Formazione asl sezze

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ROMA 07 OTTOBRE 2014

Prof.ssa Maria Teresa SantacroceSISUS – Società Italiana di Scienze Umane e Sociali

RIFORMA DELL’ISTRUZIONE E

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

L ’Alternanza Scuola-Lavoro è definita nella legge 53/2003 come: “modalità di realizzazione del percorso formativo progettata, attuata e valutata dall’Istituzione Scolastica e Formativa in collaborazione con le imprese, e con le rispettive associazioni di rappresentanza e con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, che assicuri ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro”.

L’art. 1 del decreto legislativo n. 77/2005 disciplina l'alternanza scuola-lavoro e la definisce come una “modalità di realizzazione dei corsi del secondo ciclo, sia nel sistema dei licei sia nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale, per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro”.

Il DPR 15.03.2010, n.89 nell’art. 2 comma 7 indica espressamente che “nell’ambito dei percorsi liceali le istituzioni scolastiche a partire dal secondo biennio stabiliscono, anche d’intesa con le Università, con le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica(...),specifiche modalità per l’approfondimento delle conoscenze, delle abilità e delle competenze richieste per l’accesso ai relativi corsi di studio e per l’inserimento nel mondo del lavoro.

La sfida, in accordo con il Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 77, sta nel ritenere l’Alternanza Scuola-Lavoro una modalità formativa che risponde ai bisogni individuali e che tiene conto dei diversi stili cognitivi.

CHE COSA E’ L’ALTERNANZA

L’alternanza è una modalità formativa che sfrutta gli spazi di flessibilità consentiti dall’autonomia didattica e alla quale si accede per scelta non residuale. Essa non va quindi considerata come un percorso rivolto a fasce deboli o limitato a taluni indirizzi, ma è una metodologia didattica capace di valorizzare le capacità di tutti e pertanto applicabile a tutti gli indirizzi di studio.

CHE COSA E’ L’ALTERNANZA

Nodo cruciale per lo sviluppo dei percorsi in alternanza è la capacità di ridisegnare in termini di competenze il piano di studi ordinario e di identificare in esso quelle che possono efficacemente essere acquisite in ambito aziendale.

Tali competenze devono essere certificate secondo criteri tali da consentirne la riconoscibilità.

CHE COSA E’ L’ALTERNANZA

L’alternanza è una metodologia didattica che si lega all’autonomia didattica. Infatti, l’alternanza scuola lavoro si basa: sull’individuazione dei fabbisogni formativi del soggetto; sulla sostituibilità del tempo passato in azienda a quello scolastico; sul continuo e stretto collegamento tra alternanza e programma didattico.

CHE COSA E’ L’ALTERNANZA

Rispetto alle esperienze tradizionali di stage e tirocinio, l’Alternanza Scuola Lavoro si caratterizza per la sua forte opzione pedagogica, distinguendosi nettamente da quella lavorativa tipica dell’apprendistato.

La realizzazione dell’alternanza presuppone un esercizio di organizzazione in cui il Dirigente scolastico assume un ruolo fondamentale. Egli ha la responsabilità di mettere in atto un impianto che garantisca la fattibilità delle azioni.

A tale scopo, può esperire tutte le possibili occasioni offerte dalla flessibilità organizzativa e didattica, nonché dall’autonomia di ricerca, sviluppo e sperimentazione, attraverso il reperimento delle risorse finanziarie e la valorizzazione delle risorse professionali interne all’istituzione scolastica e nel territorio.

Dirigente scolastico, attivando le sinergie interne e territoriali, interviene strategicamente nelle attività di sviluppo organizzativo e di ricerca, attraverso le seguenti azioni:

Stabilire reti, formalizzate e stabili, di relazioni Reperire fondi Costituire un gruppo di lavoro, integrato (con i

rappresentanti delle imprese), organizzato e responsabile dell’alternanza scuola lavoro.

Organizzare un sistema di monitoraggio Promuovere l’informazione sulle opportunità di un

rapporto scuola-lavoro rivolta agli studenti, alle famiglie e promuovere la formazione degli operatori della scuola e del territorio

Revisionare l’impianto curriculare. Azione coordinata nei Dipartimenti. Il lavoro dei docenti deve svolgersi in collaborazione con i referenti del “mondo del lavoro” e delle professioni. L’aggiornamento del curricolo per competenze va definito tenendo presente l’apporto dei rappresentanti (associazioni, imprese…) dei settori economici di riferimento.

Promuovere la riflessione su nuovi metodi e strumenti di valutazione

Diffondere i risultati.

La scuola, successivamente ad una fase di studio e ricerca sul territorio, dovrebbe individuare le realtà con le quali poter avviare collaborazioni concrete: queste assumeranno sia la forma di accordi ad ampio raggio, a valenza pluriennale per una coprogettazione di percorsi formativi da parte della scuola e del mondo del lavoro, sia di convenzioni operative per la concreta, specifica realizzazione di questi percorsi.

I soggetti del territorio dovrebbero supportare le scuole nel predisporre un’analisi dei fabbisogni professionali richiesti dal territorio e proporre modalità di integrazione realmente efficaci e che non si esauriscano soltanto nell’esperienza di lavoro degli studenti.

La struttura ospitante che riceve gli studenti, ha un ruolo che va oltre la semplice organizzazione dell’esperienza di lavoro: essa diventa portatrice di una cultura del lavoro (fatta di linguaggi, di nuovi apprendimenti, competenze e modelli organizzativi specifici) che non appartiene alla scuola, e quindi aggiunge un valore fondamentale alla progettazione formativa, che solo così diventa integrata.

La progettazione dei percorsi di alternanza scuola lavoro deve considerare sia la dimensione curricolare, sia la dimensione esperienziale, legata a specifiche attività lavorative. Le due dimensioni devono essere integrate in un percorso unitario che miri allo sviluppo di competenze richieste dal profilo educativo, culturale e professionale del corso di studi e spendibili nel mondo del lavoro.

In campo didattico, il concetto di competenza ha una valenza molto forte Se la competenza presuppone l’integrazione di abilità e conoscenze con capacità personali, relazionali, metodologiche è evidente che la didattica non può limitarsi alla trasmissione del sapere e alla sua applicazione “addestrativa”, e l’atteggiamento del docente non può esaurirsi nell’istruire, senza occuparsi dell’educazione delle capacità personali.

LE AZIONI

Fase A Progettazione

Analisi fabbisogni ed elaborazione dati

Scheda progetto Fase B. Sensibilizzazione

Incontri con studenti, docenti, famiglie, imprese Fase C Orientamento Questionario selezione  Graduatoria studenti da pubblicare all’albo

Fase E Percorso di alternanza

Lettera di informazione alla famiglia

docenze interne ed esterne predisposizione

tutor scolastici della bozza

spese allievi di piano finanziario

ricerca aziende/abbinamento alunni (ad opera del consiglio di classe e del tutor)

Patto formativo e dichiarazione di assenso del genitore e dello studente

Registro personale dello studente Convenzione di stage(con il coinvolgimento del

DSGA)

Fase H

Piano finanziario preventivo e consuntivo (con il coinvolgimento del DSGA)

INFORMAZIONE DEL TUTOR AL CONSIGLIO DI CLASSE

SCHEDA DI RILEVAZIONE COMPETENZE TRASVERSALI

Questionario sulle aspettative (facoltativo) Diario di Bordo Scheda di Valutazione dell’attività di Alternanza Questionario di gradimento modulo formazione in

aula Questionario di valutazione tutor aziendale Questionario di gradimento studente

Esempio di certificazione delle competenze

A titolo esemplificativo mostro un modello di monitoraggio del mio Ufficio Scolastico Regionale anche se di qualche anno fa

Monitoraggio USR

Monitoraggio INDIRE (www.indire.it)