Post on 15-Feb-2019
CONCORSO DI PROGETTAZIONE IN DUE GRADI PER LA RIQUALIFICAZIONE DI UNA PORZIONE DI CENTRO STORICO A RIDOSSO DELLA ROCCA RANGONI E DELL’ANNESSO PARCO SU VIA SAVANI E VIA PICCIOLI RELAZIONE ILLUSTRATIVA E RELAZIONE TECNICA
INDICE 1. PREMESSA
2. RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ PAESAGGISTICA ED
AMBIENTALE
3. RIORGANIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ E LA SOSTA URBANA
4. RICERCA STORICA 4.1. IL CIRCUITO DELLE MURA DIFENSIVE DI SPILAMBERTO 4.2. INTRODUZIONE AL PROGETTO DI RECUPERO E VALORIZZAZIONE 4.3. BIBLIOGRAFIA
5. RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ URBANA E DELL’ARREDO
5.1. PIAZZA DELL'UNIONE (STRALCIO 1 / Piazzale Rangoni-Piazza Roma) 5.2. MERCATO DELLA ROCCA (STRALCIO 2 / Via Savani) 5.3. TERRAGLIO DI SPILAMBERTO (STRALCIO 3 / Via Piccioli) 5.4. PARCO DELLE ROTONDE (STRALCIO 4 / Parco della Rocca-Fiume Panaro)
1 / PREMESSA Spilamberto è in cerca di un buon equilibrio: tra volontà di rinnovamento e necessità di tutela e valorizzazione del patrimonio storico ambientale esistente: un nucleo urbano dotato di grande potenzialità propulsive e aggregative che al momento è abitato da separazioni, ostacoli, limiti, fratture sia strutturali che ideali. Un centro urbano contemporaneo che pur nella dimensione contenuta pone sul piatto tutte le complessità proprie delle maggiori città italiane e dunque europee per cui si fatica a trovare politiche e forme di intervento che sappiano armonizzare i conflitti e riavviare i processi di rinnovamento e riqualificazione. Spilamberto è un laboratorio: per il progetto Smart City, per la creazione dunque di un ambiente urbano in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini. Spilamberto città "intelligente" è in cerca di soluzioni che possano conciliare le esigenze della cittadinanza con quelle delle imprese, delle associazioni e delle istituzioni, grazie anche all'impiego innovativo delle Information Technologies, in particolare nei campi della trasmissione del sapere, della memoria storica e dell'efficienza energetica. Spilamberto è in cerca di una cura: Il progetto urbano e architettonico è dunque un dispositivo benefico che opera sul territorio come il medico su di un paziente bisognoso di cure, analizzandone le criticità, monitorando i punti critici e sopratutto recependo attraverso un ascolto attento le istanze e i bisogni è possibile definire una strategia di intervento che risani e incoraggi verso prospettive nuove di sviluppo e crescita ulteriore. Un opportunità unica: Da queste motivazioni muove la proposta di secondo grado presentata dal nostro team, una seconda occasione che viene vissuta come una opportunità unica per avvalorare e applicare a un caso concreto una visione disciplinare non più dogmatica e autoreferenziale, ma aperta e condivisa, volta cioè a dare forma alla domanda presente sul territorio recependone le contraddizioni e sbloccandone i processi di rinnovamento e crescita future. Il percorso è duplice: In primo luogo, come integrazione al progetto preliminare di primo grado ci è sembrato doveroso per la fase successiva, - questo aldilà degli esiti concorsuali finali - offrire alla cittadinanza e all'amministrazione un contributo scientifico specifico, una Ricerca Storica che ha integrato il ricco materiale documentale messo a base di gara con le fonti documentali archivistiche e gli studi specialistici a oggi esistenti (tesi di dottorato, pubblicazioni, atti di convegno, etc.). I risultati di questa ricerca ci hanno rivelato dei risvolti operativi insperati e eclatanti aprendoci e motivandoci nelle scelte intraprese. In secondo luogo, interpretando un desiderio e una necessità reale della committenza si è deciso di predisporre una soluzione in grado di promuovere e prediligere la fattività anche di una sola parte rispetto al tutto senza escludere o compromettere il carattere propulsivo della proposta generale in sè. Si sceglie dunque dividere l'intervento in Stralci ciascuno dei quali caratterizzati da qualità urbane e progettuali specifiche emerse dalla fase di analisi sul campo, inoltre si definiscono degli stessi due opzioni realizzative, la prima a "basso costo" la seconda in linea con l'incidenza della stessa sull'importo complessivo a base di gara.
2 / RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ PAESAGGISTICA ED AMBIENTALE La proposta progettuale qui presentata intende operare nella direzione di una
trasformazione che vada a migliorare quelle potenzialità esistenti nell’area d’intervento
del parco pubblico della Rocca preso atto del valore di questo come un importante
bene paesaggistico ambientale da preservare ma anche integrare e rigenerare.
Obiettivo prioritario della proposta é far evolvere questa importante area del comune di
Spilamberto nell’ambito di una strategia equilibrata, compatibile con il mantenere e
rafforzare il patrimonio e l’identità storico culturale del luogo ma anche commisurata ad
una fattibilità credibile e sostenibile da un
punto di vista sociale economico e
ambientale. Il progetto propone di trasformare
il parco in un’importate cerniera tra città e
fiume (Il PARCO DELLE ROTONDE /
Stralcio_4 si veda il punto 5 della presente
relazione) che sia in grado di diventare allo
stesso tempo un cuore pulsante dello stesso
centro urbano, occasione per rivitalizzare
innanzitutto le aree pubbliche a ridosso della
rocca Rangoni che si trovano in una
condizione di “confine” con il parco e che
dovranno diventare punti di connessione e di
accesso differenziati al sistema parco ma al
contempo luoghi di sosta pedonale atti ad
accogliere attività diversificate che possano
animare la vita cittadina durante l’arco
dell’anno. Il progetto del parco nella sua
forma e programma funzionale si articola
attorno all’elaborazione di un concept che
interpreta il tema del flusso e dell’
attraversamento, per connettere parti ora
disgregate, come centrale nella
determinazione di una chiave di lettura
innovativa utile ad interpretare il
cambiamento che é necessario con esso indurre in questo contesto
Il progetto del parco prende forma da un “sistema di elementi”, un insieme di 4
principali percorsi tematici attrezzati (Natura, Storia, Panorama, Degustazione),
pensati per attraversare, infiltrarsi sinuosamente all’interno del “sistema parco”
esistente, assecondandone l’assetto orografico, adattandosi ad esso senza imporre
significativi cambiamenti e conseguenti necessari movimenti del suolo, anche nel
rispetto di tutta la vegetazione esistente.
Tutto il sistema dei percorsi pedonali, quello dei principali 4 assi tematici unito
all’insieme dei secondari, si libera in planimetria tra con andamento curvilineo scelto
opportunamente per schivare la presenza delle alberature più giovani e meno giovani
che determinano l’attuale assetto naturalistico vegetazionale del parco senza produrne
alterazioni.
Pensati come infrastrutturazione minima atta alla necessaria attrezzatura del parco in
funzione della sua fruizione, i percorsi pedonali connettono il sistema di spazi pubblici
interno alla città a ridosso delle antiche mura e della Rocca Rangoni (piazzale
Rangoni, via Piccioli, via Savani) con il parco stesso permettendo inoltre l’accesso più
fluido e diretto al fiume. Qui i percorsi tematici, attraversando il Percorso Natura
esistente, traguardano piccole strutture di servizio a ridosso del fiume, con la funzione
di ospitare chioschi, punti sosta attrezzati, noleggio bici, info point e quant’altro possa
incentivare l’uso e la fruibilità da parte della collettività anche di queste aree
attualmente sottoutilizzate.
Seguendo anche il naturale declivio ed andamento delle curve di livello, i percorsi
coagulano nei punti significativi di curvatura, un ulteriore famiglia di elementi che va a
rispondere alla voce richiesta da bando di dotare il parco di “zone ed aree funzionali”
dove poter svolgere attività di vario genere sociale, culturale, ricreativo, sportivo. Si
tratta di piazzole-punti sosta attrezzati, le Rotonde, dal disegno geometrico a pianta
circolare simile ma di differente diametro di ampiezza.
Da un punto di vista architettonico e tecnologico, queste sono pensate della stessa
natura, con una parte pavimentata che accoglie le sedute e la possibilità di collocare
piccole strutture a tettoia leggere che si alternano ad aree verdi presenti al proprio
interno, percorsi e vasche d’acqua. Da un punto di vista tipologico sfruttando la
semplificazione di uno stesso sistema costruttivo, sono pensate per adattarsi a
differenti usi. Il sistema low-tech previsto é di basso impatto ambientale e risponde
anche ad una logica di reversibilità che preveda nel tempo la possibilità di smontare
l’intera struttura delle pensiline fatta di parti (travi in acciaio, assi di legno modulari) che
possano essere reimpiegate in eventuali nuovi usi.
Le tipologie di Rotonde sono 5 e alcune di esse si ripetono anche con dimensioni
differenti in diversi punti del parco. Sono pensate come degli ambiti raccolti dove
riparare, definiti da un recinto circolare a spessore e sezione variabile sagomato per
accogliere le sedute ed in alcuni punti anche per alloggiare strutture leggere per tettoie.
La semplicità costruttiva di quest’ultime si presta all’uso di diverse modalità di
rivestimento, come ad esempio pannelli lignei coibentati nel caso in cui si voglia
chiudere la struttura anche lateralmente mediante serramenti, con elementi frangi sole
nel caso in cui invece siano usate solo come pensiline, oppure infine con pannelli
fotovoltaici che, debitamente integrati alla struttura, possano comunque essere usati
all’esterno in entrambe i casi come rivestimento e contemporaneamente costituire
fonte di approvvigionamento per le energie rinnovabili.
Il progetto é in tal modo concepito come un “dispositivo” che si predispone quindi a
diversi tipi di opzioni per dare l’opportunità di scelta, a chi di competenza, se dotare
tutto l’intero parco di una rete di sotto servizi (idrica ed elettrica) che abbia come fonti le
energie rinnovabili , e che vada ad alimentare in gran parte l’illuminazione del parco
stesso e delle aree pubbliche dislocate lungo i suoi confini sia a ridosso della città
verso est che del fiume verso ovest.
Le Rotonde
assumono differenti conformazioni a seconda dell’uso flessibile che di esse può essere
fatto:
Tipo A/ rotonda sosta con tettoia per usi temporanei, delimita un area circolare a
sezione variabile dove si alternano aree pavimentate, aree verdi e vasche d’acqua. Su
di un lato, incassata all’interno della stessa struttura ospitante le sedute, viene
collocato un telaio leggero in acciaio pensato per allocare tettoie a rivestimento ligneo.
Questo tipo di micro-architettura a seconda dell’uso che se ne vuole fare, si presta ad
essere lasciata aperta ed usata come semplice riparo-pensilina utile ad ospitare anche
manifestazioni temporanee (sagre, mercatini, feste stagionali etc) o all’occorrenza ad
essere chiusa lateralmente mediante serramenti al fine di ospitare funzioni di tipo
permanente (punto ristoro, laboratorio, ludoteca, centro anziani, piccolo spazio
espositivo etc)
Tipo B/ rotonda play-ground, lo stesso tipo di struttura a piazzola delimitata ai
margini dalle sedute ospita al proprio interno delle aree pianeggianti circolari a
pavimentazione speciale (in gomma, terra battuta o green) destinate a giochi bimbi o
sport all’aperto.
Tipo C/ rotonda bar, punto ristoro, dove possibile collocare in via permanente un
piccolo chiosco bar che possa utilizzare l’area pavimentata antistante per posizionare
le strutture mobili (area tavolini)
Tipo D/ rotonda teatro, per manifestazioni culturali come festival musicali o teatrali da
svolgere all’aperto nelle stagioni calde che possa essere usata anche in altri momenti
come zona di sosta panoramica da cui traguardare visivamente il fiume
Tipo E/ rotonda green, l’unica che non presenta sedute sul bordo é pensata per
accogliere vegetazione ad arbusto basso a fioritura stagionale all'interno di aperture
circolari applicate alla pavimentazione
Anche i materiali e le tecnologie da adottare sia per le pavimentazioni dei percorsi
che per tutte le aree pedonali interne al parco, sono pensate per essere compatibili
con gli usi e sono inlinea con i criteri generali di sostenibilità ambientale ed economica
che il progetto si prefigge di adottare.
I percorsi principali avranno una pavimentazione in calcestruzzo pre-confezionato,
correntemente in uso e produzione anche nella regione, adatto per pavimentazioni sia
pedonali che carrabili con un’alta capacità drenante ottenuta mediante accurata
selezione degli inerti a grana piccola e media (max 22 mm.) dal mix design e specifica
azione del legante cementizio utilizzato nella miscela.
In questo modo viene garantito il drenaggio sostenibile delle acque riducendo
l’impermeabilizzazione del suolo e il deflusso (ruscellamento) delle acque piovane per
favorire il ripristino del ciclo naturale delle acque. Questa scelta riduce anche i costi
connessi alla gestione delle acque meteoriche in quanto il drenaggio può
rappresentare un’importante fonte di risparmio per le pubbliche amministrazioni rispetto
alle classiche soluzioni (raccolta puntuale, vasche di accumulo e rilascio in fognatura
bianca o mista). Inoltre aumenta la sicurezza delle pavimentazione evitando il formarsi
di pozzanghere e pericoli legati all’acquaplaning e alla formazione di lastre di ghiaccio.
Infine assicura elevata durabilità e bassi costi di gestione in particolare rispetto a
pavimentazioni pedonali, ciclabili o carrabili realizzate con le tradizionali soluzioni. Per
quanto concerne specifiche aree funzionali come quelle destinate a play-ground per
i bimbi,piazzole per sport all’aria aperta e pista ciclopedonale (percorso natura di
progetto e Percorso Natura esistente) si può circoscrivere l'uso a pavimentazioni
speciali. Per le prime si può prevedere la posa in opera di un tipo di pavimentazione
“anti trauma” in linea con le attuali normative europee in tema di sicurezza, costituita da
un manto interamente realizzato con gomma sintetica/naturale stabilizzata, miscelata
con resina poliuretanica elastica.
Anche per la seconda tipologia di aree possono essere adottate pavimentazioni
realizzate in resine leganti miscelate con sabbie ed inerti naturali e pigmenti per
conferire una coloritura speciale della superficie esterna. Questo tipo di tappetino di
rivestimento antisdrucciolo, resistente agli agenti atmosferici e di aspetto molto
naturale inoltre non inquina le falde sotterranee.
La scelta di conferire una tematizzazione ai 4 principali percorsi attrezzati che
attraversano il parco, trova giustificazione soprattutto dal punto di vista della fattibilità
tecnico economica dell’intero progetto di cui viene dato ampio resoconto nella specifica
relazione presentata a parte come richiesto da bando.
Le strutture annesse ai percorsi pensate per essere realizzate con tecnologie semplici,
di basso impatto ambientale e limitati costi di realizzazione e manutenzione, sono
pensate per ospitare famiglie di attività ricreative, legate a cultura, sport, tempo
libero, didattica e turismo, da svolgersi principalmente all’aria aperta ma non solo,
che possano fungere da aggregatori sociali e al contempo stimolare la formazione o
incentivare una rete di micro economie agenti sul territorio. Solo in questo modo il
progetto può prestarsi nella sua “conformazione fisica” e “programmatica” ad
operare un processo rigenerativo di quest’area attualmente sottoutilizzata e
parzialmente disgregata dal contesto circostante, in modo tale da rispondere
concretamente e realisticamente alle richieste di bando.
Nell’insieme il progetto prevede una rete di sistemi lineari intrecciati che viene a
costituire una sorta di “scena diffusa”, dislocata in vari punti del parco e nelle aree
adiacenti ad esso, dove poter collocare sia singole attività puntuali indipendenti e di
servizio (stanziali o temporanee) che manifestazioni stagionali, temporanee o cicliche,
come mercatini, sagre, festival, eventi di differenti tipologie (culturali, gastronomici,
musicali, commerciali, sportivi, etc)
Il percorso Natura ad esempio può ospitare attività ricreative specifiche da svolgere
all’aria aperta connesse al tempo libero, allo sport, al gioco bimbi e alla didattica.
Il percorso Storia può ospitare attività connesse alla fruizione turistica, alla didattica,
allo svolgimento di manifestazioni culturali, eventi, celebrazioni legate a feste locali e
ricorrenze.
Il percorso Panorama, può ospitare anch’esso attività connesse alla fruizione turistica,
didattica o di altro genere ed é pensato per essere parte di una rete escursionistica più
ampia che attraversa parti significative del territorio usando anche i percorsi ciclo
pedonali esistenti lungo il fiume. Attraverso di esso, venendo da fuori, é possibile
accedere al centro di Spilamberto passando per i punti notevoli sia della
conformazione orografica che panoramica del luogo come la collina della torre di
Guardia.
Lungo il percorso Degustazione, possono invece trovare collocazione sia attività fisse
come punti ristoro, bar, chioschi generici o anche atti alla vendita, consumo e
divulgazione di prodotti tipici locali che attività di tipo temporaneo come festival, sagre,
eventi stagionali legati alla fruizione enogastronomica.
3 / RIORGANIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ E LA SOSTA URBANA
In riferimento alla risposta, leggibile sul sito del concorso, alla domanda posta in merito
alla ricollocazione di aree destinate a parcheggio fuori dal limite indicato nell’allegato
05, fornita dalla segreteria del concorso in data 25-25-12, il progetto proposto intende
seguire il suggerimento dato di prevedere la progressiva riduzione delle aree a
parcheggio senza indicare in questa fase verifiche di standard o proposte per
l’individuazione di nuove aree da destinare a questa funzione.
Pertanto si prevede che tutte le aree in adiacenza con il perimetro ovest del Parco
della Rocca Rangoni, definite da via Savani, Piazzale Rangoni, Piazza Roma e via
Piccioli, vengano a costituire un unico sistema di spazi pubblici destinati, dopo la
riqualificazione, in una prima fase a diventare zona a traffico limitato prevedendo
anche la loro totale pedonalizzazione in alcuni giorni della settimana ad orari specifici
per agevolare la fruizione pedonale delle aree e la possibilità di utilizzare in una
modalità innovativa, come nel caso di Via Savani, una nuova piazza di ingresso
laterale al parco.
Il progetto suggerisce che questa venga riconvertita a piazza pubblica avocandone una
quota parte consistente ad uso pedonale riducendo l’area di sosta per autoveicoli
attualmente esistente lungo il marciapiede antistante la recinzione del parco
Per fare questo le azioni che si propongono di attuare sono innanzitutto la completa
ripavimentare di tutto l’intero sistema e poi l'apertura di due nuovi accessi lungo
l'attuale recinzione del parco nel tratto di Via Savani, recinzione di recente
realizzazione che nel progetto di secondo grado si intende valorizzare. Il progetto
prevede quindi di collocare lungo detta via, un sistema tripartito in sottoambiti, una
sequenza di tre piccole piazzole rettangolari delimitate da altrettanti sistemi di pensiline
e sedute con andamento planimetrico a “C. L'aiuola che delimita la recinzione verso
l'abitato viene mantenuta ma rimodellata secondo le esigenze di progetto nel
quadro di una complessiva ottimizzazione delle risorse già presenti sul territorio. Le
tettoie-pensiline hanno una particolare dislocazione in pianta che si presta ad una
doppia valenza: far passare in tre punti gli accessi al parco stesso ed accogliere allo
stesso tempo verso la strada aree di sosta pedonali dove, in specifici orari della
giornata e/o settimanali possano prendere vita attività di vendita all’aperto e di
mercato. Il progetto predispone quindi lo spazio pubblico ad ospitare questo tipo di
attività cicliche reversibili e temporanee, pensando di collocare delle tettoie al di
sotto delle quali poter sistemare i banchi e tutte le strutture removibili del caso. Lo
stesso sistema di pensiline e sedute usato per le Rotonde interne al parco negli orari in
cui il mercato non é attivo, funge da riparo delimitante lo spazio pubblico lasciato alla
libera fruizione della collettività. Il novello sistema urbano risultante costituirà lo
Stralcio n° 2 / Mercato della Rocca sul quale si ritornerà più avanti.
4 / RICERCA STORICA
4.1 IL CIRCUITO DELLE MURA DIFENSIVE DI SPILAMBERTO
L’insediamento fortificato di Spilamberto fu fondato nel 1210 dal Comune di Modena
sulla riva occidentale del fiume Panaro. Il castrum fu racchiuso all’interno di un recinto
rettangolare di mura costruite su terrapieni, interrotte sul lato orientale da una torre
la cui posizione è identificabile grazie all’analisi delle murature dell’attuale Rocca
Rangoni (vedi fig.4). Un secolo più tardi furono costruite le quattro torricelle1 angolari e
le tre porte a metà dei lati, di cui quella occidentale prese il ruolo di accesso principale
alla città.Con l’arrivo dei marchesi Rangoni, a partire dal XIV secolo2, le strutture della
torre a metà del lato orientale furono modificate fino ad assumere nel Quattrocento i
caratteri di una vera e propria Rocca fortificata. La Rocca Rangoni subì nei secoli
numerosi interventi di ristrutturazione e ampliamento che portarono all’obliterazione
delle strutture della torre primitiva e alla demolizione di piccoli tratti delle mura a sud
della rocca: tra il 1658 e il 1660 Guido IV Rangoni ordinò la costruzione di una galleria3
addossata al prospetto sud della rocca e successivamente, nel 1790, Lotario Alfonso
Rangoni fece addossare ad essa la “nuova conserva” per i prodotti delle coltivazioni4. Il
tratto di mura che collegava la rocca alla torre di sud-est fu quindi demolito in parte in
seguito a questi interventi, mentre la parte rimanente si trova ancora in situ5 al di sotto
del terrapieno su cui si eleva la
Torre di Guardia.
Il Gregori6 descrive il borgo di
Spilamberto come “cinto di
profonda fossa con terrapieni di
dentro e di fuori, sostenuti per più
fortezza da treplicata muraglia la
più alta della quali, stando nel
mezzo dei due terrapieni, andava
inghirlandata di merli”.
In base a questa descrizione si
può ricostruire la tipologia di
fortificazione che circondava
Spilamberto: una cerchia principale di mura, provvista di merli7, sorgeva sulla cima di
due terrapieni, uno esterno e uno interno, mentre altri due circuiti di mura servivano da
1 Cfr. AA.VV. 2007, p.65
2 Cfr. SASSATELLI 1994, p.15
3 Cfr. CORRADINI 2011, p.115
4 Cfr. CORRADINI 2011, p.251
5 Cfr. BALBONI 2010, p.30; AA.VV. 2007, p.144, n.6; la sua posizione è rappresentata in rosso
nella figura 4 6 Padre Gian Andrea Gregori, Storia del Castello di Spilamberto dalla sua origine fino all’anno
1712 circa, copia ms., dal prevosto D. Lorenz Tosi, 1857, Archivio parrocchiale di Spilamberto 7 I merli furono fatti demolire da Guido IV nel 1660 e il materiale fu riutilizzato per la costruzione
delle cucine
contenimento per essi. Nell’Iconographia della terra e del marchesato di Spilamberto8
(fig.1), che rappresenta il borgo nella metà del XVIII secolo, si può osservare il circuito
delle mura all’interno del quale era raccolto l’abitato e i terrapieni su cui si elevavano.
La presenza di un terrapieno a sud della Rocca, lungo via Piccioli, deriva dunque dalla
tipologia di fortificazione adottata a Spilamberto, mentre il suo incremento in altezza si
può far risalire a diverse cause succedutesi nel tempo. Sicuramente nel Seicento, se
non già precedentemente, i terrapieni delle muraglie venivano coltivati dai cittadini di
Spilamberto che avevano dei contratti a livello; sappiamo poi che nel 1611 la marchesa
Bianca Rangoni fece eseguire un ingente intervento di restauro delle murature, perché
esse venivano costantemente danneggiate dagli abitanti che le scavalcavano per
uscire dal borgo di notte e stendevano il bucato ad asciugare legando corde e
imperniando uncini “sopra i merli e muraglie” 9. Oltre all’uso agricolo del suolo e al
deposito di materiale derivato da eventuali crolli delle murature è possibile che a inizio
Settecento, nel periodo in cui il giardino dei nobili Rangoni fu sistemato per ospitare le
cerimonie tipiche di una residenza di villeggiatura, quale la rocca era diventata, Anna
Teresa, che aveva sfruttato l’invaso del fossato per realizzarvi una peschiera, abbia
voluto anche ricreare il topos della montagna in corrispondenza della Torre di guardia,
sfruttandone l’aspetto romantico.
Comprese le ragioni della presenza del terrapieno tra la Rocca e la Torre di guardia,
passiamo all’osservazione della parete, lunga circa 115 m, che oggi lo sostiene. Nei
tratti in cui non si conserva più l’intonaco di rivestimento è possibile osservare le
diverse tecniche costruttive con le quali la muratura è stata realizzata, risarcita,
soprelevata, ricostruita, prevalentemente con ciottoli di fiume di grandi dimensioni. I
segni degli interventi che essa ha subito, come il ricorso di laterizi per l’orizzontamento
della cresta prima della soprelevazione, la reintegrazione con malte cementizie e
materiali locali della fascia basamentale, maggiormente soggetta al degrado per la
costante presenza di umidità, l’apertura e la successiva tamponatura di una porta di
accesso a una rampa di scale, permettono di individuare diverse fasi costruttive della
parete stessa.
Per quanto riguarda l’andamento planimetrico, grazie allo studio della cartografia
storica è possibile individuare diverse fasi di trasformazione del terrapieno e della sua
parete di contenimento. Fino al momento della costruzione della galleria di Guido IV
Rangoni, nel 1660, il terrapieno doveva arrivare, così come la cerchia muraria
principale e il fossato, a toccare la parete meridionale della Rocca; in seguito a tale
ampliamento e alla costruzione della nuova conserva da parte di Lotario Alfonso, nel
1790, il terrapieno dovette essere contenuto con la costruzione di una nuova parete. La
“terrazza” che ancora oggi si protende verso piazzale Rangoni compare per la prima
volta, rappresentata schematicamente, in una planimetria del 1798 (ASMo, Ufficio
Centrale del Censo, Periti agrimensori, b.32, Misura e stima della fossa del castello e
dei terragli).
8 Cfr. CONFORTINI 2008
9 Cfr. SASSATELLI 2001, p.107: si tratta di un intervento di restauro eseguito utilizzando sassi del
fiume Panaro e mattoni prodotti nelle fornaci locali (forse gli stessi osservabili nel tratto di muratura a nord della Rocca nella fig.4)
Un documento10 del 1853 descrive
la Rocca come “circoscritta a
Levante dalla fossa del Castello, a
Mezzodì parte le fosse, i terragli o
mura, un orticello su terraglio e
strada. A Ponente la piazza detta
Rangoni”. L’orticello su terraglio di
cui si parla è rappresentato in una
planimetria del 1909 che è di
fondamentale importanza per la
comprensione delle strutture di cui
ci stiamo occupando. Tale
planimetria, consultabile presso l’Archivio Storico Civico di Spilamberto11, risale al 1909
e rappresenta il progetto di demolizione delle mura di fortificazione e la nuova
sistemazione dell’area orientale del borgo di Spilamberto. Non essendo riproducibile,
se ne riportano schematicamente le linee sulla mappa del Catasto di primo impianto
del 1892, conservato presso l’Archivio di Stato di Modena (fig.3).
In attuazione del progetto del
1909, redatto dall’ing. Pietro
Venturelli, tutto il tratto di mura a
nord della Rocca è stato
demolito, così come la muratura
di contenimento del terrapieno
dell’angolo sud-est del borgo (in
rosso nella fig.3), mentre la
parete di contenimento dell’orto
citato nel 1853, già caratterizzata
dalla terrazza su piazzale
Rangoni, rappresentata con un
tratto di collegamento con la cinta principale a circa metà della sua lunghezza attuale,
è stata prolungata in una direzione diversa dall’originale, rappresentata in blu in fig.3.
La parete che costeggia via Piccioli, per la quale il bando di concorso prevede che si
proponga un intervento di restauro, risulta quindi essere originale, o meglio, nella sua
posizione originale, solo per un tratto di circa 40m (vedi segmento in rosso in fig.4).
10
ASMo, Ufficio Centrale del Censo, busta 653, Autodenuncia dei possidenti del Comune di Spilamberto, anno 1853, citato da AA.VV. 2007, p.69 11
E’ stata consultata e pubblicata da Laura Balboni nel 2010; ASCSp, 44.13, 1909: Abbattimento delle mura. Planimetria di Spilamberto a levante della via S.Giovanni - S. Adriano con indicazione dei lavori progettati di sistemazione (1910)
Fig. 3
4.2 INTRODUZIONE AL PROGETTO DI RECUPERO E VALORIZZAZIONE
Nell’ambito di un progetto che riguarda tutto il settore orientale del borgo di
Spilamberto, si vogliono riqualificare le aree un tempo occupate dalle mura del castrum
e dai terrapieni su cui esse sorgevano. In particolare, essendo state demolite
completamente le strutture a nord della Rocca Rangoni, ci si vuole occupare delle
testimonianze ancora presenti tra essa e la Torre di Guardia.
Grazie alle informazioni ottenute attraverso la ricerca storica sappiamo che la parete
che costeggia via Piccioli è stata protagonista della quotidianità dei cittadini di
Spilamberto, i quali la utilizzavano “per distendere bugade e panni… sopra i merli e
muraglie” ed erano soliti scavalcarla per raggiungere le loro coltivazioni all’esterno del
borgo, sui terrapieni e nei Prati della Rocca.
Da elemento di divisione, quale essa è diventata in seguito agli incrementi di altezza
del terrapieno12, può dunque tornare ad essere un elemento di connessione tra il
borgo e il parco della Rocca: il progetto preliminare prevede la realizzazione di una
“passeggiata” accostata alla muratura, che potrebbe rendere il parco accessibile
indipendentemente dagli orari di apertura della Rocca. Considerando che gli interventi
del 1909 hanno modificato l’area di sedime di via Piccioli (vedi fig.3. Il percorso, inoltre,
può essere articolato in segmenti di salita e segmenti di passeggiata in quota, dai quali
si potrebbero osservare le mura avvicinandosi gradualmente alla vista del parco. Una
volta raggiunta la quota del terrapieno, all’intersezione con l’altro elemento di risalita
che connette il percorso a piazzale Rangoni, si potrebbe accedere ai percorsi tematici
del parco oppure raggiungere la Torre di Guardia osservando il tratto del muro di cinta
ancora conservato13 (in rosso nella fig.4), che potrebbe essere in questa occasione
rimesso in luce e restaurato.La realizzazione delle rampe di scale proposte nel
progetto preliminare per accedere al parco da piazzale Rangoni comporterebbe la
demolizione di un breve tratto della parete oggetto di studio: le ricerche bibliografica
e cartografica qui esposte e l’osservazione delle tecniche costruttive14 delle murature
hanno permesso di dimostrare che tale tratto non corrisponde a segmenti di
muratura originale, né alla posizione delle muraglie di XIII secolo, bensì ad
interventi per il contenimento del terrapieno eseguiti nel XIX secolo.
12
D. Oreni in AA.VV. 2007, p.145, n.13, parla di interventi di reinterro del terrapieno in occasione delle demolizioni del 1909, forse legati alla soprelevazione più evidente della parete 13
Lungo circa 20m, è stato rilevato per quanto possibile da un gruppo coordinato da D.Oreni. (AA.VV.2007, p.144, n.6) 14
La terrazza che si protende su piazzale Rangoni, di contenimento dell’orticello citato nel 1853, è sostenuta da una parete in laterizi e malta cementizia interrotta a metà della sua altezza da un cordolo in cemento armato, e si considera quindi si scarso valore storico-architettonico
4.3 BIBLIOGRAFIA
AA. VV., Spilamberto e la sua Rocca: atti della Giornata di studi del 28 ottobre 2006,
Cinisello Balsamo: Silvana, 2007
BALBONI L., Architettura fortificata e residenza patrizia nel Modenese tra XIV e XVI
secolo: la rocca Rangoni a Spilamberto, dottorato di ricerca in conservazione dei beni
architettonici, 21. ciclo: tesi di dottorato, Milano, 2010
CEVOLANI S., Storia di Spilamberto: in realtà piccola storia nella quale si narrano le
principali vicende del paese e del suo territorio a partire dalla preistoria per giungere ai
nostri giorni inquadrandole negli eventi della grande storia, Spilamberto: Istituto
Enciclopedico Settecani, 2010
CONFORTINI L., Iconographia della terra e del marchesato di Spilamberto nel ducato di
Modena feudo della illustre famiglia Rangoni, con l'indicazione dei castelli e dei luoghi
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Fondazione di Vignola, 2008
CORRADINI P., Spilamberto e altri palazzi: le residenze dei marchesi Rangoni tra XVII e
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SASSATELLI C., Spilamberto: comunità e signoria dei Rangoni nel secolo XVI: tesi di
laurea in storia moderna, Bologna, 1994
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VECCHI M. C., Spilamberto in fotografie e cartoline d'epoca: esterni tra Ottocento e
Novecento, Spilamberto, 2008
Università di Bologna, Dipartimento di Paleografia e Medievistica, Saggi archeologici
esplorativi, Spilamberto, Rocca Rangoni, campagna 2007,
ABBREVIAZIONI
APRM Archivio Privato Rangoni Machiavelli
ASCOM Archivio Storico Comunale di Modena
ASCOS Archivio Storico Comunale di Spilamberto
ASCSp Archivio Storico Civico di Spilamberto
ASMo Archivio di Stato di Modena
5 / RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ URBANA E DELL’ARREDO
Nell’ambito del riassetto generale sopra descritto in merito alla proposta di razionalizzazione del sistema per la mobilità, la sosta urbana, le aree a traffico limitato e pedonali, il progetto che si presenta propone di ridefinire, l’intero sistema degli spazi pubblici della città a ridosso del parco della Rocca a cominciare dal totale ridisegno delle pavimentazioni, sistemi di arredo ed attrezzature e dalla riorganizzazione dei percorsi e funzioni anche in relazione alla nuova sistemazione prevista internamente al parco. Nella proposta di secondo grado il progetto presentato recepisce le richieste della committenza e si configura come "dispositivo" urbano in grado di adattarsi alle esigenze economiche e tempistiche dell'amministrazione. In questo solco dunque l'intera area di progetto è stata suddivisa in un totale di 4 ambiti o Stralci corrispondenti a quelle parti della stessa affini per qualità della struttura antropizzata e naturale. Inoltre per esaltare le potenzialità poetiche e evocative che costituiscono un patrimonio oggettivo derivante dalle importanti preesistenze storico-artistiche (come dimostrato in precedenza) di Spilamberto e per avvalorare il senso del progetto presentato, a ognuno degli Stralci corrisponde una qualità e una volontà di riqualificazione specifica. 5.1 / PIAZZA DELL'UNIONE (STRALCIO 1 / Piazzale Rangoni-Piazza Roma) Il primo stralcio è costituito dal sistema urbano di Piazzale Rangoni e Piazza Roma e sarà indicato come PIAZZA DELL'UNIONE in omaggio alla "Unione Terre di Castelli" un esempio unico di politica e volontà partecipativa legato al territorio e alle sue risorse. Ecco allora che gli interventi previsti in questo settore saranno rivolti da un lato all'integrazione delle aree verdi su Piazzale Rangoni amplificandone l'importanza e esaltandone il valore e, dall'altro, alla ripavimentazione degli spazi pubblici. Questa avviene secondo un disegno in pianta a “fasce” che riprende in parte alcuni allineamenti con importanti edifici storici presenti in situ, come ad esempio le sporgenze dei bastioni della Rocca Rangoni emergenti nella piazza antistante, ed in parte anche alcuni dei percorsi che poi proseguono secondo un andamento non più rettilineo, all’interno del parco. Queste fasce, che nel tratto urbano hanno un andamento rettilineo orientato nella stessa direzione del “cardo” dell’impianto urbano, sono pensate per essere trattate in superficie con materiali lapidei tipo basolato lavico o pietra locale e si alternano ad ulteriori fasce e/o aree di superficie più ampia dove viene proposta la posa in opera di una pavimentazione a calcestruzzi ed inerti a grana media (tipo acciololato di fiume) che riprendano le pavimentazioni locali tradizionali usate comunemente in molte risistemazioni stradali e pavimentali di aree pubbliche di Spilamberto Per quanto concerne piazzale Rangoni, restituito prevalentemente alla totale fruizione pedonale, ad unica eccezione della viabilità di servizio e di sicurezza , si attua inoltre la demolizione consentita da bando del fabbricato a nord della piazza, in modo da aprire a un continuum percettivo e permeabile il caratteristico sistema "a medina" costituito da Vicolo De Andrè e sue diramazioni.
5.2 / MERCATO DELLA ROCCA (STRALCIO 2 / Via Savani) Come abbiamo anticipato in precedenza lo stralcio relativo a Via Savani viene interpretato dal progetto come un "momento" essenziale, insistendo su di un settore urbano che è paradigma di tutto l'intervento. Una struttura urbana "antica" di tipo irregolare propria di un borgo medioevale ( la "medina" di Vicolo De Andrè) si innesta e confluisce su di un ampio slargo compresso tra il limitare del parco e la presenza della Rocca Rangoni. La vocazione dello spazio di Via Savani è attualmente in bilico tra piazza, Strada e parcheggio. Il progetto sceglie di trasformarlo in un "luogo" il cui carattere viene definito da due elementi cardine La Rocca e il Mercato, avvalorando l'eredità della preesistenza storica e al contempo favorendo lo sviluppo di un attività quella di vendita all’aperto e di mercato (fiere, sagre, mercatini) per cui Spilamberto è noto nell'intera regione. Ecco allora che un sistema tripartito in sottoambiti, una sequenza di tre piccole piazzole rettangolari delimitate da altrettanti sistemi di pensiline e sedute con andamento planimetrico a “C" è innestata sull' aiuola che delimita la recinzione tra parco e l'abitato. Le tettoie-pensiline hanno una particolare dislocazione in pianta e una differente misura in modo da favorire differenti usi e necessità legati all'attività annonaria. Il progetto interpreta quindi lo spazio pubblico come "dispositivo" atto ad ospitare un tipo di attività cicliche reversibili e temporanee, pensando di collocare delle tettoie al di sotto delle quali poter sistemare i banchi e tutte le strutture removibili del caso. La pavimentazione prevista prevede l'utilizzo di cemento autolivellante per esterni colorato in pasta alternato alla pavimentazione in materiali lapidei tipo basolato lavico o pietra locale e la pavimentazione a calcestruzzi ed inerti a grana media (tipo acciololato di fiume)
5.3 / TERRAGLIO DI SPILAMBERTO (STRALCIO 3 / Via Piccioli)
Forse uno degli elementi più caratteristici del paese oggi compresso e occultato dalla
dimensione "domestica" - lascito di un passato recente che alla Rocca riguarda con un
certo sospetto - e da quella "commerciale" rappresentata dall'attrezzatura temporanea
del ristorante su Piazza Rangoni è costituito dalla terrazza sopraelevata che aggetta
sulla stessa piazza e la cui quinta è costituita dal lato sud del fortilizio medioevale. Si
tratta di un occasione progettuale unica perché rappresenta un punto di osservazione
preferenziale nel tragitto che dal Parco delle Rotonde si compie per accedere alla città,
ma anche per il percorso "storico" che da qui principia per raggiungere la Torre di
guardia posta sulla sommità della collina. il Terraglio di Spilamberto eredità il suo
nome da questo passo di un documento del 1853 conservato all'Archivio di Stato di
Modena dove si descrive la Rocca come: “circoscritta a Levante dalla fossa del
Castello, a Mezzodì parte le fosse, i terragli o mura, un orticello su terraglio e strada.:
Si immagina dunque questo novello spazio come luogo in cui la comunità potrà
celebrare momenti e rituali importanti (matrimoni, feste di battesimo, etc.) ma anche
come rifugio e luogo della meditazione, spazio dominato benefico pacifico e a contatto
con la natura. L'intervento è dunque caratterizzato dalla creazione di un novello
elemento di balaustra-seduta che corre lungo la parete di via Piccioli dal lato del parco,
ricongiunto alla Piazza dell'Unione per mezzo di un apertura su quest'ultima - come si
è dimostrato non più "storica" - che connette e unisce appunto lo stralcio_1 con lo
Stralcio_3 mediante una scala di nuova realizzazione. Questa balaustra non intacca
ad ogni modo l'esistente ma vi si addossa semplicemente. Il materiale di finitura sia di
questa che dei piccoli settori pavimentati che si dispongono rispettosi delle alberature
esistenti è realizzata in cotto. Oltre alla nuova scala sopra descritta e al ripristino della
scala esistente oggi ricoperta di arbusti e vegetazione spontanea (posta a circa metà
dello sviluppo lineare della parete) e con il fine di connettere il settore sud di
Spilamberto con la Torre di guardia si introduce una scala in legno e acciaio
addossata al terminale della parete prospiciente a Via Vischi, da questa attraverso un
piccolo percorso-sentiero ricavato sul lato ovest della collina se ne raggiunge la
sommità su cui si è predisposto una piccola zona di sosta con sedute. Nessun altro
intervento è previsto sulla parete lungo Via Piccioli se non la ripulitura il
consolidamento e la posa di un novello strato di intonaco in grado di restituire
dignità a un fronte urbano più "schivo" di Spilamberto ma di grande bellezza e poesia.
5.4 / PARCO DELLE ROTONDE (STRALCIO 4 / Parco della Rocca-Fiume Panaro)
L'intervento è stato ampiamente descritto nella presente relazione. A titolo esplicativo
si ribadisce che Il progetto del parco prende forma da un “sistema di elementi”, un
insieme di 4 principali percorsi tematici attrezzati (Natura, Storia, Panorama,
Degustazione), pensati per attraversare, infiltrarsi sinuosamente all’interno del
“sistema parco” esistente, assecondandone l’assetto orografico, adattandosi ad esso
senza imporre significativi cambiamenti e conseguenti necessari movimenti del suolo,
anche nel rispetto di tutta la vegetazione esistente.
Pensati come infrastrutturazione minima atta alla necessaria attrezzatura del parco
in funzione della sua fruizione, i percorsi pedonali connettono il sistema di spazi
pubblici interno alla città a ridosso delle antiche mura e della Rocca Rangoni (piazzale
Rangoni, via Piccioli, via Savani) con il parco stesso permettendo inoltre l’accesso più
fluido e diretto al fiume. Qui i percorsi tematici, attraversando il Percorso Natura
esistente, traguardano piccole strutture di servizio a ridosso del fiume, con la funzione
di ospitare chioschi, punti sosta attrezzati, noleggio bici, info point e quant’altro
possa incentivare l’uso e la fruibilità da parte della collettività anche di queste aree
attualmente sottoutilizzate. Si tratta di piazzole-punti sosta attrezzati, le Rotonde, dal
disegno geometrico a pianta circolare simile ma di differente diametro di ampiezza.
Da un punto di vista architettonico e tecnologico, queste sono pensate della stessa
natura, con una parte pavimentata che accoglie le sedute e la possibilità di collocare
piccole strutture a tettoia leggere che si alternano ad aree verdi presenti al proprio
interno, percorsi e vasche d’acqua. Da un punto di vista tipologico sfruttando la
semplificazione di uno stesso sistema costruttivo, sono pensate per adattarsi a
differenti usi. Il sistema low-tech previsto é di basso impatto ambientale e risponde
anche ad una logica di reversibilità che preveda nel tempo la possibilità di smontare
l’intera struttura delle pensiline fatta di parti (travi in acciaio, assi di legno modulari) che
possano essere reimpiegate in eventuali nuovi usi.