Post on 17-Jul-2020
ISTITUTO SUPERIORE AECLANUMVia Bosco Ortale, 21 – 83030 Mirabella Eclano (AV)
DIARIO DI BORDOALTERNANZA SCUOLA LAVORO - PON
VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE CULTURALI ACQUISITE
PROGETTO - I BENI CULTURALI: IDENTITÀ STORICA DEI POPOLIGestione e promozione dei beni culturali archeologici
ESPERTI Castaldo Vincenzo – Mirabella E.
De Simone Girolamo Ferdinando – Mirabella E.
Di Sibio Francesco – Frigento
Losanno Carmine - Bonito
ASL
PON
CLASSE III E - LICEO SCIENTIFICO ORDINARIO
A.S. 2017/2018
Coordinatore prof.ssa Gabriella Assante - Funzione strumentale n. 2 – Sostegno al lavoro dei docenti
ISTITUTO SUPERIORE AECLANUMVia Bosco Ortale, 21 – 83030 Mirabella Eclano (AV)
L’IMPERO ROMANO NELLA VERDE IRPNIA
CLASSE III E - LICEO SCIENTIFICO
A.S. 2017/2018
Del Sole Ilaria
Di Sisto Elena
Giovanniello Maria Grazia
La Sala Emily
Moscaritolo Emanuela
ALUNNETUTOR Capone Maria Sofia
Tresca Paolo
Coordinatore prof.ssa Gabriella Assante - Funzione strumentale n. 2 – Sostegno al lavoro dei docenti
APPIA, REGINA VIARUM
ROMA
CAPUA
BENEVENTUM
AECLANUM…
VENUSIA
BRUNDISIUM
312 a.C. - censore Appio Claudio Cieco
190 a.C.
TARENTUM
della via Appia
MAPPA DELL’IRPINIA
IL LUPO SIMBOLO DELL’IRPINIA
L'Irpinia corrisponde
sommariamente alla provincia
di Avellino.
Terra d'incontaminata
bellezza, incantevole quanto
“selvaggia”, era abitata
dall'antica tribù degli Irpini,
uno dei quattro maggiori
gruppi che componevano il
popolo dei Sanniti.
Lega il suo nome all'animale
sacro di questa popolazione: il
lupo, "HIRPUS" in lingua osca,
simbolo del dio MARTE.
PROGRAMMA
PONTE ROTTO
AECLANUM
CISTERNE ROMANE
MEFITE
PONTE APPIANO – PONTE ROTTO
Situato a Calvi a circa 3 km da Apice, il ponte Appiano (ponte Rotto per i paesani) con i suoi resti ancora
oggi sfida il tempo e gli uomini. Esso nell'antichità permetteva alla via Appia di superare il fiume Calore
per continuare verso il porto di Brindisi, un’opera ingegneristica straordinaria, abbandonata però al suo
destino e all’incuria.
Da testata a testata
esso misurava circa
150 metri ed è a
schiena d'asino, con
sette piloni di cui tre
in acqua e quattro sul
terreno. Ogni arco
misura 14 metri di
luce e 5,5 metri di
larghezza. La
carreggiata è di circa
4 metri. La struttura
del ponte è
probabilmente di età
Traianea.
Gli alunni posano sui resti del PonteLa ricca vegetazione tinge di verde
Ponte Rotto
Il fiume Calore che scorre vicino al Ponte Rotto
http://www.apollineproject.org/aec.html
http://www.frru2.altervista.org/ARCH/LOC/MirEcl/Aecl.htm
Il Parco Archeologico di Aeclanum è situato presso la frazione Passo di Mirabella e si affaccia sulla Via Appia,
la Regina Viarum, la strada che collegava Roma a Brindisi e sul cui tratto compreso tra Benevento ed Eclano sono
ancora visibili i resti dell’imponente ponte noto come “Ponte Rotto”.
La nascita del centro di Aeclanum, fondata dalla tribù
sannita degli Irpini, risale alla fine del III secolo a.C. e lo
storico Appiano parla della sua prima fortificazione, che
era di legno, la quale fu incendiata dal dittatore Silla
nell’89 a.C. durante la Guerra Sociale contro Mario; in
seguito, verso l’87 a.C., la cinta fu ricostruita
contestualmente all’istituzione del municipium con
diritto di voto e l’iscrizione alla tribù Cornelia.
La fortificazione, alta circa 10 metri, fu realizzata
in opus reticulatum composto da prismi di travertino ed
abbracciava un’area di circa 18 ettari che si estendeva
verso sud, a delimitare un pianoro di forma triangolare;
almeno tre porte ne interrompevano la continuità ed il
perimetro conteneva anche torri di diversa grandezza.
PARCO ARCHEOLOGICO DI AECLANUM Mirabella Eclano
IL PERCORSO DEL PARCONella prima metà del 1900 furono eseguiti i primi scavi archeologici che misero in luce i resti e le
tracce di costruzioni risalenti al periodo imperiale: il macellum, le terme e diverse case.
Partendo dal piazzale ci si trova all’interno di un’area di mq 2000 che presenta i seguenti edifici:
Partendo dal piazzale ci si trova all’interno di un’area di mq 2000 che presenta i
seguenti edifici:
FULLONICA -
tintoria/lavanderia
Complesso di vasche
impermeabilizzate con
cocciopesto.
A schiena d’asino, era funzionale al deflusso delle acque
piovane, sulla quale prospettano abitazioni e botteghe.
STRADA BASOLATA
Qui sono state rinvenute molte scorie di lavorazione del vetro, con un cortile colonnato o peristilio, di
tipo pompeiano, al centro del quale si conserva la vasca per la raccolta delle acque piovane o
impluvium. Muri di raccordo tra le colonne suggeriscono a un certo punto la trasformazione del cortile
in un ambiente chiuso, funzionale alla lavorazione del vetro.
VILLA
ROMANA, POI
PROBABILE
VETRERIA
Monumento intra moenia, è articolata in tre navate con la principale absidata e decorata con un
pavimento a mosaico; si intuisce che doveva avere un nartece e presenta al suo esterno una FONTE
BATTESIMALE con pianta a croce greca e scalini per il rito ad immersione.
BASILICA
PALEOCRISTIANA CON
BATTISTERO
CRUCIFORMEdel VI sec. i cui resti ancora in vista
risalgono all’età dell’imperatore
Giustiniano.
Situato presumibilmente a
nord del forum, presenta i
resti di una costruzione a
pianta circolare con una
vasca e pavimentazione a
mosaico, e quasi
sicuramente doveva essere
circondato da un porticato
e da tabernae.
MACELLUM - mercato coperto
Il COMPLESSO TERMALESituato su una piccola altura realizzato in opus reticulatum, si caratterizza per la presenza di strutture conservate
sino a notevole altezza. Al loro interno erano decorate con fregi marmorei e statue oggi esposte nel Museo Irpino di
Avellino. Inoltre, sono chiaramente riconoscibili gli ambienti destinati a tepidarium, calidarium e frigidarium.
Il COMPLESSO TERMALE
Il COMPLESSO TERMALE
Il COMPLESSO TERMALE
Le magnifiche cisterne romane di Frigento sono
un’imponente opera architettonica rinomata in tutta la
regione Irpina.
In seguito alla conquista di Frigento da parte di Silla,
la città diventò colonia romana nel V secolo circa. Per
mano di Quinzio Valgo, da quel momento in poi la
città fu arricchita dal punto di vista architettonico.
Furono costruite le nuove mura, i portici, il foro e le
cisterne in questione.
Le cisterne si trovano precisamente nella piccola
località di Pesco-Migliano.
Dal punto di vista strutturale, il complesso murario è
in opus incertum realizzato con pietra locale.
Secondo quanto riportano alcune fonti, in passato gli ambienti dovevano essere undici, tuttavia
attualmente sono presenti soltanto quattro, che si possono vedere attraverso un ingresso (non originario).
Sullo stesso piano degli ambienti sono collegate parallele tra loro le gallerie. Queste erano predisposte
per la raccolta dell’acqua piovana, della neve sciolta e delle acque di una sorgente adiacente alle
cisterne.
LE CISTERNE ROMANEFrigento
L’acqua raccolta veniva depurata e
distribuita non soltanto alla città, ma
anche a una parte consistente della
valle. I punti di raccolta dell’acqua sono
situati probabilmente in località Pila ai
Pilani. Lì viene registrata la presenza di
una fontana che doveva essere
collegata a una cisterna non ancora
scavata e collocata nella proprietà Di
Leo.
Recentemente è stato scoperto nella
città di Frigento un condotto di
distribuzione tra Via San Giovanni
(dove sono situate le cisterne) e Via
San Pietro (dove è presente un
impianto termale che risale
probabilmente al I-II secolo d.C.).
Inoltre, le cisterne sono citate in un’iscrizione custodita nella Cattedrale dove vengono riportati i magistrati che
si impegnarono nella ricostruzione della città dopo la guerra sociale. In particolare, viene menzionato l’’architetto
Antistius (anche in una seconda iscrizione), al quale viene attribuita la costruzione delle suddette cisterne.
LA DEA MEFITE INCONTRA I BAMBINI
Un racconto per presentare la Dea Mefite ai bambini
Cruciverba
Test - Qual è la tua divinità protettrice?
Giochiamo insieme
<<Ciao Giulia!>>
<<Ciao Sara, come stai?>>
<<A dir la verità mi fa male la testa.>>
<<Come mai?>>
<<Sai, l’altro giorno ero agli scavi archeologici di Aeclanum e sono inciampata battendo la testa. Mi è successa
una cosa strana, sono svenuta e ho cominciato a sognare.>>
<<Non ne sapevo nulla, mi dispiace. Cosa hai sognato?>>
<<Forse non mi crederai, ma ero tornata a circa 2500 anni fa. Avevo sei o sette anni, mi trovavo con altri bambini
ed eravamo tutti seduti, indossavamo dei vestiti strani e sotto i nostri piedi c’era solo terra.>>
<<E cosa facevate, Sara?>>
<<Aspettavamo che arrivasse qualcuno. Infatti, poco dopo arrivò un uomo vestito con un abito particolare e disse:
‘’Ciao a tutti, io sono Polibio, dovete sapere che vi trovate nelle terre di Mefite.’’
‘’Mefi-che?’’ chiesi io a Polibio.
‘’Mefite. Lei è una dea, venerata per i suoi grandi poteri, ma non sarò io a parlarvene.’’ Rispose Polibio.
<<Cosa? Una dea?>>
<<Si Giulia! Ed io ero lì, lasciami raccontare…
<<Salve a tutti, mi presento, sono la dea Mefite. Vi hanno mai
parlato di me? Ah, non importa, sarò io a raccontarvi la mia storia. Vi è un luogo al centro dell’Italia, circondato da
alte montagne, famoso e celebre in ogni posto: la Valle d’Ansanto; è lì che sono nata.>> disse la dea.
<<Dea potresti descriverci questa valle?>> Disse un bambino alla mia destra.(Continua)
LA DEA MEFITE INCONTRA I BAMBINI 1
<<Certo! Si trova in alta Irpinia, è stata celebrata fin dall’antichità perché presenta sorgenti sulfuree. Sapete,
questo luogo porta il mio nome.>>
<<Che vuol dire sulfuree?>> Chiese lo stesso bambino.
<<Sulfuree vuol dire che contengono zolfo. Mi spiego meglio: immaginate una sorgente da cui esce del gas, quindi
circondata da vapore.>>
<<E puzza? C’è un cattivo odore qui, sembra uovo marcio.>> domandò una bambina un po’ lontana da me.
<<Non solo puzza, ma bisogna stare ben attenti, perché respirando questo gas si potrebbe svenire.>> rispose
Mefite.
<<E perché, se questa sorgente può far del male alle persone, porta il tuo nome?>> continuò la bimba.
<<Questa sì che è una bella domanda. “Mefite” deriva dal greco mesitis e significa ‘mediatrice’.>>
<<Che vuol dire ‘mediatrice’?>>
<<vuol dire che sono in grado di fare da tramite, cioè di personificare il passaggio dal giorno alla notte oppure dalla
vita alla morte.>>
<<E questo che c’entra con la sorgente?>>
<<La sorgente di cui vi parlavo prima è il simbolo della forza dell’acqua che dalla terra sgorga e passa all’aria, ed
io rappresento questo passaggio. Sono considerata una divinità pacifica: la protettrice delle sorgenti, dei campi,
della fecondità, del mercato e dello scambio.>>
<<E come fanno le persone a comunicare con te?>>
<<Be’, ovviamente, come ogni dio che si rispetti, posseggo un luogo in cui vengo venerata… A dover scoprire il
suo nome sarete voi.>> (Continua)
LA DEA MEFITE INCONTRA I BAMBINI 2
CRUCIVERBA
Quale parola hai trovato?
In ogni riga inserisci la parola che ti chiederò:
1. Il mio nome.
2. Cosa sono.
3. Le case dei miei cittadini in latino.
4. Io abitavo nell’antica …
5. Io personifico il passaggio dalla … alla morte.
6. Il luogo in cui sono nata.
(Continua)
LA DEA MEFITE INCONTRA I BAMBINI 3
<<Un tempio… cos’è un tempio?>>
<<Il tempio è la mia casa.>>
<<E come è fatto un tempio?>>
<<Esso ha tre elementi fondamentali: immaginate una piattaforma che prende il nome di basamento, poi c’è una
serie di colonne che si chiama colonnato e in fine un timpano che ha una forma triangolare. Qui le famiglie di
Irpini vengono per ricevere aiuto. >>
<<Che genere di aiuto?>>
<<Ve lo spiego con un esempio: tempo fa un pastore venne da me e disse “Oh grande dea! Sono giunto fin qui
da Aeclanum, per ricevere la tua grazia. Mi inginocchio alla tua potenza! Quest’anno il raccolto non è sufficiente,
il periodo di siccità è durato troppo a lungo ed io e la mia famiglia siamo in difficoltà. Ti chiedo con umiltà di
aiutarmi, puoi fare in modo che torni la pioggia?”>>
<<E tu cos’hai risposto?>>
<<Come siete curiosi! Be’, gli ho chiesto cosa avesse portato in sacrificio e lui mi ha risposto dicendomi: ‘’Ho
portato con me un agnello, è tutto ciò che ho. Accettate questo dono.’’>>
<<E poi?>> chiese un bambino.
(Continua)
LA DEA MEFITE INCONTRA I BAMBINI4
<<E poi accettai. Da allora ogni anno venne a trovarmi e a ringraziarmi per averlo aiutato.>>
<<Wow! Secondo te, dea, tra 2000 anni si parlerà ancora di te?>> disse una bambina meravigliata.
<<E chi può dirlo? So solo che grazie alle opere che compio, giungono sempre più visitatori e che la mia
terra, Valle d’Ansanto, viene riconosciuta come una terra sacra.>>
Avrei voluto dirle che sì, <<Che fantasia che hai, Sara!>>
<<Sinceramente Giulia, il fatto ancora più strano, è che quando mi sono svegliata nel mio zaino ho
trovato un’ochetta di legno. Credo che me l’abbia donata lei.>>
<<E’ impossibile! Hai detto che si trattava di un sogno.>>
<<Non so come è potuto accadere, ma sono sicura che sia sua.>>
(Continua)
LA DEA MEFITE INCONTRA I BAMBINI5
1-Qual è il tuo sport preferito tra questi?
A) Calcio
B) Nuoto
C) Pallavolo
D) Danza
2-Quale animale preferisci tra questi?
A) Aquila
B) Cavallo
C) Civetta
D) Lepre
3-Cosa pensi sia più importante?
A) Lavoro
B) Viaggiare
C) Studiare
D) Amore
4-Quale cibo preferisci tra questi?
A) Spinaci
B) Frittura di pesce
C) Cioccolato
D) Fragole
5-Se vivessi nell’antica Roma
preferiresti essere:
A) Centurione
B) Navigante
C) Scrittore/Scrittrice
D) Artista
6-Quali sono le tue qualità:
A) Forza
B) Velocità
C) Intelligenza
D) Bellezza
GIOCHIAMO INSIEME - TEST
QUAL È LA TUA DIVINITÀ PROTETTRICE?
7-Quale stagione preferisci:
A) Inverno
B) Estate
C) Autunno
D) Primavera
Maggioranza di A, Giove (Zeus): Re degli dei e dell’olimpo, dio dei tuoni e dei fulmini.
Maggioranza di B, Nettuno (Poseidone): Dio del mare, dei cavalli e delle corse.
Maggioranza di C, Minerva (Atena): Dea della sapienza, dell’ingegno e della strategia militare.
Maggioranza di D, Venere (Afrodite): Dea dell’amore, della bellezza e dell’arte.
6
(Fine)
MEFITIS
LA DIVINITÀ DELLA TRANSIZIONE
http://www.sanniti.info/mefite.htmlXoanon ligneo di Mefite
V sec. a. C.
VI secolo a.C. - IV secolo d.C
Divinità italica delle acque sulfuree
Il nome in osco è Mefitis e deriva forse da:
medhio – dhuitis", donde "mefifitis" e quindi
Mefitis, cioè "COLEI CHE FUMA NEL MEZZO"
(Ribezzo 1926)
Medhu-io" - gr. methuo e lat. *mefio - cioè
"COLEI CHE SI INEBRIA" (Torelli 1990)
Gr. mesitis = “MEDIATRICE”
osco *mefiai, corrispondente al latino medius,
e al greco mesos, attribuendo al nome di Mefite
il significato di “COLEI CHE STA NEL MEZZO”.
ETIMOLOGIA
Proprio questa primitiva valenza divina rispetto al mondo agreste
rendeva questa Dea la protettrice anche del mercato e dello scambio (la
mediatrice) tanto da trovare proprio nell’area dei santuari, luogo di
incontro oltre che di meditazione, una perfetta armonia tra venerazione e
commercio degli armenti e delle mercanzie.
Divinità pacifica che fa da tramite, presiede al passaggio,
personifica "colei che presenzia ai dualismi" come la vita
e la morte, il giorno e la notte, il caldo ed il freddo, il regno
dei vivi e l'oltretomba. La stessa sorgente è il simbolo
della forza dell'acqua che dalla terra sgorga e quindi
passa all'aria, e la dea Mefite presenzia questo passaggio.
PRESENZIA
AI DUALISMI
PROTETTRICE
DELLE SORGENTI,
MA ANCHE DEGLI
ARMENTI, DEI
CAMPI E DELLA
FECONDITÀ
Essa riassume in se le valenze, celesti ed ultraterrene, attribuite in
ambito greco ad Afrodite, Demetra e Persefone. All'origine era la deità
ctonia protettrice delle sorgenti, ma anche degli armenti, dei campi e
della fecondità.
PROTETTRICE ANCHE
DEL MERCATO E
DELLO SCAMBIO
Nella concezione cristiana la “Mefite” passò ad indicare l’Inferno e le esalazioni gassose divennero
espressione del diavolo. Quindi questa nuova concezione della dea malefica ed ostile soppiantò la
vecchia credenza che aveva riconosciuto in Mefite la prosperità.
Ricostruzione grafica del tempio alla Mefite
"Al centro dell'Italia tra alte montagne, nobile e famosa in molte terre si apre
la Valle d'Ansanto. Una chiostra di colli boscosi nereggiante per il fitto
fogliame la circonda da ogni parte. In mezzo fragoroso e tortuoso torrente
rumoreggia tra i sassi. Qui si osserva una orrenda buca, porta dell'orribile
Inferno. La smisurata voragine spalanca la sua bocca resa pestifera per lo
straripamento del fiume Acheronte"
VIRGILIO: Eneide Lib. VII 562 sgg.
“ EST LOCUS ITALIAE MEDIO SUB MONTIBUS ALTIS NOBILIS ET FAMA MULTIS
MEMORATUS IN ORIS, AMPSANCTIS VALLES … “
“ VI È UN LUOGO AL CENTRO DELL’ITALIA CIRCONDATO DA ALTE MONTAGNE FAMOSO
E CELEBRE IN OGNI POSTO, LA VALLE D’ANSANTO …“.
La Mefite, meta di studiosi e visitatori, ha un
perimetro di 40 mt. ed una profondità di circa 2 mt.
Lo ZOLFO è padrone di questo posto, dove non c’è
vegetazione se non in lontananza e tipica è la
presenza di ciuffi di GINESTRE prima di arrivare
sul posto in questione.
Siamo nella Valle d’Ansanto, in prossimità di Rocca San Felice (Av), un borgo medievale molto
suggestivo. La Mefite ha la forma di un triangolo, il cui apice è costituito da due corsi d’acqua confluenti
in un burrone dove s’ incrociano i territori di cinque comuni avellinesi: Guardia dei Lombardi, Torella dei
Lombardi, Villamaina, Frigento e Rocca S. Felice.