Post on 02-Jul-2015
Sono con-
tenta quan-
do parlo
con i giova-
ni. Capisco
più cose e
invidio la
loro sempli-
cità nei rapporti interpersona-
le,la facilità nel trattare “cose”
informatiche, una certa legge-
rezza nell’affrontare gli studi
perché oggi, la Scuola con
tutte le ombre che ha, rispetta
molto i ragazzi. I nostri studi
sono stati pesanti e, per certi
aspetti, terrorizzanti. I voti,
senza appello, ti segavano le
gambe e le bocciature erano
continue. Forse anche per il
nostro vissuto, spesso, siamo
portati a essere severi con le
nuove generazioni. Credo che,
inconsciamente, invidiamo i
tempi in cui vivono, la bellez-
za dei colori con cui si vesto-
no, la libertà di tingere i ca-
pelli e portarli con tagli strani,
di calzare scarpe improbabili
con stringhe sciolte, di ador-
narsi con orecchini, tatuaggi,
piercing. Forse sta in tutte
queste cose, la spinta che
provo quando mi confronto
con loro. Forse.
Ebbene, un pomerig-
gio a casa alle dicias-
sette precise di questa
primavera sempre più
fredda e stramba, ho
parlato per un’ora con
tre giovani del Forum.
I nomi? Non importa
perché essi rappresentano tanti
altri amici che hanno progetti ed
idee e che desiderano realizzar-
li. Chiedono di essere sostenuti
ed, in parte, aiutati, ad imposta-
re un foglio mensile. Sanno
bene che devono impegnarsi
perché nulla si può ottenere
senza applicazione. La mia
disponibilità, quando occorrerà,
è completa. Posso indicare
qualcosa, ma nella più totale
libertà di scelta e approccio ai
problemi da parte dei “ragazzi
del Forum”.
Allora si parte. Si taglia il na-
stro e si stura lo spumante.
Superfluo aggiungere quanto sia
importante questa iniziativa per
il nostro paese.
In bocca al lupo per tutti voi,
per tutti noi.
Gloria Raviele
Marzo 2012
Un pomeriggio, a casaUn pomeriggio, a casaUn pomeriggio, a casaUn pomeriggio, a casa
INF@RUMINF@RUMINF@RUMINF@RUM
1992 1992 1992 1992 ---- 2012 …2012 …2012 …2012 … per non dimenticareper non dimenticareper non dimenticareper non dimenticare
Mensile a cura del Forum dei Giovani di San Martino Valle Caudina a diffusione gratuitaMensile a cura del Forum dei Giovani di San Martino Valle Caudina a diffusione gratuitaMensile a cura del Forum dei Giovani di San Martino Valle Caudina a diffusione gratuitaMensile a cura del Forum dei Giovani di San Martino Valle Caudina a diffusione gratuita
Borsellino insieme ai cinque
agenti di scorta.
Vent’anni dopo. Cos’è cambia-
to? Tanto e niente. Tanto è
cambiato nel modus pensandi
dei giovani d’oggi forse anche
p erch é i l s ac r i f i c i o e
l’insegnamento lasciato da
questi due Eroi ci ha fatto e fa
riflettere le nostre coscienze
nella lotta ad un cancro
all’apparenza sempre meno
radicato nella cultura italiana.
Nulla è cambiato perché questa
associazione sembra essere
come l’Idra della palude di
Lerna e come tale, ogni qualvol-
ta le si mozza una delle sue
teste, un’altra rispunta a sosti-
tuirla come in un perverso gioco
di scatole cinesi.
Vent’anni dopo abbiamo capito
che la lotta alle mafie è fatta sì
di arresti, retate ed intercettazio-
ni ma abbiamo anche compreso
che è dettata principalmente da
una status mentale, nel senso
che il grado di cultura e di ela-
sticità mentale, soprattutto dei
giovani, si innalzato spostando
l’asse del clientelarismo illegale
a favore del rispetto delle leggi e
regole ma principalmente pro il
“”Chi ha paura muore
ogni giorno, chi non ha
paura muore una volta
sola.” P. Borsellino
“Gli uomini passano
ma gli ideali restano
e continueranno a
camminare sulle
gambe di altri uomi-
ni.” G. Falcone
Era il 23 Maggio 1992, giorno
in cui il giudice Giovanni
Falcone con la moglie e tre
agenti di scorta, furono dila-
niati con 500 Kg di tritolo a
Capaci. A distanza di 53
giorni, il 19 Luglio, in via
D’Amelio a Palermo, fu am-
mazzato anche il colle-
ga,amico e giudice Paolo
rispetto degli Uomini in quanto tali. Tutto questo
non deve essere inteso come una sviolinata bensì
come un richiamo ad uno stile di vita che possa
portare al confronto uomini e donne, ad un sano
confronto dettato da regole e rispetto per gli altri.
Lo stato siamo noi, e siamo noi che decidiamo
come vivere la nostra vita e quella dei nostri figli.
Per non dimenticare il sacrificio di Uomini come
due magistrati e quello di molte, troppe vittime
cadute per mano di questo nemico le cui fonda-
menta poggiano sull’omertà, sulle ritorsioni e
sulle intimidazioni probabilmente non servono
convegni o fiaccolate, bensì il rispetto delle leggi
e dei nostri simili. Se faremo ciò non solo non li
dimenticheremo mai ma sicuramente
l’insegnamento lasciatoci dalle loro morti farà sì
che il loro sacrificio non sarà stato vano.
Le battaglie che hanno dovuto sostenere e portare
avanti Falcone e Borsellino sono state due: una
interna alla magistratura, per non affondare e
restare invischiati nelle gelosie e nelle invidie
altrui, un’altra contro la mafia ed i mafiosi. Ma
forse, a giudicare da quanto accadeva nei palazzi
del potere ai danni dei magistrati del pool,
l’ultima, quella contro la mafia, era la battaglia
più facile, o forse quella che gli riusciva meglio.
Resistenze da parte di chi deve assicurare la
legalità, infatti, non te le aspetti. I cosiddetti
“corvi” sembrano un racconto mitico, inverosimi-
le, indegno di un Paese civile. E invece il “corvo”
scriveva a tutti, magistrati e politici, lettere anoni-
me e messaggi per screditare l’operato dei due,
definendoli opportunisti e venduti. Segue a pag.2
AMARCORD: “… la grande nevicata del 2012”
Osservatorio Comunale per il Mondo giovanileOsservatorio Comunale per il Mondo giovanileOsservatorio Comunale per il Mondo giovanileOsservatorio Comunale per il Mondo giovanile Numero 0 Anno 0 Numero 0 Anno 0 Numero 0 Anno 0 Numero 0 Anno 0 Maggio 2012Maggio 2012Maggio 2012Maggio 2012
“Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto” I.Calvino
Un giornale ospita i fatti
piccoli e grandi di ogni
popolo, le paure e le preoccu-
pazioni della gente semplice,
e registra i momenti più
importanti di una comunità.
In un’epoca in cui il mondo
sembra sempre più piccolo, in
cui si moltiplicano i mezzi di comunicazione,
veloci e complessi ognuno cerca di trovare sé
stesso nelle pagine di un giornale che racconta
della sua città, delle sue strade, dei problemi con
cui ci confronta ogni giorno.
Troppo spesso si sente in giro che comu-
nicare
con i giovani è sempre più difficile e
allora ecco che i giovani parlano ai giova-
ni. Da dove veniamo, chi siamo e soprat-
tutto cosa vogliamo, questa è la base della
nascita di questo piccolo mensile. Uno
zoom sul mondo giovanile locale. Non
abbiamo la presunzione di spacciarci per
giornalisti professionisti ma di sicuro
abbiamo la capacità e la forza di calarci
nei pensieri , negli sguardi e nelle parole
dei nostri coetanei. Tutto può sembrare un
gioco, ma mettersi in gioco non è uno
scherzo. Non è nostro il compito di fare
morali ma, dire la nostra, dare consigli,
dare voce ad un mondo troppo spesso
etichettato come nulla facente, si, questo è
il nostro compito. Il mensile sarà uno
strumento di partecipazione pensato per
promuovere e sostenere il protagonismo
giovanile, da qui il nome INF@RUM
(informazione del forum). Pubblicizzere-
mo gli eventi dell’associazione, parleremo
di cronaca locale ed amministrativa, di
sport e per quanto è nelle nostre compe-
tenze avvicinare e avvicinarci alla cultura
sia essa letteraria, musicale o digitale ed
infine Vi faremo parlare, come? Riporte-
remo le lettere dei lettori, che potrete
inviare o per email a forumgiova-
nismvc@libero.it, o postanto un messag-
gio privato sulla pagina ufficiale di face-
book o per chi non usa il web lasciando
un vostro pensiero nella cassetta della
posta del forum sita in via Mulino Vec-
chio nei locali dell’ex macello.
Ringrazio fin da ora chi ci sosterrà in
questa nuova ed affascinante avventura, ai
redattori Matilde e Francesco e in partico-
lar modo la sig.ra Gloria Raviele, da
sempre sensibile alle problematiche gio-
vanili del nostro paese, che con i suoi
consigli tecnici e pratici ci è stata vicina
da quando tutto era solo un sogno ad oggi
che tutto è diventato realtà.
Molto spesso dico agli amici più stretti si
parli bene o si parli male di noi,
l’importante è che si parli di noi, non mi
resta quindi che augurarci un immenso in
bocca al lupo.
“Le Pillole del Presidente”“Le Pillole del Presidente”“Le Pillole del Presidente”“Le Pillole del Presidente”
Segue da pag.1
Ma gli attacchi venivano da diversi
ambiti della società italiana, da quelli
che provavano invidia e quelli che
invece erano toccati dalle inchieste del
pool antimafia. Calunnie vigliacche,
nel perfetto modus operandi dei mafio-
si, che ammazzano a distanza o attac-
cano a sorpresa. Nell’anniversario
della loro morte, oltre alla commemo-
razione dei magistrati che hanno fatto
emergere la questione mafiosa a livello
istituzionale oltre che territoriale, si
dovrebbe rinnovare l’impegno civile
della lotta alle mafie, e la responsabili-
tà inderogabile nell’opposizione a
qualsiasi tentativo di ricostruzione di
quanto è stato devastato in questo
ventennio nel tessuto sociale del paese
a così caro prezzo, con l’impegno di
sostenere il lavoro fondamentale dei
magistrati, e delle nuove generazioni di
magistrati che si sperano possano
portare avanti il lavoro iniziato da
Falcone e Borsellino senza diventare
“eroi”, e impedire che vengano infan-
gati e delegittimati da chi non ha statu-
ra morale per parlare.
Francesco Palluotto
I Giovani sammartinesi e la crisiI Giovani sammartinesi e la crisiI Giovani sammartinesi e la crisiI Giovani sammartinesi e la crisi “Lasciai San Martino, il 1° aprile del 1962, con una baldoria di affetti in seno e un
fondo di malessere nel cuore. Roma, il giornalismo, la radio, occhieggiavano invi-
tanti e maliziosi. Lontano dal “paese dell’anima” ho sofferto sull’orlo della dispe-
razione. Poi si è fatta pace dentro ed “Itaca”, mi appare, come sempre accogliente
e benigna. Mi ripetono, ad ogni ritorno, che essa è sfiorita, estenuata dal salasso
emigratorio e della lontananza dei grandi traffici. Forse è vero. Ma io mi domando
se questa dolorosa eclisse non sia dovuta al fatto che molti non hanno compiuto fino
in fondo la propria parte; e se, ai più non sia mancato l’amore di farsi, concreta-
mente, come diceva Cesare Pavese, terra e paese”.
Gianni Raviele - Il paese dell’anima
San Martino 1962-San Martino 2012. Cambiano gli scenari, i volti, gli stili di vita, ma non mutano gli stati d’animo, i
desideri, le aspettative. I giovani sammartinesi di oggi e di allora sono accomunati da un profondo senso di appartenen-
za, di legame viscerale con la propria terra di origine, tanto amata quanto odiata per le opportunità che sembra ogni
volta negare loro e che li spinge a cercare altrove il luogo in cui poter sviluppare la propria identità, raggiungere la
piena indipendenza, capire qual è il posto che dovranno occupare nella società, nel mondo. Il desiderio di scappare è
forte quanto quello di restare, la spinta verso il cambiamento viene sopraffatta dalla volontà di non crescere mai, resta-
re esattamente come si è, accoccolati nel seno della valle. La crisi economica ricorda un periodo già visto, già vissuto
negli anni’70 dai sammartinesi, quando le fabbriche fallirono, la disoccupazione divenne un’enorme piaga e i giovani
cominciarono ad emigrare in cerca di fortuna. La storia si ripete a distanza di anni: dopo un periodo di grande benesse-
re vissuto dalla comunità che aveva scacciato dalle menti e dai ricordi lo spauracchio della recessione, parole come
spread, btp-bound, licenziamenti, entrano prepotenti nelle nostre case attraverso la televisione, i giornali, i siti internet,
tornando ad allarmare e creando un senso di profondo scoraggiamento ed insoddisfazione. Ciò che emerge dalle brevi
interviste di seguito riportate che raccolgono pensieri, sogni, paure di alcuni giovani sammartinesi, è che in un’epoca in
cui grazie alle nuove tecnologie tutto sembra raggiungibile con un solo click, dove la globalizzazione ci permette di
avere stili di vita, consumi, bisogni e desideri uniformati, dove ci si può definire “cittadini del mondo”, continueremo a
sentirci inadeguati ovunque se non possediamo lo strumento che ci rende indipendenti, liberi, in grado di compiere
azioni e coltivare passioni: il lavoro.
OPERAIO, 35 anni
Come la crisi economica ha influenzato la tua
vita e quali cambiamenti ha apportato in essa? La mia vita è cambiata molto negli ultimi anni.
Esattamente dal 2008 la fabbrica nella quale
lavoravo ha cominciato ad avere problemi finan-
ziari a causa di investimenti sbagliati fatti dall'a-
zienda. Da allora noi operai abbiamo cominciato a percepire lo stipendio solo
in alcuni mesi dell’anno, molti sono stati messi in cassa integrazione, io sono
stato licenziato. Per ora percepirò la disoccupazione mensile che durerà circa
otto mesi, dopodiché non avrò più alcun tipo di remunerazione. Essendo abitu-
ato ad un certo tenore di vita, seppur sempre da operaio, e avendo sempre
potuto contare su uno stipendio mensile che mi ha permesso di avere una vita
normale e poter pagare tasse, bollette, comprare un’automobile, nel momento
in cui questa stabilità economica è venuta a mancare mi sono trovato in gravi
difficoltà. Psicologicamente questa situazione mi ha destabilizzato: non riesco
più a coltivare i miei interessi, ho lasciato il nuoto, la passione per l'allenamen-
to delle squadre giovanili di calcio, non riesco ad instaurare relazioni durature,
vedo sempre un punto interrogativo nella mia vita che non mi permette di
vivere in modo sereno.
Quindi adesso sei disoccupato? Esatto. Adesso sono in cerca di un lavoro che mi permetta di avere uno stipen-
dio fisso e di crearmi una famiglia. Purtroppo sono consapevole che nella zona
non ci sono possibilità di essere assorbito da nessuna azienda, così ho deciso di
spostarmi e cercare lavoro al Nord Italia, ho anche fatto un colloquio, che però
non è andato a buon fine, perché cercavano un operaio che avesse determinate
caratteristiche che il mio profilo non soddisfaceva. Oramai il lavoro può essere
cercato soltanto tramite le agenzie interinali che provvedono a procurare alle
aziende le figure professionali delle quali hanno bisogno.
Quanto ha influito la crisi economica sul tuo potere d'acquisto? Il mio potere d'acquisto si è dimezzato nel corso degli anni, i prezzi dei prodotti
sono raddoppiati, gli stipendi sono sempre gli stessi, se non più bassi, la benzi-
na è alle stelle. Basti pensare che una decina di anni fa io e i miei amici aveva-
mo sempre la possibilità di fare vacanze di più giorni in estate, di decidere
all'ultimo momento in quale posto andare. Oggi non so più neanche se posso
permettermi una vacanza o al massimo devo prenotarla mesi prima per evitare
di spendere più di quanto posso. Siamo molto più accorti a ciò che spendiamo,
anche una cena con gli amici può diventare uno spreco da dover eliminare.
Siamo una generazione destinata a limitarsi. E' un periodo molto, molto triste.
Quale consiglio senti di dare ai giovani sammartinesi?
Il consiglio che sento di dare ai giovani di San Martino è quello di andare via
dal nostro paese, di cercare lavoro altrove, perché solo in questo modo potran-
no creare delle basi solide per costruire il loro futuro. Ricordo che dieci anni fa
ho rifiutato più di una proposta lavorativa al Nord Italia proprio perché amavo
così tanto il mio paese da non riuscire a lasciarlo, ad abbandonare la mia fami-
glia, i miei affetti, oggi me ne pento moltissimo. Ricordo che San Martino 15-
20 anni fa era un altro paese, durante tutto l'arco dell'anno c'era qualcosa da
fare, i ragazzi si incontravano lungo le strade del corso principale, eravamo
tantissimi, c'era anche l'Estate Sammartinese, oggi tutto è cambiato. Pochissimi
amici sono rimasti qui, molti sono emigrati in cerca di fortuna e continuano a
lavorare nonostante la crisi, con diritti e doveri riconosciuti e per loro scontati
che qui nemmeno sogniamo. Mi metto anche nei panni di chi, alla mia età, non
sa realmente come assicurare ogni giorno un pasto caldo ai propri figli. Mi
sento fortunato a dover provvedere soltanto a me stesso, è un discorso egoisti-
co, ma purtroppo non posso fare altrimenti. Io penso oramai a San Martino
come un luogo dove tornare 2-3 volte all'anno ad incontrare i propri amici, i
propri cari, per trascorrere giorni di serenità, godersi solo il meglio di questo
paese, vederlo così come desideriamo: allegro, pieno di vita, il posto idilliaco
che vogliamo conservare nella nostra mente e che si discosta molto da quello
che è diventato nella realtà, cioè un luogo che non offre prospettive né futuro.
COMMERCIANTE, 35 anni
Come la crisi economica ha influenzato la tua
vita e quali cambiamenti ha apportato in essa?
Io possiedo una piccola attività commerciale al
centro di San Martino Valle Caudina. Ho comin-
ciato ad avvertire un forte calo delle vendite nel
2008 quando, nella zona, sono stati aperti vari
Centri Commerciali, il più vicino a Montesarchio. Pian piano le persone hanno
cominciato a spostarsi per fare qualsiasi tipo di acquisto, trovando posti più
accoglienti, luminosi, curati e sentendosi invogliate a percorrere qualche kilo-
metro piuttosto che passeggiare lungo il nostro corso principale e guardare,
magari, la mia vetrina o entrare nel mio negozio. Qualche anno fa il corso era
pieno di ragazzi, ma anche adulti che, passeggiando, si fermavano ad acquista-
re, adesso neanche di Domenica mattina ci sono più molte persone in paese.
Quello che salva me ed altre piccole attività commerciali della zona sono le
mamme e i bambini che, dovendo acquistare articoli per la scuola, situata lun-
go il corso principale, sono quasi costretti a venire nei nostri negozi. Manca la
visibilità: mancano persone che passeggiano, si fermano, chiedono. Non è una
questione di prezzo, le persone non sono scoraggiate da questo, in realtà non
sanno neppure quali articoli vendo e si meravigliano di trovare determinati
prodotti nel mio punto vendita.
Quanto ha influito la crisi economica sul tuo potere d’acquisto?
Moltissimo. Dieci anni fa guadagnavo bene, tante cose che ho in casa le ho
potute acquistare solo grazie a questa attività. Rifornivo il negozio ogni setti-
mana per acquistare nuovi articoli poiché vendevo molto, adesso vado a rifor-
nirmi ogni 15 giorni, ogni mese. Sono molto attenta a dove fare spesa, cosa
comprare, a prendere prodotti in offerta. In passato le persone acquistavano
anche cose superflue perché potevano permetterselo, adesso pensano a compra-
re beni di prima necessità ed evitare acquisti futili. Le tasse, poi, sono aumenta-
te moltissimo per noi piccoli commercianti, ed anche se volessi rimodernare il
negozio non potrei perché, per ben quattro volte, mi è stata rifiutata la doman-
da. Vengono agevolati i bar, ma i piccoli negozi come il mio no. In famiglia ci
priviamo di molte cose: delle uscite, di una pizza fuori casa. Mio marito lavora
come operaio edile e sia io che lui ci ritroviamo a fare grossi sacrifici avendo
anche un bambino piccolo da accudire. Credo che il settore maggiormente in
crisi a San Martino sia proprio quello dell’edilizia: quando c’è stata
l’emergenza neve mio marito non ha potuto lavorare per quasi un mese e quin-
di non ha percepito lo stipendio. In passato il datore di lavoro chiedeva ai suoi
operai di andare a lavorare anche di sabato, adesso non più perché le richieste
sono calate tantissimo. E’ un continuo concatenarsi di eventi che ha portato
l’economia sammartinese ad avere un blocco.
Cosa consigli ai giovani sammartinesi?
Il consiglio che sento di dare ai giovani sammartinesi è quello di andare via da
San Martino, di cercare lavoro altrove perché questo paese non offre più nessu-
na possibilità di crescita e di sviluppo. Io ho avuto l’occasione in passato di
andare a fare delle supplenze in alcune scuole al Nord Italia ma ho sempre
rifiutato per l’amore verso questo paese, per il non volerlo lasciare. Qui ero
felice, mi arrabbiavo se qualcuno parlava male di questo posto, amavo la sua
tranquillità, le persone che abitano qui. Adesso le cose sono cambiate, ho perso
l’entusiasmo, la voglia di fare, da qualche anno a questa parte mi sento scorag-
giata, provo quasi odio verso San Martino, lo vedo degradato, abbandonato.
Non vedo futuro per me, per la mia famiglia, per mio figlio. Devo dire con
forte dolore che San Martino purtroppo è morto.
Giovane IMPRENDITORE, 23 anni
Come la crisi economica ha influenzato la tua
vita e quali cambiamenti ha apportato in essa?
Sono quattro anni oramai che mi occupo della
piccola azienda di famiglia. In pochi anni le cose
sono cambiate profondamente. Oltre ad essere
produttori siamo anche rifornitori di altre ditte e la
domanda da parte di queste aziende cala sempre più. Se qualche tempo fa
avevamo la possibilità di impiegare più di un operaio, magari a tempo determi-
nato, adesso siamo stati costretti a fare un taglio del personale. Basti pensare
che qui a San Martino non abbiamo più nemmeno una richiesta, la domanda
proviene solo da altri luoghi: Firenze, Ariano Irpino, Montevergine, se dovessi
lavorare solo a San Martino nel giro di pochi mesi dovrei chiudere l’attività.
Quanto ha influito la crisi economica sul tuo potere d’acquisto? La crisi economica ha influito moltissimo nella mia vita e nella vita della mia
famiglia. Qualche anno fa potevamo permetterci un diverso tenore di vita,
uscite serali frequenti, depositare qualche risparmio, vacanze di un mese, ades-
so siamo fortunati se possiamo fare una vacanza di una settimana. Non ti na-
scondo che se mia madre non lavorasse ci troveremmo in gravi difficoltà.
Quale consiglio senti di dare ai tuoi coetanei? Il consiglio che sento di dare ai miei coetanei e che ho dato nel concreto a mio
fratello, più piccolo di me di due anni, è quello di andare via da San Martino, di
cercare la propria strada altrove. Mio fratello si era iscritto all’Università, ma
io gli ho consigliato di arruolarsi e da poco ha vinto un concorso per entrare a
far parte dell’Aereonautica Militare. Oggi sembra essere l’unica strada per
avere un futuro sicuro, una stabilità economica, anche se magari non piace a
molti la vita militare, è un sacrificio che vale la pena affrontare. Se avessi la
possibilità di andare via da qui me ne andrei immediatamente, nonostante io
abbia la fortuna di avere un’attività economica, anche perché queste sono deci-
sioni che bisogna prendere da giovani, quando si ha ancora tempo e voglia di
affrontare nuove sfide. Questo paese non ci offre più nulla, non ci offre alcuna
possibilità di crescita, è triste ma è così. Se si vuole restare qui per essere un
piccolo artigiano, un piccolo professionista allora ci si può accontentare, rima-
nere qui e morire dentro.
BARISTA, 32 anni
Come la crisi economica ha influenzato la tua
vita e quali cambiamenti ha apportato in essa? Io mi occupo dell’attività economica nella quale i
miei genitori hanno investito per anni facendo
grossi sacrifici. Possedere un bar è diverso da
possedere altre attività commerciali. Le vendite
dei miei prodotti non hanno mai subito un crollo improvviso, al massimo posso
aver notato un cambiamento delle abitudini dei sammartinesi che, ad esempio,
acquistano prodotti meno costosi, prendono una birra in meno, un gelato in
meno, si limitano. Ciò che di certo è cambiato nel corso degli anni è il modo in
cui viene gestito il bar poiché, sin dal momento in cui sono subentrato al posto
dei miei genitori, ho cercato di migliorare l’attività economica e avvicinare un
nuovo tipo di clientela che fino ad allora non frequentava questo posto.
Quanto ha influito la crisi economica sul tuo potere d’acquisto? Di certo il mio potere d’acquisto è diminuito nel corso degli anni, anche perché
tendo a sperperare di meno, a fare più attenzione riguardo ciò che acquisto.
Portare avanti un’attività economica come la mia è diventato difficile e dispen-
dioso, le tasse aumentano di anno in anno, si riescono a coprire a mala pena le
spese e a vivere dignitosamente, ma non permette più di guadagnare grosse
cifre come accadeva in passato, magari mettendo anche qualche risparmio da
parte. Pochi anni fa abbiamo rimodernato il bar ottenendo dei finanziamenti, un
procedimento molto lungo che ci è costato in ogni caso moltissimo. Io sono
fortunato perché nutro una grande passione per il mio lavoro, mi piace, cerco
sempre di migliorare la mia attività e migliorare le mie capacità per soddisfare
la clientela. Credo di aver creato un punto di riferimento e di ritrovo per i gio-
vani di San Martino. Faccio parte anche di un’associazione, che cerca ogni
anno di fare qualcosa di positivo per il paese, creare punti di aggregazione,
momenti di svago e di promozione del territorio. Nel mio piccolo credo di
darmi da fare per me stesso e per il paese.
Quale consiglio senti di dare ai tuoi coetanei?
Io amo molto San Martino. Non lo cambierei con nessun altro luogo al mondo.
So che molti ragazzi vorrebbero andare via, lasciare questo posto per cercare
fortuna in qualche altro luogo. Io sono di certo fortunato perché qui ho
un’attività che mi piace, che mi da soddisfazioni, ma credo che andando via
non si riescano spesso a risolvere i problemi che, purtroppo, portiamo con noi
ovunque ci rechiamo. Alcuni giovani si lamentano perché non riescono a trova-
re lavoro, per molti versi hanno ragione, ma io noto che alcuni hanno smesso
anche di cercarlo, e non solo a San Martino. Ho letto un articolo poco tempo fa
in cui c’era scritto che il 30% dei giovani italiani non studiano né cercano
lavoro, mi chiedo cosa facciano!? Stanno solo fermi a lamentarsi?! Il lavoro
non “piove” addosso a nessuno, bisogna rimboccarsi le maniche e impegnarsi
per trovarlo. Il consiglio che sento di dare ai miei coetanei, e magari anche ai
più giovani, è innanzitutto quello di seguire le proprie aspirazioni, le proprie
passioni. La cosa importante è non stare mai fermi, non piangersi addosso, non
scoraggiarsi, anche se la situazione è drammatica perché l’edilizia si è fermata,
le fabbriche chiudono, investire in attività economiche è molto rischioso, se
siamo noi i primi a non credere nel nostro futuro e a non provare a costruirlo,
chi lo farà al nostro posto?
Matilde Villanova
Con la crisi “BARCOLLIAMO” ma “NON MOLLIAMO”Con la crisi “BARCOLLIAMO” ma “NON MOLLIAMO”Con la crisi “BARCOLLIAMO” ma “NON MOLLIAMO”Con la crisi “BARCOLLIAMO” ma “NON MOLLIAMO”
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…Maggio, il mese dei verdetti……Maggio, il mese dei verdetti……Maggio, il mese dei verdetti……Maggio, il mese dei verdetti…Il mese di Maggio, nel calcio, è il mese dei
verdetti. In Italia la sfida tra Juve e Milan
ha dettato legge in tutta la serie A, sfide
esaltanti per i posti Champions, mentre giù
in fondo alla classifica è stato un continuo
testa a testa fino all’ultima gara per la
salvezza. Ma cosa è successo qui a casa
nostra? Il “magico” Samma, che
quest’anno ha militato nel campionato di
Promozione Girone C, lo scorso 13 Mag-
gio, ha raggiunto la salvezza battendo nella
finale Playout il Venticano con un sonoro
4 a 1. La compagine di Turtoro ha raggiun-
to, senza non pochi problemi, l’obiettivo
prefissato a inizio stagione.
Dopo le prime 10 gare il San Martino
sprofondava in penultima posizione con
solo 5 punti all’attivo, per dirla breve, il
panettone dalle nostre parti non l’ha man-
giato nessuno. I ragazzi non hanno ceduto,
anzi, hanno dato battaglia tutte le domeni-
che anche se la tanto amata 11° posizione,
che significava salvezza matematica, di-
ventava sempre più un sogno. Ed ecco che,
all’improvviso, nella fase finale scende in
campo il cuore, la grinta di chi ha la consa-
pevolezza di indossare una maglia, quella
biancorossa, che negli anni di gloria si è
fatta rispettare a dovere. In fondo le sfide
difficili sono sempre quelle più entusia-
smanti e visto che dalle nostre parti senza
suspance non si vive bene, ci siamo giocati
la salvezza all’ultima giornata.
Campionato chiuso, sorriso a 32 denti per
tutti con la speranza che la prossima anna-
ta sia più florida ma soprattutto vedere il
Pignatelli gremito di gente come un tempo.
Come da tradizione nel nostro bel paesello
si cresce a pane e pallone, e a dirla tutta il
made in San Martino è più che prolifico. Il
settore giovanile, dalla Juniores agli Allie-
vi anche quest’anno si è difeso bene. La
Juniores ha disputato per l’intera stagione
un campionato di vertice; è arrivato al
primo turno della fase finale regionale
dove è stata battuta per 4 a 2 dal San Pio
Mondragone. Massima soddisfazione sia
da parte della dirigenza che dall’opinione
pubblica, insomma grazie ragazzi per
averci almeno creduto. Ben altra storia per
gli Allievi del mister Savoia, qualche anno
fa il coach dello stadio Pinto per intender-
ci. I ragazzi del “Lupo” e il suo collabora-
tore Ciardiello
si ritrovano al comando della classifica
della fase finale del Campionato Pro-
vinciale dopo il primo turno Playoff,
dove lo scorso 12 Maggio hanno battu-
to il Real Limatola per 7 a 0.
A chiudere la grande stagione del
calcio giovanile sammartinese ci han-
no pensato i ragazzi dell’istituto com-
prensivo “Don Milani” che hanno
raggiunto la fase finale del toneo re-
gionale di calcio a 5 in cui affronteran-
no i coetanei rappresentanti delle
province di Benevento, Salerno e
Napoli.
Insomma qui da noi di gente che ma-
stica calcio ce n’è e come, dai grandi
ai piccoli, in lungo e in largo per la
regione, ognuno ha detto la sua. Non
abbandoneremo mai i colori bianco-
rossi, li sostrremo sempre nel bene e
nel male e anche a te che in questo
momento stai leggendo ti chiediamo di
non abbandonarli, perché, in fondo, se
in giro si parla bene di San Martino
Valle Caudina è anche grazie a loro.
Giuseppe Pedoto
Bando area montana Bando area montana Bando area montana Bando area montana
in località Mafarielloin località Mafarielloin località Mafarielloin località Mafariello Il Comune di San Martino V.C. ha
indetto un concorso per premiare la
migliore idea-progetto che abbia come
obiettivo quello di migliorare l’offerta
turistica dell’area di Mafariello. La più
idonea verrà scelta come base di gara
per il contratto di affidamento per la
gestione dell’area attrezzata situata in
località Mafariello. Il progetto può
essere presentato da ditte individuali,
imprese, società cooperative, associa-
zioni interessate. C’è tempo fino al 12
luglio per presentare la propria idea. Il
bando e la relativa domanda possono
essere scaricate all’indirizzo web
www.sanmartinovc.it
Bonus assunzioni al sudBonus assunzioni al sudBonus assunzioni al sudBonus assunzioni al sud
E’ in arrivo il bonus fiscale per assun-
zioni al sud di lavoratori svantaggiati o
molto svantaggiati.
Lo scopo è la creazione di nuovo lavoro stabile, a tempo indeterminato,
nel Mezzogiorno. L’agevolazione è rivolta alle aziende che hanno assun-
to o realizzeranno assunzioni a tempo indeterminato, tra il 14 maggio
2011 e il 13 maggio 2013, di personale “svantaggiato” o “molto svantag-
giato” cioè:
- chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
- chi non possiede un diploma di scuola media superiore o professionale;
- i lavoratori che hanno superato i 50 anni di età;
- chi vive solo con una o più persone a carico;
- i lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di
disparità uomo-donna (che risultano da apposite rilevazioni ISTAT);
- chi è membro di una minoranza nazionale.
Sono definiti invece “lavoratori molto svantaggiati” coloro che sono privi
di impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi.
Per maggiori informazioni visita il sito: www.ticonsiglio.com
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