La mindfulness nella risoluzione dei conflitti

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T U T T O È S U P E R A B I L E - O Q U A S I - A N C H E I L C O N F L I T T O O V V E R O L A M I N D F U L N E S S N E L L A R I S O L U Z I O N E D E I C O N F L I T T I

© W W W. N I C O L E T TA C I N O T T I . N E T

C O S ’ È U N C O N F L I T T O ?

C O S ’ È U N C O N F L I T T O

• Un conflitto è una differenza caratterizzata da tensione, emotività e disaccordo, dove il legame è interrotto.

• Se abbiamo un disaccordo ma il legame non è interrotto non c’è conflitto.

• È l’interruzione del legame che crea conflitto, un conflitto che, se rimane inesplorato, può crescere fino a diventare una guerra.

I L C O N F L I T T O S I E S P R I M E C O N L A R A B B I A ?

C O N F L I T T O E R A B B I A

• C’è una relazione tra conflitto e rabbia ma non una identità. Ci sono conflitti che si esprimono in maniera ostile e silenziosa. Il conflitto ha delle componenti aggressive ma non è detto che sia rabbioso.

• Ci sono conflitti che iniziano proprio con una esplosione di rabbia. Altri con la rottura della comunicazione.

L A T E N S I O N E È C O M E U N V I R U S

• La tensione è contagiosa. Vivere o lavorare in un ambiente teso influenza anche le persone che non sono direttamente coinvolte nel conflitto.

• Fortunatamente anche la calma e la fiducia sono contagiose ed è possibile cambiare il clima emotivo!

O G N I C O N F L I T T O È C A R AT T E R I Z Z AT O D A L L A M A N C A N Z A D I F I D U C I A .

È Q U E S T O - P I Ù C H E L A R A B B I A - C H E L O C O N T R A D D I S T I N G U E

I L C O N F L I T T O È C O M E U N P E S C E

• Il conflitto è come un pesce. Se lo tieni sotto il tavolo in breve tempo produce odore e si decompone.

• Se lo porti alla luce, lo pulisci e lo cucini può diventare un’ottimo pasto.

• Più tempo un conflitto rimane nascosto e più è difficile negoziarlo perché si crea un clima di sfiducia.

È P I Ù FA C I L E N E G O Z I A R E U N C O N F L I T T O F R E S C O C H E U N O S TA G I O N AT O .

P E R M E D I A R E D I V E N TA I N D I S P E N S A B I L E C H E I N O S T R I I N T E R L O C U T O R I S I F I D I N O D I N O I E P E R FA R L O D O B B I A M O E S S E R E C O N S A P E V O L I D E L N O S T R O

AT T E G G I A M E N T O I N T E R N O E D E S T E R N O : L A B A S E P E R A P R I R E U N D I A L O G O

Tutti i conflitti comportano una rottura della fiducia e della capacità di dialogo. Mediare vuol dire

quindi lavorare su questi due aspetti.

T R A D I M E N T O E F I D U C I A

• Le ricerche dicono che l’80% delle persone non si fidano del proprio capo (Goleman). Questo significa che l’80% delle persone si domanda “Chi mi colpirà alle spalle?”.

• Instaurare un clima di fiducia fa sì che quella domanda diventi “Chi può aiutarmi?”

L A V E R I TÀ È D I F F I C I L E ?

• Molti dirigenti non sanno che cosa i loro subalterni pensano di loro. O non ci prestano attenzione perché pensano in termini di risultati e di performance e non sono focalizzati sulle persone. Oppure preferiscono un sorriso compiacente ad una verità difficile.

E V I TA R E I L C O N F L I T T O R I D U C E L A Q U A L I TÀ D E L L A P E R F O R M A N C E E L A Q U A L I TÀ D E L L A R E L A Z I O N E .

P R I M O PA S S O M I N D F U L : R I C O N O S C E R E L A V E R I TÀ

• Dietro ogni conflitto c’è una verità che ha bisogno di essere riconosciuta e un bisogno che viene espresso in forma mediata. Saper riconoscere questa verità e il bisogno ad essa connessa è fondamentale per l’apertura del dialogo.

A B B I A M O B I S O G N O D I S A P E R R I C O N O S C E R E I S E G N A L I D I S T O P

Riconoscere la verità non è ancora dire la verità.

I G R A N D I L E A D E R

• I grandi leader sono quelli che sanno creare un clima di attenzione e fiducia, capaci di dire le cose con trasparenza senza per questo rompere dei legami o ferire delle persone.

• I leader che ottengono migliori risultati sono quelli che vogliono conoscere la verità perché si muovono nell’area di sviluppo dell’azienda.

N E L C O N F L I T T O C ’ È U N A R E S I S T E N Z A A L C A M B I A M E N T O : È V E R O ?

T E N D I A M O A P E N S A R E C H E L E P E R S O N E S I A N O R E S I S T E N T I A L C A M B I A M E N T O . I N R E A LTÀ N O I S I A M O S T R U T T U R AT I AT T O R N O A L C A M B I A M E N T O .

C ’ È U N A R E S I S T E N Z A S P E C I F I C A A L C A M B I A M E N T O ?

T U T T O C A M B I A C O N T I N U A M E N T E . R E S I S T I A M O A L C A M B I A M E N T O S O L O Q U A N D O L A PA U R A A T T I VA L E D I F E S E

1 . C O S T R U I R E U N L E G A M E B A S AT O S U L L A F I D U C I A .

2 . M O S T R A R E L E O P P O R T U N I TÀ C H E O F F R E L A M E D I A Z I O N E .

S E C O N D O PA S S O M I N D F U L : C R E A R E U N C L I M A D I F I D U C I A

L’ I D E A È M O LT O S E M P L I C E : B A S TA C R E A R E U N C L I M A D I F I D U C I A . Q U E S T O FA S I C H E L’ I N T E R L O C U T O R E C A M B I L I V E L L O E D A L L A D I F E S A PA S S I A L L A N E G O Z I A Z I O N E . K O H L R E I S E R

T E R Z O PA S S O M I N D F U L : T R A S F O R M A R E G L I S TAT I M E N TA L I

un aspetto della mindfulness - e una caratteristica delle persone che hanno alte performance - è saper trattare con gli aspetti negativi delle situazioni senza essere ostaggi delle difficoltà. Il reale aiuto della mindfulness viene dall’imparare a cambiare lo stato mentale proprio e altrui.

M I N D F U L N E S S E F I D U C I A

• Davidson ha dimostrato che le persone recuperano meglio da un fallimento o dalla presenza di informazioni negative quanto più sono mindful ossia presenti.

Q U A N D O A B B I A M O U N C O N F L I T T O A B B I A M O A N C H E L’ O P P O R T U N I TÀ D I T R A S F O R M A R L O I N PA Z I E N Z A ,

C O M P R E N S I O N E R E C I P R O C A E C R E AT I V I TÀ , S V I L U P PA N D O L E N O S T R E C A PA C I TÀ D I

A P P R E N D I M E N T O D A G L I E R R O R I .

Non avere ragioni di disaccordo con il mondo vuol dire avere poche ragioni per crescere e minori

opportunità di essere pienamente umani. Diane Musho Hamilton

C O S A S T O I M PA R A N D O ? E N O N S O L O C O S A S E N T O …

APRIRE IL DIALOGO

O F F R I R E U N A P R E S E N Z A C O N S A P E V O L E A P R E I L D I A L O G O .

B E M I N D F U L : Q U A RT O PA S S O

L A P R I M A A Z I O N E D I D I A L O G O N O N È PA R L A R E M A A S C O LTA R E . Q U A L U N Q U E D I A L O G O I N I Z I A C O N U N A S C O LT O I N D U E D I R E Z I O N I

INTERNO ESTERNO

A S C O LTA R E

• Daniel Goleman descrive l’ascolto come la capacità di riconoscere quello che proviamo. Questo significa sentire il proprio stato di base e le nostre reazioni a ciò che l’altro dice. Riconoscerle ci renderà più capaci di comunicare.

• Per ascoltare non dobbiamo avere fretta.

I N O G N I D I A L O G O O C C H I O A L L O S C O R A G G I A M E N T O

L O S C O R A G G I A M E N T O È I L S E G N A L E C H E L A N O S T R A C A PA C I TÀ D I M E D I A Z I O N E S I S TA R I D U C E N D O … P E R C H È A B B I A M O I N I Z I AT O A P R E V E D E R E I L F U T U R O

L A M I N D F U L N E S S È L A C A PA C I TA D I R I M A N E R E R A D I C AT I N E L P R E S E N T E . È N E L P R E S E N T E C H E N A S C E L A P O S S I B I L I TÀ D I FA R E L E D O M A N D E G I U S T E : Q U E L L E C H E FA N N O V E D E R E I L P R O B E M A D A U N ’ A LT R A P R O S P E T T I VA .

I L M O M E N T O P R E S E N T E : Q U I N T O PA S S O

5 C H I AV I D E L L A C O M U N I C A Z I O N E M I N D F U L

1 . P R E S E N Z A C O N S A P E V O L E .

2 . A S C O LT O C O N S A P E V O L E .

3 . R I S P E T TA R E I S E G N A L I C O M U N I C AT I V I .

4 . L A R E L A Z I O N E

5 . F I D A R S I D I C I Ò C H E E M E R G E

5 C H I AV I

L E D O M A N D E D E L D I A L O G O• Quali sono le circostanze del

conflitto e qual è il nostro giudizio sulla situazione? Ci sentiamo a nostro agio o ci sentiamo in pericolo nella mediazione?

• Pensiamo che la ragione sia da una sola parte o abbiamo l’idea che uno dei due sia il colpevole?

• Qual è l’aspetto intelligente di quel conflitto? Quale opportunità di crescita può portare?

• Quale verità esprime?

• Quale crescita sarebbe possibile affrontando il conflitto invece che evitandolo o mantenendolo attivo?

Tieni lo sguardo fisso sulla via dellacima ma non dimenticare di guardareai tuoi piedi. L’ultimo passo dipende dal primo. Non credere d’essere arrivato soloperché scorgi la cima. Sorveglia i tuoi piedi, assicura il tuoprossimo passo ma che questo non ti distragga dal fine più alto. Il primo passo dipende dall’ultimo.

René Daumal

I PA S S I N O N S O N O S E Q U E N Z I A L I

• Per ragioni di narrazione abbiamo descritto i passi come se fossero sequenziali. Non è così. Ogni passo dipende dall’altro. E ogni passo può tornare più e più volte.

• Riconoscere la verità, creare un clima di fiducia, essere una presenza consapevole, cogliere il momento presente e ascoltare per costruire un dialogo sono simultaneamente presenti. Anche se uno di questi aspetti può diventare il momento centrale della mediazione.

I L M E D I AT O R E È PA R T E I N T E G R A N T E D E L Q U A D R O

I N O G N I C A S O … . .

Tieni lo sguardo fisso sulla via dellacima ma non dimenticare di guardareai tuoi piedi. L’ultimo passo dipende dal primo. Non credere d’essere arrivato soloperché scorgi la cima. Sorveglia i tuoi piedi, assicura il tuoprossimo passo ma che questo non ti distragga dal fine più alto. Il primo passo dipende dall’ultimo.

René Daumal

C O M E F O R M A R S I P E R U S A R E L A M I N D F U L N E S S ?

• Usare la mindfulness non necessariamente vuol dire essere Istruttore mindfulness. Però è necessario usare con se stessi un atteggiamento mindful. Quindi può essere utile fare uno dei protocolli mindfulness. In particolare MBSR e Interpersonal Mindfulness

• Inoltre c’è la possibilità di lavorare specificatamente con la mindfulness nella comunicazione.

G R A Z I E !

W W W. N I C O L E T TA C I N O T T I . N E T