La mente che crea - Enrico Saba

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Sicuramente vi sarà capitato un evento poco favorevole che vi ha spinto a dire: “che sfortuna, lo sapevo che mi sarebbe accaduto!”. Riflettendo su questa affermazione possiamo capire come “il sapere già” implica necessariamente l’aver programmato e orientato inconsciamente la mente verso la concretizzazione di quell’evento. L’ipnosi progressiva utilizza la parte creativa della mente per cambiare questa programmazione. Orientare la mente verso un futuro dove si è risolto il problema favorisce la creazione di un nuovo stato mentale non più condizionato dal passato.

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Enrico Saba Marco chiSotti

LA MENTECHE CREA

L'IPNOSI PROGRESSIVA E LE SORPRENDENTICAPACITà DELLA NOSTRA MENTE.

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Prefazione

Enrico Saba, Marco Chisotti

La mente che crea

Casini Editore

© 2011 Valter Casini Edizioniwww.casinieditore.com

ISBN: 978-88-7905-204-7

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Prefazione

L’Ipnosi Progressiva è un’esperienza den-tro il tempo. Pur essendo il tempo, quello delle lancette e dei numeri, un artificio misurabile e costante prodotto dall’uomo, e ciò che ne scandisce l’esistenza, ogni individuo nutre in sé la personale percezione di una specifi-ca dimensione temporale. Essa è mutuamente legata ai vissuti e ai relativi contesti e continua a ritmare il suo effetto, condizionando intima-mente sensazioni e progetti personali.

Attraverso l’Ipnosi Progressiva si può lavo-rare proprio sull’organizzazione interna della persona, mettendo a disposizione dell’indivi-duo le sue risorse per la progettazione futura. Costruire il futuro vuol dire creare, partendo da un obiettivo, una rete di intenzioni e volon-tà che permettano all’individuo l’allestimen-

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La mente che crea

to dell’esperienza desiderata. La psicoterapia si avvale continuamente della “progettualità” come mezzo per sondare desiderio e decisio-nalità della persona. Ogni forma di psicotera-pia prevede controllo e verifica, possibilmen-te anche attraverso una simulazione mentale, dell’impatto che il progetto di una persona ha nella sua idea di avvenire. Si tratta del cosid-detto controllo ecologico, che prevede la veri-fica di una disposizione mentale, di una scelta. Significa lavorare attraverso la proiezione in un futuro ipotetico: vedersi e pensarsi realiz-zati nella nuova condizione di vita.

L’idea di porre l’accento su questo tipo di esperienza è nata semplicemente utilizzando le necessità delle persone e la dote propria della loro mente. Esattamente come tutti noi pensiamo alle vicissitudini passate, possiamo pensare al futuro e protendere le nostre aspet-tative in un arco temporale prossimo. Analiz-zando risorse, possibilità e limiti, formuliamo un’idea nitida e “abitabile” di ciò a cui potre-mo andare incontro.

Il lavoro con l’Ipnosi Progressiva nasce dunque dall’esigenza operativa, in particola-re all’interno dell’ambito della psicoterapia, di fornire alle persone uno strumento efficace per progettare il proprio futuro. Occorrenza scaturita in particolare dall’esperienza lavora-

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Prefazione

tiva clinica e nell’ambito della Psicologia del-lo sport, laddove si evidenzia il ruolo decisivo che ricoprono l’analisi delle proprie azioni e la dettagliata considerazione dei possibili svi-luppi futuri.

Sulla base di quanto affermato, ogni volta che si studia un progetto di vita col proprio cliente, si possono approfondire le esperien-ze emotive proprio per mezzo dell’ipnosi, in modo specifico mediante l’Ipnosi Progressi-va. Lo spirito del tempo, detto anche sempli-cemente linea del tempo, si sviluppa nell’in-tento di trovare le risorse personali, partendo dal passato, affrontando poi il presente e infi-ne orientandosi nel futuro. Qui le risorse e lo stato attuale si misurano nella progettazione: pro–getto vuol dire appunto andare oltre, su-perare l’ostacolo.

L’Ipnosi Progressiva costituisce un simu-latore di stati mentali per la vita, e la vita è una storia dove le persone hanno necessità di tasselli da introdurre in modo logico e com-prensibile. Tutto deve fornire adeguata giusti-ficazione alle loro scelte, decisioni, volontà. Raccontarsi una storia è un po’ come vivere un’esperienza e vedere, o meglio prevedere, gli sviluppi e le opportunità della propria sto-ria, della propria vita futura. La mente uma-na è in grado di costruire, con le stesse abilità

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La mente che crea

che possiede nell’andare indietro nel tempo, uno scenario possibile. Questo rende possibile “far finta di…” e trovarsi a vivere un futuro auspicato! Nell’esercizio e nell’esperienza si profetizzano i momenti, le condizioni, la fat-tibilità di una realtà desiderata. A questo pun-to, il sistema organizzato della mente umana non fornisce semplici risposte a un quesito, piuttosto anticipa in modo attivo quello che potrà succedere. Lo sviluppo di questa “dote” della mente porta allo sviluppo dell’intelli-genza astratta o ipotetico–deduttiva, la forma più evoluta della nostra intelligenza. Il lavoro sviluppato nel libro dà concretezza all’argo-mentazione trattata, nell’intento di fornire al lettore, anche competente, innumerevoli spun-ti in cui inquadrare l’idea di progetto e la sua realizzazione. Ampio spazio descrittivo si è dedicato all’esperienza dell’ipnosi, scegliendo un linguaggio chiaro e immediatamente acces-sibile, ma tenendo nel contempo fede ai criteri di scientificità. Tali caratteristiche permettono al lettore di comprendere cosa voglia dire pia-nificare e sviluppare futuri possibili. Alcune persone, spinte dall’impellenza d’innescare un cambiamento nella loro vita si avvalgono di meccanismi legati al pensiero magico o alla chiromanzia, strumenti persuasivi più che pre-dittivi. In questa sede viene descritto, invece,

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Prefazione

come utilizzare in modo funzionale e possibile le risorse e le potenzialità reali della persona, fino a darle consapevolezza e convinzione che il progetto ideato sia del tutto agibile e spe-rimentabile, rendendola davvero in grado di compiere naturalmente i passi giusti verso la propria meta.

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1. L’ipnosi

Introduzione

Questo libro nasce dal desiderio di far luce su un argomento per certi aspetti controverso, che in molte persone genera interesse e curio-sità e in molte altre paura e diffidenza: l’ipnosi.

Alcuni sostengono che l’ipnosi sia un fe-nomeno privo di fondamenti scientifici, al-tri la definiscono una panacea attraverso cui poter estinguere tutti i mali. È affascinante osservare le contrastanti reazioni della gente davanti al termine “ipnosi”, parola che evoca immaginari legati a concezioni cariche di mi-stero: la celebre frase “…a me gli occhi!” ne è un esempio! Sono frequenti i casi in cui si sconfina verso connotazioni allarmistiche, che relegano l’ipnosi alla mera funzione manipo-

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lativa o esoterica: “Serve a ritornare indietro nel tempo?”. Tutte queste reazioni sono frutto di una “cattiva” informazione circa la natura dell’ipnosi e l’utilizzo che se ne può fare.

Eppure l’esperienza della trance nasce con l’uomo e l’ipnosi esiste da secoli, ovvero da quando era considerata una manifestazione imperscrutabile, addirittura magica o para-normale.

A ogni modo essa suscita da sempre molta curiosità, dai tempi in cui veniva associata a un’esperienza mistica fino ai giorni nostri, in cui dimostra tutta la sua validità non solo sul piano terapeutico ma anche nell’ambito delle tecniche di comunicazione interpersonali e di massa.

Come accennato qualche riga sopra, in realtà lo stato di trance è parte delle nostre vite. Sicuramente vi sarà capitato di leggere qualcosa o ascoltare il discorso di un abile intrattenitore e scoprirvi in una sorta di stato d’assenza, per alcuni istanti, con lo sguardo incantato e una lieve amnesia che vi impedi-sce di ricordare cosa stavate facendo! Proba-bilmente, in qualche situazione, vi sarà anche capitato di agire in maniera automatica, senza essere pienamente consapevoli, mentre i vostri pensieri volgevano in altra direzione. Si può indubbiamente affermare che in quei momenti

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L’ipnosi

il vostro stato mentale verteva in condizioni diverse dall’ordinario stato di coscienza: è del tutto appropriato definire quella dimensione mentale un’autentica trance ipnotica.

I moderni studi riguardanti i ritmi ultradia-ni sostengono che ogni individuo entra in una sorta di trance in maniera naturale e sponta-nea almeno una volta ogni centoventi minuti. Oggi possiamo dire che l’ipnosi è un processo normale, che avviene naturalmente, mentre nel passato essa veniva considerata tutt’altro che un fenomeno naturale. Un excursus sto-rico ci permette infatti di scoprire che a ogni epoca ha corrisposto una particolare idea e in-terpretazione dell’ipnosi, che ne determinava sia l’uso che la forma. Osserviamo insieme, rapidamente, questi momenti storici.

L’ipnosi tra passato, presente e futuro

La prima fase che contraddistinse l’ipnosi può essere chiamata “magico–religiosa”. L’os-servazione dei popoli primitivi, attraverso l’a-nalisi dei reperti archeologici, ci mostra come in tale periodo venissero prodotti fenomeni sostanzialmente simili a quelli dell’ipnosi classica. I sacerdoti e gli stregoni di un tempo, durante eventi e cerimonie religiose, pratica-

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vano autentiche forme, sia pure rudimentali, di ipnoterapia, con l’ausilio di particolari musi-che e danze. Si procedeva inducendo una sorta di “sonno magico” durante il quale avevano luogo delle visioni: il dolore poteva essere pla-cato e gli eventi spiacevoli dimenticati.

L’associazione dell’ipnosi con la magia e il soprannaturale durò a lungo, ostacolando no-tevolmente lo studio scientifico di tali fenome-ni; di questo legame ancor oggi, almeno nella concezione popolare, sono rimaste alcune ri-conoscibili testimonianze culturali.

A partire dal XVII secolo, con F. Mesmer, compare una nuova chiave interpretativa del fenomeno ipnotico: si apre la seconda fase de-nominata “magnetico–fluidica”.

Mesmer credeva in una reciproca influenza tra corpi celesti e corpo umano, e che di conse-guenza quest’ultimo agisse come un magnete. Sosteneva, pertanto, che i fenomeni ipnotici fossero riconducibili all’esistenza di un fluido magnetico presente nell’uomo, che si poteva imbrigliare e utilizzare. Controllando l’azione di tale fluido, Mesmer induceva una sorta di crisi, simile alla convulsione, con lo scopo di sbloccare e riequilibrare l’armonia del “fluido magnetico”. Egli si esibì in molte guarigioni spettacolari e per questo motivo fu un perso-naggio controverso.

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L’ipnosi

Le pratiche mesmeriane andarono sempre più diffondendosi nonostante l’atteggiamento scettico e sprezzante delle società mediche e scientifiche d’Europa.

Verso la fine del ‘700 il Re di Francia de-cise di nominare una commissione scientifica per indagare «sulla possibile esistenza e uti-lità» del magnetismo animale. I commissari dimostrarono con ingegnosi esperimenti che «l’immaginazione, indipendentemente dal magnetismo, produce delle convulsioni» e che «il magnetismo, senza l’immaginazione, non produce nulla». Essi negarono l’esistenza del magnetismo, proponendo una spiegazione al-ternativa degli effetti a esso attribuiti, basata sul contatto, l’immaginazione e l’imitazione.

I risultati dell’inchiesta vennero subito pub-blicati, diffusi in Francia e all’estero, e diedero un colpo fatale al mesmerismo, che pure ave-va riscosso ampi e talora prestigiosi consensi. Eppure, nonostante il crollo della teoria “flu-idica”, si era compiuto, grazie a Mesmer, un passo decisivo: la scienza ufficiale era stata finalmente indotta a esplorare un campo di fe-nomeni che fino allora era stato quasi comple-tamente trascurato.

Si apre a questo punto la terza epoca dell’ipnosi, accompagnata da studi scientifici, chiamata “fase psicologica”.

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La mente che crea

Il pioniere della fase scientifica dell’ipnosi fu J. Braid, a cui si attribuisce l’introduzione del termine “ipnotismo”, per distinguerlo dal mesmerismo. Secondo Braid la condizione ip-notica era indicativa di «uno stato particolare del sistema nervoso, determinato da manovre artificiali». Egli considerava il focalizzarsi dell’attenzione su un unico oggetto o idea – “monoideismo” – la causa determinante dello stato ipnotico; ma l’analisi dei fenomeni pro-dotti in tale stato lo portò a dare sempre mag-gior rilievo all’immaginazione, alle aspettati-ve e credenze: fattori che riteneva venissero parecchio esaltati rispetto al normale stato di veglia.

Rispetto al mesmerismo vengono sottoli-neati l’importanza dei fattori psicologici e il ruolo determinante della suggestione per il prodursi dei fenomeni ipnotici. Gli studi di Liebeault e di Bernheim tendono a mostrare come l’ipnosi sia un fenomeno psicologico che consiste in uno stato di attivata ed estesa suggestionabilità, che incrementa l’eccitabili-tà ideo–riflessa a livello del Sistema Nervoso Centrale, in modo che ogni idea recepita sia convertita immediatamente in azione.

L’ipnosi nasce dunque dalla mente del sog-getto, non dal potere dell’ipnotista. Si sviluppa quindi il concetto della suggestione autoindot-

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L’ipnosi

ta e dell’autoipnosi, che trova in E. Couè e in C. Baudoin i suoi massimi esponenti. Sostene-vano che tutte le suggestioni erano destinate a trasformarsi in autosuggestioni che i pazienti impartivano a se stessi. All’interno di un qua-dro concettuale così innovativo appare centra-le l’idea che le azioni non hanno origine dalla volontà ma dall’immaginazione. Ogni sforzo per generare un cambiamento deve iniziare nell’immaginazione.

J. Breuer e P. Janet iniziarono a studiare l’ipnosi finalizzandola alla liberazione delle emozioni rimosse associate a eventi traumati-ci. Così prese avvio anche lo studio dell’ipnosi regressiva associato alla teoria del trauma. Nel medesimo periodo anche S. Freud studiò l’ip-nosi, abbandonandola poi per la psicanalisi.

Con P. Janet si comincia a vedere l’ipnosi come una modificazione dello stato mentale normale. La trance viene concepita come una condizione di pura coscienza riflessa. Allo sta-to ipnotico corrisponde un cambiamento a li-vello fisiologico e tale modificazione si avvale della separazione tra coscienza controllante e coscienza riflessa.

Tali studi aprono le porte all’osservazione dell’ipnosi quale chiaro esempio di riflesso condizionato. La quarta fase dell’ipnosi, de-nominata “fase fisiologica”, origina dagli studi

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La mente che crea

condotti dallo scienziato russo I. Pavlov, che formula una teoria fisiologica. Durante l’ipno-si si verifica una parziale inibizione corticale, mentre la presenza di zone non inibite permet-te lo svolgimento di numerosi fenomeni: essi vengono attivati come riflessi condizionati at-traverso lo stimolo della parola. La suggestio-ne è un riflesso condizionato, anzi «il riflesso condizionato più semplice, più tipico dell’uo-mo». Il linguaggio influenza l’azione soltanto dopo che le parole sono state associate a rispo-ste incondizionate, diventando quindi dei veri e propri segnali. La parola acquista un signifi-cato preciso però solo dopo essere stata com-binata con l’esperienza reale. A questo punto si stabilisce un legame che lo stimolo verbale può rievocare.

L’ultima generazione dell’ipnosi è quella “ericksoniana”. M.H. Erickson otteneva in-credibili risultati terapeutici utilizzando il lin-guaggio ipnotico in modo assolutamente in-novativo. L’innovazione del modello erickso-niano sta nello stile specifico della comuni-cazione ipnotica, non più unidirezionale, con l’ipnotista che utilizza suggestioni dirette e implicanti una risposta di supina accettazione da parte del paziente. Al contrario, quest’ulti-mo, col suo atteggiamento, la sua mimica, le sue domande e persino con le sue resistenze,

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L’ipnosi

diventa protagonista e, paradossalmente, su-pervisore, in una certa misura, del processo ip-notico. Il vero atto rivoluzionario è stato pro-prio il considerare l’inconscio delle persone come una parte creativa al servizio delle per-sone stesse, una risorsa, mentre fino ad allora era stato considerato un limite dell’individuo. Con Erickson inizia un approccio di tipo natu-ralistico, in quanto la sua tecnica rende utili, inconsapevolmente, gli stati naturali di trance, detti ritmi ultradiani, durante i quali si aprono i canali di comunicazione con l’inconscio del cliente.

L’approccio naturalistico all’ipnosi permet-teva a Erickson di evocare una trance profon-da, senza alcuna induzione formale, utilizzan-do ciò che già stava avvenendo nel paziente. Secondo la teoria ericksoniana, infatti, la per-sona possiede autonomamente tutte le risorse necessarie e la sua condizione di disagio è le-gata proprio al loro mancato utilizzo.

Indice

Prefazione 5

1. L’ipnosi 11

2. Un’ipnosi rivolta al passato, un’ipnosi rivolta al futuro 43

3. La mente che crea: l’Ipnosi Progressiva 107

4. Il processo dell’Ipnosi Progressiva 129

Conclusioni 189

Ringraziamenti 193

Riferimenti bibliografici 195

Casini Editore

I libri cambiano il mondo

Casini Editorevia del Porto Fluviale, 9/a — 00154 Romawww.casinieditore.cominfo@casinieditore.com

Finito di stampare nel mese di gennaio 2012Stampato per Casini Editore dalla Artigrafiche Giammarioli, Frascati (RM)

www.Casini Editore.com

« Noi siamo ciò che crediamo di essere,e spesso l’ipnosi permette di cambiare le

convinzioni della persona riguardoa “chi è” e a “che cosa può fare”. »

Sicuramente vi sarà capitato un evento poco favorevole che vi ha spinto a dire: “che sfortuna, lo sapevo che mi sarebbe ac-caduto!”. Riflettendo su questa affermazione possiamo capire come “il sapere già” implica necessariamente l’aver program-mato e orientato inconsciamente la mente verso la concretiz-zazione di quell’evento. L’ipnosi progressiva utilizza la parte creativa della mente per cambiare questa programmazione. Orientare la mente verso un futuro dove si è risolto il prob-lema favorisce la creazione di un nuovo stato mentale non più condizionato dal passato.

Enrico Saba è da sempre affascinato dal tema dell’ipnosi. Nel 1999 consegue il master di Programmazione Neuro Lingui-stica. Tra il 2005 e il 2007 frequenta il corso di counselling presso l’AERF di Torino e consegue il titolo di counsellor professionale presso l’Université Europèene Jean Monnet di Bruxelles. Nel 2003 pubblica un libro dal titolo Comunica-zione empatica relazionale, Proto Edizioni, dove analizza a fondo la tematica della comunicazione efficace e non verbale.

Marco Chisotti è laureato in Psicologia a Padova. Psicotera-peuta, terapeuta relazionale a indirizzo sistemico, Ipnotista, Programmatore Neuro Linguista. Presidente della AERF e di-rettore della Scuola di Ipnosi Costruttivista di Torino.