E' tempo di bonificare i consorzi di bonifica

Post on 01-Apr-2016

215 views 1 download

description

Il solito carrozzone per trombati.

Transcript of E' tempo di bonificare i consorzi di bonifica

11Varie Velletri, 13 giugno 2012

IniquitaliaQuando lo Stato diventa il “nemico”

Chi bonifica il Consorzio di Bonifica?A proposito di spending review, unalocuzione glamour, che significa chefinalmente anche lo Stato –Esattore hacapito (almeno vorrebbe darlo ad inten-dere) di aver esagerato con il foraggia-mento a fondo perduto, con i soldi deicittadini, di enti parassitari, non possia-mo non menzionare i Consorzi diBonifica disseminati lungo tutta l’Italiache, purtroppo, hanno da tempo tradi-to la loro vera vocazione, per diventaredegli inutili quanto pesanti, per i con-tribuenti, carrozzoni politici.Dobbiamo premettere che noi siamopienamente convinti della necessità diun Ente Regionale preposto al control-lo della struttura idrogeologica del terri-torio: i frequenti “disastri naturali”dimostrano come in Italia poco si facciae molto ci sia da fare, per prevenirefrane, smottamenti, alluvioni ed, ora,anche terremoti e, soprattutto, per unarazionalizzazione dell’uso delle acqueirrigue. Così come sia necessaria unaseria programmazione per lo sfrutta-mento integrale delle risorse idriche perun migliore approvvigionamento delcomparto agricolo. Ciò, a maggiorragione, in vista dello sviluppo delpiano agricolo europeo che prevede, aifini del finanziamento dei piani diristrutturazione della rete idrica, unapercentuale di risparmio superiore al25%: cosa ottenibile, dalle imprese agri-cole, solo ed esclusivamente consorzian-dosi. Oggi, purtroppo, la realtà ci pre-senta dei Consorzi di Bonifica, pratica-mente immobili e nello stesso temposempre più voraci. I cittadini – contadi-ni, allo stremo, hanno dato vita, non daora, a vere e proprie sollevazioni dimassa, rifiutandosi di sottostareall’imposizione di queste gabellemedioevali. I risultati non hanno, tutta-via, nemmeno lontanamente eguagliatoquelli della “primavera araba”. Anzi,con il “concorso esterno” della magi-stratura tributaria, i Consorzi hannoricevuto manforte e hanno con nuovovigore ricominciato a taglieggiare i con-tadini. Ma andiamo con ordine. Percapire, bisogna sapere, innanzitutto,che i “contributi” si distinguono dalleimposte e dalle tasse per essere dei “pre-levamenti coattivi di ricchezza” dai cit-tadini che ricevono vantaggi specifici daun’opera di pubblica utilità. Nel nostrocaso il Contributo di Bonifica deve(dovrebbe) essere applicato (solo) a tuttii cittadini che traggono beneficio dagliinterventi del Consorzio (e) non indi-scriminatamente a tutti gli abitanti delterritorio. La legge, peraltro, è chiara,in proposito e prevede che “i proprieta-ri dei beni situati entro il perimetro delcomprensorio sono obbligati a contri-buire alla spesa necessaria perl’esecuzione, la manutenzione el’esercizio delle opere in ragione delbeneficio che traggono dalla bonifica”(combinato disposto dell’art. 1 del RD13/02/1933 n. 215 e dell’art.. 860 c.c.)(sottolineatura nostra, ndr). In sostanzasi instaura, tra il cittadino ed ilConsorzio un rapporto, che potremmodefinire di tipo privatistico, nel sensoche si concorda sul fatto che ilConsorzio provveda al controllo del ter-ritorio, intervenendo con opere di rilie-vo idrogeologico, e coloro che traggono

beneficio da questo intervento, paghino,appunto, un “contributo” a titolo di rim-borso volontario. Tutto chiaro, dunque?Non proprio. Spalleggiati, come detto, daalcune sentenze della Corte diCassazione, emesse in contrasto con altredella stessa Corte, i Consorzi si sono sen-titi autorizzati all’emissione a tappeto diavvisi di contribuzione, ai quali fa seguitoimmediatamente l’iscrizione nei ruoli diriscossione (la cartelle del Concessionariodella Riscossione, appunto: Iniquitalia).Ed ecco che, per autoalimentarsi, ilConsorzio si erge al rango di soggetto conpotestà tributaria al pari dello Stato edelle Regioni trasformando la contribu-zione consortile in un vero e proprio tri-buto, anche nei confronti di cittadini nonconsociati né convenzionati, pretenden-do di esercitare un potere impositivototalmente assimilabile a quello fiscaleche, invece, non gli spetta perchél’imposizione contributiva riconosciutagliè solo finalizzata al recupero delle spesesostenute per le opere di bonifica secondopiani di intervento e criteri di ripartizionepro-quota (perimetrazione di contri-buenza, piani di classifica, ecc.).“Il beneficio di bonifica è – ex art.23 dellaCostituzione – l'elemento costitutivo del-l'obbligo contributivo, oltre che il criterioper la ripartizione dell'onere. Dunque gliatti amministrativi di delimitazione delcomprensorio e di individuazione deglioneri debbono attenersi a questi fonda-mentali principi, e rientra nella giurisdi-zione del giudice tributario verificarne laosservanza, ove a ciò sia adeguatamentesollecitato dalla parte contribuente. Perl’applicazione del contributo di bonificanecessita una razionale individuazionedell'area dei beneficiari e della maggiore ominore incidenza dei benefici: può acca-dere che talune opere producano riflessipositivi solo su una parte dei consorziati esu essi soli debbano dunque ricadere irelativi oneri”. Tranquilli: non sono paro-le mie o di un “grillino”, sono parole pro-nunciate, nella sua alta funzione nomofi-lattica, dalla Suprema Corte diCassazione (Sez. Unite civ., 12 giugno2007, n. 16428 e confermate nella esau-stiva e sistematica pronuncia del24.2.2012, n.2825). Eppure sono vera-mente poche le pronunce delleCommissioni Tributarie favorevoli aicontribuenti anche quando è chiaramen-te dimostrato che coloro che hanno rice-vuto la cartella per il pagamento del con-tributo, non sono stati, nemmeno margi-nalmente, toccati dai “benefici” delleopere del Consorzio: alla faccia dellanomofilachia! Il trucco sta nel considera-re la mancata impugnazione, da parte delcittadino, dell’inclusione del proprio ter-reno nel “perimetro di contribuenza” (ditutti indistintamente i proprietari dei ter-reni del territorio) e del “piano di classifi-ca” (cioè, sostanzialmente, quanto ognu-no deve pagare), come elemento perl’”inversione dell’onere della prova”, percui non è più il Consorzio a dover prova-re che il terreno, oggetto del balzello, hatratto dei benefici, ma dovrà essere il con-tadino o l’imprenditore agricolo stesso adimostrare che nessun intervento è statofatto dal Consorzio a suo vantaggio. Unavera e propria probatio diabolica.

Avv. Ascenzio La Roccaavvocatoascenziolarocca@virgilio.it

P.S.: si invitano i lettori a sottoporre casi personalial nostro giornale. Nei limiti del possibile l ’avv.Ascenzio La Rocca risponderà ai vostri quesiti.

Riceviamo e pubblichiamo dall’assessore AndreozziLe normative riguardanti i lavori di intervento

su perdite e ripristino del manto stradaleCon la presente si portano alla vostraattenzione alcune criticità contrat-tuali rispetto quanto scritto sullenormative tecniche in allegato allaconvezione in essere. In particolare sifa riferimento al capitolo riguardantei lavori di intervento su perdite eripristino manto stradale.Nella fattispecie si denuncia 1) la completa assenza di nor-male monitoraggio del territorio conconseguenti segnalazioni di perditelungo le strade effettuate la maggiorparte delle volte con fax comunalialla sede operativa e da chiamate dicittadini al numero verde.2) Il continuo ritardo negliinterventi di riparazione con tempi-stica che sfiora la maggior parte dellevolte le 140 ore, nonostante i conti-nui solleciti da parte dell’ufficiocomunale come possono dimostrarei fax inviati presso la sede operativa.3) L’inadempienza contrat-tuale nel ripristinare a regola d’arte ilmanto stradale su cui si è intervenu-ti in ritardo , vedi casi di Via leCorti, via Paganico, via Piazza diMario, via Vecchia Napoli, Via SanNicola, via dei 5 archi dove, le con-tinue perdite non riparate nei tempicontrattuali , hanno deteriorato cen-tinaia di metri di asfalto.Si fa altresì presente che continuanoad esserci criticità contrattualiriguardo la qualità dell’acqua distri-buita all’utenza in alcune zone dellacittà. Viene segnalata allo scriventeacqua torbida e con materiale insospensione nelle zone di via SalvoD’acquisto/via Ponte di Ferro, viaAcquavivola, Via colle Ottone /viaCinelli, Via dei Lauri/San salvatore/piazza Pagnoncelli.

Continuano ad esserci criticità con-trattuali nei mancati lavori straordi-nari da effettuare. In particolare sicitano la situazione di via ColleCaldara, dove da circa due anni ilfondamentale servizio viene fornitoai residenti con autobotti e in viaGramsci, dove le famiglie Toschi eCerasti sono senza approvvigiona-mento da circa due mesi.Le criticità contrattuali si evidenzia-no nei continui regimi di turnazione(in tutti i periodi dell’anno) o vera epropria assenza del servizio nellezone del centro storico, con maggiorfrequenza nella parte a sud della città(piazza Mazzini e zone limitrofe).Continuano ad esserci valori in dero-ga per gli elementi chimici arsenico efluoro, alcuni dati ci sono statisegnalati dalla ASL competente, invarie zone della città. Ritardonell’inizio dei lavori straordinariprevisti per la potabilizzazione delpozzo di Le Corti e dei pozzi diMarmi 1 e Marmi 2, a soli sei mesidi distanza dal termine ultimo delladeroga.

Si evidenziano criticità contrattualinelle mancate pubblicazioni dimanifesti e materiale divulgativo dainviare alla cittadinanza in merito atale problema; si segnala il mancatorispetto dei tempi di diffusione deidati delle analisi effettuate sul terri-torio che giungono alla nostra visio-ne soltanto due volte l’anno, conriferimenti temporali di molti mesiindietro; valori di analisi chimicheinviate alla nostra attenzione inmaniera anonima su fogli privi diintestazione.Si evidenziano criticità contrattualinella mancata pubblicizzazioneall’utenza degli avvisi preventiviriguardanti la sospensione del servi-zio. In considerazione di tali argo-mentazioni si invita pertanto la STOAto 2 ad intervenire celermente pres-so il gestore ammonendolo e richia-mandolo ai doveri contrattua-li,prevedendo altresì appropriatesanzioni amministrative ed economi-che.

L’assessore ai rapporti con ACEASergio Andreozzi

Attuale PrgSovradimensionato rispetto alle esigenze

abitative e di sviluppo commercialeNel precedente comunicato abbia-mo dimostrato come l’attuale PRGsia sovradimensionato rispetto alleattuali esigenze abitative e di svi-luppo commerciale. Prendendoinfatti in analisi la proiezione che ilPiano faceva al 2010 (ben 74.349abitanti !) contro gli attuali(53.000 circa), arriviamo ad unastima maggiorata del 40%. Il tuttolo dobbiamo quindi trasformare inmetri cubi di cemento e possiamoperciò affermare che il PianoRegolatore approvato ha circa il40% di metri cubi di cemento inpiù. Nel merito dei calcoli, ripe-tendo che Piano Casa e Accordo diProgramma sono due misure urba-nistiche di carattere straordinarioed in virtù di tale loro straordina-rietà non si possono in alcun modosommare tra loro, dobbiamo anda-re a leggere le cifre e vedere se qual-cuno ha dato i numeri sbagliati.Consideriamo valida l’ipotesi diadottare il cosiddetto Piano Casa.Tale misura si applicherebbe solosulla volumetria esistente e non suquella virtuale ovvero sui 27.073mc attuali che, aumentati del 75%

arriverebbero a 47.378 mc. Nelcaso invece di applicazione delPRG i metri cubi a disposizionesarebbero leggermente inferioriovvero 44.573 ma aumentabili conl’accordo di programma fino a55.178 mc. Il cosiddetto “OBIET-TIVO NON TRASCURABILE”sbandierato da S.E.L. di aver sven-tato un ulteriore aumento di cuba-tura fino ad arrivare a 76.000 metricubi è perciò evidentemente errato.A tutto ciò, rimanendo sempre nelmerito delle cifre e dell’urbanistica,dobbiamo considerare l’area che hauna superficie di 18.724 metri

quadrati insufficienti quindi agliattuali standard urbanistici. Il tom-bamento della ferrovia diventaquindi strumentale a tale esigenzaaumentandone l’area a tutto bene-ficio perciò del privato. Anche inquesto caso dietro le cifre inesattesi vuole nascondere altro ovvero larealizzazione dell’aumento dellacubatura che, altrimenti, nonpotrebbe essere realizzata attraversoil famoso accordo di programma.Oggi come ieri possiamo affermareche lo scellerato e distruttivo PianoRegolatore è stato proposto e fattoapprovare dal centro destra e passi-vamente accettato dal centro sini-stra.Niente sconti e pregiudizi, né pas-seggiate con cattive compagniedunque. Da La Spinosa e la Retedei Beni Comuni “RaffaeleMarchetti”, qualche numero giustoe l’impegno continuo di dare leesatte informazioni ai cittadininella convinzione che lo sviluppodi Velletri non può e non deveessere solo nel cemento.

Rete Beni Comuni "Raffaele Marchetti"

Sergio Andreozzi