Post on 01-May-2015
DIRE, NON DIRE……MENTIRE
Proposta per riflettere insieme
A cura di
Saluta Paola
Il difficile non è avere idee nuove,ma sfuggire alle idee
vecchie, le quali si ramificano in ogni angolo della mente.
John Maynard Keynes
Dire, non dire … mentire
1) Il comportamento obbligato
2) Il comportamento eticamente giustificabile:
- la difesa del minimo morale
- la promozione del massimo morale
3) Il comportamento eccellente
- il quadrilatero della soddisfazione
Dire, non dire … mentire
1) Il comportamento obbligato:
A cosa siamo tenuti
Rispetto dei presupposti scientifici delle attività e delle funzioni proprie della professione
Rispetto delle norme di riferimento e dei codici deontologici
Rispetto dei regolamenti e delle normative aziendali
Dire, non dire … mentire
2) Comportamento eticamente giustificabile
La difesa del minimo morale
• Evitare ciò che nuoce o danneggia il paziente
(principio di non maleficità)• Opporsi a discriminazioni ed ingiustizie
(principio di giustizia)
Dire, non dire … mentire
GIUSTAMENTE
SODDISFATTO
GIUSTAMENTE
INSODDISFATTO
INGIUSTAMENTE
SODDISFATTO
INGIUSTAMENTE
INSODDISFATTO
3) Il comportamento eccellente
Il quadrilatero della soddisfazione
Dire, non dire …mentire:la legge
Le norme giuridiche promuovono un atteggiamento minimalista:
il dovere è compiuto quando si è rispettato il livello più basso di ciò che è prescritto.
Eppure:• Legge sulla privacy
Dire, non dire… mentire:il codice deontologico
• Legge 42/1999:
abolizione del Dpr 225/74 (mansionario)
• Guida per l’esercizio della professione infermieristica:
codice deontologico
patto infermiere/cittadino
Dire, non dire… mentire:il codice deontologico
Il rispetto del codice deontologico proprio di ciascuna professionalità, va visto come una guida e un riferimento quotidiano della professione, in
un contesto nel quale sono venute aumentando sia le complessità dei problemi da affrontare, sia
l’autonomia (si veda l’abolizione del mansionario infermieristico) e, pertanto le responsabilità
derivanti: non è un libretto delle istruzioni da seguire in modo acritico.
Dire, non dire…mentireche fare?
I conflitti etici non si risolvono in solitudine
Dire, non dire…mentire
TECNICHE PER LA RISOLUZIONE DI CASI ETICIMetodo Cattorini
1° Formulare il problema • Distinguere gli elementi tecnici da quelli etici… problemi di
comunicazione…problemi legali… problemi assistenziali• indicare gli ulteriori elementi fattuali (notizie, dati, informazioni
varie…) che vorresti conoscere Il problema è etico quando la risposta va cercata in un conflitto di
valori 2° Esprimi la tua immediata valutazione… e la tua preferenza per una certa soluzione
Dire, non dire…mentire
3° Giustifica la tua preferenza• Individua i valori ed i principi in conflitto• Esponi le tue argomentazioni a sostegno della tua valutazione Metti in gioco i principi e i valori che regolano la tua scelta rispetto i principi su
cui si basa l’etica ( autonomia, beneficialità, giustizia, integrità della professione, proporzionalità delle cure). Per confrontarsi è importante avere ben chiare le proprie posizioni.
4° Confronta la tua posizione con altre• Riconosci l’esistenza di valutazioni morali diverse dalle tue. Occorre una
mentalità aperta per affrontare problemi che possono essere insormontabili• Individua i punti in cui esse ti sembrano meno convincenti• Confessa le zone d’ombra che la tua posizione non riesce ad illuminare Occorre prendere e valutare il buono ed il cattivo di entrambe le posizioni
Dire, non dire…mentire
5°) Abbozza una soluzione in merito al problema morale di partenza• Sottoponi a trattativa la soluzione confermando o smentendo la
valutazione iniziale espressa. Se le posizioni restano quelle di prima, il conflitto c’è sempre e non si risolve.
6°) Indica i metodi per comporre un eventuale dissenso che rimane
insanabileOccorre trovare il male minore ma raccogliere anche i cocci 7°) raccomanda una strategia per limitare in futuro le contraddizioni
più graviFar tesoro delle esperienze…
Dire, non dire…mentire
Un operatore debitamente autonomo e responsabile, ha il dovere di
“non sottrarsi al compito di comprendere la peculiarità della situazione esistenziale
dell’individuo che gli sta di fronte, di non nascondersi dietro lo schermo protettivo di una
consuetudine o di uno stereotipo comportamentale ma di accettare quel tanto di rischio e di
imprevedibilità che è ineliminabile in ogni relazione umana vissuta sinceramente”.
Dire, non dire…mentireI rischi
• Comunicare senza informare: «La comunicazione si ingorga quando si decide, per
motivi di diversa natura – per ragioni di tempo e di opportunità, o anche per motivi etici – di saltare il momento dell’informazione, andando direttamente all’azione terapeutica. L’enfasi posta sul fare, piuttosto che sul parlare informativo, danneggia il processo della guarigione e si traduce in un saldo negativo sul piano della comunicazione» (S. Spinsanti)
Dire, non dire…mentireI rischi
• Informare senza comunicare: significa non tenere conto delle ripercussione della notizia offerta sul malato. Non si tratta di carenza di sensibilità, quanto piuttosto di una considerazione superficiale della stessa comunicazione e dei suoi molteplici aspetti, che finisce ugualmente per lasciare il paziente solo di fronte al proprio destino, portando in sé l’informazione sulla propria condizione perché ne faccia in modo autonomo oggetto delle proprie scelte, ma senza percepire una reale rete di relazioni e comunicazioni significative che garantiscano una solidarietà umana di fronte all’evento malattia e al suo eventuale exitus infausto.
Dire, non dire…mentire…come dire?
(Baile, Buckman, Lenzi, Glober, Beale, Kudelka – The oncologist 2000;5 : 302-311)
(SPIKES)
Dire, non dire…mentire…come dire?
OBIETTIVI ESSENZIALI 1. Ottenere informazioni dal malato2. Fornire informazioni comprensibili in
relazione ai bisogni e ai desideri del malato.3. Sostenere il paziente utilizzando competenze
per ridurre l’impatto emotivo e l’isolamento4. Sviluppare un piano di trattamento insieme al
malato
Dire, non dire…mentire…come dire?
1° STEP:
Il Setting.
Ovvero la preparazione al colloquio:
luogo, tempi, persone presenti, contatto fisico, assenza di fattori disturbanti… Niente deve essere lasciato al caso
Dire, non dire…mentire…come dire?
2° STEP: Perception
Occorre valutare la percezione del paziente. “Prima di parlare, chiedi!” Le domande aperte sono quelle più utili per ottenere informazioni; chiedere al paziente che ci racconti quel che lui sa, come si è ammalato… Valutare in quale fase il paziente si potrebbe trovare (negazione, aspettative eccessive, confusione…)
Dire, non dire…mentire…come dire?
3° STEP: Invitation
Quali sono le informazioni che il p.te vuole sapere? Occorre porre domande per capire quali informazione il p.te vorrebbe sapere o non sapere. Domandare al p.te vuol dire dargli la possibilità anche di non sentire. Se non vuole ulteriori informazioni, garantirgli comunque che allorquando lo vorrà potrà riceverne.
Dire, non dire…mentire…come dire?
4° STEP: Knowledge
Dai le informazioni partendo da un livello compresnsibile al vocabolario del p.te. Non usare termini tecnici ed evita le prospettive senza uscita. “Dove non si può guarire, si può sempre curare”. Le informazioni vanno date a piccole dosi ed occorre verificare la comprensione del paziente.
Dire, non dire…mentire…come dire?
5° STEP: Emotions. Accogliere l’altro significa accoglierne tutte le emozioni, siano
queste di disperazione o di abbandono… Le emozioni vanno attivamente ascoltate ed affrontate. La risposta empatica prevede che l’operatore sia in grado di:
1. Osservare le emozioni dell’altro2. Dare un nome alle emozioni. Se il paziente sta zitto, chiedere al
paziente come si sente3. Verificare la causa dell’emozione e esprimere al paziente che ha
capito il nesso tra l’emozione e la causa4. Proseguire solo quando l’emozione è sufficientemente
stabilizzata
Dire, non dire…mentire…come dire?
6° STEP: Strategy and summary.
Pianificare il futuro. Prospettare al paziente possibilità concrete e concordarle con lui (solo quando sia pronto). Verificare cosa il paziente ha capito e coinvolgerlo attivamente nel piano decisionale.
Dire, non dire, mentire: quale professionista per le cure
domiciliari?
• Capace di prendersi cura del paziente e della sua famiglia
• Attento a sviluppare la propria autonomia, competenza e responsabilità
• Motivato in quanto disponibile a “far funzionare le cose”,a discapito di sottesi interessi personali
• In grado di collaborare attivamente, di tollerare le sovrapposizioni, di essere aperto alla comprensione dell’altro punto di vista, di lavorare per progetti, di lavorare per interposta persona
Dire, non dire, mentire: quale professionista per le cure
domiciliari? • Attento a condurre percorsi assistenziali e
terapeutici in equilibrio tra i desideri del malato e quelli di tutti gli altri soggetti coinvolti nel piano di cura
• Abile nelle relazioni interpersonali• Aperto alla crescita personale e di gruppo• Capace di affrontare l’incertezza ed il dinamismo
e di assumere decisioni• Rispettoso delle famiglie e delle diversità
culturali e sociali• In grado di sviluppare capacità di analisi e di
giudizio (C.Prandi)
Qualche dato
MOTIVAZIONE TANATICAMOTIVAZIONE TANATICA
Ricerche condotte su persone morentiRicerche condotte su persone morentihanno messo in evidenza che trascorsehanno messo in evidenza che trascorse
DUE SETTIMANEDUE SETTIMANE pazienti che anelavano pazienti che anelavanoad una morte rapida avevanoad una morte rapida avevano
manifestato dubbi sulla loro realemanifestato dubbi sulla loro reale intenzionalità mortale intenzionalità mortale
(Chochinow 1995; (Chochinow 1995; Emmanuel 2000)Emmanuel 2000)
Cecile Saunders soleva dire che di Cecile Saunders soleva dire che di fronte ad una richiesta fronte ad una richiesta
eutanasica eutanasica “Qualcuno o “Qualcuno o qualcosa è venuto meno”qualcosa è venuto meno”