Post on 12-Jul-2020
Serenella Besio
Università degli Studi di Bergamo AA 2019/2020
Dall’esclusione all’inclusione:
l’evoluzione del quadro nel
contesto italiano
Dall’antichità al XIX secolo: una progressiva conquista di visibilità sociale
1. Era dell’eliminazione fisica
2. Era della carità
3. Era dell’interesse scientifico
4. Era dei primi tentativi di istruzione e rieducazione
viene negata l’identità umana a questa categoria di persone, con il loro
conseguente allontanamento dalla vita sociale
si fa ricorso a spiegazioni religiose
L’evento del monstrum può essere un segnale della collera divina in
conseguenza alle proprie colpe, di chi lo ha generato o degli antenati,
oppure l’annuncio di future catastrofi
Era dell’eliminazione fisica - 1
la ragione della sua esistenza si esaurisce nell’essere messaggero della divinità: una volta assolto il compito, la sua vita non ha
più valore e può essere soppresso, soprattutto durante la prima infanzia
(Cicerone, De Divinatione, I, XLII)
Platone raccomanda una certa forma di segregazione e, secondo la pratica spartana, consiglia l’infanticidio, per «preservare la razza pura dei guardiani»
(La Repubblica, libro 5, 460-c)
Seneca approva tale pratica, specie per quanto riguarda i bambini deboli e anormali: «non è la rabbia, ma la ragione che separa il nocivo dal sano»
(Epistulae, 5-65)
Aristotele auspica una «legge che imponga che non siano allevati bimbi deformi»
(La Politica, libro 7)
Era dell’eliminazione fisica - 2
Secondo l’impostazione cristiana medioevale, la
disabilità e la malattia vengono mandate agli uomini
da Dio sia come prova di fede, sia come occasione
per esercitare la virtù suprema della carità, ed infine
come segno della sua presenza (Stiker, 1997)
Era della carità - 1
L’atteggiamento caritatevole si concretizza sia
individualmente nell’elemosina – che all’epoca
rappresenta un elemento cardine del sistema sociale – sia
a livello sociale, come partecipazione attiva
all’allestimento degli istituti di ricovero
Era della carità - 2
Nel «Secolo dei Lumi» comincia a farsi strada una
nuova sensibilità verso la difformità, da parte di
filosofi, di filantropi e di medici e successivamente
anche da parte di pionieri dell’approccio educativo
Era dell’interesse scientifico - 1
Diderot, 1749, Lettre sur les aveugles à l’usage de ceux qui voient
Rousseau, 1755, Discours sur l’origine et les fondaments de
l’inegalité parmi les hommes
Condillac, 1746, Essai sur l’origine des connaissances humaines
1754, Traité des sensations
I medici: Gall, Pinel
I prodromi: l’interesse per il diverso
Diderot
Si innesta nella discussione tra sensismo e scientismo: saper vedere dipende solo dalla vista o anche dalle idee del mondo che ci si costruisce con l’esperienza (forme, volumi, differenze tra realtà e rappresentazioni…)?
Un cieco che improvvisamente vede non comprende subito quel che vede, e impiega tempo a rapportare ciò che già conosce tramite esperienza e le immagini che riesce finalmente a vedere
La morale dipende dalla sensorialità, e infatti molti argomenti religiosi sono senza interesse per un cieco. La morale non è universale ma è legata alla percezione.
Rousseau
L’ineguaglianza non ha origine nello stato di natura, ma si genera
con la formazione della società ed è illegittima e dannosa per la
moralità e il benessere dell’umanità
Stato civile e stato di natura
Non si deve necessariamente tornare allo stato di natura (anche
perché non ne saremmo più capaci), ma costruire uno stato civile
giusto che emendi i danni morali e materiali in cui l'uomo si dibatte:
verso il Contratto sociale
Rousseau - 2
Il primo che, avendo cintato un terreno, pensò di dire “questo è
mio” e trovò delle persone abbastanza stupide da credergli fu il
vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quanti assassinii,
quante miserie ed errori avrebbe risparmiato al genere umano chi,
strappando i pioli o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili:
guardate dal dare ascolto a questo impostore! Se dimenticate che
i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno, siete perduti!
Condillac
Una statua animata da un’anima ma senza idee, mai penetrata da sensi-impressioni; libera i sensi uno per uno
Inizia con l’odore, che produce piacere o dolore, che diventeranno il principio-padre per la successiva conoscenza
Il passo successivo sarà la memoria, “l'impressione prolungata del suo odore-esperienza sull'attenzione”, e dunque il confronto (“nulla di più che prestare attenzione a due cose contemporaneamente”) e il giudizio; e di qui il desiderio, poi le passioni
Poi concede alla statua il tatto, che permette il contatto con altri oggetti, l’esperienza del movimento, l’esplorazione della superficie, distanze, forme
Ci sono una terza sezione (combinazione del tatto con gli altri sensi) ed una quarta sui desideri
Analisi di un “ragazzo selvaggio” scoperto in Lituania
Philippe Pinel, la prima psichiatria
Assume nel 1795 la direzione del manicomio della Salpêtrière a
Parigi
Famoso il suo atto di liberazione dei malati dalle loro catene
1801 Traité médicophilosophique sur l'aliénation mentale:
importanza del valore umano e filantropico della cura psichiatrica
Cause delle malattie mentali: ereditarietà, istituzioni sociali carenti, stile di
vita irregolare, passioni spasmodiche (collera e panico), passaggio da una
vita attiva a una inattiva, conflitto tra pulsioni istintuali e dogma religioso e
solo infine fenomeni fisici come l'alcolismo i lesioni craniocerebrali
Classificazione delle malattie mentali, non diversa da altre che l’hanno
preceduto, in 4 tipi: mania, malinconia, demenza e idiozia
Philippe Pinel, la prima psichiatria - 2
Si tratta ancora di uno sguardo – quasi un misto
tra la curiosità dello studioso, l’atteggiamento caritatevole e la cura educativa – rivolto a
particolari categorie di disabili (ad esempio i
sordi) o all’individuo singolo (i non rari casi di
bambini “selvaggi” ritrovati in varie parti del
Nord Europa).
Ma il caso che fece più scalpore fu quello del
“selvaggio dell’Aveyron”; mobilitò l’opinione
pubblica e animò il dibattito filosofico-scientifico ai
primi dell’Ottocento
Era dell’interesse scientifico - 2
Il mutamento di visuale permette di incominciare ad abbandonare un
immaginario collettivo fondato su pregiudizi religiosi ed etici, per transitare gradualmente verso una visione più razionale e scientifica
Era dell’interesse scientifico - 3
Era dei primi tentativi di istruzione e rieducazione - 1
La nuova mentalità inaugurata dal Secolo dei Lumi ispira e introduce l’impresa pedagogica di protagonisti della storia dell’educazione degli “idioti”, perché concordemente riconosciuti come precursori dell’educazione speciale Jean
Marc Itard
Edouard Séguin
L’occasione per dimostrare che il diverso può
beneficiare di un trattamento rieducativo si presenta
all’inizio dell’Ottocento, quando il giovane medico
Jean Marc Itard viene incaricato dal Ministero degli
Interni francese di occuparsi dell’educazione di una
ragazzo sauvage trovato nei boschi vicino a Parigi
il “ragazzo selvaggio dell’Aveyron”
Dal 1800 collabora con
l’Istituto Nazionale per Sordomuti di Parigi
Era dei primi tentativi di istruzione e rieducazione - 2
Jean Marc Itard (1774-1838)
Diventa chirurgo militare
Conosce l’Abbé Sicard all’Istituto Imperiale per i sordomuti di Parigi
Dal 1803 è il medico dell’Istituto, ma svilupperà soprattutto gli aspetti educativi
Dal 1801 al 1806 si occupa dell’educazione del “sauvage” Victor
Pubblica due rapporti, Mémoire et Rapport sur Victor de l'Aveyron
Victor, il sauvage
dell’Aveyron
(1788c-1828)
I cinque obiettivi pedagogici di Itard
1. Introdurlo alla vita sociale, rendendogliela più
dolce di quella che conduceva un tempo, e
soprattutto più simile alla vita che aveva appena
abbandonato
2. Risvegliare la sensibilità nervosa mediante gli stimolanti
più energici e qualche volta suscitando i più vivaci affetti
dell’animo
I cinque obiettivi pedagogici di Itard
3. Allargare la sfera delle sue idee stimolando in lui nuovi
bisogni, e moltiplicando i suoi rapporti con gli esseri che lo
circondano
I cinque obiettivi pedagogici di Itard
4. Condurlo all’uso della parola determinando l’esercizio
dell’imitazione attraverso la legge imperiosa della necessità
I cinque obiettivi pedagogici di Itard
5. Esercitare per qualche tempo, sugli oggetti dei suoi
bisogni fisici, le più semplici operazioni del suo spirito e
determinarne poi l’applicazione su oggetti che possano
istruirlo
I cinque obiettivi pedagogici di Itard
Gli obiettivi della seconda fase
1. Inserirlo nella vita sociale
2. Risvegliarne la sensibilità nervosa
3. Estendere la sfera delle sue idee suscitandogli nuovi
bisogni e moltiplicando i suoi rapporti con gli esseri
circostanti
Alcune riflessioni sull’opera di Itard
(ispirate a Canevaro, 1994)
a. l’empirismo e il procedimento per tentativi
b. la metafisica sensista di Condillac
c. l’«abuso» di ripetizione negli esercizi
d. l’educazione autoritaria
e. la pedagogia solitaria
L’incontro Itard / Victor
«… il paradigma di un incontro pedagogico privilegiato, con le sue imperfezioni, le sue incostanze e le sue crisi.
Ma questa relazione simboleggia anche, per il meglio, la ricerca reciproca dell’identità.
Itard è divenuto qualcuno aiutando un essere che non era nessuno a diventare qualcuno»
Canevaro-Gaudreau
Il suo successore è Edouard Séguin,
anch’egli medico, considerato
ispiratore dell’educazione integrale
dei deboli mentali
Era dei primi
tentativi di
istruzione e
rieducazione
Superando il modello di educazione individuale
scelto da Itard, nel 1840 apre a Parigi
la prima vera scuola per soggetti “idioti”,
in cui teorizza e applica la possibilità di interventi
educativi globali, facendo leva su aspetti affettivi e
motivazionali, sull’esperienza sensoriale concreta e
ludica
Edouard Séguin (1812-1880)
e gli “idioti”
Incontra probabilmente Itard, di cui adotta i concetti
di nozione - idea, senza adottarne il sensismo
Verso il 1840 fonda una scuola per l’educazione
integrale degli “idioti”
Nel 1846 pubblica il Traitement Moral, Hygiène, et
Education des Idiots
Nel 1850 si trasferisce negli Stati Uniti e dal 1863
lavora a New York
Nel 1866 pubblica Idiocy: and its Treatment by the
Physiological Method
I principi educativi di Séguin - I
«L’idiota è solo senza volontà intellettuale né morale. Fisiologicamente egli non “può”,
intellettualmente non “sa”, psicologicamente non “vuole”, e “potrebbe”, “saprebbe” se
“volesse”, ma soprattutto non vuole!»
1. Sviluppo delle funzioni sensoriali e intellettuali, ma anche sviluppo della volontà e della socievolezza
2. Tramite i sensi, sviluppo di nozioni su cose e persone. Per induzione e deduzione, far pervenire il ragazzo al ragionamento. La nozione dipende dalla percezione, e può essere facilmente indotta dal maestro. Le idee invece dipendono dall’intelletto, e il maestro può solo suscitare circostante propizie e facilitanti
3. L’educazione ha senso solo nel ludico, nel concreto. Ruolo della natura
4. Procedere sempre dal conosciuto all’ignoto, dal semplice al complesso, dal concreto all’astratto.
I principi educativi di Séguin - II
I tre tempi di Séguin
Primo tempo. La fissazione
ripetizione variata, per prove ed errori
attenzione e concentrazione dell’allievo
Secondo tempo. Il riconoscimento
memoria a breve e lungo termine, giudizio, discriminazione
Terzo tempo. L’evocazione
ragionamento, intelletto
Attualità dei principi di Séguin
a. importanza della ripetizione
b. importanza di catturare l’attenzione
c. necessità di consolidare apprendimento attraverso la manipolazione concreta
d. formazione di nozioni, cioè di differenze
e. importanza di coordinare nozioni e gesti
f. importanza del gioco con materiali educativi, che pongano problemi di apprendimento
La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 1
Tre grandi pensatori si stagliano sullo fondo della
nascita della pedagogia speciale in Italia
Sante de Sanctis
Giuseppe Montesano
Maria Montessori
accompagnamento della cura educativa alla cura medica nel
trattamento dei minori insufficienti mentali
ampiezza e profondità di elaborazione
scientifica
potere innovativo
dei percorsi tracciati validità degli
strumenti proposti
La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 2
Sante de Sanctis (1862 – 1935)
apre a Roma nel 1899 il primo asilo-scuola
per fanciulli minorati psichici di grado lieve e di povera condizione
nel quale offrire assistenza e favorire gli apprendimenti, ma anche progettare un
recupero sociale, preparando il loro rientro attivo nell’ambiente normale
grazie all’educazione e alla riabilitazione attuata su basi scientifiche
La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 3
1899: apre a Roma primo asilo-scuola per minorati psichici
Obiettivo il loro rientro attivo nella società grazie all’educazione e alla
riabilitazione scientificamente fondate
Onnipotenza dell’educazione: grande spazio al lavoro
Approccio sperimentalista, seguito personalmente
Nel suo asilo-scuola (fanciulli di famiglie agiate): insegnamento
individualizzato, lezioni di ortofonia, canto, educazione fisica e avviamento al lavoro
De Sanctis: Associazione Romana per Anormali Psichici Poveri
Nel suo modello educativo
dedica ampio spazio alla
collaborazione tra diverse figure
professionali, all’accoglienza e
alla organizzazione degli spazi
negli asili-scuola, all’educazione
sul piano fisico e motorio, al
canto, alla stimolazione sensoriale
e all’educazione della volontà
per mezzo del lavoro
Sante de Sanctis
La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 4
Giuseppe Ferruccio Montesano (1868-1961)
Importanza alla formazione degli insegnanti: conoscenze, metodi e
strumenti speciali
Importanza di individuazione di uno specifico ruolo per questi insegnanti
Importanza della formazione continua per questi insegnanti
La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 5
Nel 1900 fonda a Roma la prima Scuola magistrale ortofrenica, per la
formazione di insegnanti per “minorenni anormali”; ne rimane Direttore per
molti anni
1901: Istituto Medico Psico-Pedagogico nel quale le maestre svolgevano
tirocinio
1913: fonda la rivista «L’assistenza dei minorenni anormali»
Giuseppe Ferruccio Montesano
La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 6
Su sua ispirazione nascono a
Roma, nei primi anni del
secolo,
le “classi differenziali”
che per quell’epoca
rappresentano importanti
segnali nell’ottica degli
interventi medico-sanitari sul
piano della prevenzione e
dell’igiene mentale
Giuseppe Ferruccio Montesano
La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 7
Maria Montessori (1870 – 1952)
fra le prime donne italiane a esercitare
l’attività di medico,
inizia ad occuparsi del recupero dei
fanciulli “ritardati”, ricercando le
cause dell’anomalia psichica e
mettendo a punto sistemi e metodi
per l’assistenza e il successivo
recupero alla via normale
La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 8
si esprime a favore della necessità di
coniugare
le competenze del medico
con quelle del maestro
nell’educazione
dei soggetti con ritardo mentale
Maria Montessori
La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 9
è inoltre fondamentale
la cura dell’ambiente educativo
in tutti i particolari, dagli arredi ai giochi,
perché qui il bambino deve poter esprimere
liberamente le sue inclinazioni e i suoi
interessi, sollecitato dalla disponibilità di
materiale appositamente strutturato
Maria Montessori
La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 10
La sua pedagogia si radica nella biologia e nella psicologia; la definisce “scientifica”
Per i soggetti con ritardo mentale le competenze del mediche vengono prima delle competenze didattiche del maestro
E’ la punta di diamante della catena dei medici-educatori, i quali sono convinti che per i bambini anormali ci sia bisogno di un’educazione speciale, in istituti specializzati, anche per evitare un possibile contagio: il loro cattivo comportamento potrebbe essere imitato dai bambini normali, e gli stessi bambini con ritardo mentale potrebbero risultare frustrati dal rapporto con i normodotati….
La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 11
«Certamente Montessori ha letto Séguin molto prima della sua famosa relazione sul
«L’Educazione morale dei deficienti» al Congresso di Pedagogia del 1898 a Torino.
Tra il 1898 e il 1900 traduce per sé in italiano la prima edizione del 1846 di Séguin e si
fa costruire tutto il materiale didattico di Séguin. Va a Parigi e a Londra per studiare
l’applicazione del metodo, ma con sua grande sorpresa trova che tutti parlano di
Séguin ma il libro è quasi introvabile e nessuno conosce o adotta il suo metodo (..)
E la Montessori 60 anni dopo (1907) volle sperimentare il metodo di Séguin
apportando alcune modifiche al metodo…»
Un commento di Giovanni Bollea
La situazione in Italia
fino alla fine degli anni ‘50
Scuole per ciechi e per sordi
Istituti ortofrenici per minorati, idioti, ecc.
Primi anni ’60: scuole per paraplegici (Milano, A. Colli Grisoni)
Bollea e la Scuola di Neuropsichiatria Infantile di Roma (1959)
Necessità di risposte speciali e scientifiche a esigenze specifiche: nascita e consolidamento di scuole speciali
Adriano Milani Comparetti
Il problema degli “spastici”
Il Centro “A. Torrigiani” (1957) e la scuola improntata ai metodi CEMEA: internato e sperimentazione di risposte specialistiche
La rivoluzione anti-istituzionale del ’68 dopo la Lettera a una professoressa: le istanze contro l’emarginazione
Abbiamo fatto delle gabbie dorate, ora dobbiamo dedicarci a chiuderle….
I primi tentativi in trincea: fra anni
Sessanta e Settanta
Qualche centro di riabilitazione si apre a collaborazioni con direzioni didattiche locali
Alcuni enti locali sensibilizzati organizzano interventi gestiti da servizi dedicati
Alcuni operatori scolastici organizzano sperimentazioni strutturate
Singoli docenti, indipendentemente da progetti globali, inseriscono disabili nella loro classe
Fra gli altri…
Centro AIAS di Cutrofiano (Lecce), 1970
Rescaldina (Milano) dal 1966 al 1976
Centro Torrigiani di Firenze: dall’inserimento nella scuola di tutti alla riabilitazione sul territorio
gli elementi innovatori di operatività erano la partecipazione, una nuova visone del vivere sociale, e la salute, bene comune e non dell’individuo