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Martedì 18 dicembre 201820

L’I N I Z I AT I VA GIOVEDÌ CENA SPECIALE PER GLI INDIGENTI IN 10 CITTÀ

La «tavola della speranza»Despar a sostegnodella Caritas nel Centro-Sud

l Anche quest’anno il 20 dicem-bre, per la quarta edizione conse-cutiva, Despar Centro-Sud in col-laborazione con le Caritas dioce-sane di 10 Comuni del Mezzogiornoapparecchia una grande tavola peruna cena speciale in onore di quasi4.000 poveri, senza tetto e richie-denti asilo. Abruzzo, Basilicata, Ca-labria, Campania e Puglia sarannounite nel nome della solidarietà. Èl’evento solidale più atteso del Na-tale di Despar Centro-Sud, pensatoper regalare un sorriso a chi è menofortunato. Una grande «Tavola del-la Speranza» unirà giovedì 20 di-cembre sotto il segno della solida-rietà 10 Comuni di Abruzzo, Ba-silicata, Calabria, Campania e Pu-glia, grazie al supporto delle Ca-ritas Diocesane di Trani (Bt), Bar-letta (Bt), Corato, Terlizzi (Ba), Ma-rigliano (Na), Matera, Pescara Co-senza, Vibo Valentia e LameziaTerme. In collaborazione con i re-ferenti parrocchiali dei vari centriin cui Despar opera con la propriainsegna, «La Tavola della Speran-za» unirà circa 4.000 tra poveri, sen-za tetto e richiedenti asilo lontanidal proprio Paese e dai propri cariai quali sarà donata la possibilità disedere ad una grande tavola ap-parecchiata e imbandita per gusta-re una Cena natalizia dal saporespeciale.

«Abbiamo cercato di toccare inquesto mese varie sfaccettaturedella sofferenza che tocca moltepersone nel nostro territorio – spie -ga Pippo Cannillo Presidente e Am-

ministratore Delegato di DesparCentro-Sud. Con questo importan-te evento, giunto alla quarta edi-zione e iniziato quasi per gioco, De-spar Centro-Sud, ha cercato di ri-volgere uno sguardo su uno dei bi-sogni primari: quello alimentare. Ilcibo è una risorsa da non sprecare,ma è anche uno strumento di be-nessere e veicolo di salute».

La metà degli under 34vive ancora con i genitoriLa percentuale sale al 65,8% con la fascia tra i 18 e i 25 anni

Lavoro, politica, reddito, scuola: pochi progressiParità donna-uomo, servono altri 200 anni

L’eguaglianza fra uomini e donne in termini di partecipazione al mondo dellavoro e alla politica, reddito, accesso all’educazione e alle opportunità, miglio-ra di poco nel 2018 su scala globale, dopo un 2017 nero in cui era persino dimi-nuita per la prima volta in un decennio. Ma è un miglioramento quasi impercet-tibile, al punto che, al ritmo attuale, «ci vorranno 108 anni per chiudere il divariodi genere in termini complessivi, e 202 anni prima di conseguire la parità sulposto di lavoro».E’ quanto emerge dal ‘Global Gender Gap Report’ elaborato dal Forum econo-mico mondiale (Wef): ad oggi, il mondo ha chiuso mediamente il 68% del diva-rio di genere (resta un gap del 32%), ma nel 2018 la riduzione è inferiore allo0,1%, grazie a miglioramenti nel ‘gap’ dei redditi e delle opportunità di lavoro.L’Italia si mantiene lontana dai livelli europei, al settantesimo posto, superatada Paesi come le Filippine, Cuba, Burundi o Albania. Ma «migliora drammatica-mente», salendo di 12 posti, avendo ridotto di quasi il 2% il divario relativo aopportunità economiche e partecipazione, oltre a quello relativo alla partecipa -zione e legittimazione politica femminile grazie al maggior numero di parla-mentari donne. Nonostante questi dati confortanti, l’Italia rimane il quarto peg-gior Paese in Europa occidentale in termini di eguaglianza di genere, superan -do solo Grecia, Malta e Cipro. E’ al 116esimo posto (su 149 nel mondo) perquanto riguarda l’accesso alla salute. E 61esima nell’educazione.

l ROMA. Tornano a crescere i «mam-moni» d’Italia: dopo l’inversione di ten-denza registrata nel 2016 (65,8%), nel2017 la percentuale dei giovani tra i 18 e i34 anni che hanno dichiarato di vivereancora a casa con i genitori si è innalzatadi nuovo fino al 66,4%, al livello più altoin Europa dopo Grecia, Croazia e Malta.A diffondere i dati è stato Eurostat chesegnala come nel no-stro Paese sia alta so-prattutto la percentua-le di chi è ancora a casatra i 25 e i 34 anni, lafascia di età nella qua-le si dovrebbe aver ter-minato gli studi e co-minciato a lavorare.Se tra i 18 e i 34 annivive ancora nella casa materna nel no-stro Paese quasi un giovane su tre (50%la media Ue a 28), nella fascia più alta, trai 25 e i 34 anni, non si è ancora eman-cipato il 49,3% dei giovani italiani a fron-te del 30,6% medio in Ue (3,2% in Da-nimarca e 4,7% in Finlandia.

E se in Italia tra i 25 e i 34 anni vive coni genitori quasi un giovane su due lapercentuale è del 14,9% nel Regno Unito,del 13,5% in Francia e del 17,3% in Ger-mania mentre nei paesi del Nord Europasi resta al di sotto o poco sopra il 10%.

A lasciare con difficoltà la casa deigenitori sono soprattutto i giovani ma-

schi: tra i 18 e i 34 anni i giovani italianiche dichiarano di vivere a casa conmamma sono il 72,7% del totale (56,2% inEuropa a 28) contro il 59,8% delle fem-mine nella stessa fascia di età (43,5% inEuropa). Il divario cresce nella fascia trai 25 e i 34 anni con il 57,9% dei maschiitaliani ancora con i genitori (37,7% lamedia Ue, 4,3% in Danimarca) a fronte

del 40,6% delle femmi-ne (23,5% in Europa,1,9% in Danimarca).La percentuale è increscita in Italia so-prattutto per gli uomi-ni (dal 57,2% al 57,9%)mentre per le donnel’aumento è più conte-nuto.

Alla domanda su quale sia la condi-zione personale del giovane che vive an-cora a casa il 26,2% dei cosiddetti «bam-boccioni» tra i 18 e i 34 anni si dichiaraoccupato a tempo pieno (era il 24,6% nel2016, il 37,3% nel 2008) mentre il 5,6% sidichiara occupato part time, il 22,8%disoccupato, il 41,8% studente e il 3,6%inattivo. Se invece si guarda alla fasciatra i 25 e i 34 anni le percentuali chia-ramente cambiano con il 41,8% che sidichiara occupato a tempo pieno, il 7,8%che si dice occupato part time, il 26,9%che si dichiara disoccupato, il 18,8% an-cora studente e il 4,8% inattivo.

IL CASO I CLIENTI SONO CONVINTI DI AVERE ASSICURATO LA PROPRIA AUTO MA NON C’È COPERTURA

Rc Auto, occhio a internetscoperti cento siti-truffa

l ROMA. Hanno nomi ras-sicuranti e che rievocano se-rie e storiche compagnie as-sicurative oppure ne copianodirettamente l’identità ma so-no dei siti internet fake mon-tati da vere e proprie centralidella truffa. Il cliente ignaropensa così di aver assicurato ilproprio veicolo e non solo ci

rimette il denaro ma se vienefermato per un normale con-trollo delle Forze dell’ordinerischia multa e sequestrodell’auto. A tracciare un fe-nomeno in crescita che ha giàraggiunto un giro d’affari di 3milioni di euro e migliaia diveicoli assicurati è l’Ivass,l’istituto di vigilanza delle as-sicurazioni,che per contra-starlo sta mon-tando un’azio -ne di controlloe repressionela quale haportato negli11 mesi del2018 alla sco-perta di 103 sitifalsi.

Infatti dietro denominazio-ni come www.assicuralasubi-to.com, www.assicurazionidi-rect.it o www.easyassicu-ra.com vi sono pagine di in-termediazione web irregolaridietro la quale si nascondonotruffe ai danni dei malcapitaticlienti. La frode può arrivareperaltro anche attraverso i so-cial network, i banner sui mo-tori di ricerca o campagnepromozionali via mail oppureutilizzando il nome di com-pagnie esistenti causando aqueste dei danni di reputa-zione e immagine. E oltre-tutto, rileva l’Ivass, si generauna sfiducia dei clienti verso

lo strumento dell’assicurazio -ne via internet e le forme dipagamento elettronico. Spessoil metodo di pagamento è in-fatti chiesto attraverso il pa-gamento su carte ricaricabili.

Per questo una volta ac-certata l’irregolarià del sito,l’Ivass mette in moto la rete disoggetti (Registro italiano do-

mini, il serviceprovider, ilmotore di ri-cerca) peroscurare ebloccare la pa-gina. Quindichiede allabanca o a Ban-co Posta dibloccare le car-

te usate dai truffatori. E’ una«partita a scacchi» complessaperché chi mette in piedi que-sto tipo di frodi sono vere eproprie centrali del crimine,capaci di rimettere in piedi inbreve tempo un’altra trappolaattraverso nuovi siti, magarisimili nella denominazione.

A cadere nella rete sono unaserie di soggetti magari menoesperti dal punto di vistadell’educazione finanziaria ocon problemi di lingua, im-migrati in primis ma anche, asorpresa, i più giovani. I mil -lenials infatti fanno largo usodi internet ma spesso non han-no adeguata conoscenza deglistrumenti di prevenzione.

I DATI IVASSMolti siti simulanoo imitano l’identità

di importanti marchi

IN CODA ALL’UELa media europea dei«mammoni» è di poco

superiore al 30%l Alla fine dell’ennesimo, este-

nuante dibattito alla Camera deiComuni sulla Brexit, il leader delpartito laburista Jeremy Corbynha presentato una mozione dicensura contro Theresa May.Una mossa sofferta e più morbidarispetto a quella che i media ave-vano anticipato nel primo pome-riggio perché, a differenza di unamozione di sfiducia contro il go-verno, questa misura ad perso-nam non è vincolante. Ha peròun alto valore simbolico e poli-tico poiché giunge dopo l’annun -cio da parte della premier che ilvoto sull’accordo per il divorzioda Bruxelles si terrà non primadel 14 gennaio.

«Torneremo a discuteredell’accordo il 7 gennaio e lo vo-teremo la settimana successiva»,ha messo in chiaro May, che perla seconda volta in pochi giorni èdovuta scendere nella fossa deileoni di Westminster. La premierha spiegato che dopo la pausa na-talizia ci sarà «un adeguato nu-mero» di giorni per il dibattitosull’intesa, quindi ha ribadito ilsuo secco «no» ad un secondo re-ferendum che «tradirebbe la fidu-cia del popolo e spaccherebbe ilpaese in un momento in cui bi-sogna restare uniti».

Sotto il fuoco incrociato di de-putati laburisti e conservatoridissidenti, il primo ministro hapoi provato a rassicurare che il«backstop non sarà mai attivato».I leader europei sono d’accordosu questo punto, ha sottolineatoMay, che sostiene di aver avutogaranzie in proposito anche dalpresidente francese EmmanuelMacron. Per tutta la seduta, comeun mantra, la premier ha ripe-tuto che c’è ancora spazio e tem-po per altri negoziati, mentre po-che ore prima dal portavoce dellaCommissione europea era arriva-to un messaggio opposto. «L’ac -cordo sulla Brexit sul tavolo è ilmigliore e l’unico possibile. Nonlo riapriremo, non sarà rinego-ziato. Non ci saranno altri incon-tri con la Gran Bretagna», avevadetto chiaramente MargaritisSchinas parlando con i cronisti aBruxelles.

Poi è stata la volta di Corbynche, nel suo primo intervento, siè limitato ai consueti attacchicontro la premier («ha gettato laGran Bretagna in una crisi na-zionale») e contro l’esecutivo («ilpiù disorganizzato e caotico nellastoria moderna della Gran Bre-tagna»). Solo alla fine del dibat-tito si è alzato in piedi definendo«inaccettabile» il rinvio del votoa gennaio e annunciando la pre-sentazione della mozione di cen-sura.

ALLA CAMERA

Brexit, la Mayconfermasi voterà dopoil 14 gennaio

ECONOMIA&FINANZAI “mammoni”Giovani (18-34 anni) che vivono a casa con i genitori (dati 2017 in %)

Croazia

Slovacchia

Malta

Grecia

ITALIA

Portogallo

Spagna

Ue-28

Germania

Francia

Regno Unito

Danimarca

Finlandia

0 20 40 60 80 100

73,2

70,9

67,3

67,2

66,4

63,4

61,2

50,0

40,8

36,5

36,5

19,2

18,7

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