Il prof. 6Ricreare7i Bronzi di Riaceospite di una giornata di studio 6I Bronzi di Riace: Iconografia...

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Martedì 15 Novembre 2016 Gazzetta del Sud 30 . Gli Atenei dello Stretto Notizie dalle Università di Messina e Reggio Calabria4 scrivete a [email protected] L’intervista Le ricerche. La realizzazione di un piede secondo le antiche tecniche ricostruite durante gli studi nipponici; accanto le sessioni a Messina e, a destra, a Reggio Calabria Tra le due sponde dello Stretto la giornata di studi promossa dal Dicam messinese e dal museo reggino Dal Giappone un’affascinante sfida “Ricreare” i Bronzi di Riace L’annuncio del team nipponico: vicini alla scoperta del segreto della saldatura degli antichi greci Claqudio Staiti MESSINA P eriodicamente viene fuori la proposta di spo- starli dalla loro sede. L’ultima occasione? L’E- xpo di Milano. Ma resistono e non si muovono dalla loro “ca- sa”, il Museo Archeologico di Reggio Calabria. Dall’agosto 1972, quando furono rinvenuti nei pressi di Riace Marina, i Bronzi non smettono di affasci- nare e interessare studiosi di tut- to il mondo. Ricostruirli fedel- mente, così come erano in origi- ne, e con le tecniche dell’antichi- tà, è l’ambizioso progetto di un team di studiosi giapponesi com- posto da Koichi Hada (docente presso l’Università di Tokyo delle Arti, Storico dell’arte greca), Ta- kashi Matsumoto e Hirotake Ku- rokawa (entrambi docenti pres- so l’Università di Musashino di Belle Arti e scultori-fonditori). L’équipe di ricercatori è stata ospite di una giornata di studio “I Bronzi di Riace: Iconografia e ri- cerche sperimentali” che si è te- nuta tra le due sponde dello Stretto. La mattinata, moderata dal prof. Lorenzo Campagna, è sta- ta aperta dal saluto del prof. Giovanni Cupaiuolo, coordina- tore del Collegio dei Prorettori, che, a nome dell’Ateneo di Mes- sina, si è detto «lieto che per la prima volta in Europa siano di- vulgati i risultati di una ricerca così importante» esprimendo la speranza che «si possano sem- pre più unire le nostre compe- tenze in campo storico, archeo- logico e iconografico con quelle tecniche di gruppi di studiosi come quello giapponese». Dello stesso avviso il prof. Mario Bo- lognari, direttore del Diparti- mento sede del convegno du- rante la mattina, e il prof. Vin- cenzo Fera, coordinatore del Dottorato in Scienze Storiche, Archeologiche e Filologiche, che hanno sottolineato rispetti- vamente la «modernità» e il «fa- scino misterioso» dei Bronzi. Spazio poi al prof. Matsumo- to che ha illustrato le varie fasi che hanno portato il team giap- ponese alla realizzazione dei due modelli in argilla, prope- deutici alla fusione dei Bronzi. «Siamo vicini a scoprire come gli antichi greci hanno fuso e saldato le varie parti» ha detto il prof. Hada che guida l’équipe, mostrando ai presenti alcuni modelli del piede che dopo al- cuni tentativi sono riusciti a ri- creare seguendo le tecniche del- l’antichità grazie soprattutto al- le investigazioni endoscopiche effettuate nel maggio 2011, in occasione del 3° restauro. Nel pomeriggio i partecipanti si sono spostati al Museo della Magna Grecia. Ad accogliere i presenti il direttore Carmelo Malacrino che nel suo saluto ha auspicato che la valorizzazione della collezione museale vada di pari passo con l’accrescimen- to della conoscenza e della di- vulgazione della stessa al gran- de pubblico, andando oltre le mura dell’Accademia. Il prof. Koishi Hada ha poi relazionato sulla coloritura originaria dei bronzi che, a suo avviso, dove- va essere nera, provocata dallo zolfo. Il prof. Daniele Castrizio, vero promotore della giornata, ha poi ripercorso le principali ipotesi intorno ai Bronzi sino a giungere alla sua tesi. Per il do- cente, iconografo e numismati- co (autore insieme a Cristina Iaria di una recente monogra- fia sui Bronzi edita da Città del Sole), le due statue rappresen- tano guerrieri eroi, forse co- mandanti o re, e si tratta pro- babilmente di Eteocle e Polini- ce, i due fratelli che secondo il mito arrivano a odiarsi e farsi la guerra per il dominio di Te- be: «I Bronzi sono simili tra lo- ro e dovevano perciò fare parte di un gruppo più ampio insie- me alla madre Giocasta e furo- no realizzati da Pitagora di Reggio». Sul team giapponese ha poi detto: «Ci insegnano a guardare i Bronzi in modo nuo- vo, considerandoli anche nella loro materialità. Non basta la storia dell’arte, occorre anche lo studio della tecnica». 3 Un piede è già stato realizzato secondo le antiche tecniche svelate dalle indagini endoscopiche Gli altri interventi l Durante la mattina nel corso della sessione messinese si sono tenu- te anche le relazioni delle prof.sse Elena Ca- liri su “Insopprimibili passioni di un collezio- nista di opere d’arte nel I secolo a.C.”, Marian- gela Puglisi su “Eroi e guerrieri nell’iconogra- fia monetale” e della dott.ssa Grazia Salamo- ne su “Gli eroi e le ‘nin- fe’ eponime di città: le immagini monetali rac- contano”. l La giornata di studio tra Messina e Reggio dedicata ai Bronzi è sta- ta organizzata dal Di- partimento di Civiltà Antiche e Moderne del- l’Ateneo di Messina in collaborazione con la Japan Society for the Promotion of Science e il Museo Archeologico di Reggio. l Ospite d’onore un team di ricercatori giap- ponesi il cui obiettivo è far rivivere i Bronzi ri- costruendoli fedelmente così come erano in ori- gine. Visita istituzionale del rappresentante del Governo, all’università per stranieri Dante Alighieri Il vice ministro degli Esteri Giro: primo passo di una nuova collaborazione REGGIO CALABRIA Il vice ministro degli Affari este- ri e della Cooperazione interna- zionale in visita alla “Dante Ali- ghieri”. La mission della coesio- ne e dell’integrazione sociale che da sempre animano le atti- vità dell’Università per stranie- ri, unica in tutto il Mezzogior- no, hanno “incassato” l’apprez- zamento del rappresentante dell’esecutivo, Mario Giro pre- sente in riva allo Stretto per una serie di incontri politico-istitu- zionali, ha voluto conoscere più da vicino la realtà accademica. Una visita istituzionale in ci è stato accolto dal rettore, Salva- tore Berlingò e dagli organi di Governo della stessa Universi- tà, con il presidente del Consi- glio di amministrazione Pino Bova. Incontro che si è rivelato molto utile, in quanto sono stati affrontati i temi più attuali della cooperazione internazionale, di specifica competenza del vi- ce ministro Giro, soprattutto nella prospettiva in cui la “Dan- te Alighieri” sta sempre più con- solidando ed implementando le sue attività in particolare con l’adesione a rilevanti iniziative promosse dalla Farnesina per la diffusione del “sistema Italia” nel mondo. Il vice ministro Giro ha avuto quindi modo di apprezzare le attività accademiche svolte e quelle in cantiere, illustrate nel dettaglio dal rettore Berlingò, ed ha potuto apprezzare i pregi estetici dell’edificio che ospita la sede dell’Università che, se- condo il rappresentante del Go- verno, meriterebbe di essere valorizzato e fruito come un ve- ro e proprio bene culturale. «Questa visita – ha affermato Mario Giro – è solo un primo passo del rapporto di collabora- zione che come dicastero inten- diamo consolidare con l’univer- sità per stranieri “Dante Ali- ghieri” di Reggio, sulla scorta di quanto già avviene con le uni- versità per stranieri di Siena e Perugia. Del resto la città di Reggio costituisce uno snodo cruciale nel cuore del Mediter- raneo ed in tal senso è evidente che la valorizzazione strategica di questo territorio non può pre- scindere dai poli didattici e cul- turali di riferimento, fra i quali certamente la “Dante Alighieri” costituisce un'eccellenza». L’università “Dante Alighie- ri” oltre ad essere convenziona- ta, ormai da parecchi anni con il ministero degli Affari Esteri per la realizzazione di corsi di lin- gua e cultura italiana a favore di giovani stranieri provenienti dai Paesi meno sviluppati, ha aderito quest’anno, insieme con un’altra ventina di Univer- sità, al programma “Invest Your Talent in Italy” promosso ap- punto dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione In- ternazionale, di concerto con l’Agenzia Ice, con Uni-Italia e con il supporto di Unioncamere e Confindustria. L’Ateneo reg- gino ha partecipato inoltre, in rappresentanza della “Scuola di alta formazione di lingua e cultura italiana per stranieri”, coordinata dal prof. Vincenzo Crupi e dalla prof. Maria Rita Liuni con la docente Gisella Murgia, all’importante manife- stazione “Stati generali della lingua italiana nel mondo”, svoltasi a Firenze dove sono in- tervenuti il capo dello Stato, Sergio Mattarella e il premier, Matteo Renzi. Come dire l’offerta didatti- co-formativa dell’Università per stranieri “Dante Alighieri”, particolarmente centrata per questo anno accademico sui te- mi della coesione e dell’integra- zione sociale, nonché sulla dif- fusione della cultura della lega- lità, continua a registrare l’at- tenzione di importanti vertici istituzionali.3 La mission dell’Ateneo che promuove l’integrazione sociale La delegazione l Il vice ministro è stato ac- compagnato da una delega- zione istituzionale composta dal garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune, Ago- stino Siviglia e dal consiglie- re metropolitano Antonino Castorina, esponenti delle amministrazioni con cui l’U- niversità sta collaborando nella realizzazione di pro- getti formativi e per l’acco- glienza dei migranti, ai fini di un loro proficuo inseri- mento in seno alle nostre co- munità. La delegazione mi- nisteriale si è arricchita del- la presenza di Serena Angio- li, assessore ai Fondi euro- pei e alle Politiche giovanili della Regione Campania. La visita. Giro e Berlingò alla “Dante” N on per un mero de- siderio di clonarli, ma per l’esigenza di studiarli. Si potrebbe rias- sumere così l’aspirazione del team giapponese che da tempo analizza i Bron- zi e che nei prossimi anni dovrebbe arrivare a rico- struirli seguendo le tecni- che dell’antichità, in meri- to alle quali è stata an- nunciata la scoperta di tutti i “segreti” rimasti sconosciuti per millenni. Abbiamo sentito il prof. Koichi Hada (nella foto con, da sinistra, Castrizio e Malacrino) , a capo del gruppo di ricercatori giap- ponesi. Quando nasce il suo inte- resse verso i Bronzi? «Sono venuto per la pri- ma volta in Italia nel 1995 per un dottorato sui Bron- zi con il prof. Paolo More- no e ci sono rimasto diver- si anni. In quell’occasione, conobbi Edilberto Formi- gli, un professore che sta- va facendo archeologia sperimentale e riproduce- va alcuni piccoli bronzi greci e fibbie etrusche. Fu Formigli a restaurare uno dei due Bronzi negli anni ’80. Nel 2007 ho incontra- to i miei attuali colleghi e lì è nata l’idea». Avete realizzato i modelli in argilla. A che punto sie- te nel lavoro in bronzo? «Grazie alla stampante 3D abbiamo costruito le sagome da seguire per i modelli in argilla ma il la- voro è stato sempre realiz- zato a mano e così lo sarà per i bronzi. Studiando co- me realizzare il piede, ab- biamo scoperto che la sal- datura dei bronzi è a for- ma ovale. Siamo stati i pri- mi a scoprire questo tipo di saldatura e a riprodurla con tanta precisione. E adesso la useremo anche per le altre parti, sempre effettuando una saldatura a colata, senza gas o elet- tricità. Inoltre, il nostro obiettivo è ricostruire i Bronzi come erano in ori- gine, prima che i Romani li trafugassero ad Argo, e cioè con le armature». Quando pensate di con- cludere il lavoro? «Credo ci vorranno an- cora 4 o 5 anni. Al termi- ne, organizzeremo a To- kyo una mostra in cui sa- ranno evidenziate tutte le procedure di realizzazio- ne. Ci piacerebbe che la stessa si potesse tenere an- che a Reggio». Se ne parla spesso, ma se- condo lei è giusto che i Bronzi siano portati via da Reggio? «No, è bene rispettare la storia e il desiderio degli abitanti che non vogliono che questi due capolavori si allontanino dalla cit- tà».3(c.s.) Il prof. Hada: potremmo finire in 4 o 5 anni In laboratorio. Il restauro dei bronzi del 2011 e, accanto, la realizzazione del modello in argilla da parte degli esperti in studio in Giappone

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Martedì 15 Novembre 2016 Gazzetta del Sud30

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Gli Atenei dello StrettoNotizie dalle Università di Messina e Reggio Calabria4 scrivete a [email protected]

L’intervista

Le ricerche. La realizzazione di un piede secondo le antiche tecniche ricostruite durante gli studi nipponici; accanto le sessioni a Messina e, a destra, a Reggio Calabria

Tra le due sponde dello Stretto la giornata di studi promossa dal Dicam messinese e dal museo reggino

Dal Giappone un’affascinante sfida“Ricreare” i Bronzi di RiaceL’annunciodel team nipponico:vicini alla scopertadel segretodella saldaturadegli antichi greci

Claqudio StaitiMESSINA

P eriodicamente vienefuori la proposta di spo-starli dalla loro sede.L’ultima occasione? L’E-

xpo di Milano. Ma resistono enon si muovono dalla loro “ca -sa”, il Museo Archeologico diReggio Calabria. Dall’agosto1972, quando furono rinvenutinei pressi di Riace Marina, iBronzi non smettono di affasci-nare e interessare studiosi di tut-to il mondo. Ricostruirli fedel-mente, così come erano in origi-ne, e con le tecniche dell’antichi -tà, è l’ambizioso progetto di unteam di studiosi giapponesi com-posto da Koichi Hada (docentepresso l’Università di Tokyo delleArti, Storico dell’arte greca), Ta-kashi Matsumoto e Hirotake Ku-rokawa (entrambi docenti pres-so l’Università di Musashino diBelle Arti e scultori-fonditori).L’équipe di ricercatori è stataospite di una giornata di studio “IBronzi di Riace: Iconografia e ri-cerche sperimentali” che si è te-nuta tra le due sponde delloStretto.

La mattinata, moderata dalprof. Lorenzo Campagna, è sta-ta aperta dal saluto del prof.Giovanni Cupaiuolo, coordina-tore del Collegio dei Prorettori,che, a nome dell’Ateneo di Mes-sina, si è detto «lieto che per laprima volta in Europa siano di-vulgati i risultati di una ricercacosì importante» esprimendo lasperanza che «si possano sem-pre più unire le nostre compe-tenze in campo storico, archeo-logico e iconografico con quelletecniche di gruppi di studiosicome quello giapponese». Dellostesso avviso il prof. Mario Bo-lognari, direttore del Diparti-mento sede del convegno du-rante la mattina, e il prof. Vin-cenzo Fera, coordinatore delDottorato in Scienze Storiche,Archeologiche e Filologiche,che hanno sottolineato rispetti-vamente la «modernità» e il «fa-scino misterioso» dei Bronzi.

Spazio poi al prof. Matsumo-to che ha illustrato le varie fasi

che hanno portato il team giap-ponese alla realizzazione deidue modelli in argilla, prope-deutici alla fusione dei Bronzi.«Siamo vicini a scoprire comegli antichi greci hanno fuso esaldato le varie parti» ha detto ilprof. Hada che guida l’équipe,mostrando ai presenti alcunimodelli del piede che dopo al-cuni tentativi sono riusciti a ri-creare seguendo le tecniche del-l’antichità grazie soprattutto al-le investigazioni endoscopicheeffettuate nel maggio 2011, inoccasione del 3° restauro.

Nel pomeriggio i partecipantisi sono spostati al Museo dellaMagna Grecia. Ad accogliere ipresenti il direttore CarmeloMalacrino che nel suo saluto haauspicato che la valorizzazionedella collezione museale vada

di pari passo con l’accrescimen -to della conoscenza e della di-vulgazione della stessa al gran-de pubblico, andando oltre lemura dell’Accademia. Il prof.Koishi Hada ha poi relazionatosulla coloritura originaria deibronzi che, a suo avviso, dove-va essere nera, provocata dallozolfo. Il prof. Daniele Castrizio,vero promotore della giornata,ha poi ripercorso le principaliipotesi intorno ai Bronzi sino agiungere alla sua tesi. Per il do-

cente, iconografo e numismati-co (autore insieme a CristinaIaria di una recente monogra-fia sui Bronzi edita da Città delSole), le due statue rappresen-tano guerrieri eroi, forse co-mandanti o re, e si tratta pro-babilmente di Eteocle e Polini-ce, i due fratelli che secondo ilmito arrivano a odiarsi e farsila guerra per il dominio di Te-be: «I Bronzi sono simili tra lo-ro e dovevano perciò fare partedi un gruppo più ampio insie-me alla madre Giocasta e furo-no realizzati da Pitagora diReggio». Sul team giapponeseha poi detto: «Ci insegnano aguardare i Bronzi in modo nuo-vo, considerandoli anche nellaloro materialità. Non basta lastoria dell’arte, occorre anchelo studio della tecnica». 3

Un piede è già statorealizzato secondole antiche tecnichesvelate dalle indaginiendoscopiche

Gli altri interventil Durante la mattinanel corso della sessionemessinese si sono tenu-te anche le relazionidelle prof.sse Elena Ca-liri su “Insopprimibilipassioni di un collezio-nista di opere d’arte nelI secolo a.C.”, Marian-gela Puglisi su “Eroi eguerrieri nell’i c o n o g r a-fia monetale” e delladott.ssa Grazia Salamo-ne su “Gli eroi e le ‘n i n-fe’ eponime di città: leimmagini monetali rac-contano”.

l La giornata di studio

tra Messina e Reggiodedicata ai Bronzi è sta-ta organizzata dal Di-partimento di CiviltàAntiche e Moderne del-l’Ateneo di Messina incollaborazione con laJapan Society for thePromotion of Science eil Museo Archeologicodi Reggio.

l Ospite d’onore unteam di ricercatori giap-ponesi il cui obiettivo èfar rivivere i Bronzi ri-costruendoli fedelmentecosì come erano in ori-gine.

Visita istituzionale del rappresentante del Governo, all’università per stranieri Dante Alighieri

Il vice ministro degli Esteri Giro: primo passo di una nuova collaborazione

REGGIO CALABRIA

Il vice ministro degli Affari este-ri e della Cooperazione interna-zionale in visita alla “Dante Ali-ghieri”. La mission della coesio-ne e dell’integrazione socialeche da sempre animano le atti-vità dell’Università per stranie-ri, unica in tutto il Mezzogior-no, hanno “incassato” l’apprez -zamento del rappresentantedell’esecutivo, Mario Giro pre-sente in riva allo Stretto per unaserie di incontri politico-istitu-zionali, ha voluto conoscere piùda vicino la realtà accademica.Una visita istituzionale in ci èstato accolto dal rettore, Salva-tore Berlingò e dagli organi diGoverno della stessa Universi-tà, con il presidente del Consi-

glio di amministrazione PinoBova.

Incontro che si è rivelatomolto utile, in quanto sono statiaffrontati i temi più attuali dellacooperazione internazionale,di specifica competenza del vi-ce ministro Giro, soprattuttonella prospettiva in cui la “Dan -te Alighieri”sta sempre più con-solidando ed implementandole sue attività in particolare conl’adesione a rilevanti iniziativepromosse dalla Farnesina per ladiffusione del “sistema Italia”nel mondo.

Il vice ministro Giro ha avutoquindi modo di apprezzare leattività accademiche svolte equelle in cantiere, illustrate neldettaglio dal rettore Berlingò,ed ha potuto apprezzare i pregiestetici dell’edificio che ospitala sede dell’Università che, se-condo il rappresentante del Go-verno, meriterebbe di essere

valorizzato e fruito come un ve-ro e proprio bene culturale.

«Questa visita –ha affermatoMario Giro – è solo un primopasso del rapporto di collabora-zione che come dicastero inten-diamo consolidare con l’univer -sità per stranieri “Dante Ali-ghieri”di Reggio, sulla scorta diquanto già avviene con le uni-versità per stranieri di Siena ePerugia. Del resto la città di

Reggio costituisce uno snodocruciale nel cuore del Mediter-raneo ed in tal senso è evidenteche la valorizzazione strategicadi questo territorio non può pre-scindere dai poli didattici e cul-turali di riferimento, fra i qualicertamente la “Dante Alighieri”costituisce un'eccellenza».

L’università “Dante Alighie-ri” oltre ad essere convenziona-ta, ormai da parecchi anni con ilministero degli Affari Esteri perla realizzazione di corsi di lin-gua e cultura italiana a favore digiovani stranieri provenientidai Paesi meno sviluppati, haaderito quest’anno, insiemecon un’altra ventina di Univer-sità, al programma “Invest YourTalent in Italy” promosso ap-punto dal ministero degli AffariEsteri e della Cooperazione In-ternazionale, di concerto conl’Agenzia Ice, con Uni-Italia econ il supporto di Unioncamere

e Confindustria. L’Ateneo reg-gino ha partecipato inoltre, inrappresentanza della “Scuoladi alta formazione di lingua ecultura italiana per stranieri”,coordinata dal prof. VincenzoCrupi e dalla prof. Maria RitaLiuni con la docente GisellaMurgia, all’importante manife-stazione “Stati generali dellalingua italiana nel mondo”,svoltasi a Firenze dove sono in-tervenuti il capo dello Stato,Sergio Mattarella e il premier,Matteo Renzi.

Come dire l’offerta didatti-co-formativa dell’Universitàper stranieri “Dante Alighieri”,particolarmente centrata perquesto anno accademico sui te-mi della coesione e dell’integra -zione sociale, nonché sulla dif-fusione della cultura della lega-lità, continua a registrare l’at -tenzione di importanti verticiistituzionali.3

La mission dell’Ateneoche promuovel’integrazione sociale

La delegazionel Il vice ministro è stato ac-compagnato da una delega-zione istituzionale compostadal garante dei diritti dellepersone private della libertàpersonale del Comune, Ago-stino Siviglia e dal consiglie-re metropolitano AntoninoCastorina, esponenti delleamministrazioni con cui l’U-niversità sta collaborandonella realizzazione di pro-getti formativi e per l’acco -glienza dei migranti, ai finidi un loro proficuo inseri-mento in seno alle nostre co-munità. La delegazione mi-nisteriale si è arricchita del-la presenza di Serena Angio-li, assessore ai Fondi euro-pei e alle Politiche giovanilidella Regione Campania.

La visita. Giro e Berlingò alla “Dante”

N on per un mero de-siderio di clonarli,ma per l’esigenza di

studiarli. Si potrebbe rias-sumere così l’aspirazionedel team giapponese cheda tempo analizza i Bron-zi e che nei prossimi annidovrebbe arrivare a rico-struirli seguendo le tecni-che dell’antichità, in meri-to alle quali è stata an-nunciata la scoperta ditutti i “segreti” rimastisconosciuti per millenni.Abbiamo sentito il prof.Koichi Hada (nella fotocon, da sinistra, Castrizioe Malacrino) , a capo delgruppo di ricercatori giap-ponesi.Quando nasce il suo inte-resse verso i Bronzi?

«Sono venuto per la pri-ma volta in Italia nel 1995per un dottorato sui Bron-zi con il prof. Paolo More-no e ci sono rimasto diver-si anni. In quell’occasione,conobbi Edilberto Formi-gli, un professore che sta-va facendo archeologiasperimentale e riproduce-va alcuni piccoli bronzigreci e fibbie etrusche. FuFormigli a restaurare unodei due Bronzi negli anni’80. Nel 2007 ho incontra-to i miei attuali colleghi elì è nata l’idea».Avete realizzato i modelliin argilla. A che punto sie-te nel lavoro in bronzo?

«Grazie alla stampante3D abbiamo costruito lesagome da seguire per imodelli in argilla ma il la-voro è stato sempre realiz-zato a mano e così lo saràper i bronzi. Studiando co-me realizzare il piede, ab-biamo scoperto che la sal-datura dei bronzi è a for-ma ovale. Siamo stati i pri-mi a scoprire questo tipodi saldatura e a riprodurlacon tanta precisione. Eadesso la useremo ancheper le altre parti, sempreeffettuando una saldaturaa colata, senza gas o elet-tricità. Inoltre, il nostroobiettivo è ricostruire iBronzi come erano in ori-gine, prima che i Romanili trafugassero ad Argo, ecioè con le armature».Quando pensate di con-cludere il lavoro?

«Credo ci vorranno an-cora 4 o 5 anni. Al termi-ne, organizzeremo a To-kyo una mostra in cui sa-ranno evidenziate tutte leprocedure di realizzazio-ne. Ci piacerebbe che lastessa si potesse tenere an-che a Reggio».Se ne parla spesso, ma se-condo lei è giusto che iBronzi siano portati viada Reggio?

«No, è bene rispettare lastoria e il desiderio degliabitanti che non voglionoche questi due capolavorisi allontanino dalla cit-tà».3(c.s.)

Il prof.Hada:potremmofinirein 4 o 5 anni

In laboratorio. Il restauro dei bronzi del 2011 e, accanto, la realizzazione del modello in argilla da parte degli esperti in studio in Giappone