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Serenella Besio Università degli Studi di Bergamo AA 2019/2020 Dall’esclusione all’inclusione: l’evoluzione del quadro nel contesto italiano

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Serenella Besio

Università degli Studi di Bergamo AA 2019/2020

Dall’esclusione all’inclusione:

l’evoluzione del quadro nel

contesto italiano

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Dall’antichità al XIX secolo: una progressiva conquista di visibilità sociale

1. Era dell’eliminazione fisica

2. Era della carità

3. Era dell’interesse scientifico

4. Era dei primi tentativi di istruzione e rieducazione

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viene negata l’identità umana a questa categoria di persone, con il loro

conseguente allontanamento dalla vita sociale

si fa ricorso a spiegazioni religiose

L’evento del monstrum può essere un segnale della collera divina in

conseguenza alle proprie colpe, di chi lo ha generato o degli antenati,

oppure l’annuncio di future catastrofi

Era dell’eliminazione fisica - 1

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la ragione della sua esistenza si esaurisce nell’essere messaggero della divinità: una volta assolto il compito, la sua vita non ha

più valore e può essere soppresso, soprattutto durante la prima infanzia

(Cicerone, De Divinatione, I, XLII)

Platone raccomanda una certa forma di segregazione e, secondo la pratica spartana, consiglia l’infanticidio, per «preservare la razza pura dei guardiani»

(La Repubblica, libro 5, 460-c)

Seneca approva tale pratica, specie per quanto riguarda i bambini deboli e anormali: «non è la rabbia, ma la ragione che separa il nocivo dal sano»

(Epistulae, 5-65)

Aristotele auspica una «legge che imponga che non siano allevati bimbi deformi»

(La Politica, libro 7)

Era dell’eliminazione fisica - 2

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Secondo l’impostazione cristiana medioevale, la

disabilità e la malattia vengono mandate agli uomini

da Dio sia come prova di fede, sia come occasione

per esercitare la virtù suprema della carità, ed infine

come segno della sua presenza (Stiker, 1997)

Era della carità - 1

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L’atteggiamento caritatevole si concretizza sia

individualmente nell’elemosina – che all’epoca

rappresenta un elemento cardine del sistema sociale – sia

a livello sociale, come partecipazione attiva

all’allestimento degli istituti di ricovero

Era della carità - 2

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Nel «Secolo dei Lumi» comincia a farsi strada una

nuova sensibilità verso la difformità, da parte di

filosofi, di filantropi e di medici e successivamente

anche da parte di pionieri dell’approccio educativo

Era dell’interesse scientifico - 1

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Diderot, 1749, Lettre sur les aveugles à l’usage de ceux qui voient

Rousseau, 1755, Discours sur l’origine et les fondaments de

l’inegalité parmi les hommes

Condillac, 1746, Essai sur l’origine des connaissances humaines

1754, Traité des sensations

I medici: Gall, Pinel

I prodromi: l’interesse per il diverso

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Diderot

Si innesta nella discussione tra sensismo e scientismo: saper vedere dipende solo dalla vista o anche dalle idee del mondo che ci si costruisce con l’esperienza (forme, volumi, differenze tra realtà e rappresentazioni…)?

Un cieco che improvvisamente vede non comprende subito quel che vede, e impiega tempo a rapportare ciò che già conosce tramite esperienza e le immagini che riesce finalmente a vedere

La morale dipende dalla sensorialità, e infatti molti argomenti religiosi sono senza interesse per un cieco. La morale non è universale ma è legata alla percezione.

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Rousseau

L’ineguaglianza non ha origine nello stato di natura, ma si genera

con la formazione della società ed è illegittima e dannosa per la

moralità e il benessere dell’umanità

Stato civile e stato di natura

Non si deve necessariamente tornare allo stato di natura (anche

perché non ne saremmo più capaci), ma costruire uno stato civile

giusto che emendi i danni morali e materiali in cui l'uomo si dibatte:

verso il Contratto sociale

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Rousseau - 2

Il primo che, avendo cintato un terreno, pensò di dire “questo è

mio” e trovò delle persone abbastanza stupide da credergli fu il

vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quanti assassinii,

quante miserie ed errori avrebbe risparmiato al genere umano chi,

strappando i pioli o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili:

guardate dal dare ascolto a questo impostore! Se dimenticate che

i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno, siete perduti!

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Condillac

Una statua animata da un’anima ma senza idee, mai penetrata da sensi-impressioni; libera i sensi uno per uno

Inizia con l’odore, che produce piacere o dolore, che diventeranno il principio-padre per la successiva conoscenza

Il passo successivo sarà la memoria, “l'impressione prolungata del suo odore-esperienza sull'attenzione”, e dunque il confronto (“nulla di più che prestare attenzione a due cose contemporaneamente”) e il giudizio; e di qui il desiderio, poi le passioni

Poi concede alla statua il tatto, che permette il contatto con altri oggetti, l’esperienza del movimento, l’esplorazione della superficie, distanze, forme

Ci sono una terza sezione (combinazione del tatto con gli altri sensi) ed una quarta sui desideri

Analisi di un “ragazzo selvaggio” scoperto in Lituania

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Philippe Pinel, la prima psichiatria

Assume nel 1795 la direzione del manicomio della Salpêtrière a

Parigi

Famoso il suo atto di liberazione dei malati dalle loro catene

1801 Traité médicophilosophique sur l'aliénation mentale:

importanza del valore umano e filantropico della cura psichiatrica

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Cause delle malattie mentali: ereditarietà, istituzioni sociali carenti, stile di

vita irregolare, passioni spasmodiche (collera e panico), passaggio da una

vita attiva a una inattiva, conflitto tra pulsioni istintuali e dogma religioso e

solo infine fenomeni fisici come l'alcolismo i lesioni craniocerebrali

Classificazione delle malattie mentali, non diversa da altre che l’hanno

preceduto, in 4 tipi: mania, malinconia, demenza e idiozia

Philippe Pinel, la prima psichiatria - 2

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Si tratta ancora di uno sguardo – quasi un misto

tra la curiosità dello studioso, l’atteggiamento caritatevole e la cura educativa – rivolto a

particolari categorie di disabili (ad esempio i

sordi) o all’individuo singolo (i non rari casi di

bambini “selvaggi” ritrovati in varie parti del

Nord Europa).

Ma il caso che fece più scalpore fu quello del

“selvaggio dell’Aveyron”; mobilitò l’opinione

pubblica e animò il dibattito filosofico-scientifico ai

primi dell’Ottocento

Era dell’interesse scientifico - 2

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Il mutamento di visuale permette di incominciare ad abbandonare un

immaginario collettivo fondato su pregiudizi religiosi ed etici, per transitare gradualmente verso una visione più razionale e scientifica

Era dell’interesse scientifico - 3

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Era dei primi tentativi di istruzione e rieducazione - 1

La nuova mentalità inaugurata dal Secolo dei Lumi ispira e introduce l’impresa pedagogica di protagonisti della storia dell’educazione degli “idioti”, perché concordemente riconosciuti come precursori dell’educazione speciale Jean

Marc Itard

Edouard Séguin

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L’occasione per dimostrare che il diverso può

beneficiare di un trattamento rieducativo si presenta

all’inizio dell’Ottocento, quando il giovane medico

Jean Marc Itard viene incaricato dal Ministero degli

Interni francese di occuparsi dell’educazione di una

ragazzo sauvage trovato nei boschi vicino a Parigi

il “ragazzo selvaggio dell’Aveyron”

Dal 1800 collabora con

l’Istituto Nazionale per Sordomuti di Parigi

Era dei primi tentativi di istruzione e rieducazione - 2

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Jean Marc Itard (1774-1838)

Diventa chirurgo militare

Conosce l’Abbé Sicard all’Istituto Imperiale per i sordomuti di Parigi

Dal 1803 è il medico dell’Istituto, ma svilupperà soprattutto gli aspetti educativi

Dal 1801 al 1806 si occupa dell’educazione del “sauvage” Victor

Pubblica due rapporti, Mémoire et Rapport sur Victor de l'Aveyron

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Victor, il sauvage

dell’Aveyron

(1788c-1828)

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I cinque obiettivi pedagogici di Itard

1. Introdurlo alla vita sociale, rendendogliela più

dolce di quella che conduceva un tempo, e

soprattutto più simile alla vita che aveva appena

abbandonato

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2. Risvegliare la sensibilità nervosa mediante gli stimolanti

più energici e qualche volta suscitando i più vivaci affetti

dell’animo

I cinque obiettivi pedagogici di Itard

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3. Allargare la sfera delle sue idee stimolando in lui nuovi

bisogni, e moltiplicando i suoi rapporti con gli esseri che lo

circondano

I cinque obiettivi pedagogici di Itard

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4. Condurlo all’uso della parola determinando l’esercizio

dell’imitazione attraverso la legge imperiosa della necessità

I cinque obiettivi pedagogici di Itard

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5. Esercitare per qualche tempo, sugli oggetti dei suoi

bisogni fisici, le più semplici operazioni del suo spirito e

determinarne poi l’applicazione su oggetti che possano

istruirlo

I cinque obiettivi pedagogici di Itard

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Gli obiettivi della seconda fase

1. Inserirlo nella vita sociale

2. Risvegliarne la sensibilità nervosa

3. Estendere la sfera delle sue idee suscitandogli nuovi

bisogni e moltiplicando i suoi rapporti con gli esseri

circostanti

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Alcune riflessioni sull’opera di Itard

(ispirate a Canevaro, 1994)

a. l’empirismo e il procedimento per tentativi

b. la metafisica sensista di Condillac

c. l’«abuso» di ripetizione negli esercizi

d. l’educazione autoritaria

e. la pedagogia solitaria

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L’incontro Itard / Victor

«… il paradigma di un incontro pedagogico privilegiato, con le sue imperfezioni, le sue incostanze e le sue crisi.

Ma questa relazione simboleggia anche, per il meglio, la ricerca reciproca dell’identità.

Itard è divenuto qualcuno aiutando un essere che non era nessuno a diventare qualcuno»

Canevaro-Gaudreau

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Il suo successore è Edouard Séguin,

anch’egli medico, considerato

ispiratore dell’educazione integrale

dei deboli mentali

Era dei primi

tentativi di

istruzione e

rieducazione

Superando il modello di educazione individuale

scelto da Itard, nel 1840 apre a Parigi

la prima vera scuola per soggetti “idioti”,

in cui teorizza e applica la possibilità di interventi

educativi globali, facendo leva su aspetti affettivi e

motivazionali, sull’esperienza sensoriale concreta e

ludica

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Edouard Séguin (1812-1880)

e gli “idioti”

Incontra probabilmente Itard, di cui adotta i concetti

di nozione - idea, senza adottarne il sensismo

Verso il 1840 fonda una scuola per l’educazione

integrale degli “idioti”

Nel 1846 pubblica il Traitement Moral, Hygiène, et

Education des Idiots

Nel 1850 si trasferisce negli Stati Uniti e dal 1863

lavora a New York

Nel 1866 pubblica Idiocy: and its Treatment by the

Physiological Method

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I principi educativi di Séguin - I

«L’idiota è solo senza volontà intellettuale né morale. Fisiologicamente egli non “può”,

intellettualmente non “sa”, psicologicamente non “vuole”, e “potrebbe”, “saprebbe” se

“volesse”, ma soprattutto non vuole!»

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1. Sviluppo delle funzioni sensoriali e intellettuali, ma anche sviluppo della volontà e della socievolezza

2. Tramite i sensi, sviluppo di nozioni su cose e persone. Per induzione e deduzione, far pervenire il ragazzo al ragionamento. La nozione dipende dalla percezione, e può essere facilmente indotta dal maestro. Le idee invece dipendono dall’intelletto, e il maestro può solo suscitare circostante propizie e facilitanti

3. L’educazione ha senso solo nel ludico, nel concreto. Ruolo della natura

4. Procedere sempre dal conosciuto all’ignoto, dal semplice al complesso, dal concreto all’astratto.

I principi educativi di Séguin - II

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I tre tempi di Séguin

Primo tempo. La fissazione

ripetizione variata, per prove ed errori

attenzione e concentrazione dell’allievo

Secondo tempo. Il riconoscimento

memoria a breve e lungo termine, giudizio, discriminazione

Terzo tempo. L’evocazione

ragionamento, intelletto

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Attualità dei principi di Séguin

a. importanza della ripetizione

b. importanza di catturare l’attenzione

c. necessità di consolidare apprendimento attraverso la manipolazione concreta

d. formazione di nozioni, cioè di differenze

e. importanza di coordinare nozioni e gesti

f. importanza del gioco con materiali educativi, che pongano problemi di apprendimento

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La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 1

Tre grandi pensatori si stagliano sullo fondo della

nascita della pedagogia speciale in Italia

Sante de Sanctis

Giuseppe Montesano

Maria Montessori

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accompagnamento della cura educativa alla cura medica nel

trattamento dei minori insufficienti mentali

ampiezza e profondità di elaborazione

scientifica

potere innovativo

dei percorsi tracciati validità degli

strumenti proposti

La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 2

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Sante de Sanctis (1862 – 1935)

apre a Roma nel 1899 il primo asilo-scuola

per fanciulli minorati psichici di grado lieve e di povera condizione

nel quale offrire assistenza e favorire gli apprendimenti, ma anche progettare un

recupero sociale, preparando il loro rientro attivo nell’ambiente normale

grazie all’educazione e alla riabilitazione attuata su basi scientifiche

La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 3

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1899: apre a Roma primo asilo-scuola per minorati psichici

Obiettivo il loro rientro attivo nella società grazie all’educazione e alla

riabilitazione scientificamente fondate

Onnipotenza dell’educazione: grande spazio al lavoro

Approccio sperimentalista, seguito personalmente

Nel suo asilo-scuola (fanciulli di famiglie agiate): insegnamento

individualizzato, lezioni di ortofonia, canto, educazione fisica e avviamento al lavoro

De Sanctis: Associazione Romana per Anormali Psichici Poveri

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Nel suo modello educativo

dedica ampio spazio alla

collaborazione tra diverse figure

professionali, all’accoglienza e

alla organizzazione degli spazi

negli asili-scuola, all’educazione

sul piano fisico e motorio, al

canto, alla stimolazione sensoriale

e all’educazione della volontà

per mezzo del lavoro

Sante de Sanctis

La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 4

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Giuseppe Ferruccio Montesano (1868-1961)

Importanza alla formazione degli insegnanti: conoscenze, metodi e

strumenti speciali

Importanza di individuazione di uno specifico ruolo per questi insegnanti

Importanza della formazione continua per questi insegnanti

La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 5

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Nel 1900 fonda a Roma la prima Scuola magistrale ortofrenica, per la

formazione di insegnanti per “minorenni anormali”; ne rimane Direttore per

molti anni

1901: Istituto Medico Psico-Pedagogico nel quale le maestre svolgevano

tirocinio

1913: fonda la rivista «L’assistenza dei minorenni anormali»

Giuseppe Ferruccio Montesano

La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 6

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Su sua ispirazione nascono a

Roma, nei primi anni del

secolo,

le “classi differenziali”

che per quell’epoca

rappresentano importanti

segnali nell’ottica degli

interventi medico-sanitari sul

piano della prevenzione e

dell’igiene mentale

Giuseppe Ferruccio Montesano

La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 7

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Maria Montessori (1870 – 1952)

fra le prime donne italiane a esercitare

l’attività di medico,

inizia ad occuparsi del recupero dei

fanciulli “ritardati”, ricercando le

cause dell’anomalia psichica e

mettendo a punto sistemi e metodi

per l’assistenza e il successivo

recupero alla via normale

La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 8

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si esprime a favore della necessità di

coniugare

le competenze del medico

con quelle del maestro

nell’educazione

dei soggetti con ritardo mentale

Maria Montessori

La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 9

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è inoltre fondamentale

la cura dell’ambiente educativo

in tutti i particolari, dagli arredi ai giochi,

perché qui il bambino deve poter esprimere

liberamente le sue inclinazioni e i suoi

interessi, sollecitato dalla disponibilità di

materiale appositamente strutturato

Maria Montessori

La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 10

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La sua pedagogia si radica nella biologia e nella psicologia; la definisce “scientifica”

Per i soggetti con ritardo mentale le competenze del mediche vengono prima delle competenze didattiche del maestro

E’ la punta di diamante della catena dei medici-educatori, i quali sono convinti che per i bambini anormali ci sia bisogno di un’educazione speciale, in istituti specializzati, anche per evitare un possibile contagio: il loro cattivo comportamento potrebbe essere imitato dai bambini normali, e gli stessi bambini con ritardo mentale potrebbero risultare frustrati dal rapporto con i normodotati….

La nascita della Pedagogia Speciale in Italia - 11

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«Certamente Montessori ha letto Séguin molto prima della sua famosa relazione sul

«L’Educazione morale dei deficienti» al Congresso di Pedagogia del 1898 a Torino.

Tra il 1898 e il 1900 traduce per sé in italiano la prima edizione del 1846 di Séguin e si

fa costruire tutto il materiale didattico di Séguin. Va a Parigi e a Londra per studiare

l’applicazione del metodo, ma con sua grande sorpresa trova che tutti parlano di

Séguin ma il libro è quasi introvabile e nessuno conosce o adotta il suo metodo (..)

E la Montessori 60 anni dopo (1907) volle sperimentare il metodo di Séguin

apportando alcune modifiche al metodo…»

Un commento di Giovanni Bollea

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La situazione in Italia

fino alla fine degli anni ‘50

Scuole per ciechi e per sordi

Istituti ortofrenici per minorati, idioti, ecc.

Primi anni ’60: scuole per paraplegici (Milano, A. Colli Grisoni)

Bollea e la Scuola di Neuropsichiatria Infantile di Roma (1959)

Necessità di risposte speciali e scientifiche a esigenze specifiche: nascita e consolidamento di scuole speciali

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Adriano Milani Comparetti

Il problema degli “spastici”

Il Centro “A. Torrigiani” (1957) e la scuola improntata ai metodi CEMEA: internato e sperimentazione di risposte specialistiche

La rivoluzione anti-istituzionale del ’68 dopo la Lettera a una professoressa: le istanze contro l’emarginazione

Abbiamo fatto delle gabbie dorate, ora dobbiamo dedicarci a chiuderle….

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I primi tentativi in trincea: fra anni

Sessanta e Settanta

Qualche centro di riabilitazione si apre a collaborazioni con direzioni didattiche locali

Alcuni enti locali sensibilizzati organizzano interventi gestiti da servizi dedicati

Alcuni operatori scolastici organizzano sperimentazioni strutturate

Singoli docenti, indipendentemente da progetti globali, inseriscono disabili nella loro classe

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Fra gli altri…

Centro AIAS di Cutrofiano (Lecce), 1970

Rescaldina (Milano) dal 1966 al 1976

Centro Torrigiani di Firenze: dall’inserimento nella scuola di tutti alla riabilitazione sul territorio

gli elementi innovatori di operatività erano la partecipazione, una nuova visone del vivere sociale, e la salute, bene comune e non dell’individuo