DONALD WINNICOTT PSICOANALISTA - unirc.it

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DONALD WINNICOTT

PSICOANALISTA

•Pediatra di formazione, ha la possibilità di osservare una gran quantità di coppie madre-bambino

•Formatosi in Inghilterra all’interno della scuola kleiniana, presto inizia ad elaborare autonome riflessioni sullo sviluppo del bambino e sulla relazione madre-bambino

• Queste comportano anche notevoli conseguenze sul modo di intendere la situazione psicoanalitica e la relazione paziente-analista

L’unità di osservazione per Winnicott è la coppia madre-bambino

L’origine dei bambini ha luogo

nella mente dei genitori (D.W.Winnicott)

quando sono “pensati”

Periodo di preparazione alla nascita comporta un graduale cambiamento della madre e del padre

ESSERE “PENSATO”

Nella donna avviene una modificazione dell’ “orientamento materno”

“i bambini arrivano e la madri hanno il tempo per ri -orientarsi, per scoprire che per alcuni mesi il loro

oriente non è all’est, ma al centro”

La madre si orienta al proprio compito specialistico durante gli ultimi mesi della gravidanza e ne uscirà nelle settimane e nei mesi successivi alla nascita

“PREOCCUPAZIONE MATERNA

PRIMARIA”

L’arrivo del bambino, se la madre è stata adeguatamente sostenuta dal partner e dal contesto sociale, trova una madre che sa ciò di cui ha bisogno il figlio

AMBIENTE FACILITANTE

Lei è il bambino

e

Il bambino è lei

La madre riflette, come uno specchio gli umori di suo figlio

Il bambino guardando la madre vede se stesso

• La madre è in grado di corrispondere ai bisogni del bambino intuendoli quasi magicamente, attraverso un’identificazione col neonato stesso. In questo modo gli garantisce la “continuità dell’esistere”, proteggendolo e preservandolo dagli urti ambientali

Le funzioni della preoccupazione materna

1-Handling

Manipolazione del corpo

La madre sa contenere il bambino

Il Contatto è l’ esperienza essenziale,la più semplice di tutte

tutto ciò che la madre è e fa in questo periodo è

contenimento

“ci si può sentire una cosa sola tra due persone che sono

effettivamente due e non una”

2 “HOLDING”

3-differenziazione di SE’ dalla realtà esterna

“IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA”

con il bambino

La donna normalmente entra in una fase in cui in larga misura lei è il bambino e il

bambino è lei”

“la madre sa cosa significa essere una madre, ovvero una madre nella condizione in cui essa è devota a qualcosa che non è in effetti lei stessa”

dalla SIMBIOSI

alla RELAZIONE madre bambino

Dopo i primi mesi inizia la fuoriuscita dalla fase di “preoccupazione materna primaria “

separazione

SVIPUPPO DELL’IO

Una copertura dell’Io sufficientemente buona della madre permette al nuovo essere di

costruirsi una personalità

ESSERE PENSATO

ESISTERE REALMENTE

ESSERE SEPARATO Persona intera Esistenza Personale

ESSERE NEL MONDO

Nel delicato distacco tra sé e gli oggetti il bambino sente il bisogno di conservare qualche frammento di questa realtà

Oggetti transazionali

• Forti attaccamenti affettivi a oggetti

La funzione è calmare sensazioni spiacevoli che il bambino sperimenta già nelle prime fasi di sviluppo

Il Bambino di Hope Una storia di solitudine e

riscatto di Bridge Andrew

“Forse l’amore non basta per svegliare un bambino al mattino, per vestirlo, nutrirlo e metterlo a letto. Eppure chi può immaginare un’infanzia senza amore?”

Hope ha appena diciassette anni quando dà alla luce Andrew. Il padre dopo poco li lascia, e mamma e bambino si ritrovano ad affrontare una realtà fatta di povertà e grande sofferenza. Solo un amore smisurato, profondo, viscerale, li unisce. A mano a mano che Andrew cresce, le condizioni psichiche di Hope peggiorano al punto da essere ricoverata in un centro per malati mentali. Andrew invece, che ha appena sei anni, viene messo in un istituto e poi affidato a una famiglia che lo cresce senza amore e nella totale indifferenza. E mentre Andrew non perderà mai la speranza di ricongiungersi con la madre, le autorità fanno di tutto per impedirle di vederlo. Sarà nello studio che il ragazzo troverà una via di uscita, la concreta possibilità di riscattarsi, per guardare al futuro con fiducia e speranza. Oggi, dopo la laurea ad Harvard, è un avvocato di successo, impegnato nella difesa dei diritti dei bambini abbandonati e delle famiglie bisognose.

Il distacco…

Mi precipitai a proteggere mia madre, lei riuscì ad afferrarmi e mi avvolse tra le braccia come una bestia ferita ma ancora ruggente …

• Io restavo. Come un sopravvissuto su una scialuppa di salvataggio, senza desiderare di essere li, ma non avendo altro posto dove andare, io rimanevo.

Ai miei compleanni, quando sorridevo gentile e ringraziavo i signori Leonard lo facevo solo perché dovevo farlo.

Non importava cosa mi offrissero, niente sarebbe mai stato abbastanza per rinunciare a mia madre … dopo mesi di assenza ero sicuro che una madre non potesse essere sostituita.

Sapevo che senza di lei sarei stato perduto.

Erano passati due anni da quando mi avevano strappato a mia madre ma ricordavo la sua antica promessa, che sarebbe tornata, che se avessi aspettato abbastanza a lungo, se fossi stato un bambino bravo e paziente sarebbe tornata per ritrovarmi.

Attesi nel silenzio di ogni mattina che seguì e all’alba, quando mi sentivo troppo solo, mi ripetevo quel ritornello segreto che mi aveva sussurrato:

Sono il suo bambino. Sono il suo bambino

Mia madre mi ha avvertito che non sarebbe stata accanto a me per sempre, che avrei dovuto difendermi da solo. Vorrei tanto che mi avesse avvertito che l’avrei persa e che mi sarei sentito solo; come quando si è piccoli in un grande magazzino affollato con la propria mamma che tenendoci per mano, si china verso di noi e ci dice:”se ti perdo, resta dove sei, non spostarti”. A volte quando ci si perde, si può solo aspettare. Più d’ogni altra cosa, è questo che ho imparato meglio: aspettare, sopravvivere alla paura e resistere un minuto in più…

Mia madre mi aveva dato un gesto straordinario quel sabato mattina in strada, quando ero scappato dalle sue braccia.

Non ci sarebbero state più azioni coraggiose ed esemplari a mio favore.

Nessuno, tranne lei, si sarebbe mai fatto avanti per reclamarmi.