attuatori

con norma regionale viene istituita un’unica Autorità d’ambito regionale

a cui sono trasferite le funzione di coordinamento, organizzazione e

controllo dell’insieme dei servizi pubblici di recupero e smaltimento dei

rifiuti urbani, nonché le funzioni di coordinamento dell’intero ciclo di

gestione integrata

Piano d’Ambito

alle Province viene affidato il compito di pianificazione e programmazione

nel proprio territorio del sistema di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani

verso il sistema regionale di recupero-smaltimento, con individuazione

degli Enti locali aventi funzione specifica di organizzazione e controllo;

Piano provinciale

agli Enti locali viene affidata la funzione di organizzazione e controllo del

sistema di raccolta e trasporto, compreso l’affidamento della gestione dei

servizi e l’individuazione della tariffa di erogazione del servizio (C);

Piani attuativi 114

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Tariffa finale per i cittadini applicata dall’Ente

locale

Tariffa unica regionale di smaltimento;

Tariffa unica regionale di recupero per frazioni;

Tariffa locale del servizio di raccolta e trasporto;

Tariffa finale per i cittadini

115

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117

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I criteri per le aree idonee

l’impianto dovrà essere effettivamente necessario nel bacino individuato e dovrà

soddisfare prioritariamente un fabbisogno individuato dal Piano;

l’impianto dovrà essere realizzato in prossimità del baricentro del bacino di

produzione, in modo da ridurre le movimentazioni di rifiuti;

il sito dovrà possedere un grado di accessibilità, anche intermodale, per supportare

l’incremento di traffico in ingresso e l’uscita dei rifiuti dall’impianto, in funzione

dell’ambito di operatività dell’impianto (regionale, provinciale);

l’impianto dovrà essere realizzato in aree con idonea destinazione d’uso (aree

industriali, artigianali, per gli insediamenti produttivi o per i servizi tecnologici, oppure

quelle ad esse attigue), al fine di contenere il consumo di suolo utilizzabile per altri

scopi;

l’ubicazione nelle aree industriali dismesse, non suscettibili di valorizzazione di altro

tipo (es. turistico-ambientale), potrebbe costituire l’occasione per porre rimedio a

situazioni di abbandono o di degrado ambientale e paesaggistico; 118

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I criteri per le aree idonee

l’impianto dovrà essere preferenzialmente realizzato in prossimità di eventuali

impianti esistenti di trattamento rifiuti, per beneficiare delle infrastrutture (consentendo

economie di scala) e dei presidi ambientali esistenti, con il miglioramento della

situazione ambientale del sito di intervento;

l’impianto, compatibilmente con la dimensione del bacino servito, dovrà essere

preferenzialmente realizzato ove preesista una rete di monitoraggio ambientale, che

garantisca la disponibilità di dati pregressi che permettano di valutare l’idoneità del

sito a sopportare nuovi insediamenti e consentano di valutare gli impatti legati al

nuovo impianto;

l’ubicazione dell’impianto dovrà avvenire in accordo con l’Amministrazione comunale

e dovrà presentare adeguate aree di contorno, tali da garantire la possibilità di

realizzare idonee misure di mitigazione/compensazione ambientali (es. interventi di

piantumazione per mitigare gli impatti sul paesaggio o per contribuire al

miglioramento della qualità dell’aria).

119

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Piano Regionale

di gestione

dei rifiuti speciali

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121

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Ob1 r idurre l a produzione e la pericolosità dei rifiuti speciali ;

Ob2 m assimizzare l’invio a recupero e la reimmissione della maggior parte dei rifiuti

nel ciclo economico favorendo in particolare il recupero di energia dal riutilizzo

dei rifiuti (oli esausti, bioga s etc.) e minimizzando lo smaltimento in discarica

Ob3 p romuovere il riutilizzo dei rifiuti per la produzione di materiali commerciali

debitamente certificati e la loro commercializzazione anche a livello locale

Ob4 o ttimizzare le fasi di raccolta, t rasporto, recupero e smaltimento

Ob5 f avorire la realizzazione di un sistema impiantistico territoriale che consenta di

ottemperare al principio di prossimità

Ob6 a ssicurare che i rifiuti destinati allo smaltimento finale siano ridotti e smaltiti in

maniera sicura

Ob7 l’integrazione con le politiche per lo sviluppo sostenibile, al fine di contrastare il fenomeno dei

cambiamenti climatici, favorendo la riduzione delle emissioni climalteranti

Ob 8 p romuovere , per quanto di competenza, lo sviluppo di una “green economy”

regionale

Ob9 a ssicur are le massime garanzie di tutela dell'ambiente e della salute, nonché di

salvaguardia dei valori naturali e paesaggistici e delle risorse presenti nel territorio

regionale

Obiettivi di Piano

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Grandi produttori

28,4%

Rifiuti da attività di costruz e demoliz15,0%

Rifiuti da bonifica44,5%

Rifiuti secondari

1,1%

Altri rifiuti speciali 11,0%

122

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Composizione della

produzione totale di rifiuti

speciali in Regione

Sardegna in flussi di

rifiuti omogenei

Da Elaborazione Dichiarazioni MUD

2009 relative all’anno 2008

Gruppi flussi rifiuti speciali omogenei

t % tot NP t % tot P t % tot

1 Grandi produttori 1.983.078 28,1% 155.879 32,2% 2.138.957 28,4%

2 Rifiuti da attività di costruz e demoliz 1.086.476 15,4% 41.168 8,5% 1.127.644 15,0%

3 Rifiuti da bonifica 3.200.480 45,4% 154.658 31,9% 3.355.138 44,5%

4 Rifiuti secondari 70.576 1,0% 11.753 2,4% 82.329 1,1%

5 Altri rifiuti speciali 709.637 10,1% 120.752 24,9% 830.389 11,0%

7.050.246 100,0% 484.210 100,0% 7.534.457 100,0%

Regione Sardegna

Rif. Speciali non peric. Rif. Speciali peric. Rif. Speciali Totali

Totale

7.534.457 t

830.389 t

Produzione rifiuti al 2008

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Produzione regionale di rifiuti speciali non

pericolosi per macrocategoria CER

1.490.814

18.490 19.076 269 110 2.314 5.511 1.411 63

662.943

1.859 5.184 0 0 52.279 49.669

1.086.476

786

3.502.182

150.811

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

3.000.000

3.500.000

4.000.000

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Rifiuti speciali non pericolosi

Quantità in t/anno

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

452 7 396 0

8.292

791

17.855

347 562

60.210

107.038

623

48.822

152 1.757

22.268

41.168

4.150

167.334

1.983

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

180.000

200.000

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Rifiuti speciali pericolosi

Quantità in t/anno

Produzione regionale di rifiuti speciali pericolosi

per macrocategoria CER

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

L‘analisi dello stato attuale è stata condotta considerando le macro-aree così

individuate:

• Area Nord: territorio delle province di Olbia-Tempio e Sassari;

• Area Centro: territorio delle province di Nuoro, Oristano e Ogliastra;

• Area Sud: territorio della province di Cagliari, Carbonia-Iglesias e Medio

Campidano.

Area Nord Regione

Sardegna38,3%

Area Centro Regione

Sardegna2,9%

Area Sud Regione

Sardegna58,8%

Produzione dei rifiuti speciali non pericolosi

nelle aree della Regione Sardegna (2008)

Area Nord Regione

Sardegna9,2%

Area Centro Regione

Sardegna1,4%

Area Sud Regione

Sardegna89,4%

Produzione dei rifiuti speciali pericolosi nelle

aree della Regione Sardegna (2008)

Produzione rifiuti speciali nelle macroaree regionali

Produzione regionale di rifiuti speciali

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Produzione regionale di rifiuti speciali

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

295.695 344.778 228.457 306.006 255.021 366.948

1.376.125

2.382.639 3.117.321

3.285.827

4.171.659 4.376.923

-

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

3.000.000

3.500.000

4.000.000

4.500.000

5.000.000

1997 2000 2004 2005* 2007* 2008*

Evoluzione storica della produzione di rifiuti speciali in Regione Sardegna (t/anno)

RS pericolosi RS non pericolosi

Fonte: dati 1997-2000-2004 Regione Sardegna; dati 2005, 2007 e 2008 Ispra.

Produzione regionale di rifiuti speciali

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

GRANDI PRODUTTORI Tipo rifiuto Pericolosità Qu. prodotta Contributo sul tot

Codice CER P o NP t % su produz tot

1 ENDESA S.P.A. / E-ON PRODUZIONE S.P.A. 100102 NP 102.946 3,8%

Totale 102.946 3,8%

Area Nord Regione Sardegna

Area Nord

Area Sud

GRANDI PRODUTTORI Tipo rifiuto Pericolosità Qu. prodotta Contributo sul tot

Codice CER P o NP t % su produz tot

1 EURALLUMINA S.P.A. 010309 NP 1.486.759 32,5%

2 E.N.E.L. PRODUZIONE S.P.A 100102 NP 212.067 4,6%

100501 NP 181.307 4,0%

110202 P 106.184 2,3%

100401 P 49.695 1,1%

Totale 2.036.012 44,5%

Area Nord Regione Sardegna

3 PORTOVESME S.R.L.

Produzione regionale di rifiuti speciali

Grandi produttori

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Area Nord 543.576 t

Area Centro 127.231 t

Area Sud 456.837 t

I rifiuti prodotti da attività di costruzione e demolizione (CER 17) ammontano

in Sardegna nel 2008 a 1.127.644 t, di cui 1.086.476 t sono rifiuti non

pericolosi (il 96,3% dei rifiuti da costruzione e demolizione) e 41.168 t sono

pericolosi (il 3,7% della stessa categoria). Tra questi rifiuti prevalgono le terre e rocce, diverse da quelle di cui alla voce

170503 (CER 170504) con 427.799 t prodotte (38% del totale dei CER 17) e

i rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi dalle voci

170901, 170902 e 170903 (CER 170904) con 352.314 t prodotte (31% del

totale dei CER 17)

Produzione regionale di rifiuti speciali

Rifiuti da costruzione e demolizone

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1.683.063 t

Area Nord

Nel 2008 in Regione sono stati prodotti ingenti quantitativi di

rifiuti speciali che derivano dalle attività di bonifica e di terreni e

risanamento delle acque di falda 3.355.138 t (44,5% della

produzione totale di RS).

Pericolosità

Area Nord

Regione

Sardegna

Codice CER Descrizione P o NP Quantità (t)

191308 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operaz di risanam delle acque di falda, diversi dalla voce 19.13.07 NP 1.683.063

191307 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operaz di risanam delle acque di falda, contenenti sost peric P 3.422

191306 fanghi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 05 NP 262

191304 fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 03 NP 16

191302 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 01 NP 16

191301 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, contenenti sostanze pericolose P 1

totale RS Bonifica 1.686.780

% subtotale sul totale RS prodotti nell'Area NORD 61,4%

RIFIUTI BONIFICA

Produzione regionale di rifiuti speciali

Rifiuti da bonifica

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Pericolosità

Area Centro

Regione

Sardegna

Codice CER Descrizione P o NP Quantità (t)

191308 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operazdi risanam delle acque di falda, diversi dalla voce 19.13.07 NP 126

191302 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 01 NP 37

191307 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, contenenti sostanze pericoloseP 34

191306 fanghi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 05 NP 20

191301 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, contenenti sostanze pericolose P 1

totale RS Bonifica 220

% subtotale sul totale RS prodotti nell'Area CENTRO 0,1%

RIFIUTI BONIFICA

131

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Area Centro

Area Sud

Pericolosità

Area Sud

Regione

Sardegna

Codice CER Descrizione P o NP Quantità (t)

191308 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operaz di risanam delle acque di falda, diversi dalla voce 19.13.07 NP 1.515.651

191307 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operaz di risanam. delle acque di falda, contenenti sost peric P 146.126

191301 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, contenenti sostanze pericolose P 5.073

191306 fanghi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 05 NP 850

191304 fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 03 NP 272

191302 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 01 NP 166

totale RS Bonifica 1.668.138

% subtotale sul totale RS prodotti nell'Area SUD 36,4%

RIFIUTI BONIFICA

126 t

1.515.651 t

Produzione regionale di rifiuti speciali

Rifiuti da bonifica

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132

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Area Nord 21.568 t

Area Centro 1.098 t

Area Sud 59.663 t

La produzione di rifiuti secondari, cioè prodotti dal trattamento di altri

rifiuti, ammonta a 82.329 t, ovvero l’1,1% della produzione totale di

rifiuti speciali in Sardegna. Comprendono codici CER quali 191212

(altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento

meccanico dei rifiuti), 191302 (rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di

bonifica dei terreni), 190304 * (rifiuti contrassegnati come pericolosi,

parzialmente stabilizzati), 190112 (ceneri pesanti e scorie, diverse da

quelle di cui alla voce 190111), etc.

Produzione regionale di rifiuti speciali

Rifiuti secondari

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133

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Area

Nord

Se si escludono tutti i flussi di rifiuti appartenenti ai gruppi omogenei il dato di

produzione di rifiuti speciali residuale si riduce a 830.389 t, ovvero solamente

l’11% del quantitativo complessivo. Tra questi 709.637 t sono rifiuti non

pericolosi e le restanti 120.752 t sono pericolosi

3.0751.218

18.332

1 0 37 1.604 1.036 22

90.313

1.049 2.0690 0

13.425

26.482

0 34

139.063

62.314

0 0 135 0 1.006 404

12.352

200 93 555 171 14

8.114

42 582

4.705

0 1.039 171 481

0

15.000

30.000

45.000

60.000

75.000

90.000

105.000

120.000

135.000

150.000

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Altri rifiuti speciali prodotti nel NORD della Regione Sardegna:

Non Pericolosi e Pericolosi

Quantità in t/anno

133

Produzione regionale di rifiuti speciali

Altri rifiuti speciali

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134

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Area Centro

294

9.007

182 242 0 4781

45 21

1.449

42536

0 0

5.969

3.854

0 19

38.662

15.941

0 1 129 0 8 4 5 61 113 191 137 6592

39 100

2.404

0941

38 320

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Altri rifiuti speciali prodotti nel CENTRO della Regione Sardegna:

Non Pericolosi e Pericolosi

Quantità in t/anno

Produzione regionale di rifiuti speciali

Altri rifiuti speciali

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135

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Area Sud

686

8.264

381 26 1102.273 3.127

331 20

74.862

7682.579

0 0

29.553

19.332

0 732

62.170

67.299

452 6 131 0

7.279

383

5.498

86 357

9.769

547 604

40.116

71 1.075

15.160

02.171

714 1.183

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

90.000

100.000

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Altri rifiuti speciali prodotti nel SUD della Regione Sardegna:

Non Pericolosi e Pericolosi

Quantità in t/anno

Produzione regionale di rifiuti speciali

Altri rifiuti speciali

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136

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

A fronte di un dato di produzione regionale complessiva valutato pari a

7.534.457 t, il complesso del dichiarato come gestito in termini di attività di

recupero o smaltimento in regione ammonta a 7.307.435 t : SMALTITI - 6.183.048 t (85% del totale) e RECUPERATI - 1.124.387 t (15% del

totale).

Area Nord Regione

Sardegna16,1%

Area Centro Regione

Sardegna11,6%

Area Sud Regione

Sardegna72,3%

Ripartizione delle attività di recupero dei

rifiuti speciali nelle macro aree regionali (2008)

Area Nord Regione

Sardegna35,3%

Area Centro Regione

Sardegna1,6%

Area Sud Regione

Sardegna63,1%

Ripartizione delle attività di smaltimento

dei rifiuti speciali nelle macro aree regionali (2008)

Attività di recupero e smaltimento

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137

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Recupero e smaltimento di rifiuti speciali in Sardegna al

2008 per macrocategoria CER

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Recupero Smaltimento

Attività di recupero e smaltimento

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138

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Recupero e smaltimento di rifiuti speciali nell’AREA

NORD

4,4%

31,7%

99,9%

0,0%

95,8%

0,0%

63,8%

0,0% 4,8%

94,4% 94,2%

24,8% 24,1%

100,0%

0,3%

15,6%

95,6%

68,3%

0,1%

0,0% 0,0%

100,0%

4,2%

100,0%

0,0%

36,2%

100,0%95,2%

5,6%

0,0%

5,8%

75,2% 75,9%

0,0%

99,7%

84,4%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Recupero Smaltimento

Attività di recupero e smaltimento

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139

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Recupero e smaltimento di rifiuti speciali nell’AREA

CENTRO

69,9%

0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

100,0%

0,0% 0,0%

100,0% 100,0% 100,0%

2,0%

100,0%

0,0%

98,9%

17,7%

38,4%

0,0%

13,4% 12,0%

30,1%

100,0% 100,0% 100,0%

0,0%

100,0% 100,0%

0,0% 0,0% 0,0%

98,0%

0,0% 1,1%

82,3%

61,6%

86,6% 88,0%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Recupero Smaltimento

Attività di recupero e smaltimento

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140

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Recupero e smaltimento di rifiuti speciali nell’AREA SUD

0,0%

59,2%

5,6% 0,0% 0,0%9,5%

0,0% 3,2% 0,0%

40,0%

7,0%0,1%

95,1%100,0%

90,1%

28,7%

65,9%

0,0%8,7% 8,2%

100,0%

40,8%

94,4%

100,0% 100,0%

90,5%

100,0%96,8%

100,0%

60,0%

93,0%

99,9%

4,9%

0,0%

9,9%

71,3%

34,1%

100,0%

91,3% 91,8%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Recupero Smaltimento

Attività di recupero e smaltimento

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141

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Il sistema impiantistico – censimento al settembre 2011

(aut. Ordinaria)

Gli impianti sono raggruppati per tipologia:

• autodemolitori: 39 impianti;

• impianti mobili di trattamento rifiuti speciali: 5 impianti;

• impianti mobili di trattamento rifiuti inerti: 17 impianti;

• impianti fissi di riciclaggio rifiuti inerti: 2 impianti;

• impianti di trattamento, messa in riserva e deposito preliminare di rifiuti speciali in conto

proprio: 16 impianti;

• impianto di trattamento, messa in riserva e deposito preliminare in conto terzi:

42 impianti;

• inceneritori di rifiuti speciali: 5 impianti;

• coincenerimento: 4 impianti;

• discariche per rifiuti speciali: 10 impianti;

• discariche per rifiuti inerti: 31 impianti.

Attività di recupero e smaltimento

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142

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Attività operanti in regime di procedura semplificata

Dati disponibili poco omogenei e spesso parziali

R1 R2 R3 R4 R5 R6 R9 R10 R13 R misti

Olbia-Tempio 9.019 0 7.114 10 69.200 0 0 50.015 53.489 0

Sassari 65.520 3.000 102.715 65.030 33.361 2.600 2.900 11.880 485.439 0

Oristano 980 0 15.000 0 305.828 0 0 0 26.095 0

Ogliastra 0 0 0 0 0 0 0 0 70.100 0

Nuoro 0 0 3.999 0 13.650 0 0 0 0 19.385

Cagliari 0 0 6.630 3.180 241.493 0 0 0 0 75.744

Carbonia Iglesias 0 0 2.900 3.290 32.000 0 0 0 29.027 0

Medio Campidano 0 0 200 0 170.950 0 0 0 9.150 70.650

Totale 75.519 3.000 138.558 71.510 866.482 2.600 2.900 61.895 673.300 165.779

3,7% 0,1% 6,7%

3,5%

42,0%

0,1%0,1%

3,0%

32,7%

8,0%

R1 R2 R3 R4 R5 R6 R9 R10 R13 R misti

Rifiuti recuperabili in impianti soggetti a

procedure semplificate: ripartizione per

tipologia di recupero

Dettaglio provinciale

Attività di recupero e smaltimento

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143

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Flussi complessivi di

Import-Export di rifiuti

speciali rispetto al Nord nel

2008

Produz RS: 2.745.006 t

Rec. RS: 181.407 t

Smalt. RS: 2.185.192 t

Produz RS: 2.745.006 t Rec. RS: 181.407 t

Smalt. RS: 2.185.192 t

Import - Export

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144

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Flussi complessivi di

Import-Export di rifiuti

speciali rispetto al Centro

nel 2008

Produz RS: 210.686 t

Rec. RS: 130.390 t

Smalt. RS: 96.798 t

Import - Export

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145

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Flussi complessivi di

Import-Export di rifiuti

speciali rispetto al Sud nel

2008

Produz RS: 4.578.764 t

Rec. RS: 812.589 t

Smalt. RS: 3.901.058 t

Import - Export

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146

Per quanto riguarda il dato di produzione, dal complesso delle analisi

condotte emergono le seguenti considerazioni:

• la produzione complessiva di rifiuti speciali in ambito regionale è

fortemente condizionata dalla presenza di flussi considerevoli di

rifiuti prodotti in ingenti quantità da un numero molto contenuto di

realtà produttive

• consistenti sono pure i flussi di rifiuti provenienti dalle attività di

bonifica (trattasi in particolare di rifiuti liquidi costituiti da acque

provenienti dalle operazioni di spurgo di falde di aree

contaminate)

• la produzione di rifiuti è fortemente concentrata in due delle tre

macroaree regionali; nell’area Sud si produce il 61% del

complesso dei rifiuti speciali e nell’area nord il 36%;

• al netto dei “grandi flussi” la produzione di rifiuti attribuibile al

tessuto produttivo che potremmo definire “diffuso” sul territorio

regionale si riduce a circa 830.000 t (a fronte del dato

complessivo inclusivo dei cosiddetti “grandi flussi” pari a oltre

7.500.000 t)

Sintesi della gestione dei rifiuti speciali

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147

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Considerando il complesso dei rifiuti prodotti le analisi sulle

attuali modalità gestionali evidenziano un forte squilibrio

tra le attività di smaltimento (85% del gestito in ambito

regionale) e le attività di recupero (restante 15%); tale dato

è spiegato con l’ingente contributo al totale avviato a

smaltimento fornito dai cosiddetti “grandi flussi”

infatti le analisi sul sistema gestionale ai rifiuti

provenienti dal “tessuto diffuso” lo squilibrio

registrato per il totale dei rifiuti prodotti tra le attività

di recupero e quelle di smaltimento rientra a favore

di una maggior rilevanza delle attività di recupero

Sintesi della gestione dei rifiuti speciali

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148

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Sulla base delle analisi condotte si evidenziano inoltre i

seguenti ulteriori aspetti in merito al sistema gestionale:

• Il ricorso al recupero energetico è piuttosto contenuto: a

fronte di potenzialità disponibili (incenerimento di rifiuti

speciali e coincenerimento) in ambito regionale

nell’ordine di circa 65.000 t/a, si registra l’avvio di rifiuti

speciali alle operazioni R1 e D10 pari, per l’anno 2008, a

circa 56.000 t

• La gestione dei rifiuti inerti evidenzia un consistente

ricorso allo smaltimento in discarica;

• Si evidenzia la debolezza del sistema impiantistico

regionale per quanto riguarda le necessità di

ottimizzazione delle operazioni di pretrattamento dei rifiuti

Sintesi della gestione dei rifiuti speciali

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149

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Alla luce delle considerazioni che emergono dall’analisi della

gestione dei rifiuti nell’anno 2008 questi paiono essere i più

significativi elementi di criticità:

1. negli anni recenti si è registrata una crescita costante della

produzione di rifiuti speciali: è evidente che non sono conseguiti

gli obiettivi di contenimento della produzione auspicati dalla

normativa;

2. il sistema gestionale regionale non si è orientato verso soluzioni

che privilegiassero il ricorso al recupero come opzione

prioritaria rispetto allo smaltimento;

3. il sistema regionale fa ancora ricorso all’esportazione di rifiuti

non è quindi conseguito l’obiettivo della tendenziale

autosufficienza impiantistica regionale nella gestione dei rifiuti

speciali;

4. gli impianti esistenti non sono sufficienti per caratteristiche e

potenzialità a garantire la minimizzazione dei trasporti dei rifiuti;

Sintesi della gestione dei rifiuti speciali

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150

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

6. non hanno trovato conferma le ipotesi di realizzare impianti

finalizzati ai trattamenti di detossificazione per lo smaltimento

in discarica di rifiuti con minori caratteristiche di pericolosità

(rifiuti inerti o inertizzati);

5. pur in presenza di impianti che potrebbero svolgere la funzione

di supporto logistico alla “produzione diffusa” per

l’ottimizzazione delle operazioni di raccolta differenziata e

trasporto non si registra la presenza di strutture organizzative

che coadiuvino gli operatori;

6. le movimentazioni di rifiuti tra le diverse aree del territorio

regionale trovano solo parzialmente la loro giustificazione nella

necessità di ricorrere per particolari categorie di rifiuti a

specifici impianti;

7. i rifiuti prodotti dai “grandi produttori” sono oggi avviati in modo

quasi esclusivo a smaltimento e non hanno trovato

applicazione gli auspici alla ricerca di soluzioni alternative

finalizzate al recupero di materia.

Sintesi della gestione dei rifiuti speciali

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151

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Gli studi di piano sono stati supportati da

approfondimenti economici finalizzati a disegnare i futuri

scenari evolutivi.

In assenza di dati previsionali in merito allo sviluppo

dell’economia regionale per i settori produttivi che

generano i cd “flussi diffusi” si è assunto

cautelativamente il dato di produzione 2008.

Pur assumendo la priorità delle azioni di riduzione si è

ritenuto prudenziale, ai fini del dimensionamento del

sistema impiantistico, un approccio “conservativo” che

assuma a riferimento il dato di produzione recentemente

registrato (anno 2008).

L’influenza delle variabili socio-economiche

Sintesi della gestione dei rifiuti speciali

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152

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Si ritiene tale assunzione sia suffragata dalle seguenti

considerazioni:

incertezza sulle stime di riferimento in relazione soprattutto alle

possibili diversificate tendenze che potrebbero registrarsi nei

diversi comparti produttivi con ripercussioni sulle dinamiche di

produzione dei rifiuti;

al calo atteso della produzione di rifiuti speciali per il breve

periodo (perdurare della fase di stagnazione economica)

dovrebbe far seguito (a parità di “produzioni specifiche” di RS)

una ripresa della crescita della produzione nel medio periodo sino

a conseguire i livelli di produzione registrati appunto nell’anno

2008.

Le variabili socio-economiche assumono un peso rilevante nella

definizione dei quantitativi di rifiuti prodotti; per tale motivo si sono

individuati specifici indicatori utili al monitoraggio dell’attuazione del

PRGRS.

L’influenza delle variabili socio-economiche

Sintesi della gestione dei rifiuti speciali

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153

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

Sulla base dell’analisi delle

dichiarazioni MUD e assumendo a

riferimento il dato di produzione

registrato nell’anno 2008, si è

proceduto alla valutazione dei

fabbisogni di recupero e

smaltimento di rifiuti speciali,

pericolosi e non, prodotti in

regione.

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI

RIFIUTI SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”

153

Scenario di Piano

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154

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

L’elenco completo dei destini valutati è quindi il seguente: D1i discarica per inerti;

D1n discarica per rifiuti non pericolosi;

D1z discarica per rifiuti inertizzati;

D8 trattamento biologico;

D9e trattamento chimico/fisico (emulsioni oleose);

D9i trattamento chimico/fisico (inertizzazione);

D9l trattamento chimico/fisico (rifiuti liquidi)

D10/R1 incenerimento/recupero energetico;

R2 rigenerazione/recupero solventi;

R3c riciclo/recupero sostanze organiche (compostaggio);

R3s riciclo/recupero sostanze organiche (frazioni secche);

R4 riciclo/recupero metalli;

R5 riciclo/recupero altre sostanze inorganiche;

R9 rigenerazione oli;

R10 spandimento sul suolo a beneficio agricoltura/ecologia;

R11 utilizzazione di rifiuti ottenuti da una delle operazioni

indicate da R 1 a R 10.

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI

RIFIUTI SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”

Scenario di Piano

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155

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI

RIFIUTI SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”

Cod

CER

Perico-

lositàDescrizione

STATO FISICO*:

Sp/Snp/FP/L/AProduz. (ton) DESTINO

190703 NP percolato di discarica, diverso da quello di cui alla voce 19 07 02 00010 116.147 D8D9l

200304 NP fanghi delle fosse settiche 00010 66.313 D8D9l

100105 NPrifiuti solidi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei

fumi01000 63.963 R5

190805 NP fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane 00100 59.341 R3cR10

100102 NP ceneri leggere di carbone 10000 36.081 R5

190902 NP fanghi prodotti dai processi di chiarificazione dell'acqua 00100 29.492 R5

200301 NP rifiuti urbani non differenziati 01000 25.861 D10R3sR4R5

130703 P altri carburanti (comprese le miscele) 00010 23.291 R11

150101 NP imballaggi in carta e cartone 01000 19.607 R3s

100105 NPrifiuti solidi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei

fumi10000 18.399 R5

030101 NP scarti di corteccia e sughero 10000 18.059 D10R3cR3s

190812 NPfanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da quelli

di cui alla voce 19 08 1100100 16.384 D1nD10R3c

200306 NP rifiuti della pulizia delle fognature 00010 13.384 D8D9l

150102 NP imballaggi in plastica 01000 12.705 R3s

160103 NP pneumatici fuori uso 01000 12.437 D10R3s

100121 NPfanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce

10 01 2000100 12.354 D1nR5

161002 NP soluzioni acquose di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 16 10 01 00010 12.166 D9l

200101 NP carta e cartone 01000 11.960 R3s

070108 P altri fondi e residui di reazione 00010 9.259 D9lD10

130205 P scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, non clorurati 00010 9.198 D10R9

100107 NPrifiuti fangosi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei

fumi00100 8.560 D1nR5

130403 P altri oli di sentina della navigazione 00010 8.149 R11

020106 NPfeci animali, urine e letame (comprese le lettiere usate), effluenti, raccolti

separatamente e trattati fuori sito00010 7.831 D8R3c

150106 NP imballaggi in materiali misti 01000 7.559 R3sR4R5

101003 NP scorie di fusione 01000 7.308 D1nR4R5

160601 P batterie al piombo 01000 6.142 R4R5

100101 NPceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia (tranne le polveri di caldaia di cui alla voce

10 01 04)01000 5.810 D1nR5

050103 P morchie depositate sul fondo dei serbatoi 00010 5.791 D9l

190805 NP fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane 00010 5.722 D8D9l

200102 NP vetro 01000 4.659 R5

160122 NP componenti non specificati altrimenti 01000 4.596 R4

130701 P olio combustibile e carburante diesel 00010 4.589 R11

160106 NP veicoli fuori uso, non contenenti liquidi né altre componenti pericolose 01000 4.511 R4

161004 NP concentrati acquosi, diversi da quelli di cui alla voce 16 10 03 00010 4.284 D8D9l

101208 NPscarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a

trattamento termico)01000 4.268 R5R10

190899 NP rifiuti non specificati altrimenti 00010 4.229 D8D9l

200140 NP metallo 01000 4.159 R4

100302 NP frammenti di anodi 10000 4.087 D1nR4

100315 Pschiumature infiammabili o che rilasciano, al contatto con l'acqua, gas infiammabili in

quantità pericolose10000 3.932 R4

180103 Prifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per

evitare infezioni01000 3.443 D10

200201 NP rifiuti biodegradabili 01000 3.438 R3c

150104 NP imballaggi metallici 01000 3.177 R4

070107 P fondi e residui di reazione, alogenati 00010 2.926 D10

020106 NPfeci animali, urine e letame (comprese le lettiere usate), effluenti, raccolti

separatamente e trattati fuori sito00100 2.685 R3cR10

101201 NP scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico 01000 2.616 D1nR5

070112 NPfanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce

07 01 1100010 2.597 D9l

150103 NP imballaggi in legno 01000 2.504 R3s

130802 P altre emulsioni 00010 2.426 D9e

Attribuzione dei corretti destini per singola tipologia di rifiuto – qualche esempio

Scenario di Piano

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156

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI

RIFIUTI SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”

Il fabbisogno individuato

complessivamente per le attività di

smaltimento e recupero di rifiuti

speciali non pericolosi oscilla tra

707.000 t/a e 989.000 t/a:

• i fabbisogni di smaltimento

(escluso incenerimento) vengono

stimati pari a 274.500÷375.000

t/a;

• i fabbisogni di incenerimento /

recupero energetico sono pari a

55.000÷80.000 t/a;

• il fabbisogno di attività di riciclo e

recupero di materia è pari a:

377.500÷534.000 t/a

0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000

D1i

D1n

D1z

D8

D9e

D9i

D9l

D10/R1

R2

R3c

R3s

R4

R5

R9

R10

R11

Rifiuti speciali non pericolosi (t/a)

intervallo fabbisogni stimati 156

Scenario di Piano

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI

RIFIUTI SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”

Il fabbisogno individuato

complessivamente per le attività di

smaltimento e recupero di rifiuti

speciali pericolosi oscilla tra 141.450

e 193.300 t/a:

• i fabbisogni di smaltimento

(escluso l’incenerimento) vengono

stimati pari a 64.550÷88.350 t/a.

• i fabbisogni di

incenerimento/recupero

energetico è di 17.500÷24.000

t/a.

• Il fabbisogno di attività di riciclo e

recupero di materia è pari a

59.400÷80.950 t/a.

0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000

D1i

D1n

D1z

D8

D9e

D9i

D9l

D10/R1

R2

R3c

R3s

R4

R5

R9

R10

R11

Rifiuti speciali pericolosi (t/a)

intervallo fabbisogni stimati

157

Scenario di Piano

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”

Confronto tra stime dei fabbisogni e attività di recupero/smaltimento di RS NP e P

Scenario di Piano

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE”

Indicatori per la valutazione del sistema gestionale dei rifiuti speciali

nello scenario regionale della pianificazione

Valutazione complessiva del sistema gestionale prospettato dallo scenario

della pianificazione

Parametri che forniscano un’indicazione dell’evoluzione del sistema

prospettato verso modalità gestionali che rispondono con maggior

coerenza alle indicazioni della normativa ovvero:

• recupero di materia;

• recupero energetico;

• smaltimento.

Scenario di Piano

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE” - Indicatori

Indice di riciclo / recupero di materia rispetto alla produzione “base” di rifiuti speciali;

include le seguenti attività:

R2 rigenerazione/recupero solventi;

R3c riciclo/recupero sostanze organiche (compostaggio);

R3s riciclo/recupero sostanze organiche (frazioni secche);

R4 riciclo/recupero metalli;

R5 riciclo/recupero altre sostanze inorganiche;

R9 rigenerazione oli;

R10 spandimento sul suolo a beneficio agricoltura/ecologia;

R11 utilizzazione di rifiuti ottenuti da una delle operazioni indicate

da R 1 a R 10. L’Indice di riciclo / recupero di materia è calcolabile con la seguente formula:

[R2 (t/a)+ R3c (t/a)+ R3s (t/a)+ R4 (t/a)+ R5 (t/a)+ R9 (t/a)+ R10 (t/a)+ R11 (t/a)]

IRmat=

Produzione flusso “base” (t/a)

Scenario di Piano

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE” - Indicatori

Indice di incenerimento/recupero energetico

rispetto alla produzione “base” di rifiuti speciali;

include le seguenti attività:

D10/R1 incenerimento/recupero energetico

Indice di smaltimento/esportazione rispetto alla

produzione “base” di rifiuti speciali; lo smaltimento include le

seguenti attività:

D1i discarica per inerti;

D1n discarica per rifiuti non pericolosi;

D1z discarica per rifiuti inertizzati;

D8 trattamento biologico;

D9e trattamento chimico/fisico (emulsioni oleose);

D9i trattamento chimico/fisico (inertizzazione);

D9l trattamento chimico/fisico (rifiuti liquidi)

IDsmalt/exp= (1 - IRmat - IRener)

Complessivamente lo scenario

L’Indice di incenerimento/recupero energetico è calcolabile con la seguente formula:

[D10 (t/a)+ R1 (t/a)]

IRener=

Produzione flusso “base” (t/a)

Scenario di Piano

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162

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

SPECIALI DA “UTENZE DIFFUSE” - Indicatori

Confronto tra

indici di

gestione della

produzione

“base” di rifiuti

speciali

29,2%

59,7%6,7%

5,7%

64,1%

34,6%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Gestione attuale Scenario Fabbisogni

Smaltimento/ esportazione

Incenerimento/ recupero energetico

Riciclo/recupero di materia

162

Scenario di Piano

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163

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

SPECIALI DEI “GRANDI FLUSSI” Dalle analisi condotte si deduce che:

• tre dei quattro grandi produttori (collocati nel comparto sud del territorio

regionale), hanno impianti di smaltimento in conto proprio dedicati in via

esclusiva allo smaltimento dei rifiuti prodotti dalle proprie attività (tale

situazione fa sì che tali rifiuti non gravino sul restante sistema impiantistico

regionale);

• il quarto “grande produttore” (E. On Produzione s.p.a. in loc. Fiumesanto,

nel comune di Sassari) conferisce i propri rifiuti anche a impianti del sistema

regionale.

L’analisi dei dati di produzione dei rifiuti registrati nel periodo 2008 ÷ 2010 per tale

“grande produttore” mette in evidenza due aspetti: la contrazione complessiva della

produzione di rifiuti (da 190.000 a 163.000 t/a) e il maggior ricorso allo smaltimento

rispetto al recupero di materia

Fabbisogno di smaltimento in discarica da questo specifico “grande

produttore” per i prossimi anni nell’ordine delle 50.000 t/a

Scenario di Piano

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FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

Il fabbisogno individuato

complessivamente per le attività di

smaltimento e recupero di tale

tipologia di rifiuti oscilla tra 641.500

t/a e 872.500 t/a:

• i fabbisogni di smaltimento

vengono stimati pari a

160.000÷220.000 t/a.

• il fabbisogno di attività di

riciclo e recupero di materia

stimati pari a

481.500÷652.500 t/a.

0 100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000

D1i

D1n

R3s

R4

R5

Rifiuti speciali da C & D non pericolosi (escluse terre e rocce da scavo) (t/a)

intervallo fabbisogni stimati 164

Scenario di Piano

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165

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE – Indicatori

Indice di riciclo/recupero di materia rispetto alla

produzione di rifiuti non pericolosi da attività di

costruzione e demolizione; include le seguenti attività:

R3s riciclo/recupero sostanze organiche

(frazioni secche);

R4 riciclo/recupero metalli;

R5 riciclo/recupero altre sostanze inorganiche

Indice di smaltimento/esportazione rispetto alla

produzione di rifiuti non pericolosi da attività di

costruzione e demolizione; lo smaltimento include le

seguenti attività:

D1i discarica per inerti;

D1n discarica per rifiuti non pericolosi

Scenario di Piano

Page 166: La Parte Quarta del D.Lgs 152/2006: la gestione dei rifiuti · R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti ... nel corso dello stesso

166

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE – Indicatori

Confronto tra indici

di gestione della

produzione di rifiuti

non pericolosi

provenienti da

attività di

costruzione e

demolizione (escluse

terre e rocce da

scavo) 44,8%

82,0%

55,2%

18,0%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Gestione attuale Scenario Fabbisogni

Smaltimento/ esportazione

Riciclo/recupero di materia

Scenario di Piano

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167

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

FABBISOGNI IMPIANTISTICI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

DA BONIFICA

In attesa della prossima emanazione del nuovo Piano Regionale per la

Bonifica delle Aree Inquinate, il presente PRGRS formula una stima dei

fabbisogni di trattamento e smaltimento.

Alla data attuale, sulla base dei dati gestionali 2008, sostanzialmente confermati sulla

base dei dati 2010 con riferimento ai rifiuti solidi, si stimano fabbisogni su base annua pari

complessivamente a:

• fabbisogno di trattamento /smaltimento per rifiuti solidi e fangosi prodotti dalle

operazioni di bonifica dei terreni da utenze diffuse: 5.000÷10.000 mc/a;

• fabbisogno di trattamento /smaltimento per rifiuti solidi e fangosi prodotti dalle

operazioni di bonifica dei terreni delle aree industriali o minerarie: nuove potenzialità

impiantistiche dovranno essere commisurate alla dimostrazione dell’effettivo

fabbisogno di trattamento / smaltimento.

• fabbisogno di trattamento per rifiuti liquidi prodotti da operazioni di risanamento delle

acque di falda: tale considerevole flusso di rifiuti trova il proprio corretto recapito in

impianti dedicati al trattamento di depurazione e conseguente riciclo delle acque

depurate nei cicli produttivi industriali

Scenario di Piano

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La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO

• rifiuti inerti da costruzione e demolizione,

• olii usati,

• RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche),

• veicoli fuori uso,

• fanghi da depurazione delle acque reflue civili,

• rifiuti contenenti amianto,

• batterie esauste,

• rifiuti sanitari,

• rifiuti agricoli,

• rifiuti prodotti dalle navi e residui del carico,

• rifiuti da imballaggio.

Per ciascun flusso nel Piano si sono sviluppati i seguenti temi:

• inquadramento normativo,

• analisi della produzione e dello stato di fatto gestionale a livello regionale,

• indirizzi per la corretta gestione.

Scenario di Piano

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169

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO -

rifiuti inerti da costruzione e demolizione

In Sardegna nel 2008 si è verificata una produzione di

rifiuti da costruzione e demolizione pari a 658.676.965 kg,

(9% della produzione totale regionale di rifiuti speciali)

Principali tipologie di rifiuto in cui risulta prevalente lo

smaltimento sul recupero:

• CER 170107 “miscugli o scorie di cemento, mattoni,

mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla

voce 170106”: 86% a smaltimento;

• CER 170101 “cemento”: 58% a smaltimento;

• CER 170103 “mattonelle e ceramiche”: 95% a

smaltimento

Principali tipologie di rifiuto sottoposte a recupero :

• CER 170904 “rifiuti misti dell'attività di costruzione e

demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 170901,

170902 e 170903”: 60% a recupero;

• CER 170405 “ferro e acciaio”: 100% a recupero;

• CER 170302 “miscele bituminose diverse da quelle

di cui alla voce 170301”: 68% a recupero;

• CER 170402 “alluminio”: 100% a recupero

Provincia di Sassari17,4%

Provincia di Nuoro3,4%

Provincia di Cagliari41,7%

Provincia di Oristano10,0%

Provincia di Olbia Tempio13,1%

Provincia di Ogliastra2,3%

Provincia di Medio Campidano

2,9%

Provincia di Carbonia Iglesias

9,3%

Ripartizione provinciale della produzione di rifiuti da costruzione e demolizione nel 2008

Scenario di Piano

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170

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO -

rifiuti inerti da costruzione e demolizione - Indicazioni per la

gestione operativa Obiettivi da normativa:

• incremento della frazione di rifiuti non

pericolosi da costruzione e

demolizione avviati a riutilizzo,

riciclaggio e altri tipi di recupero di

materia;

• diminuzione del quantitativo totale di

rifiuti avviati a discarica;

• prevenzione dei fenomeni di

abbandono e deposito incontrollato di

rifiuti da costruzione e demolizione sul

territorio;

• promozione dell’innovazione degli

impianti di recupero, secondo le

migliori tecnologie disponibili allo

scopo di realizzare un progressivo

miglioramento delle prestazioni

tecniche e ambientali;

• miglioramento della qualità dei

materiali inerti riciclati.

Azioni proposte dal PRGRS:

• attuazione di un controllo a monte da

parte degli enti locali sulla destinazione

dei materiali da demolizione;

• recupero dei rifiuti come materiali di

ricoprimento, in luogo della terra, nelle

discariche per rifiuti non pericolosi;

• autorizzazione per nuove discariche per

inerti secondo il fabbisogno regionale,

realizzate in base alle norme

comunitarie, per il conferimento dei

residui delle attività di recupero

• ulteriori azioni da realizzare per definire

strumenti e sostenere iniziative

finalizzate a una corretta gestione di tali

rifiuti (azioni formative, incentivi etc.)

• Redazione di linee guida per

determinare la diminuzione della

produzione di rifiuti da C&D

Scenario di Piano

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171

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO –

Rifiuti sanitari

Provincia di Sassari15,8%

Provincia di Nuoro12,8%

Provincia di Cagliari42,5%

Provincia di Oristano6,6%

Provincia di Olbia Tempio

8,1%

Provincia di Ogliastra3,2% Provincia di Medio

Campidano2,4%

Provincia di Carbonia Iglesias

8,6%

Ripartizione provinciale della produzione di rifiuti CER 18.01* nel 2008

In Sardegna nel 2008 si è verificata una produzione di

“rifiuti dei reparti di maternità e rifiuti legati a diagnosi,

trattamento e prevenzione delle malattie negli esseri

umani”, ossia quelli appartenenti ai CER 18.01*, pari a

4.136.924 kg, (0,05% alla produzione tot RS)

Principali tipologie di rifiuto a smaltimento (100% smaltiti):

• CER 180103 “rifiuti che devono essere raccolti e

smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare

infezioni”: 95,5% dei flussi avviati a smaltimento;

• CER 180109 “medicinali diversi da quelli di cui alla

voce 180108”: 1,7% dei flussi avviati a smaltimento;

• CER 180106 “sostanze chimiche pericolose o

contenenti sostanze pericolose”: 1,1% dei flussi

avviati a smaltimento;

• CER 180108 “medicinali citotossici e citostatici”:

1,0% dei flussi avviati a smaltimento;

• Quote residuali (al di sotto dell’1% del totale dei

rifiuti sanitari smaltiti) per i CER 180107,

180104,180102

Le modalità di smaltimento fanno prevalentemente

ricorso dall’incenerimento a terra (operazione D10)

Scenario di Piano

Page 172: La Parte Quarta del D.Lgs 152/2006: la gestione dei rifiuti · R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti ... nel corso dello stesso

172

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO -

rifiuti sanitari – Indicazioni per la gestione operativa

Obiettivi da normativa:

• prevenzione e riduzione delle quantità di rifiuti sanitari prodotte;

• diminuzione della loro pericolosità;

• reimpiego, riciclaggio e recupero se possibile

Azioni proposte dal PRGRS:

• La Regione intende adottare specifiche linee guida di

gestione previa istituzione di un apposito gruppo di lavoro

coordinato dal servizio regionale competente in materia di

gestione dei rifiuti.

Attualmente il CER 18.01* è per il il 100%

gestito in regione e sottoposto a

smaltimento.

Il reimpiego e il recupero dei rifiuti

sanitari, sono gli aspetti più delicati

Scenario di Piano

Page 173: La Parte Quarta del D.Lgs 152/2006: la gestione dei rifiuti · R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti ... nel corso dello stesso

173

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO –

Rifiuti agricoli

Provincia di Cagliari50,7%

Provincia di Carbonia Iglesias

0,4%Provincia di Medio

Campidano0,0%

Provincia di Nuoro0,2%

Provincia di Ogliastra0,5%

Provincia di Olbia Tempio

0,6%

Provincia di Oristano47,6%

Provincia di Sassari0,0%

Ripartizione provinciale della produzione di rifiuti appartenenti ai CER 02.01.00 nel 2008

In Sardegna nel 2008 la produzione di “rifiuti prodotti da

agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e

pesca”, ossia quelli appartenenti ai CER 02.01*, è stata

pari a 11.230.175 kg, (0,15% alla produzione tot RS)

Le tipologie di rifiuti per le quali risulta dominante lo

smaltimento (100%) sul recupero sono:

• 020106: feci animali, urine e letame (comprese le

lettiere usate), effluenti, raccolti separatamente e

trattati fuori sito

• 020101 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia

• 020103 scarti di tessuti vegetali

• 020102 scarti di tessuti animali

Le criticità della gestione di tale tipologia di rifiuti sono:

• la capacità di intercettare il maggior quantitativo di

rifiuti prodotti da tali attività;

• il corretto avvio a destino finale con priorità per il

riciclo/recupero di materia

Scenario di Piano

Page 174: La Parte Quarta del D.Lgs 152/2006: la gestione dei rifiuti · R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti ... nel corso dello stesso

174

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

LA GESTIONE DI PARTICOLARI TIPOLOGIE DI RIFIUTO -

rifiuti agricoli – Indicazioni per la gestione operativa

Obiettivi da normativa:

La Regione persegue l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti derivanti dalle

attività agricole al fine di avviarli al recupero e al corretto smaltimento, con

particolare riferimento ai rifiuti pericolosi.

Azioni proposte dal PRGRS:

Promozione di forme organizzative che coadiuvino le attività di gestione dei rifiuti

speciali agricoli prevenendo possibili forme di smaltimento incontrollato o non

idoneo e mirando al contenimento dei costi di gestione degli stessi – sottoscrizione

di specifici accordi con le imprese agricole, nonché con i piccoli imprenditori

agricoli per conferire i rifiuti speciali agricoli, pericolosi e non pericolosi:

• direttamente a piattaforme di conferimento debitamente autorizzate;

• presso un luogo di consegna concordato con la ditta che gestirà il servizio;

• con raccolta a domicilio presso la sede produttiva delle imprese agricole

attraverso la puntuale definizione delle modalità operative.

Scenario di Piano

Page 175: La Parte Quarta del D.Lgs 152/2006: la gestione dei rifiuti · R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti ... nel corso dello stesso

175

Il PRGRS fornisce un inquadramento relativo alla gestione dei rifiuti

portuali e in particolare ai rifiuti prodotti dalle navi e i residui del

carico, soggetti a specifica pianificazione ai sensi del D.Lgs. 26 giugno

2003 n. 182

Il PRGRS fornisce le linee guida per la redazione dei suddetti piani (valide

anche per l’aggiornamento dei Piani già approvati) individuando già le principali

criticità connesse alla gestione di questi specifici rifiuti

La VAS del PRGRS è valida anche per i singoli Piani per la raccolta e gestione dei

rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico (artt. 11 e 12 Dlgs 152/06 e smi)

Piano di gestione dei rifiuti portuali

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176

La politica degli acquisti pubblici ecologici in Sardegna

I rifiuti prodotti dalle navi sono classificati in:

• oil (Annesso I) rifiuti oleosi, fanghi, slops (acque di

lavaggio cisterne, residui dei carichi), residui oleosi

di macchina (acque di sentina, morchie etc.);

• noxious liquid substances (Annesso II) sostanze

liquide nocive trasportate da navi chimichiere

comprendenti i residui provenienti dal lavaggio delle

cisterne;

• harmful substances (Annesso III) sostanze nocive

trasportate non alla rinfusa che potrebbero originare

residui di carico;

• sewage (Annesso IV) acque nere ;

• garbage (Annesso V), rifiuti del tipo normalmente

prodotto dalla esigenza di vita dell’equipaggio di

bordo (plastica, materiale da imballaggio, rifiuti

alimentari etc.);

Gli altri rifiuti portuali, non considerati però nei piani di

gestione, sono (sempre sulla base della convenzione

MARPOL 73/78):

• rifiuti genericamente prodotti nell’area portuale, quali:

• i rifiuti indifferenziati;

• i rifiuti oggetto di raccolta differenziata.

• rifiuti derivanti dalla pulizia delle aree comuni e degli

specchi acquei portuali. 176

Piano di gestione dei rifiuti portuali

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177

Attualmente non risulta possibile fornire dati aggiornati riguardo ai rifiuti prodotti, sia

perché i dati contenuti nei piani portuali risultano spesso poco attuali (per la maggior

parte dei porti si hanno dati risalenti al 2002-2004), sia perché gli anni di riferimento

non sono comunque gli stessi per tutti i porti. Attualmente molti Piani Portuali sono in

fase di aggiornamento.

Allo stato attuale delle conoscenze è possibile

dire che, con riferimento alla classificazione

dei rifiuti riportata precedentemente, i

principali rifiuti prodotti che è necessario

gestire nell’ambito dei porti sono:

• garbage (rifiuti assimilabili agli urbani);

• rifiuti “oil” (acque di sentina, fanghi, etc.),

- rifiuti speciali pericolosi;

• sewage (acque nere) rifiuti speciali non

pericolosi.

Solo in alcuni porti (quali Porto Torres,

Cagliari, Portovesme e, in generale i soli porti

industriali) si hanno harmful substances, cioè

sostanze nocive trasportate non alla rinfusa

che potrebbero originare residui di carico.

Rifiuti prodotti nel Porto di Porto Torres – anno 2004

TIPOLOGIA RIFIUTO 2004 - (t/a)

Rifiuti assimilabili agli urbani 914,16

Acque nere/fanghi 7.432

Residui del carico navi petroliere 2.265

Residui del carico navi chimichiere 1.419

Acque sentina 3.600

Rifiuti inceneriti 84

Scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione

21

Acque oleose di sentina 30

Piano di gestione dei rifiuti portuali

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INDICE TIPO DI UN PIANO PORTUALE

Considerazioni introduttive

Obiettivi del Piano aggiornato

Analisi dei dati storici – rifiuti prodotti nel triennio

Analisi dei fabbisogni

Previsione dei volumi di servizio nel successivo triennio di validità del piano

Organizzazione del servizio

Regime autorizzativo e formulari

Sistema informativo integrato

Quadro dei costi di gestione

Capacità degli impianti portuali

Aspetti Tariffari

Linee guida per l’affidamento del servizio

Il rapporto di concessione

Piano di gestione dei rifiuti portuali

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Il capitolo relativo ai criteri localizzativi ripropone quello di pari titolo

facente parte del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti – Sezione

Rifiuti Urbani (PRGRU), approvato con D.G.R. n.73/7 del 20/12/2008,

(riferimento: capitolo 11), dato che i criteri ivi individuati sono da

ritenersi validi sia per gli impianti di gestione dei rifiuti urbani sia per

quelli di gestione dei rifiuti speciali.

È stata introdotta un’unica variazione riguardante le modalità di

applicazione delle distanze dalle funzioni sensibili: infatti si precisa

che la tutela integrale di tale vincolo si applica solo alle operazioni D

e R1.

Si specifica, inoltre, che i criteri di localizzazione individuati devono

essere applicati anche per la realizzazione di nuovi impianti di

gestione rifiuti soggetti alla procedura ex artt. 214-216 del D.Lgs.

152/06 (procedura semplificata).

Criteri per le aree idonee

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Azioni inerenti la

riduzione della

produzione e

pericolosità dei

rifiuti

favorire la formazione di

professionalità per la gestione di

strumenti innovativi di impresa; sostenere, attraverso incentivi e

finanziamenti, la ricerca e l’applicazione di nuove forme di tecnologie e gestione mirate alla riduzione della produzione dei rifiuti e della loro pericolosità, nonché al loro riciclo, riutilizzo o recupero di materia.

corsi di formazione a partecipazione volontaria

Azioni per

massimizzare l’invio

a recupero

sostegno ad attività di ricerca e la

promozione della sperimentazione

di specifici progetti di recupero e

di azioni dimostrative correlate a

specifici settori produttivi

sostegno regionale alla nascita e al

consolidamento sul territorio

regionale di attività economiche

che favoriscano il riciclaggio, il

riutilizzo e il recupero di materia

dai rifiuti

“acquisti verdi” nella Pubblica Amministrazione

Azioni attuative

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Azioni volte

all’ottimizzazione

del sistema

gestionale

Il PRGRS ha disegnato

un sistema gestionale la

cui attuazione

consentirà il

conseguimento di

migliori prestazioni

grazie al maggior

ricorso al recupero di

materia, al recupero

energetico e alla

minimizzazione dello

smaltimento in

discarica

Attivazione di una molteplicità di azioni che

coinvolgono tutte le fasi gestionali dalla

produzione alle fasi di raccolta, dalle

operazioni preliminari ai successivi

trattamenti allo smaltimento finale.

Quali:

definizione di sistemi organizzativi locali

che consentano di ottimizzare la logistica

delle operazioni di raccolta differenziata,

trasporto e stoccaggio preliminare;

incentivazione, ove sostenibile dal punto di

vista tecnico-economico e ambientale, dello

sviluppo di impiantistica in grado di dar

risposta ai fabbisogni d’area, nel rispetto del

principio di prossimità;

controlli della qualità dei rifiuti in ingresso

agli impianti al fine di verificare il corretto

destino degli stessi;

adozione di misure tributarie al fine di

contenere il ricorso allo smaltimento in

discarica.

Azioni attuative

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Azioni a sostegno della

corretta gestione di

specifici flussi

Rifiuti inerti da costruzioni

e demolizioni

Oli usati

R.A.E.E.

Veicoli fuori uso

Rifiuti contenenti amianto

Batterie esauste

Rifiuti sanitari

Rifiuti agricoli

Rifiuti da imballaggio

Indicazioni fornite nel § 13 del PRGRS

Azioni finalizzate a

perseguire l’integrazione

con le politiche per lo

sviluppo sostenibile

Sistemi di Gestione

Ambientale

promozione dell’impiego

nei settori produttivi delle

Migliori Tecniche

Disponibili al fine di

minimizzare gli effetti

ambientali delle stesse

prevede la firma di accordi di

programma con le associazioni

di categoria per promuovere

l’adesione a Sistemi di

Gestione Ambientale da parte

delle imprese e promozione di

corsi formativi alle imprese per

adozione BAT

Azioni attuative

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UTENZE DIFFUSE

Sulla base delle analisi condotte nel PRGRS esposte nelle slide

precedenti, deriva un fabbisogno non soddisfatto pari a circa

250.000 mc, con margine di sicurezza per lo stoccaggio definitivo

di rifiuti speciali non pericolosi pari a 500.000 metri cubi.

RIFIUTI INERTI

le valutazioni dei fabbisogni portano a una stima di smaltimento in

discarica pari a circa 163.000 ÷ 225.000 t/a.

GRANDI PRODUTTORI

il Piano individua per ciascuno dei “grandi produttori” la necessità di

adozione di soluzioni gestionali che possano consentire

l’autonomia delle capacità di smaltimento per un periodo pari a non

oltre un decennio.

RIFIUTI DA BONIFICHE

Resta inteso che ai quantitativi definiti per le utenze diffuse

dovranno aggiungersi le nuove potenzialità impiantistiche

finalizzate a garantire il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti

provenienti dalle operazioni di bonifica dei terreni delle aree

industriali o minerarie (commisurate alla dimostrazione dell’effettivo

fabbisogno di trattamento / smaltimento).

SM

ALT

IME

NT

O I

N D

ISC

AR

ICA

Indirizzi gestionali per l’adeguamento del

sistema impiantistico

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Per quanto riguarda l’incenerimento/recupero energetico (D10/R1) è stato

stimato per la fase a regime un fabbisogno compreso nell’intervallo 72.500

÷ 104.000 (di cui 17.500 ÷ 24.000 per rifiuti speciali pericolosi); a fronte di

tale dato il gestito nell’anno 2008 ammonta a circa 55.000 t..

Le capacità di trattamento oggi autorizzate (riferite a trattamento termico dei

rifiuti e coincenerimento) ammontano a circa 65.000 t/a; il dato dovrà essere

verificato nella fase autorizzativa, tuttavia risulta evidente un deficit delle

capacità di trattamento del sistema impiantistico regionale.

Opzioni gestionali di sicuro interesse sono le seguenti:

• incremento delle capacità di trattamento degli impianti attualmente

autorizzati;

• avvio a recupero energetico presso impianti non dedicati. IM

PIA

NT

I D

I T

RA

TTA

ME

NT

O T

ER

MIC

O

Indirizzi gestionali per l’adeguamento del

sistema impiantistico

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IMPIANTI DI

DISCARICA

Le autorizzazioni alla realizzazione di nuove discariche di rifiuti

da utenze diffuse saranno commisurate al fabbisogno non

soddisfatto individuato dal Piano per il periodo di vigenza (6

anni), ovvero 500.000 mc da ripartire sul territorio regionale;

ciascuna nuova discarica, o ampliamento delle esistenti, per

rifiuti speciali da utenze diffuse non potrà saturare con le proprie

capacità di smaltimento più del 30% dell’intero fabbisogno

stimato dal presente Piano.

Le nuove discariche dedicate invece ai grandi flussi omogenei

dovranno essere di volumetria tale da garantire per non oltre 10

anni la copertura del fabbisogno del singolo flusso omogeneo.

Le autorizzazioni relative ai nuovi interventi prevederanno

clausole precise in merito alla accettabilità dei rifiuti.

Le nuove discariche per rifiuti inerti potranno essere autorizzate

solo in seguito alla verifica dell’assenza di impianti alternativi

(discarica o impianto di riciclaggio per inerti) nel raggio di 30

km.

Indirizzi gestionali – criteri per il rilascio delle

autorizzazioni

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IMPIANTI DI

TRATTAMENTO

TERMICO E

RECUPERO

ENERGETICO

Le proposte di realizzazione di impianti potranno essere prese in esame

solo se supportate da apposite analisi delle possibilità offerte dall’attuale

sistema impiantistico e dal sistema industriale regionale.

Gli impianti saranno prioritariamente al servizio dei rifiuti prodotti in

ambito regionale.

ALTRE

TIPOLOGIE DI

IMPIANTI DI

TRATTAMENTO

Per le autorizzazioni al trattamento di cui alle operazioni D8 e D9, in

base alla verifica delle potenzialità residue dell’impiantistica esistente

costituirà elemento di indirizzo nel rilascio delle autorizzazioni la

copertura territoriale dei fabbisogni.

Ciascun intervento autorizzato non dovrà saturare più del 50% del

fabbisogno regionale.

Gli impianti dovranno essere preferibilmente localizzati nelle aree nord e

sud dell'isola.

Gli impianti saranno prioritariamente al servizio dei rifiuti prodotti in

ambito regionale

IMPIANTI DI

RECUPERO

Gli impianti di recupero di rifiuti con produzione di materia possono

riferirsi anche totalmente ad ambiti di conferimento extra-regionale,

purché la quantità annua di scarti non recuperabili dal trattamento e da

avviare allo stoccaggio definitivo in discariche per utenze diffuse sia di

entità poco significativa e comunque non superiore al 10% dei

quantitativi di rifiuti effettivamente trattati nell’impianto di recupero

Indirizzi gestionali – criteri per il rilascio delle

autorizzazioni