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5/13/2018 Guida Alla Politica Estera Italiana - slidepdf.com
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Guida alla politica estera italiana Sergio RomanoLe politiche estere dei singoli membri dellUe sono sottopolitiche e nessuno, singolarmente, può influire sul
corso delle maggiori crisi internazionali. Teoria del doppio stato e sindrome di Carlo VIII: molti italiani sono
convinti che i loro avversaria siano asserviti agli interessi una potenza straniera e che moltodi quanto
accade nel loro paese abbia un regista occulto. Questi sospetti rendono il paese poco affidabile agli occhi
dei suoi partner (perché il governo è contestato e crticato anche in circostanze in cui la classe politica di
altri paesi decide, per amor di patria di accantonare le proprie divergenze e attestarsi su una linea
nazionale) e poco minaccioso agli occhi dei suoi avversari (perché il governo italiano è troppo debole per
fare sul serio). Sapendo di non poter contare sulla coesione del paese nei momenti decisivi, ciò che rende
il paese privo di un sistema politico efficace e in cui il capo di governo ha una vera autorità, litalia ha quasi
sempre avuto una proiezione internazionale inferiore alle sue risorse umane, economiche e geopolitiche.
(mancanza coesione cattivo sistema politico accentua rivalità società nazionale mancanza coesione,
circolo vizioso rotto per alcuni anni da Mussolini)
Stretto intreccio fra politica estera e politica interna in Italia, più che altrove. Stretta tra imperativi guerra
fredda e democrazia consociativa, Paese fragile e sconfitto che dovette scegliere i propri alleati in funzione
delle proprie esigenze domestiche e adeguare il proprio sistema di governo ai desideri dellalleato maggiore
(pensa a come ogni mutamento degli equilibri politici interni dovette ricevere un avallo internazionale!),
con ripercussioni sullo stile e sulle credibilità della politica estera italiana stile ambiguo e oscillante,
micro gollismo. Con fine del conflitto bipolare, è stato drasticamente ridotto il margine di impunità con
cui la diplomazia italiana poteva adottare atteggiamenti contraddittori ed è stato messa in luce la sua
impotenza.
La politica estera di un paese sconfitto
Tra la fine della guerra fredda e la firma del patto atlantico vi fu in Italia un vero e proprio partito della
neutralità formato da uomini dalle più diverse estrazioni politiche. Ma il ruolo dellitalia nelle vicendeeuropee era stato definito sin dal settembre 1943. Con la fuga del 9 settembre 1943 il Re e Badoglio
dimostrarono che lItalia non poteva badare da sola alla propria sicurezza, né dare un contributo
determinante alla difesa del proprio territorio, fissando così le linee della politica estera per gli anni a
venire. Ministro degli Esteri dal25 luglio 1943 Raffaele Guariglia, ambasciatore in Turchia e quindi lontano
dallalleanza con la Germania, a cui dissimulò le iniziative che segretamente stava prendendo con gli
angloamericani. Comunicò l8 settember allincaricato daffari tedesco, Rudolf Ranh, larmistizio di Cassibile
del 3 settembre. Fino a dicembre 44 (De Gasperi) non cè ministro degli esteri (prima interim badoglio fino
a giugno 1944 e poi interim Bonomi). Governo a Brindisi. E i diplomatici? Quelli che scelserò la RSI, a Salò o
allestero, lo fecero nella convinzione che lItalia non potesse abbandonare il proprio alleato senza
screditare se stessa; quelli che scelsero il governo Badoglio obbedirono a un riflesso monarchico. Meno
peso ebbero le considerazioni ideologiche (fascismo/democrazia). Servire la patria: ma essa era a Brindisi o
a Salò? Dopo larmistizio Renato Prunas va a Brindisi dove divenne segretario generale e ministro degli
esteri de facto. Italia destinata a diventare un satellite della Gran Bretagna, concludendo un ciclo storico
della nostra politica mediterranea. Stretto in spazi sempre più angusti (il mediterraneo era spazio di
spartizione daltri nel XIX secolo) litalia cercò rifugio allomba di un paese, linghilterra, ma ci tiriamo
indietro nel 1882 quando gli inglesi ci propongono spedizione congiunta in Egitto per reprimere i moti
xenofobi di Ahmed Arabi. Accusato di negligenza, il ministro degli esteri Stanislao Mancini cercò di farsi
perdonare acquistando una stazione marittima sulle coste africane e sostenendo che le chiavi del
mediterraneo erano, per litalia, nel mar rosso. Negli anni successivi liquidiamo contenzioso con francia,
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ribadiamo amicizia con Inghilterra, rinnoviamo triplice alleanza e, dopo delusione bosnia 1908, stipuliamo
accordo con Nicola II di Russia a Racconigi (giolitti pres cons e tittoni min est). appoggio a pretesa russa
sugli stretti in cambio di appoggio a pretese italiane su Tripolitania, conquistata poi nel 1911. Nel 1915,
patto di londra ci promettono Trieste e la Dalmazia (che però dopo la guerra andò a regno shs, ulteriore
minaccia per le nostre aspirazioni nel mediterraneo). Politica marittima molto aggressiva e minacciosa sotto
Mussolini. Ma lentrata in guerra nel 1940 aprì e chiuse nel giro di tre anni tutte le prospettive che la
diplomazia fascista aveva additato al paese. Non avevamo i mezzi per la nostra politica, avvaloramento
degli incubi mediterranei della prima generazione unitaria, che giustamente vedeva una pericolosa
vulnerabilità dellitalia nel mediterraneo.
Ma Vittorio Emanuele, Badoglio e Prunas non considerarono il problema in questi termini. Non avevano
Flotta, esercito, aviazione ma pur sempre un capitale geopolitico. Gli anglo-americani si erano riservati il
controllo dellItalia e avevano costituito per governare il Regno del Sud una Commissione alleata di
controllo. I sovietici partecipavano solo a una commissione consultiva insieme a fra, jugoslavia, grecia,
nella persona di Andrej Vysinskij. Prunas gli propose la ripresa dei rapporti diplomatici, una presenza in
Italia che gli alleati gli avevano negato. laccordo si fece a marzo 1944 quando il governo si era ormai
spostato a Salerno. Ambasciatore a Mosca, ma maltrattato (neanche riconosciuto come ambasciatore), fu
Pietro Quaroni dimostrazione della poca importanza che i sovietici attribuivano ai rapporti diplomaticicon litalia dopo che avevano raggiunto il loro obiettivo di far tornare Togliatti in Italia e sua partecipazione
(comunisti) al nuovo governo badoglio. Italia per stalin era, per diritto di conquista nella sfera dinfluenza
delle democrazie atlantiche. Spettava ai comunisti italiani, non alla diplomazia sovietica, strappare lItalia al
campo occidentale, secondo circostante dettate dalla politica interna, con lURSS quindi che si doveva
astenere e trattare Italia come una marca di frontiera del campo opposto. Così durante i negoziati del
trattato di pace, nella trattativa sulle colonie, su Trieste. LItalia (più che per merito suo) non avrebbe
riconquistato il proprio spazio internazionale grazie ai contrasti fra gli anglo-americani e i russi, bensì grazie
ai contrasti fra gli inglesi e gli americani. Gli inglesi volevano darci una lezione, ma avevano bisogno di
collaborazione, e la scelsero nel Re e in Badoglio, contrastando le istanze democratiche che volevano
abolire la monarchia. Linghilterra divenne così, fra il 43 e il 45, un oastacolo ai progressi della democrazia
italiana. Proclama del 13 novembre 1944 con cui Generale Alexander invitava partigiani a ridurre le
operazioni di guerriglia. Usa non daccordo: non sullitalia monarchica, non su regime eccezionale Badoglio
(che ritardava il ritorno a casa degli USA) e poi Roosevelt nel 1944 aveva bisogno del voto degli italo-
americani. Carlo Sforza fu un punto di contrasto anglo-americano. Già ministro degli Esteri con Gliolitti e
negoziatore del trattato di Rapallo del 20, si dimise dopo lavvento del fascismo. Nellottobre del 1943,
giunto a salerno, assunse una posizione ostile a Vittorio Emanuele II e suscitò lira degli inglesi
chiedendone labdicazione. Fu scontro politico, ma anche caratteriale con Churchill e Macmillan, anche
perché trattava i vincitori come se lItalia non avesse perduto la guerra. Quando si formò il secondo
Governo Badoglio Sforza era il candidato ideale a ministro degli esteri, ma gli inglesi misero il veto alla
nomina. Una crisi su Sforza si ripetè anche dopo la presa di Roma e a novembre del 1944 con la formazione
del secondo governo Bonomi. Sforza nominato agli esteri, inglesi: nomina inaccettabile, ebbero partitavinta e fu nominato ministro De Gasperi, subendo però critiche pesanti dagli Usa. Stettinius, segretario di
Stato: lasciare che i paesi liberati risolvessero i loro problemi senza subire influenze esterne. Usa
volevano riabilitare e restituire prerogative sovranità allItalia vedi caso Val dAosta con Francia che vi
porta le sue truppe e, nonostante simpatie di De Gaulle e ministro degli Esteri Bidault per lambasciatore a
Parigi Saragat, il comandante delle truppe francesi rifiuta di trasferire la Val dAosta al governo militare
alleato, facendo incazzare Truman (non daremo più rifornimenti a francesi). 12 giugno francia ritira le
proprie truppe. I fatti dimostravano ancora una volta che il maggior capitale internazionale dellItalia
sconfitta era costituito dalla sua collocazione geopolitica e dai dissidi fra i vincitori.
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30 aprile 1945. Partigiani di Tito a Trieste. Nei primi giorni di aprrile però Tito aveva firmato a Mosca un
trattato damicizia con lURSS e, solo per questo, inglesi chiesero ad americani di scalzare Tito da Trieste. Vi
riuscirono il 12 giugno 1945 ma non poterono o non vollero impedire che Trieste e lIstria venissero divise
in due zone (una sotto amministrazione alleata, laltra, con Fiume e Pola, a jugoslavi).
De Gasperi ministro degli esteri dal dicembre 1944 fino allottobre 1946 (poi Nenni) [si espresse per il
passaggio del Trentino allItalia solo l11 ottobre 1918, quando già lo stesso governo austriaco aveva
accettato i quattordici punti di Wilson e il diritto allautodeterminazione dei popoli]. Sul Brennero gli inglesi
appoggiarono gli austriaci, ma lurss si oppose e così, in questo vuoto diplomatico, De Gasperi (ormai
presidente del consiglio fin dal dicembre 1945) potette negoziare con Gruber, ministro degli Esteri
austriaco,, gli accordi del 5 settembre 1946. LAustria riconosceva la frontiera ma otteneva una larga
autonomia per la provincia di Bolzano.
Per il resto periodo drammatico per diplomazia italiana: lItalia non era un alleato e neppure, per molti
aspetti, un cobelligerante. Era solo paese sconfitto a cui erano state fatte alcune concessioni nellultima
fase della guerra. Neanche il successo del viaggio di De Gasperi negli Usa nel gennaio 1947 modificò la
questione, anche perché URSS non voleva rinunciare a una parte della flotta e, se possibile, alla spartizione
delle colonie italiane. Durante i negoziati per il trattato di pace quei contrasti tra i vincitori che prima ci
avevano giocato, neutralizzarono le buone disposizioni degli americani. A Trieste creato un Territorio
Libero. A maggio 1947 formò un nuovo governo senza comunisti e socialisti, naturale conseguenza della
sua politica che voleva programmi coerenti per litalia senza essere ostaggio dei comunisti su clima sociale
ed economia di mercato. A fine gennaio 1947 fu soppressa la Commissione alleata di controllo, e Sforza
diventò finalmente Ministro degli Esteri (lo sarebbe stato fino a luglio del 1951) problema della firma del
trattato di pace che, con ipocrisia, venne fatto firmare non da un membro del governo ma da un anziano
diplomatico, Antonio Meli Lupi di Soragna. Il giorno dopo Sforza emanò una nota in cui chiedeva la
revisione del testo, come se il trattato di pace fosse un incidente di percorso, quando invece le forze laiche
dispirazione risorgimentale e i cattolici liberali videro in esso una tragedia (ben diverso fu l atteggiamento
dei comunisti, socialisti massimalisti, cattolici di sx, separatisti siciliani e altri cui premeva soprattutto la
sconfitta dello Stato oppressore. Per Croce e Orlando il trattato era ingiusto e umiliante, cancellava gli
sforzi fatti dal 1943 trattando lItalia come un paese sconfitto. Alla vecchia classe dirigente liberale sembrò
un implicito giudizio di condanna sullintero Stato risorgimentale e svalutava tutto ciò in cui esso aveva
fermamente creduto. Ma alla fine prevalse anche fra i liberali la linea politica di chi, come Einaudi, preferiva
voltar pagina senza troppo attardarsi sulle responsabilità storiche del fascismo e della guerra, non ci fu
nessun dibattito sulla Schuldfrage, questione della colpa e litalia entrò nel dopoguerra lacerata da
versioni strumentali, ideologiche e contraddittorie del proprio passato, il che avrebbe pesato non poco sulla
percezione del proprio ruolo in Europa.
Se lItalia non era responsabile della guerra fascista, non vi era motivo perché i vincitori la privassero delle
colonie che essa aveva conquistato prima del fascismo, colonie che vennero difese con argomenti di
nazionalismo proletario, i quali non fecero certo breccia nei vincitori. Gli inglesi non volevano lasciare
posizioni chiave nel mediterraneo in un clima ormai di guerra fredda, e gli americani erano dubbiosi dellegaranzie politiche militari che avrebbe potuto dare un paese sconfitto, con forti tensioni sociali e con una
quinta colonna sovietica annidata nel suo sistema politico. Per motivi elettorali invece lURSS propose il
ritorno delle colonie allItalia e si oppose allONU a un compromesso fatto da Bevin e Sforza che assegnava
la Cirenaica allInghilterra, la Tripolitania allItalia e Fezzan alla Francia. Alla fine Libia regno indipendente
(dicembre 1951) e concessione allitalia della somalia in amministrazone fiduciaria per dieci anni dal
1950.
Trieste. I vincitori non riuscivano a mettersi daccordo sulla nomina del governatore del Territorio Libero.
Allora proposta francese-inglese-americana (anche per aiutare governo italiano prima delle elezioni
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dellaprile 1948): chiesero a De Gasperi di scegliere fra due soluzioni: 1) la restituzione della zona A o 2) una
solenne dichiarazione tripartita sulla necessità di restituire allItalia lintero territorio.(scelse la seconda
temendo che la prima avrebbe voluto dire rinunciare per sempre allIstria), dichiarazione che venne fatta il
20 marzo 1948, che auspicava la restituzione dellintero territorio allItalia. Ma il 18 marzo 1948 rottura tra
Mosca e la Jugoslavia (ritiro istruttori militari da Jugoslavia), ufficializzata il 26 giugno 1948 con
lespulsione della Jugoslavia dal Kominform. La crisi dei rapporti jugo-sovietici indusse gli alleati a rivedere
il loro atteggiamento verso la Jugoslavia, e quindi pesò sulle sorti di Trieste. Ancora una volta fu la
dimostrazione che la maggiore carta diplomatica dellItalia era il suo capitale geopolitico e che il valore di
quel capitale dipendeva a sua volta dalla congiuntura internazionale.
Un peso sulle elezioni dellaprile 48 lo ebbero sicuramente gli aiuti americani, il Piano Marshal che
sicuramente influenzò in modo decisivo il profilo internazionale e il sistema politico del nostro paese. Era
sbagliato credere che il mondo sarebbe stato simile a quello dellanteguerra (fondato su un complicato
gioco di alleanze, assicurazioni e contro assicurazioni). Gli Usa, dopo la calata della cortina di ferro (a
Mosca, nel marzo 1947, fallì un tentativo di accordarsi sulla sorte della Germania e sul suo trattato di
pace), decisero di bloccare e contenere lavanzata sovietica verso occidente. Per puntellare le democrazie
europee e metterle in condizione di resistere si imponeva soprattutto il risanamento delle loro economie
5 giugno 1947 Piano Marshall. Aiuti in denaro, tanto più quanto europei si fossero dimostrati capaci diseppellire le loro divergenze e integrare le loro economie. LItalia aveva bisogno di soldi per ricostruire il
paese, modernizzare le strutture produttive, completare la rivoluzione industriale, assorbire la
disoccupazione fronteggiando la minaccia comunista e applicando alla sua politica i principi della dottrina
americana: democrazia, militanza anticomunista, libertà dei traffici, progressiva integrazione delle
economie europee.
Ma sarebbero bastati i soldi di fronte a In Grecia, primavera 1946, guerra civile con intromissioni
filosovietiche. Nellottobre 1947 URSS aveva sostituito il vecchio Komintern (creato a marzo 1919) con il
Kominform per coordinare lattività dei partiti comunisti europei. A Praga febbraio 1948 rovesciato Benes,
costruito governo comunista e suicidio di Jan Masaryk, ministro degli Esteri e figlio del fondatore dello
Stato cecoslovacco. A Berlino, a fine giugno 1948, Blocco di Berlino. 1) 12 marzo 1947 Dottrina Truman;
2) Patto di Bruxelles 17 marzo 1948, cinquantanni di coopeerazione economica, militare e sociale tra Uk,
Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo; 3) Trattato per lOrganizzazione dellAtlantico del Nord, 4 aprile
1949 da Usa, Uk, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Italia, Portogallo, Danimarca, Islanda, Norvegia e
Canada; 4) aprile 1948 costituzione a Parigi dellOECE (organizzazione per la cooperazione economica
europea fra Usa e beneficiari del piano Marshall). Italia entusiasta del piano Marshall (Sforza riesce a farsi
invitare alla conferenza di parigi del giugno 1947) ma non solo per motivi economici, ma anche perché
politicamente prendevamo parte con gli altri paesi europei, su un piano di parità al primo grande
progetto multilaterale europeo del dopoguerra. Era loccasione per riscattarci dalla servitù del trattato di
pace e restaurare lo status internazionale del paese. Entusiasti sì, ma riluttanza ad accettare i conseguenti
obblighi, timorosi di esporci alla concorrenza internazionale o anche per semplice resistenza conservatrice
di alcuni gruppi economici. Le diverse anime che componevano alla formazione del consenso nazionale fecesì che la linea di politica estera adottata dal governo fu, generalmente, quella che meglio riusciva a
conciliare queste esigenze, da qui lansia di partecipare e il desiderio di eludere le regole della
partecipazione.
Bevin, proposta di alleanza militare. Non aveva problemi alla partecipazione italiana. Avremmo dovuto
esserne felici, sarebbe stata un altro sancire la rinnovata parità italiana con i vincitori della II WW, ma un
patto militare comportava obblighi e impegni che nessun partito politico in quel momento sembrava
disposto a prendere in considerazione, anche considerata la contemporanea campagna elettorale (si era
tra gennaio e marzo 1948) e la propensione di nazionalisti (e qui Romano include De Gasperi e Sforza) che
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ritenevano che lItalia, facendosi desiderare, avrebbe ottenuto la revisione delle clausole più severe del
trattato di pace. Fu un terreno, un minimo comun denominatore su cui tutti si trovarono daccordo e su cui
si attestò la politica estera del paese. AllAmbasciatore Usa Dunn, il 15 marzo 1948, De Gasperi non prese
impegni sul patto di bruxelles, disse a causa delle elezioni, un argomento fragile in cui gli americani rividero
la solita doppiezza machiavellica della diplomazia italiana. ce la prendiamo in quel posto, altro che fare le
preziose, non veniamo invitati ai negoziati sul Patto atlantico: gli altri dissero: perché farla partecipare?
contributo insignificante alla difesa comune, avrebbe costretto lalleanza a difendere il mediterraneo,
avrebbe insistito sulle sue richieste coloniali. ma ormai si era in piena guerra fredda e noi deboli insidiati
dalla quinta colonna comunista che parteggiava per il nemico. Era finita lepoca dei patteggiamenti e delle
tergiversazioni e De Gasperi e Sforza lo compresero.LItalia aveva un disperato bisogno di progresso
economico e di sicurezza militare, raggiungibili solo tramite gli USA. Questi erano ormai soddisfatti
dellandamento delle politiche italiane dellaprile 1948 e si mostrarono un po ostili, come ostili allalleanza
militare furono i nazional-liberali, i cattolici di sinistra, i socialisti e i comunisti. Fu solo grazie alla Francia
assillata dallangoscia della propria irrilevanza dopo luscita di de Gaulle che venimmo ammessi al Patto
atlantico. O Italia oppure opposizione francese alla Norvegia. Dean Acheson, segretario di Stato Usa con
Truman, non tenne conto dellopinione contrarria di George Kennan, e mostrò contro (alleato inaffidabile)
e pro (evitiamo contrasti con francia, il ritardo della conclusione del trattato e evitiamo pubblicità sudivisioni esistenti fra i paesi occidentali) a truman. Pur non convinto, Truman accettò lingresso dellItalia
ancora una volta sfruttiamo posizione geopolitica e potere negativo capace di suscitare contrasti tra le altre
potenze.
Sul fronte interno forte opposizione di socialisti e comunisti (lunghi dibattiti: camera e senato fra 30
novembre e 4 dicembre 1948 su posizione internazionale italia, marzo 1949 sulla firma del trattato) ma
ancor più insidiosi erano avversari interni alla DC: la sinistra cattolica Gronchi, Dossetti, La Pira volevano
sottrarsi alla logica dei blocchi e proclamare la vocazione pacifica italiana,consapevoli che ladesione alla
Nato non avrebbe avuto conseguenze solo politiche e militari, ma avrebbe dettato allItalia le grandi linee
del suo regime politico e sociale, ed erano ostili a unItalia capitalista (loro avevano una visione
solidaristica della società italiana) una sorta di nazionalismo popolare nella sx cattolica. Con fermezza e
pazienza De Gasperi riuscì a imporsi, riuscendo a presentare la scelta atlantica come una scelta europea, il
passaggio obbligato della politica estera italiana verso quellunione dei paesi dellEuropa occidentale a cui
tutti i partiti democratici dicevano di essere favorevoli. Ostruzionismo comunista, votazione il 18 marzo
dopo 51 ore di seduta ma ciò rafforzò solidarietà DC. 342 in favore e 170 contro alla camera. Al senato
stesso risultato, pur con voto contrario di Nitti e Orlando, Presidenti del Consiglio nellItalia prefascista
(insomma Patto Atlantico come enorme novità nella politica estera italiana). De Gasperi riuscì a unire il suo
partito anche perché, allinterno del Vaticano, il partito favorevole alladesione italiana alla Nato (guidato
dal sostituto alla segreteria di Stato Giovanni Battista Montini) ebbe la meglio su quello contrario (di
Domenico Tardini, segretario agli affari straordinari) in quanto potette fare leva sul profondo
anticomunismo di Pio XII e aveva molti legami con i giovani leader DC (era stato cappellano della
Federazione Universitaria Cattolica). Ladesione allAlleanza atlantica segnò la fine del dopoguerra dellapolitica estera italiana e linizio di una politica estera completamente diversa da quella precedente e da
quella che si era sperato di ricominciare.
Quali gli uomini della diplomazia italiana fra il 43 e il 1949? Lambasciatore di Spagna Giacomo Paulucci di
(luomo che notificò la dichiarazione di guerra italiana alla Germania). Per rappresentare lItalia post-
fascista furono scelti, poi, ambasciatori che assomigliassero per quanto possibile al paese presso cui
sarebbero stati accreditati o che avessero in esso una buona rete di relazioni personali, rispettando al
contempo la composizione del CNL: Parigi Saragat, in Spagna, dopo che Paulucci fu epurato per essere
stato capo di gabinetto di Mussolini, Tommaso Gallarati Scotti (cattolico liberale), Londra Nicolò Carandini
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(esponente dellala progressista del Partito Liberale e ministro nel primo governo Bonomi, giugno-
dicembre1944),Washington Alberto Tarchiani (partito dazione), in Cina Sergio Fenoaltea, partito dazione
e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel governo Parri (giugno-novembre 1945), a Berna Egidio
Reale, repubblicano; a Varsavia Eugenio Reale, comunista. A Buenos Aires Giustino Arpesani (liberale),
Belgrado Enrico Martino. A Mosca Manlio Brosio sostituì Quaroni alla fine del 1946. Segretario del Partito
Liberale, ministro senza portafoglio nel 2^ governo Bonomi,vicepresidente del Consiglio nel governo Parri,
ministro della difesa nel primo governo De Gasperi (dicembre 1945, luglio 1946), a Mosca giunse da
convinto neutralista, fare la politica del peso determinante o della neutralità attiva, ma rimase
inascoltato a Mosca, dove non si credette neanche per un istante che il governo italiano fosse libero di fare
una politica diversa da quella degli USA. Urss parlava col PCI, non con il governo italiano diplomazia
popolare, il kominform voleva come gli disse il generale Walter Bedell Smith, ambasciatore degli USA
riavvicinare alla Russia sovietica, sbandierando il terrore della guerra, tutte le associazioni, gli enti, gli
individui che non sanno decidersi nella lotta ideologica che chiede il mondo, e per amore della pace sono
disposti a subire, più o meno, l influenza del mondo sovietico. Fu col passare del tempo che Brosio accettò
questa visione e divenne il più convinto atlantico. Egli dimostrò a contrario che la neutralità italiana era
impossibile anche e soprattutto perché non aveva, agli occhi dellURSS, alcun valore.
LItalia torna in campo
Manifesto europeo di Ventotene: Ernesto Colorni, Ernesto Rossi, Altiero Spinelli. Promossero nellagosto
del 1943 a Milano la nascita di un Movimento italiano per la federazione europea, cui aderì anche Einaudi.
Ma lEuropeismo era un tema forte ovunque: dopo che si era combattuto per trentanni si stava
stabilizzando lidea che lo Stato nazionale fosse ormai un ostacolo al progresso civile dei popoli europei.
Certo, ognuno aveva la propria idea di Europa: lEuropa inglese fece capolino il 22 gennaio 1948, con Bevin
che sostenne come la sopravvivenza e la pace delle nazioni libere dellEuropa occidentale dipendesse dalla
loro capacità di unirsi più strettamente. Churchill fonda alla fine del 1947 il movimento per leuropa unita
che promosse la riunione di un Congresso che si tenne allAja nel maggio 1948, insieme a Paul Reynaud (al
governo francese fino alla vigilia della disffatta), Léon Blum (di nuovo al potere con socialisti nel
dopoguerra), Robert Schuman, Paul-Henri Spaak, Salvador de Madariaga, De Gasperi nacque il Consiglio
dEuropa. Londra voleva unEuropa concorde e legata agli Usa, ma non unEuropa federale (e quindi accordi
su temi essenziali come la difesa e poi grandi sedi istituzionali ma flessibili, da cui entrare e uscire senza
troppe costrizioni) trattato anglofrancese di Dunkerque (4 marzo 1947), patto di bruxelles (17 marzo
1948), Alleanza atlantica (4 aprile 1949), consiglio dEuropa (5 maggio 1949), luogo di socializzazione
politica e culturale per lEuropa occidentale.
LEuropa francese. Paura di diventare i secondi dietro UK e di assistere ancora al riarmo tedesco. 9
maggio 1950: piano siderurgico preparato da Jean Monnet e enunciato da Robert Schuman. 18 aprile 1951
costituzione della CECA. La germania allinterno di un condominio europeo sarebbe diventata la gendarme
di se stessa.
LItalia Europea. De Gasperi e Sforza costretti a rivedere le grandi linee della politica estera italiana fra ilmarzo 1948 e laprile del 1949: revisione del trattato di pace, restituzione Trieste e colonie stavano
diventando problemi anacronistici. Minaccia sovietica e, in prospettiva, riarmo tedesco più allarmanti. Dopo
il colpo di Praga (febbraio 1948) non si poteva più fare finta di niente. Era necessaria unalleanza militare
per un paese debole militarmente, economicamente e con il PCI in casa. Ma ora posizioni invertite e Usa
ostili: siamo fortunati ad avere lalleanza francese. Per non rimanere isolati senza protettori ed esposti
allURSS in unEuropa divisa, De Gasperi e Sforza prospettarono la scelta atlantica come europea (evitando
così un fronte eterogeneo di no alla sola scelta atlantica militaristica, capitalistica o rinunciataria, a
seconda delle prospettive cattoliche, comuniste o nazionaliste). discorso di Sforza a Perugia, il 18 luglio
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1948, alluniversità per stranieri: litalia potrà essere fortunata se riuscirà a proclamare sempre e ovunque
che il suo avvenire è legato allunione dellEuropa, dichiarando [] che siamo pronti a qualunque
limitazione della sovranità nazionale, a una sola condizione, che gli altri facciano lo stesso. Europeismo di
Sforza doppio vantaggio: 1) curava ferite nazionali con la prospettiva di una più grande nazione europea di
cui lItalia era stata profetessa e precorritrice (il solo primato che alla lunga conta, il primato delle idee);
2) collocava tutte le nazioni europee su una stessa linea di partenza (anche la germania e la francia sono
divenute piccole di fronte alla tecnica moderna) cancellando quella distinzione fra vinti e vincitori che
ancora pesava sullitalia. questo il discorso di Sforza ai liberal-democratici. De Gasperi invece parlò ai
cattolici: garnatì che la nuova Italia avrebbe ritrovato il suo posto nella famiglia delle nazioni per una
politica estera di pace, giustizia, solidarietà internazionale. (Europa unita avrebbe evitato guerre, difeso la
libertà, garantito la ricostruzione, alzato una barriera contro la mistica del materialismo rivoluzionario
integrale Bruxelles, novembre 1948, Grandes Conférences Catholiques). Riuscirono a convincere
lopinione pubblica che litalia avrebbe avuto, nella creazione delleuropa, una parte determinante Sforza
voleva aggiungere allOECE, già luogo di collaborazione economica, un comitato per la politiac
internazionale e una corte di giustizia per le divergenze tra i membri. Perché lOECE? 1) Perché il piano
Marshall era per settori più illuminati della vita politica europea, la strada maestra per lEuropa moderna,
leuropeismo sarebbe stato più facile se associato allorganizzazione che meglio incarnava lidea dimodernità e di progresso. 2) per un motivo politico: si pensava che, con Francia che voleva stretta
associazione di Stati continentali, idea ostile allinghilterra, litalia avrebbe potuto valorizzare il suo peso
determinante facendo da sponda.
Ovviamente gli inglesi capirono tutto e non ci stettero. LItalia non poté allora che accettare il progetto di
Monnet per la creazione della CECA: la conferenza per i l piano Schuman iniziò a Parigi il 20 giugno 1950,
Italia rappresentata dal segretario DC Paolo Emilio Tavani, unico politico in una conferenza di esperti.
Trattato ratificato nel marzo 1952.
CED (comunità europea di difesa). Dopo il Blocco di Berlino e lattacco della Corea del Nord a quella del
sud, nel timore che succedesse qualcosa di simile in Germania, al Consiglio Atlantico del settembre 1950 il
segretario di Stato Usa Dean Acheson annunciò che gli Usa avrebbero aumentato la loro presenza militare
in Europa, ma a 2 condizioni: 1) occorreva creare una forza integrata, sotto un comando unico e 2) inserire
in essa i tedeschi Francia che reagisce male e propone il Piano Pleven, ispirato da Monnet: creazione di
un esercito europeo, in cui i vecchi eserciti nazionali sarebbero sopravvissuti solo a livello dellunità più
piccola possibile ma gli Usa a questapertura proseguirono ancora di più sulla loro strada: se anche i
francesi erano disposti ad ammettere il ritorno dei tedeschi sui campi di battaglia dellEuropa di domani,
non vera ragione perché Acheson rinunciasse a quella forza integrata che gli americani esigevano per
rafforzare la loro presenza militare in Europa. Per prendere una decisione simile, impopolare in molti paesi
membri dellalleanza, ancora una volta la carta giocata fu leuropeismo: se ci uniamo militarmente
mostriamo agli americani di essere capaci di uno sforzo unitario e ci difenderanno anche loro, e ciò aiuterà
la creazione dellEuropa. Trattato CED firmato a Parigi il 27 maggio 1952. (percepito come passo in più
verso lEuropa federata). In francia, il governo fuggito in avanti per non subire il riarmo tedesco nellaversione americana, non aveva ben calcolato le resistenze trasversali che la CED suscitò (gollisti ostili a
cedere sovranità militaare, comunisti decisi a sabotare i piani di difesa occidentali contro URSS). A Roma
conati nazionalisti dei gruppi che speravano di sfruttare la ratifica della Ced per ottenere rammendi alle
lacerazioni del trattato di pace. A togliere dallimbarazzo lItalia ci pensò Pierre Mendès-France, presidente
del Consiglio dal giugno 1954, al quale premeva anzitutto dare uno sbocco coloniale ragionevole ai
problemi della Francia coloniale (rivolte in marocco e tunisia). Diede allora la Ced in pasto alle opposizioni e
lasciò che lAssemblea votasse contro la ratifica del trattato (30 agosto 1954). De Gasperi, che aveva
lasciato il governo nel luglio del 1953, era morto da undici giorni.
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viaggio di Eden nelle capitali europee in settembre 1954 (prima schiarita italo inglese). A Parigi fra il 20 e il
23 ottobre 1954 deciso di mettere fine al regime doccupazione nella Germania federale, di trasformare il
Patto di Bruxelles in una Unione dellEuropa occidentale con la partecipazione italiana e tedesca, di
ammettere la Germania nella Nato.
Primo ministro tra lagosto del 1953 e il gennaio del 1954 Giuseppe Pella, forse orientato a toni nazionalisti
per creare in Parlamento un partito del presidente più grande della DC stessa, il13 settembre 1953 fece
un discorso al campidoglio in cui proponeva un plebiscito nelle due zone del territorio libero di Trieste.
LItalia, quello era il periodo, avrebbe ratificato la CED se gli alleati le avessero restituito le due zone. Gli
alleati fecero sapere che, come nel 1948, erano disposti a cedere allItalia il governo della zona A, al che
Tito risposte dicendo il 12 ottobre, che lingresso di truppe italiane a Trieste sarebbe stato considerato un
atto di aggressione dalla Jugoslavia manifestazioni popolari e scontri a Trieste. Alla fine il governo Pella
cadde (ma più per la volontà della DC di non avere un presidente così autonomo). Gli succedette, dopo il
primo fallito governo Fanfani, Scelba, ministro degli interni fino al 1953. Egli, sicuramente nazionale (ma
non con i toni di Pella) volendo anche tagliare un nodo che esponeva il governo e il partito a un ambiguo
rapporto con lala destra della politica nazonale, firmò a il 5 ottobre 1954 a Londra, con mediazione
americana, il memorandum con la Jugoslavia, con cui lItalia governava la zona A.
De Gasperi lentamente aveva capito che per lItalia lEuropa non era una possibilità fra altre, era una sceltaobbligata. Nel suo settimo governo, dal 1951 alle elezioni del 1953, fu Ministro degli Esteri di se stesso
(Sforza morì il 4 novembre 1952), e così fece Pella, che però più che allEuropa guardava solo a Trieste e agli
interessi nazionali. Fu così che, dopo la breve e oscura parentesi di Attilio Piccioni, sotto al governo Scelba,
ministro degli Esteri diventò Gaetano Martino. Entrò in carica il 20 settembre 1954, un buon momento
(poco dopo UEO e Trieste): le decisioni fondamentali della pol est ormai prese (ueo, ceca, nato, Marshall),
colonie definitivamente perdute e trieste risolta. Propose Messina come sede di una riunione dei ministri
degli Esteri della CECA in cui si parlò di rilancio europeo, che portò alla firma dei trattati di Roma del 25
marzo 1957, in vigore dal 1° gennaio successivo. Nonostante le speranze di molti fossero più concentrate
sullEURATOM, fu il MEC lorganizzazione che cominciò a realizzare sin dal 1958 i suoi primi obiettivi. fu
un altro passo che collocò definitivamente la posizione internazionale dellitalia. Modernizzazione e
sicurezza, le sue principali esigenze, erano tenute insieme da un perno di nome USA. Queste scelte
internazionali avevano anche un profondo significato interno, litalia non aveva i mezzi per sottrarsi a
questa disciplina esterna e interna, ma non tutti lo capirono Giovanni Gronchi, presidente della
Repubblica dal maggio 1955 (fu favorito in ciò dallappoggio della sinistra democristiana e del partito
comunista, dal MSI, da parte dei monarchici insomma, fu eletto da forze che erano contrarie, per ragioni
diverse, alle principali scelte italiane degli anni precedenti). Per sette anni, tranne leccezione del ministero
Fanfani tra il luglio 1958 e il gennaio 1959, il sistema politico italiano fu contraddistinto da una scomoda
coabitazione fra un governo fedele alla politica estera di de gasperi e un presidente della repubblica deciso
ad allentarne i legami (perché aveva capito che scelte internazionali condizionavano la possibilità per litalia
di andare a sx e pensava che il paese avrebbe avuto maggiore autonomia se lo sviluppo dei rapporti est-
ovest glielo avesse consentito; e perché la costituzione gli dava maggiori poteri di intervento in politicaestera che interna).
Le conferenze di Ginevra del 1955 preoccupavano litalia perché ne era esclusa. Gronchi si fece spazioin
quei primi segni di coesistenza pacifica e nel nazionalismo umiliato: intervista al Christian Science Monitor
in cui suggeriva maggiore flessibilità verso la Cina comunista e il problema tedesco (intendeva la loro
unione in un governo confederale e la loro neutralizzazione per ventanni), parlandone anche con
lambasciatore sovietico, Bogomolov, una proposta che venne fatta alle spalle del governo 26 febbraio
1956: al Quirinale Segni (succeduto a Scelba nel luglio 1955), vicepresidente Saragat, Martino. Questi
accusò Gronchi di aver ingannato il governo e gli chiese di promettere che a Washington non avrebbe
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detto nulla che fosse in contrasto con la politica governativa. Non potendo proporre la soppressione della
Nato, negli USA Gronchi provò a smilitarizzarla facendo leva sullart. 2 che parlava delle finalità
economiche e culturali dellAlleanza diede luogo a sorta di movimento neoatlantico. Ma in realtà la sua
diplomazia dette scarsi risultati,creando sospetti e diffidenze negli USA che in egli vedevano il rischio di
unapertura a sinistra e unItalia socio inaffidabile e insicuro. Nuovo tentativo Gronchi nel 1956: dopo Suez.
Se Uk e Francia si erano macchiate di nuovo di colonialismo, lItalia ormai libera da retaggi coliniali, avrebbe
potuto sfruttare i loro insuccessi e presentarsi nel Mediterraneo come il migliore amico delle nazioni
emergenti. Agli usa, che avevano fatto cadere a picco i l progetto anglo-francese, lidea non sarebbe
dispiaciuta, pensò pacifismo atlantico + nazionalismo mediterraneo (simile a quello che vi era durante la
guerra in libia, ma con accenti sullinnocenza coloniale del paese e non sullitalia proletaria). Una simile
politica, ma economica, era portata avanti da Enrico Mattei (firma a Teheran nel settembre 1957, che dava
a iraniani 75% benefici. Pella di nuovo min est sotto governo Zoli). Si sperava che con tali politiche litalia
sarebbe stata più libera di determinare la propria politica interna,conservando i propri valori, originalità,
tradizioni,senza essere travolta dai modelli politici e culturali delloccidente essendo lultima delle potenze
continentali, ma la prima fra le nazioni del mediterraneo (Gronchi, Mattei, La Pira). Addirittura Gronchi ne
parlò con Nixon vicepresidente nel marzo 1957 a Roma e provò a mandare una lettera in tal senso a
Eisenhower, che il ministero degli esteri non mandò, perché non era accettabile che il presidente dellarepubblica facesse politica estera al di sopra del mae e del pres con. Era comunque una politica, quella di
Gronchi, ostile a larghi settori della DC, che non voleva una politica personale o un potere statale affrancato
dai partiti, tanto più se Gronchi minacciava di servirsi dei suoi poteri per promuovere lapertura a sinistra. A
Nixon propose, oltre alla collaborazione italo americana nel mediterraneo, la creazione di un gruppo di
lavoro (italia inclusa) per il problema tedesco, per trovare sbocco pacifico alla guerra fredda, con il
pacifismo che diventata uno strumento per promuovere litalia nel mondo e aprire allinterno la porta ai
socialisti.
alla presidenza del cons: Segni, zoli, fanfani, Segni. Min es. Pella dal maggio 1957 al marzo 1960 con
parentesi interim fanfani (luglio 1958-febbraio 1959). Quadro internazionale nel frattempo: morte Stalin
nel 1953, repressione moti polacchi Poznan nel giugno 1956, colloqui (andati male però) a Ginevra nel
1955, marzo 1958 urss annuncia sospensione esperimenti nucleari, a ottobre 1956 a gineria conferenza
sullinterruzione degli esperimenti, nel settembre 1959 Chruscev negli Usa si accorda con Eisenhower per
riprendere in esame il problema di Berlino (dopo il quasi ultimatum del 27 novembre 1958). Harold
Macmillan, primo ministro inglese, non volle lasciare meriti e vantaggi di diplomazia di pace a URSS e prese
in mano liniziativa dopo incontri con i maggiori leader lancia un vertice a Parigi nel dicembre del 1959
con le tre potenze occidentali e la Germania, che decisero di invitare Chruscev a un successivo vertice
sempre a Parigi. Per Gronchi e altri DC occorreva sì, favorire la distensione, ma anche cogliere loccasione
per affermare il diritto dellItalia a essere sentita e consultata (che ormai la Germania non era più solo
oggetto, ma anche protagonista dei rapporti est-ovest.). ciò convinse addirittura anche Segni e Pella, che
però non condividevano il pacifismo aggressivo di gronchi e non potevano sottrarsi daltro canto alle
pressioni che gli americani, decisi a evitare che le offensive diplomatiche URSS pregiudicassero la lorosicurezza o mettessero in discussione i loro programmi strategici di lungo respiro. Dietro le quinte della
diplomazia della pace negoziati Usa Italia per installazione da noi di missili nucleari intermedi, seguito da
minacce di rappresaglie da parte di Chruscev viaggio di Gronchi a Mosca 6-11 febbraio 1960 , un
fallimento completo, dimostrazione di quanto lURSS considerasse lopera mediatrice italiana (un errore
però, se sostenuta la diplomazia gronchiana avrebbe indebolito i rapporti fra italia e i suoi alleati, lo stesso
errore che fecero con le proposte neutraliste di Brosio tra 1947 e 1949). Due i motivi: 1) italia non poteva
essere libera di agire indipendentemente dagli USA; 2) lasciamo al PCI il monopolio delle iniziative di pace.
atteggiamento diverso durante il viaggio a Mosca di Fanfani (agosto 1961). Ma nel frattempo: 1° maggio
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1960, Urss abbatte aereo spia americano, Chuscev abbandona vertice di Parigi, vengono interrotti
negoziati di ginevra sul disarmo e blocco di berlino + Urss minacciò di firmare un trattato di pace separato
con la RDT e di mettere fine in tal modo alla responsabilità quadripartita per Berlino. Alla fine muro di
berlino 13 agossto 1961. Poteva sembrare una minaccia, invece fu un avvenimento rassicurante perché i
sovietici avevano rinunciato a mettere in atto le loro minacce di opporsi ai tentativi occidentali di accedere
allex capitale tedesca. Si accontentavano della Germania orientale. Era una confessione dimpotenza.
Infatti il 7 novembre 1961 Chruscev dichiarò di essere disposto a rinviare la soluzione del problema di
Berlino. Fanfani invece non capì il gesto e pensò che la situazione fosse peggiorata.
Fanfani, ministro degli interni nel 1953, primo tentativo di governo nel 1954, segretario DC 1954-1958,
esponente dellala avanzata e progressista DC, partigiano dellapertura a sinistra. Forte disposizione alla
diplomazia personale, grande diffidenza per funzionari. Secondo governo Fanfani il 2 luglio 1958 con
partecipazione socialdemocratici. due settimane dopo colpo di Stato a Baghdad, rovesciata la monarchia.
Per evitare che URSS approfittasse del varco nella regione, USA sbarcarono su coste libanesi.
maggio 1958: torna De Gaulle al potere in Francia. Svolta alla politica estera francese. Incontra Adenauer,
accelera i programmi per la costruzione della prima bomba atomica francese, propone che al vertice
dellAlleanza Atlantica si costituisse un direttorio tripartito Usa, UK, francia. Non intendeva accettare le
gerarchi emerse dal conflitto e i rapporti di forza fissati a Yalta (dove non era stato invitato). Voleva favorirelunità dellEuropa, ma in forme che non diminuissero la sovranità e non pregiudicassero le ambizioni extra-
europee dello Stato francese. Avvicinarsi alla germania per legarla alla francia, porsi su un piano di parità
con potenze vincitrici e farsi amico e protettore degli stati emergenti. disegno ovviamente ostile a Italia e
in particolare a Fanfani, che si sentì sfidato. A luglio 1958 andò a Washington, dove fece professioni di
fedele atlantismo, ma anche promotore di un grande piano per lassistenza economica ai paesi del Medio
Oriente, onere su Usa e Italia defensor dei paesi arabi. Binario di doppia amicizia: con Usa (fa installare
rampe per missili di media gittata) e con paesi arabi (politica petrolifera di Mattei) conciliando massimo di
fedeltà con massimo di indipendenza. Politica ovviamente ostile a Francia, ma Fanfani cadde alla fine di
gennaio 1959 e si dimise anche da segreteria DC. Quando diventò Presidente del Consiglio, a fine luglio
1960, diede il Ministero degli Esteri a Segni. Ma la sua politica estera, pur più prudente stilisticamente, non
cambiò: voleva ruolo di onesto sensale tra est e ovest, procuratore nei paesi arabi delloccidente a cui era
fedele, accrescendo la statura internazionale del paese e migliorando le condizioni per lapertura a sinistra
che voleva realizzare in Italia. Non ebbe alcun successo. Mondo troppo grande perlitalia.
Eletto Kennedy nel novembre 1960, preoccupato della scissione gollista, si fece promotore di una
partnership euro-americana proponendo la creazione di una forza navale composta da equipaggi
multinazionali e dotata di armi nucleari, un piano formalmente paritario, sostanzialmente gerarchico (il
comando lo avrebbero avuto per sempre gli USA. De Gaulle lo capì e rifiutò. Quando capì che la forza
multilaterale non sarebbe mai nata Kennedy adottò una strategia di ripiego: se non poteva riassorbire lo
scisma gollista doveva almeno evitare che la Germania e lintera Europa continentale cadessero sotto
linfluenza del generale, ciò che era possibile solo diluendo la comunità europea e persuase linghilterra a
farne parte. Fanfani appoggiò Usa-Uk per timore del consolidamento dellasse franco-tedesco e dellaperdita di influenza italiana (e forse, per ottenere lapertura a sx) Nato per anni ostacolo a ingresso
socialisti in governo, che però a inizio 60 videro più pericoli in De Gaulle. Nenni allora pubblicò nel gennaio
1962 articolo in Foreign Affairs, dove spiegò che socialisti non volevano ritiro da Nato per non essere
accusati di demagogia e per non turbare lequilibrio europeo che, pur instabile, contribuiva al
mantenimento della tregua tra i due blocchi. Ottobre 1962, crisi cuba. Ritiro dei missili jupiter messi dopo
accordo 1959 con Pella da italia: certamente un segnale di distensione, ma anche dimostrazione che lItalia
poteva essere guarnita e sguarnita nellambito di una politica militare decisa a Washington: ambiguo, gli
stessi avvenimenti che ffavorivano una maggiore autonomia del sistema politico italiano confermavano al
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tempo stesso quanto fosse limitata, nellambito dei rapporti Est-Ovest, la sovranità militare del paese.
Chruscev sostituisce Bulganin come primo ministro nel marzo del 1958 (egli aveva sostituito Malenkov nel
febbraio 1955). Il Cardinale Roncalli diventa Papa Giovanni XXIII nellottobre 1958. Kennedy presidente
nel novembre 1960. Incontro Kennedy-Chruscev a vienna il 3-4 giugno 1961. Ottobre 1962 Concilio
Vaticano II. Altri avvenimenti (cuba risolta, pacem in terris, ecc.) diedero percezione distorta per op.
pubblica che vide in essi segni di dialogo (nel luglio 1949 Pio XII -> decreto del SantOffizio, scomunicato il
comunismo). Ma questo non era dovuto tanto a loro, quanto a un più realistico apprezzamento degli
equilibri internazionali, erano terminati gli anni in cui ciascuno dei due blocchi aveva sperato nel collasso
dellaltro. Ogni crisi in quegli anni invece di avvicinare il conflitto aveva reso più stabile la situazione
europea! Occorreva prepararsi ad avere con il nemico un rapporto di lunga convivenza. Italia trae
vantaggi da questa distensione economica. Cerano già stati nei decenni precedenti tentativi di intrattenere
rapporti economici con URSS: Mattei (Eni acquista petrolio sovietico, novembre 1957), Vittorio Valletta
(fabbrica produzione FIAT in URSS, 1966), ma certamente quelli di Mattei erano stati raggiunti con
complicità dellala progressista DC, mentre quelli di Valletta beneficiarono di un clima generale di
distensione che permise questi accordi senza mettere in dubbio fedeltà atlantica italiana, tantè che ebbe
bisogno di capitale, tecnologia e permesso da parte degli USA. Nonostante le illusioni sullo svuotamento
che lURSS avrebbe subito con limportazione di liberalismo e capitalismo attraverso la distensioneeconomica, la presenza a Washington di uomo che voleva dialogare con URSS e a Roma di un Papa dotato
di buon senso, facilitarono finalmente lapertura a sinistra, avvenuta con il governo formato da Aldo Moro
nel dicembre 1963, partecipato dai socialisti. Era sì un successo internazionale (perché primo governo
preparato da attenta attività diplomatica) ma anche la dimostrazione che la politica estera faceva litalia
più di quanto litalia non facesse la politica estera. 1^ volta dopo anni armistizio che dovemmo attendere
placet alleati per costituire il ministero. Ministro degli Esteri fu Saragat, leader dei social-democratici,
fedele atlantista fin dal 1949. Il 14 gennaio 1963 De Gaulle aveva annunciato il veto allingresso Uk in CEE,
La Malfa propose asse italo-inglesedopolaccordo de gaulle adenauer del 22 gennaio. Inizio del 1964
viaggio Moro e Saragat a Londra. Non poté certo modificare la posizione della Francia, ma dimostrò che
per litalia lintegrazione europea andava fatta con linghilterra, cioè col paese che garantiva lamicizia con
gli USA, che infatti ci diedero infatti un prestito di un miliardo di dollari a fine febbraio 1964 (che si
aggiungeva a un altro prestito allitalia del fmi, 225 milioni.
ottobre 1963: Adenauer Ludwig Ehrard, più anglofilo. Chruscev estromesso dal potere il 15 ottobre 1964
Breznev al PCUS e Kosygin al governo, ma distensione continuò. Stesso giorno laburisti vincono in UK
(governoWilson). Due settimane dopo Lyndon Johnson confermato Presidente. Scenario internazionale
favorevole al centro sx italiano, ma possibilità di scontro in Mediterraneo e Medio Oriente. Lì, dopo Patto di
Badgad promosso da UK nel 1955 (turchia, iraq, pakistan, iran, uk), gli americani avevano assunto leredità
dellimpero britannico per evitare che, dopo il fallimento di Suez, lo spazio lasciato libero da francia e uk
venisse occupato da URSS 5 gennaio 1957 Dottrina Eisenhower: Presidente chiede al congresso di essere
autorizzato a usare le forze armate degli USA in caso di aggressione sovietica nel Medio Oriente (replica
sovietica e cinese il 18 gennaio, guerra fredda che si apre in Medio Oriente). Giugno 1957 Usa aderiscono
al patto di Baghdad. Spedizione marines in Libano dopo il colpo di stato dei militari nazionalisti in Iraq. Usa
che con fatica provavano a ricomporre in continuazione lo schieramento favorevole alloccidente, compito
gravato dalla presenza del nazionalismo arabo (che cercava protezione a Mosca) e del conflitto arabo-
palestinese, il che fece vedere Israele come il miglior alleato possibile per USA nella regione. Guerra dei sei
giorni 1967. Nasser che annuncia dimissioni, egiziani che lo convincono a rimanere per resistere contro
limperialismo americano. duro scontro allONU USA URSS. Francia però fu filoaraba e centro sx in
modo imbarazzante equidistante. Nonostante Israele avesse reagito a minaccia e i socialisti al governo, op.
pubblica non fu filoisraeliana come nel 1956. Paolo VI, 28 marzo 1967, populorum progressio denuncia
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misfatti colonialismo. Agosto 1964 risoluzione del golfo del tonchino da congress USA, autorizzò Johnson a
usare forze armate in Vietnam. Aprile 1967: colpo di stato dei colonnelli in Grecia. Tanti episodi che
favorirono comunisti e indebolirono le posizioni imperialiste americane. In Italia nuova corrente
antiatlantica e antiamericana. Anche la Chiesa, dovendo scegliere, sosteneva arabi rispetto a ebrei,
convinzione acuita dalla conquista israeliana di Gerusalemme. Il fronte proarabo fu ingrossato anche dal
fattore degli interessi economici. Socialisti soggetti a opposte sollecitazioni: in passato filoisraeliani, da
allora (ma non prima di aver rischiato di creare crisi di governo) più sensibili a causa palestinese. (tra laltro
lo stesso Presidente della repubblica Saragat si espresse a favore di Israele, attirandosi critiche di
interferenza nella politica estera del governo). Moro allOnu equidistante. Fanfani, tornato Ministro degli
Esteri dal febbraio 1966 ancora più filoarabo nelloccasione, perché si evitasse che arabi cercassero
protezione a Mosca. Argomento serio e vero, ma che nascondeva linteresse italiano a fare da protagonista
nel Mediterraneo, mostrando ad arabi tutto il nostro anticolonialismo, altro che la Francia. Ma dovette
scontrarsi con le posizioni opposte allinterno del governo. Italia danneggiata dalle due opposte tendenze,
fu Moro a dover cercare di soddisfare entrambi professando litalia equidistante, senza però in realtà
accontentare nessuno. Col passare del tempo infine litalia avrebbe parteggiato sempre più per gli arabi.
Prima ancora Fanfani era stato Ministro degli esteri dal 5 marzo al dicembre 1965. Parentesi fra dicembre
efebbraio 1966 dovuta alla guerra del Vietnam. Nella guerra del Vietnam Giorgio La Pira, due volte sindacodi firenze e ideatore deglli incontri mediterranei e dellopera di conciliazione fra i popoli del libro vide
una nuova occasione per il suo militante pacifismo cristiano (ostile anche a imperialismo americano) e nel
dicembre del 1965 intervista in cui criticò americani, Moro, socialisti e il Papa, da criticare, altro che De
Gaulle e fanfani. Questi si dovette dimettere perché l intervista era stata organizzata da sua moglie
peraltro in casa sua. Tornò appunto nel febbraio 1966, con il terzo governo Moro, fino al maggio 1968.
Coabitazione in senso analogo, ma di segno opposto, a quella della presidenza Gronchi. Atlantismo di
Saragat e aperturismo di Fanfani, che voleva rapporto meno stringete con Usa per essere più libero nel
mediterraneo aprile 1967: Ambasciatore italiano in Usa Fenoaltea si dimette per protestare contro
dichiarazioni di Fanfani sui bombardamenti americani in Vietnam. Ma la sua mossa non fece in modo che la
politica estera italiana si schierasse apertamente sulle posizioni di saragat, perché essa scaturiva dalle
ambiguità del centro sx, a cui nessuno voleva rinunciare in quel momento. Settembre 1967: Saragat e
Fanfani insieme negli USA e problemi, almeno in apparenza, risolti.
Intanto in Europa: crisi della sedia vuotaa tra il giugno 1965 e il gennaio 1966. Pur avendo ragione sullUK
cavallo di troia americano nella CEE, De Gaulle non fece nulla per dare ad altri paesi della comunità la
sensazione che la Francia era pronta a sacrificare la propria sovranità per una sovranità più grande europea.
Questo fu proprio il caso della sedia vuota. Per opporsi allegemonia americana De Gaulle proponeva
unegemonia francese che però, sul piano della sicurezza, non dava alcuna garanzia. Gli altri paesi, come
litalia, daltro canto seguivano anchessi politica contraddittoria: premevano per ingresso UK in CEE, ciò
avrebbe ridimensionato Francia e rinsaldato amicizia con Usa (primo obiettivo),ma certamente rallentato
lintegrazione europea (che invece era laltro obiettivo).
elezioni maggio 1968, DC ottima, ma partiti socialisti spaccati presero meno che uniti. Recriminazioni,accuse, clima sociale rovente (anche per emigrazione sud nord e proteste universitarie), pessima immagine
data del paese allestero fallimento del centro sinistra e inizio di un nuovo declino.
Il declino di una media potenza
Movimenti diversi e simili del 196 in tutta Europa (con toni marxisti in europa occidentale, con toni
liberal-democratici a Praga!), seguite da un ritorno allordine: in Germania maggio 1968 legge sulluso
delle forze armate, insieme alla polizia, in caso di insurrezione. Fine giugno 1968 forze golliste larga
maggioranza in Francia. Agosto movimento di Dubcek stroncato in Cecoslovacchia. Solo in italia le
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contestazioni studentesche e sindacali del 1968 tennero in scacco il governo per molti mesi.Dopo Leone,
nuovo governo di centro-sx con Rumor e Nenni ministro degli Esteri. Nixon accolto con manifestazioni
contrarie a Roma.
Mentre le società ribollivano, le diplomazie delle maggiori potenze eliminavano le cause dei dissensi che
avevano inasprito i loro rapporti. Nel maggio 1968 cominciarono a Parigi i primi negoziati di pace Usa-
Vietnam nord fra Harriman e Xuann Thuy, poi sostituiti dopo la vittoria di Nixon- da Kissinger e Le Duc
Tho, che giunsero a un accordo di pace nel gennaio 1973. Nel frattempo cera stato i l riavvicinamento Usa-
Cina, che ruppe lo schema bipolare della guerra fredda. Il mondo diventava multipolare.
Nel frattempo la RFG stava modificando atteggiamento versoURSS e RDT, superando la dottrina Hallstein,
che puntava sulla convinzione che la Germania sii sarebbe riunificata tanto più rapidamente quanto più
avesse negato con fermezza di fronte al mondo la realtà della sua divisione (ma per altri molti tedeschi tra
cui Adenauer sdegnavano qualsiasi rapporto con il regime di Ulbricht per creare una nuova e migliore
nazione nella Germania Occiidentale e temevano unofferta di riunificazione da parte dellURSS). Ma poi,
dicembre 1966 Adenauer Ludwig Ehrard Kurt Kiesinger e ministro degli esteri (poi cancelliere)Willy
Brandt. (coalizione democristiani + socialdemocratici: compromesso rinunciare allangofilia di Erhard in
favore della Francia e una politica più pragmatica e conciliante verso i paesi delleuropa orientale). America,
Francia, Ostpolitik , i nuovi tre cerchi della politica estera tedesca. Accordo diplomatico con Romania(gennaio 1967) e, dopo lascesa a cancelliere di Brandt (ottobre 1969) primi contatti ufficiali con dirigenti
Germania orientale, firma di un accordo con URSS (agosto 1970) e con Polonia, a cui dette anche
riconoscimento della frontiera tracciata da URSS dopo IIWW.
In Francia, sconfitto sul referendum istituzionale, de Gaulle dette le dimissioni e nel dicembre dello stesso
anno il suo successore , Georges Pompidou, aprì allInghilterra le porte della Comunità.
Per meriti non italiani, lEuropa era finalmente quella che il centro-sinistra aveva a lungo desiderato. Nenni
volle provare allora a spingere per i l riconoscimento della Cina popolare, mettendo in evidenza il nuovo
taglio progressista della politica estera italiana. I negoziati iniziarono a Parigi poche settimane dopo che gli
italiani ne parlarono con Nixon. Nonostante tutti gli obiettivi italiani fossero raggiunti o comunque la
situazione desse allitalia una libertà, unautonomia sempre sperata e mai ottenuta, gli anni settanta furono
quelli in cui lItalia fece una politica estera sbiadita, sollecitata da due spinte opposte: impegni atlantici e
comunitari contro il velleitarismo terza forzista e terzomondista, sorta di ricatto permanente sul governo
italiano. A ciò si assommò la persistente instabilità dei governi. In un decennio otto governi. Anni in cui la
società italiana cambiò bruscamente. Emersione di nuove forze, pci che nel 1976 prende il 34,4 % dei voti,
quasi come la DC (38,7 %) ma i due non potevano stare al governo insieme: ecco che DC di volta in volta si
spostava a sx o a dx (cioè, al massimo centrista con Andreotti) mutando quindi lorientamento della
politica nazionale. Ministri degli Esteri cinque, tutti DC: Moro da agosto 1969 a giugno 1972 (rumor rumor
colombo andreotti I), Medici da giugno 1972 a luglio 1973 (andreotti II), Moro da luglio 1973 a novembre
1974 (rumor IV e V), Rumor da novembre 1974 a luglio 1976 (Moro IV e V), Forlani da luglio 1976 ad agosto
1979 (Andreotti III, IV, V) , scelti non per dare politica estera unitaria nonostante fossero tutti DC (si
sarebbe scelto un unico ministro), ma per riequilibrare a dx o a sx il peso delle coalizioni e/o per metterebuono il leader che in quel momento non era primo ministro), insomma erano scelte di politica interna.
Rumor era più un politico interno (segretario DC quando Moro fece il suo primo governo), rimase fedele
alle grandi scelte di De Gasperi. Moro grande esperienza internazionale, ma pessimismo cristiano
secondo Romano. Medici fu colui che ammainò la bandiera italiana nella colonia somala. Forlani e Malfatti,
giovani, per quanto avevano entrambi ricoperto incarichi importanti (Min Difesa, Presidente commissione
comunità) erano più attratti da politica interna. Insomma min est che alla fine doveva 1) rassicurare alleati
su lealtà italia e 2) prendere qualche iniziativa progressista con cui DC avrebbe tenuto a bada la sx con cui
governava. Parola dordine? Evitare che la politica estera divenisse materia di contrasti interni. Ma ci furono
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comunque due avvenimenti ebbero grande incidenza sulle condizioni economiche del paese: i contrasti fra
USA ed Europa e le ripercussioni sul mercato petrolifero della guerra arabo-israeliana.
Agosto 1971: Usa sospendono convertibilità del dollaro e soprattassa del 10% sulle importazioni,
risolvendo problemi americani ma rischiando di esasperare quelli europei, ultimo segno di una lunga crisi
nelle relazioni fra lEuropa e gli Stati Uniti. Gli Usa dovevano diminuire spese militari. Lo fecero in due
modi: negoziando con URSS riduzione delle rispettive forze strategiche e addossando una parte
dellonore sugli alleati europei dellAlleanza, ma temeva sia lostpolitik di Brandt che la conferenza per
cooperazione e sicurezza in Europa (CCSE). Alle contraddizioni americane rispondevano quelle europee:
Francia (sicurezza USA + indipendenza!), UK(legame speciale con Usa + integrazione
comunitaria!),Germania (Americani in europa + ostpolitik!), Italia (protezione Usa, dialogo con Urss, Nato,
distensione, libertà di commercio con avversari!) e tutti erano più disponibili di Usa alla CCSE, che poteva
sicuramente essere proposta propagandista, ma a cui bisognava rispondere. In più, uscito di scena De
Gaulle, Usa videro con timore ingresso UK in CEE perché questa stava diventando un ostico avversario
economico proprio in un momento di crisi americano. Ecco perché, tra le altre cose, la scelta del 1971,
ripudiando quelle del 1945. Vennero accantonati dibattiti sul burden sarin (ripartizioni oneri militari) ma
iniziò anche una nuova fase: scompariva il dogma su cui era stata implicitamente fondata la politica estera
Usa degli anni precedenti: che lunità dellEuropa occidentale fosse un necessario contributo alleserciziodelle loro responsabilità nel mondo. (invece unità portò a indipendenza e europei meno docili). Inghilterra
avrebbe vigliato sul divorzio, ma ormai era poco considerata da Usa, tantè che inglesi videro con gioia
maligna gli Usa infognarsi in Vietnam. Ma luomo che mise a fuoco i potenziali contrasti e contribuì ad
accentuarli fu Henry K issinger, che per lItalia fu il peggiore degli interlocutori possibile, in quanto parlava
con crudezza e chiedeva impegni concreti, non le solite risposte italiane sulla retorica atlantica temperata
da generici auspici di distensione. Nel settembre 1974 disse chiaramente a Rumor e Moro che litalia gli
appariva come lanello più deboledellAlleanza.
Guerra dello Yom Kippur. Quando israeliani attraverso il canale di Suez entrarono in gioco le grandi
potenze. Breznev minacciò intervento sovietico in difesa dellEgitto, risposta minacciosa di Nixon e intanto
Kissinger che chiede a Israele di interrompere lavanzata. guerra del petrolio. 16 ottobre: alzati i prezzi
del petrolio. + tagli + embargo a Usa, Paesi bassi, portogallo, rhodesia, Sudafria. Prezzo rialzato ancora a
fine 1973. Pesanti passivi nelle bilance dei pagamenti di tutti i maggiori paesi industriali tranne RDF e USA.
In Italia dipendenza dal petrolio, derivati e gas era dell84,3%. Prezzi a lungo bassi: lostilità verso Israele e il
risentimento arabo per gli alleati dello Stato ebraico furono quindi loccasione, non la causa della crisi
petrolifera. Ma a lungo si parlò solo del lato politico e di come ci fossero paesi imperialisti sfruttatori, e
fosse quindi necessario instaurare un nuovo ordine economico mondiale. Ma ciò non sarebbe durato a
lungo: fronte dei produttori eterogeneo, Arabia saudita e Iran partner importanti Usa e poi tutto si può
fare con le proprie risorse fuorché usarle come arma per uccidere il proprio maggiore consumatore. Il
rincaro dei prezzi inoltre era andato a colpire anche PVS come lIndia. Ci fu allora periodo di assestamento,
che però mise alla dura prova la solidarietà occidentale. Kissinger propose creazione IEA, a cui la Francia
rifiutò di partecipare, ma la sua conferenza internazionale sullenergia fra produttori e consumatori,dellaprile 1975, fu un buco nel petrolio. muore Pompidou nel febbraio 1974, a maggio eletto Valéry
Giscard dEstaing. Ma almeno Francia, nel rischio di perdere rapporti privilegiati col mondo arabo, rafforzò
propria indipendenza con centrali nucleari. LItalia non ebbe né la forza politica di opporsi al piano di
Kissinger, né lautorità necessaria per imporre un programma nucleare a una società politica in cui i partiti
popolari compresi settori della stessa DC gareggiavano nel competere la nuova sinistra (radicale,
liberale, ecologica). Ci fu il piano energetico nazionale del quarto governo Moro, ma venne affossato dal
referendum del 1987. Insomma, eravamo costretti a militare nel campo di Kissinger (fosse solo perché ci
serviva il sostegno americano per la r ipresa economica) ma temevamo più di tutti le rappresaglie dei
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produttori, e sx sosteneva arabi. Diminuimmo allora importazioni arabi grazie a più metano (Paesi Bassi,
Algeria) e a redistribuzione del fabbisogno petrolifero in più paesi (URSS, Libia di Gheddafi). Della Libia
fummo il partner occidentale più condiscendente e paziente. La politica estera italiana era ormai
schiacciata fra due fattori contraddittori: da un lato lo sviluppo economico che aveva fatto dellItalia uno
dei maggiori consumatori denergia del mondo, dallaltro la turbolenza della società italiana e la fragilità
dellesecutivo; paradossalmente la prosperità invece di rafforzare il nostro status ci aveva esposto a un
doppio ricatto: dei produttori di energia e dei propri ambienti economici che rivolgevano le loro
esportazioni dove andavamo a comprare energia (quindi dove andavamo a lasciare i nostri soldi).
Mediterraneo. Sui rapporti con Libia ebbe grande influenza il concetto secondo cui lItalia avrebbe più
facilmente assunto una posizione preminente nel mediterraneo quanto più avesse dato prova di
comprensione e simppatia per i paesi di recente indipendenza. Aldo Moro fu in quegli anni il maggior
esponente delle tendenze proarabe della politica estera italiana. Avanzò proposta di conferenza
cooperazione e sicurezza nel mediterraneo (inattuabile, si sarebbe trasformata in pubblico processo a
Israele), che desse prestigio al paese con iniziativa di pace che, tra laltro, permettesse anche di non
prendere partito su molte crisi regionali. Di nuovo tema della pace come bene rifugio. Comunque alcune
mosse anti-israeliane: rapporti con lOLP, Pertini che riceve Arafat nel settembre del 1982. Una diplomazia
pro araba e pro-palestinese che, tra gli imbarazzi, piaceva alla sinistra, ai nazional-populisti, agli uominidaffare e alla santa sede.
dialogo Est-Ovest. Per dieci anni dopo linizio della guerra fredda i sovietici avevano provato a smilitarizzare
leuropa centrale, a neutralizzare la Germania occidentale per poi provare a controllarla in qualche modo.
Ma quando compresero che gli USA si sarebbero sempre opposti iniziarono a lanciare la proposta di una
grande conferenza europea per la pace e la stabilità del continente. Ove pace significava equilibri politici
e territoriali in Europa emersi dalla guerra. Inoltre erano spinti alla conferenza dalla convinzione che lo
stallo nucleare e lequilibrio dei blocchi avessero congelato i rapporti di forza in Europa e che lUrss
dovesse puntare su Africa e America centrale. La prima risposta degli Usa, che temevano fosse unoffensiva
per indebolire la solidarietà atlantica, fu negativa. Kissinger, che preferiva una diplomazia bilaterale a una
conferenza multilaterale, si risolse ad accettare la proposta quando comprese che il rifiuto avrebbe irritato
gli alleati europei e avrebbe scompaginato lalleanza più di quanto i sovietici non sarebbero riusciti a fare
con la loro diplomazia. Da allora gli americani si dedicarono ad allargare il concetto di sicurezza e
cooperazione sino a includervi altri elementi come i diritti delluomo, la libertà di movimento e
dinformazione, lo sviluppo di contatti economici Atto finale a Helsinki, 1° agosto 1975. LAmerica
accettò di avallare le conquiste sovietiche, territoriali e ideologiche nellEuropa centro-orientale, ma si
riservò il diritto di richiamare senza tregua sovietici al rispetto degli impegni che essi avevano assunto sui
diritti umani.
novembre 1976 Carter Presidente Usa. Meno realpolitiker ma tenace, ostinato in materia di diritti umani.
Ciò spinse anche paesi europei a criticare e pungolare il regime sovietico con ripetuti interventi diplomatici
a favore dei dissidenti. Così non fece lItalia: perché nel 1976 il PCI entrò nellarea di governo. PCI si stava
distaccando gradualmente da Mosca: 1964 memoriale Yalta togliatti,opposizione nel 1968 di convocareuna conferenza partiti comunisti per pubblico processo a eresie del partito comunista cinese. Proposta,
dopo il colpo di Stato contro Allende in Cile, di un compromesso storico da parte di Berlinguer alla DC.
Il fallimento dellesperimento cileno avevano convinto Berlinguer che i comunisti non sarebbero mai andati
al potere in un paese dellAlleanza Atlantica se non nellambito di un accordo con il maggiore partito
democratico e borghese. Ma i comunisti, a differenza dei socialisti, erano costretti a fare i conti con la
propria ideologia per non restare in una sorta di limbo ideologico tentativo di creare con i comunisti
francesi e spagnoli una variante occidentale del comunismo europeo (eurocomunismo), che fallì, e più
tardi tentativo di accreditare PCI come alleato naturale delle forze più progressiste in Europa (Spd tedesca,
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labour, ecc.) pur preservando un legame affettivo con la patria del socialismo.
Il compromesso storico era ovviamente unipotesi avversata dagli USA. Berlinguer, imitando Nenni, in
unintervista al corriere della sera del 15 giugno 1976 riconobbe lutilità della nato e si spinse fino a
dichiarare che la costruzione del socialismo sarebbe stata più facile sul versante occidentale che sul
versante orientale del sipario di ferro. Un anno dopo affermò che si era esaurita la spinta propulsiva
della rivoluzione dottobre. Ma gli americani non furono tranquillizzati: PCI era per loro sempre una quinta
colonna dellURSS nel gennaio 1978, in risposta alla richiesta comunista del loro ingresso nel governo,
veto implicito nella dichiarazione Richard Gardner (ambasciatore USA a Roma) e Dipartimento Stato Usa. Il
veto venne accettato con remissiva naturalezza dalla classe dirigente italiana, che si piegò a unesplicita
imposizione straniera basti pensare che i comunisti francesi parteciparono al governo dopo che
Mitterand venne eletto Presidente della Repubblica. Ma i francesi potevano contrapporre ai timori e
sospetti degli alleati la forza dellesecutivo, lefficacia dellamministrazione, la qualità dellimpegno militare,
lorgoglio nazionale, assenti in italia. La collaborazione con i comunisti comunque lasciò un segno:
dichiarazione del 1977 di sei partiti: Dc, socialisti, socialdemocratici,liberali, repubblicani, comunisti:
vennero ribadite le scelte della politica estera italiana: integrazione europea, solidarietà atlantica. In sé
niente di trascendentale, ma una svolta: con la seconda metà degli anni 70 la politica estera non fu più
unesclusiva espressione dei tradizionali partiti di governo, ma rispecchiò gli interessi e le valutazioni di unapiù vasta maggioranza, finalmente una politica estera bipartisan. Però per PCI Nato non era risposta
delloccidente alla minaccia dellURSS, ma un pezzo indispensabile degli equilibri politici internazionali.
Necessario accettarla per evitare instabilità e isolamento. Il PCI insomma accettò la Nato per diventare il
custode e il garante della sua impotenza. Ciò però influenzò le tendenze della sinistra (cattolici, socialisti)
che avevano aderito allalleanza con forti riserve mentali. Di fatto accadde che larea di governo fu teatro
di una sequenza di ricatti a catena. politica estera che, per ottenere più consensi possibili, divenne ancora
più consensuale e quindi meno affidabile. Questo non fu corretto, se non i parte, dalla fine dei governi di
solidarietà nazionale. Cessava lappoggio dei comunisti al governo ma non la prassi consociativa che si era
instaurata (e che avevano portato anche a una piccola rivoluzione costituzionale che rendeva necessario, in
molti casi, apporto opposizione), che rimase anche durante scelte,come lo spiegamento dei missili Cruise in
Sicilia, che non ci sarebbero mai potute essere con i comunisti al governo.
Malta, 1972, il premier laburista Dom Mintoff fa un accordo con Gheddafi che gli propone assistenza
economica a condizione che dalle basi inglesi dellisola non partissero rifornimenti per Israele. Inglesi non
contatti, intervengono italiani nel negoziato. Italia nel 1980 garantisce la neutralità dellisola, ma MIntoff
alle sue spalle continua a trattare con Gheddafi e URSS.
Accordi di Osimo del 1975. Ratificavano intese del memorandum di Londra del 1954. Italia che ottenne solo
il diritto di preservare con qualche iniziativa culturale le memorie e le tradizioni della comunità italiane ma,
soprattutto, gli accordi fecero dellItalia il partner anziano della nuova amicizia italo-jugoslava e partner
secondo solo alla Germania. Ovviamente con la morte di Tito e la disgregazione della Jugoslavia sarebbe
tutto cambiato.
Rambouillet dicembre 1975. Idea di un incontro al vertice delle maggiori potenzze industriali è di GiscardDEstaing., che era più preoccupato dagli aspetti monetari della crisi, ma al vertice si parlò di tutti i grandi
problemi delleconomia internazionale e venne abbozzata la linea di una strategia comune, con molteplici
obiettivi spesso configgenti tra essi: lotta alla disoccupazione, liberi scambi, sviluppi dei rapporti
commerciali con i paesi del blocco sovietico, assistenza ai PVS, collaborazione con i paesi produttori per la
soluzione del problema dellenergia, stabilità monetaria. Facevano parte del club economico Usa, Francia,
Gran Bretagna, Giappone e Germania (ormai potenze economiche) e lItalia, anche se essa non rientrava
nei piani di Giscard, per la mancanza di un nostro governo stabile, saldo, in grado di orientare fermamente
leconomia furono proprio questi elementi a far preoccupare gli Usa e far sì che ci facessero invitare:
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lesclusione avrebbe colpito a morte il governo DC e favorito i comunisti. Ancora una volta fu la nostra
intrinseca debolezza ad aiutarci. Ma invitata lItalia venne chiamato anche il Canada, come a sottolineare
che cerano dei partner maggiori e quelli minori (tantè che ogni riunione preceduta da una a 5).
cade Andreotti nellagosto 1979, sale Cossiga.Nel 1976 i sovietici avevano iniziato a dispiegare gli SS20, con
testata multipla, media gittata dimostrazione della considerazione per la nuova distensione e spada di
damocle su europa occidentale. Paura del decoupling: si temeva che i missili avrebbero disgiunto (decuple)
gli alleati europei pregiudicando la coesione atlantica. Al larme lanciato nellautunno del 1977 da Helmut
Schmidt: per neutralizzare leffetto politico delle nuove armi sovietiche era necessario stanziare nei paesi
europei della Nato missili di pari potenza e gittata e che gli americani si rimpegnassero nella difesa
dellEuropa. Gruppo dei 4 (Usa, Uk, Ger, Fra) ne discusse a Guadalupa nel gennaio 1979. Italia ovviamente
esclusa da questo club politico militare (governi instabili, comunisti che influenzavano il governo, modestia
del suo impegno militare). Ma un ruolo lo avemmo: nel dicembre 1979 ci facemmo avanti per far installare
i missili da noi., decisione presa grazie alla fine dei governi di solidarietà nazionale e dalla presenza di
Cossiga, vicino ad ambienti militari, alla presidenza del consiglio. La nostra decisione levò un peso a
Schmidt. doppia decisione del consiglio atlantico: spiegamento missili Cruise e Pershing in cinque paesi
dellalleanza a partire dal 1983, ma allo stesso tempo gli americani avrebbero negoziato con URSS per
azzerare presenza missili intermedi da una parte e dallaltra. Fu un varco in cui tutti i movimenti pacifisti eantinucleari occidentali si inserirono. Un movimento pacifista molto visibile in paesi con spiccata identità
nazionale e con le tradizioni protestanti che favorivano la partecipazione del clero ai movimenti della
società civile maggior successo in germania, Olanda, UK che in Belgio o Italia. La battaglia per lo
spiegamento dei missili in italia fu combattuta in parlamento, non nelle piazze. Nel 1983 con Craxi
Presidente (da agosto), Andreotti agli Esteri e Spadolini alla difesa, nessuno rimise in discussione la scelta
del governo Cossiga. Lo spiegamento però, che stava per iniziare nel dicembre 1983, non fu mai portato a
termine. Dal dicembre 1983 al dicembre 1987 USA e URSS firmarono a Washington un accordo per la
completa eliminazione dei missili intermedi dal teatro europeo.
Intanto si stavano rovesciando le situazioni a cui era più rivolta la politica estera italiana: a nord il pericolo
era più immaginario che reale, a sud la situazione stava diventando sempre più pericolosa e inafferrabile
guerra civile in Libano, e rivoluzione iraniana nellautunno 1978 (dove il processo di modernizzazione era
stato troppo irruento per non creare corruzione, repressione, alienazione). Il clero sciita era pronto ad
approfittarne per rovesciare il suo nemico, lo Scià, e ciò successe quando i l clero e layatollah Khomeini
(costretto a lasciare il paese nel 1964) presero la guida della protesta popolare. Fu la modernizzazione
fallita, non il fondamentalismo islamico, la causa principale della rivoluzione iraniana, ma le involontarie
colpe del capitalismo occidentale rimisero in gioco quelle forze della tradizione che i modernizzatori
avevano temporaneamente sconfitto rivoluzione che diventa islamica e suo nemico loccidente. Per Italia
fu una disgrazia economica e politica. Gestire questa situazione era complicatissimo, e litalia ne uscì
mediocremente, ma con lalibi del coordinamento delle politiche estere dei membri della CEE, nobile
maschera con cui vennero nascosti i tentennamenti dei vari paesi. rivoluzione ebbe conseguenze che
sconvolsero equilibri politici dellintera regione: per america perdita di un alleato, per urss un virus chepoteva contagiare le repubbliche sovietiche dellAsia centrale invasione sovietica in Afghanistan nel
dicembre 1979. Gli Usa iniziarono a creare una forza di pronto intervento capace di attraversare
velocemente lAtlantico per difendere il golfo e le vie del petrolio da eventuali influenze sovietiche. Per far
ciò cera bisogno dellappoggio logistico degli alleati, unestensione fuori area degli obiettivi e dei compiti
della Nato. Venne creato il Central Command per difendere lEuropa e lAmerica ovunque fossero
minacciate. In Libano la rivoluzione rafforzò le forze integraliste e il controllo del meridione da parte
dellOLP, da cui partivano bombardamenti su Israele spedizione punitiva di Israele in Libano.
Iraq attaccò lIran nel settembre 1980, contando sullappoggio (esplicito o tacito) di Arabia Saudia, emirati
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del golfo, URSS, Usa e alcuni paesi europei, ostilial regime khomeinista. 8 anni di guerra e convinzione in
Saddamdi poter aspirare allegemonia del Golf e di riscuotere il Kuwait (agosto 1990), cosa certamente
ostile al desiderio USA di evitare che qualcuno che non fosse lAmerica controllasse la via del petrolio.
Libano, spedizione Usa per separare contendenti (1982-1984), 1984 paesi europei nel mar rosso per
ripulire le acque dalle mine. 1986, dopo incidenti aerei nel golfo della Sirte Usa bombardano Libia e
provano a uccidere Gheddafi. 1987 navi occidentali nel golfo persico per proteggere trasporti marittimi e
petroliferi dalla marina iraniana e 1990 spedizione per reagire a occupazione Iraq del Kuwait nel 1990.
Andreotti, ministro degli esteri durante operazioni del dolgo nel 1987 e pres cons durante la guerra del
Kuwait non nascose che avrebbe preferito astenersi dal conflitto, cercando sempre di sminuire ragioni del
contrasto e di assumere posizioni equidistanti. Stessa reazione imperturbabile anche nel 1986 quando
Gheddafi lancia due missili a base americana di Lampedusa. Ma non si poteva più giocare al ruolo dellitalia
protettrice dei paesi del mediterraneo/medio oriente dopo il declino della nostra potenza e limportanza
che aveva ormai la regione! E Andreotti non era neanche nazionalista solo pensava che una diplomazia
morbida(che evitasse lo scontro frontale fra nazionalismo arabo e democrazie capitaliste) avrebbe difeso
meglio gli interessi del cattolicesimo e della chiesa nella regione. Questa strategia che preferiva il ritardo
dello scontro alla soluzione delle varie crisi non si può neanche definire diplomazia, perché escludeva a
priori il ricorso allultima ratio regum, lo strumento militare insomma, che tra laltro si mostrò debole,mediocre, una dimostrazione che avrebbe portato finalmente, alla guerra del golfo, a considerare il
problema delle proprie forze armate alla luce delle vicende in cui rischiavano di essere coinvolte (ovverosia
crisi sul fianco meridionale, non necessariamente appoggiate dalla Nato).
Negli anni settanta, la CEE divenne un organismo sempre più intergovernativo. Uniche novità: elezione
diretta del Parlamento Europeo nel 1979 e, nel marzo dello stesso anno, creazione dello SME (con cui si
fissavano i limiti di fluttuazione fra le singole monete dei paesi comunitari). Uk ne rimase fuori. LItalia ne
aderì nel dicembre 1978 con un governo sprovvisto di maggioranza e in un momento di confusione
(arrestato Paolo Baffi governatore Banca centrale, morte La Malfa, ecc.). Il governo andreotti decise di
aderire al SME, ma più che altro perché nessun partito politico era disposto ad assumere, in materia di
integrazione europea, il ruolo dellopposizione. Faceva paura staccarsi dal traino dellunità europea e
percorrere una non ben precisa rotta solitaria. Decisione presa senza dibattito e contro il parere della banca
centrale. Il grande consenso europeo della politica estera italiana era un altro volto della sua fragilità. Certo
cerano contributi solitari come quello di Altiero Spinellli. Costituzione nel luglio 1980 del Club del
Coccodrillo, ove cominciò a elaborare con altri deputati a un progetto di Unione Europea, nei suoi intenti
completa e perfetta, realmente federale, priva di costruzioni parziali come la comunità, la cooperazione
politica e il sistema monetario unione con un capo dello Stato (il Consiglio europeo) composto da capi di
Stato e di governo dei paesi membri; un potere legislativo, dato dalla dialettica complementare del
consiglio dellUnione (designato dai governi) e del parlamento (eletto dai popoli), un potere esecutivo (la
commissione), uno giudiziario, la Corte di giustizia. Il primo parlamento europeo, grazie allazione di
Spinelli, costituì una commissione istituzionale di cui divenne relatore e approvò il suo grande progetto.
Questo venne approvato parzialmente nellAtto Unico Europeo, del dicembre 1985: mercato unico entro il1° gennaio 1993, unione monetaria, politica regionale, ecologia, politica sociale, ricerca scientifica. Pochi in
Italia si accorsero che lAtto Unico avrebbe profondamente alterato lo status internazionale del paese,
perché rifletteva il nuovo equilibrio europeo, frutto di convergenze franco-tedesche (unEuropa meno
egualitaria) e perché avrebbe modificato le relazioni tra politica estera e politica interna. Con lAtto unico
apparvero sullorizzonte politico italiano alcune novità che avrebbero oscurato, prima o dopo, le classiche
distinzioni fra politica estera e politica interna. La creazione di un grande mercato europeo avrebbe
costretto litalia a modificare leggi, regolamenti, rinunciare alle barriere, ecc.. Lunione economica avrebbe
fatto conformare politica fiscale e monetaria a quella di francia e germania insomma, la politica interna
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italiana sarebbe divenuta progressivamente soggetta agli imperativi e alle censure della politica
comunitaria. Ma ciò sarebbe avvenuto negli anni 90.
Gorbacev al PCUS nel marzo 1985. Nei primi anni di perestrojka italia fu paese occidentale a dare maggior
credito allesperimento riformatore del leader sovietico. Questo perché Gorbacev prometteva una nuova
era di distensione, e ciò avrebbe potuto significare niente più decisioni sofferte o sgradite per la dirigenza
italiana, più autonoma e con meno rapporti conflittuali da dover soppesare allinterno del paese. Piacque
anche al mondo cattolico italiano, che sperò nellapertura della Russia ai rapporti spirituali con il
cristianesimo occidentale e nella dimostrazione (per la sinistra cattolica) che esisteva una terza via tra
materialismo capitalistico e marxismo staliniano. Infine Gorbacev piacque a molti imprenditori, che
sperarono nellapertura di un grande mercato continentale. Ma erano finiti i tempi in cui il basso costo del
lavoro garantiva allindustria italiana un margine di vantaggio sui mercati internazionali, serviva che il
governo facesse la sua parte con crediti allurss e garanzie agli esportatori. I vantaggi per lItalia
diminuirono a mano a mano che entrarono in campo altri paesi, ben più importanti per la politica estera
dellURSS. Intanto Giovanni Paolo II era divenuto interlocutore ideale per Gorbacev, un utile alleato per la
sua politica di pace e il necessario pilastro di quella casa comune europea di cui annunciava la
costruzione, un altro motivo per avere buoni rapporto con lItalia (tanto più che dal 1983 al 1989 Ministro
degli Esteri fu il DC Andreotti).Gli anni fra il 1989 e il 1991 segnarono la fine della politica estera che lItalia aveva fatto con fasi alterne
nellEuropa divisa dai blocchi sin dalla Presidenza Gronchi fine dellimpero sovietico in Europa,
unificazione tedesca e disintegrazione dellUrss, fine di tutte le condizioni che ci avevano permesso di
atteggiarci occasionalmente come la più conciliante delle potenze occidentali. Ma ci erano sempre mancate
le due condizioni per fare i negoziatori: essere in grado (politicamente e militarmente) di poter fare
promesse e minacce. Per lItalia promuovere la pace e singolarizzare la sua posizione in europa era solo di
un esercizio autosufficiente destinato a cogliere solo qualche beneficio di facciata. LItalia fu raramente
alleata, non glielo permettevano la modestia del suo impegno militare, i suoi equilibri interni e una certa
insopprimibile vocazione a fare da sé, vale a dire a perseguire i propri obiettivi ai margini dei grandi
schieramenti internazionali. Già nel 1949 lItalia non entrò nella Nato per prepararsi con gli alleati
alleventualità di una guerra possibile, ma per evitare i rischi dellisolamento e per sfruttare lo stallo per
intrattenere con lavversario i migliori rapporti possibili. (come ai tempi della Triplice). Certo, in caso di
guerra tutto questo sarebbe saltato, ma la pace era ancora più pericolosa, perché avrebbe reso il ruolo
dellitalia inutile e insignificante. Esattamente ciò che avvenne tra il 1989 e il 1991.
Come reazione Gianni De Michelis propose allAustrria e a altri paesi danubiani la creazione di
unassociazione mitteleuropea. Nata quadrangolare Italia, Austria, Jugoslavia, Ungheria divenne poi
pentagonale (Cecoslovacchia), poi esagonale (Polonia) e poi perso il conto sei suoi soci, Iniziativa
centro-europea, con lo scopo dichiarato di dare, ad alcuni paesi, dopo quarantanni di socialismo reale, una
sala dattesa in cui trascorrere confortevolmente gli anni di transizione prima dellingresso nella Comunità
europea (scopo non dichiarato: evitare che questi paesi cadessero nellorbita tedesca e quasi far diventare
lItalia una pretendente al trono di quella duplice monarchia austroungarica che aveva contenuto perdecenni lespansione dellimperialismo tedesco e russo). Progetto fallì per lassenza di sufficienti
infrastrutture comuni o degli sforzi finanziari adatti a crearle. In cecoslovacchia 80% investimenti era
tedesco, in ungheria americano o giapponese e poi Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria si staccarono e
crearono il gruppo di Visegrad, un piccolo mercato comune.
Ma il maggior danno allEsagonale e in generale alla politica estera italiana venne tuttavia dalla Jugoslavia,
perla della nostra ostpolitik, con cui avevamo ottime relazioni. Ma levidente fallimento delle riforme
economiche degli anni settanta, la morte di Tito, il crollo del comunismo e la fine della guerra fredda
privarono la Jugoslavia delle ragioni che ne avevano puntellato lunità. LItalia si ostinò a esserle favorevole
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mentre sloveni e croati reclamavano la loro indipendenza, in cui vedevamo due possibili stati ringhiosi e
nazionalisti in cui la germania avrebbe potuto estendere la sua influenza. Nel contempo dagli ambienti
cattolici si spingeva per lindipendenza, data la predilezione della Santa Sede per le popolazioni cattoliche
della Slovenia e della Croazia.
LAlbania, dopo la guerra divenne invulnerabile grazie alla guerra fredda, che la proteggeva da un colpo di
mano occidentale, e le rivalità del campo comuista, che la proteggevano da un colpo di mano jugoslavo o
sovietico. Italia fece ogni sforzo per migliorare i suoi rapporti e dimostrare che aveva appreso le lezioni del
passato, che non aveva nulla a che fare con quella fascista e prefascista. Ma dopo il crollo del comunismo
ha fatto sì che il nazionalismo albanese si rivolgesse soprattutto contro lItalia, come se il fallimento del
regime albanese rimettesse gli orologi del paese allora in cui esso aveva divorziato da Roma. Dal 1991 ci
assumemmo il ruolo di protettore e organizzammo aiuti sul posto, ma solo per impedire una massiccia
immigrazione albanese. sempre più crisi della politica estera italiana fra il 1989 e il 1991, ancora più
passivi davanti ai grandi avvenimenti in Europa, nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente. Ma il declino della
politica estera italiana non poteva imputarsi solo alle mutate condizioni dellequilibrio mondiale. Il motivo
era anzitutto nella fragilità del suo sistema politico, nellossessiva attenzione delle coalizioni di governo per
le istanze popolari della sinistra,,nel continuo tentativo di evitare atteggiamenti conflittuali e contenziosi,
nella mancanza di uno strumento militare con cui dare sostanza e spessore alle sue posizioni politiche. Tuttielementi ancora più pressanti nei diversissimi, per le relazioni internazionali, anni novanta.
Da Amato a Berlusconi
Fra le elezioni del 1992 e quelle del 1996 la Farnesina ebbe cinque inquilini: Vincenzo Scotti (giugno-luglio
1992), Emilio Colombo (luglio 1992-aprile 1993, fine del governo Amato), Beniamino Andreatta (aprile
1993-maggio 1994, governo Ciampi), Antonio Martino (maggio-dicembre 1994 governo Berlusconi),
Susanna Agnelli (governo Dini fino al maggio elezioni 1996), ma in molti casi la presenza dellItalia nel
mondo fu garantita da iniziative individuali (come Francesco Paolo Fulci che impedisce a Germania e
Giappone di avere un seggio permanente al CDS ONU, o la comunità di SantEgidio che mise pace tra fazioni
in Mozambico. Dal 1996 al 2001, tre presidenti del consiglio (Prodi, Dalema, Amato) ma un solo ministro
degli Esteri, LambertoDini.
In Somalia la situazione era cambiata quando al potere era andato, con un colpo di Stato, Siad Barre, che
per anni sfruttò la posizione geografica del paese (controllava la rotta tra il Mediterraneo e lOceano
indiano e le rotte del Capo), ambitissimo durante la guerra fredda, ma caduto nellindifferenza generale nel
gennaio 1991, con il crollo dellURSS e la fine della guerra, con il valore geopolitico del paese ormai
sminuito. guerra civile, perfetta per gli scopi umanitari occidentali Restore Hope, missione Usa
approvata da ONU. Marines che sbarcano il 9 dicembre 1992. (partecipazione italiana: Missione Ibis, non
apprezzata da Usa che vedeva in noi disturbo a causa dei vecchi rapporti avuti con Barre). Dopo l aprile del
1993 e un cambio di governo (Amato Ciampi, agli esteri Andreatta) e uno scontro di vedute con Usa su
come operare in Somalia, la missione italiana dovette ritirarsi da Mogadiscio. Usa decidono di uccidere
Mohammed Aidid, ma suoi uomini distruggono il 3 e il 4 ottobre 1993 cinque elicotteri americani, uccisero18 ranger e ne ferirono 73 e altrettanti prigionieri Clinton annunciò che il suo contingente sarebbe stato
ritirato entro il 31 marzo 1994, e così fecero le altre forze dellONU tra cui la missione ibis.
il 15 gennaio 1992 la Comunità europea riconobbe lindipendenza di Slovenia, Croazia e chiese a Bosnia di
fare referendum sul proprio futuro. Una decisione voluta dalla Germania per cui, disse, il riconoscimento
delle singole nazionalità avrebbe evitato la guerra civile. Fu il contrario. I serbi-bosniaci rifiutarono di
partecipare al referendum e proclamarono la loro repubblica (7 aprile) e assediarono Sarajevo. Guerra civile
tra serbo bosniaci e croati e mussulmani (a volte alleati, a volte nemici). In contemporanea guerra nella
krajna, provincia croata ma abitata da serbi missione Onu in Croazia e Bosnia Unprofor, che non aveva né
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il potere né i mezzi per imporre la propria autorità. Italia che perdeva un buon alleato e veniva esclusa dal
gruppo di contatto che decideva sul da farsi per risolvere la crisi (ciò per volontà di Kohl e Mitterand). 7
gennaio 1992: mig jugoslavo abbatte elicottero italiano della missione europea, 3 settembre un missile
Stinger distrugge un g222 italiano con aiuti umanitari per Sarajevo. Nel maggio 1995 croati decidono di
riconquistare la Slavonia, provincia croata ma abitata da serbi. Poi bosniaci che provano a rompere assedio
Sarajevo. Poi serbi che assalgono la città bosniaca di Srebrenica, dichiarata zona protetta dallONU il 30
agosto 1995 la Nato cominciò a bombardare dallaria le posizioni serbe in Bosnia, colpendo lesercito di
Mladic negoziatiDayton, in Ohio. decisa la nascita di una confederazione bosnia di cui avrebbero fatto
parte una Repubblica serba e una Federazione serbo-croata, con pace garantita da forza Nato (IFOR), con
italiani dentro, finalmente in grado di superare la chiusura del gruppo di contatto.
Governo Prodi. Nuova crisi balcanica. In Albania Berisha al potere. Sistema delle piramidi che crolla nel
novembre 1996. Crisi in albania, disordini, emigrazione. Italia che fa blocco navale davanti allAlbania
missione alba autorizzata dallONU con 7000 persone (francesi, greci, spagnoli e comandante italiano) in
Albania che riportò la governabilità nel paese.
Dopo Dayton Italia ritorna a politica filoserba. Ma Dayton aveva ignorato il problema del Kosovo e della sua
maggioranza albanese. Milosevic che pensa di poter regolare la questione. E lo stesso pensa, sul lato
opposto, il neonato Esercito Albanese di liberazione (UCK). Dopo attentati, ecc. i serbi reagirono sullapopolazione civile. Intervengono Chirac e il segretario di Stato USA Madeleine Albright, che convinse UCk
ad accettare formula che Milosevic non avrebbe mai condiviso. Intanto in Italia cera DAlema, governo
formato dai DS e dallUDR (centristi nel nuovo partito di Cossiga). DAlema capì che la guerra del Kosovo
rappresentava per il suo governo un esame di passaggio, per cui i DS avrebbero mostrato di essere
socialdemocratici, fugando qualsiasi sospetto. A quel punto tanto valeva trarre qualche vantaggio dal
partecipare alla guerra. La Nato iniziò a bombardare la Jugoslavia il 24 marzo 1999 , ma serbi resistettero
(assurda visita di solidarietà a Belgrado di Cossutta, del PCI). Ma serbi costrinsero a esodo kosovari, e
questo cambiò atteggiamento italiani e rafforzò le posizioni del governo, al punto che dalema fece passare
loperazione della nato come una guerra di tipo nuovo,issando il vessillo dei diritti umani. Certo, alla fine la
coalizione si sarebbe dissolta, ma il presidente ebbe il merito di dire pubblicamente che il sistema pubblico
italiano non permette al paese di fare una politica estera corrispondente alle sue dimensioni e ai suoi
interessi [] in politica estera e nella difesa lesigenza della stabilità è cruciale. Non si può rischiare una crisi
di governo in guerra.
Ingresso Italia nellEuro: 1992-1997. Trattato di Maastricht firmato, nel febbraio 1992, da Andreotti, De
Michelis e Guido Carli [allora ministro del tesoro], con itlia che era fuori norma per debito pubblico, deficit
di bilancio, tassi di interesse, tassi di inflazione solo ok la partecipazione allo sme, da cui però dovemmo
uscire nel settembre 1992 dopo la crisi speculativa sulla lira finanziarie durissime con Amato e (meno
dura) con Ciampi. Smantellamento delleconomia pubblica, accordo con sindacati per evitare spirale prezzi
salari. Poi arriva Berlusconi, che costituì il governo con due forze euroscettiche, Lega Nord (localista) e
AN(non aveva votato la ratifica di Maastricht). Ministro degli Esteri fu Antonio Martino, il chicago boy, figlio
di Gaetano Martino, ma era diffidente verso la contemporanea politica europea. Era convinto che la stradascelta dallUnione Europea per la creazione di una moneta unica fosse completamente sbagliata. Anziché
procedere per gradi, costringendo i singoli stati ad applicare i criteri di convergenza,occorreva farlo di
colpo, con una specie di Big Bang, per evitare una divisone dellUnione fra una Europa tedesca
composta da paesi adempienti, e unEuropa degli inadempienti. gli altri ministri degli esteri europei
furono ovviamente indispettiti da un collega che voleva rimettere in discussione tutte le scelte precedenti.
Il governo, per lopposizione dei sindacati, non riuscì ad approvare la riforma del sistema previdenziale
creata da Lamberto Dini. Poi cade il governo, e tra gennaio 1995 e maggio 1996 Presidente del Consiglio è
Lamberto Dini, futuro ministro degli Esteri. Quel tentativo fallito fece capire che nessuno da allora avrebbe
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cercato di risanare i conti dello Stato riducendo la spesa pubblica o impegnando un braccio di ferro con le
organizzazioni sindacali. Per entrare nelleuro non restava altra strada che la pressione fiscale e il rigore
finanziario Prodi presidente del consiglio e ministro del tesoro Carlo Azeglio Ciampi e Piero Giarda
sottosegretario al Tesoro. Nel 1998 lUnione riconobbe che lItalia aveva i conti in ordine e poteva entrare
nelleuro. Ma il 1998 fu anche lanno in cui Rif. Com. leva appoggio a governo. Prodi Dalema, ma solo
dopo aver raggiunto il traguardo europeista. Comunque sistema italiano che si confermò tra i più instabili
proprio nel momento in cui il paese riusciva a evitare il declassamento internazionale.
Silvio Berlusconi Presidente del Consiglio (2001-2006) con coalizione di ex fascisti e un movimento simile al
FPO austriaco di Heider. critiche da governi europei, perché ormai le singole elezioni nazionali hanno
assunto unimportanza europea. Ma più che per creare strategie comuni (sinistre europee, destre
europee), queste reazioni alle elezioni altrui dipendono più che altro dalla sensazione che lalternanza fra
destra e sinistra obbedisca ormai, nello spazio politico europeo, a ritmi comuni. Timore su Berlusconi era
dato pure dallo Scetticismo con cui il suo ministero si era occupato in materia di unione monetaria nel 1994
e dal discorso critico di Martino allinterno del dibattito sulla dichiarazione comune votata da maggioranza
e opposizione per assicurare alleati che, pur col cambio di governo (maggio 1996 elezioni) litalia, nel suo
semestre di presidenza, avrebbe mantenuto la stessa politica. Ma quale sarebbe stata la politica europea di
Berlusconi nel 2001? Quella di Martino o quella di Amato, Ciampi e Prodi? Scelse come Ministro degli Esteri
Renato Ruggiero, dalle credenziali impeccabili in Europa. Ma ormai le questioni europee erano competenza
di molti altri ministeri e che Ruggiero avrebbe potuto rappresentare lItalia solo col sostegno del Presidente
del Consiglio nei confronti degli altri ministri. Continuamente contraddetto, Ruggiero nel gennaio 2002
diede le dimissioni e Berlusconi, per evitare chiarimenti imbarazzanti, preferì divenire lui stesso, ad interim,
Ministro degli Esteri conferma del pessimo sistema politico italiano e conferma che lEuropa, per
Berlusconi, non meritava una baruffa ministeriale. Con equidistanza non sciolse mai il dubbio tra
leuroscetticismo di Martino e leuroentusiasmo di Ruggiero.
Quali sarebbero stati i suoi rapporti con gli USA? Attentati dell11 settembre 2001. Berlusconi capì che
lamicizia con USA sarebbe servita a compensare lostilità di alcuni partner europei. Fece sensale per
trattative nella costituzione Consiglio Nato-Russia nella primavera 2002. Amici di tutti? Dipendeva solo dai
rapporti europa-usa. Clinton, sfuggendo alla poca voglia di responsabilità americana dopo fine guerra
fredda, era intervenuto in Bosnia e Kosovo nel nome dei diritti umani. Poi arriva Bush nel novembre 2000.
È probabile che in condizioni normali avrebbe fatto una politica estera non troppo diversa da quella
pragmatica e opportunista di Clinton, ma gli attentati del 2001 cambiarono tutto. Vennero accentuate le
tentazioni unilateraliste americane e Europa e Usa si spaccarono praticamente su ogni successiva grande
questione internazionale. Persino sul terrorismo, categoria omogenea per Usa, tre fenomeni per europei
(terrorismo fanatico e mistico alla Bin Laden, etnicoe nazionale es palestina, irlanda e terrorismo
rivoluzionario), con cui è impossibile trattare ugualmente. Al primo si risponde con la forza, al secondo con
il compromesso e i negoziati, il terzo dipende dal consenso di cui i terroristi possono contare nelle loro
società nazionali (vedi BR).
Pratica di Mare vertice Nato e Russia a Romano pare che lamerica di bush abbia sepolto il vecchio patto eabbia accettato di farne una organizzazione per la sicurezza collettiva. In sé non cattiva idea, ma
spensieratezza nellarchiviare il pilastro dei rapporti transatlantici fa riflettere su come questi Usa
considerino le alleanze una inutile servitù. Meglio le coalizioni in cui è Washington a decidere e gli altri
obbediscono. Come potrà essere amico di tutti Berlusconi in questo scenario? Non è chiaro.
Alla fine è meglio concludere che quella itaiana, come quella di ogni altro paese dellUnione, è una sotto-
politica estera. Manca una politica estera europea. I vecchi stati hanno ancora alcuni tradizionali strumenti
della politica estera, dalla diplomazia alle forze armate, ma non possono servirsene se non nellambito di
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azioni collettive, spesso dirette dagli Usa. LEuropa non possiede quegli strumenti e non può agire o reagire
alla giornata con la necessaria flessibilità di un protagonista della politica internazionale. Ma ha altri
ingredienti non meno importanti: forte comunità di interessi, ambizioni, orientamenti culturali, un
territorio comune che si potrà tradurre in una politica estera comune, a meno che le nomenclature dei
singoli Stati non continuino a tenersi stretti i vecchi simboli del loro potere e prestigio. Ci vorrà del tempo
perché capiscano che è inutile lottare per impedire di divenire condomini di una politica estera europea.