Gerarchia e Comunicazione nelle imprese nell’era digitale · Gerarchia e Comunicazione nelle...

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Gerarchia e Comunicazione nelle imprese (nell’era digitale)

CDL magistrale «Organizzazione e Marketing per la Comunicazione d’Impresa»

Comunicazione per il management d’impresa. Terza Lezioneprof. M. Stancati 2016-2017

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ARRIVARONO I SOCIAL NETWORK

WWW2.0

E noi rinascemmo prosumer!

Il Web diventò 2.0

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Il web 2.0

(il web della dimensione sociale, della condivisione, dell’autorialità diffusa rispetto alla mera fruizione)

l’individuo che non si limita a consumare informazione ma la produce anche, alternando continuamente i due ruoli (comunicazione)

genera

il prosumeril nuovo cittadino della società 2.0

producer consumer

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OGGI

STORICO

quella grande mappa di Eurisko ha un valore più che altro

perché l’individuo è sempre meno collocabile in grandi gruppi caratterizzati dallo stesso stile di

vita.

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Gli stili di vita sono sempre meno catalogabili in maniera univoca. OGGI:

Qual è lo stile di vita?

• La casalinga di Voghera insegna danza del ventre e scommette sui cavalli

• Il pastore sardo arrotonda facendo il “document navigator” grazie al wi-fi di Tiscali

• L’impiegato del catasto ha una tariffa flat e frequenta le community di satanisti; il sabato gioca a golf

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In presenza di un consumatore (o di un utente) postmoderno

“CHE SI DICE DI NOI SULLA RETE?!?”

• Meno omologabile come stile di vita• Mutante tecnologicamente• Infedele (difficile da fidelizzare)• Grande frequentatore della rete e di Social Network

Le aziende, pubbliche o private, si pongono una nuova domanda

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La web collaboration, le community, i socialnetwork, i sistemi wiki, You tube, gli RSS…possono condizionare il mercato.

E’ nato, da qualche anno, un nuovo mestiere:

il BUZZDETECTOR(il rilevatore delle chiacchiere)

per sapere cosa si dice sul web di un’azienda, di un Ente, di una Istituzione, di un prodotto, di un servizio

…e non solo

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Un esempio di «ingegneria reputazionale»

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Un’altra agenzia che promette di « costruire l’identità aziendale in rete «

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Sempre di più le aziende utilizzano anche strumenti di comunicazione non convenzionale e i Social Media (Facebook, Twitter, YouTube, Corporate blog, comunità tribali, guerilla , flash mob, Realtà aumentata…)per “affrontare” i prosumer sul loro stesso terreno.

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E la navigazione sul Web, tramite PC, è già invecchiata: avanza prepotentemente il MOBILE

(altro aspetto di cui tenere conto….)

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Oggi la Grande Libido Aziendale è dichiararsi

“Enterprise 2.0” o anche “Enterprise responsive” e perfino un’ “ExO”

ma perché questo possa avvenire è necessario

“ essere belli dentro ”

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Azienda responsiveun’azienda con un modello di business capace di adattarsi agli scenari di mercato

Una ExO è un’organizzazione leggera che utilizza al meglio le tecnologie digitali, capace di smaterializzare quello che era di natura fisica e di rispondere on demand.

Azienda 2.0Fa della relazione con il cliente un obiettivo prioritario

“Io dirigo una grande famiglia prima ancora che una grande azienda! Una grande azienda-famiglia 2.0 che ha messo a disposizione tutto l’Hw e il Sw più recente. Prima delle ferie, in teleconferenza con i MIEI DIPENDENTI sparsi in tutta Europa ho ricordato che la voce dell’azienda può raggiungerli dovunque. Non li lasceremo mai soli…”

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Fine agosto di qualche anno fa. Ad un importante meeting sta parlando un CEO (Chief Executive Officer )

L’irresistibile voglia di 2.0 risulta contraddittoria, già alla prima analisi:

Siamo in presenza di un

Manager 2.0 o del Marchese del Grillo?

Azienda famiglia?

Tanta tecnologia fa automaticamente Enterprise 2.0?

“I MIEI DIPENDENTI”

Può essere, ma il modello è chiaramente patriarcale-trasmissivo

Non è tanto il dato tecnologico ma quello culturale che caratterizza il 2.0

L’affermazione contrasta in maniera stridente con il riconoscimento del lavoratore come Persona capace di interagire e proporre oltre che eseguire

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Il management 2.0

Il cambiamento portato dall’era digitale non incide su questo o quella componente organizzativa, ma le coinvolge tutte

Occorre ripensare i processi di interazione con il Personale e gli Interlocutori esterni (clienti, utenti, fornitori, azionisti, operatori dei media…)

Occorre accelerare i processi d’integrazione delle «conversazioni» interne ed esterne in una logica ancheSocial

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Social Organization

Un nuovo modo di fare impresa che consente alle Persone di collaborare offline e online, tramite i

social media, valorizzando le singole riserve di conoscenze e competenze per il raggiungimento degli

obiettivi aziendali

Il nuovo modello, dal «dipendente» alla «Persona»

Forte attenuazione della massificazione(persone riconoscibili che comunicano ad altre persone)

Passaggio dalla passività all’attività(interpretativa, generativa)

Diversità nell’uso del linguaggio(informalità)

Attenuazione delle gerarchie(comunicazione tra pari)

Riconoscimento delle competenze(responsabilità individuali)

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L’attenzione alla comunicazione interna è attenzione alle Persone

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Tra primo e secondo tempo della lezione prove di public speaking

Ma è così pericoloso “attenuare” le gerarchie?

L’introduzione di strumenti tipici del 2.0 nellacomunicazione interna (social network, corporate blog, webcollaboration, sistemi wiki…), che sollecitano un rapporto piùorizzontale tra appartenenti ad una Organizzazioneindipendentemente dal ruolo, è davvero inconciliabile con lastruttura inevitabilmente gerarchica di una grandeazienda (pubblica o privata)?

in altri termini:

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Re Artùe il modello comunicativo inferenziale

Una comunicazione interna 2.0?Una possibile risposta dalla metafora organizzativa della tavola rotonda di re Artù

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Una considerazione a margine: anche quest’immagine è suggestiva ma… c’è un errore concettuale. L’avete individuato?

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Attenzione a non introdurre, nella quotidianità, elementi simbolici contraddittori…

Knowledgesharing

Una comunicazione interna 2.0?

Una possibile risposta dalla metafora organizzativa della tavola rotonda di re Artù

C’era il momento della partecipazione collettiva alla conoscenza e alla presa di decisioni della comunità

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Ma Artù restava sempre il re (il CEO insomma) e quegli altri, nella quotidianità operativa,

tornavano al loro posto di cavalieri

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Insomma siamo nell’era della Knowledge Economy e la RETE ha favorito ed accelerato il

processo di partecipazione degli individui.

Processo che non può non trasferirsi anche nel sistema comunicativo interno ed esterno delle

Aziende

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Il progressivo ma inarrestabile processo di contaminazione traSocial Network e Sistemi comunicativi aziendali deve indurre aripensare il flusso comunicativo interno in termini di modelloinferenziale, perché:

• Le intranet hanno stravolto la mappa del potere informativo/comunicativo nelle Organizzazioni

• Anche il “cliente interno” è un prosumer

• Gli individui non sono masse indistinte ma soggetti riconoscibili (e che vogliono essere riconosciuti)

I flussi della nuova comunicazione interna

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• I flussi comunicativi tendono a non avere un inizio e una fine ma ad essere continuamente rilanciati

• La rete tende a saltare le mediazioni

• È personalizzata: fatta di relazioni, costruita sulle conversazioni

• Facilita la formazione e l’autoformazione

• Partecipa e diffonde l’innovazione locale (e/o di settore)

• …

• …

I flussi della nuova comunicazione interna

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… perché il modello inferenziale

non cancella

ma ingloba il modello trasmissivo e i suoi obiettivi(diffondere direttive, veicolare le decisioni, trasmettere le

novità) ottimizzandolo

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Occorrono però due condizioni:

- che non ci sia soluzione di continuità tra comunicazione interna ed esterna

- che non si rinunci al contributo propositivo che può arrivare da ciascuno, mantenendo aperti i canali di feedback

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I Manager (dirigenti, coordinatori, responsabili di processo…: insomma tutti quelli che hanno la responsabilità di risorse umane, strumentali e finanziarie)

devono:

- avere più fiducia nell’innovazione

locale e in quella prodotta dal basso e, ancora prima, devono imparare a riconoscerla

- chiudere il circuito comunicativo

con i nostri collaboratori; prima delle carte da firmare, ci sono persone da ascoltare

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• liberare le energie e coinvolgere i talenti interni (l’Employer Branding* non è un problema solo del settore privato) perché è molto più pagante che limitarsi ad individuare i “fannulloni”

• imparare a lavorare con circuiti informali e distribuiti (le metastrutture ) che “attraversano” il modello organizzativo formalizzato

I Manager (……) devono:

* E. B. = le politiche delle aziende per trattenere o attrarre i “talenti”

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E i Comunicatori*?

devono:

• sostenere l’innovazione comunicativa ma facendo maturare il contesto ed evitando le fughe in avanti

• ricordare a tutti (e per primi a se stessi) che la tecnologia e i canali di contatto vanno scelti in rapporto al target e ai contenuti da condividere per evitare la sindrome “guzzantiana” dell’aborigeno

• tenere sempre presente che il «come lo comunico»è importante quanto il «cosa comunico»

* Comunicatori: sia i Registi dei flussi comunicativi aziendali, sia gliSpecialisti di area

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Cosa + Come = Comunicazione Efficace

Nella versione italiana, Titolo e Visual non sono altrettanto efficaci

Senza un come non c’è un cosa. I contenuti da soli non vanno da nessuna parte. Per raggiungere i nostri interlocutori devono trovare la veste comunicativa più adatta.

.Non solo per le imprese o per i manager. Ma anche

per voi che non siete ancora dei professionisti della comunicazione, ma

state studiando per diventarlo.

The Content is the KingCerto, ma…

Cosa + Come = Comunicazione Efficace

Una tesi di laurea Magistrale. In tutti i sensi

I LOVEMARKS DEL RUNNING ITALIANO

di Katia Vinciguerra

Grazie per l’attenzioneMarco Stancati

Alla prossima!