RELAZIONE GEOLOGICA DI FATTIBILITÀ

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Comune di Castagneto Carducci PIANO OPERATIVO RELAZIONE GEOLOGICA DI FATTIBILITÀ l Sindaco: Sandra Scarpellini Assessore urbanistica: Giorgio Badalassi Responsabile Unico del Procedimento Area 4 Governo del territorio e sviluppo economico: Geom. Moreno Fusi Garante della Comunicazione: Giacomo Giubillini Adozione: delibera C.C. n. del / / Approvazione: delibera C.C. n. del / / Gruppo di lavoro ATI Urb. Raffaele Gerometta - Direttore tecnico Arch. Carlo Santacroce - Coordinatore gruppo di lavoro Urb. Daniele Rallo Arch. Rudi Fallaci Dott. Paolo Trevisani Ing. Elettra Lowenthal Dott. Ing. Chiara Luciani Arch. Chiara Biagi Andrea Franceschini - cartografia D.R.E.Am. Italia Soc. Coop. Dott. Geol. Leonardo Moretti Dott. Geol. Roberto Giannini Dott. For. Lorenzo Mini Dott. Ing. Simone Galardini Collaboratori interni all'amministrazione Geom. Paola Castagnetti Geom. Daniele Spinelli Sig.ra Tania Favilli Sig, Stefano Venturi Geom. Giuseppe Dore Geom. Marco Bicchielli Sig.ra Simona Cecchetti Sig.ra Gilda Materozzi LUGLIO 2018

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Comune di Castagneto Carducci

PIANO OPERATIVO

RELAZIONE GEOLOGICA DI FATTIBILITÀ

l Sindaco: Sandra Scarpellini

Assessore urbanistica: Giorgio Badalassi

Responsabile Unico del Procedimento Area 4 Governo del territorio e sviluppo economico: Geom. Moreno Fusi

Garante della Comunicazione: Giacomo Giubillini

Adozione: delibera C.C. n. del / / Approvazione: delibera C.C. n. del / /

Gruppo di lavoro ATI

Urb. Raffaele Gerometta - Direttore tecnico Arch. Carlo Santacroce - Coordinatore gruppo di lavoro Urb. Daniele Rallo Arch. Rudi Fallaci Dott. Paolo Trevisani Ing. Elettra Lowenthal Dott. Ing. Chiara Luciani Arch. Chiara Biagi Andrea Franceschini - cartografia

D.R.E.Am. Italia Soc. Coop.

Dott. Geol. Leonardo Moretti Dott. Geol. Roberto Giannini Dott. For. Lorenzo Mini Dott. Ing. Simone Galardini

Collaboratori interni all'amministrazione Geom. Paola Castagnetti Geom. Daniele Spinelli Sig.ra Tania Favilli Sig, Stefano Venturi

Geom. Giuseppe Dore Geom. Marco Bicchielli Sig.ra Simona Cecchetti Sig.ra Gilda Materozzi

LUGLIO 2018

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SOMMARIO PREMESSA ............................................................................................................................... 1 1. INQUADRAMENTO NORNATIVO ......................................................................................... 1

2. GLI ELABORATI GEOLOGICI DEGLI STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI....................... 2

3. LA VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE .......................................................................... 2

4. IL PIANO OPERATIVO .......................................................................................................... 3

5. GLI ELABORATI GEOLOGICI DELLA VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE ................ 11 6. GLI ELABORATI GEOLOGICI DI FATTIBILITÀ DEL PIANO OPERATIVO ........................ 13

7. LA ZONAZIONE SISMICA DEL TERRITORIO COMUNALE DI PRIMO LIVELLO .............. 14

8. VALUTAZIONE DELLE PERICOLOSITÀ ............................................................................ 18 8.1 Pericolosità geologica .................................................................................................... 18 8.2 Pericolosità sismica ....................................................................................................... 18 8.3 Pericolosità idraulica ...................................................................................................... 19 8.4 Relazioni fra disposizioni del PAI Toscana Costa e Piano di Gestione Rischio Alluvioni .................................................................................................................................. 20

9. CONDIZIONI GENERALI DI FATTIBILITÀ .......................................................................... 21 9.1 Fattibilità per fattori geomorfologici .............................................................................. 21 9.2 Fattibilità per fattori sismici ........................................................................................... 22 9.3 Fattibilità per fattori idraulici.......................................................................................... 24

10. CONDIZIONI PARTICOLARI DI FATTIBILITÀ .................................................................. 26

CONCLUSIONI ........................................................................................................................ 27 GLI ELABORATI GEOLOGICI DEL PIANO STRUTTURALE E DEL PIANO OPERATIVO

A. Relazione geologica di fattibilità Allegati:

- Allegato G1: Repertorio dei dati geologici G1a – Repertorio dei pozzi da archivio ISPRA G1b – Repertorio delle indagini geologiche

- Allegato G2: Relazione sulle indagini geofisiche

- Allegato G3: Studio Idrologico e idraulico Cartografie in aggiornamento del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale G.QC 01 – Carta geologica G.QC 02 – Carta geomorfologica G.QC 03 – Carta delle problematiche idrogeologiche G.QC 04 – Carta litotecnica e dei dati geologici G.QC 05 – Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS) G.QC 06 – Carta delle aree a pericolosità geologica G.QC 07 – Carta delle aree a pericolosità idraulica G.QC 08 – Carta delle aree a pericolosità sismica locale **

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PREMESSA

La presente relazione, definisce le condizioni di pericolosità per fattori geomorfologici, sismici e idraulici delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali del Piano Operativo del comune di Castagneto Carducci in provincia di Livorno. I contenuti della relazione geologica considerano gli studi geologici redatti a supporto dei precedenti atti pianificatori, in particolare

1. il Piano Strutturale approvato nel giugno del 2007; 2. il primo Regolamento Urbanistico approvato nel gennaio del 2009 e con deliberazione di

Consiglio n. 65 del 29/07/2013 è stato approvato l’adeguamento normativo delle NTA. Successivamente sono state approvate altre significative varianti.

Gli estensori dei precedenti studi del 2007 e del 2009 sono stati il Geol. G. Ruffini, Geol. S. Bartoletti, Geol. E. Mochi, Geol. G. Graziani, In modo praticamente contestuale viene redatto il primo Piano Operativo comunale oggetto della successiva relazione geologica di fattibilità. Il gruppo di progettazione incaricato dalla Amministrazione comunale è composto dalla Società Cooperativa Mate, capogruppo, dall’Arch. Giovanni Parlanti, dalla Società Cooperativa D.R.E.Am. Italia per gli aspetti geologici e idraulici.

1. INQUADRAMENTO NORNATIVO

Viene fatto riferimento al seguente contesto normativo: - D.G.R.T. n. 1330 del 20/12/2004 - Approvazione del Piano Stralcio per l’Assetto

Idrogeologico per il Bacino di Rilievo Regionale Toscana Costa”.

- Legge Regionale n. 1 del 03/01/2005 (Norme per il Governo del Territorio), con riferimento ai regolamenti ancora vigenti.

- Legge Regionale n. 65 del 10/11/2014 (Norme per il Governo del Territorio); con riferimenti

all’Art. 104 (Pericolosità idrogeologica e sismica e misure di mitigazione dei rischi. Regolamento) e all’Art. 245 (Regolamenti emanati in attuazione della L.R.T. 1/2005).

- D.P.G.R. n. 53/R del 25 ottobre 2011 – Regolamento di Attuazione dell’Art. 62 della Legge

Regionale 03/01/2005 (Norme per il Governo del Territorio) in materia di indagini geologiche.

- L.R.T. N. 39 21/02/2000 – Legge Forestale della Toscana, s.m. e integrazioni.

D.G.R.T. n. 421 del 25/05/2014 - Riclassificazione sismica del territorio regionale: con la quale il comune di Castagneto Carducci è inserito in zona sismica 3 (confermato rispetto alla precedente delibera del 2012).

- Piano di Gestione del Rischio Alluvioni del Distretto Idrografico dell’Appennino Centrale,

approvato il 4 marzo 2016.

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2. GLI ELABORATI GEOLOGICI DEGLI STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI Il P.S. del 2007 è composto da un significativo complesso di elaborati, derivanti dal riordino di dati geologici del continuum geologico della Regione Toscana ea dal rilievo di retto dei fattori geomorfologici e sismici, oltre che dei dati di base geologici allora disponibili. Per gli aspetti di rischio idraulico sono sati riproposti i temi del PAI Toscana Costa. Elaborati geologici del Piano Strutturale vigente Relazione Geologica Tavola 25 Carta geologica - 1:10.000; Tavola 26 Sezioni geologiche; Tavola 27 Carta pendenze – 1:10.000; Tavola 28 Carta geomorfologica – 1:10.000; Tavola 29 Carta idrogeologica – 1:10.000;

Tavola 30 Litotecnica e dei dati di base – 1:10.000; Tavola 31 Carta della pericolosità geomorfologia ai sensi della D.G.R. n.° 94/85 - 1:10.000; Tavola 32 Carta della pericolosità geomorfologica ai sensi dell’art. 16 del P.A.I. – Bacino Toscana Costa (DGR n.° 13/05) - scala 1:10.000; Tavola 33 Carta di pericolosità idraulica ai sensi della D.R. n.° 12/00 –1:10.000; Tavola 34 Carta di pericolosità idraulica estratta dalla Carta di Tutela del territorio del P.A.I. – Bacino Toscana Costa (DGR n.° 13/05) – 1:10.000; Tavola 35 Carta degli aspetti particolari per le zone sismiche – 1:10.000; Tavola 36 Carta della vulnerabilità idrogeologica – 1:10.000. I temi delle carte idrogeologiche sono stati ritenuti ancora validi per le elaborazioni delle nuove carte, gli altri sono stati considerati e in parte modificati. Elaborati geologici del Regolamento Urbanistico vigente In occasione del primo Regolamento Urbanistico il team di geologi incaricato ha aggiornato le carte di pericolosità, integrato con la Carta delle ZMPSL e le carte di pericolosità idraulica del PAI. Per gli interventi di maggiore rilevanza sono state redatte le schede norma geologiche.

3. LA VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE

Come anticipato i progettisti redigono i due piani in forma contestuale attribuendo lo stesso titolo agli elaborati di P.S. e di P.O. Essendo il Regolamento Urbanistico del 2009 in via di scadenza l’amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno procedere alla redazione del Piano Operativo piuttosto che reiterare il precedente R.U., questa condizione ha reso necessario modificare anche il contesto normativo del P.S. le modifiche hanno ovviamente riguardato anche la parte geologica il cui titolo è stato completamente sostituito. Si elencano di seguito l’elenco degli elaborati della variante al P.S. Relazione Generale Indirizzi Normativi (stato modificato e estratto stato sovrapposto) Tavola di progetto 4 Est-Ovest: I sistemi territoriali, scala 1:10.000 Tavola di progetto 5 Est-Ovest: Le unità territoriali e i luoghi a statuto speciale, scala 1:10.000

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4. IL PIANO OPERATIVO L’Amministrazione di Castagneto Carducci ha avviato la elaborazione del nuovo Piano Operativo a seguito della decadenza di efficacia delle previsioni del precedente Regolamento Urbanistico, approvato nel marzo del 2009 e, quindi, di fatto nel marzo del 2014 sono decadute le previsioni soggette a Piano Attuativo e quelle preordinate all’esproprio per opere pubbliche. Va evidenziato come l’adozione del precedente Regolamento Urbanistico avvenne in un momento in cui l’attuale crisi economica si stava appena affacciando sullo scenario mondiale. Considerando un contesto economico caratterizzato da profonde trasformazioni rispetto al 2009, la recente legge urbanistica regionale, il PIT paesaggistico e il P.T.C. che modificano profondamente il quadro vincolistico, il nuovo Piano Operativo nasce, in un contesto in cui è ormai chiaro il futuro assetto sociale ed economico, e le regole dello sviluppo e di conseguenza dell’uso del territorio. Le modifiche legislative regionali sintetizzano, in particolare, le mutazioni complessive avvenute, sancendo definitivamente la necessità di un modello pianificatorio ispirato al contenimento del consumo del suolo, a politiche a favore della riqualificazione del patrimonio esistente, alla tutela e valorizzazione del territorio agricolo, da utilizzarsi esclusivamente per attività connesse all’agricoltura. L’elaborazione del Piano Operativo del Comune di castagneto Carducci si è sviluppato a partire dagli obiettivi dichiarati in sede di Avvio del procedimento, cui si rinvia. Tali obiettivi hanno portato a concentrare l’attività progettuale in due specifiche direzioni:

- Il rinnovamento complessivo della strumentazione urbanistica previgente, per perseguire i dichiarati obiettivi di leggibilità, gestibilità ed elasticità del nuovo strumento;

- Il concreto recepimento delle istanze di trasformazione proveniente dai soggetti proprietari ed attuatori, all’interno di un disegno coerente e sostenibile.

Come illustrato è stato a tal fine necessario procede, in alcuni specifici casi, a variare gli indirizzi del Piano Strutturale, anche se l’elaborazione si è comunque inserita nel quadro delle scelte tracciate dal Piano Strutturale, confermandone nella sostanza gli indirizzi funzionali, sociali ed economici. Il Piano Operativo riguarda tutto il territorio, i sistemi insediativi e l’extraurbano, già normati nei precedenti strumenti urbanistici. Le previsioni di maggiore rilevanza e incidenza sul suolo si trovano presso le aree turistiche di Donoratico e Marina di Castagneto. Si elencano di seguito gli elaborati del progetto del Piano Operativo. Relazione Generale

Tavola 1.1 - Tavola dei Vincoli sovraordinati, scala 1:10.000

Tavola 1.2 - Tavola dei Vincoli sovraordinati, scala 1:10.000

Tavola 1.3 - Tavola dei Vincoli sovraordinati, scala 1:10.000

Tavola 2.1 – Disciplina del territorio agricolo, scala 1:10.000

Tavola 2.2 – Disciplina del territorio agricolo, scala 1:10.000

Tavola 2.3 – Disciplina del territorio agricolo, scala 1:10.000

Tavola 3.1 – Disciplina del territorio urbano, scala 1:2.000

Tavola 3.2 – Disciplina del territorio urbano, scala 1:2.000

Tavola 3.3 – Disciplina del territorio urbano, scala 1:2.000

Tavola 3.4 – Disciplina del territorio urbano, scala 1:2.000

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Tavola 3.5 – Disciplina del territorio urbano, scala 1:2.000

Tavola 3.6 – Disciplina del territorio urbano, scala 1:2.000

Tavola 3.7 – Disciplina del territorio urbano, scala 1:2.000

Tavola 4.1 del Centro Abitato (Codice della strada) - Bolgheri, scala 1:5.000

Tavola 4.2 del Centro Abitato (Codice della strada) – Marina di Castagneto, scala 1:5.000

Tavola 4.3 del Centro Abitato (Codice della strada) - Donoratico, scala 1:5.000

Tavola 4.4 del Centro Abitato (Codice della strada) – Castagneto Carducci, scala 1:5.000

Norme Tecniche di Attuazione (NTA) con i seguenti allegati:

o All. A – Schedatura del PEE

- A1 – Identificazione della Schedatura del PEE interna al Territorio Urbano

o All. B – Progetti Norma

o All. C – Progetti Norma Complessi

o All. D – Progetti Norma dell’Ambito Turistico (PNt)

o All. E – Aree soggette a vincolo ai fini esporpriativi

o All. F – Dimensionamento e Verifica standards

o All. G – Piani Attuativi in corso di realizzazione

o All. H – Scheda Norma di Dievole

H1 – Tavola Uso del suolo

H2 – Tavola Emergenze e criticità ambientali

H3 – Tavola Analisi delle Invarianti del PIT-PPR: Rete ecologica

H4 – Tavola Analisi delle Invarianti del PIT-PPR: Morfotipi rurali

H5 – Tavola Analisi del tessuto insediativo

H6 – Tavola Analisi storica del tessuto agricolo

H7 – Tavola Vincoli sovraordinati

H8 – Album delle previsioni urbanistiche

H9 – Relazione Tecnica generale

H10 – Relazione Tecnica agronomica

H11 – Valutazione di Incidenza

Relazione coerenza con il PIT-PPR

Si elencano di seguito le previsioni di maggiore rilevanza valutate in termini di entità delle trasformazioni. Per le maggiori specifiche si rimanda alla schede di fattibilità strutturate sulla base delle relative schede urbanistiche: Allegato B Schede Normative, Allegato C Schede

Norma Complesse e Allegato C Schede delle previsioni turistiche.

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Allegato B Progetti norma

I.3 - Sottosistema insediativo Città del Mare

UTOE n°1 Loc. Marina di Donoratico, Via del Seggio

PUC.1 Tav.3.2 e 3.3

UTOE n°1 Loc. Marina di Donoratico, Viale delle Palme

PUC.2 Tav.3.2 e 3.3

UTOE n°1 Loc. Marina di Donoratico, Via Giacomo Puccini

PUC.3 Tav. 3.3

UTOE n°1 Loc. Marina di Donoratico, Via della Marina

PUC.29 Tav.3.3

I2 - Sottosistema insediativo Città della Piana

UTOE n°2 Loc. Donoratico, Parco delle Sughere

ID.1 Tav.3.4

UTOE n°2 Loc. Donoratico, Via Vecchia Aurelia

ID.2 Tav.3.4

UTOE n°2 Loc. Donoratico, Via Vecchia Aurelia

RQ.1 Tav.3.4

UTOE n°2 Loc. Donoratico, Via Vecchia Aurelia

RQ.2 Tav.3.4 e 3.5

UTOE n°2 Loc. Donoratico, Via Salvo D’Acquisto

ID.11 Tav.3.4

UTOE n°2 Loc. Donoratico, tra Via Giovanni da Verrazzano e Via Buonarroti

PUC.9 Tav.3.5

UTOE n°2 Loc. Donoratico, tra Via Vecchia Aurelia e Via delle Pievi

PUC.10a e 10b Tav.3.5

UTOE n°2 Loc. Donoratico, Via Vecchia Aurelia

RQ.3 Tav.3.5 e 3.6

UTOE n°2 Loc. Donoratico, Via Manzoni 26

ID.3 Tav.3.5 e 3.6

I.1B - Sottosistema Insediativo di matrice storica di Castagneto Carducci

UTOE n°3 Castagneto Carducci, Via Bolgherese

PUC.12 Tav.3.7

UTOE n°3 Castagneto Carducci, Via Guglielmo Marconi

PUC.13 Tav.3.7

UTOE n°3 Castagneto Carducci, SP 329

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PUC.14 Tav.3.7

UTOE n°3 Castagneto Carducci, SP 329 e Via Giovanni Pascoli

ID.4 Tav.3.7

A.5 - Sottosistema Ambientale della Riserva di Bolgheri

UTOE n° Bolgheri, Piazza Ugo

ID.5 Tav.3.1

UTOE n° Bolgheri, Via dei Colli

PUC.15 Tav.3.1

UTOE n° Bolgheri, tra Via dei Colli e Via del Poggio

ID.6 Tav.3.1

A.3 - Sottosistema insediativo della Piana agricola frazionata

UTOE n° Località la Badia

ID.7

UTOE n° Loc. Bambolo/Catalini

ID.8 Tav.3.4

A.8 - Sottosistema Ambientale del Territorio Boscato

Castagneto Carducci, Località Podere Rotone

ID.9

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Allegato C Progetti Norma complessi

PNc.1 Marina di Donoratico

AT.2

PNc.1 Marina di Donoratico

PUC.16

PNc.1 Marina di Donoratico

PUC.17

PNc.1 Marina di Donoratico

PUC.18

PNc.2 Donoratico Est

AT.3

PNc.2 Donoratico Est

AT.4

PNc.2 Donoratico Est

PUC.19

PNc.2 Donoratico Est

PUC.20

PNc.3 Donoratico Sud

PUC.21

PNc.3 Donoratico Sud

PUC.22

PNc.3 Donoratico Sud

PUC.23

PNc.3 Donoratico Sud

PUC.24

PNc.3 Donoratico Sud

PUC.25

PNc.3 Donoratico Sud

PUC.26

PNc.3 Donoratico Sud

PUC.27

PNc.3 Donoratico Sud

PUC.28

PNc.4 Donoratico Nord

AT.1

PNc.4 Donoratico Nord

PUC.4

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Allegato D

Comparti turistici

PNt.1

Camping Continental

PNt.2

Camping Belmare

PNt.3

International Camping Etruria

PNt.4

Camping Le Pianacce

PNt.5

Paradù Tuscany Paradise Resort

PNt.6

Residence Riva di Bolgheri

PNt.7

La Bassa Residence

PNt.8

CAMPERESORT

PNt.9

Campastrello sport

PNt.10

Casale Bolgherese

PNt.11

Canado Club

PNt.12

Le Fornacelle

PNt.13

Nuovo Hotel Il Bambolo

PNt.14

Albergo Zì Martino

PNt.15

Carlo’s Hotel

PNt.16

Casone Ugolino

PNt.17

Albergo Cucciolo

PNt.18

Albergo Roma

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PNt.19

Albergo Etrusconia

PNt.20

Albergo I Ginepri

PNt.21

Albergo Alta La Vista

PNt.22

Albergo Villa Tirreno

PNt.23

Tombolo Talasso Resort

PNt.24

Albergo alle Dune

PNt.25

Torre di Castagneto Carducci

PNt.26

Riqualificazione margine urbano Castagneto Carducci

PNt.27

Campo Lupinaio

PNt.28

Pod. Porcarecce

PNt.29

Parco Giochi “Cavallino matto”

PNt.30

Maneggio Lo Sperone

PNt.31

Il Granaio Bolgheri

PNt.32

Forte di Marina di Castagneto

PNt.33

Ex sede Comunale

PNt.34

Casale Etrusco

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TERRITORIO RURALE

A.3 - Sottosistema insediativo della Piana Agricola frazionata

ID.7 Località La Badia

ID.8 Località Bambolo - Catalini

Sottosistema Ambientale del territorio boscato

ID.9 Località Podere Rotone

A.1 - Sottosistema Ambientale del Tombolo Pinetato

ID.10 Località Villa Emilia

Scheda Dievole

Dievole

Riqualificazione Ex Cava

Recupero e sistemazione della viabilità di accesso alla ex cava

Interventi di sistemazione ambientale e messa in sicurezza

La fattibilità delle previsioni facenti parte degli allegati A, B e C è descritta nella scheda geologica inserita a mergine della parte descrittiva urbanistica. Nelle Carte di Pericolosità del Piano Strutturale si relazionano i perimetri delle previsioni principali, oggetto di effettiva trasformazione di suoli, con le rispettive classi.

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5. GLI ELABORATI GEOLOGICI DELLA VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE Per la definizione delle pericolosità della variante al P.S. si operato l’aggiornamento e adeguamento degli elaborati geologici ai criteri normativi del “53/R”. Gli elaborati facenti parte dei nuovi studi geologici sono i seguenti: Relazione geologica di fattibilità Allegati:

- Allegato G1: Repertorio dei dati geologici G1a – Repertorio dei pozzi da archivio ISPRA G1b – Repertorio delle indagini geologiche

- Allegato G2: Relazione sulle indagini geofisiche

- Allegato G3: Studio Idrologico e idraulico Cartografie in aggiornamento del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale G.QC 01 – Carta geologica G.QC 02 – Carta geomorfologica G.QC 03 – Carta delle problematiche idrogeologiche G.QC 04 – Carta litotecnica e dei dati geologici G.QC 05 – Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS) G.QC 06 – Carta delle aree a pericolosità geologica G.QC 07 – Carta delle aree a pericolosità idraulica G.QC 08 – Carta delle aree a pericolosità sismica locale

Il quadro conoscitivo che ne deriva risulta piuttosto modificato rispetto al precedente, per i seguenti motivi. Carta geologica. I precedenti studi hanno considerato il criterio del continuum geologico, in questo studio si è preso a riferimento il CARG, in modo da meglio gestire i collegamenti con la geologia dei territori confinanti, in particolare Bibbona e San Vincenzo. Su quella base del CARG si sono modificati tramite fotointerpretazione i limiti dei depositi alluvionali recenti e dei terrazzi, oltre che le coperture detritiche. Ne è derivato un quadro degli affioramenti delle varie formazioni diverso, specie nella porzione collinare del comune. La carta geologica ha effetti diretti sulla definizione della Carta litotecnica e dei dati geologici. Carta geomorfologica. Questo documento è stato redatto considerando i temi dei precedenti studi del 2006 e le carte del PAI geomorfologico. Gli elementi geomorfologici rilevati a suo tempo hanno fornito una base per i nuovi rilievi fotointerpretativi e di campagna svolti nell’agosto-settembre del 2017. Anche in questo caso il quadro che ne deriva è diverso da quello precedente, specie per il rilievo dei processi quiescenti, mentre per quelli attivi le modifiche hanno riguardato poche aree, principalmente presso la viabilità del territorio rurale; anche la nota frana attiva/quiescente presso il versante sud del borgo di Castagneto è stata rivisitata e in questo documento si propone una parziale modesta diversa perimetrazione. In questa nuova carta individua anche quelle aree interessate da passate escavazioni che nelle precednti carte di pericolosità non avevano originato condizionamenti. Carta litotecnica e dei dati geologici. Rispetto al precedente documento è stata modificata derivando dal nuovo inquadramento geologico e dal criteri degli ICMS per l’accorpamento dei diversi litotipi. Considerando che uno dei principali obiettivi di questi studi è la definizione delle pericolosità sismiche l’aggiornamento dei dati geologici è stato mirato nelle aree ritenute di maggiore interesse. Il repertorio geologico che si propone, 30 nuove campagne di prospezione, riguarda un periodo degli ultimi 4-5 anni. In fase di approvazione si prevede di aggiornare almeno il 2018. Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS). Rappresenta con la Carta geomorfologica e con le carte delle aree allagabili dello Studio Idrologico e Idraulico il

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documento uno dei documenti di maggiore importanza di questi studi; deriva dalla interpretazione dei risultati delle indagini geofisiche appositamente eseguite. Ne deriva una zonazione nella parte di aperta pianura del territorio di Castagneto Carducci simile a quella definita per il territorio di Bibbona. Nella stessa cartografia si descrivono due sezioni significative del sottosuolo riguardanti le aree di Donoratico e Marina di Castagneto, sede delle maggiori aree edificate. Le condizioni litostratigrafiche riscontrate sono piuttosto numerose trovandosi le diverse formazioni interessate da numerosi sovrascorrimenti. Le carte delle aree allagabili per TR 30 3 TR 200 derivano dagli estesi nuovi studi idrologici e idraulici e descrivono condizioni di rischio significativamente diverse da quelle del PAI ora PGRA vigente. Le situazioni critiche sono numerose e diffuse nella porzione di fondovalle e retrodunale. Le carte di pericolosità per i tre principali fattori derivando da nuovi documenti di base descrivono condizioni diverse da quelle sino ad oggi note. Per le carte di pericolosità idraulica si propone la classificazione del “53/r”, si inserisce, o meglio si mantiene, una quarta classe rispetto alle tre del PGRA, per la classe di pericolosità media si è utilizzato un metodo che considera: depositi alluvionali recenti e terrazzati, le pendenze e i fondovalle nella parte collinare. La carta di pericolosità geologica considera essenzialmente i processi attivi e quiescenti, le aree interessate da erosioni sono classificate nella pericolosità elevata, così anche le aree di cava dismessa. L’area di competenza della frana di Castagneto è stata inserita nella G.3 elevata. Sui processi quiescenti è stato applicato un buffer di 8 m., di 12 metri a quelli attivi, sia ai corpi di frana che alle relative scarpate. Ne deriva una situazione molto articolata specie nella parte collinare e il territorio rurale.

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6. GLI ELABORATI GEOLOGICI DI FATTIBILITÀ DEL PIANO OPERATIVO Per la definizione della fattibilità per fattori geomorfologici, geotecnici, sismici, idrogeologici e idraulici si sono utilizzati criteri già sperimentati in altre occasioni confrontandoli con quanto redatto nell’ambito dei nuovi studi geologici e indagini. In occasione di questo studio non si è proceduto alla redazione delle Carte di fattibilità, come fatto precedentemente per il R.U. di Bibbona e in altre situazioni. Questo criterio obbliga all’esecuzione di fase analitica molto onerosa anche se gestita con il geoprocessing del GIS. Si è di conseguenza optato nel sovrapporre alle pericolosità i perimetri delle previsioni urbanistiche descritte nelle schede norma degli allegati B, C e D. di conseguenza la definizione delle fattibilità viene gestita attraverso l’analisi:

delle carte di pericolosità con perimetri delle principali previsioni, delle schede norma geologiche inserite nel contesto normativo del P.O. della tabella generale di fattibilità, che descrive i criteri per quelle previsioni non

specificatamente normate e gli interventi nel territorio rurale, oltre alla sintesi delle previsioni principali delle schede norma.

Ne deriva un quadro di condizionamenti geomorfologici significativi per poche previsioni nella parte collinare, un solo intervento, PNt.26, risulta limitato in una parte essendo limitrofo alla frana di Castagneto. Per questo intervento nella relativa scheda si è prescritto che la sua parte ovest sia mantenuta libera da qualsiasi intervento e destinata ad accogliere le opere di consolidamento. Una modifica a queste condizione può essere effettuata in seguito ai risultati di un monitoraggio strumentale. Le pericolosità sismiche interessano, per la classe elevata, la totalità delle aree di previsione di Donoratico e Marina, relative alle “aree apparentemente stabili suscettibili di amplificazione locale per probabile alto contrasto di impedenza sismica atteso fra copertura e substrato rigido entro 100 m. di profondità dal piano campagna. Nelle zone di Bolgheri e Castagneto prevalgono i fattori geomorfologici quiescenti. Le pericolosità idrauliche condizionano pesantemente la maggior parte delle previsioni localizzate nel fondovalle. Alcune di esse risultano limitate essendo interessate dalla TR30 quindi soggette anche ai condizionamenti della L.R.T. 21 del 2012. Esse sono state mantenute nella pianificazione che ne individua le aree destinate ad accogliere le opere strutturali per la messa in sicurezza idraulica.

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7. LA ZONAZIONE SISMICA DEL TERRITORIO COMUNALE DI PRIMO LIVELLO In questo capitolo si esprimono considerazioni in merito ai risultati delle indagini geofisiche eseguite di supporto alla redazione delle carta delle MOPS. Le indagini sono state condotte dalla Studio Gaddo Mannori & associati. L’interpretazione litostratigrafia dei profili è stata eseguita tenendo conto della geologia dell’area di interesse:

nei tratti di pianura, dove si sono concentrate la maggior parte delle indagini sismiche realizzate, affiorano depositi olocenici caratterizzati da dune e alluvioni. Al di sotto di questi sedimenti e nelle zone più interne affiorano successioni pleistoceniche costituite da ghiaie, sabbie e limi oppure depositi lagunari. Tali sedimenti, a cui si attribuiscono generalmente velocità in onde SH medio basse, poggiano su calcareniti sabbiose, sabbie e conglomerati;

nella porzione collinare, in corrispondenza dell’abitato di Castagneto Carducci, affiora invece il substrato roccioso costituito dal Flysch di Ottone – Monteverdi costituito prevalentemente da calcari, calcari marnosi, marne ed argilliti, con intercalazioni di arenarie e siltiti.

Profili Esac/Masw (ST1-ST4)

Sono stati eseguiti n. 4 profili Esac/Masw con geometria a “L” e lati uguali pari a m 50 di lunghezza; la configurazione utilizzata è quella classica con 11 geofoni distanziati 10 metri di cui uno sul vertice della “L” e gli altri dieci disposti simmetricamente, cinque per ciascuno dei due lati.

Figura 1. Localizzazione delle indagini ESAC.

I parametri di acquisizione utilizzati per la registrazione delle onde superficiali lungo il profilo sono stati i seguenti:

Frequenza geofoni 4.5 hz (verticali)

Tempo di acquisizione 30 s

Intervallo di campionamento 2 ms

Numero di acquisizioni (minimo)

30

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In tutti i profili al termine delle registrazioni su di un lato della L è stato eseguito un profilo MASW; sono stati disposti 12 geofoni distanziati di 5 metri e sono state eseguite alcune battute con mazza da 9 kg a varie distanze dalle estremità. In merito alle interpretazioni si osserva:

le interpretazioni Esac si sono dimostrate piuttosto efficaci, con spettri di potenza ben definiti fino a 3.0 Hz, cui corrispondono profondità di indagine dell’ordine dei 50 metri;

i primi 10-15 metri dal piano di campagna sono stati caratterizzati sulla base delle indagini Masw, che si sono sempre raccordate in modo coerente con i risultati in bassa frequenza del metodo Esac;

in nessuna delle registrazioni sono stati rilevati indizi di significative inversioni di velocità, né è stato intercettato il substrato roccioso. I profili di velocità indicano in tutti i casi valori che aumentano con la profondità e, in termini assoluti, velocità compatibili con depositi marini e/o fluviali non cementati.

Nella tabella che segue vengono sintetizzati i risultati delle interpretazioni delle indagini Esac/Masw. In corrispondenza di ciascun profilo è stata eseguita una misura di rumore H/V i cui risultati hanno consentito di migliorare l’interpretazione dell’indagine; l’entità dell’ampiezza dei picchi registrati nelle misure H/V (sempre A>3.0) indica la presenza di un forte contrasto di impedenza riferibile, sulla base delle conoscenze geologiche dell’area, alla presenza di un substrato roccioso posto al di sotto dei terreni di copertura. In base al valore della frequenza di picco F0 registrata e della velocità media Vs50 ricavata dai profili sismici, è stato possibile ottenere una stima della profondità del substrato. I dati di profondità così ottenuto sono risultati compatibili con le sezioni geologiche ricavate sulla base dei dati stratigrafici (pozzi) disponibili nell’area. Nella tabella che segue sono sintetizzati i risultati ricavati dai profili e le elaborazioni eseguite utilizzando i dati delle misure H/V mediante la relazione f0 = Vs / (4 h).

Sintesi delle misure ESAC. Tabella 1 -

Dati misure H/V associate

Indagine Esac/Masw

Frequenza minima (Hz)

Profondità indagata (m)

Vs30 (m/s)

Vs50 (m/s)

n. H/V F0 A Prof. Susbs. dedotta (m)

ST1 3.0 55 290 390 1 1.56 3.37 65

ST2 3.5 43 290 350 2 1.56 4.48 57

ST3 3.0 61 260 350 3 1.06 4.71 85

ST4 3.0 51 270 330 4 1.09 3.99 76

Profilo P/SH (ST5)

Il profilo è stato eseguito sul versante posto immediatamente a valle dell’abitato di Castagneto Carducci. I dati di campagna sono risultati di buona qualità e non ci sono state incertezze nella scelta dei tempi di primo arrivo per le varie tracce. Le interpretazioni per le onde P e le onde SH hanno fornito risultati sostanzialmente coerenti fra di loro: 1° sismostrato: ha uno spessore di 4-5 metri ed è caratterizzato da una Vp di 670-860 m/sec e da una Vs di 450-520 m/sec. 2° sismostrato: si spinge fino alla massima profondità indagata (circa 35 metri) ed è caratterizzato da una Vp di 2550 m/sec ed una Vs di 1140 m/sec. Considerato il contesto geologico-stratigrafico, e la presenza di substrato subaffiorante, si ritiene che il primo strato possa comprendere, oltre ad un sottile livello di copertura, già la porzione superficiale ed alterata del substrato roccioso; il secondo sismostrato corrisponde invece alla porzione inalterata del substrato, che in quest’area è costituito dal Flysch di Ottone.

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Ricostruzione sismostratigrafica Onde P ed SH. Tabella 2 -

Scoppi Distanze (m) Profondità 1° livello

Vp1 (m/sec)

Vp2 (m/sec)

Vs1 (m/sec)

Vs2 (m/sec)

2 0 4.3 670

2550

500

1140

3 30 5.1 860 520

4 60 4.4 820 520

5 90 4.9 780 450

6 120 4.8 690 460

Misure HVSR

Nella tabella che segue è riportata una sintesi dei risultati sintetici delle misure eseguite. L’ampia maggioranza delle misure presenta un valore di ampiezza elevato: 16 misure su 25 ha A>3, con valore medio di A = 4.22; solamente du misure risultano prive di picco. Questi dati indicano evidentemente elevati valori di contrasto di impedenza tra coperture relativamente poco addensate e substrato roccioso con elevata velocità in onde SH.

Quadro sintetico dei risultati delle Misure H/V. Tabella 3 -

N. Indagine associata

Note Frequenza di picco

F0 (Hz) Ampiezza A

1 ST1

1.56 3.37

2 ST2

1.56 4.48

3 ST3 Altri picchi a 1,8Hz con A>4 e a circa 8,5 Hz con A>2 1.06 4.71

4 ST4

1.09 3.99

5 ST5 Nessun picco NP

6

Picco +-3.23 30.94 3.44

7

Secondo picco a 20 Hz 1.09 2.38

8

1.81 2.92

9

1.25 3.29

10

1.56 2.57

11

Secondo picco a 24 Hz 0.88 2.89

12

Secondo picco con simile ampiezza a 2 Hz 0.91 2.56

13

1.09 2.29

14

1.25 5.93

15

1.03 7.75

16

6.13 5.45

17

3.75 3.18

18

3.75 3.42

19

Nessun picco NP

20

Picco +-4.38 7.19 2.48

21

1.09 3.16

22

1.38 3.18

23

Picco +-1.14 Hz, secondi picchi con A>2.5 a 0.5 e 0.75 Hz 1.97 3.38

24

Secondo picco a 7,8 con A>2 1.16 5.75

25

1.16 3.03

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In alcune misure (sei in tutto) sono stati individuati picchi secondari legati a deboli contrasti di impedenza indotti prevalentemente da passaggi litologici relativi alla base del terreno aerato più superficiale. Dalle interpretazioni delle indagini sismiche eseguite risulta:

Le quattro indagini Esac/Masw eseguite nei centri abitati del territorio di pianura

(Donoratico, Marina di Castagneto e Villaggio Modenese), indicano una notevole uniformità

sismostratigrafica dei depositi di copertura nonostante la differente genesi formazionale che

comprende ambienti fluviolacustri, lagunari ed eolici. Infatti le velocità in onde Sh relative ai

vari profili presentano valori dei primi 30 metri sostanzialmente identici (tra 260 e 290 m/s) ed

anche quelli relativi ai primi 50 metri si mantengono entro un intervallo molto ristretto (330-

390 m/s).

Il substrato non è stato intercettato in nessuna di queste quattro indagini, ma sulla base delle

misure di rumore H/V associate è stato possibile ipotizzare la sua profondità basandosi sulle

velocità in onde Sh; i valori di profondità così ricavati (tra m 65 e 85) sono sostanzialmente

coerenti con i dati stratigrafici relativi ad alcuni pozzi per acqua presenti nella zona.

La campagna di misure di rumore ha evidenziato la presenza di un forte contrasto di

impedenza dovuto al passaggio tra copertura e substrato: i picchi di frequenza presentano

infatti valori di ampiezza mediamente molto elevati, con grande prevalenza di valori di A>3.

La gran parte delle misure presenta inoltre valori del picco entro l’intervallo di frequenza 1-10

Hz, considerato maggiormente critico per la gran parte del patrimonio edilizio esistente.

Il profilo sismico eseguito in territorio collinare (ST5 presso Castagneto Carducci) ha

evidenziato la presenza di un substrato sismico piuttosto veloce fin dalla superficie.

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8. VALUTAZIONE DELLE PERICOLOSITÀ Si individuano le seguenti classificazioni di pericolosità seguendo il criterio di quanto disposto dal “53/R” 2011.

8.1 Pericolosità geologica G.1 - Pericolosità geologica bassa

Aree in cui i processi geomorfologici e le caratteristiche litologiche, giaciturali non costituiscono fattori predisponenti al verificarsi di processi morfoevolutivi. G.2 - Pericolosità geologica media Aree in cui sono presenti fenomeni franosi inattivi e stabilizzati (naturalmente o artificialmente); aree con elementi geomorfologici, litologici e giaciturali dalla cui valutazione risulta una bassa propensione al dissesto; corpi detritici su versanti con pendenze inferiori al 25%. Aree di duna costiera in cui sono presenti litotipi sabbiosi il cui grado di addensamento costituisce elemento di attenzione per l’integrità delle strutture. G.3 - Pericolosità geologica elevata (P.F.E. PAI Toscana Costa) Aree in cui sono presenti fenomeni quiescenti; aree con potenziale instabilità connessa alla giacitura, all'acclività, alla litologia, alla presenza di acque superficiali e sotterranee, nonché a processi di degrado di carattere antropico; aree interessate da intensi fenomeni erosivi; aree caratterizzate da terreni con scadenti caratteristiche geotecniche; corpi detritici su versanti con pendenze superiori al 25%. Aree di fondovalle nelle quali posso verificarsi significativi fenomeni di subsidenza e cedimenti differenziali. G.4 - Pericolosità geologica molto elevata (P.F.M.E. PAI Toscana Costa)

Aree in cui sono presenti fenomeni attivi e relative aree di influenza, aree interessate da soliflussi. 8.2 Pericolosità sismica

S.1 - Pericolosità sismica locale bassa

Zone stabili caratterizzate dalla presenza di litotipi assimilabili al substrato rigido in affioramento con morfologia pianeggiante o poco inclinata e dove non si ritengono probabili fenomeni di amplificazione o instabilità indotta dalla sollecitazione sismica. S.2 - Pericolosità sismica locale media Zone suscettibili di instabilità di versante inattiva e che pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone stabili suscettibili di amplificazioni locali (che non rientrano tra quelli previsti per la classe di pericolosità sismica S.3). S.3 - Pericolosità sismica locale elevata

Zone suscettibili di instabilità di versante quiescente che pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti che possono dar luogo a cedimenti diffusi; terreni suscettibili di liquefazione dinamica (per tutti i comuni tranne quelli classificati in zona sismica 2); zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse; aree interessate da deformazioni legate alla presenza di faglie attive e faglie capaci (faglie che potenzialmente possono creare deformazione in superficie); zone stabili suscettibili di amplificazioni locali caratterizzati da un alto contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido entro alcune decine di metri.

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S.4 - Pericolosità sismica locale molto elevata Zone suscettibili di instabilità di versante attiva che pertanto potrebbero subire una accentuazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; terreni suscettibili di liquefazione dinamica in comuni classificati in zona sismica 2. 8.3 Pericolosità idraulica La definizione delle classi di pericolosità per fattori idraulici derivano dallo Studio idrologico e Idraulico appositamente redatto a supporto della Variante al Piano Strutturale e del Piano Operativo (agosto 2017 – aprile 2018) e descritto in Allegato G3 alla Relazione Geologica del P.S. I.1 - Pericolosità idraulica bassa Aree collinari o montane prossime ai corsi d'acqua per le quali ricorrono le seguenti condizioni: a) non vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono in situazioni favorevoli di alto morfologico, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2 rispetto al piede esterno dell'argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. I.2 - Pericolosità idraulica media

Aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra 200≤TR≤ 500 anni. Al di fuori delle UTOE interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, nelle aree non interessate dagli studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosità media anche le aree di fondovalle per le quali ricorrano le seguenti condizioni: a) non vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono in situazione di alto morfologico rispetto alla piana alluvionale adiacente, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2 rispetto al Piede esterno dell'argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. I.3 - Pericolosità idraulica elevata

Aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra 30≤TR≤ 200 anni (riferite alla classe P.I.E. del PAI Toscana Costa e PI.2 del PGRA). Al di fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino e in assenza di studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosità elevata anche le aree di fondovalle per le quali ricorra almeno una delle seguenti condizioni: a) vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono morfologicamente in condizione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2 sopra il piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda. I.4 - Pericolosità idraulica molto elevata

Aree interessate da allagamenti per eventi con Tr≤30 anni (riferite alla classe P.I.M.E. del PAI Toscana Costa e PI.3 del PGRA). Al di fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino e in assenza di studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosità molto elevata anche le aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrano contestualmente le seguenti condizioni: a) vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono morfologicamente in situazione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2 sopra il Piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda.

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8.4 Relazioni fra disposizioni del PAI Toscana Costa e Piano di Gestione Rischio Alluvioni

Il Comitato Istituzionale del 17 dicembre 2015 del distretto Appennino Settentrionale ha adottato le nuove mappe del PGRA, vigenti dal 22 dicembre 2015 . Dopo un periodo di salvaguardia, il 4 di marzo 2016 è stato definitivamente approvato il Piano di Gestione Rischio Idraulico . Per il territorio indagato viene fatto riferimento alla Unit of Management Toscana Costa (ITADBR091) 2. Il Piano di Gestione rischio Idraulico (PGRA) , sovraordinato rispetto alla disciplina regionale, individua tre classi di pericolosità idraulica definite come segue: - pericolosità da alluvione elevata (PI.3), corrispondenti ad aree inondabili da eventi con tempo di ritorno minore/uguale a 30 anni; - pericolosità da alluvione media (PI.2), corrispondenti ad aree inondabili da eventi con tempo di ritorno maggiore di 30 anni e minore/uguale a 200 anni; - pericolosità da alluvione bassa (PI.1) corrispondenti ad aree inondabili da eventi con tempo di ritorno superiore a 200 anni e comunque corrispondenti al fondovalle alluvionale. Le classi di pericolosità degli studi idraulici svolti per questa fase di pianificazione urbanisticanon contrastano nella loro definizione con le classi del PGRA tranne che per la classe a minor tempo di ritorno. Classi di pericolosità idraulica del P.S. Classi di pericolosità idraulica del PGRA

I.4 - Tr ≤ 30 (PIME) PI.3 – Tr ≤ 30

I.3 - 30 ≤Tr ≤200 (PIE) PI.2 - 30 ≤Tr ≤200

I.2 - 200 ≤ Tr ≤ 500 PI.1 - 200 ≤ Tr

I.1 - 500 ≤Tr -

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9. CONDIZIONI GENERALI DI FATTIBILITÀ Si individuano le seguenti classificazioni generali di fattibilità per fattori geomorfologici, idraulici e sismici riferite all’intero territorio comunale di Bibbona. Le disposizioni fanno diretto riferimento ai criteri dettati dalla normativa regionale, “53/R” 2011 coordinate per quanto possibile con le disposizioni del PAI Toscana Costa. 9.1 Fattibilità per fattori geomorfologici

FG1 - Fattibilità senza particolari limitazioni. Interventi in pericolosità bassa. Interventi di modesta incidenza e a bassa vulnerabilità in pericolosità media

Le previsioni urbanistiche ed infrastrutturali ricadenti in questa classe, per le condizioni geomorfologiche apparentemente stabili, la loro modesta incidenza sul suolo e il basso grado di vulnerabilità, non sono soggette a prescrizioni specifiche e condizioni di fattibilità dovute a limitazioni di carattere geomorfologico, idrogeologico e geotecnico. FG2 - Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto. Interventi in pericolosità media. Interventi di significativa incidenza e alta vulnerabilità in pericolosità bassa. Interventi di modesta incidenza e a bassa vulnerabilità in pericolosità elevata e molto elevata 1. Le condizioni di attuazione delle previsioni urbanistiche, infrastrutturali e gli interventi sul patrimonio edilizio esistente ricadenti in questa classe sono attuabili sulla base dei risultati di specifiche indagini da eseguirsi a livello di intervento edificatorio al fine di non modificare negativamente le condizioni idrogeologiche, geotecniche ed i processi geomorfologici presenti nell’area. FG3 – Fattibilità condizionata. Interventi in pericolosità elevata Riguarda aree che si ritiene si trovino in condizioni al limite dell’equilibrio, quindi ad un livello di rischio medio - alto anche per interventi di modesta incidenza sul suolo. In queste aree: a) la realizzazione di interventi di nuova edificazione o nuove infrastrutture è subordinata all'esito di idonei studi geologici, idrogeologici e geotecnici finalizzati alla verifica delle effettive condizioni di stabilità ed alla preventiva o contestuale realizzazione degli eventuali interventi di messa in sicurezza; b) gli eventuali interventi di messa in sicurezza, definiti sulla base di studi geologici, idrogeologici e geotecnici, devono comunque essere tali da: - non pregiudicare le condizioni di stabilità nelle aree adiacenti; - non limitare la possibilità di realizzare interventi definitivi di stabilizzazione e prevenzione dei fenomeni; - consentire la manutenzione delle opere di messa in sicurezza. c) in presenza di interventi di messa in sicurezza sono predisposti ed attivati gli opportuni sistemi di monitoraggio in relazione alla tipologia del dissesto; d) l'avvenuta messa in sicurezza conseguente la realizzazione ed il collaudo delle opere di consolidamento, gli esiti positivi del sistema di monitoraggio attivato e la delimitazione delle aree risultanti in sicurezza, sono certificati; e) possono essere realizzati quegli interventi per i quali venga dimostrato che non determinano condizioni di instabilità e che non modificano negativamente i processi geomorfologici presenti nell'area; della sussistenza di tali condizioni deve essere dato atto nel titolo abilitativo all'attività edilizia. FG4 – Fattibilità limitata. Interventi in pericolosità molto elevata

Riguarda aree a rischio elevato per la presenza di fenomeni di dissesto attivi, riscontrato ipo¬tiz¬zando qualsiasi utilizzazione, tranne che non sia puramente conservativa o di ripri¬stino. In queste aree:

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a) non sono da prevedersi interventi di nuova edificazione o nuove infrastrutture che non siano subordinati alla preventiva esecuzione di interventi di consolidamento, bonifica, protezione e sistemazione; b) gli interventi di messa in sicurezza, definiti sulla base di studi geologici, idrogeologici e geotecnici, devono essere comunque tali da: - non pregiudicare le condizioni di stabilità nelle aree adiacenti; - non limitare la possibilità di realizzare interventi definitivi di stabilizzazione dei fenomeni franosi; - consentire la manutenzione delle opere di messa in sicurezza; c) in presenza di interventi di messa in sicurezza devono essere predisposti ed attivati gli opportuni sistemi di monitoraggio in relazione alla tipologia del dissesto; d) l'avvenuta messa in sicurezza conseguente la realizzazione ed il collaudo delle opere di consolidamento, gli esiti positivi del sistema di monitoraggio attivato e la delimitazione delle aree risultanti in sicurezza sono da certificare; e) relativamente agli interventi per i quali sia dimostrato il non aggravio delle condizioni di instabilità dell'area, nel titolo abilitativo all'attività edilizia è dato atto della sussistenza dei seguenti criteri: - previsione, ove necessario, di interventi mirati a tutelare la pubblica incolumità, a ridurre la vulnerabilità delle opere esposte mediante consolidamento o misure di protezione delle strutture per ridurre l'entità di danneggiamento; - installazione di sistemi di monitoraggio per tenere sotto controllo l'evoluzione del fenomeno. 2. Questo Piano Operativo prevede alcuni interventi ricadenti in parte in pericolosità geologica molto elevata. Per queste previsioni il progetto, pur mantenendo il perimetro della previsione, va destinare quelle porzioni di territorio a verde privo di qualsiasi infrastruttura, sede di opere di consolidamento del versante. 9.2 Fattibilità per fattori sismici Nella porzione di territorio comunale interessata dagli studi di microzonazione sismica di primo livello, l’attuazione delle previsioni urbanistiche deve rispettare le seguenti disposizioni. Nella porzione di territorio comunale interessata dagli studi di microzonazione sismica di primo livello, l’attuazione delle previsioni urbanistiche deve rispettare le seguenti disposizioni. Previsioni urbanistiche e infrastrutturali ricadenti in pericolosità per fattori sismici bassa e media

Riguarda aree per le quali non si rilevano evidenti elementi di rischio e aree per le quali la presenza di situazioni caratterizzate da movimenti franosi inattivi, scarpate con pareti sub verticali, bordi di cava, orli di terrazzo e/o scarpate di erosione, nicchie di distacco non costituiscono evidenti elementi di rischio. Le previsioni urbanistiche ed infrastrutturali, ricadenti in questa classe, non sono soggette a prescrizioni specifiche e condizioni di fattibilità dovute a limitazioni di carattere sismico. La validità delle soluzioni progettuali adottate deve comunque essere motivata nell’ambito della Relazione Geologica e Geotecnica che dovrà contenere considerazioni in merito alla fattibilità delle opere. FS3 – Fattibilità condizionata. Interventi in pericolosità elevata Nelle aree caratterizzate da pericolosità per fattori sismici locale elevata (S3), in sede di predisposizione dei piani complessi di intervento o dei piani attuativi o, in loro assenza, in sede di predisposizione dei progetti edilizi, interventi nel territorio extraurbano valgono i seguenti criteri di fattibilità: a) nel caso di zone suscettibili di instabilità di versante quiescente, oltre a rispettare le prescrizioni riportate nelle condizioni di fattibilità geomorfologica devono si prescrivono indagini e prospezioni geofisiche e geotecniche per le opportune verifiche di sicurezza e per la corretta definizione dell’azione sismica. Si consiglia l’utilizzo di metodologie geofisiche di superficie

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capaci di restituire un modello 2D del sottosuolo al fine di ricostruire l’assetto sepolto del fenomeno gravitativo. È necessario che tali indagini siano tarate mediante prove geognostiche dirette con prelievo di campioni su cui effettuare la determinazione dei parametri di rottura anche in condizioni dinamiche e cicliche. Tali indagini sono in ogni caso da rapportare al tipo di verifica (analisi pseudostatica o analisi dinamica), all’importanza dell’opera e al meccanismo del movimento del corpo franoso; b) nel caso di terreni di fondazione particolarmente scadenti, si prescrivono indagini e prospezioni geognostiche e geotecniche finalizzate alle verifiche dei cedimenti; c) per i terreni soggetti a liquefazione dinamica si prescrivono indagini e prospezioni geognostiche e geotecniche finalizzate al calcolo del coefficiente di sicurezza relativo alla liquefazione dei terreni; d) in presenza di zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse e in presenza di aree interessate da deformazioni legate alla presenza di faglie attive e capaci, si prescrive una campagna di indagini geofisiche di superficie che definisca geometrie e velocità sismiche dei litotipi posti a contatto al fine di valutare l’entità del contrasto di rigidità sismica; è opportuno che tale ricostruzione sia tarata mediante prospezioni geognostiche dirette; e) nelle zone stabili suscettibili di amplificazione locali caratterizzate da un alto contrasto di impedenza sismica tra copertura e substrato rigido entro alcune decine di metri, si prescrive una campagna di indagini geofisica (ad esempio profili sismici a riflessione/rifrazione, prove sismiche in foro, profili MASW) e geotecniche (ad esempio sondaggi, preferibilmente a c.c.) che definisca spessori, geometrie e velocità sismiche dei litotipi sepolti al fine di valutare l’entità del contrasto di rigidità sismica dei terreni tra coperture e bedrock sismico. Nelle zone di bordo della valle, per quanto attiene alla caratterizzazione geofisica, è preferibile l’utilizzo di prove geofisiche di superficie capaci di effettuare una ricostruzione bidimensionale del sottosuolo (sismica a rifrazione/riflessione) orientate in direzione del maggior approfondimento del substrato geologico e/o sismico. F.S4 – Fattibilità limitata. Interventi in pericolosità molto elevata

A livello generale, nelle aree caratterizzate da pericolosità per fattori sismici locale molto elevata (S4) e nel caso di aree caratterizzate da movimenti franosi attivi, in sede di predisposizione dei piani complessi di intervento o dei piani attuativi o, in loro assenza, in sede di predisposizione dei progetti edilizi; interventi nel territorio extraurbano e per tutti gli altri interventi considerati nella Tabella Generale di Fattibilità, devono essere realizzate opportune indagini per la corretta definizione dell’azione sismica. 2. In particolare nel caso di zone suscettibili di instabilità di versante attive, oltre a rispettare le prescrizioni riportate nelle condizioni di fattibilità geomorfologica, si prescrivono indagini e prospezioni geofisiche e geotecniche per le opportune verifiche di sicurezza e per la corretta definizione dell’azione sismica. Si consiglia l’utilizzo di metodologie geofisiche di superficie capaci di restituire un modello 2D del sottosuolo al fine di ricostruire l’assetto sepolto del fenomeno gravitativo. È necessario che tali indagini siano tarate mediante prove geognostiche dirette con prelievo di campioni su cui effettuare la determinazione dei parametri di rottura anche in condizioni dinamiche e cicliche. Tali indagini sono tuttavia da rapportare al tipo di verifica (analisi pseudostatica o analisi dinamica), all’importanza dell’opera e al meccanismo del movimento del corpo franoso 3. I progetti per nuovi interventi classificati in S3, ricadenti in zone stabili suscettibili di amplificazioni locali e caratterizzate da un alto contrasto di impedenza sismica atteso tra copertura e substrato rigido entro alcune decine di metri, in definitiva, dovranno essere supportati da prospezioni dirette (sondaggi geognostici a carotaggio continuo) e dovranno chiarire la stratigrafia dei terreni almeno sino alla profondità di 30 m. dal p.c. 4. Questo Piano Operativo prevede alcuni interventi ricadenti in parte in pericolosità sismica molto elevata. Per queste previsioni il progetto, pur mantenendo il perimetro della previsione, va destinare quelle porzioni di territorio a verde privo di qualsiasi infrastruttura, sede di opere di consolidamento del versante.

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9.3 Fattibilità per fattori idraulici

Nelle porzioni di territorio comunale di fondovalle e aperta pianura. interessate dagli studi idrologici e idraulici, l’attuazione delle previsioni urbanistiche deve rispettare le seguenti disposizioni. FI1- Fattibilità senza particolari limitazioni. Interventi in pericolosità bassa. Interventi e opere di non significativa incidenza e a bassa vulnerabilità in pericolosità media, elevata e molto elevata

Le previsioni urbanistiche ed infrastrutturali, ricadenti in questa classe, non sono soggette a prescrizioni specifiche e condizioni di fattibilità dovute a limitazioni di carattere idraulico ad eccezione delle opere a tutela del reticolo idrografico superficiale. La validità delle soluzioni progettuali adottate deve comunque essere motivata nell’ambito della Relazione Geologica e Geotecnica che dovrà contenere considerazioni in merito alla fattibilità delle opere. F.I2- Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto. Interventi in pericolosità media 200≤Tr≤500. Interventi di modesta incidenza e a bassa vulnerabilità in pericolosità elevata (30≤TR≤200)

Le previsioni urbanistiche ed infrastrutturali ricadenti in questa classe sono attuabili garantendo il non aggravio del rischio nei territori contermini e la tutela del reticolo idrografico superficiale. La validità delle soluzioni progettuali adottate deve essere motivata nell’ambito della Relazione Geologica e Geotecnica. FI3- Fattibilità condizionata. Previsioni in pericolosità elevata (30≤TR≤200) riguardanti il patrimonio edilizio esistente e le infrastrutture esistenti

L’attuazione delle previsioni urbanistiche situate all’interno delle aree edificate, in pericolosità elevata e molto elevata, riguardanti il patrimonio edilizio esistente, gli interventi di Ristrutturazione Urbanistica, sostituzione edilizia e addizione volumetrica, viabilità e parcheggi a raso a servizio di insediamenti esistenti, è condizionata alla messa in sicurezza idraulica per eventi con tempi di ritorno di 200 anni, da conseguirsi anche con la realizzazione di sistemi di autosicurezza come definiti al precedente art 78. Interventi in pericolosità elevata riguardanti: - brevi tratti viari di collegamento tra viabilità esistenti, con sviluppo non superiore a 200 m., sono consentiti assicurandone comunque la trasparenza idraulica ed il non aumento del rischio nelle aree contermini; - incrementi di superficie coperta inferiori a 50 metri quadri per edificio, situati al di fuori delle aree edificate, sono consentiti previa messa in sicurezza rispetto ad eventi con tempo di ritorno di 200 anni, conseguita anche tramite sistemi di auto sicurezza. Il progetto delle opere di messa in sicurezza idraulica deve essere supportato, oltre che dalla Relazione Geologica e Geotecnica, da uno Studio Idrologico e Idraulico di dettaglio che garantisca la messa in sicurezza sul battente idraulico atteso. (vedi la Carta dei battenti idraulici TR200 e quanto descritto dello Studio Idrologico e Idraulico di Allegato 3 alla Relazione geologica del P.S.). L’approvazione dei progetti di messa in sicurezza idraulica da parte degli enti competenti costituisce un vincolo specifico per il rilascio della concessione edilizia o permesso a costruire. Il rilascio della dichiarazione di abitabilità e agibilità è subordinato all’avvenuta messa in sicurezza conseguente la realizzazione delle opere idrauliche, corredata dalla delimitazione delle aree risultanti in sicurezza. FI4a - Fattibilità limitata. Previsioni in pericolosità elevata (30≤TR≤200)

Le previsioni urbanistiche riguardanti interventi di nuova edificazione o nuove infrastrutture, compresi i parcheggi a raso di superficie maggiore di 500 mq., in pericolosità idraulica elevata, che non comportano singolarmente o complessivamente la sottrazione di estese aree alla dinamica delle acque di esondazione o ristagno, possono essere attuate a condizione che sia

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garantita la messa in sicurezza rispetto ad eventi con tempo di ritorno di 200 anni, conseguita tramite la realizzazione di opere anche non strutturali, con compensazione volumetrica valutata sul battente idraulico atteso, nel rispetto delle seguenti condizioni - sia dimostrata l’assenza o l’eliminazione di pericolo per le persone e i beni, - sia dimostrato che gli interventi non determinano aumento delle pericolosità in altre aree. Nel caso che questa condizione non possa essere conseguita si dovrà prevedere la realizzazione delle opere strutturali. Per le previsioni ricadenti in pericolosità idraulica elevata, valgono le ulteriori seguenti disposizioni: - gli interventi riguardanti le infrastrutture a rete, localizzati all’interno del perimetro dei centri abitati, non sono condizionati alla realizzazione di opere di messa in sicurezza purchè ne sia assicurata la trasparenza idraulica e il non aumento del rischio nelle aree contermini, - gli interventi riguardanti i parcheggi a raso di superficie inferiore ai 500 mq. e i parcheggi pertinenziali privati non eccedenti le dotazioni minime obbligatorie per legge non sono condizionati alla realizzazione di opere di messa in sicurezza, - non è ammessa la realizzazione di locali in sottosuolo (interrati e seminterrati), ad uso residenziale, garage, cantine, locali o pertinenze anche non residenziali o altri interventi che prevedano la frequenza da parte esseri viventi. Gli interventi dovranno prevedere il contenimento degli effetti dovuti all’impermeabilizzazione dei suoli, la messa in sicurezza sul battente idraulico atteso, e franco di sicurezza con franco non inferiore a 30 cm., come descritto nella carta dei battenti a corredo dello Studio Idrologico e Idraulico, il recupero e il successivo smaltimento dei volumi sottratti alla libera espansione delle acque, la tutela del reticolo idrografico superficiale e garantire il non aggravio del rischio idraulico nei territori contermini. FI4a* - Fattibilità limitata. Previsioni di significativa estensione in pericolosità elevata (30≤TR≤200)

Le previsioni urbanistiche riguardanti interventi di nuova edificazione o nuove infrastrutture, in pericolosità idraulica elevata, che comportano singolarmente o complessivamente la sottrazione di estese aree alla dinamica delle acque di esondazione o ristagno, possono essere attuate a condizione che sia garantita la messa in sicurezza rispetto ad eventi con tempo di ritorno di 200 anni, conseguita tramite la realizzazione delle opere strutturali. FI4b - Fattibilità limitata. Previsioni in pericolosità molto elevata (TR≤30). Interventi interessati dalle disposizioni della L.R.T. n. 21/2012

Per tutte le previsioni ricadenti in pericolosità idraulica molto elevata, aree I.4 della Carta delle aree a pericolosità idraulica (G.QC7a Carta di Pericolosità Idraulica) e le aree PI.3 della cartografia del PGRA (ex P.I.M.E. del PAI Toscana Costa), si applicano le norme di cui alla L.R.T. n.21/2012 “Disposizioni urgenti in materia di difesa dal rischio idraulico e tutela dei corsi d'acqua” che limita gli interventi ammissibili e le relative modalità di attuazione”. Le previsioni urbanistiche riguardanti interventi di nuova edificazione in pericolosità idraulica molto elevata, possono essere attuate a condizione che sia garantita la preventiva messa in sicurezza rispetto ad eventi con tempo di ritorno di 200 anni, conseguita tramite la realizzazione di opere strutturali. L’attuazione delle previsioni urbanistiche ricadenti in pericolosità molto elevata riguardanti il patrimonio edilizio esistente di cui all’Art.2 comma 2 della L..R.T. 21/2012, esclusi gli interventi di Ristrutturazione Urbanistica, è condizionata alla messa in sicurezza idraulica per eventi con tempi di ritorno di 200 anni, da conseguirsi anche con la realizzazione di opere non strutturali come definiti al precedente Art.67. Gli altri interventi sul patrimonio edilizio esistente compresi nell’Art. 2 comma 3 della L.R.T. 21/2012 sono attuabili con la realizzazione di opere di autosicurezza. In queste aree non sono inoltre consentiti: - i tombamenti dei corsi d’acqua, fatta esclusione per la realizzazione di attraversamenti per ragioni di tutela igienico-sanitaria e comunque a seguito di parere favorevole dell’autorità idraulica competente;

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- locali in sottosuolo (interrati e seminterrati), compresi garage e cantine, adibiti alla frequenza di esseri viventi. Il progetto delle opere di messa in sicurezza idraulica deve essere supportato, oltre che dalla Relazione Geologica e Geotecnica, da uno Studio Idrologico e Idraulico di dettaglio. L’approvazione dei progetti di messa in sicurezza idraulica da parte degli enti competenti costituisce un vincolo specifico per il rilascio della concessione edilizia o permesso a costruire.

10. CONDIZIONI PARTICOLARI DI FATTIBILITÀ

Nelle schede di fattibilità inserite nel contesto delle NTA si riportano ulteriori prescrizioni in merito alle principali previsioni oggetto di questa variante; di seguito si chiarisce il significato di alcuni i termini di quanto riportato. Interventi per la messa in sicurezza geologica, geotecnica e sismica sui terreni di fondazione, rilevati, sbancamenti, scavi e versanti:

- Opere strutturali: opere di contenimento (muri e opere similari), briglie, fondazioni speciali (palificazioni), terre armate, consolidamenti (tiranti, micropali), palificate (anche di Ingegneria Naturalistica).

- Opere non strutturali: drenaggi, inerbimenti, altre opere di rivegetazione, rimboschimenti, altre opere di Ingegneria Naturalistica.

- Interventi per la messa in sicurezza idrogeologica (falda idrica): paratie e palancole, pozzi e trincee drenanti.

Interventi e opere di messa in sicurezza idraulica strutturali: casse di laminazione; aree a

laminazione controllata; adeguamenti della sezione idraulica dei corsi d’acqua (alvei, argini fluviali e ponti, pennelli, briglie e altre opere trasversali); arginature. Interventi e opere di messa in sicurezza idraulica strutturali a carattere locale: si tratta di

opere anche non direttamente connesse con i corsi d’acqua, quali aree a laminazione controllata di battenti idraulici e battenti di transito, arginature. Interventi e opere di messa in sicurezza idraulica non strutturali: aree di laminazione naturali; rialzamenti dei terreni e rialzamento dei solai e dei piani terra degli edifici, valutati sull’entità del battente idraulico atteso, senza aggravio sul rischio idraulico nelle arre contermini, soglie, paratie stagne, infissi speciali (per interventi di tipo conservativo e di ripristino in pericolosità per fattori idraulici elevata e molto elevata).

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ALLEGATO “A” IN TESTO

DISPOSIZIONI PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E SULLA PROGRAMMAZIONE ED ESECUZIONE DELLE INDAGINI GEOLOGICHE E DELLE PROSPEZIONI GEOGNOSTICHE

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INDICE ART.1 - PREMESSA ............................................................................................................................... 1 ART.2 - NORME GENERALI DI RIFERIMENTO ..................................................................................... 1 ART.3 - ELABORATI GEOLOGICI GEOLOGICI IN AGGIORNAMENTO DEL QUADRO CONOSCITIVO DEL PIANO STRUTTURALE .................................................................................................................. 2 ART.4 - ELABORATI GEOLOGICI DEL PIANO OPERATIVO ................................................................. 2 ART.5 - ELABORATI GEOLOGICI DI PROGETTO ESECUTIVO ............................................................ 2 ART.6 - RELAZIONE GEOLOGICA E RELAZIONE GEOTECNICA. GENERALITÀ ................................. 3 ART.7 - AMBITI DI APPLICAZIONE ........................................................................................................ 3 ART.8 - STRUTTURA DELLA RELAZIONE GEOLOGICA ....................................................................... 4 ART.9 - CONTENUTI DELLA RELAZIONE GEOLOGICA ....................................................................... 4 ART.10 - INDAGINI GEOTECNICHE E PROSPEZIONI GEOGNOSTICHE ............................................. 6 ART.11 - RELAZIONE GEOTECNICA SULLE INDAGINI ........................................................................ 7 ART.12 - FATTIBILITÀ DELLE PREVISIONI URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI NEI SISTEMI INSEDIATIVI ........................................................................................................................................... 8 ART.13 - FATTIBILITÀ DELLE PREVISIONI URBANISTICHE E INFRASTRUTTURALI NEL TERRITORIO EXTRAURBANO .............................................................................................................. 8 ART.14 - APPROFONDIMENTO DELLE INDAGINI GEOLOGICHE ........................................................ 8 ART.15 - LINEE GUIDA PER LA ESECUZIONE DI INDAGINI DI APPROFONDIMENTO DEL RISCHIO SISMICO ................................................................................................................................................ 9 ART.16 - LOCALI E OPERE IN SOTTOSUOLO .....................................................................................10 ART.17 - DISPOSIZIONI PER IL CONTENIMENTO DEGLI EFFETTI DI IMPERMEABILIZZAZIONE DEI SUOLI .............................................................................................................................................10 ART.18 - COMPATIBILITÀ CON LA RETE FOGNARIA ESISTENTE E CONDIZIONI DI RECAPITO FINALE ..................................................................................................................................................12 ART.19 - MODESTI MANUFATTI ..........................................................................................................12 ART.20 - MODESTI INTERVENTI ..........................................................................................................13 ART.21 - PREVISIONI DI MEDIA ED ELEVATA VULNERABILITÀ ........................................................13

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Art.1 - Premessa

Queste disposizioni definiscono i contenuti della Relazione Geologica (RG) e la programmazione ed esecuzione delle indagini geologiche e delle prospezioni geognostiche, Allegato “A” alla Relazione Geologica di Fattibilità del Piano Operativo del comune di Castagneto Carducci, queste disposizioni dovranno essere prese a modello da tutti coloro, geologi professionisti, impegnati nella redazione degli studi, esecuzione delle indagini e delle prospezioni geognostiche.

Art.2 - Norme generali di riferimento

- Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 11 marzo 1988 recante “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione” e la relativa Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici 24 settembre 1988, n. 30483 recante “Norme tecniche per terreni e fondazioni - Istruzioni applicative”.

Legge Regionale n. 65 del 10/11/2014 (Norme per il Governo del Territorio); con riferimenti all’Art. 104 (Pericolosità idrogeologica e sismica e misure di mitigazione dei rischi. Regolamento) e all’Art. 245 (Regolamenti emanati in attuazione della L.R.T. 1/2005).

DPGR n. 53/R del 25 ottobre 2011 – Regolamento di Attuazione dell’Art. 62 della Legge Regionale 03/01/2005 (Norme per il Governo del Territorio) in materia di indagini geologiche.

D.P.C.M. 6 maggio 2005: PAI - "Approvazione del Piano di Bacino del Fiume Arno, Stralcio Assetto Idrogeologico" (GU n. 230 del 3 ottobre 2005).

- D.P.G.R. N. 48/R del 8 agosto 2003 – Regolamento Forestale della Toscana.

- L.R.T. N. 39 21/02/2000 – Legge Forestale della Toscana, s.m. e integrazioni.

- DPGR 16/04/2010, n. 32/R - Modifiche al regolamento emanato con decreto del Presidente della Giunta regionale 8 agosto 2003, n. 48/R (Regolamento Forestale della Toscana).

- D.G.R.T. n. 878 del 08/10/2012 - Riclassificazione sismica del territorio regionale: con cui il territorio comunale di Castagneto Carducci è inserito in zona sismica 3.

- PIT - D.P.R.T. n.45 04/04/2007 Piano di Indirizzo Territoriale, approvato con Delibera 72/07 del 24/07/07.

- Decreto Ministeriale 14/01/2008 – Testo Norme Tecniche per le Costruzioni (S.O. n. 30 alla G.U. 4 febbraio 2008 n. 29).

- Consiglio Superiore per i Lavori Pubblici – Istruzione per l’applicazione delle “Norme Tecniche per le costruzioni” di cui al DM 14 Gennaio 2008. Circolare 2 Febbraio 2009.

- Decreto del Presidente della Giunta Regionale 9 luglio 2009, n. 36/R. Regolamento di attuazione dell’articolo 117, commi 1 e 2 della legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1 (Norme per il governo del territorio). Disciplina sulle modalità di svolgimento delle attività di vigilanza e verifica delle opere e delle costruzioni in zone soggette a rischio sismico (Bollettino Ufficiale n. 25, parte prima, del 17/07/2009).

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Art.3 - Elaborati geologici in aggiornamento del quadro conoscitivo del Piano Strutturale

Gli elaborati di Piano Strutturale vengono integrati con i seguenti in aggiornamento del Quadro Conoscitivo. Relazione geologica Allegati:

- Allegato G1: Repertorio dei dati geologici G1a – Repertorio dei pozzi da archivio ISPRA G1b – Repertorio delle indagini geologiche

- Allegato G2: Relazione sulle indagini geofisiche

- Allegato G3: Studio Idrologico e idraulico Cartografie in aggiornamento del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale G.QC 01 – Carta geologica G.QC 02 – Carta geomorfologica G.QC 03 – Carta delle problematiche idrogeologiche G.QC 04 – Carta litotecnica e dei dati geologici G.QC 05 – Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS) G.QC 06 – Carta delle aree a pericolosità geologica G.QC 07 – Carta delle aree a pericolosità idraulica G.QC 08 – Carta delle aree a pericolosità sismica locale

Art.4 - Elaborati geologici del Piano Operativo

Il Piano Operativo redatto ai sensi delle vigenti leggi statali e regionali, contiene i seguenti elaborati geologici ai quali queste disposizioni fanno riferimento e che definiscono la fattibilità delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali da rivalutare nella Relazione Geologica e nella Relazione Geotecnica: Relazione geologica di fattibilità Allegato G1 Repertorio dei dati geologici - Pozzi da archivio ISPRA Allegato G2: Relazione sulle indagini geofisiche Allegato G3: Studio Idrologico e idraulico Tabella generale di fattibilità Schede norma geologiche inserite nel contesto generale delle norme di P.O.

Art.5 - Elaborati geologici di progetto esecutivo La Relazione Geologica, della quale si stabiliscono i contenuti in questo documento, fa parte di un complesso di elaborati da redigersi a corredo del progetto in modo da soddisfare le disposizioni della Legge Regionale n. 65 del 10/11/2014. Il progetto attuativo delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali e/o il progetto esecutivo di ogni insediamento o opera che comporti la trasformazione dei suoli dovrà quindi essere composto da:

1. La Relazione di Progetto. 2. Gli elaborati grafici di progetto. 3. La Relazione geologica e parametrizzazione geotecnica dei terreni. 4. La Relazione Geotecnica 5. Lo studio Idrologico e idraulico, eventuale, di progetto esecutivo.

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La fattibilità geologica delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali è definita di massima e allo stato delle conoscenze del territorio attraverso la consultazione integrata dei seguenti elaborati:

1. le Carte di pericolosità per fattori geologici, sismici e idraulici, 2. le Carte o elaborati di fattibilità, descriventi le relazioni fra previsioni urbanistiche e

pericolosità per i vari fattori, 3. le Norme di Attuazione del Piano operativo, 4. la Tabella Generale di Fattibilità delle previsioni insediative e infrastrutturali inserita nelle

NTA, 5. le Schede di Fattibilità inserite nelle schede norma allegate alle NTA.

Art.6 - Relazione Geologica e Relazione Geotecnica. Generalità

La Relazione Geologica (RG) e la Relazione Geotecnica (RGT) fanno parte integrante degli atti progettuali; la RG viene presentata al momento della richiesta del permesso a costruire, in considerazione anche del fatto che essa rappresenta un dato essenziale di fattibilità dell'opera. La completezza degli elaborati allegati alla RG è verificata in sede di istruttoria della pratica, la fattibilità definitiva dell'opera viene valutata dall’Ufficio Competente dell’Amministrazione Comunale, sulla base della documentazione geologica e geotecnica allegata al progetto esecutivo. Le cartografie tematiche di cui all’articolo 2 costituiscono la base del Sistema Informativo Geologico del comune; esse o stralci significativi di esse devono essere allegate alla RG, eventualmente adeguati e integrati in funzione del maggiore dettaglio richiesto a supporto del progetto di intervento e al procedere delle conoscenze del territorio. Non sono ammesse cartografie descriventi rilievi eseguiti alla scala inferiore a 1:10.000. Nel caso che in sede di progettazione esecutiva, il Progettista o il Geologo incaricato di predisporre il Piano delle indagini, di definire la caratterizzazione e la modellazione geotecnica, riscontrino la necessità di eseguire prospezioni geognostiche diverse da quelle indicate nelle schede norma se ne darà giustificazione nella Relazione Geologica e Geotecnica.

Art.7 - Ambiti di applicazione

Queste disposizioni riguardano la redazione della RG di supporto a progetti insediativi, di infrastrutture, trasformazione dei suoli, opere stradali, opere di urbanizzazione, opere idrauliche di consolidamento, opere di regimazione idraulica, sistemazioni idraulico-forestali, pratiche forestali (tagli di boschi) ed agricole (riordino fondiario), utilizzo agricolo di fanghi di depurazione biologica o di altri materiali derivati dalla attività agricole e agrozootecniche, sistemazioni idrogeologiche, ricerca di fonti di approvvigionamento idrico di sottosuolo (pozzi) e di superficie (sorgenti e derivazioni) per usi sia domestici che irrigui, stoccaggio definitivo o transitorio di rifiuti di qualsiasi tipologia, materiali e sostanze pericolose. Il complesso delle indagini, nei vari gradi di approfondimento definiti dai documenti di fattibilità, riguardano l’esecuzione di opere di:

- Manutenzione Straordinaria

- Restauro e Risanamento Conservativo

- Ristrutturazione Edilizia e Sostituzione Edilizia

- Ristrutturazione Urbanistica

- Demolizione

- Demolizione con ricostruzione

- Addizioni volumetriche

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- Nuova costruzione ed ampliamento

- Cambio di destinazione d’uso

- Realizzazione di volumi pertinenziali

Art.8 - Struttura della Relazione Geologica La RG, di competenza esclusiva del geologo, può essere così strutturata: Premessa

1. Inquadramento normativo 2. Dati di progetto 3. Vincoli urbanistici 4. Vincoli ambientali 5. Inquadramento geologico 6. Inquadramento geomorfologico e sismico 7. Inquadramento idrogeologico 8. Aspetti idrologici e idraulici 9. Relazione sulle indagini geognostiche 10. Parametrizzazione geotecnica dei terreni

Conclusioni

Le valutazioni geotecniche riferite al progetto sono demandate alla Relazione Geotecnica di competenza del Geologo geotecnico o dell’Ingegnere geotecnico. ALLEGATI:

1. documentazione fotografica delle prospezioni geognostiche, 2. certificati delle indagini, 3. indagini geofisiche, 4. certificati delle analisi di laboratorio.

La premessa deve contenere indicazioni circa:

1. il Committente, 2. il Progettista, 3. la localizzazione geografica, 4. l'inquadramento dell'intervento sotto il profilo urbanistico. 5. l’indicazione della distribuzione delle superfici nell’ambito dell’area interessata dal progetto

sia allo stato attuale che di progetto, congruenti con quanto riportato negli elaborati progettuali, in particolare: Superficie totale del lotto secondo PRG, superfici impermeabili, superfici permeabili, superfici semipermeabili, altre eventuali superfici a diverso grado di permeabilità,

6. l'inquadramento dell'intervento rispetto agli studi geologici e geotecnici redatti di supporto alla Pianificazione Urbanistica del comune: Carta di pericolosità e riferimenti specifici alla Classe di Pericolosità e di Fattibilità attribuita.

Art.9 - Contenuti della Relazione Geologica

La RG deve contenere tutti gli elementi geologici, geomorfologici, idrogeologici, geotecnici, sismici e idraulici del territorio e dei suoli utili a supportare il progetto nell’ambito delle specifiche competenze del Geologo, fornendo ai Progettisti, se richiesti, i parametri utili per il dimensionamento delle opere di fondazione, eventuale bonifica dei terreni, esclusione o riduzione del rischio derivante fa fattori idraulici, idrogeologici e geomorfologici.

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I progetti, oggetto della richiesta di concessione edilizia, saranno sempre accompagnati dai previsti documenti geologici e geotecnici, in numero e dettaglio sufficiente per valutare la fattibilità e l'idoneità delle opere proposte. Detta documentazione riguarderà:

- I caratteri della successione litostratigrafica del sito per un ambito areale geologicamente significativo e per una profondità comunque non inferiore all'ambito rientrante nel concetto di "volume significativo" (profondità del terreno entro il quale si esercita l'influenza dell'intervento).

- La distribuzione areale dei litotipi, il loro stato di alterazione, fessurazione e degradabilità nonché un primo giudizio qualitativo sulle loro caratteristiche geomeccaniche.

- I caratteri tettonici generali e geostrutturali di dettaglio ai fini dei comportamento fisico meccanico e dell'equilibrio statico nel caso di ammassi rocciosi con particolare attenzione sia alle condizioni a "breve termine" durante la fase di costruzione dell'opera, sia a "lungo termine" a costruzione ultimata.

- I lineamenti geomorfologici della zona e l'analisi dei processi morfogenetici, con specifico riferimento ai dissesti in atto e potenziali, e alla loro tendenza evolutiva, tenendo anche conto delle reali incidenze dell'intervento. Il modello assunto per le eventuali verifiche analitiche dei problemi, deve essere chiaramente giustificato e i fattori che interferiscono sulla stabilità devono essere adeguatamente individuati.

- Le condizioni geologiche e idrogeologiche del sito, con particolare riguardo ai seguenti ele-menti: schema della circolazione idrica superficiale e sotterranea; livelli piezometrici e loro escursione stagionale.

- Le condizioni di utilizzo geotecnico e geomeccanico dei terreni, con riferimento specifico alle prescrizioni dei decreti ministeriali 21/01/1981 e 11/03/1988 in relazione:

1. alla costituzione geologica del sottosuolo; 2. ai caratteri ed ai parametri fisico-meccanici dei terreni e degli ammassi rocciosi; 3. alla capacità portante ed ai cedimenti ottenibili; 4. alla stabilità geostatica dei terreni e degli ammassi rocciosi.

- Le possibilità di inquinamento delle acque di deflusso, dei corpi idrici superficiali e profondi, di interferenza con l’attività termale, con riferimento alla esecuzione di pozzi idrici di prelievo, di pozzi perdenti, di impianti di irrigazione, di escavazione di inerti.

Più in particolare la relazione deve fornire dati al Progettista sul tipo di fondazione più idoneo, sulle dimensioni, quote di imposta, sul carico ammissibile ed eventualmente, se richiesti, sui cedimenti previsti. Alla RG devono essere allegati i seguenti documenti cartografici a curve di livello (CTR) con dettaglio di scala non inferiore a quello indicato:

1. Corografia dei luoghi di intervento – scala 1:25.000 o 1:10.000; 2. Planimetria di progetto congruente con l’elaborato predisposto dal Progettista – scala

1:1.000 – 1:500; 3. Carta geologica generale alla scala dello strumento urbanistico – scala 1:10.000 - 1:5.000); 4. Carta Geomorfologica di dettaglio – scala 1:5.000 – 1:2.000; 5. Carta Idrogeologica – scala 1:10.000; 6. Carta di localizzazione delle indagini, delle prospezioni geognostiche e prove in sito

effettuate (vedi relazione geotecnica sulle indagini) 7. Sezioni geologico geotecniche in scala di dettaglio (1:100 - 1:500) descriventi le relazioni

fra progetto e sottosuolo, la ricostruzione stratigrafica in base alle indagini eseguite (vedi relazione geotecnica sulle indagini).

Negli allegati alla RG devono inoltre essere descritti i seguenti temi:

- Ambito di tutela fluviale assoluta;

- Relazioni fra progetto e territorio circostante con particolare riferimento alla viabilità di accesso;

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- Relazioni fra progetto e corsi d’acqua eventualmente interessanti il comparto territoriale nel quale il progetto si colloca – scala non inferiore a 1:1.000 (planimetria e sezioni significative descriventi letto fluviale, gli argini o le sponde sia in destra che in sinistra idrografica).

- La distribuzione e quantificazione delle superfici permeabili, semipermeabili e impermeabili alla stato di preprogetto e di progetto.

Negli allegati alla RG devono essere compresi i documenti, certificati e/o grafici descriventi i risultati di studi specialistici, delle indagini e delle prospezioni geognostiche, fra le quali:

- diagrammi di prove penetrometriche,

- stratigrafie di sondaggio geognostico o altra prospezione diretta o indiretta,

- certificati delle analisi fisico-meccaniche di laboratorio,

- certificati di analisi chimiche e chimico-fisiche,

- verifiche di stabilità del versante,

- studi idrologici e idraulici,

- verifiche idrauliche,

- indagini geofisiche.

Art.10 - Indagini geotecniche e prospezioni geognostiche

La tipologia delle indagini e delle prospezioni geognostiche è definita sulla base di standard riconosciuti fra i quali le "Raccomandazioni sulla programmazione ed esecuzione delle indagini geotecniche", A.G.I. Associazione Geotecnica Italiana, pubblicate nel giugno 1977; si considera inoltre lo “Schema tipo per la relazione Geologica e la relazione Geotecnica alla luce delle Norme tecniche sulle costruzioni” redatta dall’ordine dei Geologi della Toscana.

Nell’ambito di queste disposizioni, si intende con i termini: Indagini - iI complesso di rilevi, misure, verifiche riguardanti il le acque, suolo e il sottosuolo interessato da progetto, definiti tramite sopralluoghi in campo, saggi e prospezioni geognostici (eseguite appositamente o reperite da documenti e dati bibliografici), rilievi topografici, e altimetrici, prove in situ, prospezioni geofisiche e geoelettriche, campionamenti e analisi di laboratorio. Prospezioni geognostiche - Il complesso delle prove finalizzate alla investigazione del sottosuolo definite nel numero e nella importanza sulla base delle Carte di Fattibilità, della Tabella di fattibilità, delle caratteristiche del progetto, del territorio interessato e delle problematiche naturali e antropiche. Prospezioni geognostiche standard - Sono ammesse esclusivamente prospezioni eseguite con strumenti standard:

- Sondaggi geognostici a carotaggio continuo

- Prove penetrometiche SPT in fondo foro di sondaggio

- Prove di permeabilità in fase di sondaggio

- Prove penetrometriche statiche standard (CPT, CPTE, CPTU)

- Prove penetrometriche dinamiche standard pesanti (DPSH)

- Sondaggi geoelettrici e geofisici Indagini geofisiche (MASW e Down Hole) per il calcolo del profilo delle Vp, delle Vs e del parametro Vs30. Prospezioni geognostiche non standard - Prospezioni geognostiche non standard quali prove penetrometriche dinamiche leggere (dpl, dpm) e saggi geognostici a mezzo escavatore

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meccanico, possono essere utilizzati esclusivamente per integrare prospezioni standard su ampie superfici, o in situazioni geologiche chiaramente definibili già sulla base di rilievi di superficie (roccia affiorante o sub affiorante), in ogni caso si dovranno raggiungere le profondità dal piano campagna interessate dalle opere di fondazione. I saggi, gli affioramenti rocciosi e gli scavi geognostici dovranno essere documentati fotograficamente. Analisi di laboratorio - Il complesso delle analisi fisico meccaniche eseguite su campioni di terre, disturbati o indisturbati, prelevati nel corso di scavi, saggi o sondaggi geognostici, perforazioni di pozzi ad uso irriguo o domestico; fra le quali:

- Peso di volume ed umidità naturale

- Peso specifico dei granuli

- Analisi granulometrica

- Limiti di Atterberg

- Limite di Ritiro

- Prova di taglio non consolidato non drenato UU

- Prova di taglio consolidato drenato CD

- Prova di taglio CD con parametri residui

- Prova di taglio consolidato non drenato CU

- Prova ad espansione laterale libera

- Prove edometriche

- Prova Triassiale non consolidata non drenata UU

- Prova Triassiale consolidata non drenata CIU

- Prova di permeabilità

Art.11 - Relazione geotecnica sulle indagini La relazione geotecnica sulle indagini deve contenere:

- la documentazione fotografica delle indagini svolte (localizzazione dei punti di prospezione e dei campioni di terre prelevati),

- la documentazione delle prove in sito e delle analisi di laboratorio,

- i profili litologici e stratigrafici con correlazioni tra i diversi punti sondati e localizzazione delle falde idriche,

- la caratterizzazione litologico geotecnica del terreno fondazionale ed acquisizione dei parametrinecessari per la scelta ed il dimensionamento delle fondazioni e per la previsione dei cedimenti,

- la valutazione della permeabilità dei terreni, la localizzazione della falda idrica, escursione dei livello piezometrico.

La relazione geotecnica sulle indagini deve eventualmente contenere (in stretta collaborazione e previo scambio di informazioni con il Progettista):

- metodologie di scavo delle fondazioni, stabilità dei fronti di scavo,

- sistemi di drenaggio e relativo dimensionamento, valutazione dei cedimenti indotti, verifica al sifonamento, verifica del sollevamento e rottura dei fondo in caso di scavi profondi,

- sistemi di impermeabilizzazione, protezione, aerazione, controllo dell'umidità per azione della risalita capillare,

- capacità portante ultima e tensione ammissibile del terreno di fondazione in ordine al tipo di fondazione più idoneo da adottare,

- entità e decorso nel tempo dei cedimenti prevedibili per azione del consolidamento sotto carico del terreno di fondazione,

- valutazione del coefficiente di sottofondo Kr per il dimensionamento delle opere di fondazione su terreno elastico alla Winkler,

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valutazione della portata di fondazioni profonde (palo singolo e palificate),

- valutazione dei cedimenti di esercizio del palo singolo e delle palificate tecniche di bonifica dei terreni, consolidamenti, miglioramenti,

- spinta delle terre (diagramma delle spinte) su opere di sostegno (muri, diaframmi, paratie),

- valutazione dei moduli elastici del terreno (coefficiente di Poisson, modulo di Young, modulo di taglio etc.) in caso di fondazioni di macchine vibranti attraverso prove dirette e di laboratorio o di prospezioni geofisiche,

- valutazione del coefficiente di fondazione e nelle zone sismiche.

Art.12 - Fattibilità delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali nei sistemi insediativi

Nell’ambito della RG devono essere verificate le classi di fattibilità descritte nelle relative cartografie del RU per fattori geologici, sismici e idraulici; la necessità di variare la classe di fattibilità a seguito dei risultati delle indagini deve essere adeguatamente motivata.

Art.13 - Fattibilità delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali nel territorio extraurbano Le disposizioni contenute in questo articolo riguardano essenzialmente le previsioni non descritte nella cartografia in scala 1:4.000 riferite ai sistemi insediativi, per le quali quindi si rende necessario utilizzare la tabella generale di fattibilità. Di norma si tende ad attribuire classi paragonabili fra pericolosità e fattibilità, ma la tipologia degli interventi, le caratteristiche del territorio, le origini del rischio e il grado di complessità delle opere utili a ridurlo determinano spesso una parziale corrispondenza: non è detto ad esempio che a pericolosità 2 corrisponda automaticamente fattibilità 2; a pericolosità 3 fattibilità 3 e così via.

Art.14 - Approfondimento delle indagini geologiche Il grado di approfondimento delle indagini e delle prospezioni geognostiche di supporto alla reda-zione della relazione geologico tecnica viene quindi definito in funzione della classe di fattibilità in cui l'intervento si colloca e della superficie interessata dalle opere. Il dettaglio del Piano operativo, in alcuni comparti, non permette di distinguere le aree di nuova edificazione dalle pertinenze o da interventi di scarsa incidenza sul suolo, questo comporta che, specie per i lotti di nuova edificazione, se ne debba indicizzare tutta l’estensione privilegiando il criterio più cautelativo; si tenga conto comunque che anche per i lotti parzialmente edificati o in fase di saturazione interventi ammessi quali le demolizioni con ricostruzione portano nella direzione più cautelativa. Per gli interventi sul Patrimonio Edilizio Esistente in pericolosità bassa di regola si è prescritta la fattibilità 1, intendendo che gli eventuali progetti di ampliamento debbano comunque sempre essere supportati da una relazione geologica e parametrizzazione geotecnica. La tabella generale di fattibilità integra le cartografie descriventi le relazioni fra pericolosità e previsioni urbanistiche, ne giustifica il criterio di zonazione e, relativamente agli interventi in aree extraurbane, supporta l’istruttoria della pratica edilizia e il ruolo dell’Ufficio Comunale in modo da rendere automatica, se possibile, l’attribuzione della fattibilità e la richiesta di approfondimento delle indagini geognostiche. L’analisi degli interventi edilizi ammessi per ogni comparto ha portato alla definizione di gradi diversi di approfondimento delle indagini; di regola le prospezioni geognostiche sono prescritte per i nuovi insediamenti, per gli ampliamenti, in tutti i casi per i quali si incrementi significativamente la vulnerabilità dell’area (cambi di destinazione d’uso, incremento di unità immobiliari) e per interventi di qualsiasi natura ricadenti in aree a pericolosità elevata; per gli interventi di ristrutturazione che

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non introducano significativi mutamenti nell’assetto strutturale dell’edificio e di irrilevante interazione con il suolo si prescrivono indagini e studi di minore impegno.

Art.15 - Linee guida per la esecuzione di indagini di approfondimento del rischio sismico

1. Il Comune di Castagneto Carducci, sulla base della riclassificazione della regione Toscana (D.G.R.T. n. 878 del 08/10/2012) ricade in zona 3 con un grado di sismicità = 6 e con un valore del coefficiente d’intensità sismica o accelerazione massima convenzionale = 0,15 g.

2. Le indagini, per quanto concerne gli aspetti sismici, dovranno valutare con maggiore attenzione le situazioni che possono comportare fenomeni amplificativi locali, indicati nella Carta delle MOPS. 3. Per quanto attiene la tipologia delle indagini geotecniche sismiche e geofisiche, queste dovranno essere condotte secondo le sopradette Istruzioni Tecniche; in particolare, per la determinazione delle Vs30 e la definizione della “Categoria di suolo di fondazione” è necessaria la misura diretta in sito, attraverso le seguenti metodologie di indagine:

- prospezioni sismiche a rifrazione con onde di volume P ed Sh, - prospezioni sismiche in foro di sondaggio tipo Down Hole o cross hole, - prospezioni sismiche tipo DOWN HOLE in foro di prova penetrometrica (“cono sismico”), - prospezioni sismiche con onde superficiali (onde Raleigh) tipo SASW e MASW, - sondaggi geognostici di profondità non inferiore a 30 m. in terreni alluvionali con prove SPT

fondo foro in numero sufficiente a caratterizzare i livelli attraversati o determinazione del valore della coesione non drenata cu.

4. Per quanto riguarda la progettazione delle opere, la redazione degli studi a supporto della progettazione, la programmazione ed esecuzione delle indagini e prospezioni geosismiche si fa riferimento al “Regolamento di attuazione dell’articolo 117, commi 1 e 2 della legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1 (Norme per il governo del territorio). Disciplina sulle modalità di svolgimento delle attività di vigilanza e verifica delle opere e delle costruzioni in zone soggette a rischio sismico”, in particolare, per gli aspetti trattati in queste norme all’ Art.7 - Classi di indagine geologiche, geofisiche e geotecniche, che descrive le seguenti classi di indagine.

- classe d’indagine n.1, riferita alle opere di volume lordo inferiore a centocinquanta metri cubi con altezza in gronda inferiore a sei metri. Con riferimento a tale classe d’indagine sono sufficienti considerazioni di natura geologica, geofisica e geotecnica basate su indagini, da allegare in copia al progetto, già eseguite in prossimità dell’intervento o desunte da studi già compiuti e pubblicati con riferimento alle aree interessate. Tali considerazioni sono adeguatamente motivate, giustificate ed argomentate e sono compiute anche in presenza di problematiche di versante;

- classe d’indagine n.2, riferita alle opere di volume lordo inferiore a millecinquecento metri cubi con altezza in gronda inferiore a dieci metri. Con riferimento a tale classe d’indagine, la categoria di suolo di fondazione e le geometrie sepolte si determinano mediante indagini geofisiche, quali quelle sismiche a rifrazione o riflessione, o mediante prove geotecniche elaborate mediante le metodologie ufficialmente riconosciute. Le indagini sono effettuate nel sito oggetto di studio o in aree adiacenti caratterizzati dagli stessi contesti geologici, geomorfologici e geotecnici. In presenza di problematiche di versante è prodotta, altresì, la verifica di stabilità del pendio e del complesso opera-pendio;

- classe d’indagine n.3, riferita alle opere di volume lordo inferiore a seimila metri cubi con altezza in gronda inferiore a venti metri. Con riferimento a tale classe d’indagine, la categoria di suolo di fondazione e le geometrie sepolte si determinano mediante indagini geofisiche, quali quelle sismiche a rifrazione o riflessione, eseguite nel sito oggetto di studio. In presenza di problematiche di versante sono altresì prodotte verifiche di stabilità del pendio e del complesso opera-pendio basate su sondaggi geognostici. La definizione dei parametri geotecnici è basata su sondaggi geognostici;

- classe d’indagine n. 4, riferita ad opere di volume lordo superiore a seimila metri cubi o, in ogni caso, se l’altezza in gronda è superiore a venti metri. Con riferimento a tale classe d’indagine, la categoria di suolo di fondazione e le geometrie sepolte si determinano mediante prove sismiche in foro. In presenza di problematiche di versante sono altresì prodotte verifiche di stabilità del

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pendio e del complesso opera-pendio. La definizione dei parametri geotecnici è basata su sondaggi geognostici, attrezzati con inclinometri ove si ricada nella zona classificata dal piano strutturale o dal Piano operativo di pericolosità geomorfologica molto elevata (G4), secondo la definizione di cui all’allegato A, paragrafo c, del d.p.g.r.26/R/2007.

Art.16 - Locali e opere in sottosuolo

Nelle aree di fondovalle ricedenti in pericolosità idraulica molto elevata non è ammessa la realizzazione di opere e locali in sottosuolo, sia di tipo interrato che seminterrato, ad uso residenziale, garage e parcheggi, locali o pertinenze anche non residenziali o altri interventi che prevedano la frequenza da parte esseri viventi. In questi ambiti è ammessa la realizzazione di locali di scarsa incidenza sul suolo destinati a impianti e attrezzature tecnologiche, quali cisterne, depositi del gas, purché progettati in modo tale escludere sversamenti accidentali in occasione di eventi critici. Nelle aree di fondovalle ricedenti in pericolosità idraulica elevata è ammessa la realizzazione di opere e locali in sottosuolo con soglia di accesso a quote superiori al battente idraulico atteso e franco di sicurezza, da definirsi e dimensionarsi sulla base degli approfondimenti di indagine di supporto ai progetti definitivi.

Art.17 - Disposizioni per il contenimento degli effetti di impermeabilizzazione dei suoli

La realizzazione di nuovi interventi edificatori deve garantire il mantenimento di una superficie di almeno il 25% della superficie fondiaria, che consenta l’assorbimento anche parziale delle acque meteoriche. Gli interventi di nuova edificazione e gli ampliamenti, gli interventi di ristrutturazione urbanistica, demolizione e ricostruzione, gli interventi strutturali, gli interventi di trasformazione dei suoli comportanti la realizzazione di nuove superfici impermeabili o parzialmente permeabili (piazzali, marciapiedi, strade, rampe, parcheggi, ecc) maggiori di 100 mq. devono prevedere il totale contenimento temporaneo delle acque meteoriche sottratte all'infiltrazione per effetto delle impermeabilizzazioni all'interno del lotto oggetto di trasformazione o nelle aree contermini salvo i diritti di terzi. Le acque devono essere stoccate in serbatoi interrati o vasche per un volume pari alla differenza fra il volume di acqua drenato in condizioni di pre progetto e il volume immesso nel reticolo idrografico superficiale a progetto realizzato, valutato tenendo conto di una pioggia oraria con tempo di ritorno ventennale. I serbatoi dovranno essere posti al di sotto delle superfici impermeabili di progetto, quali piazzali, viabilità, marciapiedi, parcheggi; essi saranno integrati con il sistema di smaltimento delle acque di progetto. Il meccanismo di successivo sversamento e rilascio nel reticolo idrografico superficiale o nella pubblica fognatura deve essere di tipo "bocca tarata" dimensionata in modo tale che la massima portata che da essa può defluire sia minore o uguale ai valori limite definiti ai punti precedenti. I tempi di accumulo temporaneo saranno determinati sulla base di valutazioni ideologiche e idrauliche. Soluzione alternative a quella indicata quali la realizzazione di stoccaggi temporanei presso aree a verde, altre superfici confinate o opportunamente ribassate, rispetto alle aree impermeabili circostanti, vasche in superficie, dovranno essere motivate all’interno della relazione geolog ica e geotecnica e/o nelle Relazioni Ideologiche e Idrauliche. I calcoli dei volumi di acqua oggetto di stoccaggio devono essere eseguiti sulla base dei seguenti parametri assunti per convenzione e comunque utilizzati in altre occasioni e situazioni sulla base di studi eseguiti nell'ambito dell'attività normativa dell'Autorità di Bacino del Fiume Arno:

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- Pioggia oraria ventennale: 60 mm.

- Coefficienti di deflusso delle superfici scolanti

- Cd = 1,0 Superfici impermeabili

- Cd = 0,4 Superfici semipermeabili (autobloccanti, asfalti drenanti, piazzali non asfaltati)

- Cd = 0,1 aree a verde e superfici naturali L'utilizzo eventuale di altri parametri dovrà essere motivato sulla base del riconoscimento di situazioni particolari riguardanti la natura dei suoli, la morfologia dei luoghi o la messa in opera, in fase di progetto, di materiali con caratteristiche di permeabilità diverse da quelle ipotizzate. La metodologia di calcolo da applicarsi dovrà essere adeguata alle condizioni morfologiche dei luoghi e alle condizioni idrauliche locali, che, nella maggior parte dei casi, riguardano superfici aperte, sub pianeggianti, drenate da modesti fossi ereditati dall’antico assetto agricolo dei fondi, per le quali non è possibile distinguere un limite di sottobacino idrografico, né una sezione di chiusura. Un metodo semplificato adeguato a descrivere e risolvere la problematica in esame si basa sulla seguente formula:

Q = P x Cd x S Dove: Q = valore del ruscellamento superficiale (contributo della superficie oggetto di valutazione, volume in mc.) Cd = coefficiente di deflusso per le diverse tipologie di uso del suolo P = pioggia oraria ventennale (altezza in mm.) S = superficie oggetto di valutazione (area in mq o ha) A titolo esemplificativo per un progetto basato sui seguenti parametri di superficie: Stato attuale Superficie totale del lotto: 750 mq. A1- Superfici permeabili: 500,00 mq. A2- Superfici impermeabili: 250,00 mq. A3- Superfici semipermeabili: 0,00 mq. Contributo al ruscellamento superficiale di ogni singola superficie allo stato attuale: QA1 = 0,06 x 0,1 x 500 = 3,0 m3 QA2 = 0,06 x 1,0 x 250 = 15,0 m3 QA3 = 0 mc QAtot = QA1 + QA2 + QA3 = 3 m3 + 15 m3 = 18 m3 Stato di progetto P1- Superfici permeabili: 250,00 mq P2- Superfici impermeabili: 350,00 P3- Superfici semipermeabili: 150,00 Contributo al ruscellamento superficiale di ogni singola superficie allo stato di progetto: QP1 = 0,06 x 0,1 x 250 = 1,50 m3

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QP2 = 0,06 x 1,0 x 350 = 21,0 m3 QP3 = 0,06 x 0,4 x 150 = 3,60 m3 QPtot = QP1 + QP2 + QP3 = 1,50 m3 + 21 m3

+ 3,60 m3 = 26,10 m3

In definitiva il volume da stoccarsi è la differenza fra i due valori QAtot e QPtot pari quindi a: 8,10 m3.

Questa prescrizione non si applica:

- ai progetti che prevedono la realizzazione di nuove superfici impermeabili o semi permeabili inferiori a 100 mq.

- per motivi di sicurezza e per tutela di beni di interesse storico ambientale;

- in condizioni di rischio di inquinamento delle acque superficiali;

- nel caso che il progetto e la relazione geologica e geotecnica dimostrino l'impossibilità di realizzare le opere previste in ordine a ragioni: di intensa urbanizzazione, geomorfologiche, idrogeologiche, geotecniche, di stabilità, idrauliche, strutturali o altre ragione debitamente motivate.

Questa prescrizione si applica, nella forma più restrittiva, agli interventi di:

- Ristrutturazione Urbanistica;

- Progetti che prevedono la demolizione e ricostruzione di edifici. Per queste tipologie di intervento, che usualmente producono una minore superficie impermeabile rispetto alla situazione di preprogetto, anche se migliorano quindi le condizioni idrauliche, si dovrà prevedere ugualmente lo stoccaggio provvisorio delle acque sottratte all’infiltrazione pari al 30% del contributo di progetto. Le eventuali aree ribassate o confinate dovranno essere dotate di una bocca tarata inferiore o drenaggio, in modo da evitare il ristagno prolungato delle acque al termine degli eventi climatici o in condizione di normale regime delle piogge. La realizzazione di serbatoi di accumulo in sottosuolo dovrà essere verificata in relazione alla dinamica della falda idrica. Gli spazi pubblici e privati destinati a piazzali, parcheggi e viabilità pedonale e meccanizzata devono comunque essere realizzati con modalità costruttive che consentano l’infiltrazione o la ritenzione anche temporanea delle acque. La prescrizione non si attua per motivi di sicurezza e per tutela storico - ambientale. Tra i motivi di sicurezza rientrano le esigenze statiche in relazione a carichi stradali gravosi ed in rapporto alle caratteristiche geotecniche dei terreni.

Art.18 - Compatibilità con la rete fognaria esistente e condizioni di recapito finale La RG deve considerare i risultati degli studi idrologici e idraulici redatti a supporto delle Opere di Urbanizzazione primarie definendo le caratteristiche della rete fognaria (acque chiare) esistente, la compatibilità dell’intervento con il sistema di smaltimento delle acque e il recapito finale nei corsi d’acqua superficiali, le opere eventualmente da realizzarsi per rendere l’intervento sostenibile.

Art.19 - Modesti manufatti

Progetti di modesti manufatti, in aree geotecnicamente note, possono essere supportati da una relazione geologica e geotecnica anche non corredata da prospezioni geognostiche, semprechè sia possibile procedere alla caratterizzazione dei terreni sulla base di dati e notizie raccolte mediante indagini precedenti, eseguite su terreni simili ed in aree adiacenti. In tal caso dovranno

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essere specificate le fonti dalle quali si è pervenuti alla caratterizzazione fisico-meccanica del sottosuolo.

Art.20 - Modesti interventi

Per interventi di modesto rilievo, i calcoli geotecnici possono essere omessi, la relazione geologica comunque da redigersi, può avvalersi di dati e indagini derivanti da precedenti campagne geognostiche eseguite in aree limitrofe.

Art.21 - Previsioni di media ed elevata vulnerabilità

Le indagini e prospezioni geologiche di supporto a progetti che riguardano interventi su insediamenti di elevata vulnerabilità e fabbricati anche esistenti ritenuti “strategici” e “rilevanti” (scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, insediamenti ricettivi, sanitari, commerciali e produttivi di estensione maggiore di 5.000 mq.), quali nuova costruzione, ampliamento, ristrutturazione, demolizione e ricostruzione, cambi di destinazione d’uso da produttivo a residenziale, adeguamento, dovranno essere condotte a livello complessivo e potranno riguardare aree esterne al lotto oggetto di intervento.

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CONCLUSIONI Questa relazione descrive le condizioni di fattibilità geologica, sismica e idraulica delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali del nuovo Piano Operativo del comune di Castagneto Carducci, definendo il grado di approfondimento delle indagini geologiche e delle prospezioni geognostiche da eseguirsi a supporto della attuazione delle previsioni e progettazione esecutiva degli interventi. La Relazione Geologica (RG) e la Relazione Geotecnica (delle quali si stabiliscono i contenuti nel documento “Disposizioni generali sulla programmazione ed esecuzione delle indagini geologiche e delle prospezioni geognostiche”, allegato a questo testo, fa parte di un complesso di elaborati da redigersi a corredo del progetto. “Il progetto”, in funzione delle sue dimensioni, dovrà quindi essere composto da:

a) La Relazione di Progetto. b) Gli elaborati grafici di progetto. c) La Relazione Geologica (RG) e la Relazione Geotecnica. d) Lo Studio Idrologico e Idraulico di progetto esecutivo se necessario.

La fattibilità geologica delle previsioni urbanistiche e infrastrutturali è definita di massima e allo stato delle conoscenze del territorio attraverso la consultazione integrata dei seguenti elaborati:

1. le Carte di pericolosità per fattori geologici, sismici e idraulici, 2. le Norme di Attuazione del Piano Operativo, 3. la Tabella Generale di Fattibilità delle previsioni insediative e infrastrutturali, 4. Schede di fattibilità geologica inserite nel contesto normativo del Piano Operativo.

Pistoia 16 luglio 2018

Dott. Leonardo Moretti Ordine Geologici della Toscana n.312