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Tale dibattito andrebbe effettivamente posto in altro modo. La questione non è infatti di capire se l’orologio meccanico sta di nuovo andando incontro ad una grossa crisi, come quella acca-duta durante gli anni ’70, accelerata dall’arrivo di dispositivi elet-tronici con affissione a cristalli liquidi. Bisognerebbe piuttosto immaginare i vantaggi che sono già arrivati e quelli che potreb-bero ancora arrivare dalla diffusione delle tecnologie elettroniche. Innanzitutto, bisogna assolutamente ricordare che l’elettronica ha avuto un impatto considerevole sulla concezione stessa degli oro-logi meccanici all’inizio degli anni ’90. Con l’arrivo di calcolatori e computer, i tavoli da disegno e gli uffici di progettazione formati da una decina d’ingegneri meccanici sono progressivamente scom-parsi. Da oltre vent’anni ormai, i meccanismi degli orologi com-plicati sono progettati e sviluppati da specialisti che lavorano su programmi capaci di simularne in tempo reale il funzionamento e di visualizzare a tre dimensioni le centinaia di elementi che li compongono. E se in epoche passate erano necessari parecchi anni per sviluppare un modulo per calendario perpetuo di buona funzionalità, oggi bastano pochi giorni davanti ad un computer per ottenere una sequenza di operazioni, che possono essere poi trasferite ai macchinari a controllo numerico per realizzare — ad esempio — tutti i componenti di un tourbillon a tre assi.
LANECESSITÀDELL’ELETTRONICA
In senso generale, ai giorni nostri c’è elettronica in ogni orologio meccanico, dato che non verrebbe più in mente a nessuno di redigere progetti e sviluppi su fogli di carta, come si insegnava nelle scuole d’orologeria fino a poco tempo fa. Evidentemente, l’elettronica non saprebbe astrarsi totalmente dall’approccio empirico e molti responsabili di laboratorio ne hanno fatto le spese di questo maldestro approccio nell’applicare l’elettro-nica alla meccanica. Quello che funziona dentro uno schermo potrebbe non garantire gli stessi risultati quando si tratta di fisica dei materiali all’interno di una cassa chiusa ermetica-mente. In questo senso, si sono visti molto spesso degli sviluppi meccanicistici a prima vista molto attraenti essere poi abbando-nati all’atto pratico. Mancava forse loro qualche piccola “astu-zia” tecnica che un orologiaio, lavorando alla vecchia maniera, avrebbe inserito semplicemente per esperienza.
EPOCA DEL FUTURONELL’EPOCA DI UN’ENORME
ACCELERAZIONE DELLA
MULTIMEDIALITÀ , MOLTI UTENTI
SI TROVANO IN BILICO TRA
IL VOLER CAMBIARE OPPURE
NO IL PROPRIO OROLOGIO
TRADIZIONALE CON UN
SEGNATEMPO DI NUOVA
GENERAZIONE, CAPACE DI
COMUNICARE E SCAMBIARE
INFORMAZIONI CON GLI
SMARTPHONE. IL FUTURO SARÀ
CERTAMENTE ELETTRIZZANTE.
PIAGET EMPERADOR COUSSIN XL 700P. IL QUARZO, CHE PER LUNGO TEMPO È STATO DESTINATO AGLI
OROLOGI FEMMINILI , SI È CREATO UN PROPRIO SPAZIO ALL’ INTERNO DEL SETTORE HAUTE HORLOGERIE .
GLI INGEGNERI DI PIAGET SONO PARTITI DA UN MOVIMENTO TRADIZIONALE: BARILETTO CON CARICA
MEDIANTE MICROROTORE DECENTRATO E TRENO DI INGRANAGGI CONVENZIONALE. PER REGOLARE
QUESTA FORZA, HANNO PERÒ SOSTITUITO L’ IMMANCABILE COPPIA BILANCIERE-SPIRALE CON UN
GENERATORE IN MINIATURA. RUOTANDOLO, QUESTO CREA UNA CORRENTE ELETTRICA CHE VA AD
ALIMENTARE IL QUARZO. IL PRINCIPIO DI QUESTO MOTORE IBRIDO SI BASA SU UN CONCETTO ORIGINALE
DEPOSITATO NEL 1972, CHE HA RICHIESTO UN’ULTERIORE STABILIZZAZIONE PRIMA DI RISULTARE IDONEO.
“ilfuturoappartieneachi credenellabellezzadeiproprisogni ” eleanorroosevelt(1884—1962)
--o------- vincentdaveau
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IX XIVIIIVII X
CA FINESTRELLA. IL DISCO ARGENTATO O DORATO RAP-
PRESENTA L’INTERA LUNA PIENA, MENTRE LA PARTE DI
COLORE BLU SCURO E STONDATA DEL DISCO — L’OM-
BRA DELLA TERRA — PERMETTE DI INDICARE, SECON-
DO LA ROTAZIONE, LA LUNA CRESCENTE O CALANTE.
VI I I · ZENITH EL PRIMERO TOURBILLON SKELETON
QUESTO MODELLO CON CASSA IN CERAMICA DI 45 MM
E QUADRANTE SCHELETRATO UNISCE IL TOURBILLON
E IL CRONOGRAFO AD ALTA FREQUENZA. LA GABBIA
DEL TOURBILLON DECENTRATA CHE EFFETTUA UNA
ROTAZIONE AL MINUTO OCCUPA LA POSIZIONE A ORE
11, MENTRE I CONTATORI TRAFORATI DEL CRONOGRA-
FO FORMANO UN OTTO. QUESTO CRONOGRAFO, CHE
BATTE A 36.000 ALTERNANZE/ORA, INDICA IL DECIMO
DI SECONDO
IX · TISSOT T-TOUCH EXPERT SOLAR NBA SPECIAL
EDITION . T ISSOT, UNA MAISON ALL’AVANGUARDIA
PER NATURA, FA UN NUOVO PASSO AVANTI CON
QUESTO OROLOGIO TATTILE A ENERGIA SOLARE.
IL T-TOUCH EXPERT SOLAR, CHE ABBINA LE SUE
MOLTEPLICI FUNZIONI ALL’ERGONOMIA DI UTILIZZO
E ALL’ECCELLENTE POSIZIONAMENTO, BENEFICIA DI
UN DESIGN PIÙ MODERNO E SOBRIO RISPETTO AI
SUOI ILLUSTRI PREDECESSORI E, OGGI, PUÒ DIRSI
ADATTO A OGNI SITUAZIONE.
X · SEIKO ASTRON GPS SOLAR DUAL-TIME. L’ASTRON,
ALIMENTATO A ENERGIA SOLARE, SI COLLEGA ALLA
RETE GPS PER INDICARE L’ORA CON UNA PRECISIONE
ATOMICA E SI REGOLA RISPETTO A QUALUNQUE FUSO
ORARIO CON LA SEMPLICE PRESSIONE DI UN PUL-
SANTE. GRAZIE AL CALIBRO DUAL-TIME, IL SECONDO
FUSO ORARIO CON INDICAZIONE DELLE 24 ORE È VI-
SUALIZZATO ALL’INTERNO DI UN SOTTOQUADRANTE.
LA GRANDE DATA A ORE 12 PERFEZIONA L’EQUILIBRIO.
XI · RADO TRUE THINLINE COLOURS. LA LINEA RADO,
CHE COMPRENDE GLI OROLOGI PIÙ SOTTILI MAI PRO-
DOTTI DALLA MAISON, CON UNO SPESSORE DI 4,9 MM,
ADOTTA I COLORI DI STAGIONE SU QUADRANTE E CIN-
TURINO. OGNI ESEMPLARE DI QUESTO OROLOGIO
CONTEMPORANEO E MINIMALISTA È REALIZZATO IN
CERAMICA HI-TECH, DI COLORE VERDE FORESTA, BLU
INCHIOSTRO, GRIGIO LUNARE O MARRONE CIOCCOLA-
TO. PER ESSERE INDOSSATO TUTTI I GIORNI.
I · PANERAI LO SCIENZIATO LUMINOR 1950 GMT
TOURBILLON TITANIO. LO SCIENZIATO, UN MODELLO
REALIZZATO IN ONORE DI GALILEO GALILEI, È PRES-
ENTATO QUEST’ANNO IN UNA NUOVA VERSIONE UL-
TRALEGGERA IN TITANIO. LE FUNZIONI SONO STATE
RISPETTATE CON ORE, MINUTI , PICCOLI SECONDI,
GMT E INDICAZIONE DELLE 24 ORE, RISERVA DI CA-
RICA DI SEI GIORNI CON INDICATORE SUL FONDO
CASSA E SCAPPAMENTO CON TOURBILLON.
II · PATEK PHILIPPE GRANDMASTER CHIME REF 6300
LA DIFFERENZA TRA LA REF. 6300, EDIZIONE AN-
NIVERSARIO LIMITATA A 7 ESEMPLARI E IL GRAND-
MASTER CHIME REF. 5175 CHE ENTRA A FAR PARTE
DELLA COLLEZIONE DI PATEK PHILIPPE STA TUTTA
NELLA CASSA. ENTRAMBE SONO IN ORO BIANCO,
CON SOFISTICATE INCISIONI ESEGUITE A MANO NEL
PRIMO CASO, E CON UNA DISCRETA DECORAZIONE
GUILLOCHÉ SULLA CARRURE NEL SECONDO CASO.
PER IL RESTO, SONO IDENTICHE.
I I I · ULYSSE NARDIN INNOVISION 2. L’ INNOVISION
2, CON LE SUE DIECI INNOVAZIONI, INCARNA TUT-
TE LE COMPETENZE DI ULYSSE NARDIN IN MATERIA
DI RICERCA E SVILUPPO. L’OROLOGIO SI DISTIN-
GUE, INFATTI , PER LE SUE CARATTERISTICHE AR-
CHITETTONICHE — CARICA AUTOMATICA, SISTEMA
DI OSCILLAZIONE E DI SCAPPAMENTO, VISUALIZZA-
ZIONE DELL’ORA — MA ANCHE PER L’UTILIZZO DEI
MATERIALI HI-TECH ALL’AVANGUARDIA.
I I I I · LOUIS VUITTON ESCALE SPIN TIME TOURBILLON
CENTRAL . IL NUOVO MODELLO DALL’ARCHITETTURA
STUDIATA È DOTATO DEL CALIBRO LV 92, UN MOVIMEN-
TO MECCANICO A CARICA AUTOMATICA CON TOURBIL-
LON VOLANTE CENTRALE LA CUI GABBIA FORMA UNA V
CHE ESEGUE UN GIRO AL MINUTO. LA VISUALIZZAZIONE
DELL’ORA SU 24 ORE AVVIENE MEDIANTE LA FUNZIONE
SPIN TIME, OSSIA TRAMITE 12 CUBI GIREVOLI, MENTRE I
MINUTI SONO INDICATI DALLA LANCETTA.
V · HUBLOT BIG BANG MECA-10 MAGIC GOLD .
I L NUOVO CALIBRO DI MANIFAT TUR A HUBLOT
HUB1201, LA CUI ARCHITETTURA INNOVATIVA RI-
VELA LATO QUADRANTE TUTTO L’ORIGINALE INCA-
STRO DELLA RISERVA DI CARICA, È INSERITO IN UNA
CASSA IN MAGIC GOLD. SI TRATTA DEL PRIMO ORO
ANTIGRAFFIO, IL PIÙ DURO AL MONDO, SVILUPPATO
E BREVETTATO DA HUBLOT CINQUE ANNI FA.
VI · GIRARD-PERREGAUX PLANETARIUM TRI-AXIAL
IL MAESTOSO TOURBILLON TRI-AXIAL AD ALTA VELO-
CITÀ DI GIRARD-PERREGAUX GUADAGNA DUE ACCAT-
TIVANTI COMPLICAZIONI: UN GLOBO TERRESTRE GI-
REVOLE CON INDICAZIONE GIORNO/NOTTE E LE FASI
LUNARI DI PRECISIONE, REALIZZATE CON LA TECNICA
DELLA PITTURA MINIATA. L’ARCHITETTURA COMPLES-
SA È SOTTOLINEATA DALLE LINEE EMBLEMATICHE CHE
CATTURANO LA LUCE.
VI I · IWC DA VINCI CALENDARIO PERPETUO CRONO-
GRAFO. QUESTO OROLOGIO CONCENTRA PER LA PRI-
MA VOLTA I CONTATORI DELLE ORE E DEI MINUTI DEL
CRONOGAFO E LE FASI LUNARI ALL’INTERNO DI UN’UNI-
Non è questo il contesto per parlare d’orologi al quarzo, semmai di segnatempo meccanici che, alla fine, sono diventati come degli strumenti “bionici” per aver integrato tecnologie meccaniche d’avanguardia all’elettronica. Ovviamente, in prima battuta, viene da penare al silicio, materiale strettamente legato all’elettronica per via della sua utilizzazione nelle barre di quarzo. Un materiale che oggi si può trovare in numerosi orologi meccanici per con-correre alla realizzazione di spirali, ruote di scappamento, ancore e via discorrendo. Rolex, Patek Philippe, Breguet, Zenith, Ulysse Nardin, Girard-Perregaux e molti altri impor-tanti marchi hanno fatto appello al silicio, che molti altri più tradizionali invece rifiutano. Per una ragione molto sem-plice e cioè per il fatto che la sua durata non è garantita, dati i parametri dell’orologeria che si misurano in secoli. Tale problematica non ha comunque impedito l’integra-zione di componenti legati all’elettronica all’interno di oro-logi tradizionali, come ha dimostrato il marchio Seiko, che è andato molto lontano in materia d’associazione tra mec-canica e quarzo. Ci si riferisce in primo luogo al calibro Kinetic, inventato appunto da Seiko nel 1988, cui Eta, la principale unità produttiva di Swatch Group, ha replicato
con la messa a punto del modulo Auto-Quartz. Questo meccanismo, attivato da un oscillatore al quarzo con 32.768 vibrazioni al secondo, è alimentato da energia pro-veniente da una batteria ricaricata grazie ad una massa oscillante che aziona una sorta di dinamo in miniatura. E la prova di quanto tutto questo sia buono è attualmente il suo utilizzo da parte di François-Paul Journe, per il suo nuovo calibro elettromeccanico, la referenza 1210.
UNASEDUCENTETECNOLOGIA
La tentazione del quarzo non è materia vana. I giappo-nesi di Seiko, ancora loro, hanno recentemente messo a punto lo Spring Drive. Questo progetto, sviluppato fin dagli anni ’70, finalizzato una ventina d’anni più tardi, ma ufficialmente commercializzato a partire dal 2005, asso-cia un movimento meccanico a un sistema di regolazione davvero innovativo. Questo meccanismo ha le funzioni regolate da un elettromagnete, a sua volta pilotato da un quarzo stimolato dall’elettricità prodotta da un oscillatore rotante, che agisce come una dinamo. In materia d’elet-tromeccanica, un campo che parrebbe fuori portata per la Svizzera, la battaglia è impressionante. E così lo scorso
anno, Piaget ha lanciato il suo Emperador Coussin 700P, un orologio prodotto in 188 esemplari e dotato di un cali-bro sviluppato sulla base di un brevetto depositato nel 1976. Semplificando molto, si potrebbe dire che questo meccanismo ibrido funziona, in linea di massima, come quello di Seiko. Bisogna infine sottolineare ancora che il calibro giapponese, protetto da una sessantina di nuovi brevetti, attrae gli appassionati di cronometria proprio per-ché è in grado di offrire una precisione costante e molto superiore a quella di un semplice modulo al quarzo. Alcuni marchi, in compenso, hanno fatto altre scelte in materia d’ibridazione, come è il caso di Urwerk, gio-vane entità dell’orologeria contemporanea. Il suo orolo-gio UR-EMC2 è equipaggiato con un classico movimento meccanico a carica manuale, ma ottimizzato e regolato da un sincronizzatore elettronico battezzato EMC. E’ dotato di un captatore ottico che registra, a richiesta, i battiti del meccanismo, per confrontarli con quelli di un oscillatore elettronico che vibra a 16 milioni di Hertz. E il tutto si ricarica con una semplicissima manovella. Da parte sua, Bulgari sembra aver ideato un bel colpo di scena con il Diagono Magnesium. Dotato di un calibro automa-
tico, l’orologio utilizza anche un ricevitore crittografico e un’antenna che permettono di trasmettere, con la tec-nologia NFC (Near Field Communication), un certificato digitale all’applicazione “Bulgari Vault”, preventivamente caricata sul proprio smartphone. E cosa dire di Breitling, di cui si conosce la perizia nell’elettronica destinata ai piloti e ai viaggiatori, e per i quali era già stato prodotto il modello Emergency? Il marchio ha recentemente lan-ciato l’Exospace, un cronografo il cui calibro multifunzione Superquartz, certificato ufficialmente cronometro, mette lo smartphone al servizio dell’orologio.
LARGOALLEDONNE
Ma in fin dei conti, se tutti i più importanti marchi in un certo senso fingono di ignorare il quarzo per i loro orologi maschili, la maggior parte di loro non fa mistero di usarli — e alla grande — per i modelli femminili. Si tratta in effetti di orologi che essendo molto piccoli e a volte di forme biz-zarre, necessitano proprio l’utilizzo del quarzo. Pratici, robu-sti, precisi e poco bisognosi di manutenzione, i moduli elet-tronici funzionano a lungo e in autonomia, anche quando siano riposti in cassaforte e sono sempre puntuali quando
li si mette al polso. Ecco il motivo per cui sono utilizzati senza problemi dai Twenty-4 di Patek Philippe, così come dai Cadenas di Van Cleef & Arpels e da certe versioni di Reverso Jaeger-LeCoultre e Tank Cartier, senza parlare poi dei numerosissimi modelli di Longines, Tissot e Omega. Nel loro complesso, il 70% degli orologi femminili sono ani-mati da movimenti al quarzo. Una grande quantità di essi, negli anni a venire potrà adottare dei sistemi di comunica-zione in grado di analizzare su smartphone le abitudini di chi li possiede. Cosa che non passerebbe di certo inosservata anche da parte del pubblico maschile. Tale tipo di strumento del tempo, che fornisce informa-zioni sugli spostamenti nel territorio e sulle inclinazioni psicologiche, sembrava poter avere un avvenire radioso, ma dopo una forte crescita iniziale, questo mercato sul finire del 2016 ha conosciuto un forte rallentamento. In compenso, le maison tradizionali hanno potuto continuare a fare il loro gioco, ma è indubbio che bisogna parlare la stessa lingua. Tra un “vero” segnatempo e uno strumento che fornisce “anche” l’ora, tra orologeria classica ed elet-tronica ludica, il solco non si riduce di certo invocando semplicemente le questioni tecnologiche. ˇ
HOTEL RAPHAEL PARIS . DOPO AVER INAUGURATO L’HOTEL REGINA NEL 1900 E
L’HOTEL MAJESTIC NEL 1907, LÉONARD TAUBER HA PROSEGUITO LA SUA BRILLANTE
CARRIERA APRENDO L’HOTEL RAPHAEL NEL 1925, UN LUOGO PENSATO APPOSITAMENTE
PER UNA CLIENTELA VIP, DALL’ATMOSFERA INTIMA E TRANQUILLA. ALLE REDINI DEL
GRUPPO FAMIGLIARE, OGGI , V I È VÉRONIQUE VALCKE, BISNIPOTE DI CONSTANT
BAVEREZ, CHE FU UNO STRETTO COLLABORATORE DI LÉONARD TAUBER. ALL’HOTEL
RAPHAEL, UN’ISTITUZIONE CHE PRESTO COMPIRÀ CENT’ANNI, È FACILE INCONTRARE
UOMINI POLITICI , PERSONALITÀ ACCADEMICHE, REGISTI , ATTORI O SCRITTORI CHE
APPREZZANO IL PIACERE DEL LUSSO ALLA FRANCESE.
UNPORTOPARIGINO“O tempo, sospendi il tuo volo”, diceva Lamartine, evocando simbolicamente “il lago” come riflesso della condizione umana. Sono infatti i momenti d’esistenza che si desidera prolungare indefinitamente, che procurano gioia intensa e condivisa, sensazione di distensione in una situazione in cui tutto respira piena armonia. È questa l’atmosfera che i pro-prietari dell’Hotel Raphael di Parigi vogliono suscitare presso i loro ospiti, una sensazione di benessere non temporale che fa persino dimenticare che se ne sono appena varcate le soglie. I mobili d’epoca, con gli Stili Luigi XV e Luigi XVI al posto d’onore, molto contribuiscono alla sensazione, così come il suo posizionamento privilegiato nel pieno cuore di Parigi, nei pressi di luoghi carichi di storia come la Torre Eiffel e L’Arco di Trionfo, monumenti che si possono peraltro con-templare dai giardini terrazzati dei tetti. Ma la speciale atmo-sfera potrebbe anche più semplicemente derivare da quel miscuglio sottile di comodità e armonia che attraversa tutto l’edificio, come se qualsiasi cosa fosse esattamente sempre al suo posto.Celebrità del cinema, politici d’alto bordo, artisti e poeti famosi non si sono affatto sbagliati ad alloggiare in questo albergo cinque stelle, che trasmette uno spirito famigliare passato di generazione in generazione. Aperto nel 1925, l’Hotel Raphael di Parigi è infatti uno dei tre edifici del gruppo Les Hôtels Baverez, insieme al Regina ed al Majestic, fon-dati alcuni anni prima. Un gruppo che è sempre stato gestito da una stessa famiglia, rappresentata oggi dalla sua quarta generazione nella persona di Véronique Valcke, direttore generale. Inutile dire che al Raphael di Parigi appassionati di lunghi soggiorni, professionisti interessati a incontri discreti o, più semplicemente, buongustai dal palato sensibile, vi tro-veranno la loro felicità. Molti registi hanno del resto fatto di questo Hotel un luogo d’ambiente “squisitamente parigino”. Ancora un piccolo dettaglio “sospeso nel tempo”.
VIVIIIIIIIIII