La magica storia di Ulisse

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La magica storia di Ulisse

Didascalie e disegni eseguiti dai bambini di IVD Scuola Primaria Roseto Capo Spulico I.C. AMENDOLARA

a.s. 2015 1016

Un giorno Ulisse, re dell’isola di Itaca, partì insieme ai suoi guerrieri per andare a combattere la guerra di Troia, scoppiata perché Paride rapì Elena,

moglie di Menelao che insieme al fratello Agamennone giurò vendetta.

Ulisse ed i suoi soldati costruirono un grande cavallo di legno e lo lasciarono fuori dalle mura della città di Troia. I Troiani, pensando che fosse un regalo

degli dei, lo trasportarono dentro le mura della città e festeggiarono l’accaduto. Durante la notte Ulisse ed i suoi soldati uscirono dalla pancia del

cavallo e diedero fuoco alla città di Troia.

In seguito Ulisse ripartì da Troia con l’intenzione di ritornare ad Itaca, ma fu ostacolato dagli dei che, arrabbiati con lui per il comportamento scorretto,

scatenarono tempeste ed uragani ed impedirono il ritorno sull’isola.

Dopo nove giorni di navigazione, Ulisse ed i suoi compagni approdarono sull’isola dei Lotofagi. I soldati, mangiando il loto dell’oblio, dimenticarono tutto e ripartirono.

Giunsero sull’isola dei Ciclopi, giganti con solo occhio. Ulisse entrò nella caverna di Polifemo, che mangiò alcuni suoi amici. Ulisse accecò Polifemo con un palo appuntito ed infuocato e gli disse di chiamarsi Nessuno. Quando arrivarono gli altri Ciclopi, Polifemo

disse loro che Nessuno lo aveva accecato. Ulisse, aggrappatosi al ventre delle pecore di Polifemo, riuscì a scappare dalla caverna e si mise in salvo insieme ai soldati

sopravvissuti.

Ulisse ed i suoi compagni, navigando navigando, giunsero su un isolotto. Qui viveva Eolo, dio del vento, insieme ai suoi figli. Ulisse raccontò loro un po’ del

mondo ed Eolo, per ringraziarlo, gli regalò un otre pieno di venti, raccomandandosi, però, di non aprirlo mai.

Sulla rotta verso l’isola di Itaca i compagni di Ulisse, curiosi, aprirono l’otre: ne uscirono venti tremendi che riportarono la nave di nuovo in mare aperto.

Il forte vento fece virare la nave di Ulisse verso l’isola dei Lestrigoni, grandi mangiatori di uomini. Dopo aver perso parte del suo equipaggio, Ulisse riprese

il suo viaggio in mare.

Dopo giorni di navigazione, Ulisse ed i suoi compagni intravidero un’isola graziosa in mezzo al mare.

L’isola era abitata dalla maga Circe. Ulisse ordinò ai suoi compagni di perlustrare l’isola, ma la maga li trasformò in maiali. Ulisse fu invitato da Ermes, messaggero degli dei, a mangiare delle erbe che lo avrebbero preservato dagli incantesimi di Circe. La maga

chiese ad Ulisse di restare ed, in cambio, i compagni ripresero le sembianze umane. Ma la voglia di tornare a casa era tanta, così Ulisse lasciò l’isola e riprese il suo viaggio.

Quando ripartì, la maga Circe gli consigliò di fare molta attenzione alle sirene che, con il loro canto avrebbero fatto gettare in mare lui ed i suoi compagni.

Ulisse, curioso, volle provare ad ascoltare il canto delle sirene e si fece legare al palo della nave. Quando le sirene incominciarono a cantare, Ulisse tentò di

slegarsi con tanta forza che i suoi compagni fecero fatica a trattenerlo.

Ulisse, sfuggito al canto delle sirene, proseguì il suo viaggio e si diresse verso un luogo di mare stretto dove abitavano Scilla e Cariddi: Scilla aveva sei cani al posto della testa e Cariddi era un vortice che risucchiava tutto. Ulisse perse

alcuni suoi compagni, ma si salvò e proseguì il suo viaggio verso casa.

Ulisse ed i compagni superstiti arrivarono così sull’isola del Sole. Ulisse, stanco ed affamato, si addormentò. Sull’isola c’erano delle vacche sacre promesse al dio Apollo. I compagni, anch’essi affamati, uccisero alcune vacche e se ne cibarono, scatenando l’ira di Zeus, che si arrabbiò e scagliò un potente fulmine che distrusse la nave: i compagni

annegarono tutti e solo Ulisse si salvò.

Ulisse nuotò per molto tempo fino ad approdare sull’isola di Ogigia. Qui conobbe Calipso, una ninfa che si innamorò di lui. Ermes, messaggero degli

dei, disse a Calipso di lasciare andare via Ulisse. Calipso, pur di trattenerlo al suo fianco, gli offrì l’immortalità, ma Ulisse rifiutò e lasciò l’isola.

Dopo essersi separato da Calipso, Ulisse arrivò sull’isola dei Feaci, che lo ospitarono e lo condussero nel palazzo del re. Quando si seppe che era il re di Itaca lo lasciarono andare e gli diedero una nave che gli avrebbe permesso di

raggiungere più facilmente la patria.

Intanto sua moglie Penelope aspettava il suo ritorno. I Proci, per impadronirsi del regno di Ulisse, avrebbero voluto che sposasse uno di loro. Penelope,

astuta, mise a punto uno stratagemma: avrebbe sposato uno dei Proci solo dopo aver ultimato la sua tela. La furba regina, però, tesseva di giorno e

disfaceva la tela durante la notte.

Finalmente Ulisse arrivò ad Itaca. Il cane Argo fu il primo a riconoscerlo, nonostante fosse stato trasformato in un vecchio mendicante dalla dea Atena.

Con l’aiuto di suo figlio Telemaco uccise i Proci e finalmente poté ricongiungersi con i suoi familiari.

FineAutori:

Andreea, Michele, Alfredo, Caterina, Maria Giovanna, Alessia, Stella, Gennaro, Giuseppe, Pietro, Ilenia, Aurora, Greta, Davide, Vincenzo,

Radu.