Il prof. 6Ricreare7i Bronzi di Riaceospite di una giornata di studio 6I Bronzi di Riace: Iconografia...

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Martedì 15 Novembre 2016 Gazzetta del Sud30

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Gli Atenei dello StrettoNotizie dalle Università di Messina e Reggio Calabria4 scrivete a nlarosa@gazzettadelsud.it

L’intervista

Le ricerche. La realizzazione di un piede secondo le antiche tecniche ricostruite durante gli studi nipponici; accanto le sessioni a Messina e, a destra, a Reggio Calabria

Tra le due sponde dello Stretto la giornata di studi promossa dal Dicam messinese e dal museo reggino

Dal Giappone un’affascinante sfida“Ricreare” i Bronzi di RiaceL’annunciodel team nipponico:vicini alla scopertadel segretodella saldaturadegli antichi greci

Claqudio StaitiMESSINA

P eriodicamente vienefuori la proposta di spo-starli dalla loro sede.L’ultima occasione? L’E-

xpo di Milano. Ma resistono enon si muovono dalla loro “ca -sa”, il Museo Archeologico diReggio Calabria. Dall’agosto1972, quando furono rinvenutinei pressi di Riace Marina, iBronzi non smettono di affasci-nare e interessare studiosi di tut-to il mondo. Ricostruirli fedel-mente, così come erano in origi-ne, e con le tecniche dell’antichi -tà, è l’ambizioso progetto di unteam di studiosi giapponesi com-posto da Koichi Hada (docentepresso l’Università di Tokyo delleArti, Storico dell’arte greca), Ta-kashi Matsumoto e Hirotake Ku-rokawa (entrambi docenti pres-so l’Università di Musashino diBelle Arti e scultori-fonditori).L’équipe di ricercatori è stataospite di una giornata di studio “IBronzi di Riace: Iconografia e ri-cerche sperimentali” che si è te-nuta tra le due sponde delloStretto.

La mattinata, moderata dalprof. Lorenzo Campagna, è sta-ta aperta dal saluto del prof.Giovanni Cupaiuolo, coordina-tore del Collegio dei Prorettori,che, a nome dell’Ateneo di Mes-sina, si è detto «lieto che per laprima volta in Europa siano di-vulgati i risultati di una ricercacosì importante» esprimendo lasperanza che «si possano sem-pre più unire le nostre compe-tenze in campo storico, archeo-logico e iconografico con quelletecniche di gruppi di studiosicome quello giapponese». Dellostesso avviso il prof. Mario Bo-lognari, direttore del Diparti-mento sede del convegno du-rante la mattina, e il prof. Vin-cenzo Fera, coordinatore delDottorato in Scienze Storiche,Archeologiche e Filologiche,che hanno sottolineato rispetti-vamente la «modernità» e il «fa-scino misterioso» dei Bronzi.

Spazio poi al prof. Matsumo-to che ha illustrato le varie fasi

che hanno portato il team giap-ponese alla realizzazione deidue modelli in argilla, prope-deutici alla fusione dei Bronzi.«Siamo vicini a scoprire comegli antichi greci hanno fuso esaldato le varie parti» ha detto ilprof. Hada che guida l’équipe,mostrando ai presenti alcunimodelli del piede che dopo al-cuni tentativi sono riusciti a ri-creare seguendo le tecniche del-l’antichità grazie soprattutto al-le investigazioni endoscopicheeffettuate nel maggio 2011, inoccasione del 3° restauro.

Nel pomeriggio i partecipantisi sono spostati al Museo dellaMagna Grecia. Ad accogliere ipresenti il direttore CarmeloMalacrino che nel suo saluto haauspicato che la valorizzazionedella collezione museale vada

di pari passo con l’accrescimen -to della conoscenza e della di-vulgazione della stessa al gran-de pubblico, andando oltre lemura dell’Accademia. Il prof.Koishi Hada ha poi relazionatosulla coloritura originaria deibronzi che, a suo avviso, dove-va essere nera, provocata dallozolfo. Il prof. Daniele Castrizio,vero promotore della giornata,ha poi ripercorso le principaliipotesi intorno ai Bronzi sino agiungere alla sua tesi. Per il do-

cente, iconografo e numismati-co (autore insieme a CristinaIaria di una recente monogra-fia sui Bronzi edita da Città delSole), le due statue rappresen-tano guerrieri eroi, forse co-mandanti o re, e si tratta pro-babilmente di Eteocle e Polini-ce, i due fratelli che secondo ilmito arrivano a odiarsi e farsila guerra per il dominio di Te-be: «I Bronzi sono simili tra lo-ro e dovevano perciò fare partedi un gruppo più ampio insie-me alla madre Giocasta e furo-no realizzati da Pitagora diReggio». Sul team giapponeseha poi detto: «Ci insegnano aguardare i Bronzi in modo nuo-vo, considerandoli anche nellaloro materialità. Non basta lastoria dell’arte, occorre anchelo studio della tecnica». 3

Un piede è già statorealizzato secondole antiche tecnichesvelate dalle indaginiendoscopiche

Gli altri interventil Durante la mattinanel corso della sessionemessinese si sono tenu-te anche le relazionidelle prof.sse Elena Ca-liri su “Insopprimibilipassioni di un collezio-nista di opere d’arte nelI secolo a.C.”, Marian-gela Puglisi su “Eroi eguerrieri nell’i c o n o g r a-fia monetale” e delladott.ssa Grazia Salamo-ne su “Gli eroi e le ‘n i n-fe’ eponime di città: leimmagini monetali rac-contano”.

l La giornata di studio

tra Messina e Reggiodedicata ai Bronzi è sta-ta organizzata dal Di-partimento di CiviltàAntiche e Moderne del-l’Ateneo di Messina incollaborazione con laJapan Society for thePromotion of Science eil Museo Archeologicodi Reggio.

l Ospite d’onore unteam di ricercatori giap-ponesi il cui obiettivo èfar rivivere i Bronzi ri-costruendoli fedelmentecosì come erano in ori-gine.

Visita istituzionale del rappresentante del Governo, all’università per stranieri Dante Alighieri

Il vice ministro degli Esteri Giro: primo passo di una nuova collaborazione

REGGIO CALABRIA

Il vice ministro degli Affari este-ri e della Cooperazione interna-zionale in visita alla “Dante Ali-ghieri”. La mission della coesio-ne e dell’integrazione socialeche da sempre animano le atti-vità dell’Università per stranie-ri, unica in tutto il Mezzogior-no, hanno “incassato” l’apprez -zamento del rappresentantedell’esecutivo, Mario Giro pre-sente in riva allo Stretto per unaserie di incontri politico-istitu-zionali, ha voluto conoscere piùda vicino la realtà accademica.Una visita istituzionale in ci èstato accolto dal rettore, Salva-tore Berlingò e dagli organi diGoverno della stessa Universi-tà, con il presidente del Consi-

glio di amministrazione PinoBova.

Incontro che si è rivelatomolto utile, in quanto sono statiaffrontati i temi più attuali dellacooperazione internazionale,di specifica competenza del vi-ce ministro Giro, soprattuttonella prospettiva in cui la “Dan -te Alighieri”sta sempre più con-solidando ed implementandole sue attività in particolare conl’adesione a rilevanti iniziativepromosse dalla Farnesina per ladiffusione del “sistema Italia”nel mondo.

Il vice ministro Giro ha avutoquindi modo di apprezzare leattività accademiche svolte equelle in cantiere, illustrate neldettaglio dal rettore Berlingò,ed ha potuto apprezzare i pregiestetici dell’edificio che ospitala sede dell’Università che, se-condo il rappresentante del Go-verno, meriterebbe di essere

valorizzato e fruito come un ve-ro e proprio bene culturale.

«Questa visita –ha affermatoMario Giro – è solo un primopasso del rapporto di collabora-zione che come dicastero inten-diamo consolidare con l’univer -sità per stranieri “Dante Ali-ghieri”di Reggio, sulla scorta diquanto già avviene con le uni-versità per stranieri di Siena ePerugia. Del resto la città di

Reggio costituisce uno snodocruciale nel cuore del Mediter-raneo ed in tal senso è evidenteche la valorizzazione strategicadi questo territorio non può pre-scindere dai poli didattici e cul-turali di riferimento, fra i qualicertamente la “Dante Alighieri”costituisce un'eccellenza».

L’università “Dante Alighie-ri” oltre ad essere convenziona-ta, ormai da parecchi anni con ilministero degli Affari Esteri perla realizzazione di corsi di lin-gua e cultura italiana a favore digiovani stranieri provenientidai Paesi meno sviluppati, haaderito quest’anno, insiemecon un’altra ventina di Univer-sità, al programma “Invest YourTalent in Italy” promosso ap-punto dal ministero degli AffariEsteri e della Cooperazione In-ternazionale, di concerto conl’Agenzia Ice, con Uni-Italia econ il supporto di Unioncamere

e Confindustria. L’Ateneo reg-gino ha partecipato inoltre, inrappresentanza della “Scuoladi alta formazione di lingua ecultura italiana per stranieri”,coordinata dal prof. VincenzoCrupi e dalla prof. Maria RitaLiuni con la docente GisellaMurgia, all’importante manife-stazione “Stati generali dellalingua italiana nel mondo”,svoltasi a Firenze dove sono in-tervenuti il capo dello Stato,Sergio Mattarella e il premier,Matteo Renzi.

Come dire l’offerta didatti-co-formativa dell’Universitàper stranieri “Dante Alighieri”,particolarmente centrata perquesto anno accademico sui te-mi della coesione e dell’integra -zione sociale, nonché sulla dif-fusione della cultura della lega-lità, continua a registrare l’at -tenzione di importanti verticiistituzionali.3

La mission dell’Ateneoche promuovel’integrazione sociale

La delegazionel Il vice ministro è stato ac-compagnato da una delega-zione istituzionale compostadal garante dei diritti dellepersone private della libertàpersonale del Comune, Ago-stino Siviglia e dal consiglie-re metropolitano AntoninoCastorina, esponenti delleamministrazioni con cui l’U-niversità sta collaborandonella realizzazione di pro-getti formativi e per l’acco -glienza dei migranti, ai finidi un loro proficuo inseri-mento in seno alle nostre co-munità. La delegazione mi-nisteriale si è arricchita del-la presenza di Serena Angio-li, assessore ai Fondi euro-pei e alle Politiche giovanilidella Regione Campania.

La visita. Giro e Berlingò alla “Dante”

N on per un mero de-siderio di clonarli,ma per l’esigenza di

studiarli. Si potrebbe rias-sumere così l’aspirazionedel team giapponese cheda tempo analizza i Bron-zi e che nei prossimi annidovrebbe arrivare a rico-struirli seguendo le tecni-che dell’antichità, in meri-to alle quali è stata an-nunciata la scoperta ditutti i “segreti” rimastisconosciuti per millenni.Abbiamo sentito il prof.Koichi Hada (nella fotocon, da sinistra, Castrizioe Malacrino) , a capo delgruppo di ricercatori giap-ponesi.Quando nasce il suo inte-resse verso i Bronzi?

«Sono venuto per la pri-ma volta in Italia nel 1995per un dottorato sui Bron-zi con il prof. Paolo More-no e ci sono rimasto diver-si anni. In quell’occasione,conobbi Edilberto Formi-gli, un professore che sta-va facendo archeologiasperimentale e riproduce-va alcuni piccoli bronzigreci e fibbie etrusche. FuFormigli a restaurare unodei due Bronzi negli anni’80. Nel 2007 ho incontra-to i miei attuali colleghi elì è nata l’idea».Avete realizzato i modelliin argilla. A che punto sie-te nel lavoro in bronzo?

«Grazie alla stampante3D abbiamo costruito lesagome da seguire per imodelli in argilla ma il la-voro è stato sempre realiz-zato a mano e così lo saràper i bronzi. Studiando co-me realizzare il piede, ab-biamo scoperto che la sal-datura dei bronzi è a for-ma ovale. Siamo stati i pri-mi a scoprire questo tipodi saldatura e a riprodurlacon tanta precisione. Eadesso la useremo ancheper le altre parti, sempreeffettuando una saldaturaa colata, senza gas o elet-tricità. Inoltre, il nostroobiettivo è ricostruire iBronzi come erano in ori-gine, prima che i Romanili trafugassero ad Argo, ecioè con le armature».Quando pensate di con-cludere il lavoro?

«Credo ci vorranno an-cora 4 o 5 anni. Al termi-ne, organizzeremo a To-kyo una mostra in cui sa-ranno evidenziate tutte leprocedure di realizzazio-ne. Ci piacerebbe che lastessa si potesse tenere an-che a Reggio».Se ne parla spesso, ma se-condo lei è giusto che iBronzi siano portati viada Reggio?

«No, è bene rispettare lastoria e il desiderio degliabitanti che non voglionoche questi due capolavorisi allontanino dalla cit-tà».3(c.s.)

Il prof.Hada:potremmofinirein 4 o 5 anni

In laboratorio. Il restauro dei bronzi del 2011 e, accanto, la realizzazione del modello in argilla da parte degli esperti in studio in Giappone