Ciò che illumina non sono le risposte. Sono le domande. · I bambini non giocano più ... educa il...

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Ciò che illumina non sono le risposte. Sono le domande.

Eugene Ionesco

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Faenza, 29 settembre 2012

Convegno “Dalla fatica al piacere di scrivere”

Associazione Grafica Mente

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Graziella Roda Disgrafia, contorni e dintorni

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Bruegel il Vecchio (1525/1530-1569) L’asino a scuola

“È inutile che l’asino vada a scuola; egli è un asino, non sarà mai un cavallo”

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Il lavoro che come Ufficio Scolastico Regionale stiamo cercando di fare:

Ricostruire la “cassetta degli attrezzi” dell’insegnante

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E rendere l’insegnante consapevole della struttura e della natura di tali attrezzi

in modo tale che sia capace di rianimarli, reinventarli e adattarli in relazione alle diverse necessità

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Per capirci meglio mi servirò di un gruppo di gentili collaboratori:

il sig. Martelli Carlo, la sua numerosa famiglia, nonché i suoi gloriosi antenati

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Immagini tratte da: Giacomo Benevelli, Dalla pietra all’ago, Rizzoli editore

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Alcuni esponenti della famiglia Martelli che tutti conosciamo

I Martelli Da Carpentiere (con Levachiodi)

Il sig. Martello Di Precisione (è un tipo piccolo ma insistente)

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La Famiglia Martelli è assai vasta:

C’è anche un ramo “Martelli” giapponesi Martelli Da Calzolaio ieri

e oggi

Martello Da Geologo

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Il Ramo Guerriero e quello Artistico

• Martelli Da Guerra

• Martelletti Da Pianoforte

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Il Ramo Giuridico e quello Medico

Martelletto Da Giudice Martello Da Chirurgo

Martelli Neurologici

Taylor Babinsky

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Buck Dejerine

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Il Ramo artigiano e operaio

Martello Da Carrozziere Martello Da Corniciaio e Vetraio

Martello Testa Di Nylon Martello Da Ebanista

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Martello Da Argentiere

Ci sono anche alcuni grandi obesi nella famiglia Martelli

Martelli Da Cesello

Martello Da Orologiaio

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I Martelli hanno anche dei musei

Uno si chiama Hammermuseum http://www.marktl.de/it/freizeit.php e sorge a Marktl am Inn (luogo natale di

Benedetto XIV) Un altro si trova ad Haines, Alaska http://www.hammermuseum.org/ Un museo delle armi e del martello si trova a

Macerata; un altro a Sarnano nelle Marche

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Chiudo con il più dolce bisnonno della della famiglia Martelli

Il sig. Martello Da Zucchero

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Cosa ci rende capaci di individuare come “martello” anche un martello

che non abbiamo mai visto?

• Provate a rispondere a questa domanda.

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Ora vi faccio vedere un oggetto:

• E’ un martello sì o no?

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No, non è un martello.

• Perché? • Provate a rispondere a questa domanda.

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Dunque:

Tutti gli adattamenti che abbiamo visto nelle prime slide rimanevano dentro il campo “martelli”, mentre l’ultimo non è un martello.

Cosa importa ai nostri fini? L’arcano verrà svelato più tardi...

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Tornando alla scuola … e al nostro argomento …

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Non si insegna bene ad un alunno con DSA

se non si è capaci di insegnare. Insegnare ad alunni con l’una o l’altra tipologia

di difficoltà è un aspetto del saper insegnare. Ciò di cui noi abbiamo bisogno sono delle buone

prassi didattiche, di mezzi che, come diceva Maria Montessori, “possono rendersi adatti alle capacità di ciascuno”.

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Insegnare è come tessere: fili di ordito (singoli percorsi individuali)

e fili di trama, che tengono tutto insieme, tutto collegano a formare il tessuto finale.

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Noi siamo i tessitori

Il risultato dipende da come noi tessiamo; da come sappiamo, ad esempio, affiancare un filo di ordito fragile ad uno più solido affinché insieme si sostengano e diano origine ad un tessuto robusto e resistente.

Sapendo che, spesso, il filo che dà la bellezza e quello che dà la forza sono diversi; è nella sapienza della tessitura che ognuno dà senso all’altro e lo completa.

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Che animale è questo e come facciamo a saperlo?

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Domanda: noi insegniamo al leopardo o alle sue macchie?

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E se fosse un ghepardo?

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Chi ha una scrittura indecifrabile ha, in genere una combinazione di difficoltà fino-motorie, incapacità a

evocare la forma delle lettere e incapacità di ricordare i pattern motori di scrittura delle lettere.

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Quindi, cosa potremmo fare?

La prima parola d’ordine è:

PREVENIRE

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Il lavoro con il corpo (attività grosso-motorie)

I bambini non giocano più in cortile, nei campi …

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e lavoro con le mani: attività fino-motorie e coordinamento occhio-mano

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I bambini oggi stanno passivi davanti a TV, Internet, Videogiochi

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Recuperare la nostra tradizione didattica

in cui il movimento non è “a-finalistico” come nelle palestre-dei-grandi (movimento immobile e senza uno scopo) ma è finalizzato alla pratica della vita vera; è un movimento dotato di senso, di ragione, di uno scopo, è agire umano

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Maria Montessori, La scoperta del bambino, 1948

Cap. V, Educazione dei movimenti Far penetrare l’educazione

muscolare nella vita stessa dei bambini, riattaccandola alla vita pratica di ogni giorno, è stata una delle principali opere pratiche del nostro metodo, che ha introdotto pienamente l’educazione dei movimenti nell’insieme unico e inscindibile dell’educazione della personalità infantile

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Ogni azione complessa ha momenti successivi ben distinti tra loro; un atto segue l’altro. Cercare di riconoscere ed eseguire esattamente e separatamente gli atti successivi, è l’analisi dei movimenti

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L’imperfezione consiste nell’eseguire e confondere insieme i movimenti successivi dell’azione

Non si tratta di rapidità ma di esattezza. Ora noi in genere abbiamo, in rapporto a molti movimenti, una inesattezza che proviene da mancanza di educazione

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Sembrano cose complicate e difficili da imparare:

ma c’è un’età in cui gli esercizi delle movenze riescono interessanti, appassionanti; in cui gli strumenti muscolari e nervosi sono plasmabili all’esecuzione: è l’età dell’infanzia

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Ci sono grandi tradizioni di insegnamento che sono entrate a far parte del nostro bagaglio

storico, ad esempio la scuola attiva

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Hans G. Furth – Harry Wachs, Il pensiero va a scuola. Come si educa il pensiero applicando Piaget, ed. orig. 1974

• Capitolo sesto La teoria di Piaget cancella la tradizionale

distinzione fra attività della mente e attività del corpo. Movimento e pensiero sono interdipendenti. Molti bambini svolgono i compiti scolastici in modo inadeguato perché non hanno padroneggiato il controllo motorio da cui questi compiti dipendono.

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Noi siamo interessati al pensiero applicato alle azioni del corpo

Le azioni sono indirizzate verso delle mete e dovrebbero essere eseguite con intelligenza, con efficienza, e in un modo riduca al minimo lo stress. Le azioni implicano sempre il pensiero – la conoscenza.

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La prima cosa, allora, da valutare è come il bambino esegue i movimenti generali

Il grado di coordinazione della sua azione stabilisce se il bambino è pronto per le fasi avanzate della motricità generale. Una discussione generale sul pensiero motorio dovrebbe rendere più chiaro agli insegnanti ed ai genitori lo spirito informatore dei giochi psico-motori.

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Bisogna lavorare di più con il corpo e con le mani per fare qualcosa di vero, di utile, di

sensato, di finalizzato, di divertente.

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Questo non servirà soltanto

per i ragazzi disgrafici (dislessici, dis-qualcosa) ma per tutti i bambini. Renderà la scuola un posto migliore in cui vivere e lavorare sia per i bambini sia per gli insegnanti.

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Per dare un senso e una speranza al futuro ci vogliono un cuore

antico e radici profonde

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e la capacità di sognare

perché ciascuno cresce solo se sognato