ILMONDOARABOFESTEGGIAIL «RIBELLE» …faustobiloslavo.eu/articoli/29205.pdf · vato «Eccoti il...

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  • 15 ESTERIil GiornaleMartedì 16 dicembre 2008

    Gian Micalessin

    Le avesse tirate a Saddam sa-rebbe già nel mondo dei più, male ha lanciate a George W. Bush edunque non solo è vivo, ma è pu-re un eroe. Anzi di più, è il Saladi-no redivivo, il simbolo della nuo-va guerra delle scarpe all’odiatoliberatore americano. Da ieri vol-to e nome del giornalista sciitaMuntazer al Zaidi campeggianosui quotidiani del mondo arabo,le televisioni fanno a gara nel ri-trasmettere la doppietta di cuoioscagliata in faccia al presidente

    americano, le radio ritrasmetto-no l’ululato di rabbia a lungo co-vato «Eccoti il bacio d’addio ca-ne».

    Certo il cane Bush, come lochiama lui, era ben sveglio, haschivato il mocassino numerouno, ha ignorato quello volatoglisopra la testa, ha chiuso il fuori

    programmaspiegandodi aver vi-sto solo “un bel paio di 44”, dinon sentirsi minacciato e di nonavercapitounaparoladiquelcheurlava l’infuriato Muntazer. Poi èvolato a Kabul, ha incontrato ilpresidente Hamid Karzai ha am-messo le difficoltà di una guerraancora lungaedifficile,mahaan-che ricordato che inAfghanistan,come in Irak, la gente èmoltopiùlibera di quanto non lo fosse aitempi dei talebani o di SaddamHussein. Verità lontane. A Ba-gdad George W. Bush non se lofila più nessuno. In Arabia Saudi-ta qualcunogià celebra la giorna-ta internazionale della scarpa infaccia. E a Bagdad il giornalistaMuntazer al Zaidi viene salutatocomel’ultimo,autentico liberato-re. InLibia la figliadiGheddafiglihapromessounpremio, i giorna-listi tunisini hanno chiesto la suaimmediata liberazione.

    Unannofavennerapito,massa-cratodibotteerilasciatodallemi-liziesciite,madi luinonparlònes-suno. Oggi è l’uomo del giorno.Magari rischia veramente setteanni di galera, ma a giudicare dalnumerodisostenitori catapultati-si in piazza per pretenderne l’im-

    mediata liberazione non resteràin gattabuia troppo a lungo. «Se ilgiudicenoninfierisceelo incrimi-na per una semplice aggressionese la cava con due anni e magarianche solo con una multa», am-mette il penalista iracheno TariqHarb.Suunvelocerilascio,nono-stanteilgovernodelpremierNou-ri alMalikipuntiall’incriminazio-ne per vandalismo, scommetteanche il fratello Udai al Zaidi: «Ilgesto di Muntazer riempie gli ira-cheni d’orgoglio, tutti vorrebbe-ro esser al suo posto, lui quandosi rivolge agli orfani ricorda sem-pre le colpe di Bush e tutti qui so-no pronti a difenderlo».

    A rigor di codice i sette anni digalera previsti per chi premeditaun’aggressione potrebbero star-ci tutti. Colleghi e conoscenti diMuntazer ammettono che il gior-nalista, famoso per il vezzo di ri-cordare ad ogni piè sospinto imorti provocati dall’invasione,meditava gesti e proteste sensa-zionali. Di certo c’è riuscito. Conquell’uno-due di mocassini, conquel gesto considerato dalla cul-tura araba come il peggior insul-to all’avversario, Muntazer s’èconquistato un posto nella storia

    e nel cuore di tanti arabi. Il primoacapirloèKalilalDulaymi, il lega-le famoso per aver difeso Sad-damesolertissimonelprometter-gli assistenza e patrocinio gratui-ti. «Io e oltre 200 avvocati irache-nie stranieri siamoprontiadifen-dere gratuitamente il nostro eroeMuntazer al-Zaidi, la nostra lineadifensivasibasasulprincipiochegli Stati Uniti occupano l’Irak equindi – discetta il legale - ogniforma di resistenza è legittima,compreso il lancio delle scarpe».Mentre il legale lo spiega qualcu-nogià lopratica.ASadrCity -cuo-

    re della comunità sciita di Ba-gdad - migliaia di fedeli del lea-der estremista Muqtada al Sadrbruciano le bandiere americane,pretendono la liberazione del-l’eroeal Zaidi e si sgolanoeccitatial ritmodelnuovoslogandi rivol-ta: «Bush, Bush ascolta bene duescarpe in testa ti son volate».

    Sui marciapiedi della città san-ta sciita di Najaf la gente fa la filaper bersagliare con sandali e mo-cassini bucati i blindati america-ni. A dar retta ad Al Bagdadia,l’emittente per cui lavora Munta-zar, il gesto del giornalista e deisuoiemuliesprimelavogliadide-mocrazia e libertà promesse agliiracheni e non meritano né con-danne, né sanzioni. «Il gesto delnostroMuntazar sarà laprovadelnove, la sua detenzione o la suaingiustificatadetenzione - spiegail portavoce dell’emittente AbdulHamid al Salae - ci farannocapirel’attitudinedelgovernoedei suoialleati americani».

    Contro la visita a sorpresa del presidente americano uscen-te George W. Bush, centinaia di dimostranti sono scesi inpiazza ieri a Sadr City, cuore della comunità sciita di Ba-gdad, utilizzando le scarpe (lanciate ieri da un giornalistairacheno contro Bush in conferenza stampa) come simbolodella loro rabbia per l’invadenza delle truppe e della politi-ca Usa. Lo slogan: «Go out Usa», «Stati Uniti andate via»

    IL GESTO ECLATANTE Il giornalista iracheno della tv Al Bagdadia, Muntazer al Zaidi (28 anni) mentre lancia le scarpe contro Bush in conferenza stampa a Bagdad

    LA RABBIA DI SADR CITY

    IL MONDO ARABO FESTEGGIA IL «RIBELLE»

    La celebrità a suon di scarpe:il reporter anti-Bush è già eroeIracheni in piazza contro gli Usa ispirati dal giornalistache ha contestato il presidente. E che ora rischia 7 anni

    LA STORIA Era stato

    rapito dagli sciiti un anno

    fa. Ma era ossessionato

    dalle vittime della guerra

    FIERO

    Il nipotino di seianni delgiornalistairacheno mostraorgoglioso lafoto dello zio

    TRADIZIONE

    Obama in trenoalla Casa BiancaIl presidente eletto Usa, BarackObama, riprende una vecchia tra-dizione e decide di arrivare in tre-no a Washington per la cerimo-nia d’insediamento del prossimo20 gennaio. Lo ha annunciato ieriil comitato che organizza l’inau-gurazione, specificando che Oba-ma, accompagnato dalla moglieMichelle e dalle figlie Malia eSasha, partirà sabato 17 genna-io da Filadelfia, per poi fare duetappe prima di arrivare in seratanella capitale Usa. A Wilimin-gton, il treno del presidente si fer-merà per far salire il vice presi-dente Joe Biden e famiglia. A Fila-delfia e Baltimora si svolgeran-no cerimonie per permettere almaggior numero di americani dipartecipare allo storico momen-to dell’insediamento del primopresidente afroamericano.

    LA CORSA IN SUO AIUTO

    Lo difenderà a titolo

    gratuito lo stesso

    avvocato di Saddam

    Fausto Biloslavo

    Un consulente assoldato daScotland Yard, contro la penetrazio-nediAlQaidanelRegnoUnito,èricer-cato per terrorismo dal suo paese diorigine, la Tunisia. Una storia imba-razzanteper la leggendariapolizia in-glese rivelata ieri sulle colonnedel Ti-mes di Londra. Mohamed Ali Harrathvive in Inghilterra da tempoedè statonominato consulente della Muslimcontact unit di Londra. L’unità della

    poliziametropolitanalointerpella «re-golarmente sul metodo migliore percontrastare il terrorismoecombatterel’estremismo» ha spiegato al Times lostesso Harrath.

    Peccato che il consulente diScotland Yard sia ricercato dal-l’Interpolcon il livellopiùaltodialler-ta, quello «rosso». Dal 1992 viene con-siderato un sospetto terrorista e do-vrebbe venire arrestato ed estradato.TuttonascedalFronteislamico tunisi-nosospettatodiessereilbraccioarma-

    to di En Nadha, un movimento messofuori legge.Il leaderèRashidal-Ghan-nushi, rifugiato a Londra e condanna-to all’ergastolo a Tunisi. Il consulenteammette di essere uno dei fondatoridel Fronte islamico, ma giura che sitratta solo di un movimento non vio-lento «che dall’86 si oppone al partitounico al potere in Tunisia».

    In patria Harrath è stato condanna-to in contumacia adun totale di 56 an-ni di carcere per vari reati legati al ter-rorismo. Secondo l’accusa il Fronte

    «voleva instaurare uno stato islamicocon l’armadella violenza rivoluziona-ria». E fatto ancora più grave Harrathed i suoi avrebbero cercato l’appog-gio di Osama Bin Laden. Il ricercatogiura di «non essere un terrorista».Poi, però, aggiunge che «rivoluzionenon è (necessariamente) una bruttaparola».

    Harrath è pure il responsabile di uncanale televisivo islamico, che puntaa presentare il volto umano del mon-domusulmano. Londra si è sempre ri-

    fiutatadi concedere l’estradizionedelricercatoallaTunisia. IlTimeshaperòscoperto che nel 2003 un testimonedell’MI5, il servizio di controspionag-gio inglese, accusava il Fronte islami-co tunisino di attività terroristiche inFrancia. Harrath ha ancora una voltarespinto le accuse: «Non c’è nulla dicriminale nel tentare di fondare unostatoislamico».L’intelligenceamerica-naèinvececonvintacheilFronte tuni-sinosiastato incombuttaconi terrori-sti algerini legati ad Al Qaida dividen-do campi i addestramento e cellule inEuropa. Harrath, per ora, continua afare il consulente di Scotland Yard.Anche se nel governo inglese crescel’imbarazzo.

    Il commentoChe riflessi,George W.

    SCOTLAND YARD NEI GUAI

    Londra, il consulente per il terrorismo era di Al QaidaBufera sulla polizia: aveva assunto un tunisino ricercato dall’Interpol che deve scontare 56 anni di carcere

    di Federico Novella

    La moviola dei mieistivali parla chiaro: Ge-orge Dabliu ha un futu-ro da boxeur. Sa schiva-re mocassini come Ty-sonschivacazzotti.Maapartequesto,diciamoce-lo: la storia del giornali-sta irachenochelopren-de a ciabattate ce la fa-remmovolentieripassa-resotto lescarpe.Pecca-to che in Irak la protestasta, come si dice, pren-dendo piede. A Bagdadscendonoinpiazzascar-pa in resta, gli Ulema di-cono che «è un eventostorico», a difendere ilfromboliere del planta-re c'è pure l'avvocato diSaddam, e la figlia diGheddafivuoledecorar-lo con una medaglia:campioneolimpicodi ti-ro al presidente.

    Quel che sconvolge,poi, è la penaprevista: ilcecchino della suola ri-schiafinoa15annidiga-lera:ehafattopurecilec-ca, pensa il casino se ilbersaglio l'avesse cen-trato.Ora, vabene che iltizio portavauna sleppataglia 44: ma è pur sem-pre una scarpa, micaunagranata.Chepoi, ra-gioniamo, se davveroavesse cercato la strage,sarebbe andato sul pe-sante: che so, un sabotdi legno massello, unozoccolo di sequoia sve-desedasei chili edue,diquelli che se galoppi inmansardalosentonopu-re al piano terra.

    Eppure gli inquirentinonscherzano: «L'atten-tatore stava preparandoil blitz da mesi». Capito?Mesi, per progettare lagittata d'una ciabatta.Come i martiri dellaJihad che ambiscono al-la valle dell'Eden, o inquesto caso, alla Valle-verde. Che faccio, gli ti-ro una lumberjack sca-mosciata o vado sullascarpa ortopedica coltacco rinforzato? Glielatiro a spiovere, alla DelPiero, o dall'alto verso ilbasso tipo pallanuoti-sta?

    Io ci scommetto: inquesto momento ci sa-ranno fior di 007 con lamolletta al naso che vangiùdi luminolsullasolet-ta incriminata. Saicom'è,civuolpocoatra-sformare una pantofolainarmadidistruzionedimassa: basta soprasse-deresull'igieneperquel-le due tre settimane.Poi, una volta che la fet-ta ha preso l'effluvio dicamembert de Norman-die, vedi te che bombachimica: puoi avere pu-re addosso geox la scar-pa che respira, ma ladiossina a confronto di-venta zucchero a velo.

    L'importante, adesso,è evitare l'effetto emula-zione. Già mi vedo i fil-minisuYouTubedigen-te che si esercita al poli-gono con la scarpiera atracolla. A ogni politicoil giusto calibro: per ildeputato va bene la bal-lerina, per il sottosegre-tario ci vuole l'infradito,per un ministro gli anfi-bi modello carro arma-to, e per le alte caricheoccorre lo stivale dacowboyconpiumedial-paca e sperone in accia-io inox.Affilate le suole,è aperta la caccia.