Il denaro: un fine o un mezzo? - Athenaeum NAE · Dio”. Il denaro che possediamo èun capitale...

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Il denaro: Il denaro: un fine o un un fine o un mezzo?mezzo?

Il denaro è comparso  come risposta intelligente al bisogno di trovare uno strumento per facilitare le interazioni necessarie tra gli uomini sul piano materiale.

Nel medioevo le monete riportavano sulle sue due facce “Dio e Cesare” (testa o croce). Il denaro era inteso per aiutare le persone a vivere nel mondo materiale, ma riconoscendo la propria dipendenza da Dio e dagli altri uomini. 

(Jacob Needleman, Il denaro e il significato della vita)

OGGI 

Abbiamo fatto del denaro un pessimo padrone invece che un ottimo servitore; Il denaro è guidato dalle forze del desiderio e lo scopo è quello di accumularlo per fini egoistici e quindi, di fatto, bloccarne la libera circolazione e l’equa distribuzione.

Nelle trincee quotidiane della vita da adulti l’ateismo non esiste. Non venerare èimpossibile. Tutti venerano qualcosa.L’unica scelta che abbiamo è che cosa venerare. Un motivo importantissimo per scegliere di venerare qualcosa di spirituale – che sia Cristo o Allah, o altri – è che qualunque altra cosa veneriate vi mangerà vivi. Venerate il vostro corpo, la vostra bellezza e vi sentirete sempre brutti, e quando compariranno i primi segni del tempo e dell’età, morirete un milione di volte prima che vi sotterrino. Venerate il potere e finirete col sentirvi deboli e spaventati, e vi servirà sempre più potere sugli altri per tenere a bada la paura. Venerate l’intelletto, spacciatevi per persone in gamba, e finirete col sentirvi stupidi, impostori, sempre sul punto di essere smascherati. E così via. L’aspetto più insidioso di queste forme di venerazione è che sono inconsapevoli. Sono modalità “predefinite”. Sono il genere di venerazione in cui scivolate per gradi, giorno dopo giorno. Diventate sempre più selettivi su quello che vedete e sul metro che usate per giudicare senza rendervi nemmeno bene conto di farlo.

Se venerate il denaro e le cose, se è a loro che attribuite il vero significato della vita, non vi basteranno mai. Non avrete mai la sensazione che vi bastino.

(David Foster Wallace, scrittore)

Ci illudiamo, che con il denaro si possano comperare anche i sentimenti, l’affetto, l’amore, la rispettabilità, il prestigio. E non solo. 

Per molti il vero oggetto del desiderio non èrappresentato dai prodotti o gli agi che si possono comprare, ma è diventato il denaro in se stesso. 

Ci sono persone che hanno accumulato quantità enormi di denaro, pari al bilancio annuo di qualche Paese piùpiccolo, ma nonostante questo continuano a lottare per fare denaro e sembrano non avere nemmeno il tempo di goderne i benefici.

Sono stati fatti degli studi in cui anzi si è visto che, una volta raggiunto un livello medio di benessere, se la ricchezza aumenta non aumenta il grado di felicità.

In questa ricerca di denaro inoltre abbiamo perso il valore del lavoro umano come espressione di una passione, di una vocazione, oltre che di personale contributo creativo alla propria comunità. 

Qualsiasi modo per fare denaro pare trovare in se stesso la propria giustificazione.Molti dei mezzi più redditizi per fare fruttare il proprio denaro hanno a che fare con il riciclaggio di denaro “sporco”, sporcato cioè dallo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del lavoro minorile, del mercato internazionale di armi e di droga..

Attraverso il denaro tutti noi misuriamo e valutiamo gli altri e noi stessi.

Siamo fuori strada anche quando affermiamo che il denaro non ha importanza, perché dimentichiamo che lo “sterco del diavolo” può servire per concimare gli “orti di Dio”.

Il denaro che possediamo è un capitale energetico e, come ogni forma di energia, è in se stesso neutro e riceve qualificazione dal modo in cui viene impiegato.

Come ogni altra forma di energia che noi amministriamo, il modo in cui la utilizziamo ha un effetto sulla nostra coscienza.

È molto più imbarazzante essere sinceri sulle nostre questioni di denaro che non su quelle di sesso. 

Essere realmente chiari e sinceri sulla propria situazione finanziaria ècosa quasi inesistente anche tra buoni amici.

Il denaro tocca corde profonde legate a bisogni fondamentali: 

• il bisogno di sicurezza, che proviene dallapaura di non avere abbastanza 

• il bisogno di autoaccrescimento, che si nutre

dell’avidità

L’avidità è aggressiva e insaziabile, illimitata nel suo desiderio e spesso persegue i propri scopi contro quelli del bisogno di sicurezza, spingendo al rischio sconsiderato. 

In ognuno di noi esiste questo profondo conflitto tra paura e avidità che impedisce di trovare un equilibrio nel rapporto con il denaro e ci rende irrazionali, come appare così evidente in tuttele vicende legate alla Borsa internazionale.

Possibili squilibri:

Se la nostra convinzione è che il denaro sia il diavolo, che sia sporco,  è molto  probabile che cercheremo di sfuggire ai soldi, boicottando senza rendercene  conto le iniziative che potrebbero portarci  un  maggior benessere economico.

Se siamo convinti che i soldi facciano la felicità, che ci diano il potere, l’accettazione sociale, il prestigio e il rispetto, ci concentreremo quasi ossessivamente sul fare soldi, con il rischio di perderci gli affetti, un lavoro che risponda ai nostri valori, la conoscenza di noi stessi, … .

EQUAZIONI PERICOLOSE

L’equazione  “denaro = successo = sto facendo la cosa giusta”giustifica comportamenti e motivazioni che tradiscono valori come la solidarietà, la condivisione, la misura.

L’equazione “valore di noi stessi = capacità di produrre denaro”porta a una sorta di pressione interiore (ansia) che ci spinge ad arricchirci fino ad essere drogati di denaro, nella convinzione che i soldi possano accrescere il valore di noi stessi, e dare senso alla vita. 

Oggi abbiamo raffinato la nostra capacità di essere aggressivi e egoisti spostandoci dal piano fisico della violenza sanguinosa, a quello emotivo e mentale delle prevaricazioni verbali, indirette, e finanziarie.

La disintossicazione

A) Proviamo intanto a parlare in termini di prosperitàinvece che di denaro o ricchezza.

Il concetto di prosperità comprende:

Integrità (coerenza tra valori e comportamenti)frugalità (significa essere soddisfatti di ciò che si 

ha senza sprechi)concetto di abbastanza (equilibrio tra paura e avidità).

La dignità è di colui che si contenta di ciò che ha e  la miseria di chi ha un’avidità

insaziabile .

(Ostad Elahi, Pensieri di Luce)

Gli avidi, gli ingordi, siano essi avari o speculatori, sono sempre insoddisfatti. Non riescono a colmare il vuoto interiore che li 

affligge, la solitudine e la noia.

(Vittorino Andreoli, psichiatra, scrittore)

B) Poi si devono scoprire le convinzioni acquisite

È importante prendere in esame in modo critico la visione del denaro e le idee che ci hanno trasmesso.

Quali valori abbiamo fatto nostri nella gestione economica della nostra vita, forse senza rendercene conto? Questi valori sono in linea con gli altri valori in cui crediamo? 

Ci sono cose a cui  teniamo molto per le quali non spendiamo nulla o troppo poco? Ci sono invece cose per cui spendiamo molto ma che non  compaiono sulla lista dei nostri valori?

Abbiamo la tendenza a contrarre debiti in modo sistematico vivendo al di sopra delle nostre possibilità? Questo denota l’incapacità di gestire responsabilmente la propria energia, facendo sempre affidamento sull’intervento salvatore di qualcun altro o rifugiandosi nell’idea che un domani si avranno i soldi che oggi non ci sono. 

Conclusioni:

L’attenzione deve passare dalla quantitàalla qualità, da quanti soldi abbiamo a come li usiamo (la scelta entra in gioco proprio nelle cose di poco conto), nella consapevolezza che il nostro cuore e la qualità della nostra vita stanno lì dove mettiamo i nostri soldi.

L’INVIDIA SOCIALE

L’ invidia misura la nostra avidità e ha vari livelli:

1. Si desidera ciò che gli altri hanno e si soffre per non averlo

2. Si soffre se gli altri hanno quanto abbiamo noi

3. Si è disposti a perdere ciò che si ha purchéanche gli altri non lo abbiano

È rivolta soprattutto verso coloro con cui ci si può paragonare e competere (i prossimi)

Effetti:

L’invidia si ritorce contro chi la prova (Spinoza: è un sentimento catalogabile tra le passioni tristi perché ci incupisce e ci indebolisce, diminuendo il nostro dinamismo fisico e psichico): ci sentiamo tristi,  proviamo un senso di vuoto, di malinconia di fronte al benessere altrui

Si desidera avere ciò che possiede l'altro e si fa di tutto per ottenerlo, senza accorgersi di quello che si ha già. Ciò impedisce di usare e di vivere pienamente le condizioni in cui ci si trova. Non appena si raggiunge l'obiettivo, ci si accorge che si è attratti da qualcos'altro e ci si dimentica persino di quanto si è appena raggiunto per correre altrove, sempre in balia dell'invidia. L'invidioso quindi non usa mai ciò che ha, gli manca sempre quello che vuole. Non ha e non è: cerca di essere e di avere qualcosa che nemmeno conosce e che desidera solo perché appartiene ad altri.

Effetti:

L’invidia può generare vere e proprie ossessioni: si diviene curiosi in modo morboso di chi si èinvidioso.

L’invidia, infine, ci conduce a nuocere e ad aggredire l’altro, il suo ruolo e la sua reputazione  (maldicenza, calunnie, omissione di informazioni e trasgressione del diritto altrui).

Quindi accresce altri nostri difetti : malevolenza, aggressività, maldicenza, ingratitudine….

Effetti:

L’invidia ci rende antipatici e suscita negli altri un comportamento freddo e aggressivo a loro volta. 

TERAPIA: 

Guardare tutto ciò che si ha (beni materiali e morali) e che eventualmente gli altri non hanno. Chiedersi: “davvero scambierei il mio posto con l’altro?”

Riflessione sui valori : considerare cosa sia davvero un valore da avere (relativizzare i propri desideri)

Sforzarsi di essere gentili e disponibili verso la persona oggetto della nostra invidia.

Bisogna conoscere il valore intrinseco delle cose, rispettarle, apprezzarle, usarle ma con distacco. I beni materiali sono mezzi, non uno scopo. Vanno usati a buon fine e condivisi con gli altri.

La condivisione mantiene vivi i rapporti fra individuie rappresenta il fondamento di tuttii grandi  movimenti.

Bibliografia

Vittorino Andreoli , L'uomo di superficieSara Cattò, Il denaro, (http: //imparareainnamorarsi.wordpress.com)

Ostad Elahi, Pensieri di LuceB. Guernier e  A. Rousseau, Vaincre la jalousieJacob Needleman, Il denaro e il significato della vitaD. F. Wallace,, Questa è l'acqua