E' tempo di bonificare i consorzi di bonifica

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11 Varie Velletri, 13 giugno 2012 Iniquitalia Quando lo Stato diventa il “nemico” Chi bonifica il Consorzio di Bonifica? A proposito di spending review, una locuzione glamour, che significa che finalmente anche lo Stato –Esattore ha capito (almeno vorrebbe darlo ad inten- dere) di aver esagerato con il foraggia- mento a fondo perduto, con i soldi dei cittadini, di enti parassitari, non possia- mo non menzionare i Consorzi di Bonifica disseminati lungo tutta l’Italia che, purtroppo, hanno da tempo tradi- to la loro vera vocazione, per diventare degli inutili quanto pesanti, per i con- tribuenti, carrozzoni politici. Dobbiamo premettere che noi siamo pienamente convinti della necessità di un Ente Regionale preposto al control- lo della struttura idrogeologica del terri- torio: i frequenti “disastri naturali” dimostrano come in Italia poco si faccia e molto ci sia da fare, per prevenire frane, smottamenti, alluvioni ed, ora, anche terremoti e, soprattutto, per una razionalizzazione dell’uso delle acque irrigue. Così come sia necessaria una seria programmazione per lo sfrutta- mento integrale delle risorse idriche per un migliore approvvigionamento del comparto agricolo. Ciò, a maggior ragione, in vista dello sviluppo del piano agricolo europeo che prevede, ai fini del finanziamento dei piani di ristrutturazione della rete idrica, una percentuale di risparmio superiore al 25%: cosa ottenibile, dalle imprese agri- cole, solo ed esclusivamente consorzian- dosi. Oggi, purtroppo, la realtà ci pre- senta dei Consorzi di Bonifica, pratica- mente immobili e nello stesso tempo sempre più voraci. I cittadini – contadi- ni, allo stremo, hanno dato vita, non da ora, a vere e proprie sollevazioni di massa, rifiutandosi di sottostare all’imposizione di queste gabelle medioevali. I risultati non hanno, tutta- via, nemmeno lontanamente eguagliato quelli della “primavera araba”. Anzi, con il “concorso esterno” della magi- stratura tributaria, i Consorzi hanno ricevuto manforte e hanno con nuovo vigore ricominciato a taglieggiare i con- tadini. Ma andiamo con ordine. Per capire, bisogna sapere, innanzitutto, che i “contributi” si distinguono dalle imposte e dalle tasse per essere dei “pre- levamenti coattivi di ricchezza” dai cit- tadini che ricevono vantaggi specifici da un’opera di pubblica utilità. Nel nostro caso il Contributo di Bonifica deve (dovrebbe) essere applicato (solo) a tutti i cittadini che traggono beneficio dagli interventi del Consorzio (e) non indi- scriminatamente a tutti gli abitanti del territorio. La legge, peraltro, è chiara, in proposito e prevede che “i proprieta- ri dei beni situati entro il perimetro del comprensorio sono obbligati a contri- buire alla spesa necessaria per l’esecuzione, la manutenzione e l’esercizio delle opere in ragione del beneficio che traggono dalla bonifica” (combinato disposto dell’art. 1 del RD 13/02/1933 n. 215 e dell’art.. 860 c.c.) (sottolineatura nostra, ndr). In sostanza si instaura, tra il cittadino ed il Consorzio un rapporto, che potremmo definire di tipo privatistico, nel senso che si concorda sul fatto che il Consorzio provveda al controllo del ter- ritorio, intervenendo con opere di rilie- vo idrogeologico, e coloro che traggono beneficio da questo intervento, paghino, appunto, un “contributo” a titolo di rim- borso volontario. Tutto chiaro, dunque? Non proprio. Spalleggiati, come detto, da alcune sentenze della Corte di Cassazione, emesse in contrasto con altre della stessa Corte, i Consorzi si sono sen- titi autorizzati all’emissione a tappeto di avvisi di contribuzione, ai quali fa seguito immediatamente l’iscrizione nei ruoli di riscossione (la cartelle del Concessionario della Riscossione, appunto: Iniquitalia). Ed ecco che, per autoalimentarsi, il Consorzio si erge al rango di soggetto con potestà tributaria al pari dello Stato e delle Regioni trasformando la contribu- zione consortile in un vero e proprio tri- buto, anche nei confronti di cittadini non consociati né convenzionati, pretenden- do di esercitare un potere impositivo totalmente assimilabile a quello fiscale che, invece, non gli spetta perché l’imposizione contributiva riconosciutagli è solo finalizzata al recupero delle spese sostenute per le opere di bonifica secondo piani di intervento e criteri di ripartizione pro-quota (perimetrazione di contri- buenza, piani di classifica, ecc.). “Il beneficio di bonifica è – ex art.23 della Costituzione – l'elemento costitutivo del- l'obbligo contributivo, oltre che il criterio per la ripartizione dell'onere. Dunque gli atti amministrativi di delimitazione del comprensorio e di individuazione degli oneri debbono attenersi a questi fonda- mentali principi, e rientra nella giurisdi- zione del giudice tributario verificarne la osservanza, ove a ciò sia adeguatamente sollecitato dalla parte contribuente. Per l’applicazione del contributo di bonifica necessita una razionale individuazione dell'area dei beneficiari e della maggiore o minore incidenza dei benefici: può acca- dere che talune opere producano riflessi positivi solo su una parte dei consorziati e su essi soli debbano dunque ricadere i relativi oneri”. Tranquilli: non sono paro- le mie o di un “grillino”, sono parole pro- nunciate, nella sua alta funzione nomofi- lattica, dalla Suprema Corte di Cassazione (Sez. Unite civ., 12 giugno 2007, n. 16428 e confermate nella esau- stiva e sistematica pronuncia del 24.2.2012, n.2825). Eppure sono vera- mente poche le pronunce delle Commissioni Tributarie favorevoli ai contribuenti anche quando è chiaramen- te dimostrato che coloro che hanno rice- vuto la cartella per il pagamento del con- tributo, non sono stati, nemmeno margi- nalmente, toccati dai “benefici” delle opere del Consorzio: alla faccia della nomofilachia! Il trucco sta nel considera- re la mancata impugnazione, da parte del cittadino, dell’inclusione del proprio ter- reno nel “perimetro di contribuenza” (di tutti indistintamente i proprietari dei ter- reni del territorio) e del “piano di classifi- ca” (cioè, sostanzialmente, quanto ognu- no deve pagare), come elemento per l’”inversione dell’onere della prova”, per cui non è più il Consorzio a dover prova- re che il terreno, oggetto del balzello, ha tratto dei benefici, ma dovrà essere il con- tadino o l’imprenditore agricolo stesso a dimostrare che nessun intervento è stato fatto dal Consorzio a suo vantaggio. Una vera e propria probatio diabolica. Avv. Ascenzio La Rocca [email protected] P.S.: si invitano i lettori a sottoporre casi personali al nostro giornale. Nei limiti del possibile l’avv. Ascenzio La Rocca risponderà ai vostri quesiti. Riceviamo e pubblichiamo dall’assessore Andreozzi Le normative riguardanti i lavori di intervento su perdite e ripristino del manto stradale Con la presente si portano alla vostra attenzione alcune criticità contrat- tuali rispetto quanto scritto sulle normative tecniche in allegato alla convezione in essere. In particolare si fa riferimento al capitolo riguardante i lavori di intervento su perdite e ripristino manto stradale. Nella fattispecie si denuncia 1) la completa assenza di nor- male monitoraggio del territorio con conseguenti segnalazioni di perdite lungo le strade effettuate la maggior parte delle volte con fax comunali alla sede operativa e da chiamate di cittadini al numero verde. 2) Il continuo ritardo negli interventi di riparazione con tempi- stica che sfiora la maggior parte delle volte le 140 ore, nonostante i conti- nui solleciti da parte dell’ufficio comunale come possono dimostrare i fax inviati presso la sede operativa. 3) L’inadempienza contrat- tuale nel ripristinare a regola d’arte il manto stradale su cui si è intervenu- ti in ritardo , vedi casi di Via le Corti, via Paganico, via Piazza di Mario, via Vecchia Napoli, Via San Nicola, via dei 5 archi dove, le con- tinue perdite non riparate nei tempi contrattuali , hanno deteriorato cen- tinaia di metri di asfalto. Si fa altresì presente che continuano ad esserci criticità contrattuali riguardo la qualità dell’acqua distri- buita all’utenza in alcune zone della città. Viene segnalata allo scrivente acqua torbida e con materiale in sospensione nelle zone di via Salvo D’acquisto/via Ponte di Ferro, via Acquavivola, Via colle Ottone /via Cinelli, Via dei Lauri/San salvatore/ piazza Pagnoncelli. Continuano ad esserci criticità con- trattuali nei mancati lavori straordi- nari da effettuare. In particolare si citano la situazione di via Colle Caldara, dove da circa due anni il fondamentale servizio viene fornito ai residenti con autobotti e in via Gramsci, dove le famiglie Toschi e Cerasti sono senza approvvigiona- mento da circa due mesi. Le criticità contrattuali si evidenzia- no nei continui regimi di turnazione (in tutti i periodi dell’anno) o vera e propria assenza del servizio nelle zone del centro storico, con maggior frequenza nella parte a sud della città (piazza Mazzini e zone limitrofe). Continuano ad esserci valori in dero- ga per gli elementi chimici arsenico e fluoro, alcuni dati ci sono stati segnalati dalla ASL competente, in varie zone della città. Ritardo nell’inizio dei lavori straordinari previsti per la potabilizzazione del pozzo di Le Corti e dei pozzi di Marmi 1 e Marmi 2, a soli sei mesi di distanza dal termine ultimo della deroga. Si evidenziano criticità contrattuali nelle mancate pubblicazioni di manifesti e materiale divulgativo da inviare alla cittadinanza in merito a tale problema; si segnala il mancato rispetto dei tempi di diffusione dei dati delle analisi effettuate sul terri- torio che giungono alla nostra visio- ne soltanto due volte l’anno, con riferimenti temporali di molti mesi indietro; valori di analisi chimiche inviate alla nostra attenzione in maniera anonima su fogli privi di intestazione. Si evidenziano criticità contrattuali nella mancata pubblicizzazione all’utenza degli avvisi preventivi riguardanti la sospensione del servi- zio. In considerazione di tali argo- mentazioni si invita pertanto la STO Ato 2 ad intervenire celermente pres- so il gestore ammonendolo e richia- mandolo ai doveri contrattua- li,prevedendo altresì appropriate sanzioni amministrative ed economi- che. L’assessore ai rapporti con ACEA Sergio Andreozzi Attuale Prg Sovradimensionato rispetto alle esigenze abitative e di sviluppo commerciale Nel precedente comunicato abbia- mo dimostrato come l’attuale PRG sia sovradimensionato rispetto alle attuali esigenze abitative e di svi- luppo commerciale. Prendendo infatti in analisi la proiezione che il Piano faceva al 2010 (ben 74.349 abitanti !) contro gli attuali (53.000 circa), arriviamo ad una stima maggiorata del 40%. Il tutto lo dobbiamo quindi trasformare in metri cubi di cemento e possiamo perciò affermare che il Piano Regolatore approvato ha circa il 40% di metri cubi di cemento in più. Nel merito dei calcoli, ripe- tendo che Piano Casa e Accordo di Programma sono due misure urba- nistiche di carattere straordinario ed in virtù di tale loro straordina- rietà non si possono in alcun modo sommare tra loro, dobbiamo anda- re a leggere le cifre e vedere se qual- cuno ha dato i numeri sbagliati. Consideriamo valida l’ipotesi di adottare il cosiddetto Piano Casa. Tale misura si applicherebbe solo sulla volumetria esistente e non su quella virtuale ovvero sui 27.073 mc attuali che, aumentati del 75% arriverebbero a 47.378 mc. Nel caso invece di applicazione del PRG i metri cubi a disposizione sarebbero leggermente inferiori ovvero 44.573 ma aumentabili con l’accordo di programma fino a 55.178 mc. Il cosiddetto “OBIET- TIVO NON TRASCURABILE” sbandierato da S.E.L. di aver sven- tato un ulteriore aumento di cuba- tura fino ad arrivare a 76.000 metri cubi è perciò evidentemente errato. A tutto ciò, rimanendo sempre nel merito delle cifre e dell’urbanistica, dobbiamo considerare l’area che ha una superficie di 18.724 metri quadrati insufficienti quindi agli attuali standard urbanistici. Il tom- bamento della ferrovia diventa quindi strumentale a tale esigenza aumentandone l’area a tutto bene- ficio perciò del privato. Anche in questo caso dietro le cifre inesatte si vuole nascondere altro ovvero la realizzazione dell’aumento della cubatura che, altrimenti, non potrebbe essere realizzata attraverso il famoso accordo di programma. Oggi come ieri possiamo affermare che lo scellerato e distruttivo Piano Regolatore è stato proposto e fatto approvare dal centro destra e passi- vamente accettato dal centro sini- stra. Niente sconti e pregiudizi, né pas- seggiate con cattive compagnie dunque. Da La Spinosa e la Rete dei Beni Comuni “Raffaele Marchetti”, qualche numero giusto e l’impegno continuo di dare le esatte informazioni ai cittadini nella convinzione che lo sviluppo di Velletri non può e non deve essere solo nel cemento. Rete Beni Comuni "Raffaele Marchetti" Sergio Andreozzi

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Il solito carrozzone per trombati.

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11Varie Velletri, 13 giugno 2012

IniquitaliaQuando lo Stato diventa il “nemico”

Chi bonifica il Consorzio di Bonifica?A proposito di spending review, unalocuzione glamour, che significa chefinalmente anche lo Stato –Esattore hacapito (almeno vorrebbe darlo ad inten-dere) di aver esagerato con il foraggia-mento a fondo perduto, con i soldi deicittadini, di enti parassitari, non possia-mo non menzionare i Consorzi diBonifica disseminati lungo tutta l’Italiache, purtroppo, hanno da tempo tradi-to la loro vera vocazione, per diventaredegli inutili quanto pesanti, per i con-tribuenti, carrozzoni politici.Dobbiamo premettere che noi siamopienamente convinti della necessità diun Ente Regionale preposto al control-lo della struttura idrogeologica del terri-torio: i frequenti “disastri naturali”dimostrano come in Italia poco si facciae molto ci sia da fare, per prevenirefrane, smottamenti, alluvioni ed, ora,anche terremoti e, soprattutto, per unarazionalizzazione dell’uso delle acqueirrigue. Così come sia necessaria unaseria programmazione per lo sfrutta-mento integrale delle risorse idriche perun migliore approvvigionamento delcomparto agricolo. Ciò, a maggiorragione, in vista dello sviluppo delpiano agricolo europeo che prevede, aifini del finanziamento dei piani diristrutturazione della rete idrica, unapercentuale di risparmio superiore al25%: cosa ottenibile, dalle imprese agri-cole, solo ed esclusivamente consorzian-dosi. Oggi, purtroppo, la realtà ci pre-senta dei Consorzi di Bonifica, pratica-mente immobili e nello stesso temposempre più voraci. I cittadini – contadi-ni, allo stremo, hanno dato vita, non daora, a vere e proprie sollevazioni dimassa, rifiutandosi di sottostareall’imposizione di queste gabellemedioevali. I risultati non hanno, tutta-via, nemmeno lontanamente eguagliatoquelli della “primavera araba”. Anzi,con il “concorso esterno” della magi-stratura tributaria, i Consorzi hannoricevuto manforte e hanno con nuovovigore ricominciato a taglieggiare i con-tadini. Ma andiamo con ordine. Percapire, bisogna sapere, innanzitutto,che i “contributi” si distinguono dalleimposte e dalle tasse per essere dei “pre-levamenti coattivi di ricchezza” dai cit-tadini che ricevono vantaggi specifici daun’opera di pubblica utilità. Nel nostrocaso il Contributo di Bonifica deve(dovrebbe) essere applicato (solo) a tuttii cittadini che traggono beneficio dagliinterventi del Consorzio (e) non indi-scriminatamente a tutti gli abitanti delterritorio. La legge, peraltro, è chiara,in proposito e prevede che “i proprieta-ri dei beni situati entro il perimetro delcomprensorio sono obbligati a contri-buire alla spesa necessaria perl’esecuzione, la manutenzione el’esercizio delle opere in ragione delbeneficio che traggono dalla bonifica”(combinato disposto dell’art. 1 del RD13/02/1933 n. 215 e dell’art.. 860 c.c.)(sottolineatura nostra, ndr). In sostanzasi instaura, tra il cittadino ed ilConsorzio un rapporto, che potremmodefinire di tipo privatistico, nel sensoche si concorda sul fatto che ilConsorzio provveda al controllo del ter-ritorio, intervenendo con opere di rilie-vo idrogeologico, e coloro che traggono

beneficio da questo intervento, paghino,appunto, un “contributo” a titolo di rim-borso volontario. Tutto chiaro, dunque?Non proprio. Spalleggiati, come detto, daalcune sentenze della Corte diCassazione, emesse in contrasto con altredella stessa Corte, i Consorzi si sono sen-titi autorizzati all’emissione a tappeto diavvisi di contribuzione, ai quali fa seguitoimmediatamente l’iscrizione nei ruoli diriscossione (la cartelle del Concessionariodella Riscossione, appunto: Iniquitalia).Ed ecco che, per autoalimentarsi, ilConsorzio si erge al rango di soggetto conpotestà tributaria al pari dello Stato edelle Regioni trasformando la contribu-zione consortile in un vero e proprio tri-buto, anche nei confronti di cittadini nonconsociati né convenzionati, pretenden-do di esercitare un potere impositivototalmente assimilabile a quello fiscaleche, invece, non gli spetta perchél’imposizione contributiva riconosciutagliè solo finalizzata al recupero delle spesesostenute per le opere di bonifica secondopiani di intervento e criteri di ripartizionepro-quota (perimetrazione di contri-buenza, piani di classifica, ecc.).“Il beneficio di bonifica è – ex art.23 dellaCostituzione – l'elemento costitutivo del-l'obbligo contributivo, oltre che il criterioper la ripartizione dell'onere. Dunque gliatti amministrativi di delimitazione delcomprensorio e di individuazione deglioneri debbono attenersi a questi fonda-mentali principi, e rientra nella giurisdi-zione del giudice tributario verificarne laosservanza, ove a ciò sia adeguatamentesollecitato dalla parte contribuente. Perl’applicazione del contributo di bonificanecessita una razionale individuazionedell'area dei beneficiari e della maggiore ominore incidenza dei benefici: può acca-dere che talune opere producano riflessipositivi solo su una parte dei consorziati esu essi soli debbano dunque ricadere irelativi oneri”. Tranquilli: non sono paro-le mie o di un “grillino”, sono parole pro-nunciate, nella sua alta funzione nomofi-lattica, dalla Suprema Corte diCassazione (Sez. Unite civ., 12 giugno2007, n. 16428 e confermate nella esau-stiva e sistematica pronuncia del24.2.2012, n.2825). Eppure sono vera-mente poche le pronunce delleCommissioni Tributarie favorevoli aicontribuenti anche quando è chiaramen-te dimostrato che coloro che hanno rice-vuto la cartella per il pagamento del con-tributo, non sono stati, nemmeno margi-nalmente, toccati dai “benefici” delleopere del Consorzio: alla faccia dellanomofilachia! Il trucco sta nel considera-re la mancata impugnazione, da parte delcittadino, dell’inclusione del proprio ter-reno nel “perimetro di contribuenza” (ditutti indistintamente i proprietari dei ter-reni del territorio) e del “piano di classifi-ca” (cioè, sostanzialmente, quanto ognu-no deve pagare), come elemento perl’”inversione dell’onere della prova”, percui non è più il Consorzio a dover prova-re che il terreno, oggetto del balzello, hatratto dei benefici, ma dovrà essere il con-tadino o l’imprenditore agricolo stesso adimostrare che nessun intervento è statofatto dal Consorzio a suo vantaggio. Unavera e propria probatio diabolica.

Avv. Ascenzio La [email protected]

P.S.: si invitano i lettori a sottoporre casi personalial nostro giornale. Nei limiti del possibile l ’avv.Ascenzio La Rocca risponderà ai vostri quesiti.

Riceviamo e pubblichiamo dall’assessore AndreozziLe normative riguardanti i lavori di intervento

su perdite e ripristino del manto stradaleCon la presente si portano alla vostraattenzione alcune criticità contrat-tuali rispetto quanto scritto sullenormative tecniche in allegato allaconvezione in essere. In particolare sifa riferimento al capitolo riguardantei lavori di intervento su perdite eripristino manto stradale.Nella fattispecie si denuncia 1) la completa assenza di nor-male monitoraggio del territorio conconseguenti segnalazioni di perditelungo le strade effettuate la maggiorparte delle volte con fax comunalialla sede operativa e da chiamate dicittadini al numero verde.2) Il continuo ritardo negliinterventi di riparazione con tempi-stica che sfiora la maggior parte dellevolte le 140 ore, nonostante i conti-nui solleciti da parte dell’ufficiocomunale come possono dimostrarei fax inviati presso la sede operativa.3) L’inadempienza contrat-tuale nel ripristinare a regola d’arte ilmanto stradale su cui si è intervenu-ti in ritardo , vedi casi di Via leCorti, via Paganico, via Piazza diMario, via Vecchia Napoli, Via SanNicola, via dei 5 archi dove, le con-tinue perdite non riparate nei tempicontrattuali , hanno deteriorato cen-tinaia di metri di asfalto.Si fa altresì presente che continuanoad esserci criticità contrattualiriguardo la qualità dell’acqua distri-buita all’utenza in alcune zone dellacittà. Viene segnalata allo scriventeacqua torbida e con materiale insospensione nelle zone di via SalvoD’acquisto/via Ponte di Ferro, viaAcquavivola, Via colle Ottone /viaCinelli, Via dei Lauri/San salvatore/piazza Pagnoncelli.

Continuano ad esserci criticità con-trattuali nei mancati lavori straordi-nari da effettuare. In particolare sicitano la situazione di via ColleCaldara, dove da circa due anni ilfondamentale servizio viene fornitoai residenti con autobotti e in viaGramsci, dove le famiglie Toschi eCerasti sono senza approvvigiona-mento da circa due mesi.Le criticità contrattuali si evidenzia-no nei continui regimi di turnazione(in tutti i periodi dell’anno) o vera epropria assenza del servizio nellezone del centro storico, con maggiorfrequenza nella parte a sud della città(piazza Mazzini e zone limitrofe).Continuano ad esserci valori in dero-ga per gli elementi chimici arsenico efluoro, alcuni dati ci sono statisegnalati dalla ASL competente, invarie zone della città. Ritardonell’inizio dei lavori straordinariprevisti per la potabilizzazione delpozzo di Le Corti e dei pozzi diMarmi 1 e Marmi 2, a soli sei mesidi distanza dal termine ultimo delladeroga.

Si evidenziano criticità contrattualinelle mancate pubblicazioni dimanifesti e materiale divulgativo dainviare alla cittadinanza in merito atale problema; si segnala il mancatorispetto dei tempi di diffusione deidati delle analisi effettuate sul terri-torio che giungono alla nostra visio-ne soltanto due volte l’anno, conriferimenti temporali di molti mesiindietro; valori di analisi chimicheinviate alla nostra attenzione inmaniera anonima su fogli privi diintestazione.Si evidenziano criticità contrattualinella mancata pubblicizzazioneall’utenza degli avvisi preventiviriguardanti la sospensione del servi-zio. In considerazione di tali argo-mentazioni si invita pertanto la STOAto 2 ad intervenire celermente pres-so il gestore ammonendolo e richia-mandolo ai doveri contrattua-li,prevedendo altresì appropriatesanzioni amministrative ed economi-che.

L’assessore ai rapporti con ACEASergio Andreozzi

Attuale PrgSovradimensionato rispetto alle esigenze

abitative e di sviluppo commercialeNel precedente comunicato abbia-mo dimostrato come l’attuale PRGsia sovradimensionato rispetto alleattuali esigenze abitative e di svi-luppo commerciale. Prendendoinfatti in analisi la proiezione che ilPiano faceva al 2010 (ben 74.349abitanti !) contro gli attuali(53.000 circa), arriviamo ad unastima maggiorata del 40%. Il tuttolo dobbiamo quindi trasformare inmetri cubi di cemento e possiamoperciò affermare che il PianoRegolatore approvato ha circa il40% di metri cubi di cemento inpiù. Nel merito dei calcoli, ripe-tendo che Piano Casa e Accordo diProgramma sono due misure urba-nistiche di carattere straordinarioed in virtù di tale loro straordina-rietà non si possono in alcun modosommare tra loro, dobbiamo anda-re a leggere le cifre e vedere se qual-cuno ha dato i numeri sbagliati.Consideriamo valida l’ipotesi diadottare il cosiddetto Piano Casa.Tale misura si applicherebbe solosulla volumetria esistente e non suquella virtuale ovvero sui 27.073mc attuali che, aumentati del 75%

arriverebbero a 47.378 mc. Nelcaso invece di applicazione delPRG i metri cubi a disposizionesarebbero leggermente inferioriovvero 44.573 ma aumentabili conl’accordo di programma fino a55.178 mc. Il cosiddetto “OBIET-TIVO NON TRASCURABILE”sbandierato da S.E.L. di aver sven-tato un ulteriore aumento di cuba-tura fino ad arrivare a 76.000 metricubi è perciò evidentemente errato.A tutto ciò, rimanendo sempre nelmerito delle cifre e dell’urbanistica,dobbiamo considerare l’area che hauna superficie di 18.724 metri

quadrati insufficienti quindi agliattuali standard urbanistici. Il tom-bamento della ferrovia diventaquindi strumentale a tale esigenzaaumentandone l’area a tutto bene-ficio perciò del privato. Anche inquesto caso dietro le cifre inesattesi vuole nascondere altro ovvero larealizzazione dell’aumento dellacubatura che, altrimenti, nonpotrebbe essere realizzata attraversoil famoso accordo di programma.Oggi come ieri possiamo affermareche lo scellerato e distruttivo PianoRegolatore è stato proposto e fattoapprovare dal centro destra e passi-vamente accettato dal centro sini-stra.Niente sconti e pregiudizi, né pas-seggiate con cattive compagniedunque. Da La Spinosa e la Retedei Beni Comuni “RaffaeleMarchetti”, qualche numero giustoe l’impegno continuo di dare leesatte informazioni ai cittadininella convinzione che lo sviluppodi Velletri non può e non deveessere solo nel cemento.

Rete Beni Comuni "Raffaele Marchetti"

Sergio Andreozzi